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  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    1/34

    fat-

    il

    del-

    effi-

    di

    LASER

    ELIO-NEON

    Il

    laser

    He-Ne

    stato

    per

    almeno

    vent,anni

    il

    laser

    pi

    diffuso

    in

    ambiente

    fisioterapico.

    Tutt,ora

    il

    laser

    che

    vanta

    il

    maggior.rr-.io

    di

    pubbli_

    cazioni

    scientifiche,

    specie

    nell,Est

    europeo,

    dove

    gode

    ancora

    di

    molti

    consensi.

    In

    Italia

    e

    in

    Europa

    occidentale,

    il

    suo

    ruolo

    nell'ambito

    della

    laserterapia

    a

    bassa

    potenza

    sta_

    to

    assunto

    dai

    laser

    diodici;

    questi

    infatti,

    a

    fronte

    di

    una

    lunghezza

    d'onda

    molto

    simile,

    offrono

    una

    potenza

    pi

    elevata

    e

    consentono

    di

    trasferi_

    re

    in

    profondit

    maggiori quantit

    di

    energia.

    In

    ogni

    caso,

    ancora

    il

    laser

    piir

    difiuso

    al

    mondo,

    essendo

    utilizzato

    a

    bassissima

    potenza

    (

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    2/34

    z

    TERAPIA

    FlslcA

    -

    Nuovr

    TrcNoLocrr

    rN

    MrorqNa

    RAerLrar'a

    potenza.

    La

    modulazione

    di frequenza

    causerebbe

    un'ulteriore

    diminuzione

    della

    potenza,

    per

    cui

    non

    dovrebbe

    mai

    essere

    utilizzata.

    Lapotenza

    media

    compresa

    tra

    0,5

    mW

    e 100

    mW.

    Tirttavia,

    non

    essendo

    la

    potenza

    lo

    scopo

    di

    impiego

    di

    questi

    strumenti,

    la

    maggior

    parte dei

    laser

    He-Ne

    presenti

    sul

    mercato

    emette

    potenze

    inferiori

    a 25

    mW

    Laspetto

    che

    pi

    limita

    l'impiego

    dei

    laser

    a

    He-Ne

    la

    necessit

    di lunghi

    tempi

    di

    trattamen_

    to per

    ottenere

    dosi

    energetiche

    accettabili.

    per

    esempio,

    con

    uno

    strumento

    di

    25

    mW

    sono

    ne_

    cessari

    almeno

    40

    secondi

    per

    erogare

    I

    joule

    di

    energia

    totale

    (Tab.

    7.II).

    Essendo

    una

    metodica

    che

    si

    esegue

    per

    punti

    multipli,

    si

    comprende

    co_

    me

    i

    tempi

    di

    un

    trattamento

    possano

    talvolta

    prolungarsi

    notevolmente.

    Lerogazione

    del

    trattamento

    al.viene

    classica_

    mente

    per

    "punti",

    mediante

    l'uso

    di

    un

    manioo_

    lo

    fisso.

    INDICAZIONI

    TERAPEUTICHE

    DEL

    LASER

    HrNe

    Le

    patologie

    che

    trovano

    ancora

    un

    razionale

    nell'uso

    di un

    laser

    He--Ne

    sono

    piuttosto

    definite.

    NEVRALGIE

    DA

    HERPES

    ZOSTER

    La

    laserterapia

    con

    He-Ne

    stata

    tra

    le prime

    r-eflesso-terapie

    impiegate

    con

    vantaggio

    in

    questa

    difficile

    patologia

    (tellers,

    1980).

    FIBROMIALGIA

    I tender poinfs

    che

    caratt

    erizzano

    questa

    malat-

    tia

    sono

    zone

    ove

    vi

    una

    condizioire

    di

    ipossia

    relativa

    che

    causa

    l'accumulo

    di cataboliti

    acidi,

    responsabili

    del

    dolore

    (yunus,

    1991).

    La

    discreta

    affinit

    della

    radiazi.one

    a

    632

    nm

    per

    i

    tessuti

    ipossici,

    pu

    giustificare

    il

    ruolo

    che

    questo

    stru_

    mento

    ancora

    ricopre

    nell,ambito

    del

    trattamen_

    to

    di

    questa

    patologia

    e, in

    generale,

    nella

    terapia

    analgesica

    per

    "punti".

    ULCERE

    E PIAGHE

    DA

    DECUBITO

    Sono

    state

    tra

    le

    prime

    indicazioni

    alla

    laserre_

    rapia

    (Abergel,

    1987;

    Lyons,

    I9g7;

    Braverman,

    1989).

    I

    risultati

    sono

    molto

    validi,

    con

    dimezza_

    mento

    del

    tempo

    di guarigione

    delle

    ulcere.

    Come

    abbiamo

    visto,la

    superficialit

    della

    lesione

    e

    la

    condizione

    di ischemia

    relativa

    dei

    tessuti

    coinvol-

    ti,

    sembrano

    i

    substrati

    anatomo-patologici

    idea_

    li

    per

    questa

    radiazione.

    l5

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    3/34

    LASER

    AD

    AN|DR|DE

    CARBONTCA

    (CO2)

    Il

    laser

    a

    CO,

    ha

    rappresentato

    l'ingresso

    del-

    I'alta

    potenza

    in

    terapia

    fisica.

    La

    metodica

    si

    dif-

    fusa

    attorno

    agli

    anni

    ottanta

    e

    rimane

    tuttora

    un

    punto

    di riferimento

    per

    la laserterapia

    di poten-

    za,

    avendo

    raggiunto

    un

    alto grado

    di

    affidabilit

    e

    di sicurezza.

    GENERATORT

    Dt

    tAsER

    A

    CO2

    Il

    laser

    a

    COr

    un laser

    a miscela

    gassosa

    che

    viene

    eccitata

    da

    una

    scarica

    elettrica.

    La miscela

    classica

    costituita

    da

    CO,

    all'gOo/o,

    N

    al

    l0%

    e

    He

    al I0o/o.

    Questo

    mezzo

    attivo

    in

    grado

    di fornire

    una

    radiazione

    ad

    altissima potezai

    nell'industria

    so-

    no lutilizzate

    potenze

    dell'ordine

    dei

    kW, in

    grado

    di

    tagliare

    spesse

    lastre

    di acciaiol

    In

    Fisioterapia

    sono

    impiegate

    potenze

    nell'ordine

    di 0,5

    +

    20

    W.

    Le radiazioni

    vengono

    emesse

    sotto

    forma

    di

    onda

    continua,

    che

    pu

    facilmente

    essere

    conver-

    tita in

    un'onda

    pulsata.

    Tra

    le

    possibili

    radiazioni,la

    pi

    comune

    quel-

    la avente una

    lunghezza d'onda

    di

    10.600

    nm,

    cio

    collocata

    nel

    lontano

    infrarosso.

    Le

    onde

    elettromagnetiche

    di

    questa

    frequenza

    non possono

    essere

    convogliate

    mediate

    fibre

    ot-

    tiche, in quanto

    queste

    sarebbero

    rapidamente

    di-

    strutte.

    Pertanto,

    l'erogazione

    awiene

    tramite

    sup-

    porti

    forniti

    di specchi;

    i laser

    CO,

    terapeutici

    so-

    no

    in genere

    configurati

    con

    bracci

    meccanici

    fis-

    si, mentre

    i laser

    chirurgici

    sono pi

    spesso

    muni-

    ti di

    bracci

    snodati

    e collegati

    a

    un manipolo.

    In

    Chirurgia,

    il laser

    CO, viene

    utilizzato

    foca-

    Iizzato

    con

    uno

    spot

    di 150

    +

    400

    pr

    di diametro,

    ottenendo

    l'incisione

    dei tessuti;

    in

    Fisioterapia

    si

    utlizzano

    spot

    di

    diametro

    medio

    di

    5

    cm.

    EFFETTT

    BtOLOGtCt

    DEI TASER

    A

    CO2

    La

    radiazione

    emessa

    dal

    laser

    ad

    anidride

    car-

    bonica

    appartiene

    al

    lontano

    infrarosso

    (FIR)

    e

    trova

    nell'acqua

    il

    cromoforo

    naturale,

    che

    I'assor-

    be completamente.

    La grande

    potenza

    espressa

    dal laser

    viene

    dun-

    Tob.

    7.lX

    -

    Corotteristiche

    del

    loser

    o

    [0, utilizzoto

    in Fisioeropio.

    que

    totalmente

    assorbita

    nei primi

    strati

    dell'epider-

    mide;

    la

    penetrazione

    dell'ordine

    di SO

    +

    200

    1t.

    Lenergia

    luminosa

    viene

    trasformata

    sia

    in

    ca-

    lore

    sia in

    energia

    chimica;

    la

    trasformazione

    pre-

    yalente

    in

    calore,

    che

    induce

    effetti

    diversi

    in

    funzione

    delle temperature

    raggiunte

    (vedi

    effetti

    biologici

    dei

    laser).

    Lacqua

    contenuta

    nel

    sangue,

    nella

    linfa

    e ne-

    gli

    spazi interstiziali,

    trasporta

    velocemente

    l'ener-

    gia

    incamerata

    dal

    laser

    e

    la

    diffonde

    ai

    tessuti

    vi-

    cini,

    sia

    in forma

    di

    calore

    che

    di

    energia

    chimica.

    I tessuti

    oggetto

    dell'irradiazione

    del laser

    a

    CO,

    sono

    dunque

    poco

    profondi

    o

    comunque

    facil-

    mente

    raggiungibili

    dai

    fluidi

    organici

    in

    direrto

    collegamento

    con

    la

    cute.

    Tia

    i

    primi,

    ricordiamo

    le

    terminazioni

    neryose

    sensitive,libere

    o

    corpuscolate,

    che si

    trovano

    tra i

    tegumenti

    e

    gli

    apparati

    muscolo-tendinei

    pi

    su-

    perficiali.

    Le

    terminazioni

    nervose

    sono

    sensibili

    alle

    va-

    riazioni

    termiche;

    in

    genere,

    gli

    incrementi

    mode-

    rati

    di temperatura

    portano

    a un

    innalzamento

    della

    soglia

    di

    scarica,

    mentre

    le

    variazioni

    di

    tem-

    peratura

    pi

    consistenti

    vengono

    recepite

    come

    stimoli

    algogeni.

    Altri

    meccanismi,

    oltre a quello

    termico,

    sono

    in gioco

    nell'azione

    analgesica

    indotta

    dai

    laser.

    lunghezzo

    d'ondo

    10.00

    nm

    (lontono

    infroroso,

    FIR)

    Potenzo

    di

    picco

    157

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    4/34

    7

    TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr TrcNoLoorr

    rN

    MeorclNn

    RAsrurnr:vn

    che

    appare

    spesso

    sorprendentemente

    rapida

    e

    du-

    ratura.

    Walker

    (1983)

    stato

    uno

    dei

    pi

    convin-

    ti

    sostenitori

    della

    possibilit

    di

    influenzare

    la

    so-

    glia

    di

    scarica

    delle

    terminazioninervose

    sensitive

    tramite

    stimoli

    I

    uminosi.

    A

    questo

    proposito,

    interessante osservare co-

    me

    attualmente

    il

    laser

    a

    CO,

    trovi

    applicazione

    in

    Neurofisiologia

    per

    la

    stimolazione

    dei

    poten-

    ziali

    evocati

    (LEPs:

    Laser

    Evocated

    Potentials)

    in

    al.

    ternativa

    alla

    stimolazione

    elettrica.

    Sull'argomen-

    to

    esiste

    un'ampia

    bibliografia,

    di

    cui riportiamo

    alcuni

    tra

    i pi

    recenti

    contributi:

    Agostino

    2000,

    Romaniello

    2003,

    Iannetti

    2005.

    La

    micro

    circolazione

    sup

    erficiale

    viene

    notevol_

    mente

    influenzata

    dall'rrradiazione

    laser,

    sia per

    l'azione

    termica

    che per

    l'azione

    fotochimica;

    I'ef-

    fetto vasodilatatorio

    del laser

    particolarmente

    evidente

    e

    persistente

    a livello

    delle

    giunzioni

    ar-

    tero-venose.

    Tra

    i

    tessuti

    superficiali

    aricca

    circolazione

    tro-

    viamo

    il,

    mesodermq,luogo

    di

    intenso

    scambio

    me-

    tabolico

    tra muscoli,

    vasi

    artero-venosi

    e

    vasi

    lin-

    fatici.

    ijattivazione

    metabolica

    di questa

    imporran-

    te regione

    pu

    produrre

    effetti

    molto

    simili

    a

    quel-

    li

    indotti

    dalla

    mesoterapia,

    cio

    dall'iniezione

    in-

    tradermica

    di

    sostanze

    antiflogistiche

    e

    trofiche.

    PARAMETRI

    E

    MODALITA

    Dt

    TRATTAMENTO

    CON TASER

    A

    CO2

    I parametri

    fondamentali

    del laser

    a

    CO,

    sono

    i

    seguenti:

    -

    densit

    di

    potenza

    (Wcm2);

    -

    modalit

    continua

    (CW)

    o

    pulsata

    (PW,

    in

    Hz);

    -

    dimensione

    dell'area

    da

    trattare

    (cm2);

    -

    densit

    di

    energia

    (Ilcmzlt

    -

    tempo

    di

    erogazione (s);

    -

    velocit

    di

    scansione

    (cm/s).

    DENSITA

    DI

    POTENZA

    Questi

    sistemi

    offrono

    la possibilit

    di gestire

    la

    densit

    dipotenza

    per

    un'ampia

    gamma

    di

    valo-

    ri.

    Tuttavia,

    alcuni

    individui

    percepiscono

    come

    fastidioso

    un livello

    d'intensit

    che

    ad altri

    non

    causa

    disagio:

    molti

    pazientipercepiscono

    come

    "sgradito']

    se

    non-proprio

    come

    doloroso,

    gi

    un

    Iivello

    di

    2

    W/cm2;

    altri

    invece

    non

    hanno

    alcun

    problema

    con

    ivelii

    di

    10-15

    W/cm2.

    Data

    l,alta

    soggettivit,

    noi

    consigliamo

    di

    erogare

    molto

    gra_

    dualmente I'intensit,

    soprattutto

    quando

    si

    uti-

    lizza

    Ia

    modalit

    continua.

    Il

    pericolo

    di ustionare

    il

    paziente

    pressoch

    inesistente,

    perch

    la

    defocalizzazione

    molto

    grande;

    inoltre,

    da

    almeno

    dieci

    anni

    negli

    stru-

    menti

    per

    Fisioterapia

    vi

    sono

    dei

    sistemi

    automa-

    tici

    che

    interrompono

    il

    flusso

    luminoso

    se

    I'ope-

    ratore

    per

    errore

    riduce

    eccessivamente

    lo

    spot

    di

    trattamento.

    MODALITA

    CONTINUA

    E

    MODALITA

    PULSATA

    Nella

    maggior

    parte

    dei

    dispositivi

    laser

    a

    CO-

    messi

    a punto

    per

    la Fisioterapia

    si

    pu

    sceglieri

    tra

    la modalit

    pulsata

    (PW)

    e

    quella

    continua

    (CW).

    -

    Modalitt

    continua

    (CW):

    riservata

    alle

    pato-

    logie

    croniche,

    ove il

    calore

    difficilment.

    a

    ..-

    cepito

    come

    stimolo

    algogeno

    ma,

    al

    contrario.

    come

    lenitivo.

    -

    Modalit pulsata (PW):

    la

    modulazione

    di

    fre-

    qenza

    pit

    tilizzata

    tra

    I

    Hz

    e 50

    Hz,

    con

    durata

    di

    ogni

    singolo

    impulso

    dell'ordine

    di

    100

    ps.

    Lalta

    densit

    di

    potenza

    permette

    al

    laser

    a

    CO-

    di

    lavorare

    su

    bassissime

    frequenze

    con

    elevati

    r.a-

    lori

    di

    potenza

    media.

    possibile

    infatti

    erogarr

    persino

    impulsi

    di 5 Hz pur

    mantenendo

    una

    pt--

    tenza media

    di I

    Wcm2l I

    vantaggi

    sono

    queil

    c_

    potere

    sfruttare

    il principio

    della

    maggior

    effic;-

    cia della

    bassa

    frequenza

    sul dolore;

    inoltre,

    nr_-

    I'ambito

    delle fasi

    di

    una

    patologia,

    acuta

    sub-ac:-

    ta e cronica,

    possibile

    adeguare

    il

    trattamento

    ,

    variare

    della

    condizione

    clinica,

    modulando

    ser-

    plicemente

    la frequenza,

    senza

    modificare

    sosti--_-

    zialmente

    gli

    altri parametri.

    EROGAZIONE

    In

    Fisioterapial'erogazione

    ar,'viene

    per

    lo

    p__

    mediante

    bracci

    meccanici

    che

    eseguono

    auton:-

    ticamente,

    a velocit

    costante,

    una

    scansione

    n..-

    I'area

    prestabilita.

    L

    erogatore

    munito

    di

    un

    :..-

    gio

    guida

    all'He-Ne,

    mediante

    il

    quale

    I'operai-.,-

    stabilisce

    il

    campo

    d'azione.

    Generalmente,

    si

    x_:-

    ziona

    un

    rettangolo

    o un quadrato

    di

    5

    +

    30

    .-r:--

    .l

    lunghezza

    per

    lato.

    Vi

    sono

    dei

    limiti

    minirn_

    :-

    campo;

    come

    regola,

    non

    si

    pu

    scendere

    sotto

    :

    --:

    cmz

    di

    area,

    pe

    evitare

    l'eccessiva

    focalizzazion/r

    tSa.-

    -

    _

    \_

    __,__:---,-__E)

    Tempo

    (s)

    -

    Wxt

    E

    =

    -------i

    AA

    CUt:

    |

    =

    cm'

    W

    tig.

    7.14

    -

    Sconsione

    ouomoico

    del loser

    o

    COr:

    il foscio

    folonico

    non

    sempre

    perpendicolore

    ollo

    regione

    trotoio.

    I'

    7'X

    -

    Determinozione

    deitempidierogozione

    per

    oflenere

    l0

    J

    didensit d'energio, impostondo il

    livello

    dipgrenzg

    e lo

    dimensione

    dell,oreo.

    i

    Areo

    (cmz)

    ril

    llt

    trt

    tt

    I

    ltl

    tt

    I

    ll

    r

    Polenzo

    (W)

    400

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    6/34

    7 TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr

    TrcNoLoorr

    rN

    MgotcrNn

    RAsrLrnnvl

    Per questo,

    le dosi

    erogate

    dal laser

    a

    CO,

    sono

    superiori

    a

    quelle

    calcolate per

    gli

    altri

    sistemi la-

    ser.

    Quest'aspetto,

    comunque,

    non

    rappresenta

    un

    problema

    pratico per

    il

    laser

    a CO, in quanto

    la

    densit

    di

    potenza

    disponibile

    sempre assai

    ele-

    vata.

    INDICAZION

    I TERAPEUTICH

    E

    Il

    laser

    a

    COr

    stato

    inizialmente

    utilizzato

    per

    tutte

    le indicazioni

    classiche

    della laser

    terapia

    a

    bassa

    potenza:

    analgesica,

    biostimolante,

    ecc.

    Dopo

    vent'anni

    di impiego

    della

    metodica,

    il

    suo

    campo

    di maggiore

    efficacia

    appare

    essere

    quello

    delle patologie

    caratterizzate

    da

    dolore,

    spe-

    cie

    se

    causato

    dall'interessamento

    di

    strutture

    su-

    i

    l

    I

    PATOLOGIA

    perficiali

    o con

    una rappresentazione

    metamerica

    di

    superficie.

    RACHIALGIE

    DA MIALGIE

    PARAVERTEBRALI

    Le

    contratture

    muscolari

    che

    caratterizzano

    le

    rachialgie

    e

    mialgie

    paravertebrali

    trovano

    giova-

    mento

    dall'azione

    debolmente

    calorica

    e stimolan-

    te

    del

    laser

    a COr. la risposta

    terapeutica

    spesso

    assai rapida.

    CE

    FALEA

    MUSCOLO-TENSIVA

    In questa

    condizione

    di dolore

    cronico

    con fre-

    qtenti poussls,

    il laser

    a

    CO, ha

    fornito

    ottimi ri-

    sultati,

    in

    condizioni

    di

    assluta

    sicurezza

    (Zafi.

    r9e7).

    Yazione

    superficiale

    e

    riflessogena

    del laser

    a

    Tob.

    7.Xl

    -

    Dosi

    consigliote

    in

    bose

    ollo

    potologio

    e ollo fose

    clinico.

    2

    5

    7

    -+7

    CW

    CW

    CW

    l.AStR

    t0,: lNDlCAZ|0Nl

    TERAPEUIITHE

    .l

    M0DAIITA

    i ;NERG;A

    J/cm2

    POIENZAMEDIA

    ffi)

    -'-'--'--.

    :

    '

    LNLt\UtHJ/uil

    tVtLtItntVlLUtA\yv,/

    l----:'::T**--f*---r------

    i

    -i

    -

    I

    (ervkolgio

    ocuto

    PW

    l0 Hz

    i

    t0

    I

    I

    sub-orutc

    I

    PWI0+20H2

    I

    tO*tS

    i f

    Esrsfu

    I

    tw IV-LV|I

    I

    lU-

    ll

    ----?--

    flw

    io

    +

    +o

    Hz

    15

    +

    2o

    z

    ronr(o

    lcw

    ii

    -

    i

    2

    -->5

    ili-

    Dorsolgio

    oruto

    PW l0 Hz

    l0

    -

    -

    i

    I

    --.-:.J.- ---.-

    I

    ru

    i

    I

    i

    sub-ocuro

    I pwl0+20H2 , t5+20 I

    I

    fpw3o+4oHz ri=i

    z

    i

    cronko

    ,

    tir,v

    :

    "zo

    I

    2-+ro

    i

    --.

    -+---,--,--*,

    --

    "i

    -

    ,

    lombolgiootuto

    |

    -

    PW

    -

    -

    l--*-

    '10

    .----i_--**-

    I

    *

    i sub-ocuto

    j

    PW l0

    +

    20 Hz

    i

    tS

    *

    ZO

    I

    t

    ;

    --"'-:'u

    I l.'.'.

    j:

    "'-

    -

    I

    '"

    I

    i sub-ocuto

    j

    .PW

    l0

    +

    20 Hz

    j

    tS

    +

    ZO

    t

    ,

    croniro

    {lw

    lo

    +

    +o Hz

    5

    +

    2o

    '

    z

    ;

    tCW

    ,

    20

    i

    2-+15

    I

    Gomito:

    epicondilite

    oruto

    j

    pW

    tO

    H,

    -

    5

    I

    sub-ocuta

    I

    PW

    l0

    +

    20

    Hz

    I

    t

    I f

    ilJru3o+4oHzlrol2

    ."

    t

    i

    j

    cronito

    {ly

    3o

    + 4o

    Hz

    i

    ]o

    ItCWlr0

    l

    Spdlo:

    (periorlrile)

    orutr

    PW l0

    Hz

    5

    I

    sub-oruro

    i

    PW]0:20H2

    1

    t

    I

    t

    ----,._ lpw

    3o

    +

    4o

    Hz

    I

    o

    z

    cronr(o

    ,

    lcw

    to+ts

    2->7

    PWl0+20H2

    flw

    lo

    +

    +o Hz

    ICW

    |

    7'-10'troltonenlo

    l0

    l5

    l5+20

    :

    Arrrite

    suferfidole

    oiuto

    '

    i

    sub-ocuto

    I

    r0

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    7/34

    le

    fre-

    ri-

    a

    I

    l

    9Qz

    m9t1e

    al

    riparo

    il

    paziente

    dagli

    effetti

    inde_

    siderati

    che

    altre

    metodiche

    porr.ro

    provocare

    ai

    delicati

    apparati

    contenuti

    nella

    scala

    crani_

    ca.

    Per

    esempio,

    I'orecchio

    interno,

    a

    livello

    dei

    suoi

    recettori

    uditivi

    e

    vestibolari,

    pu

    essere

    di_

    s turb

    ato

    dalle

    r

    adiazioni

    el

    ettro

    m gn

    etich

    e

    piirpenetranti,

    quali

    quelle

    emesse

    da

    un

    laer

    Nd:YAG

    o

    da

    un

    erogatore

    di

    radiofrequenze

    (ra_

    dar

    terapia).

    COTPo

    DIFRUSTA

    noto

    ai

    terapeuti

    come

    sia

    difficile

    trattare

    questa

    patologia

    soprattutto

    in

    fase

    acuta,

    dove

    1g:i *iTolo

    appare

    eccessivo

    La

    laserterapia

    a

    .C9,

    ti

    dimostrata

    una

    metodica

    sicura,

    erogabi_

    le

    in

    ogni

    fase

    clinica.

    TENDINIT]

    SUPERFICIALI

    L

    epicondilite

    di

    gomito,

    la

    tendinite

    dell,achil_

    leo

    e

    la

    periatrite

    di

    spalla,

    sono

    le

    pi

    comuni

    l-a55p

    f5pap6

    rN

    tvtorcnra

    ,iil

    patologie

    trattate

    con

    il

    laser

    a CO,

    (Bilorta,

    1eeo).

    ARTRIT.I

    SUPERFICIALI

    L artrite

    reumatode,

    l,artrite

    psoriasica

    e

    altre

    simili

    artriti

    della

    mano

    e

    del piede

    trovano

    gio_

    vamento

    nella

    terapia

    con

    laser

    a

    CO,,

    specie

    nei

    casi

    in

    cui

    la

    condizione

    della

    cute

    nn

    i.r-.tt"

    un'elettroterapia

    analgesica

    diretta.

    MORBO

    DI

    RAYNAIJD

    Molte

    sindromi

    da

    ipovascolarizzazionesu

    ba_

    se

    riflessa

    si

    alvantaggiano

    di

    questo

    trattamento.

    tl

    partrcolare

    stimolo

    termico_trofico

    del

    laser

    CO,

    fornisce

    un

    valido

    supporto

    alla

    terapia

    di

    q";#

    malattia

    che,

    com'

    noto,

    risponde

    negativamen_

    te

    a

    terapie

    termiche

    troppo

    intense,

    cn

    reazioni

    vasomotorie

    dolorose

    di difficile

    gestione.

    A

    que_

    sto

    proposito,

    segnaliamo

    la

    necessit

    di

    procede_

    re

    con

    potenze

    e dosi

    molto

    progressive.

    r

    l

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    8/34

    Il laser

    Neodimio

    YAG

    (Nd:YAG)

    si

    diffuso

    nell'ambiente medico a

    partire

    dagli anni

    novan

    ta; ha rappresentato

    un

    passo in

    avanti nell'uso

    del

    laser

    in

    molte

    branche della Medicina

    e della Chi-

    rurgia;

    infatti il Nd:YAG

    offre numerosi

    vantaggi

    rispetto

    alle precedenti

    sorgenti.

    Innanzitutto,

    il laser

    Nd:YAG ha

    una

    penetran-

    za nei

    tessuti assai elevata,

    simile

    e superiore

    a

    quella

    dei laser

    a diodo; tuttavia un

    laser

    di clas-

    se

    4,

    potendo

    esprimere potenze vicine

    a

    quelle

    dei

    laser

    a CO". Infine, la radiazione del laser Nd:YAG

    pu

    esserJveicolata dalle fibre

    ottiche, cosa non

    possibile

    con

    il

    laser

    a CO,

    GENERATORI Dl IASER

    Nd:YAG

    Il laser

    Nd:YAG

    caratterizzato da una lun-

    ghezza

    d'onda

    di

    1064

    nm

    ed

    collocato

    nella

    banda delf infrarosso,

    non molto

    lontano

    dalle ra-

    diazioni dei laser

    a

    semiconduttori.

    I),

    mezzo

    attivo

    costituito

    da

    un

    cristallo

    arti-

    ficiale

    di

    ittrio

    e

    alluminio

    (yttrium-alluminium-

    garnet), atilizzafo

    anche

    per la produzione

    di

    gem-

    me artificiali.

    Il

    cristallo

    viene

    "drogato"

    con im-

    purit di neodimio,

    una

    terra

    rara

    che

    funge

    da

    donatore di

    elettroni.

    17 sistemo di

    pompaggio

    rappresentato

    da una

    sorgente

    luminosa, posta

    in

    parallelo

    al cristallo;

    spesso

    viene impiegato un laser multidiodico

    di

    808

    nm

    come

    "start"

    del

    laser

    Nd:YAG.

    Un

    sistema

    di

    specchi

    concavi,

    di cui uno

    riflet-

    tente al

    9\o/o

    e

    I'altro

    al

    l00o/o,

    completa lo schema

    base

    del

    laser

    Neodimio YAG

    (Fig.

    7.15).

    La radiazione

    emessa

    ei

    molto collimata

    alla

    LASER

    NEODIMIO

    YAG

    f-t

    'l

    specchio R.98%pecchio R.100% cristallo

    Nd:YAG

    Iqb. 7.Xll-

    Corotteristkhe

    dei

    oi

    comuni loser

    o

    Neodimio

    YAG.

    rnsrn troomoilc

    i

    lunghezzo

    d'ondc

    iiq';,'ili"

    ili';';;,ruR)

    I

    Tipo d'emissione

    l

    l

    ,

    trequenzo di

    emissione,

    ' ''_-.'.

    _.... ..

    '.

    _

    1

    .

    Pofenzo

    di

    pkco

    .

    Polenzo

    medio

    Durolo degli impulsi

    0,5

    W

    +

    l0

    W

    70

    ps;350

    ps

    Modolit

    di erogozione:

    Monipolo fisso

    o o

    sconsione monuole

    Erogolori

    fisi:

    rori

    Trosmissione

    Fibro ottico

    sorgente,

    tuttavia,

    si

    possono

    realizzare

    spot

    di

    di-

    mensioni varie

    in funzione dell'utilizzo. In

    Chi-

    rurgia

    si

    impiegano

    manipoli

    con

    puntali

    di

    zafi-

    ro, con spot di

    400

    p

    di diametro,

    che

    fungono da

    bisturi.

    In Fisioterapia si usano sistemi di defoca-

    lizzazione

    per

    ottenere spot

    di

    dimensioni

    mag-

    giori, in genere comprese tra 5 mm e 60 mm di

    diametro, per consentire effetti analgesici, antin-

    fiammatori

    e

    trofici.

    La

    potenza

    di emissione

    elevata;

    in Medicina

    si utilizzano

    potenze

    medie

    di

    una decina di watt

    e

    potenze

    di

    picco

    di

    migliaia di watt.

    La

    radiazione

    pu

    essere

    emessa

    in

    forma

    con-

    tinua, semi-pulsata

    (continua

    interrotta)

    e

    pulsa-

    ta, con impulsi diversi

    sia

    per potenza

    di

    picco

    che

    di

    durata

    (Tab.

    7.XII).

    EFFETTI

    BIOLOGICI

    DEL IASER

    A

    Nd:YAG

    CROMOFORI

    E

    ASSORBIMENTO

    Laradiazione con lunghezzad'onda

    di

    1064

    nm

    ai

    bordi

    della cosiddetta finestra terapeutica

    (600

    +

    1200

    nm),

    caratterzzata

    dal minore

    assorbi-

    tontinuo

    (CW)

    Confinuo intenotlo

    (CW-l)

    Pulsoto

    (PW)

    I

    Hz:50

    Hz

    l00W+3000W

    LASER D|ODO

    808

    (START)

    ,,,",,t,,,,,-,,,",'u,, lr"

    :j::r::::r.r.:,::'1:

    :r

    tJ1Jt1ilJ11il ilt1t1t

    Fig.

    7.1

    5

    -

    Schemo bose del

    loser Neodimio YAG

    162

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    9/34

    mento possibile della

    luce

    da

    parte

    dei cromofori

    naturali.

    Lassorbimento

    pir

    consistente

    per

    la melani-

    na:,

    com'

    noto, la sensibilit

    al colore

    nero

    con-

    divisa dalla

    maggior

    parte

    delle

    radiazioni

    lumi-

    nose

    (vedi teoria del corpo nero);

    tuttavia,

    il

    feno-

    meno

    di

    entit

    pi limitata

    anche

    rispetto alle

    radiazioni

    con

    L,

    compresa

    tra 900

    e 550 nm

    (tipi-

    che

    dei laser diodici

    e a

    elio-neon).

    La

    sensibilit

    della

    melanina

    alla

    radiazione

    di

    1064 nm implica alcune attenzioni terapeutiche;

    per

    esempio, durante un trattamento di

    potenza,

    soprattutto

    se eseguito

    per

    "punti"

    (vedi

    oltre),

    bi-

    sogna

    evitare

    di

    irradiare nevi o altre macchie scu-

    re.

    Inoltre, negli

    individui di

    colore

    necessario

    ttlizzare

    intensit

    radianti

    minori

    rispetto agli in-

    dividui di

    pelle

    chiara.

    Altri

    cromofori

    a

    basso

    assorbimento

    per

    i

    1064

    nm

    sono

    la ossiemoglobina e,

    in misura ancora mi-

    nore,

    l'

    acqua

    (Fig.

    7.

    16).

    Quest'insieme

    di bassa

    sensibilit ai

    cromofori,

    permette

    alla

    radiazione

    del

    Nd:YAG

    di

    penetrare

    in

    profondit

    nei

    tessuti e di essere

    lentamente as-

    sorbita.

    La

    penetranza tessutale del

    laser

    a

    neodimio

    stimata

    essere dell'ordine

    di

    qualche centimetro;

    tuttavia,la

    debole sensibilit

    ai cromofori citati,

    fa

    si che

    la radiazione

    penetri nei tessuti soprattutto

    con

    fenomeni

    di

    scattering

    in tutte

    le

    direzioni,

    compresa la

    retrodiffusione

    (backrvard-scattering).

    In

    profondit, dunque,

    il

    fascio luminoso

    non

    mai concentrato,

    ma

    assume

    un aspetto,

    per

    cos

    dire,

    "globoso".

    Lnsen

    Trnapn

    n

    MroroNn 7

    EFFETTI

    FOTOCHIMICI

    L'assorbimento

    energetico dei tessuti da

    parte

    dei

    cromofori noti

    (melanina,

    gruppi

    porfirinici

    e

    H.O) e

    meno

    noti

    (enzimi,

    membrane cellulari)

    polrta all'attivazione

    della

    catena

    ossidatir-a che

    ha

    come protagonista

    ll

    mitocondrio.

    fincremento

    di

    ATP, RNA

    e DNA rilevato

    costantemente

    nei tes-

    suti

    sottoposti

    a irradiazione

    laser, il supporto

    base di

    questa

    teoria

    (Smolyaninova,

    1990-1991;

    Haas, L99 4; Karu, 1 993

    -

    200 1

    ;

    Manteilfel'r', 200-l

    ).

    I tessuti che traggono

    particolare

    vantaggio dal-

    la stimolazione con

    laser

    a Nd:YAG sono

    quelli

    si-

    tuati tra

    la

    superficie e

    la profondit

    di

    0,5-6 cm;

    infatti, in

    questo

    spessore

    si

    sono

    evidenziati

    i

    fe-

    nomeni

    energetici

    di

    entit

    pir

    adeguata a

    intera-

    gire con i tessuti biologici.

    EFFETTI

    FOTOMECCANICI

    Sono

    effetti

    indotti

    tipicamente

    dai

    laser eroga-

    ti a impulsi

    di alta

    potenza

    di

    picco

    e

    di breve du-

    rata.

    In

    Chirurgia

    si utilizzano effetti fotomecca-

    nici tipo fotoablazione e

    fotoframmentazione,

    che

    richiedono elevatissime

    potenze di

    picco

    (superio-

    ri

    a 106

    W)

    e di

    durata

    dell'impulso sull'ordine

    dei

    nanosecondi.

    In Fisioterapia si ttilizzano

    impulsi dell'ordine

    di

    3000

    W e di durata di

    circa 100-200

    ps;

    pertan-

    to,

    non causano

    effetti citolesivi.

    Tirttavia, impul-

    si

    di

    quest'entit inducono

    nei tessuti onde pres-

    sorie a

    effetto

    stimolante.

    Da

    esperienze

    personali, eseguite

    con valori

    co-

    me

    quelli

    sopra

    descritti sia

    sull'animale

    (Fortu-

    11

    10

    E

    q)

    q)

    iF

    1

    a0-2

    ao-4

    Argon

    Diodo

    Nd:YAG

    tl:

    flr {\

    Coz

    \ v/\r

    a

    x

    -,"1

    \**/

    hhK

    x

    I

    *lv

    l\N-_

    -\*o

    t

    t r

    tP"ft

    4000

    6000 1 0000

    Fig.7,16-Coefficiented'osorbrmentodellorodiszionedi1064nn,tiprcodelloserNd:YA6,doportedeicromofori:melonino,ossiemoglobirro(HbO-:r.rc

    --l

    r3

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    10/34

    7

    TERAPIA

    FlsrcA

    -

    Nuovr

    TrcNoLocrr

    rN

    MrorcrNn

    R^arurervl

    na,

    200

    7

    -2005

    )

    sia

    sull'uomo (Zati,

    2002

    _2

    00

    5

    ).

    abbiamo

    potuto

    notare,

    a

    livello

    dei

    tessuti

    carti_

    laginei,

    effetti

    di

    stimolazione

    di

    entit

    ragguarde_

    vole.

    Non

    stato

    possibile

    ottenere

    sli

    ste"ssi

    effet_

    ti

    con

    valori

    di potenza

    inferiori.

    Allo

    scopo

    di

    incrementare l,azione

    fotomecca_

    nica

    e biostimolante

    del laser

    Nd:yAG,

    sono

    allo

    studio

    impulsi

    di

    potenza

    ancora

    pi

    elevata.

    EFFETTI

    FOTOTERMICI

    Il

    laser

    Nd:YAG

    in

    grado

    di

    trasferire

    notevo_

    li

    quantit

    di

    energia

    ai tessuti

    e

    da questo

    dipen_

    de

    I'incremento

    termico

    indotto.

    Abiamo

    visto

    come

    la

    penetranza

    diretta

    della

    radiazjone

    lumi-

    nosa

    dipenda

    dall'intensit

    incidente

    e

    come

    cue_

    sta

    decresca

    in

    maniera

    esponenziale

    nell,attraver_

    sare

    i

    tessuti

    (legge

    di

    Lambert-Beer). pertanto,

    gli

    strati superficiali

    subiscono

    inevitabilmente

    il

    maggiore

    assorbimento

    energetico

    e

    il

    maggiore

    riscaldamento.

    Alla

    penetrazione

    diretta

    della

    radiazjone

    si

    de_

    vono

    poi

    sommare

    anche

    i

    fenomeni

    di

    scattering

    pluridirezionale.

    Complessivamente,

    il

    picco

    di

    den_

    sit

    energetica

    yiene

    raggiunto

    tra

    0,3

    mm

    e

    I

    mm

    sotto

    la

    cute;

    pertanto,

    a questo

    livello,

    si

    verifica

    il

    massimo

    riscaldamento

    dei

    tessuti.

    Se

    si

    intende

    trasferire

    in

    profondit

    la

    radia_

    zione

    luminosa,

    non

    vi

    alcun

    dubbio

    che

    il

    ri_scaldamento

    superficiale

    della

    cute

    e

    del

    sottocu_

    te rappresenti

    un

    limite

    all'incremento

    dell'inten_

    sit

    incidente.

    D'altra

    parte,

    questo

    fenomeno

    de_

    ve

    essere

    inquadrato

    nell'ambito

    dei

    meccanismi

    di

    difesa

    che

    mirano

    a impedire

    danni

    da

    iperter_

    mia

    a

    carico

    degli

    organi

    profondi.

    Lincremento

    fototermico

    del laser

    pu

    indurre

    sia

    effetti

    biosti_

    molanti

    che

    essere

    dannoso,

    in

    relazione

    alla

    tem_

    peratura

    raggiunta

    (Cap.

    III).

    Lincremento

    termico

    del

    tessuto

    dipende

    so_

    prattutto

    dalla

    quantit

    di

    energia

    erogata

    per

    uni_

    t di volume;

    tuttavia,la somministzione

    della

    medesima

    quota

    di

    energia

    pu

    indurre

    effetti

    di-

    versi

    nella

    stessa

    struttura,

    in

    relazione

    all'intensi_

    t

    e

    alla

    durata

    dell'irraggiamenro.

    Per

    evitare

    danni

    termici

    si

    pu

    procedere

    con

    due

    metodi

    opposti:

    -

    erogare

    un'intensit

    di luce

    bassa

    per

    un

    tempo

    sufficientemente

    lungo

    a

    ottenere

    I'effetto;

    -

    erogare

    un'intensit

    elevata

    per

    un

    tempo

    bre_

    ve)

    ma

    sufficiente

    a

    stimolare

    i

    tessuti,

    evitando

    danni

    ai

    tessuti

    stessi.

    La

    seconda

    soluzione

    sembra

    offrire

    la

    mielio_

    re

    efficienza.

    In

    particolare,l'erogazione

    di im_

    pulsi

    di

    breve

    durata,

    compresa

    tra

    50

    lrs

    e 20t:]

    ps (1

    ;.rs

    =

    1-6)

    e

    con

    bassa

    freqrenza

    di

    ripeti_

    zione

    degli

    impulsi,

    preserva

    la

    maggior

    parte

    dei

    tessuti

    da

    eventuali

    danni

    di

    tipo

    termico.

    Ad

    esempio,

    se

    analizzia-o

    il

    t.-po

    di

    rilassa_

    mento

    termico (TRT)-

    di

    alcuni

    tessuti,

    vediamc

    che

    queste

    strutture

    ben

    difficilmente

    possono

    su_

    bire

    danni

    da

    impulsi

    di

    durata

    de[,oine

    di l-.

    .

    (Ferron,2005):

    -

    epidermide,

    TRT

    =

    1-J

    s;

    -

    yasi

    sanguigni,

    TRT

    =

    l-3

    +

    20

    -J

    s

    (variabie

    :::

    rapporto

    alla

    dimensione).

    EFFICIENZA

    DEI

    SISTEMI

    CONTINUI

    E

    PULSAfr

    In

    conclusione,

    nell,ambito

    dei

    sistemi

    laser

    c-

    potenza,

    il

    pir

    efficiente,

    cio

    quello

    capace

    di

    tr"-

    sferire

    in

    profondit

    la

    maggi,o.

    qrrurrit

    di

    lu;:

    senza

    provocare

    danni

    termici

    ai

    tessuti

    attra\-.:_

    sati,

    quello

    in

    grado

    di

    erogare

    luce

    ad

    alta

    inte:-

    sit,

    per un tempo

    limitato,

    cio con

    un

    conter

    j-

    to

    energetico

    moderato.

    Il

    Nd:YAG

    in

    emissione

    continua

    (CW)

    trasrr-:-.-

    te

    elevate

    quantit

    d'energia

    a

    bassa

    intensit

    dr

    -__

    ce;

    quindi

    concettualmente,

    risulta

    essere

    Docc .__

    ficiente.

    Per

    migliorare

    la

    dissipazione

    del

    calore

    fli-

    :.-

    stemi

    a

    emissione

    continua,

    stata

    intro,l;:-,1"

    l'emissione

    temporizzata

    o

    continua

    irer-::

    ;

    (CWI);

    in

    tale

    maniera

    si

    garantisce

    una

    piu

    .::--

    ciente

    dissipazione

    del

    calore

    accumulato,

    ma

    :.

    -

    si

    migliora

    comunque la trasmittanZa,

    prche

    -

    *-

    _

    tensit

    della

    luce

    sempre

    la

    medesima.

    Vedremo

    come

    f

    introduzione

    del

    laser

    \c:1

    ,-

    pulsato

    (PW)

    ha permesso

    di

    incrementare

    -.

    -:;.,

    smittanza

    senza

    indurre

    eccessivi

    incremen:_

    :.,--

    mici,

    in

    virt

    di

    impulsi

    ultra-brevi

    e

    di

    eler.;:,

    .-._

    tensit.

    *

    Ricordiamo

    che

    il

    Tempo

    di

    Rilassamento

    Termico

    o TRT-

    il

    tempo

    necessario

    al

    tessuto

    irradiato

    per

    rilasci.::.

    -,

    .

    del

    calore

    accumulato;

    si

    ritiene

    che

    una radiazione

    possa

    danneggu..

    ,r

    tessuto

    quando

    venga

    raggiunto

    il

    s

    -

    .

    ,

    :.,

    ico TRT (Anderson,

    1983).

    164

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    11/34

    n:

    W

    I

    0+25

    I

    CW

    i

    0+30

    CW

    2,4+i

    0+40

    CW

    l0:l5Hz

    LASER

    Nd:YAG

    A

    EM|SS|ONE

    CONTTNUA

    (CW)

    stato

    il primo

    sistema

    Nd:YAG

    introdotto

    nel-

    la laserterapia

    di

    potenza

    (Parra,

    1992).

    Limpiego

    del laser

    Nd:YAG

    in

    modalit

    conti-

    nua,

    a

    scopo

    fisioterapico,

    richiede

    una

    precisa

    co-

    noscenza

    della

    potenzialit

    e dei limiti

    della

    meto-

    dica.

    La

    modalit

    continua

    assicura

    ai

    tessuti

    un

    tra-

    sferimento

    energetico

    di notevole

    entit

    in

    tempi

    limitati,

    in

    genere

    pochi

    minuti;

    tuttavia,

    I'eroga-

    zione

    della

    densit

    di

    potenza

    in

    CW,

    come

    abbia-

    mo visto, trova

    un

    limite

    nell'eccessivo

    riscalda-

    mento

    dei

    tessuti

    superficiali.

    Il problema

    del

    riscaldamento

    superficiale

    sta-

    to

    affrontato

    secondo

    due

    criteri:

    uno

    tecnico

    e

    uno

    clinico.

    Tecnicamente,

    il

    segnale

    continuo

    stato

    reso

    trasformabile,

    a richiesta,

    in

    modalit

    continua-

    interrotta

    (CWI),

    introducendo

    una

    pausa

    "non

    attiva"

    nell'emissione

    del fascio

    fotonico,

    secondo

    un'emissione

    frequenzata;

    questo

    accorgimento

    fa-

    vorisce

    la

    dispersione

    termica.

    L

    altro

    criterio, quello

    clinico,

    stato di

    elabo-

    rare una

    metodologia

    di monitoraggio

    delle

    rea-

    zioni

    del paziente

    all'incremento

    della temperatu-

    ra indotto

    durante

    il

    trattamento.

    PARAA/IETRI,

    MODALITA

    DI

    TRATTAMENTO

    E

    INDICMIONI

    CLINICHE

    Lho dei

    metodi pir

    interessanti

    per

    controlla-

    :e

    clinicamente

    gli

    effetti

    dell'incremento

    termico

    :ndotto

    dal

    Nd:YAG

    quello

    proposto

    da

    Castel-

    -icci

    e collaboratori

    (Castellacci,

    2003).

    basato

    rulla determinazione

    del"tempo

    di

    soglia

    termica"

    :::dir iduale;

    esso

    rappresenta

    l'evoluzione del con-

    ;;[to

    di

    "tempo

    di

    rilassamento

    calorico"

    gi pro-

    :'u,.sto da Paranel

    1992.

    Tempo

    di

    Soglia Termica

    (TST).

    -

    E

    iI

    tempo

    :::e intercorre

    tra I'inizio

    dell'erogazione

    della la-

    'r:

    terapia

    in

    modalit

    continua

    (CW)

    e la

    perce-

    ::rne

    del

    calore

    come stimolo

    algogeno

    da

    parte

    ::-

    paziente.

    Lintensit

    del

    trattamento

    deve

    esse-

    :- ii un livello

    tale

    da

    consentire

    un

    7ST

    pari

    o

    -.-:.-riore

    a l0

    secondi

    Questo

    parametro

    deve

    essere

    valutato

    all'ini-

    zio

    di

    ogni

    trattamento

    e va

    rapportato

    per

    quanto

    possibile

    ai

    parametri

    standard

    concepi-

    ti

    per

    ottenere

    un

    determinato

    effetto

    biologico

    (Tab.

    7.XIII).

    -

    Il

    valore

    del TST

    molto

    personalizzato,poich

    la

    soglia

    algogena

    varia

    da paziente

    a paziente;

    inoltre,

    il TST

    deve

    essere

    rivalutato

    dopo

    alcune

    sedute perch

    tende

    a modificarsi

    anche

    nello

    stes-

    so individuo.

    A

    titolo

    esemplificativo,

    ricordiamo

    che gi

    con

    una

    densit

    di

    potenza

    di2Wlcm2

    un individuo

    sano,

    di razzabianca,

    percepisce

    nettamente

    una

    sensazione

    di calore.

    Questo

    diviene

    fastidioso

    do-

    po

    almeno

    10

    secondi.

    Negli

    individui

    di pelle

    scura

    i tempi

    si riducono

    notevolmente.

    Nel

    caso

    di

    processi

    flogistici

    in

    atto,

    la

    tempe-

    ratura

    cutanea

    spesso pi

    alta

    dei

    tessuti

    circo-

    stanti,

    per

    cui

    il

    tempo

    di soglia

    termica

    pir

    Dreve.

    It

    TST

    si rivelato

    molto

    utile per

    erogare

    i

    va-

    lori

    d'intensit

    pi

    elevati

    in

    condizioni

    di

    sicurez-

    za,

    soprattutto

    nella

    modalit

    a

    manipolo

    fisso.

    Nella

    modalit

    a

    scansione

    manuale

    la

    velocit

    di

    scansione

    influenza

    molto

    la

    dispersione

    termica,

    per

    cui

    il valore

    del

    TSTappare

    pi

    incostante.

    Secondo

    alcuni

    autori,

    gli

    effetti

    di biostimola-

    zione

    seguono

    un

    concetto

    di probabilit

    statisti-

    ca di interazione

    dei fotoni

    con il

    target

    biologico;

    per

    questo,

    una

    radiazione

    ha

    una

    maggior

    proba-

    bilit

    di

    interagire

    con i

    tessuti

    se

    viene

    erogata

    per

    Tub.

    7.Xlll-

    Porometriindicotivi

    per

    determinore

    lo densit

    di

    potenzo

    in

    relozione

    ollo

    profonditd

    del tesuto

    torget, in

    un individuo

    odulto,

    di rozzo

    bionco.

    ----f

    --'-""'

    tPROF0NDIT

    (mm)

    mODAL[

    W/n2

    i

    0+20

    r5

    i

    0+0

    t V-l

    l0

    +

    20

    ll:

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    12/34

    un

    lasso

    di

    tempo

    non inferiore

    a

    5-6

    secondi

    (Ka-

    ru,

    1993-2001).

    Pertanto,

    se il

    TST

    risulta

    essere

    minore

    di

    7

    se-

    condi,

    consigliabile

    erogare la

    laser

    terapia

    in mo-

    dalit

    interrotta

    (CW

    I),

    riducendo

    la

    frequenza

    d'emissione

    e

    la densit

    di

    potenza

    fino

    a

    ottenere

    un

    tempo

    di trattamento

    di almeno

    6-7

    secondi.

    Il laser

    Nd:YAG

    continuo

    tuttora

    :utilizzato

    in

    Fisioterapia;

    il

    suo

    effetto

    biologico

    principale

    essenzialmente

    trofico

    e

    rivolto

    alle

    strutture

    su-

    perficiali

    o

    di media profondit

    dell'apparato

    lo-

    comotore.

    Per raggiungere

    maggiori

    profondit,

    il

    segnale

    deve

    essere

    opportunamente

    modulato

    con frequenze

    di

    emissione

    molto

    basse

    (10-20

    }lz)

    e,

    soprattutto, ponendo

    molta

    attenzione

    alle

    reazioni

    cliniche

    del

    paziente.

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    13/34

    167

    Fig.

    7.1

    7

    -

    Laser

    Nd:YAG

    HtLl

    20ffi

    3000

    w

    LASER

    Nd:YAG

    A

    EM|SS|ONE

    PULSATA

    (PW)

    Luso

    dei

    sistemi

    Nd:YAG

    pulsati

    in

    terapia

    fisi-

    ca

    relativamente

    recente

    (Lubich,

    1997)

    e questa

    tecnologia

    in

    continua

    evoluzione.

    Come

    abbiamo

    visto

    in

    precedenza,

    il laser

    ideale

    dovrebbe

    garantire

    un'erogazione

    d'alta

    in-

    tensit

    di

    luce

    e,

    nel

    contempo,

    trasferire

    aliquote

    energetiche

    relativamente

    contenute;

    secondoue_

    sta

    logica,

    rispetto

    ai

    sistemi

    continui,

    il

    liser

    Nd:YAG

    a impulsi

    costituisce

    un

    deciso

    passo

    avanti

    verso

    questa

    direzione.

    Per esempio,

    volendo

    confrontare un

    sistema

    continuo

    (CW)

    con

    uno

    pulsato

    (pW),

    a

    parit

    di

    potenza

    media

    (t

    W)

    e di

    area

    di

    spot

    1O,Z

    cm2),

    si possono

    ottenere

    in

    6 secondi

    I'erogazione

    di

    30

    I

    in

    entrambi

    i

    casi,

    quindi,

    il

    medsimo

    incre-

    mento

    termico

    per

    unit

    di superficie.

    Tuttavia,

    I'intensit

    della

    luce

    incidente

    assai

    diversa.

    Esauao:

    CW

    Pm=lW

    Spot

    =

    0,2

    cm2

    Energia

    totale

    in

    6

    s

    =

    30

    I

    Intensit

    incidente

    =

    lW

    /

    0,2 cm2

    =

    5

    W/cm2

    PW

    Pm=lW

    Spot

    =

    0,2

    cm2

    Energia

    totale

    in

    6 s

    =

    30

    J

    Pp

    =

    looo

    w

    T-on

    =

    100

    trt"s

    Freq.-

    10

    Hz

    Intensit

    incidente

    =

    1000W

    /

    0,2

    cm2

    =

    5000W/cm2

    In

    altri

    termini,

    col

    sistema pulsato

    (pW)

    abbiamo

    una

    intensit

    incidente

    1000

    yolte

    maggiore

    rispetto

    al

    laser

    continuo (CW),

    senza

    che

    si

    abbia

    ,lruro

    dffirenza

    nell'

    incremento

    termico

    tissutale,

    D

    erch

    l'energia

    trasferita

    in

    6

    secondi

    la

    medesima:

    30

    J.

    Questo

    esempio

    illustra

    come

    sia possibile

    in-

    crementare

    I'intensit

    incidente

    del

    laser

    senza

    modifcare

    la

    quantit

    di

    energia

    ceduta

    al

    tessu_

    ro,

    utilizzando

    una

    tecnologia

    a

    impulsi.

    L'incre-

    mento

    dell'intensit

    incidente

    consente,

    rispetto

    ai

    sistemi

    continui:

    -

    tn'azione pi

    profonda;

    -

    una

    clistribuzione

    pi

    omogenea

    dej

    fotoni

    nel

    volume

    del

    tessuto

    irradiato;

    -

    un incremento

    della

    sicurezza,

    in

    quanto

    i

    dan_

    ni

    termici

    divengono

    meno

    probaili

    durante

    il

    trattamento

    dei

    tessuti

    profondi.

    -

    I

    sistemi

    pulsati

    pi

    evoluti

    sono

    rappresentati

    dalla

    tecnologia

    HILIo,

    (Higt

    Intensity

    Laser

    thera_

    py)

    i

    quali

    sono

    caratterizzati

    da

    potenze

    di

    picco

    molto

    elevate

    (100

    +

    3000

    W),

    con

    potenze

    medie

    dell'ordine

    dei

    10

    W

    e

    da

    impulsi di

    bassa

    frequen-

    za

    (10

    +

    30

    Hz)

    (Fig.7.17).

    Il

    laser

    Nd:YAG

    HILI

    uno

    strumento

    conce_

    pito

    per

    essere

    erogato

    a impulsi

    e

    non

    lavora

    in

    modalit

    continua.

    Gli

    ultimi

    modelli

    sono

    molto

    versatili:

    Dosso_

    no

    fornire

    segnali

    spiccatamente

    analgesici,

    lavo_

    rando

    con potenze

    di

    picco

    medio-basse

    e

    bassis_

    sime.

    frequenze;

    oppure,

    possono

    fornire

    potenze

    dr ptcco

    estremamente

    elevate

    in grado

    di rag_

    giungere

    e

    stimolare

    organi

    difficilmente

    accessi_

    bili

    ai laser

    classici,

    quali

    per

    esempio

    le

    grandi

    e/o

    profonde articolazioni.

    La

    gestione

    di queste

    potenze

    richiede

    per

    una

    particolare

    competenza,

    in

    mancanza

    della

    quale

    lo

    strumento

    pu

    essere

    inefficace

    o

    addirittura

    pericoloso.

    Vediamo

    ora

    come

    devono

    essere

    definiti

    i

    principali

    parametri

    di

    un

    trattamento

    con

    laser

    Nd:YAG

    pulsato.

    I

    ep

    sooo

    w

    I

    I

    1000

    00

    00

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    14/34

    i

    TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr

    TtcNoLocre

    lN

    MrorcrNl

    RnatLrnvn

    pARA^lFrRt

    E

    MoDALT

    or

    TRATTA^IENTo

    FLUENZA

    D'IMPULSO

    il

    parametro

    fondamentale

    del

    laser

    Nd:yAG

    PW;

    si

    misura

    in

    mJlcm2.Esso

    indica

    il

    contenu_

    to

    energetico

    del

    singolo

    impulso,

    in

    rapporto

    al_

    I'area

    dello

    spot.

    Gli

    artuali

    sistemi

    dispigono

    di

    una

    grande

    estensione

    di

    fluenza.

    La

    etermina_

    zione

    della

    fluenzaviene

    fatta

    in

    base

    a

    due

    ftto_

    ri:

    la

    profondir

    del

    tessuto

    che

    si

    vuole

    ,uggirrrg"_

    re

    e la

    fase

    clinicq

    della

    patologia.

    'o

    Profondit

    dei

    tessuti.

    _

    Cme

    abbiamo

    visto,

    man

    mano

    che

    la

    luce

    penetra

    negli

    strati

    pi

    pro_

    fondi,

    la

    sua

    intensit

    ii

    attenu"

    ;

    ;;;i;i"

    .rp"_

    nenziale.

    Pertanto,

    se

    si

    vuole

    raggiungere

    una

    struttura

    posta

    a

    diversi

    livelli

    di

    pr"fo.rdta,

    e

    ,r"_

    ces

    sario

    lutilizzar

    e

    una

    fl

    uenza

    pio

    gressivamente

    pi

    elevata.

    In

    generale,

    i

    livelli

    di

    fluenzapi

    bassi

    (360

    +

    810

    mll

    cm2)

    sono

    urtjlizzati

    u

    ,opo

    *utg"rl.o

    :o1,1

    p.,r

    esempio,

    per

    il

    trattamento

    dei

    tiigger

    e

    der

    tender

    points;

    infatti,

    queste

    strutture

    "j_

    gene"

    sono

    normalmente

    situate

    ir,

    ."giorrl

    po.o

    profonde,

    quali

    la

    cute,

    i

    tendini,

    I

    -rlrioii.

    t"

    fu_

    sce

    superficiali.

    I

    tender

    points

    spesso

    si

    possono

    palpare

    direttamente

    nelia

    ,onu

    dol"nt".

    '-

    .

    I

    trigger

    e

    i

    tender

    points

    possono

    essere

    tratta_

    tr

    anche

    con

    altri

    laser

    meno

    performanti,

    come

    abbiamo

    visto

    nei

    capitoli

    precedenti;

    triurrlu,

    tu

    terapia

    analgesica

    eseguita

    con

    laser

    Nd:yAG

    put_

    sato

    assicura

    fl:uenze

    molto

    elevate

    in

    tempi

    di

    ero_

    gazione

    molto

    ridotti,

    dell,ordine

    di

    alcuni

    secon_

    di

    per

    ogni

    punto,

    mentre

    con

    i

    mid_laser

    sono

    necessari

    alcuni

    minuti.

    I

    livelli.di

    flienzapi

    alti

    (9ZO

    +

    t7B0

    mllcm2)

    sono

    utilizzati

    soprattutto

    per

    trattare

    strutture

    profonde

    :ome,

    per

    esempi,

    l,ambiente

    articola_

    re, al

    fine di

    stimolare

    il

    ft;fismo

    della cartilagine.

    Fase

    clinica.

    -

    Nella

    fase

    flogistica

    acuta

    buo_

    na

    norma

    utiljzzare

    valori

    di

    flienzaminori

    rispet_

    to

    a quelli

    calcolabili

    in

    base

    aila

    profondit;

    infat_

    ti,

    la

    termotolleranzadel

    pazient

    in

    fus

    ilgrstica

    assai

    piir

    limitata

    ,

    La

    fluenzava

    aumentata

    pro_

    gressivamente

    man

    mano

    che

    la

    flogosi

    si

    riduce.

    FREQUENZA

    La

    frequenza

    di

    ripetizione

    degli

    impulsi

    negli

    ap_

    pT-e::hi

    pi

    performanti

    varia

    in

    g".r.r.

    da

    I0

    Hz

    a30 Hz;

    in altri

    sistemi

    meno .,enefuetici,,da

    l0

    Hz

    .

    a50Hz.

    .

    La

    frequenza

    deve

    essere

    impostata

    in

    base

    a

    due

    motivi:

    o per

    modulare

    la

    q;;ii;

    dl"rr".giu

    erogata

    ai

    tessuti

    in

    funzione

    dila

    fluenza,

    o

    per

    motivi

    clinici.

    ^

    U:g

    della

    frequenzaper

    modulare I'energia.

    _

    Se

    si

    jntende

    erogare

    la

    medesima

    quantit

    di

    energta

    a

    una

    struttura

    situata

    a pir

    livelli

    di

    pro_

    fondit,

    si pu

    conseguire

    lo

    scopo

    .ogurrao

    fluenze

    progressivamente

    pi

    elevate

    con

    frequen_

    ze

    progressivamente

    minori;

    la

    distribuzione

    del_

    l'energia

    sar

    omogenea

    nell'intero

    "oflr_.

    di

    tes_

    suto

    trattato.

    .

    Questa

    procedura

    comporta

    una

    suddivisione

    del

    trattamento

    in

    ..step,i

    nei

    quali

    uJiur;rn.rrro

    della

    fluenza

    si

    accompagna

    una

    riduzione

    della

    frequenza

    (Fig.7.18).

    Modulazione

    della

    frequenza

    per

    motivi

    clini_

    ci.

    -

    L

    altro

    aspetto

    che

    gida

    t,".oguriorr.

    a.lu

    frequenza

    quello

    squisiment"

    .tiii.oiio

    rit.,u_

    ztonl

    acute,

    traumatiche

    o

    flogistiche,

    oppure

    in

    presenza

    di

    una

    bassa

    soglia

    dlorifica,

    r"_p."

    meglio

    cominciare

    un

    trattamento

    utilizzando

    le

    frequenze

    pi

    basse

    disponibili.

    i"futi,-r.

    *n

    i_

    pulsi

    sono

    cadenzatipi

    lentamerrt",

    i

    t..*i

    fr"n_

    no

    a

    drsposizione

    un

    tempo

    maggiore

    per

    dissipa_

    re

    il

    calore.

    15H2.7'

    12H2.7'

    10H2.7'

    Fig.

    7.

    |

    8

    -

    Suddivisione

    del troitomento in

    $ep

    di fluenzo pr0gressrlr_Ni.-

    l :l:::rl

    r

    frlrenzo

    progresivomenre

    decrescenre,

    ot tine

    ji

    egore

    c

    -_-

    I

    trvelt

    t0

    medestmo

    quoto

    energetko.

    ENERGIA

    TOTALE

    Com'

    noto,

    I'energia

    totale

    il

    prodotto

    del_:.

    ?ot:nza

    (W)

    per

    il

    tempo

    di

    erogazione

    (s);

    menr:

    la

    densit

    d'energia,

    o

    flienza

    (pi

    ti"rr..io

    urr..-.

    deila

    distribuzione

    per

    superficie:

    F

    =

    I/cmj

    tsi

    r,:-

    tende

    fluenza

    totale,

    .ron

    di

    r'rr,

    ,irrgolo

    i_frilro

    .

    Questi

    concetti

    sono

    validi

    per

    iutti

    i laser,

    co::,_

    l^:::"

    ilNd:yAG

    a

    impulsi.

    Tutravia, menrre

    pe:

    _

    laser

    ad

    azlone

    superficiale

    il

    calcolo

    in

    cmt

    >er,-

    plrce,

    questo

    diviene

    assai

    pi

    complesso

    nel

    ._a;,

    'f

    r8

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    15/34

    Llsen

    TrnapLc

    rN

    Meroxa

    7

    di

    un laser

    che

    agisca

    su

    vari

    strati posti

    a diversa

    profondit.

    Nella pratica,

    per

    il

    Nd:YAG

    PW

    pi

    agevole

    calcolare

    I'energia

    totale

    irradiata

    (joule

    accumulati),

    avendo

    come riferimento

    degli

    stan-

    dard

    di volume

    dei

    vari organi.

    A

    tale

    scopo,

    forniamo

    degli

    esempi

    di articola-

    zioni

    e dei

    relativi parametri

    energetici,

    espressi

    in

    joule

    totali,

    in

    cui

    si tiene conto,

    oltre

    che del vo-

    lume

    articolare,

    anche

    della superficie

    cutanea

    re-

    lativa

    alla via

    d'accesso

    consentita

    per la

    specifica

    articolazione

    (Tab.

    7.XXII).

    MODALITA

    DI

    EROGMIONE

    Le

    modalit

    di

    erogazione

    del

    laser

    Nd:yAG

    PW,

    come

    gi

    per

    altri laser,

    sono

    essenzialmente

    d'te:

    per punti,

    opptre

    a

    scansione

    manuale.

    Il manipolo

    erogatore,

    tramite

    un cavo

    a

    fibre

    ottiche, proietta

    la luce su

    di

    uno

    spot

    di

    dimen-

    sioni

    piuttosto

    contenute,

    in

    genere

    di

    0,5 cm

    di

    diametro.

    Esistono

    due

    diversi

    tipi di

    manipoli:

    uno

    con

    raggio

    collimato

    che

    agisce

    a una

    definita

    distan-

    za,regolata

    da

    apposito

    elemento

    spaziatore

    (ma-

    nipolo

    con

    spaziatore)

    e uno

    che lavora

    a

    contatto

    cutaneo,

    fornito

    di

    un sistema

    ottico per

    il recu-

    pero

    della

    luce

    riflessa

    (manipolo

    di contaxo)

    (Fig.

    7.19 A

    e B).

    Tbcnica

    per punti.Il

    trattamento

    dei

    trigger

    e dei

    tender

    points

    fatto

    con la

    tecnica

    del manipolo

    statico,

    cio

    posizionato sui

    punti

    da

    trattare;

    si

    lrtilizza, per

    motivi

    di sicurezza,

    il

    manipolo

    mu-

    nito

    di distanziatore.

    Tecnica

    scansione

    manuale.

    Per

    la terapia

    de-

    gli

    organi

    profondi,

    specie

    articolazioni,

    si

    uti-

    lizzala

    tecnica

    della

    scansione

    manuale

    lineare.

    agendo

    lungo

    la

    via di

    accesso

    pi

    congrua.

    In

    questo

    caso, si

    deve

    utilizzare

    il manipolo

    a

    con-

    tatto.

    Per

    il

    trattamento

    dei

    punti

    di

    agopuntura

    si

    ufifizza

    prevalentemente

    il manipolo

    di

    contatto

    per

    avere

    un'azione pi

    profonda;

    tuttavia,

    si de-

    re

    effettuare una

    particolare

    scansione

    circolare at-

    torno

    al

    punto

    desiderato

    (vedi

    oltre).

    Vi

    sono poi

    una

    serie

    di situazioni patologiche

    che richiedono

    7'utilizzo

    combinato

    delle due

    me-

    todiche, manipolo

    statico per punti

    e

    manipolo

    a

    scansione

    manale,

    come

    vedremo pir

    avanti.

    VELOCITA

    DI

    SCANSIONE

    La

    velocit

    di scansione

    influisce

    sul rapporto

    tra l'energia

    trasmessa,

    responsabile

    delle reazioni

    Fig.

    7.19

    Ar

    B

    -

    A) Monipolo

    con spoziotore

    per

    rottomeno

    onolgesico;

    B) Monipolo

    0 c0nl0tt0

    per

    il rottomento

    delle ortkolozioni.

    fotochimiche

    e I'energia

    assorbita,

    responsabile

    dell'effetto

    fototermico.

    Quando

    si esegue

    una scansione

    "veloce"

    si ha

    minore

    riscaldamento

    del tessuto, perch

    aumen-

    ta la

    dissipazione

    termica per

    convezione;

    dimi-

    nuendo

    la

    velocit

    di

    scansione,

    prevalgono

    i fe-

    nomeni

    di accumulo

    termico

    e

    la

    dissipazione

    del

    calore

    alrriene prevalentemente

    per

    conduzione.

    Si

    intende

    per

    scansione

    veloce

    la

    scansione

    condotta

    alla

    velocit

    di circa

    10 cm

    ogni

    1,5

    se-

    condi.

    Questa

    modalit

    fornisce

    un trattamento

    "freddo"

    e favorisce

    la

    trasmissione

    dell'energia

    luminosa.

    La scansione

    veloce

    tipica

    della

    fase

    iniziale

    del

    trattamento,

    durante

    la

    quale

    si

    deve

    evitare

    d'indurre

    un'eccessiva

    iperemia

    tissutale

    e

    la

    conseguente

    riduzione

    della

    trasmittanza

    della luce.

    Infatti,

    l'iperemia

    comporta

    I'aumen-

    to

    della concentrazione

    dei

    cromofori

    tetrarr:-

    r9

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    16/34

    TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr

    TrcNoLoqr rN

    MrorcrNl

    Rrmruranvr

    rolici

    (gruppi

    eme dell'emoglobina)

    a

    cui il laser

    Nd:YAG

    sensibile.

    Si definisce scansione lenta

    qtella

    avente una ve-

    locit

    di

    circa

    10

    cm

    ogni 3 secondi. Si

    esegue

    la

    scansione

    lenta

    nella

    fase

    finale

    del trattamento;

    infatti.

    il

    riscaldamento finale dei tessuti

    favorisce

    I'iperemia

    e

    la

    conseguente

    diffusione

    con

    il

    circo-

    lo

    ematico

    degli effetti

    fotochimici prodotti

    nella

    prima

    parte

    del

    trattamento.

    La

    velocit

    di scansione manuale pu

    essere

    va-

    riata

    anche

    in

    funzione

    del

    fine

    terapeutico

    desi-

    derato; nelle

    patologie

    che comportano

    un rialzo

    termico

    (artriti,

    ematomi

    recenti,

    ecc.) la

    velocit

    pu

    essere

    aumentata

    fino

    a

    10

    cm al secondo.

    evidente

    come i

    valori

    siano molto

    indicativi,

    in

    quanto

    in

    "manuale"

    difficile rendersi

    conto

    dell'effettiva velocit

    di

    scansione.

    I

    sistemi

    auto-

    matici

    (scanner)

    risolverebbero

    il

    problema

    del-

    I'approssimazione

    della

    velocit;

    tuttavia,

    hanno

    avuto

    poco

    successo

    in

    quanto,

    nella pratica,

    diffi-

    cilmente

    si riesce

    a

    mantenere

    il

    manipolo

    perpen-

    dicolare

    alla cute

    durante

    la

    scansione automatica.

    SCHEMA TERAPEUTICO

    GENERALE

    Il

    trattamento

    si

    pu

    suddividere in

    tre fasi:

    fa-

    se

    iniziale,

    durante

    la

    quale

    vengono definiti i pa-

    rametri

    ottimali

    per

    il

    trattamento;

    fase

    interme-

    dia,

    che

    la

    fase

    terapeutica

    tipica

    delle patologie

    caratterizzate

    da

    dolore.

    Il trattamento

    si

    conclu-

    de

    con la

    fase

    finale,

    che

    riprende i valori iniziali,

    ma a bassa

    velocit di

    scansione

    (Tab.

    7.XIV).

    Fase

    iniziale.

    -

    All'inizio del

    ciclo

    della terapia,

    si consiglia di eseguire,

    prima

    del trattamento ef-

    fettivo, una

    scansione della

    regione con

    le

    fluen-

    ze

    pi

    basse

    disponibili o con valori

    inferiori

    di

    100

    +

    200

    mIlcmz

    a

    quelli teoricamente

    indicati,

    per

    un accumulo

    parziale

    di circa 100

    -

    200

    f;

    questo,

    al

    fine

    di saggiare la

    termotolleranza

    del

    paziente

    o,

    comunque, la

    sua

    reazione al

    tratta-

    mento.

    Se

    non

    si sono

    verificati problemi,

    si aumenta-

    no i

    valori di

    fluenza

    fino

    a

    raggiungere

    quelli

    de-

    siderati.

    Se

    il

    paziente presenta

    un'ipersensibilit

    al

    laseq

    bisogna rtilizzare i valori

    effettivamente

    tollerati

    dal

    paziente.

    Durante

    la fase

    iniziale

    la

    scansione

    condotta

    a velocit

    rapida

    (circa

    10

    cm ogni

    1,5 secondi).

    Fase

    intermedia.

    -

    Il

    trattamento

    viene esegui-

    to sui

    punti

    dolorosi, seguendo i vari schemi pro-

    posti:

    trigger

    points, tender points,

    punti

    dell'ago-

    puntura.

    Fase

    finale.

    -

    Dopo

    un

    breve riposo,

    di uno o

    due

    minuti,

    il

    trattamento

    si

    conclude

    con

    valori

    di

    fluenza

    simili

    a

    quelli

    utilizzati

    inizialmente,

    ma

    con

    velocit

    di

    scansione

    pi

    lenta

    (10

    cm

    ogni

    3

    secondi).

    N.B. Nella fase iniziale, dopo Ie

    prime

    applicazioni, se il

    paziente

    tollera bene

    la

    terapia, si

    pu

    evitare

    di utilizza-

    re i valori bassi di

    "prudenza"

    e si

    passa

    immediatamente

    alla fluenza

    adeguata al trattamento.

    Per il

    computo

    dell'energia

    totale,

    bisogna consi-

    derare

    tutta

    I'energia

    erogata nel corso

    delle

    tre

    fa-

    si del

    trattamento.

    Iob. 7.XlV-Schemo

    generole

    di un trottomento

    con loser

    Nd:YA0rFw

    La

    laser terapia Nd:YAG

    a

    impulsi

    si

    pu

    appli-

    care

    a

    una

    serie molto

    ampia

    di situazioni patolo-

    giche.

    Descriveremo

    in successione

    il

    trattamento

    di

    alcune

    patologie

    molto

    diffuse.

    Successivamente.

    forniremo

    una descrizione

    di come si

    possa

    utiliz-

    zare il laser

    Nd:YAG

    nella terapia del

    dolore inte-

    so

    come

    sintomo, secondo

    alcuni

    schemi

    terapeu-

    tici

    molto noti:

    per trigger points, per

    tender

    points

    e

    secondo

    lo

    schema

    dell'agopuntura.

    Infine. illustreremo I'uso del laser Nd:YAG

    co-

    me

    strumento

    essenzialmente rivolto

    a

    favorire

    r

    trofismo

    delle

    cartilagini articolari.

    N.B.

    I valori riportati

    nelle tabelle

    che

    seguiranno

    fanc.

    rife^rimento a

    un manipolo con spot di

    A

    0,5 cm

    (0,

    l9r

    cm-1.

    I

    NDICAZIONI TERAPEUTICH

    E

    DEL

    IASER

    Nd:YAG

    PW

    RACHIALGIE

    Il laser Nd:YAG

    PW

    offre un valido contriburc

    in molte patologie

    dolorose

    su

    base degeneratir-..

    soprattutto del rachide. La

    modalit

    di

    trattamei.-

    to

    segue

    lo schema

    della tabella 7.XIV,

    cio con

    -=

    fase

    iniziale

    e la fase finale

    a scansione e la fase

    in-

    termedia

    per punti.

    Rachide cervicale.

    -

    Il

    rachide

    non deve

    es--

    re trattato direttamente;

    se

    lo

    si

    ritiene indic.:.-

    to,

    si

    consiglia

    tuttavia di trattare

    i

    muscoli

    tr.-

    pezio

    e

    sternocleidomastoideo

    solo

    nella

    porzii

    -

    170

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    17/34

    o

    ma

    3

    se

    il

    fa-

    di

    i-l

    Lnsrn

    Trnqpn

    tN

    MEDctf.{A

    7

    ne

    cervicale

    inferiore

    e

    con

    bassi

    valori

    di

    fluen_

    za

    (360

    +

    510

    mIlcm2).

    Nel

    trattamenro

    per

    punti

    del

    rachide

    ceryicale

    ogni

    step

    deve

    rice_

    vere

    circa

    8

    J

    per

    un

    massimo

    di 25

    I

    per

    punto.

    E

    opportuno

    evitare

    accuratamente

    le

    rgioni

    che

    possono

    causare

    vertigini

    (per

    esempio, la

    regione

    periauricolare

    e

    i punti

    occipitali).

    Rachide

    dorsale

    e lombare.

    -

    Le

    rachialsie

    dor_

    sali

    e lombari

    rispondono

    molto

    bene

    aftratta_

    mento;

    sono

    stati

    rilevati

    miglioramenti

    rapidi

    e

    duraturi

    anche

    in

    lombosciatilgie

    sostenute

    da

    er_

    nia

    discale

    (Fig.

    7.20).

    I

    risultati

    sono

    stati

    del

    tutto

    simili

    se

    non

    supe_

    riori

    a

    quelli

    ottenuti

    con

    altre

    terapie

    non

    invasi_

    ve

    _convenzionali,

    quali

    FANS

    o

    TENS

    (Zati,

    2004).

    I

    valori

    c-onsigliati

    oscillano

    tra

    510

    mJlcm2

    e

    1320

    nnllcm2

    pe-r

    il

    tratto

    dorsale

    etraiT\}

    mllcm2

    e

    i

    1530

    mllcm2

    per

    il

    tratto

    lombare.

    Nel

    trattamento

    per

    punti

    del

    rachide

    dorsale

    e

    lombare,

    ogni

    step

    pu

    ricevere

    g

    +

    l2I;

    ogni

    pun_

    to pu

    ricevere

    un

    massimo

    di

    35

    J

    (Tab.

    t.XV).

    TENDINOPATIE

    -La

    maggior

    parte

    delle

    tendinopatie

    sono

    trat_

    tabili

    con

    il

    laser

    Nd:yAG.

    Nel

    caso

    di

    patologie

    superficiali,

    si

    raccomanda

    l,uso

    di

    fluenze

    com_

    prese

    tra

    5I0

    +

    1320

    mllcm2

    in

    scansione.

    Nelle

    patologie

    profonde

    si

    utilizzano

    in

    genere

    fluenze

    dell'ordine

    di

    810

    +

    1530

    mJlcm2;l"a

    fascite

    plan-

    tare

    pu

    richiedere

    livelli

    di

    fluenza

    pir

    elevati

    (anche

    fino

    a

    1780

    mllcm2),per

    la

    freqenre

    pre_

    senza

    di

    callosit

    cutanea.

    La

    frequenza

    va

    modulata

    fino

    a

    ottenere

    una

    buona

    tolleranza

    della

    terapia.

    Da

    un

    punto

    di

    vista

    clinico,

    in

    fase

    acuta

    si rac_

    comanda

    la

    bassa

    fluenza

    e la

    bassa

    frequenza;

    in

    fase

    cronica

    si possono

    usare

    le

    flu"nz.

    e le

    fre_

    quenze

    pi

    elevate,

    tra

    quelle

    indicate

    nella

    tabel_

    la

    7.XVI.

    La

    modalit

    di

    erogazione

    di

    tipo

    misto,

    a

    scansione

    e per

    punti

    algogeni.

    lJb,

    ZX

    -

    Fluenzo,

    frequenzo

    ed

    energio

    tolole

    per

    il lrotlomento

    con loser

    Nd:YAG

    delh

    rochiolgie,

    rispeftivomenfe

    cervicoli

    (Cer),

    dorsoli

    (Dor)

    e lombori

    (Lom).

    TRATTAI|,IENTO

    DEI.I.t

    RACHIATGIE

    DTGEI{ERATIVE

    i_-

    Fi1.7.20

    -

    Irofiomeno

    dello

    lombolgio

    su bose

    discopotico-erniorio

    i

    IASE

    SOTTOFASE

    FI.UEI{:

    ml/cn

    1A

    2

    i

    Lom

    i-iRlounrzA

    iHz

    rllloD.

    ;

    EilERG.

    T0T.

    il

    I

    c',

    iOoo

    Sconsione

    '-

    ^

    .--^^

    veloce

    uor

    | 5uu

    -

    Lrr

    fSOO

    -

    ZOO:

    (er

    Dor

    (er

    Dor

    Iom

    [{tztAtE

    Step

    I

    30

    510

    710

    20

    30

    30

    Step

    2

    510

    l

    ?5 +20

    75 +20

    Step

    3

    30

    l0/0

    +

    1320

    1320

    +

    1530

    20

    20 +

    15

    20+15

    II{TTRITIEDIA

    lLl

    30

    50

    710

    20

    l8

    t4

    Q l |

    ---

    Punfi.

    u-

    r.rr

    ::-

    '

    ,1^..

    non

    pi

    di

    ^.

    ,

    "'''

    /11

    a-*

    -:-

    4-5

    s/step

    ^:','

    "-

    '

    '='

    J)

    J

    i--:

    :r:-,t-

    Slep

    2

    5r0

    /10

    +

    l0/0

    970

    :1170

    I6

    t4

    t0

    t0

    Step

    3

    30

    1070

    +

    1320

    1320

    +

    1530

    20

    t0

    t0

    FII{AtE

    Step

    I

    30

    510

    /r0

    20

    30

    30

    -+

    '"1-t-

    Sconsione

    lento

    -r:rf

    :-'

    ll1l:

    -::.1,

    -

    -

    Step

    2

    5t0

    /10

    +

    l0/0

    970

    +

    1170

    t5

    25=20,25+20

    Step

    3

    30

    1070

    +

    1320

    1320:

    1530

    20

    l5

    t5

    0:

    20:

    t7l

  • 7/24/2019 7. LASERTERAPIA IN MEDICINA 2.pdf

    18/34

    7

    TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr TrcNorocrr

    rN MrorcNa

    RAarLmlva

    Ijb.

    7.X:Yl

    -

    Fluenzo,

    frequenzo

    ed energio

    fotole

    per

    il lroftomento

    con loser

    Nd:YAG

    PW

    delle

    principoli

    potologie

    endinee.

    per

    il trottomento

    deipuntidolorosisi

    rimondo

    ollo desaizione

    dello fose

    intermedio

    dello tobello

    deilp

    PATOI.OGIA

    TENDII{TA

    ttuEttz;

    m /cmz

    (uffio

    dei rototori

    spollo

    Bl0 + 1530

    iro

    -

    ,lo

    Tendinopotio

    orhilleo

    fosdte

    plonlore

    In

    tabella

    7.XVI

    forniamo

    i valori

    indicativi

    per

    le fasi

    di

    scansione

    iniziale

    e

    finale;

    riguardo

    al

    trat-

    tamento

    per

    punti

    algogeni,

    si rimanda

    ai

    protocol-

    li

    descritti

    per

    la

    fase

    intermedia

    dei

    tender points.

    CONTUSIONI

    E LESIONI

    MUSCOIARI

    Le

    patologie

    muscolari

    sono

    eventi

    molto

    fre-

    quenti

    durante

    I'attivit

    sportiva.

    Esse

    rappresen-

    tano

    da sole

    il

    10-30o/o

    degli infortuni

    sportivi.

    Le

    contusioni

    con o

    senza

    lesioni muscolari

    sono

    provocate

    da traumi

    diretti.

    Le

    lesioni

    muscolari

    so-

    no

    espressione

    di

    alterazioni

    organiche

    dei muscoli

    scheletrici,

    dovute

    a traumi

    per

    lo

    pi

    indiretti

    ("strappi");

    spesso

    sono

    accompagnate

    da

    edema

    e

    soffusione

    emorragica;

    talvolta

    da

    franchi

    ematomi.

    Fase

    acuta.

    -

    Se

    il trauma

    molto

    recente

    e.

    so-

    t5

    2000 +

    3000

    prattutto,

    se

    concomita

    un

    ematoma,

    pu

    non

    es-

    sere

    indicato

    un

    trattamento

    in

    scansione.

    Infatti,

    la

    vasodilatazione

    indotta

    dall'energia

    calorica

    e

    luminosa

    del laser

    pu

    aumentare

    l'emorragia.

    In

    questa

    fase

    1o

    scopo

    del

    trattamento

    laser

    deve

    es-

    sere puramente

    analgesico;

    si pu procedere

    a

    una

    terapia

    per punti,

    a

    bassa potenza

    e

    per

    pochi

    se-

    condi

    con il

    manipolo

    fornito

    di

    spaziatore.

    Fase

    subacuta.

    -

    la

    fase

    clinica

    pir

    appropria-

    ta

    per

    la

    laserterapia,

    intendendo

    come

    "fase

    sub-

    acuta"

    definire

    un

    periodo

    di 3-4

    giorni

    dopo

    I'evento

    traumatico.

    In

    questa

    fase

    la

    modalit

    consigliata

    la

    scansione

    manuale,

    avendo

    cura

    di

    seguire

    un

    percorso

    disto-prossimale,

    per

    favorire

    il deflusso

    siero-ematico.

    Il manipolo

    erogatore

    consigliato

    per

    la

    scan-

    .

    Sconsione

    iniziole

    veloce

    2.

    irotto