psicologia della personalità. le teorie. · dipende largamente da fattori esterni alla persona ......
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Bibliografia
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Tuckett, J.L. (2006). Evaluating models of personality-psychopathology relationship in children and
adolescents. Clinical Psychology Review, 26, 584-599
Slide messe a disposizione su Moodle
Che cos’è la personalità?
Personalità come costrutto teorico
che si lega a una visione della natura umana, ad es.
meccanicista
contestualista
e privilegia lo studio di determinati fenomeni
comportamenti osservabili
rappresentazioni personali e vissuto interiore
aspetti psicofisici
processi mentali, consapevoli e non
il cui studio integrato è complesso ma rappresenta il fine ultimo
Che cos’è la personalità?
Elementi dominanti nello studio della personalità
tendenze di base o tratti o disposizioni
condizioni ambientali
rappresentazioni di sé, degli altri, del mondo
caratteristiche adattive: competenze acquisite, atteggiamenti,
valori, obiettivi, stili interpersonali e ruoli sociali
biografia, narrato e storia di sé
concetto di coerenza (consistency)
Che cos’è la personalità?
Questioni dominanti e trasversali alle teorie della personalità
ruolo della genetica
ruolo dell’ambiente
aspetti stabili o strutture e aspetti dinamici o processi
intra-personali
inter-personali
ruolo del tempo
stabilità e cambiamento
passato, presente e futuro
leggi generali e leggi idiografiche
Il contributo dell’ambiente
Teorie comportamentiste: L’apprendimento per associazione
L’interazionismo: la variabilità del comportamento attraverso le situazioni
Determinanti ambientali del comportamento
Teorie sull’impatto del contesto ambientale:
Il comportamento
dipende largamente da fattori esterni alla persona
viene appreso
può essere spiegato attraverso meccanismi di condizionamento e rinforzo
I modelli che legano Persona P all’Ambiente variano attraverso le diverse teorie della personalità, tra queste
comportamentismo radicale: C = f A interazionismo: P x A genetica comportamentale teorie cognitivo-sociali: P x A
Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano
Il condizionamento pavloviano
equazione fondamentale: R = f S (ovvero C = f A )
si possono distinguere stimoli incondizionati (SINC)
stimoli condizionati (SCON) è uno stimolo inizialmente neutrale, arbitrario
e si possono distinguere
R incondizionate: RINC = f SINC
R condizionate: RCON è la risposta appresa mediante condizionamento allo stimolo inizialmente neutrale
L’associazione costante di uno Sneutro ad uno SINC genera infine la stessa risposta prodotta dallo SINC alla sola presenza, però, dello Sneutro; così Sneutro diventa SCON e la risposta a questo RCON
Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano
Il condizionamento classico: esempi
cane di Pavlov, dove la salivazione (RINC) al cibo (SINC) diventa RCON al
suono del campanello (stimolo neutrale che diviene SCON)
l’esperimento sul piccolo Albert condotto da Watson: reazione
emotiva condizionata
L’approccio è di tipo associazionista:
l’efficacia dello SCON dipende dal suo appaiamento con lo SINC
SCON deve precedere lo SINC, anche di pochi millisecondi
e l’apprendimento è rivelato dalla comparsa di una nuova risposta allo
SCON, la RCON che dimostra cambiamento
Teorie disposizionali: P C
Comportamentismo radicale: A C (non c’è posto per P)
Il comportamentismo radicale e il condizionamento pavloviano
Terapia associata al condizionamento classico:
la desensibilizzazione sistematica di Wolpe
Si inibiscono le reazioni fobiche e ansiose attraverso il contro-
condizionamento, per fasi
rilassamento muscolare profondo
gerarchia di stimoli ansiogeni
intervento terapeutico: associazione rilassamento a stimoli ansiogeni
Ancora sul condizionamento pavloviano secondo la
prospettiva funzionale
Il condizionamento pavloviano rimane un meccanismo basilare di
apprendimento
Le teorie funzionaliste mettono in evidenza come però in setting ecologici i
meccanismi di apprendimento possano funzionare in modo in parte diverso:
lo SCON deve essere naturalmente legato allo SINC, proprietà diverse dello
stesso oggetto (es. sapore e odore del cibo)
potenziamento dell’effetto di 2 SCON simultaneam presenti insieme allo SINC
(es., gusto e odore di cibo avariato)
apprendimento più rapido se maggiore rilevanza ecologica dello SCON (es.
suono del serpente a sonagli)
Il comportamentismo secondo Skinner: il condizionamento operante
Del comportamentismo classico rimane centrale
l’idea del controllo (dall’esterno: A C)
il principio dell’associazione
ma non tutto è spiegabile con il condizionamento classico:
non vi sono solo RINC e RCON
ma anche comportamenti spontanei o operanti
condizionamento operante: un comportamento spontaneo (non elicitato da uno stimolo ambientale specifico) è seguito da un evento nell’ambiente che funge da rinforzo; si osserva come tale comportamento inizialm spontaneo diventi progressivamente più frequente
in questo caso, l’ordine stimolo-comportamento appare invertito rispetto al condizionamento classico
vs. meccanismo dell’estinzione operante: un comportamento spontaneo o piuttosto già appreso non è seguito da rinforzo e progressivamente diventa meno frequente, fino a cessare
Il controllo avviene attraverso la manipolazione dei rinforzi;
Vi è condizionamento operante se vi è CAMBIAMENTO
Il comportamentismo secondo Skinner: il condizionamento operante
Il condizionamento operante: premi e punizioni
rafforzatore positivo: ciò che rende più forte il comportamento
cui si associa—può variare da individuo a individuo
sequenzialità del rinforzo:
rafforzatore negativo
rimozione rafforzatore positivo
stimoli aversivi
le punizioni sono efficaci?
in terapia: approccio funzionale e shaping
Il comportamentismo secondo Skinner: e la personalità?
non trova posto il concetto di struttura della personalità
il comportamento è dettato dalle condizioni ambientali
non occorre ipotizzare / inferire strutture sottese o latenti
coerenza comportamentale
dipende dal contesto
meccanismi di generalizzazione / discriminazione
la liberà scelta e volontà sono un’illusione
I meccanismi di apprendimento individuati dall’approccio
comportamentista rimangono meccanismi basilari, anche per quel che
riguarda lo sviluppo delle differenze individuali
Oltre il comportamentismo:
L’apprendimento sociale e l’introduzione della persona
L’ apprendimento tramite osservazione: modeling
l’esperimento di Bandura e Mischel (1965) sull’differimento della gratificazione
Pretest (selezionati b/i con % maggiore di scelte estreme tra 14 coppie di premi)
Fase sperimentale
Post test
1 mese dopo
Apprendimento vicario e condizionamento operante
osservare per apprendere, ma senza diretta esperienza o pratica
rinforzo: non sono più necessari
progressiva approssimazione
esperienza diretta rinforzata
ripetuti rinforzi
può bastare una singola osservazione, anche per apprendere comportamenti complessi
apprendimento ≠ prestazione
generalizzazione degli effetti nel tempo e attraverso stimoli e contesti
processi simbolici e cognitivi sono elementi essenziali per comprendere e spiegare l’apprendimento: è la P a legare stimolo e conseguenze
qui ed ora: si re-interpretano i risultati osservati con il piccolo Albert
attraverso il tempo (anticipo esiti attesi )
attraverso i contesti
un mattone basilare delle teorie social-cognitive della personalità
Oltre il comportamentismo:
L’apprendimento sociale e l’introduzione della persona
Oltre il comportamentismo:
come definire l’ambiente?
L’ambiente
da macro-a micro-ambiente
può essere definito in modo • OGGETTIVO:contesti definiti e accettati in modo consensuale
• “tassonomie” di ambienti oggettivi: rituali, divertimento, sport, conflitto interpersonale
• SOGGETTIVO: contesti definiti e percepiti anche affettivamente in modo individuale
offre RISORSE
esercita PRESSIONI
agisce sulla persona attraverso diversi meccanismi
può essere potente tanto da rappresentare “environtype”
Ambiente oggettivo: possibili variabili (Evans, 2006)
Condizioni economiche e sociali svantaggiate
minore accesso a cure mediche (mortalità infantile, problemi di crescita i cui effetti permangono nel tempo)
minori stimolazioni cognitive (maggior abbandono scolastico)
minori aspettative di riuscita scolastica
maggiore stress, maggiore parenting negativo
esposizione a modelli devianti
Diversi studi mostrano come lo sviluppo • cognitivo (capacità attentive, prestazioni in matematica o nella lettura) • comportamentale ed emotivo caratterizzato p.es. da iperattività, aggressività siano legati a variabili ambientali oggettive: • inquinamento (es. esposizione prenatale a inquinamento da piombo), anche
acustico • sovraffollamento • qualità del quartiere, del vicinato
Ambiente oggettivo: possibili modelli persona e SE (Conger e Donnellan, 2007)
Modello diretto ambiente persona
modelli mediati
modello dello stress famigliare
modello dell’investimento famigliare
SES Investimento
sui figli
Difficoltà comportam ed emotive figli
Condizioni economiche
Pressione economica
Stress a livello
famigliare Conflitti famigliari
Parenting
Difficolta comportam ed emotive bambino
Le teorie dei tratti o delle disposizioni
Modelli tassonomici o di classificazione dei tratti disposizionali
Teorie dei tratti o disposizionali
Il costrutto di personalità si articola
intorno a queste idee principali:
la personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni
i tratti si manifestano direttamente attraverso i nostri comportamenti,
cognizioni, emozioni
hanno una base biologica
sono relativamente coerenti e stabili attraverso
i contesti
il tempo
si privilegiano gli aspetti stabili o strutturali della personalità
si privilegiano leggi generali per descrivere e spiegare la
personalità
Teorie dei tratti e teorie disposizionali
Lo studio delle disposizioni viene affrontato sul piano
descrittivo
sviluppo
temperamento e personalità
continuità nel tempo
esplicativo
genetica
ambiente
effetti additivi e interazione tra genetica e ambiente
Teorie dei tratti:
le costanti comportamentali
Tratti come predisposizioni a manifestare alcuni comportamenti,
(cognizioni ed emozioni) in modo più regolare di altri:
il comportamento dipende dai tratti
TRATTO (elemento latente) COMPORTAMENTO
biologia
TRATTO COGNIZIONE/AFFETTI COMPORTAMENTO
Teorie dei tratti: la classificazione delle
costanti comportamentali
Tratti come categorie sovraordinate di un sistema che organizza comportamenti (cognizioni, affetti) osservabili: le tassonomie
Obiettivo classificazione sistematica delle differenze individuali indagando come in generale ci si comporta, si sente, … al di là del contesto e
del tempo
Metodi osservazione, questionari, produzione libera, … self- report, peer report, TR, …
Tecniche di analisi validazione psicometrica riduzione dei dati via ACP e AFC (validazione interna) correlati esterni e sperimentali (validazione esterna)
Teorie dei tratti: la classificazione delle
costanti comportamentali
Tratti come costrutti psicologici e categorie sovraordinate di un sistema
che organizza comportamenti (cognizioni, affetti) osservabili: le
tassonomie
Estroversione Benevolenza Coscienziosità Stabilità Emotiva Immaginazione
ottimismo energia altruismo ubbidienza ordine perseveranza
ansia sicurezza creatività curiosità
Teorie dei tratti: la classificazione delle
costanti comportamentali
Ancora un esempio: Tassonomia e validazione dei Problemi esternalizzanti e
Problemi internalizzanti secondo il modello ASEBA (fonte D’Orlando et al, 2010)
Attraverso le tecniche di riduzione dei dati si organizzano comportamenti, emozioni,
cognizioni in categorie più generali che svelano così le differenze individuali più
rilevanti mediante un approccio BETWEEN PEOPLE
ACP: relazione di indicazione
Teorie “deboli” o descrittive dei dati,
la componente classifica e riassume,
senza obiettivi esplicativi
AFC: relazione di dipendenza
Teorie “forti” dei tratti che assumono una
disposizione latente,
che descrive e spiega i correlati (coerenze)
comportamentali
X Y
L
X Y
L
Teorie dei tratti: costanti comportamentali
Teorie dei tratti: le costanti comportamentali
… al contempo pertanto il comportamento rivela i tratti
TRATTO (elemento latente) COMPORTAMENTO
biologia
TRATTO COGNIZIONE/AFFETTI COMPORTAMENTO
Teorie dei tratti: categorie temperamentali e della personalità
TEMPERAMENTO
“… quei fenomeni che caratterizzano la natura emozionale di un individuo e che includono la sua suscettibilità alla stimolazione
sensoriale, la qualità del suo stato umorale prevalente, nonché le fluttuazioni e l’intensità del suo stato umorale; questi fenomeni
vengono considerati come dipendenti da elementi costituzionali e dunque in origine ampiamente ereditari” (Allport, 1937)
PERSONALITÀ
Si riferisce in modo più inclusivo alle tendenze relativamente stabili e coerenti che le persone hanno di comportarsi, pensare e sentire
Distinguiamo, per entrambe i costrutti, tra modelli
bottom up: puramente esplorativi e descrittivi
top down: biologici che utilizzano espliciti criteri di definizione e selezioni delle disposizioni di base
Teorie dei tratti: categorie temperamentali
Elementi di accordo
Basi biologiche
Stabilità temporale: Il substrato temperamentale rimane costante, si modificano le sue espressioni comportamentali
Legame diretto temperamento-comportamento solo nella prima infanzia oppure in condizioni ambientali nuove
Forte componente affettiva
Elementi di disaccordo
Quali e quante dimensioni
Peso dell’ereditarietà
Centralità dell’emozionalità
Teorie dei tratti: categorie temperamentali
Thomas e Chess (bottom up)
Progetto NYLS
base biologica, non necessariamente genetica
il come o stile del comportamento in 9 categorie
1. ritmicità delle funzioni biologiche
2. livello di attività 3. approccio / evitamento 4. qualità predominante umore 5. soglia sensorio-percettiva 6. adattabilità 7. intensità reazioni (emotive) 8. distraibilità 9. perseveranza
9 categorie ridotte poi a 4-7, tra
cui:
Inibizione sociale
Emozionalità negativa
Adattabilità
Attività
Perseveranza
Teorie dei tratti:
categorie temperamentali e della personalità nell’infanzia
Big Five: Hierachical Personality Inventory for Children (bottom up)
approccio bottom-up, descrittivo, non assume basi biologiche:
Estroversione (Ottimismo, Espressività, Timidezza, Energia)
Benevolenza (Egocentrismo, Altruismo, Ubbidienza, Dominanza, Irritabilità)
Coscienziosità (Ordine, Concentrazione, Perseveranza, Motivazione alla riuscita)
Stabilità emotiva (Ansia, Sicurezza)
Immaginazione (Creatività, Intelletto, Curiosità)
Teorie dei tratti: categorie temperamentali
Rothbart (top down)
Le differenze comportamentali dipendono da differenze di natura biologica, a
base genetica ed ereditaria, riconducibili a
Reattività intesa proprio come risposta biologica di attivazione ed
eccitabilità che coinvolge il sistema endocrino, neurovegetativo e
nervoso centrale
Auto-regolazione intesa come funzione di regolazione mediante
approccio, ritiro, inibizione, attacco e attenzione
Le differenze biologiche generano differenze legate a 3 macro-sistemi, ciascuno
dei quali rappresenta differenze costituzionali nei livelli di reattività
(affettiva e comportamentale) e di modulazione della reattività:
Reattività negativa, reattività positiva, sistema attentivo
Teorie dei tratti: categorie temperamentali
Rothbart:
Reattività negativa o Sistema dell’ansia (BIS), la cui attivazione genera stati
affettivi negativi, inibizione del comportamento, sensibilità alle minacce
Reattività positiva o Sistema d’approccio (BAS), la cui attivazione genera
affetto positivo, approccio all’ambiente e alle novità, sensibilità alle
ricompense
Sistema attentivo o effortful control (volontarietà del controllo) che coinvolge
controllo inibitorio (sopprimere risposte inappropriate), direzione e
mantenimento dell’attenzione, sensibilità a stimoli a bassa intensità
Buss e Plomin (top down)
base biologica, si all’ereditarietà
metodo dei gemelli
modello EASI: Emozionalità (negativa), Attività, Socievolezza, Impulsività
Teorie dei tratti:
categorie temperamentali
Per un sistema tassonomico unitario nell’infanzia (R. Shiner) Estroversione e Affettività positiva
Inibizione sociale (verso il nuovo)
Timidezza (verso il conosciuto)
Socievolezza
Dominanza
Energia-Livelli di attività
Nevroticismo e Affettività negativa
Irritabilità e rabbia
Ansia e Paura
Coscienziosità e Constraint
Attenzione e persistenza nel compito (vs. impulsività cognitiva)
Controllo inibitorio (vs. impulsività comportamentale)
Motivazione alla riuscita
Amabilità
Antagonismo e Aggressività
Prosocialità (empatia e altruismo)
Categorie concettualmente legate
attraverso le fasce d’età sono un
pre-requisito per lo studio della
continuità delle differenze
individuali nel tempo
Teorie dei tratti: le categorie della personalità
Big Five psicolessicali e il modello a 5 fattori (FFM)
ipotesi di sedimentazione
primi studi anni ’40 ma fiorisce anni ‘80/’90
liste di aggettivi classificati in macro-categorie
denominate poi Big Five (BF)
e in parallelo si afferma il Five Factor Model (FFM—che diventa anche modello esplicativo secondo Costa e McCrae)
BF e FFM sono ancora modelli dominanti correlati esterni continuità attraverso il tempo (cfr tassonomie temperamentali) basi biologiche
seppure complessa la questione della loro tenuta trans-culturale approccio etic-imposed (FFM) approccio emic per dimensioni psicolessicali
Molti modelli, tra questi BF (bottom up) e PEN (top-down)
Teorie dei tratti: categorie della personalità
Il modello sperimentale di H. Eysenck
cfr visione critica di un approccio correlazionale come quello
del modello a 5 fattori (“costellazioni di parole”)
necessario lo sviluppo di una teoria causale e di un metodo
d’indagine ipotetico-deduttivo
che prevede come la personalità debba essere studiata
tenendo conto di
fattori causali
tratti fenotipici
conseguenze comportamentali
Teorie dei tratti: la personalità
IL MODELLOSPERIMENTALE DI
H. EYSENCK
fattori causali
deteminanti genetiche
strutture fisiologiche
tratti fenotipici
modello PEN
conseguenze comportamentali,
rilevabili in
contesti sociali
laboratorio
Genotipo:
il livello di una qualità
individuale così come
risulterebbe unicamente
determinata dal nostro DNA
Fenotipo:
una combinazione di
genetica
ambiente
strumento di
osservazione/misurazione
Teorie dei tratti: la personalità
Eysenck: La teoria dell’attivazione differenziale
le persone hanno diversi livelli di attività corticale
vi è una relazione tra attività corticale e
Estroversione/Introversione
estroversi livelli minori
introversi livelli maggiori
questa è una correlazione !
per affermare che l’Estroversione ha basi biologiche è necessario
trovare che vi sono precise conseguenze comportamentali:
per innalzare i loro livelli di attività della corteccia gli estroversi
cercano stimolazioni vs. gli introversi
Le teorie dei tratti o delle disposizioni
Meccanismi: il quando e il come
Tempo: la stabilità e il cambiamento
Teorie dei tratti o disposizionali
Il costrutto di personalità si articola
intorno a queste idee principali:
la personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni
i tratti si manifestano direttamente attraverso i nostri comportamenti, cognizioni, emozioni sistemi tassonomici
hanno una base biologica
sono relativamente coerenti e stabili attraverso i contesti quale il ruolo dell’ambiente? Temi trasversali!
il tempo quali forme di continuità? Temi trasversali!
si privilegiano gli aspetti stabili o strutturali della personalità, lo studio dei tratti, ma crescente attenzione verso modelli dinamici
si privilegiano leggi generali per descrivere e spiegare la personalità quali i meccanismi? Temi trasversali!
Teorie dei tratti: I meccanismi
Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012)
TRATTO OUTCOME ASSOCIAZIONE
DIRETTA
il nevroticismo si associa a molti outcome anche oggettivi:
•bassa auto-stima
•maggiori livelli di problemi psicosomatici
•relazioni interpersonali meno soddisfacenti
•maggiori problemi cardiovascolari
•minore longevita’
Vi è dunque un supporto empirico a favore del costrutto di Nevroticismo
STIMATORE OUTCOME MODERATORE
•Studi sperimentali mostrano che il NEVROTICISMO
modera l’impatto delle discrepanze di sé sugli stati depressivi, più intenso
se maggiore Nevroticismo
• Studi a misure ripetute in tempi brevi (dynamic modelling)
mostrano che il nevroticismo modera l’intensità delle reazioni emotive (rabbia)
agli eventi percepti come ingiusti, associazione più intensa
TRATTO
Teorie dei tratti: I meccanismi Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012)
MODERATORE
OUTCOME ASSOCIAZIONE
MODERATA
Studi sperimentali mostrano che l’associazione tra Nevroticismo e
violenza verso il partner è
• più intensa in condizioni di maggiore stress
•meno intensa se sono maggiori le abilità di tipo problem-solving
TRATTO
Teorie dei tratti: I meccanismi
Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012)
MEDIATORE
OUTCOME ASSOCIAZIONE
MEDIATA TRATTO
La relazione tra Nevroticismo e distress è mediata da
• maggiore percezione di eventi stressanti (processo di selezione)
• reazione agli eventi stressanti (processo di reazione)
Teorie dei tratti: I meccanismi
Come agiscono i tratti ? (Hampson, 2012)
Teorie dei tratti: coerenza comportamentale e
coerenza della personalità cross-situazionale (il ruolo del contesto)
teorie disposizionali
25
50
75
s1 s2 s3 s4 s5
situazioni
ag
gre
ssiv
ità
p1
p2
coerenza come invarianza negli ordini di
rango (r) attraverso i contesti
si esprime come elevazione del
punteggio o profilo
aggregazione tiene sotto controllo
l’errore di misurazione e la variabilità
cross-situazionale casuale (noise) e
permette di far emergere le
differenze individuali globali
C = P + A
Persona (disposizioni) e ambiente:
relazioni e meccanismi di reciproca influenza
intreccio statico
persona può
stimolare reazioni ambientali (elicitazione)
reagire alle stimolazioni ambientali (reazione)
agire sull’ambiente attraverso (azione) la selezione
la costruzione
ovvero l’ambiente può
stimolare reazioni individuali
reagire a stimoli/azioni individuali
agire sulla persona attraverso la selezione
la costruzione
NB La relazione tra P e A coinvolge
non solo disposizioni personali, ma
anche processi cognitivi affettivi e motivazionali
Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza
Elicitazione
le qualità disposizionali elicitano risposte ambientali:
i bambini con elevata impulsività comportamentale possono elicitare risposte
ambientali quali
nei pari: rifiuto, in part. verso gli ineffective aggressors (= scarso controllo della
loro aggressività + rifiuto delle regole)
negli adulti stili comportamentali ostili, negativi verso b: di scarso controllo,
punitivi, incoerenti nell’uso della punizione / premio
le qualità ambientali elicitano risposte personali
stili genitoriali coercitivi o di scarso controllo contribuiscono a sviluppo di c.
disadattivi
rifiuto dei pari contribuisce a sviluppo c. disadattivi
Elevata impulsività comportamentale combinata con stili genitoriali coercitivi
aumenta probabilità di insorgenza di problemi di tipo esternalizzante (P x A)
Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza
Reazione
dalle qualità disposizionali (P) possono dipendere le reazioni agli stimoli ambiantali
b. impulsivi non rispondono alla punizione
b. inibiti rispondono alla punizione
L’ambiente rinforza positivamente o negativamente (reazione dell’ambiente alla persona) qualità personali
si rinforza l’ansia di un b. verso il nuovo allontanandolo prontamente da nuovi contesti che lo agitano
in ambienti degradati, pressioni sociali in direzioni disadattive: atteggiamenti positivi verso modelli devianti
Tendenza all’inibizione combinata con stili genitoriali punitivi aumenta il rischio di sviluppare problemi di tipo internalizzante (P x A)
Persona (disposizioni) e ambiente: rlazioni e meccanismi di reciproca influenza
Selezione
dalle qualità disposizionali dipendono le caratteristiche dell’ambiente scelto
b. / adol aggressivi tendono a legarsi a pari difficili
adulto sceglie ambiente lavorativo, partner, amici
l’ambiente seleziona p. compatibile e respinge p. incompatibile
pari adattivi respingono bambini aggressivi (ma anche particolarm timidi)
pari accolgono b/i parim difficili
Ragazzi con probl comportamentali ricercano pari simili,
se accolti aumenta probabilità di creare spirale a rischio (P x A)
Persona (disposizioni) e ambiente: relazioni e meccanismi di reciproca influenza
Costruzione
dalle qualità disposizionali dipendono rappresentazioni dell’ambiente
b. aggressivi tendono a interpretare come ostili azioni e intenzioni altrui
b. esternalizzanti tendono a sovrastimare proprie competenze sociali
dalle rappresentazioni altrui dipendono le rappresentazioni personali
l’adulto trasmette al b. ciò che è bene/male (attraverso il dialogo quotidiano)
l’altro trasmette al b. chi è e quanto vale (genitori, pari)
l’altro trasmette teorie sul mondo (es. t. intelligenza)
Tendenze all’aggressività combinate con rappresentazioni altrui del mondo come ostile mantengono e aumentano livelli di aggressività personale (P x A)
Lo studio della continuità dei tratti disposizionali
L’approccio è quantitativo e indaga diverse forme di continuità
psicometrica attraverso il tempo, tra le quali
1. Continuità differenziale o gerarchica:
stabilità degli ordini di rango (test-retest)
2. Continuità assoluta:
andamento dei livelli medi nel tempo (studi trasversali e studi
longitudinali)
gap maturazionali
3. Continuità individuale
stabilità di una singola variabile a livello individuale (RCI)
Continuità differenziale
verifica la stabilità degli ordini di rango
e si misura mediante coefficiente di correlazione
(test-retest)
Qual è la relazione tra età e stabilità dei tratti?
A quale età si osserva il picco della stabilità?
Qual è il livello di questo picco? Sufficientemente elevato per dire che
non si cambia più?
Continuità differenziale
Roberts e Del Vecchio, 2000: meta-analisi di 152 studi longitudinali con oltre
3000 correlazioni test-retest (min = 1 anno, max = 53 anni, media = 6,7 con sd = 7,5),
età da 6 settimane a 73 anni; categorie BF e 5 fattori di Martin e Presley (1994)
Continuità assoluta
verifica la stabilità dei livelli medi di una caratteristica individuale
e si indaga mediante studi trasversali e studi longitudinali
Quale l’andamento dei livelli medi?
Vi è un picco vs un livello minimo ? A quale età?
Vi sono gap maturazionali?
Continuità individuale
verifica la stabilità del livello
di una caratteristica
individuale nel singolo
individuo attraverso il tempo
e indaga se vi sia variazione o
cambiamento affidabile da un
tempo all’altro
Ancora sulle teorie disposizionali
Il contributo della genetica comportamentale
per lo studio delle basi biologiche e ambientali del comportamento
Teorie dei tratti: basi genetiche
Se le differenze individuali di base dipendono da disposizioni, allora è necessario trovare conferma che i tratti hanno una base biologica, in particolare genetica
Genetica comportamentale cerca di comprendere fino a che punto il genotipo determina le differenze nel fenotipo genetica quantitativa genetica molecolare
Genetica e ambiente agiscono sull’individuo, non si può considerare l’una senza l’altro
Lo studio della genetica comportamentale contribuisce alla concettualizzazione dell‘ambiente e alla comprensione del suo ruolo sullo sviluppo delle differenze individuali
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
… ovvero
i GENI sono quegli elementi che determinano le caratteristiche
manifeste (codificando sequenze di aminoacidi e generando specifici enzimi
e proteine)
i geni possono avere forme alternative dette ALLELI o fattori
che hanno la capacità di controllare un carattere FENOTIPICO
(ALLELOMORFISMO)
un allele può essere dominante o recessivo (cfr legge della
dominanza)
una combinazione di alleli è detta GENOTIPO
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
i geni sono collocati in luoghi o LOCI specifici all’interno di un
cromosoma che a sua volta è collocato nel nucleo di una cellula
l’uomo è un organismo DIPLOIDE per cui ogni cromosoma è
presente in doppia coppia
nell’uomo vi sono 23 coppie di cromosomi omologhi
ogni coppia di cromosomi omologhi contiene le stesse
informazioni genetiche, cioé dettano in ogni punto lo stesso
carattere, ma non necessariam lo stesso allele da un gene con 2 alleli possono derivare 3 genotipi (PP, Pp, pp)
se 2 cromosomi omologhi hanno 2 alleli identici, allora l’organismo è omozigote
per quel carattere (es. PP omozigote dominante vs pp omozigote recessivo)
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
G. Mendel e 3 leggi fondamentali
Legge della segregazione o della disgiunzione
• 2 elementi determinano una caratteristica individuale manifesta
• in un individuo, i 2 elementi si separano durante la riproduzione
• ciascun individuo eredita un elemento paterno e uno materno
Legge della dominanza
• un elemento può essere dominante o recessivo
• se si combinano un elemento dominante e uno recessivo, il carattere manifesto dipenderà da quello veicolato dall’elemento dominante
Legge dell’assortimento indipendente
• ciascun elemento viene ereditato indipendentemente dall’altro (uno dalla madre, uno dal padre)
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
Un esempio: la malattia di Huntington
malattia degenerativa ereditaria che si manifesta per lo più tra 40-50
anni, con disturbi del movimento, cognitivi e comportamentali
responsabile è un gene specifico (localizzato sul cromosoma 4), con
allele dominante e genotipo Hh (eterozigote dominante)
Hh hh
H h h h
Hh Hh hh hh
50% affetti 50% sani
Si può dimostrare
che la frequenza
rimane inalterata per
la generazione
successiva
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
Un altro esempio: la fenilchetonuria o PKU, una malattia recessiva
malattia degenerativa ereditaria, si manifesta nella primissima infanzia,
determinando importanti ritardi nello sviluppo
responsabile è un gene specifico (localizzato sul cromosoma 12), con
allele recessivo e genotipo pp (omozigote recessivo)
Pp Pp
P p P p
PP Pp Pp pp
50% portatori 25% sani 25% affetti
75% stesso fenotipo
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
Aa
Bb
Aa
BB
Ab AB aB ab AB AB aB aB
AA
BB
AA
BB
Aa
BB
Aa
BB
AA
Bb
AA
Bb
Aa
Bb
Aa
Bb
Aa
BB
Aa
BB
aa
BB
aa
BB
Aa
Bb
Aa
Bb
aa
Bb
aa
Bb
16 combinazioni possibili
6 genotipi
se allele A e B dominanti,
allora 2 fenotipi (dove A e B
dominanti risultano nel
75% dei casi)
Indipendenza dell’assortimento: un esempio
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
i tratti complessi: le qualità individuali , siano discrete (colore degli occhi) siano continue (intelligenza), spesso dipendono non da un singolo gene, ma da più geni tratti POLIGENICI
Come lavorare su dimensioni continue?
Si applicano ancora le leggi di Mendel?
Due esempi: Schizofrenia: il rischio di schizofrenia è del 48% per gemelli identici,
17% per gemelli frateni, 9% per i fratelli e genitori/figli, 4% per nipoti (nonni/nipote, zii/nipote)
QI: il coeff di correlazione tra punteggi al QI è pari a .85 per gemelli identici, .60 per gemelli fraterni, . 45 per i fratelli e genitori/figli, .15 tra cugini
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
In generale, i dati empirici mostrano che
il rischio di schizofrenia e i livelli di
correlazione tra profili del QI aumentano
in base al grado di parentela
target
Genitore
50%
Genello identico 100%
Figli
50%
Gemello fraterno /
fratelli
50%
Nipoti
25%
Zii
25%
Figli
50%
Basi genetiche del comportamento: un’introduzione
le leggi di Mendel si applicano anche a tratti poligenici
in particolare, se operano con EFFETTI ADDITIVI, per cui non sono completamente dominanti o recessivi, ma operano contribuendo ciascuno al fenotipo,
allora si può dimostrare facilmente come
da 1 gene con 2 alleli 3 genotipi e 2 fenotipi
da 2 geni con 2 alleli 9 genotipi e 5 fenotipi
da 3 geni con 2 alleli 27 genotipi e 7 fenotipi
vale a dire, all’aumentare del numero di geni che contribuiscono al tratto, ci si approssima a una distribuzione normale dei fenotipi
Basi genetiche del comportamento: genetica comportamentale
Alla base della genetica quantitativa vi è l’idea che i tratti quantitativi dipendono da tratti poligenici
Benchè la maggior similitudine fenotipica di tratti poligenici si associ al crescere del legame di parentela (within family), di per sé tale legame non
prova la base genetica del tratto, poiché la somiglianza potrebbe dipendere dalla condivisione ambientale
Per questo, la genetica quantitativa tiene conto non solo della variabilità genetica ma anche di quella ambientale, in particolare stima il grado in cui le differenze individuali dipendano da differenze genetiche e da
differenze ambientali
La genetica molecolare stima specifici geni e profili genetici che sottendono manifestazioni fenotipiche delle differenze individuali
Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa
La genetica quantitativa: la scomposizione delle fonti di variabilità
variabilità within family : i livelli di somiglianza fenotipica tra membri
di una famiglia possono dipendere da genetica e ambiente
varianza fenotipica P = G + E
G = variabilità genetica o grado in cui le differenze a base genetica si associano
alle differenze fenotipiche
E = variabilità ambientale (unica e condivisa)
Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa
POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA
metodo dei gemelli
MZ condividono 100% patrimonio genetico (r = 1.0) vs DZ condividono parte del patrimonio genetico (50%)
se differenze fenotipiche sono unicamente attribuibili a G, allora la correlazione attesa è r = 1.0 per MZ e r = 0.5 per DZ (es. peso e altezza) ovvero la differenza nell’intensità della correlazione dovrebbe dipendere da base genetica
MZ cresciuti assieme vs DZ cresciuti assieme (G + E condiv)
MZ cresciuti separatam vs DZ cresciuti separatam (G)
adozioni
fratelli naturali ma cresciuti separatamente (r attesa= 0.5 ) (G)
genitori naturali e figli dati in adozione (r attesa= 0.5) (G)
genitori/figli naturali e vissuti assieme vs genitori naturali e figli dati in adozione (G)
Basi genetiche del comportamento: I risultati
Risultati
(Lohelin, 1992)
Legami di parentela Estroversione Nevroticismo
MZ cresciuti assieme .51 .46
DZ cresciuti assieme .18 .20
MZ cresciuti separat .38 .38
DZ cresciuti separat .05 .23
Genitori naturali e figli .16 .13
Genitori adottivi e figli .01 .05
Fratelli naturali cresciuti
assieme
.20 .09
Fratelli adottivi -.07 .11
Impatto degli effetti di
contrasto e di assimilazione sui
dati MZ e DZ
Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa
POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE
CONDIVISO
Metodo dei gemelli
gemelli identici cresciuti assieme (G + Acon) vs separatamente (G)
adozioni
fratelli adottivi (Acon)
genitori e figli adottivi (Acon)
POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE
NON CONDIVISO
Metodo dei gemelli
gemelli identici cresciuti assieme (grado di dissimilitudine)
Genetica quantitativa: l’impatto dell’ambiente non condiviso Non shared environment is generally the way environment works in behavioral sciences (Plomin)
Un esempio empirico: progetto NEAD (Nonshared Environment and Adolescent Development, Reiss et
al, 2000)
coinvolge 720 famiglie, con 2 figli
include dati osservativi e questionariali
risultati
ci sono correlati comportamentali delle diverse percezioni dell’amb famigliare? SI, negative parenting (punteggi residui da legame con fratello) si lega a comport antisociali e depressione
dati r
Report Figli Parenting .25
Relazione tra fratelli .40
Report genitori Parenting .70
Relazione tra fratelli .80
Dati osservativi Figlio genitore .20
Genitore figlio .30
Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà
Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui
Alcuni caveat fondamentali per interpretare l’indice di ereditarietà
(Plomin et al. 2008):
l’ereditarietà si stima in base a dati correlazionali: la significatività statistica rivela se la genetica conta e la grandezza dell’effetto stima quanto conta (logica di base: se un tratto fosse di origine del tutto
genetica, r tra fratelli cresciuti assieme sarebbe comunque non superiore a .50 e pertanto il valore di r osservato viene raddoppiato ovvero la differenza nell’intensità della correlazione tra MZ e DZ viene raddoppiata)
H stima differenze individuali WITHIN family, non BETWEEN people differenze mediam osservate tra gruppi di individui appartenenti a popolazioni
diverse possono dipendere interamente da condizioni ambientali (es. QI)
Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà
Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui
i dati riguardano la popolazione non il singolo individuo la PKU colpisce 1 su 10.000, perciò ha scarso impatto sulla variabilità abilità cognitive sulla
popolazione, mentre impatto fortissimo sul singolo
se H = .90 non significa che per il singolo il 90% della sua qualità fenotipica dipende da G e il resto da A, ma che la variabilità tra le persone per quella caratteristica dipende largamente dalla genetica
il 99.9% del DNA non varia da individuo a individuo: mutazioni anche minime avrebbero un impatto dirompente
per il singolo contano sempre G + A
H si riferisce a quanto si osserva, non ad un potenziale che dipende da
G + A
e nemmeno a ciò che dovremmo osservare non implica determinismo, ma un fattore di rischio che da solo non determina un comportamento manifesto
Basi genetiche del comportamento: la genetica
agisce attraverso l’ambiente
La genetica può agire attraverso l’ambiente (non condiviso)
Genetica personalità ambiente
Esperienze correlate a profili genetici (the nature of nurture):
Le persone costruiscono il loro ambiente parzialmente in base a
propensioni genetiche
Esperienze e profili genetici interagiscono:
Alcune esperienze favoriscono alcune propensioni
Teorie dei tratti: basi genetiche
Genetica molecolare
identificare specifici geni associati alle differenze comportamentali
relazioni dirette tra specifici polimorfismi genetici e comportamenti:
gene recettore D4 spiega parte della variabilità nelle differenze individuali
nel tratto Ricerca di Novità
gene trasportatore della serotonina 5-HTT spiega parte della variabilità nelle
differenze individuali nei livelli di Nevroticismo
la quota di varianza spiegata è sempre molto contenutta
interazioni tra specifici polimorfismi genetici e ambiente (cfr parte 2)
Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente
Genetica molecolare
relazioni dirette
interazioni tra specifici polimorfismi genetici e comportamenti,
dove la caratteristicha genetica può fungere da
fattore protettivo rispetto all’impatto dell’ambiente sullo sviluppo di
caratteristiche di personalità non adattive
ovvero è l’ambiente a fungere da fattore protettivo rispetto allo
sviluppo di comportamenti disadattivi legati a specifici profili genetici
Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente
Genetica molecolare
Se omozigote per l’allele L vs. omozigote per l’allele S o eterozigote S/L,
allora maggior efficienza nella regolazione della serotonina e funge da fattore
protettivo rispetto allo sviluppo della depressione
ESPERIENZE
STRESSANTI DEPRESSIONE
GENE: 5-
HTTLPR
Ancora sulla genetica quantitativa: Interazione tra genetica e ambiente
GENE:
GABRA6
REATTIVITA’
FISIOLOGICA AD
EVENTI STERSSANTI
ATTACCAMENTO
MATERNO
Genetica molecolare
Se l’attaccamento materno è di tipo insicuro vs. sicuro, allora chi si caratterizza per un profilo con gabra6 omozigote per l’allele S mostra maggiore
reattività fisiologica ad eventi stressanti,
in altre parole, attaccamento sicuro può fungere da fattore protettivo rispetto ad elevati livelli di reattività in condizioni ambientali stressanti
Riprendendo alcune idee …
Apprendimento vicario: la mediazione della mente
Personality and assessment: la critica alle teorie dei tratti
I pattern se... allora ... che vedremo essere centrali nelle
teore socio-cognitive a livello
P X A e interpersonale
intrapersonale
Le teorie cognitivo-sociali
dal modellamento al ruolo mediatore fondamentale del pensiero:
A si lega a C attraverso P
P è un organismo attivo, capace di
pensare
dirigere la propria azione
P in interazione costante con A
e con C stesso: C, A e P si influenzano reciprocamente
le variabili personali sono rappresentate dalle unità cognitivo-
affettive
la personalità è un sistema strutturato e dinamico
Oltre il comportamentismo:
L’apprendimento sociale e l’introduzione della persona
L’ apprendimento tramite osservazione: modeling
l’esperimento di Bandura e Mischel (1965) sull’differimento della gratificazione
Pretest (selezionati b/i con % maggiore di scelte estreme tra 14 coppie di premi)
Fase sperimentale
Post test
1 mese dopo
Apprendimento vicario e condizionamento operante
osservare per apprendere, ma senza diretta esperienza o pratica
rinforzo: non sono più necessari
progressiva approssimazione
esperienza diretta rinforzata
ripetuti rinforzi
può bastare una singola osservazione, anche per apprendere comportamenti complessi
apprendimento ≠ prestazione
generalizzazione degli effetti nel tempo e attraverso stimoli e contesti
processi simbolici e cognitivi sono elementi essenziali per comprendere e spiegare l’apprendimento: è la P a legare stimolo e conseguenze
qui ed ora: si re-interpretano i risultati osservati con il piccolo Albert
attraverso il tempo (anticipo esiti attesi )
attraverso i contesti
Oltre il comportamentismo:
L’apprendimento sociale e l’introduzione della persona
Oltre comportamentismo e disposizioni: la prospettiva critica di
Personality and Assessment (1968):
verso l’interazionismo
Una prospettiva critica rispetto alle teorie disposizionali (al di là delle attuali conoscenze che derivano dalla genetica comportamentale)
secondo Mischel (1968)
i dati questionariali forniscono informazioni coerenti, se i contesti sono simili (se ampia generalizzazione)
ma non i dati osservativi
Regolarità dei comportamenti ≠ regolarità delle risposte ai questionari
Personality and Assessment (1968): l’interazionismo
Regolarità dei comportamenti ≠ regolarità delle risposte ai questionari
Limiti
sovrastima del peso del contesto
sottostima della validità e affidabilità dei dati questionariali
aggregazione
replicare ≠ generalizzare
(descrivere ≠ spiegare)
Pregi
ampio dibattito e sviluppo nuovi paradigmi per risolvere
la relazione tra P e A
il concetto di coerenza della personalità
L’interazione P x A: i pattern se … allora
25
50
75
s1 s2 s3 s4 s5
Liv
elli
di co
mp
ort
am
en
to
ag
gre
ssiv
o
situazioni
teorie disposizionali
p1
p2
25
50
75
s1 s2 s3 s4 s5 Liv
elli
di co
mp
ort
am
en
to
ag
gre
ssiv
o
situazioni
teorie interazioniste
C = P + A C = P + A+ P x A
Teorie a confronto:
coerenza comportamentale e della personalità
teorie disposizionali
25
50
75
s1 s2 s3 s4 s5
situazioni
ag
gre
ssiv
ità
p1
p2
coerenza come invarianza negli ordini di
rango (r) attraverso i contesti
si esprime come elevazione del
punteggio o profilo
aggregazione tiene sotto controllo
l’errore di misurazione e la variabilità
cross-situazionale casuale (noise) e
permette di far emergere le
differenze individuali globali
C = P + A
Teorie a confronto:
coerenza comportamentale e della personalità
25
50
75
s1 s2 s3 s4 s5
ag
gre
ssiv
ità
situazioni
teorie interazioniste
p1
p2
gli studi empirici mostrano come P e A interagiscano (Newcomb, 1929; Mischel, 1968)
C = P + A+ P x A
come le categorie comportamentali siano definibili in termini di equivalenza funzionale
come i pattern P x A o if …then… siano stabili nel tempo
la coerenza si esprime come shape che varia (nonostante l’elevazione media sia comparabile) attraverso le persone
i pattern se … allora … sono coerenti con le concezioni ingenue di personalità; inoltre, le P sanno se sono più o meno coerenti
questa impostazione teorica è coerente con il lavoro clinico
Il contributo di Bandura: le capacità umane fondamentali
simbolizzazione conservare esperienze
interpretare eventi
anticipare esiti
apprendimento vicario apprendere comportamenti
modificare comportamenti
preservare comportamenti
sviluppare strategie comportamentali
Autoriflessione senso di continuità di sé
valore all’azione personale
Autoregolazione dirigere l’azione verso obiettivo
sostenere l’azione verso obiettivo
Il contributo di Bandura:
Modelli delle possibili relazioni tra P, A e C
P
A
C
Modello unidirezionale: teorie dei tratti e teorie comportamentiste
P
A
C Modello bidirezionale: teoria interazionista
P
A
C
Modello triadico: teorie socio-cognitive
Il contributo di Mischel: le variabili personali socio-cognitive
secondo il modello CAPS
Codifica: costrutti o rappresentazioni mentali (teorie implicite)
Aspettative e credenze: anticipazioni cognitive
Stimolo-risultato
Comportamento contestualizzato-risultato
Relative al sé (self-efficacy)
Emozioni associate alle cognizioni
Obiettivi e valori
Strategie di autoregolazione (controllo, valutazione e gratificazione dell’azione personale)
una teoria della personalità deve includere le
scoperte che vengono da altre aree della
psicologia, in particolare la psicologia cognitiva
Il sistema cognitivo-affettivo della personalità (CAPS)
Caratteristiche distintive di un sistema dinamico
alcune unità / rappresentazioni sono maggiormente disponibili e
più facilmente accessibili di altre
a livello individuale, le unità presentano un’organizzazione
distintiva del modo in cui sono legate tra loro
e si attivano in relazione a features psicologici esperiti in un dato
contesto (cosa si attiva: EST INT)
ciò che rimane (relativamente) stabile e coerente è il legame tra
pattern e contesti (psicologici) e la sequenza di attivazione delle
unità (INT INT)
Personalità : sistema complesso, strutturato e dinamico
se obiettivo di una teoria della personalità è spiegare tendenze e
azioni individuali focus su INDIVIDUO
così da poter cogliere elementi di coerenza INTRApersonale
entro il sistema cognitivo-affettivo
e tra P e A e C
focus su individuo come UNITÀ DINAMICA in interazione con
l’ambiente
se obiettivo è non solo descrivere ma anche spiegare
cogliere contenuti delle unità psicologiche
individuando ORGANIZZAZIONE RELATIVAMENTE STABILE di tali
unità
analizzando co-varianze focus su VARIABILITA’
spiegare per cogliere le differenze comportamentali
dinamiche e strutture comportamento
Personalità : teorie a confronto
Quali le variabili della personalità?
T. disposizionali
i tratti sono ciò che possediamo (having of personality)
i sistemi cognitivo-affettivi sono ciò che facciamo (doing of
personality)
focus su tendenze comportamentali medie
T. cognitivo-sociali
i sistemi cognitivo-affettivi sono ciò che possediamo (having of
personality)
le azioni / tendenze comportamentali medie ciò che facciamo
(doing of personality)
focus su pattern complessi e co-variabilità
Personalità : teorie a confronto
Quale la struttura della personalità?
T. disposizionali: approccio between people
variabilità tra le persone
coerenza e stabilità delle strutture fattoriali
organizzazione between = within
T. cognitivo-sociali: approccio within person
variabilità intra-individuale
coerenza e stabilità di sistemi cognitivo affettivi intra-individuali
unicità dell’organizzazione within
Personalità : teorie a confronto
Quale struttura della personalità?
Teorie disposizionali:
organizzazione between = organizzazione within
Tratto specifico Tratto specifico
C1 C5 C6 C7 C8 C2 C3 C4
Personalità : teorie a confronto
Quale la struttura della personalità?
Teorie cognitivo-sociali: unicità organizzazione within
organizzazione between organizzazione within
perché ogni persona elabora i propri costrutti
Persona 1
Persona 2
Tratto specifico Tratto specifico
C1 C5 C6 C7 C8 C2 C3 C4
Cn
Personalità : teorie a confronto
Quale la struttura della personalità?
La P inoltre contestualizza il comportamento e P organizza in modo unico le relazioni
tra attributi personali (indipendente) e contesti situazionali/comportamenti osservabili
essere socievoli
Forza per P1
Forza per P2
quando devi affrontare un ambiente sociale nuovo
quando devi dire quello che pensi
quando devi affrontare da solo una difficoltà
…ammettere agli altri che le cose sono andate male
Debolezza per P2
Personalità : teorie a confronto
Quali i piani descrittivo ed esplicativo?
T. disposizionali
tassonomie strutture latenti
i due piani coincidono (seppure non è proprio così attraverso le diverse teorie)
T. cognitivo-sociali
explanans ed explanandum per definizione non possono coincidere
spiegare implica analisi di co-variabilità intra-individuali (non solo inter-item)
e dei diversi sub-elementi che generano eventualmente lo stesso punteggio osservato sovra-ordinato
non vi è diretta corrispondenza necessar tra sistema interno e comportamento osservabile
Teorie della personalità:
Elementi di assessment a confronto
Una proposta:
identificare aspetti personalmente rilevanti (punti di forza e di debolezza?)
In condizioni di stress (…), quali caratteristiche distintive ti aiutano ad affrontare
eventi stressanti? Quali ti rendono vulnerabile?
vedere come si gli aspetti rilevanti con contesti specifici, sempre
secondo rappresentazioni personali: pattern if … then che legano qualità
schematiche e aschematiche secondo rappresentazioni uniche della
persona
In generale essere … ostacola / irrilevante / favorisce un azione target contestualizzata?
valutazione: appraisal di self-efficacy co-variano in funzione delle
rappresentazioni if … then generali di qualità schematiche? (SI) e di
qualità aschematiche? (NO)
Teorie cognitivo-sociali: il modello KAPA
o Knowledge and Appraisal Personality Architecture model
SITUAZIONE ATTUALE
PROCESSI DI
VALUTAZIONE (appraisal)
STRUTTURE della
PERSONALITA’ (knowledge)
Stati cognitivo-affettivi
pre-esistenti
Esperienze recenti
Pattern se…allora anche a livello
intra-individuale, (se si attiva
…allora …; se un tratto ha
rilevanza situazionale, allora …)