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1 Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere. SSD Igiene Ospedaliera 2015 Revisione n°1 Anno 2016

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento

    delle infezioni ospedaliere.

    SSD Igiene Ospedaliera2015

    Revisione n°1 Anno 2016

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Predisposizione Nov.2014• UO Igiene Ospedaliera :

    Responsabile: Dr.ssa Franca De Cristofaro• Direzione Sanitaria di Presidio :

    Dirigente Medico : Dr.Enrico Tricoci

    Approvazione Maggio 2015• Direttore Sanitario

    Dr.Antonio Picerno

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Un protocollo è un elaborato scritto che formalizza, rispetto all’obiettivo fissato, la successione di un insieme di azioni con le quali l’operatore sanitario raggiunge un determinato obiettivo. Attraverso questo strumento è possibile valutare la qualità dell’assistenza erogata infatti esso:•indica le condizioni nelle quali viene erogata (struttura), con quali procedure viene erogata (processo) e le modificazioni delle condizioni di salute attese (esiti).

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Misure per la prevenzioneClassificazione delle raccomandazioni CDC, 1981

    CATEGORIA I : MISURE VIVAMENTE RACCOMANDATE• Misure largamente sostenute da studi clinici controllati che dimostrano

    la loro efficacia nella riduzione del rischio di infezione ospedaliera e considerate utili dalla maggior parte degli esperti del settore. Queste misure vengono giudicate adattabili alla maggior parte degli ospedali e sono considerate di facile applicabilità.CATEGORIA II : MISURE MODERATAMENTE RACCOMANDATE

    • Misure sostenute da studi clinici che ne suggeriscono o ne dimostranola validità, ma condotti in istituzioni non rappresentative di tutti gli ospedali.Vengono comprese anche le misure non sudiate adeguatamente,ma supportate da forti motivazioni teoriche. Sono giudicate di facileapplicabilità, ma non tali da rientrare negli standard di ogni ospedale.CATEGORIA III : MISURE SCARSAMENTE RACCOMANDATE

    • Misure proposte da alcuni ricercatori, autorità ed organizzazioni, maper le quali mancano evidenze o motivazioni teoriche sufficienti persostenerle.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Efficacia/inefficacia delle misure di prevenzione e di controllo

    Nel 1981 furono valutate le misure di prevenzione e controllo più utilizzate fino ad allora negli ospedali americani e furono suddivise in:Categoria I: Misure di sicura efficacia•Sterilizzazione•Lavaggio e disinfezione mani•Cateterismo urinario a circuito chiuso•Sorveglianza dei cateteri venosi•Tecniche sterili per l’abbigliamento in Sala Operatoria e per la medicazione delle ferite•Chemioprofilassi perioperatoria per interventi contaminati•Sorveglianza delle apparecchiature di respirazione assistita.Categoria II: Misure ragionevoli suggerite dall’esperienza•Isolamento dei pazienti infetti•Educazione sanitariaCategoria III: Misure di efficacia dubbia o sconosciuta•Disinfezione di pavimenti, muri, lavandini•Luci o raggi ultravioletti•Nebulizzazione •Flussi di aria•Chemioprofilassi perioperatoria per interventi puliti•Campionamento ambientale routinario•Filtri terminali per la terapia intravenosa

    Il personale sanitario che svolge la propria attività in ambito ospedaliero può favorire la diffusione delle Infezioni Ospedaliere e a sua volta contrarre malattie da agenti biologici (infezioni ospedaliere

    occupazionali).

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    STRUMENTI PER LA PREVENZIONE : I PROTOCOLLI OPERATIVI

    • L’assistenza sanitaria è un’attività complessa cui contribuiscono in molti e che si svolge in un contesto in cui sono presenti anche variabili che interagiscono e si influenzano reciprocamente.

    • Le attività si svolgono in contesti diversi (reparti intensivi , degenze ordinarie , pronto soccorso….) e su pazienti diversi. I servizi erogati sono rivolti al paziente che, oltre a riceve una serie di interventi terapeutici e diagnostici , sono legati alle pratiche assistenziali infermieristiche e all’accoglienza alberghiera.

    • L’insieme di queste attività produce risultati di diverso tipo in termini di risultato (esito clinico), di processi di cura-assistenza sulla salute della persona (esito o risultato) , uso efficiente delle risorse in modo da raggiungere il massimo risultato con le risorse disponibili (processo) , soddisfazione del paziente (esito percepito).

    • L’origine multifattoriale delle infezioni ospedaliere ( I.O.) o meglio delle infezioni correlate all’assistenza ( I.C.A.) individua la problematica come molto complessa dalla quale estrapolare le singole variabili (tipo di paziente, tipo di procedura, livello di rischio, livello di invasività, livello di preparazione professionale) al fine di evidenziare non solo la molteplicità dei fattori in gioco,ma anche, e soprattutto, gli elementi critici.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Il Comitato per il controllo delle infezioni ospedaliere ( C.I.O.)

    • Il Ministero della Sanità con la Circolare 20 dicembre 1985, n. 52, ha elaborato le linee guida in tema di lotta contro le infezioni ospedaliere, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

    • La composizione del Comitato è espressamente indicata nella Circolare 52/1985 "il Comitato, coadiuvato dal Direttore Sanitario comprende almeno un rappresentante delle altre aree funzionali, ma gli esperti in igiene, in malattie infettive ed in microbiologia costituiscono le figure essenziali, così come è fondamentale la figura del dirigente del personale infermieristico.

    • Il Comitato ha designato un ristretto gruppo operativo cui affidare specifiche mansioni attinenti al programma: due medici igienisti della Direzione Sanitaria,due assistenti sanitari , un microbiologo, un infettivologo, quattro collaboratori professionali sanitari esperti in prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere , un farmacista ospedaliero,un dirigente medico del presidio di Pescopagano.

    • Il gruppo operativo partecipa ai lavori del comitato.• L’articolazione della struttura funzionale su due livelli ha individuato nel Comitato la "Commissione

    tecnica" responsabile della lotta contro le infezioni ospedaliere con funzioni prevalentemente di indirizzo e sorveglianza.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Il C.I.O. dell’A.O.R. S.Carlo di Potenza, inteso come organismo collegiale di integrazione è stato istituito con :

    • D.D.G.n°1007 del 05/06/1998 ( “Presa d’atto del programma per il controllo e la sorveglianza delle Infezioni Ospedaliere. Nomina del ComitatoResponsabille”) e succ. modifiche e integrazioni .

    • D.D.G. n°559 del16/09/2011 (modifica composizione ).• D.D.G n°506 del 27/09/2016 . Comitato per il controllo e sorveglianza delle

    infezioni ospedaliere (CIO) dell’AOR S. Carlo di Potenza . (modifica composizione).

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    Comitato per il Controllo e la sorveglianza delle infezioni ospedaliere(CIO) dell’AOR S. Carlo di Potenza - D.D.G n°506 del 27/09/2016 -

    a) Gruppo organizzativo aziendale CIO : Componenti• Direttore sanitario con funzioni di coordinamento (Dr.Antonio Picerno)• Dirigente medico responsabile S.S.D. Medicina preventiva, Igiene

    Ospedaliera e sicurezza igienico sanitaria (Dr.ssa Franca De Cristofaro)• Dirigente medico igienista (Dr.Enrico V.Tricoci )• Direttore SIC Malattie Infettive (Dr.Giulio De Stefano)• Dirigente medico U.O.C.Laboratorio Analisi (Dr.Vito Pafundi)• Dirigente Farmacista ( Dr.ssa Floriana Centore)• Dirigente medico responsabile S.S.D.Qualità , Risk management e

    Accreditamento (Dr.ssa Angela Pia Bellettieri)• Dirigente medicina del lavoro (Dr.Salvatore Laurita)• Direttore U.O.C.GestioneTecnico Patrimoniale (Ing.Giuseppe Spera)• Dirigente medico responsabile S.S.D. Presidio Ospedaliero di Pescopagano

    (Dr. Mario Russo) • Collaboratore Professionale Sanitario esperto in prevenzione e controllo

    delle infezioni ospedaliere (Dr.Vito Milione)

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    b)) Gruppo operativo CIO: componenti

    • Dirigente medico igienista (Dr.ssa Teresa Maria Guarino)• Dirigente medico igienista (Dr.Enrico V.Tricoci )• Dirigente biologo (Dr.ssa Teresa Lopizzo)• Dirigente medico SIC Malattie Infettive ( Dr.Luigi Armignacco)• Dirigente Farmacista (Dr.Giuseppe Romaniello)• Infermiere Collaboratore Professionale Sanitario esperto in prevenzione e

    controllo delle infezioni ospedaliere ( Dr.ssa Carmela Bruno) • Infermiere collaboratore Professionale Sanitario esperto in prevenzione e

    controllo delle infezioni ospedaliere ( Dr.ssa Maria Tedesco )• Infermiere collaboratore Professionale Sanitario esperto in prevenzione e

    controllo delle infezioni ospedaliere ( Dr.ssa Pasqualina Sarli)• Assistente sanitario ( Dr.Antonio Santapaga )

    Assistente Amministrativo con funzioni segretariali ( Sig.ra Francesca Lasorella)Partecipano ai lavori del CIO,di volta in volta,ove necessario ,i responsabili dei relativi settori o loro delegati .

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    Gruppo Organizzativo

    Compiti es:

    •Valutare e approvare il piano annuale di PCI.

    •Rivedere e approvare le direttive di PCI.

    •Identificare le aree di intervento.

    •Valutare e promuovere procedure.

    •Garantire la formazione del personale riguardo PCI.

    •Esaminare e fornire suggerimenti alle UU.OO. durante le indagini ecc…..

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    Guppo operativo

    Compiti es:

    • Sviluppare direttive e procedure scritte relative alla lotta alle ii.oo.

    • Revisionare le procedure già emanate.

    • Predisporre un piano di PCI e ottenere l’approvazione del CIO (Gruppo Organizzativo).

    • Organizzare e gestire la sorveglianza epidemiologica di cui produrre reportisca al CIO ( Gruppo Organizzativo).

    • Fornire consulenza alle UU.OO.relativamente alla lotta alle ii.oo. ecc………..

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Referenti per il CIO : Dirigenti Medici e Infermieri delle UU.OO. Aziendali Dirigenti Medici e infermieri delle singole UU.OO. Individuati dai Direttori

    /Responsabili che provvederanno con cadenza annuale ad aggiornare i nominativi e a darne comunicazione formale alla Direzione Sanitaria di Presidio, essi hanno il compito di:

    • tradurre nelle proprie realtà le politiche di prevenzione e controllo delle IO dell'azienda ;

    • individuare i problemi relativi alle IO inerenti la propria U.O. ;• promuovere e realizzare interventi nelle proprie realtà;• verificare i risultati dei processi di lavoro e dell’appropriatezza nell’utilizzo

    delle risorse;• predisporre linee guida di buona pratica e monitoraggio delle stesse ;• nel sospetto/certezza di una infezione nosocomiale /cluster epidemico

    l’U.O. interessata avvierà l’indagine epidemiologica avvalendosi del dirigente medico e del personale infermieristico di reparto già designato dal Direttore della U.O., contestualmente ne darà segnalazione al CIO c/o la Direzione Sanitaria di Presidio, alla SSD Medicina preventiva, Igiene ospedaliera e sicurezza igienico sanitaria mediante apposita scheda . (allegato 1 ) . La SSD Med. Prev,Igien,Osp,e Sic Igien. Sanit.attiverà il gruppo operativo del CIO e la SSD di Microbiologia .

    • La U.O. provvederà inoltre a compilare e ad inviare alla Direzione Sanitaria ,ove ne ricorrano le condizioni ,la notifica obbligatoria di sospetta /accertata malattia infettiva - diffusiva (DM 15/12/1990 ).

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    Referenti Medici e infermieri delle UU.OO.dell’AOR S.Carlo

    2016

    Potenza

    UU.OO. Medici infermieri

    Day Hospital Oncologico

    Medicina del Lavoro Masi Antonio Rofrano Giuseppina

    Endoscopia Rizzi Massimiliano Sibilani Giulia

    Hospice ------------------------------------------- --------------------------------------

    Centro Diabetico

    Anatomia Patologica e Citodiagnostica

    Anestesia e Rianimazione ------------------------------------------- --------------------------------------

    Cardiochirurgia Cavone Michele Angerame Maria

    Cardioanestesia e Rianimazione Cardiologica ----------------------------------------- ---------------------------------------

    Cardiologia Emodinamica Ferrigno Maria Luisa Ciotola Pasqualina

    Cardiologia Medica Ferrigno Maria Luisa Ciotola Pasqualina

    Cardiologia Riabilitativa Ferrigno Maria Luisa Ciotola Pasqualina

    Chirurgia Generale Iside Giovanni Amati Antonio

    Chirurgia D'Urgenza Pastore Mauro Santarsiero Rocchina

    Chirurgia Senologica Di Santo Pina Mossucca Eleonora

    Dermatologia e M.T.S. Viola Luciano lovallo rocchina

    Endocrinologia Pistone Sergio Tripaldi Rosaria

    Ematologia Filardi Nunzio Fabio Lucia

    Geriatria Mascolo Saverio Demingo RosinaRevisione n°1 Anno 2016

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    Laboratorio analisi

    Litotrissia

    Malattie Infettive Tonsiello Pepe

    Medicina Legale

    Medicina Interna ----------------------------------- -------------------------------------------------

    Medicina Nucleare

    Medicina Fisica e Riabilitativa Santomauro Domenico Iacovino Carmela

    Servizio Ummunotrasfusionale

    Neonatologia Pesce Simona D'Andrea Enza

    Nefriologia e Dialisi ------------------------------------- ----------------------------------------------------

    Neurochirurgia Di Biase Francesco Corona Graziella - Pascale Giuseppina

    Neurologia ------------------------------------- ------------------------------------------------------

    Neuroradiologia

    Oculistica Canosa Marinella Del Gesso Antonio

    Oncologia Medica ----------------------------------- -------------------------------------------------------------

    Ostetricia e Ginecologia-Ost. E gin. Ind. Oncol. --------------------------------- ------------------------------------------------------------

    Otorinolaringoiatria Bucci Giuseppe Sabia Donatina

    Ortopedia ---------------------------------- ---------------------------------------------------------

    Traumatologia ------------------------------------ ---------------------------------------------------------

    Pronto soccorso-Accettazione e Med. D'Urgenza ------------------------------------- --------------------------------------------------------

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    Pediatria ---------------------------------------- --------------------------------------------------

    Pneumologia Tobia Nello Ruggiero Emilia Concetta

    Radiologia - Radiologia d'Urgenza

    Reumatologia Molonari Maria Vaccaro Carmela

    Urologia ------------------------------------------ --------------------------------------------------

    Utic Luzzi Vincenzo Picerni Raffaella

    Chirurgia Toracica ------------------------------------------ -----------------------------------------------------

    Chirurgia Vascolare ------------------------------------------- -----------------------------------------------------

    Pescopagano

    UU.OO. SSD Medici Infermieri

    Ortopedia Scarano Antonio Altera Maria Vittoria

    Neurologia Schettino Marilena Altera Maria Vittoria

    Med. Fisica e Riabilitativa Giano Giuseppe Roberto Farenga Rosa

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  • AZIENDAOSPEDALIERA REGIONALE “ SAN CARLO”Ospedale “ S. Carlo” di Potenza

    Ospedale “S. Francesco di Paola” di PescopaganoVia Potito Petrone – 85100 Potenza - Tel. 0971 - 61 11 11

    Codice Fiscale e Partita IVA – 01186830764• SSD IGIENE OSPEDALIERA-CIO• SCHEDA DI SEGNALAZIONE DI INFEZIONE OSPEDALIERA• U.O. di _________________________ Cartella clinica n°_____________ • COGNOME E NOME DEL PAZIENTE_______________________________NATO/A IL____/_____/______ M □ F□• LUOGO DI NASCITA______________________________(PR.____________ )• DATA DI AMMISSIONE ____/___ /____ ; • CONDIZIONI PATOLOGICHE DI BASE____________________________________________• ________________________________________________________________________ • DATA IN CUI SI È MANIFESTATA L’INFEZIONE ______/_____/_______• LOCALIZZAZIONE DELL’INFEZIONE: • □ CUTANEA• □ RESPIRATORIA• □ URINARIA• □ INTESTINALE• □ GENERALIZZATA (batteriemia/sepsi)• □ ALTRA specificare_____________________________________• EZIOLOGIA: • □ BATTERICA• □ VIRALE• □ MICOTICA• □ SCONOSCIUTA_____________________________________• □ ALTRA (SPECIFICARE )__________________________• SE SONO STATI EFFETTUATI ACCERTAMENTI MICROBIOLOGICI, INDICARE:• coltura______________data___/___/___microrganismo isolato ______________ • coltura______________data___/___/___microrganismo isolato ______________ • IL PAZIENTE E’ STATO SOTTOPOSTO A :• INTERVENTI CHIRURGICI DATA ____/_____/______TIPO_________________________• DATA ____/_____/______TIPO_________________________• CATETERISMO VESCICALE DATA INIZIO_____/_____/_____• ANTIBIOTICO TERAPIA DATA INIZIO_____/_____/_____• CHEMIOTERAPIA DATA INIZIO_____/_____/_____• RADIOTERAPIA DATA INIZIO_____/_____/_____• ALTRI TRATTAMENTI (specificare)_____________________________________________• DATA INIZIO _____/_____/_____• Antibioticoresistenza No□ SI□ se si a quali farmaci_________________• DATA RILEVAZIONE ___/____/____ FIRMA E TIMBRO del Direttore / Resp. della U.O._________________________ •• Da inviare al CIO c/o Direzione Sanitaria di Presidio e SSD Medicina preventiva , Igiene Ospedaliera e Sicurezza Igienico Sanitaria

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    SSD Igiene Ospedaliera2015

    Procedura aziendale per l’organizzazione di una indagine di prevalenza

    Studio descrittivo di prevalenza puntuale• I dati devono essere raccolti nello stesso giorno

    all’interno di uno stesso reparto ;• La raccolta dati all’interno di ogni ospedale deve

    essere concentrata il più possibile e completata in un tempo ristretto (max 1 settimana).

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  • • Il CIO ( gruppo organizzativo) Identifica gli interventi.

    • Coordinano lo studio il Dirigente medico Resp. della SSD Med.Prev. ,Igiene Osp.esicur.igen.sanitaria coadiuvato dal dirigente Medico di Direzione Sanitaria di Presidio che coordina il gruppo operativo e promuove lo svolgimento dello studio all’interno del presidio ospedaliero;

    • I Rilevatori sono : Medici e/o infermieri appositamente addestrati che raccolgono i dati e li validano in collaborazione con il gruppo di operativo dello studio e con il microbiologo.

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  • Indagine di prevalenzaFigure coinvolte :• Comitato Controllo Infezioni

    Ospedaliere (CIO);• Coordinatore dello studio ;• Rilevatori ;• Referente medico della U.O.;• Referente infermieristico della U.O.;• Referente laboratorio di microbiologia;

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  • Fasi di uno studio

    • Fase preliminare– Verificare la diagnosi;– Stabilire se gli esami di laboratorio

    confermano la diagnosi;– Valutare se le informazioni riportate sono

    corrette ;– Utilizzare i criteri internazionali per la

    identificazione delle infezioni nosocomiali (avvalersi dei criteri CDC attuali);

    .21

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    • Fase della raccolta dei dati

    La fonte dei dati per la rilevazione è rappresentata dalla consultazione di:

    Cartelle cliniche ( accertandosi che vi siano esami di laboratorio)

    Cartelle infermieristiche e/o consegne infermieristiche

    Registro delle temperatureRegistro delle terapieIntervista al personale medico e infermieristico

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    • FASE della formulazione e verifica delle ipotesi

    -Paragonare i malati (casi) con i sani (controlli) per quanto concerne l’esposizione alla fonte di infezione sospetta ;-Valutare i rischi relativi per i soggetti esposti e non ;-Quando possibile, cercare di confermare i dati epidemiologici con i test di laboratorio (su campioni di sangue, feci, cibi sospetti ecc.).

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    • FASE di elaborazione,analisi e diffusione dei dati-Ricercare eventuali casi addizionali (identificare casi

    non segnalati).-Verificare la reale applicazione dei protocolli aziendali esistenti, esistenza di protocolli interni al reparto (quindi di eventuale revisione di questi), controllo dei processi di sterilizzazione, supervisione in reparto e/o sala operatoria riguardo il corretto utilizzo dei DPI, lavaggio delle mani ecc.- Assemblare i dati ottenuti e interpretare i risutati;-Prendere una decisione sulle ipotesi considerate (alla fine dell’indagine, tutti i dati a nostra disposizione dovrebbero corrispondere ad una sola ipotesi.

    • INTERVENTI E FOLLOW-UPSecondo quanto richiesto

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    • Rapporto sull’indagine

    Al termine dell’indagine verrà steso un rapporto da sottoporre all’attenzione della Direzione Sanitaria e SSD Medicina Preventiva, Igiene Ospedaliera e Sicurezza Igienico Sanitaria e del CIO che deve includere:Fonte dei dati ,Descrizione dei casi,Descrizione dell’indagine e dei sopralluoghi effettuati,Discussione dei fattori che hanno provocato le infezioni,Valutazione delle misure di controllo utilizzate,Raccomandazioni per la prevenzione di episodi simili.

    Una relazione conclusiva sull’indagine avvenuta sarà fatta pervenire al direttore dell’U.O. coinvolta, alla D.S. che la estenderà al CIO.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Il meccanismo di diffusione di una patologia infettiva (infezione ospedaliera oppurecomunitaria) richiede essenzialmente 3 elementi:

    1) Sorgente2) Ospite3) Trasmissione

    1. SORGENTE: in ospedale può essere rappresentata da pazienti, operatorisanitari,volontari, visitatori.

    • Altre sorgenti di microrganismi infettanti possono essere la flora endogena del paziente stesso e gli oggetti inanimati contaminati (materiali, presidi, disinfettanti ecc.).

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    2. OSPITE: la resistenza ai microrganismi patogeni varia da soggetto a soggetto.

    • Alcuni individui possono essere immuni alle infezioni o essere in grado diresistere alla colonizzazione di un agente infettante; altri, esposti allo stessoagente, possono stabilire una relazione di tipo commensalistico e diventareportatori asintomatici; altri ancora possono sviluppare una malattia clinicamentemanifesta.

    • I fattori dell’ospite quali l’età, le malattie predisponenti, alcuni trattamenti antibioticie/o immunosoppressivi e una violazione dei meccanismi di difesa causata dafattori come interventi chirurgici, anestesia e cateteri a dimora possono rendere ilpaziente più suscettibile alle infezioni.

    SSD Igiene Ospedaliera2015Revisione n°1

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    3. TRASMISSIONE:Precauzioni Universali o Standardda utilizzare nell’assistenza di tutti i pazienti indipendentemente dalla diagnosi di ricovero. Rappresentano la prima strategia di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza.•lavare le mani dopo ogni contatto con liquidi organici, sangue, secrezioni, escrezioni ed oggetti contaminati;

    – lavare le mani prima e dopo l’uso di guanti ;– lavare le mani tra un paziente e il successivo;– usare i guanti non sterili per toccare sangue, liquidi organici, secrezioni, escrezioni ed oggetti

    contaminati;– usare mascherine e occhiali o visiere per proteggersi durante le procedure che possono generare

    schizzi (interventi chirurgici, punture arteriose etc);– maneggiare lo strumentario contaminato con protezioni;– controllare la pulizia ambientale;– maneggiare la biancheria contaminata in modo da evitare spargimenti (usare contenitori resistenti

    ed impermeabili), fatto ciò non è necessaria una separazione tra biancheria infetta e non;•usare i camici aggiuntivi quando si effettuano procedure che possono comportare vistose contaminazioni degli indumenti abituali (schizzi, spruzzi di sostanze organiche);•porre attenzione ai taglienti: non rincappucciare, non togliere gli aghi con le mani, cercare di non passare di mano in mano i taglienti, usare i contenitori specifici per il loro smaltimento; denunciare prontamente gli incidenti (tagli, punture o esposizione di mucose a liquidi organici);•gestire correttamente i rifiuti;•usare la camera singola solo per pazienti che non mantengono l’igiene ambientale.Misure aggiuntive, oltre quelle Standard, devono essere applicate a specifici tipi di pazienti considerando che in ospedale i microrganismi sono trasmessi attraverso diverse modalità e lo stesso germe può essere trasmesso per più di una via.Le principali vie di trasmissione sono : contatto, goccioline, aerea, vettori e veicoli (questi ultimi due hanno un ruolo poco significativo nella trasmissione delle infezioni ospedaliere tipiche).

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Trasmissione per contatto:

    E’ il più importante e frequente modo di trasmissione delle infezioni correlate all’assistenza .

    Si parla di trasmissione per contatto diretto e per contatto indiretto.♦ La prima modalità di trasmissione comporta un contatto diretto tra la superficie di due corpi ed il trasporto fisico di microrganismi da una persona colonizzata od infetta ad un ospite suscettibile. La trasmissione per contatto diretto può anche verificarsi tra due pazienti dei quali uno funge da sorgente e l’altro da ospite.♦ La seconda modalità di trasmissione, per contatto indiretto, comporta il contatto di un ospite suscettibile con oggetti contaminati come strumentario, aghi, medicazioni, mani non lavate e guanti non sostituiti tra un paziente e l’altro.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Trasmissione tramite goccioline (droplet)

    E’ di fatto una forma di trasmissione per contatto, tuttavia, il meccanismo di trasferimento dei patogeni all’ospite è differente da quello per contatto diretto e indiretto. Le goccioline sono prodotte dal soggetto fonte principalmenteattraverso la tosse, gli starnuti, parlando o durante l’esecuzione di alcuneprocedure come broncoscopia e aspirazione bronchiale. La trasmissione avvienequando le goccioline che contengono microrganismi prodotti dall’individuo infettosono inviate a breve distanza (fino a 1 m )attraverso l’aria e depositate sulle congiuntive, le mucose nasali o la bocca dell’ospite.Poiché le goccioline non restano sospese (nell’aria), per prevenirne latrasmissione non sono richieste particolari ventilazioni o trattamenti dell’aria: ciòsignifica che la trasmissione mediante goccioline non deve essere confusa conla trasmissione per via aerea.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Trasmissione per via aerea

    • Avviene per disseminazione, sia di nuclei di goccioline (piccole particelle di dimensione di 5 micron o meno, di goccioline evaporate contenenti microrganismi che rimangono sospese nell’aria per lunghi periodi di tempo) sia di particelle di polvere contenenti l’agente infettivo. per le misure di isolamento in ospedale

    • I microrganismi trasportati in questo modo possono essere ampiamente dispersi

    dalle correnti d’aria ed essere inalati da un ospite suscettibile, nella stessa stanza o a più distanza dalla sorgente in rapporto a fattori ambientali. Per questa ragione, per prevenire la trasmissione per via aerea, sono necessari particolari trattamenti dell’aria e idonea ventilazione.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Trasmissione tramite veicoli comuni contaminati• Come cibo, acqua, medicazioni, presidi ed attrezzature

    Trasmissione mediante vettori• Come zanzare, mosche,topi ed altri animali..

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    MISURE DI PREVENZIONEIgiene delle mani

    L’igiene delle mani è la prima misura di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza.Le mani degli operatori sono il veicolo più comune per la trasmissione di microrganismi da un paziente

    all’altro,da una parte all’altra del corpo dello stesso paziente , da operatore a paziente.La cute dell’uomo è normalmente colonizzata da batteri: sulle mani è stata rilevata una flora batterica

    cutanea residente ed una flora batterica cutanea transitoria che può essere trasmessa con le mani : es:stretta di mano,visita clinica,ecc…es:medicazione ferite,inserimento catetere ,ecc..es.manipolazione rifiuti a rischio infettivo,manipolazione di liquidi peritoneale,pleurico ecc..es.cambio di lenzuola,modifica velocita’ di infusione ecc..

    Infatti, la mano prende :dal paziente: dalla cute ,dalle ferite infette, dal pus,dalle secrezioni….dal personale sanitario :dal viso, dal corpo ,dalle mani ,dai vestiti….la mano contamina :pazienti operatati,bambini ,malati gravi,malati cronici,anziani..la mano infetta :attrezzature sanitarie ,biancheria pulita,bagni, piatti e posate.. la mano trasferisce:dalle lenzuola ,dalla biancheria sporca ,dagli asciugamani umidi,da bacinelle, lavandini ,bagni ….

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    LAVAGGIO DELLE MANI ED USO DEI GUANTIIl LAVAGGIO DELLE MANI: le mani devono essere immediatamente lavateo se si verifica un accidentale contatto con il sangue, fluidi corporei,secreti, escreti e oggetti contaminati, anche se l’operatore ha indossato i guanti.o lavare le mani subito dopo la rimozione dei guanti e ogni qualvolta avvengano contatti con il paziente, per prevenire il trasferimento di microrganismi ad altre persone o all’ambiente.Per prevenire infezioni crociate, può essere necessario lavare le mani duranteo procedure effettuate su differenti zone del corpo dello stesso paziente.Per il lavaggio routinario delle mani deve essere usato un normale detergente;l’antisettico deve essere utilizzato in particolari situazioni (per es. controllo di episodi infettivi, epidemie e prima di eseguire procedure invasive sul paziente).La cute delle mani deve essere mantenuta in buone condizioni e le unghie devono essere corte e prive di smalto. Durante l’attività non è consentito portare anelli, bracciali o altri monili.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    USO dei GUANTI: • I guanti devono essere utilizzati qualora si venga a contatto con liquidi biologici, cute non integra,

    oggetti contaminati.• Devono essere sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, se si entra in contatto

    con materiale che può contenere un’alta concentrazione di microrganismi.• Devono essere immediatamente rimossi dopo l’uso per evitare di inquinare oggetti esuperfici

    ambientali.• Devono essere rimossi prima di assistere un altro paziente.• Devono essere sostituiti quando si rompono o si verifica una lacerazione.

    L’USO DEI GUANTI NON SOSTITUISCE ILLAVAGGIO DELLE MANI

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Per ridurre il rischio di trasmissione dei microrganismi in ospedale vengono impiegate varie misure di controllo delle infezioni. Queste misure compongono gli elementi fondamentali delle precauzioni di isolamento.

    a) COLLOCAZIONE DEL DEGENTE• L’adeguata collocazione del paziente è una componente importante delle misure di

    isolamento.• La camera singola è necessaria per prevenire la trasmissione per contatto diretto ed indiretto quando il

    paziente-fonte ha un basso livello igienico, contamina l’ambiente, o non è collaborante nell’osservare le misure di controllo delle infezioni (per es. persone con stato mentale alterato).

    • Quando è possibile, collocare il paziente in camera singola e se non disponibile, il paziente infetto va collocato con un adeguato compagno di stanza : pazienti infettati dallo stesso organismo possono condividere la stessa camera, a condizione che non siano infettati da altri

    microrganismi potenzialmente trasmissibili e che la probabilità di reinfezione con lo stesso organismo sia minima. Questa condivisione di stanze è chiamata anche “coorte di pazienti” .

    • Infine per le malattie a trasmissione aerea e per la tubercolosi polmonare le linee guida del CDCprevedono la collocazione del degente in camera singola, con servizi igienici, dotata dei seguenti requisiti:

    • pressione negativa rispetto alle aree circostanti;• da 6 a 12 ricambi di aria/ora;• appropriato deflusso di aria all’esterno o filtrazione ad alta efficienza dell’aria prima della sua immissione

    in altre aree dell’ospedale.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    b) TRASPORTO DEI PAZIENTI INFETTI

    • La limitazione del movimento e del trasporto di pazienti infetti con microrganismivirulenti o epidemiologicamente importanti, e la garanzia che tali pazientiabbandonino la loro camera solo per motivi essenziali, riducono la possibilità ditrasmissione di microrganismi in ospedale.

    • Quando è necessario il trasporto è importante che:1. il paziente indossi o usi appropriate misure di barriera (per es. mascherine) per ridurre la

    possibilità di trasmissione di microrganismi ad altri pazienti ,al personale, a visitatori e per ridurre la contaminazione dell’ambiente;

    2. il personale del servizio in cui il paziente deve essere condotto sia avvertito del suo arrivo e delle precauzioni che devono essere usate;

    3. i pazienti vengano informati circa i modi in cui possono aiutare a prevenire la trasmissione dei loro microrganismi infettanti ad altre persone .

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    C) D.P.I e ABBIGLIAMENTODiversi tipi di mascherine, occhiali e schermi facciali vengono indossati da soli o incombinazione per fornire adeguate misure di protezione.Il personale ospedaliero deve indossare queste misure di barriera (DPI ) durante le attivitàassistenziali che possono generare schizzi di sangue, fluidi corporei secrezioni o escrezioni, al fine di proteggere le mucose degli occhi, del naso e della bocca . La mascherina chirurgica con o senza visiera è monouso e pertanto deve essere eliminata subito dopo l’utilizzo (non deve mai essere abbassata sul collo).La maschera total-face è riutilizzabile e può essere lavata e disinfettata dopo l’uso.Per la prevenzione della TBC in ospedale la nuova regolamentazione, in vigore dal luglio 1995, fornisce un’ampia gamma di dispositivi respiratori approvati nelle linee-guida dei CDC (Center for DiseasesControl).IL CAMICE: deve essere utilizzato per proteggere cute ed indumenti da materiale biologico. Il camice deve essere scelto in base al tipo di attività da svolgere, per quelle da effettuare in asepsi èd’obbligo l’utilizzo di camici sterili.Il camice sporco deve essere rimosso il più in fretta possibile e successivamente va eseguito il lavaggio delle mani.Camici impermeabili, calzari, sovrascarpe ecc, sono indossati per prevenire la contaminazione degli abiti e per proteggere la cute del personale dall’esposizione al sangue e ai liquidi biologici.Camici monouso sono indossati dal personale durante l’assistenza di pazienti infettati con microrganismi epidemiologicamente importanti: in tale evenienza occorre rimuovere il camice e lavare le mani prima di abbandonare l’unità del malato. (Non sono tuttavia disponibili dati sufficienti circa l’efficacia dell’impiego di camici a questo fine ).

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    D) STRUMENTI E ATTREZZATURE PER L’ASSISTENZA AL PAZIENTEMolti fattori quali la capacità di tagliare, pungere o produrre lesioni in altro

    modo(siringhe, aghi, bisturi, e altri strumenti taglienti) nonché la probabilitàdi contaminazione con materiale infetto, la gravità delle malattie associate, e la resistenza ambientale dei patogeni coinvolti, determinano l’opportunità ol’indispensabilità di porre particolare cura nel trattamento e smaltimento dell’attrezzatura usata per l’assistenza al paziente. I presidi medici o gli strumenti riutilizzabili “critici” per l’assistenza al paziente (cioè strumenti che normalmente penetrano tessuto sterile o il sistema vascolare) e gli strumenti “semi-critici” (cioè strumenti che vengono in contatto con le mucose) contaminati, devono essere i primi obbligatoriamente sterilizzati ,i secondi obbligatoriamente disinfettati o anche sterilizzati dopo l’uso, per ridurre il rischio di trasmissione dei microrganismi ad altri pazienti. Gli strumenti “non critici” (cioè strumenti che vengono in contatto con la cute integra) contaminati con sangue, fluidi corporei, secrezioni, escrezioni devono esseredecontaminati, puliti e disinfettati dopo l’uso. I materiali a perdere (monouso)

    contaminati devono essere maneggiati e trasportati in modo tale da ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi e da diminuire la contaminazione ambientale nell’ospedale; lo smaltimento di tali strumenti deve tener conto delle regolamentazioni vigenti e delle direttive dell’ospedale.Il tipo di procedimento disinfettante è determinato dallo strumento e dal suo uso specifico, dalle raccomandazioni della casa costruttrice, dalla politica dell’ospedale, dalle linea-guida aziendali sulla sterilizzazione.

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    E) BIANCHERIA E LAVANDERIA

    Sebbene la biancheria sporca possa essere contaminata con microrganismi patogeni, il rischio di trasmissione di malattie è trascurabile, se essa viene maneggiata, trasportata e lavata in modo da evitare la diffusione di microrganismi a pazienti, personale ed ambiente.I metodi per la manipolazione, trasporto e lavaggio della biancheria sono determinatidalle politiche dell’ospedale e dalle linea-guida aziendali sulla raccolta della biancheria sporca.

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    F) PIATTI, BICCHIERI, E ALTRE STOVIGLIE

    Non è necessaria alcuna precauzione speciale per piatti, bicchieri, tazze e altrestoviglie. Per i pazienti sottoposti a misure di isolamento possono essere usati piatti estoviglie sia monouso, sia riutilizzabili. La combinazione di acqua calda e detersivousata nelle lavastoviglie ospedaliere è sufficiente per decontaminare piatti, bicchieri,tazze e altre stoviglie.

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    G) PULIZIA ROUTINARIA E TERMINALE

    La camera o l’unità del paziente intesa come letto, comodino e tutte le attrezzature usate dal paziente sottoposto a misure di isolamento basate sul tipo di trasmissione, devono essere pulite/decontaminate usando le stesse procedure impiegate per i pazienti sottoposti alle Precauzioni Standard.

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  • 43

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    Precauzioni oltre quelle standard da applicare nella trasmissione per via aerea

    • pazienti affetti (o sospettati di esserlo) da malattie che si trasmettono attraverso piccole particelle (inferiori a 5 micron), anche a lunga distanza, attraverso l’aria

    Misure da adottare• porre il paziente in camera singola con pressione negativa dell’aria e monitorizzazione della

    stessa; assicurare da 6 a 12 ricambi di aria per ora, scarico appropriato dell’aria all’esterno o filtrazione ad alta efficienza; tenere la porta chiusa; ove ciò non fosse possibile si può procedere alla sistemazione in coorte;

    • indossare protezioni respiratorie quando si entra nella stanza di paziente con Tbc attiva sospetta o accertata

    • il personale recettivo non dovrebbe entrare in camere di pazienti con accertata o sospetta varicella o morbillo senza usare la maschera

    • limitare il trasporto di pazienti e far loro usare la mascherina• per la Tbc sono previste percauzioni aggiuntive.Esempi di malattie comprese• morbillo• varicella (incluso lo zoster disseminato, vedi oltre)• tubercolosi (richiede altre precauzioni).

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    Protocollo operativo per la prevenzione e il contenimento delle infezioni ospedaliere

    Precauzioni per malattie trasmesse da goccioline• pazienti affetti (o sospettati di esserlo) da malattie trasmesse da grandi goccioline (oltre i 5

    micron).Misure da adottare• porre il paziente in camera singola; ove ciò non sia possibile si può ricorrere alla sistemazione in

    coorte, assicurando la separazione spaziale di almeno 1 metro tra i pazienti ed eventualmente i visitatori indossare le maschere se ci si avvicina a meno di un metro dal paziente limitare il trasporto del paziente ed eventualmente fargli usare la maschera

    Esempi di malattie comprese• meningiti, polmoniti, sepsi da Haemophilus influenzae tipo b meningiti, polmoniti, sepsi da

    Neisseria meningitidis ,• difterite• polmonite da Mycoplasma• pertosse• peste polmonare• scarlattina in bambini e neonati• polmoniti streptococciche• influenza• parotite• rosolia• Adenovirus (richiede altre precauzioni)

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    Precauzioni per contatto• per pazienti affetti (o sospettati di esserlo) da malattire trasmesse mediante contatto diretto

    o contatto indiretto con oggetti dell’ambiente circostanteMisure da adottare• porre il paziente in camera singola; ove ciò non fosse possibile procedere alla sistemazione in

    coorte• indossare guanti (non sterili) se si entra in stanza• rimuovere i guanti prima di lasciare la camera e lavare le mani con antisettico/antimicrobico• usare camice pulito aggiuntivo se si è a rischio di contatto sostanziale col paziente• limitare il trasporto del paziente• usare attrezzature riservate al singolo paziente (altrimenti disinfettare dopo l’uso)• usare precauzioni per evitare resistenza alla vancomicina.Esempi di malattie comprese• infezioni gastrointestinali, respiratorie, della cute o delle ferite o colonizzazione con batteri

    multiresistenti• infezioni enteriche da C. difficile• infezioni da E.Coli enteroemorragico per pazienti incontinenti• infezioni da Shigella, epatite A, Virus respiratorio sinciziale, infezioni virali enteriche in neonati o

    bimbi• infezioni cutanee da Herpes Simplex, impetigine, grandi ascessi non protetti, ulcere da decubito,

    pediculosi, • Zoster (disseminato o in paziente immunocompromesso)• congiuntiviti virali o emorragiche.

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    M A N I

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    C A M E R A P R IV A T A

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