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E. SESTI – U.L. APAROComitato Controllo Infezioni Ospedaliere
Malattie infettive nosocomiali: epidemiologia, eziopatogenesi ed evoluzione del trend epidemiologico: infezioni nuove ed emergenti
E. SESTI – U.L. APAROComitato Controllo Infezioni Ospedaliere
Malattie infettive nosocomiali: epidemiologia, eziopatogenesi ed evoluzione del trend epidemiologico: infezioni nuove ed emergenti
ARTEMISIAIn collaborazione con Associazione ARTEMISIA ONLUS
Evoluzione del concetto di infezione ospedaliera
IO: infezioni contratte nel corso del ricovero in ospedale, che non erano manifeste clinicamente, al momento dell’ammissione, ma che si manifestano, in genere dopo almeno 48 ore dal ricovero, durante la degenza stessa o dopo le dimissioni.
I. Comunitarie: infezioni già clinicamente manifeste o in incubazione al momento del ricovero in ospedale.
Oggi: infezioni correlate a processi assistenziali (ICPA) ed all'attività lavorativa in ambiente sanitario anche non strettamente ospedalieri
I luoghi delle cureAnni 70 ospedale/ass.specialistica territorio
Ospedale ter.intensiva centro accoglienza
Poliambulatorio degenza centro diurno
Med.condotto lungodegenza domicilio
Farmacia Day Hospital comunità protetta
Manicomio weck surgery comunità alloggio
Med. Provinciale Day surgery gruppo auto-aiuto
Uff. sanitario pronto soccorso RSA
riabilitazione ospice
ospedalizzazione a domicilio
DIMENSIONE DEL PROBLEMA
Problema attuale:n. ricoveri in 1 anno 9.500.000Infezioni ospedaliere/anno 450/700 mila (5-9%
ricoverati)n. decessi/anno 5/7 milaCosto per aziende sanitarie 400/500 milioni di EuroInfezioni ospedaliere prevedibili 30% (135-210 mila/anno)Decessi prevenibili 30% (1350-2100/anno)
Problema urgente: per la sanità elevate spese per strutture assitenziali
elevato costo socialeper la collettività utenti: alta morbosità e mortalità
Operatori: alto rischio occupazionaleAmministratori: elevate spese gestionali
Reg.Emilia Romagna ASR, dossier 76/2003 - GIIO vol 10 n.3 2003 - RSA
Emilia-Romagna (Moro et al.)
• 329 anziani studiati
• prevalenza puntuale 12,8%
• infezioni più frequenti (Criteri APIC- Mc Geer,1991):
– Bronchite/tracheobronchite
– Infezioni cutanee
– Congiuntiviti
– Infezioni vie urinarie
– Infezioni cavo orale
– Sdr. da raffreddamento
– Gastroenteriti
Studio di prevalenza Regione FVG (ASS4) Brusaferro et al.
• 117 anziani studiati
• prevalenza puntuale 12,8%
• infezioni più frequenti (Criteri APICMc Geer,1991):
– Infezioni cutanee
– Infezioni vie urinarie
– Infezioni basse vie respiratorie
– Micosi cutanee
Paesi Bassi anni ‘90
1973 residenti in 36 case di riposo
la proporzione di tutti i pazienti con infezioni da S. aureus meticillino-resistente MRSA è variata da 0,3 % a 0,9% con punta massima del 4,2% nel 1998
La prevenzione e il controllo delle IO è solo un problema di pertinenza
ospedaliera?
No, decisamente!
Coinvolge oltre al personale medico ed infermieristico, anche altre figure quali parenti, conviventi e volontari.
PSN 2003-2005 - nuovi percorsi “presa in carico e continuità assistenziale
• “elevato livello d’integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali, …… teso a fornire l'unitarietà tra prestazioni sanitarie e sociali, la continuità tra azioni di cura e riabilitazione, la realizzazione di percorsi assistenziali integrati (=continuità assistenziale) l'intersettorialità degli interventi, in rapporto all'attività svolta tra l'ospedale e il territorio a favore di quest’ultimo.”
La clinical governance
• intesa come capacità dei servizi sanitari e degli operatori di indirizzare la propria attività nel senso della efficacia e della appropriatezza, si basa essenzialmente (anche se non solo) sulla capacità di condurre ad iniziative d’audit su aspetti rilevanti della pratica clinica.
• La ricaduta attesa è quella di un miglioramento della pratica clinica e della scelta della massima efficacia come criterio d’erogazione delle prestazioni.
1999 rapporto dell’Institute of Medicine “to err is human”,
ogni anno 1 milione di americani riporta danni dalle cure
100 mila muoiono a causa di errori
37.6 miliardi di dollari spesi per errori e danni.
Cause più frequenti di errore e di malpractice
aumento eccessivo dei carichi di lavoro/stress;situazioni di emergenza ed urgenzainadeguata dotazione organica del personale introduzione non pianificata e priva di adeguato
periodo di prova di nuove procedure, di nuove regole organizzative, di nuove strategie…;
mancanza, o non consultazione adeguata, di protocolli e linee guida presenti
aumento ingiustificato della catena di trasmissione di dati e parametri, orale o scritta;
utilizzo di personale non esperto;
Conseguenze del rischio clinico
• per le ASL premi assicurativi sempre più elevati, ed elevati costi per le prestazioni aggiuntive.
• per gli assicuratori gestione di un settorepotenzialmente in perdita,• per alcune categorie di professionisti,
(ginecologi, ortopedici, anestesisti, chirurghi, medici dell’emergenza, etc.), affrontare premi assicurativi in continua crescita….difficoltà a trovare coperture assicurative.
Corriere della Sera domenica 5 novembre 2006
Ricerca, ISS, specialisti di un ospedale di Roma
173 medici di un ospedale romano con più di 500 posti letto sono stati intervistati.
Il 33% dei medici intervistati ammette di aver commesso errori, o di averli visti,
almeno 1-6 volte l’anno.
ERRORI Le % indicano quanti medici li hanno ritenuti
“abbastanza o molto importanti”, per frequenza
durata ricoveri durata ricoveri per cure mediche per chirurgiaDi diagnosi 49% 68%Di prescrizioni 60,3%
36,3%Di somministrazione 52,8% 4,5%Richiesta esami inutili 49,1%
36,4%Interventi inadeguati 28,3% 40,9%
CAUSE Le % si riferiscono alle cause segnalate dai medici come
“abbastanza e molto importanti”.
medici con 5-15 medici con 15-20
anni anzianità anni anzianità
Troppo lavoro nell’équipe 80,4% 67,5%
Poca comunicazione 78,4% 88,4%
Superficialità operatori 76,5% 69,2%
Poco tempo dedicato ai
pazienti 58,8% 67,5%
La fatica 50,8% 63,2%
RIMEDI
% quanti medici li hanno ritenuti “abbastanza o molto importanti”
cure mediche cure chirurgiche Migliorare lo spirito di gruppo 86,8% 81,8% Adottare protocolli condivisi 73,6% 72,7% Fare più attività formativa 83% 72,7% Aiutare a comunicare tempestivamente gli errori 86,8% 68,2%
Aumentare la specializzazione 71,7% 40,9% Definire meglio la responsabilità
di ognuno 67,3% 63,6%
Principi di prevenzione per l’organizzazione sanitaria
• evitare i rischi• sostituire ciò che è pericoloso con ciò che
non lo è o lo è meno• combattere i rischi alla fonte• applicare provvedimenti collettivi• adeguarsi al progresso tecnico• sviluppare rapporti umani ottimali e una
comunicazione semplice, personalizzata, esauriente e veritiera
IO principali indicatori di qualità, classificate “eventi avversi”
Piano Sanitario Nazionale 2002-2004 identifica le IO quali "errori nelle pratiche assistenziali“ …. E quindi prevenibili
Le IO rappresentano il principale obiettivo dei documenti sanitari relativi alla gestione del Rischio Clinico e dei programmi di Risk Management,
Evento avverso (Adverse event)Evento inatteso correlato al processo assistenziale e che comporta un danno al paziente o all’organizzazione.Gli eventi avversi possono essere prevenibili o non prevenibili. Un evento avverso attribuibile ad errore è “un evento avverso prevenibile”
Rischio clinico, è definito la “possibilità di subire un danno come conseguenza di un errore”.
Errore Fallimento nella pianificazione e/o nell’esecuzione di una sequenza di azioni che determina il mancato raggiungimento, non attribuibile al caso, dell’obiettivo desiderato
ALCUNI EVENTI SENTINELLA (JCHAO)
• Polmonite non presente all’ammissione• Piaghe da decubito 2, 3, 4 grado• Infezioni protesi e/o corpo estraneo• Reintervento chirurgico• Embolia polmonare• Reazione trasfusionale • Lesione ostetrica neonato • Indice di Apgar a 5 minuti < 6• Aggressioni subite dai pazienti• Ricovero urgente entro quindici giorni dalla dimissioni• Lesione ostetriche alla madre• Insufficienza respiratoria acuta• caduta: non lesione o lesione lieve senza trattamento,
lesione moderata (sutura-Rx), lesione grave (frattura, trauma cranico)
• Morte
Gli eventi sentinella
indicatori sanitari, la cui soglia di allarme è uno. Rappresentano un “difetto del sistema” che deve prevedere un serio e adeguato momento di riflessione, analisi, intervento programmato.
LISTA EVENTI SENTINELLA IN CHIRURGIA (Ministero della Salute)
• Procedura chirurgica in paziente sbagliato, in parte del corpo sbagliata (lato, organo o parte)
• Strumento o altro materiale lasciato all’interno del sito chirurgico che richieda un successivo intervento o ulteriori procedure
• Ogni altro evento avverso che causa morte o gravi danni indicativo di malfunzionamento del sistema e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario
Alert organisms Guidance on the control off infections in hospitals, U.K. 1995
• MRSA e altri ceppi di S. Aureus Resistenti (gentamicina)
• Streptococcus pyogenes • Streptococcus Pneumoniae resistente alla penicillina • Enterococchi produttori di beta-lattamasi• Clostridium difficilis o sue tossine• Legionella Spp• Escherichia coli produttore di verotossina• Salmonella o Shigella Spp• Gramm negativi resistenti a gentamicina,
betalattamici ad ampio spettro o chinolonici e altri Gramm negativi multiresistenti
• Altre specie con resistenze inusuali ( H. Inflenzae resistente ad ampicellina o trimethoprim)
• Pseudomonas aeruginosa• Pseudomonas maltophilia
Microrganismi ed eventi sentinella
Infezioni causate da microrganismi ( “Alert organisms*” ) l’individuazione dei quali richiede azioni immediate da parte del reparto di provenienza per motivi di ordine clinico/ pidemiologico
• microrganismi ad elevata diffusibilità e pericolosità in ospedale, se non controllati adeguatamente
• diffondere rapidamente importanti resistenze agli antimicrobici
L’incident reporting e il concetto di NON punizione
Raccomandazioni • NON PUNIZIONE NÈ SANZIONE • CONFIDENZA E RISERVATEZZA• ANALISI DA PARTE DI ESPERTI• TEMPESTIVITÀ.• ORIENTAMENTO DEL SISTEMA DI INCIDENT
REPORTING ALLA PRATICA• RISPOSTA SENSIBILE.• INDIPENDENZA DEL PROGRAMMAIl concetto di “non punizione” è una svolta culturale.
Il rischio è insito nella vita, l’azzeramento è impossibile
Allora è opportuno
che i rischi siano misurati e certi
ridotti nella loro concentrazione.
OMS
Nel settembre 1984 l’assemblea europea dell’ufficio europeo aveva indicato le priorità da affrontare per raggiungere la salute per tutti nell’anno 2000 nel controllo delle infezioni ospedalieri
Il consiglio d’Europa raccomandazioni n.5 1984/20
il contenimento di IO, dipende dalla messa in opera di una "strategia globale" che interessi tutti i settori dell'ospedale e che necessita della collaborazione di tutti coloro che vivono (degenti), frequentano (pazienti ambulatoriali, visitatori) o intervengono nell'ospedale (personale Sanitario e non, altri soggetti facenti parte dell'istituzione).
Normativa nazionale sulle IOCircolari Ministeriali n. 52/1985 e n. 8/1988 “lotta
contro le infezioni ospedaliere” – CIO, organico, compiti. Coordinamento regionale. Formazione professionale, la sorveglianza – definizione e diagnosi delle IO (CDC di Atalanta)
D.P.R. 13.9.1988 “determinazione degli standards del personale ospedaliero” - istituzione del CIO
D.M. 27.7.1995 tassi di IO come indicatore del livello di qualità dell’assistenza
PSN 1998-2000 “riduzione dell’incidenza delle IO di almeno il 25%
PSN 2003-2005 sorvegliare le IO e quelle a trasmissione iatrogena
PN per la Prevenzione 2005-2007 ?
CARTA DEI SERVIZI PUBBLICI SANITARI
Azienda adotta propri obiettivi della qualità e quantità, definisce propri fattori e indicatori
allegato 8: diritti da garantire ai cittadini
100 indicatori
n.71 ... presenza di strumenti di lotta alle infezioni ospedaliere
Origini delle IO
• Flora batterica già presente nel paziente (Infezione endogena primaria, ad esempio quella data da Haemophilus Influenzae, Streptococcus Pneumoniae, Escherichia Coli).
• Un microorganismo che proviene da un’altra zona del corpo del paziente ( Infezione endogena secondaria come quella causata da Acinetobacter Spp, Serratia Spp, Klebsiella).
• Microrganismi provenienti dall’ambiente esterno: Infezione esogena ( Staphylococcus Spp).
FATTORI FAVORENTI
• evoluzione delle tecnologie biomediche, • maggior percentuale di pazienti altamente suscettibili:malattie congenite, infezioni virali (HIV/AIDS), splenectomia,
terapie antitumorali, neoplasie, traumi, interventi chirurgici, malattie sistemiche (diabete mellito, cirrosi epatica, insufficienza renale cronica, malattie autoimmunitarie);
soggetti istituzionalizzati: anziani, spesso non autosufficienti con demenza, portatori di handicap fisici o psichici gravi, soggetti con patologie croniche.
• aumento di procedure chirurgiche eseguite ambulatoriamente o in ricovero giornaliero o con degenze sempre più breve
• procedure invasive più diffuse• largo uso di antibiotici ad ampio spettro a scopo profilattico
e terapeutico • assistenza domiciliare di pazienti che necessitano di terapie
complesse e di moderata invasività,
Possibili siti di contaminazione
Classificazione IO
• Infezioni del sito chirurgico (ISC) • Batteriemie• Polmoniti e vie respiratorie (IVR)• Infezioni delle vie urinarie (IVU)• Infezioni associate a catetere
intravascolare centrale (CIC)
Localizzazione ed eziologia Principali localizzazioni Eziologia
Studio SENIC (1975-76) Studio NNIS Incidenza infezioni 6,6% anni ’80 anni ‘90• IVU 42% IVU 40% E. coli 35%• ISC 24%* ISC 20% St. Aureus 18% • IVR 11% IVR 16 Ps. Aeruginosa 16% • BATT. 5% BAT. 6% St.coagulasi-neg 11%
*il 67% si manifesta dopo la dimissioneSENIC Study on the Efficacy of Nosocomial Infectio ControlNNIS National Nosocomial Infectio Study (CDC)
.
Prevalenza in ItaliaI'INF NOS 2' - 300 reparti in 40 ospedali su tutto il
territorio nazionale e un totale di circa 13.000 pazienti. Dal 2002 al 2004 sono state effettuate 4 indagini di prevalenza 'puntuale', della durata di un giorno ciascuna.. Sotto esame le aree della medicina, della chirurgia e delle unità di terapia intensiva (area critica).
la prevalenza delle infezioni nel nostro paese rimane stabile sul 6,7% (6,8% nel 1983);
Più della metà (2.365) sono causate solamente da 3 specie batteriche: Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureuse l'Escherichia coli, resistenti agli antibiotici di ampio spettro.
Localizzazione
5,5% dei reparti di medicina
34,2% delle unità di terapia intensiva
l'aumento di prevalenza è direttamente proporzionale alla durata del ricovero:
la prevalenza delle IO nei pazienti ricoverati in terapia intensiva per oltre 10 giorni arriva a sfiorare il 60% e si attesta intorno al 10% tra i pazienti ricoverati in area medica e chirurgica.
Interventi assistenziali invasiviuno dei fattori di rischio più forte
Accesso diretto dei microrganismi ad aree del corpo normalmente sterili
Moltiplicazione dei microrganismi per le condizioni favorevoli che si determinano (presenza di materiali plastici, di liquidi, di nicchie)
Contaminazione dei presidi durante la produzione o al momento dell’uso (mani del personale)
Principali fattori di frequenza delle IO
Tipo di pazienti ricoverati (gravità delle condizioni cliniche)
Profilo assistenziale praticato (complessità degli interventi assistenziali
Misure adottate per ridurre la frequenza di IO
A parità di case-mix dei pazienti ricoverati e di profilo assistenziale, la frequenza di IO sarà invece più elevata laddove le misure di controllo adottate siano insufficienti.
Un dato estremamente preoccupante emerso da 'INF NOS 2' è che ben il 46% dei pazienti totali esaminati (sia con IO che senza) era in terapia antibiotica:
di questi, uno su quattro in modo improprio.
Conseguenze delle I.O. sul paziente
aumento della degenza (in media 7 gg.) (la più banale!!!)
allungamento del periodo di convalescenza, necessità di successivi controlli ambulatoriali
(es. infezione ferita chirurgica)Secondo i CDC un’infezionedel tratto urinario aumenta la degenza da 1 a 4
giornidel sito chirurgico da 7 a 8 giornila sespsi da 7 a 21 giornila polmonite da 7 a 30 giorni
C I O Composizione
Organismo tecnico-consultivo dell’Azienda
COMITATO:
Direttore sanitario, infettivologo, farmacista, microbiologo, dirigente SAI,
Opera in accordo con il nucleo di valutazione aziendale, il nucleo di valutazione della Qualità ed il Risk Manager
C I O AttivitàPianificazione e gestione di programmi di
formazione, prevenzione e controllo (paziente, personale, ambiente, visitatori)
Sorveglianza epidemiologica
Valutazione dell’efficacia delle politiche di intervento attuate
Sorveglianza epidemiologica
CONOSCENZA• Determinare incidenza e prevalenza delle i.o.• Individuare le aree, le procedure, i pazienti a
rischioINTERVENTO• Individuare, pianificare e gestire gli interventi
di profilassi• Valutare efficacia, efficienza, appropriatezza
degli interventi di profilassi• Proporre nuove proposte di intervento
CIO Formazioneformazione di base su problematiche inerenti le IO ed
il rischio biologico;progettazione, messa in opera e valutazione di corsi
di formazione per: referenti unità operative; diffusione e promozione di informazioni relative ad
iniziative di aggiornamento (convegni, congressi, ecc.) su tematiche specifiche mirate
istituzione di un centro di documentazione partecipazione dei suoi componenti, quali docenti,
alla formazione;promuove la diffusione dei risultati degli interventi
realizzati, anche mediante l’utilizzo di “media” (bacheche e fogli informativi).
C I O Coordinamento/collaborazione
convocazione periodica del CIO;invio di report trimestrale con le rilevazioni riguardanti la
sorveglianza;coordinamento di gruppi di lavoro relazione annuale sullo stato di attività funzione di staff verso il direttore sanitario di presidio;Promozione della collaborazione con le realtà territoriali
(ASL, medici di base, A.D.I.) nei sistemi di orveglian- za e di prevenzione (infezioni post dimissioni, autosomministrazione terapie antibiotiche, etc.).
facilitazione a livello ospedaliero ed extraospedaliero di revisione tra pari;
vigilanza sul rispetto delle linee guida.
Ma se il CIO è l’organo pensante: “il cervello”,
chi è che traduce in azione il suo pensiero?
il Nucleo Operativoil Nucleo Operativo
Igienista (direzione sanitaria), infettivologo, microbiologo,
infermiere epidemiologo
organo “snello”, con mandato forte, capace di osservare e raccogliere le problematiche presenti nelle diverse realtà operative e di tradurle in informazioni e progetti utili alla pianificazione delle strategie di sorveglianza da proporre all’attenzione del CIO.
Strumento propositivo e organo esecutivo
indagini epidemiologiche (incidenza e prevalenza) elaborazione e stesura di protocolli: Isolamento,
sanificazione, disinfezione, sterilizzazione, DPI, prevenzione, endoscopi, uso di cateteri vascolari, lavaggio delle mani, rifiuti sanitari, cateterismo vescicale
informazione e formazione valutazioni igienico-comportamentali (periodiche) nei
blocchi operatori, etc. gestione di eventi epidemici collaborazione con i gruppi di lavoro istituiti ad hoc dal
CIO: sterilizzazione, profilassi chirurgica, etc.
Referenti unità operative
Individuati dai responsabili di UU.OO., operatori che mostrano interesse all'argomento.
traduzione nelle proprie realtà delle politiche di IO dell'azienda;
individuazione di problemi relativi alle IO inerenti la propria U:O:;
promozione e realizzazione di interventi nelle proprie realtà;
verifica dei risultati dei processi di lavoro e sull’appropriatezza nell’utilizzo delle risorse;
predisposizione di linee guida di buona pratica e monitoraggio delle stesse mediante eventi sentinella.
Gruppi di lavoro
(mono/multidisciplinari, permanenti/ temporanei)
gruppi di lavoro multidisciplinari permanenti su specifici problemi (ad es. infezioni chirurgiche, delle vie urinarie; uso antibiotici; uso disinfettanti, sterilizzazione, aspetti strutturali; ecc.);
gruppi di lavoro temporanei costituiti ad hoc su specifici problemi;
gruppo di dipartimento e/o unità operativa.
Raccomandazioni JCAH
nominare il Comitato ( definire le responsabilità e le autorità, definire i compiti e le autorità della ICN (capo sala addetta al controllo IO)
sviluppare le definizioni di IOorganizzare un Sistema di Sorveglianzaesaminare, sviluppare e rivedere le pratiche correnti relative a:• sterilizzazione/disinfezione/asepsi• igiene ospedaliera/smaltimento rifiuti• assicurarsi un adeguato supporto del Laboratorio• esaminare, sviluppare o rivedere il programma per la tutela della
salute dei dipendenti.attivare programmi d’educazione ed orientamento del personalestabilire un coordinamento formale e regolare con il personale medico
per le azioni da prendersi per il monitoraggio dell'uso degli antibiotici
Esaminare, sviluppare o rivedere le pratiche correnti, relative a:• tutti i reparti• procedure ad alto rischio d’infezione• materiale a perdere
I.S.S. – Diffusione programmi di sorveglianza
1988 – rispondenza 34%
• 14,2% ospedali con Comitato
• 11,5% referente medico• 8% infermiere dedicato
(di cui solo il 20% a tempo pieno)
2000 – rispondenza 80% 73,8% ospedali con
Comitato 59% referente medico 51% infermiere dedicato
(di cui solo il 33% a tempo pieno)
Rapporto ISS• attivare comitato, figure addette dedicate• avvio di programmi di sorveglianza, eventi
epidemici (laboratori/patogeni sentinella, antibioticoresistenza, terapia intensiva e reparti chirurgici/sorveglianza attiva con indicatori clinici/protocolli di buona pratica clinica
• promuovere protocolli (diffusione-valutazione) sterilizzazione, disinfezione, sanificazione, uso antibiotici, etc.), miglioramento degli standard assistenziali clinici.
• programmi di vaccinazione degli operatori e di sorveglianza delle infezioni occupazionale.
• rilevare dati attività di sorveglianza e controllo in strutture sanitarie private (accreditate)
Ignaz Semmelweis, 1815-1865
PREVENTIONIS PRIMARY!
Protect patients …protect healthcare personnel…
promote quality healthcare!
La minimizzazione del rischio di infezione è possibile tramite
l’osservanza rigorosa di tre interventi
• lavaggio delle mani
• isolamento dei pazienti con malattie trasmissibili (o sospetti tali)
• vaccinazione del personale sanitario.
La riflessione?
• Non c’è nulla di nuovo in queste indicazioni
• Le soluzioni sono molto meno lontane di quanto non si pensi
• Ogni difetto può essere un tesoro
Infezioni nuove ed emergenti a pericoli mutevoli rimedi diversificati
malattie infettive killer numero uno dell'umanità
HIV: oggi più di 39 milioni di persone sono Hiv +, e, nel 2004, 2,9 milioni di persone sono morte di Aids, portando il totale di morti per questa malattia a circa 25 milioni
Variante umana della malattia di Creutzfeldt-Jakob Agenti associati al bioterrorismo (carbonchio, antrace)Infezioni da SARS-Coronavirus (influenza aviaria)Tbc: nel 2003 8,8 milioni di persone sono state
infettate e tra queste 2 milioni sono morte Malaria 1 mil. di decessi, circa 5 miliardi di casi di
accessi febbrili.
LA SARS ED IL GIRO DEL GLOBOdall’1.11.2002 al 31.5.2003 8360 casi probabili e 764
decessi, è passata a 5 paesi in 24 ore, a 30 paesi in 6 continenti nel giro di qualche mese
Malattie infettive ed ambiente ospedaliero
l’ospedale ha l’importante ruolo di identificazione precoce di questi agenti responsabili di malattie ad elevato allarme sociale, e al tempo stesso di dare le prime risposte al rischio di diffusione intraospedaliera e comunitaria di questi agenti.
Gruppi a rischio: gli operatori sanitariPaese % di casi di SARS in operatori
sanitari Hong Kong (Lee et al) 58% Vietnam 53%
infezioni divenute intrattabili a causa di
abuso di antibatterici e resistenze microbiche non riguarda più solo l'ospedale, ma tutta la comunità
più estesa circolazione delle infezioni (grandi catene di distribuzione alimentare, viaggi, flussi migratori)
ridotta disponibilità di nuove molecole antibiotiche sviluppo di nuove tecnologie in campo medico,
chemioterapia, cure intensive, modus vivendi (invecchiamento, afflusso dei
bambini agli asili, rivoluzione sessuale, condizionamento, megalopoli, cambiamenti climatici
Fronteggiare le infezioni emergenti
Sorveglianza SensibilizzazioneSostegno alla ricerca applicataRafforzamento delle strutture della sanità
pubblicaAzioni ben determinateFlessibilità delle misure contro le mutevoli
strategie dei microbi
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
La maggior parte dei 15 milioni di morti per malattie infettive dello scorso anno
si sarebbe potuta evitare!
"Chi ignora il passato è condannato a ripeterlo“ George Santayana
GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE
ARTEMISIAIn collaborazione con Associazione ARTEMISIA ONLUS