cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

40

Upload: luca-avoni

Post on 13-Jun-2015

688 views

Category:

Documents


12 download

DESCRIPTION

Definizione, eziopatogenesi, teoria di Wilson, ipotesi di patogenesi, classificazione, segni clinici, caratteristiche biomicroscopiche del cheratocono.

TRANSCRIPT

Page 1: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi
Page 2: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

DISTROFIA ECTASICA DELLA CORNEA DI NATURA GENETICA ASSAI COMPLESSA IN CUI GIOCANO UN RUOLO ATTIVO FATTORI ESTRINSECI

INCIDENZA STIMATA DI UN CASO SU 2000 ABITANTI (50-230 SU 100000 ABITANTI)

Page 3: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

NEL CHERATOCONO SI OSSERVA TIPICAMENTE UNA CURVATURA CONICA DELLA CORNEA.

TALE CURVATURA E’ RESPONSABILE DI UN ASTIGMATISMO IRREGOLARE TENDELZIALMENTE MIOPICO PROGRESSIVO

Page 4: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

PROGRESSIVA ALTERAZIONE DELLA NORMALE CONFORMAZIONE DELLA CORNEA CHE APPARE DEFORMATA IN MANIERA ASIMMETRICA E DI ENTITA’ MAGGIORE IN RELAZIONE AL GRADO EVOLUTIVO DEL CHERATOCONO

Page 5: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

MAPPA TOPOGRAFICA

Page 6: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

L’ ORIGINE DEL CHERATOCONO RIMANE A TUTT’ OGGI SCONOSCIUTA !!!!!!

UVA ?FATTORI GENETICI ?

ATOPIA ?

EYE RUBBING?

Page 7: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

EZIOPATOGENESIEZIOPATOGENESI

Associazione con malattie geneticheAssociazione con malattie genetiche2

es. sdr Down (incid.= 0,5-15%), amaurosi congen.di Leber (incid.30%), ecc.

Familiarità Familiarità (incid.=4-23,5%3)ipotizzata trasmissione AD con penetranza incompletao trasmissione AR

Concordanza in gemelli monozigoti elevata Concordanza in gemelli monozigoti elevata

(71%) e > vs gemelli dizigotie > vs gemelli dizigoti4

fattori geneticifattori genetici

1. Rabinowitz 1998, Grunauer Kloevekorn 2006 2. Rabinowitz 1998, Cullen 1963, Shapiro 1985, Elder 19943. Ihalainen 1986, Rabinowitz 1998, Zadnik 19984. Bechara 1996; Owens 1996; Parker 1996; De Sanctis 1996

Ruolo di Ruolo di dimostrato da:dimostrato da:

NB:Incidenza

cheratocono in popolaz gener.=

1/2000(1)

Page 8: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Rabinowitz, impiegando dei markers per il cromosoma 21, ha studiato un’ampia famiglia originaria dello Utah affetta da Cheratocono a trasmissione dominante. In questo studio è stato dimostrato un linkage con una piccola sezione (6.8-centiMorgan) vicino al centromero del cromosoma 21 ma, in accordo con le osservazioni di Tyynismaa e Fullerton, non erano stati identificati geni causali per il Cheratocono su questo cromosoma

Rabinowitz et al.Keratoconus, non-parametric linkage analysis suggest a gene near the centromere of chromosome 21.Invest Ophthalmol.Vis Sci.1999;40(suppl.):2975.

Rabinowitz et al. Molecular genetic analysis in autosomal dominant keratoconus. Cornea 1992;11(4):302-308.

Page 9: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

EZIOPATOGENESIEZIOPATOGENESI

Concordanza in gemelli monozigoti < 100%Concordanza in gemelli monozigoti < 100%11

Possibile monolateralitàPossibile monolateralità22

fattori ambientalifattori ambientaliRuolo di Ruolo di dimostrato da:dimostrato da:

1 McMahon 19992 Phillips 2003

Page 10: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Si ipotizza che la malattia sia il risultato dell’alterazione di

diversi possibili geni diversi possibili geni

sui quali intervengono

diversi possibili fattori ambientalidiversi possibili fattori ambientali. .

EZIOPATOGENESIEZIOPATOGENESI

Page 11: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

EZIOPATOGENESI :EZIOPATOGENESI :

………………………….possibili geni .possibili geni

VSX1VSX1 (OMIM 605020)

localizzato in 20p11-q11,

appartenente alla famiglia dei fattori di trascrizione,

potrebbe essere responsabile del 4,7% dei casi di cheratocono

(Heon 2002, Biscelia 2005)

Altri loci -non i geni- per cheratocono sono stati mappati su:

16q22.3-q23.1 (KTCN2; OMIM 608932) (Tyynismaa 2002)

3p14-q13 (KTCN3; OMIM 608586) (Brancati 2004)

2p24 (KTCN4; OMIM 609271) (Hutchings 2005)

Page 12: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Attraverso studi molecolari per identificare i geni causali del Cheratocono è stata dimostrata l’importanza del gene VSX1, questo gene fa parte  della famiglia dei fattori di trascrizione ed è localizzato nella regione 20p11 - q11. Nell’uomo, l’espressione di questo gene è stata identificata a livello dello strato nucleare interno della retina, nella cornea e nel tessuto craniofacciale dell’embrione. Sono state trovate almeno 4 differenti mutazioni del gene VSX1 in grado di causare il Cheratocono, resta però ancora da chiarire la cascata di eventi conseguente alla mutazione di tale gene che porta allo sviluppo del Cheratocono e se l’eventuale anomalia genetica determini un’alterazione funzionale dei cheratociti o modificazioni a carico dell’epitelio che secondariamente si manifestano a livello stromale.

Page 13: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Lo studio di Tyynismaa, che comprendeva 20 famiglie della Finlandia suggeriva che il gene coinvolto potesse  essere localizzato tra le regioni 16q22.3 e q23. All’interno o in prossimità di questa regione sono localizzati alcuni geni coinvolti in altre patologie corneali: il gene della lecitin-colesterol acitiltransferasi (LCAT) responsabile della malattia dell’occhio di pesce con lesioni corneali, il gene della tiroxina aminotransferasi (TAT) che provoca la tirosinemia ed ulcere corneali erpetiformi, il gene della carboidrato sulfotransferasi 6 (CHST6) che determina la distrofia maculare tipo 1 e 2 .

Page 14: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

LAC semirigide LAC semirigide 1

eye rubbing eye rubbing 2 (‘stropicciamento’ oculare) anche in assenza di cheratocongiuntiviti allergiche:i pz con cheratocono tendono a stropicciarsi gli occhi nell’80-84% vs 52-58% dei controlli

EZIOPATOGENESIEZIOPATOGENESI

1 Koreman 1986, Macsai 19902 Coyle 1984, Bawazeer 2000, Jafri 2004, Lindsay 2000, Tretter 1995

Page 15: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

traumatrauma

epitelioM.Bowman

cheratociti

epitelioM.Bowman

cheratociti

IL1IL1

Teoria di WilsonTeoria di Wilson

1. trauma epitelialetrauma epiteliale meccanico (LAC, eye rubbing, ecc.)ossidativo, ecc.

rilascio di IL1IL1 da epitelio

Wilson et al. Epithelial injury induces keratocyte apoptosis: hypothesized role for the interleukin 1 system in the modulation of corneal tissue organization and wound healing. Exp Eye Res 1996

Page 16: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

traumatrauma

epitelioM.Bowman

cheratociti

epitelioM.Bowman

cheratociti

IL1IL1

Teoria di WilsonTeoria di Wilson

2. ipersensibilità cheratocitariaipersensibilità cheratocitaria a IL1 per una sovraespressione cheratocitaria di recettori per IL1(Fabre 1991, Bureau 1993)

abnorme rilascio di enzimi proteolitici e apoptosiapoptosi

Wilson et al. Epithelial injury induces keratocyte apoptosis: hypothesized role for the interleukin 1 system in the modulation of corneal tissue organization and wound healing. Exp Eye Res 1996

enzimi

apoptosiapoptosi

Page 17: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Teoria di WilsonTeoria di Wilson

a sostegno del ruolo svolto dal trauma epitelialetrauma epiteliale nell’innescare l’apoptosi cheratocitaria,

è stato osservato che le cell. in apoptosi sono particolarm. numerose

in prossimità di aree di rottura della membrana di Bowman.

Wilson et al. Epithelial injury induces keratocyte apoptosis: hypothesized role for the interleukin 1 system in the modulation of corneal tissue organization and wound healing. Exp Eye Res 1996

traumatrauma

apoptosiapoptosi

epitelioM.Bowman

cheratociti

epitelioM.Bowman

cheratociti

Page 18: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Secondo la teoria precedente il cheratocono appare

l’esito di una reazione abnorme a stimoli ambientali comuni.

L’atopia è la patologia più frequentemente associata al cheratocono (Rahi 1977, Harrison 1989, Bawazeer 2000).

L’atopia ha evidenti basi genetiche.

Il cheratocono potrebbe essere associato alle altre patologie allergiche

da una comune base genetica,

e rappresentare una diversa manifestazione fenotipica

di ipersensibilità geneticamente determinata

a stimoli ambientali comuni

EZIOPATOGENESIEZIOPATOGENESI

Page 19: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

ISTOPATOLOGIAISTOPATOLOGIA

M.DI DESCEMET

• rotture• pieghe

ENDOTELIO

• pleomorfismo• apoptosi

EPITELIO• assottigliato

• apoptosi anche nello strato basale• depositi Fe in

str.bas.

M. DI BOWMANRotture,

attraverso cui avviene

interazione diretta cell.epit -

cheratociti

M. BASALE

• morfol. irregolare• rotture localizzate

FIBRE NERVOSE• ispessite

• in associazionecon anomalie di MB

e con cheratociti

STROMA• n° lamelle

collag.• alteraz

dell’orientam.di fibrille collagene

nelle lamelle

CHERATOCITI• attività

• n°•apoptosi

Page 20: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Le anomalie istologiche sopraddette

non sono osservate in tutti i casi di cheratocono.

Anche l’apoptosi dei cheratociti,

proposta come momento fondamentale

della patogenesi del cheratocono,

si riscontra nel 60-68% dei casi di cheratocono,

ma non nel 100%

Kim 1999, Kaldawy 2002

Page 21: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Le differenze istopatologiche tra i diversi casi di cheratocono

potrebbero riflettere differenze di:

fasi temporalitemporali: attive o di remissione

localizzazioni spazialispaziali relative all’apice del cono

meccanismi fisiopatologicimeccanismi fisiopatologici:

“ Potrebbero esistere varie malattie

con differenti meccanismi differenti meccanismi fisiopatologicifisiopatologici

che producono lo stesso cambiamento fenotipico/clinico

correntemente definito

‘cheratoconocheratocono’ ”

Page 22: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

STUDI SPERIMENTALI SU CORNEE CON CHERATOCONO HANNO DIMOSTRATO LA PRESENZA DI UN AUMENTO DI PROTEASI E DI ALTRI ENZIMI CATABOLICI E UNA RIDUZIONE DEGLI INIBITORI DELLE PROTEASI

DISQUILIBRIO ENZIMATICO

Page 23: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

TALE DISQUILIBRIO ENZIMATICO SAREBBE A SUA VOLTA RESPONSABILE DI UN’ ALTERAZIONE DELLA PRODUZIONE DELLA MATRICE EXTRACELLULARE DELLO STROMA E DI UN SUO AUMENTATO RIASSORBIMENTO CON CONSEGUENTE RIDUZIONE DELLO SPESSORE CORNEALE ED ECTASIA

Page 24: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

LA DEGRADAZIONE ENZIMATICA FAVORISCE LO SLAMINAMENTO DELLE FIBRE COLLAGENE; SI HA COME RISULTATO UNA ALTERATA ORGANIZZAZIONE DELLE FIBRE COLLAGENE E ANOMALIE A CARICO DELLA MATRICE

Page 25: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

ROTTURA DELLA MEMBRANA DI BOWMAN

RIDUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE DI FIBRONECTINA, LAMILLINA,ENTACINA, COLLAGENE DI TIPO IV E , AUMENTO DEL COLLAGENE DI TIPO II, TENASCINA C E FIBRILLINA

APOPTOSI DEI CHERATOCITI E PRESENZA DI RECETTORI ANOMALI SULLA LORO SUPERFICIE

Page 26: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

NELLA PATOGENESI DEL CHERATOCONO E’ COINVOLTO UN AUMENTO , RISPETTO ALLE CORNEE NORMALI, DEI RECETTORI PER L’ IL-1, CON CONSEGUENTI ALTERAZIONI DELLO STRATO EPITELIALE E DELLO STROMA.

Page 27: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

E’ INOLTRE POSSIBILE CHE, IN INDIVIDUI GENETICAMENTE PREDISPOSTI , FATTORI ESTRINSECI QUALI MICROTRAUMI DA SFREGAMENTO O DA LENTI A CONTATTO, RAGGI UV, ALLERGIE O ALTRE CONDIZIONI POSSANO INNESCARE DEI MECCANISMI CHE ROMPONO L’ EQUILIBRIO DI SINTESI E DI MANIPOLAZIONE DEL COLLAGENE , CON CONSEGUENTE RIDUZIONE DI SPESSORE DELLA CORNEA E COMPARSA DELL’ ECTASIA CARATTERISTICA

Page 28: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Classificazione di Amsler:  La classificazione proposta da Amsler suddivide la patologia in quattro

stadi evolutivi : 1° grado: presenza di un astigmatismo obliquo, con lieve asimmetria delle

mire, curvatura corneale compresa tra 45 e 48 diottrie e inclinazione degli assi delle mire dell’oftalmometro ( angolo di Amsler ) compreso tra 1 e 3 gradi;

2° grado: oltre all’astigmatismo è presente una miopia, l’asimmetria delle mire è maggiore, la curvatura corneale è compresa tra 48 e 53 diottrie e l’angolo di Amsler è compreso tra 4 e 8 gradi;

3° grado: la deformazione è tale che non è possibile quantificare l’astigmatismo mediante l’oftalmometro, la curvatura corneale supera le 53 diottrie e all’esame biomicroscopico è possibile evidenziare una o più delle alterazioni precedentemente descritte;

4 grado: l’ectasia è visibile anche a occhio nudo ed è associata ad un marcato assottigliamento stromale

Page 29: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Classificazione di Rama:  La classificazione di Rama si basa invece sulla possibilità di

correggere l’ametropia secondaria al Cheratocono, utile per valutare l’indicazione all’intervento chirurgico:

1.Cheratocono in fase rifrattiva: nelle prime fasi è presente un astigmatismo sufficientemente regolare, eventualmente associato a una miopia lieve, e l’ametropia può essere corretta con occhiali; se l’astigmatismo diventa più irregolare e l’ametropia aumenta, la correzione con occhiali non è più possibile e sarà necessario ricorrere all’uso delle lenti a contatto;

2.Cheratocono in fase evolutiva: non è più possibile ottenere un visus soddisfacente né con occhiali né con lenti a contatto oppure le lenti a contatto non sono più tollerate, per cui si dovrà programmare l’intervento chirurgico. 

Page 30: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

STADIO 1

Miopia e/o astigmatismo < 5 D;

K reading max <48 D;

Pachimetria > 500 micron ;

  STADIO 2

Miopia e/o astigmatismo >5 D

   “                    “           <8 D;

K reading max < 53 D;

No cicatrici corneali ;

Pachimetria > 400 micron ; 

STADIO 3

Miopia e/o astigmatismo indotto > 8 D < 10 D;

K reading max > 53 D

No cicatrici corneali;

Pachimetria 200-400 micron;

STADIO 4

Refrazione non misurabile

K reading max > 55 D ;

Cicatrici centrali ;

Spessore corneale inferiore a 200 micron

Page 31: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

I SEGNI CLINICI DEL CHERATOCONO VARIANO IN BASE AL GRADO DI EVOLUZIONE DELLA MALATTIA.

ALLO STADIO INIZIALE E’ POSSIBILE LA FORMAZIONE DI UNA PICCOLA QUANTITA’ ANULARE DENOMINATA ANELLO DI FLEISCHER CHE POTRA’ ESSERE OSSERVATA SOLO DALL’ OFTALMOLOGO AL BIOMICROSCOPIO A CUI SI POSSONO ASSOCIARE LE STRIE DI VOGT

Page 32: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

STRIE DI VOGT

Page 33: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

NEGLI STADI EVOLUTI POSSONO ESSERE PRESENTI RIDUZIONE DELLO SPESSORE CORNEALE, OPACITA’ SUPERFICIALI E STROMALI, EDEMA A INSORGENZA ACUTA

IL SOSPETTO DIAGNOSTICO INSORGE NEL MOMENTO IN CUI IL SOGGETTO NON RIESCE A RAGGIUNGERE I 10/10 CON LA CORREZIONE O CON L’ AUMENTARE DI ASTIGMATISMO

IN CHERATOCONI AVANZATI SI POTRA NOTARE IL SEGNO DI MUNSON DOVE RIVOLGENDO LO SGUARDO VERSO IL BASSO, LA CORNEA ECTASICA DEFORMERA’ A SUA VOLTA IL BORDO PALPEBRALE ( ASSUME ANDAMENTO A PUNTA ).

Page 34: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

OPACITA’ CORNEALI

Page 35: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

FIG.1

Page 36: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

FIG.2

Page 37: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

FIG.3

Page 38: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

FIG.4

Page 39: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

Caratteristiche sono le alterazioni che si riscontrano in biomicroscopia: 1) assottigliamento stromale: la riduzione dello spessore aumenta gradualmente

dalla base del cono verso l’apice e può arrivare fino a un assottigliamento dell’80% dello spessore normale; nelle forme più avanzate è associato a una protrusione in avanti dell’apice del cono;

2) opacità sottoepiteliali: localizzate nelle porzioni paracentrali e centrali del cono, di colore bianco-grigiastro, sono costituite da cicatrici fibrose superficiali secondarie a rottura della membrana di Bowman;

3) fibrille superficiali: evidenti nello stroma anteriore, si ritiene siano arborizzazioni dei nervi sotto epiteliali ma ancora non si ha la certezza né della loro natura né dei fattori che ne determinano la formazione;

4) strie di Vogt: linee biancastre verticali localizzate negli strati profondi dello stroma; si tratta di strie di tensione secondarie alla deformazione corneale. Nei casi più avanzati possono essere associate a irregolarità o pieghe della membrana di Descemet;

5) anello di Fleischer: linea giallo-marrone a volte verdastra meglio evidenziata all’osservazione a basso ingrandimento e con illuminazione diffusa con filtro blu cobalto. La linea forma un anello, spesso incompleto, che corrisponde alla base del cono. Presente nel 50% dei Cheratoconi, ne è un segno patognomonico; l’anello, infatti, sembrerebbe dovuto ad un’anomala stratificazione del film lacrimale alla base del cono che facilita la deposizione di ferritina;

Page 40: Cheratocono, eziopatogenesi e diagnosi

LA DIAGNOSI PRECOCE ORA E’ POSSIBILELA CORRETTA INFORMAZIONE DEL

PAZIENTE SULLA PATOLOGIA E SUL SUO DECORSO HANNO MIGLIORATO LA QUALITA’ DI VITA

ULTERIORI STUDI GENETICI DOVRANNO ESSERE CONDOTTI PER COMPRENDE MEGLIO L’ EZIOLOGIA DEL CHERATOCONO