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COMITATO SE NON ORA QUANDO Centro “Bruno Cavalletto” Via Tezze,6/A MANTOVA Newsletter n.04 – 26 luglio 2012 In questo numero: La Regione Lombardia si è finalmente dotata di una legge contro la violenza sulle donne, dalla Redazione Combattere la violenza sulle donne oggi, significa prima di tutto conoscerla, di Claudia Forini E’ nata la rete delle reti, dalla Rete Scrivi a SNOQ comitato di Mantova, dalla Redazione Piccole donne leggono, da SNOQ Nazionale

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COMITATO SE NON ORA QUANDO

Centro “Bruno Cavalletto” Via Tezze,6/A

MANTOVA

Newsletter n.04 – 26 luglio 2012

In questo numero:

La Regione Lombardia si è finalmente dotata di una legge contro la violenza sulle donne, dalla Redazione

Combattere la violenza sulle donne oggi, significa prima di tutto conoscerla, di Claudia Forini E’ nata la rete delle reti, dalla Rete Scrivi a SNOQ comitato di Mantova, dalla Redazione Piccole donne leggono, da SNOQ Nazionale

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Vogliamo aprire con questa importante notizia per la nostra Regione

LA REGIONE LOMBARDIA SI È FINALMENTE DOTATA DI UNA LEGGE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE dalla Redazione Per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne - una vera e propria emergenza sociale che in Lombardia registra un 34,8% dei casi denunciati - il Consiglio regionale ha approvato una nuova legge . Prevista la creazione di una rete regionale antiviolenza fra tutti i soggetti impegnati contro questo fenomeno e le istituzioni sanitarie, le istituzioni scolastiche e formative, le forze dell'ordine, i tribunali, gli amministratori locali per 'valorizzare la prevenzione e il contrasto alla violenza, favorendo il diffondersi di una cultura non violenta fondata sul rispetto della dignita' della persona e sul rispetto della donna'. La legge approvata ha lo scopo di tutelare le donne in difficoltà colpendo ogni tipo di sopruso, da quello economico a quello fisico. Tra le finalità della legge, anche la condanna ed il contrasto sia di matrimoni forzati che la mutilazione genitale e l'infibulazionei. La legge, condivisa dalle diverse forze politiche e frutto di un confronto con numerose associazioni ed enti presenti sul territorio regionale punta fortemente al reinserimento delle vittime. La Regione sosterrà gli interventi a favore sia delle donne vittime di violenza che dei loro figli minori, in modo che possano trovare accoglienza ed ospitalità in centri adeguati, compiendo un percorso volto al raggiungimento di una nuova autonomia. Oltre a quelli già sottolineati, è di grande importanza, la possibilità affidata ai singoli comuni di poter assegnare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica a donne, sole o con figli minori, vittime di violenza". Un altro punto cardine della legge approvata riguarda la sensibilizzazione e la prevenzione specialmente all'interno delle scuole per sensibilizzare gli alunni delle diverse fasce d'età,

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COMBATTERE LA VIOLENZA SULLE DONNE OGGI, SIGNIFICA PRIMA DI TUTTO CONOSCERLA

di Claudia Forini

Parlare di violenza di genere significa affrontare un fenomeno complesso rimasto invisibile per molti anni perché connaturato con i valori dominanti, la cultura, la legge, da essere comunemente considerato naturale e quindi tollerato dalla società. La violenza sulle donne è una realtà storica tacitamente accettata, in Italia, la legge relativa al delitto d’onere per cui se un uomo uccideva una donna per difendere il proprio onore, aveva la riduzione di un terzo della pena ed è stata abolita soltanto nel 1981, mentre vorrei ricordare l’importante traguardo raggiunto nel febbraio del 1997 con la legge contro la violenza sessuale. Resta comunque il fatto che è una realtà tuttora molto diffusa, trasversale e sottovalutata. Per comprendere e contrastare la violenza a donne bisogna tenere presente i collegamenti tra gli aspetti sociali, relazionali e soggettivi. Il ruolo sociale femminile, centrato sulla “capacità di cura” porta a definire la relazione con l’altro in termini di dipendenza, la donna deve farsi carico dei bisogni dell’altro, sente che il proprio valore e la propria esistenza derivano dallo sguardo dell’ altro. Senza riflessione ed elaborazione in merito, uomini e donne seguono modelli di relazione tramandati da generazioni. Questo può essere un potenziale fattore di rischio per l’insorgenza della violenza perché significa tollerare una relazione tra i sessi squilibrata dal punto di vista del potere. E la violenza, come è noto non è che un abuso di potere e di controllo di chi agisce su chi la subisce. Per prevenire questo grave fenomeno dunque ci vorrebbe un cambiamento a livello sociale e culturale, che porti a fare emergere sempre più il problema e riconosca e valorizzi la differenza la reciprocità di ruoli e le risorse di ognuno/a. C’è poi la storia individuale, lo sviluppo di sé le esperienze primarie, per comprendere l’insorgenza lo sviluppo e il mantenimento della situazione di violenza. Avere relazioni positive permette di crescere con auto-stima avendo un’immagine positiva di sé con la percezione di meritare amore e rispetto, esperienze precoci di violenza o la presenza di contesti familiari con carenze affettive può fortemente danneggiare il senso di sé. Rappresentare quindi ancora una volta elementi di rischio rispetto alla possibilità di investire in relazioni svantaggiose e la difficoltà a percepire la violenza come tale. Riconoscere la violenza subita presuppone che la donna si percepisca come persona degna e positiva. Solo una volta uscita dalla violenza sarà possibile per la donna avviare percorsi di elaborazione e riparazione del disagio. Le reazioni del contesto sociale e talvolta familiare spesso giudicante e ostile, la carenza di risorse materiali, il momento della vita in cui la violenza insorge, la gravità dell’aggressione insieme a violenze pregresse sono elementi che possono appesantire l’entità del danno. Riconoscere la violenza subita e svelare l’accaduto, aiuta la donna ad uscire dalla situazione insieme a risposte di sostegno del contesto familiare e sociale, risorse materiali, azioni di protezione sono fasi indispensabili per ricostruire il senso di sé fisico e psichico nell’ambito di un percorso di elaborazione del trauma.

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E' nata sul web la RETE DELLE RETI FEMMINILI http://retedelledonne.org/ riportiamo di seguito quanto sancisce il MANIFESTO costitutivo del sito: Per i nostri diritti, e per il bene di tutti, è il momento di unirci, cercando l’amicizia e il sostegno degli uomini che non sentono il bisogno di schiacciare le donne, per tentare un cambio di paradigma. La guerra, la povertà e la distruzione ambientale non sono ineluttabili. Ma ciò che perpetua la distruzione come costante ininterrotta della storia umana si fonda su profonde radici: • la crudeltà nell’educazione dei bambini, • il nazionalismo, il razzismo e il fanatismo che fomentano l’odio fra i popoli, • la visione predatoria nei confronti della natura e degli animali, • la divisione dell’umanità in due categorie contrapposte, una delle quali (noi, le donne!) viene rappresentata come una sorta di sottocategoria della prima. Si tratta di retaggi non casuali, che fondano ogni soluzione dei problemi sulla violenza e sulla sopraffazione: e, facendo questo, alimentano la divisione fra gli esseri umani e ogni genere di conflitti, là dove l’odio (anche quando sembra opporsi ai più forti!) rafforza e perpetua il dominio dei pochi sui molti, e il loro profitto. Noi siamo un solo organismo: elementi solo apparentemente separati. Considerare accettabile la guerra fra popoli non è meno assurdo che considerare utile, in un organismo umano, la guerra del fegato contro i polmoni, o dei reni contro il cuore. E, in particolare, il conflitto indotto fra i sessi è la più micidiale fra le armi delle dittature, perché porta la guerra alla base stessa della convivenza umana, al cuore degli affetti, minando all’origine ogni capacità di sentirsi uno. Questo giova al meccanismo del profitto privato ai danni della comunità, eternamente sostenuto da un'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature. Per questo sistema, il bene comune delle persone e dei popoli rappresenta un grave pericolo: perché è sinonimo di trasparenza, partecipazione sociale, democrazia, equità. E come tale si frappone diametralmente al consolidato sistema delle oligarchie e dei suoi affari mafiosi. Un pericolo da cui il potere si difende da sempre usando proprio le donne come arma di massa. Lo strumento che più sostiene tutto questo insieme, infatti, è, ovunque e da sempre, l’antagonismo fra i sessi, eternamente alimentato dalla misoginia. «Una gli dèi fecero dalla terra, e la diedero all’uomo: minorata, non ha idee né di bene né di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, trema di freddo ma lo sgabello al fuoco non accosta. Il più grande male che Dio fece è questo: le donne. A qualcosa par che servano, ma per chi le possiede sono un guaio» (Simonide, IV sec. A.C.). La misoginia viene nutrita da retaggi tramandati ma anche da un’istigazione costante all’oltraggio del femminile, al disprezzo più o meno velato, oppure alla paura e alla diffidenza verso le donne. Questo, a sua volta, crea rancore femminile contro il “maschile”. Sul piano pratico, poi, il conflitto fra i sessi è sapientemente alimentato da 3 fenomeni sociali estremamente diffusi, ancora oggi imposti per legge in molti luoghi, e statisticamente presenti anche dove non ammessi per legge:

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1. la negazione dei diritti femminili 2. l’esclusione delle donne dalle posizioni decisionali 3. la violenza di genere nelle sue infinite forme. Il sessismo (con la violenza sessista che ne deriva), lungi dall’essere un fatto privato e istintivo, è il dettato su cui si fonda il Diritto Greco e poi quello Romano derivato (G. Duby): una distorsione attentamente fomentata in quanto protegge il potere, da sempre, contro i rischi di una vera democrazia. Lo strumento più collaudato con cui i Governi tengono a bada i popoli è la supremazia sessuale offerta al maschio dalle società patriarcali. Alla metà maschile della popolazione vessata viene da sempre gettata in pasto una contropartita: noi, le donne. Una sotto-umanità su cui ogni uomo è invitato a essere sovrano, ai più diversi livelli, per non essere efficace come oppositore. Padrone in casa propria, secondo la più antica e universale delle regole di un'umanità lacerata, divisa a metà: «Possediamo le cortigiane per il piacere, le serve per le cure quotidiane, le mogli per darci figli legittimi ed essere le custodi fedeli delle nostre case». (Pseudo-Demostene, IV sec. A.C.) E se ottiene questo regno privato, che gli importa della democrazia? che gli importa di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando? Per questo sostenere la condizione delle donne è anche il modo più efficace di sostenere l’intera l’umanità e di condurla a comprendere che siamo UNO: un solo organismo che deve espellere da sé i parassiti e il loro dettato predatorio. E questa è precisamente la ragione per cui la parità fra i sessi viene ferocemente combattuta. Riguardo alla condizione femminile: senza combattere strenuamente, le donne che nel mondo sono vessate in mille modi non otterranno sollievo. Se non li difendiamo, i diritti conquistati ci verranno tolti. Non facciamoci illudere dalle conquiste che, solo negli ultimi decenni, in molti Paesi hanno intaccato il modello millenario della schiavitù femminile, conducendo a parità legislative. Ma c’è di più: il mondo è alla frutta e la possibilità di un riscatto è in grandissima parte in mano alle donne, e agli uomini che credono nella parità di genere. E' quest'alleanza che potrà davvero condurre al cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno... ed è (anche) per dare un contributo in questa direzione che nasce questa rete. la Rete delle reti è un sito diverso da tutti gli altri: un contenitore trasversale interattivo, un nuovo strumento collettivo per fare rete fra le realtà femminili, per sua natura, uno strumento non va confuso con un referente che dà indicazioni politiche o promuove azioni come soggetto politico in cerca di adesioni. La rete delle reti non è dunque una nuova associazione, o un ente, o un movimento: il suo scopo è semmai favorire l'interazione fra tutte le donne, e fra le donne e gli enti e gli uomini che le sostengono, con l'intento di aiutare ciascuna a esprimere il proprio pensiero e a dare maggiore impatto alle proprie azioni.

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SCRIVI A SNOQ MANTOVA Con questo numero inauguriamo una nuova sezione, che dedichiamo ai contributi che

sono stati inviati alla nostra Redazione

UNA DONNA COME PRESIDENTE È QUESTIONE DI EQUITÀ di Paola Amabiglia

15 Maggio 2013 Vi dice niente questa data? Immagino di no. Infatti noi italiane e italiani sappiamo davvero poco dei meccanismi che regolano la nostra vita politica che sono strettamente connessi all'esercizio della Democrazia nel nostro Paese… e i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Ebbene il 15 Maggio 2013 scadrà il mandato del nostro undicesino Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questa notizia normalmente sfiorerebbe le nostre vite senza nemmeno toccarle troppo, ma stavolta mi piacerebbe ipotizzare un coinvolgimento diverso. La mia idea è questa: come mai in un paese con il 51% di presenze femminili dall’inizio della nostra Repubblica si è parlato così poco della possibilità di una donna come Presidente? Non è questione di quote rosa, ma di civiltà, equità, innovazione, desiderio di cambiamento. Se davvero il Paese ha bisogno di uscire da una crisi sempre più profonda di valori non solo economici, forse è proprio il caso di cominciare a pensare in modo nuovo. Badate che non intendo iniziare a caldeggiare la scelta di una donna in particolare (anche se non nego di avere già in mente la mia candidata ideale). Vorrei solo iniziare con voi un dibattito che potesse coinvolgere tutte le Cittadine e i Cittadini che hanno a cuore le sorti della nostra Patria, non solo a parole.

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PICCOLE DONNE LEGGONO Da SNOQ Nazionale Piccole donne leggono è un’iniziativa del gruppo che si occupa di formazione all’interno del comitato promotore nazionale di Snoq. È un’iniziativa semplice: cartoline e locandine che indicano consigli di lettura da distribuire nelle librerie di tutte le città, nelle scuole, nelle biblioteche; si tratta di venti titoli di libri (o, in qualche caso, serie e collane) che possono leggere bambine e ragazze dai sei anni in su. Perché? Perché leggere significa conoscenza del mondo, ma anche alimentare il proprio immaginario. Con questi consigli di lettura vogliamo aiutare le giovani e le giovanissime ad alimentare un immaginario sano e forte, che permetta loro di pensarsi libere, di affrontare ostacoli e difficoltà in modo creativo, di entrare in relazione con l’altro senza cancellare se stesse.E vogliamo aiutarle a costruire per sé una cultura segnata dalla creatività espressa dalle donne, dai diritti conquistati, dalle tracce della storia vissuta dalle generazioni precedenti. Piccole donne leggono è una lista e, come tutte le liste, può essere criticata e discussa. I nostri libri preferiti ci sono tutti, ma speriamo di incontrare presto altri capolavori per giovani e giovanissime lettrici. Intanto, siamo felici di questa prima edizione e accoglieremo con piacere e attenzione i vostri suggerimenti.

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La locandina è disegnata da Maddalena Fragnito.

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Redazione Newsletter – SNOQ Mantova Nadia Albertoni , Barbara Cassinari, Claudia Forini N. 4 – 9 luglio 2012 Avete ricevuto questa e-mail in quanto iscritti/e al servizio di Newsletter del Comitato Se Non Ora Quando di Mantova. Se non desiderate ricevere più altre comunicazioni via posta elettronica, nemmeno saltuarie, potete segnalare la volontà di essere cancellati dal servizio rispondendo alla presente