rivista effepielle n.3
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Rivista della Uil Fpl di BasilicataTRANSCRIPT
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Nº 3 DEL 20/06/2012
Anno Iº n. 1/2012 - INFORMARE FPL– periodico di informazione politico-sindacale Redazione e Direzione: Via Napoli, 3 - Potenza - 85100 - Tel. 0971/650496- Fax 0971/51098- [email protected]
AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI ROMA-N.420/87 (GIA’ PROPOSTA FLASH) - Direttore Responsabile Sarli G. - Distribuzio-
Si è svolto a Maratea dal 28 al 30 Maggio presso il Pianeta il
Consiglio Generale Nazionale della UIL FPL. Abbiamo chie-
sto al Segretario Regionale della UIL FPL, Antonio Gugliel-
mi di fare qualche considerazione sull’ evento che per la pri-
ma volta si è svolto in Basilicata.
COME MAI LA UILFPL NAZIONALE HA SCELTO
MARATEA COME SEDE DEI LAVORI DEL CONSI-
GLIO GENERALE?
E' stato un riconoscimento all'impegno dell'intero gruppo dirigente della UILFPL di Basilicata soprattutto
in occasione delle elezioni per il rinnovo delle RSU e un'attenzione della Segreteria Nazionale nei confronti
della nostra regione, ricca di bellezze naturali, ma quasi ignorata dal turismo di massa., povera di strutture
produttive, ma dispensatrice di risorse vitali per il benessere del Paese come l'acqua e il petrolio.
QUALI SONO STATI I TEMI DI CUI SI E’ OCCUPATO IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA
UILFPL DI MARATEA?
Sicuramente il recente accordo sul lavoro pubblico che dovrebbe aprire una fase nuova per i lavoratori del-
la Pubblica Amministrazione, oggetto in questi anni di una indegna campagna di delegittimazione. Un ac-
cordo che dovrebbe chiudere con le politiche antisindacali e le scelte unilaterali che gli ultimi governi ,
compreso l'attuale, hanno fatto. Si è dibattuto inoltre di come rimuovere le rigidità della cosiddetta Riforma
Brunetta e di come condurre una lotta a fondo contro gli sprechi e la cattiva spesa pubblica. Infine, il Con-
siglio Generale ha ribadito la necessità di mettere in campo alcune iniziative per ridurre il peso fiscale sui
redditi medio-bassi e per estendere ai lavoratori del P.I. la tassazione al 10% del salario accessorio, come
avviene nel settore privato.
INSOMMA I TEMI DELLO SCIOPERO DEL 28 OTTOBRE 2011 DELLA UILFPL?
Certamente. Quello sciopero ha segnato una tappa importante per la nostra organizzazione, ma crediamo
per tutto il sindacato confederale. Non è stato solo contro qualcuno, ma per costruire insieme una piattafor-
ma programmatica capace di sburocratizzare ed efficentare la macchina pubblica e di tutelare la dignità e la
professionalità di chi lavora.
LA BASILICATA OSPITA IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA
UIL FPL
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MA IL MINISTRO FORNERO STA RILANCIANDO SUI LICENZIAMENTI NELLA P.A. CHE
COSA HA DETTO IN PROPOSITO IL CONSIGLIO GENERALE?
Si tratta di un argomento senza senso, affrontato e normato da oltre dieci anni con il DLS 165/2001. Negli
ultimi trent'anni non si è fatto altro che intervenire con norme sempre più restrittive sulla P.A. e non c'è da
aggiungere altro. Chi torna sull'argomento vuole solo continuare questa indegna campagna di delegittima-
zione dei lavoratori del P.I.. Come si può licenziare nella Pubblica Amministrazione quando il blocco delle
assunzioni ha portato le dotazioni organiche all'osso. Nella sanità specialmente c'è una situazione tale di
carenza di personale che potrebbe portare addirittura alla chiusura di molti presidi sanitari. Perciò cerchia-
mo di parlare di cose serie e di non quelle che non hanno senso.
PER QUESTO ALLORA SI E' CREATO TANTO PRECARIATO NELLA PUBBLICA AMMINI-
STRAZIONE?
La presenza di tanti lavoratori precari ( in Basilicata sono oltre mille) negli enti pubblici è stata in gran
parte determinata dal blocco delle assunzioni. Le varie amministrazioni, per garantire i servizi, sono state
costrette a ricorre a queste nuove forme di lavoro. Perciò l'intero movimento sindacale chiede di mettere la
parola fine al precariato. La regione Basilicata sta facendo molti sforzi per eliminare il fenomeno, ma se il
Governo non interviene o peggio impugna i provvedimenti chiedendone l'incostituzionalità ( come nel ca-
so degli incentivi alla stabilizzazione) non faremo molti passi avanti. Perciò confidiamo molto nel citato
accordo sul lavoro pubblico, sottoscritto a Roma qualche settimana fa.
PERO' NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CI SONO ANCORA TANTI SPRECHI
Sicuramente le degenerazioni del sistema politico e il legame strettissimo tra questi e la dirigenza hanno
prodotto tante storture e anche tanti sprechi. In questi decenni vi è stato tutto un proliferare di enti, consor-
zi, municipalizzate, aziende speciali, società miste ecc. che hanno moltiplicato i costi in modo insostenibile.
E' qui che si annida il grosso della cattiva spesa pubblica ed è qui che bisogna tagliare. Quello che è sba-
gliato è prendersela con i lavoratori che invece chiedono solo di poter lavorare ed essere utili alla costruzio-
ne del bene comune. In Basilicata qualche esempio virtuoso si comincia ad intravedere anche grazie al sin-
dacato. La riforma delle Comunità Montane e la costruzione delle Aree Programma ne è un esempio.
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Le dichiarazioni del Ministro Fornero sui lavoratori pubblici e privati fanno supporre un’ignoranza sulla
legislazione che regola il pubblico impiego -così Giovanni Torluccio, Segretario Generale della UIL-FPL.
“Il Ministro dovrebbe sapere infatti che i dipendenti pubblici hanno i loro
contratti bloccati già da tre anni, che hanno inique tasse sulla malattia, che
non hanno diritto alla tassazione agevolata sul salario accessorio, che per
loro non esiste cassa integrazione né indennità di disoccupazione e che già
da subito il lavoratore in esubero, dopo due anni di mobilità, perde il lavo-
ro, senza alcuna procedura concordata con i sindacati e che ai lavoratori
pubblici non si applicano le norme di garanzia previste dallo Statuto dei
lavoratori in materia di impugnazione delle sanzioni disciplinari.”
“Dunque- prosegue Torluccio- siamo d’accordo ad equiparare il pubblico
ed il privato, ma partendo proprio dalla modifica delle norme penalizzanti
a danno dei dipendenti pubblici.”
“Sarebbe inoltre più opportuno che il Ministro del Lavoro invece che continuare ad alimentare il clima di
forte tensione sociale che sta vivendo il Paese e dividere i lavoratori sventolando minacce di licenziamento,
inizi seriamente a sviluppare politiche volte ad incentivare
l’occupazione. Solo così-conclude Torluccio-farebbe bene il proprio mestiere”.
Segr. Generale G. TORLUCCIO
FORNERO SI INFORMI PRIMA DI PARLARE
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In Italia la grave situazione economica è stata affrontata attraverso drastiche, quanto ingiuste, misure sul
sistema pensionistico, volte solo a fare cassa, e attraverso l’ulteriore aumento delle tasse.
Così facendo il conto è stato ancora una volta pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, e più in ge-
nerale da tutti coloro che hanno il sostituto d’imposta.
In questo momento c’è bisogno di una svolta nella politica economica orientata a promuovere e sostenere
la crescita. La politica economica è chiamata a svolgere un ruolo centrale e la politica fiscale, che di essa è
parte, è determinante per portare il Paese fuori dalla crisi. Bisogna infatti, da un lato, assicurare la tenuta
dei conti pubblici e, dall'altro, liberare risorse per lo sviluppo e la crescita del Paese, a partire da quelle per
incrementare la domanda dei consumi e degli investimenti.
Bisogna realizzare una riforma fiscale che valorizzi il lavoro e la produzione. E’ necessario che, in occasio-
ne della presentazione della nuova legge delega, il Governo assuma questo impegno prevedendo già nel
2012 una prima riduzione di tasse sul lavoro.
Per portare avanti questa battaglia la UIL propone a CISL e CGIL una forte mobilitazione in tutto il
Paese con modalità da concordare.
Ridurre subito le tasse a lavoratori e pensionati Occorre dunque ripartire dal fisco.
Innanzitutto rendendo esigibile la prevista tassazione al 10% dei premi di risultato. La UIL chiede al
Governo l’immediato varo del decreto attuativo per rendere applicabile il meccanismo di detassazio-
ne dei premi di risultato, erogati tramite la contrattazione collettiva aziendale o territoriale e la sua esten-
sione anche ai lavoratori del settore pubblico.
Bisogna poi destinare subito i proventi della lotta all’evasione fiscale a ridurre le tasse già nel 2012 ai lavo-
ratori dipendenti ed ai pensionati. Questo intervento può essere fatto:
o aumentando significativamente le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e da pensione,o ri-
ducendo la prima aliquota IRPEF dal 23% al 20%, o introducendo un aumento del bonus per i figli,
nell’ambito di un maggiore sostegno alla famiglia.
Una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale I recenti dati sulle dichiarazioni dei redditi 2011 hanno confermato che le tasse nel nostro Paese le pagano
prevalentemente i lavoratori e i pensionati ed evidenziano il perdurare di un elevato livello di evasione fi-
scale. Nessuna economia, soprattutto nella nuova fase di competizione globale, può sopportare una così alta
evasione.
Per la UIL il Governo e il Parlamento devono introdurre provvedimenti che segnino una svolta epocale
nella lotta all’evasione.
In questi anni, sotto la spinta delle forze sociali, si sono fatti dei passi in avanti in questa direzione.
Adesso bisogna accelerare prevedendo il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività di ammini-
strazione tributaria. In particolare la UIL chiede:
- Una riorganizzazione dell'apparato statale rafforzando ed estendendo le strutture dedicate in via esclu-
siva ai controlli e all’accertamento, destinandovi maggiori risorse umane.
RIDURRE LE TASSE SUL LAVORO PER SOSTENERE LA
CRESCITA
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- L’incrocio tra le banche dati dell’Amministrazione finanziaria, Enti locali e servizi pubblici, anche nel
quadro dell’integrazione operativa delle agenzie, e prevedendo benefici economici per gli Enti locali sulla
base delle somme recuperate.
- La revisione del sistema sanzionatorio, a partire da quello penale, al fine di rendere effettiva
l’applicazione della pena anche a seguito di una ridefinizione delle soglie penalmente rilevanti.
- L’introduzione di un meccanismo di contrasto di interessi soprattutto per le spese per i servizi alle per-
sone e alle famiglie. Questo deve avvenire nel quadro di un sistema che sappia contrastare possibili feno-
meni di illegalità.
Addizionali regionali e comunali Irpef La reintroduzione dell’IMU sulla prima casa, lo sblocco degli aumenti delle aliquote delle Addizionali Re-
gionali e Comunali IRPEF hanno comportato un aumento generalizzato della pressione fiscale soprattutto a
carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. E’ necessario intervenire prevedendo un fisco locale più
equo attraverso le seguenti misure:
1) Per le addizionali Regionali e Comunali IRPEF, è indispensabile rivedere il principio e la base imponibi-
le trasformandola da imposta a sovraimposta, cioè calcolando l’importo per Regioni e Comuni sull’IRPEF
dovuta e non sull’imponibile fiscale. In questo modo si rispetterebbe, sia il principio di progressività
dell’imposta, sia le detrazioni e le deduzioni per la produzione del reddito (NO TAX AREA).
In alternativa, lasciando invariato l’attuale sistema occorre introdurre le detrazioni per la produzione del
reddito e aliquote progressive per scaglioni di reddito.
.
Rafforzare lo Statuto del contribuente Al fine di rafforzare lo Statuto del contribuente è neces-
sario:
- Elevare al rango costituzionale il principio di non retro-
attività e le altre disposizioni dello Statuto del contribu-
ente che attengono a diritti considerati fondamentali e
non derogabili;
- Rafforzare il ruolo del garante del contribuente e la
struttura organizzativa del Ministero dell’Economia,
chiamata a vigilare sulla corretta applicazione dello Sta-
tuto del contribuente da parte degli uffici delle agenzie
fiscali;
- Istituire una “carta dei servizi fiscali”, allo scopo di for-
nire annualmente al contribuente uno schema semplifica-
to degli adempimenti fiscali.
2) Per l’IMU sulla prima casa occorre prevedere aliquo-
te ridotte, legate al reddito ISEE per lavoratori e pensio-
nati; maggiori detrazioni per i pensionati senza figli a
carico; l’equiparazione delle detrazioni di 50 euro per le
famiglie con disabili over 26 anni; l’equiparazione a
“prima casa” delle abitazioni di anziani e disabili ricove-
rati in strutture socio sanitarie
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Mi auguro e spero che queste considerazioni giungano ai tanti lavoratori che in questo momento attraversa-
no momenti difficili.
Spesso si dice che il Sindacato serve a poco, che è un’altra casta, che è asservito alla politica, che non di-
fende i lavoratori ed altro.
Sono opinioni che, se restano personali, possono in qualche modo essere ascoltate, ma se divengono consi-
derazioni generali non possono essere accettate in quanto “luoghi comuni”, senza fondate argomentazioni.
Andando spesso in giro nei vari enti per le contrattazioni decentrate, dai lavoratori e dalle RSU viene evi-
denziata l’esigenza di un Sindacato forte ed autorevole per far fronte alle tante ingiustizie che vengono per-
petrate nei luoghi di lavoro dove vengono calpestati diritti sacrosanti e imposti atti discriminatori da parte
di amministratori prepotenti ed ignoranti.
Quindi il Sindacato è utile e necessario più che mai, quale ultimo baluardo dei diritti di tutti i lavoratori.
Sorprende, poi, che il Sindacato venga considerato una “casta”, al pari della politica, dimenticando che
l’organizzazione di un Sindacato ed il suo funzionamento scaturiscono dalla libera adesione alla sottoscri-
zione di una tessera, quale contributo alle attività che vengono svolte dal Sindacato stesso.
Perciò, è proprio fuori luogo definirlo “casta”, non c’è nessuna relazione.
Si parla spesso anche di asservimento alla politica, un altro luogo comune per far intendere che il sindacato
non svolge la sua funzione e non rappresenta le istanze dei lavoratori poichè assoggettato al potere.
La verità è che arrivano a questa conclusione coloro i quali pensano di risolvere i loro problemi con l’aiuto
della politica, delle loro conoscenze o amicizie personali, in dispregio o fregandosene dei colleghi di lavo-
ro.
Moltissimi sono i lavoratori non sindacalizzati che pensano di essere immuni da eventuali addebiti o conte-
stazioni che potrebbero scaturire nell’ambito del lavoro.
Questi sono convinti di poter risolvere i loro problemi in modo autonomo ed individuale con l’aiuto poli-
tico.
La UIL-FPL ha portato avanti molte campagne a tutti i livelli ma nessuno risponde:
sui costi della politica;
sull’iniqua ed inaccettabile riforma cosiddetta”Brunetta”;
sulla contrattazione nazionale e decentrata del pubblico impiego.
Non tutti sanno che la UIL-FPL su più tavoli (Governo, Aran, Enti Locali) ha sempre sollecitato una intesa
per modificare il Decreto L.vo n. 150-2009 per le disfunzioni provocate, cercando di proporre modifiche
migliorative al decreto in questione. Ha anche proposto la valorizzazione della contrattazione integrativa al
fine di contribuire alla razionalizzazione della spesa per liberare risorse da destinare ai lavoratori.
Queste argomentazione scaturivano e scaturiscono dalla difficoltà applicative e dalla poca chiarezza che la
legge stessa ha manifestato in questo breve lasso di tempo.
Infatti, un primo protocollo di intesa del 4 febbraio 2011, sottoscritto dalla UIL-FPL e dalla CISL-FP , ma
non della CGIL, dalle Regioni, dall’ Anci ed dall’ Upi, avrebbe potuto rappresentato un primo passo verso
una revisione della contrattazione decentrata e la modifica del D.L.vo 150/2009.
IL SINDACATO NON E’ UNA CASTA
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Un’ occasione mancata dunque riconosciuta implicitamente proprio da chi l’ha avversata .
Occorre anche far presente le tantissime istanze portate avanti dalla UIL-FPL in sede giudiziaria, molte di
queste sono andate a sentenza ed hanno avuto esito positivo, senza parlare delle numerose Sentenze delle
varie Corti dei Conti che in tutta Italia hanno avuto esiti diverse, perfino contrapposte.
Successivamente sono sopraggiunti Decreti del Consiglio dei Ministri e diverse Circolari che hanno tenta-
to di chiarire alcuni aspetti della ingarbugliata matassa, ma la materia è lacunosa e confusionaria, perciò
occorre una razionalizzazione seria.
Da tutto questo trambusto si è nuovamente approdati ad un nuovo Protocollo di Intesa sul Lavoro Pubblico
con tutti i sindacati, con il Governo, con le Regioni, con l’Anci e con l’Upi , con i quali, finalmente, si tenta
di dare una svolta definitiva sulla applicazione del Legge Brunetta.
Tutto questo per la UIL-FPL non basta. Infatti, sulla Gazzetta Ufficiale del 8-02-2012, a pagina 90, è stata
pubblicata, da parte della Corte di Cassazione, l’Annuncio di una Proposta di Legge di iniziativa Popolare
che la UIL-FPL ha voluto intraprendere per la modifica per Legge del D.L.vo n. 165/2001, della Legge n.
15 del 2009 e del D.L.vo 150 del 2009. Per effetto di ciò, è partita una campagna di raccolta delle firme
per suffragare il disegno di legge appena enunciato.
In questa grave situazione economica, scaturita anche dal blocco dei contratti, previsto per Legge, la UIL-
FPL si è mobilitata per offrire dei sussidi ai propri iscritti, a partire dalla Assicurazione gratuita per Re-
sponsabilità Civile, ai Corsi formativi ECM gratuiti, alla Carta di Credito gratuita. Insomma ha cercato di
offrire ai suoi iscritti una gamma di servizi che sono utili ai lavoratori.
Ecco perché il Sindacato serve e come, che il sindacato e la UIL in particolare hanno duramente contestato
la politica auto-referenziale che produce costi non sopportabili.
Questa battaglia la UIL la porta avanti da molto tempo, per cui come si fa sostenere che si è vicini alla Po-
litica.
Le ultime leggi sono state emanate senza consultare i Sindacati: il blocco dei Contratti, la riforma delle
Pensioni, lo stesso Decreto Brunetta.
Per non parlare delle numerose chiusure di stabilimenti italiani, i numerosi accorpamenti di uffici o la loro
chiusura e la soppressioni di enti pubblici.
Perciò da dove si evince l’asservimento alla politica! Il mancato coinvolgimento delle OO.SS. è servito e
serve, con l’aiuto di tanti lavoratori qualunquisti, a delegittimare il Sindacato, perché il progetto è e resta
quello di non dare valenza al Sindacato, limitarlo nella sua azione e ricondurlo ad una mera e scomoda pre-
senza, ma per attuare questo disegno si dovrà passare sulla pelle di milioni di lavoratori a cui dovranno
rendere conto.
Il Sindacato è un organismo di rappresentanza previsto costituzionalmente e dalle leggi italiane e non può
essere cancellato per decreto o ignorato da chi persegue disegni antidemocratici.
Il Segretario Organizzativo Regionale
Giuseppe Cardone
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IL DON UVA STA PER CHIUDERE ?
L’ istanza di fallimento avviata dalla Procura di Trani nei confronti della
CASA DIVINA PROVVIDENZA potrebbe aprire un nuovo doloroso
capitolo della crisi che investe da alcuni anni il DON UVA e dalla quale
non si riesce ad uscire, a causa della pesante debitoria accumulata e dalle
perdite annuali consistenti che caratterizzano la gestione pugliese.
Anche a Potenza seguiamo con preoccupazione l’evolversi della situazio-
ne per le ripercussioni che si potrebbe avere malgrado il sostanziale equi-
librio finanziario che si registra e al normale e congruo pagamento delle
prestazioni da parte della Regione Basilicata.
Una crisi tutta pugliese dunque, ma con effetti purtroppo deleteri anche
sulla struttura potentina.
Il Sindacato e la UIL FPL in particolare ritengono che ormai è giunto il
tempo delle scelte drastiche per evitare che l’ incendio scoppiato in Puglia
possa divampare anche a Potenza bruciando una realtà sana e che assicura servizi indispensabili e di qualità
ai nostri cittadini.
Perciò o si è in grado di salvare Potenza e determinare un‘ autonomia sostanziale dalla Casa Madre che as-
sicura il funzionamento dei servizi e il pagamento degli operatori, oppure bisogna individuare un nuovo
soggetto capace di rilevare tutta l’attività che attualmente il DON UVA assicura.
Questo chiede la UIL FPL e questa è la posizione che porterà al tavolo permanente di crisi istituito presso il
Dipartimento Regionale Sanità e Sicurezza Sociale.
La soluzione più auspicabile qualora il DON UVA fallisse è una gestione pubblica diretta dei servizi “IN
HAUSE”, capace di mantenere i livelli qualificati di assistenza e di trasferire tutti i dipendenti della Casa
Divina Provvidenza di Potenza.
Il Segretario Aziendale
Luigi Mancuso
L. MANCUSO
Segr. Aziendale Don Uva