n 12 2014 milan parma

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Domenica 16 marzo 2014 Anno 4 n 12 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Parola al Baffo Milan tutto da rifare Salvare il salvabile Il commento della bandiera interista Sandro Mazzola pag 4 Andrea Anelli pag 2 Aldo Colombo pag 11 Lara Comi pag 8 LA PARTITA IPPICA MOTO MONDIALE MUSICA PALLA ALL’ONOREVOLE intervista a Paola Bulbarelli Assessore Regione Lombardia Riccardo Sada pag 13 THE VOICE OF ITALY Febbre da Cavallo Marjlja Bisceglia pag 10 AL VIA LA STAGIONE 2014 GENIO E SREGOLATEZZA PER LA VITTORIA “Balotelli si deve raddrizzare”

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Page 1: N 12 2014 milan parma

Domenica 16 marzo 2014 Anno 4 n 12 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

Parola al BaffoMilan

tutto da rifare

Salvare il

salvabile

Il commento dellabandiera interista

Sandro Mazzola pag 4

Andrea Anelli pag 2

Aldo Colombo pag 11

Lara Comi pag 8

LA PARTITA

IPPICA

MOTO MONDIALE

MUSICA

PALLAALL’ONOREVOLEintervista aPaolaBulbarelliAssessore Regione Lombardia

Riccardo Sada pag 13

THEVOICE

OF ITALY

Febbreda

Cavallo

Marjlja Bisceglia pag 10

AL VIA LA STAGIONE2014

GENIO E SREGOLATEZZAPER LA VITTORIA

“Balotelli si deve raddrizzare”

Page 2: N 12 2014 milan parma

domenica 16 marzo 20142

Allenatore:Clarens Seedorf

MILAN (4-2-3-1)

Arbitro: Domenico Celi di Bari

MilanIn Casa

Ultima Vittoria 9/3/14Parma-Verona 2-0

Ultimo Pareggio 23/2/14Parma-Fiorentina 2-2

Ultima Sconfitta 3/11/13Parma-Juventus 0-1

Fuori CasaUltima Vittoria 2/3/14

Sassuolo-Parma 0-1Ultimo Pareggio 22/12/13

Sampdoria-Parma 1-1Ultima Sconfitta 30/10/13

Genoa-Parma 1-0

Allenatore Roberto

Donadoni

(3-5-2) PARMAAmelia;

Abate, Rami, Mexes, Constant; Montolivo, Muntari;

Honda, Kakà, Taarabt; Balotelli.

Mirante;

Cassani, Felipe, Lucarelli; Gobbi, Gargano, Marchionni, Parolo Biabiany,

Amauri, Cassano.

Pensiero Stupendo...

di Beppe Vigani

STADIO MEAZZA ORE 15.00

MATCH PERICOLOSOIl Parma non perde da 15 partite

Milan e Parma negli anni Novanta, i ducali sono

avanti di cinque punti ai rosso-neri, con una partita in meno. Le due squadre si sono incontrate a Milano 22 volte. I rossoneri han-no vinto in 14 occasioni contro le 2 del Parma. In tutto i pareggi

SeveraBisceglia

statistiche

casa, contro 18 degli avversari. Il maggior numero di reti sono state realizzate nel secondo tem-po: mentre nella prima frazione di gara Milan e Parma hanno segnato in totale 22 gol, nel se-condo tempo le realizzazioni salgono a 39. Nel primo tempo

MILAN AVVISATOsono 6. La vittoria con più gol risale alla stagione 2005/2006, quando alla 18ª giornata i mila-nesi vinsero 4-3. In vantaggio i padroni di casa con un’autorete di Cardone, raddoppio di Gi-lardino, poi terza rete di Kaka, accorcia Cannavaro, allunga Shevchenko, poi doppietta di Marchionni. La vittoria più lar-ga per il Milan è, invece, della stagione 2010-2011, quando alla 25ª giornata la squadra di Allegri travolse gli emiliani per 4-0: in gol Seedorf, Cassano e doppietta di Robinho. Per quanto riguarda il Parma, due vittorie ed entram-be per 1-0. Nel 1992-1993, nel corso della 24ª giornata, decise Asprilla, mentre nella stagione 1996-1997, alla 14ª giornata, de-cise Stanic. Tra Milan e Parma, sono stati messi a segno 61 reti, di cui 43 a favore dei padroni di

è il Milan a essere andato in gol più volte, 16, mentre sono 7 le palle insaccate dal Parma. Nella ripresa, sono sempre i rossoneri a essere andati più volte in gol: 27 contro 11 degli ducali. L’ulti-ma vittoria del Milan risale alla 25ª giornata della stagione scor-sa: gli uomini allenati da Allegri vinsero 2-1. In rete i padroni di casa con un autogol di Paletta e Balotelli, mentre per gli emilia-ni accorciò le distanze Sansone.

Mario Balotelli, autore del secondo gol dell’ultima vittoria rossonera

Parma

Il pericolo è quello che ormai tutti aspettano: Milano fuori

dall’Europa che conta, Juventus campione d’Italia (l’ha pratica-mente detto anche Rudi Garcia), Roma e Napoli in Champions. Non potrebbe andar peggio. Forse sì. Il Milan fuori addirittu-ra dall’Europa League, che a dire il vero non sarebbe male. Questa competizione così com’è conge-niata è una bruttura unica. Trop-pe partite, in più c’è il ripescaggio delle terze di Champions elimi-nate dalla prima fase, che vanno ad aumentare il gruppo nutrito dell’Europa League. Una delle tante porcate per disputare più partite in un torneo che diventa importante solo dalle semifina-li in poi. Sarebbe un bene per il Milan fare un anno sabbatico, così come lo sta facendo l’Inter: ne gioverebbero i giocatori e la società che avrebbe più tempo per pianificare una strategia per il prossimo futuro. Non pensate male, non fare l’Europa non è un peccato mortale: in Inghilterra il Manchester United difficilmen-te andrà in Champions League e non è detto che ce la faccia ad entrare in Europa League. Non muore nessuno, là preferisco-no prendersela per il lavoro che manca, non per sciocchezze del genere. Tornando a bomba sul campionato, il Milan ospita il Parma, forse la squadra più in forma del momento. Gli emi-liani non perdono da quindici partite, i rossoneri arrivano da due sconfitte consecutive, quella con la Juventus assolutamente immeritata. Clarence Seedorf ce la sta mettendo tutta, ma con lui in panchina i rossoneri hanno già perso tre volte in otto partite. Giocano meglio, ma raccolgono poco e quel che fa rabbia e che a volte giocano meglio dell’avver-sario (come col Porto). Il tecni-co olandese riuscirà a fermare la cavalcata di Roberto Donadoni, indimenticata ala destra che tan-to vinse con la maglia rossonera? Sarà una bella partita, perché il Milan vuol vincere e il Parma non nasconde di puntare all’Eu-ropa e stupire ancora. Un pareg-gio non servirebbe ai rossoneri, che vedrebbero sfumare definiti-vamente la speranza di entrare in Europa (per prestigio, dicono) e salvare la stagione con un finale dignitoso. Nulla è perduto dico-no dalle mie parti, solo alla morte non vi è rimedio. Bertolt Brecht diceva: “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. Uomo avvisato, mezzo ammazzato…

Bertolt Brecht, drammaturgo, po-eta e regista teatrale tedesco

In CasaUltima Vittoria 16/2/14Milan-Bologna 1-0Ultimo Pareggio 2/02/14Milan-Torino 1-1Ultima Sconfitta 2/3/14Milan-Juventus 0-2

Fuori CasaUltima Vittoria 23/2/14Sampdoria-Milan 0-2Ultimo Pareggio 8/12/13Livorno-Milan 2-2Ultima Sconfitta 8/3/14Udinese-Milan 1-0

Stagione fallimentare. Saranno queste ultime undici giornate

a stabilire se l’annata 2013-2014 sarà da cancellare del tutto o se si riuscirà a salvare qualcosa in extremis, di certo c’è che passe-rà alla storia per i cambiamenti epocali a livello societario che ancora sono in corso. Se pare sempre più certo l’ingresso in società a fine stagione di Sean Sogliano come direttore sportivo appare meno sicura la conferma del doppio amministratore dele-gato anche per la prossima sta-gione. L’incompatibilità dei due è evidente e i primi segnali di spaccatura si sono visti il giorno dell’esonero di Allegri. Barbara Berlusconi con il padre e Fede-le Confalonieri erano ad Arcore a scegliere Seedorf mentre Gal-liani girava per lo spogliatoio di Milanello agitando i pugni per aria contro i giocatori. Difficil-mente una squadra nel mezzo di una bufera societaria riesce a estraniarsi e infatti i rossoneri si trovano ora a inseguire un posto in Europa League per non re-stare del tutto fuori dalle coppe. Seedorf ha portato un cambia-mento nel Milan che si è potuto vedere solo a sprazzi e per questo motivo si è già creato un gruppo di contestatori. L’olandese ha fat-to scelte discutibili, ma nel com-

plesso ha provato a ridare stimoli e dignità a un gruppo che l’ave-va colpevolmente persa. Dopo un’eliminazione in Champions League sul banco degli imputati finiscano tutti ma da qui biso-gna ripartire. Oggi a San Siro si presenta una squadra che ha già fatto male ai rossoneri all’andata, il Parma di Donadoni. I gialloblu inseguono anch’essi il sogno Eu-ropa League. A questo punto del campionato bisogna prendere in mano il calendario e fare quattro calcoli. Parma, Lazio e Fiorenti-na sono le prossime tre gare, in pratica ci si gioca tutto subito af-frontando le dirette concorrenti, Inter a parte che arriverà a mag-gio. Probabilmente è meglio così, avere ancora bene impressa nella mente l’eliminazione deve servi-re come stimolo per far crescere la rabbia agonistica troppe volte dimenticata in questa stagione. Fuori lo squalificato De Sciglio e ancora una maglia da titolare per Abate sulla destra con l’inne-sto di Constant sull’altra fascia. Potrebbe entrare Mexes al cen-tro della difesa al fianco di Rami e sedersi in panchina Essien a favore di Montolivo. Chiamato all’ennesimo riscatto Balotelli, la grande delusione, con Kakà, Poli e Taarabt alle spalle. Dal Brasile arrivano notizie poco confortan-ti per il numero 22 rossonero, pare infatti che il ct verdeoro non sia molto contento della stagione da lui fin qui disputata. Certe no-tizie non arrivano mai per caso e il “messaggio” di Scolari è arri-vato per tempo, Ricky è avvisato.

SALVARE IL SALVABILEAndrea

Anelli

partita

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3domenica 16 marzo 2014

LA CLASSIFICA Miglior attacco

Miglior DIFESA

TURNO ODIERNO

PROSSIMO turno29 Giornata

classifica marcatori

Sabato 15 Marzo

20:45 Verona-InterStadio Marc Antonio Bentegodi, VeronaDomenica 16 Marzo

12:30 Atalanta-SampdoriaStadio Atleti Azzurri d’Italia, Bergamo15:00 Livorno-BolognaStadio Armando Picchi, Livorno15:00 Milan-ParmaStadio Giuseppe Meazza, Milano15:00 Sassuolo-CataniaStadio Città del Tricolore, Reggio Emilia 18:30 Cagliari-LazioStadio Sant’Elia, Cagliari20:45 Genoa-JuventusStadio Luigi Ferraris, Genova20:45 Fiorentina-ChievoStadio Artemio Franchi, FirenzeLunedì 17 Marzo

19:00 Torino-NapoliStadio Olimpico, Torino21:00 Roma-UdineseStadio Olimpico, Roma

Torino-LivornoChievo-RomaParma-GenoaUdinese-SassuoloSampdoria-VeronaInter-AtalantaBologna-CagliariNapoli-FiorentinaLazio-MilanCatania-Juventus

Pos. Squadra P.ti G V N S Gf Gs +/-1 Juventus 72 27 23 3 1 63 19 442 Roma 58 26 17 7 2 49 12 373 Napoli 55 27 16 7 4 52 29 234 Fiorentina 45 27 13 6 8 45 30 155 Inter 44 27 11 11 5 44 29 156 Parma 43 26 11 10 5 41 29 127 Verona 40 27 12 4 11 43 44 -18 Lazio 38 27 10 8 9 34 35 -19 Torino 36 27 9 9 9 39 35 410 Milan 35 27 9 8 10 39 38 111 Genoa 35 27 9 8 10 31 34 -312 Sampdoria 34 27 9 7 11 33 39 -613 Atalanta 34 27 10 4 13 28 38 -1014 Udinese 31 27 9 4 14 30 39 -915 Cagliari 29 27 6 11 10 27 36 -916 Chievo 24 27 6 6 15 22 38 -1617 Bologna 23 27 4 11 12 22 41 -1918 Livorno 21 27 5 6 16 29 50 -2119 Catania 20 27 4 8 15 20 46 -2620 Sassuolo 18 27 4 6 17 25 55 -30

Pos. Giocatore Gol Squadra1. Carlos Tévez 15 Juventus2 Giuseppe Rossi 14 Fiorentina3 Luca Toni 13 Verona3 Gonzalo Higuaín 13 Napoli3 Ciro Immobile 13 Torino6 Rodrigo Palacio 12 Inter6 Alberto Gilardino 12 Genoa6 Domenico Berardi 12 Sassuolo

Qualificazione Champions

Qualificazione Europa Ligue

Preliminari Champions

Retrocessione

Giornata n° 28 in Serie A e a San Siro il Milan di See-

dorf, in grave difficoltà, affronta il peggior avversario possibile in questo momento, il Parma di Cassano e Donadoni, che si pre-senta reduce da ben 15 risultati utili consecutivi, con l’obiettivo di impensierire le avversarie di-rette in chiave Europa League.

MILAN-PARMA ATTENZIONE ALLA QUOTA DEL 2La serie gialloblù contro le residue motivazioni rossonere

PinoSardiello

scommesse

Totti e compagni. Si può tran-quillamente ammettere che i ducali godono dei favori del pro-nostico, per rendimento, forma e motivazioni in controtendenza con le quote proposte dai con-cessionari italiani che offrono il segno 2 mediamente intorno al 4,50: quota molto interessante da giocare in singola. Per una mul-tipla l’opzione migliore è quella del Gol che paga intorno all’1,70.

ospitano la capolista Juventus. Viola in difficoltà in campionato e alla ricerca di punti per tutela-re la quarta piazza attaccata da Inter e Parma contro un Chievo rilanciato dal successo interno contro il Genoa e bisognoso di punti per allontanare lo spaurac-chio della retrocessione. Opzio-ne Gol offerta intorno all’1,90 e buone probabilità d’uscita. Se-gno X invece per Genoa-Juven-

Settimana difficile per i rosso-neri dopo la sconfitta di Udine e, soprattutto, quella di Madrid che ha tolto l’unica ragione per pensare positivo nella stagione degli uomini di Seedorf che ora vanno alla ricerca di motivazioni per evitare il tracollo in campio-nato. Parma inarrestabile trasci-nato dai numeri di Fantantonio, dalle progressioni di Biabiany e dalla forma ritrovata di Amauri e che si candida ad un posto in Europa League e che addirittura potrebbe dire la sua per il quar-to posto, considerando la gara da recuperare, comunque non semplicissima, a Roma contro

Non dimenticatevi che scom-mettere Live su questo evento è possibile, basta scaricare una delle tante applicazioni dei mag-giori concessionari italiani dal vostro Smartphone, Iphone o Tablet ed entrare nel mondo del-la giocata durante lo svolgimen-to del match. Scommettete Live sulla vostra squadra del cuore ed esultate il doppio, ma ricordatevi di farlo con RESPONSABILITA’.Infine diamo uno sguardo alle partite che completeranno la giornata tra stasera e domani: posticipi domenicali a Firenze, dove arriva il Chievo, e a Geno-va dove i rossoblu di Gasperini

tus con i liguri arrabbiati per il finale di Verona ed in un buon momento di forma contro una Juve serena in campionato e con la testa al ritorno di Europa Lea-gue, quota proposta superiore a 4 volte la giocata. Si chiude do-mani con Torino-Napoli e Ro-ma-Udinese: partenopei galva-nizzati dal successo sulla Roma e desiderosi di attaccare Garcia e i suoi in chiave secondo posto, segno 2 offerto in media a 2,20. All’Olimpico arriva Di Natale a sfidare Totti con l’opzione Over 2,5 che si fa preferire che viene offerta mediamente a 1,80. In bocca al lupo.

Dopo la prevedibile elimina-zione dalla Champions ad

opera dell’Atletico Madrid, il Mi-lan si rituffa in campionato per voltare decisamente pagina. L’oc-casione dovrebbe coglierla con-tro il forte Parma, approfittando dell’aiuto dei bioritmi favorevoli. Per fortuna la potenzialità Fisi-ca, la partecipazione Emotiva e l’intuizione del gioco dei singoli atleti rossoneri risultano positi-

I BIORITMI DICONO MILAN VINCENTEEnzo

Occhiuto

bioritmive con 6,04 rispetto a quelli del Parma con 6,00. Secondo questa lettura bioritmica, la squadra di Seedorf dovrebbe avere un mar-gine superiore di vittoria, salvo rivoluzioni di formazioni dell’ul-tima ora. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, il Parma risulta più tonica fisicamente con un valore complessivo di 6,06 rispetto ai giocatori di casa con 6,00. So-pra tutti spicca Cassano con una triade bio 6,10 di media (qualità, tecnica e perspicacia). In ottima forma troviamo anche Pazzini con valori sopra la media gene-rale. Dal punto di vista emotivo i rossoneri con 6,09 dimostre-

ranno maggior grinta rispetto agli avversari con 6,01. Svetta Montolivo con 6,45 insieme a De Sciglio 6,44 e Pazzini 6,39 desi-deroso di rivincita personale. Contro ritroviamo Cassano 6,49 capace di far male in qualsiasi momento, con Mirante e Gobbi 6,45 in ottimo stato psicofisico. Sul fronte delle energie intellet-tive ed intuittive il Milan risulta più incisivo con 6,08 contro 5,94 dei parmensi. I più in quota sono Essien 6,50, Rami 6,48 ( triade nettamente positiva) e De Jong 6,45 in stato di grazia. Contro Galloppa 6,41 e Gargano 6,35. Sarà una partita molto tesa data la posta in palio.

Pos. Squadra Gol fatti1 Juventus 632 Napoli 523 Roma 494 Fiorentina 455 Inter 446 Verona 437 Parma 418 Torino 398 Milan 3910 Lazio 3411 Sampdoria 3312 Genoa 3113 Udinese 3014 Livorno 2915 Atalanta 2816 Cagliari 2717 Sassuolo 2518 Chievo 2218 Bologna 2220 Catania 20

Pos. Squadra Gol subiti1 Roma 122 Juventus 193 Napoli 294 Inter 294 Parma 296 Fiorentina 307 Genoa 348 Torino 358 Lazio 3510 Cagliari 3611 Atalanta 3811 Chievo 3811 Milan 3814 Sampdoria 3914 Udinese 3916 Bologna 4117 Verona 4418 Catania 4619 Livorno 5020 Sassuolo 55

Prandelli lancia l’allarme: nella serie A, la maggioranza dei calciatori è

straniera. Ecco perché, attualmen-te, la nazionale azzurra più forte è

quella dei Puffi. Capitano Gargamella.

Il Milan crolla a Madrid e dice addio all’Europa. Ma

poco male: tanto a Berlusconi gli hanno levatoil passaporto.

Cassano andrà ai mondiali. Appena l’hanno saputo, gli

arbitri internazionali si sono iscritti a un corso full-im-

mersion di parolacce in bare-se stretto: “Chèp d chiumm,

‘mbamon…”

28. Giornata

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domenica 16 marzo 20144

Marco Parolo crede che il Milan sia ancora una delle

più serie antagoniste del Parma nella lotta al sesto posto. Dice che il Parma ha la possibilità di allontanare una Grande da un obiettivo. “Il Milan, solo perché si chiama Milan, è una squadra che può fare 7-8 vittorie di fila e riaccendersi di colpo”, spiega il giocatore. “A parte questo, i gio-catori ci sono, le qualità ci sono e la società è importante. Noi ab-biamo questa possibilità di fare la nostra partita, di giocarcela alla pari, anche perché abbiamo pure tra le nostre fila dei giocatori im-portanti. Deciderà il campo chi sarà a vincere la gara, però per noi l’importante è andare a San Siro con lo spirito giusto, con la voglia di andare a fare il nostro gioco e non aver timore dell’av-versario”. Il secondo gol segnato all’andata contro il Milan è anco-ra il momento clou dell’esperien-za a Parma di Parolo. “Fare gol al 90’, all’ultima palla, è stata una bellissima gioia”. Ma ora il Par-ma deve vivere di cose concrete. “Una volta raggiunto l’obietti-vo dei 40 punti, non possiamo parlare di salvezza. Dobbiamo andare avanti”. Gerrard è il suo modello. “Mi piace da sempre perché è completo sia nella fase offensiva che difensiva”. Cassa-

PAROLO D’ORDINEAlessandraCaronni

l’ospite

Chi è Marco ParoloNato a Gallarate il 25 gennaio

dell’85, Marco Parolo è un centrocampista centrale dalle spiccate doti offensive, è ambi-destro e possiede un potente tiro dalla distanza. Cresciuto calci-

sticamente nel Como, è passato alla Pistoiese, al Chievo Vero-na, al Foligno, successivamente all’Hellas Verona, al Cesena e infine al Parma.

no? “Fuori dal campo è come in campo, ossia tutto istinto: è una piacevole sorpresa. Ha sempre

la battuta pronta, è simpatico e molto bravo palla al piede, biso-gna accettarlo per quello che è”.

Gerrard è il suo modello, ma Cassano resta il suo mito

La Juventus scappa. Ha messo il turbo e ormai ha lo scudet-

to in tasca, anche se Conte invi-ta i suoi giocatori alla prudenza per non scottarsi le mani con un fuori programma, difficilmente però realizzabile per gli avver-sari diretti, specialmente dopo il successo del Napoli al San Paolo con la Roma che ha sca-gliato l’undici di Rudi Garcia a quattordici punti di ritardo dal-la Vecchia Signora. I bianconeri questa sera faranno passerella a Marassi affrontando un Ge-noa dal dente avvelenato per la sconfitta rimediata negli ultimi secondi a Verona col Chievo per via di un calcio di rigore dubbio messo a segno da Paloschi. An-che in questo week end si gioca una giornata spezzatino che più di così non si può. Ringrazia, naturalmente, il tifoso che segue solo per tv le partite in poltrona. Ma quelli che vanno allo stadio la cosa sta senz’altro sullo sto-maco perché i risultati possono essere sfalsati da una partita gio-cata il giorno prima, come, ad esempio, quella di ieri sera dove a Verona è scesa in campo l’In-ter contro l’Hellas. La Fiorenti-na, scendendo in campo stasera col Chievo, potrebbe avere uno stimolo in più contro l’undici di Corini se l’Inter avesse mes-so sotto il Verona ventiquattro

LauraTangari

campionato

JUVENTUS, CHI LA PRENDE PIU’…ore prima. Stesso discorso per Napoli e Roma che saranno di scena domani alle 19 e alle 21, il primo a Torino contro i granata di Ventura, la seconda all’Olim-pico contro un’Udinese su di giri per aver battuto nuovamente il Milan in campionato dopo aver-lo eliminato dalla Coppa Italia. Insomma, un bel caos. Intanto questo pomeriggio il Milan, re-duce dalla sfida di Champions con l’Atletico, incontrerà quel Parma dei miracoli che Dona-doni sta portando in Europa a

suo di risultati. Cassano Amauri sono in agguato e per i rossone-ri non sarà, probabilmente, un pomeriggio tranquillo dopo gli urli del Calderon. In coda scon-tro salvezza a Reggio Emilia fra Sassuolo e Catania seguito da un Livorno-Bologna che lascia poco spazio all’immaginazione.

AldoColombo

Pensate se giocherà bene il Milan e male il Parma! Una

bestemmia, vero? Purtroppo sì, viste le ultime performance dei rossoneri e dei bianco scu-dati. Che brutto Milan martedì, né carne né pesce, come si suol dire, che l’impresa fosse ai limiti dell’impossibile era chiaro a tut-ti, ma se in campo il più reattivo e grintoso è uno tranquillo e soft come Kakà allora i conti non tor-nano. In parecchi sottolineano che il livello tecnico della squa-dra è quello di un modesto cen-tro classifica in serie A e svanito l’effetto sorpresa dei marocchini anche l’entusiasmo è sceso ai mi-nimi storici. Ora a San Siro arri-va la squadra del momento, fat-ta a misura e somiglianza di un allenatore che strilla solo quan-do gli pestano, e con forza, en-trambi i piedi. Che bell’esempio di uomo di sport, Roberto Do-nadoni, il prototipo dell’uomo Milan con tutti i pregi e pochi difetti: non urla, non è mai sopra le righe, la sua dimensione giusta infatti è la provincia, con la cul-tura, le cose buone da mangiare e una vita senza stress. Parma è il suo habitat e difatti non ha avuto successo in dimensioni più com-plicate quali il Napoli e la Nazio-nale, nella quale per altro, è stato parecchio sfortunato. E non gli hanno lasciato il tempo di inci-dere veramente sul tessuto az-zurro, complice anche tanta sfor-tuna. Logico pensare che a San Siro vorrà far vedere di che pasta è fatto il suo Parma, una squadra che sembra giocare a memoria, con automatismi perfetti a cen-trocampo e un attacco mostruo-samente estroso com’è giusto che

sia. A leggere i tre nomi, Amauri, Cassano e Palladino uno dice…sì, alla Baggina! E invece no, i tre sembrano i giustizieri dei film western di Sergio Leone e non sparano mai a salve o sbaglia-no bersaglio. Roberto li alterna, con la sua voce sussurrata, e i tre sono sempre sul pezzo, anche partendo dalla panchina: hanno classe, sicura, e anche Palladino, il meno famoso dei tre, ha nel bagaglio una buona dote tecnica. Di Cassano è quasi inutile parla-re, ed attenti perché è anche un ex, magari col dente non troppo avvelenato: è uno degli ultimi inventori del nostro calcio e con la difesa modello bradipo del Milan potrebbe andare a nozze. Anche Amauri quanto a movi-mento non è più un leopardo ma conosce a memoria la strada per arrivare al gol, per piazzare la zampata quantomeno te l’aspet-ti. C’è quindi un attacco da non sottovalutare affatto, soprattutto se il centrocampo saprà rifornir-lo a dovere. Anche la difesa del Parma non è male, Mirante è un portiere per ora sottostimato che è passato anche dalla Nazionale ed avrebbe tutte le carte in rego-la per ritornarci. In due parole, se pensa ancora all’azzurro uno come Marchetti non può farlo, a maggior diritto, uno come Mi-rante? Insomma, un Parma muy muy pericoloso, soprattutto se il Milan non si darà una svegliata. Ma come farà maestro Clarence a motivare i suoi ragazzi? Se non c’è riuscito un decisivo ottavo di Champions a Madrid, ce la può fare un insignificante impegno casalingo colo Parma. Proprio questo, tecnica ed agonismo a

parte, è il vero punto interroga-tivo di tutta la vicenda che ruota intorno al match di San Siro. Poi, per carità, può anche succedere che il dio del pallone svegli per novanta minuti i dioscuri rosso-neri, che Robinho la smetta di sembrare un pensionato passeg-giante sul tappeto verde, che le palle inattive non diventino più un incubo peggio di Dario Ar-gento, che il ticchete e tocchete di centrocampo acquisti letale profondità ma, a questo punto della stagione, sembrerebbe pro-prio di assistere ad un miracolo. Ed allora il grande Clarence ha già fallito, è già tempo di recri-minazioni? No, non è giusto dire e pensare così: di calcio, calcio totale, il ragazzo se ne intende, e quindi ancora un po’ di tempo please. Poi , dalla sua, ha tre car-te fondamentali: piace ai tifosi, piace ai giocatori, piace alla diri-genza: insomma, piace alla gente che piace. Seedorf, il futuro, se lo gioca in questi termini.

SandroMazzola

Prima di mettere a fuoco la partita del Milan con l’Atleti-

co Madrid e quella con il Parma vorrei tornare un attimo sull’In-ter. Domenica scorsa, ospite di Telenova, ho seguito con atten-zione al match dei nerazzurri col Toro e, risultato a parte, diciamo che tutto è andato bene. A Ma-rocchino e Gambaro, pure loro in trasmissione, ho però fatto osservare, e loro mi hanno dato ragione, lo strano comporta-mento in campo di Guarin. Un giocatore svogliato e fuori dal coro. Sul risultato di parità ha calciato una stramba punizione da circa trenta metri mandando-la altissima sopra la traversa con i compagni di squadra allibiti. Ho girato la testa verso Visna-di, il conduttore della trasmis-sione, e mi sono detto: se fossi io l’allenatore questo lo caccerei subito fuori senza pensarci due volte. Non ci si può comportare in questo modo, dal momento che giochi nell’Inter. La Benea-mata, purtroppo, è anche questa. Un po’ come il Milan attuale che non riesce a cavare un ragno da un buco manco morto. L’Atletico Madrid è una grande squadra,

MILAN, DOPO L’ATLETICOCOL PARMA

TUTTO DA RIFAREgioca un bel calcio, in Liga sta mettendo alle corde il Barcello-na e pure il Real Madrid, ma il Milan lo ha affrontato nella ma-niera sbagliata gettando al vento quel poco di possibilità di rimet-tere in sesto la qualificazione in Champions. Come si fa prendere un gol dopo soli tre minuti? Vuol dire che la difesa, soprattutto la difesa, e disattenta. Peccato per-ché a un certo momento, dopo il pareggio di Kakà, le cose avreb-bero potuto cambiare. Ma i ros-soneri non c’erano con la testa e col gioco. Balotelli manco si è

visto e il risultato finale è stato il poker incassato. Oggi col Parma sarà dura, anche perché nelle file dei ducali ci sarà un Cassano con tanta voglia di far male ai suoi ex compagni di squadra. Fantanto-nio sente profumo di Nazionale e sappiamo quanto ci tenga ad andare in Brasile. Ma il Parma non ha solo Cassano: ci sono Amauri e Parolo che hanno una gran voglio di mettersi in luce in una platea importante come San Siro. Dunque, Milan attento perché l’undici di Donadoni non scherza.

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5domenica 16 marzo 2014

Ingrato compito quello toccato, questo tiepido pomeriggio mi-

lanese, alla Duchessa del Gran-ducato, giunta a San Siro con ben altro spirito di quello che si prefigurava nei tempi passati. C’è un clima surreale che ristagna sul catino dai mille trionfi, dalle coppe levate al cielo in segno di dominio e di grandezza. Il drap-pello ben più forte delle altri oc-casioni ha alla testa proprio uno di quegli uomini che nel passato ha fatto tanto per quei colori, per quelle maglie che, oggi, gronda-no sudore, ma hanno poco di valoroso da appuntarsi sul petto. Il Parma lo sa che avrà di fronte un Diavolo cotto a puntino dal

GRAN DUCHESSA DAL RISPETTO ANTICOGiovanniLabanca

gli ospiti calore del Calderon e trafitto da quattro banderillas, che non lasciano se non segni mortali. Donadoni ed i suoi armigeri non possono tener conto di questo, ma devono onorare un campio-nato che li vede veleggiare in un mare tranquillo e spazzato da venti favorevoli come non mai. Non vorrebbero essere, tutta-via, l’ultima arma letale per una squadra fantasma, ma, come si comandava ai tempi del Gran Ducato, debbono riportare sulle colline profumate della città del bel canto quel bottino pieno, che andrebbe ad aggiungersi a quello già messo al sicuro nei forzie-ri di casa. C’è imbarazzo, quasi rispetto nel dare battaglia alle strenue forze di quello che era il Club più titolato al mondo e che, ora, tutti quei titoli non possono curargli nessuna delle ferite lan-cinanti che ne straziano il corpo.

Come si potrebbe impedire, per esempio, ad Antonio Cassano di stilettare un altro brutto colpo ad una squadra che mal lo ha sop-portato e per la quale non nutre certo compassione? Non si può, come non lo si può ordinare ad uomini abituati a vincere anche fuori dalle mura amiche e quelle della Scala del calcio non sono certo solide ed inespugnabili come un tempo. Ora non c’è più nessuno in grado di buttare olio bollente dai torrioni o frecciate intrise di veleno sugli arrembanti reggiani. Il Castrum ambrosiano ha le porte spalancate, facili da attraversare. La palla è al centro ed a contendersela saranno non saranno solo quelli venuti dal-la Bassa, ma anche altri undici simili alla mitica Fenice, capace sempre di riprendere il volo, pro-prio quando bastava un ultimo colpo per seppellirla per sempre.

Due maglie, un’unica passio-ne. Quella di Roberto Mus-

si è stata una carriera costellata di alti e bassi, ma che ha saputo regalargli grandi soddisfazioni. Approdato presto al Parma sep-pe farsi notare dagli osservatori

Parma che, al contrario sembra molto più solida. Eppure guar-dando i nomi, non sembra che i giocatori del parma siano così su-periori rispetto a quelli del Milan.Quanto influirà la pesante sconfitta rimediata in Cham-pions League? Sicuramente quella in Champions League è stata una brutta battuta d’arresto per questa squadra. Non è stata una bella partita, ma soprattut-to non è stata giocata neanche lontanamente ai livelli richiesti. E’ vero, di fronte c’era un’ottima squadra, organizzata, ma il passo indietro del Milan su tutti i fronti è stato notevole. E’ mancata an-che la grinta che solitamente in Europa i rossoneri riescono a ti-rare fuori. Domenica di fronte ci sarà un’altra ottima squadra, ben organizzata e che sta viaggiando

Dovrebbe dimostrare molto ma molto di più per il Milan, per la nazionale, ma anche per sé stesso.Sulla panchina del Parma, in-vece, siede Donadoni un al-lenatore scaricato forse fin troppo in fretta da tutti, Italia compresa. Credo che Donadoni abbia dimostrato a tutti che sa al-lenare bene una squadra di club. Non so cosa stia pagando a livello mediatico, probabilmente in pas-sato ha pagato e forse sta ancora pagando il suo modo di approc-ciarsi con i media. Sicuramente il rendimento delle ultime sta-gioni con il Parma e soprattutto con i risultati ottenuti finora Do-nadoni sta facendo un’impresa. Le magie di Cassano continuano, a differenza di Balotelli a regalare punti al Parma. E’ da nazionale? Probabilmente la gestione di Cas-sano è diversa da quella di Balo-telli. I due hanno molti punti in comune e si assomigliano molto caratterialmente, ma probabil-mente è la gestione fatta dai due club che è diversa. Anche tutta la squadra è concentrata sull’o-biettivo finale e ogni domenica riesce a dare il massimo. Sono consapevoli dei loro limiti e dan-no qualcosa in più rispetto alle altre squadre. Cassano è la cilie-gina sulla torta di questa realtà. Dove può arrivare questo Par-ma, attualmente sesto a 1 punto dall’Inter e 2 dalla Fiorentina?E’ chiaro che a questo punto il Parma debba puntare ad ave-re un posto in Europa. Ci sono squadre meglio attrezzate dei ducali, è vero, ma i risultati che sta ottenendo Donadoni, con il tipo di gioco che sta sviluppan-do, obbliga la squadra a provarci fino alla fine. Sono tutti ragazzi che possono trovare giovamento dal raggiungimento di un piaz-zamento europeo anche per il proprio futuro ed il proprio per-corso di crescita. Sono convinto che fino alla fine il Parma lotterà con forza per centrare l’obiettivo.

EmanueleTramacere

l’intervista

Roberto Mussi ha indossato entrambe le maglie

“Balotelli, ragazzo svogliatoche immancabilmente delude”

del Milan e di quell’Arrigo Sacchi che fece le sue fortune sul cam-po e fuori. A Parma ci tornerà, dopo cinque anni trascorsi al Torino. Nel mezzo la convoca-zione in nazionale, con lo stesso Arrigo Sacchi che lo portò con sé al Mondiale del ’94 e lo fece giocare fino alla finale persa poi con il Brasile in cui, però, fu co-stretto ad uscire per infortunio.Che partita si aspetta do-menica fra Milan e Parma?E’ una partita che sarà fortemen-te condizionata dall’impegno in Champions League del Milan. Il Parma è una squadra che sta esprimendo un ottimo calcio e credo che darà al Milan un bel po’ di filo da torcere. Sicuramen-te Seedorf dovrà cercare nuovi stimoli e motivazioni forti nei propri giocatori per evitare un’ul-teriore ripercussione negativa. 29 gol subiti il Parma, 38 il Milan in stagione. E’ questa la differenza fra le due squadre?Per quanto riguarda il Milan si-curamente quello della difesa è un problema serio, perché subisce gol altamente evitabili. Con la giusta attenzione si può migliorare il rendimento di tutta la squadra. Le difficoltà dei rossoneri sono tutti nella fase difensiva con quella del

alla grande e al Milan servirà un approccio differente. L’ennesima prestazione negativa di Mario Balotelli. Cosa si può fare con l’attaccante italiano? Ormai ci si aspetta sempre che faccia la grande partita ma immancabil-mente arriva una delusione. Ci si aspetta molto, ma non riesce mai ad incidere. Lui dovrebbe essere il punto fermo della nazio-nale. Speriamo che Prandelli e la maglia azzurra creino un effetto diverso sul giocatore. Purtroppo Balotelli continua ad avere at-teggiamenti da ragazzo svogliato.

L’Inter di Cerrone arresta la sua corsa dopo cinque risul-

tati utili consecutivi. Pareggio amaro per il Milan di Inzaghi a Lanciano. Dopo aver vinto con tanta fatica contro il Varese in campionato, la squadra di Inza-ghi nel recupero della 16esima giornata contro il Lanciano non va oltre l’1-1. Un pareggio amaro per la truppa rossonero in chia-ve Final Eigh. I baby rossoneri nonostante il vantaggio iniziale di Pinato, abile a trasformare il calcio di rigore conquistato da Barisic, nel secondo tempo, cau-sa anche per la stanchezza per gli impegni ravvicinati, non riesce a chiudere la partita e subisce al 31’ il pareggio dei padroni di casa con un calcio di rigore tra-sformato da Fioretti. Un’occasio-ne persa per i ragazzi di Inzaghi, che potevano avvicinarsi ulte-riormente al secondo posto in classifica, occupato attualmente dall’Atalanta, che consentirebbe l’accesso diretto alle Final Eight. Cio nonostante l’obiettivo e’ an-cora alla portata dei rossoneri con una gara ancora da recupe-

L’Inter cade a PadovaDaniel

Rizzo

rare. Intanto, il giudice sportivo ha squalificato per due giornate Davide Pinato dopo il cartellino rosso subito contro il Lanciano: “per avere, al 41° del primo tem-po, contestato l’operato arbitrale assumendo un atteggiamento irrispettoso nei confronti del Direttore di gara”, si legge sul co-municato. Dopo cinque risultati utili consecutivi, la corsa della Primavera dell’Inter si ferma col Padova. I baby interisti allena-ti da Salvatore Cerrone hanno disputato una buona gara, su-bendo le iniziative dei padroni di casa in avvio ma restando in partita fino all’ultimo. Un evento significativo del match arriva al 58’, quando il tecnico nerazzurro manda in campo Andy Polo: si tratta del debutto assoluto con l’Inter per il giovane peruviano che, sistematosi sulla corsia di sinistra, sarà autore di una buo-na prova. Le due squadre tut-tavia non riescono a sbloccare il risultato fino all’83’, quando l’arbitro Ceccarelli assegna un rigore al Padova per un tocco di mano del nerazzurro Eguelfi, nonostante quest’ultimo avesse il braccio attaccato al corpo. Il penalty viene trasformato da Ra-drezza, e l’assalto finale dell’In-

ter non sortisce alcuno effetto. ll tecnico dell’Inter Cerrone  ha parlato a  Inter Channel  prima della sfida di sabato a Interello contro il Cagliari, tornando sulla sconfitta subita a Padova. Ecco le sue parole: “Questa continuità la stiamo inseguendo e dopo le due vittorie con Atalanta e Udinese si pensava di averla trovata. La gara a Padova non è stata bella, noi non abbiamo fatto bene. Abbia-mo trovato una squadra che ci ha chiusi, ma non abbiamo fat-to nulla per creare occasioni. La difesa ha fatto bene, ma da metà campo in su non si è creato nulla. Mancava la velocità per arrivare in porta, poi ci sono stati errori nei passaggi. Si vedeva che non eravamo pericolosi, forse poteva andare bene anche un pareggio. Il rammarico è doppio perché la classifica si è accorciata. Dob-biamo approfittare se davanti perdono qualche punto. Ci sia-mo detti coi ragazzi che dobbia-mo fare più punti possibili nelle prossime 7 gare. Servono le pre-stazioni e poi arriveranno i risul-tati, cosa che è mancata questo sabato. L’amichevole è stata im-prontata come un allenamento, per far giocare anche chi è stato impiegato meno in campionato

primavera

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domenica 16 marzo 20146 amarcordCarlo Ancelotti inizia a tirare

calci sul serio nella squadra del suo paese natale, il Reggiolo, ma a 16 anni entra a far parte delle giovanili del Parma con cui esordì in Serie C nella, stagione 76-77, come mezzapunta. L’anno successivo nello spareggio con Triestina, valevole per la pro-mozione in Serie B, realizzo una doppietta. Dopo la paretesi du-rata otto anni con la Roma, ar-riva al Milan per 5,8 miliardi di lire e con cui vinse praticamente tutto; due scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Inter-continentali,, due Supercoppe europee e una Supercoppa italia-na. Nei cinque anni con la ma-glia rossonera ha realizzato 10 reti in 112 partite giocate. A soli 33 anni Carlo Ancelotti appende le scarpette al chiodo ma non ab-bandona i campi di calcio, inizia

una carriera da allenatore che lo porta alla guida delle squadre più blasonate. Inizia la nuova carriera ancora in Emilia Ro-magna, prima ancora come vice di Sacchi nella Nazionale italia-na, un anno alla Reggiana e poi viene ingaggiato dal Parma dove in due anni porta i ducali alla qualificazione ai preliminari di Champions League. Dopo la pa-rentesi alla guida della Juventus, 1999-2001, conduce i rossoneri alla conquista della Champions League (la prima da allenato-re) proprio contro la Juventus all’Old Trafford di Manchester il 28 maggio 2003. Negli otto anni passati alla guida del Milan con-quisterà una Coppa Italia, uno scudetto, una Supercoppa ita-liana, due Champions League, 2 Supercoppa UEFA e una Coppa del mondo per Club.

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Roberto Donadoni resterà per sempre il primo acqui-

sto fatto direttamente da Silvio Berlusconi. Il centrocampista arriva a Milano per 10 miliardi di lire nell’estate dell’86. In dieci anni vince sei scudetti, due Cop-pe Intercontinentali, tre Coppe dei Campioni, tre Supercoppe europee e quattro Supercoppe italiane. Dopo due stagioni ne-

gli U.S.A. con i New York Me-trostars torna al Milan nel 1997 e si ferma per due anni (con la gestione Zaccheroni vince il sesto scudetto personale). Nel

2000 si ritira dal calcio giocato ed inizia la carriera di allenato-re. Attuale tecnico del Parma, dal 9 gennaio 2012, che convin-ce e vuole un posto in Europa.

Antonio Cassano al Parma dal 2013, 9 reti per lui in 23 gare disputate. L’attaccante di Bari vecchia ha indossato anche i colori rossoneri dal 2011 al 2012, 7 gol segnati in 33 partite.

Il difensore rossonero Cristian Zaccardo arriva

a Milano da Parma, un ex attualissimo. Con i ducali gioca dal 2009 al 2013 se-gnando 10 reti in 118 pre-senze. Arriva al Milan il 25 gennaio 2013 e fa il suo esordio il 2 marzo successi-vo, sostituendo nel secondo tempo Cristiàn Zapata, in occasione della partita vin-ta per 3-0 contro la Lazio a San Siro. Resterà questa l’unica presenza stagionale.

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7domenica 16 marzo 2014

club

GiovanniLabanca MILAN CLUB BISCEGLIE

Il Milan Club Bisceglie nasce nell’estate del 2005, per inizia-

tiva di un gruppo di fedelissimi tifosi accomunati dalla passione per i colori rossoneri e dal desi-derio irrefrenabile di esternarla con iniziative nei confronti della propria squadra. A capitanare questo gruppo è l’attuale presi-dente del club, Vincenzo Cassa-nelli, grazie al cui impegno, già un anno dopo la fondazione, il “Milan Follia” verrà iscritto al-l’”Associazione Italiana Milan Club”. La presenza di altri club nella città di Bisceglie, non viene ostacolata dagli altri club presen-ti in citta, anzi numerosi sono i tifosi che accorrono ad iscriversi al club “ Follia”. La denomina-zione originaria del club (“Milan Follia”), e stabilita proprio nell’e-state del 2005, a ridosso della cocente delusione maturata in seguito alla finale di Istanbul, un ricordo che rimarrà atrocemente impresso nei cuori di tutti i tifosi rossoneri. Fu, pertanto proprio dal quel sentimento di sconfor-to, che si decide di accomunare la propria passione, i propri mo-menti di delusione o di grandi gioie, sotto un unico tetto: quel-lo della sede dell’attuale club! Il “Milan Follia è sito in via Molfet-ta 22/24 a Bisceglie, ed è proprio qui che i propri soci s’incontrano in occasione delle gare del Milan.

E non solo, l’attività del club, in-fatti, consiste soprattutto in gio-iosi momenti di aggregazione, per poter trascorrere del tempo lontano dai ritmi frenetici della quotidianità avvolti dal suggesti-vo scenario dei colori rossoneri capaci, come nessuno, di creare un’atmosfera tempo rilassan-

A tal proposito, i dirigenti del Club si adoperano tanto per di invogliare il maggior numero di giovani della città ad associarsi affinché l’attività possa restare sempre “viva” e all’avanguardia nel tempo. Pur non essendo tra i club più longevi della Puglia, in pochi anni di attività il “Mi-

Atene, contro il Liverpool del 23 maggio 2007. La tappa più im-portante, però, per la storia del “Milan Follia” è senz’altro quel-la dello 19 dicembre 2007, data destinata a rimanere indelebile per la storia del club cittadino. A ridosso delle festività natalizie, infatti, la sede di via Molfetta del

DirettivoCassanelli Vincenzo (Presidente), Dell’olio Michele Vice Presiden-te), De Feudis Sergio (Consiglie-re) Colamartino Michele (Se-gretario) Colamartino Leonardo (Segretario) Velletri Domenico (Segretario) Todisco Vincenzo (Segretario).

te e calorosa. Il club, inoltre, è spesso artefice di diverse inizia-tive sportive e sociali: nel corso dell’estate, infatti, partecipa, con una squadra interamente com-posta da propri iscritti ad alcuni tornei di calcio a 5 organizzati in città, oltre a promuovere e spon-sorizzare altre manifestazioni sportive che vedono i bambini quali principali protagonisti.

lan Follia” si è reso protagonista di diverse trasferte in giro per l’Italia e per l’Europa a sostegno del Diavolo. Tra queste ricor-diamo la semifinale di ritorno di Coppa Campioni nell’aprile 2006 a Barcellona, i quarti di fi-nale di ritorno a Monaco di Ba-viera nell’aprile 2007, ed ancora l’indimenticabile presenza alla finale di Champions League ad

club ospita il tour itinerante della Champions League 2007, vinta dalla squadra qualche mese pri-ma ad Atene. In quella circostan-za, stampa e televisioni locali danno ampio risalto all’iniziati-va, che vedrà diverse centinaia di tifosi e curiosi assieparsi attorno alla sede del club, per scattare una foto accanto al prestigioso trofeo. Un evento storico per

la città di Bisceglie e per il suo club “Milan Follia”, “Speriamo di continuare a crescere come club, ci dice il presidente Vin-cenzo Cassanelli” come ci augu-riamo che questa storia infinita del Milan di oggi finisca molto presto. In questo delicato mo-mento, dobbiamo essere uniti.

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domenica 16 marzo 20148

LuigiSada

Il City torna alla carica col Barcellona per strappargli

Leo Messi mettendo sul tavolo l’astronomica cifra di duecento milioni di euro. Roba da non credere, anche se i petrol dolla-ri degli sceicchi sembrano usci-re dalle loro tasche senza alcun problema particolare, alla faccia della crisi che attanaglia l’Euro-pa. Il Barca ci sta pensando, an-che perché per le casse sociali dei catalani un innesto di così tanti quattrini potrebbe significare semaforo verde per il prossimo mercato d’estate quando verrà decisa la campagna di rafforza-mento. E’ inoltre bene ricordare che il Barca a inizio stagione ha pagato quasi cento milioni per Neymar, cifra per tutti sproposi-tata, da follia pura, pur di strap-pare il fuoriclasse brasilero alla concorrenza di City, Psg , Chel-sea, e Bayern Monaco, queste due ultime manco farlo apposta targate Adidas. A proposito di Psg, i parigini stanno marcando stretto la Roma per avere Pjanic,

200 MILIONI PER MESSImercato tra l’altro non molto impiegato

da Garcia negli ultimi tempi. Il club della capitale francese sa-rebbe pronto a sacrificare Pasto-re per avere Pjanic mettendo tra l’altro sul piatto una cifra consi-stente per favorire l’operazione. Ma il Psg non si ferma qui. Blanc vorrebbe dalla Roma anche Be-natia per rinforzare la propria difesa che ogni tanto fa acqua, specialmente nel settore centra-le. La Roma però difficilmente lascerà partire Benatia per Pa-rigi perché il giocatore rientra nei piani della programmazione societaria per la prossima stagio-ne. A caccia di Benatia, comun-que, non c’è solo il Psg. In lizza ci sono anche il City e lo United. La prima squadra di Manchester, cioè lo United, è pronta a sacri-ficare Nani, anche se si tratta di un attaccante, mentre il City po-trebbe offrire come contropar-tita o Dzeko oppure Milner. Al Milan intanto si torna a parlare di Victor Valdes a fine contratto con il Barca.

Lara Comi intervista Paola Bulbarelli, assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità della Regione Lombardia“STAGIONE FALLIMENTARE MA A SEEDORF NON SI POSSONO CHIEDERE MIRACOLI”

LaraComi

intervista

Come nasce la sua passione rossonera?

“La passione per il Milan è nata con l’arrivo degli olandesi Van Basten e Gullit, prima di allora il calcio proprio non mi interes-sava, fatta eccezione per le par-tite della Nazionale che vanno sempre seguite con passione”.

Con l‘uscita dalla Champions il Milan ha fallito tutti gli obietti-vi, è una stagione fallimentare?

“È assolutamente una stagione fallimentare. Il Milan è una gran-de squadra, potrà anche non ave-re una rosa di qualità, ma deve sempre lottare per i migliori obiet-tivi. In campionato siamo troppo indietro per sperare in un piazza-mento onorevole e la Champions era l’ultima occasione di riscatto”.

In campionato, nonostan-te il cambio di allenatore, il Milan continua a stentare.

“Non si possono chiedere miracoli a Seedorf. La sua esperienza da allenatore è appena iniziata e il

compito che gli è stato assegna-to è un peso enorme da portare avanti. La situazione rispetto a prima non mi sembra peggiora-ta, comunque, e almeno i gioca-tori apprezzano il nuovo mister”.

I dati dell’ultimo bilancio societario dicono che il Mi-lan ha messo i conti in ordi-ne. Vista la sua classifica, si può dire che per vincere nel calcio occorre fare debiti?

“In generale la situazione econo-mica non è buona e poter dire di avere i conti in ordine è un van-to. Il calcio italiano rispecchia la situazione del paese, i presidenti che prima potevano aprire il por-tafogli e comprare grandi cam-

“A 23 anni Balotelli si deve dare una “raddrizzata”di squadre siano tutte indebitate, anzi. Ma c’è anche da dire che nessuno sceicco arabo o nessun oligarca russo sia ancora venuto in Italia con i suoi milioni come invece è successo in altri Paesi”.

Andrea Agnelli ha detto che la Juve è una società compra-trice e non venditrice. Il di-scorso vale anche per il Milan?

“Se questo significa cercare di mantenere la propria rosa a un buon livello penso proprio di sì. Non possiamo lasciar andar via i nostri già pochi buoni gioca-

Berlusconi il più grande presidente del calcio moderno tite. Se, dopo quasi 30 anni, Berlusconi lasciasse la so-cietà come la prenderebbe?

“Male, malissimo. Silvio Berlu-sconi è il più grande presidente del calcio moderno. Il suo avven-to al Milan ha portato campioni e trofei e se adesso non stiamo andando benissimo sono sicura che prima o poi le fortune gire-ranno. Non dimentichiamoci che l’ultimo scudetto è stato vinto solo 2 anni fa e rimanere sem-pre al vertice è difficilissimo”.

Ma sarebbe favorevole alla cessione di quote di socie-tà a investitori esteri per un rilancio della squadra?

“Sì, ma solo se fosse per il bene della società, se aiutas-se il Milan a tornare uno dei club più forti del mondo”.

Favorevole o contraria a la-sciare San Siro per un nuo-vo stadio di proprietà?

“San Siro è uno stadio leggen-dario, decidere di lasciarlo sa-

rebbe comunque una perdita, ma a volte bisogna slegarsi da vincoli affettivi che servo-no solo a bloccare la crescita”.

Balotelli è stato inserito dal “Time” tra i 100 personag-gi più influenti del mon-do. Ma continua a fare par-lare di sé per le sue bizze.

“Sinceramente non ho capito perché sia stato inserito in quel-la classifica: ormai ha 23 anni, la maggior parte degli sportivi alla sua età sono persone mature che prendono con professionalità le proprie responsabilità, lui non mi sembra né un personaggio influente né un professionista se-

rio. Forse è il caso che sia dia una raddrizzata e che cresca un po’ prima di poter pensare di affidar-gli una squadra come il Milan”.

Il Milan affronta un Parma che va a mille e punta all’Eu-ropa League. L’Europa è an-cora un traguardo possibile?

“Lo spero, ma i punti di diffe-renza sono tanti e forse è il caso di pensare all’anno prossimo pianificando bene le mosse da fare per tornare ad alti livelli”.

pioni ormai non se lo possono più permettere. I nostri club più pre-stigiosi non sono al livello di quel-li europei che possono basarsi su-gli introiti di avveniristici stadi di proprietà che noi non abbiamo. Non credo che all’estero le gran-

tori solo per avere un ritorno in denaro e per puntare in alto ab-biamo bisogno di gente forte”.

Periodicamente spuntano voci di una possibile cessio-ne del Milan, sempre smen-

Brutto passo falso del Milan in campionato ed eliminazio-

ne anticipata dalla Champions League. Solo per pura sfortuna non è stata superata di un punto in classifica del nostro campio-nato dal Genoa che ha subito il secondo rigore, a nostro av-viso ingiusto, sul fischio finale. Non ci sarebbe da aggiungere altro e chiedersi come può, una squadra come il Milan, puntare su un tecnico non tecnico, un uomo che da calciatore ha vin-to ben 4 Champions League e sei scudetti, ma sotto la guida di tecnici ‘patentati’. Come se non bastasse, oggi affronta i ragazzi di Donadoni reduci da una vit-toria sul Verona che ha convito, sono 15 i risultati utili dei ducali, 8 vittorie e 7 pareggi, contro le 2 sconfitte consecutive dei rosso-neri che vivono un momento di vera crisi di identità, c’è da chie-dersi se brucia di più la sconfitta in campionato contro l’Udinese, che ha consentito a Di Natale di festeggiare il gol numero 185, o l’eliminazione dalla Champions.

STAGIONE FALLIMENTARE PER IL MILANL’INTER CI CREDE ALL’EUROPALa prima risulta sicuramente più pesante, niente Europa la prossima stagione e, se il Milan è veramente così malato, si deve preparare ad almeno 2 o 3 anni di purgatorio. Sull’altra sponda del naviglio l’Inter si gode la ri-trovata vittoria, dopo due pareg-

gi consecutivi, contro un Torino che in questo campionato sta convincendo. Il solito Palacio ha condotto i suoi compagni ad un punto dalla Fiorentina che non sembra in perfetta forma. Il sorpasso, quindi, sembrereb-be possibile, ma oggi deve fare i

SeveraBisceglia

conti con un Verona concreto e giustiziere delle cosiddette gran-di. I nerazzurri dimostrano di crescere in ogni partita, anche se lontani dalle aspettative, ottima l’intesa, fin qui, Palacio-Guarin. A Verona i tifosi vorrebbero ve-dere il primo gol in nerazzurro di Hernanes.

il punto

Di Natale affonda il Milan in campionato

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9domenica 16 marzo 2014

Partite di cartello oggi in Pre-mier e in Ligue 1. A Londra

c’è un derby ad alta tensione fra Tottenham e Arsenal, a Manche-ster va in onda la sfida Rooney-Gerrard nel match fra lo United e il Liverpool. Due partite per una svolta soprattutto per i Gun-ners, reduci dall’ eliminazione

PSG-SAINT ETIENNE VERTICE DI LIGUE 1estero

LuigiSada

Tottenham grazie ai gol di Eto’o, Hazard e doppietta di Demba Ba. Il City, battuto in Fa Cup dal Wigan, tornerà invece in campo il giorno 27 contro l’Aston Villa. In Francia oggi si affrontano il Psg e il Saint Etienne, il primo reduce dallo 0-3 esterno con il Bastia, il secondo dal successo sul Valenciennes. Ha faticato, al contrario, il Monaco per avere ragione del fanalino di coda So-chaux battuto per 2-1, mentre tanto di cappello al Nizza bra-vissimo a espugnare il Velodro-

per il Real Madrid e l’Atletico ne approfittano subito andando a vincere a Vigo i Colchoneros per 0-2 con doppietta di David Villa e le Merengues al Bernabeu con un secco 3-0 sul Levante grazie alle prodezze di Cristiano Ronal-do e Ozil e una autorete assassi-na degli ospiti. In Bundesliga, infine, non si ferma la marcia trionfale del Bayern che umilia il Wolfsburg di fronte ai propri tifosi col punteggio tennistico di 1-6 firmato da Mandzukic (2), Muller (2), Ribery e Shaqiri. Per

in Champions e i Reeds quasi appaiati in classifica. L’Arsenal arriva dal significativo 4-1 inflit-to all’Everton in Fa Cup mentre l’undici di Moyes ha rimesso un po’ le cose a posto battendo per 0-3 il WBA. Discorso a parte in-vece per il Chelsea di Mourinho vincitore con un poker secco sul

me per 0-1 lasciando a piedi il Marsiglia quasi fuori dai giochi europei. Al comando sempre il Psg seguito da Monaco e Lille. In Liga clamoroso capitombolo del Bercellona in casa del Vallado-lid a segno con il nostro Fausto Rossi, ex Brescia. I catalani pa-gano a caro prezzo la sconfitta

i bianco verdi della Wolk Swagen si è trattato di un’altra pesante goleada incassata dopo il pre-cedente 6-2 rimediato in casa dell’Hoffenheim. Rialza la testa il Borussia di Klopp andando a vincere a Friburgo mentre affon-da ancora il Leverkusen, ora a 24 punti dalla capolista.

di Aldo Colombo

TOP FLOP

L’unico a proporsi, a inventare qualcosa, a non arrendersi. Logicamente il dina-mismo è quello che è e la castagna non è più letale. Ma resta un esempio, per tutti

Missing, desaparecido, fantasma. Gli sprazzi di classe sono ormai

una rarità, sembra aver esaurito ogni passione

e questo è il fatto più brutto, out da ogni

progetto

Kakà ROBINHO

Il calcio visto dalla latitudine Sud è molto diverso dal calcio

dei milioni, dei fuoriclasse, dei Paperoni del Nord e dalla ricca Europa. Ci siamo comunque an-che noi stropicciato gli occhi per tocchi di classe poco reclamizza-ti, ma che resteranno per sem-pre idoli dei i bambini del loro tempo. Provo a raccontare di un calcio di provincia dove tanti ri-feriscono come fece Carlo Levi che “Cristo si è fermato ad Eboli” dove però il pallone non si è fer-mato, anzi. La sfera e le sue gioie pedatorie si sono spinte fino agli ultimi bordi di terra del meridio-ne dove si è potuto godere delle “rabona” di Giovanni Roccotelli. Di un calcio che ha visto i gol e gli assist di Massimo De Stefa-nis e quelli di Antonio De Vitis con la maglia del Taranto. Potrei parlare per mesi del Foggia di Cosimo Nocera, super bomber napoletano che arrivò alle so-glie della nazionale. Sì, il Foggia di Nocera e di Oronzo Pugliese, ancora prima quindi del Fog-gia di mister Lauro Tonetto e di calciatori come Rino Valente e Silvano Villa, ancor prima quin-di del Foggia di Zdenek Zeman e dei suoi campioni, dei Cic-cio Baiano, Giuseppe Signori  al compianto Franco Mancini fino a Roberto Rambaudi e agli altri. Chi non ha goduto in Calabria del Catanzaro di Gianni Di Mar-zio o dei ragazzi terribili di Bru-

no Pace? Il Catanzaro di Nino Musella, Massimo Mauro, Anto-nio Sabato, Edy Bivi. Di Marzio ripeté il miracolo promozione in A anche in Sicilia con il Catania del vulcanico Angelo Massimino e Claudio Ranieri attuale tecnico del Monaco. Anche il Palermo prima di Maurizio Zamparini e dei tanti campioni da lui in-gaggiati come Edinson Cavani e Fabrizio Miccoli che ha cono-sciuto la massima serie, sotto la presidenza del grande Renzo Barbera che valorizzò tanti ra-gazzi siciliani, Gaetano Troja, Ignazio Arcoleo, ad Angelo Bel-lavia, senza dimenticare di citare Edy Reja il grande mister tanto amato dai napoletani. E non si può non citare il Bari e il Lecce di Eugenio Fascetti, che svezzò una miriade di calciatori che hanno poi scritto la storia del calcio nostrano: Antonio Cassano e l’attuale allenatore della Juventus Antonio Conte entrambi puglie-si. Da quelle parti stazionarono e diedero bella mostra di se stes-si Pietro Maiellaro e Francesco Moriero. In Sicilia ci fu il profes-sore Francesco Scoglio con la sua “zona sporca”. Anche il  Pescara ha avuto dei trascorsi prima del-la fantastica compagine che Ze-man ha riportato in A. Certo il calcio champagne di  Giovanni Galeone espresso con la squadra adriatica qualche anno dopo fa ancora notizia con i Leo Junior, Tita, Edmar e Blaz Sliskovic. La Cavese di Corrado Viciani con il suo “gioco corto”, l’Avellino di

Tony Giammarinaro; la Saler-nitana di Marco Di Vaio; il Sor-rento di Giuseppe Bruscolotti, il  Campania del patron Morra Greco e di Orazio Sorbello. Un calcio povero di danaro ma ricco di talenti, di idee nuove e di tan-ta passione, di tanto, smisurato amore per una maglia. In tutto questo peregrinare a Sud, una nota personale la dedico a ma-stro Zeman, ovunque è andato a suscitato divisioni tipo Guelfi e Ghibellini, a lui devo però la mia voglia di allenare, sarò uno delle tante migliaia di piccoli tecnici sparsi per lo stivale. Ero un ragazzo anche io quando a Caserta arrivò il suo Licata, una perfetta macchina da gioco, uno spettacolo bellissimo, ripartenze rapide, mai avrei immaginato che una squadra di pallone po-tesse fare i movimenti che vidi quel giorno, spettacolare; Zde-nek Zeman è a mio sommesso avviso il più grande insegnante di calcio, il migliore maestro che un calciatore ha avuto la fortu-na di ritrovarsi come allenatore.

PANE E PALLONEFioreMarro

giù al nord

Un giovanissimo Zdenek Zeman con la maglia del Licata

Siamo tutti curiosi di vedere come il Milan saprà reagire

al risultato di Madrid, non all’e-liminazione dalla Champions, comunque mezza annunciata, ma alle quattro reti subite. Pochi ci credevano, anche se in molti ci abbiamo sperato, che passas-se il turno, ma nessuno poteva immaginare un simile disastro. Solo Seedorf sarebbe forse da as-solvere; non avrebbe potuto fare nulla di diverso, l’inutile dubbio dentro Pazzini e fuori Balotelli o il contrario, sarebbe risultato ap-punto inutile. Il Pazzo ha deluso a Udine, SuperMario delude da dieci partite. I rossoneri in cam-po meriterebbero un processo pubblico per aver leso l’immagi-ne di un club blasonato come il Milan ed al quale, questi calcia-tori, non hanno il diritto di ap-partenere. L’Atletico ha messo in campo la fame, la voglia di non deludere i suoi tifosi e un tecnico attento e preparato come Sime-one. Il Milan, da canto suo, ha lasciato la testa in albergo. Squa-dra rinunciataria, mai in partita, fatta eccezione per 15-20 minuti dopo il pareggio di Kakà, che ha subito Diego Costa e compagni come una squadra di provincia, con tutto il rispetto. Dov’è finito

quel Mario Balotelli arrabbiato e assetato di riscatto? Un vero disastro che richiederebbe una ricostruzione capillare, soprat-tutto in società. Quattro gol sono davvero troppi, anche per una squadra mezza convalescente che nel nostro campionato, dopo le ultime figuracce, naviga a cen-tro classifica senza più ambizioni se non quella di arrivare a fine stagione e andarsene in vacanza salutando l’Europa dalla porta di servizio. Dicevamo di See-dorf: l’olandese è sulla graticola perché i giocatori a disposizione sono quelli che passa il convento e di conseguenza è difficile rac-cogliere qualcosa quando il pro-

CROLLO MILANDELUDE ANCHE IL PROGETTO SEEDORF

SeveraBisceglia

champions

champions

dotto a disposizione è piuttosto scadente. Ma perché è scaden-te? Perché vale poco, anche se si tratta di nomi illustri capaci e in grado di rimettere in sesto (qualche anno fa) stagioni mezze disastrate come quella attuale. E’ stato cacciato Allegri ma la situa-zione è la stessa, anzi peggio. Pur con tutto il rispetto per l’Atletico, forte e bravo, di Simeone, mol-ti si sono chiesti quale risultato sarebbe emerso in questa circo-stanza se invece dei Colchoneros il Milan avesse incontrato il Real di Ancelotti oppure il Bayern di Guardiola. Meglio non pensarci e girare in fretta pagina pensan-do alla sfida di oggi col Parma.

Luigi Sada

Da Madrid, sponda Atletico, a Barcellona, passando per

Monaco e Parigi, la Champions regala i primi verdetti che pro-iettano ai quarti di finale le pro-tagoniste d’Europa. Del Milan si parla a parte col poker incassato al Vicente Calderon da Diego Costa e compagni mentre nell’al-tra sfida di martedì, andando per ordine, l’Arsenal ha provato a stuzzicare il Bayern all’Allianz Arena frenandolo sul pareggio, grazie anche a un calcio di rigore senza cuore e anima battuto da Muller allo scadere e parato sen-za tanti problemi da Fabianski. I tedeschi erano forti dello 0-2 conquistato a Londra nel match d’andata e di conseguenza han-no incrociato le armi con l’un-dici Wenger con uno spirito di chi sa di essere protetto in una campana di vetro. Nel calcio mai dire mai. Ma stavolta, visto che all’inizio del secondo tempo i

BAYERN SENZA PROBLEMITREMA MA VINCEIL BARCA COL CITY

panzer di Guardiola sono an-dati in vantaggio con un gol di Schweinsteiger, le cose si sono messe sul binario giusto esal-tando i sessantamila presenti sugli spalti monegaschi. Due minuti più tardi però Podolski ha ridato ossigeno agli inglesi agguantando il pareggio. Ma i giochi erano ormai fatti. Un po’ come è successo a Parigi col Psg che si presentava al pubblico di casa contro il Bayer col biglietto da visita siglato dal poker realiz-

zato a Leverkusen due settima-ne fa. Al Psg, si è subito capito, interessava mandare in gol Ibra, in corsa con Cristiano Ronaldo nella classifica dei marcatori, ma lo svedese è rimasto a secco, dal momento che le reti parigine sono state messe a segno dall’ex romanista Marquinhos e da Po-cho Lavezzi, con l’intermezzo del gol iniziale tedesco di Sam. Il Bayer inseguiva una vittoria di prestigio e l’ha gettata alle or-tiche alla fine del primo tempo facendosi parere un rigore da Sirigu. Nell’altro match, il City le ha provate tutte per battere il Barca in leggera crisi ma alla fine ci ha pensato Messi, dopo un clamoroso palo, a battere Hart. Kompany ha rimesso in piedi la gara centrando l’1-1ma a tempo scaduto Dani Alves ha cancellato ogni speranza a Dzeko e compa-gni da uscire dal Camp Nou con un risultato positivo.

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domenica 16 marzo 201410

Milano vuole fare il vuotoNel prossimo turno di cam-

pionato l’EA7 Armani ha l’occasione di staccare anche Brindisi, qualora la squadra di Piero Bucchi perdesse a Cantù. I brianzoli non vogliono per-dere ulteriori punti in vista dei playoff e quindi in casa vende-ranno cara la pelle. Milano d’al-tro canto, dopo le energie perse contro Vitoria in Eurolega, non può abbassare la guardia contro Roma, che arriva da tre vittorie

consecutive. La squadra di Luca Dalmonte si trova attualmen-te al quinto posto, a ridosso di Siena e Cantù e a quattro punti da Brindisi. Di certo una parti-ta da prendere con le molle. Il roster dei capitolini non è af-fatto male a cominciare da Josh Mayo, playmaker di Munster, che nonostante i suo 182 cm si fa sentire anche sotto le plance con 3.5 rimbalzi a partita. Sin qui po-che partite disputate, e vero, ma si è già fatto conoscere con una buona mano da tre (quasi 43%), mentre da due deve ancora pren-dere le misure. Ha anche 3 assist a match. Phil Goss è la croce e delizia dei tifosi giallorossi. La

guardia di Washington ha mo-menti di lucida follia in cui è ca-pace di spaccare la partita come una mela, in altre è assolutamen-te da dimenticare. Tira col 57.6% da due, mentre da tre è al 38.7%. Smazza anche 2.5 assist a partita. Bobby Jones è l’ala piccola, ma cambia poco rispetto a Quinton Hosley. Il giocatore di Compton a un 52.4% e 41.5% da tre con 4.5 rimbalzi catturati. Tra il 2006 e il 2008 gioca in NBA, girando tra Philadelphia, Denver, Memphis, Houston, Miami e San Antonio. Talento da vendere è molto di-scontinuo. Hosley è l’alter ego di Jones, ma ricopre un ruolo che lo vede più vicino a canestro anche

CONTRO ROMA

BeppeVigani

basket

LE “SCARPETTE ROSSE’’ PREPARANO LA FUGA

Daniel Hackett, la sua regia è indispensabile

se può giocare tranquillamen-te anche da 3. Meno spavaldo al tiro del compagno (45.9% da due e 30.9% da tre) è più ricet-tivo a rimbalzo con quasi 5 rim-balzi catturati. Il rapporto tra palle perse e recuperate è quasi alla pari (2.9 contro 2.2). Trevor Mbakwe è il centro intimidatore dei giallorossi. Cattura quasi 10 rimbalzi e compie 2 stoppate a partita: è il re dell’area pitturata. Altro giocatore da tenere in con-siderazione è Jimmy Baron, che ricopre il ruolo da guardia-ala che, se in giornata, è un tiratore terrificante, sia da tre (ha quasi il 40%), sia da due ha il 51.9%.

PAURA E DELIRIO A MELBOURNEAl via il GP d’Australia fra i timori delle scuderie

Il giorno G è arrivato, il primo verdetto della stagione è stato

emesso questa mattina sul trac-ciato dell’Albert Park. In pochi comunque hanno accolto con gioia il GP d’apertura, sopratutto i team motorizzati Renault e in particolare la Red Bull. Le delu-denti performance durante i test, nonchè l’omologazione «forzata» del power unit il 28 febbraio, as-sieme agli altri motoristi, hanno fatto si che la casa produttrice francese arrivasse a Melbourne col fiatone e una gran paura di fare pessima figura. Pochi i giri accumulati in pista sia in Spagna che in Bahrain, troppi i ritardi e le magagne che hanno funestato i V6 transalpini. Da qui la richie-sta, poi respinta con l’intervento della Mercedes, di una proroga sulla consegna della versione de-finitiva dei nuovi propulsori. Ora che i conti, almeno per quest’an-

Il circuito di Albert Park

no, sono chiusi, non resta che vedere cosa succederà all’interno del team austriaco, come e quan-to Newey sarà disposto a modifi-care la sua RB10 affinchè miglio-ri l’affidabilità. Perché è questa la preoccupazione numero uno di tutte le squadre: concludere indenni la corsa e possibilmen-te a punti. Nessuna scuderia, nemmeno la favorita Mercedes o la sorpresa Williams, ha osato sbilanciarsi in pronostici. Anzi, il team di Hamilton e Rosberg ha «volato basso», auspicando per i suoi piloti un arrivo al traguar-do. In casa McLaren, per la quale ha parlato lo storico (e ritrovato) patron Ron Dennis, c’è aria di ottimismo grazie allo sblocco di nuovi fondi: il budget delle Frec-ce d’argento di quest’anno è il più alto della storia della scuderia di Woking. Fra le tante incognite che accompagnano l’avvio del Mondiale, una delle poche cer-tezze è che vedremo delle gare completamente differenti rispet-to agli anni passati e lo dice an-che Alonso: «Il sabato e la dome-nica saranno molto diversi fra loro- ha spiegato l’asturiano-. Al

sabato si potrà sfruttare al mas-simo il potenziale della vettura, portando all’estremo il power unit alla ricerca della prestazio-ne assoluta, mentre la domenica bisognerà calcolare, sopratutto nei giri finali dei GP, il livello del carburante e lo stato delle batte-rie e delle gomme. Le strategie di gara saranno fondamentali in questa stagione». Molto cauto anche l’altro ferrarista, il qua-le ha già vinto in Australia lo scorso anno, ma anche nel suo primo Gran Premio in assoluto con la monoposto del Cavallino nel lontano 2007. Raikkonen ha ricordato con piacere quell’av-venimento, poi ha voluto torna-re con i piedi per terra. «Non è mai stata una mia abitudine az-zardare previsioni, e quest’anno me ne guardo a maggior ragione -ha dichiarato sul sito Ferrari.com-. Andiamo in Australia con vetture completamente nuove, secondo me il campo è molto aperto, può succedere qualun-que cosa. A Maranello abbiamo lavorato molto, la F14 T sembra una buona macchina, ma sarà la pista a dire chi è più veloce”.

DeboraCheli

F1

Schumi regisce alle curedi Debora Cheli

Davanti al muro di silenzio che circonda il set-te volte iridato irrompe la «Gazzetta dello

sport», con notizie incoraggianti sulla sua salute. Secondo la rosea, il Kaiser sarebbe in grado di re-spirare da solo, senza più l’aiuto dei macchinari, e reagirebbe alle voci di parenti e amici, sempre al suo fianco. Indiscrezioni che, come già accaduto in precedenza, non hanno trovato conferma presso la manager del tedesco. Sabine Kehm, interpellata dai cronisti al Salone di Ginevra, ha ribadito che Michael è «fuori pericolo ma resta in gravi condi-zioni». ”Siamo fiduciosi riguardo a Michael. Ogni tanto ci sono piccoli segnali di miglioramento’’

MarjljaBisceglia

motoGp

Riteniamo opportuno dare spazio alla scuderia di casa

nostra, la Ducati. Finiti i test in Malesia e in Australia, Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding, ha presentato alla stampa la De-smosedici GP14 ed è stata scelta una location, a conferma dell’ot-tima sinergia con il gruppo Audi, d’eccezione: l’Audi Forum all’in-terno dell’aeroporto di Monaco di Baviera, fin qui nulla di italia-no. A rappresentare comunque i nostri colori sul palco sono saliti Luigi Dall’Igna, Direttore Ge-nerale Ducati Corse, Paolo Cia-batti, Direttore Sportivo Ducati Corse e i due piloti Andrea Do-vizioso e Cal Crutchlow (unico elemento importato del gruppo). Ci ha pensato Claudio Domeni-cali ad illustrare i progetti per la nuova stagione alle porte e le no-vità tecniche delle moto: “Come ho già avuto modo di dichiarare recentemente anche in MotoGP

vogliamo riproporre e ritrovare quei valori che ci hanno portato ad ottenere importanti risultati nel passato. Siamo pronti per la nuova stagione MotoGP, ferma-mente convinti che l’entusiasmo, la passione e le competenze tec-niche e sportive del nostro Team, insieme al supporto dei nostri sponsor e partner ed al tifo dei “ducatisti”, ci permetteranno di affrontare questo impegno con grande determinazione. Cal e Andrea sono piloti di grande talento, e l’Ing. Dall’Igna saprà sicuramente gestire al meglio tutte le risorse a disposizione. Le nuove scelte tecniche e sportive che l’azienda ha deciso di segui-re ci consentiranno di tornare a competere con quello spirito che ha sempre caratterizzato le donne e gli uomini che lavora-no in Ducati, capaci di produrre moto da sogno, all’avanguardia per quanto riguarda tecnologia e design”. C’è molto entusiasmo nel team di Borgo Panigale e la consapevolezza di tornare a ga-reggiare per il podio dopo anni

passati nell’ombra. Anche l’Ing. Luigi Dall’Igna si dice convinto dei risultati che potrà raccoglie-re la Ducati in questo mondia-le: “Venire a lavorare in Ducati Corse è, probabilmente, la sfida più importante della mia vita: la-vorare in MotoGP ed essere Di-rettore Generale per uno dei più famosi e prestigiosi produttori del mondo, Ducati, è un traguar-do significativo ma anche una responsabilità notevole. Sono estremamente orgoglioso della scelta che ho fatto e altrettanto motivato dai primi risultati che abbiamo ottenuto nei due test di Sepang e a Phillip Island. Al momento la cosa più importante è proseguire con lo sviluppo del-la moto, e le scelte che abbiamo fatto ci permetteranno di andare avanti e di crescere. Siamo molto soddisfatti dei tempi sul giro ot-tenuti negli ultimi test, ma anche della costanza del rendimento, confortati anche dai commenti dei nostri piloti. Ducati ha ri-dotto significativamente il gap rispetto ai concorrenti e siamo fiduciosi di poter fare ulteriori passi avanti durante la stagio-ne”. Anche il Direttore Sportivo Paolo Ciabatti si è detto soddi-sfatto e convinto degli ulteriori miglioramenti che la Desmo-sedici GP14 apporterà duran-te la stagione. Non potevano mancare i protagonisti in pista, Dovizioso e Crutchlow che non vedono l’ora di dimostrare in pi-sta le conquiste delle nuove moto dopo le tre stagioni fallimentari.

DUCATI PRONTA AL RISCATTOFoto Savino Paolella 2014

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11domenica 16 marzo 2014

L’Italia frana e la Sanremo 2014 rischia di perdere un

pezzo del suo fascino con la cancellazione dello strappo fi-nale della Pompeiana bloccato e intransitabile da alcune setti-mane causa lavori di ripristino. Se non ci saranno cambiamenti dell’ultima ora questa salita verrà sostituita dalla Maine, altrimen-ti si arriverà nella Città dei Fiori attraverso i tornanti conclusivi del Poggio pronto a fotografare gli ultimi acuti della Classicis-sima dopo le ascese del Capo Mele, Berta e Cipressa inserite nel tracciato più impegnativo della gara. Lo scorso anno la Mi-lano-Sanremo non è stata molto fortunata per via del maltempo e della nevicata che ha blocca-to il passo del Turchino e che ha costretto gli organizzatori ad annullare parte della corsa im-barcando i corridori sui pullman delle squadre dirottandoli su Sa-vona. La Classicissima, quest’an-no, prenderà il via domenica 23 da piazza Castello e vedrà allo starter di partenza le migliori fir-me del ciclismo internazionale. La Sanremo 2014 riceverà dalla Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza il meglio delle due ruote che ha iniziato già a febbraio e ai primi di marzo a scaldare i muscoli e dettare legge sulle strade d’Euro-pa e del sud America. Dando per scontato, o quasi, l’annullamento

E’ SAGAN L’UOMO DA BATTERE ALLA MILANO-SANREMOLuigiSada

ciclismodel Pompeiano, a sorridere nella circostanza sono i velocisti capi-tanati da Peter Sagan (nella foto) bruciato sul traguardo dodici mesi fa da Ciolek sotto una piog-gia torrenziale. Con lo slovac-co ci sono Cavendish, Modolo, Martin, Pozzovivo, Kittel, Evans, Coldrelli ma soprattutto Greipel il più in forma del momento, più Contador, Cancellara. Ridono un

po’ meno i Pozzato, Nibali, Mo-reno Moser e tutto il resto della pattuglia di passisti chiamati allo sforzo principale anticipato nel-la parte più insidiosa della gara per respingere gli attacchi finali dei velocisti. La Classicissima si disputerà sulla distanza di 294 chilometri e prenderà il via dalla Conca Fallata alla periferia sud di Milano come da tradizione.

Cosa deve avere un cavallo per saltare bene e vincere le cor-

se ad ostacoli? In due parole, tec-nica e cuore. Facile a dirsi, meno a concretizzarsi. Ce lo insegnano gli inglesi che amano il cavallo sopra ogni cosa. È di scena in questi giorni il grande Festival di Cheltenham, una manifestazio-ne che fa confluire sulle tribune in legno del vecchio ippodromo qualcosa come 200mila perso-ne. Tutte pronte ad emozionarsi ed entusiasmarsi per delle cor-se sempre bellissime e dall’alto valore spettacolare: ovviamente ci sono anche le cadute, a volte pure drammatiche, ma il sale dello sport è proprio questo: si cade e si risorge, a volte però su-gli ostacoli c’è chi cade e ci resta per sempre. A Cheltenham è sta-to protagonista anche un cavallo allevato in Italia, precisamente dal bravo Giovanni Caiani: un vero e proprio campionissimo, ormai in età avanzata visto che

ha già ben 10 anni. Il suo nome, molto bello, è Hurricane Fly al quale il pubblico chiedeva la terza vittoria (un’impresa ecce-zionale) in un Gruppo Uno (un gran premio quindi) chiamato Champion Hurdle e con una do-tazione di sterline davvero ric-chissime. Ha lottato il nostro campione, di proprietà inglese, ma non ha avuto fortuna e si è piazzato solo quarto al termine di una retta d’arrivo davvero incandescente: era il favorito della corsa, poco sopra la pari, e quindi il pub-blico era tutto per lui e pur per-dendo ne ha apprezzato la sua generosità. Che dite? Si sarà un po’ stufato di saltare e correre forte all’alba di 10 anni, suonati e ben portati, la carriera di un purosangue è fatta di alti e bas-si, soltanto l’immenso Varenne ha conosciuto vette altissime ma anche lui, un paio di volte, ha perso, ed è quanto è succes-so all’eroico Hurricane Fly. Per la cronaca il gran premio è stato vinto da Jezki, generoso fin sul palo. Poi, dopo la corsa, applausi per tutti perché il pubblico in-glese ha nella sportività un vero e proprio punto fermo.

La vera impresa c’è stata, invece, in un’altra corsa di Cheltenham, il Mares Hurdle, sulla massa-crante distanza di ben 4 chilo-metri, e con i salti! La femmina Quevega ha vinto questa corsa per, udite udite, la sesta volta consecutiva. Naturalmente nes-suno ci era mai riuscito, nessuno aveva conquistato sei volte una corsa nel meeting di Chelten-ham. Il leggendario Golden Mil-ler si era fermato a 5, dal 1932 al 1936. Storie di altri tempi, storie di un’altra ippica. E la regina Eli-sabetta si è ovviamente fatta ve-dere all’ippodromo, in una delle 5 giornate del Festival: la passio-ne da quelle parti è totale, pren-de appunto l’operaio col fish and chips fra le mani, e la famiglia re-ale che non sbaglia mai il colore di un vestito. Su tutto l’emozione del salto, il cavallo che si inarca in un tutt’uno col fantino, e quasi sempre ricade armoniosamente dall’altra parte: ogni ostacolo è un tuffo in gola, il cuore sembra volare via e solo la maestria del jockey rende possibile quella che si può definire una vera e propria impresa. Passare indenni una trentina di ostacoli. E, se possi-bile, vincere.

Primi bilanci e prime valu-tazioni per i nostri quattro

amici runners protagonisti del contest corsa Cross per Tutti 2014.Per ognuno di loro, è stata un’esperienza positiva caldamen-te consigliata a chi ancora é un po’ titubante quando sente par-lare di corsa campestre. Ognuno di loro ha però caratteristiche e predisposizioni differenti, e quindi diverse sono le tappe che hanno preferito e quelle che han-no invece trovato più ostiche. Paolo, per esempio, è combattu-to: “Da un lato mi sento libero dall’impegno delle campestri per potermi così dedicare comple-tamente alla preparazione della maratona; ma dall’altro mi sento orfano di gare comunque sem-pre piene di emozioni e molto tecniche.” Le tappe a lui più con-geniali sono state quella di Cesa-no Maderno per la sua crudezza - ricordiamo la pioggia battente, causa di molto fango lungo tut-to il percorso, e quella di Monza per la bellezza del Parco Reale. E Paolo ha particolarmente ap-prezzato il privilegio di partire nella prima gara della giornata.Anche Sara è d’accordo con Pa-olo la sua preferita é stata la gara di Monza per lo scenario in cui si è disputata e per le caratteri-stiche del percorso, vario e col-linare. Dei quattro, è l’unica alla quale é mancata la neve: “Ab-

IL CONTEST CORSA VOLA VERSO

biamo assaggiato tutto, freddo, fango, sole e pioggia; ma dove si è nascosta la neve?? Adesso mi auguro proprio di non in-contrarla in maratona!” Anche Sara, con il solito contagioso en-tusiasmo, consiglia caldamente a tutti di partecipare al Cross per Tutti per fare qualcosa di diverso e alternativo rispetto alla solita corsa. Sempre serena, tranquilla e rilassata, si appresta ora a de-dicarsi alla finalizzazione della preparazione per la SuisseGas Milano Marathon, felice e al tempo stesso sorpresa della terza piazza conquistata nella classifi-ca di categoria al Cross per Tutti.È stata una grande soddisfazio-ne arrivare in fondo al circui-to per Roberto; e, per un atleta con caviglie deboli come le sue, concluderlo senza infortunarsi. La tappa più gradita é stata l’ul-tima, “perché va sempre onorata cercando di fare il massimo per conquistare il miglior piazza-mento. Se devo essere onesto, avrei forse evitato la prova di Ce-sano Maderno: ok i cross, ma in quelle condizioni così estreme, non so quanto possa esser servi-ta a un podista. Ma al tempo non si comanda!” Questo circuito è piaciuto molto a Roberto che non cambierebbe nulla. Il suo rammarico è la scarsa parteci-pazione dei top runners, quasi sicuramente per la mancanza di premi; “ma forse, a pensar-ci bene, non è male anche così:

considerando il nome, CROSS PER TUTTI, si capisce come queste gare siano per chi vuole solo correre e divertirsi senza pensare a un ritorno economi-co. Adesso, spazio alla mara-tona: state certi che durante i 42k mi verranno in mente tutti i cross corsi con i 25/35k fatti il giorno prima per prepararla!”Da ultimo, si unisce al coro di commenti positivi Antonio che di questa avventura ha apprez-zato la possibilità di tuffarsi nella natura e confrontarsi con se stes-so, prima che con gli avversari. Quella di Seveso la prova a lui più congeniale “perché in corsa ho avuto sensazioni splendide: correre relativamente forte e non sentire fatica non è cosa da tut-ti i giorni. Ho pagato invece la tappa di Cesano, un po’ troppo dura per me come prima cam-pestre dell’anno e dopo uno stop dalle competizioni.” Consiglia agli organizzatori una revisione della distribuzione delle gare per attirare più pubblico e caldeggia la partecipazione al Cross per Tutti come attività che si integra al meglio con la preparazione invernale per potenziamento muscolare e miglioramento della capacità aerobica di base. Chiusa la combinata lungo & campestre del finesettimana, il nostro atle-ta è concentrato sulla SuisseGas Milano Marathon dove cercherà di migliorare le 3:15’03’’ siglate lo scorso novembre a New York.

LA SUISSEGAS MILANO MARATHONatletica

di Chiara Franzetti

TonyMorandi

rugby

L’ITALIA ALL’ULTIMA SPIAGGIANell’ultimo match del Sei

nazioni c’è l’Inghilterra

Per l’ultima giornata del Sei Nazioni, tutto il rugby italia-

no si ferma, per sostenere l’Italia all’Olimpico contro l’Inghilterra. RGM si medica le ferite della sconfitta di Lecco di domenica scorsa, programmando una serie di allenamenti comuni per la pri-ma squadra e i ragazzi dell’under 18. Non si gioca quindi nel pros-simo week end e all’Olimpico è stato annunciato il tutto esaurito, due settimane prima la disputa della partita, in netto contrasto con l’andamento della squadra guidata dal ct Jacques Brunel, che ha perso le quattro partite disputate, subendo una batosta per 46-7 sabato scorso a Dublino contro l’Irlanda. Battere l’Inghil-terra era l’obiettivo dichiarato da Jacques Brunel per questo tor-neo, per bissare un ipotetico suc-cesso con la Scozia, che poi non è arrivato per un drop di Weir ad una manciata di secondi dalla

fine. Ora la situazione è sporti-vamente disperata, perché siamo davanti al fallimento di finire an-cora una volta a zero punti ed è ancora più grave, se ci ricordia-mo le parole di Brunel al mo-mento del suo ingaggio, quando aveva promesso che in tre anni la Nazionale sarebbe stata in gra-do di ambire al successo finale. Il campo ha invece ci ha resti-tuito la solita Italia, addirittura peggiore, se si guarda al ranking mondiale, dove è scivolata al quattordicesimo posto. Preoc-cupante, oltre che inaccettabile, perché tra poco più di un anno si giocherà la Coppa del Mondo.

Contro l’Irlanda, gli azzurri non hanno visto palla, concedendo il possesso per oltre il 70 per cento del match, al punto che sono sta-ti costretti al record di placcag-gi in una partita internazionale: quasi 250 che non sono bastati per resistere anche nel secondo tempo, dopo aver chiuso il pri-mo su un dignitoso e rimedia-bile 17-7. Con ancora ottanta minuti da giocare, sono tre le squadre che possono conquista-re il torneo: Irlanda, Inghilterra e Francia hanno un record di tre vittorie e una sconfitta e gli irlan-desi hanno la miglior differenza punti (+81) mentre l’Inghilterra (+32) precede la Francia (+3). Come dire che l’Inghilterra per superare un’Irlanda vincente con la Francia di un solo punto, do-vrebbe battere l’Italia con uno scarto di cinquantuno punti. Sarà un pomeriggio di grande rugby da vivere tutto in diretta su DMAX dalle 12.30 alle 20.

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domenica 16 marzo 201412

MarjljaBisceglia

Accadeva il 16 marzo Il 16 marzo del 37 d.c. vide morire l’Imperatore Tiberio, secondo imperatore romano succedu-

to all’Imperatore Augusto. Nel 1517, stessa data, si chiude il Concilio Lateranense V e quattro anni dopo Magellano raggiunge le Filippine. Il sedi-cesimo giorno di marzo del 1869 viene ufficia-lizzata l’invenzione della motocicletta e nel 1872 si gioca la prima finale di FA Cup vinta da The

Wanderers (è la prima coppa di calcio assegnata), ventisei anni dopo a Torino viene fondata la Federa-zione Italiana Gioco Calcio. Prima di entrare nello specifico degli eventi sportivi o degli atleti nati in questa data, ricordiamo che lo stesso giorno, questa volta facciamo un salto nel futuro, del 2880 è la data prevista del punto di minima distanza dalla Terra del corpo celeste che potrebbe colpire la terra.Il 16 marzo del 1977 nasce la

donna dei record Manuela Levorato, due volte medaglia di bronzo ai Campionati europei di atletica leggera. L’atleta italiana inizia ad impegnarsi all’età di 17 anni, quasi per caso nell’atleti-ca leggera, e raccoglie subito il successo vincendo il titolo allie-ve sui 100 metri a Torino. Nella categoria juniores, invece, arri-va in finale sia nei campionati europei che in quelli mondiali di categoria, restando però giù dal podio, anche se per poco. Nel 1998 stabilisce il nuovo re-cord italiano sui 200 metri con il tempo di 22”86. Nel 1999 si aggiudica il doppio oro agli Eu-ropei under 23 a HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/G%C3%B6teborg” \o “Göte-borg” Göteborg nei 100 e nei 200 metri con rispettivi record italia-ni. Nello stesso anno, ai Mondia-li di Siviglia, partecipa alla semi-finale grazie al record di 22”60 ottenuto nel turno precedente. Nel 2000 realizza il record ita-liano con il tempo di 36”30 sulla distanza dei 300 metri superan-do, di oltre un secondo, il record precedente appartenuto a Virna De Angeli e il doppio record nel-la staffetta 4x100 metri (43”60 a Conegliano e successivamente a Barletta con 43”44). Agli Euro-pei del 2001 fissa un nuovo re-cord italiano all’Athletissima di Losanna con il tempo di 11”14 sui 100 metri. L’anno successivo è medaglia d’argento in Coppa

Europa sia nei 100 che nei 200 metri e agli Europei a Monaco di Baviera vince due medaglie di bronzo. L’anno successivo si laurea campionessa italiana in-door nei 60 m e nei 200 metri, in quest’ultima distanza fissa

un nuovo record italiano. Il 30 giugno del 2010 si laurea per la quattordicesima volta cam-pionessa italiana agli assoluti di Grosseto e nel 2011 conquista il suo settimo titolo italiano indo-or sui 60 metri piani.

L’atleta italiano Emilio Lun-ghi è nato a Genova il 16

marzo 1886. Ai giochi di Lon-dra 1908 conquistò per l’Italia la prima medaglia d’argento in una Olimpiade classificandosi secon-do negli 800 metri. Lunghi è nato praticamente atleta eccellendo in diverse discipline, anche se specialista del mezzofondo, dal-la ginnastica al nuoto, dalla lotta al sollevamento pesi ed è consi-derato il primo grande talento dell’atletica leggera italiana. Il primo successo porta la data del 18 giugno 1905, a Vercelli vinse il suo primo titolo italiano dei 1500 m e pochi mesi dopo batté Dorando Pietri nel Giro di Mila-no sulla lunghezza di 11.250 m. Nel 1906 invece del tradizionale campionato italiano ne vennero disputati due, Lunghi partecipò ad entrambi vincendo a Torino il titolo nei 400 m e nei 1500m e a Milano fece suo quello dei 1500. Ai campionati di qualificazione per i Giochi londinesi, davanti ai sovrani d’Italia, Lunghi si aggiu-dicò il titolo dei 400 e dei 1000 m, stabilendo in quest’ultima la migliore prestazione mondiale, successivamente, tra gli USA e l’Italia farà collezione di vittorie.

Reginald Edgar Walker, cono-sciuto semplicemente come

Reggine, è nato il 16 marzo del 1889 a Durban ed stato un atleta sudafricano e vincitore dei 100 metri piani ai Giochi olimpici di Londra 1908, e pensare che la sua partecipazione a queste olimpiadi non era prevista pur essendo stato campione africano l’anno precedente. La sua tra-sferta a Londra fu resa possibile grazie alla raccolta di fondi orga-nizzata da un giornalista sporti-vo del Natal. Walker vinse la sua batteria dei 100 m in 11” netti e nel secondo turno eguagliò il re-cord olimpico di 10”8. Reginald Walker resta ancora oggi il più giovane campione olimpico dei 100 metri maschili con 19 anni e 128 giorni.

Il 16 marzo del 1976 nasce Andrew Craig, rugbista a 15 scozzese che gioca nel ruolo di centro. Gioca la sua prima gara con la maglia della Nazionale scozzese il 15 giugno 2002 a Vancouver contro il Canada, gara persa per 26-23.

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13domenica 16 marzo 2014

Dopo il successo della prima edizione torna su Rai2

l’evento televisivo che premia la voce, tra novità e grandi conferme. Raffaella Carrà, J-Ax, Noemi e Piero Pelù sono i coach pronti a sfidarsi per trovare “The Voice”. Conduce Federico Russo. Dallo scorso mercoledì, in prima serata, va in onda la squadra diretta da Federico Russo, affiancato dalla V-Reporter Valentina Correani (che farà partecipare il pubblico attraverso il sito ufficiale e i social network), e composta dai coach Raffaella Carrà, Noemi e Piero Pelù. I tre hanno tra l’altro un nuovo compagno e avversario, J-Ax, pronto a dare battaglia per trovare “The Voice”, il cantante che supererà tutti gli altri e si aggiudicherà un contratto discografico. Al centro del programma sempre e solo la grande musica, italiana e internazionale, con brani leggendari e hit contemporanee suonati rigorosamente dal vivo da una band composta, nelle diverse fasi, da sei, nove e tredici musicisti. Un’avventura che si svilupperà in quattro tappe: le Blind Audition (le audizioni al buio dei cantanti); le Battle

THE VOICE OF ITALY CANTA ANCORA SULLA RAIRiccardo

Sada

musica

Chi sarà la “voce” del 2014?

realizzato da Rai2 in collaborazione con Talpa ItaliaLe risposte arrivano già in prima serata con “The Voice of Italy”

(i Duelli) con l’opzione “Steal”, attraverso il quale il cantante eliminato nelle Battle potrà essere scelto da un altro coach; la novità del Knock Out, con la sfida tra due concorrenti della stessa squadra senza possibilità di essere ripescati, e i Live Show. “The Voice of Italy” è anche un innovativo progetto cross-mediale sul web e un programma radiofonico con “The Voice of Radio” in esclusiva su Radio2 Rai. Nell’edizione 2014, Rai2 realizza il primo programma in multipiattaforma che vede il coinvolgimento dei telespettatori attraverso una proposta diversificata di contenuti creati ad hoc per completare l’offerta sulle diverse piattaforme disponibili (tv, web, radio). Il sito (www.thevoiceofitaly.rai.it),

che l’anno scorso ha generato oltre 14 milioni di visite, offrirà al mondo della rete le dirette in streaming delle puntate Live e un “second screen”, condotto da Valentina Correani che proporrà sul web, in contemporanea alla diretta, curiosità sul programma, backstage e interviste inedite. Sul “versante” radiofonico, invece, i conduttori di Radio2 Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini seguiranno in diretta dagli studi di via Asiago le cinque puntate del Live Show, commentando le varie fasi della gara insieme ad un gruppo di ascolto. Ma non solo: con “The Voice of Radio”, infatti, gli ascoltatori hanno scelto per la prima volta - attraverso il proprio voto - una cantante tra gli oltre mille partecipanti che hanno inviato un file con la loro

esibizione a Radio2. La vincitrice è stata ammessa direttamente alle Blind Audition.

Le Tappe di “The Voice” 2014“Blind Audition” (5 puntate): nelle audizioni al buio, il cantante in gara entra in scena, vede le quattro sedie di spalle e inizia a cantare. Il coach ascolta, se vuole scegliere quel cantante schiaccia il pulsante “I Want You” e di colpo la sedia si gira. Se nessuno dei coach fa girare la sedia, il cantante lascia il programma. Se più coach decidono di girarsi è il cantante in gara a scegliere con quale coach gareggiare e ai coach non resta che battersi per farsi scegliere.“Battle” (2 puntate): ogni coach fa esibire sulla stessa canzone due artisti della propria squadra, durante un vero e proprio “duello”. Al termine il coach dovrà scegliere chi passerà il

turno. Grande novità di questa edizione è l’opzione “STEAL”: il cantante eliminato in questa fase da un coach potrà essere recuperato da un altro coach e inserito nella sua squadra. Ogni coach potrà sfruttare questa possibilità solo due volte nel corso di questa fase.“Knockout” (2 puntate): l’inedito step che precede la fase finale e vede due concorrenti della stessa squadra sfidarsi su due brani diversi. Al termine del confronto, il coach eliminerà un partecipante che, questa volta, non avrà possibilità di essere ripescato.“Live Show” (5 puntate): i finalisti di ogni squadra si esibiscono singolarmente, ma anche con il proprio coach e grandi ospiti nazionali e internazionali. Ogni coach valuterà i propri cantanti, ma al loro voto si unirà la preferenza del pubblico da casa, fino all’ultima puntata in

Portiere di calcio, praticante di ciclismo, snowboard, sci,

mountain bike, Marco Bellavia è uno dei pochi personaggi del mondo dello spettacolo a essere uno sportivo a 360°. E’ pure un grande tifoso dell’Inter, anche se da qualche tempo ha smesso di andare al Meazza con regolarità. Il motivo? Lo spiega lui stesso ai lettori di Stadio5.

Per quale motivo non va allo stadio tanto spesso quanto in passato?

“Perché gli attuali giocatori dell’Inter non mi esaltano. Inoltre, sono quasi tutti stranieri e a me piacciono le squadre con le bandiere o, quanto meno, con giocatori che indossano con orgoglio la maglia. Tipi come Walter Zenga, Beppe Bergomi, Beppe Baresi e tanti altri. Da troppi anni le squadre italiane sono piene di stranieri – che non sono neppure fuoriclasse – che vengono da noi per fare cassa e poi se ne vanno, dove guadagnano

“AMO L’INTER, MA NON MI ESALTA PIÙ”Non ci sono più bandiere come Zenga, Bergomi o Baresi

M a r c o Bellaviadi più. Credo che molti tifosi la pensino come me tanto che, infatti, gli stadi italiani non sono più pieni come qualche anno fa. Forse anche perché molti impianti sono vecchi”

Se gli stadi italiani fossero rinnovati, gli spettatori aumenterebbero?

“Se per rinnovare s’intende trasformare gli stadi in centri commerciali, sono sicuro che non servirebbe ad aumentare il numero di spettatori. In Italia, sono gli uomini ad andare allo stadio e vogliono solo assistere alla partita. Le donne fanno shopping, ma allo stadio non ci vanno. Quindi, mettere negozi di vario genere all’interno dello stadio, non aiuterebbe a vendere più biglietti. Ma rendere gli stadi più confortevoli, sarebbe un passo avanti”

Secondo lei, l’Italia dove può arrivare al mondiale?

“E’ difficile dirlo. Non abbiamo una squadra tanto forte da

suscitare entusiasmo, ma in passato squadre che non sembravano nettamente migliori delle altre hanno vinto il mondiale. La nostra nazionale si esalta sempre nei momenti difficili, contro le avversarie più forti. Tutto è possibile”

Lei è da sempre appassionato di ciclismo. Continua a praticarlo?

“Certo, almeno due volte a settimana. Mi sono allenato anche con Claudio Chiappucci. Il ciclismo è anche uno degli sport più televisivi, non perde mai il suo fascino. Nessuno scandalo di doping potrà mai convincere gli appassionati a non praticarlo o a non seguirlo in televisione. Perfino in un periodo come questo, senza un personaggio carismatico come Eddy Merckx o Marco Pantani, il ciclismo continua ad affascinare milioni di persone”

Luca De Falco

intervistavip

cui le sorti delle Voci in gara verranno decretate unicamente dalla “Voce” dei telespettatori. Il vincitore di “The Voice of Italy”

si aggiudicherà un contratto discografico con Universal Music.

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domenica 16 marzo 201414

LA SENSUALITA’ KLIMTdi Marby

Si apre a Palazzo Reale dal 12 marzo, la mostra sul poliedri-

co artista austriaco Klimt, orafo e decoratore, amante della musica e del teatro. Si era fatto conosce-re giovanissimo per le sue quali-tà di raffinato disegnatore per la realizzazione insieme con il fra-tello delle decorazioni nelle ter-me di Karlsbad, in Austria, e suc-cessivamente per le decorazioni nell’aula magna dell’Università di Vienna che provocò molte po-lemiche per l’audacia delle rap-presentazioni simboliche e deco-rative che egli amava riprodurre. Nel 1897 Klimt  fu uno dei fon-datori della Secessione viennese,

Gustav Klimt . Ritratto femminile, 1898 circa - Olio su tela, cm 38 x 34. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna

Gustav Klimt. Nudo, 1903‐07- Gessetto nero su carta, cm 44,6 x 31,1. Vienna, Wienerroither & Kohlbacher © Alfred Weidinger

L’artista austriaco in una mostra a Palazzo Reale

un movimento nato in Austria ma sviluppatosi in tutta Europa che originò un modo di inter-pretare l’arte per quei movimenti artistici che all’inizio del XX se-colo intendevano distinguersi, distaccarsi, far “secessione” ap-punto, da tutte quelle istituzioni o accademie che ne ingabbiava-

no il libero pensiero e il libero arbitrio nell’esprimersi. La dif-fusione delle idee “secessioniste” si deve all’ambiente economico e sociale che si andava formando in questo periodo. L’industrializ-zazione e l’avvento di una classe borghese sempre più interessata all’arte fa sorgere l’idea di rende-re esteticamente più belli anche gli oggetti di uso quotidiano che

la macchina industriale produ-ce in serie. Il modo di intendere “secessionista” nasce proprio per contrapporsi all’idea che un og-getto divenga brutto perché se-riale e per questo molti artisti e artigiani dell’epoca si impegnano per arricchire anche un semplice oggetto di uso quotidiano, con

l’uso di materiali più raffinati come il ferro battuto, il vetro, e l’oro, interpretandolo con linee sinuose e sensuali di ispirazione naturalistica e floreale. Il nome “Secessione” declinato negli altri paesi con altri nomi come Art Nouveau in Francia, Liberty in Italia, Jungendstil in Germania è il clima di cui si nutre Klimt, che realizzerà con questo stile e materiali diversificati e preziosi molte delle sue opere. La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata da Alfred Weidinger,

affermato studioso di Klimt e vicedirettore del Belvedere in collaborazione per l’Italia con la studiosa klimtiana Eva di Stefa-no, presenta per la prima volta a Milano alcuni dei più noti capo-lavori provenienti dai più impor-tanti musei, tra i quali “Adamo ed Eva”, “Giuditta II”, “Girasole” e “Acqua mossa”. Nella mostra possiamo ammirare il famoso Fregio di Beethoven, costituito da sette composizioni ed ese-guito su tre pareti. Realizzato da Gustav Klimt nel 1902, per tra-durre simbolicamente per im-magini la sinfonia di Beethoven. Si tratta della copia dell’originale eseguito durante il complesso lavoro di restauro compiuto ne-gli anni 70-80. ‘’E’ così perfetta - dice il curatore Alfred Weidin-ger, vice direttore del Museo Bel-vedere di Vienna - che anche io posso confondermi”. Allestito ad altezza d’uomo, mentre in origi-ne Klimt l’aveva posizionato a sei metri da terra quale decorazio-ne di una sala per l’esposizione dedicata a Beethoven, a Palazzo Reale si possono apprezzare tutti i dettagli realizzativi, le tecniche di pittura, la finezza dell’esecu-zione di quella che è considerata l’opera capitale dell’artista. “L’o-riginale - ha spiegato Weidinger -, ha subito molte vicissitudini e attualmente  custodito nel piano interrato del Palazzo della Seces-sione a Vienna”. In quest’opera, Klimt ha un approccio simbo-lista e accede a quel mondo so-gnante di sentimenti e sensazio-ni che lo contraddistinguono. Affascinato dal cosmo, ne mette a punto una misteriosa allego-ria, con sciami di figure extra-terrene, i Geni, che sostengono quella che i critici chiamarono l’’umanità dolente’, raccolta in-torno al “Cavaliere d’oro”, con cui Klimt, si identifica. L’arma-tura aurea è in rilievo tridimen-sionale e testimonia l’abilità di Klimt a lavorare materiali come l’oro e le pietre preziose, un me-stiere, quello di orafo che ereditа del padre. La parete centrale del Fregio rappresenta invece il re-gno delle Forze ostili, le Gorgoni nude e decorate di monili, men-tre al fianco prende vita il mon-do onirico che vive nella notte, con lo scimmione dagli occhi di madreperla e il serpente pri-mordiale. La parete successiva raffigura infine le Arti, la Poesia e la Musica, anch’esse immerse in un tripudio di ori e gemme, che

portano a logico compimento la visione klimtiana che si comple-ta nel potente abbraccio avvol-gente e sensuale tra un uomo e una donna, simbolo dell’amore, che tutto placa. Nelle intenzioni di Klimt, il Fregio non era nato per durare. Doveva restare espo-sto per soli tre mesi e poi essere distrutto, ma il collezionista Carl Reinighaus lo acquistò. L’opera fu quindi divisa in sette parti e in seguito venduta all’industriale August Lederer, uno dei soste-nitori più importanti di Klimt e proprietario di quella che fu pro-

Palazzo Reale

dal 12 marzo al 13 luglio. Ingresso, 11€

Orari d’apertura: lunedì 14.30-19.30;

da martedì a domenica 9.30-19.30;

sabato e giovedì 9.30-22.30

babilmente la raccolta più vasta dei suoi quadri in mani private a quel tempo. Confiscato nel 1938 dal governo nazista, il Fregio di Beethoven fu restituito alla fami-glia di collezionisti solo dopo la

fine della seconda guerra mon-diale e quindi acquisito negli anni ‘70 dalla Repubblica d’Au-stria, che avviò un lungo e com-plesso intervento di restauro.

Particolare del Fregio di Beethoven

arte

Particolare del Fregio di Beethoven

Girasoli

Franz Matsch. Autoritratto, 1904 - Olio su tela, cm 120 x 105. Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna

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15domenica 16 marzo 2014

Michel Altieri

Chiara Noschese

il cantante ballerino Timothy Martin

si tuffa nella nuova avventura, la prima al Bar-clays Teatro Nazionale di Milano, nel tour teatrale “The Best of Musical”, il cui debutto è previsto per mercoledì 19 marzo. Il Musical, con la regia di Chiara Noschese, oltre all’ex Miss Italia vedrà sul palco Michel Altieri, Arianna, Francesca Taverni, Michele Carfora, Loretta Grace, Timothy Martin, Gabrio Gen-tilini, Maria Maniglio, Massimiliano Pironti. Alla Colombari il compito di fare da anello di congiungimento con il pubblico, lo spetta-colo prevede ballerini e attori in performance sulle note delle canzoni dei Bee Gees, di Alan Menken e degli Abba. A Martina Colombari e tutto lo staff un grandissimo in bocca al lupo!

MartinaColombari

***

avanti tutta. Procede a gonfie vela la storia tra l’ex gieffina e il produttore musicale figlio del cantante Um-berto. Dopo il riconoscimento di Mario Balotelli della figlia Pia, almeno sul web, Raffaella è molto più serena e può godersi la sua storia d’amore nella cornice di Montecarlo, città in cui vive il suo compagno.

Raffaella Fico e Gianluca Tozzi***

vuole sposare Silvio Berlusconi: “…glielo chiedo tutti i giorni, tutti i giorni gli chiedo la sua mano ma lui resiste”. Per la compagna del Cavaliere gli anni di differenza non sono mai stati un problema né lo saran-no mai anzi, si arrabbia se qualcuno glielo chiede: “Basta con questa storia, ogni volta mi incavolo. Non sopporto questa immagine… Ma l’ho ha visto? Ha visto che forza, la sua grinta? Mica può essere vecchio a giorni alterni. Voglio stargli accanto tutti i giorni – queste le parole della compagna dell’ex Premier ed ha aggiunto, per i maligni che potrebbero definirla rampante arrivista, - Io rinuncio a tutto, non voglio niente del suo patrimonio, niente, e sono pronta a metterlo per iscritto. Amare per me vuol dire donare, non riceve-re. Voglio solo il calore delle sue braccia, la mia ricchezza è lui. Lui è il mio tutto”. Questo è proprio amore.

Francesca Pascale***

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