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1 FRANCIA 3

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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 16 – 17 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Tutto l’anno.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In auto per chi risiede nel Nord Italia. Lione dista da Milano

450km (5 ore e mezza), mentre per quanto concerne

Chamonix dista da Milano 240km (3 ore). Per chi provenisse

dal Centro o Sud Italia si può invece utilizzare l’aereo

sfruttando gli aeroporti di Lione, Grenoble, Ginevra o Torino.

FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° - 3° giorno: LIONE, VIENNE

Naturale snodo dei commerci francesi tra Mediterraneo e Atlantico e nord e sud del paese Lione porta avanti fiera la sua nomea di motore

commerciale, finanziario e industriale della repubblica transalpina, ma negli ultimi decenni la città ha saputo riscoprirsi anche valorizzando

diverse sue peculiarità che la stanno man mano facendo affermare come meta turistica. Oltre ai suoi laboriosi opifici e abitanti la Lione

moderna vanta infatti una ricca vita culturale, diversi musei di livello internazionale, una vitalità sorprendete spinta dalla folta comunità

studentesca universitaria locale e un panorama gastronomico che ha pochi eguali in Francia. Come non bastasse tutto questo diversi

quartieri cittadini hanno saputo mantenere intatte le atmosfere tipiche di un tempo, tanto che rimarrete sorpresi di quanto facilmente

comincerete a sentire una sensazione di realtà a misura d’uomo passeggiando sui lungofiumi del centro storico. Conformemente a questo

attaccamento alle tradizioni a Lione si tiene uno dei festival più pittoreschi di tutta Francia: la Fete des Lumières (a dicembre verso il ponte

dell’Immacolata) allorquando vengono proiettati spettacoli di luci sui principali monumenti della città e le finestre di quasi ogni abitazione

luccicano della fioca luce delle candele poste sui davanzali. Sempre legati a Lione sono poi alcune tra le più singolari ed affermate

personalità dell’800 come i fratelli Lumière che qui girarono nel 1895 il primo film al mondo, l’aviatore e scrittore Antoine de Saint Exupéry

che scrisse il Piccolo Principe e lo storico burattinaio Laurent Mourguet che nel 1808 ideò il fortunato personaggio di Guignol, una macchia

dalle battute immediate e grossolane che ironizzò sulla quotidianità ottocentesca locale e che rimase per sempre nell’immaginario collettivo

degli autoctoni.

Vi consigliamo di iniziare la vostra esperienza lionese dallo storico quartiere di Viuex Lyon, un guazzabuglio di vicoli, case medievali

e rinascimentali con curiosi doccioni scolpiti nella pietra raffiguranti personaggi fantasiosi, posto oggigiorno sotto la tutela

dell’UNESCO. La zona si estende sulla riva destra del fiume Saone e trova il suo monumento simbolo nella Cathédrale Saint Jean,

costruita nel medioevo in stile romanico ma presentate una facciata gotica fiammeggiante con portali ornati da 280 medaglioni

quadrati in pietra. Spingendosi verso nord dalla piazza della Cattedrale percorrendo Rue de Boeuf o Rue Saint Jean tra un susseguirsi

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ininterrotto di atelier, antiquari e librerie dell’usato convergerete quindi verso i Musées Gadagne, siti in una fastosa residenza

aristocratica cinquecentesca, che presentano esposizioni riguardanti la storia della città e il museo internazionale della marionetta

che rende omaggio a Guignol. Si sarà quindi fatta inesorabilmente l’ora di pranzo e nulla a Lione è meglio che concedersi un pasto

presso uno degli accoglienti Bouchons della città. Queste ristorazioni sono bistrot che servono piatti della tradizione regionale e sono

una vera libidine per il palato: potrete dilettarvi con un communard (aperitivo a base di vino rosso Beaujolais e crème de cassis,

liquore al ribes nero) che funga da accompagnamento ad antipasti come il tablier de sapeur (trippa impanata e fritta) o la salade de

cervelas (salsiccia di maiale con pistacchi o tartufo nero) o il caviar de la Croix Rousse (lenticchie in salsa cremosa). Tra le portate

principali invece imperdibili sono il boudin blanc (salsiccia di vitello), il boudin noir aux pommes (sanguinaccio con mele), le

quennelles (gnocchi di farina, uova e panna), le quennelles de brochet (gnocchi con salsa a base di crostacei), l’andouillette (salsiccia

di interiora di maiale) o i pieds de mouton (montone), veau (vitello) o couchon (maiale). Tra i formaggi si annoverano invece portate

dai gusti forti come lo stagionato Saint Marcelin o preparazioni dai gusti più leggeri come il fromage blanc o la cervelle de canut.

Deliziose sono infine le tarte aux pommes (torte di mele), tipiche della tradizione culinaria locale.

La facciata gotica della Cathédrale Saint Jean, massimo monumento ecclesiastico lionese ed epicentro del quartiere della Viuex Lyon,

quindi burattini comprendenti il personaggi di Giugnol presso i Musées Gadagne e uno dei fantastici bouchons, bistrot tipici di Lione.

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Come logico dopo tanto impegno a tavola il pomeriggio dovrà giocoforza essere ridotto e conciso. Eebbene il sovrastante quartiere di

Fourvière rispetto alla Viuex Lyon si presta perfettamente a questi auspici: si tratta del luogo in cui più di due millenni or sono i

romani fondarono la cittadina di Lugdunum e proprio per questo qui si concentrano le testimonianze arcaiche più insigni di Lione.

Particolarmente interessanti sono i resti del Theatre Romain, fondato nel 15 a.C. e ampliato nel 120 d.C. che poteva ospitare sino a

10.000 spettatori e l’Odéon, ossia il luogo in cui venivano lette le composizioni poetiche e inscenati spettacoli musicali. Non mancate

infine di raggiungere la Basilique Notre Dame de Fourvière, che domina dall’alto la cittadina e rappresenta una testimonianza di

eccezione dell’architettura tardo ottocentesca e i suoi elaborati mosaici costituenti. Se vi rimanesse del tempo infine meritano una

visita i 315 particolari e molto interessanti Traboules (passaggi coperti) che si snodano tra i palazzi di Vieux Lyon per una lunghezza

complessiva di 50km. Queste strade coperte nacquero per lo più nell’800 per volontà dei canuts (tessitori di seta) che volevano poter

spostare liberamente i proprio prodotti nel quartiere senza preoccuparsi di esporli alle intemperie durante il trasporto. Visitare alcuni

di questi è davvero come entrare in un magico microcosmo parallelo che vi farà rendere conto dei mille espedienti architettati nel

passato per facilitare le più diverse attività umane. Per sera poi lo stesso quartiere di Viuex Lyon si anima fragorosamente divenendo

uno dei poli del divertimento studentesco della città.

Il Theatre Romain in tutta la sua antica magnificenza e la Basilique Notre Dame, i due monumenti simbolo di Fourvière, storico

quartiere antico di Lione. Quindi una delle piazze della città illuminate a festa durante la Fete des Lumières in dicembre.

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La vostra seconda giornata lionese si incentra invece sui quartieri di Presqu’Ile e della Croix Rousse, due sezioni della città che

copiano e attorniano la penisola protesa tra i fiumi Saone e Rodano prima che questi confluiscano insieme poco a valle del centro di

Lione. Vi suggeriamo di iniziare la vostra giornata dalla vastissima Place Bellecour, seicentesca, facilmente identificabile sia per le

dimensioni (collega quasi la riva del Rodano a quella della Saone) che per una possente statua equestre di re Luigi XIV. Spingendosi

quindi a nord di Place Bellecour ha inizio quello che è indiscutibilmente il quartiere dello shopping per antonomasia di Lione, un vero

e proprio tempio del commercio al dettaglio che trova in Rue de la République e Rue Victor Hugo la concentrazione massima delle

rivendite internazionali dei grandi marchi della moda, mentre tra Rue du President Herriot, Rue de Brest e Place des Jacobins si

affollano le boutique di lusso e i negozi di design moderni. Finirete inevitabilmente per trattenervi tra queste sfarzose vetrine più

tempo del previsto ma alla fine verrete attratti man mano verso nord e finirete per raggiungere le pedonali e vaste Place des Terreaux

e Place de la Comédie (separate dall’Hotel de Ville, municipio di Lione), la prima delle quali è caratterizzata da una meravigliosa

fontana ottocentesca scolpita da Frederic Bartholdi e da una moderna aggiunta di una zampillante fontana interrata da 69 ugelli che

fanno danzare la piazza a ritmo di musica quando viene azionata. Proprio nelle immediate vicinanze di queste si collocano poi i due

principali monumenti di Presque’Ile: l’Opéra de Lyon, teatro dalle fattezze neoclassiche del 1831 rimodernato con l’aggiunta di una

copertura in vetro nel 1993 e il Musée des Beaux Arts che vanta la più maestosa collezione museale su suolo francese al di fuori di

Parigi. La sezione più interessante del museo è sicuramente quella della pinacoteca che vanta opere di Rubens, Rembrandt, Monet,

Matisse e Picasso. Terminata quest’ultima parentesi culturale non esitate quindi a fermarvi per un po’ nelle vostre peregrinazioni

sfruttando i numerosi ristoranti all’aria aperta che si affollano soprattutto nelle vie adiacenti all’Opéra.

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Alcune delle viste più memorabili del quartiere di Presque’Ile di Lione: dapprima la vasta Place Bellecour dominata dalla stataua

equestre di Luigi XIV, quindi Place des Terreaux, salotto bene della città in cui si intravvede la maestosa fontana ottocentesca di

Bartholdi, ed infine il profilo misto neoclassico e moderno dell’Opéra.

Smaltito il pranzo nel pomeriggio vi consigliamo invece di addentrarvi nel limitrofo quartiere della Croix Rousse, indipendente fino al

1852, che si allunga sulle pendici delle colline a nord di Presque’Ile. La zona è molto pittoresca essendo stata capace di mantenere la

sua atmosfera bohémien e il suo tradizionale mercato alimentare all’aperto sempre fornitissimo di materie prime di ottima qualità. Il

quartiere della Croix Rousse nell’800 divenne un polo produttivo incredibilmente alacre di tessiture in seta ma questo a discapito dei

canuts (tessitori), una vasta porzione della popolazione ancora analfabeta che era costretta a prosciugarsi di lavoro per 14-18 ore al

giorno piegata sui nuovi telai ideati da Jacquard nel 1805. Ovviamente il clima di sfruttamento generò importanti scioperi e rivolte

nell’800 e la Croix Rousse da allora mantiene la fama di fucina di ribelli e luogo dalle tensioni politiche particolari sebbene oggi

buona parte delle antiche tessiture siano state convertite a loft residenziali. Non perdete comunque l’occasione di aggirarvi tra queste

strade che trasudano i ricordi della storia recente della città e non dimenticate di entrare nella Maison des Canuts, piccolo museo che

ripercorre la storia della tessitura della seta e delle vicende sociali annesse che colpirono Lione due secoli or sono. Una modalità

interessante per concludere la giornata sarebbe infine quella di andare a sera a vedere un match interno della squadra calcistica

locale dell’Olympique Lyonnais presso lo Stade de Gerland. Non si tratta di un mero appuntamento da non perdere per i calciofili ma

di una modalità schietta e immediata con cui entrare in contatto con una delle passioni che più scaldano i cuori e gli animi dei lionesi,

da sempre supporter sfegatati del football.

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Il profilo aereo dello storico quartiere industriale ottocentesco della Croix Rousse che divenne uno die poli produttivi dell’industria

tessile della seta più famosi e famigerati di Francia. Quindi l’interno della Maison des Canuts in cui si vedono gli storici telai

adoperati dagli operai dell’epoca.

Per decenni lasciata al suo destino, con un traffico rampante e una proliferazione di parcheggi e un degrado urbano importante la

Rive Guache del Rodano di Lione è ormai da alcuni anni una sorta di araba fenice rinata dalle proprie ceneri. Oggi qui si trova una

lunga area pedonale estesa per 10km e ricca di spazi per camminare, pattinare e godersi le giornate soleggiate in prossimità del

grande fiume. Poco oltre le banchine del lungofiume all’interno della città nuova si collocano quindi i palazzi principali della vibrante

università lionese e anche i siti di maggiore richiamo turistico dell’area, tutti condensati attorno al possente asse viario di Cours

Gambetta e Cours Albert Thomas. Tra questi spicca per distacco il Musée Lumiere ospitato nella casa in cui i fratelli che inventarono

il cinema si trasferirono ne 1870 allorquando arrivarono a Lione dalla Savoia. Qui si ricostruiscono soprattutto i fatti che portarono

alla composizione nel 1895 del primo film della storia, girato in una fabbrica di fotografia del padre dei fratelli, dal titolo La Sortie

des Usines Lumières e le varie tecniche adoperate per realizzare quella pionieristica invenzione. Sempre in tema cinematografico nel

quartiere della Rive Gauche merita una vista anche il Mur du Cinéma, un mastodontico murales alto quanto un palazzo che rende

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omaggio la tradizione della celluloide della città .Meta di tutt’altro interesse sono invece Les Halles de Lyon, il leggendario mercato

alimentare della città in cui si affollano decine di bancarelle in cui lanciarsi nell’assaggio di squisite materie prime locali o in prove

di deliziose preparazioni della cucina regionale locale.

Nel pomeriggio vi consigliamo invece di spostarvi brevemente da Lione alla volta di Vienne (35km, 35 minuti da Lione) una oggi

apparentemente modesta cittadina posta lungo il corso del Rodano ma che in realtà tradisce una fondazione di stampo romana

antichissima facilmente testimoniabile da alcuni resti antichi di pregevole fattura. Tra questi spiccano il Temple d’Auguste et de Livie

nel centro storico e risalenti al 10 a.C. e i resti del Theatre Romain, vasto complesso per gli spettacoli antichi e oggi riadattato per i

concerti moderni che invece data 40-50 d.C. Dopo questa breve parentesi al di fuori del perimetro lionese per sera vi consigliamo

caldamente di fare ritorno in città e riavvicinarsi al quartiere della Rive Gauche che di notte si anima di una folla di giovani festanti

intenti a frequentare le peniches (chiatte sul fiume), adibite a locali notturni e discoteche aperte fino a notte fonda e in cui potrete

facilmente lasciarvi andare a qualche eccesso coinvolti dalle esuberanze locali.

L’interno del mercato alimentare Les Halles di Lione, un vero e proprio tempio della ristorazione locale in cui potrete trovare sempre

ottimi e freschi prodotti. Quindi il Temple d’Auguste et de Livie nel centro storico di Vienne ed infine le peniches, chiatte sul Rodano

poste lungo la Rive Gauche che a sera diventano uno dei luoghi di aggregazione principali di Lione.

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4° giorno: CLUNY, TOURNUS, PEROUGES

Meta di un interessante escursione giornaliera da Lione il dipartimento francese della Saone et Loire è un piccolo scrigno poco conosciuto

situato all’estremità meridionale della regione della Borgogna e vanta alcuni patrimoni artistici di primissimo rilievo per quanto concerne

l’architettura medievale francese. In mattinata vi consigliamo di portarvi rapidamente da Lione fino alle rovine dell’abbazia di Cluny (90km,

1 ora), ossia quello che fu il luogo di culto cristiano più grande del mondo prima della costruzione della basilica di San Pietro in Roma. Oggi

aggirarsi per queste rovine frammentate e sparpagliate tra spazi verdi e la comunità urbana moderna richiede sicuramente un sforzo di

immaginazione per farsi un’idea della potenza e dell’influenza che questa comunità monastica d’oltralpe ebbe nella storia medievale, tanto

che nel XII secolo arrivò a controllare oltre 1100 istituiti religiosi sparsi in tutta Europa ed ottenne di dover rendere conto delle proprie

azioni solo e unicamente al pontefice romano. L’Elise Abbatiale originale era un complesso mastodontico (costruito tra il 1088 e il 1130)

della lunghezza complessiva di ben 187m che aveva il suo ingresso nei pressi dell’odierno Palais Jean de Bourbon che ai giorni nostri ospita

il Musée d’Art et Archeologie nel quale si trova un illuminante plastico che riproduce il complesso religioso originale e dove si può vedere

una splendida ricostruzione 3D del sito medievale. Per darvi invece un’idea reale della vastità della Cluny antica salite sulla sommità della

Tour des Fromages che permette di vedere l’abitato dall’alto e di disegnarvi nella mente la fisionomia antica del monastero.

Se la visita di Cluny rappresenterà il clou della vostra mattinata per pranzo vi suggeriamo invece di spostarvi e raggiungere il modesto

villaggio di Tournus (35km, 35 minuti) un appartato borgo della campagna francese che ruota intorno alla monumentale Eglise Abbatiale

Saint Philibert, una chiesa di antichissima fattura (venne iniziata nel X secolo d.C.) e al cui interno si conserva un magnifico e rarissimo

mosaico medievale raffigurante il calendario e lo zodiaco che venne rinvenuto per caso nel 2002.

Una volta saziati in una delle ristorazioni del borgo nel primo pomeriggio vi consigliamo quindi di spostarvi presso Pérouges (125km, 75

minuti), un incantevole villaggio medievale perfettamente conservatosi che pare essere uscito da un set cinematografico e che invece è

realmente ubicato nelle immediate vicinanze orientali di Lione. Vicoli acciottolati, abitazioni costruite a graticcio o in tipica pietra gialla

sono le caratteristiche salienti del paese nel quale peraltro si sfornano oggi come un tempo continuamente le tradizionali galettes de

Pérouges, ossia torte dolci servite con zucchero caramellato e sidro. Pérouges è una vera e propria delizia per gli occhi e vale davvero la

pena indugiare nei suoi anfratti meno battuti per respirarne la sua atmosfera sospesa nel tempo, vagando senza meta secondo istinto e

facendosi trasportare dalla curiosità. Fattasi quindi l’ora del tramonto vi consigliamo caldamente di abbandonare la borgata e puntare dritto

verso Grenoble (125km, 90 minuti), la principale località del Delfinato che fungerà da vostra nuova base per il proseguo del viaggio.

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Il complesso dell’antica abbazia di Cluny, uno dei principali centri della cristianità medievali, così come appare oggi, quindi una vista

dall’alto del borgo di Tournus dominato dalla Eglise Abbatiale Saint Philibert ed infine il borgo incantato di Pérouges con le sue tipiche case

in pietra gialla di ascendenza medievale.

5° giorno: GRENOBLE

Capoluogo della regione storica del Delfinato (la stessa che venne venduta nel 1349 al re di Francia il quale inaugurò la tradizione secondo

cui il primogenito reale erede al torno dovesse divenire prima di ricoprire tale ruolo il reggente del Delfinato e da qui l’idioma delfino del re)

è una città solerte e vibrante, incuneata tra montagne protette da parchi nazionali e vicina ad alcuni dei poli sciistici più importanti delle

Alpi. Certo in Sé Grenoble con i suoi alti condomini e il suo traffico caotico non incute subito nel visitatore molta ammirazione ma

concedetele un poco del vostro tempo e finirete per entrare in simbiosi con questa cittadina che vanta musei di alto livello, il pittoresco

quartier des Antiquaires (degli antiquari) in cui fare un po’ di shopping demodé e una delle comunità universitarie più folte (60.000 unità) e

vitali di tutta Francia. La visita di Grenoble non può che avere inizio che dal lungofiume dell’Isere che attraversa fiero il nucleo storico di

Grenoble. Situati sulla sponda settentrionale del fiume si trovano due siti di particolare interesse: il Musée Dauphinois che vi esplicherà la

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cultura, l’artigianato e le tradizioni folkloristiche tipiche delle Alpi francesi, nonché il Fort de la Bastille che domina imperioso la cittadina

dalla sommità di un’altura locale e che dall’800 è stato un baluardo militare difensivo di fondamentale importanza per le sorti della regione.

Oggi il Fort de la Bastille viene raggiunto principalmente per godere delle grandiose viste panoramiche che si aprono sia su Grenoble che

sui massicci montuosi poco distanti, come le svettanti guglie rocciose del Parc du Vercors che si apre giusto a meridione della città.

Interessante è anche il modo con cui si raggiunge il forte, ossia prendendo la teleferica che sale direttamente dal lungofiume del centro città

fino ai 264m di prominenza della fortezza. Nel primo pomeriggio potrete invece dedicarvi alla visita di due importanti musei ubicati sul lato

meridionale del corso dell’Isere: il Musée de Grenoble sito all’interno di un’ardita costruzione in vetro e acciaio che conserva lavori di

Chagall, Matisse, Monet e Picasso e il Magasin Centre National d’Art Contemporain (poco fuori il centro) ricavato in un magazzino che

venne disegnato da Gustave Eiffel e che oggi vanta una delle migliori collezioni di arte contemporanea d’Europa. Fattosi quindi l’imbrunire

dirigetevi senza esitazioni verso il cuore storico di Grenoble, nel quartier des Antiquaires per un po’ di sano shopping e in seguito per cenare

in uno dei numerosissimi locali etnici che si possono reperire in Rue Chenoise e dintorni (non perdetevi il locale gratin dauphinois, cioè le

patate cotte al forno con panna e noce moscata, tradizionale piatto del Delfinato). Infine, una volta terminato il pasto, seguite con fiducia il

fluire della folla nel centro storico che vi guiderà direttamente nel cuore delle animate notti universitarie di Grenoble che si snodano tra

diversi locali sparpagliati tra i vicoli e che vi coinvolgeranno con la loro atmosfera carica di allegria e spensieratezza.

Una vista di Grenoble dominata dai rilievi alpini ammantati di neve dal corso del fiume Isere che taglia in due il suo nucleo storico, quindi la

Télephérique che risale fino al Fort de la Bastille, monumento simbolo cittadino, ed infine gli ameni e sontuosi paesaggi dell’adiacente Parc

du Vercors, ideale per breve puntate outdoor essendo situato nelle immediate vicinanze meridionali della città.

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6° - 7° giorno: PARCO NAZIONALE DES ECRINS, L’ALPE D’HUEZ, LES DEUX ALPES

Con la sesta e la settima giornata si inizia ad entrare in confidenza con l’ambiente alpino più puro e severo che la Francia possa proporre al

viaggiatore. Facilmente raggiungibile in auto da Grenoble il Parco Nazionale Des Ecrins non è infatti solo la seconda riserva statale per

estensione (raggiunge i 918 kmq)ma anche una delle più selvagge di tutta la Savoia, culminando nella vetta del Barre des Ecrins (4102m) il

più meridionale tra i 4000m delle Alpi. Visitare il parco è un’ottima iniziativa sia che ci veniate d’estate che d’inverno, ma nella bella

stagione avrete modo di entrare in contatto più facilmente con la folta fauna locale di alta quota comprendente circa 12.000 esemplari di

camosci, 600 stambecchi, marmotte, ermellini, scoiattoli, volpi, aquile reali, falchi e gufi reali. Fulcro dell’escursionismo estivo del parco

degli Ecrins è la località di La Bérarde, situata nel comune di Saint Christophe en Oisans (85km, 90 minuti da Grenoble). Da qui si snodano

infatti una serie di sentieri che sapranno soddisfare le più diverse esigenze e velleità sportive degli amanti del trekking. Mete tipiche sono la

risalita al Refuge du Chatellert (2032m) collocato nel vallone aspro e roccioso che conduce alle pendici meridionale del gruppo della Meije

(2 ore e mezza circa da La Bérarde), oppure volgere verso i rifugi de la Pilatte (2572m, 3 ore e mezza da La Bérarde) o de Temple Ecrins

(2410m, 3 ore da La Bérarde) che invece sorgono in vista delle rupi settentrionali dei bastioni de Les Bans e del versante occidentale della

Barre des Ecrins. Altra meta interessante che offre splendidi scorci montuosi e la possibilità di camminare giusto sui bordi delle lingue

glaciali che più si inoltrano verso valle è infine la Valle de Bonnepierre (2 ore da La Bérarde) che risulta in un catino vertiginoso e di grande

impatto visivo da cui si innalzano i contrafforti occidentali della Barre des Ecrins, tanto verticali e imponenti che vi sembreranno come

cadervi addosso mentre svolgerete questo emozionante trekking. Altra attività molto gettonata nei periodi estivi nella zona degli Ecrins è poi

quella del ciclismo poiché qui si allungano alcune delle più famose strade alpine di tutta la Francia che risultano in colli entrati ormai nel

mito del Tour de France, la principale corsa ciclistica a tappe del mondo che ogni anno in luglio calamita milioni di appassionati davanti ai

teleschermi intenti a godersi le gesta dei loro beniamini che per 20 giorni si danno battaglia lungo le strade d’oltralpe. Puntualmente questa

corsa viene aggiudicata durante estenuanti tappe di montagna che constano di più scalate a colli e passi alpini dove si decide chi vestirà per

la stagione la maglia gialla finale di Parigi. Ebbene nel cuore e nelle immediate vicinanze del Parco Nazionale des Ecrins si trovano alcune

delle ascese più gettonate e rinomate dagli appassionati: dall’Alpe d’Huez, sede di diversi arrivi di tappa e cronoscalate, ai Col du Lauaret e

Galibier (2645m), dal Col du Telegraphe al Col du Glandon e al col de la Croix de Fer (2067m) posti in direzione della valle della

Maurienne, tutte mete imperdibili per cicloamatori alla ricerca di qualche soddisfazione sportiva personale di alto livello.

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Una vista delle guglie rocciose che si innalzano dalla Valle di Bonnepierre, giusto ai piedi dei contrafforti dell’asperità più elevata del parco:

il Barre des Ecrins. Quindi due viste estrapolate da tappe del Tour de France che animano in luglio le strade della zona: in prima battuta una

sezione dell’ascesa al Col du Galibier, quindi atleti che avanzano tra muri di appassionati verso l’Alpe d’Huez.

Se però non avrete troppa voglia di affaticarvi, o se più semplicemente deciderete di venire in zona in inverno, non abbiate esitazioni e

convergete immediatamente in una delle due località regine dell’offerta turistica e sciistica della regione: l’Alpe d’Huez (65km, 70 minuti da

Grenoble) o Les Deux Alpes (70km, 70 minuti da Grenoble). Entrambe le località appaiono agli occhi dei viaggiatori come estremamente

moderne, festaiole e con scarsi rimandi all’atmosfera bucolica e amena delle borgate alpine di un tempo ma in mezzo a questo singolare

paesaggio fatto di ardite costruzioni non mancheranno i motivi di richiamo per le folle. In entrambe le stazioni sciistiche potrete dilettarvi in

comprensori che si estendono su oltre 200km di tracciati per lo sci alpino, alcuni dei quali anche percorribili in piena estate poiché si

snodano lungo distese glaciali (memorabile è la pista nera de La Sarenne all’Alpe d’Huez che con i suoi 16km è la più lunga dele genere

delle Alpi), avrete modo di cimentarvi (fatevi accompagnare da guide) su intonsi pendii fuoripista, potrete dimostrare le vostre abilità nelle

evoluzioni nei moderni half pipe per snowboard o sulle enormi piste da ghiaccio presenti, vi potrete far accompagnare per escursioni in

motoslitta o percorrere la Grotte de Glace (a Les Deux Alpes) zeppa di sculture di ghiaccio ricavate nel cuore delle masse di nevi perenni

poste ad alta quota. Come non bastasse tutto questo poi sia Les Deux Alpes che l’Alpe d’Huez vantano alcune delle offerte après ski più

complete, sfrenate e coinvolgenti di tutto l’arco alpino con locali e discoteche in cui scatenarvi dopo le fatiche diurne.

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Una vista invernale sulla moderna località sciistica di Les Deux Alpes, quindi le immacolate e perfette piste del comprensorio de l’Alpe

d’Huez. Infine interni della Grotte de Glace ricavata nei ghiacciai che dominano dall’alto Les Deux Alpes.

8° - 9° - 10° giorno: PARCO NAZIONALE DE LA VANOISE, LES TROIS VALLEES, VAL D’ISERE

Pochi parchi nazionali in Europa sono tanto famosi quanto il francese Parco Nazionale de la Vanoise, una vera e propria istituzione tra le

aree protette del vecchio continente che tutela sin dal lontano 1963 (fu il primo in Francia) questa sezione delle Alpi francesi, resa

spettacolare dall’alternarsi di vette aspre ed innevate che si riflettono su laghi glaciali trasparenti e si innalzano da lunghe e imperiose

vallate ammantate di pascoli d’alta quota adorni di fiori splendenti. Al suo interno sopravvive un ecosistema tra i più articolati e popolati di

fauna di tutte le Alpi, comprendente sia branchi di erbivori di grossa taglia come stambecchi (oltre 2.500) e camosci (oltre 5.500) che animali

più comuni come marmotte, ermellini, lepri bianche, senza contare una biodiversità spiccata nell’ambito dei rapaci (aquile reali, gipeti e

falchi pellegrini). Tuttavia il parco della Vanoise deve gran parte della sua fama alla differenziata gamma di carnivori alpini che ne solcano

le vallate in cui sono avvistabili lupi, linci e orsi bruni, caso unico in tutto il microcosmo alpino e caratteristica facilitata dal fatto che

unendosi al limitrofo Parco Nazionale del Gran Paradiso italiano formano l’area protetta di alta quota più estesa di tutta Europa.

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Alcuni esemplari della fauna tipica del Parco Nazionale della Vanoise: si spazia da predatori come linci e lupi a mammiferi erbivori d’alta

quota tipici delle Alpi come gli stambecchi e le marmotte.

Come non bastasse l’ambiente naturale di primissimo livello nel cuore del parco si collocano poi alcune delle stazioni sciistiche più

importanti di tutta la Francia che in inverno si trasformano in esclusivi poli turistici che richiamano visitatori da tutto il mondo. Rimanendo

in tema sono davvero moltissime le possibilità di scelta per il turista che si approcci alla zona: il comprensorio più esteso e famoso è

indiscutibilmente quello de Les Trois Vallées che si articola su oltre 600km di piste battute (un record a livello internazionale) servite da ben

180 impianti di risalita modernissimi e che fa capo alle località di Méribel e Courchevel (190km, 2 ore e mezza da Les Deux Alpes), perfette

per chi è alla ricerca di glamour, vita notturna vibrante ed esclusività (a Méribel ci sono moltissime piste adatte ai principianti, mentre a

Courchevel si susseguono ripidissimi couloirs per mettere alla prova le vostre capacità di equilibrio e gestione dell’adrenalina), oltre che al

polo sciistico di Val Thorens, più elevata in termini di quota e maggiormente dedita all’aspetto sportivo, vantando anche tracciati per lo sic

di fondo battuti per oltre 100km. L’offerta invernale dell’area della Vanoise non si limita però di certo a questo avveniristico comprensorio:

spingendosi infatti verso le sorgenti del fiume Isere avrete modo anche di approcciarvi a siti forse meno noti (e costosi) ma non per questo

assolutamente meno interessanti per le attività sulla neve come La Plagne (50km, 70 minuti da Méribel, con oltre 220km di piste da discesa e

anelli per il fondo che raggiungono gli 85km di percorrenza), le stazioni gemelle de Les Arcs (65km, 75 minuti da Méribel, prettamente volta

agli amanti dello sci alpino con 200km di piste) fino a toccare un altro vero e proprio santuario delle nevi alpine: il comprensorio di Val

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d’Isere e Tignes (75km, 90 minuti da Méribel). Val d’Isere è infatti un paese profondamente diverso dai molti villaggi nati in Francia nel ‘900

ad uso e consumo dei turisti delle nevi (a differenza della vicina Tignes) possedendo ancora un nucleo storico ben definito e radicato nelle

tradizioni che dona all’abitato un’atmosfera autentica e genuina. Qui potrete trovare botteghe artigiane in cui maestri locali creano ancora

composizioni intarsiate di qualità, latterie in cui degustare e comprare latticini e formaggi prodotti con freschissimo latte munto direttamente

dalle vacche che pascolano i pendii vicini(non perdetevi la tipica Fondue Savoyarde), ma parallelamente a tutto questo non avrete alcuna

problematica a reperire hotel di lusso e moderni, oltre a un panorama di locali serali e pub davvero eccezionali che hanno contribuito a

crearne la fama di una delle località più festaiole e sfrenate di tutto l’arco alpino. Per quanto concerne le possibilità sciistiche Tignes e Val

d’Isere sono poi collegate tra loro dal comprensorio dell’Espace Killy che vanta più di 300km di piste, diversi half pipe e infinite possibilità

di discese fuori pista da compiersi però sempre accompagnati e con la dovuta esperienza e attrezzatura a disposizione.

Una vista serale di Courchevel, uno dei deu più rinomati centri dell’esclusivo comprensorio sciistico de Les Trois Vallées, perla della Savoia.

Quindi una romantica immagine all’imbrunire di Val d’Isere, uno dei borghi montani più autentici di Francia, collegata alla vicina Tignes

(foto in seguito) che invece è l’emblema del moderno polo turistico alpino sorto dal nulla tra le guglie rocciose della Vanoise.

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Se invece dell’inverno decideste di venire nel parco della Vanoise nella bella stagione non disperate per nessun motivo: mai come in

quest’area potrete spaziare tra i più svariati divertimenti e attività outdoor. Mountain bike, downhill, vie ferrate, arrampicata sportiva,

ciclismo su strada (imperdibili per i cicloamatori le rampe del Cormet de Roseland o del Col de l’Iseran sopra Val d’Isere che con i suoi

2770m risulta essere uno dei valichi alpini transitabili più elevati) e ovviamente l’escursionismo sono solo le principali possibilità che il

territorio abbia da offrirvi. Il nostro consiglio se decideste di esplorare in autonomia il cuore del parco seguendone i sentieri è quello di

raggiungere dapprima il borgo di Pralognan la Vanoise (30km, 45 minuti da Méribel) e da qui iniziare un mini trekking di tre giorni volto ad

esplorare gli angoli più incontaminati e selvaggi dell’area protetta. Di questa proposta la prima giornata è dedicata alla risalita da

Pralognan la Vanoise in funivia fino al Refuge de les Barmettes (2010m) da cui inizierà il vostro percorso a piedi che nel volgere di 2 ore di

tracciato vi condurrà fino al Col de la Vanoise (2516m), uno spettacolare anfiteatro naturale composto da una sella amapia e verdeggiante

punteggiata di laghi glaciali sopra la quale incombono le vette principali del massiccio locale, culminante nella Grande Casse, svettante

guglia di roccia e ghiaccio alta 3855m che domina la zona. Al colle è presente anche un rifugio custodito ideale per il pranzo. Nel

pomeriggio potrete invece discendere nel vallone opposto, il vallone de la Leisse, fino a quota 2099m e quindi seguire l’ampia sterrata che vi

condurrà fino al Refuge de la Leisse (2487m, 4 ore e mezza a piedi dal Col de la Vanoise), ubicato probabilmente nell’area più remota e a

più alta possibilità di avvistamenti di fauna selvatica di tutta la Vanoise. Nel secondo giorno invece si compie, dopo una breve ascesa che vi

porterà fino al Col Leisse (2761m, 1 ora di cammino), la lunga e spettacolare discesa che lambisce le vastità glaciale del ghiacciaio della

Grande Motte fino alle località turistiche di Val Claret – Tignes (separate da un bel laghetto, 3 ore e mezza dal Col Leisse) in un contesto

davvero brullo, severo e quasi spiazzante per la vastità dei panorami. Rifocillatisi in una delle ristorazioni dei paesi nel pomeriggio vi

suggeriamo quindi di compiere già la risalita fino al Col du Palet (2652m, 2 ore e mezza a piedi) dove è ubicato l’omonimo rifugio in

posizione spettacolare panoramica tra i bricchi rocciosi della Vanoise. Come ultima giornata infine dal Refuge Col du Palet potrete

concedervi una rilassante giornata in discesa percorrendo per intero la Val de la Glière, ammantata di laghi e punteggiata da baite alpine,

fino a raggiungere l’abitato di Champagny-en-Vanoise (5 ore di cammino) e da qui coi mezzi pubblici rientrare rapidamente a Pralognan la

Vanoise per recuperare i vostri mezzi.

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L’imperiosa mole della Grande Casse, massima vetta del massiccio della Vanoise in veste invernale, quindi gli ameni scenari montani che si

aprono al Col du Palet dove è ben visibile l’omonimo rifugio ed infine il lago di Tignes, macchia blu cobalto che dipinge le vallate locali.

11° giorno: CHAMBERY, ANNECY

L’undicesima giornata di viaggio propone una tappa interlocutoria dai maestosi paesaggi montuosi alpini per dedicarsi alla visita di due tra

le più belle città di tutta la Savoia: Chambéry e Annecy. Prima tra le due località a poter essere raggiunta da Courchevel Chambéry (100km,

90 minuti) si colloca ai piedi delle Alpi in strategica posizione rispetto ai principali sbocchi vallivi posti ad occidente della catena montuosa.

Proprio per la sua ubicazione Chambéry è passata di mano diverse volte nel corso della sua storia essendo stata sotto il giogo sabaudo

(finché i Savoia non decisero di spostare la loro capitale a Torino nel 1563), italiano ed infine transalpino e per questo si palesa al visitatore

con un’atmosfera multiculturale ed aperta, benché siano pochi gli illuminati viandanti che le concedono una sosta durante il proprio viaggio.

Cuore pulsante di Chambéry è la sua Ville Ancienne, una vera e propria trasposizione medievale giunta intatta fino ai nostri giorni con

piazze ornate da caffè storici (in cui sorseggiare il famigerato liquore Chartreuse, un fortissimo distillato di 130 erbe prodotta secondo una

ricetta segreta da monaci di un’abbazia locale), vicoli fiancheggiati da alte case dalle imposte in legno, alberghi demodé, atelier di giovani

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artisti rampanti e una serie pressoché infinita di panetterie, pasticcerie e trattorie tradizionali in cui gustare piatti tipici a base di formaggio

come la fonduta e la tartiflette (patate, formaggio e pancetta). Oltre che a gironzolare senza meta per le stradine della Ville Ancienne

Chambéry non tarderà poi a stupirvi anche con i suoi monumenti più celebri, tutti racchiusi nel medesimo quartiere storico. Vanto principale

cittadino è lo Chateau des Ducs de Savoie che rappresentò per secoli la sede della casa regnante locale. Oggi il complesso è visitabile e

particolarmente apprezzato, soprattutto grazie alla Sainte Chapelle che si caratterizza per le sue 70 campane del Grand Carillon, la cella

campanaria più grande d’Europa. Allo stesso modo finirete per rimanere attoniti poi entrando nella Cathedrale Métropole Saint François de

Sales, quattrocentesca cattedrale locale che possiede al suo interno la più estesa (6000mq) collezione di affreschi trompe l’oeil d’Europa,

oppure rimirando la Fontaine des Elephants, singolare simbolo di Chambéry costruito nel 1838 in onore dell’autoctono General de Boigne

che fece fortuna nelle Indie Orientali nel ‘700.

Uno scorcio delle amabili vie pedonali che compongono la Ville Ancienne di Chambéry, quindi un dettaglio sullo Chateau des Ducs de

Savoie, storica sede primigenia della casa reale sabauda.

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Vi consigliamo di dedicare tutta la mattinata a Chambéry ma fattasi l’ora di pranzo il suggerimento che vi diamo è di spostarvi rapidamente

da qui verso la splendida cittadina di Annecy (50km, 40 minuti), un autentico luogo incantato posto sulle rive dell’omonimo lago dalle acque

turchesi e trasparenti in cui si specchiano rilievi montuosi quasi sempre innevati e ricoperti da estesissime distese boschive sempreverdi.

Annecy è davvero un luogo che non potrete che iniziare ad amare non appena vi poserete gli occhi sopra: la sua Vieille Ville è infatti una

composizione di case dai colori a pastello ravvivate da variopinte cascate di gerani su cui incombono da un lato un castello turrito (lo

Chateau d’Annecy, che fu un tempo residenza dei conti di Ginevra) e dall’altro il lungolago perennemente percorso da sguscianti biciclette,

mentre nelle acque lacustri nella bella stagione si affollano bagnanti e imbarcazioni a remi o a vela. Per quanto concerne la vostra visita il

fulcro di Annecy risulterà inevitabilmente essere il Canal du Thiou che fuoriesce dal bacino lacustre principale e taglia in due la Vielle Ville:

qui si affollano le ristorazioni più quotate della cittadina (attenzione ai locali prettamente per turisti) ideali per il pranzo ma sempre qui è

ubicato anche il Palais de l’Isle, un edificio turrito dalla forma triangolare che dal XII secolo è divenuto il simbolo più celebrato di Annecy e

che nel corso della sua storia ha ricoperto diverse funzioni: da residenza nobiliare a tribunale, da zecca di stato a carcere. Il nostro

suggerimento è di intrattenervi tra le labirintiche vie della Vieille Ville e in seguito sulle romantiche spiagge del lago quanto più possibile,

gustandovi una giornata all’insegna del relax e della spensieratezza, o al massimo noleggiando una piccola imbarcazione per una veloce

escursione lacustre. Per cogliere appieno lo spirito romantico e sospeso nel tempo di Annecy vi ricordiamo infine di non lasciarvi sfuggire, se

capiterete in zona nel periodo, i festeggiamenti notturni a base di artisti di strada della manifestazione Les Noctibules in luglio oppure i

bucolici rientri in città delle mandrie di vacche agghindate di fiori e campanacci del festival Le Retour des Alpages in ottobre. Parimenti di

grande impatto visivo è anche il limitrofo Chateau de Menthon Saint Bernard, un mastio incredibilmente fiabesco posto a ridosso delle acque

del lago di Annecy che fu luogo natale di San Bernardo nel 1008 e che si dice ispirò Walt Disney per il disegno del suo castello della bella

addormentata. Consumata magari anche una lauta cena e fatta un’ultima romantica camminata per il centro di Annecy per la notte vi

consigliamo però di riprendere l’auto e portarvi già presso la nota località di Chamonix Mont Blanc (100km, 75 minuti), luogo che sarà la

vostra ultima base fissa del vostro viaggio tra le Alpi francesi.

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Il centralissimo Canal du Thiou che si snoda nel cuore della Vieille Ville di Annecy con un dettaglio serale su Palais de l’Isle. Quindi una

delle amene e rilassanti spiagge verdeggianti che si aprono sulle rive del lago di Annecy e il fiabesco Chateau de Menthon Saint Bernard.

12° - 13° - 14° - 15° - 16° giorno: ALTA SAVOIA, CHAMONIX – MONT BLANC

Incastonata tra le rive del Lago di Ginevra a nord (il più vasto bacino alpino di tutta la catena montuosa) e i baluardi rocciosi e glaciali della

Catena del Monte Bianco a sud l’Alta Savoia è oltre ogni ragionevole dubbio la sezione più spettacolare delle Alpi francesi. Qui tutti i cliché

con cui si descrivono i paesaggi alpini per antonomasia diventano realtà: vette apparentemente irraggiungibili e coperte di enormi ghiacciai

perenni si alternano a profonde vallate caratterizzate da località turistiche splendidamente mantenute con fisionomie tradizionali, rilievi

meno aspri diventano la gioia dei trekker che possono gustarsi viste spettacolari senza compiere troppa fatica, mentre in inverno i tracciati

per lo sci sono talmente tanti che non vi basterà una vita per provarli tutti. In mezzo a tutto ciò si aggiunge poi un’attenzione verso il turista

davvero straordinaria con un’offerta alberghiera, di intrattenimenti e di attività praticabili che non trovano eguali quasi in nessun angolo

delle Alpi.

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Località fulcro dell’Alta Savoia è indiscutibilmente Chamonix Mont Blanc, ormai divenuta una sorta di piccola cittadina, che si allunga ai

piedi delle vette della catena del Monte Bianco. E’ ormai dal 1741 che il luogo mantiene inalterata la sua celebrità come sito di richiamo per

turisti, coadiuvata dal fatto di essere stata la culla dell’alpinismo moderno e oggigiorno lo snodo principale per le attività legate all’ascesa

delle sommità più prestigiose delle Alpi (visto che qui convergono centinaia di guide alpine da diversi stati per accaparrarsi i clienti vogliosi

di provare a cimentarsi con le proprie capacità). Chamonix ha però saputo col tempo variegare moltissimo le proprie proposte riscoprendosi

anche come luogo ideale sia per le settimane bianche che per le ferie estive delle famiglie (ci sono moltissimi parchi giochi, parchi sulla

fauna alpina, piste di pattinaggio, cinema, negozi per lo shopping) grazie anche ad un panorama di ristorazioni adatte a tutti i gusti e tutte le

tasche (dai ristoranti stellati alle taverne più rustiche) e ad una concentrazione singolare di locali notturni in cui fare baldoria fino all’alba

(specificatamente concentrati nei pressi di Rue des Moulins). Per quanto concerne i siti di interesse all’interno del paese si ricordano poi il

Musée Alpin che ripercorre la storia del paese dai suoi albori turistici a oggi, dedicando ampio spazio alla prima scalata al Monte Bianco

operata nel 1786, e il Musée des Cristaux, collezione di cristalli e minerali che vi illumineranno sulla geologia locale e con uno spiccata

vocazione all’eco sostenibilità dell’industria turistica moderna. Se decideste di approcciarvi all’Alta Savoia in inverno non avrete

praticamente modo di accorgervi di come i giorni si susseguano in rapidità che avrete già terminato il vostro tempo a disposizione in zona

senza che ve ne siate resi conto: questo grazie alle infinite possibilità di intrattenimento presenti. Chamonix offre un comprensorio per lo sci

alpino davvero esclusivo e spettacolare sia per la bontà dei suoi impianti di risalita (che servono oltre 150km di piste articolate sia sui

contrafforti del Bianco che sull’antistante catena de Le Brévent) che per i sontuosi panorami che si apriranno davanti ai vostri occhi. La

località è però soprattutto la capitale dello sci fuoripista che trova nel celebre tracciato della Vallée Blanche il suo fiore all’occhiello: si

tratta di una mirabolante discesa di 2800m di dislivello dalla stazione di arrivo della teleferica che raggiunge l’Aguille du Midi (3842m)

attraverso le infinite distese glaciali della Mer de Glace (una valle completamente incastonata tra guglie di oltre 4000m e ricoperta di

ghiacciai perenni) fino alle case di Chamonix che si raggiungono attraverso le piste più a valle del comprensorio. Per gli amanti dello sci o

dello snowboard con un po’ di capacità tecnica è davvero un appuntamento da non mancare, ma ricordatevi che vi muoverete tra crepacci,

seracchi e sarete esposti a rischi di valanghe, pertanto andateci solo con una guida e intraprendete l’impresa solo quando le condizioni

meteo saranno favorevoli (in genere da febbraio ad aprile). Oltre a queste esperienze basilari a Chamonix potrete sempre provare anche

l’ebbrezza dell’arrampicata su cascate di ghiaccio, dello sleddog (slitte trainate da cani), degli snowpark e degli half pipe, dello sci alpinismo

o del più quieto e faticoso sci nordico (su circa 45km di tracciati).

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Alcuni spettacolari paesaggi che si paleseranno dinnanzi ai vostri occhi sciando a Chamonix: la partenza della Vallée Blanche dalla guglia

dell’Aguille du Midi, quindi le vastità glaciali del massiccio del Monte Bianco e il piacere di fendere per la prima volta nevi intonse sui suoi

ghiacciai.

Anche se Chamonix potrebbe tranquillamente tenervi occupati da sola per giorni e giorni nel periodo invernale senza mai annoiarvi è

d’obbligo in questa trattazione ricordare che nelle sue immediate vicinanze si trovano almeno tre altri comprensori sciistici che raggiungono

il top di gamma a livello internazionale: stiamo parlando di Megève, Le Grand Massif e Les Portes du Soleil. Megève (35km, 40 minuti da

Chamonix) è un vero e proprio idillio per gli occhi con le sue stradine acciottolate in cui ancora oggi si aggirano slitte trainate da cavalli e

su cui affacciano boutique splendidamente addobbate. Il paese è ormai dagli anni ’20 un esclusivo rifugio invernale per il jet set

internazionale che viene attratto dai suoi sfarzosi hotel e dalle sue tre aree sciistiche concatenate che si sviluppano su 420km di tracciati per

lo sci alpino e 70km di anelli per il fondo. La zona de Le Grand Massif (comprendente i paesi di Samoens, Les Carroz e La Flaine, 60km, 1

ora da Chamonix) è invece un comprensorio moderno creato nel ‘900 con una sintesi singolare di paesaggi alpini naturali e centri urbani

dove trionfano cemento e architetture moderne ma in compenso i prezzi sono molto più abbordabili e le piste da discesa sempre

numerosissime (265km) e ben tenute. Infine Les Portes du Soleil sono un immane carosello di piste e impianti collegati sapientemente tra

loro che si allunga fino e oltre il confine elvetico sulle montagne che attorniano la sponda meridionale del Lago di Ginevra. Più di 200

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impianti di risalita ultramoderni e oltre 650km di tracciati ne fanno probabilmente uno dei primi tre comprensori sciistici al mondo per

estensione e visto i rilievi meno acuminati presenti sono davvero infinite qui le possibilità di fare fuori pista in sicurezza. Centri di riferimento

della zona sono gli abitati di Morzine e Avoriaz (70km, 75 minuti da Chamonix), il primo è un borgo alpino autentico in cui troverete malghe

in cui si producono ancora oggi formaggi e laboratori di ardesia e piste più semplici, il secondo una moderna costruzione completamente

pedonalizzata con alcune creazioni urbanistiche d’avanguardia novecentesche che stridono un po’ con l’ambiente alpino e alcune delle piste

più impegnative della zona. Per chi fosse cultore dello sci nordico tra le due località si contano inoltre 100km di tracciati.

L’incantato villaggio di Megève sotto una nevicata invernale e ancora percorso da romantici calessi trinati da cavalli, quindi l’abitato di

Morzine fulcro dell’immenso comprensorio sciistico de Les Portes du Soleil, di cui dettaglio di piste a gobbe tra pinete cariche di neve.

Qualora invece decideste di venire in Alta Savoia in estate le possibilità di svago e attività non diminuiranno affatto e l’unica differenza che

riscontrerete sarà una congestione di persone meno elevata, fattore che non potrà che giocare a favore della vostra esperienza rilassante e

rigenerante in zona. Ancora una volta anche nella stagione estiva è sempre Chamonix il polo di attrazione principale della zona, vantando

una serie di percorsi e attrattive adatti a tutti e a tutte la capacità. Per i meno sportivi un buon viatico può essere quello di usufruire delle

teleferiche che partono dall’abitato sia alla volta di Le Brévent (2525m) un grandioso punto panoramico sulla catena del bianco che vanta in

vetta un ristorante panoramico oltre a una serie di percorsi escursionistici molto facili e appaganti e la possibilità di cimentarsi con il

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parapendio per i più adrenalinici. Quindi non mancate di fare un giro sulla straordinaria opera ingegneristica rappresentata dalla Funivia

dei Ghiacciai: una serie di più funivie concatenate tra loro che attraversano la catena del Monte Bianco da Chamonix fino a Courmayeur per

uno sviluppo complessivo di oltre 15km e che rappresentano un vero e proprio trionfo dell’ingegneria dei mezzi di trasporto d’alta quota,

ultimata negli anni ’50 e rimodernata di recente soprattutto nel tratto italiano. La sezione più spettacolare del tragitto è quella che

dall’Aguille du Midi (3842m) si collega a Punta Helbronner (3470m), collocata sullo spartiacque e che compie un a mirabolante traversata

aerea sui seracchi e le distese glaciali del Glacier du Geant, tanto esteso che fu necessaria la costruzione di un pilone aereo per permettere di

compiere il tragitto in sicurezza alle cabine. Fate però attenzione a venire in zona ben coperti (le temperature anche in piena estate non

superano quasi mai gli zero gradi) e non avventuratevi per nessun motivo sulle nevi perenni se non con adeguata attrezzatura e

accompagnati. Sempre in tema di prodigi umani anche il pittoresco trenino che da Chamonix conduce alla Gare du Montenvers (1913m) è un

percorso da non perdersi, soprattutto per il fatto che conduce al limitare delle lingue glaciali più basse della Mer de Glace, il più vasto

ghiacciaio francese (con profondità di oltre 200m) e che ospita alcune grotte di ghiaccio oggi adorne di sculture in tema ed esposizioni sui

cristalli locali e sulle condizioni dei ghiacciai in epoca moderna.

Un dettaglio delle vie centrali di Chamonix Mont Blanc, perla indiscussa dell’Alta Savoia e luogo di ritrovo ideale a sera dopo le vostre

imprese diurne, quindi una sezione spettacolare della Funivia dei Ghiacciai che attraversa la catena del Bianco ed infine un dettaglio degli

interni della grotta scavata nel ghiaccio della Mer de Glace.

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Per gli amanti dell’escursionismo classico invece ci sentiamo in dovere di consigliarvi almeno un paio di tracciati in zona che vi colpiranno

per i panorami davvero incredibili: il primo è il percorso che dal Col des Montets (1461m, raggiungibile coi mezzi pubblici e posto poco oltre

l’abitato di Argentière) raggiunge dapprima i laghi di Chéserys e quindi lo spettacolare Lac Blanc (2352m, con annesso rifugio ideale per il

pranzo) in circa 3 ore di cammino. Si tratta con ogni probabilità della balconata più spettacolare sulla catena del Bianco di tutta la zona ,

con viste d’eccezione soprattutto sul Les Grandes Jorasses, e offre per i più intrepidi anche l’opportunità di dilettarsi in un gelido ma

corroborante bagno in questi laghetti stando immersi contemplando uno dei più bei panorami montani del mondo. Per la discesa potrete

comodamente raggiungere la stazione della funivia di La Flagère (1877m, 1 ora e mezzo dal Lac Blanc) che vi ricondurrà velocemente a

Chamonix. Meno immerso tra le prominenze più elevate delle Alpi ma emblematico del paesaggio dell’Alta Savoia è anche il percorso che dal

Cirque du Fer à Cheval (70km, 75 minuti da Chamonix) risale fino al Refuge de la Vogealle (1902m) percorrendo la vallata principale

dell’omonima riserva naturale: uno straordinario anfiteatro di guglie rocciose, piane punteggiate da abeti e larici e ameni ruscelli

completamente sgombro da antropizzazione che si insinua nel cuore delle montagne poste a ridosso del confine franco-elvetico.

La straordinaria vista sul Monte Bianco che si gode dai laghi di Chéserys e dal limitrofo Lac Blanc sorpa Chamonix, sicuramente il balcone

naturale più spettacolare su tale catena montuosa esistente, quindi il sito termale di Evian les Bains che si allunga sul lago di Ginevra.

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Nulla però è risulta nemmeno lontanamente paragonabile sia in termini di grandezza che di soddisfazione personale all’ascesa alla sommità

del Monte Bianco, il punto più elevato di tutta la catena alpina che si può raggiungere dall’Alta Savoia predisponendo un trekking di due o

tre giorni ma che va riservato solo a chi ha esperienza di alpinismo, progressione su ghiacciaio, abitudine alle alte quote e un ottimo stato

fisico. Logicamente visto l’ambiente estremo è obbligatorio e doveroso l’accompagnamento da parte di esperte guide locali. Il tracciato

classico di ascesa prevede di raggiungere in prima giornata Saint Gervais les Bains (25km, 30 minuti da Chamonix) e da qui adoperare i

treni a cremagliera del Tramway du Mont Blanc che dal 1913 portano gli alpinisti fino al Nid d’Aigle (2372m), classico punto di partenza

della scalata. Da qui con circa 5 ore di cammino e arrampicata si converge poi sul Refuge du Gouter (3817m), l’ultimo avamposto prima dei

ghiacci perenni e base per le ascese ma fate particolarmente attenzione lungo questa tratta all’attraversamento del Grand Couloir, un canale

di scolo di pietre tragicamente noto per la sua pericolosità e le fatalità che talvolta capitano. In seconda giornata potrete quindi partire nel

cuore della notte in direzione della vetta prima su ampio percorso glaciale (fino al Dome du Gouter, 4306m) e poi per tratti di cresta (delle

Bosses) fino in vetta (4808m). Qui le condizioni meteo sono spesso estreme (sia per il freddo che per il vento, e attenzione anche alle nubi

basse che rendono invisibile il percorso) ma se avrete l’accortezza di scegliere una giornata adeguata le viste dal tetto d’Europa e la

soddisfazione derivante dall’impresa saranno davvero uniche. Per la discesa i più allenati possono anche pensare di tornare al Nid d’Aigle in

giornata, altrimenti spezzate il rientro con una nottata nuovamente al Refuge du Gouter o al Refuge de Tete Rousse (3167m). Esiste anche un

percorso ora meno battuto per i rischi di scarichi di seracchi ma altamente spettacolare che raggiunge la vetta dall’Aguille du Midi e

l’adiacente Refuge des Cosmiques (3613m): si tratta di una spettacolare via di altissima quota che lambisce anche il Mont Blanc du Tucul

(4114m) e il Mont Maudit (4468m) ma questa via è riservata solo a scalatori molto esperti e sempre e solo con guide che talvolta per la

pericolosità addirittura non si avventurano in zona. Tuttavia l’ambiente qui presente è davvero selvaggio, imponente e unico in ambito

europeo. Dopo tante fatiche, un’ultima rilassante opportunità che offre l’Alta Savoia è quella di concludere il vostro viaggio sfruttando i

rigeneranti impianti termali di Thonon ed Evian les Bains (100km, 90 minuti da Chamonix), due località dal fascino demodé che sorgono

sulla sponda meridionale del lago di Ginevra. Thonon les Bains è il classico sito termale che ebbe le sue glorie ad inizio ‘900 in periodo di

belle epoque ma ha saputo riciclarsi ampiamente sfruttando la sua posizione sul lago e offrendo al gitante diverse attività legate alla

navigazione sul lago o alla balneazione, mentre Evian les Bains è nota proprio per le sue acque minerali scoperte nel 1790 e imbottigliate già

a partire dal 1826. Qui avrete modo di passare alcune ore presso Les Thermes Evian, il complesso di spa e cure termali più noto della zona

tra immersioni in acque curative, massaggi e tutte le attività tipiche di una spa. Per sera però, magari dopo una romantica cena vista lago, vi

consigliamo sempre di fare rientro a Chamonix. Solo l’indomani infine iniziate il vostro tragitto di rientro verso casa, senza fretta e

ricordando con piacere questa vacanza immersa nei territori montuosi più straordinari d’oltralpe.

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Il trenino a cremagliera del Tramway du Mont Blanc che conduce gli alpinisti all’attacco dell’ascesa alla vetta d’Europa, quindi

l’avveniristico Refuge du Gouter, autentica rampa di lancio alla parte finale del percorso. Infine la sommità dle Monte Bianco così come

appare dal Dome du Gouter con ben visibile la cresta delle Bosses che anticipa la meta finale posta a 4808m.