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Informazioni generali:
DURATA DEL VIAGGIO: 11 – 12 giorni.
PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Aprile – Dicembre.
COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di utilizzare per l’andata lo scalo di
Dresda, mentre per il ritorno lo scalo di Lipsia.
Alternativamente si possono utilizzare gli scali aeroportuali di
Berlino o Hannover.
FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.
DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.
PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.
RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.
MONETA: EURO.
TASSO DI CAMBIO: ///
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Descrizione del viaggio:
1° - 2° giorno: DRESDA
Nota nell’immaginario collettivo come la “Firenze del nord” Dresda possiede effettivamente un patrimonio artistico e uno skyline quasi
impareggiabile al nord delle Alpi e specie le viste sulla riva meridionale dell’Elba sono davvero qualcosa di magnificente: guglie, torri e
cupole compongono infatti un panorama che potrebbe benissimo essere confuso con un’opera pittorica del Canaletto, artista che amò ritrarre
Dresda in tutta la sua grandiosità. La città ebbe il suo periodo d’oro nel ‘700 quando sotto i governi di Augusto il Forte e Augusto III si
completarono gran parte degli edifici più significativi del centro storico, il quale però fu impietosamente devastato da pesantissimi
bombardanti alleati durante la notte del 13 febbraio 1945, a guerra quasi conclusa, che costarono la vita a decine di migliaia di persone oltre
a ridurre in macerie tutta l’Altstadt (città vecchia). La tenacia tedesca qui raggiunse vette straordinarie tanto che tutto venne ricostruito
secondo i vecchi canoni e oggi Dresda appare più splendente che mai, con una vita artistica e notturna sempre all’avanguardia oltre che un
calendario di eventi di prima grandezza, nel quale spiccano il Dresdener Stadtfest (festa cittadina che si tiene in luglio) ma soprattutto gli
Striezelmarkt, i mercatini natalizi più antichi e famosi di Germania dove potrete assaporare il buonissimo Desden Stollen, una sorta di
panettone a base di frutta secca e canditi.
La vostra visita a Dresda può avere inizio dalla Theaterplatz, vero salotto cittadino affacciato a nord sul corso dell’Elba e che appare
contornato da tre dei principali gioielli cittadini: il Residenzschloss, lo Zwinger e la Semperoper Dresden. Il neorinascimentale
Residenzschloss è stato per secoli la sede dei re Sassoni fino al termine della prima guerra mondiale, nel 1918. Dopo sontuose opere
di ricostruzione post belliche il complesso è tornato a risplendere di luce propria e la famigerata Grunes Gewolbe (Volta Verde) è
tornata a impreziosire il palazzo. La Grunes Gewolbe è una straordinaria collezione (4000 pezzi in tutto) di preziosi in oro, avorio,
argento, diamanti e altre pietre preziose appartenute agli antichi reali e trova esposizione in due sale separate ad accesso limitato
(indispensabile la prenotazione) che permette di evitare resse incredibili all’interno del Residenzschloss e di gustarvi appieno le
incredibili realizzazioni orafe e artigianali in genere qui raccolte.
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La classica vista panoramica dell’Altstadt di Dresda che si innalza dal corso dell’Elba, quindi uno dei numerosissimi pezzi che
costituiscono il Grunes Gewolbe (Volta Verde), tesoro custodito nel Residenzschloss.
Uscendo dal palazzo vi apparirà innanzi a voi lo Zwinger, uno dei più incantevoli edifici barocchi della Germania costruito come
luogo in cui svolgere le feste reali mediante un progetto realizzato per metà da un architetto e per metà da uno scultore. Attraverso
diversi bei portoni si accede a un cortile interno costellato di fontane e abbellito da finissime decorazioni che abbondano sugli edifici
circostanti. All’interno dello Zwinger oggi trovano ubicazione ben sei differenti musei e tra questi meritano l’ingresso di certo la
Gemaldgalerie Alte Meister, pinacoteca di livello internazionale che vanta anche opere di Raffaello oltre al Porzellansammlung che
annovera una raffinatissima collezione di porcellane classiche di Meissen. Giusto accanto allo Zwinger poi si innalza la Semperoper,
teatro dell’opera dalla storia travagliata poiché venne distrutto una prima volta da un incendio a trent’anni dalla sua inaugurazione
avvenuta nel 1841, quindi raso al suolo nel 1945 dalle bombe alleate e tornato in attività solo nel 1985 dopo oltre quarant’anni di
restauri. Nonostante le sue peripezie la Semperoper Dresden è stata un luogo cruciale nella storia della musica poiché qui proposero
diverse prime operistiche compositori di assoluto livello e notorietà come Richard Strauss e Richard Wagner.
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Il magnifico cortile interno dello Zwinger, palazzo barocco simbolo di Dresda, e una vista serale della Semperoper, rinomata sala per
concerti della città.
Dopo una buona parte della mattinata impegnata a scoprire tutti i tesori di Theaterplatz incamminatevi lungo il corso dell’Elba e
godetevi le viste sulla Neustadt antistante, quindi rinfilatevi nel dedalo di viuzze dell’Altstadt per raggiungere uno dei simboli più
luminosi di Dresda: la Frauenkirche. Questa chiesa venne eretta per la prima volta nel ‘700 ma dopo i bombardamenti del 1945 non
rimaneva null’altro che macerie a memoria dei fasti architettonici precedenti. Lungo il dominio comunista novecentesco in Germania
si decise di conservarne le macerie in situ come monumento commemorativo alla devastazione della guerra ma dopo la riunificazione
della Germania la popolazione di Dresda chiese a gran voce la ricostruzione a copia dell’originale della chiesa. Dopo anni di lavoro
nel 2005 la Frauenkirche e la sua cupola (che offre viste grandiose sulla città) sono tornate a caratterizzare lo skyline di Dresda. Al
suo interno la Frauenkirche appare suddivisa in gallerie come un teatro, tanto che appare perfetta per i numerosi concerti d’organo
che qui si svolgono, ma il gioiello presente è di sicuro l’altare, questo sì originale, frutto di una paziente ricostruzione ottenuta dai
2000 frammenti in cui era stato rinvenuto sotto i detriti del crollo della chiesa primigenia. Per il resto della giornata consigliamo di
rallentare il ritmo e godersi con calma le meraviglie dell’Altstadt locale, sempre colma di turisti e traboccante di ristoranti in cui
rifocillarvi e biergarten (birrerie all’aperto) in cui dissetarvi. Lungo il vostro peregrinare vi consigliamo di adocchiare lo Yenidze
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(poco fuori l’Altstadt verso ovest) una strana costruzione che appare da lontano come una moschea ma che in realtà è il più antico
edificio in cemento armato mai realizzato dall’uomo. In principio questa costruzione nel 1907 fu utilizzata come fabbrica di tabacco
ma oggi è stata riconvertita a ristorante con annesso biergarten con numerosi spazi espositivi e per concerti. Quando invece nel tardo
pomeriggio sentirete la necessità di abbandonare le affollate vie del centro storico una meta privilegiata sono i Grosser Garten,
incantevoli giardini ed ex tenuta di caccia reale siti giusto ad est dell’Altstadt. Consigliamo di girovagare senza meta in questa
splendida area verde immersa nel cuore di Dresda fino al tramonto. Per i più volenterosi nel parco sono ubicati uno zoo, un giardino
botanico e al suo limitare orientale la Glaserne Manufaktur, fabbrica storica della Volkswagen che oggi produce le esclusive Bentley.
La rinata Frauenkriche è da poco tornata ad essere la chiesa simbolo dell’Altstadt di Dresda, quindi lo Yenidze, il più antico edificio
in cemento armato al mondo e i bucolici spazi verdi dei Grossen Garten.
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La seconda giornata a Dresda si pone come mete la Neustadt cittadina, quartiere moderno posto sulla sponda settentrionale dell’Elba
e i numerosi e bellissimi castelli che caratterizzano le aree periferiche della città. Nonostante sia stata fondata ben dopo l’Altstadt la
Neustadt vanta numerosi edifici originali più antichi di quelli ammirabili oggi nella città vecchia poiché qui i bombardamenti del
1945 furono molto meno incisivi e distruttivi. La Neustadt trova nella grande Albertplatz il suo punto focale che suddivide il quartiere
nella sua area nord nota come Aussere Neustadt, nota zona alternativa di Dresda, e nella sua area meridionale, la Innere Neustadt,
caratterizzata invece da eleganti edifici barocchi ed esclusivi negozi (specie lungo Konigstrasse e Hauptstrasse). Proprio affacciata su
quest’ultima strada trova collocazione la Dreikonigskirche, chiesa restaurata opere del medesimo architetto che guidò il progetto
dello Zwinger: Poppelmann, contraddistinta dal meraviglioso fregio Dresdner Totentanz, un capolavoro rinascimentale composto da
27 figure (papi, re, donne, bambini) suddivise in quattro gruppi, con ognuna una raffigurazione della morte in testa. Verso la tarda
mattinata fate quindi rotta verso Aussere Neustadt per coglierne i suoi aspetti informali e inconsueti come i cinque cortili realizzati in
maniera bizzarra e vivace del Kunsthofpassage o la straordinaria latteria Pfunds Molkerei, un inno alla produzione ceramica essendo
rivestita per intero da piastrelle dipinte a mano e smaltate. Aussere Neustadt è un luogo perfetto anche per pranzare essendo zeppa di
caffè e bar e il luogo prediletto della vita notturna di Dresda. Nel primo pomeriggio consigliamo quindi di dirigervi nella cittadina
satellite di Radebeul che ospita il toccante museo Zeitreise Lebensart DDR 1949-1989 che offre un interessante spaccato di quella che
fu la vita quotidiana della popolazione sotto la Germania Est. Qui si possono vedere esemplari della mitiche auto Trabant, oggettistica
varia, giocattoli, televisori e tutto ciò che era diffuso sotto il regime comunista. Specie per i meno giovani sarà interessante fermarsi a
riflettere sulle profonde differenze che vi erano tra il mondo occidentale e quello orientale, così vicini geograficamente ma lontani
nella quotidianità. Terminata questa visita colta portatevi quindi alla periferia sud-est di Dresda dove meritano in ultimo una visita i
magnifici giardini del barocco Schloss Pillnitz, ricco peraltro di numerose influenze cinesi, e lo Schloss Weesenstein, eccentrico
connubio di stili (medievali, rinascimentali e barocchi) che sorge in panoramica posizione sopra il fiume Muglitz. Questo castello
deva la sua fortuna alla famiglia Bunau che lo abitò ininterrottamente dal 1406 al 1772 e che lo rese sontuosamente arredato e
decorato così come lo apprezziamo ancora noi oggi. Stranamente lo Schloss Weesenstein è fuori dai maggiori circuiti turistici e
quindi è sempre piacevolmente sgombro da folle, cosa che vi permetterà di gustarvelo in pace assaporandone i panoramici in un
intimo silenzio.
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Gli elaboratissimi interni completamente rivestiti di ceramiche della Pfunds Molkerei nel quartiere di Aussere Neustadt e la sagoma
dello Schloss Weesenstein che svetta sul fiume Muglitz.
3° giorno: SVIZZERA SASSONE
Situato a breve distanza da Dresda e ottimo per una gita in giornata immersi nella natura il territorio della Svizzera Sassone è uno dei più
incredibili paesaggi naturali che la Germania possa offrire a un visitatore. Qui possenti picchi di roccia porosa erosi dagli elementi si
innalzano ora solitari ora in gruppi dalle boscose vallate collinari che separano la Sassonia dalla Repubblica Ceca, mentre il placido e
sinuoso fiume Elba si fa strada in quest’area dalle sembianze quasi oniriche che fu fonte di ispirazione per numerosi pittori romantici, primo
tra tutti Caspar David Friedrich, e scrittori di fiabe come Hans Christian Andersen. Oggi buona parte della Svizzera Sassone è posta sotto la
tutela di un apposito parco nazionale. Partite di buona mattina da Dresda e puntate dritti verso est lungo la statale 172, in breve raggiungete
la Festung Konigstein (40km, 40 minuti), impressionante fortezza in ottimo stato di conservazione che si innalza sopra l’omonimo abitato su
una rupe che raggiunge i 260m d’altezza rispetto all’Elba. La sua collocazione così favorevole per una struttura militare difensiva l’ha resa
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di fatto inespugnabile, tanto che dalla sua creazione nel ‘200 non è stata mai nemmeno attaccata. Tanta solidità difensiva valse nel passato al
Festung Konigstein la fama di inviolabilità tanto che fu usato nella seconda guerra mondiale come campo di detenzione di massima sicurezza
oltre che come rifugio per i tesori d’arte di Dresda. Da ammirare con stupore sono poi le vedute che offre della valle dell’Elba. Verso tarda
mattinata raggiungete quindi Bad Schandau fino a raggiungere il parcheggio all’interno del parco nazionale (20km, 40 minuti) dove ha
inizio uno spettacolare sentiero che nel volgere di un’ora circa vi condurrà allo Schrammsteinaussicht, un punto panoramico straordinario
sullo Schrammsteine, il più fitto e spettacolare labirinto di picchi rocciosi della Svizzera Sassone. Qui non è infrequente che i picchi rocciosi
siano mezzi nascosti da una sottile ma impenetrabile coltre di nubi basse dalle quale svettano solo le aguzze cime dei torrioni, cosa che dona
alla zona un vero aspetto sinistro e mistico. Dopo aver consumato un buon pranzo al sacco potrete quindi far rientro alla macchina e
dirigervi verso Bastei (20km, 45 minuti). Questo luogo deve il suo nome a un castello in legno che qui sorse nel ‘200 e vi rimase in piedi fino
al 1469 del quale oggi sono osservabili solo sparute rovine, apprezzabili appieno solo da esperti di archeologia. Tuttavia la via di accesso al
sito è costituita dal meraviglioso Basteibrucke, ponte in pietra che si snoda tra falesie rocciose che raggiungono i 305m d’altezza e creano un
percorso che sembra librarsi nel vuoto al di sopra della foresta e della vallata. Purtroppo Bastei è molto nota e spesso viene invasa da
moltissimi curiosi, ma se vi recherete qui al tramonto o eviterete i weekend avrete modo di gustarvi altri paesaggi al limite
dell’immaginazione che caratterizzano la Svizzera Sassone. In serata fata quindi rientro a Dresda per il pernotto (45km, 50 minuti).
L’impenetrabile Festung Konigstein sorveglia la Valle dell’Elba, quindi la meravigliosa vista silvestre sui picchi rocciosi dello
Schrammsteine e il fiabesco Basteibrucke che si insinua tra i torrioni rocciosi della Svizzera Sassone.
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4 ° giorno: MEISSEN
Il quarto giorno di viaggio serpeggia tra le strade della Sassonia, uno dei Land tedeschi più suggestivi di tutta la Germania. Nell’arco di
poche centinaia di chilometri quadrati si concentrano infatti castelli da fiaba, città d’arte, formazioni rocciose ardite, bucolici parchi in cui
pascolano mandrie di animali, l’imperioso fiume Elba e vivono genti incredibilmente ospitali e attaccate alle loro tradizioni folkloristiche,
tanto che il dialetto sassone è ancora ampiamente parlato dalla gente che è solita storpiare alcune pronunce del tedesco classico, anche se va
detto che la lingua teutonica trae origine proprio dall’idioma di questo Land. In mattinata potrete lasciare Dresda alla volta del vicino
Schloss Moritzburg (15km, 25 minuti), imponente costruzione barocca eretta sopra un lago locale per volere di August der Starke come
palazzina di caccia. Oltre ai meravigliosi paesaggi lacustri ammirabili dall’esterno il castello merita la breve visita ai suoi interni
sapientemente decorati con rivestimenti in pelle alle pareti, dipinti, arredi d’epoca e in cui si trova la Federzimmer (Sala delle Piume) che
ospita il meraviglioso letto che fu di August. Verso l’ora di pranzo riprendete l’auto e spostatevi alla volta di Meissen (20km, 25 minuti),
località sassone celebre in tutto il mondo per la produzione di ceramiche locali di altissima qualità, facilmente identificabili per il marchio
costituito da due spade incrociate di colore blu che campeggia su ogni opera prodotta. Spesso affollata di turisti Meissen appare però così
ben conservata che vi sarà facile in breve non far caso alla calca che talvolta riempie le stradine della locale Altstadt, dove peraltro avrete
numerose possibilità di degustare l’autoctono Meissner Fummel un particolar dolce dal sapore molto delicato che assomiglia per forma a un
uovo di struzzo. Cuore di Meissen è Marktplatz su cui affaccia la Frauenkirche, chiesa che vanta il carillon più antico al mondo realizzato in
porcellana che intona motivi diversi durante le sue sei attivazioni quotidiane. Spostandovi di qualche isolato a nord della piazza e risalendo
un colle noto come Burgberg, non mancate poi di raggiungere l’Albrechtsburg, che ospitò la fabbrica di porcellane originale di Meissen dal
1710 al 1864 e che si contraddistingue per la sua architettura suggestiva che culmina nella scalinata Grosser Wendelstein. Giusto al suo
fianco merita l’ingresso anche il Dom, capolavoro gotico dalle ampie vetrate colorate medievali. Imprescindibile per chiunque durante una
visita a Meissen è infine l’ingresso al Porzellan Musuem, posto al limitare sud della cittadina giusto accanto alla moderna fabbrica di
ceramiche. Qui attraverso una breve visita guidata si imparerà a familiarizzare con i processi lavorativi che portano alla creazione delle
opere ceramiche e alle tecniche artistiche sottese ai magnifici pezzi che poi potrete ammirare a volontà nell’area espositiva posta alla fine del
tour guidato. Terminata anche quest’ultima visita potrete infine dirigervi in quei di Lipsia (140km, 90 minuti), città che fungerà da vostra
base per i giorni successivi del vostro viaggio.
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Lo scenografico Schloss Moritzburg che si libra sopra le acque giusto alla periferia di Dresda, quindi la pittoresca Marktplatz, piazza
principale di Meissen e un esempio delle note porcellane per cui l’abitato è famoso in tutto il Mondo.
5° giorno: LIPSIA
Importante centro di affari, polo fieristico di primo livello e snodo dei trasporti locali Lipsia è sicuramente la più evoluta e dinamica realtà
della ex Germania Est. Fu proprio qui però che nel 1989 si iniziarono a svolgere quelle manifestazioni popolari di protesta pacifica contro il
regime comunista instauratosi in questi territori da ormai quarant’anni e che avrebbero portato alla dissoluzione della DDR e ala crollo del
Muro di Berlino nell’autunno del medesimo anno. Queste forti tendenze liberiste e filo occidentali sono ancora oggi riscontrabili in città,
composta per lo più da gente che ama radunarsi nei numerosissimi bar all’aperto ai primi accenni di primavera e fare baldoria nelle strade
appena possibile. Tutto ciò non fa che avvalorare la tesi di Goethe che definì Lipsia “Piccola Parigi” per il suo essere estroversa e ricercata.
Tra le manifestazioni più importanti annualmente organizzate in città si ricordano il Leipziger Buchmesse, il secondo festival del libro per
importanza di Germania, in marzo, il Wave-Gotik-Treffen, il più grande festival gotico del mondo che si svolge in una ricostruzione di un
villaggio pagano in maggio/giugno e l’impegnato Bach festival che vede salire in cattedra le famose orchestre liriche cittadine nel medesimo
periodo.
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Lipsia è comodamente visitabile in giornata e tutte le sue attrattive principali sono concentrate nell’Altstadt, una raccolta gemma
quadrangolare di circa 600m di lato che assume le fattezze di vero cuore pulsante della città. Potrete iniziare la vostra visita dalla
centralissima Naschmarkt, vero epicentro della città caratterizzato da una statua commemorativa dell’illustre letterato Goethe e su cui
affaccia lo Zeitgeschichtliches Forum, un’area espositiva inaugurata nel 1999 che ripercorre la storia della DDR dalla sua genesi fino al
crollo avvenuto nel 1989. Particolarmente toccanti e spiazzanti sono i filmati dell’epoca che raccontano i brutali metodi utilizzati dalla
polizia comunista per reprimere le rivolte e lo sconforto che causò nella popolazione la realizzazione della Cortina di Ferro che separava le
due Germanie nel ‘900. Grande enfasi è data anche al ruolo di primo piano che giocò Lipsia nel far cadere il regime sul finire del secolo.
Spostandosi di qualche isolato ad est di raggiunge poi la Nikolaikirche, una chiesa dall’aspetto esteriore sobrio (un misto di gotico e
romanico) ma che possiede un intero davvero mirabolante fatto di una selva di colonne neoclassiche che si innalzano imperiose dal
pavimento. La chiesa svolse anche una importante funzione come luogo di raccolta e punto d’incontro per i dimostranti pacifici che nel 1989
diedero inizio alla rivoluzione nella DDR. Sempre in mattinata percorrete ancora alcune vie verso nord fino a raggiungere Sachsenplatz,
ampia piazza dell’Altstadt dove trova ubicazione il Museum Der Bildenden Kunste dall’avveniristico aspetto che appare come un cubo di
vetro. Questo museo accoglie una collezione pittorica molto importante che spazia tra opere di Friedrich, Lucas Cranach il Giovane, Monet,
oltre alla più importante raccolta al mondo di lavori della cosiddetta Nuova Scuola di Lipsia e diverse realizzazioni di Max Beckmann e Max
Klinger (da non perdere il Monumento a Beethoven). Nel primo pomeriggio dirigetevi quindi al limitare occidentale dell’Altstadt dove sono
poste l’una di fronte all’altra la chiesa di Thomaskirche dove riposa per sempre la salma di Johann Sebastian Bach che frequentò
assiduamente come cantore l’edificio religioso fino alla sua morte avvenuta nel 1750 e il Bach Museum, dedicato alla fase di vita che il
notissimo compositore settecentesco svolse in città in passato. Infine merita indubbiamente l’ingresso il Museo della STASI, dedicato al ruolo
che alla temutissima polizia segreta di stato della DDR venne affibbiato durante il regime. Ospitato nel palazzo che fu il quartiere generale
dell’istituzione questo museo vi farà rendere conto di come forte e capillare fosse il controllo della popolazione nella DDR, più volte
sconfinando nel limite della follia e delle manie di persecuzione da parte dello stato stesso. Il famoso detto “anche le pareti avevano le
orecchie" con cui più volte viene definito quel periodo non pare davvero essere un’esagerazione, anzi guardando i manifesti di propaganda, i
metodi di intercettazione, l’affiliazione cercata addirittura con i bambini per spiare la gente comune vi verrà da chiedervi come davvero fosse
stato realmente possibile questo delirio poliziesco.
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L’interno composto da possenti colonne neoclassiche della Nikolaikirche e un ufficio del quartier generale della STASI nell’omonimo museo.
Se vi avanza tempo nel tardo pomeriggio può essere infine interessante raggiungere poco fuori città il Volkerschlachtdenkmal, un immenso
monumento commemorativo che svetta alla periferia di Lipsia che ricorda i 100.000 soldati morti nel 1813 nella locale battaglia che li vide
uscire vittoriosi nei confronti di Napoleone. Per la serata invece le aree più interessanti di Lipsia appaiono essere la zona di Drallewatsch
(tra Barfussgasschen e Kleine Fleischergasse) in centro che è sempre colma di gente che ama mettersi in mostra, la Gottschedstrasse animata
per lo più da autoctoni in cerca di svago oppure le aree a spiccata concentrazione studentesca situate appena a sud dell’Altstadt come Karl-
Liebknecht Strasse o Munzgasse. In queste zone potrete trovare anche un’ampia offerta di luoghi tradizionali in cui rifocillarvi che
propongono diverse specialità della Sassonia tra cui ricordiamo la Kartoffelsuppe (zuppa di patate), la Lisensuppe (zuppa di lenticchie)
spesso servita con salsiccia di Turingia, il Leipziger Allerlei (stufato misto di Lipsia) o i Quarkkeulchen (dolcetti composte da patate, farina,
zucchero e uva passa).
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L’imponente monumento ai caduti della battaglia napoleonica del 1813: il Volkerschlachtdenkmal e i numerosissimi ristoranti e bar
all’aperto che contraddistinguono l’area di Drallewatsch, nell’Altstadt.
6° giorno: JENA, ERFURT
Nella sesta giornata di viaggio si passa dalla Sassonia alla Turingia, uno dei Land più agresti di tutta la Germania composta da
un’alternanza ininterrotta di colline verdeggianti e fitte distese boscose. Qui sarete ben presto colti dal ritmo lento e pacato dei suoi abitanti e
verrete presto invogliati a rallentare il ritmo, imparando a cogliere i dettagli e le sfumature che fanno di ogni viaggio un’esperienza unica ed
irripetibile.
In mattinata portatevi da Lipsia a Jena (105km, 75 minuti), uno dei fari nel panorama culturale tedesco essendo una notissima località
universitaria, forse la più celebre tra le ex città della DDR: qui infatti studiarono e divulgarono le proprie idee pensatori e letterati come
Fichte, Goethe, Hegel e Schiller. Altra peculiarità di Jena è quella di essere da sempre rinomata per l’industria ottica di precisione che vanta
nomi storici e noti in tutto il mondo come Carl Zeiss, Ernst Abbe, Schott Janaer Glaswerk e Jenoptik. Cuore di Jena è la sua Marktplatz nella
quale colpiscono l’occhio il trecentesco Rathaus (Municipio) caratterizzato da un orologio astronomico da cui ogni ora fuoriesce il diavolo-
buffone Schnapphans, simbolo cittadino, e la Statua del Principe Elettore Guglielmo I in centro alla piazza, intitolata a colui che fondò il
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famoso ateneo cittadino. Tutto lo skyline di Jena appare però disturbato e contraddistinto dall’altissima struttura in cemento alta 128m della
Torre Intershop, mostruoso lascito dello stile architettonico comunista, costruita come centro di ricerca per l’industria Carl Zeiss locale, ma
poi nemmeno mai utilizzata a tale scopo. Spostandosi poco a nord-est di Marktplatz si ha invece modo di raggiungere il complesso storico
centrale dell’Università locale, parzialmente costituito da una ex fabbrica della Zeiss sapientemente riconvertita nel suo uso. Punto focale
della visita in città risulterà però sicuramente l’ingresso all’Optisches Museum, un museo che ripercorre la vita di Carl Zeiss e Ernst Abbe
che furono i pionieri dell’industria ottica locale oltre a proporvi una collezione di prim’ordine di microscopi, macchine fotografiche, occhiali
e lenti di varia natura che sono diventati veri pezzi di storia della tecnologia. Parimenti interessante e consigliabile è anche l’ingresso allo
Zeiss Planetarium, il più antico planetario pubblico mai costruito (1926), oggi dotato di un gruppo ottico astronomico di ultima tecnologia.
Una vista aerea di Jena, dominata dall’incongruo profilo della Torre Intershop , quindi alcuni telescopi esposti presso l’Optisches Museum
dedicato all’industria ottica locale e lo storico Zeiss Planetarium, il planetario pubblico più antico del Mondo.
Terminato il tour a Jena, nel primo pomeriggio, riprendete quindi l’auto e dirigetevi rapidamente ad Erfurt (50km, 45 minuti). Questa
cittadina di medie dimensioni sorge al centro sia del Land della Turingia che a breve distanza dal centro geografico della Germania intera e
vanta una storia di fasti che affonda le sue radici già nel Medioevo. Erfurt fu infatti una vivace località commerciale già dal ‘200 e nel 1392 i
mercanti cittadini fondarono la locale università che attirò da subito grandi pensatori e rivoluzionari, primo tra tutti Martin Lutero che qui
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studiò filosofia dal 1501 al 1505. Oggi la piazza principale di Erfurt è la Domplatz, un’ampia area pedonale al limitare occidentale del
centro su cui svetta il Dom Sankt Marien, composizione gotica del ‘400 caratterizzata da belle vetrate istoriate collocata sulla sommità di una
modesta collina artificiale. Questa sezione dell’Altstadt locale è poi dominata dal profilo severo della Zitadelle Petersberg, fortezza militare
realizzata riutilizzando molto materiale edilizio appartenuto in passato a diverse abitazioni e chiese che impreziosivano il centro di Erfurt.
Passeggiando per le sempre animate vie del centro di Erfurt, spesso colme di studenti intenti ora a divertirsi ora a confrontarsi su temi
impegnati, dirigetevi quindi sul lungofiume del Gera, corso d’acqua che prende vita in città dalla confluenza di due corsi d’acqua minori. Qui
avrete modo di ammirare lo straordinario Kramerbrucke (Ponte dei Mercanti) un capolavoro di ingegneria medievale largo 18m e lungo ben
120m, che ha la peculiarità di sorreggere anche il gruppo di case più grande d’Europa che si innalza sopra i pilastri di un ponte. Dopo
qualche foto di rito raggiungete infine l’Augustinerkloster, monastero medievale collocato sul lungofiume poco oltre il Kramerbrucke che
deve la sua fama per essere stato il luogo dove prese gli ordini e in cui disse la sua prima messa Martin Lutero che qui soggiornò dal 1505 al
1511. Giusto fuori l’Augustinerkloster si estende poi il quartiere universitario di Andreasviertel, un luogo perfetto per trovare ristoranti e pub
a buon mercato in cui mangiare qualche piatto autoctono e dove lasciarsi andare a sera a qualche eccesso nei numerosi locali che vi si
concentrano. Per la nottata soggiornate in città.
Una scenografica vista notturna della Domplatz di Erfurt e il suo caratteristico ponte residenziale detto Kramerbrucke, il più grande del
genere in Europa.
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7° giorno: BUCHENWALD, WEIMAR
Avendo sempre come base anche per questa nottata Erfurt l’ottava giornata di viaggio va alla scoperta dei due siti turistici principali della
Turingia: Buchenwald e Weimar. Buchenwald (20km, 30 minuti) è uno dei lasciti più tristi e agghiaccianti che il nazismo ha “donato” alla
Germania. Ancora prima di entrare nel campo di concentramento si scorge un grande monumento commemorativo fatto erigere sopra le
fosse comuni in cui vennero seppellite ben 56.500 persone tra cui ebrei, polacchi, antifascisti e prigionieri di guerra. Tra le atrocità
commesse in questo posto alcune sono state davvero raccapriccianti come il fatto che dal 1943 gli internati furono costretti a produrre armi
per alimentare l’industria bellica dei loro aguzzini, oppure per il fatto che furono sottoposti ad esperimenti medici compiuti senza alcuna
etica che spesso si concludevano con la morte della cavia. Verso la conclusione della guerra molti prigionieri morirono qui in seguito a folli
marce forzate ma Buchenwald l’11 aprile 1945 fu teatro anche di una rarissima rivolta dei prigionieri contro le SS che riuscì nei suoi
propositi. Gli sventurati riuscirono infatti a ottenere la loro libertà poco prima di essere liberati dalle truppe alleate. Purtroppo tale rivincita
degli oppressi fu ben breve, in poco tempo infatti i comunisti subentrati al potere istituirono qui un campo di prigionia in cui oppositori e ex
nazisti trovarono la morte in un numero non inferiore alle 7.000 unità. Oggi passeggiare per questi luoghi del terrore e dell’impietosita
umana è un’esperienza davvero toccante e riflessiva.
Verso il termine della mattinata riprendete l’auto e colmare il breve tragitto che separa Buchenwald da Weimar (10km, 15 minuti), città di
grande fama che deve il suo prestigio al fatto di essere stata la culla dell’Illuminismo tedesco (qui studiarono e lavorarono tra gli altri
Cranch il Vecchio, Bach, Schiller, Goethe, Liszt, Nietzsche, Gropius, Kandinskij e Klee), nonché il luogo in cui venne redatta la costituzione
della repubblica tedesca nel 1919 e una delle culle degli stili architettonici Bauhaus e Jugendstil (Art Nouveau). Il centro storico di Weimar è
molto raccolto e facilmente girabile a piedi e si snoda tra alcune vie pedonali inframmezzate da graziose piazzette in cui sono visibili
numerosi composizioni architettoniche in stile art nouveau e bauhaus. Consigliamo di iniziare il breve tour di Weimar da Theaterplatz su cui
affacciata la Goethe Haus, residenza data in dono dal mecenate Carlo Augusto al suo prediletto che vi soggiornò dal 1775 alla sua morte,
avvenuta nel 1832. Qui Goethe si dedicò anima e corpo allo studio, alla composizione di opere come il Faust e alla ricerca e oggi la casa si
caratterizza per le sue stanze, ognuna di colore diverso, come voluto dal maestro che sosteneva un profondo connubio tra stati d’animo e
composizione cromatica degli ambienti, e per un’ampia scalinata in stile italiano in cui si riflette l’ammirazione del vate tedesco per il
Belpaese. Dopo aver curiosato a sufficienza tra i vicoli del centro e i suoi negozi dirigetevi poi nel grande Park an der Ilm, una grandissima
area verde posta tra l’Altstadt e il corso del locale fiume Ilm che vanta diverse antiche residenze di grandi della cultura tedesca come la
Goethes Gartenhaus o la Liszt Haus che si alternano a verdissimi parti e curate composizioni floreali. Il parco è perfetto sia per rilassarsi
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che per sgranocchiare qualcosa all’aria aperta. Nel tardo pomeriggio, esaurita la curiosità data dal girovagare senza meta in questa colta
località della Turingia, fate infine rientro ad Erfurt per una movimentata nottata nel quartiere universitario (25km, 30 minuti).
Il monumento commemorativo sito a breve distanza dal campo di concentramento di Buchenwald (di seguito l’ingresso), quindi una delle
belle piazzette pedonali in stile art nouveau che contraddistinguono la colta Weimar.
8° giorno: EISENACH, KASSEL
L’ottava giornata di viaggio attraversa una regione poco nota posta nel cuore geografico della Germaniia, giusto sul confine di tre grandi
Land tedeschi: la Turingia, l’Assia e la Bassa Sassonia. Queste terre spesso dimenticate dal turismo sottendono luoghi spesso incantati e
ricchi di storia, che avrete il piacere e l’onore di godere spesso in completa solitudine. Da Erfurt guidate in direzione ovest lungo
l’autostrada 4 fino ad Eisenach (70km, 50 minuti), piccola cittadina immersa tra i possenti boschi della Selva di Turingia, un’area oggi posta
sotto la tutela di un parco nazionale e percorsa dal Rennsteig, noto e lunghissimo sentiero (168km) che si dipana tra vette che raggiungono i
1000m e paesaggi silvestri quasi senza eguali in terra teutonica. Eisenach è legata storicamente a due figure dominanti; qui nacque nel 1685
il famosissimo compositore Johann Sebastian Bach e sempre qui trovò rifugio il monaco Martin Lutero mentre iniziava la sua sfida
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all’autorità papale che avrebbe di lì a poco causato il grande scisma del cattolicesimo noto come Riforma. Oggi Eisenach merita una visita
principalmente per il Wartburg, antica fortezza medievale eretta a partire dal 1067 in prevalente stile tardo romanico ma che vanta anche
numerose ristrutturazioni volute e seguite da Goethe che permise al Wartburg di non ridursi a un cumulo di macerie nel ‘700. Tra le varie
sale spettacolari che lo compongono merita una citazione la Rittersaal, in puro stile romanico, ma un luogo sopra tutti gli altri ha assunto un
valore storico incalcolabile: la Lutherstube, il modesto studio dalle pareti in legno in cui si rifugiò Martin Lutero tra il 1521 e il 1522 per
sfuggire al Papa e in cui tradusse il Nuovo Testamento dal greco al tedesco per favorire la diffusione del Verbo nella popolazione tedesca
poco erudita del Medioevo. Oggi il Wartburg ospita poi anche un discreto museo comprendente alcune opere pittoriche di Cranach il Vecchio
e alcuni manufatti religiosi di valore provenienti da tutta la Germania.
La fortezza del Wartburg domina Eisenach ed è stata un luogo chiave per la Riforma di Martin Lutero, di seguito la sua romanica Rittersaal.
In tarda mattinata, terminata la visita del Wartburg, potrete riprendere l’auto e, con un bucolico trasferimento effettuato tra le colline della
Turingia, fare rotta su Kassel (90km, 80 minuti). Questa località ha dovuto fare i conti con uno dei peggiori progetti di ricostruzione post
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bellica di tutta la Germania, ma nonostante le bombe e gli scempi architettonici susseguenti vanta ancora un sito davvero straordinario posto
nelle sue immediate vicinanze: lo Schloss Wilhelmshohe. Questa creazione settecentesca fu in passato la residenza prediletta dell’imperatore
Guglielmo II e oggi ospita al suo interno la Gemaldegalerie Alte Meister, una delle collezioni pittoriche più prestigiose di tutta la Germania
che annovera capolavori di maestri fiamminghi e olandesi come Cranach il Vecchio, Durer, Rubens e Rembrandt. Il castello è poi posto
all’interno dello splendido Habichtswald (Foresta del Falco), un parco talmente grande che potrebbe tenervi benissimo impegnati per una
giornata intera. Questa area verde è caratterizzata da un’alternanza di raffinati palazzi (meraviglioso lo Schloss Lowenburg in stile
scozzese), fontane, canali (ben 12km), grotte e cascate spettacolari, dominate dall’imponente Herkules, una enorme statua terminata nel 1717
posta in cima ad una piramide sita sulla sommità di una collina locale. La statua rappresenta l’eroe mitologico Ercole piegato sulla sua
clava mentre guarda lo sconfitto Encelado e dalla sua piattaforma si godono meravigliose viste sull’area della Wilhelmshohe nel complesso
con lo sguardo che spazia fin su Kassel e quello che è stato fino a pochi decenni fa il confine tra Germania Est ed Ovest. Calcolate almeno
tre/quattro ore per una visita esauriente e senza fretta e per godervi appieno la bellezza del luogo. A sera consigliamo però di trasferirsi nella
vicina cittadina universitaria di Gottingen (60km, 45 minuti).
Tre immagini chiave dell’area dello Wilhelmshohe, alla periferia di Kassel: le fontane e il parco di Habichtswald sormontati dalla maestosa
statua di Herkules, lo Schloss Wilhelmshohe che oggi ospita la famosa pinacoteca Gemaldegalerie Alte Meister e il fiabesco Schloss
Lowenburg immerso nel verde del parco.
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9° giorno: GOTTINGEN, GOSLAR
Tra le diverse cittadine universitarie tedesche Gottingen assurge tranquillamente ai vertici della classifica, entrando di diritto sul podio di
quelle realtà urbane minute ma totalmente dedite all’istruzione e a fornire alla comunità studentesca tutto ciò che ne necessita intermini di
strutture e servizi per poter far fruttare appieno il suo genio. Questo particolare e ben riuscito connubio tra l’ateneo e la città ospitante ha
permesso nel corso dei secoli (l’università fu fondata nel 1734) di creare una sorta di vera e propria fucina di pensatori, politici, scienziati
ecc, tanto che qualora fosse posse un raduno dei più insigni personaggi legati alla locale università si radunerebbero geni del calibro di Niels
Bohr, Max Planck, David Hilbert, i fratelli Grimm e l’ex cancelliere prussiano Otto Von Bismarck. Per il visitatore odierno Gottingen non
vanta tesori architettonici di prim’ordine ma il suo charme sta proprio nel passeggiare per le vie della sua Altstadt senza meta, adocchiando
ora splendidi esempi di antiche case a graticcio ora gli studenti che si radunano nei vari bar o biergarten sparsi tra il gomitolo di viuzze
pedonali del centro storico. Vale la pena tuttavia di fare il giro dei bastioni settecenteschi che attorniano l’Altstadt e di convergere quindi
sulla centralissima Marktplatz, al cui centro sorge la più famosa che bella Ganseliesel, statua raffigurante una fanciulla con delle oche che i
neolaureati sono soliti baciare dopo la loro proclamazione. Se vi sentite bisognosi di concedervi qualche ora di relax e recupero psico-fisico
Gottingen propone anche i Badeparadies Eiswiese,un enorme complesso termale dotato di tutti i moderni comfort delle spa con piscine che
vanno dai 28° ai 34°.
La centrale Marktplatz di Gottingen con la statua Ganseliesel su cui si incontrano sempre studenti e le piscine delle Badeparadies Eiswiese.
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Meta di un’interessante escursione pomeridiana da Gottingen è altresì Goslar (80km, 75 minuti), un borgo medievale e antico centro
minerario di riferimento della regione dello Harz che è stato recentemente insignito del titolo di patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Anche questa realtà si presta benissimo ad un’esplorazione senza meta passeggiando tra le viuzze che si dipanano dalla centrale Marktplatz,
questa volta caratterizzata dalla facciata tardogotica del locale Rathaus che assume molto charme a sera quando illumina la piazza ocn la
luce intensa che filtra dalle sue finestre. L’Altstadt di Goslar è tutto un susseguirsi di palazzi medievali e angoli pittoreschi, nonché presenta
una miriade di negozi di souvenir e artigianato tipico che si concentrano soprattutto in Hoher Weg. Tra le attrazioni da non mancare
assolutamente durante la vostra permanenza a Goslar segnaliamo però il Kaiserpfalz, palazzo romanico dell’XI secolo ricostruito e
restaurato nell’800 che vanta interni dipinti con scene storiche idealizzate e il Kaiserstuhl, il trono originale su cui sedevano gli imperatori
salii e in seguito gli Hohenstaufen (sorge al limitare meridionale dell’Altstadt) e il Rammelsberger Bergbau Musuem, millenaria miniera
trasformata in un museo che meglio di qualsiasi altra cosa può farvi capire il profondo legame che da sempre lega Goslar all’attività
estrattiva dal sottosuolo. La visita comprende l’ingresso nei pozzi, sulla ferrovia che convogliava all’esterno il materiale estratto e diverse
spiegazioni sui processi lavorativi. Per il pernottamento rimanete in città.
La splendida Marktplatz di Goslar, cuore pulsante della bella realtà medievale della regione dello Harz, quindi il romanico e storico
Kaiserpfalz e gli interni della ex miniera oggi adibita a museo di Rammelsberger Bergbau.
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10° giorno: PARCO NAZIONALE DELLO HARZ
Il massiccio dello Harz si staglia solitario sopra le pianure del nord della Germania, giusto a ridosso dei Land della Sassonia-Anhalt, Bassa
Sassonia e Turingia. Nonostante non possa vantare picchi montuosi nemmeno lentamente paragonabili a quelli alpini lo Harz trova
comunque la sua dignità grazie alla solitudine orografica circostante ed è divenuto il luogo prediletto per le attività sciistiche invernali ed
escursionistiche estive degli abitanti della Germania settentrionale. Consigliamo di abbandonare di prima mattina Goslar alla volta di
Wernigerode (35km, 30 minuti), vivace centro posto al limitare settentrionale dello Harz che possiede una romantica Altstadt punteggiata di
case a graticcio e un possente castello ducale del XII secolo. Vale davvero la pena di concedersi almeno un’oretta per passeggiare tra i
numerosi vezzi architettonici di questo borgo storico, senza mancare di scovare tra le 33 statue lignee che caratterizzano il locale Rathaus i
particolari derisori che l’artigiano introdusse nell’opere per esprimere il suo dissenso con le autorità locali che fungevano da committenza.
Lo Schloss Wernigerode nonostante abbia quasi mille anni colpisce però per la fiabesca facciata aggiunta nell’800 da un conte locale. Negli
interni spicca la Festasaal (Sala dei Banchetti) tra le numerose sale rivestite da pannelli in legno e arredate in maniera originale.
Wernigerode è però soprattutto il punto di partenza della ferrovia a scartamento ridotto percorsa da romantiche locomotive a vapore (o
altrimenti da funzionali vettori a diesel) che risale le vette del massiccio dello Harz, permettendo una giornata diversa ma interessante al
turista che potrà ammirare da un lato paesaggi naturali di indubbio valore e dall’altro questi prodigi della tecnica in grado di risalire anche
pendenze del 40%. I treni raggiungono nel volgere di poco più di un’ora e mezza la vetta del Brocken, il picco che con i suoi 1142m è il cuore
del Parco Nazionale dello Harz. Dalla sua sommità erbosa e quasi perennemente spazzata dal vento, soprattutto nelle giornate terse, si
godono davvero viste straordinarie su buona parte della Germania settentrionale. Il posto è perfetto per qualche breve passeggiata e per
rifocillarvi presso il caffè e ristorante panoramico posto in cima. Esaurite le vostre velleità di trekker nel pomeriggio potrete quindi
ridiscendere col treno fino a Wernigerode e da qui fare rientro a Goslar per la serata (35km, 30 minuti).
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La storica e variopinta Marktplatz di Wernigerode su cui troneggia il Rathaus, quindi lo Schloss Wernigerode che sormonta l’abitato e la
romantica linea ferroviaria a scartamento ridotto che risale fino in vetta al Brocken, ativa anche in inverno.
11° giorno: QUEDLINBURG, MITTELBAU DORA
Quedlinburg (60km, 40 minuti da Goslar) è una di quelle gemme semisconosciute al turismo di massa che hanno potuto così conservare un
nucleo storico splendidamente autentico composto da strade lastricate e più di 1400 case a graticcio medievali che facilmente vi
ammalieranno con il loro charme secolare. La triangolare Marktplatz è il cuore di Quedlinburg e si caratterizza per la statua di Roland del
1426 che sancì l’entrata dell’abitato nella Lega Anseatica e per il Rathaus trecentesco che presenta però una facciata rinascimentale del
1616. Da qui dovrete letteralmente vagare senza meta per i vicoli e le tortuose stradine dell’Altstadt rimanendo più volte attoniti di fronte alla
bellezza di case erette su puntoni perpendicolari, con travi a vista e passaggi ad arco verso piccoli cortili interni punteggiati da piccionaie.
Sarà facile in questo luogo al di fuori del tempo perdere la concezione del tempo, ma non fatevi fuorviare per quanto concerne
l’orientamento: a sud dell’Altstadt di Quedlinburg sorge infatti dominante lo Schlossberg, nucleo difensivo fortificato posto su un’altura di
25m che domina l’abitato.
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Due romantici scorci di Quedlinburg: la Marktplatz in elegante veste serale e un gruppo di case a graticcio affacciate su una via acciottolata,
cartolina simbolo dell’Altstadt locale.
Dopo esservi a sufficienza saziati di questo assaggio di Medioevo nel cuore della Germania potrete quindi spostarvi nel vicino abitato di
Gernrode (10km, 15 minuti) una singolare realtà che presenta qualche stravaganza (come il più grande termometro e tavolo da sket del
mondo) ma soprattutto conserva al suo interno la Stiftskirche Sankt Cyriakus, uno dei veri capolavori del romanico tedesco. La costruzione di
questa chiesa dalle linee pulite e semplici iniziò nel 959 d.C. e propose per la prima volta quell’alternanza tipica di colonne e pilastri che
divenne in seguito lo standard costruttivo per molte basiliche successive tedesche. AL suo interno non mancate di osservare l’ottagonale
Taufstein (pietra battesimale) decorata con motivi sacri nel 1150 e il Das Heilige Grab, copia del sepolcro di Cristo composta nel medesimo
periodo.
Dopo pranzo raggruppatevi quindi alla statale 81 che attraversa da nord a sud quest’area del massiccio dello Harz fino a raggiungere
Mittelbau Dora (50km, 1 ora), un complesso militare fatto scavare dai nazisti ai loro prigionieri nelle colline gessose dello Harz a partire dal
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1943. Qui vennero perfezionati i famigerati missili balistici tedeschi V1 e V2 della seconda guerra mondiale in grado di colpire direttamente
dal suolo tedesco anche località strategiche e importanti come Londra e che nei piani, fortunatamente erronei, di Hitler avrebbero cambiato
l’esito del conflitto bellico. Quando gli americani raggiunsero i cancelli di Mittelbau Dora nel 1945 poterono così mettere le loro mani
sull’allora tecnologia avanzatissima tedesca in ambito missilistico dando così un forte impulso alla loro successiva industria spaziale che si
sarebbe di lì a poco sviluppata. Peraltro il sito cadde solo due mesi dopo nelle mani russe ma ormai gli americani si erano già impadroniti di
uno dei bottini di guerra più succulenti di tutta la Germania. Oggi Mittelbau Dora oltre alla possibilità di entrare in questi vecchi bunker
ancora parzialmente colmi i lasciti dell’industria militare nazista e di percorrere i resti del campo di lavoro forzato adiacente offre anche un
monumento commemorativo che vuole mostrare in maniera truce ma precisa quelli che furono i folli piani militari voluti da Hitler nella
seconda guerra mondiale. Nel tardo pomeriggio, conclusa la visita, potrete infine fare rotta verso l’aeroporto di Lipsia (150km, 80 minuti)
per fare rientro in Italia.
La Stiftskirche Sankt Cyriakus di Gernrode, vero capolavoro del romanico tedesco, e le gallerie sotterranee dell’ex complesso militare
nazista di Mittelbau Dora dove si sviluppano le famigerate tecnologie missilistiche del Terzo Reich.