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1 POLONIA 1

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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 11 – 12 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Maggio – Ottobre

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliato atterrare a Varsavia (validi sia

l’aeroporto Modlin che Chopin) e quindi affittando una

vettura spostarsi nelle zone segnalate.

FUSO ORARIO: Come quello italiano in Polonia,

+1 ora in Lituania e Bielorussia

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità o Passaporto, in Bielorussia è necessario sia

il passaporto che il visto

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana, in Bielorussia è consigliabile avere la

patente di guida internazionale.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno

MONETA: ZLOTY in Polonia, EURO in Lituania,

RUBLO BIELORUSSO in Bielorussia

TASSO DI CAMBIO: 1€ = 4,30 Zloty // 1€ = 2,25 Rubli Bielorussi

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Descrizione del viaggio:

1° - 2 e 3° giorno: VARSAVIA

L’itinerario proposto inizia con la visita alla capitale Polacca, città che come poche altre ha saputo letteralmente risorgere dalle proprie

ceneri (nel 1945 appariva come un enorme cumulo di macerie, tanto che solo il 15% degli edifici era rimasto in piedi) e che invece oggi

appare come un vitale mix di luoghi di intrattenimento serale, bar, ristoranti, musei e vivaci centri culturali. Sebbene al primo impatto e in

periferia Varsavia possa apparire grigia e poco attraente, soprattutto a causa della fisionomia urbana dominata da squallidi palazzoni

sovietici squadrati e dai colori cupi o improbabili, il centro della capitale polacca riserva importanti testimonianze storiche e una vitalità

inaspettata, tanto che se lascerete al luogo un po’ di tempo e un beneficio del dubbio iniziale finirà per conquistarvi grazie alle sue chicche e

allo spirito dei suoi abitanti, energici e dediti allo svago come pochi nell’Europa orientale.

La Città Vecchia è il cuore storico e turistico di Varsavia e il posto da dove vi esortiamo a fare partire il vostro tour cittadino, sebbene

quasi tutto sia una ricostruzione novecentesca. Il fulcro dell’area è la Piazza del Castello, famosa soprattutto per la Colonna di

Sigismondo III Vasa, il re che trasferì la capitale da Cracovia a Varsavia e su cui si affaccia la Chiesa di Sant’Anna, la più ricca in

decorazioni di tutta la città. Il Castello, che fu nel’700 una delle più sfarzose residenze reali d’Europa, è un rifacimento recente dopo

che fu fatto quasi interamente brillare dai nazisti sul finir della guerra. Il gioiello del complesso è il Grande Appartamento Reale,

costituito da diverse magnifiche sale ognuna delle quali ricchissima di oggetti storici e di valore, tra cui non va dimenticato

l’Appartamento del Principe Ereditario, affacciato sulla piazza. Addentrandosi oltre la breve cinta di mura che delimita la piccola

Città Vecchia si giunge poi alla sua piazza centrale, Rynek Starego Miasta, la più incantevole di Varsavia circondata da edifici in stili

rinascimentali e barocchi e con al centro la statua della Sirena, simbolo di Varsavia. Lasciatevi quindi portare dalla curiosità

esplorando l’area percorrendo i suoi vicoli e strade secondarie prima di attraversare la Porta Barbacane a Nord che vi condurrà in

Ulica Freta, la principale arteria della Città Nuova. Simbolo di questo quartiere è il Monumento all’insurrezione di Varsavia.

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Vista d’insieme della Piazza del Castello di Varsavia e Rynek Starego Miasta, baricentro della Città Vecchia.

Nella giornata successiva spingetevi quindi fino all’estremità nord della Città Nuova per ammirare la Cittadella, massiccia fortezza

costruita dallo zar lungo il corso della Vistola e a lungo utilizzata come prigione politica.

Poco più ad ovest trovano ubicazione invece gli storici quartieri di Mirow e Muranow che furono l’area conosciuta durante la

seconda guerra mondiale nota come il Ghetto di Varsavia. Va ricordato che la comunità ebraica di Varsavia nel 1939 contava su ben

380.000 persone (la seconda al mondo dopo quella di New York) e costituiva il 30% della popolazione dell’intera capitale polacca.

Dall’ottobre del 1940 i nazisti crearono però un ghetto dentro alla città isolato da essa da muri alti tre metri che stiparono

all’inverosimile di ebrei, giacché quando iniziarono le deportazioni verso Treblinka già 100.000 persone erano morte per denutrizione

o malattie infettive. La carneficina ebbe quindi un momento particolarmente drammatico nell’aprile 1943 quando i 50.000 superstiti si

ribellarono alle truppe occupanti: ne derivarono attacchi aerei e col gas nel ghetto che fu letteralmente ridotto ad un ammasso di

macerie. Proprio a memoria di quest’ultimo tragico avvenimento oggi si può ammirare il Monumento agli Eroi del Ghetto. Nelle sue

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vicinanze sorgono poi importanti siti della memoria: il Museo della Prigione di Pawiak (quartier generale della Gestapo locale), il

Monumento dell’Umschlagplatz (luogo della deportazione, nel punto in cui vi era il capolinea della linea ferrovia atta alla

deportazione), il Museo dell’Insurrezione di Varsavia ed il Cimitero Ebraico del 1806 che miracolosamente sopravvisse alla guerra e

racchiude oggi 150.000 tombe rendendolo il più grande in Europa del genere.

Il Monumento agli Eroi del Ghetto di Varsavia ed il Cimitero Ebraico del 1806, simboli della perduta comunità giudea della capitale

polacca, letteralmente spazzata via dall’insensata furia nazista.

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L’ultimo giorno di visita a Varsavia lo si può quindi dedicare ai suoi quartieri esterni. Al di fuori dell’area storica principale i punti di

interesse si diradano e vengono conglobati nel tessuto urbano esteso e monotono della città. Un punto importante è Plac Bankowy

dove sorge la Collezione Giovanni Paolo II, ricca pinacoteca con opere di Dalì, Van Gogh, Renoir, Constable e Goya. Poco oltre si

aprono quindi i magnifici Giardini Sassoni costruiti nel ‘700 a similitudine di quelli di Versailles, ricchi peraltro di statue barocche e

nei quali è collocata la Tomba del Milite Ignoto polacco, già dal lontano 1925. Una menzione merita quindi l’immenso Museo

Nazionale. Per trascorrere infine una rilassante sosta nel verde nulla è meglio del Parco Lazienki, enorme area verde ricca di bacini

lacustri e scoiattoli e adornata da edifici reali come il Palazzo sull’Acqua, l’Anfiteatro sull’Isola e la Casa Bianca. Il Parco sorge

circa due chilometri a sud delle aree prima descritte. Ancora 6km più a sud si presenta invece Palazzo Wilanow, ex residenza reale,

circondata da un meraviglioso parco e giardini all’italiana. Tutte queste aree verdi sono perfette per un pomeriggio di relax e all’aria

aperta, mentre a sera il suggerimento è quello di riportarsi velocemente nel centro storico per usufruire della sua profusione di locali

notturni e ristorazioni in cui scatenarvi in una frizzante serata all’insegna del divertimento.

Il Palazzo sull’Acqua presso Parco Lazienki e vista di Palazzo Wilanow e dei suoi giardini all’italiana.

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4° giorno: KAZIMIERZ DOLNY, SANDOMIERZ

Con il quarto giorno dell’itinerario proposto si iniziano le esplorazioni delle regioni poste all’intorno della capitale e in tal senso vi

suggeriamo in prima battuta di dirigersi verso sud, per approfondire la conoscenza con una regione spesso colpevolmente ignorata dal

turismo: la Malopolska, perno della quale è la città di Lublino.

Kazimierz Dolny (140km, poco più di 2 ore da Varsavia) è la prima località di un certo interesse che troverete lungo la strada e sorge in

pittoresca posizione lungo le sponde della Vistola in una campagna coperta da una fitta vegetazione. Baricentro della città è la piazza

principale detta Rynek con il suo iconico pozzo nel mezzo, ma la vera bellezza del centro storico sta nel perdersi tra il suo dedalo di vie e resti

dei 60 granai che identificavano la città seicentesca, posti giusto tra il fiume e la collina detta Montagna delle Tre Croci, su cui peraltro

sorge anche l’alta (200m) torre di guardia locale. Se possibile recatevi in zona nell’ultima settimana di giugno per il Festival dei Gruppi e

Cantanti Folkloristici locali, con tutti gli abitanti che danno sfoggio dei vecchi abiti tradizionali.

Risalendo il corso della Vistola è d’obbligo poi una sosta presso Sandomierz (90km, 90 minuti) per conoscere la sua città vecchia. Una volta

oltrepassata la Porta Opatow in poche centinaia di metri si giunge alla Rynek locale, caratterizzata da una discreta pendenza. Anche qui il

bello sta nell’esplorazione dell’architettura e dei negozi tradizionali, ponendo però un occhio di riguardo alla Cattedrale locale e a Casa

Dlugosz. Particolarità di Sandomierz è il percorribile Percorso Turistico Sotterraneo, costituito da 30 cantine collegate tra loro da 500m di

tunnel sotto la Città Vecchia, spingendosi fino a 12m di profondità.

In serata infine riprendete l’auto e raggiungete già per la nottata la cittadina di Lublino (120km, 90 minuti).

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Vista di Kazimierz Dolny dalla Montagna delle Tre Croci e dettaglio del Rynek di Sandomierz.

5° giorno: LUBLINO

Dopo molti anni di declino e dimenticata dai più nel ‘900 Lublino sta vivendo una seconda giovinezza sia grazie al ricco panorama culturale

locale che per la presenza di una nuova e folta comunità universitaria. Il Castello ha una storia tragica essendo stato adibito a prigione fino

al 1954 e utilizzato dai nazisti come centro smistamento per i campi di sterminio (si calcolino siano passate di qua 100.000 persone

all’epoca). Il suo elemento più pregevole è la Cappella della Santa Trinità interamente coperta da affreschi, pavimenti compresi, datati 1418.

La piccola ma interessante Città Vecchia è compresa tra il castello e la Porta Krakowska, interamente pedonale, sebbene presenti un Rynek

ridotto. Sito da non perdere e molto suggestivo sono i resti del campo di sterminio di Majdanek che sorge a 4km dal centro città, sede oggi

del Museo Statale di Majdanek fondato solo 4 mesi dopo la sua liberazione e primo del genere nel Mondo. Curiosamente in questo caso i

nazisti non fecero nulla per nascondere le loro atrocità e pertanto tutto è rimasto come allora: le torri di guardia di ingresso, le recinzioni in

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filo spinato, le camere a gas con ancora oggetti dei prigionieri lasciati lì come lo erano nel 1945 e le baracche. E’ stato poi qui eretto un

Monumento alla Lotta e al Martirio in cui sono custodite le ceneri di molte vittime. Per capire l’entità della portata della tragedia che si

consumò sulla realtà ebraica locale (che nel 1939 era la terza più numerosa di Polonia) si è calcolato che nel campo di Majdanek tra il 1939

e il 1944 persero la vita quasi tutti i 42.000 ebrei della comunità guidea cittadina. Il campo entrò in azione nel 1941 e poteva contenere fino

a 250.000 persone, con un forno crematorio della capacità di 1.000 persone/die. Tutto veniva poi riutilizzato: denti d’oro venivano

recuperati dai cadaveri e rifusi, i resti usati come fertilizzante, i capelli usati nell’industria tessile. Si stima che alla fine abbiano perso la vita

80.000 persone a Majdanek. Per la serata, anche per staccare con questi temi così tragici, lasciatevi invece andare alla sempre più vibrante e

coinvolgente vita notturna di Lublino, sostenuta da una comunità studentesca man mano più cosmopolita e aperta alla modernità.

L’interno della Cappella della Santa Trinità presso il Castello e panoramica delle baracche di Majdanek con Lublino sullo sfondo.

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6° giorno: ZAMOSC, BREST

Con la sesta giornata ci si spinge quindi nell’estremo sud-est polacco, raggiungendo come prima meta la cosiddetta “Padova del Nord”:

Zamosc. Zamosc (90km, 75 minuti da Lublino) viene così definita poiché deve la sua struttura urbanistica all’architetto italiano Bernando

Morando che la edificò nel ‘500 secondo canoni rinascimentali. Sebbene la pianta delle antiche fortificazioni cinga ancora la Città Vecchia

queste mura versano in uno stato molto precario a causa delle devastazioni subite dall’esercito russo, tant’è che non sono oggigiorno

percorribili. La Rynek Wielki locale è quadrata con lato di 100m, ciascuno di essi abbellito da 8 case (che in genere erano di proprietà di

mercanti armeni) tranne che il lato dove sorge il municipio (fatto insolito per i Rynek polacchi, dove in genere è posto centralmente).

Radicate erano un tempo anche le radici ebree della città, tanto che nel 1941 il 45% di Zamosc (12.000 persone) era rappresentante del

popolo giudeo. Tra le deportazioni verso i campi di sterminio e le esecuzioni quotidiane che avvennero nel forte denominato la Rotonda

(450m fuori le mura), entro il 1942 però quasi tutti i componenti di quella minoranza etnica erano morti. La Rotonda esiste ancora oggi ed è

sede del Museo del Martirio e sono visitabili le terribili celle dell’epoca. Qui le SS stabilirono peraltro il loro quartier generale e si

macchiarono personalmente dell’uccisione di oltre 8.000 ebrei locali, sepolti quindi in fosse comuni nel cortile della Rotonda.

Il Rynek di Zamosc con il suo Municipio e particolare delle mura esterne della Rotonda, circondata da croci bianche.

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Dopo aver consumato un lauto pranzo in quei di Zamosc nel pomeriggio vi attende quindi un discreto trasferimento che lambisce il confine

orientale della Polonia oltrepassando quindi il confine bielorusso proprio alle porte di Brest (180km, 3 ore), la più importante città,

culturalmente parlando, della Bielorussia dopo Minsk. Brest è inoltre la realtà più occidentalizzata della rigida Bielorussia. L’unico vero sito

degno di nota della città è la sua Fortezza. Al suo interno è collocato il Monumento al Valore, davvero enorme, eretto in onore dei difensori

della Fortezza di Brest che durante la seconda guerra mondiale difesero strenuamente il sito per un mese sotto il continuo attacco terrestre e

i bombardamenti nazisti. E’ composto dalla testa di un soldato che esce da una gigantesca roccia con vicino un obelisco da cui si alza una

fiamma eterna e dalle lapidi su cui sono incisi i nomi dei caduti. Questo monumento commemorativo comunista e diversi altri sparsi negli

spazi aperti prospicienti sono così grandi da far quasi scomparire a confronto la gigantesca facciata in pietra della Fortezza. La Fortezza è

spesso pervasa da registrazioni di canti militari, suoni di colpi di cannone e trasmissioni radiofoniche d’epoca che rendono di un certo

pathos la visita. Per la nottata poi vi suggeriamo di fermarvi in loco, anche per toccare con mano la profonda differenza in termini di vitalità

e offerta di svaghi presenti in Bielorussia rispetto alla più occidentalizzata Polonia.

Il Monumento al Valore e l’entrata della Fortezza di Brest, monumenti simbolo della più progredita tra le realtà urbane bielorusse.

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7° - 8° giorno: PARCO NAZIONALE DI BIALOWIEZA

Questo parco nazionale è uno di quei luoghi al Mondo così unici e preziosi da meritare sicuramente un posto d’onore nel vostro viaggio.

Protegge una porzione di una foresta molto più vasta detta Bialowieza Puszcza che si estende a cavallo dei confini polacco e bielorusso. Un

tempo sterminata oggi conta 1200kmq di terreno boschivo primario, mai antropizzato nella storia, unico caso di foresta di pianura rimasto

sempre allo stato selvaggio in Europa. Il Parco oggi è esteso per 105kmq di cui 47 fanno parte dell’area severamente protetta, che si trova in

territorio polacco. Nell’area severamente protetta si accede solo se accompagnati da guide (visite da 3 a 6 ore). Qui gli alberi raggiungono

dimensioni immense: abeti rossi di 50m si alternano a querce del diametro di oltre due metri, spesso avendo più di 500 anni. Questo è

l’habitat di alci, cervi, caprioli, cinghiali, linci, lupi e castori, anche se il re del parco è sicuramente il bisonte europeo, reintrodotto negli

anni ’30. Oggi Bialowieza è l’unico luogo in cui questo enorme mammifero vive allo stato brado.

Dopo aver incentrato la prima giornata sulla visita all’area Severamente Protetta (pernottate a Bialowieza per la notte, 115km, 2 ore da

Brest) il giorno successivo meritano una visita la Riserva dei Bisonti in cui gli animali del parco vivono in enormi recinti all’aperto che

ospitano anche il tarpan, il cugino polacco del cavallo selvatico, e lo zubron, incrocio tra mucca e bisonte. A soli 3 km di distanza dalla

riserva non perdetevi poi il sentiero delle Querce Reali dove una ventina di alberi secolari (il più grande dei quali misura 40m di altezza, 5m

di circonferenza e ha 450 anni) danno splendido sfoggio di sé di fronte agli occhi quasi increduli dei turisti. Nei pressi di queste due strutture

si trova poi Parc Palacowy, progettato per le battute di caccia dello zar russo e meritevole di una breve sosta. Consigliamo infine a sera di

portarvi nella cittadina di Augustow (175km, 2 ore e mezza).

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Due immagini simbolo del Parco Nazionale di Bialowieza con i suoi meravigliosi animali.

9° giorno: DRUSKININKAI

La nona giornata dell’itinerario prevede l’attraversamento della dogana locale fino a raggiungere la più antica e famosa città termale della

Lituania: Druskininkai (100km, 90 minuti). Ai tempi dell’URSS il locale Sanatorio Nemunas, di 10 piani, era il più grande e famoso

complesso termale comunista, mentre oggigiorno si consigliano i centri Spa Centras, Spa Vilnius o Druskininkai Spa per un ritemprante

pomeriggio di relax. In mattinata invece non mancate la visita al poco distante Parco Grutas. Aperto nel 2001 ospita una collezione di

sculture in bronzo comuniste originali che un tempo erano collocate nei parchi e nelle piazze di tutta la Lituania e tutta l’area è stata

costruita per ricreare un gulag siberiano autentico, con tanto di filo spinato di demarcazione, radio russa dell’epoca diffusa da altoparlanti,

stazioni elettorali dell’epoca e una carrozza tipica dei treni di deportazione. L’intento è quello di non far perdere la memoria di quegli antichi

scempi, ma la sensazione è a metà tra il torbido e il surreale. A sera quindi fate rientro per la nottata ad Augustow.

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Interno dei centri termali moderni di Druskininkai e busto bronzeo tipico ammirabile presso il Parco Grutas.

10° giorno: AUGUSTOW, TANA DEL LUPO

Appena fuori in nucleo cittadino di Augustow si dipanano i 102km costituenti una fitta rete di canali navigabili tra i fiumi Biebrza e Niemen,

costruiti tra il 1820 e il 1830. Molto pittoresco e intervallato da chiuse e cateratte (che colmano un dislivello complessivo di 55m) questo

articolato mondo fluviale non è più utilizzato a scopo commerciale ma è stato riscoperto in chiave turistica e la sua sezione più pittoresca

appare quella più orientale. Questa interessante opera idraulica è attorniata dall’immensa Foresta di Augustow che si estende fino e oltre i

confini lituani e bielorussi. Prevalentemente composta da pini e abeti rossi presenta anche specie decidue come olmi, betulle, pioppi, aceri,

tigli. La fauna locale è estremamente ricca, sebbene non facilmente avvistabile, e comprende castori, cinghiali, lupi e cervi.

Con un discreto spostamento attraverso la regione dei laghi della Masuria si raggiunge quindi la cosiddetta Tana del Lupo, presso il

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villaggio di Gierloz (140km, 2 ore da Augustow), complesso di enormi bunker oggi in parte riassorbiti dalla foresta che durante la seconda

guerra mondiale fu uno dei maggiori quartier generali di Hitler (che stette qui quasi in pianta stabile dal giugno 1941 al novembre 1944 e

che qui subì il famoso attentato ordito dai suoi stessi generali il 20 luglio 1944). La sua collocazione in una zona così remota e solitaria fu

accuratamente scelta dai nazisti e al termine della sua costruzione nel 1940 contava di ben 80 bunker con muri spessi fino a 8m, più vari

cerchi concentrici di filo spinato, una zona minata e un sofisticato stratagemma di teloni che venivano cambiati di stagione in stagione per

renderlo invisibile dal cielo, tant’è che gli Alleati lo scoprirono solo nel 1945, non prima però che fu quasi interamente fatto saltare in aria

dai tedeschi in ritirata. Probabilmente oggi il suo valore è più storico che turistico ma appare davvero una meta immancabile se vi trovate in

queste remote aree della Polonia nord-orientale. A sera infine fate nuovamente rientro ad Augustow per la notte.

Tratto esemplificativo del canale di Augustow attorniato dall’omonima foresta e i bunker della Tana del Lupo come appaiono oggi.

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11° giorno: PARCO NAZIONALE DI BIEBRZA, TREBLINKA

Non lontano da Augustow incrocerete subito il bacino del fiume Biebrza, tutelato dall’omonimo parco nazionale, che protegge la più vasta

area palustre dell’Europa Centrale. La flora comprende muschi, canneti, foreste umide, nelle quali vivono lupi, cinghiali, volpi, castori e ben

500 alci, la metà dell’intera popolazione selvatica di tutta la Polonia. Questa zona è anche un paradiso per i birdwatcher con 270 specie di

volatili recensite. La zona più spettacolare del parco è la cosiddetta Palude Rossa (zona del Bacino Centrale, 65km, 1 ora da Augustow) in

cui dimorano circa 400 alci in una foresta di ontani. Se disponete di molto tempo la metodologia di esplorazione migliore è quella del kayak

fluviale, anche plurgiornaliero.

Avvicinandosi verso Varsavia per riprendere l’aereo del ritorno immancabile è poi un’ultima sosta presso il campo di sterminio di Treblinka

(130km, 2 ore). Secondo campo del genere in ordine di grandezza dopo Auschwitz-Birkenau, qui tra il luglio del 1942 e l’agosto del 1943

morirono circa 800.000 persone, una media di 2.000 esseri umani al giorno, il più delle volte nelle camere a gas e poi bruciati in pire

all’aperto. Caso molto singolare il campo fu abbandonato nel 1943 in seguito alla veemente rivolta dei prigionieri. Oggigiorno del campo

non rimane pressoché più nulla se non un monolite di granito circondato da 17.000 pietre verticali che rappresentano le città e i villaggi di

provenienza delle vittime (molte arrivavano dal ghetto di Varsavia) e pannelli che spiegano le aree dove sorgevano le varie strutture e il loro

utilizzo. Concedetevi pure tutto il tempo che necessitate per una profonda riflessione su questa parentesi profondamente tragica della storia e

su una delle manifestazioni più agghiaccianti dell’animo umano mai perpetrate nel corso della storia e solo a sera dirigetevi verso gli

aeroporti di Varsavia (115km, 105 minuti) per fare rientro quindi verso l’Italia. Se aveste però più tempo a disposizione vi consigliamo di

pernottare ancora una notte nella capitale polacca e di ripartire verso casa solo l’indomani sia per gustarsi l’ultima giornata di viaggio con

maggiore calma che per poter divertirsi ancora per una notte tra l’estrosa vita notturna di Varsavia.

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Immagine tipica del Parco di Bierbza con alci al pascolo e il monolite commemorativo del campo di Treblinka.