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Informazioni generali:
DURATA DEL VIAGGIO: 11 – 12 giorni.
PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Aprile – Novembre.
COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Vi consigliamo di usufruire sia per l’andata che per
il ritorno dello scalo aeroportuale di Parigi Beauvais,
alternativamente potrete adoperare gli aeroporti di Parigi
Charles de Gaulle, Parigi Orly o Deauville.
FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.
DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.
PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.
RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.
MONETA: EURO.
TASSO DI CAMBIO: ///
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Descrizione del viaggio:
1° giorno: CHANTILLY
La prima giornata di questo itinerario che si snoda tra la Normandia e la Piccardia costituisce un ottimo ingresso ai tesori che potrete
ammirare in queste regioni della Francia settentrionale, sebbene risulti un poco movimentato dal punto di vista logistico. Una volta atterrati
presso l’aeroporto internazionale di Beauvais e noleggiato l’auto con cui vivrete la vostra vacanza in terra d’oltralpe avrete infatti ancora da
compiere uno spostamento prima di raggiungere la prima località degna di visita della zona: la raffinata e ricercata cittadina di Chantilly
(55km, 45 minuti). Se il nome vi dovesse suonare immediatamente famigliare con ogni probabilità questo sarà dovuto alla sua omonima
crema, una delle basi dolciarie più sfiziose e golose del mondo costituita da panna non pastorizzata montata con zucchero a velo e zucchero
vanigliato. Per gli appassionati di ippica invece Chantilly diverrà subito sinomino del suo concorso equestre e del suo ippodromo, tra i più
famosi d’Europa, mentre per gli amanti dell’arte antica probabilmente la prima immagine che balenerà in mente saranno i grandiosi giardini
e il palazzo del suo incredibile Chateau. Quale che sia il motivo principe per cui vi approccerete alla cittadina però non potrete fare a meno
di notare il suo charme squisitamente francese: ricercato e un poco snob, essendo una delle mete predilette dei più abbienti parigini.
Punto focale di una visita a Chantilly rimane comunque il suo castello, articolato in due edifici principali (Petit e Grand Chateau) collegati
tra loro da un vestibolo. Nel cinquecentesco Petit Chateau avrete modo di ammirare gli Apartments des Princes che culminano nel Cabinet
des Livres, una straordinaria biblioteca privata che annovera oltre 700 manoscritti antichi e 30.000 volumi stampati di enorme valore
letterario (tra cui una delle prime Bibbie di Gutenberg). Decisamente più accattivante è pero il Grand Chateau, che oggi appare di fattezze
rinascimentali dopo una ricostruzione quasi completa operata nell’800 per sanare le devastazioni che lo colpirono durante la Rivoluzione
Francese. Al suo interno si colloca una pinacoteca di livello internazionale, il Musée Condé, con opere di Raffaello e Filippo Lippi. Se già gli
interni del castello di Chantilly sono notevoli assolutamente impressionanti sono però i suoi giardini, articolati in varie sezioni: dal ricercato
Jardin Français con aiuole fiorite, canali e laghetti, ai più selvaggi Jardin Anglais e Jardin Anglo Chinois nell’ultimo dei quali si trova una
riproduzione dell’hameau (villaggio rurale) settecentesco nel quale per la prima volta venne perfezionata la preparazione della crema
chantilly. Di grande richiamo sono poi le Grandes Ecuries (grandi scuderie) terminate nel 1740 con box per i destrieri davvero ricercatissimi
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e che oggi ospitano il Musée Vivant du Cheval che mantiene in vita questa tradizione equestre locale inscenando anche spettacoli di cavalieri
quotidianamente. Per gli amanti delle passeggiate immerse nella natura infine a sud dello Chateau di Chantilly si apre su oltre 6300 ettari di
territorio l’apparentemente infinita Foret de Chantilly, antica tenuta di caccia privata e oggi sogno ad occhi aperti degli escursionisti e di chi
ama concedersi qualche rilassante ora all’aria aperta, magari facendo rigeneranti pic-nic. Visto che raggiungerete tra una cosa e l’altra
Chantilly non prima della tarda mattinata vi suggeriamo di concedere alla cittadina tutta la vostra prima giornata e solo verso l’imbrunire di
ripartire con la macchina alla volta di Compiègne (45km, 40 minuti), luogo che fungerà da prima vostra base del viaggio.
Un romantico scorcio dello Chateau di Chantilly, monumento simbolo della località. Quindi un dettaglio sul Cabinet des Livres, storica
biblioteca del Petit Chateau e una portata di dolce a base di crème Chantilly, leccornia qui inventata nel ‘700.
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2° giorno: COMPIEGNE, LAON
Soprannominata la Cité Imperiale per il fatto che raggiunse il suo apogeo durante gli anni del regno di Napoleone III (1852-1870)
Compiègne è una di quelle località che hanno letteralmente visto passare la storia: qui infatti vennero firmati sia l’armistizio che pose fine
alla prima guerra mondiale che la resa incondizionata francese appannaggio dei nazisti nel 1940, senza dimenticare poi come sempre qui nel
1430 fu catturata Giovanna d’Arco prima di essere poi consegnata agli inglesi.
Il piccolo nucleo storico di Compiègne è dominato oggi come un tempo dal suo immenso Chateau, un colosso tra i palazzi aristocratici
dell’antichità: basti pensare che si articola su 1337 sale e ben otto cortili interni, senza pensare alla vastissima tenuta di caccia adiacente in
cui Napoleone III amava raggruppare gli aristocratici della sua epoca. La visita agli interni del castello tocca sia gli sfarzosi Grands
Apartments che la sontuosa sala da ballo ornata da 15 enormi lampadari antichi, oltre a condurvi in ambienti oggi riadattati che espongono
collezioni museali inerenti la vita di Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia oltre che una sezione dedicata alle vetture prodotte prima
dell’avvento del motore a scoppio. Forse l’esperienza più accattivante del castello sono però i percorsi che si inoltrano nella limitrofa Foret
di Compiègne, l’antica tenuta di caccia imperiale, che oggi sono agilmente fruibili in bicicletta oppure mediate romantiche escursioni a
cavallo. Proprio durante i vostro peregrinare nella Foret de Compiègne avrete quindi modo di pervenire alla Clairière de l’Armistice ossia il
luogo in cui un tempo giaceva il celeberrimo vagone ferroviario dove furono stipulati sia la resa tedesca che mise fine al primo conflitto
mondiale nel 1918 che l’annessione francese alla Germania nazista nel 1940 per volere simbolico del Fuhrer. Purtroppo oggi lo storico
vagone non è più qui (fu portato come trofeo di guerra a Berlino prima e poi fu volutamente fatto distruggere nel 1945 dai gerarchi nazisti
per evitare che fosse adoperato per firmare l’armistizio teutonico alla fine della seconda guerra mondiale), ma si trova una sua fedele copia
ammobiliata con gli originali interni del 1918. Inoltre il sito è stato riadattato a monumento commemorativo con fotografie stereoscopiche
che danno ai visitatori l’impressione di trovarsi ancora invischiati nei truci avvenimenti bellici di un tempo. Una volta ritornati con le vostre
biciclette a noleggio allo Chateau e al centro di Compiègne vi consigliamo infine di non mancare nel primo pomeriggio una visita al
Mémorial de l’Internement et de la Déportation, un nuovo museo aperto nel 2008 nei locali che furono nel periodo nazista un campo di
transito dei prigionieri francesi destinati ai campi di concentramento dell’Europa centro-orientale. Particolarmente truci e prive di pietà
sono le storie raccontate in questo luogo, basti pensare che delle 53.000 anime che vi transitarono ben 48.000 furono effettivamente
convogliate verso la stazione ferroviaria locale e deportate nei lager.
Se ve la sentiste di intraprendere infine una veloce gita pomeridiana al termine di queste esperienze una località probabilmente poco nota al
di fuori dei confini transalpini ma che merita sicuramente più risonanza è la cittadina di Laon (75km, 1 ora), abbarbicata con la sua porzione
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storica, la Ville Haute, su una collina dominante rispetto alle lande pianeggianti circostanti. Il centro storico di Laon è un vero scrigno di
monumenti storici (c’è la più alta concentrazione di siti tutelati dallo stato di Francia) difeso da possenti bastioni che si allungano per circa
7km circoscrivendo il nucleo storico della Ville Haute. Oltre che per un romantico aperitivo in questa costola del medioevo giunta intatta ai
giorni nostri la vostra visita a Laon è giustificata principalmente dalla presenza della locale Cathédrale de Notre Dame, una delle prime
realizzazioni gotiche mai costruite (data 1150-1230) che fu poi fonte di ispirazione di alcuni gioielli della storia dell’arte come le sue
omonime di Chartres, Reims e Digione. I suoi enormi interni (è luna ben 110m) sono sempre inondati dalla luce che filtra generosa dalle
possenti vetrate mentre l’aspetto architettonico più iconico sono i tre livelli interni di colonne e arcate su cui si articola. Terminata
l’esplorazione della cattedrale e del piccolo nucleo storico di Laon per la cena e la serata vi consigliamo però di guidare a ritroso verso
Compiègne (75km, 1 ora) nel cui centro si affollano ristorazioni di livello e alcuni locali altrimenti non reperibili nella piccola località della
Piccardia. Per la nottata ovviamente rimanete a Compiègne.
I ricchi interni dello Chateau de Compiègne, nella fattispecie una delle camere private dei Grands Apartments. Di seguito la riproduzione
dello storico vagone in cui si firmarono la fine della prima guerra mondiale e dell’annessione transalpina alla Germania nazista del 1940 ed
infine la Ville Haute de Laon dominata dalla proto gotica Cathédrale de Notre Dame.
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3° giorno: AMIENS
Con la terza giornata dell’itinerario proposto si raggiunge il cuore della regione francese della Piccardia, un terra intrisa di arte e tragici
avvenimenti storici legati alle violente battaglie della Somme avvenute durante i furiosi scontri bellici della prima guerra mondiale. Dopo
una lauta colazione consumata in quei di Compiègne potrete mettervi in viaggio in direzione nord e nel volgere di circa un’oretta (65km)
raggiungere la minuta località di Villers Bretonneux, una sorta di angolo di Australia trasportato nel cuore della Francia. Proprio nei pressi
di questo villaggio infatti l’esercito australiano dovette contare buona parte delle perdite (circa 46.000 soldati nel complesso su un esercito
che annoverava 313.000 effettivi) durante le sue campagne belliche della prima guerra mondiale e questo fatto ha contribuito indelebilmente
a imprimere il nome di Villers Bretonneux nel cuore e nella mente dei cittadini d’oltreoceano. Per meglio comprendere questo profondo
legame emotivo vi suggeriamo di dedicare alcune ore del vostro tempo alla visita del Musée Franco-Australien, ospitato in una ex scuola
elementare, che custodisce tutta una serie di oggetti, fotografie e lettere dei soldati del tempo molto personali e che vi permetteranno di
cogliere gli aspetti più toccanti e la drammatica quotidianità a cui erano esposti quegli uomini ad inizi ‘900 e a visitare l’Australian National
War Museum dominato da un’alta torre di 32m sul cui basamento sono stati incisi i nomi di 10.982 soldati morti dispersi nelle campagne
circostanti.
Se la prima parte della giornata è dedicata a temi pesanti e profondi fattasi l’ora di pranzo vi consigliamo di trasferirvi da Villers Bretonneux
ad Amiens, il capoluogo della Piccardia (25km, 25 minuti) che dopo le ricostruzioni post belliche appare oggi come un magnifico centro
urbano a misura d’uomo con vaste aree del centro pedonalizzate, diverse aree verdi e una nutrita (circa 25.000) comunità universitaria che
frequenta l’ateneo locale. Dato che con ogni probabilità giungerete qui poco oltre mezzogiorno come prima meta di un’esplorazione ad
Amiens vi suggeriamo di portarvi subito nello storico quartiere di Saint Leu, incuneato tra canali e il corso del fiume Somme che costituisce
con l’antistante Place du Don il cuore dell’offerta culinaria e dei locali notturni di Amiens. Una volta dopo esservi rifocillati potrete quindi
dedicare tutto il pomeriggio alla scoperta del centro storico del capoluogo della Piccardia, spesso piacevolmente sgombro di orde di turisti,
che tuttavia vanta alcune attrazioni davvero interessanti. Per prima cosa, datasi la vostra posizione nel quartiere di Saint Leu, vi suggeriamo
di prendere paret alle brevi ma pittoresche escursioni su gondole e barche a remi che si snodano lungo i rieux (canali) di Amiens da cui
potrete godere di una vista privilegiata sui numerosissimi orti che caratterizzano un gran numero di abitazioni del cuore storico di Amiens e
che sin dal medioevo rendono quasi autosufficiente la località per quanto concerne l’approvvigionamento ortofrutticolo. Dopo circa
un’oretta di navigazione potrete quindi chiedere ai conducenti di farvi attraccare nei pressi di Place du Don e da qui nel volgere di un paio di
isolati verso sud convergere verso la strabiliante Cathédrale de Notre Dame d’Amiens, la più grande per dimensioni (è lunga ben 145m) tra
le cattedrali gotiche di Francia e che vanta una fondazione plurisecolare risalente al 1220, allorquando si decise di erigere un fastoso
monumento religioso per custodire il cranio di San Giovanni Battista, una delle reliquie più preziose di tutta la cristianità. Già esternamente
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il complesso è imponente, con arcate slanciate per oltre 40m verso il cielo, ma è indubbiamente all’interno che la cattedrale dà il meglio di sé
con le sue proporzioni perfettamente rispettate nonostante il mastodontico impianto, la presenza di un’enorme statua dedicata all’Ange
Pleureur (l’angelo piangente) posta nel deambulatorio e il pavimento della navata principale ornato da un enorme labirinto ottagonale a
tarsie marmoree bianche e nere con motivi decorativi sparsi nel contorto disegno. Particolarmente affascinante è poi l’illuminazione notturna
a giochi di luce con cui la Cathédrale viene illuminata annualmente da settembre a gennaio. Altro e ultimo sito imperdibile per chiunque
visiti Amiens è poi la Maison Jules Verne, sita al limitare meridionale del centro storico, ossia la turrita residenza del notissimo romanziere
d’avventura e fantascienza dell’800 che redigette alcune delle opere letterarie divenute più celebri dei rispettivi generi a livello
internazionale nel secolo scorso. Questa casa-museo vi permetterà di entrare un poco nella mente e nella personalità positivista di
quest’anima che visse il periodo aureo del progresso tecnologico ottocentesco con credenze positiviste atte a pensare che il mondo si sarebbe
man mano andato sempre e solo a migliorare grazie al progresso. Per fortuna sua Jules Verne non dovette assistere agli scempi delle due
guerre mondiali e per grazia vostra invece sarete inondati da diversi ricordi legati alal vostra infanzia durante la quale sicuramente avrete
letto qualche opera dell’autore. Per la nottata ovviamente vi consigliamo infine di rimanere in città e di utilizzare nuovamente il quartiere di
Saint Leu come fulcro delle vostre uscite notturne.
Una vista aerea dell’Australian National War Memorial di Villers Bretonneux durante una commemorazione ai caduti della prima guerra
mondiale nelle battaglie che infuriarono in zona, quindi due degli scorci più iconici di Amiens: i rieux (canali) che si dipanano nel quartiere
di Saint Leu, fulcro della vita cittadina, e la facciata della cattedrale gotica più grande di Francia: Notre Dame.
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4° giorno: ROUEN
Più forte delle epidemie che in passato la flagellarono senza pietà, più arcigna delle devastazioni che subì incessantemente a causa delle
scorribande inglesi durante la Guerra dei Cent’Anni prima e dei bombardamenti che la colpirono durante la seconda guerra mondiale poi
Rouen appare oggi come uno dei tesori medievali più magnificenti di tutta Francia, con un centro storico abilmente restaurato dominato per
mole e fama dalla famosissima Cathédrale de Notre Dame e con un’atmosfera tuttora pervasa dalla verve creativa dei numerosi artisti che la
abitano. Punto focale di una visita a Rouen è per l’appunto l’esplorazione della sua cattedrale, un autentico gioiello gotico che è stato
immortalato in un nutrito ciclo di tele (secondo diverse condizioni di luce e colori) dal genio dell’impressionismo d’oltralpe Claude Monet.
La sua facciata appare come una pagina di un libro d’arte in pietra che racchiude in sé l’evoluzione artistica che si svolse in Francia tra il
‘200 e il ‘500 con i portali laterali in foggia romanica che delimitano il cinquecentesco accesso principale alla Cathédrale ornato invece da
oltre 350 sculture di profeti, sibille, santi e patriarchi. Maestosa è poi la Tour du Beurre che si innalza verso il cielo, che deve questo suo
singolare epiteto al fatto che la tradizione voglia sia stata eretta grazie alle offerte dei credenti che volevano ottenere il privilegio di poter
consumare il burro in periodo di quaresima. Imponenza e leggerezza convivono invece nell’interno ricco di vetrate istoriate alle pareti e
disposto su tre navate che accolgono una serie di cappelle zeppe di tesori, primo tra tutti la Tomba dei Cardinali di Amboise (1516-1525)i
stile rinascimentale nella cappella absidale. Dopo essere rimasti folgorati dalla visita alla Cathédrale di Notre Dame e aver scattato un
sufficiente numero di fotografie per immortalarla per sempre nei vostri ricordi potrete quindi completare la mattinata passeggiando tra i
viottoli storici della Vieille Ville di Rouen, raggiungendo nel mentre il Palais de Justice, oggi recuperato e ricostruito secondo le originarie
linee cinquecentesche dopo che la guerra degli anni ’40 lo aveva smembrato rendendolo una sorta di triste guscio. Al suo interno nel cortile
si colloca il Monument Juif, il più antico monumento ebraico di Francia e l’unica testimonianza della comunità ebraica medievale di Rouen.
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La straordinaria facciata in pietra e i solenni interni della Cathédrale de Notre Dame, simbolo di Rouen e di uno dei cicli pittorici più
celebrati di Claude Monet.
Fattasi quindi l’ora di pranzo vi consigliamo di superare il Gros Horloge, un imponente meccanismo di precisione medievale che detta il
tempo a Rouen da secoli, in direzione ovest e di pervenire in Place du Vieux Marché, luogo in cui nel 1431 Giovanna d’Arco fu giustiziata per
eresia e che oggi ospita la singolare struttura modernista dell’Eglise omonima ricca di vetrate istoriate che ricorda questo beniamino della
storia antica francese. Oltre che per la chiesa in sé la zona (e ele limitrofe Rue de Fontanelle e Rue Ecuyère) è anche uno degli scrigni della
tradizione culinaria della Normandia: qui infatti si concentrano una serie di ristorazioni di livello in cui potrete assaporare i tre ingredienti
fondamentali della cucina locale (panna, mele e pesce) come la crème normande (cozze con salsa a base di panna e sidro), le tripes à la mode
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de Caen (trippa cucinata a fuoco lento con sidro e verdure), la sole dieppoise (sogliola), le coquilles Saint Jacques (capesante saltate in
padella), le huitres (ostriche) e il cremoso formaggio Camembert, il tutto accompagnato dal tipico vino Calvados. Luogo ideale per smaltire i
postumi del generoso pranzo è quindi il locale Musée des Beaux Arts, ospitato all’interno di un sontuoso palazzo ottocentesco del centro
stoico che possiede una pinacoteca con numerosi lavori di Monet, oltre che opere di Caravaggio, Rubens, Modigliani, Renoir e Pissarro. Vi
consigliamo quindi di investire tutto il pomeriggio perdendovi tra i negozi del centro di Rouen e le placide sponde dell’imponente Senna
ormai prossima a sfociare nella Manica. Tra acquisti e momenti di relax notevoli a est del centro sono infine l’Abbatiale Saint Ouen,
trecentesca abbazia gotica fiammeggiante e l’Eglise Saint Maclou della medesima foggia che presenta nelle sue vicinanze un macabro cortile
(Aitre Saint Maclou) circondato da case in legno e muratura del ’500 ornate da lugubri incisioni lignee di teschi, ossa e clessidre che ci
ricordano come il luogo fu adoperato fino al 1781 come cimitero per le vittime delle epidemie di peste che colpirono nel corso dei secoli
Rouen. Per la sera infine un’altra area ricca di taverne e locali è quella che ruota attorno a Rue Martainville, posta poco oltre questi ultimi
monumenti descritti. Per la nottata, ovviamente, rimanete in città.
Un pittoresco scorcio di Place du Vieux Marché di Rouen, animata da una serie di tavolini all’aperto in cui gustare le prelibatezze della
cucina della Normandia, quindi lo storico Gros Horloge che scandisce il tempo di Rouen dal medioevo e la fastosa Abbatiale Saint Ouen
altro edificio ecclesiastico in gotico fiammeggiante che contraddistingue il capoluogo della Normandia.
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5° giorno: LES ANDELYS, GIVERNY
Mete di una bellissima escursione giornaliera da Rouen spingendosi lungo il sinuoso corso della Senna che discende verso la Manica solenne
e imperiosa dopo aver attraversato Parigi le località di Les Andelys e Giverny presentano un’atmosfera piacevolmente bucolica e al di fuori
del tempo che saprà conquistare anche i visitatori più impazienti e ingrazierà chi è alla ricerca di un po’ di sano relax. Posta circa 40km a
sud di Rouen (50 minuti) laddove la Senna compie un’ansa a gomito lungo il suo incedere Les Andelys è un piccolo villaggio della
Normandia che ruota attorno alle rovine dello Chateau Gaillard, un avamposto militare eretto dagli inglesi per volere di Riccardo Cuor di
Leone tra il 1196 e il 1197 per assicurare la difesa dei possedimenti britannici in terra francese dell’epoca. Il castello adempì con alterne
fortune alla sua missione militare finché però, nel 1603, Enrico IV non ne ordinò la sua rovinosa distruzione. Oggi le sue rovine costruiscono
uno dei bellavista sul lemme ma pittoresco corso della bassa Senna tra i più fotogenici di tutta Francia.
Dopo esservi intrattenuti a Les Andelys il giusto per scattare qualche romantica foto e gustarsi l’atmosfera vi consigliamo poi di riprendere
l’auto e di portarsi nel minuscolo borgo agreste di Giverny (25km, 30 minuti), apparentemente un villaggetto come molti altri di questo tratto
fluviale ma che in realtà fu uno dei palcoscenici principali dell’impressionismo francese visto che fu dimora del celeberrimo pittore Claude
Monet dal 1883 al 1926, anno della sua morte. Sebbene il maestro evolse la sua filosofia pittorica nel corso degli anni giovanili e durante la
sua permanenza ad Algeri sicuramente però contribuirono alla sua ispirazione i bucolici scenari di Giverny che lo spinsero ulteriormente a
fidelizzarsi alla pittura en plein air preferendola alle composizioni da dipingere negli atelier. Sulle tele di Monet traspaiono le impressioni
che la luce e i colori dei paesaggi suscitavano in lui e molte delle sue opere tarde mostrano soggetti riconducibili a Giverny, primo tra tutti il
ciclo di rappresentazioni delle Ninfee e anche dei Covoni di Fieno. Oggi l’abitato è ancora un enclave di artisti a cui affluiscono però orde di
curiosi e turisti che vogliono cogliere in prima persona quelle emozioni che ispiararono Monet. Nella piccola Giverny vi sono due musei dove
potrete approfondire queste tematiche: il Musée des Impressionismes Giverny, circondato da splendidi giardini fioriti, e la Maison et Jardins
de Claude Monet, l’antica dimora del maestro oggi riadatta a casa-museo. Potrete qui passeggiare per gli stessi ambienti in cui visse monet i
suoi ultimi 43 anni di vita e sguinzagliarvi anche nei limitrofi Jardin d’Eau dove si colloca il famosissimo laghetto e il ponte giapponese
ornato da glicini. Vale davvero la pena di indugiare per diverse ore in questa romantica località nella quale pare che ogni stagione irradi
colori diversi tra le vie antiche del borgo, questo grazie al susseguirsi delle varie fioriture (tulipani, glicini, iris, papaveri, gigli, rose, dalie e
girasoli) che ammantano Giverny. Verso l’imbrunire però siate pragmatici e fate rotta a ritroso verso Rouen (75km, 1 ora), al fine di godervi
una serata più vivace e divertente tra i locali del capoluogo della Normandia.
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Un bucolico scorcio di Les Andelys, uno dei più pittoreschi borghi rurali posti lungo il tratto terminale della Senna, quindi rappresentazione
e realtà del famoso ponte giapponese dei giardini della Maison Claude Monet, presso il villaggio culla dell’impressionismo di Giverny.
6° giorno: JUMIEGES, LE HAVRE
Con la sesta giornata di viaggio l’itinerario proposto si trasferisce come base da Rouen a Le Havre toccando per la prima volta la linea di
costa marina aggettante sul Canale della Manica. Sebbene lo spostamento non sia lungo vi consigliamo di partire da Rouen di buona mattina
e di dirigervi prontamente in direzione dell’Abbaye de Jumièges (30km, 40 minuti) serpeggiando tra argini e aree golenali della Senna tra
continui saliscendi e profonde anse del grande fiume. I resti dell’abbazia con le sue murature in pietra candida che si stagliano su uno sfondo
di alberi costituiscono uno dei siti turistici più carichi di pathos della Normandia, specialmente se si fa mente locale che la fondazione del
complesso risalga addirittura al 1020 e che fu consacrata in presenza di Guglielmo il Conquistatore in persona nel 1067. Tra momenti di
grande sfarzo e declini ciclici delle sue fortune questo complesso monastico spiccatamente romanico nelle forme sopravvisse fiero e prospero
fino alla Rivoluzione Francese quando nel 1789 i facinorosi rivoluzionari la depredarono con ferocia causandone l’abbandono prima e lo
sfaldamento poi. L’epicentro odierno del complesso di Jumièges sono i resti dell’Eglise de Notre Dame, oggi costituiti da una navata a cielo
aperto dall’architettura maestosa con enormi pilastri sormontati da capitelli a motivi vegetali. Anche i meno contemplativi e i più agnostici
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non potranno fare a meno passeggiando nel sito di coglierne gli aspetti spirituali intrinseci di quella che fu una delle culle della cristianità e
del sapere medievali in terra d’oltralpe.
Quando infine si sarà fatta l’ora di pranzo vi consigliamo di portarvi da Jumièges direttamente presso l’avanguardistica cittadina di Le
Havre (70km, 1 ora). Questo importantissimo porto collocato giusto sull’estremità dell’estuario della Senna nel Canale della Manica fu
teatro nel 1944 di bombardamenti così intesi da parte degli alleati che praticamente tutta la città vecchia venne rasa al suolo senza pietà
causando peraltro la morte di circa 3.000 cittadini inermi, ma caso singolare nel dopoguerra francese si decise di ricostruire tutta la città
secondo nuove fisionomie, dando però carta bianca ad un unico architetto: il belga Auguste Perret che creò la vera e propria capitale del
modernismo fatta realtà nel cuore di Francia. Ricca di ampie piazze ed edifici insoliti Le Havre è una città che non conosce le mezze misure,
così come sono estreme le sensazioni che suscita nei suoi visitatori: che la amiate o la odiate però vi rimarrà ben impressa nella mente.
L’area in cui si concentrano praticamente tutte le principali attrazioni di Le Havre è quella di Saint François, immediatamente a ovest delle
vaste banchine portuali e degli scali traghetti per passeggi, dove troverete l’eccentrico spazio espositivo Le Volcan, un centro culturale
firmato dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, l’Eglise Saint Joseph, costruita negli anni ’50 da Perret con l’ausilio di 13.000 pannelli in
vetro colorato che svetta con i suoi 107m di altezza su tutto lo skyline cittadino e il Musée d’Art Moderne André Malraux, una pinacoteca che
serba al suo interno la migliore collezione sull’impressionismo di Francia sita al di fuori di Parigi. Qui potrete infatti aggirarvi tra tele di
Degas, Monet, Renoir, Pissarro e Boudin ammirandone lo stile compositivo e realizzativo unico. Il quartiere di Saint François è anche il
cuore della vita notturna e dell’offerta culinaria di Le Havre, pertanto siate accorti a trovare una location in zona e scatenatevi di notte tra i
suoi frizzanti locali notturni.
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Le romantiche rovine sospese nel tempo dell’Abbaye de Jumièges, uno dei siti più carichi d’atmosfera di tutta la Normandia. Quindi uno
scorcio notturno di Le Havre in cui spiccano il centro culturale Le Volcan e la torre dell’Eglise Saint Joseph, di cui si fornisce un dettaglio
degli interni illuminati dalla caleidoscopica luce che filtra dalle sua 13.000 vetrate colorate.
7° giorno: COTE D’ALBATRE
Meta di una splendida escursione giornaliera da Le Havre la Cote d’Albatre (costa d’alabastro) è indubbiamente la sezione costiera più
spettacolare di tutta la Normandia, una zona dove imponenti scogliere candide si innalzano prepotenti verticalmente verso il cielo ricordando
nella memoria collettiva le più famose scogliere di Dover poste giusto oltremanica. Punteggiata da piccoli villaggi rurali e diverse
magnifiche spiagge la Cote d’Albatre riassume le sue qualità più spettacolari nel tratto compreso tra i borghi di Etrerat e Fécamp, agilmente
raggiungibili da Le Havre. Fécamp (40km, 45 minuti) vanta una fondazione che si perde nella notte dei tempi e fino al VI secolo d.C. fu un
anonimo villaggio di pescatori della Normandia finché non si sparse la voce che qui sarebbero cadute da un albero di fico alcune gocce del
sangue di Cristo, fatto che richiamò nel medioevo un incredibile afflusso di pellegrini in adorazione. Sulla spinta di questo fervore religioso
Riccardo Cuor di Leone nel 1175 volle che qui venisse costruita l’Abbatiale de la Sainte Trinité che diventò il fulcro della religiosità
normanna fino a quanto non vide la luce Le Mont Saint Michel. L’abbazia è passata però alla storia più che altro per la creazione del
Bénédictine, un liquore dalla composizione misteriosa che è oggi uno dei digestivi più apprezzati d’oltralpe. Proprio in tema immancabile
durante la permanenza a Fécamp è una veloce visita al Palais de la Bénedictine, una fabbrica di liquori che dal 1900 produce questo elisir e
che è visitabile mediante un tour guidato che vi porterà tra gli strumenti necessari alla sua distillazione e vi permetterà qualche prelibato
assaggio. Meta imperdibile per chiunque si accosti alla Cote d’Albatre è poi una deviazione presso il Cap Fagnet, una sezione delle scogliere
affacciate sulla Manica incredibilmente scenografica che domina il piccolo porto peschereccio locale dall’alto dei suoi 110m di altezza.
Se la visita di Fécamp vi riempirà senza problemi la mattinata appena dopo pranzo vi suggeriamo di percorrere la panoramica D211 e poi
D11, una strada favolosa che lambisce il limite della rupe delle scogliere della Cote d’Albatre fino a pervenire a Etretat (20km, 35 minuti) un
luogo incredibilmente fotogenico che vanta una tradizione turistica inaugurata già nell’800 come meta balnare esclusiva per i benestanti
parigini. I motivi di tanto successo sono immediatamente visibili non appena vi approccerete alla località che presenta una magnifica
spiaggia in ciottoli delimitata a destra e sinistra da due delle sezioni più imponenti della Cote d’Albatre: la Falaise d’Etretat a ovest
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punteggiata da archi calcarei che si risolvono in mare e da guglie che si inerpicano verso il cielo dalle profondità della Manica (come
l’Aiguille alta 70m) e la Falaise d’Amont a est facilmente identificabile per un monumento commemorativo che ricorda uno sfortunato
tentativo di un primo sorvola mento della Manica da parte di due pionieri effettuato nel 1927. Vale davvero la pena di indugiare per ore ad
Etretat sia per rilassarsi sulle sue spiagge che per venire letteralmente rapiti dalla bellezza del posto, talmente grandiosa che fu fonte di
ispirazione per numerosi artisti del passato del calibro di Camille Corot, Gustave Courbet, Eugene Boudin e Claude Monet. In serata infine
fate rientro, magari dopo esservi gustati un romantico tramonto sulla Manica, in quei di Le Havre (30km, 40 minuti) per una sfrenata notte di
baldoria.
Un fantastico scorcio della Cote d’Albatre, con nel dettaglio la Falaise d’Etretat e la sua Aiguille che compongono un idilliaco quadro con le
trasparenti acque del Canale della Manica. Quindi il borgo marinaresco di Fécamp, polo religioso medievale e sede di una delle distillerie
più apprezzate di Francia: quella del Bènedictine.
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8° giorno: HONFLEUR, DEAUVILLE – TROUVILLE
Dopo diversi giorni passati freneticamente a girovagare per siti storici, monumenti artistici e zone di richiamo naturali l’ottava tappa di
questo viaggio in Normandia si propone come un piacevole inframmezzo all’itinerario. Non appena raggiungerete la località balneare di
Honfleur (25km, 35 minuti) verrete immediatamente immersi in un contesto prettamente vacanziero e ricreativo: stiamo infatti parlando oltre
ogni ragionevole dubbio della più bella ed esclusiva località marina della zona, un vero e proprio richiamo irresistibile per i locali che
vogliono godersi una sana giornata al mare e per i parigini più abbienti che si riversano qui non appena il clima si fa clemente e il tempo a
disposizione glielo concede. Epicentro di Honfleur è il Vieux Bassin, il porto storico, oggi caratterizzato da un’anomala concentrazione di
yacht e panfili che ondeggiano di fronte a variopinti edifici difesi da settecentesche lastre in ardesia che tradiscono la tradizione marinaresca
del borgo. Poco a nord rispetto al Vieux Bassin si collocano i monumenti simbolo di Honfleur: la lignea Eglise Sainte Catherine costruita
inizialmente come chiesa provvisoria dagli autoctoni e poi divenuta definitiva grazie alla bellezza delle sue navate simmetriche interne e il
tetto a doppia volta a cui i locali non seppero più rinunciare e il Musée Eugen Boudin, dedicato a uno dei maestri più in vista
dell’impressionismo francese che qui nacque nel 1824.
Dopo una prima parte di mattinata incentrata sulla visita di Honfleur verso l’ora di pranzo vi suggeriamo caldamente di spostarvi per una
quindicina di chilometri (25 minuti) verso ovest seguendo la linea di costa fino a pervenire alla cittadine gemelle di Deauville e Trouville che
costituiscono il vero cuore dell’offerta balneare di Normandia. Se a Trouville l’atmosfera dei romantici anni belle époque in cui la località
era meta prediletta dagli artisti transalpini alla ricerca di soggetti da dipingere si è grossomodo mantenuta Deauville appare invece come un
centro di richiamo modaiolo, estroverso e un poco frivolo che però sa sempre attrarre frotte di parigini alla ricerca di alcune giornate di
svago. Le opzioni migliori per il pranzo sono rintracciabili lungo Boulevard Fernand Moureaux a Trouville dove le ristorazioni offrono menù
di pesce e crostacei freschissimi ogni giorno e nei cui pressi è ubicato il Marché aux Poissons, il mercato del pesce locale svolto secondo
dettami tradizionali senza l’ausilio di intermediari o la necessità di un pre congelamento del pescato che giunge qui non appena dopo essere
stato prelevato dalle profondità oceaniche. Si tratta di una straordinaria opportunità anche per accaparrarsi qualche intingolo per un pic-nic
da consumarsi sulle spiagge locali. Tra queste la più esclusiva e rinomata è indubbiamente la Plage des Planches di Deauville con
stabilimenti balneari costosi e snob e sul cui retro si allunga una delle passeggiate a mare preferite dal jet set parigino. Vi suggeriamo di
godervi alcune ore al sole estivo che inonda questa località affacciata sul canale della Manica prima magari di insunarvi tra le sue strade
centrali (Rue Eugène Colas su tutte) per un poco di shopping di qualità. Se vorrete potrete intrattenervi a Deauville – Trouville anche per una
cena con vista mare ma ciò che ci sentiamo di consigliarvi per la nottata è di pervenire già a Caen (45km, 50 minuti), cittadina chefungerà da
ultima vostra base per quanto concerne questo viaggio in Normandia.
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Il pittoresco Vieux Bassin di Honfleur, sicuramente il sito più squisitamente marinaresco di Normandia incorniciato da splendide architetture
antiche dagli sgargianti colori. Quindi una delle numerose bancarelle di pesce freschissimo presso il Marché aux Poissons di Trouville e le
distese sabbiose di Deauville, località balneare di riferimento dell’area.
9° giorno: CAEN
Capoluogo del départment della Basse Normandie Caen vanta una fondazione molto antica, risalente all’XI secolo direttamente per volre di
Guglielmo il Conquistatore, e una storia travagliata, specialmente quella più recente. Posta direttamente nel primo entroterra rispetto alle
spiagge che furono teatro della sbarco in Normandia della seconda guerra mondiale Caen subì pesantissime devastazioni durante l’infuriare
di questi combattimenti sul territorio tanto che ben l’80% della città stessa alla fine del conflitto giaceva su un cumulo di macerie.
Fortunatamente rispetto a molti altri casi analoghi in terra francese la ricostruzione venne compiuta in uno stile omogeneo, il funzionalismo,
tra gli anni ’50 e ’60 e appare perciò oggi un gradevole abitato a misura d’uomo dalla spiccata personalità. Sembrerà incredibile ma
proprio i monumenti storici principali di Caen sono sopravvissuti abbastanza bene alla guerra tanto che dopo qualche ristrutturazione
presentano ancora linee originali ben definite. Fulcro di una visita a Caen è l’entrata nel suo Chateau, voluto da Guglielmo il Conquistatore
nel 1060 e ancora difeso da un ampio fossato e imponenti bastioni. Oggi i suoi palazzi interni sono sede di musei minori ma vale la pena
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indugiare almeno un paio d’ore dentro il suo perimetro fortificato per scattare qualche fotografia scenografica e per sentirvi magicamente
trasbordati in un’epoca passata e remota. Del centro storico medievale di Caen come precedentemente accennato rimane davvero poco al di
fuori dello Chateau e forse l’unica via con un poco di atmosfera è Rue du Vaugneux che costituisce anche l’apice dell’offerta culinaria locale.
Nel pomeriggio potrete quindi spostarvi verso il limitare del centro di Caen per raggiungere l’Abbaye aux Hommes e l’Abbaye aux Dames
costruite nel XI secolo come espiazione del peccato di aver contratto un matrimonio tra consanguinei tra Guglielmo il Conquistatore e sua
cugina Matilde di Fiandra. Nell’Abbaye aux Hommes di foggia romanica riposò per secoli la salma di Guglielmo in Conquistatore in persona
nell’Eglise Saint Etienne finché nel 1793 durante una rivolta calvinista la tumulazione non venne distrutta e i resti depredati (rimane solo un
femore), mentre nell’Abbaye aux Dames riposano tuttora le spoglie di Matilde di Fiandra nella chiesa della Trinité. Da non mancare infine è
il moderno Mémorial – Un Musée pour la Paix, un museo che fornisce una delle più accurate e vivide ricostruzioni degli avvenimenti del D-
Day e di tutti gli avvenimenti foschi che seminarono i germi che infine condussero l’umanità sull’orlo del precipizio con la seconda guerra
mondiale. Per la serata e per l’esplorazione dei vicini siti storici e artistici della Normandia occidentale vi consigliamo infine di trovare una
location in città e fare sempre riferimento a Caen come centro logistico per la zona: magari non sarà una città estremamente vibrante ma
l’atmosfera e la mentalità normanna sono decisamente più apprezzabili qui che sulle dozzinali città balneari poste vicino all’estuario della
Senna.
Una panoramica sui bastioni dell’XI secolo che tuttora racchiudono lo Chateau de Caen sopravvissuto abbastanza indenne alle devastazioni
della seconda guerra mondiale, quindi il profilo romanico dell’Abbaye aux Hommes e il Mémorial – Un Musée pour la Paix che
approfondisce gli avvenimenti storici del secondo conflitto mondiale e promulga temi legati alla non violenza.
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10° giorno: SPIAGGE DEL D-DAY
Quando nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 le oltre 6000 navi alleate (inglesi, canadesi, statunitensi e in minor parte di altre nazionalità)
salparono dalle coste britanniche alla volta delle spiagge della Normandia per mettere in atto il famoso sbarco sul continente europeo
(operazione Overlord) per disintegrare l’egemonia nazista sull’Europa e porre fine alla seconda guerra mondiale non era che appena
iniziata la più grande operazione militare della storia dell’umanità che avrebbe permesso a migliaia di coraggiosissimi soldati di ribaltare le
sorti del conflitto che imperversava da anni. Dei 135.000 effettivi che presero parte all’operazione l’80% di essi toccò terra sulle spiagge
poste giusto a nord di Bayeux, vicino Caen, su litorali che sono passati alla storia con i nomi di Utah Beach, Omaha Beach, Gold Beach,
Juno Beach e Sword Beach e da qui seguitarono a combattere per 76 giorni nella battaglia di Normandia che costò in termini di vite, nei soli
alleati, 37.000 decessi più circa 210.000 feriti e 14.000 morti civili coinvolti loro malgrado nei combattimenti. Si è scritto, detto e filmato
pellicole cinematografiche a profusione su questo avvenimento che segnò indelebilmente la storia del ‘900 ma non si è mai del tutto pronti
alle emozioni che si provano quando si sarà per la prima volta di persona lungo le spiagge in cui i primi valorosi soldati iniziarono a
combattere (e soccombere) in nome della libertà europea e mondiale. Col senno di poi si può dire che gli incredibili sforzi di intelligence per
far credere ai nazisti che in realtà l’offensiva principale si sarebbe concentrata nei pressi di Calais e i diversivi attuati dalle teste di ponte
delle compagnie aviotrasportate dell’82° e 101° dell’esercito americano riuscirono davvero a confondere i tedeschi che non si mossero
convintamente contro quello che in realtà era il massimo sforzo bellico proposto dalle forze alleate. Le forze opposte dai tedeschi nelle
diverse spiagge furono molto differenti: Sword Beach fu conquistata rapidamente dagli inglesi e si attuò una veloce incursione verso Caen
che però si impantanò a pochi chilometri dalla città a causa della lentezza dell’appoggio dei mezzi blindati che rimasero incastrati nelle
strette stradine costiere normanne, a Juno Beach i canadesi sbarcarono rapidamente ma rimasero invischiati nei campi minati predisposti dai
nazisti, a Gold Beach una improvvisa alta marea rallentò l’avanzata delle truppe che però al termine del giorno si trovavano già a 3km da
Bayeux, mentre a Omaha e Utah Beach le truppe statunitensi dovettero fronteggiate la resistenza nazista di tre battaglioni ben equipaggiati
ed addestrati che con artiglieria, campi minati e ostacoli sottomarini tenettero sotto tiro e uccisero un numero elevatissimo di soldati alleati.
A Omaha e Utah Beach venti impetuosi fecero affondare e andare fuori target molti mezzi da sbarco tanto che solo 2 dei 29 carri armati
predisposti a coprire le truppe avanzanti riuscirono a supportare effettivamente i soldati, specialmente a Omaha Beach dove perirono ben
2.500 uomini sulle sabbie (di cui 1.000 solo nella prima ora). Nonostante vi fosse stata la tentazione, almeno qui, di annullare l’operazione,
alla fine della giornata tutte le cinque spiagge furono conquistate dagli alleati e il vento della guerra era ormai già girato.
La visita odierna alle spiagge del D-Day può avere inizio dalla località di Arromanches (35km, 45 minuti da Caen), affacciata su Gold
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Beach, dove nei giorni immediatamente successivi allo sbarco sorse al largo della costa su blocchi di cemento fatti inabissare e trasportati
dall’Inghilterra un porto prefabbricato atto a favorire l’afflusso dei rifornimenti e dei mezzi di invasione alleati. (Ne venne predisposto uno
anche al largo di Omaha Beach ma fu divelto da un violento fortunale solo due settimane dopo lo sbarco). Da questo cosiddetto Port Winston
(in onore di Churchill) transitarono ben 2.500.000 di persone, milioni di tonnellate di attrezzature e 500.000 veicoli. Ciò che rimane di questa
importantissima testa di ponte sul suolo francese è ancora oggi visitabile (con bassa marea) e costituisce un’esperienza davvero toccante.
Sempre ad Arromanches si trova poi il Musée du Dèbarquement che analizza e approfondisce con modelli, documentari e reperti le manovre
che contraddistinsero il D-Day. Dopo aver concluso la visita di Arromanches vi suggeriamo quindi di raggiungere Longues sur Mer (10km,
15 minuti) dove si collocano i resti meglio conservati delle opere ingegneristico e militari che costituirono il famigerato Vallo Atlantico
nazista. Casematte e cannoni capaci di colpire bersagli ad oltre 20km di distanza sono tuttora al loro posto nei loro alloggiamenti in cemento
e danno l’opportunità quasi unica di farsi un’idea di come fu la visuale e l’esperienza che vissero i tedeschi nel giugno del 1944 quando si
videro venire incontro un’autentica marea di uomini, mezzi, navi e aeroplani militari in assetto da guerra.
Il tratto di costa antistante Arromanches (Gold Beach) dove sono ancora visibili con la bassa marea i resti dle porto fluttuante di Port
Winston che fu fondamentale per la prosecuzione della battaglia di Normandia, quindi l’ingresso del locale Musée du Dèbarquement ed
infine alcune postazioni di artiglieria pesante del Vallo Atlantico nazista in prossimità di Longues sur Mer.
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Nel primo pomeriggio poi portatevi da Longues sur Mer ad Omaha Beach (20km, 25 minuti) oggi una candida distesa sabbiosa ma che nel
1944 fu teatro degli scontri più aspri e sanguinosi del D-Day. Qui è stato allestito un percorso segnalato (il Circuit de la Plage d’Omaha)
che vi permetterà di toccare i punti salienti dell’Operazione Overlord e capire come mai i reduci chiamino ancora ai giorni nostri questo
litorale Bloody Omaha. Immancabile è poi una visita al Normandy American Cemetry & Memorial posto giusto dietro le sabbie di Omaha
Beach che costituisce il più vasto camposanto americano su territorio europeo. Qui riposano le salme di 9387 commilitoni americani oltre a
targhe che ricordano 1557 soldati dispersi, ognuno dei quali è identificabile con una toccante croce bianca con la stella di David disposte su
file apparentemente infinite che si estendono su perfetti prati erbosi. Inoltre è presente un grande monumento circondato da portici al centro
del quale si erge una statua che ricorda lo spirito della gioventù americana. Anche i meno sensibili non potranno non rimanere toccati da
questo sito della memoria, che ricorda i protagonisti a cui ancora noi oggi dobbiamo libertà e prosperità. Verso l’imbrunire sarete quindi
costretti a lasciare il cimitero militare americano e da qui fare rientro a Caen per la serata (55km, 50 minuti), un po’ con la tristezza nel
cuore per tanti eccidi e un po’ più consapevoli di quanto fortunati siamo ad avere tutto quello che noi abbiamo oggi e di cosa dobbiamo a
questi eroi del passato.
Un immagine di repertorio che mostra come apparve Omaha Beach il giorno del D-Day, invasa da una moltitudine di mezzi corrazzati,
navali e uomini che combatterono per la libertà dell’Europa. Quindi il toccante Normandy American Cemetry & Memorial, cimitero militare
che commemora i caduti statunitensi dell’Operazione Overlord.
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11° giorno: BAYEUX
Località di riferimento del Calvados rurale Bayeux è nota in tutto il mondo per il suo straordinario e gigantesco arazzo, divenuto uno dei
simboli dell’epoca medievale, ma pochi sanno che questi territori sono anche tra i più fecondi sotto un profilo gastronomico di tutta la
Francia grazie ai prelibati formaggi prodotti a partire dal latte delle mandrie di mucche che pascolano nelle infinite distese erbose locali, al
sidro di mele coltivate in ogniddove in zona e al brandy Calvados dal sapore intenso e raffinato. L’abitato di Bayeux, seppur piccolo per gli
standard francesi, è poi uno dei pochissimi esempi urbani usciti pressoché indenni in Normandia dalle devastazioni della seconda guerra
mondiale, questo grazie al fatto di essere così attiguo alle spiagge del D-Day da essere stato liberato dagli alleati quasi per inerzia senza
dover contrastare la ritirata nazista (il 7 giugno 1944 fu il primo abitato di un certo spessore ad uscire dal giogo tedesco in Francia). Il
risultato è un centro storico ancora composto da abitazioni in stile normanno con facciate in legno e muratura che ruota attorno alla
pedonale Place des Déportées. Se la vostra visita iniziasse da questa piazza principale immediatamente verrete colpiti allo sguardo dalle
spettacolari guglie gotiche della limitrofa Cathédrale de Notre Dame, duecentesca, a cui nel corso dei secoli vennero aggiunte solo la torre
centrale (quattrocentesca) e la copertura del tetto in rame, nell’800. Posto dirimpetto all’entrata principale della cattedrale merita l’ingresso
anche il Conservatoire de la Dentelle, un laboratorio artigiano che riunisce ancora oggi le più abili tra le merlettaie della contea che fanno
sopravvivere anche in epoca moderna la tradizione del merletto normanno. Qualsiasi aspetto di Bayeux vi abbia colpito finora non reggerà
però mai il confronto con la vista all’impressionante Arazzo di Bayeux, un immane tessuto ricamato dell’XI secolo che lungo i suoi 68m di
lunghezza palesa 58 scene che riassumono le fasi salienti dell’invasione normanna in Inghilterra avvenuta nel 1066. Le rappresentazioni
della battaglia finale di Hastings sono davvero incredibili con una dovizia di particolari che lascia seriamente attoniti (è persino stato
figurato il passaggio della cometa di Halley del 1066), mentre sui bordi e contorni dell’opera vi è un lungo cartiglio con allegorie sacre e
scene della vita quotidiana in Normandia del medioevo. Giunta quindi l’ora del pranzo vi consigliamo di convergere verso la centrale Rue
Saint Martin dove si affollano diverse taverne e ristorazioni a buon mercato e di qualità, in cui potrete ad esempio provare il cochon de
Bayeux, particolare preparazione a base di carne di maiale autoctona.
Nel pomeriggio poi, poche centinaia di metri a sud del centro storico cittadino, merita una visita il Cimitero di Guerra di Bayeux che risulta
essere il più vasto e affollato di tutti i cimiteri commemorativi del Commonwealth in terra normanna. Qui riposano infatti le salme di 4848
soldati provenienti sia dal Regno Unito che dai suoi antichi protettorati, mentre un altro cimitero adiacente posto dal lato opposto della
strada accoglie i monumenti funebri a una gran quantità di soldati che persero la vita per la liberazione francese senza che i loro corpi siano
poi mai stati ritrovati. Finita anche quest’ultima visita non vi rimarrà che decidere se sostenere già in giornata il lungo trasferimento fino
agli aeroporti di Beauvais (240km, 3 ore) o Parigi Orly (275km, 3 ore) per far poi rientro in Italia oppure concedervi un’ultima nottata a
Caen (30km, 30 minuti) prima di muovere a ritroso verso la vostra casa solo l’indomani.
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Una panoramica sulla splendida Cathédrale de Notre Dame de Bayeux, gioiello dell’architettura ecclesiastica duecentesca francese. In
seguito una porzione dello straordinario Arazzo di Bayeux che raffigura l’invasione normanna in Inghilterra del 1066 per mano di Guglielmo
il Conquistatore ed infine uno scorcio del centro storico locale miracolosamente scampato alla distruzione della seconda guerra mondiale.