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CAV - Centro Attività Vivaistiche II CAV (Centro Attività Vivaistiche Soc. Coop Agricola) nasce nel 1982 dall’associazione di vivaisti il cui scopo principale è l’attuazione della certificazione genetico-sanitaria delle produzioni vivaistiche. Con una superficie globale di oltre 3.000 mq in serre “screen - house” e più di 600 varietà in conservazione, il CAV oggi è il maggiore centro di conservazione e premoltiplicazione operante sul mercato vivaistico italiano. Le piante (materiale di base) accedono alla fase di conservazione e premoltiplicazione all’interno delle screen - house solo dopo essere risultate esenti dai patogeni indicati nei disciplinari di certificazione (D.M. del 20-11-2006). La produzione, da parte del vivaista, di piante certificate prevede quindi l’utilizzo obbligatorio di materiale di moltiplicazione proveniente da questo processo. Per i propri associati e per clienti nazionali ed internazionali, la cooperativa produce piante di categoria pre-base e base nel settore delle piante da frutto, fragola, olivo, vite, agrumi, piante orticole, piccoli frutti e piante ornamentali. Le piante certificate oltre a garantire standard internazionali fitosanitari e genetici rappresentano un prodotto stabile e sicuro, collocabile anche su quei mercati esteri che impongono l’esclusiva importazione di materiale certificato. Il CAV dispone inoltre di un moderno laboratorio, accreditato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in grado di effettuare analisi fitopatologiche per la ricerca di virus, batteri, funghi, fitoplasmi, viroidi, acari e insetti e per l’effettuazione di analisi di rispondenza varietale. Il laboratorio applica tecniche biologiche (indexaggio, in serra e in campo), sierologiche (ELISA, IFAS), molecolari (PCR, Real Time PCR, sequenziamento), microbiologiche (isolamento e identificazione), di microscopia (ottica / fluorescenza) ed effettua anche identificazione varietale tramite analisi di DNA fingerprinting. Nel 2009 ha ottenuto, da ACCREDIA, l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per le prove sierologiche riferite ai virus indicati nel D.M. 20.11.2006. La base sociale CAV è attualmente rappresentata da 24 aziende vivaistiche associate,

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CAV - Centro Attività Vivaistiche

II CAV (Centro Attività Vivaistiche Soc. Coop Agricola) nasce nel 1982 dall’associazione di vivaisti il cui scopo principale è l’attuazione della certificazione genetico-sanitaria delle produzioni vivaistiche. Con una superficie globale di oltre 3.000 mq in serre “screen - house” e più di 600 varietà in conservazione, il CAV oggi è il maggiore centro di conservazione e premoltiplicazione operante sul mercato vivaistico italiano. Le piante (materiale di base) accedono alla fase di conservazione e premoltiplicazione all’interno delle screen - house solo dopo essere risultate esenti dai patogeni indicati nei disciplinari di certificazione (D.M. del 20-11-2006). La produzione, da parte del vivaista, di piante certificate prevede quindi l’utilizzo obbligatorio di materiale di moltiplicazione proveniente da questo processo. Per i propri associati e per clienti nazionali ed internazionali, la cooperativa produce piante di categoria pre-base e base nel settore delle piante da frutto, fragola, olivo, vite, agrumi, piante orticole, piccoli frutti e piante ornamentali. Le piante certificate oltre a garantire standard internazionali fitosanitari e genetici rappresentano un prodotto stabile e sicuro, collocabile anche su quei mercati esteri che impongono l’esclusiva importazione di materiale certificato. Il CAV dispone inoltre di un moderno laboratorio, accreditato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in grado di effettuare analisi fitopatologiche per la ricerca di virus, batteri, funghi, fitoplasmi, viroidi, acari e insetti e per l’effettuazione di analisi di rispondenza varietale. Il laboratorio applica tecniche biologiche (indexaggio, in serra e in campo), sierologiche (ELISA, IFAS), molecolari (PCR, Real Time PCR, sequenziamento), microbiologiche (isolamento e identificazione), di microscopia (ottica / fluorescenza) ed effettua anche identificazione varietale tramite analisi di DNA fingerprinting. Nel 2009 ha ottenuto, da ACCREDIA, l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per le prove sierologiche riferite ai virus indicati nel D.M. 20.11.2006. La base sociale CAV è attualmente rappresentata da 24 aziende vivaistiche associate,

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che possiedono i requisiti previsti dallo Statuto della Cooperativa e che partecipano attivamente ai programmi di certificazione regionali e nazionali gestendo centri di moltiplicazione e/o vivai di materiale certificato. I soci detengono quote nazionali di mercato del 90% per la produzione della fragola, del 50% per le altre specie frutticole, del 40% per le orticole e del 40% per la vite. In particolare i soci dell’Emilia-Romagna rappresentano la pressoché totalità della produzione vivaistica regionale.

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Terre Naldi soc. cons. a.r.l.

La Società Terre Naldi ha la sua sede presso il sito di Tebano. Tra le sue finalità c’è quella dell’attivazione di un Polo scientifico e di servizi vitivinicoli e agricoli in genere, con l’obiettivo di sviluppare l’innovazione tecnologica in agricoltura ed offrire servizi ad alto contenuto innovativo nei settori della produzione, della trasformazione e della commercializzazione vitivinicola e agricola in genere. Forti degli obiettivi perseguiti da Terre Naldi, l’Università di Bologna ha scelto nel 1999 Tebano come sede idonea l’insediamento del suo corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, che è stata attivata grazie ad un’apposita convenzione stipulata tra Università di Bologna e Comune di Faenza. Attualmente a Tebano si svolge il terzo anno del Corso suddetto. In questo ultimo anno di Corso, presso il Polo di Tebano, gli studenti hanno la possibilità, di svolgere attività presso i vigneti, i laboratori e la cantina. Dispongono di una Sala degustazione, una mensa, una biblioteca, un’aula attrezzata, un servizio trasporto dalla Stazione di Castelbolognese, riviste specialistiche del settore, seminari formativi di aggiornamento, docenti qualificati, ma soprattutto la competenza e la professionalità di tutti i tecnici che operano presso il sito di Tebano in tutti gli Enti che ivi svolgono le proprie attività (Astra, Cav, Crpv, Consorzio Vini di Romagna, Valoritalia, Assoenologi sezione Romagna, Tribunato di Romagna). Non ultima, la realizzazione di un vino rappresentativo del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia. Il progetto nato nel 2009 è stato realizzato grazie al supporto di tutto i corpo docente (che ha considerato questa operazione una misura non convenzionale della capacità degli studenti e, quindi del successo didattico del Corso), ma anche del Comune di Faenza. Il successo del prodotto è stato assicurato dal 2010 con il vino Goliardo che ha facilitato un risveglio di interesse del mondo enogastronomico e culturale faentino legata all’esperienza didattica ed universitaria svolta in quel di Tebano. Il vino è interamente realizzato dagli studenti, con uve raccolte dal vigneto dimostrativo e vinificate presso al cantina. Gli studenti ne curano sia la fase vegetativa in vigneto, che la vinificazione in cantina, l’imbottigliamento, nonché l’etichetta ed il nome (sempre di fantasia). Il vino degli studenti è la dimostrazione della buona riuscita degli sforzi congiunti, oltre che della capacità professionale dei neolaureati che, presentandosi con un prodotto di elevata qualità, fanno ben sperare per il futuro del settore enologico emiliano romagnolo. Oltre a ciò, la Società gestisce i terreni e gli immobili di proprietà del Comune di Faenza presenti presso il sito di Tebano.

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Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia

Il Corso di Laurea triennale in Viticoltura ed Enologia offerto dall’Alma Mater Università di Bologna con sede a Cesena, prevede lo svolgimento del terzo anno di corso presso il Polo di Tebano. La motivazione della delocalizzazione di parte del percorso didattico risiede nelle opportunità specifiche che il Polo offre agli studenti; in effetti sulla sede, oltre all’aula nella quale vengono impartite le lezioni teoriche, gli studenti possono usufruire dei vigneti per le esercitazioni in campo e della cantina per il trasferimento delle nozioni acquisite a lezione alla pratica produttiva. L’organizzazione didattica è supportata dalla Convenzione Quadro di durata decennale che l’Amministrazione comunale di Faenza ha stipulato con l’Ateneo bolognese, accordo nel quale è previsto, tra gli altri, il contributo economico per la realizzazione di tesi di laurea e delle esercitazioni pratiche, la disponibilità della biblioteca di studio, il servizio trasporto studenti da e per la stazione ferroviaria, l’utilizzo di un locale mensa. Il corso di laurea organizza seminari su argomenti specifici inerenti la vitivinicoltura rivolti, non solo agli studenti, ma anche a tutti gli operatori del settore, al fine di realizzare uno stretto connubio tra formazione e mondo della produzione. Oltre all’attività didattica e formativa, i vigneti e la cantina vengono utilizzati come supporto alle attività di ricerca universitaria. I progetti attualmente in corso riguardano le seguenti tematiche: - Sviluppo e gestione di sistemi vitivinicoli altamente sostenibili (biologico e biodinamico); - Produzione, valutazione e valorizzazione dei prodotti della filiera vitivinicola; - Gestione meccanizzata della chioma, potatura e vendemmia meccanizzata; - Gestione post raccolta con prodotti chimici e fisici delle uve vendemmiate a macchina; - Caratterizzazione delle forme di allevamento adatte alla meccanizzazione; - Effetti di diversi livelli di fertilizzazione azotata sulla fertilità delle gemme; - Confronto di diversi sistemi di pressatura; - Controllo della stabilità ossidativa dei vini; - Produzione di vini in assenza di anidride solforosa; - Innovazione di processo e di prodotto.

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Consorzio Vini di Romagna

Il Consorzio Vini di Romagna riunisce oltre 100 associati tra aziende agricole vitivinicole, cantine cooperative e imbottigliatori, ed opera con autorizzazione ministeriale “erga omnes” per la tutela e la valorizzazione delle produzioni vinicole di qualità della Romagna. È parte attiva nella definizione dei disciplinari di produzione, offre supporto legislativo e per l’export dei vini, attua vigilanza in fase commerciale per la protezione della qualità e del nome dei vini certificati a Denominazione di Origine Protetta e a Indicazione Geografica Protetta: una produzione che insieme vale 60mln di bottiglie. Con i suoi 50 anni di storia, il Consorzio Vini di Romagna rappresenta più che mai un punto di riferimento e di sintesi per produttori e vini di qualità della Romagna. La sua mission è soprattutto promuovere le denominazioni dei vini per accrescere la reputazione e la notorietà della Romagna come terra con una storia e una tradizione vitivinicola d’eccellenza: una narrazione sapiente potrà così sostenere il lavoro delle cantine fino al successo sui mercati mondiali. Dal Vinitaly al Prowein fino ai wine-tasting in USA, già ora un terzo degli associati sceglie annualmente di esporre nei vari contesti mondiali i propri vini attraverso le collettive del Consorzio. Dal 2013 il Consorzio ha promosso una Campagna Stampa nazionale destinata ad evolvere nei prossimi anni e ad allargarsi ai principali paesi di esportazione, con l’obiettivo di aiutare la riconoscibilità di tante etichette e tipologie DOP attorno al brand territoriale Romagna.

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Astra Innovazione e Sviluppo

ASTRA Innovazione e Sviluppo è un’azienda che opera nel settore della ricerca, della sperimentazione e dei servizi al sistema agroalimentare, offrendo servizi a Enti pubblici e a privati. La sua base sociale è costituita dal CRPV (97,5%) e da Terre Naldi (2,5%) ed ha le attività dislocate in varie sedi: a Faenza la sede Centrale e Amministrativa, Unità Mario Neri a Imola, Unità Martorano 5 a Cesena, Unità Sperimentale a Modena. In questi territori dispone di oltre 70 ettari di terreno, diverse serre, laboratori, cantina produttiva e cantina sperimentale. ASTRA è inserita nello Schedario dell’Anagrafe Nazionale delle Ricerche, nell’Albo dei laboratori altamente qualificati, e nell’elenco delle Aziende Sperimentali e dei Laboratori Assimilati istituito dalla Regione Emilia Romagna. Nel settore della ricerca fornisce supporto ai progetti di miglioramento genetico, di messa a punto di tecniche di coltivazione, utilizzo di biomasse, controllo della qualità dei prodotti ortofrutticoli, zonazione per il miglioramento delle produzioni viticole e frutticole. La sperimentazione interessa i settori frutticolo, orticolo (in coltura protetta e in pieno campo), viticolo, sementiero e delle colture estensive e industriali. Le principali tematiche riguardano la verifica sulle innovazioni di prodotto e di processo, lo studio di innovazioni per le coltivazioni biologiche, studi finalizzati alla verifica di prodotti fitoiatrici e diserbanti. Astra fornisce servizi attraverso una serie di strutture interne. La Cantina sperimentale è dotata di impianti e macchine enologiche in scala ridotta per attività di micro e minivinificazione per il monitoraggio dell’intero processo produttivo a partire da 100 kg sino a 2 kg di uva bianca o rossa. Tale attività è a supporto delle ricerche in campo viticolo, enologico e del Centro di Saggio per verificare la selettività e la residualità dei presidi fitosanitari. La Cantina produttiva dispone di attrezzature adeguate alla lavorazione di piccole e medie quantità; trasforma le proprie uve e svolge servizio di vinificazione e imbottigliamento in conto terzi per le aziende agricole del territorio. I Laboratori forniscono analisi e consulenza in chimica e microbiologia enologica, analisi qualitative e sensoriali su prodotti ortofrutticoli e trasformati. Presso la sezione microbiologica sono in collezione oltre 1000 ceppi di lieviti frutto di 40 anni di selezioni e attività di incroci. Fra questi sono custoditi ceppi isolati per Aziende agricole e Cantine che li usano in esclusiva e vengono prodotti su richiesta in collegamento anche con centri di produzione semi industriale. Il Laboratorio di analisi sensoriale si avvale di esperti degustatori addestrati per eseguire test discriminanti secondo norme ISO e caratterizzazioni di prodotto in particolare per ditte sementiere, aziende agroalimentari, controllo fornitori per la grande distribuzione.

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Il Centro di Saggio , autorizzato dal MIPAF e dal Ministero della Salute, realizza studi commissionati dalle ditte produttrici di agrofarmaci. I principali settori di attività sono: valutazione dell’efficacia biologica e della fitotossicità, ricerca degli effetti indesiderati degli agrofarmaci sui processi di maturazione, di trasformazione e sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti freschi e trasformati, valutazione dei residui di sostanze attive attraverso prove di campo e di trasformazione industriale. ASTRA mette inoltre a disposizione le proprie strutture e competenze tecniche (laboratori e cantina) a beneficio del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Bologna, in particolar modo per quel riguarda le esercitazioni a corredo dei moduli formativi universitari, tirocini, tesi di laurea.

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CRPV, Centro Ricerche Produzioni Vegetali

CRPV è una società cooperativa nata nel 1996 con l’obiettivo di organizzare la domanda di ricerca in risposta alle esigenze degli operatori regionali nel comparto delle produzioni vegetali: ortofrutticolo, vitivinicolo, oleicolo, sementi, colture estensive ed industriali, agroambiente. La Regione Emilia-Romagna riconosce, attraverso atti legislativi, l’attività del CRPV relativamente a progettazione, coordinamento dei progetti di ricerca e sperimentazione e diffusione dei risultati ottenuti nel settore delle produzioni vegetali, ruolo che il CRPV ricopre a pieno titolo in quanto organismo di rilievo regionale ed extra regionale. Una rilevanza che trova riscontro nella base sociale del CRPV, formata da circa 70 Soci tra Ordinari – Associazioni, Cooperative e altre forme giuridiche collettive di produttori - e Sovventori, distinti in produttori e non produttori (principalmente istituzioni). Accanto ad una maggioranza di soci distribuiti sul territorio regionale, è cresciuto l’interesse da parte di strutture situate sull’interno territorio nazionale. Oggi il CRPV collabora con enti pubblici e privati, centri di ricerca e formazione in diverse regioni italiane ed europee: operando a diretto contatto con le maggiori realtà del settore agro-alimentare, riesce a sviluppare progetti e a creare innovazione in modo funzionale alle esigenze degli operatori, anticipando gli scenari di un settore in costante evoluzione. Grazie all’esperienza acquisita negli anni nella gestione diretta dei progetti di ricerca e sperimentazione di livello nazionale ed internazionale, il CRPV si pone come interlocutore strategico per soggetti pubblici e privati che vogliano confrontarsi sul tema dell’innovazione in agricoltura per preparare il proprio futuro. Ogni progetto messo in campo per rispondere a bisogni organizzativi, produttivi, gestionali, di processo e innovazione - sottoposti dalla base sociale, ricavati da bandi pubblici o segnalati da operatori che volessero avviare una collaborazione col CRPV - è ricondotto ad un processo operativo organizzato sulle seguenti fasi: - Analisi dell’esigenza (scenario attuale e prospettive del contesto di riferimento); - Progetto personalizzato di Ricerca e Sperimentazione; - Coordinamento ed esecuzione, validazione dei dati raccolti; - Diffusione dei risultati. I valori guida - Innovazione: anticipare il cambiamento per delineare l’agricoltura di domani - Sostenibilità ambientale: conciliare storia, cultura, tradizioni di un territorio con le dinamiche dello sviluppo globale, perché l’uso delle risorse oggi non precluda la loro disponibilità per le generazioni future. - Qualità: tutelare il consumatore, garantire la sicurezza alimentare, evidenziare le proprietà organolettiche e i valori nutrizionali delle nostre produzioni difendendo la biodiversità come patrimonio della nostra agricoltura.

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- Competitività: difendere il reddito dei produttori e seguire tutti i passaggi della filiera per individuare varietà, tecniche e processi più rispondenti alle esigenze del mercato nel rispetto delle caratteristiche di salute e qualità della nostra produzione. Soluzioni qualificate e personalizzate I principali programmi di Ricerca riguardano: - miglioramento genetico - difesa fitosanitaria - politiche ambientali - sviluppo di tecniche di produzione integrata biologica - miglioramento degli interventi di conservazione - agricoltura di precisione - biodiversità e vocazionalità territoriale - post raccolta e trasformazione delle produzioni vegetali - produzioni no food ad uso energetico.

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Tribunato di Romagna

Il Tribunato di Romagna è una libera associazione che si prefigge di promuovere, dibattere e divulgare idee e proposte relative alla cultura, alle tradizioni e ai vini della Romagna. Il Tribunato nacque infatti a Bertinoro nel lontano 1967, come emanazione e braccio pensante del Consorzio (allora Ente Tutela) dei Vini Tipici di Romagna, costituitosi nel 1962 a Faenza. Uomini illuminati e creativi come Alteo Dolcini (Comune di Faenza) e personalità della pubblica amministrazione, del giornalismo, della cultura, dell’università, dell’arte e dell’imprenditoria viticola ed enologica avviarono allora una serie di iniziative di grande valenza per lo sviluppo culturale, l’economia e l’immagine della Romagna. Fin da subito fu istituto il Concorso del Vino del Tribuno, tuttora palcoscenico annuale per la premiazione dei migliori vini di cantine romagnole, e la creazione di alcune “Ca’ de Bé”, la prima a Bertinoro, poi altre con nomi similari a Ravenna, Predappio Alta e Rimini. Non è certo esagerato dire che le attività svolte dal Consorzio Vini e dal Tribunato, in questo lungo lasso di tempo, hanno creato le basi per un vero e proprio rinascimento della Romagna dei vini e di quella delle sue migliori espressioni imprenditoriali, artistiche, storiche, sociali e umanitarie. Scrisse infatti Enzo Biagi a proposito delle sette sorelle del Tribunato (cioè i Comuni che rappresentano la Romagna) che “sulle rive del Santerno e delle colline romagnole è fervido il senso della società, il bisogno di darsi una mano”. L’iniziativa di maggior respiro e rilevanza, per le positive ricadute che ne sono venute negli ultimi decenni, è costituita dalla promozione del Centro di Ricerca e della Cantina Sperimentale sviluppata presso l’Azienda Naldi a Tebano di Faenza. Qui per merito del prof. G. Goidànich, Preside della Facoltà di Agraria di Bologna e di numerosi docenti (patologi, frutti-viticoltori, enologi, microbiologi, economisti) fu creato un gioiello di collaborazione scientifica e tecnica per la revisione e l’aggiornamento dei metodi di produzione e vinificazione, nonché per la selezione e propagazione certificata dei vitigni. Furono instaurati proficui rapporti di collaborazione con l’Università, con la Regione e attraverso il Crive (dell’Università) e l’Esave, Ente pararegionale allora preposto all’assistenza tecnica e all’erogazione di servizi a favore della viticoltura ed enologia romagnola. Attualmente sono operanti il CRPV di Cesena e l’azienda Astra, che gestiscono l’attività sperimentale di campo e dei laboratori di Tebano, con la collaborazione dell’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze Agrarie). Per la didattica l’insediamento universitario più significativo è rappresentato dal Corso di Laurea triennale di Viticoltura ed Enologia in condivisione con la sede di Cesena. Ma il Tribunato con la sua autorità morale e il proposito di stimolare e sostenere le iniziative pubbliche in favore dell’identità e dell’immagine della Romagna, ha contribuito con proprie competenze a sostenere ogni sforzo a favore dell’affermazione dell’intraprendenza e dell’emancipazione culturale romagnole. Cito in primo luogo la letteratura, con l’istituzione del concorso per il Premio letterario Serantini, biennale, cui partecipano numerosi Autori, con romanzi e opere, alcuni dei quali hanno riscosso molto successo.

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I tribuni membri del sodalizio sono circa trecento, tutti consapevoli che nel Tribunato si può “solo dare senza chiedere nulla” (“sol da dé e gnint da dmandér”, proposizione di spallicciana memoria). L’attività corrente è svolta attraverso quattro-cinque Tornate pubbliche annuali, dedicate a tematiche di grande attualità e interesse pubblico, ove vengono di volta in volta invitati personaggi ed esperti di alto profilo professionale. Il Tribunato, da sempre ospite del Consorzio Vini di Romagna, di recente trasferitosi a Tebano e parte integrante del Polo Vitivinicolo, si è da poco riorganizzato, anche per poter meglio fruire delle sinergie con le altre istituzioni aventi sede a Tebano. In rete, sul sito www.tribunatodiromagna.org , i lettori possono trovare l’elenco delle Tornate, i programmi svolti ed anche una sintesi delle argomentazioni che vi sono state dibattute. Nella foto sopra: il primo tribuno Albertini ed il suo predecessore Cappelli.

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Miva (Moltiplicatori Italiani Viticoli Associati)

L'Associazione MIVA è nata a Conegliano Veneto (TV) nel lontano 1973 su suggerimento del Prof. Italo Cosmo, allora Direttore dell'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto. L'iniziativa fu presa in virtù dei nuovi scenari europei che imponevano un colloquio serrato fra le Istituzioni e le realtà produttive. Da allora il mondo vivaistico ha anticipato i tempi della viticoltura italiana ed è passato da momenti esaltanti ad altri negativi (dallo scandalo del metanolo alla riduzione dei consumi pro capite). Oggi, l'Associazione è una realtà importante, punto focale di un movimento vivaistico di grosse dimensioni, capace di accompagnare gli altri attori della filiera vitivinicola nel concreto sviluppo delle proprie aziende. Ancora oggi la MIVA è l'unica Associazione a carattere nazionale, potendosi anche fregiare di un riconoscimento istituzionale del Presidente della Repubblica italiana che nel 1976 ne riconobbe la personalità giuridica e ne approvò lo statuto. Questo riconoscimento, accanto alla qualifica di unica Associazione nazionale di riferimento, pur elevando la figura dell’organizzazione, comporta anche il dovere di rappresentare gli interessi di tutto il settore del vivaismo italiano entro i confini nazionali e non. Oggi, dopo anni di attività, l'Associazione raggruppa vivaisti di tutte le regioni italiane. I soci sono più di 120 imprese e hanno il compito di diffondere e salvaguardare il patrimonio genetico della viticoltura italiana ed europea. Quest’ultima è un'importante responsabilità nei confronti del mondo vinicolo nazionale ed estero. Nel corso degli anni la situazione all’interno del mondo vivaistico è molto cambiata; partendo da tante imprese familiari e locali, siamo arrivati ad una grossa concentrazione delle produzioni, tanto da permettere a molti imprenditori di superare i nostri confini nazionali. I vivaisti viticoli sono alla base della filiera vitivinicola e rappresentano un ideale ponte fra la ricerca scientifica (Costitutori) e le aziende agricole. Il vivaismo è un importante anello di congiunzione, sottoposto ad una certificazione dell’iter produttivo, obbligatoria, che lo contraddistingue rispetto agli altri settori (frutticolo, orticolo, ecc.). La bontà della certificazione parte dalla possibilità di poter reperire materiale di base per il rinnovo dei campi di piante madri; Infatti, solo attraverso un continuo investimento sulla loro potenzialità, le realtà vivaistiche, sono in grado di sopperire alle necessità di un mercato in continuo fermento che con grande facilità passa dai vini rossi strutturati, ai bianchi di pregio, per tornare alla ricerca dei vitigni regionali. Con questi presupposti l'attività dell'Associazione si articola su vari aspetti che vanno dai corsi di formazione, molti dei quali dedicati appositamente ai giovani vivaisti, alla rappresentanza della categoria presso le Istituzioni, alla elaborazione di adeguati supporti statistici per l'analisi approfondita delle variabili di mercato e degli scenari futuri prevedibili come alla collaborazione con le varie strutture di premoltiplicazione regionali, direttamente o per supportarne la gestione. Tutto questo viene progettato per riuscire ad anticipare i bisogni del mercato, essendo legati al ciclo vegetativo della vite che impedisce, a differenza di altri settori, di evolversi in tempi brevi.

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Assoenologi sezione Romagna

Presso Astra a Tebano c’è la segreteria della Sezione Romagna dell’Assoenologi, una delle 17 Sedi Periferiche dell’Associazione di Categoria degli Enologi Enotecnici Italiani (organizzazione costituta 120 anni fa che riunisce l’85% dei professionisti enologi italiani, circa 4000). La sede centrale dell’Assoenologi è a Milano ed ha come Presidente Riccardo Cotarella e Direttore Giuseppe Martelli. A livello locale le sezioni rappresentano il braccio operativo del Consiglio Nazionale e garantiscono la rappresentatività e l’operatività sul territorio. La sezione Romagna è stata costituita il 25 giugno del 1970 da 15 enotecnici separandosi dalla Sezione Emilia e copre il territorio di 5 province (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini) e San Marino. Oggi gli associati sono 140, numero molto importante di professionisti per la vitienologia locale incrementato notevolmente dopo l’insediamento del corso di Viticoltura ed Enologia dell’Università di Bologna-Cesena. Nel corso di 44 anni si sono succeduti 3 presidenti: Piero Gaiotti fino al 1989, Giordano Zinzani fino al 2013, ora è in carica Pierluigi Zama. Il Comitato di Sezione è altresì composto da 2 vicepresidenti: Ortali Maurizio e Bighini Valter, un segretario, Castellari Lorena e da Bertaccini Greta, Fabbri Stefano, Gimelli Filippo, Gentile Nicola, Giuliani Scipione, Mazzini Luciano, Rubboli Marco. Oltre ai compiti statutari l’attività di sezione si esplica nel progettare incontri di formazione rivolte ai suoi associati. Annualmente vengono organizzati seminar di aggiornamento, un viaggio di studio, sedute di degustazione. Quest’anno ospita a Rimini dal 1 al 4 giugno il 69° Congresso Nazionale. Nella foto, da sinistra: Giuseppe Martelli (Direttore Assoenologi), Pierluigi Zama neoeletto presidente della sezione Romagna, Giordano Zinzani presidente uscente della sezione Romagna.

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Valoritalia

Valoritalia è stata fondata nel 2009 dall’esigenza di adeguarsi al sistema dei controlli disposto con la nuova OCM vino, grazie alla collaborazione di due importanti società: CSQA Certificazioni e FEDERDOC. Più recentemente, alla struttura societaria si è aggiunta UNIONE ITALIANA VINI. Svolge principalmente attività di controllo sui vini a Denominazione d’Origine, attività in cui detiene una posizione di leadership nazionale controllando il 70% dei vini a D.O. Risponde ad esigenze di ricerca e innovazione, sviluppa progetti all’avanguardia nel campo della sostenibilità e controlla le produzioni biologiche non solo relative al settore vitivinicolo, ma anche alle produzioni vegetali (fresche e trasformate); eroga servizi di certificazione volontaria sia di sistema (ISO 9001, ISO 22000, ISO 14001) che di prodotto (ISO 22005, BRC, IFS), ma anche su standard innovativi (certificazione del vino vegano). Il legame con il territorio è da sempre fondamentale per il successo di una denominazione e pertanto non può prescindere dal patrimonio umano coinvolto. Valoritalia con oltre 30 sedi sparse sul territorio nazionale e con circa 200 collaboratori impegnati, offre un positivo scambio con la realtà socioeconomica ed istituzionale del territorio. Il personale qualificato presente alla sede 20, presso il Polo di Tebano, è in grado di dare risposte immediate a qualsiasi necessità del produttore, del Consorzio di Tutela e degli Enti coinvolti. I lavori di controllo, ispezione e certificazione che caratterizzano l’attività di Valoritalia hanno dato origine a una ricca disponibilità di dati relativi a tutta la filiera produttiva - dal vigneto alla bottiglia - propria di ciascuna denominazione d’origine, che vengono messi a disposizione delle aziende produttrici e di tutti gli utilizzatori interessati attraverso una pubblicazione editoriale e un portale web. Nella foto: intervista al presidente Pelissetti in occasione dell'inaugurazione a Tebano.

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All Vineyard, dimostrazione in campo

E' ormai una consuetudine consolidata la collaborazione tra All Vineyard, il CRPV e l'Università di Bologna per svolgere iniziative presso l'Azienda agricola Terre Naldi di proprietà del Comune di Faenza in località Tebano. Il 12 marzo scorso è stato organizzato un incontro tecnico con dimostrazione in campo sul tema “La potatura meccanica della vite”, momento per fare alcune considerazioni sugli effetti della potatura meccanica del vigneto con particolare riferimento a cantieri di lavoro idonei alle forme di allevamento Cordone libero, Cordone speronato e GDC. L'incontro è stato introdotto e coordinato da Giovanni Nigro del CRPV, a cui è seguita la presentazione del campo sperimentale e dei cantieri di potatura da parte di Fabio pezzi del DISTAL Università di Bologna. A seguire, la relazione di Ilaria Filippetti del DipSA dell'Università di Bologna che ha approfondito il tema degli effetti della potatura meccanica sulle diverse forme di allevamento della vite, e le esperienze sul tema portate da Aldo Pezzi di Agrintesa e Riccardo Castaldi del Gruppo Cevico. Ad ospitare l'evento l'azienda agricola Terre Naldi; nel fondo Plicotto è impiantato da 10 anni un vigneto dimostrativo di 2,50 ettari dove vengono portate avanti diverse prove di gestione meccanizzata del vigneto in tre forme di allevamento diverse. GDC (doppia cortina), Cordone libero e Cordone speronato. I vigneti vengono gestiti in modo completamente meccanizzato e possono essere visitati previo accordi i vigneti nelle varie fasi vegetative per verificare l'efficienza e l'economicità delle macchine. Novità della giornata dimostrativa in campo è stato, in particolare, il nuovo carro All Vineyard per la rifinitura manuale della potatura. Il carro, scavallante e di tipo trainato, rientra in un progetto che prevede una migliore gestione della qualità del lavoro per gli operatori che eseguono la rifinitura, rendendo particolarmente confortevole e rapido il lavoro con un risparmio di tempo del 15-20%. E' il primo carro sul mercato che consente agli operatori di operare a sinistra e a destra del filare contemporaneamente con notevoli risvolti anche da un punto di vista di economicità dei costi. Regolazioni idrauliche permettono di lavorare sui cordoni a 70-80 cm e a 1,80/2,00 metri (cordone libero e GDC). E' previsto un sistema di copertura per lavorare anche in caso di pioggia.

Il presente documento è già stato pubblicato nella newsletter informativa Anno 1 n. 1 del Polo di Tebano