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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 25 – 26 giorni in estate. 15 – 16 giorni in inverno.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Giugno – Settembre oppure Dicembre – Aprile.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di adoperare sia per l’andata che per il ritorno lo scalo

aeroportuale di Vancouver. Alternativamente potrete usufruire dello scalo

aeroportuale di Seattle negli Stati Uniti o di Victoria o Kelowna in Canada.

FUSO ORARIO: - 9 ore rispetto all’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Passaporto, possibilmente con validità residua di sei mesi all’ingresso nella. In

Canada dal 2016 non è più necessario il visto turistico ma dovrete essere in

possesso dell’ eTA (electronic Travel Authorization) rilasciata su richiesta online

preventiva dalle autorità canadesi.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana sufficiente per brevi periodi in Canada, ma è sempre consigliabile

possedere la Patente Internazionale.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Non sussiste alcun rischio per la sicurezza in questi territori e gli standard

ospedalieri sono ottimi. Si consiglia però di stipulare un’assicurazione sanitaria

che preveda le copertura alle spese mediche e la copertura per un eventuale

rimpatrio sanitario. Logicamente quando vi muoverete nelle regioni più remote

della Columbia Britannica ricordate che in caso di necessità ci vorranno diverse

ore prima che i soccorsi vi possano condurre all’ospedale più vicino, pertanto siate

prudenti e valutate sempre bene il rischio di eventuali incontri ravvicinati con la

fauna selvatica (orsi in primis). Nei parchi nazionali interni e sulle Queen

Charlotte Islands spesso la copertura della rete cellulare è scarsa, pertanto vi

consigliamo di dotarvi di apparecchi satellitari per evitare di rimanere isolati in

caso di necessità.

MONETA: DOLLARO CANADESE.

TASSO DI CAMBIO: 1 € = 1,50 Dollari Canadesi.

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Descrizione del viaggio:

1° giorno: trasferimento fino a Vancouver

Secondo aeroporto per traffico passeggeri annuo di tutto il Canada con oltre 24 milioni di transiti (lo precede solo lo scalo intercontinentale

di Toronto con 47 milioni di accessi) l’aeroporto internazionale di Vancouver è la porta privilegiata per accedere non solo alla Columbia

Britannica ma anche a tutta la costa pacifica della nazione. Nonostante queste promettenti premesse tuttavia ad oggi Vancouver non possiede

alcun collegamento diretto con l’Italia, né che voi partiate da Milano né che voi partiate da Roma. La via classica per volare in direzione

della principale metropoli della Columbia Britannica consiste così in un volo di andata che effettui un singolo scalo intermedio presso o uno

dei principali hub europei (Londra, Francoforte o Dublino) oppure nei principali scali aeroportuali della sezione orientale del Canada

(Montreal o Toronto). La durata del viaggio di andata si attesta così tra le 13 e le 18 ore di percorrenza, ma grazie a un fuso orario in netta

regressione potrete comodamente completare la tratta di andata nell’arco della medesima giornata di calendario nella quale siete decollati

dall’Italia. Una volta giunti in loco dirigetevi quindi rapidamente nella vostra location in città per smaltire il cambio di fuso ed essere pronti

l’indomani a iniziare il vostro tour.

2° - 3° - 4° giorno: VANCOUVER

Frequentemente additata da diverse riviste specializzate nel campo come una delle primissime città al mondo per qualità della vita

Vancouver rappresenta la principale metropoli del Canada occidentale, nonché il suo porto primario rivolto verso l’Oceano Pacifico. Questa

vibrante realtà pare continuamente in ascesa sia sotto un profilo demografico (l’area urbana va sfiorando i due milioni e mezzo di abitanti e

qui si ha una delle densità abitative più alte del Nord America, seconda solo a quelle di New York, Città del Messico e San Francisco) che

sotto un profilo sociale: si stima infatti che ben il 52% della sua gente sia ormai completamente bilingue affiancando all’inglese sia il

classico francese ma anche e sempre più spesso parlate del sud-est asiatico. A Vancouver infatti vive una nutrita comunità di emigrati di

Hong Kong che la scelsero come meta dei loro viaggi della speranza dopo che la loro città venne restituita alla Cina nel 1997. Curiosamente

a Vancouver, nonostante la ricchezza generalizzata e una sensibilità particolare alle tematiche ecosostenibili (si stima che il 93% del suo

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fabbisogno energetico sia oggi derivante da fonti rinnovabili), si registra un’inaspettata concentrazione di mendicanti e vagabondi che

vengono attratti dalle opportunità di questa metropoli e da un clima decisamente più appetibile per un senzatetto rispetto a quello che

caratterizza il resto del Canada (le minime in inverno non sono mai polari, massimo -15°, tuttavia le piogge sono copiose e durature da

ottobre a maggio con moltissime giornate plumbee e accumuli nevosi di alcuni centimetri nei mesi più freddi). Ad ogni modo questo fatto non

sfocia in nessun modo in impennate dei livelli di criminalità che si mantengono decisamente bassi rispetto agli standard internazionali. Sotto

un profilo urbanistico la città ha poi vissuto un profondo riadattamento in seguito sia all’ondata migratoria proveniente da Hong Kong a fine

‘900 che per aver ospitato le Olimpiadi invernali del 2010: nel volgere di quindici anni circa Vancouver si è dotata di una serie di grattacieli

che hanno completamente ridisegnato il suo skyline passando da sparute costruzioni verticali e una vera e propria selva di grattacieli che la

hanno fatta attestare tra le realtà urbane più verticali del nord America (l’edificio più elevato è il moderno skycraper Living Shangri-La

collocato a Downtown e alto 197m e ultimato nel 2009). Oggi questi palazzi ospitano la sede di numerose banche e imprese del campo

dell’informatica, come la Electronic Arts che ha il suo centro di sviluppo software in città. Una moderna peculiarità di Vancouver è quindi

quella di essersi proposta come una sorta di novella Hollywood del Canada essendo stata più volte scelta come set per le riprese di numerose

serie tv e film di fama internazionale quali The Sentinel, Dark Angel, Changeling, la saga di Twilight e X-Files. Non dimenticate infine che

Vancouver presenta un calendario annuale di manifestazioni davvero d’eccezione che raggiunge i suoi apici in occasione della festa

enologica del Vancouver Playhouse International Wine Festival in marzo, della nota corsa podistica Vancouver Sun Run in aprile, dei

concerti del Vancouver International Jazz Festival in giugno e del Vancouver Folk Music Festival in luglio e dei famosissimi Vancouver

Fringe Festival (dedicato alle arti teatrali) e Vancouver International Film Festival a settembre.

• Il nucleo centrale, la Downtown, di Vancouver sorge su una piccola penisola protesa verso lo Stretto di Georgia, che delimita peraltro

l’accesso alla storia area portuale cittadina. Vi suggeriamo di iniziare il vostro tour cittadino proprio dalle storiche banchine di Coal

Harbour che sono state riqualificate nel corso degli ultimi decenni, specialmente in occasione dell’Expo del 1986. Grazie ai proventi e

agli investimenti derivanti da questa manifestazione su un molo di Coal Harbour fu infatti eretto il Canada Place, una stravagante

costruzione a forma di più vele concatenate che è divenuto uno dei simboli della moderna metropoli, nonché uno degli scali per navi

da crociera più frequentati del nord America.. Terminata questa breve esplorazione del porto di Vancouver potrete quindi muovere

rapidamente a piedi in direzione del grande asse stradale di Georgia Street lungo la quale si collocano a breve distanza tra loro la

Christ Church Cathedral, la più bella chiesa di Vancouver completata nel 1895 in stile neogotico e che oggi sembra come nascondersi

tra le svettanti costruzioni moderne del quartiere, e la Vancouver Art Gallery che propone una delle migliori collezioni al mondo di

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produzioni creative dei più insigni pittori del Canada occidentale (come Emily Carr) e diverse opere pittoriche specialmente di

maestri fiamminghi e olandesi del ‘700 e’800. Terminata la visita proseguite quindi lungo Georgia Street verso sud-est fino alla sua

intersezione con Granville Street dalla quale in poche centinaia di metri convergerete su Robson Street. Questo quadrilatero di strade

rappresenta il cuore dello shopping al dettaglio di Vancouver, comprendente sia vetrine di esclusive boutique che enormi centri

commerciali quali il Nordstrom o il CF Pacific Centre o l’Hudson’s Bay che faranno la gioia dei patiti dell’acquisito selvaggio per

alcune ore.

Una vista in primo piano del Canada Place, il molo storico del porto di Vancouver mirabilmente recuperato e modernizzato in

occasione dell’Expo del 1986, quindi uno scorcio interno del gioiello neogotico della Christ Church Cathedral e una fotografia

panoramica dello skyline serale della Downtown di Vancouver in cui spicca il grattacielo Living Shangri-La.

Se non avete pretese particolati per il pranzo potreste anche prendere in considerazione l’ipotesi di nutrirvi in una delle numerose

filiali di fast food che sorgono come funghi nei suddetti centri commerciali ma se invece vorrete disporre di qualcosa di più autentico e

genuino vi raccomandiamo di muovervi dal cuore della moderna Downtown in direzione del minuto quartiere adiacente di Gastown.

Quest’are urbana fu quella in cui nel 1867 il marinaio inglese Gassy Jack Deighton fondò il primo bar stabile in prossimità del

neonato scalo portuale affacciato sullo Stretto di Georgia ponendo di fatto le basi per il primo sviluppo di Vancouver. Anche se

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l’insediamento primigenio originale andò completamente distrutto in seguito a un furioso incendio nel 1893 la zona appare oggi, dopo

una serie di riqualificazioni avvenute negli anni ‘7, come un delizioso dedalo di strade acciottolate dall’atmosfera retrò con strade

animate da artisti di strada, negozi di souvenir e buone taverne in cui sgranocchiare qualcosa. Simbolo di Gastown è poi il suo

Orologio a Vapore (Steam Clock) che ogni quarto d’ora esala un potente fischio udibile da isolati di distanza.

Terminato il vostro pasto in quei di Gastown nel primo pomeriggio vi esortiamo a muovervi quindi nel dirimpettaio quartiere di

Chinatown (situato giusto a sud di Hastings Street) che rappresenta per estensione il terzo quartiere etnico metropolitano di tutta

l’America settentrionale. L’ingresso all’area più spettacolare lo si ha sicuramente attraversando la Chinatown Millennium Gate che

vi condurrà in una ragnatela di viuzze caratterizzate da rivendite alimentari di prodotti esotici, bazar in cui si vende qualsiasi tipo di

prodotto e centri di medicina alternativa cinese che offrono singolari metodi di cura basati sulle credenze popolari mandarine.

Imperdibili, passeggiando nel cuore di Chinatown, sono i Dr Sun Yat-Sen Classical Chinese Garden, magnifici giardini in stile cinese

con numerosi riferimenti al credo taoista che per estensione risultano essere i più grandi al mondo tra quelli che trovano ubicazione al

di fuori della Cina. Quando verso metà pomeriggio avrete quindi completato l’esplorazione della Chinatown il centro di Vancouver vi

proporrà la scelta tra alcune diverse opzioni per la serata. Se siete amanti dei bar raffinati e di atmosfere romantiche fatte di eleganti

appartamenti in mattoni rossi dirigetevi senza indugio nelle stradine del quartiere in di Yaletown posta al limitare meridionale della

penisola centrale di Vancouver. Se invece possedete un’inclinazione a frequentare gli stadi e amate sentire il cuore pulsante del tifo e

dell’anima degli autoctoni due mete perfette a breve distanza dalla Chinatown sono gli stadi noti come BC Place, più antico e sede

dalla squadra di baseball dei BC Lions, o ancor meglio il moderno impianto GM Place che fa da casa alla compagine di hockey su

ghiaccio dei Vancouver Canucks che milita nel prestigioso campionato dell’NFL americana e che è seguito dai tifosi più caldi e

appassionati della città. Non disperino però gli amanti di intrattenimenti più impegnati e colti: l’Orpheum Theatre, un palcoscenico

barocco che merita di per sé una visita lungo Robson Street, mette frequentemente in scena spettacoli inscenati da compagnie teatrali

di livello internazionale.

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Un pittoresco scorcio serale del quartiere storico di Gastown con in primo piano il suo Steam Clock che sbuffa vapore ad ogni quarto

d’ora. Di seguito poi un angolo del vasto e curatissimo Dr Sun Yat-Sen Classical Chinese Garden, simbolo della Chinatown locale, e

una vista sulla sempre affollata e piena di vista Robson Street, fulcro dello shopping e della vita notturna di Downtown.

• L’estroverso quartiere di Kitsilano, ubicato giusto a ovest rispetto alla Downtown di Vancouver, rappresenta sin dagli anni ’60

l’epicentro delle contro culture e dell’universo hippy della metropoli della Columbia Britannica. Anche se ormai negli ultimi decenni

questa sua tendenza alternativa si è andata affievolendo man mano è indubbio che aggirandosi per le sue strade possiate ancora

nitidamente percepire atmosfere stravaganti, scorgere artisti di strada che si esibiscono per i passanti e curiosare tra negozi che

mettono in vendita prodotti singolari, sebbene ormai il costo degli immobili in zona abbia raggiunto valori da capogiro. Fulcro di

Kitsilano è il Vanier Park, posto in felicissima posizione panoramica nei confronti della Downtown e caratterizzato da tre musei

interessanti: l’HR MacMillan Space Centre, un planetario-osservatorio molto amato dai bambini, il Vancouver Maritime Museum che

espone modelli di imbarcazioni e velieri storici e il Vancouver Museum che propone una collezione eterogenea di manufatti prodotti

dai nativi indigeni della Columbia Britannica antecedenti al periodo di colonizzazione operato dagli europei. Anche se non meritano

un ingresso ognuno di questi musei (andate secondo inclinazioni personali) indubbiamente vi terranno occupati per metà mattinata.

Quando però i morsi della fame cominceranno a richiedervi una pausa puntate dritto verso l’adiacente Granville Island, un isolotto

incastonato tra la Downtown e Kitsilano dove ha sede il delizioso Granville Island Public Market che mette in vendita prodotti

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alimentari di prima qualità sia inerenti la cucina canadese sia facenti parte di tradizioni culinarie etniche che rappresentano il

variegato universo culturale della Vancouver moderna. Finirete inevitabilmente per sorprendervi dei sapori e degli odori di questo

luogo gustoso.

Concluso il pasto nel primo pomeriggio vi invitiamo quindi a muovervi in direzione dell’estrema propaggine occidentale di Kitsilano,

una peni solette boscosa protesa verso il mare dove trovano ubicazione i principali edifici della University of British Columbia. Oltre

al passeggiare tra gli ameni scorci di questa istituzione universitaria sappiate che l’ateneo gestisce un meraviglioso Musuem of

Anthropology al cui interno si collocano alcuni dei più splendenti totem e produzioni creative degli aborigeni canadesi originari e un

paio di giardini botanici di grande rilievo. Il Nitobe Memorial Garden è una squisita area verde ideata da architetti paesaggisti

giapponesi, mentre l’UBC Botanical Garden propone nei suoi 28 ettari uno spaccato della flora autoctona di grande impatto visivo.

Qualora foste dei veri e propri cultori della botanica sappiate poi che spostandovi di alcuni chilometri nell’entroterra verso il centro

della metropoli moderna di Vancouver potrete imbattervi nel vasto Queen Elizabeth Park al cui interno si trovano due altre aree verdi

di particolare interesse floreale: il Bloedel Floral Conservatory e il VanDusen Botanical Garden. Anche i meno elettrizzati da questa

scorpacciata di piante rare e ornamentali non potranno fare a meno però di apprezzare gli scorci bucolici offerti dagli stessi.

Per la serata invece vi suggeriamo di muovervi alla volta dell’area di Commercial Drive (più a est rispetto alla Chinatown) lungo la

quale si trovano numerosi locali notturni e pub gestiti da immigrati italiani, portoghesi e greci. Qui l’atmosfera ogni sera è

spensierata e frizzante, potrete innaffiare la vostra permanenza con alcune delle migliori birre locali della Columbia Britannica (come

la Nelson, la Granville Island o la Crannòg) e farvi contagiare dalla trasportante goliardia dei giovani della moderna Vancouver.

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Alcune delle ristorazioni con splendidi dehors tipici di Granville Island dai cui tavolini all’aperto si godono prodotti alimentari di

qualità in vista dello skyline della Downtown di Vancouver. In seconda immagine quindi alcuni degli iconici pali totemici conservati

al Museum of Anthropology della Univesity of British Columbia e una vista sugli ameni spazi verdi di Queen Elizabeth Park.

• La terza e ultima giornata che vi suggeriamo di spendere per l’esplorazione di Vancouver muove le sue mosse senza indugio dal

bellissimo Stanley Park, una delle aree verdi urbane più grandi di tutto il nord America, ubicato su un’isola slanciata verso lo Stretto

di Georgia giusto dirimpetto a Downtown e dalla quale non differisce molto per estensione complessiva. Felice connubio di scorci

naturali e costruzioni ben inserite nell’ambiente create dall’uomo Stanley Park è ideale da esplorare su biciclette a noleggio che vi

permetteranno di raggiungere spiagge appartate, pali totemici di astrazione aborigena (bellissimi quelli di Deadman’s Island) e

lungomare con vista sullo skyline avveniristico del centro di Vancouver (lungo Stanley Park Drive). Sempre all’interno del parco si

colloca poi anche il Vancouver Aquarium Marine Science Centre, un grandissimo acquario che punta alla salvaguardia in cattività di

specie marine a rischio estinzione e che offre al visitatore possibili contatti ravvicinati con creature degli abissi che il personale della

struttura cerca di far vivere in vasche in cui viene ricreato un habitat il più possibile conforme ai loro luoghi naturali di vita.

Terminate queste prime visite e riconsegnate le biciclette prese a noleggio vi consigliamo di portarvi sulla sponda opposta del bacino

del Vancouver Harbour per raggiungere l’esclusivo quartiere di West Vancouver. Lungo la ricca Marine Drive si susseguono ville

davvero appariscenti ed opulente ma il clou della visita sarà passeggiare nel Lighthouse Park fino al faro di Point Atkinson, immerso

in un contesto bucolico fatto di foreste sempreverdi che arrivano letteralmente a tuffarsi nelle fredde e cristalline acque del mare.

Visto che i prezzi dei ristorantini romantici di West Vancouver sono spesso proibitivi per la maggior parte dei visitatori una più che

valida alternativa è rappresentata dal mercato alimentare di Lonsadale Quay Market. Spesso animato da comitive di turisti che

apprezzano tra le altre cose le viste sullo skyline della Downtown dalla parte opposta del Vancouver Harbour queste bancarelle e

ristorazioni propongono un rapporto qualità-prezzo davvero invidiabile.

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Nelle prime due istantanee si scorgono i simboli del vastissimo polmone verde di Vancouver, Stanley Park. Dapprima i famosi totem di

Deadman’s Island e quindi alcuni visitatori incantati dinnanzi alle gigantesche vasche popolate da enormi creature marine del

Vancouver Aquarium Marine Science Centre. Infine il noto faro di Point Atkinson all’interno del Lighthouse Park di West Vancouver.

Il pomeriggio dell’ultima giornata a Vancouver può invece essere speso in due modalità differenti, a seconda delle vostre personali

inclinazioni. Se siete amanti della natura e delle viste panoramiche il suggerimento è di rimanere nell’area di North Vancouver e

provare dapprima l’ebbrezza di percorrere il Capilano Suspension Bridge (un ponte pedonale di 170m sospeso su funi che si libra

sopra il Capilano Canyon) e quindi di raggiungere con le seggiovie del caso la vetta della Grouse Mountain retrostante perfetta sia

per fare qualche sciata in inverno che per compiere brevi escursioni con belvedere su Vancouver che si susseguono lungo tutti i

percorsi. Tuttavia se natura e attività sportive non sono il vostro credo sappiate che a breve distanza dall’area metropolitana di

Vancouver sorge il pittoresco villaggio ricostruito in stile anni ’20 di Burnaby (20km, 20 minuti) per raggiungere il quale dovrete però

necessitare già di un mezzo autonomo. Qui figuranti in costumi d’epoca offrono rappresentazioni di attività lavorative del tempo

adoperando utensili e tecniche del passato, mentre le abitazioni sono state ricostruite secondo i dettami architettonici di inizi XX

secolo. Burnaby è oggi un vero e proprio museo all’aperto, perfetto sia per adulti che per bambini e vi offrirà la possibilità quasi

unica di calarvi per davvero nella quotidianità della gente che visse nella Columbia Britannica nel suo iniziale periodo coloniale.

Giunta quindi sera non vi resterà altro da fare che muovere a ritroso verso Downtown e scatenarvi in un’ultima vibrante serata in

città.

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Una sezione del famosissimo ponte sospeso pedonale su funi noto come Capilano Suspension Bridge che aleggia su foreste

sempreverdi e l’omonimo canyon e una vista panoramica in chiave invernale dal belvedere di Grouse Mountain verso Downtown.

5° - 6° giorno: WHISTLER

La Columbia Britannica è una provincia del Canada grande maestosa e sorprendente, fatta di paesaggi naturali incontaminati e distanze che

sono difficilmente riuscirete a immaginare prima di esserci effettivamente venuti. Il percorso di questo itinerario si svolge infatti lungo un

lungo percorso che vi permetterà però di cogliere aspetti spesso misconosciuti e la quintessenza dell’anima montana e rurale della Columbia

Britannica, senza dimenticare che questa è da sempre stata una terra con una forte connotazione immigratoria: se qui il 50% della

popolazione è di origine francese o inglese vi sono ad ogni modo minoranze assai ben rappresentate di scozzesi (20%), irlandesi e tedeschi

(15% della popolazione totale a testa). Una prima meta interessante lungo questo tour della Columbia Britannica è rappresentato

dall’abitato montano di Whistler (120km, 90 minuti da Vancouver), per raggiungere il quale dovrete interamente percorrere lo scenografico

fiordo di Howe Sound alla cui testa si colloca l’idilliaco villaggio di Squamish dominato dal solenne monolito roccioso noto come Stawamus

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Chief (immancabili le foto ricordo). Whistler è diventata una località nota in tutto il mondo per aver ospitato alcune gare di sci alpino

dell’Olimpiade di Vancouver del 2010 e da allora si stima che siano circa due milioni i turisti che la raggiungono annualmente attratti sia dai

suoi magnifici percorsi per la mountain bike in estate che per le sue immacolate piste da sci in inverno. Il comprensorio sciistico di Whistler –

Blackcomb (dopo che i due comprensori sono stati uniti nel 2008 per mezzo di una funivia) risulta essere per estensione dei suoi tracciati e

areale il più grande di tutto il Nord America, con oltre 200 piste battute insolitamente lunghe servite da 38 modernissimi impianti di risalita

che faranno al felicità di sciatori e snowboarder. Una peculiarità non di secondo piano è poi quella climatica della zona: essendo

prospiciente all’Oceano Pacifico Whistler riceve ingenti quantitativi nevosi che le permettono una stagione sciistica particolarmente lunga

ma al contempo questo fattore le permette di non soffrire di temperature estremamente rigide come per alcune località più orientali della

Columbia Britannica. Anche gli amanti dello sci di fondo potranno sanare le loro voglie lungo i 30km circa di tracciati sempre perfettamente

battuti. Essendo una meta turistica nata ad uso e consumo della clientela amante delle discipline sportive Whistler possiede numerosissime

opportunità di sistemazioni per la notte (adatte a tutte le tasche) e un’atmosfera informale e coinvolgente che si estrinseca soprattutto nei vari

locali notturni presenti. Come intuibile il quantitativo di tempo da spendere in zona è variabile a seconda che ci veniate in inverno o in estate

ma vi suggeriamo di spendere almeno un paio di giorni in questa perla montana canadese.

Una vista panoramica sull’abitato di Squamish collocato al fondo del grande fiordo di Howe Sound e sorvegliato dalla mole rocciosa dello

Stawamus Chief che disegna una delle cartoline più famose della Columbia Britannica occidentale. Quindi due immagini del centro per sport

invernali di livello internazionale (vi si svolsero anche le Olimpiadi del 2010) di Whistler, un vero paradiso per gli sciatori.

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7° - 8° - 9° giorno: SUN PEAKS - WELLS GRAY PROVINCIAL PARK

La prosecuzione del vostro tour nel cuore della Columbia Britannica dopo Whistler dipenderà da quale stagione avete scelto per scoprire

questa provincia canadese. Se sarete in zona in inverno un ovvio seguito alle serpentine sulle piste di Whistler sarà il raggiungimento della

stazione sciistica di Sun Peaks (530km, 5 ore e mezza di guida effettiva), situata nei pressi del grande abitato di Kamloops e all’incirca a

metà strada tra Vancouver e Calgary. Sun Peaks è nota sia ai cultori dello sci alpino che hanno ben 117 piste lungo le quali lanciarsi ma

soprattutto ai freeriders che avranno a disposizione molteplici percorsi fuoripista (attenzione massima al rischio slavine) su cui cimentarsi e

testare le proprie capacità. Sotto un profilo climatico Sun Peaks registra temperature più rigide che Whistler e un innevamento medio con

oltre cinque metri e mezzo di precipitato annuo che ne fanno una delle località più nevose della Columbia Britannica. Visto che per

raggiungerla in prima giornata ci metterete almeno tutta la mattinata ci appare consono un tempo di stanza in zona di almeno tre notti per

godervi al meglio il comprensorio sciistico.

Qualora invece sceglieste di fare il viaggio in estate sappiate che alcune decine di chilometri a nord rispetto a Kamloops si trova un parco

naturalistico sconosciuto ai più ma che offre alcuni degli scenari montani più grandiosi di tutte le Montagne Rocciose canadesi: stiamo

parlando del Wells Gray Provincial Park. Questa area verde di 541.000 ettari viene di rado raggiunta dai turisti, men che meno quelli

stranieri, ma serba al suo interno alcuni dei paesaggi lacustri e delle cascate più spettacolari dell’intera nazione. L’epicentro delle attività

del Weels Gray Provincial Park si raggruppa attorno alle strabilianti cascate note come Helmcken Falls composte da un’incredibile salto nel

vuoto di 141m del Murtle River che si inabissa in un anfiteatro naturale roccioso incastonato nel cuore dell’enorme foresta boreale della

Columbia Britannica. Per godersi questo spettacolo potrete sia raggiungere in auto la piattaforma panoramica dedicata che camminare

lungo un magnifico sentiero che costeggia il canyon del Murtle River per 4-5km. Sempre in prossimità di questa gemma naturale si stacca poi

da una deviazione della strada principale che si inoltra verso il centro del Wells Gray Provincial Park un delizioso sentiero che raggiunge

l’apice della Pyaramid Mountain, un cono frutto di antiche eruzioni vulcaniche che si innalza verso il cielo ricoperto di vegetazione nel cuore

della taiga. Le cascate di Helmcken non sono però le uniche degne di menzione all’interno del parco ma vanno doverosamente ricordate

anche le Moul Falls (alte 25m e che potrete circumnavigare con un sentiero che si porta dietro allo scroscio principale delle acque) e le

Spahats Creek Falls, alte ben 75m che paiono una versione in miniatura delle Helmcken. Entrambe questi alti d’acqua sono peraltro

facilmente raggiungibili con i mezzi motorizzati lungo l’avvicinamento alle Helmcken Falls. Giacché per raggiungere le Helmcken Falls da

Whistler impiegherete all’incirca un’intera giornata di viaggio (distano 650km, 8 ore di guida) e viste le possibilità di molte altre attività di

intrattenimento nel parco come dedicarsi alla pesca, alla canoa sui grandi bacini lacustri come quello di Clearwater, alle passeggiate a

cavallo o alle discese in rafting dei principali corsi d’acqua anche in questo caso ci appare un tempo minimo sufficiente da dedicare alla

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zona quello di tre giorni (e tre notti). Per il pernotto potrete avvalervi di alcune sistemazioni in camping o aree attrezzate presso il

Clearwater Lake Campground o nei ranch che sono collocati all’inizio della strada nota come Clearwater Valley Road che si inoltra verso il

cuore del parco naturale.

Il resort di Sun Peaks con i suoi esclusivi alberghi che si affacciano direttamente sulle piste da sci è uno dei comprensori invernali più amati

dai freerider che hanno qui a disposizione numerosi fuoripista in cui cimentarsi. Quindi una fotografica della paradisiaca cascata di

Helmcken Falls, simbolo del Wells Gray Provincial Park, e alcuni canoisti impegnati sulle cristalline acque del Clearwater Lake.

10° giorno: BARKERVILLE

Se la fase precedente del viaggio in Columbia Britannica si diversificava a seconda della stagionalità in cui vi sareste approcciati alla

provincia canadese occidentale la decima giornata di questo tour è la medesima in qualsiasi periodo dell’anno voi decidiate di venire in

zona. Meta di questa tappa dell’itinerario è la remota e poco nota Barkerville, una località in cui si respira ancora oggi il fascino del periodo

della corsa all’oro ottocentesca. Barkerville sorge sul plateau delle Cariboo Mountains e fu fondata nel 1862 in questa posizione per la

vicinanza alle strutture minerarie che fecero la fortuna della Columbia Britannica settentrionale arrivando a sfiorare al termine del XIX

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secolo i 5000 residenti. Forte di una comunità laboriosa e costituita insolitamente da una nutrita minoranza di immigrati cinesi Barkerville

prosperò finché le vene auree circostanti diedero sufficiente ricchezza alle sue genti per invogliarle a rimanere in un luogo dove in inverno si

possono raggiungere i -45°, in estate superare i 35° e nel corso dell’anno fare fronte a più di quattro metri e mezzo di precipitato nevoso

totale. Ciò che contraddistingue la cittadina oggi sono le sue splendide architetture (oltre 100) risalenti a quell’epoca pionieristica o

amabilmente ristrutturate a tema in seguito alla designazione di Barkerville come National Historic Site nel 1924. Il suo essere pittoresca e la

sua collocazione lontana da qualsiasi direttrice turistica e dei trasporti dei dintorni ne fanno poi un luogo davvero romantico, la cui visita

(che impiega giusto mezza giornata) inevitabilmente finirà per rimanere tra i ricordi più sorprendenti del vostro tour nella Columbia

Britannica. Come accennato in precedenza per raggiungere Barkerville bisogna essere assai determinati: dal Wells Gray Provincial Park

impiegherete sei ore e mezza di guida effettiva (475km) per varcare le soglie dell’abitato, mentre da Sun Peaks i chilometri da percorrere

sono 545km, ma grazie a strade a più veloce scorrimento il tempo di trasferimento risulta essere il medesimo. Ovviamente vi consigliamo una

partenza di buon’ora in mattinata, per avere sufficiente tempo per la perlustrazione della cittadina mineraria.

Due fotografie che rendono l’idea delle atmosfere al di fuori del tempo che si respirano aggirandosi per le vie incorniciate da costruzioni

storiche in stile ottocentesco presso Barkerville, antica città mineraria sin dal 1924 considerata monumento nazionale storico del Canada.

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Dall’ 11° al 17° giorno: BOWRON LAKE PROVINCIAL PARK

Collocato in un’area selvaggia della Caribou Mountains che si ergono giusto a est rispetto a Barkerville il Bowron Lake Provincial Park

tutela una zona pressoché wilderness di quasi 150.000 ettari all’interno della quale vi sarà molto agevole vedere alcuni grandi esemplari di

fauna selvatica muoversi liberamente nel proprio habitat incontaminato. Questa terra è infatti una delle patrie predilette da orsi, alci e caribù

che amano incredibilmente questo variegato territorio che spazia da ecosistemi lacustri post glaciali profondi e cristallini e foreste boreali

per spingersi a scenari di alta montagna e plateau di alta quota subartici. Il principale richiamo del Bowron Lake Provincial Park è però

indiscutibilmente dato dal Bowron Lake Canoe Circuit, un straordinario itinerario circolare da compiersi in kayak che si snoda per 116km

attorno al gruppo montuoso centrale delle Caribou Mountains. Il percorso vi porterà a pagaiare in un contesto davvero selvaggio e

spettacolare e vi permetterà di concatenare ben 10 bacini lacustri della zona mediante brevissimi spostamenti a piedi dall’uno all’altro (al

massimo 2km di percorrenza) su sentieri assai ben segnalati. Il tempo da dedicare a quest’avventura è variabile a seconda della vostra

esperienza con il canottaggio ma mediamente una persona mediamente allenata e in buona salute può completare il percorso nell’arco di una

settimana abbastanza comodamente pernottando in tenda in alcune delle numerose aree destinate al campeggio che sono segnalate sulla

mappa che vi verrà fornita ad inizio del tour dalle guide del parco. Per compiere questa esperienza infatti dovrete registrarvi alla stazione dei

ranger del Bowron Lake Campground (raggiungibile in poco meno di 2 ore, 30km da Barkerville su strada sterrata) e accaparrarvi uno dei

30 permessi giornalieri circa che vengono forniti dall’autorità ai sedicenti canoisti (c’è un vero e proprio numero chiuso agli accessi per

evitare di intaccare lo spettacolo naturale immacolato della zona). Il periodo di apertura e transitabilità del Bowron Lake Canoe Circuit va

da maggio a settembre ma spesso ad inizio stagione ci sono ancora ingenti quantitativi di neve e ghiaccio che ostacolano il percorso. Inoltre

siate prudenti e munitevi di contenitori per il cibo a prova di orsi e numerosi repellenti anti zanzare e ricordatevi di essere del tutto

autosufficienti per quanto concerne le scorte alimentari e i kit di primo soccorso. Se approccerete l’area con le dovute precauzioni e profondo

rispetto per la natura selvaggia il Bowron Lake Provincial Park saprà regalarvi alcuni dei ricordi più indimenticabili del vostro tour

canadese. In serata della settima e ultima giornata di tour in canoa fate quindi rientro a Barkerville per la nottata.

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Alcune istantanee che ritraggono la bellezza pittoresca e selvaggia del Borwon Lake Provincial Park all’interno del quale si snoda per

116km uno dei percorsi per kayak più famosi del mondo tra laghi cristallini, montagne verdeggianti e avvistamenti di fauna selvatica.

Dal 18° al 24° giorno: JASPER NATIONAL PARK

Lo Jasper National Park con i suoi 10.878km2 di area sottoposta a tutela ambientale costituisce il più grande parco nazionale del Canada per

quanto concerne le Montagne Rocciose ma, curiosamente e fortunatamente, risulta essere molto meno affollato e con una natura assai più

selvaggia del suo gemello Banff National Park che si torva ubicato oltre il suo limite meridionale (i visitatori annui sono comunque circa 2

milioni). Qui ghiacciai, laghi post glaciali, cascate, pareti di roccia, sorgenti termali e borghi montani sono di casa, cosiccome lo Jasper

National Park è la dimora abituale di migliaia di capi di fauna selvatica che comprende orsi neri, grizzly, coyote, lupi, puma, linci, alci

(numerosissimi), wapiti, caribù, capre delle nevi, bighorn, cervi, istrici, castori, volpi, ghiottoni, aquile di mare testa bianca, aquile reali,

gufi, pernici bianche, oche canadesi e una completa gamma di animali tipici dei contesti montani delle Montagne Rocciose (le possibilità di

avvistamento della fauna selvatica nel parco sono molto alte se vi spostate un minimo dai tracciati più battuti). Sotto un profilo istituzionale il

parco nazionale venne istituito già nel 1930, mentre è dal 1984 sottoposto all’egida di patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.

Sotto un profilo di visita seguendo l’itinerario proposto la prima giornata nel parco sarà costituita per buona parte dal trasferimento da

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Barkerville fino a Jasper (550km, 6 ore e mezzo di guida effettiva) e a una visita preliminare della località montana principe del parco

nazionale. Due laghetti davvero idilliaci in cui fermarvi per un pranzo al sacco in prossimità di Jasper paese sono gli invasi squisitamente

montani di Patricia e Pyramid Lake che possono essere raggiunti comodamente in automobile. Si tratta di una splendida introduzione al

contesto delle Montagne Rocciose e un’opportunità di familiarizzare con questi ambienti naturali. Un’alternativa a questa deviazione

bucolica vi è offerta invece dalla Jasper Tramway, una moderna funivia che in soli 7 minuti compie un dislivello di quasi 1000m

conducendovi a uno dei punti panoramici più incredibili del parco con viste che nelle giornate terse possono spaziare per oltre 100km in tutte

le direzioni. I più sportivi dalla stazione a monte della funivia possono anche raggiungere facilmente la sommità della Whistler Mountain

retrostante in soli 45 minuti per viste ancora più strabilianti. In serata ad ogni modo fate rientro in paese nel quale sistemazioni per la notte,

ristorazioni e anche locali notturni non mancano di certo, facendo di Jasper la base ideale per muovervi nell’omonimo parco nazionale nei

giorni a venire.

Logicamente lo Jasper National Park merita di essere esplorato, sia per la bellezza dei suoi paesaggi che per l’abbondanza di fauna nella

bella stagione, ma se vi capitaste in inverno sappiate che al suo interno si snodano centinaia di chilometri per la pratica dello sci da fondo e

vi è persino un unico ma imponente comprensorio sciistico da discesa, quello di Marmot Basin (20km, 30 minuti da Jasper) che annovera 75

piste battute e una decina di impianti di risalita moderni.

Se però seguiste i nostri consigli e veniste nello Jasper National Park in estate non avrete che l’imbarazzo della scelta per fare escursioni ed

esperienze al suo interno. Una classica giornata che si può trascorrere principalmente in automobile è quella che tocca i principali punti di

interesse della Icefields Parkway, la straordinaria strada panoramica che da Jasper conduce verso sud in direzione di Lake Louise lambendo

alcuni dei ghiacciai più maestosi che hanno reso lo Jasper National Park famoso nel mondo. Guidando in direzione sud la prima sosta da

compiersi obbligatoriamente è quella presso le Athabasca Falls (35km, 30 minuti da Jasper), comodamente raggiungibili dal parcheggio

auto, che scrosciano roboanti tra una fenditura rocciosa a sbalzo che taglia il corso dell’omonimo fiume delle Montagne Rocciose. Pochi

chilometri più a monte (25km, 20 minuti) si raggiunge quindi il paradisiaco salto delle Sunwapta Falls caratterizzate da un corso d’acqua

che cinge come d’incanto un isolotto punteggiato da conifere prima di lanciarsi in una stretta fenditura e formare una cascata

incredibilmente fotogenica. Terminata anche questa sosta potrete quindi proseguire lungo la Icefields Parkway per altri 55km (1 ora) fino ad

arrivare con l’auto praticamente in prossimità dell’Athabasca Glacier, una lingua glaciale laterale che si spinge fino al livello della statale e

che altro non è che una porzione dell’immenso plateau del Columbia Icefield, un sistema di 30 calotte glaciali spesse fino a 350m che sono un

lascito dell’ultima glaciazione. Vale davvero la pena arrivare sin qui per godersi la solennità del paesaggio sentendosi davvero piccoli e

inermi di fronte alle asperità dei vicini Mt Athabasca (3491m) e Mt Columbia (3747m). Vi suggeriamo quindi di fermarvi in loco quanto più

possibile e di fare rientro a Jasper (105km, 90 minuti) per la medesima strada per la notte.

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Una vista sul centro dell’abitato di Jasper, comunità che è il perno indiscusso dell’omonimo parco nazionale delle Montagne Rocciose

canadesi. Di seguito quindi la paradisiaca cascata di Sunwapta Falls e il tratto della mitica strada panoramica Icefields Parkway che

lambisce la lingua glaciale dell’Athabasca Glacier nei pressi di alcune delle vette più elevate del parco nazionale.

Con la seconda giornata di stanza nel parco potrete quindi prendere seriamente in considerazione di approcciare al più straordinario e

indimenticabile tra i trekking da più giorni che si inoltrano nel cuore dello Jasper National Park: stiamo ovviamente parlando di quello che si

protende nella Tonquin Valley. Questo percorso che vi terrà impegnati tranquillamente per due giorni almeno ha inizio dai parcheggi situati

sotto l’anfiteatro naturale del Mt Edith Cawell (25km, 1 ora da Jasper) che già di per sé rappresenta una gemma di incredibile valore

paesaggistico e una palestra a lungo sognata dai rocciatori. Da qui un lungo ma assai agevole sentiero di 23km si inoltra in questa valle

incantata colmando un dislivello di soli 200m e proponendosi quindi a chiunque abbia un minimo di resistenza alla fatica (alternativamente e

in maniera scenografica potrete compiere questa escursione sul dorso di cavallo). I vostri sforzi saranno ricompensati da uno palcoscenico

naturale composto da pareti rocciose verticali, laghi cristallini d’alta quota (1975m) e da una costante possibilità di avvistamento della fauna

selvatica. Inoltre qui non mancano comode sistemazioni per il pernotto in rifugi gestiti con amore dal personale locale. Il percorso di discesa,

da compiersi nella seconda giornata, segue quasi fedelmente quello della salita lungo il sentiero 105 ma potrete anche fare una breve

deviazione lungo il segnalato 106 per provare ad avere questo angolo di paradiso tutto per voi. Se ne aveste la possibilità prendete

seriamente in considerazione di passare però un’intera giornata supplementare nella Tonquin Valley pernottando in quota, ne gioverà del

vostro spirito.

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Un’istantanea dal bellissimo laghetto in stile alpino che si colloca giusto alle pendici dell’anfiteatro roccioso del Mt Edith Cawell (in

lontananza innevato) che funge da punto di avvio al meravigliso sentiero che si inoltra nella natura incontaminata della Tonquin Valley,

gemma paesaggistica e naturalistica dello Jasper National Park, nella quale è facile imbattersi in alci ed esemplari di fauna selvatica.

La sesta giornata nello Jasper National Park può invece essere consacrata a un po' di relax e alle necessità delle vostre membra di

ricaricarsi dopo le tante fatiche dei giorni scorsi. A questo proposito casca a fagiolo il complesso termale immerso nella natura selvaggia del

parco, raggiungibile in automobile, delle Miette Hot Springs (60km, 1 ora da Jasper). Alimentate dalle sorgenti calde a temperatura più

elevata delle Montagne Rocciose (54°) queste terme presentano una serie di piscine ristoratrici e una vasta gamma di intrattenimenti e servizi

di altissimo livello. Non abbiate vergogna a crogiolarvi in queste calde acque per tutto il giorno, il contesto d’altronde invoglia a rimanerci a

lungo. Per la sera invece fate sempre rientro in quei di Jasper.

La settima e ultima giornata nello Jasper National Park si pone infine come obiettivo la scoperta della remota e deliziosa area dei grandi

laghi post glaciali del parco nazionale. Seguendo una strada davvero panoramica che collega Jasper con la sponda settentrionale del

Maligne Lake (50km, 1 ora il tragitto sola andata) avrete così modo di lambire dapprima il Maligne Canyon, una gola di arenaria profonda

50m e larga pochi metri nella quale si insinua roboante il fiume omonimo (c’è un bellissimo percorso a piedi di 4km, un’ora e mezza che ne

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raggiunge i punti più scenografici) e di scrutare il singolare Medicine Lake che si amplia e si sgonfia fino quasi a scomparire per un sistema

di scoli naturali sotterranei. E’ però senza ombra di dubbio il Maligne Lake, il più grande invaso di acqua dolce delle Montane Rocciose e il

secondo al mondo per estensione di questa tipologia, l’astro splendente di questa sezione dello Jasper National Park. Il grande lago lungo

22km, largo 1,5km e profondo fino quasi 100m si può navigare sia mediante canoe che barche a remi, ma spesso la congestione di turisti

rende del tutto vano il tentativo di muoversi sulle sue acque in solitaria. Potrete ad ogni modo prendere parte ad escursioni su barche a

motore che vi condurranno nei suoi anfratti più spettacolari, come l’isoletta di Spirit Island , soggetto di numerosissime foto ricordo del lago.

Come per le altre giornate vi consigliamo di rimanere in zona fino quasi all’imbrunire e di fare rientro, per l’ultima volta, a Jasper solo al

calar delle tenebre.

In prima immagine il moderno complesso termale di Miette Hot Springs, rifugio perfetto per chi è alla ricerca di un po' di relax e riposo

all’interno dello Jasper National Park. Quindi in successione due fotografie che ritraggono il Maligne Lake, il più grande lago di tutte le

Montagne Rocciose, contraddistinto da atmosfere amene e dalla celeberrima isoletta punteggiata di conifere di Spirit Island.

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25° - 26° giorno: trasferimento fino in Italia

Con la mattina della venticinquesima giornata di viaggio giunge quindi l’ora di iniziare il percorso di ritorno alla volta del Bel Paese. La

prima sezione di questo trasferimento consiste nel lungo tratto stradale che collega Jasper con l’aeroporto internazionale di Edmonton che vi

occuperà non meno di quattro ore di guida effettiva (390km). Una volta giunti in aeroporto, il quinto in Canada per traffico passeggeri con

poco meno di 8 milioni di transiti annui, non vi resterà altro da fare quindi che imbarcarvi sul primo dei due voli che vi permetteranno

l’indomani di toccare nuovamente il suolo italico. Edmonton, come Vancouver, non possiede ad oggi collegamenti aerei diretti con l’Italia ed

ha anche meno opzioni diverse attraverso le quali muoverete a ritroso verso il Bel Paese. Le tratte più comuni sono costituite da un primo

volo interno in Canada verso Montreal o Toronto e da qui con un altro velivolo muoversi verso Roma o Milano. Recentemente, se siete diretti

a Milano, esiste una possibilità meno dispendiosa che consiste nel volare da Edmonton a Los Angeles e da qui verso la Lombardia. La durata

complessiva di queste tratte ad ogni modo (tra le 13 e le 23 ore complessive) unita ad un movimento verso fusi orari nettamente in

avanzamento comporterà che dovrete mettere in conto almeno due giorni di calendario prima di atterrare in Italia e concludere il vostro

viaggio.