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COMUNE DI BEDULITA PROVINCIA DI BERGAMO BANDO 2012 MISURE FORESTALI ai sensi della Legge Regionale 5 Dicembre 2008, N. 31 art. 25 ,26, 40 comma 5 lettera B), 55 comma 4 e art. 56 Azione 8.D - SISTEMAZIONI IDRAULICO FORESTALI LAVORI DI OPERE DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE BOSCATO LATI EST E OVEST DELLA VALLE DI CAMARTINELLI (Progetto Esecutivo) RELAZIONE PAESISTICA Importo lavori a base d'asta soggetto a ribasso...... €. 80.500,00 IMPORTO: Oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso ......... €. 2.500,00 Totale importo dell’appalto .................................... €. 83.000,00 Somme a disposizione (Iva lavori, spese tecniche, iva) €. 16.996,38 Totale complessivo ………………………… €. 99.996,38 Il progettista Geom. Lorenzo Mazzoleni Geom. Lorenzo Mazzoleni Collegio Geometri di Bergamo n° 3823 con studio a : RONCOLA – Via Roma n. 4 – Tel. (035) 64.55.38 email : [email protected]

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COMUNE DI BEDULITA

PROVINCIA DI BERGAMO

BANDO 2012 MISURE FORESTALI

ai sensi della Legge Regionale 5 Dicembre 2008, N. 31

art. 25 ,26, 40 comma 5 lettera B), 55 comma 4 e art. 56

Azione 8.D - SISTEMAZIONI IDRAULICO FORESTALI

LAVORI DI

OPERE DI CONSOLIDAMENTO DEL VERSANTE

BOSCATO LATI EST E OVEST DELLA VALLE DI CAMARTINELLI

(Progetto Esecutivo)

RELAZIONE PAESISTICA

Importo lavori a base d'asta soggetto a ribasso...... €. 80.500,00

IMPORTO: Oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso ......... €. 2.500,00

Totale importo dell’appalto .................................... €. 83.000,00

Somme a disposizione (Iva lavori, spese tecniche, iva) €. 16.996,38

Totale complessivo ………………………… €. 99.996,38

Il progettista

Geom. Lorenzo Mazzoleni

Geom. Lorenzo Mazzoleni Collegio Geometri di Bergamo n° 3823

con studio a : RONCOLA – Via Roma n. 4 – Tel. (035) 64.55.38

email : [email protected]

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1 INTERVENTO OGGETTO DI AUTORIZZAZIONE PAESISTICA I lavori oggetto di autorizzazione riguardano l’intervento di sistemazione idraulico forestale di messa in sicurezza del versante Est e Ovest che degrada sul Reticolo Idrografico Minore della Valle di Carmartinelli , nell’ambito delle misure Forestali ai sensi della Legge Regionale 5 Dicembre 2008, N. 31,art. 25 ,26, 40 comma 5 lettera B), 55 comma 4 e art. 56 , Azione 8.D – sistemazioni idraulico forestali - Bando 2012, di cui alla domanda n. 2012/00338820 risultata ammissibile a finanziamento Il progetto è stato redatto dal sottoscritto Geom. Lorenzo Mazzoleni a seguito dell’incarico ricevuto con determina n. 4 del 28/05/2013, dalla committenza:

• COMUNE DI BEDULITA con sede a Bedulita in Via Roma n. 46 - cod. fiscale o part. IVA n. 0050 5610 162 legalmente rappresentato dal Sindaco pro tempore Arrigoni Marco Giuseppe - Proprietario dell’immobile ubicato in BEDULITA Via Chiesa - località Camartinelli/Cimitero , distinto ai mappali 676-680-736-1619-2434- 249 (parzialmente) di complessivi mq. 11.045 Foglio n. 6 NCT del Comune di BEDULITA adibito ad uso AREA LIBERA parzialmente boscata

2 VINCOLO PAESISTICO ESISTENTE SULL’AREA Gli ambiti oggetto di intervento risultano assoggettati in parte a vincolo paesaggistico per effetto dell’articolo 142 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n° 42 “ Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n° 137” ,. Nello specifico le aree rientrano nella categorie geografiche indicate come : Boschi e foreste (comma 1 lettera g – articolo 142 d.lgs. 42/2004): una parte dell’area interessata dalle opere è coperta da bosco , così come definito dalla vigente normativa regionale (articolo 42 della legge regionale 5 dicembre 2008 n° 31). Sulle aree in questione non sussistono altri elementi rilevanti ai fini dell’attribuzione del vincolo paesaggistico . In particolare non vi sono ambiti assoggettati a tutela in forza di specifici provvedimenti ai sensi dell’articolo 136 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n° 42 e non si opera in “ zone di interesse archeologico” L’area risulta altresì soggetta a vincolo idrogeologico

3 INDICAZIONI E CONTENUTI DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ESISTENTI 3.1 Il Piano territoriale Paesistico della Regione Lombardia (P.T.P.R.) definisce una suddivisione dei paesaggi lombardi in Ambiti geografici e in unità tipologiche .

La zona di intervento appartiene all’ambito geografico 3.9 VALLI BERGAMASCHE Le valli Bergamasche corrispondono all’ambito prealpino ben circoscritto, diviso in vallate di escavazione fluviale (Imagna, Brembilla, Taleggio, Brembana, Seriana, Cavallina per citare le principali), che pur conservando una loro individualità vengono per tradizione associate gravitando, in relazione alla loro disposizione, verso Bergamo. Le più importanti di queste vallate hanno ben evidenti punti di separazione fra parti alte, intermedie e basse con connotati ambientali e, talvolta, storici distinti (p.e. la ‘stretta della Goggia’ in Val Brembana). Sotto il profilo paesaggistico le vallate bergamasche presentano mutevoli aspetti, dipendenti non solo dalle variazioni altimetriche ma anche dal grado di antropizzazione delle diverse parti. Tutti gli innesti delle vallate principali (Brembana, Seriana) risentono degli sviluppi insediativi del capoluogo provinciale, coagulatisi attorno a preesistenze urbane di per sé già significative per tradizione industriale o agricola (Seriate, Almé, Alzano Lombardo, Albino, Zogno, Almenno San Salvatore e San Bartolomeo ). Pertanto i connotati ambientali del fondovalle sono fortemente compromessi da un’urbanizzazione diffusa e non priva di elementi problematici quali ad esempio la grande estensione di aree in via di riconversione industriale. Gli effetti di uno sviluppo distorto sono

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evidenti: accrescimento edilizio dei centri maggiori nei limiti della disponibilità di aree edificabili; degrado della qualità ambientale dei fondovalle (Sant’Omobono Terme); abbandono dei nuclei di versante o loro utilizzo saltuario come residenze fine-settimanali; riduzione dell’attività agricola e forestale con accentuata rinaturalizzazione dei pascoli e dei boschi. Occorre superare le prime soglie vallive per riconoscere l’essenza del paesaggio prealpino, dove l’immagine dei borghi, specie quelli di versante, riassume in sé ancora molto del tradizionale impianto insediativo d’origine colonica (ne sono conferma le innumerevoli attribuzioni famigliari dei nuclei stessi). Inquadrati entro uno schema tipologico qualche volta discutibile, i centri turistici delle alte valli preludono agli ambienti più conservati delle alte quote, all’interno del Parco naturale regionale delle Orobie Bergamasche. Qui la parziale tenuta dell’agricoltura di montagna mantiene vivo il quadro d’ambiente che in alcune sue parti, come nelle solitarie vallate dell’Enna (Val Taleggio) e della Stabina (Valtorta) si qualifica come fra i più conservati e intatti della Lombardia. Se consideriamo la Valle Imagna come modello per l’identificazione dei caratteri e delle mutazioni locali del paesaggio delle valli bergamasche, potremo riconoscere la seguente successione: paesaggio della bassa valle (Almenno San Salvatore e San Bartolomeo, Palazzago,) punto d’incontro tra la zona del paesaggio della Brianza, del Lecchese e della pianura Bergamasca, zona di transizione tra il paesaggio della pianura bergamasca, e quello delle Valli bergamasche; paesaggio del fondo valle (Strozza, frazione di Ponte Giurino, Sant’Omobono Terme ) secondo un’alternanza di forre (Lagrate, Ponte giurino) e conche (in queste ultime si collocano i maggiori abitati: Strozza, Ponte Giurino , Sant’Omobono), versanti poco acclivi con dispersione di prati e nuclei di mezzacosta su terrazzi morfologici ( Berbenno, Bedulita, Capizzone); paesaggio dell’alta valle (da Sant’Omobono Verso Fuipiano, Rota, Brumano, Valsecca, Costa Imagna e Roncola), con versanti ad ovest verso Costa Imagna e Roncola Ripidi e coperti essenzialmente da boschi di faggio e carpino, con notevoli affioramenti rocciosi ; ad est più dolci e contraddistinti da un alternanza di prati e boschi, gli abitati allineati lungo i terrazzi di mezzacosta, E’ possibili riconoscere come la parte dell’alta valle risulta contraddistinta dalla presenza di nuclei abitati concentrati attorno ai capoluoghi di comune, e più precisamente dal punto di vista storico ai “campanili”; paesaggio del crinale orobico, boschi di faggio e resinose (impiantate), alpeggi e relative ‘casere’.

Per quanto riguarda gli ambiti, i siti ed i beni paesaggistici esemplificativi del paesaggio locale, il P.T.P.R. riconosce, limitatamente alla zona in esame : Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: In Valle Brembana e Imagna le energie di rilievo delle Alpi Orobie con pareti con evidenza di motivi strutturali e tettonici (Albenza,) terrazzi di valle, orli e scarpate; gradini di valle o valli sospese, cascate, testate di valle, versanti di raccordo; affioramenti rocciosi o ‘morfosculture’; orridi e forre; pianalti del piano montano (Fuipiano Imagna e Roncola ) ; rilievi e dossi pedemontani (gli Almenno); laghi d’alta quota; fenomeni carsici vedute, belvedere (Roncola, Albenza,); zone alpinistiche (Monte Resegone); luoghi dell’identità locale (santuario della Cornabusa,) trovano coacervo in una realtà territoriale paesistica unica.

Componenti del paesaggio fisico: terrazze di valle, orli e scarpate; pareti con evidenza di motivo strutturali ed architettonici;

Componenti del paesaggio agrario: Ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati, roccoli, partizioni dei coltivi, terrazzi, ronchi, ciglioni, muri a secco, siepi, recinzioni in legno, e altre delimitazioni naturali, sistemi di irrigazione tradizionali, dimore tradizionali, fienili e stalle .

Componenti del paesaggio storico-culturale: antichi tracciati, castelli, residenze nobiliari, loro parchi e giardini , impianto e struttura dei borghi di origine medievale , chiese parrocchiali di particolare dominanza percettiva, archeologia industriale. Componenti del paesaggio urbano: centri e nuclei storici

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Nella lettura del paesaggio attraverso le sue caratteristiche tipologiche , il P.T.P.R. fa rientrare l’area in esame nei paesaggi della montagna di questa tipologia si qualifica sia per la morfologia di rilievo caratteristica, sia per le sue peculiarità geologiche. Il paesaggio antropico è segnato dall’azione dell’uomo, che si esplica nella presenza di un area di cava attiva molto vicina lla’intervento e nella strada che Per ciò che riguarda gli indirizzi di tutela il P.T.P.R. si evidenzia come l’intervento non influenzi in nessun modo gli indirizzi di tutela sopra esposti .

Piano territoriale di Coordinamento Provinciale

8 VALLE IMAGNA

L’unità ambientale appartiene al paesaggio della valle prealpina , e coincide con il bacino idrografico dell’Imagna; è morfologicamente definita da un grande catino con andamento longitudinale prevalente, e delimitata da cime, crinali e passi di notevole significato paesistico. A nord-ovest si staglia il gruppo del Resegone in parte compreso nella vicina provincia di Lecco, di rilevante valore naturalistico e paesistico con visuali significative di grande distanza. Dal Resegone attraverso la Corna Camozzera, passi, selle e cime di minore rilevanza visiva, si giunge al Monte Albenza che chiude con una piega verso est la valle. In questo punto, dopo il nucleo della Roncola e la cima del Botto, le pendici del Monte Castra e del contrapposto monte Ubione si uniscono nella profonda incisione del torrente Imagna. Risalendo verso nord il bacino è inizialmente fortemente connotato dalla presenza del Monte Ubione che si presenta come uno degli elementi morfologici più importanti che caratterizza, sotto

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l’aspetto percettivo, la Valle sia dall’interno che dall’esterno, grazie alla particolare forma conica che accentua l’emergenza delle incisioni del Brembo e dell’Imagna. Il crinale prosegue con piccole cime passi e selle di rilievo meno importanti, caratterizzate peraltro nella parte centrale, dal consistente insediamento urbano quasi sommitale di Berbenno. Di qui il crinale prende a risalire decisamente verso cime e passi più caratterizzati fino ai Canti e alla Costa del Pallio che si richiude con una importante testata di valle verso il Resegone. All’interno di questo sistema di cime e crinali si riconosce un paesaggio fortemente e diffusamente umanizzato, dove anche i boschi e le aree in quota sono caratterizzate da un consistente reticolo di sentieri e presenze edificate a testimonianza della tendenza storica a sfruttare in senso produttivo ogni spazio possibile. Il versante ovest caratterizzato dai pianori in quota di Roncola e Costa, e dai contrafforti boscati che si connettono con i nuclei di fondovalle (Strozza, Capizzone, Bedulita Cepino e Mazzoleni di S. Omobono), degrada verso valle con una morfologia più dolce definita da prati e pascoli modellati, raramente sostenuti da muri di pietra di cava locale, che viceversa segnano più marcatamente, con un fitto reticolo di rilevante importanza paesistica, tutto il versante est e nord-est a partire da Berbenno fino a Valsecca. Permane in tutta la Valle e fin dentro le aree urbanizzate una penetrazione profonda del paesaggio agrario e naturale. Il sistema insediativo è stato condizionato fin dal passato dall’ essere una valle appartata; ciò favorì la diffusione di piccoli nuclei compatti situati in posizione favorevole e dimensionati secondo criteri di autonomia economica e con un’organizzazione su base familiare. Si dovrà attendere il 1927 perchè tre comuni posti al centro della Valle (Cepino, Selino, Falghera e Mazzoleni) vengano aggregati a formare un nuovo comune con funzioni di capoluogo, S. Omobono, oggi sede della Comunità Montana. I nuclei risultano compromessi da grosse espansioni edilizie, favorite dalla scomparsa del fenomeno emigratorio e dalla nuova mobilità Consentita dal reticolo stradale più recente. La via carrozzabile di fondovalle, fino a S. Omobono, fu costruita alla metà dell’Ottocento e soltanto nel 1959 venne realizzato il collegamento tra Locatello e Fuipiano. Storicamente, mentre la valle fu sottoposta con Almenno S. Salvatore, capoluogo storico di valle e sede di pieve cristiana, corte longobarda poi e residenza del Vicario veneto, al dominio veneto, la zona alta di Brumano rimase sotto l’influenza del Ducato di Milano, provocando spesso problemi a confine e insediamenti per guarnigioni, come Arnosto. Sono assenti esempi di edilizia nobile, fatto salvo le chiese che costituiscono emergenze visuali rilevanti: basti citare il Santuario della Cornabusa, centro religioso di Valle, le parrocchiali fuori di Rota e Fuipiano, la Chiesa di S. Pietro posta sul crinale tra la Valle Imagna e la Valle Brembilla. La presenza edilizia più significativa è comunque costituita dalle “Cà”, che offrono esempio ammirevole di insediamento storico sul territorio bergamasco perché testimonianze di una realtà economica sociale ormai estinta, per la tipologia dei materiali impiegati (pareti, coperture) e per l’inserimento ambientale (a mezza costa, in ambiti agrari di versante). Sostanzialmente il sistema insediativo si adegua all’impianto di paesaggio, attraverso insediamenti ben individuabili sui versanti nord e ovest sia in quota che in fondovalle separati da ampie pause di territorio agricolo e naturalistico. Nel fondovalle e sui versanti più idonei per morfologia e/o esposizione all’insediamento urbano, si verifica altresì una urbanizzazione senza soluzione di continuità, inglobando la miriade di piccoli nuclei storici diffusi. Il paesaggio antropizzato risulta anche compromesso da frequenti episodi di edilizia produttiva di discutibile impatto ambientale, nell’area di fondovalle di S. Omobono pressoché saldata con l’abitato di Locatello e nell’area di Berbenno sviluppatasi compatta attorno al reticolo viario verso le aree di crinale e le selle di comunicazione con la Val Brembilla. In linea generale i percorsi in quota consentono ampie vedute sull’area e sugli orizzonti delle Prealpi Orobiche, mentre sul fondovalle le vedute sono condizionate dalla profondità della incisione valliva. I principali siti di percettività si trovano sulla strada di collegamento tra Roncola e Costa e sul tratto di accesso al valico di Valcava ove sono consentite ampie visuali su tutto il versante nord e nord-est della valle e sul sistema prealpino limitrofo. Alcuni tratti della strada di collegamento tra Brumano e Fuipiano consentono visuali di lunga distanza sulla valle, attraverso il varco tra il Monte Ubione ed il Monte Castra sottostante.

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Di particolare rilevanza ambientale risulta il paesaggio legato ai corsi d’acqua laddove scorre in profonde grotte e strette fenditure scavate nella roccia a formare orridi inaccessibili. Inoltre i caratteri diffusi di zona carsica, specie sul versante ovest, hanno dato origine a numerosissime grotte di cui alcune di notevole importanza, concentrate in particolare nel versante boscato in cui è ubicato il Santuario della Cornabusa e verso Rota-Brumano. Particolarità vegetazionali (endemismi botanici) sono rilevabili sul versante occidentale che fa capo al Resegone-Monte Ocone-Cornabusa- Valsecca. E’ da segnalare infine che la Legge 86/83 relativa alle aree regionali protette, ha individuato l’ambito del Resegone tra le aree di particolare rilevanza ambientale, mentre tra gli ambiti di interesse faunistico sono individuate l’Oasi di protezione del Resegone ed i passi protetti a silenzio venatorio del Pertus e della Passada. Le situazioni che ingenerano invece un impatto negativo sotto il profilo ambientale e della percezione visiva sono legate allo sfruttamento delle risorse minerali (cava di quarzite in Strozza sulle pendici del Monte Castra, con consistente immissione di residui di lavaggio nell’Imagna, e cava di quarzite abbandonata sul versante del Monte Ubione), alla utilizzazione di ripetitori e antenne di forte impatto visivo (concentrate in particolare sul crinale tra Costa Imagna e Valcava) ed alla presenza di una frana di consistenti dimensioni (Pagafone di Fuipiano) che ha stravolto il tipico ambiente fluviale del tratto iniziale dell’Imagna.

Tavole tematiche Il PTCP evidenzia i caratteri peculiari del paesaggio in una cartografia tematica dalla quale è possibile desumere gli elementi ritenuti significativi e le eventuali indicazioni, prescrizioni e direttive dettate dal piano. Con riferimento specifico all'area interessata dalla realizzazione dell’intervento e più in generale alla località verifica delle tavole tematiche porta alle seguenti osservazioni:

TAVOLA E.1.e suolo ed acque: l'ambito oggetto d’intervento risulta adiacente alla zona del reticolo idrografico minore definita come zona a forte rischio idrogeologico , mentre la zona oggetto degli interventi puntuali non risulta comunque compresa in perimetrazioni soggette a limitazioni e prescrizioni particolari. Nella zona, sul versante ovest , sono indicate aree nelle quali gli interventi devono essere soggetti ad una valutazione approfondita dal punto di vista geologico.

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TAVOLA E.2.2.e paesaggio e ambiente-tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio: l’area oggetto di intervento è posta a confine in zona di aree agricole interessate da potenziali pressioni urbanizzative e/o infrastrutturali e più specificatamente in aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previste o prevalentemente inedificate di immediato rapporto con i contesti urbani (art. 62 ptcp) nelle immediate vicinanze di ambito del paesaggio montano debolmente antropizzato (art. 58) .

TAVOLA E.5.5.4.e paesaggio ed ambiente-ambiti ed elementi di rilevanza paesistica: L’area risulta ricompresa nella zona paesaggio montano e collinare , debolmente antropizzato , di relazione con gli insediamenti di versante e di fondovalle, pascoli montani e versanti boscati con interposte aree prative , edificazione scarsa sentieri e strade (art. 58 “FASCIA PREALPINA” del Ptcp . L’area specifica oggetto d’intervento, è la porzione posta sui lati est e ovest del versante degradante verso la valle Camartinelli è fa parte di un ampio contesto di proprietà pubbliche adiacenti che partono dalla scuola, al Municipio, agli impianti sportivi fino a giungere al cimitero comunale. La medesima è di diretto accesso attraverso la strada comunale esistente per S.Omobono Terme

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TAVOLA E.5.6.e centri e nuclei storici-elementi storico architettonici. L'area non comprende elementi di carattere storico, in parte perché dalla cartografia non si rilevano emergenze architettoniche particolari .

4 ANALISI DEL CONTESTO PAESAGGISTICO GLI ELEMENTI AMBIENTALI Aspetti geologici: L'area di intervento si localizza su una zona interessata da coperture geologiche di tipo detritico , proveniente dalla disgregazione della dolomia principale costituente la corna Rocchetta o Corna Marcia; in particolare l’area non si inserisce nelle vicinanze di particolari formazioni quali orli morfologici, terrazzi ecc.

37 - CALCARE DI MOLTRASIO

Il Calcare di Moltrasio è costituito da una successione di calcari marnosi grigio scuri o neri, con noduli e liste di selce, a stratificazione media, piano parallela, con frequenti intercalazioni marnose. Lo spessore della Formazione varia da 0 metri (in corrispondenza dei già citati alti strutturali di M. del Cavallo e Zandobbio) ad oltre 800 metri (GAETANI, 1975) nei settori bacinali interposti (Albenza, Sebino). Un assottigliamento molto marcato, associato a nette variazioni di litologia e facies, deve essere ricordato per quanto riguarda il paleoalto di Morterone (JADOUL & DONISELLI, 1987) (Fig. 2.40), e le aree del M. Misma e della Valle Adrara (poco a sud del M. Bronzone).

L’attuale denominazione dell’unità è da attribuire a STOPPANI (1857). Essa trova corrispondenza laterale all’esterno dell’area compresa nella presente carta, con il Lombardische Kieselkalk del Bacino del M. Generoso (comasco) (BERNOULLI, 1964) e con il Calcare di Gardone Val Trompia (area bresciana) (PARONA, 1897).

L’età del Calcare di Moltrasio è Sinemuriano - Pliensbachiano p.p., in base alla biostratigrafia ad Ammoniti (GAETANI, 1975, con bibliografia).

Gli affioramenti si distribuiscono nella fascia di rilievi intermedi tra le colline pedemontane e le Prealpi Orobie, ricalcando l’area già indicata per il Calcare di Sedrina. In quest’area il Calcare di Moltrasio costituisce corpi con geometria cuneiforme che si aprono generalmente da E verso W, suggerendo la geometria marcatamente asimmetrica dei bacini deposizionali. Questi sono il bacino di Costa del Palio (Valle Imagna) (JADOUL & DONISELLI, 1987), il bacino dell’Albenza, il bacino del

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Sebino (tra il lago d’Iseo e la Val Seriana) (GAETANI, 1975). Anche il Calcare di Moltrasio è attivamente cavato come materiale per cemento, mentre è da tempo conclusa l’attività di coltivazione come pietra da coti (cave e miniere di Pradalunga).

Il limite inferiore della Formazione può essere netto, a tetto dei livelli intensamente silicizzati che coronano il Calcare di Sedrina, o più graduale quando questi ultimi non sono riconoscibili. Di norma il passaggio tra le due unità è definito dalla maggiore frequenza e spessore delle intercalazioni marnose, dal colore nerastro delle selci e dalla comparsa di sedimenti torbiditici. La porzione inferiore della formazione è quasi ovunque caratterizzata dalla presenza di alcuni livelli, sviluppati su spessori metrici, molto intensamente silicizzati, di colore bruno o nerastro.

Il Calcare di Moltrasio presenta variazioni laterali e verticali che si associano alla geometria cuneiforme dei litosomi.La successione più tipica è quella bacinale, caratterizzata dall’associazione di strati calcareo-marnosi, piano-paralleli, selciferi e talora spongolitici, di natura torbiditica, con marne calcaree emipelagiche e calcilutiti pelagiche a stratificazione regolare, ricche in selce. Procedendo verso i settori di chiusura marginale dei corpi, a questi sedimenti tendono ad associarsi corpi lenticolari, massivi o caotici, costituiti da paraconglomerati intraformazionali e/o litoclastici e slumps, derivanti da scivolamenti e scoscendimenti in massa sinsedimentari (Lonno, M. Poieto, M. Rena, M. Cavlera in bassa Val Seriana) (Fig. 2.41). A questi sono localmente intercalati corpi di calciruditi, brecce e megabrecce intra- ed extraformazionali (Morterone, Ubiale in bassa Val Brembana, Nese, Albino, M. Poieto in bassa Val Seriana) (JADOUL & DONISELLI, 1987; CASATI, 1968).

Nel caso dell’alto strutturale di Morterone sono note facies massive, costituite da banchi calcarei amalgamati, che potrebbero rappresentare depositi risedimentati in ambiente di pendio superiore o addirittura veri e propri sedimenti di piattaforma subtidale aperta (JADOUL & DONISELLI, 1987).

Nel complesso il Calcare di Moltrasio segnala la fase di strutturazione principale del Bacino Lombardo durante il Lias inferiore, nel corso della quale si individuano i contrapposti dominii di alto strutturale e di bacino, delimitati da faglie normali sinsedimentarie, tettonicamente attive.

38 - CALCARE DI DOMARO

La Formazione è costituita da calcari marnosi grigi, a stratificazione variabile da sottile a spessa, piano-parallela, con liste e noduli di selce ed intercalazioni marnose grigio - verdi. In associazione si rinvengono calcilutiti grigie o rosse con intercalazioni di calcari marnosi nodulari, ricchi in Ammoniti, o strati e banchi calcarenitico-marnosi a liste di selce, gradati e laminati.

Lo spessore della Formazione varia da 0 ad oltre 700 metri, con una distribuzione analoga a quanto già osservato in merito al Calcare di Moltrasio (riduzione e/o chiusura sugli alti strutturali del M. Cavallo nel settore di Olera - M. di Nese e di Zandobbio e nella zona del M. Misma). Nel complesso si tratta ancora di corpi cuneiformi in progressivo assottigliamento verso i margini di bacino, ma caratterizzati da una maggiore continuità laterale. Lo spessore di tali cunei cresce da W (Albenza) verso E (Sebino). La coltivazione come materiale per cemento è abbastanza diffusa nei settori di maggior spessore, con cave aperte nelle basse valli del Serio e del Cherio, mentre sono in disuso le miniere di pietre da coti.

Il Calcare di Domaro ha ricevuto denominazione alla fine del secolo scorso (BONARELLI, 1894), dopo essere stato a lungo chiamato “Medolo” unitamente alle formazioni sinemuriane sottostanti. BONARELLI (1894) istituì, in base alla biozonazione ad Ammoniti, il piano Domeriano, con riferimento alla sezione del M. Domero (oggi Domaro), da cui deriva anche l’attuale denominazione formazionale. Una ben definita sezione-tipo non è però mai esistita, e solo molto recentemente la successione è stata ricostruita a spezzoni sul versante N della Colma di Domaro (Brescia, all’esterno della carta qui illustrata) (SCHIROLLI, 1990).

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L’età della Formazione è Pliensbachiano (Carixiano p.p.-Domeriano), in base alla biozonazione ad Ammoniti ed alla più recente biostratigrafia a nannofossili calcarei (BONARELLI, 1894; GAETANI, 1975 con bibliografia; COBIANCHI, 1992).

Il Calcare di Domaro affiora negli stessi settori già indicati per il Calcare di Moltrasio rispetto al quale mostra una maggiore continuità laterale, in particolare in corrispondenza degli alti strutturali, ove sono note successioni condensate o ridotte di età Pliensbachiana, talora con caratteri litologici correlabili o in facies di Ammonitico Rosso (GAETANI, 1975) (M. Cavallo, M. Misma, Zandobbio).

Il limite inferiore è normalmente graduale, corrispondendo al passaggio da calcari marnosi scuri con selci nere, ad una successione caratterizzata da colori più chiari e stratificazione più regolare. Localmente tale limite precede stratigraficamente di pochi metri un intervallo ricco in intercalazioni di calcilutiti rosate e marne argillose rosse o verdi a noduli micritici (bassa Val Brembana e regione dell’Albenza).

Schematicamente la successione verticale e le relative variazioni laterali possono essere così riassunte:

- l’intervallo inferiore è rappresentato ad E del F. Serio da alternanze calcareo - marnose, a stratificazione media, piano-parallela, con liste e noduli di selce grigia, associati a torbiditi pelagiche fini, in strati gradati e laminati (bacino Sebino). Presso il margine orientale dello stesso vi si intercalano potenti corpi di slump a geometria marcatamente lenticolare. Ad W del F.Serio lo stesso intervallo inferiore è rappresentato da tipiche coppie calcilutite/marna, costituenti gruppi che si ripetono ritmicamente. A queste seguono calcilutiti grigie o rosate, con intercalazioni marnose nodulari, a stratificazione sottile, piano-parallela, di colore rosso o talora verde. Questo intervallo è particolarmente diffuso in bassa Val Brembana (Membro di Botta Auct.), ma è presente in bergamasca, normalmente al passaggio tra le zone di alto ed i settori bacinali (M. Cavallo, Lonno, M. Misma, Colle di S.Fermo, Zandobbio, Adrara). A questo intervallo vengono ricondotti i calcari nodulari ricchi in Ammoniti domeriane, Bivalvi, Crinoidi, Brachiopodi ed altri fossili, indicati come Ammonitico Rosso sugli alti del M. Cavallo e di Zandobbio (ROSSI RONCHETTI et alii, 1968; GAETANI, 1975). In questi contesti paleostrutturali la successione è frequentemente intersecata da filoni sedimentari di dimensioni fino a decametriche, costituiti da brecce litoclastico - bioclastiche e micriti pelagiche, normalmente di età toarciana (ROSSI RONCHETTI et alii, 1968);

- l’intervallo superiore è costituito dall’associazione di calcari marnosi grigi in strati e banchi talora plurimetrici, associati a calcareniti gradate passanti a marne, in strati piano-paralleli, da sottili a medi, di origine più chiaramente torbiditica. In alcuni settori (M. Rena in bassa Val Seriana, M. Misma), vi si intercalano limitati corpi di slump o di brecciole, che sottolineano il passaggio alla sovrastante Formazione di Concesio.

Gli intervalli caratterizzati da sedimentazione torbiditica, si chiudono più marcatamente e velocemente in corrispondenza dei margini di bacino rispetto alle associazioni di facies pelagiche che conservano maggiore continuità e caratteri litologici riconoscibili anche nelle successioni più ridotte.

La chiusura laterale dell’intera Formazione (Olera) è caratterizzata dallo sviluppo di una superficie di discontinuità netta, con lacuna corrispondente all’intero Pliensbachiano. Lateralmente tale superficie (M. di Nese, Lonno per quanto riguarda l’alto di M. Cavallo, Selva di Zandobbio per quanto riguarda l’alto omonimo) può essere ricoperta da successioni a carattere differente, comprendenti corpi di brecce, slumps o successioni condensate estremamente ricche in Ammoniti, Belemniti, Bivalvi, Gasteropodi, Crinoidi e bioclasti. Nella zona del M. Misma infine sono presenti calcari rossi debolmente marnosi a Crinoidi, a stratificazione media e spessa, con caratteri di facies peculiari, certamente dissimili dai normali depositi bacinali che caratterizzano il bacino Sebino.

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La complessa articolazione del Calcare di Domaro suggerisce una differente evoluzione dei diversi settori del Bacino Lombardo, in cui l’attività tettonica migra palesemente da W verso E tra il Sinemuriano ed il Pliensbachiano (CASTELLARIN & PICOTTI, 1990). Una notevole articolazione dell’area nota come bacino Sebino è inoltre suggerita dalle importanti variazioni di spessore e di

facies.

Estratto carta geologica provinciale Aspetti vegetazionali: Essendo una sintesi fra i caratteri geolitologici, climatici e fitogeografici, le regioni forestali sono la prima chiave di interpretazione della vegetazione di un dato territorio. In “I tipi forestali della Lombardia” DEL FAVERO suddivide la lombardia in sei regioni forestali dalla pianura ai massici montuosi:

1 appenninica; 2 planiziale (bassa pianura, alta pianura e planalti); 3 avanalpica; 4 esalpica (centroorientale estera e centroorentale interna) 5 mesalpica; 6 endalpica. Il territorio oggetto d’intervento si trova nella Regione esalpica: è la regione che s'incontra successivamente alla fascia collinare e comprende i primi rilievi prealpini di una certa rilevanza altitudinale. In questa regione prevalgono nettamente le latifoglie anche se non mancano formazioni di conifere costituite prevalentemente da pinete di pino silvestre. Gli abeti, pur talvolta presenti, sono stati spesso introdotti dall'uomo anche se successivamente possono essersi diffusi spontaneamente. La loro caratteristica differenziale principale, rispetto a quelli presenti nella regione mesalpica, è la rapida crescita e il precoce invecchiamento (l'abete rosso a 70-80 anni

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mostra già fenomeni d'invecchiamento, l'abete bianco in età ancora relativamente giovane ha, in genere, il nido di cicogna), fatto che ha notevoli ripercussioni selvicolturali. Altro carattere peculiare di questa regione, rispetto a quelle più interne, è che le formazioni altitudinalmente terminali, che spesso ricoprono anche la sommità dei rilievi, sono ancora costituite prevalentemente da latifoglie.

Aspetti geografici : Come si può desumere dall’estratto della C.T.R. riportato qui sotto l’area oggetto d’intervento è nella parte centrale del comune , in prossimità del Cimitero comunale, posta a valle in fregio alla strada carrabile principale che collega il Comune a Sant’Omobono Terme (centro principale della Valle Imagna) . L’area è limitrofa al contesto urbanizzato del comune di Bedulita e come già accennato costituisce con gli edifici pubblici (municipio, scuole, cimitero) un ampio contesto di proprietà pubblica. Tale porzione mantenuta a bosco e verde , degrada verso la valle ed è soggetta a fenomeni di dissesto idrogeologico che possono avere effetti negativi anche sugli altri contesti.

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Estratto Ortofoto

Il paesaggio : Il paesaggio della zona è facilmente leggibile dalla ortofotocarta, trattasi di un’area boscata posta immediatamente a valle della viabilità principale , posta sui versanti est ed ovest rispetto alla valle denominata nel tratto in questione Valle Camartinelli . L’intervento in progetto, può considerarsi il naturale completamento di un precedente intervento cofinanziato con la misura 226, fondi strutturali 2007-2013 del PSR che più specificatamente ha riguardato la sistemazione del reticolo posto a valle , e nello specifico ha lo scopo di consolidare il versante su lati Est ed Ovest . L’area specifica dell’intervento, pur essendo stata utilizzata per le normali operazioni di rinnovo del bosco è a tuttoggi un ambito boscato con piccoli spazi a radura in prossimità del tracciato dell’alveo.

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PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE estratto tavola P.I.F. piano indirizzo forestale : Dall’analisi del Piano di indirizzo forestale della Comunità Montana Valle Imagna e più specificatamente della Tavola 2b relativa alla carta del confine del bosco l’area risulta completamente inserita in ambito boschivo

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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO – CARTA DELLA SINSIBILITA’ PAESISTICA Dall’analisi della carta della sensibilità paesistica del PGT del Comune di Bedulita ( PGT in corso di adozione , l’area oggetto d’intervento è ricompresa nella zona ad alta sensibilità paesistica in zona agricola .

5 LO STATO ATTUALE DEL BENE OGGETTO DI TUTELA PAESAGGISTICA

Lo stato attuale del bene oggetto di tutela paesaggistica Come già evidenziato in precedenza gli ambiti oggetto di intervento risultano assoggettati a vincolo paesaggistico per effetto dell’articolo 142 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n.137”. Nello specifico le aree rientrano nelle categorie geografiche indicate come: “Boschi e foreste(comma 1, lettera g – art. 142 d. lgs. 42/2004): una parte dell’area interessata dalle opere edilizie e di urbanizzazione è coperta bosco, così come definito dalla vigente normativa regionale(articolo 3 della legge regionale 28 ottobre 2004, n.27 ora art. 42 della Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31).

Sulle aree in questione non sussistono altri elementi rilevanti ai fini dell’attribuzione del vincolo paesaggistico . In particolare non vi sono ambiti assoggettati a tutela in forza di specifici provvedimenti ai sensi dell’articolo 136 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n° 42 e non si opera in “ zone di interesse archeologico”.

Come anzidetto nel PTCP l’area , compresa nella zona paesaggio montano e collinare , debolmente antropizzato , di relazione con gli insediamenti di versante e di fondovalle, pascoli montani e versanti boscati con interposte aree prative , edificazione scarsa sentieri e strade .

La stessa area è soggetta a vincolo idrogeologico ai sensi della LR 27/2004 e s.m.i.

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6 Elementi significativi di valore paesaggistico e impatto delle trasformazioni proposte

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO L’intervento in progetto, può considerarsi il naturale completamento di un precedente intervento cofinanziato dalla misura 226, del PSR 2007-2013, che ha riguardato la sistemazione e il consolidamento del reticolo minore , mentre l’attuale intervento mira ad una sistemazione dei versanti Est ed Ovest , dove sono in atto in atto alcuni fenomeni di dissesto al fine di regimare il flusso delle acque meteoriche e di consolidare i versanti con un insieme sistematico di opere mediante impiego di tecniche di ingegneria naturalistica (terre armate e scogliere con appositi drenaggi)

Analisi dell’impatto paesistico : L’intervento realizzato con tecniche di ingegneria naturalistica non va ad incidere sulle condizioni percettive dell’area. Dopo una prima fase di modestissima percettività determinata dalla completamento dei lavori , l’inerbimento delle scarpate e la messa a dimora di essenze arboree locali come previsto dal progetto andranno completamente a mascherare completamente la realizzazione delle opere progettate

Piano Territoriale Paesistico Regionale Alla luce di quanto esposto in merito alla lettura paesaggistica dell’area e alle indicazioni

degli strumenti di pianificazione sovra comunale si può affermare che le opere in oggetto non interessano alcun elementi di importante pregio paesaggistico: Componenti del paesaggio Elementi progettuali di

interferenza Elementi di

mitigazione/compensazione 1) Componenti del paesaggio fisico: terrazzi di valle, orli e scarpate; pareti con evidenza di motivi strutturali ed architettonici pianalti del piano montato;

In considerazione della puntualità degli interventi, gli stessi non incidono con i motivi strutturali del paesaggio

2) Componenti del paesaggio naturale: ambiti naturalistici e faunistico.

Gli ambiti naturali non risultano interessati dagli interventi puntuali

4) Componenti del paesaggio storico-culturale: antichi tracciati, castelli, residenze nobiliari, loro parchi e giardini,

L’intervento non incide sulla viabilità storica presente nell’area)

5) Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: i luoghi dell’identità locale, belvedere,ecc.

L’intervento non incide sugli elementi di percettività del paesaggio,

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7 ELEMENTI SIGNIFICATIVI DI VALORE PAESAGGISTICO E IMPATTO DELLE TRASFORMAZIONI PROPOSTE ESAME IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO Tabella 1A – Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica del sito

oggetto di intervento.

Modi di valutazione Chiavi di lettura SI NO

1. Morfologico / Strutturale

�APPARTENENZA/CONTIGUITÀ A SISTEMI PAESISTICI: - di interesse naturalistico elementi naturalistico-ambientali significativi per quel luogo, ad esempio: alberature, monumenti naturali, fontanili, aree verdi che svolgono un ruolo nodale nel sistema del verde. - di interesse storico agrario ad esempio: filari, elementi della rete irrigua e relativi manufatti (chiuse, ponticelli), percorsi poderali, nuclei e manufatti rurali..; - di interesse storico-artistico centri e nuclei storici, monumenti, chiese e cappelle, mura storiche..; - di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) ad esempio: percorsi –anche minori- che collegano edifici storici di rilevanza pubblica, parchi urbani, elementi lineari –verdi o d’acqua- che costituiscono la connessione tra situazioni naturalistico-ambientali significative, “porte” del centro o nucleo urbano, stazione ferroviaria; �APPARTENENZA/VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN ELEVATO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DIIMMAGINE - quartieri o complessi di edifici; - edifici prospicienti una piazza compresi i risvolti; - edifici su strada aventi altezza in gronda non superiore alla larghezza della via. �APPARTENENZA/VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN SCARSO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DI IMMAGINE MERITEVOLE DI RIQUALIFICAZIONE

2. Vedutistico �Vedutistico �Interferenza con punti di vista panoramici il sito interferisce con un belvedere o con uno specifico punto panoramico o prospettico; �Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesisticoambientale il sito si colloca lungo un percorso locale di fruizione paesisticoambientale (la pista ciclabile, il sentiero naturalistico …); �Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali di interesse storico, artistico e monumentale. il sito interferisce con le relazioni visuali storicamente consolidate e rispettate tra punti significativi di quel territorio. �Interferenza/contiguità con percorsi ad elevata percorrenza adiacenza a tracciati stradali anche di interesse storico, tracciati ferroviari

3. Simbolico �Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale. - luoghi che pur non essendo oggetto di celebri citazioni rivestono un ruolo rilevante nella definizione e nella consapevolezza dell’identità locale (luoghi celebrativi o simbolici). - luoghi connessi sia a riti religiosi (percorsi processionali, cappelle votive) sia ad eventi o ad usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali, luoghi rievocativi di leggende e racconti popolari, luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata).

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La tabella 1A non è finalizzata ad un’automatica determinazione della classe di sensibilità del sito, ma costituisce il riferimento per la valutazione sintetica che dovrà essere espressa nella tabella 1B a sostegno delle classi di sensibilità da individuare. La classe di sensibilità della tabella 1B non è il risultato della media matematica dei “Si” e dei “No” della tabella 1A, ma è determinata da ulteriori analisi esplicate nella pagina delle modalità di presentazione, tenendo conto di un contesto ampio, di uno più immediato e delle caratteristiche architettoniche dell’edificio stesso.

Lo stesso dicasi per “giudizio complessivo” che viene determinato in linea di massima, dal valore più alto delle classi di sensibilità.

Tabella 1B – Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica del sito oggetto di intervento.

Modi di valutazione Valutazione ed esplicazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura

Classe di Sensibilità

1. Morfologico/strutturale

Non sono presenti significativi elementi naturalistici, storico artistico COME DA PGT. 4

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

2. Vedutistico

Si rilevano gli elementi significativi dal punto di vista vedutistico già indicati da PTCP e da PGT

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

3. Simbolico

L’area non ha significati particolari sotto l’aspetto simbolico

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Giudizio complessivo

COME DA PGT. 4 e per le motivazioni sopracitate

1 2 3 4 5

Valori di giudizio complessivo da esprimersi in forma numerica secondo la seguente associazione tenendo conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai tre modi di valutazione (tab. 1B), alle chiavi di lettura (tab. 1A) e in base alla rilevanza assegnata ai diversi fattori analizzati: 1 = Sensibilità paesistica molto bassa 2 = Sensibilità paesistica bassa 3 = Sensibilità paesistica media 4 = Sensibilità paesistica alta 5 = Sensibilità paesistica molto alta N.B. Nella colonna centrale indicare sinteticamente le motivazioni che hanno portato alla determinazione della classe di sensibilità. Evidentemente tali valutazioni non potranno discostarsi dall’esito delle risposte ai quesiti compilate nella tabella 1A.

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Tabella 2A – Criteri e parametri per determinare il grado di incidenza del progetto

Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto:

parametri di valutazione Incidenza:

SI NO 1. Incidenza Morfologica e Tipologica

ALTERAZIONE DEI CARATTERI MORFOLOGICI DEL LUOGO E DELL’EDIFICIO OGGETTO D’INTERVENTO: Il progetto comporta modifiche: - dell’altezza e degli allineamenti degli edifici - dell’andamento dei profili - dei profili di sezione urbana - dei prospetti pieni/vuoti: rapporto e/o allineamenti tra aperture (porte, finestre, vetrine) e superfici piene, tenendo conto anche della presenza di logge, portici, bow-window e balconi. - dell’articolazione dei volumi �ADOZIONE DI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE NON AFFINI A QUELLE PRESENTI NELL’INTORNO PER LE MEDESIME DESTINAZIONI FUNZIONALI: Il progetto prevede: - tipologie di coperture (piane, a falde, relativi materiali etc.) differenti da quelle prevalenti in zona. - introduzione di manufatti in copertura: abbaini, terrazzi, lucernari, aperture a nastro con modifica di falda e relativi materiali di tipologia differente da eventuali soluzioni storiche o comunque presenti in aree limitrofe. �ALTERAZIONE DELLA CONTINUITÀ DELLE RELAZIONI TRA ELEMENTI ARCHITETTONICI E/O TRA ELEMENTI NATURALISTICI

2. Incidenza Linguistica: stile, materiali, colori

�CONFLITTO DEL PROGETTO RISPETTO AI MODI LINGUISTICI PREVALENTI NEL CONTESTO, INTESO COME INTORNO IMMEDIATO

3. Incidenza Visiva �INGOMBRO VISIVO �OCCULTAMENTO DI VISUALI RILEVANTI �PROSPETTO SU SPAZI PUBBLICI (strade, piazze)

4. Incidenza Simbolica �INTERFERENZA CON I VALORI SIMBOLICI ATTRIBUITI DALLA COMUNITÀ LOCALE AL LUOGO

Come indicato per la determinazione della sensibilità del sito, la tabella 2A non è finalizzata ad un’ automatica determinazione della classe di incidenza del progetto, ma costituisce il riferimento per la valutazione sintetica che dovrà essere espressa nella tabella 2B a sostegno delle classi di incidenza da individuare.

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Tabella 2B – Criteri e parametri per determinare il grado di incidenza del progetto Criteri di valutazione Valutazione sintetica in relazione ai parametri di

cui alla Tabella 2A Classe di Incidenza

Incidenza Morfologica e Tipologica

Non vengono alterati gli aspetti morfologici e tipologici dell’ambiente

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Incidenza Linguistica: stile, materiali, colori

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Incidenza Visiva

Gli interventi non influenzano negativamente coni visuali rilevanti,

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Incidenza Simbolica

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Giudizio complessivo

Il giudizio che ne derivano sui criteri di incidenza del progetto si possono definire con incidenza bassa

1 2 3 4 5

Il giudizio complessivo è da esprimersi in forma numerica secondo la seguente associazione tenendo conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai criteri di valutazione della tabella 2B e ai parametri di valutazione della tabella 2 A:

1 = Incidenza paesistica molto bassa 2 = Incidenza paesistica bassa 3 = Incidenza paesistica media 4 = Incidenza paesistica alta 5 = Incidenza paesistica molto alta N.B. Nella colonna centrale occorre indicare sinteticamente le motivazioni che hanno portato alla determinazione della classe di incidenza. Evidentemente tali valutazioni non potranno discostarsi dall’esito delle risposte ai quesiti compilate nella tabella 2°

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Determinazione del livello di impatto paesistico del progetto La tabella che segue esprime il grado di impatto paesistico dei progetti, rappresentato dal prodotto dei punteggi attribuiti ai giudizi complessivi relativi alla classe di sensibilità del sito e al grado di incidenza del progetto. Tabella 3 – Determinazione dell’impatto paesistico dei progetti Impatto Paesistico dei progetti = Sensibilità del sito x Incidenza del progetto

Grado di Incidenza del Progetto

Classe di Sensibilità del sito

1 2 3 4 5

5 5 10 15 20 25

4 4 8 12 16 20

3 3 6 9 12 15

2 2 4 6 8 10

1 1 2 3 4 5

Soglia di rilevanza: 5 Soglia di tolleranza: 16 Da 1 a 4: impatto paesistico sotto la soglia di rilevanza Da 5 a 15: impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza Da 16 a 25: impatto paesistico sopra la soglia di tolleranza Quando l’impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza, ma comunque sotto la soglia di tolleranza .

RISULTANZE CONCLUSIVE :

L’intervento da realizzare con impiego di tecniche di ingegneria naturalistica ha un impatto paesistico di modesta entità , comunque al di sopra della soglia di rilevanza ma molto al di sotto

della soglia di tolleranza.

IL TECNICO

Geometra Lorenzo Mazzoleni