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Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo Direttore Generale dr.ssa Mara Azzi Direzione Generale Osservatorio Epidemiologico Dipartimento PAC L’evento nascita in Provincia di Bergamo Analisi dei Certificati di Assistenza al Parto 2006 – 2010

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Page 1: L’evento nascita in Provincia di Bergamo - ats-bg.it · ospedali in provincia di Bergamo indipendentemente dal luogo di residenza della madre. Le elaborazioni effettuate sono di

Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo

Direttore Generale dr.ssa Mara Azzi

Direzione Generale

Osservatorio Epidemiologico

Dipartimento PAC

L’evento nascita in

Provincia di Bergamo Analisi dei Certificati di Assistenza al Parto

2006 – 2010

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Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo

Direttore Generale dr. Mara Azzi

Direzione Generale

Osservatorio Epidemiologico

L’evento nascita in

Provincia di Bergamo Analisi dei Certificati di Assistenza al Parto

2006 – 2010

A cura di Elena Rota* e Osservatorio Epidemiologico#

*Dipartimento Di Prevenzione - Serv. Igiene Alimenti e Nutrizione

#Giuseppe Sampietro, Silvia Ghisleni, Luisa Giavazzi, Andreina Zanchi

ASL della Provincia di Bergamo

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L’evento nascita in Provincia di Bergamo Analisi dei Certificati di Assistenza al Parto

2006 – 2010

INDICE Premessa Finalità ................................................................................. pag. 2 Materiali e metodi .................................................................. pag. 3 Il contesto demografico .......................................................... pag. 4 Dati di contesto

1. Nuovi nati ........................................................................ pag. 6 2. Punti nascita ..................................................................... pag. 7

Caratteristiche della madre

3. Cittadinanza della madre .................................................... pag. 9 4. Stato civile della madre ...................................................... pag. 10 5. Titolo di studio della madre ................................................. pag. 11 6. Condizione professionale della madre ................................... pag. 13 7. Posizione nella professione della madre ................................ pag. 16 8. Ramo di attività economica della madre ................................ pag. 18 9. Età della madre ................................................................. pag. 21

Il concepimento e la gravidanza

10. Ricorso a Tecniche di Procreazione Assistita ......................... pag. 25 11. Numero di visite effettuate in gravidanza ............................. pag. 27 12. Prima visita (in settimane di gravidanza) ............................. pag. 30 13. N. di ecografie effettuate ................................................... pag. 33 14. Indagini prenatali invasive ................................................. pag. 36 15. Gravidanza patologica ....................................................... pag. 38 16. Durata della gravidanza ..................................................... pag. 40

Il parto

17. Modalità del travaglio ........................................................ pag. 43 18. Modalità del parto ............................................................. pag. 44 19. Natimortalità .................................................................... pag. 46 20. Necessità di rianimazione ................................................... pag. 49

Caratteristiche del neonato

21. Peso alla nascita ............................................................... pag. 52 22. Nati con malformazione ..................................................... pag. 55

Conclusioni .................................................................................. pag. 57

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PREMESSA Il Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) è lo strumento di rilevazione che

garantisce il flusso informativo sull’evento nascita, regolamentato dal Decreto del

Ministero della Sanità 16.07.2001 n. 349. Esso costituisce la fonte più ricca di

informazioni non solo a carattere sanitario ed epidemiologico, ma anche a carattere

socio-demografico, riferite all’evento nascita, e rappresenta pertanto, a livello

nazionale, un importante strumento di programmazione sanitaria.

Il CedAP è composto dalle seguenti sezioni :

- Generale

- A: informazioni socio-demografiche sul/i genitore/i

- B: informazioni sulla gravidanza

- C: informazioni sul parto e sul neonato

- D: informazioni sulle cause di nati-mortalità

- E: informazioni sulla presenza di malformazioni

Le informazioni contenute nel CedAP possono essere utili per individuare le criticità nel

percorso di assistenza alla gravidanza e al parto; per effettuare analisi comparate tra

strutture assistenziali, aziende e regioni; per verificare la rispondenza alle linee guida;

e infine per monitorare il cambiamento nelle pratiche assistenziali.

Il flusso informativo dei dati CedAP è assicurato attraverso l’inserimento dei dati

direttamente dalla struttura ospedaliera in un apposito database regionale nel quale

confluiscono tutti i certificati. I certificati delle nascite avvenute in altri luoghi

(abitazione della madre) vengono consegnati all’ASL dal personale sanitario che ha

assistito al parto e successivamente inseriti nel database.

finalità

In letteratura scientifica si trovano vari lavori che analizzano la correlazione tra le

caratteristiche socio-demografiche della madre e quelle sanitarie del bambino.

Il ricorso a fonti di informazione come il database dei CedAP consente di tracciare un

quadro della popolazione grazie a una fonte di dati disponibile a intervalli regolari e

costante nel tempo.

Nel presente lavoro sono state analizzate le schede CedAP relative alle nascite

avvenute in provincia di Bergamo nel periodo 2006 – 2010, al fine di ricercare le

eventuali correlazioni esistenti tra variabili quali età, cittadinanza, livello di scolarità,

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condizione e posizione professionale delle madri con le condizioni nell’accesso ai

servizi socio-sanitari e la salute del neonato.

materiali e metodi

Per le elaborazioni sono stati utilizzati i dati CedAP relativi alle nascite del periodo

2006-2010 in provincia di Bergamo. In totale le nascite riferite a questo arco

temporale sono 56.064, suddivise per anno utilizzando il valore inserito nel campo

“scheda SDO neonato”.

Sono state considerate tutte le schede di nascita relative alle nascite avvenute negli

ospedali in provincia di Bergamo indipendentemente dal luogo di residenza della

madre.

Le elaborazioni effettuate sono di carattere descrittivo.

Per ognuna delle variabili esaminate sono state considerate soltanto le schede nelle

quali lo specifico campo di interesse non era vuoto e riportava un valore valido

rispetto a quanto richiesto.

Nel caso di più variabili considerate contemporaneamente sono state utilizzate

soltanto le schede in cui tutti i campi di interesse non erano vuoti e riportavano valori

validi.

Per le variabili riferite alla madre, alla gravidanza e al parto sono state considerate le

schede CedAP del primo nato di ogni parto (indipendentemente dal tipo di parto e dal

suo esito); per le variabili “natimortalità” e “rianimazione del neonato” sono state

considerate tutte le schede CedAP; per le variabili “peso del neonato” e

“malformazioni” sono state considerate soltanto le schede CedAP riferite ai nati vivi,

sulla base delle scelte metodologiche della letteratura disponibile (Rapporti CedAP

Regione Emilia Romagna)

L’elaborazione di ogni variabile è preceduta dall’indicazione dei criteri utilizzati per

definire il numero di schede utilizzate.

Alcune variabili considerate sono state suddivise in classi (es. età della madre,

scolarità, durata della gravidanza in settimane di gestazione). In questi casi il criterio

di suddivisione è stato scelto sulla base della categorizzazione utilizzata in documenti

di analisi del CedAP già disponibili in letteratura, in particolare l’ “Analisi dell’evento

nascita – anno 2006” del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

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il contesto demografico

La popolazione totale della provincia di Bergamo è pari a 1.087.204 (dati Istat al

1/01/2010). La provincia è caratterizzata da un indice di natalità (nati vivi * 1.000 /

pop. totale) superiore alla media nazionale. Questa situazione è mantenuta nel tempo

ed appare tutt’ora in leggera crescita, grazie all’apporto delle madri straniere.

Anche l’indice di fertilità (nati vivi*1000/pop femminile 15-49 anni) segue un trend in

crescita, attribuibile all’aumento delle donne straniere residenti:

indice di fertilità (nati vivi*1000/pop femminile 15-49 anni)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

43,56 43,91 45,48 44,45 45,79 45,79 47,36 47,78

Le donne straniere residenti in provincia in età fertile (15 – 49 anni) sono aumentate

nel quinquennio del 61,1% (dato 2006: 20.712; dato 2010: 33.373, fonte

www.istat.it):

INDICE DI NATALITA' nati vivi*1000/pop.totale

9

9

10

10

11

11

12

provincia di Bergamo 10,64 10,62 10,91 10,70 10,89 10,72 11,15 11,15

Regione Lombardia 9,6 9,5 10,00 9,85 10,01 10,09 10,18 10,10

Italia 9,4 9,40 9,70 9,48 9,50 9,54 9,64 9,45

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

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DONNE STRANIERE RESIDENTI PER CLASSE DI ETA' FERTIL E

0

2.000

4.000

6.000

8.000

2006 2007 2008 2009 2010

2006 1.745 2.595 4.434 4.350 3.646 2.349 1.593

2007 1.914 2.942 4.680 4.842 4.085 2.693 1.807

2008 2.169 3.511 5.324 5.515 4.659 3.261 2.233

2009 2.482 4.101 6.041 6.308 5.225 3.794 2.583

2010 2.699 4.430 6.347 6.981 5.682 4.272 2.962

15 - 19 20 - 24 25 - 29 30 - 34 35 - 39 40 - 44 45 - 49

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DATI DI CONTESTO 1. Nuovi nati

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Le schede dei nuovi nati analizzate sono pari al 100%. - L’informazione relativa a “Cittadinanza della madre” era presente in 54.396 schede (97%).

Le schede CedAP che non riportavano il dato o lo riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

La numerosità dei nuovi nati in provincia di Bergamo ha mostrato un lieve aumento

(3,5%), dovuto essenzialmente all’aumento dei nati da donne straniere:

N. NUOVI NATI 2006 - 2010 PER ANNO

10.904 10.961

11.346

11.558

11.295

10.400

10.600

10.800

11.000

11.200

11.400

11.600

11.800

2006 2007 2008 2009 2010

N. NUOVI NATI 2006 - 2010 PER ANNOPER NAZIONALITA' DELLA MADRE

8.503 8.361 8.354 8.229 8.011

1.998 2.227 2.645 3.035 3.033

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

2006 2007 2008 2009 2010

ITALIANA STRANIERA

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2. Punti nascita

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Le schede dei nuovi nati analizzate sono pari al 100%.

In provincia di Bergamo sono attivi 8 punti nascita, 7 situati all’interno di strutture

pubbliche e 1 in una struttura privata accreditata. Nell’elaborazione ne vengono

presentati 9 in quanto nel 2009 è stato chiuso l’ospedale “San Biagio” di Clusone,

sostituito dall’ospedale di Piario. L’Azienda Ospedaliera e il bacino di utenza sono le

medesime per entrambi gli ospedali.

Nel corso del quinquennio gli ospedali mostrano delle fluttuazioni complessive intorno

al 10 % nell’andamento annuale del n. di eventi nascita, con la significativa eccezione

dell’ospedale Bolognini di Seriate (+ 36%).

Sono stati inoltre registrati 5 parti a domicilio.

EVENTO PARTO PER PUNTO NASCITA IN VALORE ASSOLUTO2006 - 2010

20.703

8.584

8.222

5.656

4.837

3.690

1.393

1.245

1.007

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000

OSPEDALI RIUNITI BERGAMO

OSPEDALE DI TREVIGLIO E CARAVAGGIO

OSPEDALE BOLOGNINI SERIATE

OSPEDALE PESENTI FENAROLI ALZANO LOMBARDO

POLICLINICO SAN PIETRO SPA PONTE SAN PIETRO

OSPEDALE PASSI CALCINATE

OSPEDALE CIVILE S. BIAGIO CLUSONE

OSPEDALE CIVILE S. GIOVANNI BIANCO

OSPEDALE DI PIARIO

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EVENTO PARTO PER PUNTO NASCITA PER ANNO 2006 - 2010

1.3541.441

1.779 1.803 1.845

262 252 243 258 230

481 478 434 464543

1.731 1.686 1.728 1.709 1.730

769 736 718 775 692

1.059 1.113 1.133 1.145 1.206

4.204 4.127 4.1774.262

3.933

925 975 1.000 977 960

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

2.006 2007 2008 2009 2010

OSPEDALE BOLOGNINISERIATE

OSPEDALE CIVILE S.GIOVANNI BIANCO

OSPEDALE CIVILE S.BIAGIO CLUSONE /OSPEDALE DI PIARIO

OSPEDALE DITREVIGLIO ECARAVAGGIO

OSPEDALE PASSICALCINATE

OSPEDALE PESENTIFENAROLI ALZANOLOMBARDO

OSPEDALI RIUNITIBERGAMO

POLICLINICO SANPIETRO SPA PONTESAN PIETRO

Il 20 % dei parti ha avuto luogo in strutture che assistono meno di 1.000 parti/anno:

Ospedale Civile di San Giovanni Bianco, Ospedale Civile S. Biagio di Clusone /

Ospedale di Piario, Ospedale Passi di Calcinate, Policlinico San Pietro SPA di Ponte San

Pietro. Il 37 % ha avuto luogo nell’unica struttura provinciale che assiste più di 2.000

parti/anno (Ospedali Riuniti di Bergamo).

DISTRIBUZIONE NASCITE PER N. PARTI IN PUNTI NASCIT A SUDDIVISI IN CLASSI PER ANNO 2006 - 2010

4.204 4.127 4.177 4.262 3.933

1.731 1.686

4.5073.512 3.575

2.413 2.554

1.133

1.145 1.206

1.694 1.711

7181.752 2.195

743 730 677 722230

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

<500

500 - 999

1000 - 1499

1500 - 2000

> 2000

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CARATTERISTICHE DELLA MADRE 3. Nazionalità della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Cittadinanza della madre”.

- In totale sono state analizzate 53.691 schede (95,7%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Il dato della cittadinanza è stato considerato senza distinguere tra madri cittadine italiane dalla nascita e madri che hanno acquisito la cittadinanza successivamente.

L’analisi per nazionalità della madre mostra che il 76% del totale è costituito da madri

italiane, mentre il restante 24% è costituito da madri straniere.

Come già evidenziato in merito al numero complessivo dei nuovi nati è sempre più

consistente l’apporto delle madri di nazionalità straniera. Infatti nel corso del

quinquennio i parti da madri straniere hanno subito un incremento del 52%, mentre i

parti da madri italiane hanno subito una flessione del 6%:

N. PARTI DA MADRI ITALIANE E STRANIERE PER ANNO 200 6 - 2010

8414 8246 8246 8099 7897

1973 2195 2625 3002 2994

0

2000

4000

6000

8000

10000

2006 2007 2008 2009 2010

ITALIANA STRANIERA

Le cinque nazionalità più rappresentative in provincia (Marocco, Romania, Albania,

India e Senegal) rappresentano il 62% di tutti i parti di madri straniere e il 15% del

totale dei parti:

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PRINCIPALI NAZIONALITA'

STRANIERE 2006 - 2010

N. % SUI PARTI

DI MADRI STRANIERE

% SUL TOT

MAROCCO 3.080 24,1% 5,7%

ROMANIA 1.473 11,5% 2,7% ALBANIA 1.359 10,6% 2,5% INDIA 1.043 8,2% 1,9% SENEGAL 968 7,6% 1,8% TOT 7.923 62,0% 14,8%

La nazionalità si è rivelata, nel corso delle analisi delle diverse variabili legate alla

gestione della gravidanza, un fattore importante di criticità che verrà successivamente

evidenziato.

4. Stato civile della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Stato civile della madre”.

- In totale sono state analizzate 54.991 schede (98,1%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

L’elaborazione per anno dello stato civile della madre mostra un aumento costante

del numero di madri nubili (+32%). Nel certificato è compresa anche la voce “non

dichiarato”, presente in numero trascurabile nelle schede considerate (0,6%).

L’indicatore “madre nubile” presenta comunque il limite di non permettere una

distinzione tra scelta autonoma della donna e possibile condizione di vulnerabilità

sociale (famiglia monoparentale) come evidenziato anche dal Rapporto CedAP 2007

della Regione Emilia Romagna.

Nel quinquennio il n. di parti di madri coniugate ha subito una flessione del 7%,

mentre la somma dei parti di donne separate o divorziate è incrementata del 10%.

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STATO CIVILE DELLA MADRE PER ANNO 2006 - 2010

8629 8467 8677 8754 8403

1697 1865 2018 2147 2256

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

DIVORZIATA

SEPARATA

NUBILE

CONIUGATA

5. Titolo di studio della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Titolo di studio della madre”.

- In totale sono state analizzate 54.543 schede (97,3%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Titolo di studio della madre” e “Cittadinanza della madre” erano presenti in 52.970 schede (94,5%)

La variabile della scolarità è considerata particolarmente importante in quanto si

ritiene che possa influenzare sia l’accesso ai servizi sia le strategie di assistenza verso

il feto e il neonato (vedi Sez. “Le diseguaglianze nel percorso nascita”, Rapporto

CedAP 2007 Regione Emilia Romagna).

Il livello di scolarità più diffuso tra le partorienti del quinquennio è medio – alto

(diploma di scuola media superiore, 42%), seguito dal livello di scolarità medio –

basso (diploma di scuola media inferiore, 37%). L’alta scolarità (laurea o laurea

breve) rappresenta il 17%, mentre le donne a bassa scolarità (prive di titolo di studio

o in possesso di licenza elementare) costituiscono il 3% del totale.

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SCOLARITA' MADRE 2006 - 2010

292 313 355 359 339

4.160 4.011 4.055 4.079 3.910

4.470 4.560 4.690 4.799 4.632

1.670 1.730 1.957 2.013 2.149

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

ALTA

MEDIO - ALTA

MEDIO - BASSA

BASSA

L’andamento del quinquennio mostra alcune particolarità: si assiste da un lato ad un

marcato aumento delle madri ad alta scolarità (+ 29%), progressivo e costante per

tutti gli anni considerati, ma contestualmente aumentano anche le madri a bassa

scolarità (+ 16%): questo secondo andamento può essere interpretato come esito

dell’afflusso di madri straniere a bassa scolarità, come emerge anche incrociando la

scolarità delle madri con la nazionalità:

SCOLARITA' DELLA MADRE PER NAZIONALITA' 2006 - 201 0

1.276

12.886

6.455

19.080

3.685

8.2671.134

0%

10%

20%

30%

40%

50%60%

70%

80%

90%

100%

SCOLARITA' MADRE ITALIANA SCOLARITA' MADRE STRANIERA

ALTA

MEDIO - ALTA

MEDIO - BASSA

BASSA

L’incrocio di queste variabili per singolo anno rende ancora più visibile il fenomeno:

per le madri italiane si evidenzia un marcato aumento dei livelli di alta scolarità (+

26%), a fronte di un’altrettanto marcata diminuzione dei livelli di scolarità bassa e

medio - bassa (rispettivamente -32% e -27%). Nel caso delle madri straniere si

assiste ad incrementi marcati in tutte le classi di scolarità, esito dell’aumento costante

del n. di madri straniere sul totale delle madri:

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SCOLARITA' VARIAZ. 2006 - 2010 MADRE ITALIANA

VARIAZ. 2006 - 2010 MADRE STRANIERA

BASSA -32% + 37% MEDIO - BASSA -27% + 64% MEDIO - ALTA -1% + 40% ALTA 26% + 59%

In totale tra le donne straniere il 61,6% è contraddistinta da bassa o medio -bassa

scolarità, mentre tra le donne italiane questa percentuale è pari al 32,4%.

6. Condizione professionale della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Condizione professionale della madre”.

- In totale sono state analizzate 55.174 schede (98,4%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Condizione professionale della madre” e “Età della madre” erano presenti in 55.016 schede (98,1%).

- Le informazioni “Condizione professionale della madre” e “Cittadinanza della madre” erano presenti in 53.557 schede (95,5%).

- Le informazioni “Condizione professionale della madre”, “Parti precedenti” con valore del campo uguale a 0 e “Cittadinanza della madre” erano presenti in 26.674 schede (47,6%).

L’andamento generale del quinquennio evidenzia una sostanziale stabilità delle madri

occupate (-0,7%) a fronte di un considerevole aumento delle madri disoccupate

(+36,1%) e delle madri casalinghe (+ 9,9%). In crescita anche il numero delle donne

studenti (+24,7%) mentre diminuisce il numero di coloro che si collocano nella

categoria più generale di “Altra condizione” (-23,5):

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14

CONDIZIONE PROFESSIONALE MADRE 2006 - 2010

7.292 7.239 7.531 7.380 7.241

3.119 3.198 3.317 3.581 3.429

241 258 216 283 32877 67 97 87 96

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

STUDENTE

DISOCCUPATA

CASALINGA

OCCUPATA

Il dato risulta difficilmente interpretabile in considerazione del confine non sempre

definito tra condizioni diverse (casalinga, disoccupata, in cerca di prima occupazione)

nonché dall’impatto possibile del fenomeno del lavoro nero, non quantificabile ma

verosimilmente diffuso, e della posizione di irregolare della madre (vedi Rapporto

CedAP 2007 Regione Emilia Romagna).

La difficoltà nell’interpretazione è resa più evidente dall’incrocio del dato con la

variabile “Età della madre”, che mostra nelle classi d’età più basse (15-19 anni e 20-

24 anni) percentuali al di sopra del 60% di madri casalinghe.

CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE PER ETA' PER ANNO 2006 - 2010

131

1.804

8.555

15.046

9.302

1.678

51

528

3.341

4.814

4.500

2.777

630

28

241

68 117

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

15 - 19

20 - 24

25 - 29

30 - 34

35 - 39

40 - 44

> 44

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

IN CERCA DI 1°OCCUPAZIONE

STUDENTE

ALTRACONDIZIONE

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15

Incrociando il dato della “Condizione professionale della madre” con la variabile

“Cittadinanza della madre” emerge che nel quinquennio risulta “occupata” il 24% delle

madri straniere a fronte dell’81% delle madri italiane, e si definisce “casalinga” il 72%

delle madri straniere a fronte del 16% delle madri italiane. Alla voce “disoccupata”

corrispondono il 3% delle madri straniere e il 2% delle madri italiane. Le percentuali

delle voci “in cerca di prima occupazione” e “altra condizione” corrispondono a valori

decisamente marginali (sempre al di sotto dello 0,2% sia per le donne italiane che per

le donne straniere):

NAZIONALITA' CONDIZIONE PROFESSIONALE MADRE N. %

ITALIANA OCCUPATA 33.197 81,32% CASALINGA 6.352 15,56% DISOCCUPATA 899 2,20% STUDENTE 312 0,76% ALTRA CONDIZIONE 42 0,10% IN CERCA DI PRIMA OCCUP. 19 0,05% TOTALE 40.821 100,00% STRANIERA OCCUPATA 3.076 24,15% CASALINGA 9.142 71,78% DISOCCUPATA 380 2,98% STUDENTE 105 0,82% ALTRA CONDIZIONE 24 0,19% IN CERCA DI PRIMA OCCUP. 9 0,07% TOTALE 12.736 100,00%

L’incrocio dei dati considerando le sole madri primipare mostra un aumento della

condizione di “occupata” ed una diminuzione della condizione di “casalinga” sia nelle

donne italiane che nelle donne straniere:

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010 : ITALIANE %

OCCUPATA 18.388 87,7% CASALINGA 1.679 8,0% DISOCCUPATA 589 2,8% STUDENTE 269 1,3% ALTRA CONDIZIONE 18 0,1% IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE 18 0,1% TOTALE 20.961

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010 : STRANIERE %

OCCUPATA 1.545 27,0% CASALINGA 3.866 67,7% DISOCCUPATA 212 3,7% STUDENTE 76 1,3% ALTRA CONDIZIONE 6 0,1% IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE 8 0,1% TOTALE 5.713

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7. Posizione nella professione della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Posizione nella professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”).

- In totale sono state analizzate 36.683 schede (65,4%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Posizione nella professione della madre” e “Età della madre” erano disponibili in 36.567 schede (65,2%).

- Le informazioni “Posizione nella professione della madre” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 36.273 schede (64,7%).

- Le informazioni “Posizione nella professione della madre”, “Parti precedenti” con valore del campo uguale a 0 e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 20.003 schede (35,7%).

La tipologia professionale più diffusa tra le donne che hanno partorito nel quinquennio

2006 – 2010 è quella impiegatizia (52%), seguita dalla condizione professionale di

operaia (27%). Rivestono percentualmente importanza minore le professioni

imprenditoriali / libero professionali (6%), la condizione di lavoratore autonomo (4%),

le posizioni direttive (1%). Il 10% delle donne è stata collocata nella categoria “altri

lavori dipendenti”, che data la sua genericità non consente ulteriori elaborazioni.

L’andamento del quinquennio mostra un sostanziale mantenimento nella composizione

dei gruppi delle madri per anno:

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE PER ANNO 2006 - 2010

3.685 3.657 3.970 3.859 3.786

2.154 2.083 2.102 1.915 1.841

646 705 680 872 878

420 483 489 483 488343 318 278 272 271

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

LAV. DIP. -DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAVORATOREAUTONOMO

IMPRENDITORE /LIBERO PROFESS.

LAV. DIP. - ALTRO

LAV. DIP. - OPERAIO

LAV. DIP. - IMPIEGATO

L’aumento percentualmente più rilevante riguarda la categoria del lavoro autonomo

(+ 36%).

L’incrocio del dato con la variabile “Età della madre” mostra una predominanza della

condizione professionale operaia nelle classi di età più basse (fino a 24 anni), mentre

dal 25° anno di età predomina la professione di impiegata. La condizione di libera

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professionista / imprenditrice assume un significato rilevante nelle classi di età più

elevate (a partire da 30 anni):

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE PER ETA' 2006 - 2010

0

76

950

2.741

3.735

2.102

364

6

0

24

503

4.180

8.181

4.863

831

23

0

23

242

959

1.427

893

165

7

0

47

3

0

3

59

283

548

456

104

5

0

4

47

342

967

782

167

7

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

< 15

15 - 19

20 - 24

25 - 29

30 - 34

35 - 39

40 - 44

> 44 LAV. DIP. - OPERAIO

LAV. DIP. -IMPIEGATO

LAV. DIP. - ALTRO

LAV. DIP. -DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAVORATOREAUTONOMO

IMPRENDITORE /LIBERO PROFESS.

La predominanza della professione operaia emerge in modo netto anche nell’incrocio

del dato con la variabile “Cittadinanza della madre”:

PROFESSIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 20 10: ITALIANE %

LAV. DIP. - IMPIEGATO 18.188 54,8% LAV. DIP. - OPERAIO 7.772 23,4% LAV. DIP. - ALTRO 3.125 9,4% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 2.245 6,8% LAVORATORE AUTONOMO 1.385 4,2% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 482 1,5% TOTALE 33.197

PROFESSIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 20 10: STRANIERE %

LAV. DIP. - IMPIEGATO 431 14,0% LAV. DIP. - OPERAIO 1.943 63,2% LAV. DIP. - ALTRO 554 18,0% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 67 2,2% LAVORATORE AUTONOMO 68 2,2% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 13 0,4% TOTALE 3.076

L’incrocio dei dati considerando la parità, e in particolare isolando le sole madri

primipare, mostra un deciso aumento, indipendentemente dalla nazionalità, della

posizione professionale di “lavoratore autonomo” ed una leggera flessione delle

posizioni imprenditoriali / libero professionali. Le donne straniere primipare mostrano

inoltre una maggiore percentuale della professione “operaio”, mentre tra le donne

italiane primipare aumenta la professione “impiegato”:

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PROFESSIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 20 10: MADRI PRIMIPARE ITALIANE %

LAV. DIP. - OPERAIO 4.242 23,1% LAV. DIP. - IMPIEGATO 10.328 56,2% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 242 1,3% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 1.202 6,5% LAV. DIP. - ALTRO 689 3,7% LAVORATORE AUTONOMO 1.685 9,2% TOTALE 18.388

PROFESSIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 20 10: MADRI PRIMIPARE STRANIERE %

LAV. DIP. - OPERAIO 958 62,0% LAV. DIP. - IMPIEGATO 252 16,3% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 10 0,6% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 27 1,7% LAV. DIP. - ALTRO 22 1,4% LAVORATORE AUTONOMO 276 17,9% TOTALE 1.545

8. Ramo di attività economica della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Ramo di attività economica della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”).

- In totale sono state analizzate 36.683 schede (65,4%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Ramo di attività economica della madre” e “Posizione nella professione della madre” erano disponibili in 36.683 schede (65,4%).

- Le informazioni “Ramo di attività economica della madre” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 36.273 schede (64,7%).

- Le informazioni “Ramo di attività economica della madre”, “Posizione nella professione della madre” e “Stato Civile della madre” con valore “nubile” erano disponibili in 7.286 schede (13%).

Complessivamente le donne occupate che hanno partorito nel quinquennio sono

impiegate prevalentemente nel settore “commercio, pubblici servizi e alberghi”

(31,7%) e nell’industria (31,5%). Il 27,7% risulta occupato nel settore “altri servizi

privati”, l’8,4% nella pubblica amministrazione, e infine lo 0,7% nel settore

agricoltura, caccia e pesca.

L’andamento nel quinquennio evidenzia una flessione nel settore agricoltura, caccia e

pesca (-13%), nella pubblica amministrazione (-11%) e nel settore commercio,

pubblici servizi e alberghi (-9,2%), mentre il n. delle donne impiegate nel settore “altri

servizi privati” è aumentato del 13,7%:

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19

RAMO DI ATTIVITA' ECONOMICA DELLA MADRE PER ANNO 20 06 - 2010

2360 2430 2513 2187 2144

2323 2249 23352337 2312

1880 1898 1993 2235 2137

683 598 627 577 608

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2006 2007 2008 2009 2010

AGRICOLTURA,CACCIA/PESCA

PUBBLICAAMMINISTRAZIONE

ALTRI SERVIZIPRIV.

INDUSTRIA

COMMERCIO,PUBBLICISERVIZI,ALBERGHI

Il dato incrociato con la variabile “Cittadinanza della madre” evidenzia che le madri

straniere sono prevalentemente impiegate nell’industria (42,6%). Le donne italiane

risultano più omogeneamente distribuite nei settori di occupazione commercio,

industria e altri servizi privati. Nel settore pubblica amministrazione è evidente una

predominanza di occupazione di donne italiane:

RAMO DI ATTIVITA' ECONOMICA DELLA MADRE PER NAZIONA LITA' 2006 - 2010

NAZIONALITA' RAMO DI ATTIVITA' ECONOMICA N. % ITALIANA COMMERCIO, PUBBLICI SERVIZI, ALBERGHI 10.895 32,8% INDUSTRIA 10.064 30,3% ALTRI SERVIZI PRIV. 9.001 27,1% PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 3.011 9,1% AGRICOLTURA, CACCIA/PESCA 226 0,7% TOTALE 33.197 100,0% STRANIERA INDUSTRIA 1.309 42,6% ALTRI SERVIZI PRIV. 1.007 32,7% COMMERCIO, PUBBLICI SERVIZI, ALBERGHI 665 21,6% PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 69 2,2% AGRICOLTURA, CACCIA/PESCA 26 0,8% TOTALE 3.076 100,0%

L’incrocio del dato con la variabile “posizione nella professione” permette di valutare le

diverse tipologie di occupazione nei diversi rami di attività economica. In alcuni settori

di attività emerge come dominante una specifica tipologia professionale (operaio

nell’industria, lavoratore autonomo nel commercio, imprenditore / libero professionista

nei servizi privati): le madri operaie occupate nell’industria sono diminuite nel

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20

quinquennio del 19%, mentre le lavoratrici autonome del settore commercio sono

diminuite del 25,7%. Risulta invece essere cresciuta del 27,6% l’occupazione delle

donne imprenditrici / libero professioniste nel settore dei servizi privati.

Per quanto riguarda la professione dirigenziale si assiste alla diminuzione delle donne

occupate in particolare nei settori della pubblica amministrazione (-60%) e del

commercio (-21,5%).

In generale può essere affermato che, in un contesto generale in cui la condizione di

“occupata” delle madri è restata costante (-0,7% nel quinquennio), la composizione

dei settori di attività ha evidenziato una marcata espansione del settore dei servizi

privati (+13,7%) in particolare nelle posizioni della libera professione e del rapporto

dipendente, a scapito delle occupazioni nei settori più tradizionali quale ad esempio

l’occupazione operaia nell’industria. In assenza di dati utili a qualificare con più

precisione la natura del rapporto dipendente (anche in considerazione delle nuove

forme di rapporto lavorativo emerse e consolidate nel corso degli ultimi anni) non è

possibile valutare se queste modifiche del panorama occupazionale possano, e in che

modo, influire su una eventuale condizione di vulnerabilità delle madri, anche se

l’analisi sulle madri nubili occupate non evidenzia andamenti negativi nel periodo

considerato:

MADRI NUBILI: POSIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE PER ANNO2006 - 2010

73 96 100 131 118137 144 161196 211

16 18 13 13 12

465

585

679750 776

429 435 449 451498

72 66 54 68 700

100

200

300

400

500

600

700

800

900

2006 2007 2008 2009 2010

IMPRENDITORE /LIBERO PROFESS.

LAV. DIP. - ALTRO

LAV. DIP. -DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAV. DIP. - IMPIEGATO

LAV. DIP. - OPERAIO

LAVORATOREAUTONOMO

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9. Età della madre

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Data di nascita della madre”.

- In totale sono state analizzate 55.152 schede (98,3%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Età della madre” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 53.536 schede (95,5%).

- Le informazioni “Età della madre”, “Titolo di studio della madre” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 52.820 schede (94,2%).

- Le informazioni “Età della madre”, “Parti precedenti” con valore del campo uguale a 0, e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 26.739 schede (47,7%).

L’età media del totale delle madri nel corso del quinquennio subisce una leggera

variazione verso l’alto, passando da 31,01 anni nel 2006 a 31,19 anni nel 2010.

DISTRIBUZIONE ETA' MADRI 2006 - 2010

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53

2006 2007 2008 2009 2010

L’analisi delle madri suddivise per nazionalità (40.780 donne italiane e 12.756 donne

straniere) evidenzia che la media dell’età delle madri italiane è di circa 4 anni

superiore alla media delle età delle madri straniere.

I valori della mediana (anno di età della madre entro il quale è avvenuto il 50% dei

parti) e della moda (anno di età della madre nel quale avviene il maggior numero di

parti) tendono ad essere ancor più differenziati:

CLASSE DI ETA' N. MADRI ITALIANE 2006 – 2010

N. MADRI STRANIERE 2006 – 2010

< 15 0 0,0% 2 0,0% 15 - 19 337 0,8% 457 3,6% 20 - 24 2.046 5,0% 3.141 24,6% 25 - 29 9.050 22,2% 4.287 33,6% 30 - 34 16.576 40,6% 3.074 24,1% 35 - 39 10.667 26,2% 1.482 11,6% 40 - 44 2.041 5,0% 298 2,3%

> 44 63 0,2% 15 0,1% TOT 40.780 100,0% 12.756 100,0%

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22

L’andamento dell’età media delle madri italiane è in costante aumento e supera dal

2008 il valore di 32 anni; la tendenza all’aumento è evidenziabile anche nel gruppo

delle madri straniere, dove l’età media del parto passa da 27,8 anni a 28,3:

ETA’ MADRI ITALIANE

2006 - 2010 ETA’ MADRI STRANIERE

2006 - 2010 anno media mediana moda media mediana moda 2006 31,91 32 32 27,87 27 26 2007 31,98 32 33 27,92 27 27 2008 32,05 32 33 28,15 28 28 2009 32,23 32 33 28,28 28 29 2010 32,34 33 33 28,33 28 26

Nelle classi di età più basse è nettamente più elevata la frequenza delle madri

straniere rispetto alle madri italiane: in particolare nella classe di età fino ai 24 anni si

colloca il 5,8% delle madri italiane e il 28,2% delle madri straniere

Nel quinquennio tra le donne straniere si è verificata una frequenza di madri

minorenni tripla rispetto a quella riscontrata nel gruppo delle donne italiane: 0,6%

delle madri straniere (79 casi) contro lo 0,2% delle madri italiane (76 casi):

MADRI MINORENNI 2006 - 2010

ETA' MADRI ITALIANE MADRI STRANIERE

14 0 0,000% 2 0,016% 15 2 0,005% 2 0,016% 16 28 0,069% 24 0,188% 17 46 0,113% 51 0,400%

TOT. 76 0,186% 79 0,619%

Nelle classi di età più elevate prevale invece il gruppo delle madri italiane, al cui

interno il 31,3% delle madri ha una età pari o superiore a 35 anni, sul gruppo delle

madri straniere (14,1%):

ETA’ DELLE MADRI (INFERIORE O SUPERIORE A 35 ANNI) 2006 - 2010

ETA' ITALIANA STRANIERA TOT.

< 35 ANNI 28.009 68,7% 10.961 85,9% 38.970 72,8% >= 35 ANNI 12.771 31,3% 1.795 14,1% 14.566 27,2%

TOTALE 40.780 100,0% 12.756 100,0% 53.536 100,0% Nella classe di età superiore a 45 anni si sono verificati 25 parti da madri italiane (con

2 parti ad età uguale o superiore a 50 anni) e 12 parti da madri straniere (con 1 parto

ad età uguale o superiore a 50 anni).

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23

L’analisi dell’età delle sole madri primipare evidenzia sia per le donne italiane che per

le donne straniere valori di media, mediana e moda sensibilmente più bassi rispetto ai

due gruppi considerati nel loro complesso.

N. PARTI DI MADRI PRIMIPARE PER ETA' E NAZIONALITA' 2006 - 2010

0

500

1000

1500

2000

14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53

ITALIANE STRANIERE

Di particolare interesse sono i due valori della moda, pari a 31 anni per le madri

italiane e a 22 anni per le madri di nazionalità straniera:

MADRI ITALIANE MADRI STRANIERE TOTALE

media mediana moda media mediana moda media mediana moda

30,65 31 31 26,07 26 22 29,67 30 30

L’incrocio del dato dell’età con quello relativo alla scolarità delle madri primipare

suddivise per nazionalità evidenzia per tutte le classi di età una prevalenza di scolarità

medio –alta (tra le italiane non si registrano maternità nella classe d’età <15 anni)

mentre tra le donne straniere tutte le classi d’età sono contraddistinte da una

prevalenza di scolarità medio – bassa. Si richiama l’importanza della variabile scolarità

come indicatore di un più o meno adeguato accesso ai servizi e a cure verso il feto e il

neonato:

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24

MADRI PRIMIPARE: SCOLARITA PER NAZIONALITA' ITALIAN A 2006 - 2010

CLASSE DI ETA'

BASSA SCOLARITA'

MEDIO BASSA SCOLARITA'

MEDIO ALTA SCOLARITA'

ALTA SCOLARITA' TOT

< 15 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00%

15 - 19 10 0,02% 239 0,59% 77 0,19% 3 0,01% 329 0,82%

20 - 24 28 0,07% 947 2,35% 959 2,38% 77 0,19% 2.011 4,99%

25 - 29 51 0,13% 2.901 7,20% 4.599 11,41% 1.390 3,45% 8.941 22,19%

30 - 34 42 0,10% 4.633 11,50% 7.955 19,74% 3.748 9,30% 16.378 40,64%

35 - 39 41 0,10% 3.355 8,33% 4.599 11,41% 2.560 6,35% 10.555 26,19%

40 - 44 14 0,03% 764 1,90% 801 1,99% 444 1,10% 2.023 5,02%

> 44 1 0,00% 17 0,04% 26 0,06% 19 0,05% 63 0,16%

TOT 187 0,46% 12.856 31,90% 19.016 47,19% 8.241 20,45% 40.300 100,00%

MADRI PRIMIPARE: SCOLARITA PER NAZIONALITA' ITALIAN A 2006 - 2010

CLASSE DI ETA'

BASSA SCOLARITA'

MEDIO BASSA SCOLARITA'

MEDIO ALTA SCOLARITA'

ALTA SCOLARITA' TOT

< 15 0 0,00% 1 0,01% 0 0,00% 0 0,00% 1 0,01%

15 - 19 62 0,50% 304 2,43% 77 0,62% 1 0,01% 444 3,55%

20 - 24 295 2,36% 1.826 14,58% 856 6,84% 104 0,83% 3.081 24,61%

25 - 29 404 3,23% 2.135 17,05% 1.288 10,29% 380 3,04% 4.207 33,60%

30 - 34 272 2,17% 1.407 11,24% 947 7,56% 391 3,12% 3.017 24,10%

35 - 39 180 1,44% 661 5,28% 418 3,34% 199 1,59% 1.458 11,65%

40 - 44 51 0,41% 104 0,83% 89 0,71% 53 0,42% 297 2,37%

> 44 8 0,06% 5 0,04% 1 0,01% 1 0,01% 15 0,12%

TOT 1.272 10,16% 6.443 51,46% 3.676 29,36% 1.129 9,02% 12.520 100,00%

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25

IL CONCEPIMENTO E LA GRAVIDANZA

10. Ricorso a Tecniche di Procreazione medicalmente Assistita (TPA)

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Concepimento con tecniche di procreazione medico assistita”.

- In totale sono state analizzate 54.674 schede (97,5%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Concepimento con tecniche di procreazione medico assistita”, “Cittadinanza della madre” ed “Età della madre” erano disponibili in 53.143 schede (94,8%).

- Le informazioni “Concepimento con tecniche di procreazione medico assistita”, “Cittadinanza della madre” e “Posizione nella professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 35.971 schede (64,2%).

Nel corso del quinquennio l’1,1% delle madri ha fatto ricorso al concepimento tramite

Tecniche di Procreazione Assistita:

RICORSO A TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA 2006 - 2010

MADRI ITALIANE

MADRI STRANIERE TOT

SI / NO

N. % N. % N. %

SI 529 1,3% 50 0,4% 579 1,1%

NO 39.993 98,7% 12.574 99,6% 52.568 98,9%

TOT 40.522 100,0% 12.624 100,0% 53.147 100,0%

In entrambi i gruppi il ricorso a Tecniche di Procreazione Assistita avviene

prevalentemente ad una età inferiore a 40 anni. Al di sopra di questa soglia hanno

optato per il ricorso a Tecniche di Procreazione Assistita rispettivamente il 7,2% del

gruppo delle 527 italiane e il 6,1 del gruppo delle 49 straniere.

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RICORSO A TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITAPER ETA' DELLE MADRI 2006 - 2010

0

10

20

30

40

50

60

70

80

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53

In letteratura viene sottolineata l’associazione tra ricorso a Tecniche di Procreazione

Assistita e incremento di parti plurimi, nascite pre-termine e neonati a basso peso:

condizioni che comportano una maggior frequenza di problemi di salute e crescita di

questi neonati (Rapporto CedAP 2007 Regione Emilia Romagna)

Incrociando questi dati con la variabile “Posizione professionale della madre” emerge

che la percentuale di donne occupate che ricorre all’utilizzo di Tecniche di Procreazione

Assistita è leggermente superiore al dato complessivo (1,3%), così come il dato

riferito alle sole donne occupate italiane (1,4%). Le donne straniere occupate

rappresentano invece un valore percentualmente superiore rispetto alla percentuale

globale delle donne straniere che ricorrono a Tecniche di Procreazione Assistita

(0,8%), sebbene ci si riferisca a valori assoluti numericamente esigui (49 donne

straniere globalmente considerate, 24 donne straniere occupate).

La distribuzione per professione delle madri italiane che hanno fatto ricorso alle

Tecniche di Procreazione Assistita riflette in linea generale la composizione

professionale di tutte le madri del quinquennio. La composizione della posizione

professionale delle madri straniere mostra invece una presenza decisamente inferiore

di madri operaie rispetto all’intero gruppo delle straniere ed una presenza

preponderante di madri impiegate e di madri occupate come “lavoratore autonomo”

(pari rispettivamente al 3% e al 2,9% di tutte le madri impiegate straniere).

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RICORSO A TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA PER PO SIZIONE NELLA PROFESSIONE E NAZIONALITA' DELLA MADRE 2006 - 2010

MADRI ITALIANE MADRI STRANIERE TOTALE MADRI

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE N. RICORSO A

TPA TOT MADRI

N. RICORSO A

TPA TOT MADRI

N. RICORSO A

TPA TOT MADRI

LAV. DIP. - IMPIEGATO 274 18.188 13 431 287 18.619

LAV. DIP. - OPERAIO 72 7.772 9 1.943 81 9.715

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 47 2.245 0 67 47 2.312

LAV. DIP. - ALTRO 35 3.125 0 554 35 3.679

LAVORATORE AUTONOMO 19 1.385 2 68 21 1.453

LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 12 482 0 13 12 495

TOTALE 459 33.197 24 3.076 483 36.273

% RICORSO A TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA SUL TOTALE DELLE MADRI

2006 - 2010 POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA

MADRE ITALIANE STRANIERE TOTALE

LAV. DIP. - IMPIEGATO 1,5% 3,0% 1,5% LAV. DIP. - OPERAIO 0,9% 0,5% 0,8% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 2,1% 0,0% 2,0% LAV. DIP. - ALTRO 1,1% 0,0% 1,0% LAVORATORE AUTONOMO 1,4% 2,9% 1,4% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 2,5% 0,0% 2,4% TOTALE 1,4% 0,8% 1,3%

In generale può essere affermato che il ricorso alle TPA è maggiore quanto più i

settori di occupazione sono caratterizzati da professionalizzazione qualificata, e tra le

donne straniere si assiste ad un rilievo particolare delle professioni impiegatizie e

autonome, nonostante numericamente non si tratti dei settori più rappresentati

nell’occupazione delle madri straniere.

11. Numero di visite effettuate in gravidanza

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Visite di controllo”.

- In totale sono state analizzate 54.737 schede (97,6%). Le schede CedAP che non riportavano i dati richiesti per l’elaborazione o li riportavano in modo non corretto non sono state utilizzate.

- Le informazioni “Visite di controllo”, “Cittadinanza della madre” e “Decorso della gravidanza” erano disponibili in 52.908 schede (94,4%).

- Le informazioni “Visite di controllo” e “Scolarità della madre” erano disponibili in 50.521 schede (90,1%).

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- Le informazioni “Visite di controllo” e “Condizione professionale della madre” erano disponibili in 53.596 schede (95,6%).

- Le informazioni “Visite di controllo”, “Condizione professionale della madre” e “Posizione nella professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 36.352 schede (64,8%).

L’OMS individua nell’effettuazione di 4 visite di controllo in gravidanza lo standard nel

caso di gravidanza fisiologica1; nel CedAP le visite di controllo sono classificate in 3

classi: nessuna, fino a 4, più di 4. Il valore superiore a 4 quindi può rappresentare una

necessità nel caso di gravidanze con decorso patologico o comunque problematico, o

una eccessiva medicalizzazione della gravidanza nel caso di gravidanze fisiologiche

senza particolari complicazioni.

Nel periodo considerato ha effettuato un numero di visite in gravidanza maggiore di 4

l’86,1% delle madri; il 9,4% ne ha effettuato un numero compreso tra 1 e 4, e il 4,6%

non ne ha effettuata nessuna.

L’incrocio del dato con la variabile “Cittadinanza della madre” evidenzia che il 90%

delle madri italiane ha effettuato più di 4 visite di controllo, a fronte del 74,3% delle

madri straniere, mentre la percentuale di madri che non ha effettuato alcun controllo

è simile in entrambi i gruppi (4,2% madri italiane, 4,7% madri straniere).

Tra le madri che hanno effettuato più di 4 visite ha avuto decorso patologico il 3,8%

delle gravidanze di madri italiane e il 4,7% delle gravidanze di madri straniere.

L’incrocio del dato con la variabile “Scolarità della madre” evidenzia una maggiore

percentuale di madri che non hanno effettuato alcuna visita tra le donne a bassa

scolarità (7,7%). Il numero di donne che ha effettuato un numero di visite inferiore o

uguale a 4 diminuisce al crescere del livello di scolarità:

1 Department of reproductive health and research RHR, World Health Organization. WHO Antenatal Care Randomized Trial: Manual for the Implementation of the New Model. Géneva: World Health Organization; 2001. URL: http://www.who.int/rep roductivehealth/publications/RHR_01_30/index.html

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N. VISITE DI CONTROLLO IN GRAVIDANZA PER SCOLARITA' DELLA MADRE 2006 - 2010

12 6

779

1.0 15

54 7

517

2.349

1.572

605

988

16.859

16.859

8.305

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

BASSA SCOLARITA'

SCOLARITA' MEDIO BASSA

SCOLARITA' MEDIO ALTA

ALTA SCOLARITA'

NESSUNA <= 4 > 4

L’incrocio del dato con la variabile “Condizione professionale della madre evidenzia che

sono le madri occupate a effettuare il maggior numero di visite in gravidanza (il 90%

effettua più di 4 visite). Il gruppo delle madri disoccupate risulta non effettuare alcuna

visita di controllo nel 5,3% dei casi, e risulta particolarmente alta la percentuale delle

madri che si collocano nella categoria “altra condizione” (9,1%): il dato pare suggerire

una situazione di svantaggio che si riflette sulle categorie più deboli, sebbene la

categoria “altra condizione” non permetta di proseguire ulteriormente l’analisi.

N. VISITE IN GRAVIDANZA PER CONDIZIONE PROFESSIONAL E DELLA MADRE 2006 - 2010

740

70

9

6

2.896

147

43

3

6

32.684

12.780

1.094

370

57

23

1.6 53 2 .0 15

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

ALTRA CONDIZIONE

IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE

NESSUNA <= 4 > 4

Un ulteriore approfondimento sulla professione non evidenzia differenze percentuali di

particolare rilievo tra le diverse occupazioni professionali e l’accesso ai servizi,

sebbene si rilevi che il 6,1% delle donne libero professionista / imprenditore non ha

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effettuato alcuna visita nel corso della gravidanza, a fronte di un valore medio del

4,7%.

12. Prima visita (in settimane di gravidanza)

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Prima visita”.

- In totale sono state analizzate 55.342 schede (98,7%). - Le informazioni “Prima visita” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 55.174

schede (98,4%). - Le informazioni “Prima visita” e “Scolarità della madre” erano disponibili in 54.543 schede

(97,3%). - Le informazioni “Prima visita” e “Condizione professionale della madre” erano disponibili in

55.174 schede (98,4%). - Le informazioni “Prima visita”, “Condizione professionale della madre” e “Posizione nella

professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 36.683 schede (65,4%).

L’età gestazionale di esecuzione della prima visita viene considerata un indicatore di

capacità di accesso ai servizi, e di eventuale posizione di svantaggio o vulnerabilità

(vedi Rapporto CedAP 2007 Regione Emilia Romagna). Nel quinquennio 2006 – 2010 il

29,1% delle madri ha effettuato la prima visita entro 8 settimane di gravidanza, il

54,6% tra 8 e 11 settimane, e il 14,2 a partire da 12 settimane. Il 2% delle madri

dichiara di non aver effettuato alcuna visita.

L’incrocio del dato con la variabile “Nazionalità della madre” evidenzia un generale

ritardo all’accesso ai servizi da parte delle madri straniere, con una percentuale doppia

di madri straniere che non hanno effettuato alcuna visita rispetto alle madri italiane

(3,3% straniere, 1,6% italiane). Il dato suggerisce che, rispetto all’esecuzione della

prima visita in gravidanza, la nazionalità straniera sia un fattore di svantaggio.

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ETA' GESTAZIONALE DELLA PRIMA VISITA PERNAZIONALITA' DELLA MADRE 2006 - 2010

6 58

4 2 6

13.761

1.854

22.959

6.383

3.524

4.126

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

ITALIANA

STRANIERA

NESSUNA < 8 SETT. 8 - 11 SETT. > 11 SETT.

La medesima considerazione può essere applicata all’incrocio del dato con la variabile

“Scolarità della madre”, che evidenzia una maggior difficoltà di accesso con il

diminuire del livello di scolarità.

ETA' GESTAZIONALE DELLA PRIMA VISITAPER SCOLARITA' DELLA MADRE 2006 - 2010

113

387

330

147

164

4.827

7.223

3.470

646

11.011

13.032

5.107

735

3.990

2.566

795

0% 20% 40% 60% 80% 100%

BASSA SCOLARITA'

SCOLARITA' MEDIOBASSA

SCOLARITA' MEDIO ALTA

ALTA SCOLARITA'

NESSUNA < 8 SETT. 8 - 11 SETT. > 11 SETT.

Incrociando la variabile “Prima visita” con le variabili di carattere occupazionale /

professionale emerge che complessivamente l’89,5% delle madri occupate accedono

alla prima visita entro l’undicesima settimana di gravidanza. Il gruppo più

svantaggiato è quello delle madri casalinghe, la cui percentuale di visite entro

l’undicesima settimana è del 69,9%:

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ESECUZIONE PRIMA VISITA IN SETTIMANE DI GRAVIDANZA PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

574

484

49

7

3

12.207

3.085

359

111

29

8

20.610

8.553

664

206

26

16

3.292

4.522

254

100

10

5

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

ALTRA CONDIZIONE

IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE

NESSUNA < 8 SETT. 8 - 11 SETT. > 11 SETT.

L’analisi che consideri anche la posizione nella professione evidenzia una situazione di

svantaggio nel gruppo delle madri operaie (85,7% di visite entro l’undicesima

settimana) seguita dal gruppo delle “altre lavoratrici dipendenti” (87,4). In questa

analisi si evidenziano differenze tra i gruppi meno incisive rispetto alle elaborazioni

precedenti:

ESECUZIONE PRIMA VISITA IN SETTIMANE DI GRAVIDANZA PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010

175

280

8

50

25

36

2.839

6.754

219

1.093

462

840

5.726

10.365

235

2.167

835

1.282

1.256

1.272

36

418

143

167

0% 20% 40% 60% 80% 100%

LAV. DIP. - OPERAIO

LAV. DIP. - IMPIEGATO

LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAV. DIP. - ALTRO

LAVORATORE AUTONOMO

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS.

NESSUNA < 8 SETT. 8 - 11 SETT. > 11 SETT.

In conclusione si può affermare che l’analisi della variabile “Prima visita” permette di

evidenziare situazioni di maggior difficoltà di accesso ai servizi in gruppi di madri

appartenenti a fasce di popolazione più vulnerabili: donne straniere, donne a basso

livello di scolarità, donne non occupate e, tra le occupate, le lavoratrici operaie.

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13. Numero di ecografie effettuate

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Numero di ecografie”.

- In totale sono state analizzate 55.342 schede (98,7%). - Le informazioni “N. di ecografie” e “Cittadinanza della madre” erano disponibili in 53.691

schede (95,7%). - Le informazioni “N. di ecografie” e “Condizione professionale della madre” erano disponibili

in 55.174 schede (98,4%). - Le informazioni “N. di ecografie”, “Condizione professionale della madre” e “Posizione nella

professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 36.683 schede (65,4%).

L’analisi di questo indicatore presenta un limite di rilievo: poiché il dato viene raccolto

attraverso domande poste alla madre non è possibile distinguere le ecografie

effettuate a scopo diagnostico da quelle effettuate nel corso del controllo ostetrico. Il

dato mantiene comunque una propria validità come indicatore della capacità di

accesso ai servizi, e di eventuale posizione di svantaggio o vulnerabilità di particolari

gruppi di donne (vedi Rapporto CedAP 2007 Regione Emilia Romagna).

Il valore raccomandato dai protocolli di assistenza alla gravidanza del Ministero è 3. Lo

stesso rapporto ministeriale del 2006 evidenzia che, come nel caso del “Numero di

visite effettuate in gravidanza”, anche il numero di ecografie effettuate pare non avere

alcuna correlazione con il decorso della gravidanza (fisiologica o patologica)2.

L’analisi del dato mostra che: il 2,7% di donne non ha effettuato alcuna ecografia nel

corso della gravidanza; l’4,5% ha effettuato un numero di ecografie inferiore al valore

raccomandato; il 24,8% ha effettuato un numero di ecografie pari al valore

raccomandato; il 68,1% ha effettuato un numero di accertamenti superiore al valore

raccomandato:

N. ECOGRAFIE EFFETTUATE PER GRAVIDANZA 2006 - 2010

N. %

0 1.484 3%

1 - 2 2.470 4%

3 - 4 25.209 46%

> 4 26.179 47%

TOT 55.342

2Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – Settore Salute: “Certificato di assistenza al parto (CedAP); Analisi dell’evento nascita – Anno 2006”, pag. 33.

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34

Il decorso di gravidanze patologiche (calcolato su 55.005 parti) è stato del 4,7%

complessivo nel quinquennio. Il dato suggerisce quindi una eccessiva medicalizzazione

della gravidanza e un eccessivo utilizzo delle tecniche diagnostiche.

N. ECOGRAFIE EFFETTUATE PER GRAVIDANZA 2006 - 2010

1484

730

1740

13717

11492

8082

7440

3663

3738

3256

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

L’analisi del dato per la nazionalità della madre mostra che la frazione di donne

straniere che non ha effettuato alcuna ecografia è circa il doppio di quella delle donne

italiane (4,1% straniere, 2,2% italiane), e che le donne che hanno effettuato un

numero di ecografie inferiori al valore raccomandato sono l’1,3% delle italiane a fronte

del 13,9% delle straniere:

N. ECOGRAFIE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA GRAVIDANZA 2006 - 2010

MADRI ITALIANE MADRI STRANIERE TOT. MADRI N.

ECOGRAFIE N. % N. % N. %

0 887 2,2% 502 4,1% 1.389 2,6%

1 212 0,5% 441 3,4% 653 1,2%

2 302 0,7% 1.264 9,9% 1.566 2,9%

3 7.879 19,3% 5.227 40,9% 13.106 24,4%

4 8.600 21,0% 2.587 20,2% 11.187 20,8%

5 6.773 16,6% 1.163 9,1% 7.936 14,8%

6 6.500 15,9% 799 6,2% 7.299 13,6%

7 3.350 8,2% 269 2,1% 3.619 6,7%

8 3.407 8,3% 296 2,3% 3.703 6,9%

9 2.992 7,3% 241 1,9% 3.233 6,0%

TOT 40.902 12.789 53.692

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35

Incrociando il dato con la variabile “Condizione professionale della madre” si evidenzia

che le donne occupate sono coloro con il miglior livello di accesso (adeguato o

eccessivo) ai servizi, mentre i gruppi più svantaggiati sono rappresentati dalle madri

che si collocano in “altra condizione” e dalle casalinghe:

N. ECOGRAFIE EFFETTUATE IN GRAVIDANZA PER CONDIZION E PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

786

573

54

13

1

5

1.749

88

24

2

5

15.121

9.148

621

212

13

44

20.193

5.174

563

175

13

14

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

IN CERCA DI 1° OCCUPAZIONE

ALTRA CONDIZIONE

0 1 - 2 3 - 4 > 4

L’analisi condotta con la variabile “Posizione nella professione della madre” non

evidenzia particolari differenze, a parte una frazione leggermente superiore di donne

che non hanno eseguito ecografie o ne hanno eseguite in numero inferiore a 3 nel

gruppo delle operaie e nel gruppo delle lavoratrici autonome:

N. ECOGRAFIE EFFETTUATE IN GRAVIDANZA PER POSIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

2 3 9

3 76

7

74

3 8

52

4.798

7.127

181

1.572

586

857

4.698

10.974

306

2.012

814

1.389

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

LAV. DIP. - OPERAIO

LAV. DIP. - IMPIEGATO

LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAV. DIP. - ALTRO

LAVORATORE AUTONOMO

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS.

0 1 - 2 3 - 4 > 4

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14. Indagini prenatali invasive

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nei campi “Amniocentesi”, “Villi coriali”, “Fetoscopia”.

- In totale sono state analizzate 55.342 schede (98,7%). - Le informazioni “Amniocentesi”, “Villi coriali”, “Fetoscopia”, “Data di nascita della madre” e

“Cittadinanza della madre” erano disponibili in 48.010 schede (85,6%). - Le informazioni “Amniocentesi”, “Villi coriali”, “Fetoscopia”, “Data di nascita della madre” e

“Condizione professionale della madre” erano disponibili in 49.127 schede (87,6%). - Le informazioni “Amniocentesi”, “Villi coriali”, “Fetoscopia”, “Data di nascita della madre” e

“Posizione nella professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 33.086 schede (59,0%).

Nel periodo considerato si è sottoposto ad almeno una indagine prenatale invasiva il

13% delle madri. Il 10,2% ha effettuato l’amniocentesi, il 2,8% ha effettuato la

villocentesi, lo 0,4% delle donne si è sottoposta a funicolocentesi.

Incrociando il dato con la variabile “Età della madre” emerge in modo evidente come il

ricorso a tecniche di indagine prenatale invasive sia caratteristico delle classi di età

superiori a 35 anni:

DONNE CHE SI SI SONO SOTTOPOSTE AD ALMENO UN ACCERTAMENTO INVASIVO DURANTE LA GRAVIDANZA PER

CLASSE DI ETA' 2006 - 2010

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

< 15 15 - 19 20 - 24 25 - 29 30 - 34 35 - 39 40 - 44 > 44

Analizzando le variabili dell’età (per età della madre uguale o superiore a 35 anni) e

della nazionalità emerge una significativa disparità di accesso alle indagini per le

donne straniere (33,1% delle madri italiane contro 13,9% delle madri straniere):

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DONNE DI ETA’ UGUALE O SUPERIORE A 35 ANNI ESECUZIONE DI INDAGINI

INVASIVE MADRI

ITALIANE MADRI

STRANIERE TOT.

MADRI SI 4.560 196 4.756

NO 9.236 1.219 10.455

TOT 13.796 1.415 15.211

L’incrocio del dato analizzato per condizione professionale mostra che il gruppo di

madri che più si è sottoposto ad accertamenti invasivi durante la gravidanza è quello

delle occupate (17,5%):

DONNE CHE SI SONO SOTTOPOSTE AD ALMENO UN ACCERTAME NTO INVASIVO DURANTE LA GRAVIDANZA PER CONDIZIONE PROFE SSIONALE

2006 - 2010

27.404

13.171

1.081

359

59

27

5.793

1.246

105

22

8

0

0% 20% 40% 60% 80% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

ALTRA CONDIZIONE

IN CERCA DI PRIMA OCCUP.

0 ALMENO 1 ACCERTAMENTO

L’analisi per età e posizione professionale evidenzia il particolare ricorso a queste

tecniche di indagine nel gruppo delle madri impiegate anche di giovane età, mentre a

partire dalla classe di età 30 – 34 anni l’andamento per questa categoria tende ad

allinearsi a quello delle altre posizioni professionali.

Emerge dalla classe di età 40 – 44 una netta differenziazione nella frazione di donne

appartenenti alle diverse posizioni professionali che ricorrono a tecniche di indagine

invasive: dal 64,7% delle donne libero professioniste / imprenditrici al 50,3% delle

donne operaie. Questo divario tende parzialmente a ricomporsi nella classe di età

immediatamente successiva per le categorie professionali delle operaie, libere

professioniste e operaie:

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MADRI SOTTOPOSTE AD INDAGINI INVASIVE PER POSIZIONE NELLA PROFESSION E E CLASSE DI ETA' 2006 - 2010

LAV. DIP. OPERAIO

LAV. DIP. IMPIEGATO LAV. DIP. ALTRO LAV. DIP.

DIRIGENTE LAV. AUTONOMO LIBERO PROF. CLASSE DI ETA' N. MADRI

SOTTOPOSTE A INDAGINI

TOT. MADRI

N. MADRI SOTTOPOSTE

A INDAGINI

TOT. MADRI

N. MADRI SOTTOPOSTE A

INDAGINI

TOT. MADRI

N. MADRI SOTTOPOSTE A

INDAGINI

TOT. MADRI

N. MADRI SOTTOPOSTE A

INDAGINI

TOT. MADRI

N. MADRI SOTTOPOSTE A

INDAGINI

TOT. MADRI

< 15 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

15 - 19 2 76 2 23 0 23 0 1 0 3 0 4

20 - 24 13 950 8 24 2 242 0 3 2 59 1 47

25 - 29 51 2.741 151 503 23 959 2 50 10 283 14 342

30 - 34 174 3.735 609 4.180 82 1.427 19 188 48 548 98 967

35 - 39 727 2.102 1.861 8.181 301 893 72 206 172 456 332 782

40 - 44 183 364 498 831 89 165 30 47 58 104 108 167

> 44 2 6 13 23 5 7 2 3 2 5 3 7

TOTALE 1.152 9.974 3.142 13.765 502 3.716 125 498 292 1.458 556 2.316

15. Gravidanza patologica

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nei campi “Decorso della gravidanza” ed “Data di nascita della madre”.

- In totale sono state analizzate 54.825 schede (97,8%). - Le informazioni “Decorso della gravidanza”, “Data di nascita della madre” e “Condizione

professionale della madre” erano disponibili in 54.702 schede (97,6%). - Le informazioni “Decorso della gravidanza”, “Data di nascita della madre” e “Posizione

nella professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 36.398 schede (64,9%).

La frazione di gravidanze con decorso patologico è inferiore al 5% fino a 35 anni, e si

innalza successivamente per raggiungere il 6,3% nelle età materne più elevate (> 44

anni):

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DECORSO DELLA GRAVIDANZA PER CLASSE DI ETA' DELLA MADRE 2006 - 2010

ETA' DECORSO FISIOLOGICO

DECORSO PATOLOGICO

TOT GRAVIDANZE

< 15 3 0 3 15 - 19 824 30 854 20 - 24 5.267 264 5.531 25 - 29 13.217 600 13.817 30 - 34 19.030 889 19.919 35 - 39 11.647 628 12.275 40 - 44 2.201 146 2.347

> 44 74 5 79 TOT. 52.263 2.562 54.825

GRAVIDANZE CON DECORSO PATOLOGICO PER CLASSE DI ETA ' DELLA MADRE 2006 - 2010

30

264

600

889

628

146

5

0 200 400 600 800 1.000

15 - 19

20 - 24

25 - 29

30 - 34

35 - 39

40 - 44

> 44

L’incrocio del dato con la variabile dell’occupazione professionale evidenzia una

frazione maggiore nel gruppo di madri che si collocano in “altra condizione

professionale” (7,4%). La genericità della categoria (che comprende ad es. le inabili al

lavoro) non consente ulteriori approfondimenti.

DECORSO DELLA GRAVIDANZA PER CONDIZIONE PROFESISONA LE DELLA MADRE 2006-2010

DECORSO FISIOLOGICO

DECORSO PATOLOGICO TOT

CONDIZ. PROFESS. MADRE N.

MADRI % MADRI N. MADRI % MADRI N. MADRI % MADRI

OCCUPATA 34.916 63,6% 1.598 2,9% 36.514 66,6%

CASALINGA 15.636 28,5% 876 1,6% 16.512 30,1%

DISOCCUPATA 1.248 2,3% 69 0,1% 1.317 2,4%

STUDENTE 405 0,7% 15 0,0% 420 0,8%

ALTRA CONDIZIONE 63 0,1% 5 0,0% 68 0,1%

IN CERCA DI 1° OCCUPAZIONE 28 0,1% 1 0,0% 29 0,1%

TOTALE 52.296 95,3% 2.564 4,7% 54.860 100,0%

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40

Incrociando il dato con la posizione professionale della madre emergono un picco tra

le lavoratrici autonome nella classe di età 20-24 anni e un picco tra le madri dirigenti

nella classe di età 40 – 44 anni. I valori anomali delle due code sono legati al numero

esiguo di gravidanze totali nel gruppo considerato: le lavoratrici autonome della classe

di età 15-19 anni sono 3 (2 gravidanze fisiologiche, 1 patologica) e nella classe di età

> 44 anni sono 4 (3 gravidanze a decorso fisiologico, 1 patologica).

DECORSO DELLA GRAVIDANZA PER POSIZIONE PROFESSIONALE E CLASSE DI ETA ' DELLA MADRE 2006 - 2010

LAV. DIP. OPERAIO

LAV. DIP. IMPIEGATO

LAV. DIP. ALTRO

LAV. DIP. DIRIGENTE

LAV. AUTONOMO LIBERO PROF. CLASSE DI

ETA' DELLA MADRE PATOL. FISIOL. PATOL. FISIOL. PATOL. FISIOL. PATOL. FISIOL. PATOL. FISIOL. PATOL. FISIOL.

15 - 19 4 72 1 23 0 23 0 1 1 2 0 4 20 - 24 38 906 19 484 10 230 0 3 1 57 4 42 25 - 29 124 2.604 168 3.995 37 919 0 50 11 272 10 332 30 - 34 153 3.554 325 7.816 68 1.351 6 182 22 526 30 935 35 - 39 129 1.961 211 4.637 44 845 6 198 26 428 28 749 40 - 44 26 337 53 774 13 152 5 42 4 98 12 155 > 44 0 6 0 23 1 6 0 3 1 3 1 6 TOTALE 474 9.440 777 17.752 173 3.526 17 479 66 1.386 85 2.223

16. Durata della gravidanza

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Età gestazionale”.

- In totale sono state analizzate 55.283 schede (98,6%). - Le informazioni “Età gestazionale” e “Condizione professionale della madre” erano

disponibili in 55.115 schede (98,3%). - Le informazioni “Età gestazionale” e “Posizione nella professione della madre” (valore

presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano disponibili in 36.649 schede (65,4%).

L’analisi della durata della gravidanza è stata condotta suddividendo l’età gestazionale

al momento del parto in 4 categorie:

- gravidanze fortemente pre-termine (< 32 settimane di gestazione)

- gravidanze pre-termine (32 – 36 settimane di gestazione)

- gravidanze a termine (37 – 42 settimane di gestazione)

- gravidanze post-termine (> 42 settimane di gestazione)

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N. GRAVIDANZE PER SETTIMANE DI GESTAZIONE 2006 - 20 10

DURATA GRAVIDANZA N. % DATO NAZIONALE DI RIFERIMENTO 2006

FORTEMENTE PRE-TERMINE 451 0,82% 0,9%

PRE-TERMINE 3.048 5,51% 6,5%

A TERMINE 51.771 93,65% 93,3%

POST-TERMINE 13 0,02%

TOTALE GRAVIDANZE 55.283 100,00%

I dati bergamaschi del quinquennio 2006 – 2010 sono in linea con i dati del Rapporto

Nazionale 2006, con l’eccezione di un punto percentuale in più nelle nascite pre-

termine.

L’incrocio del dato con la variabile “Condizione professionale della madre” non

evidenzia differenze particolarmente significative, con frazioni più elevate di

gravidanze a termine nelle categorie numericamente meno rappresentate:

N. GRAVIDANZE PER SETTIMANE DI GESTAZIONE E CONDIZI ONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

CONDIZIONE PROFESSIONALE

FORTEMENTE PRE-TERMINE

PRE TERMINE A TERMINE POST

TERMINE TOT

OCCUPATA 285 1.954 34.402 8 36.649

CASALINGA 143 989 15.486 5 16.623

DISOCCUPATA 17 74 1.232 0 1.323

STUDENTE 2 15 406 0 423

IN CERCA DI PRIMA OCCUP. 0 1 28 0 29

ALTRA CONDIZIONE 0 3 65 0 68

TOT 447 3.036 51.619 13 55.115

L’analisi del dato della durata della gravidanza incrociato con la posizione nella

professione evidenzia una predominanza di nascite fortemente pre-termine e pre-

termine tra le madri con professione dirigenziale:

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42

PERCENTUALI NASCITE PRE-TERMINE E FORTEMENTE PRE-TE RMINE PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010

POSIZ. NELLA PROF. MADRE TOTALE PARTI

FORTEMENTE PRE-TERMINE E PRE-TERMINE %

LAV. DIP. - IMPIEGATO 18.936 1.112 5,87

LAV. DIP. - OPERAIO 10.088 614 6,09

LAV. DIP. - ALTRO 3.776 252 6,67

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 2.361 141 5,97

LAVORATORE AUTONOMO 1.482 83 5,60

LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 506 37 7,31

TOTALE 37.149 2.239 6,03

La professione dirigenziale è il gruppo che maggiormente fa ricorso a Tecniche di

Procreazione Assistita (2% di ricorso a Tecniche di Procreazione Assistita sul totale

delle madri del gruppo).

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43

IL PARTO

In generale le variabili esaminate legate alle modalità del parto e alle condizioni del

neonato non permettono di evidenziare dati rilevanti in rapporto a condizione

professionale e situazione nella professione della madre.

17. Modalità del travaglio

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni parto è stato considerato una sola volta, a prescindere dalla sua tipologia (semplice o

plurimo): sono pertanto state considerate le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Modalità del travaglio”.

- In totale sono state analizzate 47.427 schede (84,6%). - Le informazioni “Modalità del travaglio” e “Condizione professionale della madre” erano

presenti in 47.290 schede (84,3%).

Il Rapporto del Ministero della Salute 2006 indica per la Lombardia una percentuale di

travaglio indotto del 22,0%; dai dati esaminati il dato che emerge per la provincia di

Bergamo nel quinquennio esaminato è del 22,6%.

N. DI PARTI PER TIPO DI TRAVAGLIO 2006 - 2010 TIPO DI TRAVAGLIO N. PARTI %

INDOTTO 10.727 22,6% SPONTANEO 36.700 77,4%

TOTALE 47.427 100,0% L’analisi sulla condizione professionale delle madri che hanno dovuto ricorrere al

travaglio indotto (senza considerare le eventuali gravidanze patologiche o situazioni

sanitarie di rilievo) evidenzia uno scostamento maggiore alla media nel ricorso al

travaglio indotto per le categorie delle madri disoccupate (26,5%), in cerca di prima

occupazione (14,3%), e collocate in “altra condizione” (32%):

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44

NUMERO DI PARTI CON TRAVAGLIO INDOTTOPER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 201 0

7.278

3.013

300

87

16

4

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

ALTRA CONDIZIONE

IN CERCA DI PRIMA OCCUP.

N. PARTI PER TIPOLOGIA DI TRAVAGLIO E PER CONDIZION E PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

CONDIZ. PROF. MADRE TRAVAGLIO SPONTANEO

TRAVAGLIO INDOTTO

N. TOT. PARTI

OCCUPATA 24.120 7.278 31.398 CASALINGA 11.283 3.013 14.296 DISOCCUPATA 830 300 1.130

STUDENTE 301 87 388

ALTRA CONDIZIONE 34 16 50

IN CERCA DI PRIMA OCCUP. 24 4 28

TOT. 36.592 10.698 47.290

18. Modalità del parto

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Sono state considerate tutte le schede CedAP riportanti il valore “1” nel campo “Ordine di

nascita”. Tra queste sono state analizzate le schede riportanti un valore corretto nel campo “Modalità parto”.

- In totale sono state analizzate 55.342 schede (98,7%). - Le informazioni “Modalità parto”, e “Condizione professionale della madre” erano presenti in

55.174 schede (98,4%). - Le informazioni “Modalità parto”, “Data di nascita della madre” e “Posizione nella

professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 36.567 schede (65,2%).

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45

Nel corso del quinquennio il 72% dei parti è avvenuto con modalità spontanea, e il

24% con taglio cesareo (16% cesareo d’elezione e 8% cesareo intervenuto nel corso

del travaglio); tali valori si discostano sensibilmente dal dato nazionale, che colloca i

parti spontanei al 62,8% e al 34% i parti cesarei.

I valori analizzati per quinquennio mostrano una sostanziale stabilità:

MODALITA' DEL PARTO 2006 - 2010

7.772 7.637 8.102 8.147 7.952

1.857 1.8901.755 1.864 1.761

762 808857 876 934

363 448471 475 463

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

2006 2007 2008 2009 2010

ALTRO

FORCIPE

VENTOSA

CESAREO INTRAVAGLIO

CESAREOD'ELEZIONE

SPONTANEO

Incrociando il dato con la variabile “Condizione professionale della madre” si

evidenziano valori sostanzialmente sovrapponibili nelle tre categorie numericamente

più rappresentative (occupate, disoccupate e casalinghe). La maggiore variabilità delle

restanti tre categorie è probabilmente dovuta alla loro esiguità numerica:

MODALITA' DEL PARTO PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DE LLA MADRE2006 - 2010

26.287

5.893

2.802

1.609

36

56

11.860

2.950

1.242

541

10

41

918

221

131

53

3

0

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE

STUDENTE

ALTRA CONDIZIONESPONTANEO

CESAREOD'ELEZIONE

CESAREO INTRAVAGLIO

VENTOSA

FORCIPE

ALTRO

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46

L’incrocio del dato con la variabile “Posizione nella professione della madre” mostra

che l’andamento delle diverse modalità di parto è sovrapponibile per tutte le posizioni

professionali:

MODALITA' DEL PARTO PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010

6.907

13.658

2.732

345

1.012

1.633

1.737

2.831

534

88

288

415

847

1.343

284

41

103

184

470

802

169

21

57

90

0% 20% 40% 60% 80% 100%

LAV. DIP. - OPERAIO

LAV. DIP. - IMPIEGATO

LAV. DIP. - ALTRO

LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAVORATORE AUTONOMO

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. SPONTANEO

CESAREOD'ELEZIONE

CESAREO INTRAVAGLIO

VENTOSA

FORCIPE

ALTRO

19. Natimortalità

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni scheda nascita è stata considerata singolarmente. Tra le schede sono state analizzate

quelle riportanti un valore corretto nel campo “Vitalità”. - In totale sono state analizzate 56.064 schede (100%). Le schede riportanti il valore

“morto” nel campo “Vitalità” sono state 194 (0,3%) - Le informazioni “Vitalità” con valore di campo “morto” e “Data di nascita della madre”

erano presenti in 194 schede (0,3%). - Le informazioni “Vitalità” con valore di campo “morto”,“e “Condizione professionale della

madre” erano presenti in 191 schede (0,3%). - Le informazioni “Vitalità” con valore di campo “morto” e “Posizione nella professione della

madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 115 schede (0,2%).

- Le informazioni “Vitalità” con valore di campo “morto” e “Settore di occupazione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 115 schede (0,2%).

Per l’anno 2006 il valore del tasso di natimortalità nazionale risulta essere di 2,8 nati

morti ogni 1.000 nati. I valori provinciali risultano soggetti ad una considerevole

variabilità nel quinquennio considerato, con un valore medio per il periodo (3,5 ‰)

superiore al dato nazionale:

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ANNO NATI

MORTI in val. ass.

NATI TOT. ANNO

TASSO DI NATIMORTALITA' (nati morti / 1.000

nati) 2006 26 10.904 2,4 2007 39 10.961 3,6 2008 56 11.346 4,9 2009 40 11.558 3,5 2010 33 11.295 2,9

L’incrocio del dato con la variabile “Età della madre” evidenzia un aumento

progressivo dei valori all’aumentare dell’età delle madri, con l’unica eccezione della

classe 20-24 anni dove si riscontra un valore particolarmente elevato se confrontato

con quello delle classi adiacenti. Di rilievo è anche il valore associato alla classe di età

>44 anni, che raggiunge l’11,6‰: il dato si riferisce ad un unico caso su un totale di

80 madri nel quinquennio.

NATIMORTALITA' PER CLASSE DI ETA' DELLA MADRE 2006 - 2010(n. nati morti*1.000/nati tot.)

0,0

2,3

3,73,1 3,2

4,1 4,6

11,6

3,5

0

2

4

6

8

10

12

< 15 15 - 19 20 - 24 25 - 29 30 - 34 35 - 39 40 - 44 > 44

Il tasso di natimortalità calcolato a partire dalla condizione professionale della madre

considerato soltanto per le categorie numericamente più rappresentative evidenzia un

valore superiore per le casalinghe (4,2‰). Non si sono verificati casi tra le donne in

cerca di prima occupazione; tra le studentesse i casi sono stati 2 su un tot. di 427 nati

(4,7‰), e tra le madri collocate in “altra condizione” si è verificato 1 caso su un tot.

di 69 nati (14,5‰).

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TASSO DI NATIMORTALITA' PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

(n. nati morti*1.000/nati tot.)

3,1

4,2

2,3

0

1

2

3

4

5

6

OCCUPATA CASALINGA DISOCCUPATA

Analizzando le singole posizioni professionali delle madri emerge il valore elevato della

categoria “lavoro dipendente – dirigente/direttivo” (5,9‰), che anche in questo caso

può essere attribuito alla variabilità dovuta alla esigua numerosità (3 casi in un

gruppo di 506 donne). Nelle restanti categorie professionali, caratterizzate da

numerosità più elevata, è rilevante il tasso di natimortalità nel gruppo delle operaie:

TASSO DI NATIMORTALITA' PER POSIZIONE NELLA PROFESS IONE DELLA MADRE 2006 - 2010 (n. nati morti*1.000/nati tot.)

4,4

2,63,2

5,9

1,32,1

01234567

LAV

. DIP

. - O

PE

RA

IO

LAV

. DIP

. -IM

PIE

GA

TO

LAV

. DIP

. - A

LTR

O

LAV

. DIP

. -D

IRIG

EN

TE

/DIR

ET

TIV

O

LAV

OR

AT

OR

EA

UT

ON

OM

O

IMP

RE

ND

ITO

RE

/LI

BE

RO

PR

OF

ES

S.

Infine, i tassi calcolati secondo il settore di occupazione della madre mostrano una

leggera prevalenza nel settore dell’industria (3,8‰) e in quello dell’agricoltura

(3,9‰):

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NATIMORTALITA' PER SETTORE OCCUPAZIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010 (n.nati morti*1.000/nati tot.)

2,6

3,8

2,92,5

3,9

0

1

2

3

4

5

COMMERCIO,PUBBLICI SERVIZI,

ALBERGHI

INDUSTRIA ALTRI SERVIZI PRIV. PUBBLICAAMMINISTRAZIONE

AGRICOLTURACACCIA/PESCA

20. Necessità di rianimazione

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni scheda nascita è stata considerata singolarmente. Tra le schede sono state analizzate

quelle riportanti un valore corretto nel campo “Necessità rianimazione”. - In totale sono state analizzate 56.064 schede (100%). Le schede riportanti il valore “SI”

nel campo “Necessità rianimazione” sono state 775 (1,4%) - Le informazioni “Necessità rianimazione” con valore di campo “SI” e “Data di nascita della

madre” erano presenti in 774 schede (1,4%). - Le informazioni “Necessità rianimazione” con valore di campo “SI”,“e “Condizione

professionale della madre” erano presenti in 771 schede (1,4%). - Le informazioni “Necessità rianimazione” con valore di campo “SI” e “Posizione nella

professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 491 schede (0,9%).

- Le informazioni “Necessità rianimazione” con valore di campo “SI” e “Settore di occupazione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 491 schede (0,9%).

Nel quinquennio 2006 – 2010 è stato sottoposto a rianimazione l’1,4% dei neonati.

RIANIMAZIONE NEONATALE 2006 - 2010

160

171

143

162

139

120

140

160

180

2006 2007 2008 2009 2010

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La suddivisione in classi di età delle madri dei casi di rianimazione neonatale del

periodo 2006 – 2010 mostra una crescita del ricorso alla rianimazione con l’aumentare

dell’età della madre, ad l’eccezione della classe di età 20-24 anni:

CASI DI RIANIMAZIONE NEONATALE PER CLASSE DI ETA’ DELLA MADRE 2006 - 2010

CLASSE DI ETA' MADRE TOT. NATI

RICORSO ALLA RIANIMAZIONE %

< 15 3 0 0,0% 15 - 19 863 8 0,9% 20 - 24 5.623 86 1,5% 25 - 29 14.048 169 1,2% 30 - 34 20.309 265 1,3% 35 - 39 12.538 201 1,6% 40 - 44 2.401 43 1,8% > 44 86 2 2,3%

L’analisi della situazione occupazionale delle madri mostra per tutte le categorie una

percentuale compresa tra 1,2% (studentesse) e 1,9% (disoccupate), con l’esclusione

delle madri in cerca di prima occupazione tra le quali non si è verificato alcun caso:

CASI DI RIANIMAZIONE NEONATALE PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE TOT. NATI

RICORSO ALLA

RIANIMAZIONE %

OCCUPATA 37.184 492 1,3%

CASALINGA 16.853 247 1,5%

DISOCCUPATA 1.333 25 1,9%

IN CERCA DI 1° OCCUPAZIONE 29 0 0,0%

STUDENTE 427 5 1,2%

ALTRA CONDIZIONE 69 1 1,4%

Tra le donne occupate si evidenzia un valore particolarmente elevato nella classe delle

occupazioni dirigenziali, contraddistinta da bassa numerosità, mentre per tutte le altre

tipologie di occupazione le percentuali sono sovrapponibili, con valori che si collocano

tra 1,1% e 1,4%:

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CASI DI RIANIMAZIONE NEONATALE PER POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE 2006 - 20 10

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE TOT. NATI

RICORSO ALLA

RIANIMAZIONE %

LAV. DIP. - OPERAIO 10.095 144 1,4% LAV. DIP. - IMPIEGATO 18.957 249 1,3% LAV. DIP. - ALTRO 3.781 40 1,1% LAV. DIP. - DIRIGENTE / DIRETTIVO

506 11 2,2%

LAVORATORE AUTONOMO 1.482 20 1,3% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 2.363 28 1,2%

Esaminando la variabile per il settore di occupazione delle madri non si evidenziano

tra i diversi settori sostanziali differenze, con valori compresi tra 0,8% (agricoltura) e

1,5% (altri servizi privati):

CASI DI RIANIMAZIONE NEONATALE PER SETTORE DI OCCUPAZIONE DELLA MADRE 2006 - 2010

SETTORE DI OCCUPAZIONE DELLA MADRE TOT. NATI

RICORSO ALLA

RIANIMAZIONE %

COMMERCIO, PUBBLICI SERVIZI, ALBERGHI 11.797 152 1,3%

INDUSTRIA 11.696 151 1,3% ALTRI SERVIZI PRIV. 10.274 150 1,5% PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 3.158 36 1,1% AGRICOLTURA CACCIA/PESCA 259 2 0,8% TOT. 37.184 491 1,3%

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CARATTERISTICHE DEL NEONATO

21. Peso alla nascita del neonato

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni scheda nascita è stata considerata singolarmente. Tutte le schede riportavano un

valore corretto nel campo “Peso alla nascita”. - Sono state considerate le sole schede dei nati vivi; in totale sono state analizzate 55.870

schede (99,7%). - Le informazioni “Peso alla nascita” ed “Età gestazionale” erano presenti in 55.811 schede

(99,6%). - Le informazioni “Peso alla nascita” ed “Data nascita madre” erano presenti in 55.677

schede (99,3%). - Le informazioni “Peso alla nascita” e “Condizione professionale della madre” erano presenti

in 55.704 schede (99,4%). - Le informazioni “Peso alla nascita” e “Posizione nella professione della madre” (valore

presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 37.069 schede (66,1%).

- Le informazioni “Peso alla nascita” e “Settore di occupazione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 37.069 schede (66,1%).

I dati relativi al peso alla nascita per il quinquennio mostrano che l’87,9% dei neonati

è normopeso, il 6,7% è di basso peso e il 5,4% è di peso > a 4.000 gr.

Lo 0,8% dei neonati è di peso molto basso (< 1.500 gr.):

PESO ALLA NASCITA (IN GR) NEONATI VIVI 2006 - 2010

CLASSE DI PESO N. NATI %

< 1500 474 0,8%

1500 - 2499 3.290 5,9% 2500 - 3299 25.214 45,1% 3300 - 4000 23.895 42,8% > 4000 2.997 5,4% TOTALE 55.870 100%

Analizzando il peso alla nascita per la durata della gravidanza si evidenzia come la

maggior parte dei neonati di peso basso e molto basso si collochi tra i parti a termine

e fortemente pre-termine:

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53

NEONATI VIVI : PESO ALLA NASCITA PER DURATA DELLA G RAVIDANZA2006 - 2010

328

92

133

1649

1386

12

1543

23778

23689

2986

0% 20% 40% 60% 80% 100%

< 1500 GR

1500 - 2499

2500 - 3299

3300 - 4000

> 4000

FORTEMENTE PRE - TERMINE PRE-TERMINE A TERMINE

Incrociando il dato con la variabile “Età della madre” si evidenzia come la percentuale

dei neonati di peso basso e molto basso tenda a crescere con l’aumentare dell’età

della madre:

NEONATI VIVI : PESO ALLA NASCITA PER CLASSI DI ETA' DELLA MADRE2006 - 2010

55

310

744

1.158

808

190

8

2

397

2.442

6.406

9.101

5.658

1.085

34

1

368

2.474

6.050

8.716

5.204

968

37

35

324

701

1.098

708

118

33

0% 20% 40% 60% 80% 100%

< 15

15 - 19

20 - 24

25 - 29

30 - 34

35 - 39

40 - 44

> 44

< 1500 GR 1500 - 2499 2500 - 3299 3300 - 4000 > 4000

L’incrocio con la variabile “Condizione professionale della madre” mostra valori

percentualmente più elevati per le nascite a peso basso e molto basso nel caso di

madri casalinghe o disoccupate.

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54

NEONATI VIVI: PESO ALLA NASCITA PER CONDIZIONE PROF ESSIONALE DELLA MADRE2006 - 2010

2.161

1.011

80

20

1

4

17.110

7.177

631

187

8

27

15.676

7.376

533

196

19

30

1.822

1.062

73

20

1

7

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

OCCUPATA

CASALINGA

DISOCCUPATA

STUDENTE

IN CERCA DI PRIMA OCCUP.

ALTRA CONDIZIONE

< 1500 GR 1500 - 2499 2500 - 3299 3300 - 4000 > 4000

L’analisi del dato incrociato con le variabili “Posizione nella professione della madre” e

“Settore di occupazione della madre” non evidenziano significativi scostamenti nei

valori percentuali delle nascite a peso basso e molto basso:

NEONATI VIVI: PESO ALLA NASCITA PER POSIZIONE PROFE SSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

568

1.138

238

28

70

119

4.597

8.783

1.704

205

676

1.145

4.272

7.936

1.624

236

655

953

523

895

185

29

64

126

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

LAV. DIP. OPERAIO

LAV. DIP.IMPIEGATO

LAV. DIP. ALTRO

LAV. DIP. DIRIGENTE/DIRETTIVO

LAVORATORE AUTONOMO

IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS.

< 1500 GR 1500 - 2499 2500 - 3299 3300 - 4000 > 4000

NEONATI VIVI: PESO ALLA NASCITA PER SETTORE DI OCCU PAZIONE DELLA MADRE2006 - 2010

669

715

592

172

13

5.399

5.352

4.784

1.471

104

5.028

4.908

4.307

1.311

122

574

587

476

168

17

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

COMMERCIO, PUBBLICISERVIZI, ALBERGHI

INDUSTRIA

ALTRI SERVIZI PRIV.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

AGRICOLTURA,CACCIA/PESCA

< 1500 GR 1500 - 2499 2500 - 3299 3300 - 4000 > 4000

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55

22. Nati con malformazione

- Il numero dei nuovi nati complessivo per il quinquennio 2006 – 2010 è 56.064. - Ogni scheda nascita è stata considerata singolarmente. Tutte le schede riportavano un

valore corretto nel campo “Presenza malformazioni”. - Sono state considerate le sole schede dei nati vivi; in totale sono state analizzate 55.870

schede (99,7%). - Le schede in cui nel campo “Presenza malformazioni” era inserito il valore “SI” erano 175

(0,3%) - Le informazioni “Presenza malformazioni” con valore di campo “SI” e “Data nascita madre”

erano presenti in 174 schede (0,3%). - Le informazioni “Presenza malformazioni” con valore di campo “SI” e “Cittadinanza madre”

erano presenti in 171 schede (0,3%). - Le informazioni “Presenza malformazioni” con valore di campo “SI” e “Condizione

professionale della madre” erano presenti in 175 schede (0,3%). - Le informazioni “Presenza malformazioni” con valore di campo “SI” e “Posizione nella

professione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 115 schede (0,2%).

- Le informazioni “Presenza malformazioni” con valore di campo “SI” e “Settore di occupazione della madre” (valore presente soltanto nei casi in cui la madre risultava “occupata” nel campo “Condizione professionale della madre”) erano presenti in 115 schede (0,2%).

Il dato complessivo del quinquennio relativo alla nascita con malformazioni è pari allo

0,3% sul totale dei nati vivi.

Il dato incrociato con la variabile “Età della madre” evidenzia una maggior frequenza

di malformazioni nella classe di età 15-19 anni:

NEONATI VIVI: MALFORMAZIONI PER ETA’ DELLA MADRE 2006 - 2010

CLASSE DI ETA' DELLA MADRE

N. NATI CON MALFORMAZIONI

TOT. NATI VIVI %

< 15 0 3 0,0% 15 - 19 5 861 0,6% 20 - 24 21 5.602 0,4% 25 - 29 43 14.005 0,3% 30 - 34 56 20.245 0,3% 35 - 39 40 12.486 0,3% 40 - 44 9 2.390 0,4% > 44 0 85 0,0% TOT 174 55.677 0,3%

L’analisi del dato per la cittadinanza della madre evidenzia una maggiore frequenza di

malformazioni nei figli di madri straniere:

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NEONATI VIVI: MALFORMAZIONI PER NAZIONALITA’ DELLA MADRE 2006 - 2010

NAZIONALITA' MADRE

N. NATI CON MALFORMAZIONI TOT. NATI VIVI %

ITALIANA 121 41348 0,29 STRANIERA 50 12861 0,39

L’incrocio del dato con la variabile “condizione professionale della madre” mostra una

maggiore occorrenza di malformazioni tra le madri collocate nella categoria “altra

condizione”:

NEONATI VIVI: MALFORMAZIONI PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA MADRE 2006 - 2010

CONDIZIONE PROFESSIONALEDELLA MADRE

N. NATI CON MALFORMAZIONI

TOT. NATI VIVI %

OCCUPATA 115 37.069 0,3% CASALINGA 51 16.783 0,3% DISOCCUPATA 4 1.330 0,3% IN CERCA DI 1° OCCUPAZIONE 0 29 0,0% STUDENTE 4 425 0,9% ALTRA CONDIZIONE 1 68 1,5% TOT. 175 55.704 0,3%

Incrociando il dato con le variabili “Posizione nella professione della madre” le

occorrenze più basse si trovano in corrispondenza delle professioni imprenditoriali e

dirigenziali:

NEONATI VIVI: MALFORMAZIONI PER POSIZIONE NELLA PRO FESSIONE DELLA MADRE 2006 - 2010

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE DELLA MADRE

N. NATI CON MALFORMAZIONI

TOT. NATI VIVI %

LAV. DIP. - OPERAIO 32 10.051 0,3% LAV. DIP. - IMPIEGATO 60 18.908 0,3% LAV. DIP. - ALTRO 14 3.769 0,4% LAV. DIP. - DIRIGENTE/DIRETTIVO 1 503 0,2% LAVORATORE AUTONOMO 4 1.480 0,3% IMPRENDITORE / LIBERO PROFESS. 4 2.358 0,2% TOT. 115 37.069 0,3%

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Conclusioni

Nel presente lavoro sono state analizzate le schede CedAP relative alle nascite

avvenute in provincia di Bergamo nel periodo 2006 – 2010, al fine di ricercare le

eventuali correlazioni esistenti tra variabili quali età, cittadinanza, livello di scolarità,

condizione e posizione professionale delle madri con le condizioni nell’accesso ai

servizi socio-sanitari e la salute del neonato.

Una considerazione preliminare riguarda la scarsa attenzione alla compilazione dei

CedAP, spesso riscontrata nel corso dell’analisi. Per molte delle variabili esaminate,

infatti, non è stato possibile utilizzare tutte le schede in quanto i campi contenenti il

dato studiato erano vuoti o compilati non correttamente. Per compilazione non

corretta ci si riferisce in particolare al campo “Cittadinanza della madre”, indicato con

un codice ma inserito in modo tale da non consentire l’identificazione della nazionalità

della madre (1.611 schede). La compilazione imprecisa del CedAP coinvolge tutti i

punti nascita, sebbene con frequenze differenziate a seconda del dato esaminato.

In questo lavoro sono state analizzate l’età, la nazionalità, la scolarità, la condizione

professionale e la posizione nella professione della madre in relazione a variabili

riferite alla gravidanza, al parto e al neonato.

L’analisi di queste variabili si è rivelata utile soprattutto per quanto riguarda il

decorso della gravidanza, suggerendo che le condizioni di straniera, di bassa

scolarizzazione, lo stato di disoccupata, di casalinga o un lavoro dipendente di tipo

operaio possano essere portatrici di uno svantaggio nell’accesso ai servizi socio

sanitari, con il rischio di inappropriatezza nell’assistenza in gravidanza, e in

particolare:

- ricorso a TPA (straniere)

- n. tot. di visite effettuate in gravidanza (bassa scolarità)

- età gestazionale all’esecuzione della prima visita (straniere, bassa scolarità,

casalinghe e operaie)

- n. di ecografie effettuate (straniere, casalinghe, operaie)

- indagini prenatali invasive per un età superiore a 35 anni (straniere, e dall’età di 40

anni operaie)

- decorso patologico della gravidanza (disoccupate e casalinghe; sul totale un picco

anomalo nella classe di età 20 – 24 anni)

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Sono stati evidenziati possibili fattori di differenziazione anche nell’analisi di alcune

variabili legate al parto e al neonato:

- modalità del travaglio (donne in “altra condizione professionale” e casalinghe)

- natimortalità (madri con età > 44 anni, casalinghe, occupate nell’industria)

- rianimazione del neonato (disoccupate; sul totale un picco anomalo nella classe di

età 20 – 24 anni)

- peso del neonato (età della madre, casalinghe, disoccupate)

- malformazioni (straniere, madri in “altra condizione professionale”).

E’ infine emersa una situazione di svantaggio per madri in alte classi di età o esercenti

professioni imprenditoriali o dirigenziali relativamente alle variabili “durata della

gravidanza”, “natimortalità”, “rianimazione del neonato”, che potrebbe essere

ricondotta al contesto del ricorso alle TPA (si tratta dei due gruppi professionali che

ricorrono maggiormente a queste tecniche).

In conclusione si ritiene che l’esito di queste prime elaborazioni suggerisca

l’opportunità di proseguire l’indagine sulle variabili considerate negli anni a venire.

L’aumento dei dati oggetto di studio potrebbe infatti rafforzare o modificare le

conclusioni sopra presentate.

Si ritiene altresì importante un intervento di sensibilizzazione presso le strutture

ospedaliere affinché il personale addetto alla registrazione del CedAP operi con criteri

di correttezza e precisione maggiori, così da permettere l’utilizzo completo dei dati in

esso contenuti anche in relazione ad approfondimenti di carattere socio-sanitario.