lugano 30.11.2013

75
LA DEMOCRAZIA NELLA REPUBBLICA DI SIENA Interlibertarians 2013 Quale democrazia? RELAZIONE PROF. COSIMO LORÉ 30 novembre 2013 ore 14.00-20.00 Lugano Paradiso – Canton Ticino (Svizzera) SCIENZE MEDICO-LEGALI SOCIALI e FORENSI www.scienzemedicolegali.it

Upload: prof-cosimo-lore

Post on 27-Jun-2015

198 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Page 1: Lugano 30.11.2013

LA DEMOCRAZIA NELLAREPUBBLICA DI SIENA

Interlibertarians 2013Quale democrazia?

RELAZIONEPROF. COSIMO LORÉ

30 novembre 2013 ore 14.00-20.00Lugano Paradiso – Canton Ticino (Svizzera)

SCIENZEMEDICO-LEGALISOCIALI e FORENSIwww.scienzemedicolegali.it

Page 2: Lugano 30.11.2013

INTERLIBERTARIANS 2013Together in freedom

www.interlibertarians.org

WHICH DEMOCRACY?Lugano-Paradiso (Switzerland) 30 novembre 2013

LA DEMOCRAZIA NELLA REPUBBLICA DI SIENARelatore: Prof. Cosimo Loré

Page 3: Lugano 30.11.2013

Premetto che quanto qui dirò è frutto diuna stretta collaborazione con l’amicoMauro Aurigi cui ci unisce una lungaappassionata dedizione alla città e allastoria di Siena vissuta all’interno dellaistituzione universitaria e dell’istitutobancario, scandita da iniziative politichee pubblicazioni scientifiche in volumi,riviste, giornali, atti, cd, dvd, blog,video, fino a questa odierna relazione …

Page 4: Lugano 30.11.2013
Page 5: Lugano 30.11.2013
Page 6: Lugano 30.11.2013
Page 7: Lugano 30.11.2013
Page 8: Lugano 30.11.2013

Immagino che siamo qui a parlare di democrazia nontanto per motivi estetici o etici quali la parità di dirittie doveri, la dignità, la giustizia o la libertà, ma perchédemocrazia significa soprattutto successo economico,sociale e culturale. Perché la democrazia producericchezza (i sistemi autoritari, anche se mascherati dademocratici, no) e la ricchezza produce cultura (lapovertà produce ignoranza) e la cultura produce arti escienze. Questo ha significato la democrazia là dove siè manifestata più vistosamente: nella Grecia 2500 annifa, nel centro-nord d’Italia quasi 1000 anni fa e dacirca 300 anni nell’Occidente in generale e nei paesiprotestanti in particolare, dove la democrazia deinostri tempi ha raggiunto i livelli più alti ……………..

Page 9: Lugano 30.11.2013

E già che siamo in Svizzera, diciamocelo: questo è ilterritorio più povero di risorse naturali dell’interaEuropa, ma è anche il territorio dove vive il popolo piùcivile e prospero del mondo. E ciò per un unico,preciso motivo: qui da 750 anni ininterrottamente siapplica la democrazia, ed oggi nella forma più evolutadell’intero pianeta… tanto che si potrebbe bensottotitolare questa relazione come uno studio su …

una piccola orgogliosa capitalecampionessa nel “fare da sé”!

Un modello ancora attuale?

Page 10: Lugano 30.11.2013

Et neuna cosa, quanto sia minima, può averecominciamento o fine senza queste tre cose, cioè:senza potere et senza sapereetsenzacon amore volere.

antico statuto della Repubblica di Siena

Page 11: Lugano 30.11.2013

Dopo l’anno Mille, assorbite e assimilate definitivamente leinvasioni barbariche, le città in Europa, già abbandonateperché i nuovi padroni dopo averle devastate preferivano iloro castelli nelle campagne, cominciarono a ripopolarsi e adarsi forme di governo comunitarie su base popolare(orizzontale), fatalmente in contrapposizione col sistemafeudale (verticale) esistente fuori dalle mura del “borgo” (dacui “borghesi”). Era la democrazia, nella sua forma piùelementare, che dopo 1500 anni, si riaffacciava nelcontinente. Nell’Italia del centro-nord (e direi anche inSvizzera) a differenza per esempio della Germania, i borghinon si limitarono ad affermare la loro autonomia e la lorodiversità dal sistema feudale fuori delle mura, ma locombatterono, sconfiggendolo, annettendosene i territori eliberando i servi della gleba ………………………………...

Page 12: Lugano 30.11.2013

Si crearono le città-stato, i liberi comuni orepubbliche. È da qui o, meglio, è dall’Umanesimonato nelle università dei liberi comuni, e dalRinascimento che ne deriverà, che vede la luce efiorisce il pensiero politico occidentale o, se sivuole, l’Occidente, sic et simpliciter. È da qui chea partire dal Duecento l’Occidente riesce primaa raggiungere e poi a superare definitivamente itre Orienti, arabo, indiano e cinese, che da secoliavevano costruito civiltà assai più evolute(quando i Crociati piombarono nel VicinoOriente furono giustamente considerati barbari).

Page 13: Lugano 30.11.2013

È sulla base di tutto ciò che cercheremo diillustrare un caso storico, quello della nostra città,dove la sperimentazione democratica in epocamedievale fu così profonda e condivisa da produrreeffetti benéfici ancora oggi ben visibili e pienamentefruibili, come successivamente vedremo.

Page 14: Lugano 30.11.2013

Siena, già etrusca, fu poi colonia romana col nomedi Saena Julia. La mitologia cittadina vuole la cittàfondata da Senio, figlio di Remo, ucciso dal gemelloRomolo fondatore di Roma. Senio e il fratello Aschio,avrebbero infatti lasciato Roma perché perseguitati dallozio Romolo, trovando rifugio nella nuova città. Ma laprima notizia storica che se ne ha è dell’anno 70 d. C.,quando Tacito riporta la notizia del senatore romanoManlio Patruito che, in visita ufficiale a Siena, fumalmenato e sbeffeggiato con un pubblico funerale.Avremo occasione di tornare su questo carattere irascibilee caustico dei Senesi, probabilmente retaggio, come pertutta la Toscana, degli Etruschi, assai diversi per stirpe eper costumi dai Romani (che non perdonarono mai loro,per esempio, di ammettere le donne alla propria tavola).

Page 15: Lugano 30.11.2013

Oggi Siena è una piccola cittàdel sud della Toscana, la più piccola della regione conpoco più di 50.000 abitanti, tanti quanti ne aveva nellaprima metà del Trecento, epoca del suo massimorigoglio sia economico che politico, ma quando giàcittà come Firenze, Venezia e Milano di abitanti neavevano più del doppio. Ma grazie al suo passato èancora una piccola capitale autosufficiente ed è oggi –riconosciamolo – anche la più bella provincia dellabellissima Toscana, quindi una delle province piùbelle del “belpaese” Italia!

Page 16: Lugano 30.11.2013

Come la Svizzera il suo territorio non ha pianure, ècollinare e montano, per giunta è arido... E come la Svizzerada sempre schiacciata tra Francia, Germania, Austria e Italia,Siena è da sempre schiacciata tra due potenze, Firenze e laRoma dei Papi, contro le quali dovette difendere con le armi lapropria indipendenza, spesso vittoriosamente. Sono esperienzequeste che possono formare il carattere di un popolo: successeanche a Venezia, schiacciata tra il Sacro Romano Impero,anche asburgico, e quello ottomano. Di più: avendo il confinesettentrionale con la potente e prepotente Firenze a soli 10chilometri dalle proprie mura, Siena fu costretta a unarischiosa espansione armata verso sud, ossia contro i feudataridel Papa: le terre che conquistò fino a riunire tutta la Toscanameridionale arrivando a prendere possesso del Monte Amiata,del Monte Argentario e di Orbetello, furono quindi moltotemerariamente sottratte allo Stato della Chiesa…

Page 17: Lugano 30.11.2013

Leonardo Benevolo, Le città nella storia d’Europa

Page 18: Lugano 30.11.2013

Straordinariamente quella sfida paradossale di settecento-ottocento annifa frutto della “pazzia” dei Senesi ha prodotto effetti evidenti fino a oggi:

Università della prima metà del Duecento e quindi tra le più antichedel mondo, arrivata ad ospitare oltre 25.000 studenti (su 55.000 abitanti); Ospedale, il più antico del mondo, documentato da prima dell’anno1000, tra i primi tre della Toscana, nella città più piccola della regione…;Monte dei Paschi di Siena, fondato nel 1472, la più antica delpianeta, la terza banca italiana, con 30.000 dipendenti e 3000 sportelli…; turismo con un milione e mezzo di presenze annue, per il richiamodell’arte, anch’essa a carattere pubblico, fiorita nel periodo repubblicano; 17 Contrade, eredi dirette delle compagnie militari popolaridell’antica repubblica, gestite direttamente in totale autonomia eall’interno delle quali si svolge gran parte della vita sociale e culturaledei Senesi, cui va il merito dei livelli di notorietà internazionale del Palioe dei livelli di civismo e sicurezza insoliti per un paese come l’Italia; quattro Accademie di origine rinascimentale e ci si ferma qui...

Page 19: Lugano 30.11.2013

Ma ancora più straordinario è che da tutto ciòdipenda ancora oggi l’80-90% della vita sociale ed economica,artistica e culturale di una Città che è rimasta tra le piùprospere sotto ogni aspetto (da sempre galleggia ai verticiitaliani della classifica italiana delle città con migliore qualitàdi vita). Da notare ulteriormente che quelle a cui abbiamoaccennato rappresentano esclusivamente attività o istituzionipubbliche, che però, si badi bene, hanno tutte tre particolaricaratteristiche: la prima è che, fatto eccezionale in un Paesedove ciò che è pubblico è nelle condizioni che si conoscono,hanno magnificamente funzionato come straordinari produttoridi cultura e ricchezza almeno fino a una trentina di anni fa; laseconda è che sono stati generati dalla Città stessa; la terza èche hanno tutti origine nel periodo repubblicano di Siena dal1000 al 1559, anno della fine della Repubblica.

Page 20: Lugano 30.11.2013

Questo fenomeno, forse unico almondo, di una comunità che vive quasi esclusivamente diistituzioni pubbliche fondate dalla comunità stessa, tuttoraprestigiose, non parassitarie come invece è normale in Italia per ilsettore pubblico, ma produttrici di cultura e benessere economico eche per giunta sono state create tra 1000 e 500 anni fa, avrebbedovuto incuriosire gli studiosi, inducendoli a indagare sulle ragionidi un tale fenomeno. Non l’hanno fatto e allora ci proviamo noi.Ma prima dobbiamo aggiungere un ulteriore particolare. La storiaspesso tormentata di questa Città, costretta sempre a risolvere dasola i suoi problemi, ha talmente condizionato i Senesi sia sul pianoculturale che su quello antropologico anche nei secoli successivi,che ancora oggi si può dire che Siena, per tutto ciò di cui vive, nondeve ringraziare nessuno, né un papa né un re, né un politico, né uncapitano d’industria, né, dopo la perdita dell’indipendenza, loStato, prima mediceo, poi lorenese, infine italiano. Vero è che iSenesi devono ringraziare solo se stessi!

Page 21: Lugano 30.11.2013

E questo vale per esempio per lacostruzione dell’acquedotto che porta a Sienal’acqua dal Monte Amiata, lontano circa uncentinaio di chilometri. Vi provvide nel 1904direttamente il Comune, senza una lira difinanziamento dello Stato, senza una leggespeciale, senza una gara internazionale, mautilizzando esclusivamente i propri tecnici e ipropri denari (fu costruito così bene chequando nel 1944 le truppe naziste in ritiratacercarono di farlo saltare, non ci riuscirono).

Page 22: Lugano 30.11.2013

Da notare che fino ad allora laCittà, totalmente priva di acque superficiali e di acquedi falda, aveva utilizzato l’acqua dei cosiddetti“bottini” ossia di una stupefacente opera idraulicamedievale consistente in un reticolo di cunicoli che sisviluppano per una trentina di chilometri nelsottosuolo della Città, nei quali si raccoglie gocciadopo goccia l’acqua che geme dalle pareti di tufovulcanico e che alla fine ancora oggi ruscella copiosain decine di fonti che costellano l’abitato, molte dellequali monumentali, quasi dei templi pagani eretti daiSenesi alla dea Acqua.

Page 23: Lugano 30.11.2013

Lo stesso si può dire per le tre ferrovieche la collegano a Firenze, a Roma e allaMaremma, che i Senesi, visto l’isolamento incui lo Stato li ha sempre lasciati dalla perditadella libertà in poi, si sono costruiti da solinella seconda metà dell’800. Questa è unastoria che merita un commento.

Page 24: Lugano 30.11.2013

Tutto cominciò con la decisione del principe Leopoldo diLorena, Granduca di Toscana, di costruire la prima ferrovia delloStato toscano da Firenze a Livorno, il porto più importante dellapiccola nazione. A Siena si innervosirono parecchio. Poi se ne fecerouna ragione e si rimboccarono le maniche. Presero il mare edandarono in Inghilterra a vedere come si faceva. Così una stradaferrata che li collegasse alla stazione di Empoli sulla Firenze-Livornose la fecero da soli tra il 1844 e il 1849. Poi toccò ai Savoia, succedutinel 1860 ai Lorena dopo l’adesione dei Toscani all’unità d’Italia, ainnervosire i Senesi. Questi erano stati i primi con un referendum adaderire allo Stato unitario (speravano così di liberarsi dal giogofiorentino che gravava loro sul collo dal 1559, ma non sapevano chequello romano sarebbe stato anche peggiore). I Savoia decisero di farepassare la ferrovia Firenze-Roma da Arezzo invece che da Siena.Sarebbe stato l’isolamento della Città. Così i Senesi, assai indispettiti,si rimboccarono di nuovo le maniche e si costruirono da soli il trattodi ferrovia Siena-Chiusi per collegarsi a sud con la Firenze-Roma.

Page 25: Lugano 30.11.2013

Anzi pensavano di arrivare a Roma direttamente ma furonobloccati a Orte, ben oltre Chiusi a meno di 100 chilometridalla Capitale. La società per azioni costituita ad hoc piazzò leobbligazioni anche in Svizzera. E già che c’erano costruirono,sempre da soli, anche un terzo tronco ferroviario, quello cheda Siena porta all’antico possedimento senese delle Maremmee al mare. Ma non si fermarono qui. Dal viaggio in Inghilterrasi erano portati anche il sapere necessario per costruire lelocomotive a vapore per uso proprio e per il mercato. Unsuccesso per l’epoca, come se oggi a Siena si costruisse loShuttle. Anche le due grandi fabbriche moderne dell’ingleseWhirlpool e della svizzera Novartis sono qui perchéimpiantate la prima su una antica fabbrica senese di frigoriferie la seconda sulla preesistente Sclavo, una prestigiosaazienda farmaceutica per la produzione di sieri e vaccini(la migliore secondo Albert Sabin padre del vaccino polio).

Page 26: Lugano 30.11.2013

Cercheremo ora di spiegarequali sono i presupposti storici di questostupefacente e abbastanza raro fenomeno inItalia molto probabilmente unico, a quantofinora ci risulta. Cominciamo dalle prioritàideologiche della cultura senese medievale che ilmassimo conoscitore della storia cittadina,Mario Ascheri, ordinario di Storia del Dirittoall’Università Roma 3, ha così elencato perordine di importanza: Libertas, honor civitatis,iustitia et aequalitas …

Page 27: Lugano 30.11.2013

Non ci vuole molto per capire che fuanticipato di mezzo millennio il grido transalpinoLiberté, fraternité, égalité, ancorché con l’onore dellacittà al posto della fraternità (quest’ultima, se si puòesprimere il nostro personalissimo parere, piuttostodifficilmente imponibile per legge). Un altro storico,William Bowsky, che ha dedicato buona parte deisuoi studi alla Siena del Trecento, ha individuato unaltro motto con il quale si condizionò la culturapolitica della Città: prima la patria e poi la famiglia,motto tradotto in pratica fino a mezzo secolo fa damolti popolani verso la propria contrada, legittima evegeta erede dell’antica repubblica medievale.

Page 28: Lugano 30.11.2013

Forse è opportuno spiegare cosa sono le Contrade. QuandoSiena capitolò nel 1559, il primo atto dei Medici, che avevanoricevuto dall’imperatore Carlo V in feudo tutto lo Stato senese,fu quello di abolire il Parlamento e le compagnie militaripopolari (i tiranni ci tengono al potere ed anche alla pelle, percui nutrono un istintivo terrore per il popoli in armi). I Senesisopravvissuti alla tragedia, in parte fuggirono all’estero, inFrancia e perfino in Polonia e non tornarono mai più (anche ilvescovo della Città, un nobile Piccolomini). Il Medici litormentò anche all’estero spedendo sicari ad ucciderli. Isuperstiti rimasti in Città, non potendo più gestirla come unarepubblica indipendente, si rifugiarono nelle ormai inermicompagnie militari trasformandole in piccole autenticherepubbliche autonome che hanno conservato fino ad oggi lastruttura della libertas-democrazia senese e che sono inmetaforica guerra tra di loro. Ma torniamo alle origini …….....

Page 29: Lugano 30.11.2013

Dall’XI al XVI secolo i Senesirealizzarono un sistema di governo che,pur sostanzialmente omogeneo a quellodelle altre città italiane del centro-nord,si distinse per alcune “esagerazioni”.

Page 30: Lugano 30.11.2013

Cominciamo dalla preoccupazione quasi ossessiva chequei buoni borghesi avevano di controllare, emarginaree possibilmente eliminare le fazioni (e quindi i loro capi)in funzione del mantenimento della concordia tra icittadini e della libertas di tutti. Allora si sapeva quelloche oggi non riusciamo più a percepire: il prevalere diuno o di pochi (il partito) su tutti gli altri e laconseguente occupazione delle istituzioni repubblicane(questo fecero i Medici a Firenze, i Gonzaga a Mantova,etc.) da parte del vincitore e della sua clientela, miraesclusivamente, quali che siano le loro promesse,all’accrescimento del loro potere e delle loro ricchezzepersonali, non alla promozione dell’interesse generale,del bene comune, mentre la repubblica va in rovina ……

Page 31: Lugano 30.11.2013

A Siena cominciarono quindi (1285) colprivare dei diritti politici sia attivi che passivi la “gente di casato”,ossia i nobili sempre rissosi e pericolosi a tale riguardo. Si trattavadi quasi un centinaio di famiglie per lo più di origine feudale erurale, sconfitte e obbligate a trasferirsi in città. Piuttosto chetagliare loro la testa come avverrà 500 anni dopo in Francia, fu lorovietato di eleggere e di essere eletti a cariche pubbliche, mapotevano però continuare a godere le loro ricchezze ed aumentarle(erano tutti banchieri e mercanti sui mercati italiani e europei tantoche le due vie principali della Città dove avevano – e qualcunoancora ha – i loro palazzi-fortezza si chiamano tuttora Banchi diSopra e Banchi di Sotto), purché pagassero salatissime tasse.Proibirono loro per legge anche l’esibizione di ricchezza eprodigalità, potenziali inquinanti del consenso popolare (si pensi alBerlusconi di oggi: allora sapevano cosa voleva dire, oggi non più).Per la stessa ragione ai “popolari” era fatto divieto di indossarecolori e insegne di famiglie nobiliari.

Page 32: Lugano 30.11.2013

Esclusero dalle cariche anche quelli che le tasse non le pagavano ossiaquei nullatenenti da taluno definiti i proletari dell’epoca, che in realtàerano sottoproletari (di cui diffidava anche Marx), fascia sociale nonnumerosissima vista la preponderanza numerica di quelli che unaproprietà o una impresa, grande, piccola o pur piccolissima, ce l’avevano(la città comunale del medioevo era un unico grande insieme di fabbrichee botteghe di manufatti). Tale fascia plebea era guardata con sospetto perla sua tendenza a schierarsi con l’aristocrazia. Eliminati dal potere i dueestremi pericolosi (l’aristocrazia e la plebe, spesso alleati) per la“mezzana gente”, ossia per i borghesi grandi, piccoli e piccolissimi, tuttiobbligatoriamente iscritti a una corporazione di mestiere o professione, ilcompito si semplificava: per il buon governo non restava che distribuireil potere quanto più possibile tra i cittadini in forte rotazione, ricorrendopiù al sorteggio che all’elezione. E per neutralizzare ogni iniziativapersonale tesa ad accattivarsi il consenso popolare – e quindi anche acreare un partito di sodali, clientes e famigli finalizzato alla conquista deldominio o della signoria sulla Città – il potere era suddiviso in unamiriade di cariche, competenze, uffici, poteri, pesi e contrappesiintrecciati tra loro in maniera che nessuno prevalesse del tutto sugli altri.

Page 33: Lugano 30.11.2013

La burocrazia era ridotta al minimo perché il grandenumero di cittadini cui le cariche venivano affidateprovvedeva personalmente alla bisogna. Inoltre fulimitata drasticamente la durata degli incarichi cheandava da un minimo di pochi mesi ad un massimo diun anno e con la prassi che più importante era la caricapiù breve era la durata e senza possibilità di rinomina!Un sistema poco efficiente forse, ma che sapevanopoter essere l’unica garanzia per il mantenimento dellalibertas (ancora il termine democrazia non era statovarato), quella libertas che era considerata il beneprimario, l’unico e solo che poteva garantire allacomunità, in successione, ricchezza, cultura e arte …...

Page 34: Lugano 30.11.2013

Dominava l’opinione che quanto piùnumerosi erano i cittadini coinvolti nelgoverno della città e quanto più breve erala permanenza nella carica tanto minoreera il rischio che la Repubblica perdesse lalibertas trasformandosi in Signoria…

Page 35: Lugano 30.11.2013

Così, a cominciare dal 1285 e fino allacaduta della Repubblica nel 1559, al Governo (oBalìa), organo sempre collegiale, si arrivava persorteggio e si restava in carica per soli due mesi,chiusi a chiave in Palazzo Comunale con il divietoassoluto di avere contatti con qualsiasi privato(moglie inclusa). E trascorsi quei due mesidovevano passare tre o quattro anni prima che ilnome fosse nuovamente messo nella borsa delsorteggio rientrando quindi tra i cittadini eleggibili.

Page 36: Lugano 30.11.2013

Ma l’anima vera della politica cittadina era il Parlamento o ConsiglioGenerale o Consiglio della Campana (erano i rintocchi di una particolarecampana che chiamavano i consiglieri in assemblea) dove di normasedevano 300-400 cittadini, anch’essi sorteggiati ma non più di uno perfamiglia, che restavano in carica un anno senza rinnovo alla scadenza. Lanomina nel Consiglio Generale comportava l’abbandono di ogni caricapubblica eventualmente ricoperta da parenti stretti. Il numero deiconsiglieri veniva spesso superato in relazione agli affari trattati. IlConsiglio era infatti l’unico organismo legislativo, e se c’erano decisioniimportanti da prendere (una guerra, per esempio) il numero deiconsiglieri poteva superare gli 800 e anche arrivare ai 1500. Consideratoche Siena al suo massimo raggiunse i 50.000 abitanti ma che di normanon ne aveva più di 20-30.000, è come se l’Italia oggi, con i suoi 60milioni di abitanti avesse normalmente da 600.000 a 3.000.000parlamentari, invece degli attuali 1000. Con turnazione mensile venivasorteggiata tra i consiglieri una commissione che aveva l’esclusivoincarico di ricevere istanze, proposte e suppliche di ogni tipo, individualio collegiali, provenienti dalla Città, da decidere nel Consiglio generale…

Page 37: Lugano 30.11.2013

Particolare attenzione veniva prestata alla scelta del Podestà, ossiadel capo del potere esecutivo e in parte di quello giudiziario.Un’apposita commissione nominata dal Consiglio generale venivaincaricata di scegliere uno straniero (estraneo quindi alle fazionicittadine), nobile (doveva avere pratica di comando e di armi), difamiglia non troppo potente (per limitare il rischio che diventassesignore della città come già stava succedendo in altri comuni),proveniente da una città non troppo grande e comunque nonnemica di Siena (capitò che arruolassero perfino un tirolese). Adogni buon conto la carica era limitata a sei mesi sempre nonrinnovabili alla scadenza. Il Podestà si insediava con la sua familia,ossia con alcuni notai e avvocati e qualche decina di sbirri e servi.Un’ulteriore precauzione al fine di assicurarsi le miglioriprestazioni da questo burocrate mercenario era quella di pagaresubito la metà del compenso pattuito, mentre l’altra metà venivaliquidata alla scadenza se e nella misura ritenuta adeguata allaprestazione (… gente particolarmente accorta i Senesi di allora!!!).

Page 38: Lugano 30.11.2013

A questa che era l’ossatura della struttura politica cittadina si aggiungevauna complicata articolazione di cariche, funzioni, magistrature, uffici eorganismi collegiali (corporazioni, compagnie militari, religiose, laiche emercantili), che rendono difficile comprendere come l’intera macchinafunzionasse. Capitano di Giustizia e del Popolo affiancavano il Podestà.

C’era il grande Spedale S. Maria della Scala, potente ericchissimo, la vera anima finanziaria della Repubblicacon filiali a Firenze, Perugia e Roma. L’edificio che loospitava è tutt’ora il più grande della città, più delDuomo e dello stesso Palazzo Comunale. Aveva già500 anni quando una commissione venne dalla grandeMilano per vedere come funzionava la strutturasanitaria senese, visto che avevano deciso, nel mille ecinquecento, di costruire il loro ospedale milanese…...

Page 39: Lugano 30.11.2013

C’era una magistratura finanziaria, detta la Biccherna,affidata a 4 provveditori e un camarlengo (cassiere)scelto tra frati che avessero fatto voto di povertà (mache vispi i Senesi!). Poi la Mercanzia, la potentissimacorporazione del mercanti e dei banchieri che avevaanche compiti di amministrazione della giustizia. Lastessa banca cittadina, fondata dal Comune nel 1472,aveva potestà giudiziaria sui dipendenti, fino allacondanna a morte, come almeno una volta è successoancorché in contumacia, contro un cassiere che erascappato con la moglie di un collega (tutte le condannedovevano essere approvate dal Consiglio generale)......

Page 40: Lugano 30.11.2013
Page 41: Lugano 30.11.2013

E c’era poi anche la divisione della città in Terzi chedovevano essere paritariamente rappresentati in tutte le cariche, di quiil governo dei Nove, dei Dodici, dei Ventiquattro e così via. Inoltre,per evitare concentrazioni di potere, sempre nell’ottica delmantenimento della libertà repubblicana, nessuno aveva la potestà dinominare altri negli incarichi che quindi venivano affidati solo perelezione da parte di organismi collegiali o per sorteggio. E ciò valevaanche per il Vescovo nel Duomo (la Cattedrale era di proprietà delComune) e per i preti delle chiese rionali, pure queste di proprietà delpopolo senese. Se a ciò si aggiunge la veloce rotazione degli incarichisenza rinnovo alla scadenza si capisce come la gran parte dei cittadinifossero nel corso della loro vita coinvolti personalmente nellagestione della res publica. Una cosa complicatissima, dunque, spessonei secoli successivi, ed ancora oggi, criticata e derisa, perchégiudicata mancante di efficacia e efficienza. A torto ovviamente se sista agli esiti di quel sistema sia allora che oggi.

Page 42: Lugano 30.11.2013

Così come è ancora criticato il distacco che la città volle conservare conle comunità del suo dominio. Il paragone ovviamente è con Firenze,modello positivo, che invece impose la sua legge a tutto il dominio (inrealtà soffocò le autonomie locali) i cui abitanti, almeno formalmente,diventarono cittadini fiorentini. Siena non impose la propria legge, malasciò a ogni comunello, ad ogni comunità la libertà di farsi le proprieleggi e, in sostanza, di governarsi in autonomia, tanto che tutti i comunidel contado avevano un consiglio generale dove per diritto sedeva “unhomo per chasa”, ossia un uomo per ogni famiglia anche se di umile oumilissima estrazione, come quella del mezzadro, il quale quindi sedevacon pari diritto nel consiglio dove sedeva anche il suo padrone(tradizione questa che durò poco, una volta caduta la Repubblica).Insomma Siena in realtà aveva creato una federazione dove le comunitàdel dominio avevano spesso livelli di democrazia superiori allaistituzione dominante. …ma quale delle due fu la strategia vincente?Quella fiorentina diranno i critici, invece no. Quando nel 1529 glispagnoli di Carlo V l’assediarono per restituirla ai Medici Firenzeresistette eroica per dieci mesi, ma le città del dominio le si rivoltarono…

Page 43: Lugano 30.11.2013

Nel 1552 la Repubblica di Siena fu investita dallostesso esercito con l’aggiunta dei Fiorentini. Siena,piccola e solitaria, resistette invece sette anni. Alla finecadde, ma dei quasi trentamila abitanti solo seimilaerano sopravvissuti: tutti gli altri avevano preferitomorire a causa delle tre F, FUOCO FERRO FAME,piuttosto che perdere l’amata LIBERTÀ. Nessuno deicomuni e dei borghi del dominio disertò o tradì,nonostante che in quei sette anni tutto il territoriodello Stato fosse stato messo a ferro e fuoco (e i dannierano ancora visibili nell’800). …e cosa si può dire,visto che siamo in Svizzera? Potenza della democraziae del federalismo! Per la storia: nel 1527 assediatadagli stessi Imperiali Roma resistette solo due ore!!

Page 44: Lugano 30.11.2013

A questo punto pare necessaria una brevenota sull’organizzazione militare della Repubblica, che sibasava sulla milizia popolare. Tutti soldati dai 16 ai 65 anni(più o meno come in Svizzera oggi), obbligo esteso anche aireligiosi. Tuttavia nei secoli centrali tra Duecento eCinquecento, i buoni borghesi pensarono di essere ricchiabbastanza per pagarselo un esercito invece di farne parte (fareil soldato faceva perdere affari e metteva a rischio la vita). Sirivolsero così alle compagnie di ventura, ossia ai mercenari.Una scelta che costò cara, in termini di denaro e di efficienza(le compagnie di ventura erano inaffidabili per definizione) equando la patria nel 1552 fu pesantemente minacciatadall’Impero dovettero ridare vita alle compagnie militaripopolari. Non fu sufficiente, come abbiamo visto, se non a fardurare la resistenza per 7 terribili anni.

Page 45: Lugano 30.11.2013

Per la cronaca combatterono pure le donne, il che fece dire al guasconeBlaise de Montluc, rappresentante dei re di Francia a Siena e certo unodei condottieri più famosi di tutto il Cinquecento: «…vorrei difendereRoma con le donne senesi, invece che con i soldati che là stanno…»…

Montluc ricorda, tanto per capire che la “pazzia” di Senesi era nota inEuropa (anche Dante non fu tenero: “gente vana”!), che la fazione a luiavversa alla corte parigina cercò di impedirne l’incarico esclamando:“…una testa calda di guascone in una città di teste calde come Siena?!”.

Page 46: Lugano 30.11.2013

Affinché la legge fosse nota a tutti, nel 1309 fu tradotto dallatino in lingua volgare, per la prima volta in Italia, il Costitutocomunale, una voluminosa raccolta di leggi e decreti (perquantità linguistica faceva concorrenza alla Comedia di Dante,per qualità linguistica non sapremmo). Una copia fu incatenataall’ingresso del Palazzo Pubblico affinché la “povara genteche non sa di gramatica” potesse leggerlo e se necessariocopiarlo. Ciò significa che la gran parte della popolazione eracertamente in grado di leggere e scrivere e sappiamo ancheperché: i dottori della Sapienza, come si chiamava lo “studio”universitario, erano obbligati a prestare gratuitamente la loroopera per l’alfabetizzazione della popolazione senese.Potenza della democrazia…: quando 500 anni dopo, nel1870, i bersaglieri da Porta Pia entrarono a Roma ponendofine allo Stato assolutista e oscurantista del Vaticano,novanta romani su cento risultarono del tutto analfabeti!!!

Page 47: Lugano 30.11.2013
Page 48: Lugano 30.11.2013

L’attenzione verso i più indigenti era comune a tutte le città-stato medievali delcentro nord, ma a Siena assumeva carattere di particolare rilievo. Tra le tanteorganizzazioni e associazioni umanitarie, alcune giunte sino ai giorni nostricome la duecentesca Misericordia, primeggiava il grande Spedale S. Mariadella Scala, che si occupava anche dei bambini abbandonati in manieraanonima e che curava utilizzando centinaia di balie dei suoi poderi. I fanciulliottenevano nome e cognome (quest’ultimo era per tutti Scali, che quindi ètuttora uno dei cognomi più diffusi in terra di Siena) e venivano istruiti e avviatia un mestiere a 15-16 anni (le ragazze munite di una dote). E dagli archivi, allacui cura il Comune prestava particolare attenzione, sappiamo come nellediscussioni del Consiglio fosse normale che si accogliessero suppliche dei piùpoveri e indigenti, come la donna rimasta vedova con molta prole o la casa delpiccolo artigiano distrutta dal fuoco. A testimonianza della modernità di quelregime politico e di quella realtà sociale si ricorda che il Comune assicurava achi non ne avesse i mezzi il patrocinio legale gratuito in tribunale. Un altroaspetto che sconvolgeva e scandalizzava i nobili dignitari e i diplomatici dellemonarchie europee quando entravano in contatto con la realtà comunale era chea Siena, come negli altri comuni, l’offesa di un plebeo a un nobile fosse punitacome l’offesa di un nobile ad un plebeo (neanche oggi ciò risulta sempre vero).

Page 49: Lugano 30.11.2013

“Mas locos que los comuneros de Toledo”: più mattidei popolani di Toledo (che si erano rivoltati contro lanobiltà), disse un dignitario della corte dell’imperatoreCarlo V a proposito dei Senesi e della loro allergia ainobili, mentre a uno che nel 1530 aveva osservatosprezzante che il governo della Città era in mano soloa plebei e non a nobili, Francesco Vannini, altrimentianonimo diplomatico senese, rispose piccatissimo:“ma son tutti nobili quelli nati dentro a quelle mura!”.

Page 50: Lugano 30.11.2013

Vogliamo finire col ricordare una cosa a cuiteniamo particolarmente, perché sintetizza benel’intreccio tra politica e arte che caratterizzò quelperiodo come nessun altro: honor civitatis affidato piùall’arte che alle armi… Nel primo ventennio delTrecento il Comune di Siena commissionò aAmbrogio Lorenzetti la raffigurazione della la propriavisione della politica giusto sulle pareti della sala delgoverno nel Palazzo Comunale, affinché servisse damonito e guida proprio alle più alte cariche dello stato.Gli effetti del buono e del cattivo governo è l’affrescoche rappresenta ancora l’opera figurativa a soggettocivile più celebrata della storia dell’umanità.

Page 51: Lugano 30.11.2013
Page 52: Lugano 30.11.2013

Sulle due pareti maggiori sono raffiguratecittà e campagna in due situazioni diverse...

Page 53: Lugano 30.11.2013
Page 54: Lugano 30.11.2013

Nella parete ovest sia la città che lacampagna sono raffigurate completamente inrovina perché devastate dal tiranno la cuifigura mostruosa domina l’angosciante scena(in gran parte danneggiata anchedall’umidità: sotto quella parete c’era ildeposito cittadino del sale comunale).

Page 55: Lugano 30.11.2013
Page 56: Lugano 30.11.2013

Nella parete di fronte invece la città e lacampagna appaiono vive e fiorenti sotto ilbuongoverno dei cittadini, tutti intenti alleattività lavorative, scolastiche e voluttuarie...

Page 57: Lugano 30.11.2013
Page 58: Lugano 30.11.2013

Poiché la res publica è gestita dai cittadinicollettivamente, qui manca anche il minimosegno di personalizzazione o rappresentazionedel potere politico (ed anche religioso, a partela raffigurazione in un angolo estremo delduomo si Siena, che però apparteneva alComune, non alla Curia). Nella parete minore,centrale rispetto alle altre due, è raffiguratal’allegoria del Buon Governo con tutte lediverse pubbliche virtù che a esso presiedono.

Page 59: Lugano 30.11.2013
Page 60: Lugano 30.11.2013

Di assoluto rilievo è il particolare chefigura in basso al centro ove sono dipintii cittadini tutti di identica altezza edominati dal maestoso personaggiofemminile che impersona la Concordia...

Page 61: Lugano 30.11.2013
Page 62: Lugano 30.11.2013

Sulle ginocchia di quest’ultima giaceun’enorme pialla da falegname, minacciosomonito a chiunque avesse osato alzare lapropria testa al di sopra degli altri cittadini!

Page 63: Lugano 30.11.2013
Page 64: Lugano 30.11.2013

Questa e l’essenza più alta della democrazia/libertasche all’epoca veniva così definita: “arte di gestire unasocietà di uomini liberi soggetti solo alle leggi cheessi stessi si danno”. Una società quindi senza capiistituzionali, senza “leader” (termine, si badi bene, cheè la traduzione letterale di fuehrer e duce). Proprio inquegli anni gli umanisti delle università comunaliitaliane coniano i termini populus sibi princeps,popolo principe di se stesso, e sovranità popolare……

Page 65: Lugano 30.11.2013

E quel sistema della libertas ha certamente funzionato: Siena e lasua provincia, 270.000 abitanti in totale, contano ben quattro sitiUnesco, una densità che probabilmente non è solo un primato inItalia, ma anche nel mondo. Ci sono intere nazioni anche grandiche non ci arrivano. Eppure ancora oggi, dall’alto del nostromoderno bagaglio culturale democratico, si tende a definireoligarchica e in mano ai grandi banchieri e mercanti quel tipo diarchitettura politica. Non so quanto si tratti di malafede o dimanifesta ottusità. Allora erano molte migliaia i cittadini prima opoi chiamati a governare ai vari livelli di competenza ancorché perbrevi periodi, alla fine dei quali dovevano lasciare il posto ad altri.Oggi a Siena quelli che hanno il potere reale non sono più di unadecina; il resto dei politicanti è fatto solo di vassalli, non di libericittadini, che invece sono esclusi dalla gestione del potere. Sonoproprio quella decina di “potenti” che rappresentano una oligarchia,peggio una casta poiché restano al potere non mesi ma tutta la vita!

Page 66: Lugano 30.11.2013

Quel complicato sistema un po’ ossessivo del comune medievale cheescludeva il capo e lo sostituiva con la volontà collettiva dei buonicittadini, fece di Siena, pur piccola com’era e con tutti gli obiettivisvantaggi della sua collocazione geografica (sostanzialmente isolata,premuta da presso da Firenze e Roma, era il comune italiano piùmeridionale: ai suoi confini meridionali incominciava allora e cominciaancora oggi il Meridione d’Italia), un faro di civiltà e cultura che èarrivato ad illuminare anche l’attualità, almeno fino a tre decenni fa.Dagli anni ’80 dello scorso secolo infatti il regime, già modestamentedemocratico, è degenerato in una sorta di tirannia, dove il potere si èconcentrato in poche mani, spesso in due sole, con i cittadini, ormaiimmemori dell’orgoglioso passato, che si sono lasciati ridurre al ruolo disudditi: Siena è ormai precipitata nel Meridione (e ci sta precipitandotutta la Toscana e anche il resto della Nazione). La logica conseguenza èche in soli venti-trenta anni è stata smantellata quella splendida,ricchissima costruzione sociale e culturale: l’Università, la grande Banca,l’Ospedale, il Comune stesso stanno soffocando sotto i debiti accumulatidai nuovi despoti! Il tiranno di Ambrogio Lorenzetti ancor oggi docet!

Page 67: Lugano 30.11.2013
Page 68: Lugano 30.11.2013

E non è un problema di destra o sinistra (a Siena da sempregovernano i comunisti o gli ex-comunisti): governata dalla destra le coseforse sarebbero andate anche peggio, come la realtà italiana chiaramentedimostra. No, il problema è se governano i cittadini o se governano leélite. Allora governavano i cittadini, tanto che quel periodo storico non ciha tramandato il nome di un solo politico e neanche di un ideologo, comeè ancora qui da voi. Oggi le cose si sono rovesciate! E consentiteci unaltro parallelo con la terra che oggi ci ospita. A Siena mezzo millennio digloriosa storia repubblicana senese ci ha tramandato centinaia di nomi distudiosi, scienziati, letterati e artisti, ma neanche il nome di un solopolitico, così come i nomi dei politici svizzeri, oggi come ieri, sonoassolutamente ignoti al resto del mondo e probabilmente anche a moltiSvizzeri. Più di un’indagine sociologica ha confermato che quellosvizzero è il popolo più felice del mondo, proprio come era felice ilpopolo senese se si sta alla realtà raffigurata da Ambrogio Lorenzetti nelsuo affresco degli Effetti del buongoverno. Dunque un popolo quantomeno ha bisogno di capi che lo guidino, tanto più è felice oltre che ricco,colto e moralmente onesto. Solo la costituzione USA parla del diritto allafelicità, ma a quanto pare solo gli Svizzeri quel diritto lo godono.

Page 69: Lugano 30.11.2013

E ciò perché con il filosofo, scrittore, musicistasvizzero Jean-Jacques Rousseau (1712-1778)…non abbiamo bisogno di buoni politici,abbiamo solo bisogno di buoni cittadini!!!

Page 70: Lugano 30.11.2013

Concludiamo con un appello agli Svizzeri: fermate ilprocesso strisciante di centralizzazione del poterefederale, ma soprattutto tenetevi alla larga dalpaventato processo di integrazione con la UE (tutti edue i processi allontanano il popolo dai governi e dallapolitica: più potere al “principe” e meno al popolo). Econservatelo il sistema militare che avete: nonostantele guerre degli ultimi secoli, soprattutto quellotrascorso, vi ha salvato da ogni possibile invasione…...

Page 71: Lugano 30.11.2013

Se anche gli Svizzeri si scordano che sono il popolo piùricco e civile del mondo, abitando il territorio più avaro dirisorse e più montuoso dell’intera Europa, solo perchéhanno i massimi livelli di democrazia di tutto il pianeta(tallonati da un altro paese felicissimo, la Nuova Zelanda),vuol dire che l’Occidente è perduto. Pare che nessuno siapiù consapevole del fatto che il primato generaledell’Occidente e quello più particolare della Svizzera sulresto del mondo si basano esclusivamente sui maggiorilivelli di democrazia goduti: ridurli, come sta succedendoin tutto l’Occidente, invece di espanderli, ci porterà allarovina. L’Italia non ha speranza: è quasi in coma per gliultimi 30 anni – da Craxi in poi – di riduzione dei giàmodesti livelli di democrazia e, con l’ingresso nel sistemaEuro, di riduzione anche e soprattutto della sua sovranità!!

Page 72: Lugano 30.11.2013

Nessun intellettuale o politologo ha notato che quantopiù alto è il livello della democrazia praticata tanto piùun popolo è ricco, tanto meno entra nelle crisi e tantopiù ne esce facilmente. Il termine democrazia èaddirittura scomparso da una trentina di anni dallessico politico italiano. Così ora l’Italia corre giulivae ignara in direzione opposta, verso il baratro, ilpresidenzialismo, l’aumento del potere dell’esecutivo:sempre più potere al vertice (sindaci, presidenti diprovincia, governatori di regioni e capi del governonazionale) e meno potere alle assemblee elettive, emeno che mai al popolo! Ciò che è successo all’Italiae a Siena non ci serve più da lezione, indietro non sitorna, ma serva alla Svizzera, che è ancora in tempo!!!

Page 73: Lugano 30.11.2013

Nota bene: non che a Siena nel periodo repubblicanofossero tutte rose e fiori. Anzi ci furono guerre, rivoltepopolari, conflitti sanguinosi, faide tra famiglienobiliari, pestilenze e carestie, scomuniche papali,scontri tra le fazioni (prima i Ghibellini cacciaronodalla Città i Guelfi e poi i Guelfi cacciarono iGhibellini, anche se poi, col tempo, tutti gli esiliatifurono riammessi dentro le mura). A ciò non abbiamoaccennato perché non da questo male discesero i milleanni di grandezza di questa piccola Città, maesclusivamente da ciò che abbiamo raccontato prima...

Page 74: Lugano 30.11.2013

Libertas,honor civitatis,

iustitia et aequalitas.

Page 75: Lugano 30.11.2013