il fatto nisseno - luglio 2015

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ISSN: 2039/7070 Direzione Editoriale: Michele Spena - redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta - Tel: 0934 594864 / Fax: 0934 1935990 - Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011 Luglio 2015 Anno V Num. 38 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL Mensile di approfondimento FREE PRESS www.ilfattonisseno.it scrivi alla redazione: lettere@ilfattonisseno.it La visione di Ruvolo: “Meritocrazia e cittadino protagonista” L’incontro Palazzo del Carmine di D. Polizzi È trascorso poco più di un anno dall’insedia- mento del sindaco Giovanni Ruvolo a Palazzo del Carmine. Il fatto Nisseno ha incontrato il primo cittadino per tracciare il bilancio dopo 365 giorni di governo della città, tra prospettive e futuro. di A. Giunta La forza non è sempre leadership e la politica non è soltanto consenso Da poco sono stati celebrati i 70 anni di pace, dopo la ne della seconda guerra mondiale, e l’Unione Europea è stata celebrata anch’essa come la garanzia della pace realizzata tra i protagonisti di secoli di conitti. segue a pagina 12 di F. Falci IL FATTO GLOBALE Costume & Società a pagina 38 a pagina 2 Bio Mediterraneo: la Sicilia ad Expò, cluster da 10 e lode Quando la passione per il ciclismo diventa insegnante di vita REPORTAGE Storia e Cultura LETTURA a pagina 30 a pagina 7 a pagina 17 di G. Taibi di L. Spitali Sicilia “Siamo a mare” “I Cattolici sappiano con chi stare” Teoria del gender a pagina 10 La ma a degli insospettabili che nessuno voleva vedere di G. Tona Etico Tutti parlano di crisi, pochi rinunciano alle vacanze terra di paradossi Dalla bellezza della natura, alla drammatica e brutta farsa del governo Crocetta Lampedusa - Isola dei conigli di F. Falcone a pagina 8

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Page 1: il Fatto Nisseno - luglio 2015

ISSN

: 203

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Direzione Editoriale: Michele Spena - redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta - Tel: 0934 594864 / Fax: 0934 1935990 - Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011

Luglio 2015

Anno V Num. 38 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CLMensile di approfondimento

FREE PRESS

www.ilfattonisseno.itscrivi alla redazione: [email protected]

La visione di Ruvolo:“Meritocrazia e

cittadino protagonista”

L’incontro

Palazzo del Carmine

di D. Polizzi

È trascorso poco più di un anno dall’insedia-mento del sindaco Giovanni Ruvolo a Palazzo del Carmine. Il fatto Nisseno ha incontrato il primo cittadino per tracciare il bilancio dopo 365 giorni di governo della città, tra prospettive e futuro.

di A. Giunta

La forza non è sempre leadership e la politicanon è soltanto consensoDa poco sono stati celebrati i 70 anni di pace, dopo la fine della seconda guerra mondiale, e l’Unione Europea è stata celebrata anch’essa come la garanzia della pace realizzata tra i protagonisti di secoli di conflitti.

segue a pagina 12di F. Falci

IL FATTO GLOBALECostume & Società

a pagina 38

a pagina 2

Bio Mediterraneo:la Sicilia ad Expò,cluster da 10 e lode

Quando la passioneper il ciclismo diventa insegnante di vita

REPORTAGEStoria e Cultura LETTURA

a pagina 30a pagina 7 a pagina 17di G. Taibi di L. Spitali

Sicilia“Siamo a mare”

“I Cattolici sappianocon chi stare”

Teoria del gender

a pagina 10

La mafia degli insospettabili che nessuno voleva vedere

di G. Tona

Etico

Tutti parlano di crisi, pochirinunciano alle vacanze

terra di paradossi

Dalla bellezza della natura,alla drammatica e bruttafarsa del governo Crocetta

Lampedusa - Isola dei conigli di F. Falcone a pagina 8

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Lugliowww.ilfattonisseno.it2

Un anno di Giovanni Ruvolo. L’inevitabile primo “fatidi-co” compleanno che pone

l’Amministrazione dinanzi all’ine-luttabile bilancio. In una città che si dibatte tra PiazzAcolori e randagi, tra sapientoni che si annidano nel web, pronti a dispensare consigli e pillole di saggezza senza averne le capacità e normali cittadini che pazienti assolvono con perizia ai loro doveri, tra strenui difensori del Centro Storico chiuso al traffico e profeti della ZTL, tra disoccupazio-ne crescente e barlumi di speranza scaturenti dalle attività che nascono nel cuore della città. Un traballan-te e precario equilibrio, reso ancor meno stabile dal Governo regionale che arranca, dagli scossoni (da in-tendersi come diminuzione di fondi ai Comuni) che scuotono il capo-luogo nisseno, ai viadotti autostra-dali che crollano. Il tutto reso ancor

meno nitido dal purgatorio delle ex province che con fatica, strattonate da politici e burocrazia, non sboc-ciano nella farfalla dei “Liberi con-sorzi di Comuni”. Un moto ondoso nel quale si dibatte la nostra città con “capitan” Ruvolo che guidato dal faro della Democrazia parteci-pata cerca un approdo sicuro per ri-lanciare la bistrattata Caltanissetta. Siamo reduci, mercoledì 24 giugno, dalla cerimonia in prefettura nella quale la casa, in cui è stato segregato il piccolo Giuseppe Di Matteo, fatto rapire, uccidere e sciogliere nell’aci-do dal boss Giovanni Brusca, è stata confiscata ad Alfonso Scozzari di Vallelunga Pratameno e assegnata al consorzio sviluppo e legalità per av-viare una gestione sociale del bene. Il sindaco trova uno spazio per l’in-tervista; avevamo programmato un pranzo e invece lui, ci conduce e ci invita a Villa Amedeo. Sediamo sul-la panchina, il caldo afoso del primo pomeriggio, filtra tra le fronde degli alberi: iniziamo a parlare. E’ com-battivo, aggressivo, insolitamente

verace. L’inizio è dirompente e per certi versi inaspettato. “La politica ci ha violentati, privato di tutto. Ne-gli ultimi trenta anni ci hanno fatto provare vergogna, come purtroppo accade a chi è vittima di violenza ed è portato a credere che la violenza certifichi la sua presunta condizione d’inutilità, quasi che la violenza sia meritata”.Discutiamo, ci infervoriamo, ci con-frontiamo. I suoi pensieri partono da lontano e su quelle impervie vie costellate da illuminanti progetti ci conduce. “Cos’è la politica per me? La politica è visione. Se tu non hai la visione, non potrai mai essere un politico. Im-maginiamo chi vive nelle Valli della Val d’Aosta che sono molto strette. Il politico deve avere la forza di salire sulla montagna, di arrampicarsi. E’ faticoso, quando arrivi sulla vetta, guardi gli orizzonti e sai che a 50 km di distanza c’è il mare. Ti accorgi che c’è un altro orizzonte, ed immagini se fossi su quell’altro orizzonte cosa po-tresti ulteriormente scorgere. Questo è avere la visione. La politica è tor-nare a valle e raccontare agli abitanti della valle che esiste quell’orizzonte”. Il disegno è indubbiamente sedu-cente, ma trascinandolo per sentieri più tortuosi e ‘terreni’ gli ricordiamo che i cittadini vogliono, ad esempio, che siano riparate le buche nel man-to stradale. “Io non sono il sindaco delle buche. Ipotizziamo che io abbia a disposi-zione 100 mila euro e devo scegliere se utilizzarli per la buca o per attiva-re il microcredito: adesso io punto al microcredito. La possibilità concreta di creare impresa. I cittadini si accor-geranno del valore di questa scelta solo dopo che saranno sorte le attività imprenditoriali, possibilmente create da giovani, che facciano registrare un aumento del reddito pro capite. Sarebbe più facile riparare la buca, ma non porterebbe giovamento alla città”. Non possiamo non fare riferi-mento al nostro sondaggio; su oltre 5.500 voti il 43% afferma che la vi-vibilità di Caltanissetta è peggiorata; in altro quesito, votanti 5.586, il 55% si dice molto deluso dell’operato di Ruvolo e della Giunta. “Quelli che mi hanno votato e dicono di essere delusi, cosa si aspettavano? Se le loro aspettative riguardavano la sistema-zione delle buche, allora hanno ragio-ne, io non sono il sindaco che ripara le buche. La buca la devono riparare i dirigenti e lo devono fare. Il mio com-pito è salire sulla montagna e portare

la visione della buona politica, del cittadino protagonista”.Parlare a nuora perché suocera in-tenda. “La buca la devono riparare i dirigenti e lo devono fare. Io vorrei in questi 5 anni far passare ai dipendenti comunali il concetto di meritocrazia. Perché se vai alla po-sta e qualcosa va male, la tua lettera arriva tre giorni dopo. Se invece a

funzionare male è il Comune bruci futuro e ricchezza. L’Amministrazio-ne è una macchina strutturata per resistere a se stessa, tanto in molti pensano: i sindaci passano, i politici passano. Il cittadino non è solo uten-te ma protagonista. Il tempo ci vuole. Questo percorso durerà dieci anni. In molti hanno capito che non sono ri-cattabile, perché non faccio le cose per un fine personalistico. I dipendenti hanno capito che è inutile rivolgersi al consigliere comunale. Se quest’ulti-mo viene da me per perorare qualche

causa mi-nacciando altrimenti di andare all’opposizione, io gli dico…vai pure. Ora che inizieranno le contrattazioni con i dirigenti, il 40% della loro mag-giorazione gliela riconosco mentre il 60% glielo darò sulla base degli obiet-tivi raggiunti”. Chiudiamo con energia, enfasi, po-sitivismo: “Nonostante la crisi feroce che attanaglia il nostro territorio e che sembra essere regina indiscussa di questo periodo storico, nel fami-

gerato esempio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, noi dobbiamo vedere e spingere il mezzo pieno. Questo è un momento di grande opportunità; la mia affermazione potrebbe apparire contraddittoria. Dal pubblico non arrivano soldi

Fondamentale lameritocrazia all’in-terno del Comune.Se l’apparato nonfunziona, bruci futuro e ricchezza

Fatti & Palazzo del Carmine

di Donatello Polizzi

“Cittadino Protagonista”

Un anno di

Un anno di Amministrazione Ruvolo.A che punto è la rinascita della città?Visibilmente insoddisfatti, delusi e amareggiati. Il risultato del sondag-gio lanciato dal nostro sito per dare la possibilità ai nisseni di giudicare l’operato di Ruvolo e della Giunta, oltre che gli effetti del loro lavoro sul capoluogo nisseno, non sem-bra lasciare adito a dubbi. Il rileva-mento al quale hanno partecipato oltre 5.500 utenti configura delle percentuali rilevanti, delle cifre con maggioranze “bulgare”. Non è fa-cile per le Amministrazioni in ge-nere nel loro primo anno riportare valutazioni positive e il tutto è da inquadrare in un quadro nazionale-europeo di evidente e crescente crisi che genera insoddisfazione. Fatte le dovute premesse, rimane un risulta-to che “silura” Ruvolo.

Il primo quesito era c o n c e r -nente la vivibilità della città in questo anno di Ammini-

strazione Ruvolo e hanno votato 5.559 nisseni. Per il 45% (2.491 voti) è peggiorata, per il 37% (2.045 voti) non è cambiata, per il 15% (807 voti) è migliorata e per il 4% (216 voti) “non saprei”.Poi abbiamo chiesto di giudicare l’operato del primo cittadino e del-la sua giunta. Hanno votato 5.586 persone ed anche in questo caso si è trattato di una bocciatura. Per il 55% (3.084 voti) l’operato è stato scarso e la città è in agonia; per il 245 (1.355 voti) sufficiente ma si aspettavano di più; per il 15% (817 voti) buono, siamo sulla buo-na strada; per il 4% (205 voti) “non so” e per il 2% (125 voti) eccellente e la città è rinata.

IL SONDAGGIO

Usa il QR code e vai al sondaggio

La politica è visione. Il mio sforzo è quello di far vedere ai miei cittadini un’altroorizzonte

RuvoloGiovanni

e la sua visione di Caltanissetta

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Luglio www.ilfattonisseno.it 3

o lavoro. E’ come se fossimo nel far west: ricordate i coloni americani dei film che con le carrozze, partivano per conquistare i territori e piantare le bandierine del possesso. Adesso è uguale. Siamo quelli con le carrozze, partiamo per conquistare territori: se non diventiamo competitivi, la crisi non finirà mai. Diventa importante la connessione con le altre parti dei nostri territori limitrofi. Il tempo del

concetto del pubblico è finito, oggi va forte il privato. Io come amministra-zione non gli devo mettere i bastoni tra le ruote. Siamo nel far west, i ‘ter-ritori’ li occupiamo noi o saranno gli altri a farlo, Enna, Catania o altri.

Non posso perdere tempo a control-lare che la mia diligenza sia perfetta, perché mentre io mi attardo, gli altri avanzano”.Certezze incrollabili, fede inattacca-bile: possibile che nessun errore sia stato commesso in questi primi 365 giorni: “Un errore? Posso aver sba-gliato visione. Ogni cosa che faccio è coerente con il programma elettorale. La dimensione finale è la città che

dobbiamo costruire. Sto seguendo quella linea guida. Ho chiaro il pa-lazzo, ho dovuto costruire le fonda-menta adeguate. L’eventuale errore potrebbe essere se effettivamente il mio palazzo sia quello giusto”.

Dopo un anno dalle elezio-ni incontriamo Michele Giarratana, il leader di

Caltanissetta Protagonista che è andato al ballottaggio con Gio-vanni Ruvolo.Da quel giorno nessuna dichiara-zione ufficiale da parte dell’inge-gnere che ha lasciato il campo al suo movimento e ai suoi due con-siglieri eletti, Toti Petrantoni ed Oriana Mannella. Adesso, per la prima volta, rilascia un’intervista. Come mai questo si-lenzio?“Ho ritenuto subi-to voltare pagina e guardare al futuro. Oggi Caltanisset-ta Protagonista è una realtà strut-turata come nessun partito in città, omo-genea e batta-gliera attra-verso i suoi organi ma soprattutto attraverso due con-s i g l i e r i comuna-li bravis-simi che fanno opposizione vera”.Rosicare, rammaricarsi, impre-care, sono verbi che hanno con-traddistinto il suo stato d’animo in questo anno?“La rabbia della sconfitta è durata soltanto 24 ore, non aveva senso abbattersi e non rientra nel mio carattere. Abbiamo fatto quello che potevamo, purtroppo non sono stato capace o non ho avuto modo di far capire il mio messag-gio e il mio progetto; e invece di votare contro il potere organiz-zato e strutturato come quello che Ruvolo rappresenta o meglio, utilizza, i nisseni hanno preferito non andare a votare”.Oggi si sente un lamento diffuso nei confronti del’Amministrazione.“Pur avendo impegni di lavoro che spesso mi portano lontano da Caltanissetta in questa città ci vivo quindi sento, osservo, ana-lizzo e valuto. In effetti Ruvolo e la sua Amministrazioni sono stati fino ad ora molto deludenti.

Non basta la buona volontà, non bastano le buone intenzioni pur-troppo e nemmeno l’onestà che alla Giunta riconosco. Se devo guidare un auto su una strada difficile e impegnativa non ho bisogno di un pilota volenteroso ma di un autista bravo e pratico. Questi in un anno non hanno nemmeno messo in moto la mac-china!”Quale è la maggiore critica che muove a Giovani Ruvolo?“Lui parla e agisce come se fosse

ancora in campagna elet-torale, pensa

di essere il più intelligente e di prendere in giro tutti, anche quelli che gli sono più vicini. E in questo in verità è bravissimo! Gioca ancora alla democrazia partecipata, illude tanti con il si-lenzio del centro storico chiuso al traffico veicolare, massacra il cer-vello tutti quelli che ha a tiro con la sua inarrivabile capacità orato-ria da guru impostato e studiato. Ma gestire la città è un’altra cosa; governare un’amministrazione pubblica impone ben altro pas-so e un decisionismo supportato da azioni che fino ad oggi non si sono viste; servono ben altra so-lidità e ben altre conoscenze. Ne-cessità una competenza e un’auto-revolezza sul piano manageriale che non detiene”.Quali suggerimenti darebbe?“ No gliene darei e non gliene darò nessuno perché non inten-do farmi prendere in giro; lui mi

ascolterebbe, mi direbbe che ap-prezza la mia collaborazione, che questo è il senso della democrazia e del bene di questa città. Chiu-sa la porta farebbe poi come gli garba senza dare retta a nessuno. Come fino ad ora ha fatto con chiunque. In tal senso i partiti che lo sostengono stanno facendo una figura ridicola se non me-schina. Loro sono i veri responsa-bili di questo disastro”.Esiste ancora un centrodestra in città?“Esiste nelle idee di carattere ge-nerale, nell’ideologia che qual-cuno fortunatamente ancora

coltiva. Tanti personaggi che ancora si

“anna-c an o”, autore-

f e r e n -ziali e

con zero consensi non fanno

altro che allontanare

tante perso-ne capaci e

di ben altro spessore che

p o t r e b b e r o rappresentare

il centro destra nelle sue diverse

anime. Questa si-tuazione è presen-te in ogni parte del

Paese”.Come vede il futuro del nostro territorio?“Non ho la sfera di cristallo ma tutto lascia presagire un futuro a tinte fosche. Il vero problema è la mancanza di qualità degli uo-mini. Siamo arrivati al punto di avere Crocetta Presidente della Regione e con dei partiti nausea-bondi che lo sostengono da anni che rappresentano una continua mistificazione. Anche l’opposi-zione dei grillini che io ho sempre visto con interesse nell’ottica del-lo scardinamento del sistema non mi pare che sul piano della pro-posta abbiano fatto grandi passi. Il centro destra ha belle figure ma deve blindarsi dai riciclati e dai soliti personaggi di infimo valore che fanno perdere consensi inve-ce di riconquistarli”.

Michele Giarratana: “L’Amministrazione?Una macchina mai fatta partire”

“La politica ci ha violentati, privato di tutto.Ci hanno fatto provare vergogna come accade a chi è vittima di violenza ed èportato a credere che siameritata.

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

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www.ilfattonisseno.it4 LuglioSALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

Uomo felice “ritrovato”. Miche-le Campisi da oltre 365 giorni non è più sindaco di Calta-

nissetta; appassionato e preparato, si era “felicemente” e competentemente speso per l’amato capoluogo nisse-no. Adesso si è ripreso la sua vita da normale cittadino…non più primo: alle prese con famiglia, lavoro e sport. Difficile tenere i suoi ritmi ancor più di quando indossava la fascia trico-lore. Iniziamo la nostra chiacchierata nel suo nuovo studio in Viale Conte Testasecca, anche lui ha ‘scelto’ il cen-tro storico, e la concludiamo al Tennis club dove sfida il figlio Leandro sulla terra rossa. Tra i tanti argomenti non poteva mancare il riferimento a Ruvo-lo ed al primo anno della sua Ammi-nistrazione. Dottore Campisi, ci racconti il suo “dopo”, il suo anno da libero cittadi-no. E’ stato un anno di conquiste; ho ri-trovato il gusto dello stare in fami-glia, del trascorrere ore spensierate con i miei veri amici di sempre, mi sono riappropriato integralmente del mio studio professionale di Dottore Commercialista, del piacevole rap-

porto quotidiano con i miei clienti e con tutte le persone che vi gravitano attorno. Fortunatamente, benché ne-gli ultimi cinque anni, abbia dovuto, per prestare servizio alla Città, relega-re ad un piccolo spazio la mia attività professionale, sono contento di non aver commesso l’errore, purtroppo

ricorrente in molti, di considerare la politica il mio lavoro. Oggi mi ritro-verei come quanti, dopo l’esperienza politica altro non riescono a fare che andare alla ricerca di nuovi incarichi o posti di sotto governo, cambiando continuamente casacca in funzione di ciò. A me non è successo. Ma un cambiamento sostanziale nel suo lavoro c’è stato? Si. Ho fatto ciò che desideravo da anni, ma non ho potuto per mancanza di tempo. Ho trasferito la mia sede nel centro storico di Caltanissetta. Con la mia Giunta abbiamo fortemente cre-duto nel cambiamento di questa par-te della Città, ed abbiamo progettato ed attratto forti investimenti. Il mio trasferimento testimonia cha ancora oggi credo fortemente nell’idea ini-ziale di rilancio che ha accompagnato tutto il mio mandato, che è oggi valida più che mai. Ha parlato di famiglia ed amici, di rapporti autentici riconquistati. Una punta di amarezza lasciata dall’espe-rienza politica?La politica ha avuto il merito di far-mi scoprire la vera amicizia, scevra da opportunismo e convenienze, e sma-

scherare false amicizie. Ho scoperto la vera essenza dell’ipocrisia ed anche come il tradimento in politica, per molti diventa necessità per garantirsi la sopravvivenza. Si riferisce a qualche suo ex assesso-re? Sarebbe troppo limitante parlare di singole esperienze e fatti, il giudi-

zio è complessivo e costituisce una lezione di vita. Chi tradisce una volta continuerà a

farlo, chi

ti è stato vicino, anche nei momenti di mag-giore difficoltà rappresenta la vera amicizia, che non è stupidaggine o ingenuità, ma è un valore che do-vrebbe caratteriz-zare tutti quanti hanno l’ambizione

di spendersi per la cosa pubblica. I rapporti con Giuseppe Firrone, An-drea Milazzo, Carlo Giarratano An-gelo Failla e Gaetano Angilella sono tutt’oggi eccellenti, benché non con-dividiamo più alcuna attività politica o interesse alcuno. Amiamo sentirci, scherzare, andare a cena insieme, o anche solo prendere un caffè. Con Andrea Milazzo ci incontriamo an-che a mare, nel messinese, avendo le case vicine. Cose semplici per persone semplici che hanno avuto, con me il privilegio di servire questa Città. Ciò che mi ha più colpito è stato il risco-prire la quotidianità con mia moglie Germana, che in cinque anni, pur non condividendo la mia esperienza poli-tica, mi è stata accanto affrontando rinunce, e riscoprire i miei figli più cresciuti e maturi, nonostante la mia scarsa presenza a casa. Cosa ne pensa dell’attuale esperienza di governo della città della Giunta Ru-volo ad un anno dal suo insediamen-to, ci dia il suo punto di vista da ex Amministratore? Mi sovviene subito un pensiero: Il tempo è galantuomo. Mi riferisco ai tanti interventi a mezzo stampa che sottolineavano la sempli-

cità con cui si sarebbe potuta cam-biare la Città, evidenziando, che facil-mente si sarebbero raggiunte punte di eccellenza nel turismo, nello sviluppo economico, nel rilancio culturale, nel rilancio dello sport, nella riqualifica-zione urbana, nell’immediato riasset-to del sistema dei rifiuti e nei servizi sociali, attività che per altro questa Giunta eredita in gran parte dalla mia amministrazione, con progetti e finanziamenti, che oggi trovano gran-dissime difficoltà a decollare. Oggi si svegliano dal sogno, benché alcuni non lo vogliono dare a vedere, e si

rendono conto che la realtà è ben diversa , e per

trovare so-luzioni è co-modo met-

tere mano nelle tasche

dei cittadini. La mia Ammi-

nistrazione, nel periodo 2009-

2014 ha affron-tato una crisi gra-

vissima, sistemica, durante la quale ha

riassettato i conti del Comune e con i piedi

per terra, senza affa-scinan- ti comunicazioni alla cittadinanza, ha avviato importantis-simi investimenti, con le sole strutture interne del Comune, mantenendo un prelievo fiscale tra i più contenuti. Un giudizio negativo dunque? Assolutamente no. Credo che quest’anno sia servito per chiarirsi le idee e capire la differenza tra quello che può concretamente realizzarsi e

quello che si vorrebbe. Ci sono quat-tro anni ed ampi margini di recupero, che però non devono essere sprecati. La città ha bisogno di essere ammini-strata e la Giunta di individuare la sua programmazione. E della democra-zia partecipata? Sono convinto che la città vada gover-nata assumendo chi è stato eletto dai cittadini le dovute responsabilità.

Rimpianti, programmi futuri in politica? Rimpianti nessuno. Ho vissuto una

bellissima e tempestosa esperien-za che mi ha formato. Ho avuto il privilegio di servire i miei cittadini, che oggi ritrovo sorridenti quando ci incrociamo per le vie del centro dove posso camminare liberamente. Quanto alla politica, pur pervenendo-mi quotidianamente richiesta di im-pegno, ho ritenuto che in questo mo-mento di assoluta confusione mi possa concedere il solo ruolo di osservatore. Tuttavia non escludo che in un prossi-mo futuro possa assumere la decisio-ne di ritornare ad un impegno attivo, conscio che il Know how acquisito non possa essere disperso, in un pano-rama di dilagante dilettantismo politi-co amministrativo. E’ un messaggio a quanti la vorrebbero definitivamente fuori dall’agone politico? Assolutamente si. Mentre concludiamo l’intervista arriva una telefonata. Il nostro ex Sindaco tra qualche minuto sarà impegnato con i suoi “veri amici” per una passeggiata tra la “strata ranni e colleggio”.

L’intervista

La politica ha avuto il merito di farmi scoprire la vera amicizia, scevra da opportunismo e convenienze

“un anno dopo”Il dopo fascia tricolore: lavoro, famiglia e sport

Campisi,

di Michele Spena

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Luglio www.ilfattonisseno.it 5

Page 6: il Fatto Nisseno - luglio 2015

www.ilfattonisseno.it6 Luglio

Che mafia ci siamo raccontati se ogni tanto capita di raccoglie-re dichiarazioni di stupore o di

sorpresa quando si scopre che ne fan-no parte personaggi - come si dice - insospettabili? Si sente dire spesso che la mafia è cam-biata e che ora è fatta da professionisti, colletti bianchi e classe dirigente. Ma è cambiata per questo? Prima professio-nisti, colletti bianchi e classe dirigente non ce n’era-no? Erano tutti contadi-ni, pecorai, rozzi killer e sensali violenti?Vale la pena forse rac-contare una storia di cen-to anni fa per capire il sen-so di queste domande, o meglio ancora, per capire se queste domande abbiano un senso.Dobbiamo andare a Castelvetra-no, paese della provincia di Trapani di cui tutt’oggi si parla - per ragioni di mafia - visto che è uno dei territori di riferimento dell’ultimo boss latitante di lungo corso di “cosa nostra” sicilia-na: Matteo Messina Denaro.Anche negli anni “30 su Castelvetrano si concentrava l’attenzione degli inve-stigatori.Il fascismo aveva propagandato la sconfitta della mafia attraverso la cele-brazione dei successi del prefetto Mori. Ma quando il prefetto di ferro fu destinato ad altro incarico, in realtà le autorità di polizia erano ben consa-pevoli che le organizzazioni criminali continuavano a rendere le condizioni di pubblica sicurezza per nulla rassi-curanti.Proprio per questo nel settembre del 1933 era stato istituito il Regio Ispet-torato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia, un organo autonomo e speciale, a composizione mista di Po-lizia e Carabinieri. Qualcosa di simile alla DIA, la dire-zione investigativa antimafia dei

giorni no-stri.Dicono le cronache che, all’atto di costitu-zione di q u e s t o nuovo or-ganismo, le condi-

zioni più allarmanti in Sicilia erano nella provincia di Trapani. A voce bassa e senza di-sturbare la retorica fascista, si notava che lì la mafia non era mai stata at-taccata in profon-dità. E tra Salemi, Gibellina, Vita, Santa Ninfa e Ca-

stelvetrano si registravano rapine, vio-lenze e omicidi sui fronti contrapposti delle cosche.Il Regio Ispettorato procedette ad una massiccia operazione investigativa nel 1933 e trasse in arresto centinaia di persone.Tra queste c’era Melchiorre Allegra, un colletto bianco, un insospettabile. Non erano in tanti, gli insospettabili, ma Allegra non era il solo. La sua sto-ria però merita di essere raccontata a quelli che si meravigliano quando scoprono ai giorni nostri che espo-nenti della classe dirigente hanno le-gami con la mafia.Melchiorre Allegra era un valente e

noto medico; a Castelvetrano era tito-lare di una clinica privata. Ovviamen-te quando poteva si occupava di poli-tica. Aveva sostenuto nelle competizioni elettorali i candidati del partito libera-le ma quando cambiò il vento e iniziò la scalata al potere del partito fascista di Mussolini non di-sdegnò di accodarsi con il suo gruppo ai nuovi vincitori.

Il dott. Allegra in real-tà militava nella mafia da ben prima che mie-tesse i suoi successi pro-fessionali e politici.E non faceva parte di quella che oggi si chiama “area grigia”.Era proprio un mafioso, inserito nella struttura di “cosa nostra” come “uomo d’onore”.Era stato ritualmente affiliato con la “punciuta” e con un padrino presti-gioso, il capo della “famiglia” di Villa-bate, nel corso di un rituale riservato svoltosi a Palermo nel 1916.A dire del dott. Allegra, egli volle en-trare nell’associazione mafiosa perché

la riteneva dedita ad attività filantro-piche e cavalleresche. Ma ci mise ben oltre 20 anni per capire che le cose non stavano così.Un po’ troppo a dire il vero.Nel luglio del 1937 lo stimato medico, del quale può immaginarsi che in molti escludessero ogni legame con la criminalità, decise di rendere una lun-

ga confessione agli

investigatori dell’Ispet-torato e raccontò di una “cosa nostra” nella struttura, nelle attività, nelle complicità e nei metodi, molto simile a quella che racconte-ranno poi Buscetta e gli

altri collaboratori di giu-stizia dagli anni “80 in

poi. E descrisse anche i rapporti con tanta parte del-

la classe dirigente, sottolinean-do come, specie in politica, i mafiosi cercavano di selezionarla loro la classe dirigente, che fosse potente con tutti e compiacente con loro.Allegra riempirà pagine e pagine di verbale che poi nei successivi processi non confermerà.Di questa figura si dimenticarono in tanti e così si poté ricominciare a pen-

sare che la mafia è fatta di killer, di vio-lenti e di personaggi rozzi. E a stupirsi quando si scopriva che qualche inso-spettabile era affiliato alla mafia.Frattanto a Corleone dopo la fine del fascismo e l’avvento della Repubblica, un altro stimato medico, una persona di prestigio sociale indiscusso, diven-tava capo della “famiglia” mafiosa di quel paese: era il dott. Michele Navar-

ra, l’uomo che fece crescere alla sua corte Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. E che per mano di Liggio fu ucciso nel 1958 per contrasti in-terni alla cosca.Ci fu stupore anche quando si scoprì il ruolo del dott. Na-varra nell’organizzazione ma-fiosa. Era un insospettabile. Ma dovette ritenersi che an-che questa fosse un’eccezione.Qualcuno disse: “La mafia non esiste più dal 1958. È fini-ta quell’anno, con l’uccisione del mio concittadino corleo-nese dottore Michele Navarra. Perché quel giorno, assieme al

dottore Navarra, hanno ucciso un al-tro medico giovane, che aveva la mo-glie incinta. Ecco, quel giorno questi cosiddetti mafiosi hanno ucciso un povero disgraziato. Da quel momento finì tutto. Perché la mafia, me lo dice-va sempre mio padre, aveva dei cano-ni di giustizia e correttezza che rispet-tava e faceva rispettare”.Sapete chi lo disse? Il geometra Vito Ciancimino, all’epo-ca (anche lui) un insospettabile, asses-sore al Comune di Palermo negli anni “60; a lui (ma non solo) si deve il “sac-co di Palermo” che portò nelle mani di poche imprese mafiose un enorme volume di affari derivante dalla specu-lazione edilizia.Anche lui finirà sotto processo per re-ati di mafia, perché di quell’organizza-zione faceva parte. Come Allegra. Come Navarra.E, se non fosse già finita la pagina, po-tremmo continuare...

Fatti contro la mafiaper non dimenticare

Stor

ia &

Cul

tura

La mafia degli isnospettabili che nessuno aveva voglia di vedere

Viaggio nel tempo e nello spaziopartendo da Castelvetrano...“

Castelvetrano, la Chiesa Madre

di Giovanbattista Tona

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www.ilfattonisseno.it8 Luglio

Viviamo ormai in una Sicilia dei paradossi, delle assurdità, del fango.

Dopo circa cento giorni dal crollo di un pilone dell’autostrada A19 Paler-mo-Catania, che taglia letteralmente in due la Sicilia, ad oggi, ancora nessuna traccia di intervento risulta da parte

delle autorità statali e regionali prepo-ste. Una tragedia di cui forse ancora la politica non si rende nemmeno conto. Siamo tornati ad una viabilità da anni cinquanta, quando per andare da Ca-tania a Palermo ci volevano quattro

ore. Non parliamo poi dei danni, in te-sta per il commercio, per le attività tu-ristiche, che quest’anno con molta pro-babilità chiuderanno in perdita i loro bilanci. Neanche le strade alternative - diciamo così - sono degne di chiamarsi tali e, per lo più, sono impraticabili e impercorribili. Una terra dunque spac-cata in due. Sarebbe proprio il caso di dire: siamo ritornati al regno delle due Sicilie. Ma si potrebbero citare tanti altri casi: il collassamento, dopo una settimana dall’inaugurazione, dello scorrimento veloce Palermo-Agrigen-to, i tratti della Corleone-Bisacquino, dell’Enna-Piazza-Armerina, un pezzo di ponte per Licata; l’elenco potrebbe continuare a lungo. Nel frattempo all’Assemblea regionale si continua tra farsa e fango della poli-tica. In ultimo, dopo le recenti dimis-sioni dell’assessore alla Sanità Lucia Borsellino, la presunta intercettazione telefonica nella quale il medico perso-nale del presidente Crocetta, il discus-so ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo

Matteo Tutino, oggi agli arresti do-miciliari, avrebbe detto “Va fatta fuori come il padre”, senza che il paladino dell’antimafia Saro avrebbe battuto ciglio. Lui, come un disco rotto dice sempre la stessa cosa. Si tratterebbe dell’ennesimo risultato messo a segno dai poteri oscuri che ha contro. Dei

mille ostacoli che gli hanno frapposto in questi anni il malaffare e la mafia. Dopo che sono venute fuori le pre-sunte intercettazioni (sollevate da L’Espresso e ad oggi smentite dalla procura di Palermo; vedremo che

succederà in seguito), ha dichiarato: “c’è un’azione di dossieraggio contro di me. Vogliono distruggermi, farmi fuori, eliminarmi”. Sarà! Sia comunque che quella intercetta-zione esista o meno i dati dei freddi numeri sono chiari. Quelli del falli-mento politico del suo governo, della sua rivoluzione mancata (il “modello

Sicilia”, partito con i Battiato, i Zi-chichi). Rimane solo il fatto che in 30 mesi ha cambiato quasi quaranta

assessori della sua giunta. Ed anco-ra, che la Corte dei conti diagnostica per la nostra Regione, una situazio-ne gravissima in riferimento al suo rendiconto generale per l’esercizio fi-nanziario 2014. Un segnale senza pre-cedenti. Infine, che i fondi UE 2007-

2013 per la Sicilia sono fortemente in ritardo e molti rischiano di perdersi irreversibilmente. Se non è fallimento questo! Si aggiunga che nella nostra Regione non si riescono a schiodare dati come quello di una disoccupa-zione giovanile al 50%.Il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, fortunato autore di Buttanissima Si-cilia, definisce Rosario Crocetta “Au-toritratto di una macchietta”, quello che “dice, dice e dice… e non capisce quello che dice”. Attorno a lui una ple-tora di mestieranti della politica, che ricordano il Dialogo delle cortigia-ne dello scrittore siriano Luciano di Samosata. Quelli dei “cerchi magici”, del camaleontismo, del trasformismo, della danza delle nomine, dove è con-tinuato a mancare però l’elemento più importante: la visione dello sviluppo. Certo, in questo non edificante qua-dro, con lui responsabilità altrettanto gravissime ha l’intera classe dirigente siciliana. Il quadro generale della po-litica isolana è davvero a tinte fosche. Di questi giorni è anche la notizia

dell’in-c h i e s t a s u l l e “spese pazze” all’Ars, con 13 richieste di rinvio a giu-dizio per politici, mentre altri 40 rimangono sotto inchiesta, per spese che vanno dalle cassate ai panettoni, dai fumetti ai soggiorni in alberghi, dai leasing di auto alle stren-ne natalizie, ai gioielli, abbigliamento, profumi, mazzi di fiori, gite scolasti-che per i figli, pranzi, regali vari e per-sino messe di suffragio; tutto a spese nostre ovviamente. E allora io dico: Sicilia maledetta per la classe politica che esprimi, benedetta per i tuoi colori e per le tue bellezze. Solo qualche settimana fa, come per altri itinerari, anche quello arabo-nor-manno dell’area palermitana è entrato nell’olimpo dell’Unisco, come patrimo-nio dell’umanità. Ma che senso hanno questi riconoscimenti se poi siamo rappresentati da politici del genere, se non siamo in grado di mettere a frut-to queste nostre risorse, queste nostre bellezze, in una terra senza ormai nes-suna regola. L’essere siciliani dovrebbe essere la più grande fortuna che la sorte ci abbia potuto riservare. Nascere in Sicilia dovrebbe essere un privilegio. Il problema siamo noi siciliani, al-meno certi siciliani, e tra questi il già detto ceto politico, a tutti i livelli, che continua a campare sulle spalle della gente, senza produrre risultati. Han-no ridotto questa nostra isola ad un viso sfregiato. Mi fanno vergognare

di essere siciliano. Hanno fatto di que-sta terra una terra dove si ha l’impres-sione come di girare a vuoto. Come se quei pochi che gridano, gridassero nel deserto; e vorresti, ad un certo punto, lasciar perdere, lasciar le cose al loro macabro scorrere. Questa è la Sicilia, una terra di rapina, di paradossi, di fango. Terra alla deriva, dove il funzionamento della macchina amministrativa resta meno che scaden-te, così come la qualità della vita, i servi-zi offerti alle comunità; a partire dall’as-sistenza sanitaria (settore quest’ultimo anch’esso falcidiato da continui scan-dali). Ed ancora, dove si è imposta una prassi devastante all’edilizia, ai pochi insediamenti produttivi. Dove le ri-sorse naturali e culturali sono state ab-bandonate a loro stesse. Ma la Sicilia e i suoi politici continuano a rifiutarsi di guardarsi allo specchio. Si preferisce dare forma ad una gigantesca rimozio-ne collettiva, si fa finta di non rendersi conto dell’ormai declino irreversibile (l’irredimibilità che aveva anticipato il Lampedusa dei gattopardi).

E si va avanti in questa deriva, in questa assurda

commistione di in-gannatori ed ingannati e così si con-suma il declino di una terra. Una terra dove non c’è più una dimensione pub-blica; non c’è più neanche il conflitto tra avversari. Resta solo un mondo di parole condivise dall’inganno, dal tradimento, dalla generale corruzione traversale. Anche il tentare una ricognizione ge-nerale delle intelligenze rimaste libere in Sicilia diventa un’impresa assai ar-dua. Si tratterebbe di andare a ricer-care, a scovare, quelle menti nascoste, schive, pulite, che si tengono ormai da parte, ben lontane. Che non ci credo-no più, che “non vogliono più volare, perché il sogno si è ormai rattrappito” avrebbe detto Gaber.

Fatti & POST SCRIPTUMdi Filippo Falcone

Sicilia, terra di piccoli e grandi paradossi

“ Dall’Isola tagliata in due, alla drammatica farsa del governo Crocetta

Trinacria maledetta per la classe politica che esprimi, benedetta per le tue bellezze e colori

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

Direzione EditorialeMichele Spena

Direttore responsabileMarco Benanti

Collaborazioni:Ivana BaiuncoLiliana Blanco

EticoFiorella Falci

Filippo FalconeAnnalisa GiuntaFranco Infurna

Lello LombardoSalvatore Mingoia Donatello Polizzi

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Giovanbattista Tona

Disegno grafico eImpaginazioneAntonio Talluto

DistribuzioneGiuseppe Cucuzza

Redazione Viale della Regione, 6

Caltanissetta

[email protected]: 0934 - 594864Fax: 0934 1935990

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www.ilfattonisseno.it 9Luglio

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Dopo la vittoria dei si al re-ferendum irlandese sulla legalizzazione dei matri-

moni gay, pure in Italia i soliti fa-cinorosi del solito giro di trans, gay e sinistra neo gender si sono convinti che “ora tocca a noi”. E di fronte al comunque mediaticamen-te e purtroppo anche politicamente fortissimo fronte dei facinorosi i sondaggi in Italia dicono altro: la maggioranza degli italiani è d’ac-cordo a definire «matrimonio solo l’unione tra un uomo e una donna» e la stragrande maggioranza è con-traria alla possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.Le cifre: il 51 per cento giudica ne-gativamente i matrimoni gay, men-tre solo il 38 per cento li approva. Tra gli elettori che si auto-defini-scono politicamente “moderati” (circa il 69 per cento dei cittadini) la quota dei favorevoli cresce fino al 43 per cento. I sondaggisti ten-gono a precisare che la stragrande maggioranza degli italiani (76 per cento) ritiene «che si possa definire matrimonio solo l’unione di uomo e donna e che la difesa di questo istituto non significhi essere contro i gay». Si possono invece equipara-re i diritti delle unioni civili a quelli del matrimonio (56 per cento sul totale degli italiani e 60 per cento per i soli moderati), pur mante-nendo due istituti giuridici separa-ti. Esclusa, invece, la possibilità di adozioni da parte delle coppie gay: solo il 24 per cento di favorevoli sul totale e il 18 per cento tra i cattolici praticanti.

Dunque non esiste, se non nella fantasia dei media e delle potenti associazioni gay e Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), un’onda arcobaleno che sta spin-gendo anche la stragrande mag-gioranza dei cittadini a chiedere interventi legislativi che introduca-no i diritto alla parità delle unioni omosessuali al matrimonio tradi-

zionale. Le cifre dicono che queste battaglie non hanno il reale soste-gno nella società civile: apparten-gono a una minoranza chiassosa, a un pugno di sindaci di sinistra a

caccia di consensi e purtroppo ad un grosso corpo politico che pur di mantenere la poltrona e la visibilità vende l’anima e la dignità e rischia di far danni inenarrabili. Raschiare il barile Lgbt è l’ultima chance per una classe politica e amministrati-va (De Magistris a Napoli, Pisapia a Milano e Marino a Roma, tanto per citarne qualcuno) che ha falli-

to sul piano della buona gestione e del governo delle città. Il fatto che la maggioranza del campione si sia detta favorevole al riconoscimento dei diritti delle unioni gay, eviden-

temente indica una cultura non omofoba e di tolleranza sessuale, e forse ignora che la parità è già am-piamente garantita (salvo qualche aggiustamento) dalle leggi già vi-genti. Le presunte emergenze omo-fobiche, quindi, sono quanto di più falso e fantasmatico la sinistra ab-bia inventato: una messa in scena a soli scopi di bassa macelleria poli-

tica. Come la legge Scalfarotto, per-seguita solo per estinguere i conti elettorali con le associazioni gay e Lgbt e abolire per legge la libertà di pensiero e di parola, soprattutto

quelle dei cattolici. Il tema del riconoscimento dei matrimoni gay non è solo una problema di coppia, apre invece il grande baratro del riconosci-mento politico, legislativo e civile dell’indifferenza sessuale. Di con-seguenza, della produzione e della manipolazione seriale della vita, della tecno-rapina degli ovuli per la fecondazione, del diritto alla maternità e alla paternità anche in assenza di madri e padri, alla scelta del sesso secondo i desideri e i vo-leri mai definiti ma continuamente cangianti. Insomma, qui non c’è in ballo solo una distorta concezione della libertà e del diritto a farsi i matrimoni propri ma di che razza di vita (e di morte) ci stiamo pre-parando. Eterofobia, unioni gay, fecondazione, mercato degli ovuli, cambio di sesso quando il desiderio urge e il pensiero gender stimola: il quadro è questo. Per fortuna gli ita-liani non sono totalmente d’accor-do. Qualche settimana fa, decine di migliaia di persone hanno sfila-to a Roma a difesa della famiglia, è sembrato l’inizio di un’era fuori dalla timidezza tipica dei cattolici ma forse anche la presa di coscien-za che certi ammiccamenti, certi accordi, certi inciuci, certe alleanze e precise scelte di campo da parte dei cattolici si siano rivelate com-pletamente sbagliate e che, come la storia insegna, una destra pur pasticciona e grossolana garantisce pur sempre un diritto alla famiglia e un assetto più stabile alla nostra società.

I Cattolicisappiano con chi stare

I Fatti di Etico

“La famiglia tra lobbies e mistificazioni

SALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

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www.ilfattonisseno.it12 LuglioSALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

Da poco sono stati celebrati i 70 anni di pace, dopo la fine del-la seconda guerra mondiale,

e l’Unione Europea è stata celebrata anch’essa come la garanzia della pace realizzata tra i protagonisti di secoli di conflitti.Ma il generale prussiano von Clau-sewitz, all’inizio dell’800 aveva scritto: “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politi-co, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione”. Si affermava così la superiorità della politica, e dell’a-zione di governo, rispetto alla guerra, “strumento” per l’affermazione degli interessi delle comunità, o dei sovrani.Oggi sembra essersi capovolta l’analisi del rapporto tra la guerra e la politica. E’ la politica, almeno quella praticata dai governi dei Paesi più forti, ad essere diventata una prosecuzione della guer-ra con altri mezzi. I Governi non sono quindi più i soggetti protagonisti del conflitto, ma gli strumenti di poteri più forti, spesso invisibili, che li “muovono” per i propri interessi, che non sono più quelli delle comunità dei popoli.Come leggere altrimenti le ultime vi-cende europee, i diktat tedeschi sulle economie dei paesi dell’UE, sempre meno partner e sempre più satelliti su-bordinati? La Grecia è solo l’ultima delle emergenze in questo senso, esplosa perché il suo Governo e il suo popolo stanno “resistendo”. Il suo debito pubblico è espo-nenziale perché serve a pagare gli interessi alle banche tedesche, francesi e anche ita-liane che ne hanno acquistato i titoli di Stato, resi più “convenient i” (con interessi più alti) proprio dalla fragilità dell’economia greca. E gli “aiuti” europei non servono a pagare pensioni e servizi ai greci, ma a nutrire il mostro insa-ziabile della finanza inter-nazionale. Quanto costa tutto questo ai popoli europei? Per anni si è

mobilitata l’opinione pubblica mon-diale sul tema “cancella il debito dei paesi del Terzo Mondo”, schiavizzati dal peso degli interessi da pagare al Fondo Monetario Internazionale per i prestiti apparentemente concessi per promuo-verne lo sviluppo, dopo la fine della co-lonizzazione.Quello stesso meccanismo perverso oggi si sta riproponendo in Europa: tutto in mano alla finanza, niente o quasi deciso dalla politica. E soprattutto niente di nuovo “pensato” dalla politica: nessuna visione diversa rispetto all’eco-nomia così com’è, pur essendo sotto gli occhi di tutti la sterilità di un’economia che, così com’è, blindando i conti dei Paesi dentro la gabbia di queste “re-gole” europee, non produce sviluppo, lavoro, nuova produzione, aumenti del PIL, ma quando va bene u n a

stagnazione conservatrice, un’apnea delle potenzialità delle forze produttive, delle più giovani, delle più qualificate, “disarmate” rispetto ai plotoni dell’e-conomia finanziaria: dalla banca sotto casa alla BCE, al FMI, ai cosidetti “mer-cati” che decidono della validità delle

scelte politiche di un Paese. E della vita delle persone.In Europa la “trazione” tedesca dell’eco-nomia dell’Unione ha particolarmente irrigidito questo schema, dettando le regole a tutti gli altri in funzione dei propri interessi na-

zionali. Ma l’U-n i o n e Europea

era nata proprio per

superare la logica degli inte-

ressi nazionali, gene-ratrice dei conflitti più distruttivi della sua storia.E oggi di fronte alla

dimensione territorialmente vasta, continentale, delle economie egemoni o emergenti (USA, Brasile, Russia, In-dia, Cina, India) l’Europa, il mercato teoricamente più popoloso e potenzial-mente più ricco del pianeta, è prigionie-ra degli interessi nazionali e soffoca le

sue potenzialità, rinunciando ad eser-citare insieme, unita, un ruolo se non egemone almeno trainante nell’econo-mia planetaria per la qualità, il know-how e le innovazioni

tecnologi-che, rispetto ai quali gli altri

Paesi emergenti non possono ancora neppure lontanamente competere. Per non parlare del patrimonio culturale e di civiltà che potrebbe sostenere l’eco-nomia turistica più ricca e avanzata del pianeta.Peraltro i Paesi BRICS (Brasile, Rus-sia, Cina, India, Sud Africa) stanno costruendo un sistema commerciale mondiale con una propria struttura fi-nanziaria autonoma (dal 2014 la New Development Bank) alternativa al Fon-do Monetario Internazionale, che pro-

muove “un’agenda positiva e di unione nelle relazioni internazionali”, nello stesso tempo in cui la propria finanza (soprattutto quella di Cina e Russia) sta attivamente penetrando nei mercati europei inglobando quote societarie di grandi gruppi privati e pubblici, come in Italia con Eni, Enel, Assicurazioni Generali, Telecom, Prysmian, Medio-banca, Fiat-Chrysler, Krizia, Pirelli, preziosi serbatoi di know-how a cui at-tingere per entrare nel business dell’alta qualità..La politica italiana ed europea da anni non si cura di analizzare e rendere leggibili alle comunità di riferimento questi processi, né tanto meno sembra capace di guidarli o di orientarli; di sta-re nel contesto dell’economia globale proponendo soluzioni più avanzate della semplice speculazione finanziaria dei privati.La crisi, quella che ha assunto dimen-

sioni storiche, epo-cali, porta il segno determinante di questa scelta, di questa incapacità, di questa subal-ternità agli inte-ressi dei poteri forti e invisibili da parte dei soggetti politici, senza distin-zioni di schie-ramenti. In Germania la più antica s o c i a l d e -m o c r a z i a del mondo governa da anni insie-me ai con-

servatori di Angela Merkel e ne condivide

le scelte “nazionali” senza batter ciglio. Comprese le condizioni-capestro im-poste alla Grecia.Né il presidente socialista francese Hollande, o tanto meno Matteo Renzi, sono stati capaci di discutere e di pro-porre una linea di intervento alternati-va. Anche se il gruppo italiano del PD al Parlamento Europeo è il più nume-roso tra quelli della “famiglia” socialista e democratica. E a che cosa è servita questa riserva di consenso, il risultato democratico delle scelte degli italiani, se non incide minimamente nelle deci-sioni che contano?

Nella tradizione dell’Occidente non sempre chi detiene la forza è capace di guidare la società, di essere classe dirigente, non dominanate

di Fiorella Falci

“La forza non è sempre leadership

e la politica non èsoltanto consenso

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Se non si misura su queste grandi scel-te la legittimità delle posizioni e delle stesse identità politiche, il diritto di chiamarsi conservatori o progressisti, destra o sinistra, e persino centro, a che serve votare un partito piuttosto che un altro, un leader che non corrisponde a un progetto?Persino gli USA hanno “trasgredito” le regole del mercato, inventando, in due fasi cruciali della loro storia, due soluzioni decisamente alternative al capitalismo della “mano invisibile” del mercato che tutto governerebbe da sola: nel 1929 con il New Deal di Ro-

osvelt (massiccio intervento dello Stato nell’economia e “deficit spending” per sostenere anche con i servizi pubblici la domanda di mercato) e oggi con Oba-ma: il caso Fiat-Chrysler a Detroit è sta-to emblematico: aiuti pubblici e accesso al credito in cambio di corresponsabi-lizzazione dei lavoratori e riduzione dei salari in cambio di compartecipazione agli utili. E Marchionne che chiude e licenzia senza pietà a Termini Imerese e che im-pone a Pomigliano contratti-capestro è a Detroit che ha rilanciato il suo grup-po automobilistico, non in Serbia o in Polonia dove la FIAT ha delocalizzato per sottopagare il lavoro operaio senza diritti. Lo sviluppo si promuove rilan-ciando la sfida dell’economia sociale di mercato, non giocando al ribasso sulla pelle e sui diritti dei lavoratori.Di fronte a questa dinamica dell’eco-

nomia globalizzata, veloce, inedita ma non imprevedibile, la nostra politica tace o balbetta. Si muove nel cortile di una visione del potere da “occupazio-ne del sottogoverno”, dal più piccolo comune all’ONU, senza un’idea inno-vativa rispetto alle ricette dei “tecnici” dell’economia al servizio dei poteri for-ti, senza una visione di trasformazione dell’esistente, senza una prospettiva di futuro. E soprattutto senza una finalità chiara per la propria azione: la costruzione, la difesa e lo sviluppo dei beni comuni e del bene comune, di quel patrimo-

nio di risorse non negoziabili (l’acqua, l’ambiente, l’informazione, la salute, la scuola, il lavoro, le comunicazioni) che sono l’ossatura di ogni società che voglia vivere non come un condomi-nio litigioso (in cui si decide per quote millesimali) ma come comunità libera, responsabile, democratica. Autentica-mente.Democrazia nel XXI secolo non può essere più soltanto votare ogni 4-5 anni, su simboli e persone intercambiabili, senza costruire insieme, confrontarsi e scegliere tra diversi modelli di sviluppo, tra progetti di società alternativi. Altri-menti è una finzione procedurale e me-diatica; ma in realtà in una democrazia in cui comandano le banche e i grandi gruppi è in corso un vero e proprio au-toritarismo finanziario. Chiunque sia al Governo.Lo scorso anno, nel centenario del-

l’”inutile strage”, Papa Francesco ha smascherato l’ipocrisia del tabù della guerra mondiale, dichiarando senza mezzi termini che la terza guerra mon-diale è in corso, “a pezzetti, a capitoli, con crimini, massacri, distruzioni”. E pochi giorni fa, nel “suo” continente americano, il Papa ha sottolineato l’ur-genza di un cambiamento in un siste-ma non regge più: contadini senza ter-ra, famiglie senza casa, lavoratori senza diritti, persone ferite nella loro dignità. Anche quello che l’Europa sarà capace di mettere in campo può sconfiggere questa guerra. Ma solo se ritrova la sua anima democratica, la sua tensione progressiva, le sue radici culturali lega-te all’idea di comunità e di solidarietà. Solo se la “cessione di sovranità” dei diversi Paesi all’Unione sarà una ces-sione ad un sovrano autenticamente democratico: il popolo, i popoli, con

istituzioni politiche non simboliche, ca-paci di tradurre la volontà collettiva in decisioni efficaci. Come l’Europa ha in-segnato al mondo sin dall’Illuminismo con i suoi filosofi e le sue rivoluzioni.Nella tradizione dell’Occidente non sempre chi detiene la forza è capace di guidare le società, di essere classe diri-gente, non dominante. E sicuramente non basta avere il consenso, elettorale, mediatico, virtuale, per essere capaci di

pensare e di costruire il futuro.Questo non riguarda però soltanto i Governi e i Partiti, ma tutti i Cittadini che vogliano essere veramente, moder-namente, tali.La frontiera del “civismo” oggi ha que-sto orizzonte mondiale, questo sguardo globale sul pianeta che tutti abitiamo, ad uno ad uno, nelle nostre comunità.Altrimenti è una democrazia da villag-gio turistico, non da villaggio globale.

Luglio www.ilfattonisseno.it 13

AVVISI LEGALI

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Esecuzione Immobiliare N. 21/13 R.G.E.

Lotto 1 - Comune di Caltanissetta (CL), C.da Pisciacane-Santa Rita. Fondo rustico di Ha. 8.70.40 diviso in 2 spezzoni di terreno ricadenti in zoan “E2 ver-de agricolo dei feudi” ed “E4 zone agricole di tutela delle incisioni torrentizie”. NCT Fg. 256, p.lle 126 e 130. Prezzo base: Euro 43.850,00 in caso di gara au-mento minimo Euro 2.500,00. Vendita senza incanto: 17/09/2015 ore 18.30, innanzi al professionista delegato Avv. Calogero Buscarino presso lo studio in Caltanisetta, V.le Della Regione, 30. Deposito offerte entro le ore 12 del 16/09/2015 presso lo studio del delegato. In caso di mancanza di offerte vendita con incanto: 24/09/2015 ore 18.30 allo stesso prezzo base e medesimo aumen-to. Deposito domande entro le ore 12 del 23/09/2015. Maggiori info presso il delegato nonché custode giudiziario, tel. 0934597816 ogni lun. ore 17 - 18 e su www.astegiudiziarie.it. (A310237).

La politica italiana ed europea da anni non si cura di analizzare e rendere leggibili alle comunità di riferimento i nuovi processi economici, ne tantomeno sembra capace di guidarli; di stare nel contesto dell’economia globale proponendo soluzioni più avanzate della semplice speculazione finanziaria dei privati

“cettina bivona

Caltanissetta SALDI %3050

A sinistra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, con l’ammini-stratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne

Sopra: Matteo Renzi con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presi-dente francese Francois Hollande

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La pochette è un vezzo tutto ma-schile una ci-

vetteria da uomini, una delle poche in realtà che si possono consentire. L’attuale consiglio comunale non spicca p e r

eleganza tranne alcuni, pochi casi che fanno scuola. Ma l’ar-biter elegatiae per eccellenza è lui Walter Tesauro 53 anni, avvocato, della serie la “classe non è acqua”, non ne sbaglia una, dalla cravatta in tono con

i calzini, alla giacca sciancrata di taglio sartoriale, all’ultima moda. Ma il suo must è la pochette, ne

ha di ogni foggia di tutti i colori, dai tessuti estivi

a quelli invernali, mai messa a caso, c’è sempre una ragione per cui ne sceglie una piuttosto che un’altra. A punta o alla rovescia, un pò “buffon”, mai eccesive. In realtà i puristi non amano l’abbinamen-to cravatta fazzoletto da taschino, troppo, e tantomeno se si do-vesse trasgredire alla regola entrambi in tinta: “orrore” gride-rebbe Enzo Miccio. A proposito di orrori nell’eleganza dell’uo-mo sfoggiata a Pa-lazzo del Carmine ci sarebbe da coprir-

si gli occhi e cammi-

nare bendati. Si sono visti an-che dei bermuda svolazzare per l’emiciclo durante la scorsa legislatura. Le polo più indicate per la barca o per il tennis in-dossate con la disinvoltura di chi va ad una partita di golf e le camice di lino in stile “Billionaire” fuori dai pantaloni. Anche il sindaco non ci ha fatto mancare qualche spettacolo di caduta di gusto, la polo sotto la giac-ca in seduta di bilancio, proprio no. Sarebbe cosa buona e giusta istituire la regola, come accade all’assemblea regionale siciliana della cravatta ob-bligatoria durante le sedute del civico consesso, per rispetto dei luoghi delle istituzioni. Ma torniamo alla pochet-te, per rendere giustizia a tutti quanti non solo Walter Tesauro è il più “po-chettato” fermo restando che lancia pure le mode come ad esempio quella dei pantaloni minimal, anche suoi il-lustri amici lo hanno seguito a ruota, nell’acquisto del pantalone affusolato che slancia la figura. C’è chi come in una sorta di contagio virulento ha cominciato da questa legislatura ad utilizzare in maniera più frequente pochette e camicia bianca, uno per tutti il consigliere Francesco Dolce, comunista “radical chic” che non di-sdegna di seguire le regole dell’urban. Tesauro le pochette le regala pure,

come una sorta di spac- ciatore dell’eleganza agli amici più cari, alle persone amate, così da renderli poi dipendenti da quest’accessorio del buon gusto. Lo si vede entrare nell’aula consiliare in carne e charme per dispensare sem-pre qualche pillola di stile. Dalle ca-micie bacchettate slim fit sartoriali preferibilmente napoletane alle cin-ture sobrie intrecciate di corda estive. Niente loghi niente etichette in bella vista, sarebbe troppo “too much” per dirla alla Carla Gozzi.Niente pochette invece per Salvatore Licata ex democratico cristiano che nonostante la giovane età non osa moltissimo. Super pochette quelle dell’assessore Boris Patorello esube-ranti e volitive, protagoniste. Dalle giacche di gabardine blu o marro-ne scuro di Gianluca Bruzzaniti si vede spesso svettare con discrezione un fazzoletto che fa capolino dal ta-schino. Dietro ogni dressing code ci sta uno stile, una storia, un mondo,

ma anche un carattere, è una sorta di gioco di personalità. Con un ot-timo potenziale Oscar Aiello, ma non utilizzato, troppo forzista prima maniera non un guizzo glam, non una trovata chic. La cravatta come la

coperta di Linus.Un mio amico esperto di stile, anzi che dello stile ha fatto un lavoro, al quale mi sono rivolta per una con-sulenza sul tema, mi ha detto che oramai la pochette è inflazionata ad uso e consumo di tutti. Le fiorate non vanno più di moda e per l’estate solo lino e cotone. Tre sono le domande che ciascuno si dovrebbe fare quando si veste: “chi sono”, “che lavoro faccio”, “come sono fatto”. “ Il brutto si copre, il ricco di adorna, il fatuo si maschera, l’elegante si veste” scriveva Honorè del Balzac.L’eleganza non si costruisce. L’elegan-za è qualcosa di assolutamente inna-to. Di certo ogni persona ha la sua ed ognuno può lavorare per affinarla e per modificare un po’ il proprio gu-sto, ma comunque l’alternativa è ben definita: o sei elegante o non sei ele-gante. Un’attitudine personale si po-trebbe definire, perché non la si può insegnare e difficilmente si impara.

di Ivana Baiunco

Ornamenti

Siamo tutti pochettati“Specchio specchio delle mie brame,chi è il più pochettato del reame?”

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

“Il consigliere Tesauro, o mia regina”E lo specchio rispose:

Page 17: il Fatto Nisseno - luglio 2015

Luglio www.ilfattonisseno.it 17

Superata la soglia dei trent’anni credevo di conoscere bene i miei genitori. Ma un giorno di gennaio

mi sono dovuta ricredere. Mio padre, Luigi Spitali, mi chiama e annuncia di essersi deciso a pubblicare un testo redatto da diverso tempo, che giaceva silente nel “cassetto” del suo computer. Mi chiede di leggerlo e dargli il mio parere. Scopro così i dettagli di un pe-riodo della sua vita, che io da bambi-na avevo vissuto collateralmente, per

me del tutto nuovi. Soprattutto, mi rendo finalmente con-

to di cosa fosse riuscito a realizzare: quelle

lunghe trasferte c h e lo tenevano lontano da me, in realtà, f a c e -vano parte d i un progetto a m -bizioso realizza- t o con sacrificio e tanta forza di vo-lontà. Leggendo il libro “Oltre il volo del gabbiano – Il viaggio vincente di un gruppo di siciliani” (pub-blicato da Edizioni Lu s s o -grafica lo scorso m a g -g i o ) , mi sono e m o - zionata e anche un po’ imbarazzata: è possibile scoprire chi sia veramente mio padre sfogliando le pagine di un libro? Ebbene sì. Ma ho voluto saperne di più: ho dialogato con lui per capire ancora meglio cosa lo avesse spinto ad affrontare una sfi-da apparentemente impossibile, che si trasformò in un fenomeno vittorioso, prendendo spunto dalla sua storia per imparare a “volare sempre più in alto”. Da dove nasce la tua passione per il ci-clismo e cosa ti ha convinto a dare vita a un progetto così ambizioso? «Io pen-so che le passioni, quelle vere, profon-de e viscerali, nascano con noi. E così penso che sia nata con me quella per il ciclismo. Questo è un interrogativo che mi sono posto spesso anch’io e mai sono riuscito a darmi una spiegazione esaustiva. Nella mia famiglia, in cui non c’era una tradizione di appassiona-ti di ciclismo, la sola eccezione riguar-dava una bici da corsa, acquistata come mezzo di trasporto da un mio zio nel 1949, che faceva bella mostra di sé in una stanza della casa dei miei nonni materni. E io, fin da piccolo, ogni volta che andavo dai nonni, mi soffermavo per ore ad ammirare ogni particolare di quella bici da corsa. Però, non penso che sia stato solo quello che mi abbia fatto nascere la passione per il ciclismo. Cominciai a seguire questa disciplina in televisione già nel 1965, anno in cui Gimondi vinse il Tour del France; successivamente fui affascinato dalle epiche sfide fra il campione bergama-

sco e il “cannibale” Eddy Merckx. E il progetto di realizzare una nuova com-pagine ciclistica a Caltanissetta nacque dalla consapevolezza che i corridori nisseni, se ben preparati, guidati e sup-portati da uomini e mezzi adeguati, potessero recitare una parte di rilievo

sul selettivo palcoscenico regionale e, perché no, anche su quello nazionale, senza ricorrere all’emigrazione di ma-trice sportiva. I nisseni potevano peda-lare nel cuore dell’Isola e vincere oltre i confini dell’Isola». Qual è uno degli

episodi di questo “viaggio vincente” che ricordi

sempre con piacere, e che a tuo parere rap-

presenta al me-glio il succes-

so della

squadra Libertas Nemo? «Senz’ombra di dubbio, la vittoria conquistata nel 1986 da Rosario Fina nell’indicativa premondiale svoltasi a Camolli di Fon-tanafredda, in provincia di Pordenone. Quello era l’anno in cui i corridori del-la Libertas Nemo potevano cimentarsi

in una vetrina nazionale che rappre-sentava il trampolino di lancio verso un traguardo da sogno chiamato ma-glia azzurra. Anche se i corridori della Nemo avevano già conquistato presti-giosi traguardi regionali e nazionali ne-gli anni precedenti, tra cui spiccava la

vittoria di Rosario Fina nella prova su strada della Coppa Italia dell’anno pre-cedente, la stagione 1986 rappresenta-va la vera possibilità di andare “oltre il

volo del gabbiano”, cioè oltre l’ovvietà quotidiana; oltre la marginalità, non solo geografica, dell’irredimibile entro-terra siciliano. Quella vittoria inspera-ta, cercata con la determinazione e la consapevolezza di quanto importante fosse la posta in palio, rappresentò la

materializzazione del sogno cullato per sei lunghi anni; fin dal momento in cui quel piccolo gruppo sportivo nisseno aveva intrapreso quel viaggio affascinante. L’incontro a trecento me-tri dal traguardo di Camolli fra i due siciliani, il corridore e il suo presidente,

mi è rimasto negli occhi e nella mente, perché rappresentò una sorta di libera-zione dalla morsa della sconfitta atavi-ca dei siciliani. Era la storica conquista

di un traguardo che andava ben oltre il fatto sportivo in sé. Quello fu il prologo di un so-gno dipinto d’azzurro e d’arco-baleno (la vittoria di Rosario Fina al campionato mondiale juniores a Bergamo nel 1987, ndr)». Se potessi tornare in-dietro, cosa rifaresti e cosa invece cambieresti di quel-la straordinaria avventura “umana e sportiva”? «Pen-so che se fosse possibile tornare indietro rifarei tutto alla stessa maniera, apportando soltanto una variazione al finale. È stato un viaggio vincen-te di andata e ritorno, non solo per le vittorie conseguite in ambito sportivo, ma per un altro aspetto che considero altrettanto importante: il

Nord per i corridori della Nemo ebbe ogni volta il gusto piacevole della tra-sferta e non quello amaro dell’emigra-zione. Quell’emigrazione dei siciliani, sportivi e non, che per poter emerge-re o per trovare un’occupazione erano stati costretti a lasciare la loro terra e

i loro affetti. I ragazzi che vestirono la maglia della Nemo provarono con en-tusiasmo, serietà e determinazione a invertire la rotta che voleva i siciliani vincenti solo se intruppati, da emigrati, nelle blasonate e facoltose realtà cicli-stiche del nord Italia. Quello fu il vero significato di una straordinaria avven-tura durata due decenni: aver voluto dare corpo a una vera e propria scuola di ciclismo che potesse andare oltre il ciclismo stesso; che potesse insegnare a lottare e vincere contro gli stereotipi della rassegnata e sonnolenta quotidia-nità locale. E per questo, se mai fosse possibile riavvolgere il nastro, cercherei di cambiare il finale. Cancellerei quel volo anomalo che modificò il corso di quell’affascinante storia; che spazzò via il sogno di chi voleva andare oltre il volo del gabbiano; di chi aveva osato fare qualcosa che non era previsto dal copione dello staticismo locale. E vor-rei che qualcuno, giovane come te, rac-cogliesse l’ideale testimone di quell’av-ventura vincente, per continuare a cor-rere e vincere: non solo nello sport ma

nella vita di ogni giorno».

6Viale dellaRegione

Fatti in Redazione

I giovani raccolgano l’ideale testimone di quell’avventura vincente, per continuare a correre e vincere: non solo nello sport ma anche nella vita di ogni giorno

“oltre il volo del gabbiano”Caro papà, insegnami a volare alto

Una conversazione tra padre e figlia sulla forza di volontà per oltrepassare il confine dell’ovvietà quotidiana“

Bergamo 1987, Rosario Fina con i suoi compagni vince il Mondiale Juniores. Nella foto in alto, conduce il trenino azzurro. A sinistra la premiazione (Ro-sario Fina al centro della foto)

di Laura Spitali

SALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

Page 18: il Fatto Nisseno - luglio 2015

Immaginiamo di salire su una mac-china del tempo e tornare indietro di qualche anno, in particolare al

2000. Quali sono stati gli eventi che hanno caratterizzato quell’anno? Pro-viamo a ricordarne qualcuno: il capo-danno del millennio, la bolla Hi-tech, il Millennium Bug. Nel complesso la sensazione prevalente in quegli anni, e in quelli immediatamente precedenti, era di un periodo di forte stabilità; vi era ottimismo e le aspettative molto elevate! Risaliamo sulla macchina del tempo e andiamo avanti di 12 mesi (365 giorni); in così poco tempo è cambiato tutto: 2001/ scoppia la bol-la delle dot.com; settembre 2001/ at-tacco alle Twin Towers e inizio della guerra in Afghanistan; autunno 2001/ scoppia il caso Enron; 2002/ il falli-mento Cirio; 2003/ l’invasione dell’I-raq; fine 2003/ il crac Parmalat; 2007 /crisi dei mutui sub-prime, bancarotta di Lehman Brothers, 2008-2014/ cri-si economica, altresì detta la Grande Recessione o, nel linguaggio di tutti i giorni, LA CRISI. Sembra passato un secolo, in realtà sono meno di 15 anni! Per evitare di far calare una cappa di gelo sulla lettura di questo articolo e piombare in una cupezza irrimediabi-le, proviamo a vedere cosa è cambia-to in un’ottica più positiva. Pensiamo ad esempio a come comunichiamo: riuscite a immaginare la nostra quo-tidianità senza il vostro smartphone? Eppure nel 2000 i telefoni cellulari non erano ancora diffusi in manie-ra così capillare, si usavano ancora le mappe cartacee per trovare le indica-zioni stradali, il Tom Tom è del 2002, i social network ancora non esistevano, Facebook verrà lanciato nel 2004, tutti gli altri a seguire. Inevitabilmente questi mutamenti si riflettono e incidono profondamente anche sul mondo della finanza e sui risparmiatori. Pertanto in un conte-sto di mercato in continuo cambia-mento, in cui l’unica certezza è che nulla ritornerà come era prima della “CRISI”, quali sono gli scenari a cui andiamo incontro? A tal proposito cito quanto detto dall’ex presidente della FED, Ben Bernake: “confido la quasi certezza di non rivedere, tassi d’interesse al 4%, come suggerisce la storia dei decenni precedenti”. Ben Bernake ha 61 anni, con aspettative di vita di almeno 25 anni, pertanto per un quarto di secolo la politica monetaria della FED resterà espansi-va! Un conto è il FED FUND al 4% e un altro allo 0,20%. Secondo me detta previsione mi sembra piuttosto azzardata, ma non si erano mai visti rendimenti negativi per la gran parte dei titoli di stato in Eurozona, rendi-menti risibili per quelli americani e, di conseguenza, per le obbligazioni corporate emesse in tante aree del mondo. Prima i risparmiatori rivol-gendosi ai propri consuleda; il tasso d’interesse dell’emissione dei BOT a

6 mesi di fine maggio è stato dello 0,004%.Ma prima di entrare nel merito di quanto detto è necessa-rio capire le motivazioni per le quali le famiglie risparmiano e successiva-mente parlare dei rischi finanziari a cui vanno incontro. Esse nel tempo hanno subito profonde modifiche. Infatti agli inizi del 2000 si rispar-miava per: l’ acquisto di nuove casa (26%), la salute (10%), la possibili-tà di affrontare eventuali eventi im-previsti (45%), molto poco per l’i-struzione dei figli, per la pensione il 10%. Oggi i dati sono cambiati per le nuove case la percentuale è scesa al

7 % , rimane inva-

riata per gli eventi imprevisti, mentre è raddoppiata per l’istruzione/ aiuto dei figli, per la pensione la percen-tuale è cresciuta al 15%. La conse-guenza è che l’ottica temporale delle scelte finanziarie è mutata nel tem-po e quindi “l’aspetto temporale e la remunerazione degli investimenti diventano variabili determinanti nelle scelte finanziarie dei risparmia-tori”.A questo punto bisogna, individuare con chiarezza quali sono effettiva-mente i rischi a cui vanno incontro i risparmiatori . Uso un acronimo “LIVE”!“L” – sta per longevità; l’età media della popolazione si è alzata enorme-mente e pertanto le esigenze finan-ziarie dei nostri “nonni” aumentano, se desiderano trascorrere con dignità gli ultimi anni della loro esistenza. Il nostro welfare non ci tranquillizza in tal senso, la remunerazione delle pensioni in futuro tende a diminui-re, mentre come detto prima, le esi-genze/costi aumentano. “I” -. Sta per inflazione. L’inflazione

è l’aumento generalizzato dei prezzi. In questi anni di

“CRISI” gli esperti hanno det-to che è stata bassissima e la BCE, con operazioni straordinarie, sta cer-cando di far crescere l’inflazione, se pure a livelli contenuti. Purtroppo le famiglie italiane non hanno percepi-to la “diminuzio- ne” dei prezzi, anzi non si è capito

perché, per esempio, il prezzo del pe-trolio si dimezzava mentre la benzi-na diminuiva di qualche centesimo. Mi permetto di segnalare che se l’in-flazione dovesse iniziare a salire non solo i prezzi dei beni aumenteranno, ma anche il costo complessivo sui finanziamenti/mutui che le famiglie hanno contratto con interessi a tasso variabile aumenterà con conseguen-ze negative sulle stesse.“V” – sta per volatilità e si intende l’oscillazione repentina e importan-te che i nostri risparmi possano subire in un tempo più o meno lungo. A tal proposito constato che mediamente i nostri rispar-miatori sono poco consapevoli cir-ca i rischi finanziari che corrono con qualunque prodotto/servizio scelto. A dirla tutta spesso neanche gli addetti ai lavori! Oggi l’offerta di servizi finanziari è fatta da tan-tissime istituzioni e non sempre si hanno le competenze/informazio-ni giuste per identificare e trasferire ai risparmiatori i concetti di vola-tilità/rischio. A proposito di cam-biamento il pesante calo che sta

riguardando i titoli di stato dell’area euro e non solo, dimostra come il concetto di rischio sui mercati fi-

nanziari è completamente cam-biato. Non

basta più distinguere tra obbligazio-ni o azioni per avere un approccio prudente o aggressivo. In questo ultimo periodo, infatti, le flessioni sul mercato azionario sono state ac-compagnate da forti cali dei prezzi delle obbligazioni; avere un porta-foglio di obbligazioni, con scadenze lunghe, può esporre il risparmiatore

a una volatilità superiore a quella dei titoli azionari. L’individuazione e la scelta dei prodotti/servizi “giusti” diventa fondamentale, soprattutto per i risparmiatori meno evoluti.“E” sta per eventi imprevisti. Oggi

più che mai il fu-t u r o appare incerto, e quindi d e s t i -nare ri-sorse per qua lcosa che potrà s e r v i r e , e v e ntu a l -mente, per fronteggiare s i t u a z i o n i impreviste , ma che vanno risolte, è dive-nuta una delle principali mo-tivazioni per le quali si rispar-mia (43%).Ritornando al mutamento del

concetto di rischio, per ef-fetto degli interventi delle Banche Centrali, si impone una sfida an-

che all’industria del risparmio ge-stito. E’ necessario infatti che le case d’investimento oltre a pubblicizzare i rendimenti, in periodi di rialzi è molto semplice, dessero anche in-formazioni corrette e puntuali circa i rischi connessi all’investimento.Diventa difficile, quindi, fare scelte d’investimento in questa fase poiché gran parte dei risparmiatori hanno un profilo “ prudente” e non si può passare dalle obbligazioni alle azio-ni tout court. Servono, pertanto, so-luzioni alternative che consentono di superare gli attuali rendimenti prossimi allo zero. Cito Charles Darwin: “ Non è la più forte della specie che sopravvive, ne la più in-telligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”!

www.ilfattonisseno.it18 Luglio

di Marcello CuratoloEconomia & Società

“ Dal 2000 ad oggi,sono stati tanti gli eventi mondiali che hanno rivoluzionato la finanza ed il risparmio

AVVISI LEGALI

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA FALL. N. 19/12 R.F.

Lotto unico - Comune di San Cataldo (CL), Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Immobili composti da: a) Appartamento al p. 5º di vani 6,5. b) Autori-messa al p. terra di mq. 16. c) Locale condominiale al p.terra di mq. 34. Prezzo base: Euro 72.750,00 in caso di gara aumento minimo Euro 5.000,00. Vendita senza incanto: 22/09/2015 ore 18.00, innanzi al Curatore Dott. Paolo Buono presso lo studio in Caltanissetta, Via Kennedy, 46, p. 2º. Deposito offerte entro le ore 12 del 21/09/2015 presso lo studio del Curatore. In caso di mancanza di offerte vendita con incanto: 24/09/2015 ore 18.00 allo stesso prezzo base e me-desimo aumento. Deposito domande entro le ore 12 del 23/09/2015. Maggiori info presso il Curatore tel. 093421469 dal lun. al ven. ore 16 - 18 e su e www.astegiudiziarie.it. (A274121).

SALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

Il rischio è cambiato,attenti ai propri risparmi

Page 19: il Fatto Nisseno - luglio 2015

Luglio www.ilfattonisseno.it 19

Page 20: il Fatto Nisseno - luglio 2015

Si svolgerà quest’anno a Caltanis-setta il 31 luglio, l’1 e 2 agosto il Festival del Socio “Fiera dell’e-

conomia locale”. Dopo le esperienze di Serradifalco e Sommatino, la terza edizione della Fiera dell’economia lo-cale farà tappa a Caltanissetta andando a nobilitare un capoluogo di provincia al quale la BCC del Nisseno ha sempre guardato con interesse e impegno in termini di promozione delle realtà pro-duttive presenti nel territorio. Ad orga-nizzarla nel centro storico di Caltanis-setta è la Banca del Nisseno, presieduta dal dott. Giuseppe Di Forti, con una kermesse di tre giorni caratterizzata da esposizioni da condividere insieme tra degustazioni, spettacoli, artisti, giochi, sorprese e ospiti speciali. Insomma, è proprio il caso di dire che in questa edizione nissena del Festival del Socio “Fiera dell’Economia locale” non man-cherà proprio nulla. Una Fiera nella

quale la partecipazione per le imprese espositrici e l’ingresso per i visitatori sarà completamente gratuito. In que-sto modo la BCC del Nisseno intende stimolare al massimo la partecipazione delle imprese alla Fiera dando agli im-prenditori la possibilità di promuovere la loro azienda a costo zero contri-buendo a farla conoscere nel territo-rio. Sarà un’occasione privilegiata per celebrare l’esperienza dell’anno sociale e presentare i nuovi progetti di svilup-po per il territorio. L’iniziativa è pen-

sata per integrare la cooperazione nel tessuto socioeconomico, valorizzare il Centro Storico, aggregare le eccellenze imprenditoriali e incentivare concreta-mente l’arte e le tradizioni. Il Festival, con momenti culturali e degustazioni di prodotti tipici, è impreziosito da ar-

tisti e ospiti speciali che animeranno le serate con i loro spettacoli dando vita a importanti occasioni conviviali nel segno dell’amicizia e della coesione. Particolarmente rilevante il program-ma della manifestazione. Si comincia venerdì 31 luglio alle 19:30 con il taglio del nastro alla presenza delle autorità e della Banda musicale “Salvatore Albi-cocco” di Caltanissetta. Dopo i saluti istituzionali, tra gli spettacoli previsti nel corso della prima serata c’è l’esibi-zione della compagnia teatrale “Un fu-

turo per tutti” di Canicat-tì intorno alle 20:40, mentre a seguire c’è il mini-concerto dei New Trilogy di Riesi. Alle 21:30 si esibirà la Compa-gnia teatrale “Insieme per un sogno” di

Sommatino, mentre alle 21:50 spazio al cabaret d’autore con i Monelli Di-versi di Caltanissetta. Alle 22:10 mini-concerto dei Trifase di Caltanissetta e gran finale previsto per le 22:40 con il Cabaret degli artisti di fama nazionale Matranga e Minafò direttamente dal-la trasmissione televisiva di Rai Due “Made in Sud”. Il giorno dopo, sabato 1 agosto, si comincia già dalla matti-na: alle ore 9:00 c’è il primo giorno del Concorso regionale di scultura estem-poranea Premio “Gino Morici”. Nelle ore serali, a partire dalle 19:30 si esibirà la Compagnia teatrale “Don Matteo Indorato” di Sommatino e a seguire spazio all’esibizione del Piccolo coro “San Francesco” di Serradifalco, men-tre alle 20:10 c’è in programma l’attesa esibizione della Scuola di danza “Le corps et l’esprit” di Serradifalco. Intor-no alle 20:50 il raffinato mini-concerto dei Cantu e Cuntu di Riesi, mentre alle 21:30 c’è l’esibizione degli oboisti Ga-briele e Angelo Palmeri di Serradifalco, con Gabriele reduce dal grandissimo successo ottenuto nel programma te-levisivo di Canale 5 “Tu si que vales” con Maria De Filippi. Alle 22:10 c’è un ospite speciale: Ezio Fox di Riesi, stori-co chitarrista dei Teppisti dei Sogni. Alle 22:40 spazio al cabaret con il big palermitano Tony Carbone. Domenica 2 agosto terza ed ulti-ma giornata del Festival del socio “Fiera dell’economia locale”. Dalle 9:00 alle 18:00 Secondo ed ultimo giorno del Concorso regionale di scul-

tura e pittura estemporanea Premio “Gino Morici”. Alle 19:30 si riparte con l’attesa consegna delle borse di studio ai figli dei soci della Banca. Intorno alle 20:30, invece, spazio alle esibi-zioni canore dei nuovi talenti Giorgia Vitali (Sicilia), Luca An-ceschi (Correggio – RE), Michelangelo

Giordano (Milano) ed Eleonora Quin-ci (Venezia), nonché dei promettenti ballerini Federica Salute e Federico Nasonte. Alle 20:50 è prevista l’appas-sionata esibizione degli AzëTango di Caltanissetta, mentre alle 21:20 il gran-de pubblico del Festival potrà svagarsi con il cabaret di Michele Cordaro, ap-prezzato cabarettista serradifalchese. Alle 21:50 è previsto il mini-concerto della band Carnaby di Canicattì, men-tre intorno alle 22:20 la premiazione del Concorso regionale di scultura e pittura estemporanea svoltosi nelle giornate del sabato e della domenica. Alle 22:40 il gran finale con lo spetta-colo del noto cabarettista palermitano Sasà Salvaggio. A presentare il Festi-val sarà la nissena Roberta Curatolo, presentatrice di eventi e format tv, che ha collaborato con emittenti televisive regionali come Telecolor e Mediterra-neo Sat e che ha recentemente vinto il Premio “Donna siciliana 2015” per il talento artistico espresso attraverso le numerose conduzioni in giro per l’isola e per gli studi. “Felice e grata di poter presentare il Festival del Socio

anche per questa edizione – ha dichiarato la nota presenta-

trice - l’evento ha per me un doppio significato poiché oltre a intratte-nere il pubblico nisse-no, il vero obiettivo sarà quello di dare valore alle identità artistiche del nostro territorio”.

www.ilfattonisseno.it20 Luglio

fa tappa nel centro storico nisseno

Eventi La Fiera dell’economia locale

Tre giorni di promozione imprenditoriale e valorizzazione delle tradizioni del territorio

comunicazione istituzionale

A sinistra Roberta Curatolo, sopra l’oboista Gabriele Palmeri, in basso Sasà Salvaggio

Page 21: il Fatto Nisseno - luglio 2015

Luglio www.ilfattonisseno.it 21

A breve sarà varata dal Gover-no la riforma del Credito Cooperativo. Sarà profon-

damente rivisitata la normativa di settore delle piccole banche per ri-spondere alle “ richieste europee”. Si parla di un gruppo bancario unico a livello nazionale. Una rivoluzione di cui poco sappiamo. Una calma apparente foriera di cambiamenti epocali.Come avvenuto per le Banche Po-polari con attivi superiori agli otto mila miliardi di euro, a sorpresa pare che sia stata già predisposta una piattaforma normativa che, stralciata in extremis dall’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di gennaio per consentire un minimo di riflessione e possibilmente la pre-sentazione di un progetto equiva-lente di autoriforma da parte delle BCC, è nell’agenda del Governo fra le cose da fare entro fine anno.Si discute del futuro e quindi del destino delle 370 piccole banche italiane; le BCC, ex Casse Rurali ed Artigiane, dopo quasi 150 anni di onorato servizio, vengono messe in discussione nella loro formula originaria in nome della globalizza-zione secondo le regole di mercato europee.Ne parliamo con il Presidente Di Forti, rappresentante di una BCC locale che, cresciuta negli ultimi anni per effetto di fusioni e nuove aperture di sportelli, esprime per-fettamente il modello mutualistico che interpretano le piccole coopera-tive bancarie, definite significativa-mente “micro giganti”. Presidente, ci dice in breve cosa prevede questa riforma?Per quello che ci è dato sapere e allo stato delle cose, alle BCC sarà impo-sto di confluire in uno o più gruppi

con a capo una capo-gruppo strutturata sotto forma di so-cietà di capitali che risponderà diretta-mente alla Vigilanza facendo agio sui pa-trimoni delle singole BCC appartenenti al gruppo sulla base di un vincolo solidale, con la possibilità di ingresso di capitali privati esterni entro determinati limiti e, ovviamente, con l’obbligo di sovrin-tendere il gruppo determinando gli indirizzi delle BCC con gradi di rigidità da stabilire secondo un patto di dominio infragruppo. Una cosa molto complicata da spie-gare in poche parole ai non addetti ai la-vori ma che, come si intuisce dai termini utilizzati, da un lato, pone in seria discus-sione l’autonomia della singola BCC

che nella migliore delle ipotesi ne uscirà certamente ridotta e, dall’al-tro, impone che il patrimonio della singola BCC venga messo a garan-zia del gruppo e quindi a rischio ulteriore, introduce principi capi-talistici con l’ingresso di capitali di soci investitori.Come state vivendo questa nuova fase alla quale andrete incontro?Con molta preoccupazione. Pur es-sendo condivisibili alcuni obiettivi della riforma che vanno nel senso

del rafforzamento patrimoniale e dell’efficientamento del sistema del credito cooperativo italiano in vi-sta di un maggiore integrazione in ambito europeo e quindi nell’ottica di un rafforzamento per affrontare e superare le sfide del futuro in un mercato globale altamente concor-

renziale, il metodo e gli strumenti previsti ci lasciano molto perplessi. Il rischio è che vengano portate ad estinzione le BCC e con loro la for-mula mutualistica di intervento sul territorio. Oggi è in gioco qualcosa che travalica l’interesse del singolo; il credito cooperativo è portatore di valori autentici di solidarietà ed è parte attiva e motore dell’econo-mia locale. Il suo apporto alla cre-scita dei territori è storicamente documentato e, in quanto impresa vocata alla relazione personale e all’attenzione ai soggetti cosiddetti minori, la sua valenza è alta, an-cor più oggi che viviamo in una società che tende all’omologazione secondo modelli consumistici in una visione capitalistica dell’econo-mia. E’ in gioco quindi il sostegno ai più piccolo; per questo, oggi più che mai, sarebbe opportuno avere il sostegno della gente comune e se ciò non avviene è anche perché tut-to sta passando in sordina, in linea con i colpi di mano cui ultimamen-te siamo abituati.Quello che ci dice è sconvolgente; come pensate di agire?Con senso di responsabilità e spi-rito di coesione. Abbiamo affidato unanimemente a Salvatore Sapo-rito, presidente della BCC Toniolo di San Cataldo recentemente eletto Presidente della Federazione Si-ciliana delle BCC, la rappresen-tanza delle BCC isolane in seno al Consiglio Nazionale di Federcasse. Questa, a sua volta ci rappresenta e interloquisce con il Governo e con le Autorità di Vigilanza. Confidia-mo nella ragionevolezza dei nostri esponenti politici chiamati a fare le scelte per il bene comune e nella capacità dei nostri rappresentanti nazionali di incidere positivamente;

ciò non vuol dire impedire la rifor-ma bensì modularla in maniera tale da salvaguardare il modello mutua-listico delle banche di credito coo-perativo, anche come presidio della biodiversità in campo finanziario, il che non guasta affatto.Presidente, perché la gente do-

vrebbe fare fronte con le BCC?Perché incentiviamo il credito, educhiamo al risparmio, facciamo cultura, sosteniamo le famiglie e i piccoli imprenditori, crediamo nei giovani, finanziamo l’economia reale e soprattutto operiamo esclu-sivamente nel locale. Quest’ultimo aspetto vuol dire che ogni euro

intermediato dalla BCC crea va-lore aggiunto locale e cioè genera ricchezza in loco a beneficio della comunità. Basterebbe capire bene questo vantaggio per mettere in moto un meccanismo virtuoso di crescita locale tramite le BCC pre-senti sul territorio. Sono convinto che si potrebbero cambiare le sorti dell’economia.Sappiamo che in questo la sua Banca ha una visione chiara e sta operando secondo precisi indiriz-zi strategiciSiamo convinti che se non ripar-te l’economia non è allargando le maglie del credito che salveremo i nostri territori. Per questo ci stiamo impegnando a stimolare la crea-zione di reti dell’economia reale sul territorio. Vogliamo fare la nostra parte accanto agli imprenditori prendendoli per mano e guidandoli nella rinascita; sosteniamo convin-tamente i settori emergenti, come

l’energia,, e quelli tradizio-nali, come l’agro-alimentare ed il turismo. Come dice il Santo Pa-dre nella recente enciclica “Lauda-

to si”, occorre rallentare la crescita sfrenata dei consumi e fermare il dominio della finanza, tornando all’economia reale e ad una crescita ecosostenibile. Abbiamo varato un programma di interventi a sosten-go dei centri storici e particolar-mente a Caltanissetta intendiamo essere compartecipi con una serie

di iniziative quali il mutuo a tasso agevolato per l’acquisto o la ristrut-turazione della casa in centro sto-rico, il recupero e l’abbellimento di spazi urbani, la creazione della rete delle imprese locali e altre iniziati-ve fra le quali la fiera dell’economia locale che si terrà dal 31 luglio al 2 agosto nella zona pedonalizzata del centro e che vedrà espositori, com-mercianti in sede fissa e soci della Banca integrati in un unico evento arricchito da spettacoli artistici e iniziative culturali.

Siamo convinti che se non riparte l’economia non è allagrando le maglie del credito che sal-veremo i nostri territori. Per questo ci stiamo impegnando a stimolare la creazione di reti dell’economia reale sul territorio

Banche di Credito Cooperativo“nell’occhio del ciclone”

Il Presidente della BCC del Nisseno Giuseppe Di Forti analizza il futuro di 370 piccole banche italianeL’INTERVISTA

comunicazione istituzionale

Giuseppe Di Forti

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www.ilfattonisseno.it22 Luglio

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Luglio www.ilfattonisseno.it 23

Far diventare i rifiuti una risorsa per il Comune ed un motivo di risparmio per i cittadini con

conseguente diminuzione del costo delle bollette. Non è la solita frase a duplice finalità tipica di tanti pro-grammi elettorali da propinare agli elettori per ottenere consensi a buon mercato, ma quanto, concretamen-te, sta cercando di realizzare l’am-ministrazione comunale guidata dal sindaco Giampiero Modaffari con il progetto sperimentale di raccolta dif-ferenziata che ha avviato nei quartieri di Pizzo Carano e Decano. Un progetto sperimentale messo a punto dalle cooperative “Ecolgest” e Geo Agriturismo che gestiscono in Ati il servizio di igiene urbana a San Cataldo e che gestiranno il servizio di raccolta differenziata con contenitori e container scarrabili. Una progettualità moderna con punte di innovazione destinate a dare qualità e affidabilità a questo nuovo progetto sperimentale di raccolta differenziata che si sta at-tuando in due tra le più popolose zone del centro abitato sancataldese. In via Forlanini, nel cosiddetto piazzale Spa-zi Verdi, è stato istituito un eco-punto che costituisce il primo tassello per un servizio di raccolta differenziata che non è più fine a se stessa, ma assicura invece concreti risparmi a chi la prati-ca. Sono stati installati sei contenitori, due per tipologia di rifiuto (carta-car-tone, vetro-lattine, plastica), ciascuno dei quali ha una capienza di 1100 litri. L’utente, prima di conferire il rifiuto nell’apposito cassonetto, inserisce la tessera e digita il numero corrispon-dente alla tipologia del prodotto diffe-renziato, che viene poi pesato seduta stante. L’utente è dotato di un codice o di una password con cui, tramite com-puter, tablet o smartphone, può an-che controllare il proprio punteggio raggiunto per kg di rifiuto andando

anche a stabilire la relativa premialità. Dunque, “si” alla differenziata, ma “si” anche alla premialità con un progetto avve-niristico destinato a segnare una svolta in un set-tore come quel-lo dei rifiuti nel quale, in questi anni, sono stati più i dolori che le gioie per i cittadi-ni utenti costretti a pagare esosamente un servizio di raccolta, tra-sporto e smaltimento dei rifiuti che ha imposto costi enormi alle loro tasche. Ora le premialità non sono più un miraggio ma una realtà: per ogni chilo di carta-

cartone la premialità prevista è di 0,05 euro, per ogni kg di vetro - lattine la premialità è invece di 0,027 euro, mentre per ogni kg di plastica la pre-mialità è di 0,23 euro. Si tratta di som-me in apparenza esigue che, tuttavia, nel volgere di un anno, diventano ri-sparmi consistenti sulla bolletta anche perché l’utente, anziché buttare carto-ni o abbandonarli, anzichè gettare nel cassonetto vetro, plastica e alluminio, d’ora in avanti differenzierà i rifiuti in modo da ottenere risparmi sul costo

del-la bolletta. Per fare ciò, gli utenti, mu-nitisi di bolletta Tari, tessera sanitaria

e codici fiscali di tutti i componenti del nucleo familiare, si sono registra-ti regolarmente ed hanno avviato la differenziata. Il progetto, ovviamente, piace alla cittadinanza, anche perché la prospettiva di risparmiare concreta-mente sui costi della bolletta è imme-diata e tangibile. Tuttavia, il progetto è altrettanto allettante anche in un’altra prospettiva, quella che permette di far scendere il costo di conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani e di fare pertanto diminuire il costo com-

ples-sivo del

servizio che, proprio alla voce “conferimento in discarica” ha uno dei suoi costi più rilevanti. Costi finora elevati anche, e soprat-tutto, per la presenza di rifiuti che, in-vece ora, venendo differenziati, sono destinati a farli calare notevolmente. Il progetto sperimentale prevede anche la realizzazione di un Centro ecolo-gico comunale in via Stazione, dove tutti i cittadini potranno conferire ol-tre a carta – cartone, lattine – vetro e plastica, anche imballaggi in metallo; apparecchiature elettriche ed elettro-niche Raee; metallo; pneumatici fuori uso; rifiuti biodegradabili quali sfalci di potatura; tubi fluorescenti; nonché, secondo le modalità e procedure che dovranno puntualmente determinar-si, sarà possibile prevedere anche lo smaltimento di inerti da demolizione domestica. Un progetto sperimentale nel quale l’amministrazione comuna-le crede e punta fortemente. In par-ticolare l’assessore comunale al terri-torio e ambiente Angelo La Rosa ha avuto modo di sottolineare che “Con l’isola ecologica di via Forlanini ci ri-volgiamo ad un determinato numero

di utenze domestiche (circa 540) in zona Pizzo Carano-Decano, con l’o-biettivo di verificare la percentuale di differenziata rispetto al numero di utenti. L’iniziativa è a costo zero per il Comune, anche per quanto concerne la premialità ai contribuenti, che pro-verrà dai contributi del Conai. È stata avviata un’esperienza atta ad “educare” alla differenziata. Sicuramente, ci sarà un vantaggio per le famiglie, soprat-tutto quelle con un maggior numero di componenti”. Il sindaco Giampiero Modaffari ha in-vece rilevato che, con questo proget-to, la sua amministrazione comunale ha inteso precorrere i tempi: “antici-piamo il Piano d’intervento Aro, sia con l’isola ecologica sia con il centro comunale di raccolta per il quale già a marzo abbiamo inviato le necessarie documentazioni all’Urega. E’ garantita la tracciabilità, con uno stretto legame tra cittadino, qualità e quantità del prodotto differenziato. Il vantaggio è duplice, legato sia al con-ferimento del singolo cittadino (più si conferisce, più si potrà godere di premialità), sia al fatto che in questo modo si potranno ridurre i costi di conferimento in discarica, con con-seguenti benefici per la collettività; in ogni caso diamo merito agli attuali gestori del servizio, che hanno ideato il sistema dell’isola ecologica in loco. Speriamo che i cittadini comprenda-no la “rivoluzione” che si vuole met-tere in atto in ambito di raccolta dif-ferenziata”.

Quando differenziare Fatti & San Cataldo

può fare la differenza

Al via il progetto sperimentale nei quartieri di Pizzo Carano e Decano.Il sindaco Modaffari e l’assessore La Rosa: “Stiamo precorrendo i tempi”.

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www.ilfattonisseno.it24 Luglio

L’acronimo PON (Piano Ope-rativo Nazionale) si riferisce ad un’agenda di finanziamenti che

ha una durata di sei anni; si tratta di finanziamenti che provengono dalla Comunità Europea.Qui esaminiamo i corsi di potenzia-mento e di eccellenza che i ragazzi del biennio del Liceo Classico e Linguisti-co “Ruggero Settimo” hanno seguito gratuitamente.

Così è stato spiegato dalla nostra Pre-side, dott.ssa Collerone«...È stata una grande occasione per le “Regioni obiettivo convergenza”, cioè le Regioni che nello scenario europeo presentavano delle caratte-ristiche di difficoltà rispetto alle altre regioni europee; infatti, dobbiamo ragionare in un’ottica europea in quanto i finanziamenti provengono proprio dall’Unione Europea; però non si è trattato di finanziamenti distribuiti a pioggia, cioè erogati in maniera uniforme per tutte le scuo-le del territorio europeo, ma di fondi assegnati in maniera mirata a colma-re il “gap” che esiste, per esempio, tra le nostre regioni con problematiche legate al reddito o al capitale umano e le regioni invece più sviluppate. Per

cui la formazione, e quindi il lavoro scolastico che viene implementato e ampliato attraverso questi finanzia-menti, sono mirati a superare deter-minate situazioni...».

La Preside ci ha spiegato, inoltre, che per potere accedere ai corsi di poten-ziamento PON è necessario possedere determinati requisiti. Nel caso specifi-co, per frequentare il PON di giornali-smo, corso di eccellenza, è stato neces-sario il voto quadrimestrale dall’otto in su di italiano.

Qualche informazione in più da parte di una docente interna all’organizzazione“...Il facilitatore è la figura che fa da ponte tra il dirigente e tutti gli esperti e tutor; supporta e sostiene i docen-ti che sono tutor o esperti del PON, e sostiene i docenti coinvolti nella orga-nizzazione dei corsi e nella cura della piattaforma web...”Come ci illustra la Professoressa Iannuzzo, la programmazione di un corso PON è molto complessa e richiede tempo, è divisa in diver-se fasi e sono diverse le persone che la coordinano: un esempio è quello, appunto, del facilitatore o del valu-tatore.

“Troppa burocrazia?”La domanda che sorge quando si fa ri-ferimento ai tempi di preparazione dei corsi PON è: “Troppa burocrazia?”.Anche in questo caso è la nostra Pre-side a darci chiarimenti. E spiega che, proprio perché i finanziamenti proven-gono da fondi pubblici, è chiaramente necessario che la programmazione dei corsi della scuola risponda a determi-

nati requisiti necessari per ricevere i fondi che consentono di dare il via ai diversi percorsi.

Le fasi del corso Una volta finita la fase organizzativa, si dà il via al progetto. Sono diverse le fasi che lo compongono, le stesse per tutti i settori.La prima fase consiste in attività di ac-coglienza. Si risponde, ad esempio a test relativi alle proprie aspettative ri-

guardo al corso; segue la parte iniziale in cui si cerca comprendere da quale punto partire tutti insieme.In seguito si ha la parte didattica del PON, nella quale si sviluppa il tema del progetto; qui si inizia a lavorare insie-me ai docenti esperti che danno le in-

dicazioni e che seguono le diverse fasi dell’attività.Infine vi è la valutazione del percorso effettuato.Parlando del PON di Giornalismo, abbiamo anche avuto la possibilità, durante una fase intermedia, di visita-

re la redazione di TFN e di realizzare insieme ai collaboratori della stessa un servizio che è stato poi mandato in onda. Abbiamo anche trascorso un pomeriggio alla redazione de “Il Fatto nisseno”.Nello specifico del PON di giornali-

smo, abbiamo lavorato ad un prodotto finale, la composizione di un inserto da inserire nella edizione cartacea di luglio de “Il Fatto nisseno”Proviamo dunque l’emozione di vedere i frutti del nostro lavoro e di appura-re che i diversi corsi PON danno ve-ramente la possibilità di crescere non solo a livello disciplinare ma soprattut-to personale.

Fatti, scuola & giornalismo

Una delle Redazioni più giovani d’Italia: dodici studenti del primo biennio del Liceo Classico e Linguistico “Ruggero

Settimo” (15/16 anni), impegnati in un’esperien-za inedita di Laboratorio di Giornalismo, da mar-zo a giugno di quest’anno, 30 ore di esperienza nell’ambito dei Progetti PON di eccellenza realiz-zati nella scuola.Un viaggio teorico-pratico nel mondo dei media e dell’informazione, partendo dalla lettura-deco-difica dei giornali della carta stampata, dall’analisi della loro struttura e dei diversi generi della scrit-tura giornalistica, fino ad analizzare il linguaggio delle immagini e l’informazione radio-televisiva.Gli studenti hanno lavorato alla costruzione di rassegne-stampa tematiche, confrontando, su un campione di dieci testate, diverse per orien-tamento politico e culturale, le scelte diverse nella gerarchia e nella impostazione delle notizie, gli stili e le forme espressive che corrispondono alle diverse scelte redazionali.Esercitazioni pratiche nella redazione di articoli di cronaca, le “classiche” 30 righe, partendo dal-le notizie-ANSA o rielaborando gli eventi della cronaca locale, attenti a rispettare i canoni di una buona informazione ed insieme ad affinare e a personalizzare lo stile per evitare le banalità e i luoghi comuni di un’informazione superficiale e “plastificata” dagli stereotipi.Non sono mancate le esercitazioni su testi celebri di giornalisti-scrittori che hanno dato al giorna-

lismo il respiro della grande letteratura: Sciascia, Pasolini, Dario Fo, Montale, spesso protagonisti anche di battaglie civili memorabili nella storia del nostro Paese.Particolarmente interessanti, gli incontri in si-tuazione, che hanno scatenato la curiosità affila-ta degli studenti: con il giornalista parlamentare Giuseppe Alberto Falci, con la Redazione del Telegiornale di Tele Futura Nissa (Ivana Baiun-co, Annalisa Giunta e Fabiola Palmigliano) e con il Direttore editoriale del Fatto Nisseno, Michele Spena, due full-immersion, queste ultime, che hanno coinvolto gli studenti nell’esperienza ope-rativa della “costruzione” del prodotto giornali-stico, rendendoli protagonisti in prima persona per due interi pomeriggi.Alla fine il lavoro redazionale, la scrittura e l’im-postazione di questo inserto, e la discussione, ancora in-progress, sulla responsabilità del la-voro giornalistico rispetto al dovere di raccon-tare la verità, sempre, anche quella che non si vede subito o che non si vuole far vedere. Con la consapevolezza del rigore indispensabile, in questa “narrazione”, per rappresentare corretta-mente tutte le posizioni e le ragioni. A partire dalla propria esperienza di studenti, nella pro-pria scuola, letta in chiave complessiva, come uno spaccato specifico del contesto sociale da “raccontare”.Il giornalismo come impegno a rendere leggibile la complessità della realtà in cui viviamo, un im-

pe-gno fon-damentale per ren-dere autentica la democrazia, e la libertà di scegliere, che non esiste pienamente senza una informazione completa e corretta, plurale e “problematica”.Non è poco, pensiamo, per dei ragazzi di sedici anni.

Fiorella Falci e Silvia Pignatone Docente e Tutor del laboratorio di giornalismo

Redazione young al Ruggero Settimo

Questi fondi europeiaiutano a colmare il gup di reddito e di risorse umane che esiste tra le regioni

Come interviene l’Europa nel sistema scolastico italiano Carlo Bannò II A LinguisticoSofia Bonsignore II E Dams

Ivonne Di Francesco IA LinguisticoEmanuela Di Maggio II B Linguistico

Giorgia Farruggia II E DamsMatteo Giannone II C

Armando Gioia II A LinguisticoGiorgia Lauria I C LinguisticoSharon Lombardo I E DamsAlessandra Maira I E Dams

Andrea Manta I APaola Porracciolo II C Linguistico

Carla Ribaudo II E DamsEmanuela Riggi II E DamsGiorgia Salerno II E DamsAdriana Savaia II E Dams

Ruggero Settimo:

A destra, la dirigente Scolastico Prof.ssa Irene Collerone.

Sopra, i ragazzi del Ruggero Settimo presso la redazione de il

Fatto Nisseno. Nella pagina accanto un selfie negli studi di TFN

l’occasione PON di Paola Porracciolo

La redazione

comunicazione istituzionale

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Luglio www.ilfattonisseno.it 25

Voce e pensieri degli studentiLA DIDATTICA – Tante domande, ma quali risposte?Prof rigido e distaccato oppure ami-chevole e comprensivo?

Si sa, il troppo stroppia; la soluzione migliore non sarebbe allora trova-re un equilibrio? Essere esigenti nei confronti degli alunni insegna loro ad assumersi le proprie responsa-bilità, ma un atteggiamento sereno e disponibile permette di creare un rapporto di fiducia e armonia. Il sistema scolastico soddisfa davvero gli studenti? Lamentele arrivano so-prattutto sulle valutazioni, che molti tra gli alunni (difficile stabilire se a torto o a ragione) denunciano come scarsamente obiettive: problematica che sottolinea ancor più la responsa-bilità del docente nel momento della valutazione.

Scuola e tecnologia: un rapporto difficile? La tec-

nologia è sicuramente una risorsa per l’attività didat-

tica. Ma quanti tra i docenti sono in grado di utilizzarla?

E quante tra le attrezzature tec-nologiche sono effettivamente

funzionanti?

LA STRUTTURA – PROPOSTE DELLA REDAZIONE

I colori influenzano lo stato d’ani-mo e i comportamenti delle persone, come dimostrato da studi scientifici, e possono dunque rendere più con-fortevole lo svolgimento delle attività. Perché dunque non far diventare più colorato e vivace un ambiente così frequentato come lo è la scuola?

LA STRUTTURA – IGIENE E PU-LIZIAStudenti e non solo si lamentano ormai da tempo di aule non esatta-mente “immacolate” e di bagni poco attrezzati. E i graffiti? Cosa hanno da dire i ragazzi a loro discolpa? In que-sti casi si tende sempre a far ricadere le responsabilità su qualcun altro, ma come risolvere l’annosa questione delle “scritte” su banchi, muri e por-te? Potrebbero insegnanti e perso-nale ATA richiamare più spesso gli alunni i cui banchi sono scritti o di-segnati? Sarebbe possibile investire in sensori da posizionare nei bagni, per evitare problemi di graffiti, oltre che

fumo di sigarette? Non sarebbe utile, nei limiti del possibile, fornire i bagni di carta igienica e sapone per le mani?

PROBLEMATICHE – IL FUMOIl divieto di fumo negli ambienti della scuola è noto tanto quanto la sua reale inosservanza, da parte de-gli studenti come dei professori. C’è chi ritiene sia necessario un maggior rigore nell’osservanza del divieto, e chi pensa che la scelta migliore sia ammettere il fumo di sigaretta e fornire anche dei posacenere, per evitare il problema delle “cicche” nel cortile. Alla Dirigenza, come è com-prensibile, è sembrato opportuno attenersi alla legge punendo, pur se sporadicamente, gli alunni trasgres-sori. Sorge dunque spontanea una domanda: perché, se agli studenti non è consentito, non è difficile ve-dere un professore fumare sul retro? Il divieto vige ovunque? Vige solo per qualcuno? O vige solo a livello teorico?

PROBLEMATICHE – LA RICREA-ZIONE“Ricreazione troppo breve”: è la tipica lamentela degli studenti. Vero è, tuttavia, che considerati i minuti necessari ai docenti per con-cludere la lezione e le lunghe file per comprare uno snack o andare in ba-gno, i ragazzi non hanno il tempo di mangiare e di “staccare” un po’. Per risolvere il disagio degli alunni ed evitare ritardi, sarebbe dunque opportuno aggiungere qualche mi-nuto alla ricreazione ed ottimizzare i tempi.

PROBLEMATICHE - GLI SPAZI IN CLASSEFila, semicerchio o gruppi da quat-tro? È forse arrivato il momento di lasciar perdere l’Ottocentesca dispo-sizione degli arredi e innovare un po’? In Italia non esiste una normativa specifica, dunque il compito di or-ganizzare le aule è affidato ai docenti che spesso si accordano con i propri studenti.Le noiose file di banchi sembrano contribuire a rendere il rapporto “di-stante” tra docenti e alunni, allora si ricorre subito alla disposizione a “ferro di cavallo”: ma può anche questa rite-nersi davvero una scelta adeguata?Secondo molti insegnati tutto ciò potrebbe rendere più vivaci e par-tecipate le lezioni ma sorge anche il problema della sicurezza in caso di emergenza ed evacuazione dell’edifi-cio, oltre alla probabilità che i ragazzi copino più facilmente durante le ve-rifiche.

Ambiente Scuola, un ecosistema educativo anche nelle strutture

di Emanuela Riggi e Carla Ribaudo

Concludiamo con i risultati di un sondaggio sulle motivazioni degli studenti del “R. Settimo”

SONDAGGIO SCUOLA: PERCHE?

Un angolo “relax” nell’atrio dell’istituto ed una porta del bagno delle ragazze al piano terra

TipologiaB-4-FSE-2014-67

Interventi di formazione sulle metodologie per la didattica individualizzata e sulle strategie per il recupero del disagioDestinatariDocentiTitolo del corsoDidaBES

Tipologia

B-7-FSE-2014-18 Interventi individualizzati e per l’auto-aggiornamento del personale

scolastico (apprendimento linguistico, viaggi di studio, master, sof-

tware didattici, comunità di pratiche, borse di ricerca, stage in azienda,

ecc.)

Destinatari

Docenti

Titolo del corso

Corso di lingua francese CILIL

Tipologia

C-1-FSE-2014-1272 Interventi per lo sviluppo delle competenze chiave (lingua madre e

matematica)

Destinatari

Alunni del biennio

Titolo di corso

Lingua madre e comunicazione

A ciascuno il suo METODO

Dal pensiero alla parola, dalla parola all’azione

REALmatematicaMENTE

Matematica al PC

Matematica per le prove INVALSI

Matematica e vita quotidiana

Questi i PON attivati quest’anno nella nostra scuola

comunicazione istituzionale

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www.ilfattonisseno.it26 Luglio

Caltanissetta percorre il viale dei ricordi, non si respirava una cosí forte aria di prote-

sta dal ‘68.Orde di studenti , professori e liber-tari di ogni genere, sono scesi nel-le piu grandi piazze d’Italia il 5 e 6 Maggio per protestare contro il ddl della Buona Scuola e per esprimere un forte dissenso nei confronti del-le prove Invalsi. Le manifestazioni sono uno dei pochi momenti diretti che collegano la politica al popolo, ma solo quando quelle siano giusti-ficate e il popolo informato, quan-do le prime siano necessarie e i se-condi non se ne approfittino. Sono rari i casi in cui le manifestazioni vengono usate come strumenti dai manifestanti, ma ancora piu rari i casi in cui i manifestanti scendono in piazza consapevoli e informati. Caltanissetta, sep-pur un piccolo puntino nell’ enorme firmamento delle cittá italiane, ha brillato per partecipazione e prepa-razione. Altro é il discorso quando il popolo che scende in piazza e mani-festa è legato all’ idea di manifestare più che all’idea per cui manifesta. I

manifestanti, al contrario, vengono talvolta usati come strumenti dalla manifestazione e si finisce per ama-re il concetto di ribellione al di lá de-gli effetti che questa provoca. Ció che è avvenuto il 5 e 6 maggio è indubbiamente un tipo di manife-stazione che appartiene sia al primo che al secondo caso. Ha aleggiato sopra la manifestazione una costan-te senzazione di ripulsa e avversione verso le prove Invalsi. Un odio in-giustificato e per certi versi troppo palese, che ha portato all’assenza collettiva degli studenti in tutti gli istituti di Caltanissetta il giorno in cui si sarebbero dovute svolgere le prove. Molti hanno confuso ciò per cui manifestavano, fondendo in un unico blocco il ddl della Buona Scuola di Renzi e le prove Invalsi che non hanno nulla a che vedere col disegno di legge. Gli studenti si sono lasciati trasportare, forse un po’ troppo dall’esuberanza.“Sono fatte per l’alunno modello”…

“Ci vogliono omologare”…. “Non si puo permettere che ragazzi che

abitano in contesti diversi svolgano

le stes-se prove”…Sono alcuni degli slogan che sono risuonati per le piazze d’Italia. Ciò che in molti non sanno, peró, é cosa sono veramente le prove Invalsi. Sono delle prove scritte che testano

le competenze, in lingua madre e in matematica, somministrate dall’In-valsi (istituto Nazionale di Valu-tazione del Sistema educativo e di Informazione) allo scopo di creare un dato statistico, grazie al quale le scuole possano autovalutarsi, con-

frontando i risultati con quelli degli anni passati e con quelli delle altre scuole, pur sempre con lo scopo di migliorare. Non si può quindi pretendere che si

f a c -ciano prove calibrate per le singole scuole, poiché non si verrebbe piú in pos-sesso di un dato statisticamente at-

tendibile. Le prove Invalsi non sono prove calibrate per lo studente di ogni singola scuola, ma per lo studente prima di tutto Italiano e poi Europeo. Se ci sono differenze nel possesso delle compe-tenze in lingua madre e in matematica rispetto allo standard allora é dovere delle scuole individuarle affiché chi di competenza faccia il possibile per colmarle.É diverso parlare di che uso ne faccia il governo e bisogna fare attenzione a non confondersi. Ciò non di meno i fatti del maggio 2015 stanno a testimoniare di come almeno localmente il feno-meno della protesta contro le prove Invalsi sia radicato. E gli aberran-

ti silenzi dei docenti e degli studenti alla domanda “ per-ché protesti contro le prove INVALSI”?: sono frutto di er-rata comumicazione. Altro fattore che ha contribu-ito moltissimo alla protesta è stata la concomitanza con il Ddl della Buona Scuola. Da 10 anni, infatti, gli studenti nis-seni svolgevano senza intoppi le prove, quest’ anno in vena di cambiamenti hanno interrotto questa tradizione.Sará un caso che questo sia suc-cesso proprio l’ anno e nel preciso periodo in cui la riforma renziana

metteva piede in Parlamento?Ecco cosa pensa Irene Collerone , la preside del Liceo Classico, sull’ argomento.Lei, nei confronti delle prove in-valsi, che posizione sostiene?“Ritengo che le prove Invalsi sia-no soltanto uno degli strumenti che le scuole devono avere a di-sposizione per attuare l’ autovalu-tazione d’istituto che è necessaria ai fini di un miglioramento, in quanto potrebbero dare un’idea più precisa rispetto agli standard internazionali delle competenze raggiunte dagli studenti in quel-la fase della scuola che per altro riguarda la fascia dell’obbligo. Ritengo che sia opportuno che la scuola abbia questo dato che però non è l’unico. Certamente le prove Invalsi han-

no dimostrato di

non essere valide sotto tutti i profili docimologici però sappiamo che sono oggetto di studio continuo,

perciò diventano sempre più at-tendibili e riferiscono notizie utili alla scuola relativamente all’ita-liano e alla matematica, probabil-mente bisognerebbe ampliarle an-che ad altre discipline. Tuttavia già contengono degli elementi molto positivi per l’autovalutazione delle scuole.” Lei che è una pedagogista ci può dire cosa ne pensa sul metodo se-condo il quale sono formulate?“Penso che lo scopo sia quello di fornire a livello di decisori inter-nazionali, perché facciamo parte di una comunità europea, degli strumenti che siano comparabili con quelli degli altri sistemi sco-lastici a livello europeo, di con-seguenza sono state scelte negli ambiti di matematica e italiano che sono comparabili per tutti gli studenti del resto d’Europa, ri-guardano delle precise fasce di età comparabili con gli altri sistemi. Sono strutturate in test che ini-zialmente erano solo a risposta chiusa, adesso sono presenti an-che delle parti con risposte aperte e multiple perché c’è uno sforzo a livello di ricerca, appunto do-cimologica, di renderli più vicini alle competenze che possono esse-re verificate. Quindi sotto questo profilo credo che siano sempre da rivedere e da adeguare ai vari si-stemi e ai cambiamenti dei sistemi nazionali, però penso che abbiano un loro valore, indiscutibile”.

Fatti, Scuola & giornalismo

Irene Collerone:“Ritengo opportuno che la scuola abbia questo dato, ma non è l’unico

“ il 5 e 6 maggio, la protesta contro la “Buona Scuola”travolge anche i test ministeriali, giudicati aziendalisti e omologanti

Verifica e contestazione nella scuola italiana

INVALSI:il test della discordia

di Matteo Giannone e Giorgia Farruggia

comunicazione istituzionale

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Luglio www.ilfattonisseno.it 27

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Dalla “trazzera” alle ombre di speculazione sugli espropri dei terreni su cui sorgerà il by

pass sulla A19 a Scillato, denunciate dal sindaco di Caltavuturo e rilan-ciate all’Anac di Raffaele Cantone dal Movimento 5 Stelle, passando per i recenti risultati delle elezioni ammini-strative che consegnano ai “grillini” la città di Gela, dove è in corso una delle riconversioni industriali più delicate della storia industriale siciliana. Sono tanti i dossier “infuocati” che passano in queste settimane dalle mani del deputato nisseno Giancar-lo Cancelleri. La parola “trazzera” era ormai un lemma disconosciuto e obsoleto. Relegato alla sola economia agricola. Un vocabolo dal suono rude e aspro, quasi imbarazzante in bocca. Adesso questa parola non solo è resu-scitata, ma addirittura non fa dormire sonni tranquilli alla politica siciliana. Il Movimento 5 Stelle è “appeso” alle prescrizioni del Provveditorato lavori pubblici della Regione che ha imposto che su quella strada si potrà andare a 20 km all’ora, una macchina per volta e con semafori. Per i detrattori non proprio una scorciatoia. Prescrizioni che però Cancelleri assicura essere state previste. “Che ci fossero le prescrizioni – am-mette il deputato nisseno - lo sapeva-mo avendo letto i pareri a monte del pronunciamento finale. Sapevamo che ci sarebbe voluto un semaforo in un attraversamento stretto, ed infatti è inserito nel computo metrico. La velocità, data la pendenza, non pote-va essere più di 20 chilometri orari. E’

una cosa buona che ci sia stato il via libera. Adesso aspettiamo di finire i lavori e di aprire la strada che rimane un opportunità alternativa di attra-versare quella parte critica della A19, ma non rappresenta una soluzione definitiva ottimale, è una strada che ha i suoi limiti. Da oggi però sappia-mo che quella strada oltre a quella di Polizzi è possibile prenderla”.Il Provveditorato prescrive anche la realizzazione di curve più ampie e guard rail, ma questo non rischia di aumentare i costi più del previsto?“No, non sfora il budget perchè erano previsti nel computo metrico: mille metri di guard rail e le curve sono più larghe, già tarate per essere otto metri nel loro raggio maggiore. E’ chiaro che la previsione di 300 mila euro era in-dicativa, se poi si sfora di 10 o 20 mila

euro, noi abbiamo già detto che siamo pronti a farci carico di questa ulteriore spesa. Il comune, insieme all’associa-zione “oltre la frana” sta comunque facendo una sua raccolta fondi”. Ma questi 300 mila euro che avete impegnato, verranno a mancare ad altre iniziative da voi annunciate?“Questi soldi sono quelli che dalla fir-ma del protocollo d’intesa, dal mese scorso, abbiamo cominciato a racco-gliere e che quindi al momento non abbiamo, ma sono frutto di una resti-tuzione mensile. Il protocollo d’intesa prevede tre tranches trimestrali da 100 mila euro. La prima scade a ottobre. Il fondo per il microcredito, che non è così eclatante come il rifacimento di una strada, ha una dotazione econo-mica importante: 1 milione 300 mila euro come fondo di garanzia e Banca Etica mette un moltiplica-tore di 3 con i quali eroga i micro prestiti. 50 imprese da gennaio ad oggi hanno avuto prestiti e salire-mo ancora. Di cose se ne possono fare, è chiaro che nella fattispecie di una strada, un movimento politico non si poteva sostituire allo Stato. Ma rappresentava uno schiaffo a burocra-zia e istituzioni che non hanno capito l’emergenza, una guerra sotto cui la Sicilia sta crollando e non possiamo ri-manere a guardare. Sbrigatevi a inter-venire. Loro parlano di apertura della bretella a novembre che sarebbe un bene, speriamo che i tempi non ven-gano invece dilatati. Perchè autorevoli professori parlano di aprile”. E voi vi siete fatti un’idea delle re-sponsabilità?

Per la mancata tutela del territorio sono della Regione. L’assessore Croce, che adesso è all’ambiente e al territo-rio, fino a un mese prima della no-mina era commissario all’emergenza idrogeologica in Sicilia e Calabria e doveva conoscere la relazione del 2005 che riguardava quella zona e le altre che si sono susseguite. Sentirli dire che non ne sapevano niente non è credibile. Loro dovevano sapere. In più il governo nazionale ha le sue re-sponsabilità, nomine di commissari che dovevano intervenire nell’emer-genza, per la cui dichiarazione è pas-sato un mese e mezzo, poi 40 giorni per nominare il commissario e oggi non c’è un operaio e nessuna ruspa. Infine l’Anas per la manutenzione e monitoraggio dell’opera pubblica. Come la storia di Ponte cinque Archi,

dove la querelle tra genio civile e Anas ha portato al sequestro. Capitolo Gela. I riflettori si sono abbassati e avete un sin-daco senza maggioranza e un

protocollo d’intesa con Eni per la ri-conversione “green” della raffineria. Ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro, e il sindaco Messinese ha detto di voler cambiare quel proto-collo. Non è rischioso?I riflettori si sono abbassati e adesso c’è il lavoro da fare. Il consiglio comu-nale ci porta a confrontarci con la dif-ficoltà di non avere la maggioranza e

ciò comporta un forte dialogo con le forze di opposizione, che sono maggioranza numerica. La dichiarazione di Messinese va letta in quest’ottica. Quel protocollo d’in-tesa non andava bene per un mo-tivo: mentre l’Eni firmava, sman-tellava le linee, portando la raffi-nazione da altre parti e dismette-va. Oggi siamo interlocutor i

dell’Eni e siamo pronti a dialogare e capire quali sono le loro intenzioni, se vogliono investire. Fermo restan-do che la nostra idea di sviluppo di Gela e della Sicilia non vede al centro la raffinazione e lo sfruttamento del-le energie fossili. Però ci dobbiamo confrontare. E’ questo che ha voluto indicare Messinese.Noi dobbiamo rispondere a chi ha

scelto in città di dare il voto al Mo-vimento 5 Stelle che ha una spicca-tissima politica di tipo ambientale ed è chiaro che vorremmo capire l’impatto sulla salute e le ricadute di inquinamento quando parliamo di raffinazione di olio di palma. Si fa presto a dire ‘green raffineria’. Non è l’etimologia del termine a migliorare una pratica, ma bisogna avere dati alla mano che vogliamo vedere. A questo si aggiunge che loro stanno continuando a smontare pezzi del-la fabbrica. Così sembra che il pro-tocollo sia un modo per prendere tempo in attesa che qualcuno dica che questa cosa non la vuole quando loro saranno già andati via. Senza ot-tenere l’impegno, dopo anni di arric-

chimento, a lasciare qualcosa come bonifiche e compensazioni, come sta facendo Enel ad Augusta.Credo che nessuna porta debba esse-re chiusa, ne parlerà il sindaco con i vertici Eni. Vogliamo salvaguardare i posti di lavoro ma non cedere al ricat-to che può far pensare a qualcuno che quella è terra di conquista e nessuno gli dirà mai nulla”.

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Calano i riflettori sulle amministrative ma echeggiano le parole del sindaco di Gela, Messinese, che vuole cambiare il protocollo con Eni. Intanto i “grillini” strappano l’agibilità della Trazzera ma con prescrizioni.

Petrolchimico di Gela. Per il deputato nisseno non basta dire “green raffineria”. “Vogliamo capire l’impatto sulla salute raffinando con l’olio di palma”.

I dossier bollenti nelle mani di Cancelleri

Politica & Territorio

Dalla A19 alla Raffineria di Gela

L’intervista

di Alberto Sardo

A sinistra la Trazzera di Caltavuturo.Sotto il Petrolchimico di Gela

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Chi lo ha visto personalmente dopo mesi di apparizioni te-levisive è rimasto di stucco.

Un omone alto e robusto. Avvolgente con il volto del buon padre di fami-glia, ma nello stesso tempo deter-minato e caparbio. Un uomo come tanti, che continua a mantenere le sue abitudini anche se la nuova vita ha stravolto gli appuntamenti ca-nonici della sua vita. Un panino al

volto al bar della piazza centrale, dal-le 14.30 in poi e alle 15 di nuovo sul posto di lavoro: al Palazzo di Città. A tarda sera lo si può trovare, come sempre, nella sede del Moovimento 5 stelle, in piazza Salandra, con la sua famiglia e gli amici a ridere, scherza-re e progettare la nuova Gela. Cin-quant’anni, ingegnere informatico, sposato e padre di due figlie, lavora come funzionario di una azienda lea-der di telefonia, primo di 4 figli e con due genitori semplici. Il padre è ori-ginario di Favara, dipendente dell’E-ni in pensione e la madre casalinga perno della famiglia, appassionati di viaggi in giro per il mondo. Educa-to ai valori cristiani, non si era mai interessato di politica finora. Oggi è sindaco di Gela.Sindaco la vogliamo conoscere. Ci dica chi è? “Cosa vuole sapere?”

O k , cominciamo. Vita? “Vita 130!”Ahahah, infatti una dieta non sarebbe male. “Non mi interessa molto. Eppure la die-ta è già iniziata con la campagna eletto-

rale. Bando allo scherzo. Sono nato a Favara il 15 agosto 1965. Poco dopo i miei genitori si sono trasferiti a Gela perché mio padre è assunto dall’Eni nel periodo d’oro del boom economico e dell’espansione demografica e ci sono rimasto per tutta la vita. Mi sono di-plomato con 57/60 e subito dopo la carriera militare come ufficiale car-rista sono stato assunto dall’Alitalia”.Non conosce la parola disoccupazio-ne il sindaco di Gela ed il racconto della sua vita che ha reso in esclusiva al nostro giornale ne da un quadro esaustivo, suggerendo che non sono

sta-ti i motivi legati all’occupazione a spin-gerlo ad intraprendere la strada della politica.“In tre mesi – riprende il sindaco Mes-sinese – ho avuto diverse proposte di lavoro, tutte allettanti e importanti: quella dell’Agip, della Sip e dell’Ibm. Ho scelto la Sip oggi Telecom dove sono stato inquadrato nel ramo del-la manutenzione della rete in rame e

successivamente, quando la Sip si è trasformata in Telecom ed è subentrato l’ampliamento con l’inse-rimento dell’Adsl, mi sono specializzato in questo settore. Nel frattempo ho deciso di riprendere gli studi per realizzare il mio sogno dell’avanzamento nella carriera e nel 2004 mi sono laureato all’Uni-versità di Palermo in in-gegneria informatica con 110/110”.Laurea a 39 anni nel vortice di una vita piena : qual è il suo segreto ne-gli studi?“Studente lavoratore con tutte le responsabilità che ne conseguono e poi ma-rito, padre e figlio di due genitori ancora prestanti. Il segreto è quello di non

perdere il ritmo nello studio e dopo aver superato un esame, cominciare subito a studiare la materia succes-siva. In questo modo, nonostante gli impegni lavorativi e familiari sono riuscito a realizzare il mio sogno della laurea che mi ha portato anche all’a-vanzamento di carriera, facendomi raggiungere alte vette nell’inquadra-mento professionale con la qualifica di funzionario addetto alla progetta-zione”.C’è stato, nella sua infanzia qual-cosa che lasciava presagire questo percorso professionale?“Si, quando avevo 12 anni ho proget-

tato e costruito un velie-ro a due alberi: ho prima realizzato il disegno, poi con il compensato l’ho costruito in poco tempo. Ne ero orgogliosissimo e ci ho giocato per molto tempo. Poi quando era deteriorato non l’ho voluto vedere più così e l’ho affondato nel la-ghetto di Montelungo”. Ha degli hobby?“Ne ho avuti tanti, ma dettati dalla contigenza della vita: in un certo periodo della mia vita ho vissuto in una casetta con giardino ed ho sviluppato l’hobby del giardinaggio; curavo il giar-dino con passione ed i risultati erano buoni. Per molto tempo ho avuto l’hobby della pesca, dei lavo-

ri manuali, della bicicletta. Insomma, non mi piace stare fermo e soprattutto la manualità è sempre stata spiccata”.

Com’è la sua famiglia?“Splendida. Ho una stupenda moglie da 23 anni, due figlie belle e brave: Viviana 22 anni che sta per laurearsi in Lettere moderne e Flavia, 21 anni che è un’artista poliedrica: ha finito il servizio militare, suona la chitarra ed il pianoforte da autodidatta. Sono contento”.Qual è il suo rapporto con la reli-gione?“Sono cattolico e credo nella religione intimista, fondata sulla riflessione e preghiera interiore. Non mi convinco-no le esteriorizzazioni dilaganti né nel concetto del ‘do ut des’ . La religione deve essere un bisogno dell’anima e non un appiglio per ottenere qualco-sa di concreto come spesso avviene. Né si può identificare la religione con i suoi esponenti, i sacerdoti, che spes-so vengono criticati. Sono pur sempre uomini e la chiesa, in quanto fatta di uomini può incorrere in errori, ma bi-sogna tenere sempre presente il primo protagonista che è Dio, che prescinde dall’uomo”. Il suo impegno nel comitato di quartiere di Macchitella è stato il primo passo verso la candidatura?“Non avevo mai pensato di fare politi-ca. Mi sono candidato al Comitato di quartiere solo perché me l’hanno chie-

sto e serviva in quel momento il mio impegno in prima persona. Preceden-temente avevo partecipato solo a qual-che associazione di volontariato con un ruolo attivo ma senza incarichi apicali. Poi è arrivato il momento di mettermi in prima linea e l’ho fatto”.Come è avvenuto tutto ciò?“Io penso che la vita va vissuta in ogni modo si presenta e con qualun-que sfaccettatura. Cambiano le forme e cambiamo noi: bisogna accettare quello che la vita ci riserva e dare il massimo per cambiare in meglio. Questo è quello che mi si è presentato, ci ho creduto e l’ho portato avanti fino in fondo”. … e poi è arrivata la candidatura a sindaco. In che modo?“Io ed i miei amici abbiamo sposato gli ideali del Movimento 5 stelle, ave-vamo capito che qualcosa bisognava cambiare in questa città dove non tut-to andava per il verso giusto. Abbiamo ritenuto di prendere la situazione in mano per prenderci la responsabilità di un cambiamento e proporlo ai cit-tadini stanchi delle solite dinamiche e questo abbiamo fatto. Poi è arriva-to il momento di stringere il cerchio e cercare i volti da presentare ai ge-lesi: io sono stato fra quei pochi che si sono proposti per dare un volto al cambiamento e poi, dopo un ulteriore scrematura, la scelta dei miei amici è caduta su di me e io sono stato lieto di portarla avanti. Il resto lo conoscete”. E adesso che si fa per Gela?“Intanto si lavora. Stiamo studiando il funzionamento di questa macchina amministrativa che ha le sue caratte-ristiche specifiche. Stesso discorso vale per la presunta rotazione dei dirigenti. Li stiamo conoscendo e stiamo veden-do come lavorano. Solo fra un po’ di tempo prenderemo una decisione. Primi settori in osservazione sono il mercato settimanale che costava all’amministrazione 100.000 euro all’anno. Stiamo lavorando per trova-re un nuovo sito idoneo ed economico. Stiamo lavorando sui conti del Comu-ne per potere rilanciare l’economia, per far questo è necessario approfon-dire la ricerca dei fondi dell’Unione europea e le strategie sulle attività economiche.Gli sprechi al bando; via il mercato settimanale da quel sito oneroso. L’ad-detto stampa sarà un dipendente in possesso di tesserino giornalistico così risparmiamo un altro stipendio e rela-tivi contributi. Stiamo lavorando an-che sul progetto Agroverde ma la mia politica sarà l’esatto opposto di quelle precedenti: niente annunci né procla-mi. Le conferenze stampa avverranno non per annunciare ciò che poi viene disatteso, ma per raccontare quanto è stato realizzato. In questo consiste la nostra politica del fare”.

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Stiamo studiando il funzionamento di questa macchina amministrativa che ha le sue peculiarità

Gela & dintorni

di Liliana Blanco

Messineseil nuovo vento

che soffia su Gela

In alto a destra Domenico Messinese con la famiglia il giorno dell’insediamento.Sopra, l’ufficiale carrista dell’esercito Italiano. Accanto il piccolo Domenico muove i primi passi in cucina

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

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di Giuseppe Taibi

C’è una enorme discrasia tra i social network, la verità virtuale di internet e quella

tangibile della realtà tout court. Ad esempio su Expo. Denigrata all’en-nesima potenza, Expo si è rivelata ai miei occhi come un concentrato di culture, di esperienze, di colori, di emozioni. Una organizzazione impeccabile e una massa di visita-tori mai vista, alla faccia di chi ne agognava il flop. Padiglioni aperti e completi, lunghissime file che mi hanno impedito di vederne più della metà. Ma i gufi di professione saran-no scontenti di sapere che il cluster da 10 e lode è quello in cui la Sici-lia è oramai diventata la padrona di casa: il Bio Mediterraneo. L’unico a parlare di cibo facendolo toccare con mano, dove “degustare” no è un verbo spoglio di significato, né un’il-lusione né tantomeno una pratica da barattare con moneta sonante. Ho partecipato ad una lezione sul grano, sulla farina, sul pane e sulla pizza a cura del Gal dell’entroterra siracusano. Prima la teoria, poi la pratica: l’assaggio finale, tripudio delle papille gustative e gran festino dello sfamarsi a costo zero. Un rito celebrato da siciliani, gran sacerdoti dell’accoglienza, con gli altri Paesi a fare da cronice, da comprimari, presenze buone a fare da corollario nei pomeriggi made in Sicily. Noi siciliani, attraverso la lezione di Expo, dimostriamo non solo di sa-pere parlare di cibo, ma soprattutto di saperlo cucinare. Alla faccia de-gli smanettoni tristi di internet. La

mia visione- lo ammetto- è un po’ edulcorata. Ho vissuto le identiche sensazioni di un bambino a Disney-land, e come tale il mio giudizio fi-nisce per essere poco critico. Forse falsato, ma identico a quello di altri visitatori, allarmati dalle sirene ma-lauguranti che annunciavano sicuri flop, ma che si sono dovuti ricrede-re, fulminati sulla via di Rho Fiera. Nel mio viaggio milanese ho chie-sto a loro, ai milanesi purosangue, cosa ne pensassero dell’Expo, e ho raccolto pareri unanimi, valutazioni positive.

Persino gli ipercritici tassisti, il pol-so da tastare per conoscere gli umo-ri di una città, spesso della pancia di una città, mi hanno regalato caute ma significative opinioni favorevoli. “Guardi- mi rivela Sergio, tassista da meno di un anno- io avrò por-tato ad Expo solo due o tre turisti, perché i trasporti sono efficienti e la gente preferisce andarci con i mezzi pubblici. Nonostante non mi stia ar-ricchendo riconosco che Expo per Milano è una grande opportunità e

lo dico principalmente da milanese. Ci sono stato più di una volta e ho trovato tutto perfetto. Ho portato la famiglia e ora vogliono tornarci”. Si i trasporti, la vera forza di Mila-no. Per un siciliano come me, che a Palermo deve pregare Santa Ro-salia affinché il 101 non dico arrivi puntuale, ma che almeno arrivi, il sistema dei trasporti meneghino è

roba da marziani, alieni. La metro ti porta fin dentro il ventre di Expo. Una decina di fermate dal centro del capoluogo lombardo, meno di 15 minuti e si finisce nel cuore della mastodontica area dell’Esposizione. Expo è una grande fiera di paese, soprattutto dopo il tramonto; cibo, musica trash da balli di gruppo pro-veniente dai padiglioni latinoameri-cani, una massa enorme di curiosi in sempiterna fila, bimbi armati di sorrisi e palloncini colorati, e un po’

di roba kitsch disseminata qua e là come ad esempio l’arcifamoso “Al-bero della vita”, imponente monu-mento alla pacchianeria. Certo mi si potrà obiettare che c’azzeccano, come direbbe il Tonino nazionale, Coca Cola, Mcdonald’s o Etaly in un evento in cui il motto è “nutrire il pianeta”? La presenza delle multi-nazionali del “food” è molto discre-ta, nessuna invasione mediatica né alcuna aggressione pubblicitaria; i grossi marchi sono relegati nei propri padiglioni, come i ristoran-ti di carne argentina, il chioschet-to di patatine belga o i camionci-ni vintage di mini wafer olandesi. Ognuno è libero di tracannare della buonissima birra libanese oppure di riempirsi di bollicine di coca; o ancora di ingozzarsi di mc-panini o di rimpinzarsi di gustosi involtini vietnamiti alle verdure. Le legittime obie-zioni di chi vede il bicchiere

mezzo vuoto potrebbero moltipli-carsi alla lettura di questo mio scrit-to; mi si potrebbero rinfacciare le torbide vicende di corruzione che hanno accompagnato l’allestimento dell’area o la faccenda legata ai pa-gamenti di hostess e steward, con rapporti di lavoro al limite dello sfruttamento. E l’elenco potrebbe allungarsi. Ma il mio resoconto è quello del visitatore privo di pre-concetti, ar-rivato dall’altra punta dello Stivale

e che nulla, alla fine del viaggio tra gli imponenti padiglioni, eccepisce

sull’organizzazione,

ma anzi (pacchianerie a parte) la promuove, promuovendo persino l’impegno dei siciliani, coloro che al resto del mondo (almeno ai vicini Paesi del Mediterraneo) imparti-scono lezioni su cosa significa per davvero l’accoglienza del cibo. Per chi coltiva un po’ di curiosità verso ciò che accade al di là del proprio naso, Expo è la propria Macondo, la città ideale, Gardaland senza l’eb-brezza delle montagne russe. E’ per davvero una gioia per tutti i sensi, ma è soprattutto il miracolo della sintesi: il mondo intero racchiuso in qualche ettaro di terra. Ecco perché il mio consiglio è di spegnere il pc, comprare un biglietto e partire in direzione Milano. Perché l’Expo è una grandissima festa a cui bisogna partecipare. E’ una festa tutta italiana, ma dove è l’intero pianeta il vero protagonista. Dove si respira aria internaziona-le, e il concetto di universale non è mera teoria. E dove- permettetemi la chiusa campanilistica- la Sicilia fa la sua bella figura. Per buona pace dei gufi di professione.

È come la città ideale, Gardaland senza l’ebrezza delle montagne russe. È una gioia per tutti i sen-si, ma sopratutto miracolo di sintesi: il mondo intero racchiuso in qualche ettaro di terra

La Sicilia fa la sua bella figura nonostante i gufi

Critiche a parte, l’Esposizione milanese è una grande vetrina internazionale. Un esperimento riuscito, con un grande e sorprendente protagonista: la Sicilia

il Reportage

EXPO: 10 e lode

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AVVISI LEGALI

TRIBUNALE DI CALTANISSETTAsezione Fallimentare

Estratto Avviso di Venditan. 8/1995

Il curatore Dott. Agostino Falzone, dottore commercialista, con studio in Caltanissetta, viale Sicilia n.14 – Tel. 0934 591735/591010 - rende noto che il giorno 29 Settembre 2015, alle ore 12.30, avanti al Giudice Delegato, presso il Tribunale di Caltanissetta, avrà luogo la vendita senza incanto dei seguenti beni: LOTTO 1: Fabbricato ad uso civi-le abitazione, realizzato su tre ele-vazioni, sito in Caltanissetta, c.da Prestianni, e relativo terreno di per-tinenza della superficie di mq. 705 circa, compresa l’area di sedime dei fabbricati, sul quale è altresì esistente un autonomo locale magazzino della superficie utile di mq 73.Locale magazzino non risulta accata-stato. Si precisa che il fabbricato ed il magazzino sono stati eretti in assenza di concessione edilizia ma potranno comunque essere sanati dall’aggiudi-catario.Prezzo base del lotto 1: € 29.996,00. Eventuali rilanci non potranno essere inferiori ad € 500,00.LOTTO 2:a) per la quota di piena proprietà pari ad 1/2Appezzamento di terreno in Cal-tanissetta, c.da Prestianni, della su-perficie di mq. 646, con sovraeretto magazzino, avente superficie utile di mq. 57.Il magazzino è stato eretto in assenza di concessione edilizia, tuttavia potrà essere sanato dall’aggiudicatario.b) per la quota di piena proprietà pari ad 1/2Appezzamento di terreno in Calta-nissetta, c.da Prestianni, della super-ficie di mq. 760, censito al foglio 224, particella 123.Entrambi gli appezzamenti di terreno di cui ai punti a) e b) ricadono in zona Cr che comprende aree destinate all’espansione dei nuclei abitativi delle borgate rurali, con indice di edificabi-lità fondiaria di 1,5 mc/mq.Prezzo base dell’intero lotto 2: € 3.797,00. Eventuali rilanci non po-tranno essere inferiori ad € 250,00.Offerte di acquisto in bollo in busta chiusa indirizzata alla Cancelleria Fallimentare entro le ore 11.30 del giorno precedente la vendita, con cauzione pari al 10% del prezzo offer-to, a mezzo assegni circolari intestati alla Cancelleria Fallimentare. Saldo prezzo entro 60 giorni dall’aggiudi-cazione. Eventuale vendita con incanto giorno 13 Ottobre 2015 alle ore 12.30. Mag-giori chiarimenti presso il Curatore o la Cancelleria Fallimentare. Ordinan-za di vendita e perizia su www.aste-giudiziarie.it.Il curatore Dott. Agostino Falzone

TRIBUNALE DI CALTANISSETTAEsecuzione immobiliare

11/2001R.G.E.

Lotto 1: appartamento in Caltanis-setta Viale Amedeo 126, sito al p. seminterrato, della sup. lorda di mq 46, composto da un disimpegno, due vani, un cucinino, un bagno (da demolire in quanto abusivo) e un terrazzo. Vendita senza incanto: 15/09/2015 ore 9.00 innanzi al pro-fessionista delegato Avv. Fabio Gal-lo presso lo studio in Caltanissetta, Via Malta n. 39. Prezzo base: Euro 14.501,96; in caso di gara aumento minimo Euro 1.000,00. Eventuale vendita con incanto: 22/09/2015 ore 9.00 c/o il suddetto studio al prezzo base e con l’aumento minimo so-pra indicato. Deposito offerte e/o domande entro le ore 12 del giorno precedente le vendite c/o il suddetto studio. Maggiori info c/o il delega-to nonché custode giudiziario tel. 3331652646 e su www.astegiudizia-rie.it. (Cod. A243412, A243413).

La prima medaglia da appunta-re al petto, per il neo sindaco Giuseppe Catania, l’ha con-

quistata per essere riuscito per una sera a riempire, fino a colmarla, la via Palermo. Un’impresa per i tem-pi in cui internet ha soppiantato lo strumento più social dagli anni ’80 in poi: il passìo nel corso principa-le della città. Galeotta fu la via Pa-lermo per centinaia e centinaia di coppie di mussomelesi. Amori na-scevano in quell’irrequieto su e giù lungo una lingua di strada in cui ci ragazzi e ragazze si scambiavano le prime occhiate e dove principiavano

sentimenti, alcuni saldi e duratori per tutta la vita. Altro che Facebo-ok, il “passìo” per anni è stato dav-vero il principale strumento social ad uso e consumo della collettività.

Negli anni le mode, lo scorrere del tempo, ma anche l’arrivo dei nuo-vi strumenti di comunicazione che hanno sostituito la piazza reale con la piazza virtuale, hanno fagocitato la norma le “vasche” per la via prin-cipale di Mussomeli. Ora, dopo anni di oblio, il passeggio sembra risor-gere come la Fenice dalle sue stesse ceneri. E Catania, grazie all’intuizio-ne del suo assessore allo Spettacolo Seby Lo Conte, incassa il successo.

Perché la serata di martedì 14 luglio, per i francesi la presa della Bastiglia, verrà ricordata per i mussomele-si- almeno per quest’anno- come la presa (anzi la ripresa) della via Pa-lermo. In migliaia sono scesi in stra-da, sedotti anche da un programma di iniziative, di eventi senza grandi ambizioni se non quella di regalare qualche ora di semplice spensiera-tezza alla città e ai suoi abitanti in una normale e calda serata d’estate. Numerose le iniziative varate nell’ar-co di poche ore. Una gara di torte che ha visto in giuria i pasticcieri di Mussomeli e come concorrenti le massaie del paese, lo spettacolo di trampolieri e giocolieri del Gruppo Batarnù di Paternò, l’allestimento di

un mercatino di chincaglieria lungo la porzione di viale riservata all’isola pedonale. Da sottolineare l’impegno dei volontari come Fabrizio Alio, Salvuccio Bellanca Frio e Corrado Indelicato che hanno persino realiz-zato un rigoglioso giardino ai piedi del Calvario di piazza Umberto. Nel frattempo il Comune ha appeso dei vasi di fiori sui pali dei lampioni. Da sottolineare anche il prezioso contributo (pure economico) di una coppia di emigrati in America, ma

sempre presente nelle estati musso-melesi; Joe Lupo e la moglie Nicolet-ta. Ovviamente soddisfatto il grande ideatore, l’assessore Seby Lo Conte, pago l’intero esecutivo, ed ancora più felice il sindaco Giuseppe Ca-tania a cui è stato affidato il presti-gioso compito di tagliare il nastro. Un taglio simbolico del programma degli eventi estivi. Un successo non solo per il numero enorme di gente scesa in strada, ma soprattutto per la sinergia e la collaborazione degli

esercenti, dei proprietari dei bar e dei pub del centro che hanno inve-stito realizzando dei piccoli spazi esterni. Lo Conte attraverso degli incontri prima e degli appelli lancia-ti sui giornali poi, aveva pregato gli esercenti di posizionare dinanzi alle proprie attività delle poltroncine, dei tavolini, insomma di offrire ai clienti “ospitalità” ed un servizio più decoroso, identico alle grandi città turistiche. Un appello che col senno del poi è stato accolto. Per celebra-re quella sezione di strada riconse-gnata ai pedoni, Lo Conte ha pure posizionato delle luminarie, quasi a volere ricreare un portale dal cui entrare ed immergersi nel redivivo “passìo”. L’obiettivo, se non proprio le speranze dell’Amministrazione, è di rendere l’isola pedonale “by night” non un’effimera e transitoria esperienza , ma un esperimento duraturo, lungo almeno tutta l’esta-te. Per l’Amministrazione comunale potrebbe quindi confermarsi come un successo di cui andare fieri, una medaglia che il sindaco potrà ap-puntarsi sul petto. Almeno fino a settembre.

Fatti & Vallone

di Giuseppe Taibi

“la rinacite del “passio”

Soddisfazione per l’Amministrazione, primo passo simbolico per una piena rivitalizzazione del centro storico

Via Palermo:Mussomeli,

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Dopo un anno di “purgatorio” in Prima categoria, sembra

proprio che il calcio nisseno abbia deciso di voler tornare ad ambire a ribalte calcistiche di livello superiore che certamente merita. E allora, ecco che le due società cittadine Atletico Caltanissetta e Sport Club Nissa, la passata stagione militanti in Prima categoria, hanno deciso di invertire la rotta calcistica e di uscire allo sco-perto giocandosi tutte le loro carte per attuare i rispettivi progetti di rilancio calcistico. L’Atletico Caltanissetta, con il presidente Michele Savoja, ha messo subito le cose in chiaro. In un comu-nicato stampa ha fatto sapere: “Finita la stagione sportiva 2014/2015 con il meritato ingresso nei play off del cam-pionato di Prima categoria l’Atletico Caltanissetta si è mosso verso la pro-grammazione relativa alla stagione sportiva 2015/2016; nella sede legale della società si è riunito il consiglio di amministrazione con il Presidente Michele Savoja che ha annunciato la volontà di cercare sul territorio nuove figure imprenditoriali e sportive che venissero ad aiutare l’attuale forma-zione societaria in modo da rafforzare l’Atletico Caltanissetta e assicurare un futuro più solido con la possibilità di programmare progetti di più ampia durata e raggio di azione. Condiviso il progetto dai vecchi soci nel breve vol-gere di qualche giorno il Presidente ha avviato nuovi contatti che si sono concretizzati con la richiesta dell’in-gresso di nuovi soci nell’organigram-ma della società con cui condividere

il progetto e con l’interessamento di ulteriori soci”. E’ stato così che sono entrati in società l’ex presidente della Nissa Franco Galiano, l’imprenditore Calogero Branciforte e il tecnico della Cl Calcio Giovanni Italia che si sono aggiunti ai riconfermati dirigenti Alessandro Gruttadauria, Mariangela Infantino, Raimondo Lupo e Angelo Timo. Come tecnico è stato riconfer-mato Angelo Greco che tanto bene ha fatto la scorsa stagione e che, per la sua serietà e competenza, gode della stima e della fiducia del presidente e di tutto l’ambiente. Il presidente Sa-voja ha anche annunciato l’intenzione della società di chiedere il ripescaggio in Promozione. L’Atletico, avendo di-sputato i play off di Prima categoria, avrà accesso alla graduatoria di prima fascia per il ripescaggio in Promo-zione. Un vantaggio importante che si assomma ai numerosi punti che la società nissena può vantare per esse-re ripescata. “Rimane scontato - ha detto Savoja - che, nel caso in cui non si dovesse accedere al campionato di Promozione, sarà allestita una squa-dra competitiva ed in grado riportare la città di Caltanissetta nel posto che merita nel panorama calcistico sicilia-no”. La società, frattanto, ha già messo a segno alcuni colpi di mercato della sua nuova stagione con l’ingaggio di Antonio Famà, leader dell’Atletico Gela e giocatore di valore, l’ideale

punto di partenza per un progetto so-lido e affidabile. Preso anche Liborio Scudera, capocannoniere della Mac-chitella Gela lo scorso anno, il portie-re Armando Di Martino e l’esterno ex Nissa Rocco Marchese. Anche lo Sport Club Nissa s’è mosso per attuare il suo progetto sportivo. Il nuovo presidente, tranne possibili colpi di scena, dovrebbe essere Natale Ferrante anche se manca l’ufficialità. La dirigenza s’è arricchita con gli in-gressi in società dell’ex tecnico della Nissa e della Sancataldese Lirio Tor-regrossa, lo scorso anno al Gela, ma anche del direttore sportivo Massimo Ferraro, anche lui lo scorso anno al Gela, di Alberto Scalia, Massimo Giu-liana, Rosario Nicosia e Angelo Car-della. Lo Sport Club Nissa ha confer-mato il tecnico della passata stagione Angelo Cartone. La nuova dirigenza ha posto come obiettivo primario il ripescaggio in Promozione puntando sul fatto che la Nissa è un nome stori-co del calcio siciliano e che i punteggi dovrebbero consentirle di accedere al prossimo campionato di Promozione. Il ds Massimo Ferraro, frattanto, ha organizzato una campagna acquisti faraonica. In poco meno di una set-timana è riuscito ad ingaggiare due difensori centrali, due esterni bassi, due attaccanti e un centrocampista.

I due centrali difensivi che si è assicurato rispondono

al nome di Francesco Italiano, gelese classe ’89, e di un grande ex bian-coscudato come Manuel Milanesio, per tanti anni colonna indiscussa della Nissa. I due esterni bassi in-gaggiati, invece, sono Carlo Calvaruso e Giuseppe Bo-

gnanni. Il primo è un giocato-re di 26 anni lo scorso anno al Ribera in Eccellenza, mentre il secondo ha 24 anni e lo scorso anno era al Gela con il ds Massi-mo Ferraro che ne conosce bene le caratteristiche tecniche. I due attaccanti sono pure giocatori di esperienza e sostanza. Il primo è Rosario Genova, la passata stagio-ne al Gela, con trascorsi nella San-cataldese, Ragusa, Vittoria e Acate; il secondo Antonio Di Franco, già alla Sancataldese e lo scorso anno

al San Giovanni Gemini in Eccellen-za. La società ha anche preso Matias Ferraro, classe 96, promettente cen-trocampista lo scorso anno al Serradi-

falco in Eccellenza. Atletico Caltanis-setta e Sport Club Nissa stanno anche dando la caccia ai migliori juniores per arricchire le rispettive rose con elementi in grado di fare la differen-za. Entrambe hanno organizzato sta-ge di juniores per visionare da vicino i giovani talenti. Il prossimo mese di agosto sarà decisivo per sapere se le due nissene potranno essere ripesca-te o meno in Promozione. Di certo c’è che, per il momento, a Caltanissetta si torna a fare calcio a certi livelli, ma soprattutto, in qualche modo, si può tornare a sognare dal momento che le due società sportive sono animate dalla stessa incrollabile volontà di ri-portare il calcio a quei livelli ai quali, se pur a malincuore, Caltanissetta ha dovuto rinunciare quando, nel 2013, la Nissa, dopo la retrocessione dal-la serie D e la mancata iscrizione al campionato di Eccellenza, venne pur-troppo radiata facendo cadere il calcio nisseno in un limbo dal quale si spera possa cominciare ad uscire già il pros-simo mese di agosto con il ripescaggio in Promozione di Atletico, Sport Club Nissa o di entrambe.

Fatti & Sport

due progetti per un unico grande obiettivo:

Atletico Caltanissetta e Sport Club Nissa,

il rilancio del calcio nisseno

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Proc. n. 47/05 R.G.E.

Il Professionista delegato Avv. Antonino Milazzo delegato dal Giudice dell’Ese-cuzione rende noto che il giorno 23 settembre 2015 ore 12:00 presso lo studio sito in Caltanissetta, via Monsignore Guttadauria n. 6 (Studio Avv. R. Iannel-lo), venderà senza incanto i seguenti lotti. Lotto 2: Unità immobiliare adibita ad autorimessa, sita in Santa Maria Villarmosa, Traversa di via Cristoforo Colom-bo 1, della superficie di 40 mq. N.C.E.U. del Comune di CL alla partita 3987, fg. n. 51, part.lla n. 522, sub. n. 18, categ. C/6, cl. 4, consistenza vano unico, r.c. 88,83. Prezzo base € 3.800,00. Minima offerta in aumento € 200,00. Lotto 3: Unità immobiliare adibita ad autorimessa, sito in Santa Caterina Villarmosa, traversa di via Cristoforo Colombo 1, della superficie complessiva di 38 mq. N.C.E.U. del Comune di CL alla partita 3987, fg. n. 51, part.lla n. 522, sub. n. 24, categ. C/6, cl. 4, consistenza vano unico, r.c. 84,39. Prezzo base € 3.700,00. Minima offerta in aumento € 200,00. È possibile visitare l’immobile previo ap-puntamento con il custode giudiziario. Le offerte di acquisto dovranno essere presentate in busta chiusa indirizzata al professionista delegato, entro le ore 12 del giorno precedente la data per l’esame delle offerte con cauzione pari al 10% del prezzo offerto. Eventuale incanto 30 settembre 2015 ore 12:00. Maggiori info presso il professionista delegato: tel. 095.886043. Bando e perizia su www.astegiudiziarie.it e www.asteannunci.it. Il professionista delegato

Avv. Antonino Milazzo

AVVISI LEGALI

SALDI 30% 50%via Rosso di S. Secondo, 85 - Caltanissetta

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Luglio www.ilfattonisseno.it 35

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AVVISI LEGALI

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Procedura Esecutiva Immobiliare N. 59/2010 R. GE.

Estratto Avviso di Vendita

Il professionista delegato Avv. Giancarlo Longo avvisa che in data 6 Ottobre 2015, alle ore 17,00 presso il proprio studio sito in Caltanissetta Via Gaetano Scovazzo n. 2, procederà alla vendita senza incanto, dei seguenti immobili: LOTTO UNO: piena proprietà di fondo rustico in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso Ha 03.59.20 coltivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.257 p.lle 252 (seminativo, classe 4 di Ha 01.23.20, R.D. €.19,09 e R.A.€.5,09) e 197 (con porzione AA, seminati-vo classe 4 di Ha 1.90.00 R.D. €.29,44, R.A.€.7,85 e porzione AB, pascolo classe 2 di Ha 00.46.00, R.D.€.4,75, R.A.€.1,43). Entrambe le particelle ricadono, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omogenea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta. Prezzo base: euro 13.468,81. LOTTO DUE: piena proprietà di fondo rustico sito in territorio di Caltanis-setta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso complessivamente Ha 06.61.80 col-tivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.256 p.lle 168 (con porzione AA, seminativo classe 3 di Ha 03.68.00, R.D.€.114,03, R.A.€.47,51 e porzione AB, pascolo classe 3 di Ha 00.12.00, R.D.€.0,62, R.A.€.0,31) e 173 (seminativo classe 3 di Ha 02.81.80, R.D.€.87,32, R.A.€.36,38). Entrambe le particelle ricadono, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omogenea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta ed all’interno del Piano per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Imera Meridio-nale con livello di pericolosità P2 Medio. Prezzo base: euro 25.605,65.LOTTO TRE: piena proprietà di fondo rustico sito in territorio di Caltanis-setta, C.da Santa Rita – Pisciacane, esteso complessivamente Ha 01.51.01 col-tivato a grano e foraggio. Censito nel N.C.T. del predetto Comune al Fg.256 p.lla 174 (con porzione AA, seminativo classe 3 di Ha 01.40.00, R.D.€.43,38, R.A.€.18,08 e porzione AB, pascolo classe 3 di Ha 00.11.00, R.D.€.0,57, R.A. €.0,28). Il fondo ricade, in base al vigente P.R.G., in Zona Territoriale omo-genea “E2 - Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela I nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta ed all’interno del Piano per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Imera Meridionale con livello di pericolosità P2 Medio. Prezzo base euro 5.752,62.LOTTO QUATTRO: il diritto reale di piena proprietà su fondo rustico sito in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane esteso complessiva-mente Ha 02.96.80 censito al N.C.T. del predetto Comune al foglio di mappa 256, particella 164, con porzione AA seminativo classe 3 per Ha 02.42.26, con Reddito Dominicale € 75,07 e Reddito Agrario € 31,28 e porzione AB pascolo classe 3 per Ha 00.54.54, con Reddito Dominicale € 2,82 e Reddito Agrario € 1,41. Il fondo ricade, in base al vigente P.R.G. in zona Territoriale omogenea “E2 -Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela 1 nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta. Prezzo base euro 19.465,56.LOTTO CINQUE: il diritto reale di piena proprietà su fondo rustico sito in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane esteso complessiva-mente Ha 01.04.60 censito al N.C.T. del predetto Comune al foglio di mappa 256, particella 184, con porzione AA seminativo classe 3 per Ha 00.85.96 e porzione AB uliveto classe 2 per Ha 00.18.64 con Reddito Dominicale € 10,59 e Reddito Agrario € 6,74. Il fondo ricade, in base al vigente P.R.G. in zona Territoriale omogenea “E2 -Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela 1 nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Caltanissetta. Prezzo base: euro 8.004,75.LOTTO SEI: il diritto reale di piena proprietà su fondo rustico sito in territorio di Caltanissetta, C.da Santa Rita – Pisciacane, distinto al NCT del predetto Co-mune al foglio di mappa 257 particella 206, qualità seminativo, classe 4, di Ha 00.52.50 e foglio di mappa 257 particella 283, con qualità seminativo classe 4, per Ha 00.52.50, entrambe con Reddito Dominicale € 8,13 e Reddito Agrario € 2,17. Le sopradette particelle ricadono in base al vigente P.R.G. in zona Terri-toriale omogenea “E2 -Verde Agricolo” ricadente nel paesaggio locale n-9 con livello di tutela 1 nell’ambito del Piano Paesaggistico della Provincia di Calta-nissetta. Prezzo base: euro 7.259,17.

Le offerte di acquisto, in bollo, dovranno contenere: generalità dell’offerente, dati identificativi del bene e prezzo offerto, non inferiore a quello base, indi-cazione del tempo, delle modalità di pagamento e ogni altro elemento utile ai fini della valutazione dell’offerta, i dati identificativi del bene per il quale l’of-ferta è proposta, l’espressa dichiarazione di aver preso visione dei documen-ti ipocatastali allegati all’istanza di vendita ex art. 567 C.p.c. e della perizia di stima e dovranno essere corredate da copia di valido documento di identità dell’offerente e, se necessario, da valida documentazione comprovante i poteri o la legittimazione e dovranno essere depositate, in busta chiusa, entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita, presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Longo, in Caltanissetta Via Gaetano Scovazzo n.2. L’offerta dovrà essere accompagnata, a pena di inefficacia, dal deposito di cauzione, non inferiore al decimo del prezzo offerto, da versarsi mediante assegni circolari non trasferibili intestati a “Avv. Giancarlo Longo n.q. Procedura esecutiva n.59/2010 R.G.E. e indicazione del lotto per il quale si partecipa”. Versamento residuo prezzo entro 60 giorni da aggiudicazione. Eventuale vendita con incanto in data 13 Ottobre 2015 alle ore 17:00, al prezzo base sopra indicato con offerte in aumento non inferiori a euro 1.000 per i lotti uno, tre, quattro, cinque e sei e non inferiori a euro 2.000 per il lotto due.Domande di partecipazione alla vendita con incanto, in bollo, di contenuto analogo alle offerte di acquisto, con esclusione del prezzo, da depositarsi entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita unitamente ad assegni circolari non trasferibili di importo pari al 10% del prezzo base, a titolo di cauzione, come sopra intestati. Versamento saldo prezzo entro giorni sessanta dall’in-canto, salvo aumento di quinto a norma dell’art. 584 c.p.c. Bando integrale, ordinanze di vendita, relazione di stima degli immobili e rela-tivi allegati consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Per ogni ulteriore infor-mazione rivolgersi presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Longo, tel. 0934 22733; 3292378514 – nei giorni di Lunedì, Martedì e Merco-ledì dalle ore 17,00 alle ore 20,00, previo appuntamento telefonico.

Caltanissetta lì, 7 Luglio 2015. Avv. Giancarlo Longo

Grandissima af-fermazione per Francesco Fasciana

che a Roma s’è laureato campio-ne italiano di body building nella categoria Men’s Physique. Un risultato di valore assoluto, quello ottenuto dal valente atleta nisseno che è riuscito a mettere in fila tutti i suoi avversari in una competizione che, pure, contava i migliori interpreti di questa catego-ria. Dunque, è arrivata ancora una

consacrazione, l’en-nesima, per Fran-cesco Fasciana. Il campione nisse-no, comunque, a dire il vero, non è nuovo a simili risultati aven-do ottenuto in passato diverse affermazioni in ambito na-zionale ed in-ternazionale. Tuttavia, una af-fermazione come quella ottenuta a Roma ha un valore per lui inestimabile dal momento che nella capitale erano presenti alcuni tra i migliori rappresen-tanti della categoria anche a livello in-ternazionale. Dunque, una vittoria nel-la vittoria per Francesco Fasciana che, finora, nel corso della sua carriera ha dimostrato di possedere tutti i numeri

per p u n t a r e

ancora più in alto. A Roma, al Marriott Park, il campione nisseno è arrivato con una condizione fisica di tutto rispetto, frutto di un lavoro e di una preparazione attenta che lo ha

visto fare non pochi sacrifici per riu-scire ad arrivare a quei livelli. France-sco Fasciana ha lavorato tanto e in ma-niera mirata puntando a raggiungere il massimo della condizione proprio in coincidenza dei campionati italiani. Una competizione, quella romana, alla

quale hanno preso parte complessiva-mente 450 atleti provenienti da ogni parte d’Italia che si sono sfidati a suon di muscoli davanti a giurie attente a

cogliere ogni passaggio e ogni posa. Una sfida lunga quan-

to appassionante che è stata decisa dai giu-

rati che hanno premia-

to la fisi-cità armonica e al tempo stesso esemplare del campio-ne nisseno che è riuscito così a salire sul gradino più alto del podio. Una kermesse romana nella quale Francesco Fasciana ha gareggiato nel-la categoria Men’s Physique – cm 181. In questa categoria erano 18 gli atleti partecipanti. Si trattava del meglio a livello nazionale, con atleti italiani di caratura internazionale che avevano preparato questo evento romano con grande cura e concentrazione per cer-care di aggiudicarsi l’ambito primo po-sto finale nella categoria. Tuttavia, nel momento in cui il campione nisseno s’è esibito in pedana, la giuria non ha avuto dubbi: se c’era un campione da proclamare, quello avrebbe dovuto es-sere proprio lui. E così è stato in quan-to alla fine Francesco Fasciana è stato proclamato campione in una tra le ca-tegorie più impegnative del body buil-ding nazionale. Una affermazione che ha rappresentato una soddisfazione non di poco conto per un giovane che, dovendo affrontare una disciplina così dura e difficile come il body building, è costretto a sopportare non pochi

sacrifici che, tuttavia, sono stati ampia-mente ripagati da una vittoria che lo ha conse-gnato alla storia del body building nazionale. Subito dopo essere stato incoronato “Re” della catego-ria Men’s Physique, Francesco Fasciana ha inteso ringraziare non solo la sua fami-glia ma anche il suo preparatore Alfonso Curatolo nella cui pale-

stra ha avuto modo di prepararsi riu-scendo ad ottenere una vittoria davve-ro speciale che ha dato lustro non solo alla sua ancor giovane carriera, ma anche a tutto lo sport nisseno.

Il nissenoFrancesco Fasciana

campione italiano di body building

Fatti & Sport

Francesco Fasciana durante l’esibizione.Sotto, con il suo preparatore Alfonso Curatolo

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

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Estate, tempo di vacanza e i nisseni sembrano non rinun-ciarvi, così come gli italiani in

generale. In molti hanno già pianifi-cato nei minimi dettagli il loro viag-gio per “staccare la spina” e godere del meritato riposo dopo un lungo anno di impegni lavorativi o per i più giovani di studio.Secondo la consueta indagine svol-ta da Confesercenti ed Swg sulle vacanze estive 2015 degli italiani il turismo è in ripartenza. In vacanza 32 milioni di italiani, quasi 2 milioni in più rispetto al 2014. Rimane bas-sa però la spesa media per persona: il budget previsto è di 840 euro, in rialzo rispetto al 2014 quando si spendevano, in media, 788 euro. Il 74% dei cittadini resterà in patria, mentre il 18% preferirà l’estero. Sempre secondo i dati dell’indagine quest’anno si pensa di più alle va-canze soprattutto per avere un po’ di relax: per un italiano su tre – il 33% – l’estate del 2015 sarà all’insegna della ricerca del riposo, una quota

in crescita di 12 punti percentua-li rispetto al 21% rilevato lo scorso anno. Per coloro che partiranno, secondo i dati dell’Osservatorio Europcar rac-colti assieme all’istituto di ricerca Doxa, saranno comunque vacanze brevi: una settimana per il 36% de-gli italiani, meno ancora per il 31%, una decina di giorni per il 18% e due settimane solo per il 16%. Ci si sposterà soprattutto in auto (67%), oppure in aereo (21%), il treno è il grande “sconfitto”. Un terzo degli

italiani, il 68% dei vacanzieri, andrà al mare, seguito a grande distanza da montagna e collina (13%) e dal-le città d’arte (11%, con un +5% di effetto Expo). Chi sceglierà le ferie in spiaggia lo farà soprattutto per il sole e la tintarella (motivazione in-dicata dal 30%), ma anche per l’aria più salutare (26%). Tra le regioni italiane, la Puglia resta leader (17%) seguita dalla Sicilia (14%) e Toscana (13%).Per chi vuole spostarsi all’estero la Croazia è il paese preferito (27%), subito dopo la Spagna (26%), in terza posizione la Grecia scelta dal 23% degli italiani anche per i prez-zi inferiori del 9% rispetto ai no-stri. In grande calo il Regno Unito: quest’anno meta solo del 4% degli italiani. Anche per il 2015 l’early booking, ossia la prenotazione anticipata come strumento per risparmia-re, sembra essere la tendenza della maggior parte dei vacanzieri. Il web si conferma il canale più utilizza-

to per le prenotazioni, soprattutto tra i più giovani che lo utilizzano per cercare la soluzione migliore di vacanza prenotando il mezzo di trasporto, scegliendo la struttura ma anche valutando un’offerta com-

pleta. Segue l’agen-zia tradizionale, la vacanza “fai da te” tramite il contatto diretto tra privati o la scelta di una struttura ricet-tiva.Incuriositi sulle scelte dei nisse-ni per quest’e-state ci siamo rivolti ad al-cune agenzie cittadine per conoscere le loro mete preferite e il budget destinato alle vacanze.“La crisi si fa sentire ancora – af-ferma Emma Tricoli, tour operator – rispetto gli anni passati registria-mo un calo. Le mete più gettonate dai nisseni sono quelle a lungo rag-gio con quote a persona che parto-no dai due mila euro in su anche perché questo è un periodo nel qua-le ci sono numerosi viaggi di nozze. Si spazia tra il Messico, i Caraibi, gli Stati Uniti, la Tailandia e i paesi asiatici, c’è anche chi si regala la Po-linesia in abbinamento con gli Stati Uniti tutto dipende dal budget. C’è poi chi preferisce la vacanze classi-che al mare in Sicilia o in Calabria, in questo caso i costi possono varia-re dalle 600 euro a salire, tutto di-

pende anche dalla struttura scelta, solitamente le famiglie con bambini preferiscono i villaggi turistici che offrono anche l’intrattenimento o ancora optano per le crociere nel Mediterraneo. Le vacanze dei nisse-

ni durano in media 8 giorni e in molti visto che agosto è il mese più caro scelgono luglio e settembre. Tra le mete marittime della Sicilia le prefe-rite sono quelle del messinese e del siracusano”.“Il terrorismo e l’ombra dell’Isis - di-chiara Lina Cordova, tour operator - hanno influito molto sulla scelta delle mete turistiche. La Tunisia, il Kenya, Sharm el Sheik sono meno richieste rispetto al passato. Nume-rosi i nisseni che si stanno orientan-do verso l’America, il Messico, la Po-linesia, il sud Africa. Il 2015 è l’an-no del Giappone, c’è una riscoperta della cultura orientale, in molti lo stanno scegliendo anche per i viag-

gi di nozze. I giovani optano per la Spagna, la Grecia, le crociere, i pac-chetti Euro Disney. C’è anche una ri-chiesta alta dei centri benessere, con strutture che offrono anche il per-nottamento, soprattutto tra le giova-ni nissene per gli addii al nubilato. In tanti aspettano i last minute an-che se io consiglio di prenotare per tempo anche perché le tariffe sono già alte sin da adesso, c’è anche una

r i c h i e s t a di persone più adul-te rispetto ai giovani che preferi-scono le cro-ciere fluviali per potersi ri-lassare di più. Ormai i viaggi sono le liste più gettonate per qualsiasi occa-sione oltre che per i matrimoni, dal compimento

dei 18 anni e di comple-anni, ad altre tappe importanti quali lauree, specializzazioni, sino al pen-sionamento”. Come trascorreranno invece le va-canze i sancataldesi? “Noi ci rivol-giamo ad una altra fetta di turisti – dichiara Lucia Riggi, tour operator operante sia a Caltanissetta sia a San Cataldo - in quanto organizziamo tour di gruppo con pacchetti van-taggiosi in tutta Europa e nel mondo grazie all’impiego dei nostri mezzi e un numero minimo di partecipan-ti che ci consentono di abbassare i prezzi. Numerosi i viaggi combinati

con l’Expo che stiamo organizzando in questo ultimo periodo, la Francia tiene sempre banco, in calo Londra. Chi ha la possibilità di spendere meno opta per il classico week end al mare piuttosto che per una setti-mana di vacanza o i residence e le case per ottimizzare i costo. La crisi rispetto lo scorso anno si sta senten-do molto di più a Caltanissetta che a San Cataldo”.

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di Annalisa Giunta

Anche per il 2015 l’easy booking si conferma il metodo più utilizzato per risparmiare. I giovani utilizzano il web per cercare la soluzione migliore sia peril viaggio che per la struttura

Estate & dintorni

Nisseni in vacanza

Messico

Polinesia

Cefalù

Taormina

...ma non troppo

Sopra un villaggio polinesiano. A destra El Castillo nella città di Chichén Itzá (città maya - Mes-sico).

Parsimoniosi,

cettina bivonaCaltanissetta SALDI %3050

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Luglio www.ilfattonisseno.it 39

Se è la prima volta che vostro figlio va in vacanza da solo, cioè in colo-nia, al camping sportivo o all’este-

ro a studiare inglese, è bene prepararlo adeguatamente dal punto di vista psi-cologico. Che sia ancora alle scuole elementari o all’inizio delle medie è, in ogni caso, consigliabile mettere in atto qualche piccola strategia per farlo partire più sereno e tranquillo e per non rendere traumatico il di-stacco dai genitori. Ecco il decalogo 1. È bene sperimentare una notte fuori casa, dal compagno di classe o dall’amico del cuore, prima di “spedire” il figlio in vacanza da solo per quindici giorni. In que-sto modo i genitori avranno un riscontro di come è veramente andata una notte fuori dalle mura domestiche. Sapranno dalla mamma e dal papà dell’amico se il proprio figlio era in ansia oppure se ha dormito tran-quillo.2. La prima volta in cui parte da solo cercate di far dormire vostro figlio in camera con un amico. È un modo per rendere più soft il distacco e per incentivare il desiderio di partire da soli.3. È opportuno spiegare che la vacanza senza genitori è un modo per imparare a essere più autonomi e gestirsi meglio. Insomma è, anche que-sta, una maniera per diventare grandi. È fondamentale sottolineare che i genitori non si vogliono “sbarazzare” dei figli perché la scuola è finita e loro, impegnati con il lavoro, non saprebbero altrimenti come gestirli.4. L’esperienza va valorizzata in tutti i suoi aspetti. Ad esempio si può mettere l’accento sul fatto che imparerà cose nuove o che si farà nuovi amici e sperimenterà attività diverse.5. Bisogna far presente che ci saranno momenti in cui sarà possibile annoiarsi un po’ o semplicemente si avrà il desiderio di starsene per i fatti propri. Allora è bene portarsi un libro da casa, un mazzo di carte, l’ipod...6. Le regole del campus (orari per le telefonate, orari per svolgere i com-piti, divieti...) vanno stampate e lette insieme ai figli. Discuterle e com-prenderle assieme, non solo può evitare spiacevoli sorprese, ma è anche estremamente utile per rassicurare bambini e ragazzi.7. È utile preparare insieme ai figli la valigia o il materiale occorrente prima della partenza. È un momento importante di condivisione che rassicura tutta la famiglia.8. Accompagnate personalmente i figli al momento della partenza. Le deleghe a parenti e amici in questo caso vanno evitate. E se scappa la lacrimuccia? Bisogna cercare di trattenersi e apparire allegri e sorridenti di fronte ai ragazzi in partenza.9. Spiegate ai figli che non li andrete a trovare perché il desiderio è che trascorrano una bella vacanza senza l’intromissione di mamma e papà. Si eviteranno così inutili aspettative oppure che una vacanza che sta fun-zionando al meglio naufraghi per un’improvvisa nostalgia di casa.10. Tranquillizzateli spiegando che, nel caso in cui non si trovassero bene in vacanza o che non fossero per nulla a proprio agio, esiste sempre la possibilità di tornare a casa in anticipo.

Scopriamo le cose giuste da fare per vivere al meglio questa prova di vita che prima o poi tutti i genitori (e tutti i figli) devono affrontare…

I figli e le vacanze... da soliL’estate è “qui” e per molti ra-

gazzi si avvicina il momen-to di affrontare una delle

esperienze più significative della loro esistenza: il primo “viaggio” da soli, la prima volta lontano da casa senza mamma e papà. Soprat-tutto per gli adolescenti, prossimi alla maggiore età, arriva il tempo di una vera “vacanza in solitario”,

senza il controllo degli adulti. Questa “prova” costituisce una tappa fondamentale della loro evoluzione, ma è anche - com-prensibilmente - un momento di piccole e grandi preoccupazioni per mamme e papà. Basta fare un giro rapido in internet per im-battersi in forum, blog e siti dove mamme e papà confessano timo-ri, si scambiano idee e consigli sul tema delle vacanze “da soli” dei loro “pargoli” ormai cresciuti. I ti-mori sono comprensibili: non sarà ancora immaturo? Dormirà o pas-serà le notti sempre sveglio? Come mangerà? Mangerà? Sarà in grado di badare a sé stesso? Non combi-nerà pasticci? Non si farà trascina-re in situazioni pericolose? Il loro viaggio, le nostre paure…Tutte queste preoccupazioni ri-guardano loro…o noi? Nei con-fronti delle esperienze importanti dei figli, in particolare quelle che simboleggiano il passaggio da una fase della vita ad un’altra, i genitori vivono spesso sentimenti ambiva-lenti. Nulla di strano: mamme e papà non possono avere una visio-ne davvero “obiettiva” dei loro figli e del grado di maturità raggiunto; il coinvolgimento affettivo è trop-po grande per riuscire ad essere

davvero imparziali.Vederli grandi…è una grande pro-va!Che cosa significa? Forse in fon-do non vogliamo vederli crescere? Certo che no, tutte le mamme e tutti i papà lo desiderano, ma su un piano razionale. Accanto a questo, esiste un “luogo psichico” all’in-terno di ognuno, nel quale hanno

spazio sentimenti che non appar-tengono alla sfera della razionali-tà ma non sono per questo meno degni di considerazione. “Per me tu sarai sempre il mio bambino”: meglio di tante spiegazioni, questa frase rispecchia i sentimenti che abbiamo appena descritto. Esiste una fase dello sviluppo nella qua-le genitori e figli vivono in una sorta di fusione simbiotica; con la madre questa fusione c’è stata dav-vero durante tutta la gravidanza. Poi questo periodo finisce, ma può “sopravvivere” a livello inconscio, il luogo che custodisce le paure più profonde come i nostri desi-deri più intimi. Cosa fare dunque? L’unica strada percorribile consi-ste nell’accogliere queste emozioni ambivalenti così come ci appaiono e provare a non forzarle ma nem-meno a farsi “comandare” da loro. Un atteggiamento cedevole nei confronti di quel che proviamo è il solo capace di farci agire davvero per il bene dei figli, quali che siano le nostre decisioni.Il senso del viaggio per i ragazziNell’immaginario giovanile con-temporaneo, il viaggio o la vacan-za senza genitori ha il medesimo significato simbolico di quello che un tempo erano i rituali di inizia-zione che separavano l’infanzia dall’età adulta. Il viaggio in solita-rio non significa solo poter gode-re di una libertà a 360 gradi, mai avuta prima, è anche una prova con sé stessi. Dunque l’importanza della cosa va oltre i desideri “della superficie”, pur comprensibili: di-

vertirsi senza limiti, poter decidere dove andare, cosa mangiare, a che ora dormire...Le raccomandazioni: servono?Inutile girarci intorno: possiamo essere i genitori più aperti e liber-tari del mondo, ma quando nostro figlio o nostra figlia adolescente parte per la prima volta da solo, il cuore ci si riempie di preoccupa-

zione. Non significa necessaria-mente che non abbiamo fiducia in loro; più spesso, non ci fidiamo del mondo che viviamo e delle sue “in-sidie”. Che sono tante, ma in fondo non così diverse da quelle che ab-biamo affrontato noi alla loro età. Detto questo, cosa è davvero utile dire e fare e cosa è bene evitare?Poche, semplici regole- Decidiamo – discutendone con loro - il budget della vacanza e non deroghiamo, a meno di casi di estrema necessità. Chiariamo che se finiscono i “fondi”, tornano a casa. Questo li stimolerà ad am-ministrarsi in modo oculato.- Pretendiamo che ci diano le noti-zie essenziali del loro viaggio: non è obbligatorio sentirsi tutti i gior-ni, ma qualunque madre o padre si spaventa se non ha notizie dei figli e finirebbe per chiamare magari in orari “inopportuni”. Anche in questo caso, è meglio concordare prima della partenza.- I ragazzi di oggi sono molto in-formati ma è bene ugualmente ricordare loro i rischi delle ma-lattie sessualmente trasmissibili e raccomandare - se del caso - l’uso del preservativo. Che ci piaccia o no, stiamo parlando dell’età nella quale il sesso entra nelle loro vite.- Le “prediche” riguardo ai peri-coli relativi all’uso di alcool o delle droghe purtroppo lasciano spesso il tempo che trovano. Insistere su questi argomenti può essere letto dagli adolescenti come una man-canza di fiducia e ottenere l’effetto opposto.

Genitori e Figli

Le sua prima voltaDieci piccole strategie per aiutare i nostri figli ad affrontare la partenza senza traumi

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Page 40: il Fatto Nisseno - luglio 2015

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IL CUORE DEL CENTRO STORICO RIPRENDE A PULSARE...

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Aveva appena finito di parla-re, Manfredi Borsellino, in quell’aula del palazzo di giu-

stizia di Palermo: intervento non pre-visto dal palinsesto delle celebrazioni in memoria di suo padre e della scor-ta. Quattro minuti di comunicazione autentica, della verità di un dolore che si rinnova ancora oggi, dopo più di vent’anni da via D’Amelio, nel calvario di sua sorella Lucia, che nella palude soffocante di

un potere irredimibile ha “portato la croce” di un tentativo di testimonia-re l’onestà, la trasparenza, la legalità, soffocato dallo squallore criminale che dalle intercettazioni di cui sta par-lando tutta Italia emerge, in ogni caso, senza attenuanti.Aveva appena finito di parlare, Man-

fredi. Manfredi come il figlio di Federico II di Svevia che ave-

va speso la sua vita per di-fendere l’eredità politica del padre, il sogno di una Si-cilia moderna, libera dai privilegi, in cui lo Stato e le sue leggi contavano

davvero, e non era la violenza ad

identificare il potere.Aveva ap-

pena fi-nito di p a r l a re ,

Manfredi Borsellino, rompendo un silenzio durato più di vent’an-ni, e ha s p i e g a t o con po-che parole, p e n s a t e ,

pesanti, dette con la stessa voce ser-rata e carica di passione civile di suo padre, il senso vero di quello che sta accadendo in Sicilia, al di là delle in-dagini, delle verità giudiziarie, delle intercettazioni. La verità di un sistema in cui ci sono uomini di potere che pensano di poter “fare fuori”, come Paolo Borsellino, chi intralcia i loro piani. Fosse pure quella stessa figlia, “la primogenita, quella con cui mio padre dialogava, anche solo con lo sguardo”, ha scandito Manfredi, rico-struendo in questa memoria perso-nale il senso profondo di una tradi-zione e di una formazione alla legalità come onestà intellettuale autentica. Insofferente per questo all’antimafia-spettacolo. E dolorante ancora, dopo più di vent’anni, per il sospetto tragico che anche nel cuore dello Stato si an-nidassero i traditori di suo padre.Aveva appena finito di parlare, Man-fredi Borsellino, e il Presidente della Repubblica si è alzato in piedi, da solo, staccandosi dal parterre delle autorità che affollavano la platea che applaudi-va. Gli è andato incontro e lo abbrac-ciato, con una forza che le immagini di quel momento ci consegnano con il pathos di una speranza che può vi-vere ancora, in Sicilia. Non soltanto perché un abbraccio così, solo un padre può darlo al pro-prio figlio e solo un figlio può darlo al

proprio padre. Non soltanto perché la forza di quell’abbraccio viene dalla condivisione della stessa sofferenza nella propria vita. Un dolore che ge-nera la conoscenza della verità, come pensavano i Greci delle loro tragedie.Sembrava uscire dal suo stesso corpo, il Capo dello Stato, mentre stringeva a sé quel giovane servitore dello Stato

che aveva appena saputo denudare lo squallore dello Stato senza delegitti-marlo ma senza tacere la verità, con lo stesso coraggio disarmato, con lo stesso sguardo dilatato dall’orrore e lo stesso profilo tagliente di suo padre. Si sono stretti l’uno all’altro senza ri-serve, in un affidamento reciproco e totale, due generazioni di uomini del-lo Stato, due generazioni di siciliani onesti, società civile e istituzioni final-mente senza riserve, senza ipocrisie.

Quell’ab-braccio è una speranza anche per ognuno di noi. La speranza che lo Stato possa esistere davvero per tutti, per la giustizia e per la verità. In Sicilia e in Italia. Senza compromes-si con i poteri occulti e senza “trat-tative” per gli equilibri dei reciproci

privilegi. Senza scegliere gli amici, anche se discussi, invece di difendere la legalità senza riserve, non solo sulle passerelle mediatiche.Grazie Presidente Mattarella. Per la forza di questa testimonianza. Senza parole di troppo, com’è nel suo stile. Ma ci regala la possibilità di credere ancora nella civiltà democratica in cui viviamo, che troppo spesso tanti uomini del potere hanno cancellato dalla nostra coscienza.

Quell’abbraccio è una speranza anche per noi. La speranza che lo Stato possa esistere davvero per tutti, per la giustizia e per la verità. In Sicilia e in Ita-lia. Senza compromessi con i poteri occulti e senza “trattative” per gli equilibri dei reciproci privilegi

L’abbraccio della Speranza:Grazie Presidente!

LA RIFLESSIONE

di Fiorella Falci

...NOI CI CREDIAMO