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Anno IX n. 6/04 e n.1/05 – dicembre 2004/marzo 2005 Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale di Trieste c.p.o. via Brigata Casale N. 41 della nuova serie – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo 181 MANIFESTAZIONI SONO STATE INDETTE PER INZIATIVA DI 86 COMUNI I DALMATI PROTAGONISTI E TESTIMONI DELL’ESODO NEL “GIORNO DEL RICORDO” Missoni a Varese e Torino, de’Vidovich a Trieste, Luxardo, Varisco e Vallery nel Veneto, Rismondo nelle Marche, Paparella e Fares in Abruzzo, De Zorzi nel Trentino Alto Adige... E’ questo il primo anno, in cui viene celebrato ufficialmente il Giorno del Ricordo che la Legge 30 marzo 2004 n. 92 ha fissato per il 10 di febbraio di ogni anno, data della firma del Trattato di Pace di Parigi che ci ha sfrattato di fatto dal- le terre dei nostri padri. Siamo stati improvvisamente sommersi da un numero inatte- so di chiamate da parte di co- muni, piccoli e grandi, che ri- chiedevano oratori, testimo- nianze, notizie sull’Esodo e sul numero delle vittime del comunismo di Tito. A tutti ab- biamo inviato materiale sul- l’Esodo dalmata e notizie sui fratelli istriani e fiumani. In molti casi abbiamo inviato di- rigenti ed altri numerosi amici che hanno portato la loro testi- monianza, ripresa da giornali locali e televisioni. Il nostro Sindaco Ottavio Mis- soni ha parlato a Varese ed è stato molto festeggiato a Tori- no e giornali e tv hanno dato largo spazio al suo intervento. Il nostro direttore ha pronun- ciato l’orazione ufficiale al Teatro Verdi di Trieste; il Vice Sindaco Luxardo ed i nostri assessori Giorgio Varisco, Val- lery e Tomaz hanno fatto nu- merosi interventi in varie ceri- monie a Padova e provincia: Francesco Rismondo, figlio dell’indimenticabile Rime che è l’ultimo rimasto dei fondatori del nostro Libero Comune, ha parlato nella Mar- che, nel comune di Ostra Ve- tere in una cerimonia forte- mente voluta dal Sindaco Massimo Bello, un autentico patriota sensibile alla tragedia degli esuli e in particolare a quella della dirimpettaia Dal- mazia. A Pescara il nostro as- sessore Myriam Paparella e il prof. Antonio Fares, al quale non saremo mai abbastanza grati per la sua passione dal- matica, hanno celebrato la Giornata con una Messa, cele- brata dall’arcivescovo France- sco Cuccarese alla quale han- no partecipato le più alte auto- rità della città di D’Annunzio, ed un intervento nel Consiglio provinciale alla presenza di un folto pubblico. L’assessore Giuliano De Zorzi, ha parlato agli alunni di varie scuole bol- zanine ed ha riscosso un parti- colare successo tra gli alunni dell’Istituto Suore martelline e alla Fabio Filzi di Laives. Impossibile ricordare tutte le testimonianze, spesso sponta- nee ed improvvisate ma molto apprezzate, documentate dalla rassegna stampa e da foto in bianco e nero, per cui pubbli- chiamo solo una parte esigua delle presenze dei dalmati in questa giornata. La verità è che il numero delle richieste per- venute al giornale non era né previsto né prevedibile. Abbia- mo perciò fatto del nostro me- glio. Il prossimo anno saremo più preparati e già da ora chie- diamo agli amici, che hanno voglia di parlare e di testimo- niare, di farcelo sapere per tempo. RIPRISTINÒ SACRALITÀ E AMORE PER LA SUA E LA NOSTRA PATRIA Quando penso “patria” – esprimo me stesso, affondo le mie radici, è voce dal cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri, per abbracciare tutti, fino al pas- sato più antico di ognuno: da questo emergo … quando penso “patria” – quasi celan- do in me un tesoro. Mi chiedo come accrescerlo. Come dilatare lo spazio che esso riempie. Karol Wojtyla Poesie 1939-1978 Alla festa pasquale degli asili di Zara hanno partecipato i bambi- ni dell’asilo privato dove si insegna la lingua italiana. Indossavano una maglietta con la scritta “anch’io parlo italiano” accolti con sim- patia da coetanei, genitori e dalle autorità scolastiche croate. ASILO PRIVATO ITALIANO A ZARA

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Page 1: IL DALMATA - dalmaziaeu.it · mettendo in risalto la delica-tezza con cui l’autore affronta problemi di ogni giorno, la ca-pacità del letterato di rendere in maniera palpabile

Anno IX n. 6/04 e n.1/05 – dicembre 2004/marzo 2005 Taxe perçue Italy Spedizione in a.p. art. 2 20/C legge 622/96, filiale di Trieste c.p.o. via Brigata CasaleN. 41 della nuova serie – numero doppio in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione

al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dall’Austria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

181 MANIFESTAZIONI SONO STATE INDETTE PER INZIATIVA DI 86 COMUNI

I DALMATI PROTAGONISTI E TESTIMONIDELL’ESODO NEL “GIORNO DEL RICORDO” Missoni a Varese e Torino, de’Vidovich a Trieste, Luxardo, Varisco e Vallery nel Veneto,Rismondo nelle Marche, Paparella e Fares in Abruzzo, De Zorzi nel Trentino Alto Adige...

E’ questo il primo anno, in cuiviene celebrato ufficialmenteil Giorno del Ricordo che laLegge 30 marzo 2004 n. 92 hafissato per il 10 di febbraio diogni anno, data della firmadel Trattato di Pace di Parigiche ci ha sfrattato di fatto dal-le terre dei nostri padri.Siamo stati improvvisamentesommersi da un numero inatte-so di chiamate da parte di co-muni, piccoli e grandi, che ri-chiedevano oratori, testimo-nianze, notizie sull’Esodo esul numero delle vittime delcomunismo di Tito. A tutti ab-biamo inviato materiale sul-l’Esodo dalmata e notizie suifratelli istriani e fiumani. Inmolti casi abbiamo inviato di-rigenti ed altri numerosi amiciche hanno portato la loro testi-monianza, ripresa da giornalilocali e televisioni. Il nostro Sindaco Ottavio Mis-soni ha parlato a Varese ed èstato molto festeggiato a Tori-no e giornali e tv hanno datolargo spazio al suo intervento.Il nostro direttore ha pronun-ciato l’orazione ufficiale alTeatro Verdi di Trieste; il ViceSindaco Luxardo ed i nostriassessori Giorgio Varisco, Val-lery e Tomaz hanno fatto nu-merosi interventi in varie ceri-monie a Padova e provincia:Francesco Rismondo, figliodell’indimenticabile Rimeche è l’ultimo rimasto deifondatori del nostro LiberoComune, ha parlato nella Mar-che, nel comune di Ostra Ve-tere in una cerimonia forte-mente voluta dal Sindaco

Massimo Bello, un autenticopatriota sensibile alla tragediadegli esuli e in particolare aquella della dirimpettaia Dal-mazia. A Pescara il nostro as-sessore Myriam Paparella e ilprof. Antonio Fares, al qualenon saremo mai abbastanzagrati per la sua passione dal-matica, hanno celebrato laGiornata con una Messa, cele-brata dall’arcivescovo France-sco Cuccarese alla quale han-no partecipato le più alte auto-rità della città di D’Annunzio,ed un intervento nel Consiglioprovinciale alla presenza di unfolto pubblico. L’assessoreGiuliano De Zorzi, ha parlatoagli alunni di varie scuole bol-zanine ed ha riscosso un parti-colare successo tra gli alunnidell’Istituto Suore martelline ealla Fabio Filzi di Laives.Impossibile ricordare tutte letestimonianze, spesso sponta-nee ed improvvisate ma moltoapprezzate, documentate dallarassegna stampa e da foto inbianco e nero, per cui pubbli-chiamo solo una parte esiguadelle presenze dei dalmati inquesta giornata. La verità è cheil numero delle richieste per-venute al giornale non era néprevisto né prevedibile. Abbia-mo perciò fatto del nostro me-glio. Il prossimo anno saremopiù preparati e già da ora chie-diamo agli amici, che hannovoglia di parlare e di testimo-niare, di farcelo sapere pertempo.

RIPRISTINÒ SACRALITÀ E AMOREPER LA SUA E LA NOSTRA PATRIA

Quando penso “patria” – esprimo me stesso, affondo lemie radici, è voce dal cuore, frontiera segreta che da mesi dirama verso gli altri, perabbracciare tutti, fino al pas-sato più antico di ognuno: daquesto emergo … quandopenso “patria” – quasi celan-do in me un tesoro.Mi chiedo come accrescerlo.Come dilatare lo spazio cheesso riempie.

Karol Wojtyla Poesie 1939-1978

Alla festa pasquale degli asili di Zara hanno partecipato i bambi-ni dell’asilo privato dove si insegna la lingua italiana. Indossavanouna maglietta con la scritta “anch’io parlo italiano” accolti con sim-patia da coetanei, genitori e dalle autorità scolastiche croate.

ASILO PRIVATO ITALIANO A ZARA

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pag. 2 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

IL DALMATADirezione e Redazione

Via dei Giacinti n. 8 - 34145 Triestetel. 040.425118 - fax 040.4260637

Autorizzazione del Tribunale diTrieste n. 972 del 6 novembre 1997

DirettoreRenzo de’ Vidovich

tel. 040.635944 - fax 040.3483946

RedazioneGiuliano De Zorzi, Franco Luxardo,

Walter Matulich, Chiara Motka,Myriam Parella, Honorè Pitamitz,Roberto Predolin, Elio Ricciardi,

Roberto Talpo, Tullio Vallery, Vanni Rolli e

Giorgio Varisco

SegreteriaRachele Denon Poggi

AmministrazioneRemigio Dario

ImmagineMaria Sole de’ Vidovich

CoordinamentoAda Ceccoli Gabrieli

Conto Corrente Postalec/c postale n. 14434344

Posta Elettronica [email protected]

TipografiaTipografia Adriatica - Trieste

Le elezioni per il rinnovo del-le cariche della Comunità de-gli italiani di Zara ha ringio-vanito notevolmente la diri-

genza, dopo che il Presidenteuscente, Silvio Duiella, avevainsistentemente richiesto diessere esonerato da un incari-co che si presentava semprepiù gravoso. E’ risultata elettaalla carica di Presidente RinaVillani, che già curava moltisettori dell’attività degli Ita-liani rimasti a Zara tra i qualisegnaliamo il giornale “La ci-cala zaratina” che periodica-mente riporta le attività, leaspettative ed anche le lamen-tele per la lentezza con qualesi svolgono i lavori per la bel-la sede che attende solo di es-sere inaugurata ufficialmentema che è già funzionante do-po le disavventure dovute aduno spandimento di un tubodell’acqua, all’incendio di unnegozio sottostente ed allafarraginosità della burocrazia.Finalmente è stato possibileacquistare la sede, il mobilio el’attrezzatura necessaria. E’ stata eletta la Giunta esecu-tiva della Comunità che sarà

formata da: Romana Arneri,Eni Nedanic Perovic, AdamMarussich e Mario Petani.Sono stati inoltre attribuiti iseguenti incarichi: CORO prof. Mario Peani, FILODRAMMATICARina Villani, CROATO PER ITALIANIADULTI prof. Adriana Grubellic, CORSODI ACQUERELLO prof. Adam Marussic, CORSI DI ITALIANO I e II LIVELLOAnna Basic III e IV LIVELLOprof. Mirta Habus, CORSO DI CONVERSAZIONEprof. Rina Villani LABORATORIO RICREATIVO PER RAGAZZI IN LINGUAITALIANA prof. Adam Marussic MOSTRECorrado Colabucci

RINA VILLANI ELETTA PRESIDENTEDELLA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI DI ZARA

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 3

NELLA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA DEL SACRO CUORE DI MILANO

TESI DI LAUREA ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICASU RAFFAELE CECCONI, SCRITTORE ZARATINOLa studentessa di Lecco, Michela Papini, ha discusso la tesi, relatore il chiar.mo prof.Giorgio Barone, e si è laureata con 110 e lode alla presenza del noto autore e letterato.

Grande soddisfazione per l’a-mico Raffaele Cecconi, per lamoglie che lo sostiene da sem-pre nella sua vulcanica produ-zione letteraria, e di tutti noidalmati per un episodio ecce-zionale: è ben raro che una te-si di laurea sia incentrata su unpoeta e letterato vivente che,anzi, era presente alla discus-

sione ed è stato vivamentecomplimentato dai docenti chehanno discusso con la studen-tessa Michela Papini la tesi:“Contributo allo studio di Raf-faele Cecconi scrittore dalmatacontemporaneo”.La tesi era frutto di un’indagi-ne molto attenta e penetrante ela laureanda, dotata di una no-

tevole chiarezza espositiva,ha dettagliatamente esaminatola cinquantennale attività diCecconi nel campo letterario,segnata da un lungo percorso eda un ancor più ricco curricu-lum.“Il Dalmata” ha puntualmen-te registrato la pubblicazionedei lavori di Raffaele Cecconie ha commentato, fin dai priminumeri, parecchi libri di Raf-faele. Segnaliamo che recente-mente il critico triestino Clau-dio Martelli ha presentato alpubblico del Circolo delle Ge-nerali di Trieste l’ultimo lavo-ro di Cecconi “La signora X”mettendo in risalto la delica-tezza con cui l’autore affrontaproblemi di ogni giorno, la ca-pacità del letterato di renderein maniera palpabile personag-gi complessi e situazioni diffi-cili dimostrando una grandecapacità di introspezione psi-cologica e descrittiva. La Re-dazione de Il Dalmata ed il

nostro Libero Comune di Zarain Esilio che annoverano Raf-faele sempre presente in tute lemanifestazioni dalmatiche, gliesprimono le più vive congra-tulazioni per l’insolito succes-so che ha meritato e che rendegiustizia alla qualificata pre-senza degli esuli dalmati cheoperano da cinquanta anni inPatria.

Raffaele Cecconi viene complimentato dai docenti che hanno parte-cipato alla discussione accademica sulla sua opera

Elisabetta Zanella, moglie delpittore dalmata che ci ha la-sciato da qualche anno, si stabattendo per far conoscere an-che un altro pittore, nato a Za-ra nel 1884 e che negli anni’50 ha lavorato nelle chieseemiliane lasciando ben quattroaltari. Nelle Chiesa di Boggio-lo Mantovano vi è un Cristolavoratore che è stato oggettodi vivo apprezzamento da par-te dei critici d’arte per la forzaespressiva e la grande spiritua-lità che traspare. Andrea Fos-sombrone merita di esseremaggiormente conosciuto da-gli amici dalmati.

ANDREA FOSSOMBRONE PITTORE DALMATALASCIA QUATTRO ALTARI NEL MANTOVANO

Il prof. Giorgio Baroni e la neolaureata Michela Papini nellafoto di rito dopo la laurea.

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pag. 4 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

Nonostante gli sforzi delleAssociazioni degli esuli diovattare ogni polemica sulladecisione della Federazione diindire la manifestazione prin-cipale della prima Giornatadel Ricordo a Torino e la deci-sine del Governo e delle Asso-ciazioni di Trieste di dare par-ticolare rilievo a quelle diTrieste, Il Piccolo ha pubbli-cato a tutta pagina titoli sullaguerra santa scoppiata tra gliesuli sulla scelta tra Trieste eTorino, non senza sottolinea-re le differenze esistenti trale due iniziative. Torino, conun’amministrazione comuna-le di sinistra ed una regionaledi destra, ospitava una mani-festazione “bipartisan”, Trie-ste una manifestazione mo-nocolore governativa etichet-tata semplicisticamente AN.Invano tutti ci siamo dati dafare per dire che erano stateprogrammate molte manife-stazioni in varie città italia-ne, tra le quali una a Trieste euna a Torino, ma i giornalistinon se la sono bevuta ed han-no rimarcato con puntualità ledifferenze sostanziali tra i duemodi di celebrare l’avveni-mento. Inutilmente abbiamocercato il pelo nell’uovo pergridare alla disinformazioneche questa svolta proprio nonc’era. C’era al massimo uneccesso di enfatizzazione. Leassociazioni degli esuli triesti-ne hanno correntemente ri-marcato che a Trieste le mani-festazioni erano improntate atemi divulgativi, poi recepitidalle televisioni nazionali edalla grande stampa, mentre aTorino le manifestazioni, bol-late dall’insospettabile EnzoBettiza come una “melassa bi-partisan”, erano incentrate sudibattiti intorno alle responsa-

bilità storiche del comunismoe del fascismo (dibattito Vio-lante – Fini) mentre ha desta-to irritazione a Trieste la noti-zia che era stato invitato a To-rino Matvejevic, che dallepagine de “Il Piccolo” mini-mizza da tempo la portata del-l’Esodo e delle Foibe. Inoltre,tra gli invitati al dibattito tori-nese c’era anche la signoraAnna Maria Vinci, nota perle sue tesi sul fascismo re-sponsabile delle Foibe, intesecome ritorsione, e financodell’Esodo. Dobbiamo al bat-tage de Il Piccolo se Matveje-vic ha dato forfait e non si èfatto vedere a Torino mentregli amici dalmati, che si sonorecati nella prima Capitaled’Italia ci hanno fornito indi-spettiti commenti sull’inter-vento della Anna Maria Vinci.Conoscendo le tesi della Vincinon abbiamo difficoltà a cre-dere che perfino gli organiz-zatori della manifestazione bi-partisan, che notoriamentehanno un occhio di riguardo aTorino per la sinistra, abbia-no dovuto contestarla vigo-rosamente. Sarebbe come sealla commemorazione delleFosse Ardeatine si chiamasse-ro i rappresentanti delle SSper illustrare le ragioni dei na-zionalsocialisti sugli ebreicorruttori dei costumi dellarazza ariana che si erano benmeritati la Shoàh. Quasi co-me noi che ci siamo ben meri-tati le Foibe! Non vogliamo, peraltro, de-monizzare coloro che riten-gono necessario aprire un di-battito a tutto campo sulle no-stre vicende, perché anche noipensiamo che non sia lecitosottrarsi a questo confronto,ma ci pare poco opportunoche proprio nel Giorno del

Ricordo da noi fortemente vo-luto anche per denunciare allagrande opinione pubblica ita-liana la congiura del silenziodurata oltre mezzo secolo, siignorarino le tematiche difondo per passare direttamen-

te, come vorrebbero gli epigo-ni di Tito, ad un dibattito traspecialisti che avrebbe il soloeffetto di continuare a non farconoscere al grande pubbli-co i fatti storici nascosti fino-ra. Tutto qui. Dir

“IL MASSACRO E’ STATO PREPARATO DAI DELITTI E DALLE VIOLENZE DEI FASCITI”.

– “Dunque le Foibe sono un’invenzione fascista” – “Non ci sono testimonianze di nessun genere, in nessun tipodi archivio, militare o civile, di alcuna direttiva emanata o giun-ta dalla stato maggiore di Tito. Singole persone esacerbate, diquelle che avevano perduto la famiglia e la casa, i fratelli ed icompagni, eseguivano i crimini in prima persona e per proprioconto”–“In Istria e nel Carso sono stati estratti finora 570 cadaveri (lostorico triestino Galliano Fogar riporta persino un numero in-feriore, con l’avvertenza che nelle foibe vennero gettati anchesoldati uccisi nelle battaglie svoltesi su territori circostanti nonsolo italiani ). Oggi ci tocca ascoltare una propaganda che famenzione di decine di migliaia di infoibati”–“Mi sembra che si tratti di una ben riuscita iniziativa (il Gior-no del Ricordo NdR) contro l’opposizione, la sinistra ed il le-game che essa ha con il comunismo che secondo le parole cheabbiamo sentito, ha sempre condotto «alla miseria, al terrore,alla morte» …. Una parte della sinistra si e’ lasciata prenderedalla rete. Il vero scopo di questa campagna non è di accusa-re e di umiliare gli slavi, ma di farla pagare ai propri opposi-tori riducendone le prospettive elettorali”.

Predrag MatvejevicFrasi estrapolate da Il Piccolo del 27.02.2005 pag. 1 e 27

ENZO BETTIZA RIFIUTA LA MELASSA BIPARTISAN

Il binomio stesso di «memoria condivisa» ha in sé qualcosa diconsociativo, di bipartisan, di politicantesco. Qualcosa che conaltre parole potrebbe evocare una nuova forma di compromes-so storico: una sorta di patto di non aggressione fra una sini-stra decomunistizzata, improvvisamente autocritica dopo mez-zo secolo di silenzio sulle foibe e sull'esodo, e una destra de-fascistizzata, pervicacemente rivendicativa, che per mezzo se-colo aveva continuato a parlare dell'esodo e delle foibe nellepiazze in termini demagogici, ultranazionalisti, antislavi, in-somma assai poco europei.

Enzo BettizaFrasi estrapolate da La Stampa del 13.02.2005

da Il Piccolo del 5 febbraio 2005

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 5

DIMINUISCONO LE DIFFERENZE TRA ESULI DALMATI, FIUMANI E ISTRIANI

DIVERSE MENTALITÀ DEGLI ESULI D’OLTREOCEANO, D’ITALIA E DI TRIESTE Nelle Americhe ed in Australia poco si sa dei cambiamenti nelle terre di origine. Ama-reggiati gli esuli in Italia. Triestini e goriziani fiduciosi ma divisi sulle prospettive.

Marchiati dalle stesse identi-che tragedie, gli esuli d’Istria,Fiume e Dalmazia si sono si-stemati nelle più diverse partidel mondo e, contrariamente aquello che può sembrare, han-no assunto dei luoghi dove so-no sistemati non solo lingua ecostumi ma anche cultura po-litica e una diversa sensibilitàper i nostri problemi.In occasione della venuta aTrieste di alcune centinaia diesuli provenienti soprattuttodall’Australia, dalle Americhee dal Canada e di alcune mi-gliaia dalle città italiane, ab-biamo potuto toccare con ma-no differenze sostanziali, cheprima solo avevamo intuito eche meritano invece di essereapprofondite.Abbiamo registrato sostan-zialmente tre tipi di “mentali-tà”: quella degli esuli prove-nienti da terre lontane, quelladegli esuli residente nelle va-rie città italiane e, infine,quelle degli esuli di Trieste edi Gorizia.Gli esuli d’oltre oceano.Mancano di notizie approfon-dite e aggiornate su ciò che èavvenuto in quasi 60 anni nel-le città d’origine ed hannomantenuto vivo il ricordo deimomenti tragici vissuti nellaterra nativa, che hanno tra-mandato ai loro discendenti,come fossero successi ieri. Per costoro non esistonoCroazia, Slovenia e Montene-gro ma una Jugoslavia indiffe-renziata che, se non è proprioguidata da Tito, è di fatto go-vernata dai suoi epigoni. Conqueste notizie è impensabileogni approccio con le autoritàdel posto e ancor meno con i“rimasti” ad eccezione diquelli ai quali era stata re-spinta l’opzione o erano statitrattenuti a forza nella Jugos-lavia di Tito.

In quasi 60 anni, per i nostri“americani ed australiani”non ci si sono verificati cam-biamenti significativi. Daqueste persone al Teatro Ver-di sono partite nei confrontidel Ministro degli Esteri on.Fini, che aveva fatto un timidoaccenno alle nuove realtàcroate e slovene e alla neces-sità di guardare avanti, alcunefrasi che hanno sorpreso nonsolo l’oratore ma anche gliesuli residenti in Italia ed an-cor più quelli di Trieste. “Ti non ti conosi i s’ciavi”, “i

fa finta de cambiar, i xe sem-pre i stesi”, “s’ciavo restasempre s’ciavo” Le solite fra-si che facevano parte di un re-pertorio giustificato dalla rab-bia e dall’esodo del 1945 eche oggi appaiono decisa-mente datate. Gli esuli in Italia Sono ancora amareggiati perl’antica incomprensione chehanno trovato in Italia edhanno accesso ad un’informa-zione piuttosto distratta su ciòche avviene nelle loro terre diorigine che è più di carattereturistico che politico e di co-stume. Sono in genere più po-lemici con gli italiani e con inostri passati governi che noncon i governi sloveni e croati“che hanno fatto gli interessiloro e dei loro cittadini” men-te i passati governi italiani so-

no accusati di aver silenziatole istanze degli esuli pensandosolo agli affari con la vecchiaJugoslavia e ancor più con inuovi stati che sono emersidalla sfaldamento dell’odiataFederativa. Sono per lo piùsfiduciati, non credono in pro-spettive future, anche se nega-no con forza questo loro statod’animo e non vedono come iloro figli e nipoti possono es-sere recuperati ad iniziativevolte a salvare la tradizioneculturale italiana. Spesso nonsono riusciti a tramandare leloro speranze e i loro sognigiovanili, perché ogni genera-zione ha i suoi sogni, e nonsi sono resi conto che sono,invece, riusciti a tramandarecose più importanti dei lorosogni, come constatiamo nellaRedazione de Il Dalmataquando muore un nostro “vec-chio” spesso sostituito da figlie nipoti. Naturalmente con illoro stile e la personale espe-rienza. Infatti, un grupposempre più numeroso di gio-vani discendenti di esuli si in-forma su Internet ed abbiamopotuto notare che il nuovo si-to www.dalmaziaeu.it è moltovisitato anche dall’Italia. Gli esuli di Trieste e Gorizia Sono super informati su ciòche succede nelle città, neivillaggi e talvolta nelle vieadiacenti alla loro casa natale.

Leggono un’intera pagina cheIl Piccolo dedica, ogni santogiorno, all’Istria, Fiume eDalmazia; sentono il Gazzet-tino del Friuli Venezia Giuliache ogni giorno riporta notiziesulle nostre terre e la quoti-diana trasmissione Rai delprimo pomeriggio, leggonospesso La Voce del Popoloedita a Fiume; frequentanoogni giorno persone che van-no e vengono attraverso i con-fini più aperti che mai; cono-scono sloveni e croati che la-vorano nella loro città; pren-dono spesso la macchina e -dopo un breve tragitto -mangiano in locali vicini sen-za neanche accorgersi di esse-re in territorio straniero. Irapporti interpersonali sonocosi facili che nessuno degliesuli di Trieste e Gorizia pen-sa alle attuali popolazioni cheprevalgono in Istria e Dalma-zia come a dei comunisti o co-me a degli infoibatori. La stra-grande maggioranza pensache i loro figli e nipoti potran-no instaurare con croati e slo-veni rapporti di normale con-vivenza, ma è difficile trova-re due persone che concordinosui modi e sul risultato defini-tivo di questa “normalizzazio-ne”.

Dalmati d’oltreoceano

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pag. 6 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

SUCCESSO, LACRIME E APPLAUSI ALLE PRIME DI ROMA E DI TRIESTE

B U C A I L V I D E O L A F I C T I O NSU FOIBE E “QUESTIONE ADRIATICA”Per la prima volta decine di milioni di telespettatori apprendono l’esistenza della tragediaadriatica. Cala il numero di politici “minimalisti”. Nessun responsabile di 50 anni di silenzi

La proiezione in anteprima de“Il cuore nel pozzo” a Romaed a Trieste ha commosso ineugual misura due pubblicitotalmente diversi. Quello ro-mano, poco informato cometutti gli italiani di ciò che eraaccaduto nell’immediato do-pogurerra con l’occupazionedei territori adriatici da partedei partigiani comunisti di Ti-to e digiuno in tema di snazio-nalizzazione dell’Istria, diFiume e della Dalmazia ed ilpubblico di Trieste che provòsulla propria pelle, per qua-ranta interminabili giorni,l’occupazione titina della cit-tà, testimoniata dalle Foibe diBasovizza, di Monrupino edelle altre cittadine istriane. Erano presenti in ambedue lemanifestazioni i principali at-tori della fiction che hanno ri-cevuto scroscianti applausiper la loro intensa e realisticainterprestazione dei fatti, ilMinistro Gasparri ed il diret-tore di Rai Uno Del Noce delpari molto festeggiati. Stizzite, rabbiose e sempremeno numerose le reazionipolitiche negative, confinateormai nell’ambito di perso-naggi minori che non hannocapito che il Governo Berlu-sconi non era disposto a tolle-rare il silenzio sulla “Questio-ne adriatica” che era stato im-posto dal gruppo di potere,consociativo, che ha retto l’I-talia per quasi mezzo secolo. La semplice conoscenza deifatti, da parte di un’opinionepubblica sempre più informa-ta ha costretto la gran partedei partiti responsabili delcinquantennale silenziamento,un’autentica censura su tuttociò che riguardava la nostrastoria, a defilarsi e a cercaregiustificazioni. I DS hanno

fatto ampia autocritica, por-gendo agli esuli le scuse per laconnivenza del Partito comu-nista italiano con i compagnijugoslavi responsabili di stra-gi premeditate volte ad otte-nere l’esodo e la snazionaliz-zazione di territori dove gliitaliani era insediati da sem-pre. Assordante invece il si-lenzio della CGIL per gli in-sulti e l’accoglienza ostile deiportuali di Ancona e di Vene-zia e dei ferrovieri di Bolo-gna. Più sottili i democristianiche per bocca del Senatore avita Andreotti, che in questocaso non ha fatto proprio unabella figura, hanno tentato digiustificare la censura con lanecessità di non processare gliinfoibatori per non provocareanaloghe richieste nei con-fronti di qualche militare ita-liano impegnato sul fronte ju-

goslavo e per pacificare glianimi.L’estrema sinistra si è divisa,Bertinotti ha ammorbidito lesue posizioni storiche in dife-sa del comunismo mondialeed ha anzi invitato uno deiprotagonisti del film, LeoGullotta, a leggere durante ilCongresso di RifondazioneComunista alcune pagine dipartigiani italiani caduti. Unaparte della platea ha fischiatoe contestato Gullotta, ritenen-do che chi aveva recitato nellafiction sulla Foibe non potesseleggere lettere di Caduti dellaResistenza.Abbiamo già dato il nostro pe-sante parere su coloro chenon sono disposti al mea cul-pa su una pagina triste e sul-la rigida censura che ha oscu-rato la Causa adriatica e chedifendono ancora il comuni-

smo responsabile di tanti luttie di tanta barberie. In questasede ci limitiamo a rilevarel’assurda posizione del fon-damentalismo comunista cheboicotta un’artista solo perchéha partecipato ad un film nongradito al partito come se fos-se l’autore del testo e non unsemplice interprete. Ci vengono in mente gli inge-nui spettatori di teatri di peri-feria dell’800 che, scambian-do le truculente commedie deltempo con la realtà, aspetta-vano fuori del teatro l’attoreche interpretava la parte delcattivo per aggredirlo e talvol-ta picchiavano il malcapitato,come fosse il reale responsa-bile delle vicende che si era li-mitato ad interpretare. Abbia-mo sempre pensato che gli“intellettuali di sinistra” chegiustificano Foibe ed Esodo innome dell’ideologia comuni-sta siano in realtà dei troglo-diti ed il loro comportamentoverso un ottimo attore confer-ma questa nostra antica pre-venzione, che pensavamo vi-scerale e dovuta a risentimen-to per tragedie mai digerite eche, invece, i fatti odierni con-fermano essere stata proprioazzeccata e incredibilmentefondata.

Gli attori Gullotta, Liskova, Fiorello e il regista Negrin applauditis-simi a Trieste e Roma, contestati da Rifondazione comunista

L’ampia sala Tripcovich di Trieste strabocca di esuli.

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 7

CORALI CONSENSI AL L’INTERVENTO DEL RAPPRESENTANTE DALMATA

RELAZIONE PRECISA E CONCORDATADALLE ASSOCIAZIONI DEGLI ESULI Anche nel 1920 gli italiani subirono le maggiori persecuzioni e gli esuli dalla Dalmaziafurono in numero ben maggiore degli sloveni e croati che lasciarono la Venezia Giulia

COLLEGIALITA’, PROGRAMMI E UNITA’ D’INTENTITRA LE ASSOCIAZIONI DEGLI ESULI DI TRIESTE

Le Associazioni degli esuli di Trieste, che sono rappresentate inloco da tre presidenti di Associazione, da un vice presidente edal nostro direttore, hanno deciso di incaricarlo di tenere ildiscorso ufficiale degli esuli al Teatro Verdi prima di quello delMinistro degli Esteri on. Fini. Nonostante gli impegni gravosi ed i tempi brevi per organizza-re una manifestazione così poderosa, Renzo de’ Vidovich havoluto che ogni singola tesi esposta fosse preventivante appro-vata da tutte le associazioni, nessuna esclusa, in modo che ilsuo non fosse un discorso personale, ma una linea politica col-legiale concordata nei minimi dettagli da tutti. Con queste premesse ci sembra doveroso pubblicare il testodel discorso nonostante le perplessità dell’interessato che ritie-ne poco elegante pubblicare un suo testo, e per di più così lun-go, sul giornale di cui è il direttore.È, inoltre, vero che non può essere attribuito al discorso la va-lenza di atto ufficiale della Federazione, perché formalmentenon approvato dagli organi statutari, ma la presenza nel Comi-tato esecutivo di Trieste di tanti esponenti – al massimo livel-lo - conferisce a questo documento un’importanza che nonsfuggirà ai nostri lettori anche perché era da tempo che manca-va nel nostro ambiente un testo frutto di un approfondito esa-me collegiale.

Rachele Denon Poggi

Questo è il primo anno in cui sicelebra il “Giorno del Ricor-do” dopo l’approvazione dellaLegge 30 marzo 2004 n. 92,primo firmatario l’on. Menia,approvata dal Parlamento qua-si all’unanimità, che ha con-sentito l’introduzione di alcunielementi innovativi rispetto al-le celebrazioni che le nostreAssociazioni hanno tenuto,ogni anno, per quasi 60 anni.

DAL NEGAZIONISMOSCONFITTO DALLA VE-RITA’, AL RIFUGIO GIU-STIFICAZIONSTA

Siamo lieti che alcuni settoripolitici e culturali che in pas-sato erano negazionisti, abbia-no rivisto le loro tesi ma nonpossiamo non denunciare iltentativo di qualche gruppu-scolo che tende ancora a mi-nimizzare fatti e tragedie ed agiustificarli come ritorsioni,ritenute tutto sommato legitti-me, a talune azioni fascistecontro gli slavi. Questa operadi disinformazione si basa suelementi storici ingigantiti adarte e contraddetti dalla storiadegli italiani di Dalmazia.Questa terra non entrò a farparte - se non per poche cittàed isole - del Regno d’Italia nelperiodo fascista.

I DALMATI ITALIANINON DEBBONO ESISTE-RE: LA LORO STORIASMENTISCE 50 ANNI DIBUGIE

Ebbene noi dalmati subimmougualmente e per primi lemaggiori persecuzioni a di-mostrazione che la ferocia

antitaliana si scatenò anchedove il fascismo non aveva po-tuto fare alcun danno. In ognicaso sarebbe necessario mette-re a confronto la snazionalizza-zione della Dalmazia ed il con-seguente Esodo di italiani veri-ficatori tra il 1920 e 1940 con iben più modesti spostamenti dicroati e sloveni dalla VeneziaGiulia registrati nello stessoperiodo. Le tesi giustificazio-niste altro non sono, dunque,che l’ultima spiaggia dei nega-zionisti in mala fede che nonpossono più sostenere, dopoche i fatti sono stati conosciutidall’opinione pubblica italiana,ciò che avevano sostenuto nelperiodo buio della censura edell’occultamento della realtàstorica.

LA FICTION “IL CUORENEL POZZO” INFORMAGLI ITALIANI E CO-STRINGE I PARTITI MAR-XISTI A CAMBIARE ROT-TA

Dobbiamo dare atto al Gover-no di essersi speso molto perrompere la cortina di silenzioche, su spinta dell’opposizionedi sinistra del tempo, che agìcon la complicità dei governialternatesi a Palazzo Chigi dal1945 a pochi anni fa, era statastesa sui dolorosi avvenimentiche ci riguardano. In partico-lare ringraziamo il Ministroon. Maurizio Gasparri per ifrancobolli commemorativiche hanno fatto il giro delmondo, l’ultimo dei quali,quello sul Giorno del Ricordo,è stato presentato poca fa daldottor Massimo Sarmi, Am-

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pag. 8 ottobre-novembre 2004 IL DALMATA

PRESENTE UN IMPONENTE NUMERO DI GONFALONI DI CITTA’ ITALIANE

AL TEATRO VERDI DI TRIESTE L’ITALIACELEBRA UFFICIALMENTE L’ESODO Dopo cinquant’anni di censure, bugie e angherie per oscurare una pagina importante del-la storia nazionale, Governo e Parlamento esternano la loro gratitudine per gli esuli

ministratore Delegato dellePoste Italiane, e per la fictiontelevisiva “Il cuore nel pozzo”che contribuirà decisamente adiffondere nell’opinione pub-blica italiana e forse europea,l’entità e la gravità di unatragedia dovuta all’opera sna-zionalizzatrice del comuni-smo jugoslavo a danno degliitaliani. Non possiamo peròneanche tacere sulla gravecontraddizione esistente in or-dine ai diversi valori, finalitàe principi che hanno indotto legrandi potenze ad allearsi epartecipare insieme all’ultimaguerra, combattuta solo daglialleati occidentali in nomedella libertà e dei diritti na-zionali, civili e religiosi dei

popoli, ma terminata con l’im-posizione, soprattutto ad operadell’Unione Sovietica, di in-giuste mutilazioni di territorinazionali imposti all’Italia, enon solo all’Italia, che ha con-sentito ai paesi comunisti dicalpestare i diritti nazionali ecivili non solo delle popola-zioni istriane, fiumane e dal-mate, ma anche di molti altrimilioni di europei.

FINALMENTE UN GO-VERNO CHE DIFENDELA VERITA’ STORICA

Calorosi ringraziamenti van-no, inoltre, al Ministro on.Carlo Giovanardi, che ha se-guito con impegno l’iter parla-

mentare della Legge del Ricor-do e degli altri provvedimenti afavore degli esuli e del Mini-stro degli italiani nel Mondoon. Mirko Tremaglia per tuttoquanto sta facendo per i nostriconcittadini all’estero e per

UN GRAZIE PARTICOLA-RE AI MINISTRI GASPAR-RI, GIOVANARDI, TRE-MAGLIA E FINI

aver fortemente voluto unaloro nutrita presenza in questacelebrazione triestina. Ringraziamo infine il Vice Pre-sidente del Consiglio e Mini-stro degli Esteri on. Gianfran-co Fini, che con la sua presen-za conferisce autorità e presti-

gio a questa giornata di Trie-ste, città riconosciuta ancorauna volta come la capitale mo-rale e reale dell’Esodo adriati-co e che subì per 40 giornil’occupazione jugoslava. Conlui dobbiamo felicitarci peraver consolidato la nuova po-litica italiana nei Balcani e peraver rilanciato il ruolo centra-le della cultura italiana in tut-to l’est europeo e, segnata-mente, nei territori dell’A-driatico orientale Una partico-lare attenzione richiediamo alnostro Ministro degli esteri af-fiche venga superata l’incom-prensibile opposizione dellastampa croata alla consegnadella Medaglia d’Oro al ValorMilitare all’ultimo Gonfalone

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IL DALMATA ottobre-novemre 2004 pag. 9

dell’Amministrazione italianadi Zara che rappresenta il rico-noscimento della Patria anchea tutte le altre città, villaggi edisole adriatiche che tanto han-no dato in termini di dolore divalore civile e militare e di at-taccamento patriottico allanostra Italia. Chiediamo, inol-tre, che la motivazione dellaM.O.V.M. non contenga erro-ri ed ambiguità che stravolge-rebbero il significato dell’altoriconoscimento che Presidentedella Repubblica Carlo Aze-glio Ciampi ha voluto conferi-re alla Città martire ed a tutti iterritori ceduti. Infine, un rin-graziamento a Spadaro, Vel-

INTERFERENZE DELLA STAMPA CROATA IN FATTI INTERNI ITALIANI

LA MEDAGLIA D’ORO AL V.M. A ZARA È UN RICONOSCIMENTO A TUTTO L’ESODOEmendare errori ed ambiguità dalla motivazione, che stravolgono l’alto riconoscimentoconferito dal Presidente Ciampi alla Città martire, assunta a simbolo unitario adriatico

Il Vice Presidente del Consiglio Fini, dopo aver passato in rassegna un imponente schieramento di sol-dati inquadrati sotto il Municipio giuliano, ha voluto rendere gli onori alle bandiere delle Associazionidegli esuli d’ Istria, Fiume e Dalmazia, dei combattenti ed ai Gonfaloni dei Comuni italiani decorati alValor Militare. continua a pag. 10

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troni, Maran e Ranieri per averappoggiato le istanze morali emateriali degli esuli nelle ri-spettive sedi istituzionali e po-litiche.Ci corre anche l’obbligo dichiedere che vengano ricono-sciuti i diritti pensionistici diquanti furono costretti ai lavo-ri forzati in Jugoslavia e la re-voca delle pensioni agli infoi-batori ed ai collaborazionisticon i partigiani di Tito nellenostre terre.Pur riconoscendo la prioritàdella riservatezza che deve ne-cessariamente coprire le tratta-tive internazionali in corso,speriamo di poter avere da Finidelle anticipazioni sullo statodegli incontri italo-croati (ilMinistro degli Esteri fa con latesta vistosi cenni negativi).

Noi speriamo che venga final-mente affrontato e risolto lospinoso problema della resti-tuzione dei beni espropriati daTito agli esuli. Diversamentedai governi dalla Sloveniapost-comunista che hanno pre-ceduto il Governo Jansa, laCroazia di Sanader ha aper-to una trattativa sulla qualenon ci facciamo soverchie illu-sioni ma che ci auguriamo sipossa concludere con la resti-tuzione della parte ancora re-stituibile dei beni espropriatida Tito. Va ricordato, che conlo sfaldamento della Repubbli-ca Federativa Socialista Ju-goslava, i nuovi stati democra-tici di Slovenia e Croazia han-no deciso di restituire ai lorocittadini i beni espropriati daicomunisti, mentre agli italiani

- nonostante la Slovenia siaentrata in Europa riconoscen-

do a tutti gli europei diritti

RICONOSCIUTA L’AMPIA DISPONIBILITA’ DELL’OPPOSIZIONE MODERATA

BASTA ELARGIRE PENSIONI ITALIANEAD INFOIBATORI E COLLABORAZIONISTI La restituzione dei beni espropriati dai comunisti jugoslavi va effettuata agli italiani congli stessi criteri adottati per sloveni e croati colpiti, come noi, dalla Jugoslavia di Tito.

Al tavolo della presidenza da sinistra: il gen. Silvio Mazzaroli Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio, il direttore de Il Dalmata, l’on.Mirko Tremaglia Ministro degli Italiani nel Mondo, il Prosindaco di Trieste Paris Lippi, il Presidente delle Comunità istriane Lorenzo Ro-vis, il Presidente dei Giuliani nel Mondo Dario Rinaldi e il Presidente dell’Unione degli Istriani Silvio Delbello.

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uguali a quelli dei suoi cittadi-ni e Croazia e Serbia - Mon-tenegro puntino al medesimotraguardo - non ci è stato fi-nora restituito neppure un pol-laio. Non possiamo non denunciarecon forza l’insensibilità dei go-verni post-comunisti di Kucane di Drnovsek della Repub-blica di Slovenia (ci auguria-mo che il neo presidente Jansaprenda le distanze dai criminidi Tito che vanno addebitati alcomunismo europeo e non cer-to ai popoli che lo subirono) iquali, dilazionando nel tempole trattative ad arrivando perfi-no a non ratificare da parte delParlamento di Lubiana un trat-tato sottoscritto dal suo Gover-no, ha dichiarato unilatemen-te che nulla è dovuto agli esulied anzi avanza richieste per ap-propriarsi degli antichi quadriportati in salvo in Italia primadella guerra e che sono arti-sticamente, giuridicamente emoralmente italiani! Denunciamo anche l’anticotentativo di porre sullo stessopiano i pochi rimasti in ZonaB e gli sloveni che dai tempidell’Impero austro-ungarico,durante il fascismo, ed ancoroggi, continuiamo a vivere inItalia godendo da 60 anni del-la massima protezione esisten-te per le minoranze in Europa.Costoro rifiutano il censimen-to per cui non sappiamo quan-ti in realtà siano, ma sappia-mo con certezza che non era-no e non sono in numero supe-riore a quello degli italiani chevivevano da millenni nella co-siddetta Zona B di Trieste. Icensimenti austro-ungarici,

che precedettero la liberazionedell’Istria da pare del Regnod’Italia, costituiscono la provaoggettiva del radicamentoquasi esclusivo degli italianiin quelle zone, la cui presenzaè oggi ridotta a meno di 3.000persone, regolarmente censitinei territori ceduti alla Slove-nia, che rappresentano quindisolo i modesti resti delle deci-ne di migliaia di italiani co-stretti all’esodo. Trascurare i

50 mila esuli della Zona B elimitare l’attenzione politica ela tutela ai soli 3.000 rimastiè cosa per noi del tutto inac-cettabile.Va ricordato che una parte si-gnificativa dell’esodo dallazona B è avvenuto appena nel1954 quando il ritorno dellasola Zona A di Trieste all’I-talia aveva tolto agli istrianiogni residua illusione. Questoè stato l’ultimo esodo, che ha

avuto luogo a otto anni dallafine della guerra e che ha ri-guardato popolazioni italianeche avevano subito le Foibe ela giustizia dei Tribunali popo-lari. Si trattava cioè di gentealla quale nessuno ha potutoimputare la pur minima re-sponsabilità in fatti bellici, ilche dovrebbe far riflettere igiustificazionisti ed i mini-

NON RESTITUIRÀ I BENI CONFISCATI AGLI ESULI ITALIANI, ANZI

LA SLOVENIA PRETENDE ADDIRITTURA QUADRI ED OPERE D’ARTE ITALIANI Nel 1954 mentre gli jugoslavi costringono all’esilio dalla Zona B di Trieste gli italia-ni, l’Italia non torce un capello agli sloveni della Zona A, restituita alla Madrepatria.

il maestro Bruno De Caro ha esordito quale nuovo direttore del Coro Max Reger eseguendo al TeatroVerdi di Trieste alcune canzoni dalmate quali “Addio Zara ” e “Orologio che batte le ore ” cantate in-sieme come si usa da tempo ai nostri raduni. La sala gremita di esuli ha ascoltato l’esecuzione in com-mosso silenzio tributando alla fine calorosissimi applausi.

“ADDIO A ZARA” ESEGUITA AL TEATRO VERDI

E’ il primo Comune d’Italia cheintesta una via a ZaraM.O.V.M. ci documenta GuidoBattara con le foto che riprodu-ciamo.

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mizzatori del significato del-l’Esodo. Dobbiamo anche inquesta occasione ricordare cheproprio nel periodo in cuil’Italia ritornò a Trieste, nes-suno sloveno fu oggetto dellapur minima forma di ritor-sione e tanto meno fu costrettoall’esilio, anche se proprio inquei giorni si verificava l’ulti-mo dolente massiccio esododai territori istriani che in se-guito furono ceduti con ilTrattato di Osimo alla Jugos-lavia, sposando una logicaperversa che sfugge tuttora aqualsivoglia indagine e giusti-ficazione storica.Segnaliamo gli incontri con le

scolaresche che costituisconoun elemento del tutto nuovo,espressamente voluto dallaLegge istitutiva del Giorno delRicordo: perfino a Trieste, oc-cupata per 40 giorni dai co-munisti di Tito e che ospita leFoibe di Basovizza e di Mon-rupino dove ogni anno vienecommemorato il genocidiodegli istriani, fiumani e dalma-ti, si è potuto registrare unascarsa ed imprecisa conoscen-za dei fatti a causa dell’assen-za di notizie nei libri di testoscolastici. Eppure ricordo che nel 1998l’allora Ministro della Pubbli-ca istruzione on. Luigi Ber-

linguer a una delegazione degliesuli da me guidata ebbe a direuna frase che è difficile dimen-ticare : “I libri di testo senzaEsodo e senza Foibe andrannoal macero!”. Sono passati, ahi-mè, molti anni e i pochi libridi testo che fanno un cenno al-le Foibe le attribuiscono ai na-zisti tedeschi anziché ai parti-giani comunisti jugoslavi! So-no certo che Il Ministro deltempo si sia attivato per mante-nere la sua promessa e mi ri-sulta che l’apparato marxistanelle scuole, nella università enel Dicastero della P.I. sia ri-uscito a vanificare ogni suosforzo. L’attuale Ministro della

Pubblica Istruzione LetiziaMoratti oggi dispone di unalegge che le consente di inter-venire efficacemente sullastruttura scolastica, anche se -come nel caso della commo-vente fiction televisiva che laRai tv ha messo in onda dopomezzo secolo di silenzio –qualche politico ha tentato dilimitare il diritto-dovere deiministri di intervenire perpungolare le rispettive ammi-nistrazioni e dare attuazionead un preciso obbligo di Leg-ge. Le Associazioni degli esuliritengono che i Ministri possa-no e debbano vigilare sulle di-

PERDURA ANCORA PER ESODO E FOIBE L’ESCLUSIONE DAI LIBRI DI TESTO

NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITA’IGNORATA LA “QUESTIONE ADRIATICA” La nuova Legge sul Ricordo consente al Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Mo-ratti di intervenire sull’apparato marxista che continua a censurare la nostra storia.

Come avviene in tutti gli altri paesi del mondo, in alcune scuole triestine è stato introdotto, nell’ambito dell’educazione civica, lo studio del-la tradizione nazionale, degli inni e delle canzone patriottiche risorgimentali, con l’entusiastica adesione delle scolaresche e delle famiglie.Nella nuova riforma scolastica, sono previste alcune ore settimanali d’insegnamento della storia locale e nazionale. L’esperimento triestino,patrocinato dal Comiatato per il 50° Anniversario del Ritorno di Trieste all’Italia, potrebbe tornare utile a tutta la scuola italiana. Una vol-ta tanto l’unità nazionale prevarebbe sul particolare.

LA PATRIA, OGGETTO DI INSEGNAMENTO IN ALCUNE SCUOLE DI TRIESTE

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rettive impartite dal Parla-mento e questo vale in primisper il Ministro della Pubblicaistruzione.Si è anche parlato, soprattuttoin occasione della richiesta direstituzione della cittadinanzaitaliana ai profughi emigratinelle Americhe che l’avevanoperduta su imposizione deipaesi d’oltre oceano, anchesulla necessità di estendere lacittadinanza italiana ai “rima-sti” nelle terre adriatiche (ed iloro discendenti) che l’aveva-no perduta per non aver eser-citato il diritto di opzione perl’Italia, come abbiamo fattonoi esuli.Da tempo si sta affievolendol’antagonismo esuli-rimasti esono ormai confinati nel di-menticatoio delle cose sba-gliate l’antica accusa rivoltadai dirigenti comunisti dei”rimasti” agli esuli di aver ab-bandonato le loro terre per ra-gioni ideologiche, come il re-gime di Tito imponeva di so-stenere agli esponenti dell’U-nione degli Italiani, allorauna semplice Sezione dellaLega dei comunisti jugoslavi.Sono anche superate le accuserivolte ai “rimasti” di esserestati docili strumenti al servi-zio dello Federativa socialistajugoslava, perché il tempo edi numerosi casi umani di cuiognuno di noi è a conoscenza,hanno dimostrato che granparte dei “rimasti” erano per-sone semplici, legati alla lo-ro terra, e solo una minoranza- per lo più un vertice politicosenza seguito reale - era con-senziente con il piano di na-zionalizzazione delle terreadriatiche e giustificava il ge-

ESULI E RIMASTI: DUE FACCE DELLA TRAGEDIA DELLO STESSO POPOLO

LA CITTADINANZA ITALIANA AI “RIMASTI”.TROPPO LENTI GLI INDENNIZZI AGLI ESULI Il riconoscimento morale all’Esodo costituisce il più importante risultato, ma si fa ancheil punto sugli indennizzi dei beni e sulla cultura italiana nelle terre adriatiche cedute

nocidio degli italiani. La ri-chiesta di restituzione dellacittadinanza italiana ai profu-ghi, agli immigrati nelle Ame-riche ed ai “rimasti” è, dun-que, un’esigenza sentita. Sull’applicazione della Legge23 marzo 2001 n. 137 perl’indennizzo dei beni espro-priati dal regime comunista diTito, si è colta una generalelamentela per la lentezza nellaliquidazione degli indennizziche solo in parte può esseregiustificata dal fatto che levecchie domande erano inte-state ai nonni, da tempo de-funti, e talvolta anche ai padri,spesso anche loro scomparsi.Pur riconoscendo che la docu-mentazione del diritto a suc-cedere degli eredi è un pro-blema che ha ritardato l’ero-gazione degli indennizzi, dob-biamo con forza sottolineareche il maggior ostacolo al ra-pido disbrigo della pratiche èdovuto alla carenza di risorsefinanziarie, per cui invitiamogli autorevoli rappresentantidel Governo a farsi carico dirifinanziare il capitolo di spesatenendo presente che al 31gennaio di quest’anno eranostate presentate 14.510 prati-che di cui 11.608 risultano dicompetenza della Legge 137;di queste sono stata esaminate10.608 ma solo per 3.267 ri-sultano emessi i mandati dipagamento. In due anni e mez-zo è stato, dunque, liquidatol’indennizzo solo al28,14% degli aventi diritto. Un altro elemento innovativoè rappresentato dal Conve-gno apertosi ieri al Museo Re-voltella che ha visto la pre-

A chiusura della giornata, da Piazza dell’Unità d’Italia migliaia diesuli e triestini hanno attraversato le rive per recarsi al nuovo monu-mento prospiciene la Stazione ferroviaria principale, guidati da il Mi-nistro Tremaglia, l’on. Menia, il Presidente della Provincia Scocci-marro, il Prosindaco Lippi e dai massimi rappresentanti degli esuli. continua a pag. 14

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senza, per la prima volta inItalia, di un’Associazione diprofughi non italiani che han-no subito analoghe ingiusti-zie, vessazioni e uccisioni inaltre parti d’Europa alla finedella Seconda Guerra. Anchequesto è un segnale forte,nel segno dell’unità europeaperché è necessario ripropor-re, in termini di giustizia maanche di realismo, il proble-ma dei territori appartenentietnicamente ad una nazionema ceduti ad un’altra perchéha perduto la guerra. Taleprincipio non può essere ac-cettato, perché i diritti umanie nazionali dei popoli nonpossono essere conculcati co-me avveniva nell’evo antico,quando i combattenti sconfittivenivano ridotti in schiavitùed i popoli vinti non avevanoalcun diritto. Il Medioevo èdunque passato invano? Midomando se il movimentoculturale letterario e guerrie-ro che va sotto il nome com-plessivo di “Cavalleria” nonabbia dunque rivoluzionatodurevolmente il rapporto travincitori e vinti e salvaguarda-to per sempre i diritti dellepopolazioni più sfortunate. Sono lieto, infine, di poterannunciare un fatto nuovo,inatteso ed imprevedibile, cheapre nuove prospettive. E’ la“divina sorpresa” che forse èdestinata a ridare giustizia agliesuli quando ormai solo pochiuomini di fede ci credevano.Si tratta di un pacifico ritornoche si prospetta in un futuromolto prossimo ma che sipreannuncia in termini moltodiversi da quelli che avevamo

L’URSS IMPOSE INGIUSTI CONFINI A NOI, AI POLACCHI, AI TEDESCHI...

CRESCE NELL’EUROPA LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA PER NAZIONALITA’ ED ETNIE Per la prima volta gli esuli italiani invitano gli esuli dei Sudeti: l’Europa deve ripristinarenei territori d’origine i diritti delle vittime di stragi e terrore per consentirne il rientro.

L’on. Isa Hengelmann, deputata al Parlamento tedesco, Werner Novak, Presidente degli esuli dai Sude-ti, Massimiliano Lacota UNI, Silvio Mazzaroli Pola, Silvio Delbello UNI, il nostro direttore ed il giorna-lista Karl Peter Schwarz discutono sulle sorti di tutti gli esuli appartenenti a numerose nazionalità eu-ropee.

Un’affollata assemblea al museo Revoltella ha seguito con grande interesse un dibattito per molti del tut-to nuovo, con tematiche che inseriscono i problemi degli esuli adriatici in un contesto europeo, insieme atedeschi, polacchi, ungheresi, romeni, …continua a pag. 15

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sognato. La Slovenia con me-no di due milioni di abitanti,la Croazia con meno di quat-tro milioni e mezzo ed il Mon-tenegro con 700 mila si so-no resi conto, soprattutto alivello di classi intellettuali edi progettualità politica, che lasopravvivenza delle loro iden-tità nazionali è fortemente inpericolo. La loro entrata nel-l’Europa Unita, dove le grandiculture destinate a sopravvive-re possono contare su cento epiù milioni di persone cheparlano lingue come lo spa-gnolo, l’inglese, il francese, iltedesco e l’italiano non garan-tisce l’esistenza, alla distanza,delle piccole culture che nonabbiano adottato una validastrategia di sopravvivenza. Lalingua italiana, dai dati fornitidal Ministero degli italianinel Mondo, può contare oltreche sui 58 milioni di resi-denti nel territorio dello Stato,su almeno altrettante personeche parlano nel mondo la no-stra lingua e che fanno parte apieno titolo della nostra cultu-ra. L’Italia, che può contare,quindi, su 110 - 120 milionidi italiofoni nel mondo, e cheè la lingua ufficiosa delleChiesa cattolica, è la culturanumericamente più piccolache - secondo gli eurocrati -ha la certezza di vivere e pro-sperare in futuro. Ciò significa che, se la cultu-ra croata, slovena e montene-grina non si alleeranno con lanostra cultura, come avvennenei secoli della presenza vene-ta nell’Adriatico e successiva-mente di quella italiana, que-sti popoli sono destinati a per-dere nel volgere di pochi de-

cenni la loro identità ed a ve-dere retrocessa la loro lingua a“linguaggio regionale”, ter-mine edulcorato che ha sosti-tuito la troppo riduttiva deno-minazione di “dialetto”, men-tre le loro culture sarebberodeclassate a livello di tradizio-ne folcloristiche. Gli intellet-tuali e gli statisti di questi po-poli guardano, dunque, allalingua italiana ed alla culturaitaliana come ad un elementosalvifico e, per le impensabi-li contraddizioni che la storiaci riserva, guardano proprio anoi esuli istriani fiumani e dal-mati come ad un popolo cheha convissuto per secoli con ivari popoli slavi stanziati nel-l’Adriatico orientale e ne han-no salvaguardato e rispettatol’identità, ed, anzi, hannoagevolato e sorretto la nasci-ta delle loro culture. Alla luce di queste nuove pro-spettive, crediamo fermamen-te che i rapporti tra noi esuli egli stati che governano le terreche sono state dei nostri padrisubiranno a breve un cambia-mento epocale, un totale ro-vesciamento di situazioni nelloro e nel nostro interesse, perfar trionfare quella giustiziastorica alla quale noi, in que-sti 60 anni di esilio e di oblio,abbiamo sempre fermamentecreduto.

Calorosi applausi e consensi.

Successivamente nel foyer delTeatro Verdi un gran numero diesuli ha assediato l’oratorechiedendo il testo dell’interven-to qui riprodotto integralmente.

FUNZIONE “VEICOLARE” DI LINGUA E CULTURA ITALIANA NEI BALCANI

UNA DIVINA SORPRESA: L’ALLEANZA TRA CULTURA ITALIANA E SLAVA Identità culturale e lingua di 4.437.000 croati, 1.964.000 sloveni e 700.000 montenegrinirischiano di essere fagocitate dalle grandi aree culturali che dominano l’Europea unita.

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“Ho accolto con soddisfazione la decisione con cui il Parla-mento Italiano ha istituito la Giornata Nazionale del Ricordo.Essa consente di commemorare con continuità una grande tra-gedia della Seconda Guerra Mondiale. Il mio pensiero è rivol-to con commozione a coloro che perirono in condizioni atrocinelle Foibe nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945;alle sofferenze di quanti si videro costretti ad abbandonare persempre le loro case in Istria e in Dalmazia. Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante dellanostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostramemoria; ricordati e spiegati alla nuove generazioni. Tanta sof-ferenza fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalisti-che e razziste propagandate dai regimi dittatoriali responsabi-li del secondo conflitto mondiale e dai drammi che ne conse-guirono. Tutti i popoli europei ne hanno pagato il prezzo da al-lora sono trascorsi sessanta anni e si sono avvicendate tre ge-nerazioni. E’ giunto il momento che i ricordi ragionati prendo-no il posto dei rancori esasperati. I principi di dignità della per-sona, il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei dirittidelle minoranze sotto il fondamento dell’Unione Europea.L’integrazione realizzata fra i nostri Paesi permette a tutti glieuropei di condividere un unico spazio di democrazia e di li-bertà. In questa nuova realtà umanitaria contrassegnata dall’a-bolizione fisica delle frontiere, italiani, sloveni e croati posso-no guardare con fiducia ad un comune futuro, possono co-struirlo insieme: consolidando innanzitutto in una convivenzain cui le radici e le tradizioni di ognuno vengono rispettate nel-la loro pari dignità. Auspico, in questo spirito, che la Giornata del 10 febbraio, ispi-rata a sentimenti di riconciliazione e di dialogo lasci un’im-pronta nella coscienza di tutti noi: italiani, europei, cittadini diun mondo che una sola rinnovata unità di ideali e di intendi de-mocratici potrà rendere veramente migliore.Roma, 9 febbraio 2005

Carlo Azeglio Ciampi

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LA NUOVA STRATEGIA POLITICA DEL GOVERNO ITALIANO NEI BALCANI

LEZIONE DI STORIA E DI POLITICA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI FINIL’Unità europea stravolge il senso della politica degli ultimi secoli ed oggi si avverte la ne-cessità di una patria più grande, che non dimentichi lingue e retaggi culturali nazionali

Amici, carissimi connazionali,ci sono delle circostanze, equella che stiamo vivendo ècertamente una di quelle, incui credo sia consentito - an-che avendo l'onere di ricoprireun'altra carica istituzionale -,mettere per un attimo da partei doveri del cerimoniale, delprotocollo, e parlare rivolgen-domi direttamente al cuore e sene sarò capace, alla mente, e atutti coloro che voi rappresen-tate.Questa mattina sfilando in ras-segna i nostri soldati e guar-dando negli occhi coloro chereggevano le bandiere, i ga-gliardetti delle associazionidalmate, ed in particolar modoincrociando gli sguardi di queigiovani e di quegli anziani cheorgogliosamente mostravanoin alto i simboli della loro cit-tà, delle loro terre d'origine,non vi nascondo di aver prova-to una sincera emozione, e cre-do che se addirittura le istitu-zioni si commuovono, si trattadi un momento in cui, come èstato detto molto bene da colo-ro che hanno parlato prima dime, si ritrova il senso di unacomune appartenenza. …Tutti quanti noi sappiamo per-ché accanto all'esplosione del-la violenza, accanto all'orroredell'esodo, vi fu quel tratto checaratterizzò l'Italia per moltianni, e che possiamo appuntodefinire di indifferenza, di fa-stidio, di ignavia. Perché nonse ne parlava? Perché non sene voleva parlare?…E l'elemento caratterizzante diquesto momento commoventeè che tutti sono coscienti delperché del dolore profondodell'esodo, della tragedia dellaviolenza, della vergogna del-l'oblìo:perché quella era la realtà del-l'Italia e dell'Europa. Dopo larottura tra il maresciallo Tito el'Unione Sovietica di Stalin la

Jugoslavia era considerata rea-listicamente, in quell'epoca,come uno degli elementi chepoteva rappresentare un fattoredecisivo del conflitto est-ovest.… Nell'immediato dopoguerracon un'Europa divisa in due,con un'ideologia che si con-trapponeva, con la guerra fred-da, Tito si era staccato da Mo-sca e si collocava in una posi-zione intermedia tra l'alleanzaatlantica ed il patto di Varsavia.Ed accanto a questo il drammanazionale. Perché noi italianisiamo l'unico popolo d'Europache per quarant'anni ha dimen-ticato questa pagina? Perchédalla guerra l'Italia non soloera uscita sconfitta, ma divisa,perché per tanti anni in Italianon era ben chiaro se la guerral'avessimo vinta o persa, e viera questa sorta di ambiguità,di divisione profonda che ave-va portato alla contrapposizio-ne, alla guerra civile. Perchél'Italia ufficiale non era attentaal dramma degli esuli, a quellapagina così straziante? Lo pos-siamo dire, perché la patria

non c'era, era davvero dimenticata, perchéeravamo prigionieri di unacondizione che col passare deltempo, anno dopo anno, è ve-nuta meno. Oggi che finalmente la politicae la storia sono su due binaridiversi, oggi che finalmente èvenuto meno il muro della fa-ziosità, oggi che l'Europa si èritrovata e si è riunificata, oggiche non ci sono più quelleideologie che affermavano lasuperiorità o la supremazia diun popolo su un altro, oggi si èreso possibile un processo diricostruzione della memoria,di ricucitura di una ferita, l'ap-partenenza ad una terra comu-ne ed a un destino comune.Certo non possiamo fermarci aqueste considerazioni, dobbia-mo fare in modo che i giovaniricordino, i giovani sappiano,ma credo che da questo puntodi vista non solo molto si siafatto, ma ci si sia incamminatilungo la strada giusta. Sapeteche tra le tante iniziative previ-ste in occasione del 10 Feb-

braio non vi sono solo le mani-festazioni….. Tra le tante ma-nifestazioni, ciò che forse spic-ca di più è la decisione del mi-nistro Moratti di insegnare nel-le scuole cos'è accaduto, farein modo che nei libri in cui inostri figli apprendono la sto-ria vi sia finalmente non la ver-sione di una parte, non l'affer-mazione di una visione distor-ta perché nata da ideologia oda interesse, ma vi sia l'onestaricostruzione di ciò che è acca-duto….Oggi accanto al valore dellaterra dei padri si avverte l'altrovalore, quello di una patria piùgrande. Quell'Europa che, co-me abbiamo scritto nel trattatocostituzionale, è innanzi tuttol'Europa delle diversità, delledifferenze, delle lingue, dei re-taggi culturali. Un'Europa che in qualche mo-do volesse avere una dimensio-ne culturalmente unitaria, dal-l'Atlantico al Baltico, rischie-rebbe di essere un'Europa im-posta. L'Europa che stiamo co-struendo è un mosaico, ci sonotante tessere che assieme dan-no vita ad un'immagine. Oggiabbiamo il dovere di fare inmodo che la Slovenia, che ègia in Europa e la Croazia cheha chiesto di entrare in Europa,si riconoscano per davvero inquelli che sono i valori, rispet-tino quelli che sono i principiunificanti della legislazioneeuropea, uno di questi è pro-prio il rispetto, un dovere chenoi italiani abbiamo già onora-to, il dovere di rispettare le mi-noranze che deve essere avver-tito anche da coloro che chie-dono giustamente di entrare inEuropa, nella quale non si puòessere discriminati in base allenazionalità, nella quale non sipuò essere considerati meno ti-tolari di diritti in base a quelliche sono i retaggi della storia.

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 17

L'invito, l'auspicio a coloroche fino a ieri erano i Paesiconfinanti e che oggi sono so-stanzialmente come noi, Paesinel pieno dell'Europa, è quellodi avere la stessa consapevo-lezza della necessità di guarda-re avanti.Non è importante la trattativa,che pur c'è, per il riconosci-

mento dei diritti, per fare inmodo che vi siano quei gestisimbolici e riparatori che inqualche modo avrebbero un si-gnificato morale alto quanto laGiornata che stiamo ricordan-do quest'oggi, e tra queste cen'è uno che lo Stato italianodeve agli esuli, il fatto che an-cora oggi tra le varie spese del-lo Stato non si sia trovato il

modo di riconoscere un inden-nizzo per quanto simbolico, ladice lunga sull'ignavia. Dobbiamo essere coerenti, do-po 60 anni scopriamo che lapagina della storia si è girata,che possiamo guardare avanti,certo, c'è il momento della trat-tativa, in cui si chiede a chivuole entrare in Europa di ri-spettare i diritti ed i principi

d'Europa, gli amici Croati losanno, non mi riferisco al rap-porto tra l'Italia e la Croaziaper gli esuli, la Croazia avvie-rà tra poche settimane, il nego-ziato per l'adesione all'UnioneEuropea.…L'Europa è esigen-te, nello stesso momento in cuisi crede in certi valori, perché ivalori si fanno strada da soli.Calorosissimi applausi.

PACATO INTERVENTO DEL MINISTRO DEGLI ITALIANI NEL MONDO

L’ON. MIRKO TREMAGLIA GARANTE DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE Bisogna, però, fare i conti con la storia, accogliere fraternamente quanti riconoscono diaver sbagliato ma anche condannare politici, come Togliatti, succubi di Tito e Stalin.

“Questo è un fatto certamentestorico, ed è una meravigliache sia avvenuto a Trieste. Hocercato in tutte le parti delmondo di riprendere quest'an-sia, questo anelito, questa vo-lontà degli italiani esuli, che ioho ritrovato ovunque. Oggi abbiamo iniziato con l'o-maggio ai Caduti e siamo tor-nati a vedere le Foibe. Triestecosì risponde perché Trieste èla capitale dell'italianità. Lo Stato italiano per la primavolta afferma la sua ricono-scenza verso tutti quelli chehanno sacrificato la vita e nonsolo.Ho letto "Il Piccolo" stamatti-na ed ho notato poche righe digrande importanza per tuttiquanti noi. Dice l'onorevoleFassino: "Bisogna ricordarel'esodo e bisogna conservare etramandare la memoria dellesofferenze degli italiani dellaVenezia Giulia alla fine dellaseconda guerra mondiale, lefoibe e il terrore che il regimecomunista instaurò nei luoghioccupati dagli Jugoslavi, lepaure, l'esodo in massa dall'I-stria e dalle coste dalmate". E allora rimoviamo questoostacolo storico rappresentatoda chi ha avuto la responsabili-tà di queste infamie. Se questoè vero, noi diamo la possibilitàa Fassino di compiere, final-mente, l'atto vero e totale dellapacificazione nazionale, ricor-

dando che bisogna togliere dimezzo una volta per semprel'onorevole Togliatti. Nel 1945 mandava attraversol'Unità, questo messaggio:"Lavoratori di Trieste, nel mo-mento in cui ci giunge notiziache le truppe di Tito sono en-trate nella vostra città, inviamoa voi, lavoratori di Trieste ilnostro fraterno saluto. Il nostrodovere - dice Togliatti -, è diaccogliere le truppe di Tito co-me truppe liberatrici". Ecco ilsenso della pace vera, ecco ilsenso storico di chi non vuoleconfondere la storia con la po-litica e con la volontà indi-spensabile alla devozione ver-so quanti sono caduti e quantisono stati massacrati. Ma giun-ge in aiuto, perché non si puòpiù fare alcun gioco perverso,

(io credo che ormai i tempi sia-no definitivi), quello che hascritto qualche tempo fa sul-l'Unità, l'onorevole Veltroni.Dice: (ma questo nulla toglieal dovere che tutti hanno di ri-conoscere i fatti) "che nessunrancore storico, nessun spiritodi vendetta può giustificarequello che avvenne in modobarbaro".Ad alimentare l'espansionismonazional-comunista di Tito fuun intreccio perverso di odioetnico, nazionale e ideologico,un odio che colpì fascisti e nonfascisti e persone senza unaprecisa posizione politica. Ec-co, cari triestini, questa è lastoria che oggi noi consacria-mo attraverso questo atto di ri-conoscenza e di devozione ver-so tutti quanti i Caduti. Il mio

saluto riconoscente va a tuttiquanti gli esuli, quelli che hoincontrato in ogni parte delmondo e che hanno aderito aquesta iniziativa che il Mini-stero degli Italiani nel Mondoha preso, ringrazio tutti gli ita-liani, i loro gonfaloni e la gen-te comune. Sono fiero e orgo-glioso di avervi portato a Trie-ste, vicino alla vostra terra.Non siamo ancora riusciti a farsì che la giustizia della storiavi riconosca quelli che sono ivostri diritti. Faremo questabattaglia che è sempre statafatta dall'onorevole Fini. Que-sta battaglia di giustizia, oggipiù che mai combattuta sulpiano internazionale per la re-stituzione dei beni, a quasi350.000 persone che sono sta-te cacciate. Molti esuli nonhanno potuto fermarsi in Italia,salvo che a Trieste, perché icomunisti lo impedivano. Eccoperché io, giuliani nel mondo,dal Canada, dagli Stati Uniti,dall'America latina, dall'Au-stralia e dall'Europa, vi abbrac-cio con affetto. Sul piano euro-peo, va detto che i diritti delleminoranze non sono state ri-spettate ancora né dalla Slove-nia né dalla Croazia. Noi sia-mo con voi e voi siete con noi.Dobbiamo credere perché sol-tanto credendo possiamo vin-cere insieme. Con voi e con l'I-talia.” Vivissimi applausi.

� continua il discorso di Fini

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pag. 18 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI

Se guardiamo in-dietro al XX se-colo non possia-mo dimenticare.Solo il ricordo diciò che copre divergogna l’esse-re umano può

impedire di ripercorrere la stessa strada dell’odio e di generare imedesimo mostri. E’ per questo che nessuna delle pagine dellanostra storia può essere cancellata, anche se il ricordo provocaturbamento, dolore e vergogna. Il ”Giorno del Ricordo”, che que-st’anno celebriamo per la prima volta, ha proprio il fine di solle-vare il velo del silenzio sulla tragedia delle foibe, una storia pocoraccontata, poco conosciuta. Lo celebriamo onorando le sue vit-time, di cui non sarà mai possibile conoscere tutti i nomi e ri-cordando le sofferenze di istriani, fiumani e dalmati costretti al-l’esodo all’abbandono della propria terra, dei beni, spesso anchedei propri familiari. La legge, che il Parlamento ha fortemente e meritoriamente volu-to, nell’istituire il “Giorno del Ricordo” invita anche a far cono-scere, oggi e negli anni futuri, questa tragica pagina di storia aigiovani, ancora una volta con l’aiuto della scuola, alla quale èaffidato il compito di insegnare alle nuove generazioni il rispettodei valori fondamentali della persona. Vogliamo celebrare questagiornata tutti uniti, in un ricordo condiviso da tutta la Nazione,rendendo omaggio e giustizia alle tante, troppe vittime di un odioetnico ed ideologico a cui non dovremo mai più dare la possibi-lità di prevalere. Roma, 9 febbraio 2005.

SALUTO

AGLI ESULI

DI S.A.R.

AMEDEO

DI SAVOIA

DUCA

D’AOSTA.

Letto al Teatro Verdi dal comm.te Luigi Ruzzier

Signor Ministro, autorità, triestini, esuli istriani, fiumani e dal-mati.La commemorazione odierna mi riporta alla mente l’amore, maidimenticato, che sempre la mia famiglia ha nutrito per questa cit-tà, nelle vicinanze della quale, per diversi anni hanno soggiorna-to mio zio Amedeo che in misura minore i miei genitori appenasposati. Oggi Trieste è una realtà europea, crocevia della culturae dei commerci fra la vecchia Europa e i nuovi paesi da poco en-trati nella nostra comunità. Ma sessant’anni fa da qui sono pas-sati terrore, fame e morte. Le truppe “liberatrici” jugoslave han-no segnato in modo incancellabile una generazione di triestini egiuliani che hanno pagato sulla loro pelle l’errore e l’orrore diuna guerra fratricida e il loro attaccamento alla Patria. Sono pas-sati tanti anni, non potrò mai dimenticare l’orrore delle Foibe,non potrò mai dimenticare la disperazione che ho visto sui voltidi quelle povere famiglie costrette a lasciare la loro terra.Oggi con la celebrazione di tutte le vittime, tutte unite nella mor-te e nella sofferenza, si chiude un cerchio al quale fino poco tem-po fa mancava la memoria delle foibe e delle deportazioni subiteda quegli italiani che non accettarono il predominio delle truppejugoslave e che per ragioni di politica internazionale furono ab-bandonati da chi poteva aiutarli.Il mio augurio altro non può essere che le generazioni odierne efuture, memori dagli orrori del passato si incamminino unite ver-so un futuro di pace e di prosperità.

CARTA GEOGRAFICA DIMENTICA TRIESTE, TRENTO E TREVISO

MA NON ZARA

Riceviamo tante lamentele perché la città di Zara è continua-mente dimenticata nelle carte geografiche italiane o viene in-dicata nella dizione croata di Zadar. Nell’Atlante geografico,edito da “La Repubblica” nella carta n. 25 Italia, Europa edAsia, mancano capoluoghi di regione come Trento e Trieste ocittà importanti come Treviso e Vicenza ed in Croazia man-cano Fiume e Spalato che hanno il doppio degli abitanti diZara, ma - ci segnala Sereno Detoni - è segnata la vecchia ca-pitale del Regno di Dalmazia e per di più nella dizione italia-na.Troppa grazia Sant’Antonio

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 19

L ’ A M M I N I S T R A T O R E D E L E G A T O D E L L E P O S T E

M A S S I M O S A R M IP R E S E N T A A T R I E S T E I L F R A N C O B O L L O S U L L ’ E S I L I O

La conoscenza nel mondo del-

la storia di Trieste, dell’Istria,

di Fiume e della Dalmazia ha

potuto giovarsi dell’apporto

della filatelia che ha contribui-

to a far circolare anche nei po-

sti più remoti quei piccoli pez-

zi di carta che un po’ tutti noi,

ma specialmente i filatelici

guardano con curiosità e tal-

volta con interesse di storici e

di cultori della documentazio-

ne postale.

In contemporanea si sono svol-

ti a Roma e a Trieste le cerimo-

nie di presentazione del franco-

bollo emesso dalle Poste italia-

ne per “Il Giorno del Ricordo

dell’esodo dall’Istria, Fiume e

Dalmazia”, con il Presidente

delle Poste dottor Enzo Cardi

che ha indetto una conferenza

stampa a Roma e l’Ammini-

stratore delegato dottor Massi-

mo Sarmi che, nella splendida

cornice del Teatro Verdi, ha

presentato il francobollo rice-

vendo dal grande pubblico am-

massato nel tempio della lirica

triestina una standing ovation. .

In precedenza nella sala del

Consiglio generale delle Poste

di Trieste era stata presentata

una mostra di francobolli e car-

toline sulle terre cedute da par-

te del collezionista Armando

Bassa apprezzato collaboratore

della Società Filatelica Numi-

smatica Dalmata, con il patro-

cinio della Lega Nazionale di

Trieste e del Libero Comune di

Zara in Esilio di Trieste - Dal-

mati italiani nel Mondo.

Ha riscosso notevole successo la mostra filatelica e dicartoline d’epoca sull’Istria, Fiume e la Dalmazia ospi-tata nella Sala del Consiglio delle Poste centrali di Trie-ste. Nella foto, il direttore delle Poste di Trieste dottorEzio Babuder, il collezionista ed espositore ArmandoBassa, la dirigente postale dott. Daniela Cattone, l’e-sperto dottor Franco Desanctis e il Presidente della Le-ga Nazionale Paolo Sardos Albertini.

A cura di Carlo Cetteo Cipriani e di Franca BallianaSerrentino, la Società Filatelica Numismatica Dalmata hapubblicato una cartolina che riproduce i francobolli ita-liani emessi per ricordate eventi storici della Venezia Giu-lia e Dalmazia. - 1921 Annessione della Venezia Giulia.- 1934 Decennale dell’impresa di Fiume. - 1949 Elezioni aTrieste. - 1952 Fiera di Trieste con il Tricolore. - 1966Martiri irridenti. - 1974 Niccolò Tommaseo. - 1997 Esododegli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia. - 2003 Liceoginnasio Gian Rinaldo Carli di Pisino d’Istria. - 2004 An-niversario di Trieste all’Italia. - 2005 Giorno del Ricordodell’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia.

L’applaudito intervento di Massimo Sardi al Teatro Verdi di Trieste. Il “Folier ”edito dalle posteche accompagna ed illustrail francobollo emesso perl’occasione, rappresentasimbolicamente l’esilio nellamaniera più cruda e menoretorica possibile. Due esuliche spingono un carretto an-ni ’40 con poche cose perso-nali che l’occhiuta polizia ti-tina consentiva di portarsidietro.

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pag. 20 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

IL CORRIERE DELLA SERA

IL GAZZETTINO

GENTE VENETA

Il campo profughi di Padriciano, a pochi chilometri da Trieste, rac-coglie oggi cimeli e memorie personali di quanti sono transitati perdisperdersi in tutto il mondo Di sopra un gruppo del “Dalmazia Club 1874 Trieste” tra i quali sidistingue Alberto Rutter, la Presidente Ada Ceccoli e l’alfiere Mar-cello Gabrielli all’ingresso di Padriciano. Al lato, un gruppo di cher-sini e zaratini di Sydney emigrati nella terra dei canguri.

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 21

Anche i titini hanno pensato bene di essere presenti alle nostre celebrazioni scrivendo con le pietre intorno a Trieste scritte inneggianti a Ti-to, come il nostro giornale ha già avuto occasione di denunciare. Di fronte a Gorizia hanno scritto “Nas Tito” ma i soliti burloni hanno tra-sformato la scritta in “Nas Fido” per tributare un omaggio al cane di famiglia. Poi però di fronte è stata scritto un grande “viva l’Italia” cheha chiuso definitivamente la battaglia delle scritte (foto dall’Arena di Pola)

“Dobbiamo portare con noi il ricordo dei Martiri delle Foibe e dell’Esodo italiano dall’Istria, Fiume e la Dalmazia e testimoniarlo dovun-que” ha detto il Sindaco di Ostra Vetere, Massimo Bello, all’intitolazione dei Giardini pubblici di Pongelli ai “Martiri delle Foibe”. Nella fo-to, accanto al Sindaco, parlano ai numerosi studenti, cittadini ed autorità marchigiane, lo zaratino ing. Francesco Rimando e la dott. Ful-via Tombolini, del direttivo dell’Associazione Nazionale Dalmata.

A Pescara dopo la Messa solenne, Myriam Paparella e Antonio Fares sono intervenuti alla Stele in Piazza Martiri Giuliano Dalmati e nelConsiglio Comunale, alla presenza dei consiglieri comunali e di un gran numero di cittadini pescarsi. Nella foto il consigliere comunale Ar-mando Foschi, l’assessore regionale Alfredo Castiglione, il vicesindaco Gianni Teodoro, Myriam Paparella e Antonio Fares

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pag. 22 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

Lo scorso anno promossa dai“Dalmata italiani nel Mondo”era stata murata su una paretedel Comune di Padova una la-pide commemorativa delleFoibe in occasione della Gior-no del Ricordo, il 10 febbraio2004, prima che la legge neconsacrasse l’ufficialità. Nonsi erano registrate contrarietà odissapori di rilievo e la pre-senza di due ministri della Re-pubblica, Fini e Giovanardi,del Sindaco di Padova Destro,del Presidente della ProvinciaCasarini, del nostro sindacoMissoni e di qualificate rap-presentanze della sinistra ave-vano conferito alla manifesta-

zione un’impronta “biparti-san” che concretizzava visiva-mente la memoria condivisain materia di Esodo e Foibe datutti gli italiani, con in testa ilPresidente della RepubblicaCiampi.Improvvisamente i soliti igno-ti, che non avevano avuto ilcoraggio politico di contestarele nostre celebrazioni, hannonottetempo picconato la lapidecommemorativa e tracciato suimuri una scritta che ci riportaindietro di sessanta anni quan-do la sinistra, allora alleata diTito e obbediente agli ordini diStalin che aveva sostenuto ildittatore comunista jugoslavo

nelle sue pretese di conquistaterritoriale, avevano escogita-to lo slogan sulle Foibe cimi-tero di criminali colpiti dall’i-nesorabile e perfetta giustiziapopolare.Gran parte della sinistra italia-na ha preso le distanze, dopooltre mezzo secolo, da questetesi aberranti e noi abbiamopreso atto con soddisfazioneche la verità storica era venutaa galla anche se ormai si eraperduto il treno della giustiziastorica e l’ingiustizia da noipatita aveva ormai il suggellodella definitività. Non contentidi ciò, teppisti e vandali pado-vani hanno rivendicato le tesi

che sessanta anni di prove han-no dimostrato essere false, co-me il nostro assessore GiorgioVarisco ha ben chiarito nelledue conferenze stampa allequali è prontamente intervenu-to, mentre il nostro tesoriereRemigio Dario ha emesso inci-sivi comunicati stampa ampia-mente ripresi dai giornali edalle tv locali e nazionali . “Non sarà qualche sconsidera-to che offende una lapide nelbuio della notte a cambiare ilvalore ed il significato dellanostra storia” ha dichiaratoDario Remigio commentandol’increscioso episodio padova-no.

IL MATTINO DI PADOVA

IL MATTINO DI PADOVA

IL CORRIERE DELLA SERA

Rotta la lapide per le vittime delle foibe, la rabbia di An

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 23

I REDUCI ANTIFASCISTI DI ZARA SI SENTONO ANCORA PARTIGIANI TITINI

MONUMENTO INDECENTE: UNO JUGOSLAVOCALPESTA IL CORPO DI UN BERSAGLIERE L’on. Menia ne chiede la rimozione, il sottosegretario Antonione sollecita il Governocroato a demolirlo perché offende l’Italia, i bersaglieri e lo spirito umanitario europeo

Gli ospitali abitanti dell’Isola di Eso (Iz) pensano ai turisti, e non solo a quelli italiani, e non vedono di buono occhio il truculento monu-mento, che viene considerato un ingombrante testimone delle crudeltà che hanno caratterizzato l’ultima guerra intestina europea.

Con la fine della Jugoslavia diTito, in tutta la Croazia ed inparticolare in Dalmazia sonoscomparsi i monumenti inneg-gianti al comunismo e allaguerra partigiana di Tito ed ingenerale tutti i ricordi di unaFederativa Jugoslava che, neiconfronti della Croazia, erastata matrigna non meno delprecedente Regno di Jugosla-via. Non si è sempre trattatodi provvedimenti amministra-tivi che rimuovevano statue elapidi, perché il più delle vol-te l’iniziativa privata locale haprovveduto spicciativamente afar saltare gli incomodi manu-fatti con la dinamite. Tra i po-chi “residuati bellici” sopravis-suti alla pulizia anticomunista,è rimasto però in piedi un mo-numento a Iso, in croato Iz,una piccola isola che non sivede da Zara perché posta die-tro l’Isola di Uliano, che haconservato un monumento incui un uomo saluta con il pu-gno chiuso e calpesta il corpoesanime di un soldato che por-ta il copricapo dei bersaglieriitaliani. Il monumento, foto-grafato a cura del bersagliere econsigliere comunale triestinoSalvatore Porro, è stato ogget-

to di un’interrogazione al Mi-nistro degli Esteri da parte del-l’on. Menia che ha chiesto

l’intervento del nostro Gover-no per rimuovere un’opera of-fensiva nei confronti dei ber-

saglieri, dei soldati e del popo-lo italiano. Il sottosegretarioagli esteri sen. Roberto Anto-nione ha annunciato che intutti i prossimi incontri con icolleghi croati chiederà losmantellamento della statua diEso “poiché è percettibile unconnotato di anti-italianità”. Nella recente assemblea an-nuale della sezione zaratinadell’Unione degli antifascistisi sono però levate molte vocipolemiche contro l’Italia e ilPresidente Branko Lovrin, inuna forsennata arringa control’Italia, ha tra l’altro dichiara-to “questa statua non deve rap-presentare per i nostri viciniun’offesa”…”chiederemo alGoverno croato una sollecitareazione”.A quanto ci è dato di sapere, lamaggioranza dell’opinionepubblica dalmata appoggia laproposta governativa di ri-muovere tutti i segni che esal-tino la violenza, l’odio versogli altri popoli e il vilipendioverso un Caduto, a qualunquenazionalità sia appartenuto eindipendentemente se in vitasia stato un nemico.

Il bassorilievo in bronzo ai piedi del monumento che riproduce unabattaglia che a Eso non si svolse mai

La parte superiore del monumento dove si intravede il piumetto delbersagliere umiliato dal partigiano jugoslavo

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pag. 24 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

DAL “IL CORRIERE DELLA SERA” DEL 4 APRILE 2005

Il Corriere della Sera pubblicaa tutta pagina il 4 aprile scorsonell’inserto economico, il tito-lo che riproduciamo in scala ri-dotta, e sottolinea che la PastaZara è il marchio prodotto inItalia più venduto nel mondo.Precisa il Corrierone “la diffe-renza, rispetto ai rivali, e che laPasta Zara si produce ancoratutta in Italia” Furio Bragagnolo l’attuale pre-sidente dell’Azienda chiarisce“per noi, restare in Italia è unascelta strategica importante,perché il nostro successo all’e-stero si basa proprio sul valoreaggiunto del made in Italy e irisultati parlano da soli: negliultimi anni abbiamo più cheraddoppiato la capacità pro-duttiva”. Passando in rassegna gli stabi-limenti così si esprime su quel-lo di Trieste – Muggia “Muggia ha una posizionestrategica – conferma Braga-gnolo – sia come porto che co-me snodo ferroviario affaccia-to sui mercati dell’Est. Inoltre,queste terre dove già mio non-no Umberto aveva avviato unostabilimento negli anni trentastanno diventando sempre piùcentrali… Si chiude così ilcerchio della storia, che avevaportato Umberto Bragagnoloda Castelfranco Veneto adaprire uno stabilimento a Zara

tra le due guerre, quando laDalmazia era italiana, nel pri-mo tentativo di conquistarenuovi mercati. Alla fine dellaSeconda Guerra mondiale -racconta Bragagnolo al Corrie-re – con l’avvento di Tito, lafabbrica era stata confiscata enonno Umberto sfuggì all’ar-resto per un soffio. Ma noi sia-mo rimasti legati a quella bellaavventura”. Del fenomenale successo dellaPasta Zara e dell’attaccamentodei Bragagnolo all’esperienzadalmatica si sono interessatimolti giornali italiani. Stralcia-

mo da “Città” un pezzo scrittoda Sereno Detoni, ripreso conqualche significativo taglio,anche da “Il Piccolo”. “Nel rione di Barcagno, a Za-ra, c’erano gli impianti indu-striali di un pastificio. La sedeoperativa della Sas Pastificiodi Zara”. Un dinamico indu-striale veneto, Umberto Ema-nuele Bragagnolo, originariodi Castelfranco Veneto, si eratrasferito a Zara, fondando ilpastificio. Il successo arrivòsubito per l’intraprendente in-dustriale veneto, tanto che lagente ripeteva simpaticamentein dialetto a proposito dellanuova fabbrica “No i ga gnan-

ca ancora fata la pasta, che i laga za tuta venduda”. Con loscoppia della seconda guerramondiale e con l’arrivo deipartigiani di Tito, il pastificiovenne chiuso e gli operai in-carcerati. L’attività produttivariprese con un nuovo marchio“Jadranska testenina Zadar ”ma in maniera precaria tantoche in seguito cessò definitiva-mente senza rimpianti. La fa-miglia Bragagnolo non si persed’animo e continuò a produrrepaste alimentari nel Veneto. Aricordo dello stabilimento dal-mata, la nuova produzione fuchiamata “Pasta Zara”. La se-de operativa si trova oggi a Ri-ese Pio X, località natale di pa-pa Sarto, nel trevigiano. Ses-sant’anni dopo l’esodo da Zaradell’industriale pastaio Um-berto Emanuele Bragagnolo, lafamiglia quasi a ricollegarsialle origini dalmate, ha volutocreare un nuovo stabilimento aTrieste, nella zona industrialedi Muggia in via delle Saline”.

Anche “Panorama” ha titolato

l’articolo sull’economia dedi-

cato alla Pasta Zara “è di Tre-

viso, esporta il 95% del fattu-

rato ed è diventato il secondo

marchio della pasta italiana

dopo la Barilla” sottolineando

che in un momento in cui vi è

una generale lamentela sul co-

sto della vita “la Pasta Zara

costa al pubblico da 0,44 a

0,48 euro per 500 grammi, il

10-15% in meno dei grandi

marchi italiani”

Gigante poco noto: Furio Bragagnolo, Presidente della Pasta Zara eVicepresidente dei pastai italiani (da Panorama)

L’entrata del nuovo imponente pastificio ZARA 2 di Trieste

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 25

All’Altare della Patria nellaGalleria delle Bandiere, è con-servata la Bandiera di combat-timento della Regia torpedinie-ra 55 che portò l’Italia a Zaranel 1918 Accanto un plastico, semprenell’Altare della Patria, dovela Venezia Giulia e Trieste par-lerebbero sloveno e l’interaDalmazia croato !!???

RADUNO DEI LUSSIGNANI: 14 E 15 MAGGIO

A PESCHIERA DEL GARDA

Per informazioni: Mariella Russo Quaglia tel. 010/38720

Marucci Morin Pogliani tel. 040/369601

“Lussino”, il bel periodicoedito dagli amici lussignani,ospita nel numero di febbraioun approfondito articolo suirestauri e la conservazione del“Bronzo di Lussino”, la ma-gnifica scultura greca traspor-tata, ai tempi dei romani, inItalia e che era finita sul fon-do del mare che l’ ha conser-vata fino ai nostri giorni. Eravamo intervenuti sugli or-ganismi internazionali che di-sciplinano la materia perché ,al tempo del rinvenimento, ilgoverno di Tudjman lo avevachiamato “Bronzo di Croa-zia”. Era il tempo in cui l’A-driatico era chiamato “Marecroaticum” e la Dalmazia“Croazia del sud”. Oggi, prendiamo atto con sod-disfazione che queste forzatu-re delle tradizioni geografichee delle convenzioni internazio-nali archeologiche sono unricordo, anche se gli amicilussignani, come tutte le altrecomunità delle isole dalmate,sono costretti a mettere al 1°punto dell’ O.d.G del loroRaduno “Perseguimento delloscopo per il quale la Comuni-tà è nata: proclamare la Storianostra e della nostra Isola e,quindi, la nostra e dei nostriAvi e l’identità latino-venetaitaliana”

IL GIOVANE MASSIMILIANO LACOTAPRESIDENTE

DELL’UNIONE DEGLI ISTRIANI

L’Assemblea generale dell’U-nione degli Istriani ha rinnova-to i propri dirigenti. E’ statoeletto presidente il dottor Mas-similiano Lacota il cui attivi-smo avevamo avuto occasionedi apprezzare nell’organizza-

zione della fiaccolata del 10febbraio dello scorso anno enelle manifestazioni triestinedi quest’anno. Abbiamo ancheapprezzato un’innovazione dinon poco momento: la presen-za ai massimi livelli della diri-genza della associazioni degliesuli tedeschi dei Sudeti, oltre

tre milioni, che Lacota, buonconoscitore della lingua, hacontattato e saputo valorizzarenel Convegno al Museo Revol-tella di Trieste. Ottimo anche ilsuo esordio nell’esecutivo del-la Federazione. Anche il vice

presidente è un giovane EnricoNoemi, che ha già avuto occa-sione di dimostrare le sue ca-pacità intellettuali e politichenell’Irci. Ai due nuovi dirigen-ti ed agli altri eletti, gli auguridi buon lavoro e di sempremaggiori successi.

Massimiliano Lacota ed Enrico Neami

COSÌ È,SE VI PARE

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pag. 26 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

Per quasi sette anni Giulino hacurato, tutto da solo, l’indiriz-zario del Giornale ricevendo incompenso reprimende di quan-ti avevano cambiato indirizzo,senza comunicarlo, ma rite-nendo che avrebbe dovuto in-tuirlo.Ha curato la ricezione, la con-tabilizzazione e la pubblica-zione dei contributi inviati perc/c postale al “Dalmata”, ri-cevendo speso bacchettate sul-le mani per non aver letto cor-rettamente le illeggibili firmedegli oblatori. Ha, infine, scrit-to - senza saltare un solo nu-mero del giornale - la rubricail “Viandante” evitando di es-sere sonoramente bastonatoda qualche dottor sottile perveri o presunti errori, solo per-ché abitava nella lontana e de-relitta Bolzano. In occasione del Natale, Giu-liano ha ottenuto udienza, nonè chiaro se in sogno o sul pal-coscenico, dal Padreterno alquale ha domandato, con ariavisibilmente polemica, se nonavesse sofferto abbastanza interra con la sua collaborazioneal giornale per farsi perdona-re i pecatacci dell’anima sua.Il Boss non rispose. Ma, tor-nato affranto e confuso a casa,Giuliano trovò segni inconfu-tabili di una volontà superiore:il computer era andato in tilt,erano andati perduti l’interoindirizzario e gli elenchi deglioblatori ed erano, inoltre,esaurite le foto destinate al“Viandante”, cosa di cui non siera reso conto. Sembrò a Giu-liano che questifossero tre segnidi incoraggia-mento a mutarestrada, per cuiprese carta e pen-na e rassegnò ledimissioni da tut-ti e tre gli incari-chi per i qualinon solo nonaveva mai rice-

vuto – come tutti i collaborato-ri del giornale – il becco di unquattrino ma, anzi, ci avevarimesso del suo. E non poco. Proprio in quel momento bus-sò alla porta un impresario.Delle pompe funebri, diretevoi. No, miei piccoli e male-voli amici, un impresario tea-trale che era stato folgoratodall’interpretazione che Giu-liano aveva sostenuto in unacommedia. Un altro segno di-vinatorio, che spingeva il No-stro verso nuovi traguardi arti-stici, che, peraltro, Il Dalma-ta – leggendo nei fondi del caf-fè ed interpretando il volo de-gli uccelli - aveva saputo pro-fetizzare.Scherzi a parte, col cuore af-franto e con qualche proble-ma in più da risolvere, la Re-dazione ritiene doveroso rin-graziare sinceramente Giulia-no De Zorzi per il suo notevo-le contributo al giornale e gliaugura successo e soddisfazio-ne nel campo dell’Arte allaquale sembra dedicare tutti isuoi sforzi. A noi il compito diricercare nuovi collaboratoriper il Giornale.. Ma “chi saràquel mona che collaborerà sa-pendo di non beccare un euro,di non ottenere mai un grazieanzi certo di sentirsi criticareper quello che farà?” Qualcu-no si trova sempre. E’ vero,bisogna che sia piuttosto mo-na. Come tutti noi, indistinta-mente, che operiamo in questaassurda Redazione.

E GIULIANO ANDÒ

DAL PADRETERNO

MANIFESTAZIONE ALLA CAMERA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DALMATA

Un dibattito sulle video casset-te prodotte dall’And di Roma,ha animato la solenne salaconvegni della Camera dei De-putati, dove è stata approfon-dita l’azione divulgativa chequesto strumento modernosvolge nell’opinione pubblicaitaliana, ancora poco informa-ta sulla grande tradizione cul-turale ed artistica della Dalma-

zia, sulla struttura urbanisticatipicamente veneta delle suecittà, sulle grandiose vestigiache la romanità ha disseminatosu tutta la costa illirica. Il presidente Guido Cace si èsoffermato sull’ampia disponi-bilità del nuovo Governo croa-to che guarda con interesse aquesta iniziativa destinata adincrementare il turismo cultu-rale in Dalmazia oggi molto li-mitato e sommerso da un turi-smo di massa italiano poco in-formato e che dispone di mi-nori possibilità di spesa all’e-stero.L’on. Menia ha ricordato che

la romanità, soprattutto inDalmazia, costituisce l’ele-mento unificante della culturaeuropea e la necessità di ricer-care in tutta la Dalmazia le an-tiche radici romane e veneteche sono a fondamento anchedella cultura croata e montene-grina. Un dotto intervento tec-nico del segretario dell’Asso-ciazione e coautore della cas-

setta “Spalato città imperiale”è stato pronunciato dal dottorMassimo Valentini la cui dis-sertazione ha toccato temi sto-rici di vasta portata, non estra-nei all’attualità politica odier-na.Ha concluso l’on. de’Vidovichche ha messo a fuoco il signi-ficato delle iniziative culturaliitaliane in Dalmazia, che tro-vano sempre più vasti consen-si tra gli intellettuali croati emontenegrini che lanciano al-l’Italia palesi segni per un’al-leanza tra le culture adriatichee per il rilancio della comuneciviltà mediterranea.

L’imponente Sala Marino messa a disposizione dalla Camera dei De-putati per l’importante Convegno dalmatico sulla divulgazione at-traverso videocassette e Cd della cultura illirica, romana e veneta inDalmazia

Il dottor Massimo Valentini, il nostro direttore, il Presidente GuidoCace e l’on. Roberto Menia al tavolo della Presidenza

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 27

Alleghiamo un calendarietto tascabile che ha il pregio di indivi-duare i santi patroni della Dalmazia. Per non sbagliare abbiamotelefonato a molte parrocchie della Dalmazia per avere un’auto-revole conferma. Preghiamo i lettori di segnalarci eventuali Santida noi trascurati, come per esempio San Zoilo che, secondo talu-no, sarebbe il quarto protettore di Zara.

1 gennaio Sant’Isidoro, Patrono di Cherso13 gennaio San. Trifone, Patrono di Cattaro14 gennaio Sant’Anastasia, Patrona di Zara e Zaravecchia17 gennaio Sant’Antonio, Abate Patrono di Lussingrande3 febbraio San Biagio, Patrono di Ragusa10 febbriao Giorno del Ricordo dell’Esilio italiano

da Dalmazia, Istria e Fiume1 aprile San Venanzio, Patrono di Salona

10 aprile San Doimo, Patrono di Spalato23 aprile San Giorgio, Patrono di Antivari e di Capocesto25 aprile San Marco, Patrono di Venezia e Curzola1 giugno San Gaudenzio, Patrono di Ossero4 giugno San Quirino, Patrono di Veglia24 giugno San Giovanni Batt., Patrono di Budua25 luglio San Giacomo, Patrono di Sebenico

e San Cristoforo, Patrono di Arbe1 agosto San Stefano, Patrono di Lesina15 agosto Assunzione Beata Vergine, Patrona di Pago

e di Bellafusa29 agosto San Pietro, Patrono della Brazza30 settembre San Girolano, Patrono della Dalmazia8 ottobre San Simeone, Patrono di Zara11 novembre San Martino, Patrono di Lussinpiccolo14 novembre San Giovanni, Patrono di Traù24 novembre San Grisogono, Patrono di Zara6 dicembre San Niccolò, Festa dei bambini di Dalmazia13 dicembre Santa Lucia, Festa dei Bambini di Zara26 dicembre Santo Stefano, Patrono di Solta

RACHELE E FABIO SPOSI A TRIESTE

Rachele Denon Poggi, la segretaria del nostro Giornale, della De-legazione triestina del Libero Comune e della Fondazione RustiaTraine, si è sposata a Trieste con Fabio Radoicovich, triestinocon ascendenze di origine dalmata, nel caso di Ragusa, che haperduto - come tanti - ogni contatto con la terra di origine. Al ma-trimonio hanno partecipato molti amici dalmati e triestini chehanno brindato alla felicità degli sposi in un noto locale di Piaz-za dell’Unità d’Italia, per poi trasferirsi in un tipico locale carso-lino famoso per la mangiate pantagrueliche. Agli sposi, ed in par-ticolare alla nostra Rachele, agli auguri della Giunta comunaleaggiungiamo quelli della Redazione triestina e dei molti affezio-nati lettori.

ANNA GAZZARI COMPIE 107 ANNI

Nata a Zara il 27 ottobre 1897, Anna Jurina Gazzari ha compiutolo scorso ottobre 107 anni, mantenendo il primato della longevi-tà dei zaratini e forse dell’intera Dalmazia. Il compleanno è statofesteggiato presso l’Istituto Menegazzi, alla presenza del ViceSindaco di Treviso e del Sindaco di Cordignano, dove il maritoaveva svolto il suo ultimo servizio, e dei rappresentanti degli esu-li di Treviso, degli ospiti dell’Istituto, di numerosi amici, dei trefigli con mogli e di un bel numero di nipoti e pronipoti. La Giun-ta del nostro Libero Comune di Zara in Esilio ha inviato calorosiauguri ed il Vice Sindaco Franco Luxardo una inviato un signifi-cativo dono che vediamo nella foto insieme alla festeggiata e alfiglio Piero Gazzari

Calendario de

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Il 10 gennaio è mancato a Go-rizia Edo Apollonio, gran gen-tiluomo e fervido patriota, chetanto aveva dato, lui istriano,alla causa dei dalmati al puntodi meritarsi la cittadinanzaonoraria di cui andava orgo-

glioso. Al suo funerale era pre-sente una nutrita rappresentan-za di dalmati venuti da Triestee da tutta la regione, perchéEdo era molto amato da noitutti e altamente consideratoda amici e da avversari. Avevaspesso colto nel segno ed eraintervenuto nelle polemicheche periodicamente nascono alconfine orientale sull’esilio esulle Foibe con frasi puntualiche non lasciavamo spazio arepliche. I titoli delle sue pub-blicazioni erano spesso un pro-gramma come nel caso di“Una maggioranza che diven-ne minoranza” con la qualecontestava il vezzo diffuso nel-le terre cedute di chiamare mi-noranza gli italiani, trascuran-do il fatto che qualsiasi territo-rio sottoposto all’Esodo mas-siccio della maggioranza dellapopolazione trasforma in unaminoranza. Al contrario, diquanto avviene per la mino-ranza, molto diversa, slovenadi Gorizia e Trieste, che mino-ranza in quelle terre è semprestata.Quando era già minato da ma-lattia che non perdona, mi tele-fonò per correggere il testodell’ oblazione che aveva in-viato al nostro giornale per ri-cordare la zia Anita Apollo-nio, moglie dell’indimenticato

Carlo Staimbach sempre pre-sente alle manifestazioni dal-matiche a Trieste perché conCarlo aveva sposato anche lacausa dalmata. Con Edo eravamo amici fin daitempi del campeggio deiGruppi giovanili adriatici chesi svolsero a Lignano Sabbia-doro, dove conobbe Silvia,diventata sua moglie, sua so-stenitrice, sua ispiratrice e ma-dre di Martina, che è stata di-rettore dell’Arena di Pola e diMarco, sui quali contava percontinuare la sua opera. CiaoEdo, mi mancherà il tuo consi-glio saggio e intransigente emancherà a tutti gli italiani delconfine orientale la tua fede ela tua consapevole determina-zione. Dir.

pag. 28 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

La Comunità zaratina di Trie-ste perde con la scomparsa diGuido Stecher uno dei suoipiù illustri componenti. E’ sta-to accompagnato al Cimiterodi San Sabba da un nutritogruppo di concittadini e di trie-stini che hanno avuto occasio-ne di apprezzarlo in questomezzo secolo di presenza giu-liana, quale Ispettore di doga-na. Nato a Zara il 24 agosto del‘22 era stato all’Accademiadegli Allievi Ufficiali dell’A-viazione di Padova e l’8 set-tembre venne deportato neicampi di concentramento diVitzendorf e di Lubecca. Conl’illusione di essere rimpatria-to in Italia aderì al Fronte an-ticomunista che lo inviò sul

fronte di Normandia. Dopo losbarco, venne fatto prigionie-

ro dagli inglese ed inviatonelle isole Orcadi. Ritornò nel’46 a Trieste dove è stato diri-gente delle organizzazioni dal-matiche, dei nostri circolisportivi e dello Jadera.

CITTADINO ONORARIO DI ZARA UNA COLONNA DI TRIESTE

A Roma il 5 luglio 2004 èmancato Giuseppe Tamino.Era nato a Zara il 21 dicembre1910. Fu Capitano del 6° Re-parto Speciale di Artiglieriaaggregato al Corpo d’Armata.Fatto prigioniero dai tedeschil’8 settembre 1943 rimpatriò il21 agosto 1945. Per lunghi anni fu direttoredello zoo della capitale.A Zara sposò Gianna Varisco,la “guida” della famiglia, dicui restò per sempre dolce-mente ed irrimediabilmente in-namorato e con cui condivisele gioie ed i dolori dei Variscoche risiedono a Roma. Ricor-diamo “Tonci”, “carabinieregentiluomo”, che con il suo sa-crificio ha meritato una Meda-glia d’Oro che i dalmati ideal-mente portano al petto. La suaè la medaglia al nostro amor diPatria.Bepi Tamino ha rappresentatola sintesi di una dalmaticità au-tentica, fatta di gesti cordiali,simpatia e signorilità, unite adun tratto giovanile, critico edissacrante che appartiene allacultura della nostra gente. Siparlava con lui di una Zarasenza veli, ricca di slanci e d’i-nevitabili contraddizioni. Altriamici della sua levatura cultu-rale hanno scelto di vivere l’e-

silio in silenzio, dedicando allafamiglia una vita semplice, maricca di slanci, conoscenza,princìpi, valori ed emozioni.Insieme a tutti coloro che loricordano, così lo salutano ifigli: “Ci hai trasmesso l’amo-re con la testimonianza, la con-

tinuità dei messaggi, la coeren-za delle azioni. Ci hai arricchi-ti giorno per giorno, ora perora. Ci ha consegnato un mon-do ricco di fantasia, di cultura,di rigore ma anche di amore edi educazione. Grazie papà”.

Giorgio Varisco

SOLDATO, PADRE, MARITO ED ESULE

Il 4 marzo 2005 Piero de Gen-naro ci ha lasciato. Era nato aZara in Calle Paravia, accantoalla Chiesa della Madonna del-la Salute in Campo Castello,e da quasi sessant’anni vivevaa Torino. Il 17 maggio del 1948, assie-me a quel che restava della suafamiglia e dei suoi amici, salìla scaletta del piroscafo Istra elasciò per sempre la sua città.Ma non portò con sé l’immagi-ne spettrale di una città in ma-cerie e neppure il colore grigiodel cielo bruciato dalle bombeo le venature nere del mare av-velenato dalla nafta delle naviaffondate nel porto. Si riempìgli occhi dello scintillio del so-le sulle pietre immacolate deimuri e delle calli di Zara, deiriflessi dorati del tramontoquando il sole si scioglie nelmare turchese laggiù, oltre leisole graffiate dal verde sel-

vaggio e contorto di ulivi, fichie ginepri..Adesso Piero non c’è più, sen’è andato, ma ci ha lasciatoun grande dono: ogni volta chei nostri occhi sfioreranno lesue tele e si riempiranno diquelle visioni di Zara, di queicieli infiniti e di quelle isoleimmobili nel tempo e nel ma-re, sarà come incrociare il suosguardo ancora e per sempre.

PITTORE MEDITERRANEO

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 29

LUTTO IN AUSTRALIA

Il 26 giungo 2004 è scomparsaa Sydney la concittadina InesPerovich ved. Jelich nata a Za-ra il 20 gennaio 1929, che abi-tava nella nostra città in CalleSan Demetrio. Esule in Au-stralia nell’immediato dopo-guerra, era l’amata moglie diValerio Jelich, un appassiona-to amante dello sport, che fufondatore e presidente dellasocietà sportiva “Diadora Ten-nis Club” di Sydney e delega-to di zona della FederazioneItaliana Tennis. Al figlio Jim eai familiari tutti le condoglian-ze della vecchia guardia zara-tina.

DA CATTARO, CON

IL II° ESODO

All’età di 91 anni è deceduta,a Santa Margherita Ligure,Imperia Peratti ved. Rougier.Era nata a Cattaro il 17 set-tembre 1913. in seguito visse aZara con la famiglia, città allaquale si era profondamente af-fezionata. E’ stata animata dagrandi ideali patriottici. Haraggiunto il marito, OlimpioRougier, zaratino, scomparsoqualche anno fa. La ricordia-mo con rimpianto. LilianaBulian ved. Pivac, Vesna Vi-dulli e Lalla Lana

DA VAL DE GHISI A BOLOGNA

E' ritornata alla casa del padreceleste, la zaratina di Val deGhisi Vera Murat ved. Ko-walczyk, nata a Zara il 5 apri-le 1920 e deceduta a Bolognail 31 gennaio 2005. Figlia uni-ca di Andrea Murat e di Do-menica Gazich di Casali, eramolto nota per la gestione delristorante in Calle San Dome-nico. Lo ricordano ai concitta-dini i figli addolorati Silvana eAttilio Kowalczyk.

ZARATINA DI CUORE

Il giorno 10 ottobre 2004 al-l’età di 92 anni ha finito la suavita terrena Nora Orlich nata aZara. Dalmata di rango con unpatrimonio di virtù che siesprimevano soprattutto nel-

l’amore per la sua famiglia(fratelli, sorelle, nipoti) con laquale visse felicemente sinoall’ultimo giorno. Era contor-nata da uno stuolo di nipoti,verso i quali riversò tutto ilsuo affetto, cercando di dialo-gare sempre con gentilezza ecomprensione donando loroamore a piene mani.

MONUMENTO IN MEMORIA DEGLI ISTRIANI, FIUMANI EDALMATI, SEPOLTI IN TUTTI I CIMITERI DEL MONDO. OPERA DI MICHELE PRIVILEGGI 10 FEBBRAIO 2003

Quelle luci, quei riflessi, queicolori Piero li riprendeva e liripeteva in un gesto senza po-sa, quasi un rito, ogni volta chela sua mano stendeva i colori

sulla tela.Dipingere e ridipingere quelcielo, quel mare, quelle isole,era il suo modo di raccontare atutti che quella terra lì, quelle

pietre lì, erano esistite vera-mente e che non erano sogno,fantasia o delirio

Maurizio Bettelli

PARLA DI DALMAZIACON I SUOI QUADRI

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pag. 30 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

“P“Pererchè “Il dalmata” vichè “Il dalmata” vivva libera liberooe senza condizionamenti”e senza condizionamenti”

MARIO GIORGOLO Gemona delFriuli (UD) 10,00CESARE DELLA GASPERA – SanDonà di Piave 12,00ALFREDO POLESSI – Verona Peronorare la memoria di Pino Ingravalledeceduto in Australia 15,00PAOLO ZENONI POLITEO – Vene-zia 30,00ANTONIO DUCA – Bologna 15,00CLAUDIO GHIRIGHIN – Desenza-no del Garda 40,00AMELIA SALA ved.ALLACEVICH– Macerata 50,00GIORGIO CIAMPANI – Roma Inmemoria dei miei genitori Tommaso eIgina Marincovich 25,00 PAOLO LOSI - Piacenza 10,35ZANNONI GIOVANNI BATTISTA –Padova In ricordo dei propri genitoriSoglian Nicoletta e Mariano Zannoni15,00PINO ROSA – Milano 10,00RAIMONDO MEAK – Torino 25,00GIANNI GERMANI –Padova 500,00MIJC ELISABETTA ZANELLA –Lodi Per il giornale con la preghiera ditrovare uno spazio per pubblicare An-drea Fossombrone. ( n.d.r. ringrazioper la gentilissima lettera alla quale horisposto a parte) 20,00ANTONIO RACCAMARICH – Ro-ma 30,00REDENTA ORLICH GILARDI –Fertilia (SS) In memoria della cara cu-gina Nora Orlich 20,00GIUSEPPE DONGIVIM Muggia20,00 (n.d.r. non so se ho letto bene iltuo cognome, ti prego la prossima vol-ta di scrivere un po’ più lentamente...grazie)OSCAR BENUSSI – Milano 20,00 OSCAR MIOTTO – Roma 20,00NINA ZVIETICH NARDELLI – Fi-renze 2,58ANTONIO BAILO – Orzignano (Pi-sa) Con i più cari saluti a tutti i zarati-ni 25,00ROMANO MARSANO – Milano Inricordo dei miei cari Giovanni, Maria,Elio e Benito Marsano 50,00ANDREA GHERDINI – Firenze50,00DANIELA FABIANI LENATO –Landriano (PV) 50,00NORA SIMUNZICH VACCARI –Cesano Maderno (MI) In memoria dimio marito Francesco Vaccari 50,00IDA MABURZIO – Roma Cinquebaci alla nostra mamma Emilia che ri-posa nel cimitero di Zara e un bacio aZara 30,00ARGENTINA HANDL – Udine15,00CLAUDIO AGOSTINI – Albignase-gno (PD) Contributo per amicizia esimpatia 50,00 (n.d.r. noi tutti con-traccambiamo sia l’amicizia che lasimpatia.)SERGIO STIPCEVICH – BolognaPer ricordare i miei genitori e i miei

consuoceri 20,00GAETANO CANE’ – Bologna 10,00FIAMMETTA FABIANI – Roma Peri miei cari genitori Luigi Fabiani e Ma-ria Nives Nadali (Zara 7.11.907 – Ro-ma 14.11.2003) 20,00FRANCA e MARIA DE PASCALIS– Lecce Per ricordare mamma Jole,papà Francesco e il caro fratello Pino30,00EVANGELIA MASSA PAVLIDIS –Gorizia 50,00TULLIO TAMINO –MontegrottoTerme (PD) 30,00GIANPAOLO BERENGAN – RomaPer Il Dalmata, ricordando Zara 30,00LUIGI PONI – Genzano di Roma10,00GIAN DOMENICO CARSTULO-VICH –Milano 10,00ASS. NAZIONALE BERSAGLIERI –Bolzano 15,00DARIO MAURI – Padova 10,00ZORIZZA CLELIA FILIPPINI –Brescia In memoria dei genitori Du-chic Carolina morta il 4.5.04 e ZorizzaAlberto morto nel 1989 50,00ANTONIA NEMARICH – Trieste35,00COSTAURA BOXIN ARIANNA –Alba Un augurio annuale a tutti 15,00ANNAMARIA BASSETTI – Brescia5,00RENATO KRSTIC – San Felice10,00MUTARELLO SUSCO FRANCE-SCO – Mestre 15,00LUCIANA CHIARIONI v.MAN-FRONCELLI – Roma 20,00ANNAMARIA MUSSAP – SettimoTorinese 10,00VITTORIO VIGORELLI BALZA-RINI – Milano In memoria di Rita Pia-sevoli (Zaratina) e Mario Balzarini(Legionario fiuman) 10,00 (n.d.r. percuriosità questo versamento è stato fat-to in data 26 agosto e sono riuscito adottenerne una fotocopia solo il 24 no-vembre…)ANNA NOVASELICH, Bovolenta Pd,per contributo e per ricordare mio ma-rito Dell’Orco Natale, 20,00.ADRIANA VIO MARCHESINI, con-tributo, 50,00.FACCINI MIRANDA, Milano,in ri-cordo di papà Casimiro, mamma Giu-seppina e fratello Romano, 30,00VINCENZO GIUNIO, Pescara, Ricor-dando i cari defunti, 20,00LIVIA DUDAN, Milano, contributo2005, 35,00DARIO NANNI, Fertilia, rinnovo con-tributo, 25,00BRUNO RACCAMARICH, Bologna,I bisnonni Bruno Raccamarich e Silva-na Garnutti festeggiano la nascita a Pa-rigi 27 dicembre 2004 di Louison Fro-maget, 12° pronipote in terra di Fran-cia. 30,00IMOLIC’ VINCENZA, Milano, 30,00ANGELO BOMBELLI, Milano, In

memoria della mia moglie Liliana eperché Il Dalmata continui a vivere.30,00NYDIA SUPPINI,Trieste, per ricorda-re il cugino Piero Lovrovich il “mae-stro buono”da Zara, 20DINI PIETRO,Udine, contributo per l’anno 2005 a “Il Dalmata”,20GASPARINI MARIO, Monfalcone ,per il giornale “Il Dalmata”, 20ELEONORA DUDEKAFONIA, Me-stre, grazie a tutta la redazione de “IlDalmata” con i più cordiali saluti, 25PAVCOVICH CODAZZI MIRELLA,Mestre, per ricordare il cognato Ame-deo Sala, deceduto a Perth (Australia),25MAINO MARIO,Roveretto, per l’an-no 2005, 30ROZBOWSKY ETTA, Duino (Ts), Inricordo del mio caro fratello Biagio nelXX°anniversario della sua scomparsa,la moglie Lilia e tutti i cari defunti diZara e della Dalmazia, pace a tutti inCristo,Etta, 50HANDL ARGENTINA,Udine, per“IL Dalmata”GALASSO AVV. ENNIO,Torino, con-tributo per il 2005, 20JOHNSON BUBA GIVOVICH DALPOZZO,S.Remo, 25DUDAN LIVIA, Milano, contributo2005, 35CERLIENCO GUERRINO, Monza,Un grazie per il vostro lavoro e un pen-siero per i dalmati vivi e non. 100DUSIZZA UMBERTO,Pineto,contri-buto 2005, 10CALMETTA MADERA e RACA-MATO ERIKA, Fermo, In memoria diLeonida Ricamato, 50COSTAURA BOXIN MARLENA,To-rino, a “Il Dalmata”,20JURINICH ETTORE, Milano, In ri-cordo dei miei genitori Bepi ed OlivaJelencovich, 25BRACALI PAPARELLA MYRIAM,Pescara, perché ve voio ben!, 30RICCIARDI LIVIO,Napoli, In ricordodella mamma Nives Dworzak nel deci-mo anniversario della scomparsa, 50CECCHI D’ACCARDI ROSA, Anco-na, per tutti i miei cari defunti, 15NARDELLI ZVIETICH NINA, Firen-ze, In memoria del mio caro fratelloBruno e tutti i cari di Zara e Dalmazia,grazie per “Il Dalmata”,10GASPAR GIORGIO, Mestre, In me-moria di chi ci ha lasciato, 10ROTH AUNEDI NEDA, Trieste, Inmemoria del marito Oliviero Roth, 20HELD DELICH GIORGIA, Mestre,contributo per il 2005, 30MILIVOI GOICH, Trieste, 30ZILIOTTO DONATI ELENA, Bassa-no del Grappa, per ricordare tutti imiei cari defunti, 50BRIATA WALTER, Torino, saluti aUlisse Donati bravo organizzatoredeiviaggi a Zara in Maggio e per i mortiin novembre (dovemo sempre andar),

30,00ELIO IARABEK, Belluno, 10,00MAZZELLA ANNUNZIO, MestreVe, rinnovo del contributo a IL Dalma-ta anno 2005, 15,00BECICH SIMONETTA,S.Pietro diFeletto Tv, offerta annuale, 20,00UNICH GIANNI, Roma, In memoriadi mio padre Matteo Unich, 10BARRANCO FILIPPI CESIA, Roma,Con un grazie affettuoso per l’impe-gno dell’impareggiabile De Zorzi e unabbraccio agli alpini del gruppo Zara,30BRCIC SERGIO, Mestre, “colombina2005”, 10de’ FERRA CLAUDIO, Duino (Ts), Inricordo de Ferruccio De’ Michieli Vit-turi, 20D’AMBROSIO RICCARDO, Trieste,In ricordo di Narcisio Detoni, GiulioMotka Guido Stecher, 25REDOVNI LOVICH GRAZIELLA,Mestre, In ricordo dell’indimenticabileElda Bovaro Brizzi Mattioli, 30de ZOTTI DIANA,Trieste, contributoa “Il Dalmata” 2005, 20STOLFA MOLINARI ANITA, Trie-ste, 10MEZZANI ERNESTA, S.Donato Mi-lanese, 30CAIZZI TOMMASO,Crema (Cr),contributo al periodico “Il Dalmata”,30de SCHUH RIZZOV TINA, Argenti-na, in ricordo del mio caro RinoSchuh, mio fratello Vlado Rizzov,lamia amica Anna e Vanda Matessich, $50DEI MEDICI VINCENZO, Padova,contributo, 10CRONIA LIONELLA,Pianoro (Bo),in memoria dei miei genitori Giuseppee Lea Kreiza, 50COURIR LUIGI, Genova, 25GOSPODNETICH PAOLO, Milano,contributo a “Il Dalmata”anno 2005,25KIOWARDAY CATERINA, Monza,contributo 2005, 25MARTINIS MARCHI, Milano, mo-glie e figli ricordano il N.H. OttavioMartinis Marchi, 30BARCELLESI PIERO, Codogno,contributo al giornale “Il Dalmata”, 30BATTAGLI ADA, Urbino, 50MEOLA PIETRO, Como, 30GRASSINI MARSAN MARIA BRU-NA, Legnano (Mi), per ricordaremamma Anna MarsanANTONIO E GIUSEPPINA PICCINI–Trieste 10,00.ONORATA RACCAMARICH FEKE-ZA –Trieste, Contributo a Il Dalmata20,00LUIGI NARDINI, Trieste, In memoriadella madre Nydia Pellegrini vedovaCardini, 20,00CARMEN CARNINCICH FOCAR-DI, Trieste 25.00LUCIANO LONGO, Marino 50,00

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IL DALMATA dicembre 2004-marzo 2005 pag. 31

“Leggo sempr“Leggo sempre l’elenco dei contribe l’elenco dei contributi peruti perchéchévi riscoprvi riscopro amici amati e dimenticati”o amici amati e dimenticati”

SALVATORE JURINICH, Milano,Auguri e serenità per il 2005 15,00.LUIGI BATTIGELLI, Milano, Contri-buto anno 2005, 20,00.TERESA FATTOVICH , Merano, Peronorare la memoria del marito Fatto-vich Giuseppe, 30,00TOMMASO IVANON, Padova, offer-ta 2005 per Il Dalmata, 5,00.CARLO PAOLI, Trieste 15,00IDA CAPURSO CECCHERINI, Pa-dova, quota associativa anno 2005,20,00GIOVANNI GHIGLIANOVICH, Bel-luno, contributo anno 2005, 20,00LUCIO CHALVIEN, Trieste, offerta,25,00GIUSEPPE DEL ROSSO, Trieste, Inricordo di mia mamma Maria Teresa diZara, 25,00ELEONORA MARUSSI DEBELLI,Trieste, Il Dalmata, 30,00EZIO GENTILCORE, Duino-Aurisi-na, 30,00MARA BAICI CHERSINA di Trieste,contributo 2005, 30,00ARGENTINA HANDL, Udine, per IlDalamata, 30,00.ANNA STEFANJA MANZI, Alba–CN, Per rinnovo contributo a Il Dal-mata, cari saluti a tutti, 15,00GIANNI SOGLIAN, Taranto, 15,00ANTONIO NICCOLICH, Milano,contributo anno 2005, 20,00GIUSEPPE PETTAZZI, Rocchetta Ta-naro, Perché “Il Dalmata” abbia sem-pre successo, 25,00ALBINO PETANI, Cagliari, 20,00MARIO VIGIAK, S.Pietro di Feletto,contributo, 15,00MIRANDA BARATTINI, Udine, con-tributo, 20,00.ASSOCIAZIONE NAZIONALE VE-NEZIA GIULIA E DALMAZIA, Pa-dova, 30,00.GABRIELE SPINELLI, Monfalcone-GO, 30,00CLAUDIO DOPUGGI, Trieste, Augu-ri per il 2005 sperando che non si per-dano tra le scartoffie, come nel biennioprecedente, 30,00ARMANDO MABURZIO, Roma, Inmemoria alla mia mamma Emilia e atutti gli esuli del mondo, 50,00.VITTORIO GHERDOVICH, Firenze,contributo anno 2005, 20,00VLADOVICH ALBINO, Marina diPisa, 15,00MARIA USMIANI AMICHIARI, Se-sto Fiorentino contributo 2005, 22,00.FERRUCCIA FARAGUNA, Trieste,contributo 2005, 50,00.FAMIGLIA BONTEMPI, Pesaro, an-no 2005, 25,00.ITALO PERRUZZOTTI, Gallarate, Inricordo della mamma Katina e dellasorella Nevenka, 15,00.LUIGI MANISCALCO, Varese, con-tributo 2005, 15,00GRAZIELLA SACCHETTI, Lodi,contributo a “Il Damata”20,00.

LIA LORENZINI, Brescia, per ricor-dare tutti i miei cari, grazie, 20,00MARIA LLUPI, Trieste, per non di-menticare, 10,00RITA BUGATTO, Udine, 20,00GIANFRANCO LAUREATI , Udine ,rinnovo contributo , 30,00NEVENCA GASH, Monterchi AR,10,00AVITO SALA, Genova, 10,00GIGLIOLA MAYERLE TATEO, Bo-logna, per ricordare nel primo anni-versario della scomparsa il mio carissi-mo marito, generale Giovanni Tateo,50,00.MARIA PIZIC, Trapani, 10,00GIORGIO BARONI , Milano , viva laDalmazia , 15,00ROBERTO OBERTI DI VALNERA,Milano, contributo 2005, 40,00MARIA REGINA VOLPI, Milano,rinnovo contributo, 50,00.ANTONINO PIUTTI, Brindisi, rinno-vo anno 2005, 15,00.LINA DEL BIANCO CANZIA, Me-stre, la moglie Lina Del Bianco Canziacon il figlio Paolo Canzia, in memoriadel marito e padre prof, Albino Canzia,50,00.PAOLO FRANICH e fratelli, Vicenza,in memoria del padre Ugo, 30,00.MAFALDA SIRNA CODAN, Bibio-ne, contributo, 25,00ANNA MARSAN; Genova, per conti-nuare a ricevere il nostro bel giornale !10,00.MARTINOVICH VALNEA, Villar Pe-rosa TO, contributo annuo, 20,00ELVIA RIGATTI, Novara, per Il Dal-mata, 25,00.GASPARINA MESNICH, Milano,contributo, 20,00GIUSEPPINA CANCELLI, Varese,contributo al giornale Il Dalmata,30,00.ROMANA SUKICH, Milano, offertabimestrale per “ il dalmata”, 10,00.FIORETTA JELICH, Milano, anno2005, 20,00SERGIO FANTONI, Bologna, 15,00LAURA TREVERI, Chiavari, auguridi buon anno, 15,00LUCIO MUSSAP, Bogotaro Torinese,per invio giornale Il Dalmata, 50,00.GIORGIO GASPAR, Mestre VE, per-ché i nostri ricordi non muiano, 10,00TULLIO STRAUS, Castel Franco Ve-neto, contributo, 15,00.TEODORO BERNARDI, Merano,contributo, 25,00.LAURA SARTORELLI de ROSSI-GNOLI, Udine, offerta, 25,00ANNA NELLA ROCHLITZER LO-RENZINI, Trieste, 50,00.SABINA SILLA, Pesaro, 10,00MARGHERITA BORRI ved. PHI-LIPP, contributo giornale, 16,00GUIDO de DENARO, Jesi AN. contri-buto 2005 e grazie per l’albo d’oro al-le famiglie nobili, 30,00LEDA JURINA, Falconara Marittima,

alla memoria dei miei cari genitori Ju-rina Antonio e Zivcovich Nives, 25,00LUCIANO LUCIANI, Roma, in me-moria dei genitori Grazia Soric e Ni-colò Luciani , 50,00MARIO ZERAUSCHEK, Firenze, peri cognomi che go leto sul giornal e chegò sentio da piccolo, 50,00CLARA, CRISTINA E MASSIMOTOPPARELLI, Bassano del Grappa,in ricordo del papà Guerrino Topparel-li, 10,00.SUPPINI MIRANDA, Trieste, 10,00ANNA MENAPACE, Riva della Gar-da TN, periodico, 10,00LORENZO CAPURSO, MonfalconeGO, Per Zara italiana, 20,00SILVIO CARAVANI, Piove di SaccoPa, contributo 2005 a “Il Dalmata”,30,00.GIANNA GLIUBICH DAMIANI, Fi-denza, 30,00MARIA LUISA BARCUCCI.Padova,Per ricordare il marito Isidoro e i fra-telli Alberto ed Emo Barcucci, 50,00.GIANFRANCO LALLI, Padova, perIl Dalmata, 50,00RENATO RANDI, Roma, Per ricorda-re i nostri morti e la nostra Zara, 20,00.VENUS MISTRONI, Bologna, contri-buto 2005, 20,00PAOLO VALLERY, Savona, ricordan-do i nostri cari saluto cordialmente glizaratini e dalmati tutti, 10,00STENIO ROUBA, Tavarnelle PE, perquota associativa, 50,00.SILVIA VOIVODICH MERONI, Se-sto S. Giovanni MI, In memoria dellazia Olga Fabi deceduta il 22/10/04 aRoma, 20,00ALICE MODER, Pescara, Per ricor-dare i propri cari, 30,00FIORENZO delli GALZIANA, Mila-no, contributo, 100,00IDA MABURZIO, Roma, Alla nostramamma Emilia 5 rose, 5 baci dai suoi5 figli e baci, tanti baci alla mia Zara,30,00SEBASTIANO LUPINACCI, Roma,Il Dalmata, 20,00VINCENZA PALMA, Napoli, contri-buto 2005, 20,00ELEONORA RADMAN, LagundoBZ, contributo per mensile, 15,00.REMO PODERINI, Brufapo, Per IlDalmata, 25,00TINA STEFANI BIRGA, Firenze,contributo 2005, 30,00BIANCA BELLANTONI, Novi Ligu-re AL per i miei defunti, 15,00.MAURIZIO FERRARI CUPILLI, To-rino, contributo al periodico Il Dalma-ta, 20,00.GIOVANNI BATTARA, Varese, rin-novo contributo 2005, 25,00.ROBERTO GRASSO, Treviso, 15,00DOMENICA BERNETTI KORMAN,Roma, Con tanti auguri a tutti per il2005, 20,00.LIA COLOMBANI; Schio , a Il Dal-mata, 25,00

NORA RIGATTI, Fiumicello UD,quota associativa, 25,00.MARIA FILIPPI, Venezia, contributo2005, 26,00PAOLA MARUSSI, Monfalcone Go,anno 2005, 45,00GIOVANNI MESTROVICH, Osimo,In memoria dei defunti, 20,00.KERTICH CATERINA, Ciampino, Inricordo di mia mamma Lunich ReginaMaria , 20,00MASSIMO ZOLDAN, Bergamo, Perricordare la mia cara moglie Anita Za-mola e mio fratello Mario, 30,00.ANVGD, Novara, pro periodico,15,00NATALINA CIURCOVICH, Borgo-manero, In memoria di Cappellari Ma-rio e Maria Rosa, 20,00LUCIANO BAILO, Firenze, per IlDalmata, 20,00FIORENZA ANGELUCCI BAL-DANZA, Macerata, Buon anno a tuttala redazione, 30,00.IURINA ANNA VED. GAZZARI,Treviso, anno 2005, 20,00SILVIO GAZZARI, Treviso, anno2005, 20,00PAOLA MARUSSI, Padova, contribu-to 2005, 25,00MICHELE DRAGAGNA, Padova,Contributo 2005, 30,00.PIETRO ENRICO DI PRAMPERO,Udine, due quote associative, 50,00UGO LANA, Ponte S: Nicolò PD,contributo, 100,00.GRAZIELLA FRANICHIEVICH,Brescia, rinnovo contributo Il Dalma-ta, 20,00.RAFFAELLA RANIERI, Lurago Ma-rinone, rinnovo contributo di GianniGosponetich, 30,00ELISA MEDEOT, Torino, a IL Dal-mata. 15,00CANZIA GIUSEPPE, Trieste, contri-buto anno 2005, 10,00PIERINA FERRARI, Trieste, contri-buto anno 2005, 16,00.GIOVANNI SALGHETTI DRIOLI,Bolzano anno 2005, 30,00.LUCIA RUBINI, Sondrio, Per unalunga vita al periodico Il Dalmata, checi regala serenità e un bel grazie ai bra-vi collaboratori, 10,00PIETRO GIUPPANI, Sondrio, per ri-cordare mia madre Luigia e mia mo-glie Anna Maria, 50,00.VITTORIA BARONE, La Spezia,contributo periodico, 50,00EDWIN CORDA, Opera Mi, Per glialpini di Zara, 30,00.SILVIO FRANCOVICH, Torino, Inmemoria del cognato Franco, 10,00.MARIO VICARIO, Bologna, contri-buto al Dalmata, 10,33VITTORIO DRIZZI, Siena, 50,00GIULIA POLICASTRO, Trieste, In ri-cordo dei genitori Alice Rovaro Brizzie Edoardo Stroligo, 10,00ARGEO FONTANA, Trieste, 25,00CARMEN BITTNER, Mestre Ve, con-

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pag. 32 dicembre 2004-marzo 2005 IL DALMATA

tributo annuale, 30,00MARIO CATTICH, Trento, contribu-to, 30,00RITA GORTAN CHERT, LegnanoMI, In memoria del marito PietroChert e di Lilli Ferrari Cupilli, 20,00ADELVIA PIANTANIDA, BedizzoleBS, In memoria della mamma GiurinAnna sepolta nella nostra Zara, 30,00CASIMIRO BONFIGLIO, LimbiateMI, 40,00GIUDO DEL GIUDICE,Torino, a ILDalamata; 25,00ANITA VUKASINA, Genova, Per ri-cordare tutti gli amici scomparsi,50,00.MONS. GIUSEPPE STAGNI,Ponteall’ Ania LU, rinnovo contributo 2005,20,00RENATO PEROVICH, Perugia; 50,00GARCOVICH GIORGIO, Roma, Inmemoria dell’amatissimo cugino U.Pontelli, dalmata appassionato, prema-turamente scomparso nell’agosto2004, 30,00.ANTONIO CONCINA, Roma, contri-buto, 30,00ELDA CAENAZZO SPILLER, Vi-cenza; Per ricordarvi, 20,00.ANTONIO ERENDA, Parma, per ri-cordare i cugini Frane e Attilio de Ve-scovi, 50,00ROSETTA GAMBA RUSSO, DongoCo, Per ricordare tutti i defunti Gam-ba, Pakler, 20,00VINCENZA BERNARDI CARBON-CINI, Pescara, per ricordare con infi-nito rimpianto la solrella Italia Bernar-di nel primo anniversario della suamorte (16/01/04),25,00FABIO CZEICKE de HALLBURG,Trieste, pro periodico, 10,00.PIETRO GAZZARI, Venezia, con imigliori auguri per il 2005, 30,00ELSA TONON REDOVNICOVICH,Padova, quota annuale 2005, Salutissi-mi a tutti, specialmente a Renzo de Vi-dovich, 30,00MARIA RADA, Genova, 10,00LORIS BONAVIA, Domodossola VB,25,00VINCENZO MARVASI, Genova,contributo 2005, 30,00ETTA HAGENDORFER BUSSANI,Galliate NO, rinnovo contributo 2005,50,00LICIA PONI PICONI , Milano, 10,00MASSIMILIANO PAOLA CIASCA,Milano, In memoria del padre Renatodeceduto il 15/11/2004, 25,00LORENZO GAZICH GENI, Roma,rinnovo contributo 2005, 25,00AILSA e INA TEBALDI; Lecce, Peronorare la memoria di Kotlar Giusep-pe deceduto a Lecce il 30 ottobre2004. 50,00MICHELE OSSERA VENTURELLI,Aviano Pn, 16,00NIGRA BUSSANI LONZARI, Trie-ste, contributo, 20,00SILVANA LIBERTI; Udine, 20,00

UMBERTO DAGLI ALBERI, Parma,In memoria dei genitori Delio dagliAlberi e Itala Belli,insegnanti nellabella Zara, 30,00ANNAMARIA BIASUTTI ; Bologna,25,00MIANOVICH MARA; Milano, Per ri-cordare la mia cara zia Alice, 50,00TRIGARI NICOLO’; Roma, Rinnovocontributo anno 2005, 20,00CORNELIA SCALA BRESCIA,Mantova; Per ricordare L’amica Prof.Elda Rovaro Brizzi, 25,00CLAUDIO de’ FERRA, Duino, contri-buto 2005, 10,00.OVIDIO SCHIATTINO, Duino Auri-sina, Per ricordare Zara, 25,00.SONIA PONTELLI MORO, Venezia,In memoria del fratello Nino Pontelli,50,00GIULIANO DE ZORZI, Bolzano,15,00VERA BABUDRI, U.S.A. $ 20ANNA BULJUBASICH CETTI-NEO,Falconara AN, rinnovo contribu-to 2005, 15,00ANTONIO CETTINEO, Falconara,AN, rinnovo contributo 2005, 15.00.MARIA GRAZIA TAMINO, Roma,Nel ricordo di mio padre Giuseppe Ta-mino (Bepi) Roma 05/07/2004, 30,00FERRUCCIO VUCEMILLO, Fano,contributo . 2005 e per ricordare sem-pre la mamma Vlacic Zlata papà Lo-dovico e Armida, Aldo e Aurelio,50,00VALTER MARTINI, Torino, Perché IlDalmata viva sempre, 50,00MIRA MARSANO GODNICH, Bolo-gna, Mira e Nino Godnich: in memo-ria dei propri cari.100,00.BRUNO ZANNE e RIMBALDONELLA Brescia, Buon 2005, grazieper l’ottimo giornale , cordialissimi sa-luti, 10,00.MUSSAP ANNAMARIA, SettimoMilanese, contributo 2005, 10,00LIDIA THURINGER, Milano, Per ri-cordare il fervento patriota dalmataDon Giacomo Calenda, ultimo parro-co di S.Simeone in Zara, 15,00.GHERDOVICH PALMA, Brescia,rinnovo annuale, 15,00TONY GUIDA, Bussera MI, Per ilgiornale Il Dalmata, 50,00.ENRICO TOMMASEO, Segrate MI,per Il Dalmata, 70,00MARIO BARIN, Spinea Ve, In memo-ria dei miei fratelli Nino e Toni, 10,00ALICE TONON, S.Leonardo Valcelli-na, 20,00MARIA CONCETTA MARTORANACAMIZZI, Parma; quota contributoanno 2005, 25,00SILVIO ARNERI, Venezia, 50,00ROBERTO COLANI, Roma, contri-buto a Il Dalmata per l’anno 2005,50,00.GIORGIO VALLERY, Milano, 30,00NERINA MILIA,Cagliari, auguronivivissimi per un gioioso Natale e un

miglior anno 2005 in serenità e salute,

un piccolissimo contributo per IL Dal-

mata, 5,00

FRANICH ELEONORA,Palamer Ar-

gentina, 12;00 $

FRANCESCA MICALE, Trento, Per

ricevere sempre “IL Dalmata” che mi

ricorda sempre la bella Zara ( di una

volta), 10,00

GIANNI RUZZIER, Rimini, per ricor-

dare la legionaria fiumana Maria Qua-

rantotto, 15,00

CHIARA MOTKA, Trieste, 20,00

SASCOR STELIO,Bolzano, Sascor

Stelio da Bolzano ricorda con affetto i

propri cari Sascor-Trojanis ed il fratel-

lo Romano in particolare, 20,00

LUIGI GROSSI,Pordenone, per ricor-

dare le nostre belle terre perdute,

25,00

GIOVANNI TALLERI,Trieste, 25,00

ANTONIETTA MIACH., Australia, In

memoria del mio caro marito Filippo

Miach, 50,00 $

LORIS BUCKOWSKY; Torino, In ri-

cordo della cugina Dora Centis recen-

temente scomparsa, donna di fede e in-

namorata della sua Dalmazia, 30,00

“Dalle città do“Dalle città dovve abitano, mi è facile risalire abitano, mi è facile risalireeal ral recapito telefecapito telefonico e all’indirizzo”onico e all’indirizzo”

IL NUMERO DOPPIO SANA I RITARDI La difficoltà di reperire una persona per sostituire l’amicoDe Zorzi nella pubblicazione dei preziosi contributi che ilettori inviano a Il Dalmata, ci ha creato qualche difficoltàanche perché la Redazione triestina vuole che i lettori sianocerti che non viene disperso neanche un euro di quello chemandano e trovino il loro contributo regolarmente pub-blicato sul giornale, anche se in ritardo. Ancora per questo numero utilizziamo i polizzini di contocorrente postale con l’indirizzo di Bolzano che erano giàstati stampati. Dal prossimo numero rimarrà invariato ilconto corrente ma l’indirizzo sarà quello di Trieste.E’ stato, inoltre, necessario sanare piccoli e grandi erroridell’indirizzario e tutto ciò ha causato un ritardo cosi mar-cato da indurci a fare un numero doppio del giornale per-ché, nel frattempo, gli avvenimenti e le notizie erano au-mentate di numero e di importanza da non poter esserecontenute nel solito formato. A ciò aggiungasi che si sono concentrati su Trieste nuovi enotevoli impegni, soprattutto per le attività svolte in Dal-mazia, che danno molte soddisfazioni ma anche molto lavo-ro. E il giorno continua per noi ad essere di sole 24 ore.

FONDAZIONE RUSTIATRAINEContributo per il libro sulla No-biltà Dalmata (c/c p. 55921985)CARMELITA e GABRIELLAde’ FANFOGNA – Trieste 100 MARIA FABI de’ PETRIS -Trieste 20 ROBERTO OBERTI di VALNE-RA – Milano 50 GIULIO CANNATA – Trieste100

ATTIVITÀ CULTURALI IN DALMAZIANORA FABULICH COVA - Va-rese 30,00ELIO RICCIARDI – Albignase-gno (Padova) 700,00

ARCHIVIO MUSEO DIVENEZIABRUNO UMLAUF – Trieste.Per onorare la memoria di Narci-so Detoni 20,00

MADRINATO DALMATICO FRANCO RISMONDO – Anco-na 50,00ANNA CROMICH BUCHNER– U.S.A. US $ 100 LIBERO COMUNE DIZARA IN ESILIONILLA SOGLIAN DEMI-CHIEL – Favaro Veneto. Grazieinfinite al dott.Mario de Vidovichper il libro “Cose di Zara” . Per ri-cordare mio padre alfiere del Co-mune per 20 anni 15,00