anno xxx n 20 9 giugno 2013

8
ANNO XXX N° 20 - 9 Giugno 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Sabato 1 Giugno, presso la Cattedrale di S. Maria della Ma- rina, Gianni Capriotti è stato ordinato sa- cerdote, alla presenza di una grande assem- blea di fedeli, con una celebrazione pre- sieduta dal nostro Ve- scovo Gervasio Gestori e concele- brata da numerosi sa- cerdoti della Diocesi. Gianni ha potuto così dire il suo decisivo sì al progetto di Dio su di lui, con una grande gioia che traspariva dal sor- riso sul suo volto e con quella stessa serietà che è stata testimoniata da Don Claudio Marchetti, vice-rettore del Seminario di Ancona, al mo- mento della presentazione al Vescovo per riceverne l’elezione. Che ci fosse tanta gioia in tutti lo ha subito sotto- lineato Mons. Gestori nell’omelia, affermando:” Esulta di gioia la sua famiglia di origine, esulta la sua Par- rocchia di S. Benedetto Martire, esulta il Seminario Regionale Mar- chigiano, esulta tutta la nostra Chiesa Truentina, che riceve il dono di un nuovo prete”. Omelia di grande im- pegno quella pronunciata dal Ve- scovo richiesta dall’importanza del compito del sacerdote: “Sarà tuo im- pegno prioritario, sarà tua esigente passione, portare a tutti l’annunzio del Vangelo che salva, specialmente mediante la celebrazione dell’Eucari- stia e della Riconciliazione sacramen- tale, compiti questi che solo a chi è presbitero appartengono per mandato di Cristo”. Prima ancora “dell’impo- sizione delle mani, la preghiera di consacrazione” e l’unzione, delle mani “con l’olio profumato del cri- sma” il Vescovo ha voluto spiegare il significato di questi gesti con le parole pronunciate dal Papa Francesco nel- l’omelia della Messa Crismale. “L’unzione, cari fratelli, non è per profumare noi stessi e tanto meno per- ché la conserviamo in un’ampolla, perché l’olio diventerebbe rancido...e il cuore amaro. Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo po- polo; questa è una prova chiara”. Così ha aggiunto il Ve- scovo: “Che la gente senta il profumo di Gesù, attraverso la tua parola, il tuo gesto, la tua vici- nanza umile e vera, il tuo consiglio, la tua preghiera, il tuo ascolto, la tua pazienza, la tua vita autenticamente sacerdotale!”. Il Pre- sule ha voluto ricordare la realistica e suggestiva espressione del Papa a tale proposito: “Ed allora diventerà realtà anche quanto papa Francesco ricordava al clero di Roma: “Questo vi chiedo: siate pastori con l’odore delle pecore, che si senta quello...di essere pastori in mezzo al proprio gregge e pescatori di uomini”. Mons. Gestori ha così concluso: “Che cosa dunque augurarti, carissimo Don Gianni, per il tuo sacerdozio, se non che la tua vita profumi di Gesù e profumi delle pecore? Sii sacerdote secondo il cuore di Cristo, capace di annunciare la misericordia del Si- gnore che perdona per- ché ama, la sua verità che rende certa la nostra speranza, la sua tene- rezza che ci conforta, la sua Pasqua redentrice che salva e che dona gioia. Veramente quanto è bello e gioioso essere preti secondo il cuore di Gesù!”. Con grande at- tenzione ed emozione partecipativa sono stati seguiti dai moltissimi fedeli i vari momenti suggestivi del rito dell’ordine. Al termine della celebrazione, Don Gianni è stato accolto a festa nella piazza della Cattedrale, dove era stato preparato un momento convi- viale per condividere con lui in sem- plicità la gioia di questo momento. Vogliamo anche noi unirci agli au- guri del Vescovo e della comunità per un Sacerdozio ricco di grazia e sempre uniforme alla volontà del Si- gnore. a cura di P.P. Segue a pag. 2 Segue a pag. 2 POLITICA E COMUNITÀ CRISTIANA Il livello più profondo Davvero la preghiera non ha nulla a che fare con l’impegno di uomini e donne per il bene comune? Paolo Bustaffa “Davvero in que- sto momento così decisivo ci si rende conto che la pre- ghiera è il livello più profondo della vera politica”. In una non lontana stagione che ve- deva il nostro Pae- se in affanno po- litico e istituzio- nale Giuseppe Cacciami, un mae- stro del giornalismo cattolico italiano, chiudeva con queste parole la sua lettera a un amico. Chiamare in campo la preghiera mentre una crisi dai molti aggettivi porta a ben altri pensieri può apparire del tutto fuori luogo e fuori tempo. C’è il rischio di un indebito e ingenuo mescolamento di dimensioni ed esperienze. Le perplessità sono legittime e comprensibili. Le parole di Giuseppe Cacciami, anche oggi attuali, non intendono però sorvolare i dubbi e neppure vogliono rimanere estranee alle riflessioni degli analisti e dei commentatori politici. Non c’è la volontà di prendere le distanze da una realtà problematica e in mutazione, c’è il desiderio di aiutarla a prendere quota liberandola dai lacci del basso profilo e del piccolo cabotaggio. Il problema dell’acco- glienza va affrontato in vari modi a seconda del rapporto che si vuole instaurare con l’altro sul piano delle conoscenze e dei sen- timenti e sul piano del- l’ambiente. Innanzi- tutto educhiamoci ad educare. Tornando in- dietro nella nostra sto- ria, troviamo subito il modo familiare con cui è iniziato da noi l’accoglienza dell’ospite. Nel periodo in cui era prevalente la “talassoterapia”, la pre- senza più diffusa era quella delle fa- miglie che non cercavano alberghi, ma luoghi in cui potevano costruire rapporti amicali con le famiglie del luogo. Tutto si svolgeva in forma semplice dove l’unico linguaggio distintivo era il “Sor” o “Signora” rivolto all’ospite. L’evolversi preci- pitoso del turismo, specie dopo il secondo conflitto mondiale, quando la spiaggia e il mare diventarono luoghi di riposo e di piacere con at- trezzatura sempre più sofisticata, la lingua italiana sostituì il dialetto con gran galoppo dell’istruzione e di nuove classi sociali ed allora si sentì l’esigenza di prolungare il lungomare iniziato dall’ing. Onorati, scavalcando l’Albula e unendosi a Porto D’Ascoli con una fioritura di alberghi e di chalet. Ora non si accetta più l’im- provvisazione o il pressappochismo, occorre professionalità. A questo si è adeguata la più famosa riviera ro- magnola che continua ad avvantag- giarsi. L’Istituto alberghiero che, a differenza di altri, non soffre di iscri- zioni, ha un compito importantissimo in questo senso ed è bene che continui a distinguersi in attività ed originalità. Ma questo non basta; occorre anche agire sulla popolazione perché si impegni ad amare la nostra città educandosi in tutte quelle azioni che la facciano apparire pulita e bella ed anche funzionale in tutti i suoi settori. Parrocchia S.Benedetto Martire Ordinazione Sacerdotale di Gianni Capriotti Il buon profumo di Cristo Tanta gioia e commozione tra i fedeli e il parroco Mons. Romualdo Scarponi Il Turismo: il momento della grande accoglienza Educhiamoci ad educare. La nostra città è sporca e trasandata

Upload: diocesi-di-sbt

Post on 20-Feb-2016

218 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

TRANSCRIPT

Page 1: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

ANNO XXX N° 20 - 9 Giugno 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Sabato 1 Giugno,presso la Cattedraledi S. Maria della Ma-rina, Gianni Capriottiè stato ordinato sa-cerdote, alla presenzadi una grande assem-blea di fedeli, conuna celebrazione pre-sieduta dal nostro Ve-scovo GervasioGestori e concele-brata da numerosi sa-cerdoti della Diocesi.Gianni ha potuto cosìdire il suo decisivo sìal progetto di Dio su di lui, con unagrande gioia che traspariva dal sor-riso sul suo volto e con quella stessaserietà che è stata testimoniata daDon Claudio Marchetti, vice-rettoredel Seminario di Ancona, al mo-mento della presentazione al Vescovoper riceverne l’elezione. Che ci fossetanta gioia in tutti lo ha subito sotto-lineato Mons. Gestori nell’omelia,affermando:” Esulta di gioia la suafamiglia di origine, esulta la sua Par-rocchia di S. Benedetto Martire,esulta il Seminario Regionale Mar-chigiano, esulta tutta la nostra ChiesaTruentina, che riceve il dono di unnuovo prete”. Omelia di grande im-pegno quella pronunciata dal Ve-scovo richiesta dall’importanza delcompito del sacerdote: “Sarà tuo im-

pegno prioritario, sarà tua esigentepassione, portare a tutti l’annunziodel Vangelo che salva, specialmentemediante la celebrazione dell’Eucari-stia e della Riconciliazione sacramen-tale, compiti questi che solo a chi èpresbitero appartengono per mandatodi Cristo”. Prima ancora “dell’impo-sizione delle mani, la preghiera diconsacrazione” e l’unzione, dellemani “con l’olio profumato del cri-sma” il Vescovo ha voluto spiegare ilsignificato di questi gesti con le parolepronunciate dal Papa Francesco nel-l’omelia della Messa Crismale.“L’unzione, cari fratelli, non è perprofumare noi stessi e tanto meno per-ché la conserviamo in un’ampolla,perché l’olio diventerebbe rancido...eil cuore amaro.

Il buon sacerdote siriconosce da comeviene unto il suo po-polo; questa è unaprova chiara”. Cosìha aggiunto il Ve-scovo: “Che la gentesenta il profumo diGesù, attraverso latua parola, il tuogesto, la tua vici-nanza umile e vera, iltuo consiglio, la tuapreghiera, il tuo

ascolto, la tua pazienza, la tua vitaautenticamente sacerdotale!”. Il Pre-sule ha voluto ricordare la realisticae suggestiva espressione del Papa atale proposito: “Ed allora diventeràrealtà anche quanto papa Francescoricordava al clero di Roma: “Questovi chiedo: siate pastori con l’odoredelle pecore, che si senta quello...diessere pastori in mezzo al propriogregge e pescatori di uomini”. Mons.Gestori ha così concluso: “Che cosadunque augurarti, carissimo DonGianni, per il tuo sacerdozio, se nonche la tua vita profumi di Gesù eprofumi delle pecore? Sii sacerdotesecondo il cuore di Cristo, capace di

annunciare la misericordia del Si-gnore che perdona per-ché ama, la sua veritàche rende certa la nostrasperanza, la sua tene-rezza che ci conforta, lasua Pasqua redentriceche salva e che donagioia. Veramente quanto èbello e gioioso esserepreti secondo il cuore diGesù!”. Con grande at-tenzione ed emozionepartecipativa sono statiseguiti dai moltissimi

fedeli i vari momenti suggestivi delrito dell’ordine.Al termine della celebrazione, DonGianni è stato accolto a festa nellapiazza della Cattedrale, dove erastato preparato un momento convi-viale per condividere con lui in sem-plicità la gioia di questo momento.Vogliamo anche noi unirci agli au-guri del Vescovo e della comunitàper un Sacerdozio ricco di grazia esempre uniforme alla volontà del Si-gnore. a cura di P.P.

Segue a pag. 2

Segue a pag. 2

POLITICA E COMUNITÀ CRISTIANA

Il livello più profondoDavvero la preghiera non ha nulla a che fare conl’impegno di uomini e donne per il bene comune?

Paolo Bustaffa

“Davvero in que-sto momento cosìdecisivo ci si rendeconto che la pre-ghiera è il livellopiù profondo dellavera politica”. Inuna non lontanastagione che ve-deva il nostro Pae-se in affanno po-litico e istituzio-nale GiuseppeCacciami, un mae-stro del giornalismo cattolico italiano, chiudeva con queste parole la sualettera a un amico. Chiamare in campo la preghiera mentre una crisi dai molti aggettiviporta a ben altri pensieri può apparire del tutto fuori luogo e fuori tempo.C’è il rischio di un indebito e ingenuo mescolamento di dimensioni edesperienze. Le perplessità sono legittime e comprensibili.Le parole di Giuseppe Cacciami, anche oggi attuali, non intendono peròsorvolare i dubbi e neppure vogliono rimanere estranee alle riflessionidegli analisti e dei commentatori politici. Non c’è la volontà di prendere le distanze da una realtà problematica ein mutazione, c’è il desiderio di aiutarla a prendere quota liberandola dailacci del basso profilo e del piccolo cabotaggio.

Il problema dell’acco-

glienza va affrontato

in vari modi a seconda

del rapporto che si

vuole instaurare con

l’altro sul piano delle

conoscenze e dei sen-

timenti e sul piano del-

l’ambiente. Innanzi-

tutto educhiamoci ad

educare. Tornando in-

dietro nella nostra sto-

ria, troviamo subito il modo familiare

con cui è iniziato da noi l’accoglienza

dell’ospite. Nel periodo in cui era

prevalente la “talassoterapia”, la pre-

senza più diffusa era quella delle fa-

miglie che non cercavano alberghi,

ma luoghi in cui potevano costruire

rapporti amicali con le famiglie del

luogo. Tutto si svolgeva in forma

semplice dove l’unico linguaggio

distintivo era il “Sor” o “Signora”

rivolto all’ospite. L’evolversi preci-

pitoso del turismo, specie dopo il

secondo conflitto mondiale, quando

la spiaggia e il mare diventarono

luoghi di riposo e di piacere con at-

trezzatura sempre più sofisticata, la

lingua italiana sostituì il dialetto con

gran galoppo dell’istruzione e di

nuove classi sociali ed allora si sentì

l’esigenza di prolungare il lungomare

iniziato dall’ing. Onorati, scavalcando

l’Albula e unendosi a Porto D’Ascoli

con una fioritura di alberghi e di

chalet. Ora non si accetta più l’im-

provvisazione o il pressappochismo,

occorre professionalità. A questo si

è adeguata la più famosa riviera ro-

magnola che continua ad avvantag-

giarsi. L’Istituto alberghiero che, a

differenza di altri, non soffre di iscri-

zioni, ha un compito importantissimo

in questo senso ed è bene che continui

a distinguersi in attività ed originalità.

Ma questo non basta; occorre anche

agire sulla popolazione perché si

impegni ad amare la nostra città

educandosi in tutte quelle azioni che

la facciano apparire pulita e bella ed

anche funzionale in tutti i suoi settori.

Parrocchia S.Benedetto Martire

Ordinazione Sacerdotale di Gianni Capriotti

Il buon profumo di CristoTanta gioia e commozione tra i fedeli e il parroco Mons. Romualdo Scarponi

Il Turismo: il momento della grande accoglienzaEduchiamoci ad educare. La nostra città è sporca e trasandata

Page 2: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

Anno XXX

9 Giugno 20132

PAG

Continua dalla prima pagina

Continua dalla prima pagina

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

L’impresa è difficile:anche la gente del quo-tidiano prende attodell’asperità della chinada risalire mentre è inpreoccupata attesa di ri-sposte efficaci e rapide. La comunità cristiana,fatta dalla gente del quo-tidiano, sa bene che lapolitica e le istituzionihanno bisogno di rifor-me ma nello stesso tempo sente che c’è qualcosadi “specifico” che il vivere e pensare la fededevono offrire perché un’impresa difficile nonsi trasformi in un’impresa impossibile. Di questisentimenti c’è espressione ogni domenica quandonelle chiese l’assemblea risponde all’invito apregare per chi ha responsabilità politiche, digoverno, di costruzione del bene comune e diraggiungimento della giustizia. Solo un osser-vatore frettoloso potrebbe ritenere che si trattidi formule ripetitive alle quali la gente è chiamataa rispondere meccanicamente. Non è così, quellepersone vivono sulla propria pelle la difficoltàe il disagio e hanno fiducia nella forza dellapreghiera perché l’hanno sperimentata e la spe-rimentano nella fatica di ogni giorno. C’è poila storia a richiamare un percorso sul quale uo-mini e donne hanno testimoniato, con la lorofede e con la loro intelligenza, che imprese ri-tenute umanamente impossibili sono state resepossibili e quindi sono state realizzate. Quanta preghiera queste persone hanno messo

nel loro impegno di co-struttori di solidarietà esperanza? E i politici, conle loro specifiche compe-tenze, non dovrebbero es-sere tra questi? E la co-munità cristiana non do-vrebbe prendere maggiorcoscienza della propria re-sponsabilità a cominciareproprio dall’approfondireil significato del pregare

per la politica e i politici? Non è importante dare, con linguaggio laico,un segnale all’esterno sul rapporto tra preghierae politica, non per convincere o convertire maper aprire altri spazi di pensiero accanto a quellidegli esperti e degli addetti ai lavori? Si potràprendere e far prendere consapevolezza che lapolitica ha bisogno anche della preghiera perritrovare se stessa e crescere nella sua specificavocazione al servizio? Non esiste una cattedraper le risposte. Esistono uomini e donne chevivono l’impegno politico come forma esigentedi carità ben consapevoli che questa scelta nonregge senza un fondamento interiore e senza ilsostegno orante di una comunità. “Davvero inquesto momento così decisivo ci si rende contoche la preghiera è il livello più profondo dellavera politica”: Giuseppe Cacciami non a casonella lettera all’amico si ferma a questo punto.Sa che un giornalista, per la fiducia che ha nel-l’intelligenza del lettore, non deve aggiungerealtro.

POLITICA E COMUNITÀ CRISTIANA

Il livello più profondoDavvero la preghiera non ha nulla a che fare con l’impegno di uomini edonne per il bene comune?

Paolo Bustaffa

COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII

Case famiglia, basta con le “sperimentazioni”Convegno a Rimini, in occasione dei 40 anni dalla nascita di queste realtà grazieall’intuizione di don Oreste Benzi. Il presidente Ramonda chiede una legge na-zionale: “Solo così la casa famiglia potrà diventare una vera famiglia sostitutiva”.Qualche cifra: nel mondo le case famiglia sono 340, in Italia 251. A queste si ag-giungono 51 case di pronta accoglienza, 14 di accoglienza e fraternità, 7 di acco-glienza e preghiera. All’estero sono invece 90, in 21 Paesi nei 5 continenti

Nella loro capacità di accogliere e dare un’opportunità di riscatto a migliaia di malati, ragazzi distrada, ex detenuti e tossicodipendenti, persone provenienti da situazioni di fortissimo disagio, lecase famiglia rappresentano una risposta alternativa e qualitativamente certificata al problemadell’emarginazione sociale. Quelle gestite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, 340 nei cinquecontinenti e 251 in Italia, sono a fianco degli ultimi da quarant’anni. Per festeggiare il compleannoe per riflettere sul quadro normativo, ancora carente,in cui queste strutture si trovano ad operare, l’associa-zione fondata da don Oreste Benzi ha organizzato il31 maggio alla Fiera di Rimini il convegno “Una fa-miglia per tutti”. Tante le storie di chi, in queste fami-glie, ha aperto le porte. Tante quelle di chi è statoaccolto e ha avuto la possibilità di scoprire una nuovavita. Tanti i riscontri positivi da parte dei giudici, me-dici, psicologi e pedagogisti intervenuti, a testimo-nianza di come, dopo quattro decenni, i risultati diquesto modello educativo, siano sotto gli occhi di tutti.La prima fu Casa Betania. Sono numerosi i frutti se-minati da quando le intuizioni di don Benzi su comerispondere ai poveri che bussavano alla porta, trova-rono espressione nella nascita della prima struttura aCoriano, nel maggio 1973. Dalla fondazione di CasaBetania queste strutture si sono moltiplicate ma sem-pre rispettando un principio fondamentale: il loro es-sere una famiglia a tutti gli effetti, fondata da un padree una madre. È questo aspetto, come spiega il segre-tario generale della Comunità Papa Giovanni XXIII,Giovanni Paolo Ramonda, a garantire la loro identitàeducativa e pedagogica: “Le nostre case famiglia producono benessere relazionale e sociale. Cisono bambini che arrivano in stato vegetativo e che nelle nostre realtà iniziano a comunicare. De-cine di migliaia di ragazzi vi hanno ritrovato una loro dignità e stima in se stessi, sono diventatinuovamente una risorsa per la società”. a cura di Alessandra Leardini

Dobbiamo abituarci ad agire nel quotidiano come

se ogni ambiente, dalla strada agli uffici pubblici,

dai negozi ai parcheggi, alle aree verdi, richiedesse

la nostra manutenzione. La città è sporca e il

primo impatto con l’ospite procura la sensazione

di una trascuratezza abitudinaria. Con la nuova

raccolta differenziata dei rifiuti, le cose sono no-

tevolmente peggiorate, ancora di più quando si è

passati alla rac-

colta di “porta a

porta spinto”, sia

per mancanza di

ordini ben precisi,

sia per una man-

canza di educa-

zione verso le re-

gole per gli orari

e i luoghi di rac-

colta. Molte strade

si sono trasforma-

te in discariche

con grande gioia

di cani e gatti. Tutto ciò va ad aggiungersi agli

escrementi degli stessi animali che spesso irrorano

abbondantemente spigoli di mura ed anche porte,

protette, inutilmente, da indecorose bottiglie piene

d’acqua. Nei luoghi, dove fino a qualche giorno

fa c’erano i cassonetti, continuano a sostare

mobilia dimessa o potature dei giardini. No, non

amiamo S.B.T. C’è poca sorveglianza anche da

parte dell’Autorità preposta. Dovrebbe essere so-

lerte come quella riguardante il parcheggio delle

macchine.

Portare l’immagine

e le offerte della no-

stra città per il mon-

do è importante, ma

le piccole azioni

giornaliere fatte in

vista di un bene co-

mune son quelle che

puntellano la nostra

immagine e rendono

fecondo il turismo.

Sicuramente qual-

cuno dirà: “Iniziamo

dalla scuola!”, quasi

fosse la panacea di ogni male; permettetemi di

aggiungere: i ragazzi sono educati molto più dal-

l’esempio degli adulti. Pietro Pompei

Il Turismo: il momento della grande accoglienzaEduchiamoci ad educare. La nostra città è sporca e trasandata

Il defunto no, ma i parenti possono scegliere il fu-

nerale che vogliono, normalmente lo si fa in coe-

renza con il vissuto del proprio congiunto. A

seconda del luogo e del rito si esce dalle esequie con

sentimenti diversi. C’è una speranza della “vita oltre

la vita”; c’è l’arida constatazione che tutto finisca

lì; c’è un desiderio di storia umana scritto nella me-

moria e che si vuole di esempio per i posteri; c’è chi

pensa di entrare nella cultura in genere, magari con

il nome scritto in corsivo. Alcuni funerali sono ati-

pici perché fatti con rabbia, la stessa che ha animato

la vita del defunto, che si vuol continuare. C’è rabbia

nei parenti e c’è rabbia nei partecipanti che non si

rassegnano all’imponderabile destino del genere

umano che non è in grado di mettere fine al processo

storico con i suoi “corsi e ricorsi” come ci ammoni-

sce il Vico. E’ spesso il frutto dell’impossibilità di

raggiungere il traguardo, di indirizzare il genere

umano verso quegli ideali per i quali si è combattuto

tutta la vita. Non si accorgono che essi sono partiti

da un errore di fondo, convinti di essere gli unici de-

positari della verità così come essi la propongono,

non ammettendo che altri possano acquisire risultati,

anche migliori, per altre strade. Ad esempio, se atei,

i religiosi sono degli ingenui in mano a mistificatori.

E poiché sono arrabbiati, strillano convinti di otte-

nere la ragione dal timbro della voce.

Tutto ciò è deprimente; c’è normalmente in questi

funerali un annebbiamento totale che porta a svilire

gli stessi valori che hanno caratterizzato la vita del

defunto. Tutto questo per dire che nel funerale, co-

siddetto laico, di Franca Rame, cui ho assistito tra-

mite internet, c’è stato tutto questo, compreso il

richiamo di un Dio al quale dare attributi che solo

una ragione delirante poteva esprimere. Alcuni per-

sonaggi politici, presenti, sono maestri nell’uso di

questo metodo. Poiché si è agito come se si fosse su

un palcoscenico, il modo migliore di finire sarebbe

stato quello di una chiusura normale del sipario; spe-

rando che la rappresentazione di emozioni così

grandi potesse rimanere, almeno, nella storia degli

uomini. Quintiliano

C’è funerale e funerale

Il ministro Kyenge ha consegnato cittadinanza onoraria a bambini e ragazzi di origine stranieraMartedì 28 Maggio 2013 Pesaro - La ministra per l’Integrazione CécileKyenge ha partecipato alla cerimonia di assegnazione della cittadinanzaonoraria ai figli di immigrati nati in Italia. Per la Kyenge: “Bisogna offrireun’opportunità a molti giovani che sentono la necessità di riconoscersinel Paese in cui sono nati e cresciuti”. Nel corso della mattinata la ministraKyenge ha visitato il Liceo Artistico Mengaroni e l’Istituto Alberghiero S. Marta in occasione del Fe-stival Internazionale della Zuppa di Pesce in programma a Fano dal 12 al 15 giugno. Studenti di di-versa nazionalità serviranno una zuppa di pesce multietnica come espressione di integrazione. Secondola ministra per l’Integrazione “è importante pensare all’arte culinaria come uno dei tanti anelli di con-giunzione tra culture diverse; come forma di convivenza e coesione sociale dove sperimentare e va-lorizzare le diversità della propria terra di origine”. 

Page 3: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

In quel tempo, Gesù si recò in una cittàchiamata Nain, e con lui camminavano isuoi discepoli e una grande folla. Quandofu vicino alla porta della città, ecco, venivaportato alla tomba un morto, unico figlio diuna madre rimasta vedova; e molta gentedella città era con lei.Vedendola, il Signore fu preso da grande

compassione per lei e le disse: «Non pian-gere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre iportatori si fermarono. Poi disse: «Ra-gazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise se-duto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituìa sua madre.Tutti furono presi da timore e glorificavanoDio, dicendo: «Un grande profeta è sortotra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».Questa fama di lui si diffuse per tutta

quanta la Giudea e in tutta la regione cir-costante.

(dal VanGelo di luCa 7,36-50)

Questo brano di Luca ci mostra il grandeamore che Gesù ha verso di noi, suoi fratelli.La prima cosa che notiamo è: il Signore fupreso da grande compassione per lei.Gesù nel suo immenso amore non può ri-manenere indifferente verso questa povera ve-dova, a cui la vita toglie anche l’unico figlio.Forse questo è l’unico caso nei racconti deimiracoli compiuti da Gesù in cui non c’è unimplicito o esplicito riferimento alla fede delrichiedente l’intervento di Gesù. In questo rac-conto a me sembra di vedere una profezia o sevolete un’anticipazione di un altra scena che

avverrà più avanti nel racconto evangelico. Cisarà un altra vedova che vedrà morire il suounico figlio: Maria la Madonna, la vedova delsuo sposo Giuseppe e Gesù il suo unico figlio. Anche in questa occasione ci sarà la resti-tuzione del figlio alla madre, anche qui ci saràla resurrezione. La diversità sta nel fatto cheil bambino di Nain risorge ma poi tornerà amorire, il Signore Gesù risorgerà per sempre.Sembra quasi che Gesù rivolgendosi allamadre del ragazzo di Nain, si rivolga anche asua madre, Madre non piangere, questa sepa-razione è solo temporanea.Altra curiosità di questo brano sono le paroleche Gesù usa per compiere il miracolo:ragazzo, dico a te, alzati. La frase è la stessausata nella resurrezione della figlioletta di Gi-airo: Fanciulla io ti dico alzati.Sembra quasi che l’alzarsi sia la principaledignità della persona, quello stare in piedi, inmodo da poter guardare gli altri diritti negliocchi, per poter entrare in relazione con ifratelli, e rivolgersi a Dio da amico e non daschiavo.Faccia a faccia è l’unico modo di essere in re-lazione, di essere in comunicazione, senzaavere nulla da nascondere, senza timore dinascondere i propri sentimenti.

Riccardo

Parola del SignoreX Domenica Ordinaria C

dal VanGelo secondo luCa

PILLOLE DI SAGGEZZAIl Padre celeste non si stanca mai di

usarci misericordia, a noi il compito diessere disponibili a riceverla con un

cuore penitente e fedele. (Anonimo)

La resurrezione di Gesù dà un sensoall’intero universo e a ciascuna

delle nostre vite. (Patriarca Atenagora)

3Anno XXX

9 Giugno 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

I rimproveri agli scribi e i farisei

116. GESÙ LANCIA I SETTE “GUAI”Leggiamo Mt 23,13-28 che lancia sette

guai; ma il settimo lo lasciamo per la prossima

volta.

1. Provenienza e significato di “guai”.

Questa interiezione proviene dall’ebraico

hôy,ed è frequente nel linguaggio profetico;

ha come corrispondente il vae latino e il ouaì

greco. Essa è presente nei contesti di dolore,

di lamenti, di minacce. Nel nostro testo questi

tre contenuti quasi si fondono insieme: Gesù è

addolorato e geme per quanto di doloroso gli

scribi e i farisei si stanno tirando addosso con

i loro progetti omicidi contro di lui. Ricor-

diamo che Gesù, ha già usato “guai” contro

città (11,21) e contro persone (18,7).

2. Una breve spiegazione. La intro-

duciamo tra parentesi quadre nel testo biblico

che riproduciamo integralmente.

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che

chiudete il regno dei cieli davanti alla gente;

di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare

nemmeno quelli che vogliono entrare. [14].

[Chiudono il regno dei cieli con le tante dot-

trine umane che mescolano con la parola di

Dio (cf Mt c. 15) rendendone impossibile la

esecuzione.] 15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che

percorrete il mare e la terra per fare un solo

prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete

degno della Geènna due volte più di voi. [Fare

un proselito è convertire uno alla religione

ebraica, con l’accettazione della circoncisione.

La Geènna stava a indicare il luogo della pu-

nizione eterna, l’inferno.] 16Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se

uno giura per il tempio, non conta nulla; se

invece uno giura per l’oro del tempio, resta

obbligato”. 17Stolti e ciechi! Che cosa è più

grande: l’oro o il tempio che rende sacro

l’oro? 18E dite ancora: “Se uno giura per l’al-

tare, non conta nulla; se invece uno giura per

l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”.19Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o

l’altare che rende sacra l’offerta? 20Ebbene,

chi giura per l’altare, giura per l’altare e per

quanto vi sta sopra; 21e chi giura per il tempio,

giura per il tempio e per Colui che lo abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di

Dio e per Colui che vi è assiso. [Il “giurare

per” indica il fare un voto e accompagnarlo

con un impegno materiale. La stoltezza sta

nelle sottigliezze che i farisei avanzano per de-

fraudare lo spirito genuino della Legge riguar-

dante il voto.]

23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,

che pagate la decima sulla menta, sul-

l’anéto e sul cumìno, e trasgredite le

prescrizioni più gravi della Legge: la

giustizia, la misericordia e la fedeltà.

Queste invece erano le cose da fare,

senza tralasciare quelle. 24Guide cieche,

che filtrate il moscerino e ingoiate il

cammello! [La decima doveva essere pa-

gata solo per il prodotti della terra, quali

il grano, il vino, l’olio (Dt 14,23). I fari-

sei, invece, pagano la decima anche per le erbe

aromatiche; poi trasgrediscono le prescrizioni

gravi della Legge, che Gesù enumera nelle tre

seguenti: “giustizia, misericordia, fedeltà”.] 25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che

pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma

all’interno sono pieni di avidità e d’intempe-

ranza. 26Fariseo cieco, pulisci prima l’interno

del bicchiere, perché anche l’esterno diventi

pulito! [Ancora: badano alle cose minime di

natura rituale e trascurano l’essenziale.]27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che

assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno

appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa

di morti e di ogni marciume. 28Così anche voi:

all’esterno apparite giusti davanti alla gente,

ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.

[Ancora: si cura l’esterno e non si migliora la

coscienza” (23,13-28]. Il settimo “guai” è per

la prossima voltaa.

3. Cosa dire di questo brano? Semplice-

mente, che dobbiamo prenderlo proprio sul

serio. In ciascuno di noi c’è un po’ di farisei-

smo e un po’ di ipocrisia, cioè il contrasto tra

quanto facciamo apparire e quanto siamo re-

almente. Impegniamoci, dunque, a non essere

ipocriti nell’agire. “La carità non sia ipocrita

(anypókritos)” (Rm 12,9); “l’amore fraterno

sia non ipocrito” (eis filosofían anypókriton)

(1Pt 1,22); la fede “non sia ipocrita” (anypó-

kriton) (1Tm 1,5). Il Signore ci aiuti a essere

cristiani autentici. [email protected]

Domenica 9 giugnoOre 09.00 Cupra Marittima

S. Messa, con S. Cresime

Ore 11.00 Porto d’Ascoli

SS. Annunziata:

S. Messa, con S. Cresime

Ore 16.00 S. Benedetto Tr.

Centro Pastorale:

Pastorale familiare con

situazioni difficili e irregolari

Mercoledì 12 giugnoOre 10.00 Portonovo (AN) - Conferenza

Episcopale Marchigiana

Ore 15.30 Ancona

Seminario

Giovedì 13 giugnoOre 08.30 S. Benedetto Tr. - S. Antonio:

S. Messa

Ore 16.00 Grottammare - Madonna della

Speranza: Incontro con

i cresimandi

Sanato 15 giugnoOre 17.30 Grottammare - Madonna della

Speranza: S. Messa,

con S. Cresime

Domenica 16 giugnoOre 11.00 Montalto - S. Messa,

con S. Cresime

Processione di S. Vito

Ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Pio X:

S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del Vescovo

durante la settimana 9-16 GiuGno 2013

Page 4: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

4 Anno XXX

9 Giugno 2013PAG

Il 15 e il 16 giugno si terrà la Giornata

dell’Evangelium vitae dal titolo

“Credendo abbiano la vita”.

“Lo abbiamo chiamato l’incontro dell’Evange-

lium vitae per attestare tutta la grande tematica

che si sviluppa intorno all’impegno della

Chiesa sulla promozione, rispetto e difesa della

dignità della vita umana” - ha segnalato l’Ar-

civescovo Fisichella - “Papa Francesco presie-

derà la santa Eucaristia della domenica alle ore

10:30 con tutto il ‘popolo della vita’ per rivol-

gere il suo messaggio e la sua attenzione anche

ai tanti malati presenti alla celebrazione. Come

per gli altri eventi, anche questo seguirà lo svol-

gimento ormai tradizionale per l’Anno della

Fede. Anzitutto, il pellegrinaggio alla Tomba di

Pietro, che si terrà nel pomeriggio dalle 14-17,

mentre nel contempo chi lo desidera potrà

avere il tempo per la celebrazione del sacra-

mento della riconciliazione e dell’Adorazione

eucaristica. Nella mattina i diversi gruppi lin-

guistici avranno una catechesi in differenti

chiese di Roma”. “La sera del sabato 15 alle ore

20:30 si snoderà per via della Conciliazione

una fiaccolata silenziosa per richiamare l’atten-

zione sul tema della vita umana e del suo valore

intangibile. Raggiungerà piazza san Pietro dove

si concluderà con alcune significative testimo-

nianze. Ad oggi hanno già fatto pervenire la

loro consistente adesione diversi gruppi prove-

nienti dall’Italia, Stati Uniti d’America, Germa-

nia, Giappone, Ungheria, Romania, Spagna,

Francia, Canada, New Zeland, Argentina, Gran

Bretagna, Belgio, Slovacchia, Costa Rica, Por-

togallo e Australia. Saranno presenti famiglie,

conferenze episcopali, diocesi, parrocchie, ordini

religiosi, seminaristi, organizzazioni umanitarie

e sanitarie come l’Ordine di Malta, movimenti,

universitari, associazioni dall’Unitalsi alla Croce

Rossa, organizzazioni Pro-Life e tanti gruppi e

persone che hanno a cuore la promozione e di-

fesa della vita senza una particolare apparte-

nenza associativa o confessionale”.

ON THE ROAD: Festa conclusiva giovanissimi di AC

Il tempo incerto e il freddo inusuale di questi giorni nonhanno di certo fermato l’equipe del settore giovani di AzioneCattolica che da mesi preparava la tanto attesa festa conclu-siva diocesana prevista per domenica 26 maggio. Come daprogramma, i giovanissimi si sono ritrovati davanti alla par-rocchia Madonna del Suffragio per raggiungere a piedi ilMonastero Santa Speranza, sede delle suore Clarisse, chehanno preparato e curato un momento di preghiera e di ri-flessione, la benzina necessaria, che ha acceso i motoridella festa. I discepoli di Emmaus ed il loro inaspettato in-contro sono stati i protagonisti della meditazione. Attra-verso una macchina del tempo immaginaria e sulle notedi Dolcenera e Jovanotti, è stato fatto un tuffo nel passatoper cercare di capire lo stato d’animo dei discepoli e diGesù: un legame di amicizia spezzato dalla poca fiduciae ritrovato dall’amore incondizionato. Un’esortazione avivere una vita piena, una vita che sappia contagiare e te-stimoniare al mondo l’amore di Cristo per scoprire inesso la vera gioia. Accompagnati dai loro educatori, igiovanissimi si sono poi recati presso la balera del risto-rante Rustichello, l’alternativa al chiuso alla casa Emmaus dei Sacramentini. Qui i ragazzi sonostati accolti dalle bar lady per assaggiare gli esclusivi cocktail analcolici preparati dall’equipe. Laserata ha avuto inizio con i balli di gruppo scatenando la folla. Sono poi saliti sul palco due band liveche hanno intrattenuto gli ospiti: I Rivers e i Ten O’clock. I Rivers formati da cinque giovanissimi dellaparrocchia di Sacro Cuore di Martinsincuro (Alex Caravelli, batteria; Fabio Foglia, basso; Federico

Casarella, chitarra e solista; Ri-chard Angeloni, chitarra ritmica;Simona Cinciripini solista) sisono esibiti con musica rock ac-compagnando i partecipanti allafesta durante l’ora di cena. A lorosono seguiti i Ten O’Clock (Fe-derico Porfiri e Claudia Lattanzi,voce; Paolo Ragneni, chitarraelettrica; Lorenzo Catani, chitarraacustica; Davide Filotrani, basso;Matteo Carigola, batteria; MatteoIngrillini, tastiera) una band digiovani di Azione Cattolica escout scesa per l’occasione da

Ascoli Piceno che hanno chiuso la serata con la loro frizzante animazione. Si ringraziano tutte le par-rocchie che hanno preso parte alla festa conclusiva e tutta l’equipe formata da giovani e adulti generosie appassionati, pieni di coraggio ed entusiasmo che hanno arricchito questo triennio associativo ognunocon le proprie capacità e la propria disponibilità, mettendosi ON THE ROAD in un cammino che tendeverso l’Alto. Gabriella Cameli, Vicegiovani di AC

Fino a giovedì 20 giugno è possibile presentare le domande diiscrizione ai Centri Ricreativi Estivi del Comune che, da que-st’anno, sono organizzati insieme all’Ambito territoriale socialen. 21 con la possibilità quindi per i bambini residenti nei Co-muni dell’Ambito di accedervi alle stesse condizioni economi-che dei residenti a San Benedetto.Le sedi dei Centri saranno la scuola “Piacentini” di via Asiago,per il centro città, e la scuola dell’infanzia di via Mattei perl’area di Porto d’Ascoli.Il Centro Estivo si svolgerà da lunedì 1 luglio a venerdì 2 agosto2013, dal lunedì al venerdì, e potranno essere iscritti bambini eragazzi di età compresa tra i 3 e i 14 anni che hanno frequentatoi tre ordini scolastici (scuola dell’infanzia, primaria e seconda-

ria) nell’anno 2012/2013. I bambini piùpiccoli, quelli che hanno frequentato lascuola dell’infanzia, saranno accoltinella scuola di via Mattei mentre lascuola “Piacentini” accoglierà i bam-bini che hanno frequentato la scuola

primaria e secondaria di primo grado.Le attività previste, tutte svolte con personale qualificato e conesperienza, saranno molteplici: sono previste mattinate al mare,laboratori, attività sportive, attività ludico –espressive, gite e visite guidate nel territo-rio. Il servizio di ristorazione è fornito di-rettamente dal Comune tramite il personaledelle mense scolastiche. Nella struttura divia Mattei sarà anche installata una mini pi-scina.Le tariffe, come sempre, sono differenziateper valore dell’ISEE (indicatore della situa-zione economica equivalente) relativo ai

redditi della famiglia per l’anno 2012 ma, e questa l’altra im-portante novità, saranno calcolate su base settimanale e non piùper l’intero periodo per venire incontro ad una richiesta di mag-giore flessibilità nell’utilizzo del servizio pervenuta in passatodalle famiglie. Per informazioni: Ufficio Servizi per l’infanzia(tel. 0735/794259), Ufficio Relazioni con il Pubblico (tel.0735/794405 – 555, [email protected]) oppure visitare il sitowww.comunesbt.it alla voce “I servizi”.

da s. Benedetto del tr.

Aperte le iscrizioni ai Centri Estivi 2013Funzioneranno dal 1° luglio al 2 agosto nelle scuole “Piacentini” e di via Mattei.

Domande entro il 20 giugno

Task force povertà,si va avanti

Dopo l’incontro con i comitati di quartiere prose-

guono, da parte dell’Amministrazione comunale

gli appuntamenti con tutte le realtà sociali e asso-

ciazionistiche che sono coinvolte sui temi della

povertà e del disagio sociale. Si è svolto infatti

giovedì 30 maggio, in sala giunta l’incontro tra

l’assessore alle politiche sociali Margherita Sorge,

Umberto Silenzi direttore della Caritas diocesana

e i rappresentanti delle parrocchie cittadine. In

prima battuta si è lasciato spazio a confronto e

condivisione di idee relativamente al tema della

povertà e del disagio delle famiglie sambenedet-

tesi.

Da questo confronto è emerso che il fenomeno sta

aumentando e morde tutti i quartieri della città.

Da parte dei presenti vi è stata larga condivisione

per la creazione di una rete di interventi costituita

da più soggetti e di un fondo di solidarietà oltre

che di trovare soluzioni comuni per aumentare il

livello di sensibilità della cittadinanza sulla tema-

tica. “Sono molto soddisfatta del livello di colla-

borazione di tutti i rappresentanti delle parrocchie

- dichiara Sorge - durante questo incontro è

emersa la consapevolezza comune che è neces-

sario oggi più che mai fare fronte comune per af-

frontare e risolvere il problema” Nelle prossime

settimane proseguiranno gli incontri con medici

di base e le associazioni di volontariato per arri-

vare a fine giugno con la convocazione di un con-

siglio comunale aperto sul tema del disagio

economico e sociale. In quel contesto verrà pre-

sentato un documento che illustrerà un progetto

inerente le azioni da intraprendere in favore delle

famiglie disagiate.

Monteprandone:

Ricordato il decennale del monumento ai caduti del lavoro.Il 18 maggio 2003 alla presenza di numerose autorità civili, religiose e militari

venne ufficialmente inaugurato il monumento ai caduti del lavoro in piazza del-

l’Unità, Centobuchi. Il significativo monumento, particolarmente espressivo è

stato realizzato dall’artista locale Emidio Mozzzoni che ha comunicato la cruda

tragicità dell’incidente sul lavoro nel mentre si verifica di cui l’uomo, l’operaio, il

lavoratore, disgraziatamente, ne rimane vittima. L’artista Mozzoni ha reso appieno

questa tremenda sensazione avendola purtroppo vissuta personalmente alcuni anni

or sono. L’allora Amministrazione Comunale, guidata dall’allora sindaco On. Avv.

Orlando Ruggieri volle questa importantissima opera di testimonianza propria a

Monteprandone proprio perché, il paese, terra natale di San Giacomo della Marca,

era uno degli agglomerati industriali

più importanti della Vallata del

Tronto ad alta densità lavorativa. Lo

scorso 26 maggio l’Amministra-

zione Comunale, presieduta dall’at-

tuale primo cittadino, Stefano

Stracci, ha voluto ricordare il decen-

nale del monumento con la benedi-

zione dello stesso alla presenza

dell’allora Presidente dell’UNMIL

Osvaldo Travaglini e dell’ex asses-

sore comunale all’urbanistica, Pie-

tro Vagnarelli. Sulla fascia tricolore della corona d’alloro era, non a caso, scritto

“AI MARTIRI DEL LAVORO”. FC

Page 5: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

5Anno XXX

9 Giugno 2013 PAG

2 giugno 1946: così è nata la RepubblicaIl referendum istituzionale e il clima di quei giorni in Italia nella ricostruzione dello storico Al-

fredo Canavero. La posizione della Democrazia Cristiana, l’opinione della Chiesa e il ruolo

delle donne, per la prima volta chiamate al voto. di Luca FRIGERIO (Incroci New)

Sessantasette anni fa l’esito del referendum istituzionalesanciva la nascita della repubblica e il tramonto della mo-narchia che aveva retto l’Italia, a partire dall’unità nazio-nale, per quasi un secolo. Mentre i Savoia pagavano conl’esilio la loro connivenza con il regime fascista, l’ele-zione dell’Assemblea costituente rappresentava l’iniziodi una nuova era nella storia moderna del nostro Paese.Alfredo Canavero, docente di storia contemporaneapresso l’Università degli Studi di Milano, ci spiega cosaavvenne in quei giorni del giugno 1946. Il 54,3 per centodegli italiani votarono per la repubblica: un successo,ma non un trionfo. Per quali motivi la vittoria repub-blicana non ebbe dimensioni più ampie? Tutte le re-gioni dell’Italia meridionale si espressero a favore dellamonarchia. Questo perché nel Sud del Paese non si ebbe, anche durante gli ultimi anni di guerra, il sensodi una rottura della continuità istituzionale. Anche la caduta del fascismo, infatti, fu vista semplicementecome il passaggio da un governo ad un altro, e l’Italia meridionale si sentì “regno” in pratica fino al giugno1946. Diversa, invece, era stata l’esperienza dell’Italia centro-settentrionale, dove la costituzione della Re-pubblica di Salò aveva interrotto la “presenza” monarchica, e dove la guerra di Resistenza e la lotta di Li-berazione dai nazi-fascisti avevano creato ben altra consapevolezza. A tutto questo si deve aggiungere cheper molti, in quei giorni, il concetto di repubblica appariva un po’ come sinonimo di confusione, di ulterioreincertezza: un salto nel buio verso un’esperienza nuova e ignota. Di fatto, dunque, gli elementi più con-servatori del Paese scelsero di preferenza la monarchia, quelli più progressisti votarono per la mag-gior parte per la repubblica... Sì, pur con le debite eccezioni, è questo quello che avvenne. Proprio perquesto, la forza politica che si trovò nella situazione più delicata alla vigilia della consultazione fu la De-mocrazia Cristiana, perché essa poggiava su un elettorato che nel meridione era tendenzialmente filo-mo-narchico, mentre al Nord era dichiaratamente a favore della repubblica. Questo è anche il motivo per cuiAlcide De Gasperi, allora presidente del Consiglio, preferì attribuire la scelta istituzionale ad un referendumpopolare e non all’Assemblea costituente - come invece in un primo momento si era pensato di fare -, perevitare una drammatica spaccatura nel partito democratico cristiano. De Gasperi, infatti, fece in modoche la DC lasciasse ai suoi sostenitori libertà di scelta tra monarchia e repubblica. Avvertendo, però,che, a seguito di un referendum interno tra gli iscritti al partito, la maggioranza si era pronunciata a favoredella repubblica. E la Democrazia cristiana fu l’unico partito a lasciare questo libertà di scelta, poiché tuttele altre forze - ad eccezione del Partito liberale, dichiaratamente monarchico - invitarono a votare per larepubblica. Quale fu l’atteggiamento del mondo cattolico, in generale, di fronte alla scelta isti-tuzionale? Rifacendoci a quel periodo non ha senso fare una divisione netta tra “italiani” e “cattolici ita-liani”. Nel mondo cattolico vi erano esattamente le stesse tensioni, gli stessi dubbi, le stesse incertezze cheesistevano nel resto del Paese. Ciò nonostante, ufficialmente la Chiesa italiana non volle dare indicazioniprecise su cosa votare al referendum, ed ebbe un atteggiamento molto prudente. L’impressione, però, èche mentre gli alti gradi della gerarchia ecclesiastica fossero tendenzialmente a favore della monarchia, ilbasso clero, invece, condivise in gran parte - soprattutto al Centro e al Nord - la scelta repubblicana. Quelledel 2 giugno 1946 furono anche le prime elezioni a suffragio universale. Quale fu il significato e ilpeso del voto delle donne? Il voto delle donne fu indubbiamente importante per rafforzare il peso delmondo cattolico, e in particolar modo assicurò il successo alla Democrazia Cristiana. Ma quel che piùconta, è che quelle consultazioni furono una grande prova di maturità democratica e civile, poiché l’Italiaveniva da vent’anni di dittatura fascista in cui vi erano state solo un paio di elezioni di tipo plebiscitario.Eppure non vi furono nè brogli, nè incidenti di una qualche gravità. Ma i risultati delle elezioni politichefurono una sorpresa o una conferma? Che la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista e il PartitoSocialista di unione proletaria avrebbero avuto un consistente successo lo si poteva immaginare, ancheperché nei mesi precedenti vi erano state delle tornate amministrative che erano servite da test significativo.Fu comunque una sorpresa vedere che questi tre partiti insieme raggiungevano circa il 75 per cento deivoti, il che significava la scomparsa dei partiti prefascisti ed elitari, anche di quello liberale che pur in pas-sato aveva avuto un consistente seguito popolare. L’altra sorpresa fu che il secondo partito non fu quellocomunista, come invece ci si sarebbe atteso, ma quello socialista. E questo pesò nelle successive sceltedel PCI, fino alla decisione di presentarsi insieme ai socialisti nel ‘48.

Come avviene ormai da sette anni, si è svoltaoggi, domenica 2 giugno, la manifestazione “Co-nosci la Costituzione” organizzata dall’Ammini-strazione comunale nel giorno della Festa dellaRepubblica durante la quale viene consegnatauna copia della Carta costituzionale a tutti igiovani residenti a San Benedetto del Tronto enei Comuni del comprensorio che nel 2013 com-piono 18 anni. Erano presenti il sindaco di San Benedetto delTronto Giovanni Gaspari, i sindaci di AcquavivaPicena Pierpaolo Rosetti, Cossignano Roberto

De Angelis e Monteprandone Stefano Stracci, ilvicepresidente della Provincia di Ascoli PicenoPasqualino Piunti, il consigliere regionale PaoloPerazzoli, il viceprefetto di Ascoli Piceno AuroraMonaldi, le maggiori cariche militari, le associazioni

d’arma e combattentie moltissimi cittadini. Dopo la deposizionedelle corone presso imonumenti ai cadutinella sede dell’Asso-ciazione NazionaleMarinai d’Italia e inviale Secondo Mo-retti, il corteo, pre-ceduto dal CorpoBandistico “Città diSan Benedetto delTronto”, ha raggiuntola Palazzina Azzurradove si è svolta lacerimonia istituzio-

nale, che si è conclusa con la consegna di unacopia della Costituzione a tutti i neomaggiorenniresidenti a San Benedetto e dei Comuni del com-prensorio e dalla tradizionale foto di gruppo.

Comprensorio di S. Benedetto del Tr.

Festa della Repubblica, consegnata la Costituzione ai neo maggiorenni Intervento del giovane docente universitario Paco D’Onofrio:

“Carta costituzionale è insieme di valori che vanno condivisi”

suor maria Gloria riva,

in “Cultura cattolica”

così scrive

Cara repubblica,ti scrivo in occasione del tuo sessan-tasettesimo anno di vita per chiedertialcune cose. Cara Repubblica, mipiace chiamarti così anche se, da molto tempo aquesta parte, tutti ti chiamano Stato. Non mi piace.Il tuo nome Repubblica mi ricorda l’entusiasmo deimiei nonni quando mi parlavano di te.Ricordo il fervore che li animava nel pensarti a tu-tela della loro libertà di espressione, a difesa dei di-ritti umani e di una democrazia rettamente intesa.Soprattutto il tuo nome, Repubblica, mi rimanda aquella lingua latina che non è mai morta perché ser-peggia in filigrana dentro il nostro parlare. Res Pub-

lica, ecco che cosa mi evoca il tuo nome, la tuteladelle cose pubbliche, la tutela di qualcosa che è pa-trimonio comune e non solo di uno schieramento odell’altro. Mi ricorda che ciò si amministra, in ter-mini di risorse, umane o economiche che essesiano, non è appannaggio di pochi ma al serviziodella moltitudine.Dunque, cara Repubblica, ho alcune cose da chie-derti. Non me le puoi negare perché sono implicitenel tuo stesso esistere, tu sei nata per questo: a tuteladei diritti dei cittadini, tanti o pochi che siano. Sono cambiate molte cose in sessantasette anni,cose di cui sei stata testimone e vittima. Vorreichiederti perciò, a fronte di tanti cambiamenti, diconcederci degli spazi di vita degni di questo nome.Quella vita che ti ha generato e per la quale i nostriantenati sono morti.Concedici, per favore, dei luoghi dove si educhil’uomo secondo natura. Dove ci sia, senz’altro, ilrispetto del diverso, di qualunque diverso esso sia:dal disabile, alla persona in stato vegetativo perma-nente, dall’omosessuale, allo straniero che abita neltuo territorio. Concedici però anche il rispetto per

coloro che sono del tuttonormali, insignificante-mente normali, chehanno una fede religiosae che la praticano, che ri-tengono il matrimonio traun uomo e una donnacome ordine naturaledella vita, che desideranoche i figli nascano e cre-

scano dentro una famiglia composta da un padre euna madre, che desiderano fedeltà nel matrimonio,che sono nati in Italia e lavorano da generazioni peressa, che possono tranquillamente fare le scale enon guardano agli edifici come a barriere architet-toniche. Concedici degli spazi educativi dove poteresprimere queste idee senza dover essere giudicatiper forza come omofobi, retrogradi e politicamentescorretti. Cara Repubblica, io sono cattolica, e nonposso dimenticare l’apporto dei cristiani, e dei cat-tolici in particolare, al tuo sorgere, spero che nem-meno tu lo possa dimenticare. Concedici per favoredelle scuole davvero cattoliche, dove cioè i giovanipossano essere educati secondo i criteri valorialiche ci stanno davvero a cuore, fatti di rispetto perla vita dal suo sorgere al suo declino, fatti diun’etica morale e civile sana e non orientata al pro-fitto. Luoghi dove la parola dialogo non scada inservilismo verso certa cultura imperante di stampolaicista, ma che possa, nel rispetto, comunicare leproprie verità di fede e di cultura. Se non ti chiedotroppo vorrei anche preganti di questo: donaci unaltro tipo di Risorgimento, quello appena passato ciè venuto male. Donaci il risorgere della cultura dellavoro, quella cultura che vede padroni e operaiprotagonisti della Res Publica e non dominati dallalogica del sospetto e dello sfruttamento reciproco.Luoghi di vita e di lavoro dove ciascuno operi peril bene del paese e della propria famiglia. Non si la-vori più per un mercato economico che alla fine citrova tutti perdenti, indebitati e stanchi, costretti aorari impossibili per tener vivo qualcosa che nasce

già morto. Concedi di riassaporare nelle nostre cittàquei rapporti semplici con il venditore ambulante,con il piccolo negozietto di generi alimentari doveil proprietario tiene ancora la matita tra l’orecchioe la nuca e mentre taglia il formaggio ti raccontadel figlio che studia all’estero in una Europa chepur essendo un miraggio di progresso, riserva a chici va rischi enormi. Forse sto davvero abusandodella tua pazienza, ma ho altro da dirti. Per questotuo compleanno non me lo puoi davvero negare,anche perché è per me un giorno importante, èanche il giorno del mio Battesimo. Lo so che forseper te questo non rappresenta nulla, ma sai per uncristiano è un evento fondamentale. Ebbene da cit-tadina, e non solo da cristiana, vorrei chiederti, perfavore, politici degni di questo nome. Degni diquella polis che abbiamo edificato fin dal medioevosempre con l’intento di far progredire i grandi valoriumani e le leggi secondo natura. Dacci politici cheamino questo paese. Sai, sono un po’ stanca di per-sone che urlano frasi insensate e insulti, che pen-sano di governare soprattutto colpendo la parteavversa come fosse un nemico da abbattere, una

persona da distruggere. Ti prego, facciamo qualcosacontro questa filosofia del gossip, per la quale in-vece di progettare il bene del paese si progetta adanni del politico di turno. Dacci uomini che aminodavvero la Res Publica, che difendano i diritti diogni cittadino senza discriminazione politica e re-ligiosa e, se fosse possibile, che abbia a cuore so-prattutto di Colui che ha avuto la sorte di nascerecome italiano. Cara Repubblica, ti ringrazio diavermi ascoltato, è una virtù rara a questi tempi.Vorrei augurarti davvero buon compleanno! E nelcongedarmi da te vorrei specificare una cosa,quando ti chiamo cos, Repubblica, mi riferisco pro-prio a te, a quella idea nata dai nostri Padri, vorreievitare ambiguità. Molti oggi si forgiano del tuonome intendendo con esso cose che sono ben lon-tane da tutto quello che qui ti ho richiesto.Grazie, per questi tuoi sessantasette anni che cihanno conservato, alla fin fine, la possibilità di vi-vere in pace e nella libertà. Con amicizia Maria Gloria Riva

(suor per chi non ha problemi anticattolici)

Page 6: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

6 Anno XXX

9 Giugno 2013PAG

Noi irriducibili sostenitori della democrazia pos-siamo darla vinta al partito dell’astensione che, adogni tornata elettorale, innalza la sua asticella? Unpartito ormai trasversale, viste le dimensioni rag-giunte in Italia. Tanto che è meglio non chiedereneppure ai parenti e agli amici. Perché la domandadel giorno è cambiata. Non più “per quale partitohai votato?”. Ma un molto più realistico: “Questavolta hai votato?”. E alzi la mano chi non ha in famiglia, nella cerchiadegli amici, ma anche nella propria comunità di ap-partenenza, qualcuno che abbia disertato le urne.Naturalmente per scelta oper stanchezza, per disaffe-zione o per disistima, perrassegnazione o per prote-sta, per impeto moralisticoo ascesso di realismo.Ognuno, se interpellato,esprimerà le proprie perso-nalissime ragioni. Ma pro-prio questa circostanzadeve aiutarci tutti a riflet-tere. Perché il partito del-l’astensione (legittima edemocraticamente tutelata)non ha un leader, non haun testimonial d’eccezione, non ha un volto chebuchi il video e ci spinga a disertare le urne. Nonha, ci si passi il paradosso, una intenzionalità “poli-tica”. Perché se tale fosse, almeno avremmo qual-cuno con cui confrontarci e scontrarci. Chedovrebbe spiegarci le ragioni del rifiuto del voto eaiutarci a discernere. Per poi individuare, meglio seinsieme, le soluzioni a questa emorragia di parteci-pazione. Dunque, ci troviamo nelle peggiori condizioni edobbiamo prendere atto che abbiamo dinanzi a noiun nemico davvero insidioso. Tanto che qualcheanalista si spinge ad affermare che “la crisi della de-mocrazia rappresentativa è compiuta” o addiritturamette in guardia dal rischio di derive autoritarie. Equalche dubbio, a dire il vero si insinua anche in noi,perché quando minoranze sempre più esigue di elet-tori (pur attraverso la mediazione degli eletti chesono espressioni di partiti e coalizioni) scelgono per

tutti, si fa fatica a de-lineare i contorni diuna democrazia reale. E di un’amministra-zione della cosa pubblica (soprattutto nelle diversearticolazioni territoriali) che risponda al criterio es-senziale del bene comune. Se il cittadino rinuncia,scegliendo l’astensione, ad esprimere un giudiziosull’operato dell’amministratore pubblico, perchémai quel sindaco, quella giunta, dovranno domanifarsi carico dei problemi di tutti? Una scelta di guidaamministrativa povera di consensi è già un implicito

lasciapassare per amministratori in-fedeli. L’astensione generalizzata,oltre un certo limite, può divenirel’affermazione di un potere senzacontrollo, proprio per rinuncia delcittadino ad esercitare il proprio di-ritto a verificare e a indirizzare me-diante lo strumento principe che, indemocrazia, è ancora il voto libero epersonale. E non ci si venga a direche altri strumenti, vedi l’ubriaca-tura della democrazia digitale, pos-sano prendere il posto delle elezionia suffragio universale. Le democra-zie, per ora, non hanno inventato di

meglio. Anzi, hanno un bisogno fisiologico di tor-nare a farsi giudicare e rinnovare dal popolo so-vrano. Questa non è la sede per interrogarsi su chi si av-vantaggi di questa disaffezione popolare (anche sequalche insidiosa valutazione si fa avanti), ma cer-tamente è l’occasione per registrare la nostra sensi-bilità al problema della partecipazione. L’occasioneanche per ribadire che si tratta di una grande que-stione educativa. Che, in quanto tale, ci interrogacome credenti. Oggi, è inutile nasconderlo, ogni ele-zione ci pone (meglio, ci dovrebbe porre) dinanzi aquesiti essenziali. Di giustizia sociale come di sal-vaguardia antropologica. Forse è proprio questa gri-glia di giudizio che facciamo fatica ad elaborare e asuggerire come metro di pubblica valutazione. Sa-rebbe un piccolo contributo, forse essenziale, perprosciugare il mare dell’astensione. Prima che di-venti un oceano che ci sommerga tutti.

Domenico Delle Foglie

NOTA POLITICA MALATI DI ASTENSIONISMONon ci si può arrendere a questa deriva, ma per recuperare parteci-pazione occorre forse suggerire una griglia di giudizio. Ogni elezione comporta, infatti, una scelta di giustizia sociale e disalvaguardia antropologica

Sarà beatificato a Carpi (MO), sabato 15 giu-gno, Odoardo Focherini. Sposo e padre di settefigli, assicuratore, presidente dell’Azione Cat-tolica di Carpi, giornalista e amministratore de“L’Avvenire d’Italia”, salvò più di 100 ebreidalla deportazione. Catturato e incarcerato inodio alla sua fede cattolica,morì nel campo di concen-tramento tedesco di Her-sbruck nel 1944, a soli 37anni. Medaglia d’Oro alMerito Civile della Repub-blica Italiana, è il primogiornalista “Giusto tra leNazioni” allo Yad Vashemdi Gerusalemme e il primoitaliano ad essere beatificatoper aver salvato degli ebreidalla persecuzione nazista.L’Azione cattolica italiana,la Chiesa di Carpi e l’asso-ciazione diocesana gioi-scono per il decretoriguardante il “martirio inodium fidei” del servo diDio Odoardo Focherini.

Paolo Trionfini

A pochi giorni dalla beatificazione di GiuseppeToniolo e dalla grande festa di popolo che l’haaccompagnata, giunge una lieta notizia cheriempie di gioia e commozione: Benedetto XVIha autorizzato la Congregazione per le causedei Santi a promulgare il decreto riguardante il

martirio in odium fidei del Servo di Dio carpi-giano Odoardo Focherini, laico di Azione Cat-tolica ucciso dalla furia nazista a Hersbruck (inGermania) il 27 dicembre 1944, a soli 37 anni.Odoardo Focherini nasce a Carpi il 6 giugno1907 da una famiglia di origine trentina. Il suo

itinerario formativo si com-pie all’interno della Gio-ventù di Azione Cattolica, incompagnia di giovani comeZeno Saltini, futuro fonda-tore di Nomadelfia, con ilquale è coinvolto in un arditoesperimento di apostolato:nell’Opera Realina, una re-altà di vita comune al servi-zio dell’associazione, questogruppo dà vita ad una serie diistituzioni di carattere socialee educativo attraverso lequali si coinvolgono i gio-vani più emarginati del tes-suto sociale locale. È inquesto ambiente che Foche-rini sperimenta l’attenzione

agli ultimi, l’amore concreto e solidale per ilprossimo. La Gioventù Cattolica carpigiana, dicui poi assume la presidenza diocesana, lancia“L’Aspirante”, un periodico destinato ai piùgiovani, che diventerà il foglio della stampa na-zionale. Il suo coinvolgimento nell’associa-zione si fa sempre più pressante: nel 1931 siprodiga in un intenso sforzo per riorganizzare icircoli giovanili cattolici chiusi d’autorità dalregime fascista. Nel 1936, dopo un triennio alla

Odoardo Focherini, Guido Negri, Giosuè Borsi, alcuni degli uomini sull’esempio dei quali siamo cresciuti nell’Azione Cattolica

Odoardo Focherini sarà beato

guida dell’Unione Uomini, Focherini diventapresidente dell’Azione Cattolica diocesana.Convinto sostenitore della stampa come mezzodi diffusione dell’ideale evangelico, inizia lacollaborazione con “l’Osservatore Romano” e“L’Avvenire d’Italia” di Bologna. Nell’am-biente del quotidiano bolognese, di cui assumeanche l’incarico di segretario ammi-nistrativo, matura la scelta chesegna definitivamente la suavita: nel 1942, dietro la solle-citazione del direttore Rai-mondo Mancini, Focheriniaiuta alcuni ebrei provenientidalla Polonia. L’intensa operain favore dei perseguitati as-sume ritmi frenetici dopo l’ar-mistizio del 1943, con l’avvioanche in Italia della soluzione finaleper gli ebrei. Trovato un compagno fidatoin don Dante Sala, Odoardo si prodiga per of-frire una via di salvezza a più di cento persone.Come avrebbe riferito un testimone, i «perse-guitati ormai erano i suoi persecutori». L’11marzo 1944 Odoardo viene arrestato, prima diessere trasferito nei campi di concentramentodi Fossoli, di Gries e di Hersbruck. Della suaprofonda fede rimane una traccia indelebilenelle oltre 160 lettere fatte uscire clandestina-

mente. In una di queste, scrive: «Se invece il Si-gnore vorrà ancora mantenerci nella prova o ag-gravarla benediciamo insieme la Sua volontà innome di quel credo che abbiamo sempre cer-cato di professare [...], ma quel Signore chetutto consente non abbandonerà e di questa cer-tezza siamo più che sicuri». L’abbandono fidu-

cioso ai disegni della provvidenza nongli fa rimpiangere la scelta com-

piuta. Rivolgendosi a un amico,scrive: «Se tu avessi visto,come ho visto io in questo car-cere, cosa fanno patire agliEbrei, non rimpiangeresti senon di non averne salvati in nu-mero maggiore». Il 27 dicem-bre 1944 Focherini muore. In

quello che rappresenta il suo te-stamento spirituale, ha lasciato

detto: «I miei sette figli... vorrei vederliprima di morire... tuttavia, accetta, o Signore,anche questo sacrificio e custodiscili tu, insiemea mia moglie, ai miei genitori, a tutti i mie cari...Dichiaro di morire nella più pura fede cattolicaapostolica romana e nella piena sottomissionealla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olo-causto per la mia Diocesi, per l’Azione Catto-lica, per il Papa e per il ritorno della pace nelmondo».

Page 7: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

SANT’EGIDIOLo scorso Primo Maggio la cop-pia più longeva di Sant’Egidioalla Vibrata ha festeggiato ses-sant’anni di matrimonio. Riportiamo di seguito l’auguriodel Parroco di Sant’EgidioAbate, Don Tommaso Capriotti,ai venerandi sposi.

“E’ la prima volta, credo, checelebro un sessantesimo dinozze. Il Primo Maggio mi sono moltorallegrato per questi sposi Anto-nio Tacconelli e Pia Lucidi che sisono presentati in Chiesa con icinque figli tutti sposati e tanti

nipoti. Nella S. Messa è stato riconfermato questo matrimonio, benedi-cendo gli anelli, lodando e ringraziando Dio per la bellissima e lungafedeltà mantenuta. Grazie Antonio e Pia per questa testimonianza. Vi auguro ancora lunga vita e ricche benedizioni dal Signore!”

Il vostro parroco, Don Tommaso Capriotti

7Anno XXX

9 Giugno 2013 PAG

da ripatransone a cura di A.G. - I.A.

Manifestazioni celebrative del Cinquantennale dell’AVIS

Negli anni 50/60 del XX secolo per far fronte alle ri-chieste di trasfusione di sangue che provenivano dal lo-cale ospedale civile “San Giovanni”, alcuni cittadiniripani, stimolati dal giovane Prof. Giovanni Capocasae guidati dalla sezione provinciale, decisero di costituirein Città una sezione AVIS (Associa-zione Volontari Italiani del Sangue).Erail 14 Giugno 1963 quando nei localidell’allora circolo cittadino ci fu la ce-rimonia di fondazione. Nel primo con-siglio direttivo (provvisorio)risultarono eletti: Prof. Giovanni Capo-casa, Ins. Adriano Orsatti Piergallini,Prof. Walter Michelangeli, GiuseppeIncicco, Elio Berdozzi, Ins. Fausto Ca-priotti, Canzio Bertolotti, Raffaele Vagnoni, GabrieleCardarelli. Dopo la fondazione, nel mese di Giugno diogni decennio, la sezione AVIS ha ricordato l’eventocon significative iniziative; particolarmente numerosesono quelle di quest’anno, ricorrendo il cinquantennaledell’intensa attività umanitaria svolta a favore dei ripanie dei residenti nei comuni dell’interland, da cui proven-gono diversi soci iscritti. Le manifestazioni celebrativedi quest’anno, dal consiglio direttivo in carica (presi-dente Decio Marinelli, segretario Mariano Giannetti),sono state programmate nei seguenti giorni del mese diGiugno: sabato 1, sabato 8, domenica 16. Il pro-gramma di sabato 1° Giugno, si svolgerà nella sala dirappresentanza del Municipio con inizio alle ore 17.30e prevede: un indirizzo di saluto rivolto dal sindacodella Città Prof. Remo Bruni e dal presidente della lo-cale sezione AVIS Decio Marinelli; seguirà un’interes-sante relazione sulla trasfusione di sangue, conl’intervento di due dottoresse: Donatella Donati Sartirelazionerà sulla “Storia della trasfusione nel mondoantico”; Anita Piergallini riferirà su “La trasfusioneoggi”.

Il programma è il seguente: - Sabato 1 Giugno: ore17.30, sala di rappresentanza del Municipio, aperturadelle manifestazioni con gli interventi del sindaco dellaCittà, Prof. Remo Bruni e del presidente della sezione,Decio Marinelli; seguirà la conferenza/incontro su:“Storia della trasfusione nel mondo antico” (relatriceDott.ssa Donatella Donati Sarti) e su: “La trasfusioneoggi” (relatrice Dott.ssa Anita Piergallini). - Sabato 8

Giugno: ore 21.15, teatro “Mercantini”,“Serata del Donatore” con la partecipa-zione dello Shofar Trumpet Quartet deimaestri Mario Biancucci, Mario Braca-lente, Michele Pancotto e GiuseppeFrioni; proiezione del Corto-Avis, Docu-film sulla Storia dell’AVIS Ripana; con-segna di benemerenze ai Soci Avisini. -Domenica 16 Giugno: ore 9.00, acco-glienza delle rappresentanze delle sezioniconsorelle presso il piazzale San Filippo

Neri; ore 9.30, chiesa monumentale di San Filippo, par-tecipazione alla messa, animata dalla Corale “Madonnadi San Giovanni” (direttore N. Fanesi, organista L. Mi-chelangeli); ore 10.30, deposizione di una corona di al-loro ai piedi del monumento ai caduti, con lapartecipazione del Corpo Bandistico “Città di Ripatran-sone” (direttore R. Vespasiani); inaugurazione diun’opera scultorea commemorativa del 50° anniversa-rio; ore 11.00, teatro “Mercantini”, cerimonia conclu-siva delle celebrazioni con il saluto delle autorità, conla presentazione del “Libro d’Artista” del pittore MarioVespasiani, con la consegna di riconoscimenti ai socifondatori; ore 13.00, pranzo sociale servito presso il ri-storante “Valleverde” in Valtesino. Domenica 16 Giu-gno, dalle ore 9 alle 13, presso l’ingresso del teatro“Mercantini” sarà attivo il servizio di annullopostale.Le manifestazioni, programmate dal ConsiglioDirettivo della sezione ripana, si svolgeranno con il so-stegno della Banca di Ripatransone-Credito Coopera-tivo e con il patrocinio del Comune di Ripatransone,della Provincia di Ascoli Piceno, della Regione Mar-che.

Martedì 28 Maggio 2013, dalle ore19 alle 21, si è riunito il consigliocomunale presieduto, in assenza delpresidente Dott.ssa Diana De Angelis(in congedo per matrimonio), dalconsigliere Prof. Paolo Polidori, ilquale ha invitato, a fare le comuni-cazioni il sindaco Prof. Remo Bruniche ha esordito invitando il consiglioa rispettare un minuto di silenzioper ricordare il Geom. Gino Pie-razzoli (titolare dell’ufficio tecnicodagli anni ’50 agli anni ’80), dece-duto di recente. Quindi ha comuni-cato quanto segue: 1) il governo haautorizzato l’am ministrazione co-munale a svincolare dal patto distabilità nazionale 800mila euro(il 50% nei prossimi mesi ed il50% a Gennaio 2014): questo in-tervento governativo consentirà alComune di accendere per il 62%mutui per poter saldare i debiti pre-gressi; 2) la sezione AVIS ha invitatoi consiglieri e familiari a parteciparealle manifestazioni celebrative delcinquantennale di fondazione pro-grammate nei giorni 1, 8, 16 Giugno;3) nei giorni 15-16 Giugno, per il“Patto di amicizia” cittadini ripani,cossignanesi, rotellesi si recherannonella città toscana di Certaldo.Alle comunicazioni del sindaco ha

fatto seguito quella del consi-gliere Alessandro Ricci che hainvitato i presenti a parteciparealla festa patronale della frazionedi San Savino, programmatanei giorni dal 31 Maggio al 2Giugno 2013. C’è stato poi l’in-tervento del consigliere di mi-

noranza Barbara Bassetti che haevidenziato di non essere soddisfattadel consuntivo di un anno di attivitàdella nuova amministrazione co-munale, lamentando alcune mancaterealizzazioni; il sindaco ha replicatodi aver fatto il massimo nonostantele ristrettezze imposte dal “Patto distabilità” e dalla crisi economica,che impediscono attualmente, aglienti locali di intervenire anche inopere di spesa contenuta. In meritoall’approvazione del rendiconto digestione anno 2012, il primo adintervenire è stato il consigliere de-legato al bilancio Geom. PaoloD’Erasmo, il quale ha riferito cheil consuntivo 2012 si è chiuso conun avanzo di amministrazione paria 117mila euro, di cui 97mila de-stinati al fondo vincolato; ha preci-sato inoltre che non ci sono perl’amministrazione comunale pen-denze di carattere straordinario ri-guardanti il bilancio, né da parte diprivati né da parte della Corte deiConti; il secondo intervento è statoquello del consigliere di minoranzaRag. Giuseppe De Renzis, che hachiesto in merito a diverse voci,delucidazioni che sono state fornitedalla responsabile dell’area finan-ziaria Dott.ssa Roberta Vannicola;

l’intervento conclusivo è stato quellodel sindaco che ha affermato che ilbilancio consuntivo 2012 certificaun anno molto proficuo con un mi-lione e mezzo di euro investito nelterritorio comunale. Messo ai voti,il bilancio è stato approvato daisoli consiglieri di maggioranza; han-no votato contro i due di minoranza.E’ seguito l’esame delle interroga-zioni presentate dai consiglieri Bar-bara Bassetti e Giuseppe De Renzis.Ha risposto il vicesindaco ed as-sessore ai lavori pubblici Ing. Ales-sandro Lucciarini De Vincenzi, cheha comunicato: 1) sul tratto di strada“Valtesino sud” sono stati spesi già532mila euro: i restanti 46mila visaranno spesi quando il “patto distabilità” lo consentirà; 2) per lariapertura della strada “Macinarino”attualmente non sono disponibilifondi né comunali, né provinciali,né regionali; 3) per la messa in si-curezza dell’impianto d’illumina-zione pubblica nella frazione di SanSavino, provvederà la ditta a cui èstata affidata la gestione della reteelettrica nell’intero territorio comu-nale. Alla conclusione della seduta,il Consiglio ha approvato la dismis-sione delle due quote azionarie delcomune di Ripatransone nell’ambitodella Società Multiservizi S.p.a. diSan Benedetto del Tronto (una so-cietà partecipata), e le linee-guida(che riguardano edifici, infissi, in-segne) del piano del centro storicoin fase di elaborazione, in sostitu-zione di quello vigente da temposcaduto.

“Patto di stabilità”: svincolati 800mila euro per le opere pubbliche

“Lo Sterro era un’area di terreno erboso circondato

per metà dagli alberi di viale Gorizia, e sull’altra metà

si affacciavano le case, compresa la nostra”.

Quel luogo di Cupra ha racchiuso tutto il

piccolo mondo antico di Giulia Lanciotti;

esso si identifica con gli avvenimenti

personali, famigliari e sociali che

hanno segnato gli anni della nar-

ratrice dall’infanzia all’adole-

scenza.

“Fanciullezza rubata” doveva

essere inizialmente il titolo dello

scritto, a significare il condizio-

namento e l’impatto emotivo di

una vita attraversata dagli eventi

bellici.

A questi sono seguiti repentini

mutamenti socio-economici ap-

parentemente distinti dai primi.

I due mondi sono stati confron-

tati e riavvicinati attraverso un

percorso narrativo che vede at-

traverso ciascun capitolo mo-

menti da ricordare, non solo a

chi li ha vissuti come lei, ma

anche da far conoscere ai gio-

vani d’oggi che li ignorano del

tutto.

Questa necessità fortemente

avvertita da Giulietta, ha pro-

dotto il denso e stimolante

racconto che con la gradevole prosa si

svolge tra il disincanto e un sottostante

spirito critico. Walter Ferri

“Nel palazzo Apostolico vado solo a lavorare. Vivo a Santa Marta per non restareisolato” Papa Francesco racconta in una lettera ad un sacerdote amico, parrocoin Argentina, la sua vita “ordinaria” da Pontefice

CITTA’ DEL VATICANO, 28 Maggio 2013 (Zenit.org) - “Caro Quique, oggi ho ricevuto la

tua lettera del 1° maggio. Mi ha dato molta allegria. Il racconto della festa patronale mi ha

portato dell’aria fresca. Io sto bene e non ho perso la pace di fronte ad un fatto totalmente

sorprendente e che ritengo un dono di Dio. Cerco di conservare lo stesso modo di essere e

di agire che avevo a Buenos Aires poiché se alla mia età cambiasse è certo che farei il ridi-

colo“. E’ l’incipit di una normale lettera fra due amici distanti, legati da un forte affetto. Unalettera che diventa, però, straordinaria se si conosce il nome del mittente: Jorge Mario Ber-goglio. Il quotidiano argentino “El Clarín“ ha pubblicato oggi il messaggio di risposta chePapa Francesco ha inviato, lo scorso 15 maggio, ad un sacerdote amico, parroco nella cittàde La Rioja, Enrique Rodríguez, che il Santo Padre chiama confidenzialmente “Quique”.Raccontando della sua vita a Roma, il Pontefice scrive: “Non ho voluto andare a vivere nel

palazzo Apostolico. Vado là solo a lavorare e per le udienze. Sono rimasto a vivere presso

la Casa Santa Marta che è un convitto, dove siamo stati ospiti durante il Conclave, che

ospita vescovi, sacerdoti e laici. Sono visibile alla gente e faccio vita normale: Messa pub-

blica al mattino, mangio nella mensa con tutti, ecc“. “Tutto ciò mi fa molto bene e mi evita

di restare isolato“ racconta il Papa, per concludere: “Quique, cari saluti ai tuoi parrocchiani.

Ti chiedo per favore di pregare per me e di far pregare per me. Saluti a Carlos e Miguel.

Che Gesù ti benedica e la Vergine Santa abbia cura di te. Fraternamente, Francisco”.

noterella simPatiCa

Page 8: Anno xxx n 20 9 giugno 2013

8 Anno XXX

9 Giugno 2013PAG

VIAGGI E TuRISmO - NOLEGGIO BuS

S. Benedetto del Tronto Tel. 0735 594456

Cupra marittima Tel. 0735 777636

www.pertur.it

30 anni di esperienzaorganizzando viaggi per le Parrocchie

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101