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Anchk Djed Was . Anno II° . Gennaio 2015 1 Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e Mediterraneo di Misraim e Memphis Anno II° - N° 1 - Gennaio 2015 Pubblicato a Febbraio 2015 – Ci scusiamo per il ritardo Sommario: Una tantum - Il S. G. J. Generale Oltre la nebbia - UNI L’impossibilità dell’iniziato di celarsi a se stesso - FENIX Il segreto ed il secretum - ANTARES

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Anchk Djed Was . Anno I I ° . Gennaio 2015

1  

Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e

Mediterraneo

di Misraim e Memphis

     

Anno II° - N° 1 - Gennaio 2015 Pubblicato a Febbraio 2015 – Ci scusiamo per i l ritardo

Sommario:

Una tantum - I l S. G. J . Generale

Oltre la nebbia - UNI

L’impossibilità dell ’ iniziato di celarsi a se stesso - FENIX

Il segreto ed il secretum - ANTARES

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UNA TANTUM

Siamo tutti in Sonno?

Una tantum; significa non di frequente.

Ed è in tale modo che Noi vorremmo esprimere alcune nostre sensazioni e anche delle semplici idee, in relazione a quanto di terribile accade oggi nel mondo. Cioè; parlare solo se ciò è indispensabile.

La globalizzazione ha fatto sì che il “bianco ed il nero” delle aspirazioni e opinioni dell’umanità, si sia ingrigito totalmente; nessuno capisce ormai dove possa essere un barlume di verità o almeno di sincerità. Il nuovo “Vento” terribile dell’integralismo non trova più alcun baluardo, quali le ideologie politiche, o le altre religioni, che un tempo lo contrastavano. Tanto meno, l’integralismo odierno viene contrastato dalla “nostra democrazia apparentemente buonista” imposta dai “Poteri” soprattutto economici, che in questi nostri giorni, ci sovrastano. Differentemente dai totalitarismi, i quali non ammettono che la loro verità , la nostra democrazia non ammette che chiunque possa confutare i propri “dettami” - i quali mutano sovente, e ciò anche al fine di “pilotare” lemuri umani o eggregorici, i quali quando ben costituiti “servono” al tempo stesso Dio e Mamona. (Matteo 6:24). Tant’è che tale “democrazia”, oggi ci costruisce ad arte dei nemici. Li inventa di sana pianta, li determina, li sceglie e poi ci indica cosa fare.

L’altra parte del muro, non è nota ai più; nessuno in questi giorni tremendi si è presa la briga di farcela conoscere (ma è abbastanza probabile che ogni notizia fornitaci, all’uopo, sarebbe comunque stata una “bufala”). Chiediamoci piuttosto dietro quali interessi reali si celi la pertinace volontà di uno scontro tra mussulmani e cristiani. Esiste ancora un “occidente”? Nessuno ci ha detto perché gli Eroi sono morti a Nassiria e chi ha armata, realmente, la mano assassina. In nome di quali interessi? Nessuno ci ha detto chi è il vero

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responsabile del ritorno della famosa “nave” in acque indiane e per quale motivo chi compie il proprio dovere lealmente, rischia la prigione a vita.

Comunque l’indicazione “democratica” è quella che ci indica di essere buoni, tolleranti, comprensivi, accoglienti; ciò, nel modo “buonista” come oggi concepito, democraticamente, significa essere impauriti, proni, vili, accomodanti? Tanto poi le industrie del cosiddetto mondo civile, costruiscono e vendono armi a chiunque - Gli affari, sono affari!

Proprio così; una democrazia tanto indignitosa, non può che far soffrire l’umanità che deve sottoporvisi, in nome del buonismo “somministratoci ad arte”, che altro non è che il frutto dell’intorpidimento mentale e della nostra debacle spirituale. Presto, come è successo per tutti i concetti Tradizionali, le Nostre buone Tradizioni del pago, e addirittura le regole della Nostra Religione Cristiana, saranno vituperate e sotterrate nel nome della “artefatta e forzosa fraternità umana” della uguaglianza “di Genere”; tali fandonie faranno il paio con la impossibilità di definirci (cioè di auto definirci) imposta dalla pretesa “tolleranza ed integrazione”. Gente! Non potremo più definirci neanche “Occidentali”; meno che mai Europei. Ma Cristiani si - specie se ci adatteremo alla invasione (ormai già in atto) e al “martirio” - Ma Gesù ha detto “porgi l’altra guancia”; non ha mai detto, “fatti decapitare”. In ogni caso, del prima citato e nuovo “Vento” terribile, se ne conoscono il senso, la potenza e gli scopi; occulta (ma solo per le menti ottuse) ne è la genesi che proviene dal dio denaro e dai suoi adoratori. Meditiamoci ben, bene sopra.

Per quanto invece riguarda direttamente noi Liberi Muratori, almeno proprio Noi, cioè quelli che appartengono a “Famiglie Muratorie” che operano nella Tradizione, fino dai tempi antecedenti la riforma del Pastore Anderson, vorrei dire qualche cosa; nel Nostro percorso simbolico ci siamo spesso imbattuti in quelli che sono i cosiddetti “Gradi Cavallereschi”, la cui sintesi è sempre ed irrevocabilmente di Ordine Templare. E abbiamo anche giurato.

Un Iniziato che fu Gran Maestro dell’Ordine Templare Italiano, il P.mo Fratello Conte Gastone Ventura, ne divenne il capo poiché, essendo i Membri di tale Ordine, (nella fattispecie l’Italia) obbligati in caso di guerra della propria nazione, all’arruolamento, avvenne che dopo il 1939 tutti i Templari che avevano, (in scala gerarchica) titolo per guidare l’Ordine si arruolarono nelle Loro rispettive Armi (il Conte Gastone Ventura fu Contrammiraglio di Marina, imbarcato - cioè comandava una nave da guerra, non una scrivania). Alla fine della seconda belligeranza mondiale, il solo superstite avente titolo per la

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guida dell’Ordine Templare, fu proprio il Conte e Fratello Gastone Ventura, che per tale fatto in seguito ne divenne, di diritto, il Gran Maestro. L’ordine Templare di Gastone Ventura esiste ancor oggi.

Mi chiedo quindi: ma Noi, dove siamo finiti? Possibile che si parli, si parli, si parli e che nessuno, pur avendo formulate le sacre promesse, faccia nulla? Non sentite il sinistro scricchiolio delle ossa dei Nostri Fratelli Cavalieri, che si stanno rivoltando nei loro sepolcri?

Penose maschere, ridicole frivolezze e leziose allegorie di ogni genere, hanno incancrenita la Nostra Tradizione. Se veramente ognuno di Noi sente in Se il richiamo e l’insegnamento della Nostra natura mediterranea, allora iniziamo ad operare al Nostro bene e per la Nostra perpetrazione, ricordando soprattutto il Nostro Motto scritto attorno alla croce rossa;

ma anche quello che segue

Si Vis Pacem Para Bellum!

Perché questo concetto funziona ed è già stato abbondantemente verificato ed attuato; da Roncisvalle in poi, passando per Famagosta e poi in Lepanto e fino a Vienna. E’ per ciò che oggi Noi, siamo ancora vivi.

Liberazione Unione e Fraternità

Il S. G. J. Generale - SETH

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OLTRE LA NEBBIA

Sono nata in un paese in cui la nebbia, durante l’inverno, regna incontrastata e ogni giorno rende le cose diverse agli occhi di chi le guarda.

Mentre per la maggior parte della gente essa crea solo problemi e pertanto risulta essere un agente atmosferico negativo, durante il corso della mia vita ho imparato a vederne anche il lato positivo; essa è magia, quella cosa che ti permette di vedere, se sei molto attento, attraverso un “velo” la realtà circostante, ciò che magari chi è passato prima di te non aveva neppure notato.

Certe volte la nebbia può far veramente paura facendoti sentire solo e abbandonato nel cuore della notte, ma basta una fievole luce a darti la speranza di trovare un piccolo sentiero che possa condurti verso casa. Allora ti “aggrappi” alla fonte luminosa e ti lasci guidare da essa e dalla tua fiducia di riuscire a vederci più chiaro.

Mio padre, quando alle prime armi ero costretta a guidare la macchina in condizioni di visibilità scarse, mi diceva sempre di andare piano, avanti per la mia strada, di non fermarmi mai perché qualcuno, non vedendomi, avrebbe potuto tamponarmi e soprattutto di non fidarmi mai di chi, troppo sicuro di sé, correva nella notte incontro ad un destino incerto.

Ora, ad una lettura più profonda, posso ritenere che seguire la via indicata da una piccola luce, esattamente come ci dice la nona lama dei Tarocchi in cui l’eremita avanza lentamente illuminato da una lanterna alla ricerca della Via, possa essere la cosa più saggia da fare.

L’iniziato infatti sa perfettamente che la strada da seguire è difficile e piena di difficoltà, a volte oggettive poiché provengono dal mondo esterno, dalla controiniziazione, che è sempre pronta a gettare i propri ami ai quali non dobbiamo abboccare, ma soprattutto da quella soggettiva che è dentro di noi e

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che, forse, è quella più pericolosa poiché non ci permette di staccarci con facilità da ciò che con tanta fatica l’educazione familiare e le regole sociali alle quali dobbiamo in qualche modo sottostare, ci hanno imposto.

Non è facile camminare lungo la Via senza pensare di dover allontanare tutta la materialità che bene o male ci pervade, gli affetti ai quali siamo legati per cultura o per legami di parentela più o meno vicini, ma, se il cammino è soggettivo, è indispensabile ricercare una propria libertà interiore che sola può permetterci di allontanare quel velo di “ignoranza” che ci separa dalla verità.

L’iniziato cerca in tutti i modi la liberazione da tutte le costrizioni che lo intrappolano e, nello stesso momento spera, mentre lavora in questa dimensione spinto dalla fides, di riuscire a costruire qualcosa nella duat.

Dopo la morte, secondo la tradizione Kabalistica, le tre parti che costituiscono il corpo si distaccherebbero le une dalle altre e la Materia andrebbe in Assiah, l’Anima in Yezirah e lo Spirito in Briah.

Prendendo in considerazione quanto detto la nostra speranza, quindi, è quella, seguendo la Legge Naturale, di ripercorrere il cammino a ritroso, riconquistando la nostra vera natura, per giungere, tramite la reintegrazione, là da dove siamo partiti nel momento in cui siamo stati creati, con la consapevolezza di essere un tutt’uno con il SADM.

UNI

 

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L’IMPOSSIBILITÀ DELL’INIZIATO DI CELARSI A SE STESSO

…………………. Ma no, quello non è un vero iniziato.

Sovente ricorre nei nostri interloquii questa banale frase e molti di Noi la ascoltano senza commentare, o rispondere; sia al proprio interlocutore, che alla propria interiorità.

Nella realtà del vivere i Nostri momenti spirituali e rituali, dopo essere stati iniziati alla Massoneria, cui la sorte, la vita e la volontà ci hanno condotto, noi diventiamo effettivamente degli iniziati.

Per come io la penso, non esiste quindi un essere umano senziente e padrone di se stesso (almeno all’apparenza), il quale dopo avere subita l’iniziazione tradizionale massonica, non sia un iniziato.

Ma allora ci domandiamo: come mai, spesso si devia dalla “Strada” tradizionale, e nonostante il Rito subito, tale Rito sembra non sortire alcun effetto sul recipiendario? Proprio così. Spesso ci si avvede di alcuni Nostri Fratelli e Sorelle, si occupano di tutto e di tutti, ma non di se stessi; non della propria crescita iniziatica e spirituale, non del loro iter massonico. A volte, probabilmente capita anche a noi stessi - magari in momenti di “crisi”. Ma si si è “Svegli” si tratta comunque solo di “momenti”.

Tuttavia vi è una questione di fondo, inoppugnabile e tenace; nessun essere umano, donna o uomo, se iniziato, potrà mai celarsi a se stesso. Allora è auspicabile ed indispensabile considerare il noto assunto “Conosci te stesso”.

Ho trovato i commenti che seguono in alcuni testi che ho consultato:

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“Nelle Enneadi di Plotino questo precetto delfico è al centro della trattazione della parte antropologica e psicologica e segna il percorso evolutivo e mistico diretto al congiungimento con la propria essenza divina.

Un concetto simile si trova anche nel monito di Sant'Agostino: "Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas" (Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell'uomo che risiede la verità).

Il processo conoscitivo, sostiene infatti Agostino, non può che nascere all'inizio dalla sensazione, nella quale il corpo è passivo, ma poi interviene l'anima che giudica le cose sulla base di criteri che vanno oltre gli oggetti corporei.

A partire da Pitagora, che spingeva gli uomini a realizzare sé stessi, per arrivare a Immanuel Kant, molti filosofi hanno espresso l'importanza di conoscere se stessi nella propria autocoscienza prima di iniziare a scoprire le verità assolute. E molte altre culture hanno compreso l'importanza di questa affermazione: dalla cultura indiana, con gli Inni vedici, alle altre culture orientali, oltre a quella occidentale”.

La ricercatrice e scienziata Cadice Pert, direttrice del Centro di biochimica celebrale del NIMH ( National Institute for Mental Hearth) asserisce che:

ogni essere che aspiri alla conoscenza deve in primo luogo conoscere se stesso. Dalle più recenti scoperte della psico-neuro-endocrino-immunologia sappiamo che in tutto il corpo, ogni cellula “pensa”<> “ sente e prova emozioni” sente piacere e dolore, elabora le proprie informazioni psicofisiche e le trasmette ad ogni parte del corpo attraverso una fittissima rete di comunicazioni di estrema varietà comunicativa, che la maggior parte di noi non è capace di ricevere o di ascoltare.

Per quanto mi riguarda, ad un dato punto del mio percorso iniziatico, il mio “Istruttore” mi suggerì di leggere un libro di Eric Fromm, dal titolo - “Voi sarete come dei”. Per me quello fu un momento importante.

Da allora in poi ho “scoperto” come mi sarei dovuto in seguito occupare seriamente della conoscenza di me stesso. Ma questa volontà la ho acquisita in quanto non ho mai allentato la presa e deviato dal “giuramento” prestato. Non sto qui a ripeterlo per scritto; tutti Noi Liberi Muratori che lo abbiamo formulato, non possiamo certo dimenticarlo. Ed è proprio per questo motivo

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che dico a quelli tra noi iniziati, che si nascondono dietro al proprio “diritto” al libero arbitrio, che la libertà non potrà mai essere percepita senza avere prima conseguita la “Liberazione”. Quest’ultima Noi la cerchiamo e potremo trovarla mediante l’impiego dei Nostri Strumenti Tradizionali e Muratori;

non mascherandoci, o ancor peggio, nascondendoci dietro i Nostri grembiuli e i paramenti. Dopo l’Iniziazione non potremo più “dimenticare” di avere bevute le “acque dolci ed amare”. Altrimenti, quelle dolci non ci disseteranno mai e quelle amare diventeranno realmente “letali”.

Risuonano nel nostro mondo materiale e profano, in questi giorni, le grida dei “fedeli” che affermano: “Dio è grande e misericordioso”.

Quanto e come Dio sia Grande, può essere assunto solo con un nostro vero atto di fede e non come nostra conoscenza razionale; non ne siamo capaci e non ne abbiamo la possibilità. Ma quanto Dio sia misericordioso, possiamo ben comprenderlo. Infatti la misericordia (1)* divina consiste nelle possibilità concesse alla nostra coscienza, al nostro libero arbitrio, alla nostra comprensione animica (2)*, nel costituire in noi l’enfasi spirituale che ci deve condurre al Supremo Artefice Dei Mondi. Questo è il Nostro programma; la vicinanza al S.A.D.M. che è Dio. Al lavoro!

FENIX

NOTE:

(1)* - In ebraico misericordia è khesed e ha le sue radici nell'alleanza tra due parti e nella conseguente solidarietà di una parte verso quella in difficoltà. Nel Nuovo Testamento la misericordia ha un diverso significato e si usano varie parole per definirlo.

(2)* - L’Akh, raffigurato come un ibis, era una potenza soprannaturale e spirituale, un elemento solare e luminoso che permetteva a ogni individuo di accedere alle stelle dopo la morte.

 

Vestigia del tempio di Apollo a Delfi

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SUL SEGRETO E SUL SECRETUM

Il trattato Picatrix

Ciò che il mondo profano immagina del segreto iniziatico, lo si percepisce ascoltando i pareri della gente o le espressioni inserite negli articoli dei giornali o in TV.

Naturalmente, quando non si sa bene di cosa si stia parlando, è naturale che il termine “segreto” rappresenti un qualche cosa di indefinito e spesso, addirittura negativo.

Orbene, si può comprendere facilmente come, chi ha solo voglia di “aprire la bocca per fare uscire il fiato” possa affrontare tale tematica, inondando di idiozie la carta stampata e l’etere.

In tale modalità ed ambito, tanto i profani, che molti sedicenti iniziati, hanno prodotto gran quantità di “materiali”.

Per Noi, che cerchiamo in continuazione, in noi stessi, il segreto può rappresentare una ricca fonte di acquisizione coscienziale e una esperienza che nel tempo è destinata a produrre i suoi frutti.

Se riusciremo a operare le opportune distinzioni, dei termini ed i loro relativi significati, dovremo accettare che il Segreto individuale e il Secretum correlato all’Eggregoro, hanno differenti valenze, se attribuiti al singolo iniziato o al gruppo, nella operatività tradizionale.

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All’inizio dell’Opera, il segreto è anche soprattutto ciò che è già in noi e che noi, attraverso l’iniziazione ed i Riti, cominciamo a cercare ed a risvegliare; tanto in noi stessi, che nella Tradizione.

Il Nostro Rito, può consentire gradualmente, attraverso la crescita in determinati stati di coscienza, degli Iniziati, la comprensione di parte del Secretum, celato nei riti celebrati durante i S. Lavori.

Ma c’è una netta separazione, tra ciò che il segreto significa per l’iniziato singolo, e tra ciò che è rappresentato dal Secretum, del gruppo di appartenenza, del medesimo e ancora di più, nel Rito.

L’iniziato non può comunicare il segreto che è in lui, per la impossibilità di esprimere ad altri, con il mezzo convenzionale, parlato o scritto, ciò che egli realizza in se, nel corso del proprio iter operativo.

Nel Gruppo, l’Eggregoro costituisce il recettore e l’accumulatore di quel Secretum che è emanato nel corso dei S. Lavori da tutto il consesso tradizionale, patrimonio incomunicabile del Rito, e della Tradizione, e ciò anche per quanto è stato o per quanto sarà realizzato in ogni tempo.

Giocoforza, la appartenenza tradizionale ad un gruppo iniziatico regolare ed operativo, costituisce per colui che vi opera la fonte di quella energia adatta alla percezione, sempre maggiore della propria interiorità; si innesca così, una sorta di “reazione a catena” che consentirà a coloro che avranno Fides e Virtus di attivarsi operativamente e tradizionalmente nel nostro “Universo-Mondo Iniziatico”, senza limiti spazio temporali. Di ciò testimoniano i molteplici e continui richiami ai Nostri Maestri Invisibili o Passati, effettuati durante i S. Lavori.

Ovviamente, come ci viene sempre insegnato e ricordato dai Nostri Vertici, laddove c’è iniziazione, celata nell’ombra agisce la contro-iniziazione.

Come ho scritto in precedenza , il mondo profano ha sempre sete di segreti da svelare ed arcani da scoprire; l’editoria “specializzata” ed i cosiddetti “media” proiettano in continuazione i loro messaggi, per la “cerca del Graal”.

Purtroppo il Graal e stato “non trovato” già migliaia di volte; esso ancor oggi rimane per le moltitudini un simbolo muto e vuoto. Vuoto come una coppa bevuta integralmente, probabilmente da Chi vi si è saputo abbeverare, dopo averlo giustamente cercato e trovato.

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Ma tornando ad un ambito che ci è congeniale, affermo che proprio perché la Massoneria non è una religione, il secretum ha un aspetto essenzialmente interiore e non pubblico o dogmatico; Inoltre, per quanto attiene alla relazione dell’iniziato, con la società civile in cui Esso vive, anche la Legge degli Stati, spesso è costretta al giudizio in merito al segreto iniziatico e/o massonico, con il limite e la inadeguatezza dei propri mezzi e sempre, giudicando poi in merito a questioni che hanno attinenza con fatti di ordine prettamente correlato alle comuni vicende e miserie umane. Non a fatti specificamente iniziatici e tradizionali, riguardo ai quali la Legge, non può esprimere il proprio influsso e giudizio, non avendo gli specifici mezzi o gli elementi di giustizia necessari a tale scopo.

Per meglio comprendere quanto sopra esposto, si potrebbe tentare un paragone tra i termini “libertà e liberazione”. Il Nostro V.le RITO, nelle tre lettere dell’acrostico L. U. F. individua le seguenti espressioni: Liberazione Unione e Fratellanza, mentre la Massoneria moderna, individua nel medesimo le espressioni Libertà Uguaglianza e Fratellanza.

Orbene, nel paragone tra i due termini, liberazione e libertà, Noi impariamo al tempo debito ed iniziaticamente, che la libertà è una mera utopia, mentre la liberazione , per l’iniziato, può e deve essere il raggiungimento di un ben determinato stato di coscienza, accessibile a chi riesce a percorrere la Via, secondo le regole che governano la Tradizione.

Ma chi può spiegare a parole, la sostanzialità di tale Stato? Esso è stato sempre manifestato, dai simboli, e mai spiegato, perché il simbolo parla all’iniziato un linguaggio comprensibile, ma segreto e personale. L’iniziato, spiritualmente contribuisce nel proprio nucleo eggregorico, con la proprie conoscenze e realizzazioni, nel Lavoro e A.’. G.’. D.’. S.’. A.’. D.’. M.’.

Tutti i Fratelli comprendono, ma nessuno riesce a esplicitare il Secretum. Tuttavia, il Secretum incomunicabile, viene trasmesso dalla Tradizione, attraverso i Riti e le esperienze iniziatiche, individuali e collettive. - V.I.T.R.I.O.L. Cerchiamo il nostro Nero, nel Nero; la Luce comparirà gradualmente e potremo leggere la occulta lapide.

Antares

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Note riguardanti i l sito internet Ns. V.mo Rito ed i contatti .

Il   sito   internet   del   Rito   Orientale   e  Mediterraneo   di  Misraim   e  Memphis   –   Sovrano  Grande  Santuario  Italico  è  il  seguente:  

www.ritomisraimmemphisroma.it / Rito_Misraim_e_Memphis_Roma   Le   caselle   di   posta  elettronica  di  riferimento  sono  le  seguenti:    

Per   i   contatti,   le   notizie   e   relazioni   interne   inerenti   al   Rito   (con   email   riservata   e  password  comunicata  dalla  Segreteria,  ai  membri  iscritti)    

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