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Anchk Djed Was . Anno II° . n° 2 / 3 Febbraio / Marzo 2015 1 Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e Mediterraneo di Misraim e Memphis Anno II° - N° 2 / 3 – Febbraio / Marzo 2015 Pubblicato a Marzo 2015 – Ci scusiamo per il ritardo Sommario: Editoriale - Il segno del Comando Seth Il mondo oltre la cortina Fenix Equinozio di Primavera - Estratto dal prologo al Rituale d’Agape Il segno del comando Antares Il mondo oltre la cortina Agni Il Fr.’. Rudjard Kipling - Poesia Omero e la Lira

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Anchk Djed Was . Anno I I ° . n° 2 / 3 Febbraio / Marzo 2015

1  

Ankh Djed Was Editoriale mensile del Rito Orientale e

Mediterraneo

di Misraim e Memphis

     

Anno II° - N° 2 / 3 – Febbraio / Marzo 2015 Pubblicato a Marzo 2015 – Ci scusiamo per i l ritardo

Sommario:

Editoriale -

I l segno del Comando Seth

Il mondo oltre la cortina Fenix

Equinozio di Primavera - Estratto dal prologo al Rituale d’Agape

Il segno del comando Antares

Il mondo oltre la cortina Agni

Il Fr. ’ . Rudjard Kipling - Poesia Omero e la Lira

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Editoriale

Condiviso, ma con alcuni nostri “distinguo”.

Un breve e fraterno commento –

Un Nostro P.mo Fratello massone, 33° Grado del R.’ . S. ’ . A.’ . A.’ . ci invia per email questo buon articolo inerente la “Strage culturale” operata con la recente distruzione, da parte dei moderni sanculotti , di importantissimi ed antichissimi manufatti e documentazioni Assire, costituenti gli archetipi della Nostra civiltà mediterranea e medio orientale. . L’analisi proposta dal redattore dell ’articolo, non fa certo difetto per idee, sintassi e precisione; tuttavia, appartenendo noi ad una Massoneria spiritualista e con struttura gerarchica, per quanto in nostra conoscenza, riteniamo di individuare in alcune affermazioni contenute nel testo in epigrafe, i l grimaldello che rischia di scardinare i l sistema logico proposto dall ’articolista, nonostante si individui chiaramente, in Esso, un Essere Umano (e probabilmente un Nostro Fratello) dotato di alto spessore morale, acume e forte volontà di perseguire la Tradizione Libero Muratoria; ma quale delle due da Noi conosciute e individuate? Quella del trinomio settecentesco, o quella della Antica Fratellanza? Tenteremo di proporre anche una risposta, a queste Nostre domande, in coda all ’articolo che riproduciamo integralmente, di seguito. La prima parte di tale “risposta” la avevamo precedentemente anticipata, nel numero di gennaio di questa Nostra rivista, ne l l ’articolo “Una Tantum”.

Tutti noi siamo molto colpiti dalla furia iconoclasta del fanatismo religioso, che distrugge ogni giorno, con ostinata perversione, le tracce archeologiche del grande passato dell’impero Assiro. I Talebani fecero lo stesso con i bellissimi Buddha di Bagram. Ed ogni volta che ci sono fanatici diretti da poteri oscuri avviene lo stesso, in tutta la Storia: il rogo della biblioteca di Alessandria da parte di fanatici cristiani, l’ondata distruttiva iconoclasta nell’impero bizantino dell’ottavo secolo, la distruzione della biblioteca di Costantinopoli da parte di certi cavalieri crociati, la lotta talvolta feroce alle immagini religiose da parte di certe frange protestanti, la distruzione della cattedrale di Cluny da parte dei sanculotti francesi… Fino all’incendio del Goetheanum di Rudolf Steiner da parte di un fanatico di ispirazione gesuita. Solo per citare alcuni esempi di una lunga serie di fanatismi distruttivi. La nostra cultura occidentale ha avuto il grande merito di imparare a preservare le vestigia del passato, come base culturale delle nostre radici, della nostra storia. Come testimonianza preziosa e spesso artisticamente nobile delle nostre origini.

Ogni colpo di mazza o di ruspa alle opere d’arte assire è un colpo alla nostra anima da parte di questi poteri. Così come ogni gola tagliata, ogni azione terroristica. Ogni azione fanatica e feroce di questi poveracci, burattini inconsci di quegli stessi poteri occidentali che considerano loro nemici. Così come ogni reazione di paura o di rabbia da parte nostra.

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Ma in questa vicenda delle distruzioni dei manufatti assiri, come in altri casi del passato, c’è anche qualcosa di più… C’è la evidente intenzione di distruggere qualcosa di più importante, qualcosa di non apparente dietro le fattezze nobili - ed in parte incomprensibili alla nostra cultura materialista – degli antichi Dèi, dei Re sacerdoti, degli iniziati, degli esseri fantastici mezzi uomini e mezzi animali.

In quelle fattezze quei popoli non riflettevano la loro barbarie e la loro superstizione, ma in ognuna di quelle forme archetipiche era contenuta e impressa la loro visione di un rapporto profondo con gli stessi esseri spirituali superiori che circondano e guidano anche noi ora… Erano le visioni degli uomini di allora della grandi qualità divine che dal cosmo entrano nella Terra, nel destino e nella vita umana per aiutare la nostra evoluzione.

Comunque quei manufatti sono ancora portatori di profonde risonanze spirituali, in grado di tornare a vibrare con le coscienze in risveglio della nostra epoca e delle epoche future. Sono in certi casi alcuni dei “fili di Arianna” rimasti nel labirinto del materialismo per aiutarci a ritrovare la luce del senso spirituale delle vicende umane. La luce delle molteplici qualità divine archetipiche che ci circondano. Quelle che gli antichi chiamavano Dèi, Animali Sacri, o esseri umani divinizzati. E che la cultura cristiana occidentale ha chiamato Logos, Padre, Cristo, Maria, Angeli, esseri del Tetramorfo (Leone, Toro, Aquila, Angelo), o iniziati, o mistici…

Sono manufatti di fronte ai quali qualsiasi anima sensibile ed in risveglio spirituale prova un qualcosa di più che la semplice ammirazione estetica

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materialista… Prova un brivido, un ricordo, una emozione profonda che spinge verso un presente ed un futuro più elevati del deserto della materia.

Sono un canale di connessione tuttora operante con i misteri dello Spirito sulla Terra... E anche per questo vengono distrutti dai burattini feroci dei poteri oscuri occidentali anti coscienza.

Ma questo non avviene solo in Medio Oriente. Questo avviene ovunque nel Mondo dovunque arrivino i poteri oscuri che vogliono ostacolare il risveglio degli spiriti umani. Ovunque la cultura scientista e materialista dominante tende a de spiritualizzare la nostra civiltà. In tutti i settori. Cercando di ridurre tutto a grigia, soffocante e disperata competizione per i beni materiali e per il soddisfacimento delle nostre pulsioni più basse.

Il discorso è molto vasto, e dei vari aspetti di questo tema fondamentale scriviamo da anni in tanti articoli di questo Magazine. Ma vogliamo ora restringere il campo di osservazione alla distruzione iconoclasta degli archetipi operata dagli stessi poteri anche in occidente. Con campagne distruttive potenti ed efficaci, anche se ovviamente molto più sottili delle fisiche mazzate con le quali i fanatici dell’ISIS distruggono le fattezze antiche dei grandi Archetipi spirituali.

Artefici di questa distruzione di Archetipi sono soprattutto i grandi media del potere, che impongono un condizionamento globale alle masse, sedotte dalle immagini televisive e cinematografiche. Sedotte dalla ampiezza degli schermi, dal 3D dai colori incredibili, dai suoni invadenti, dalle scenografie fantastiche, dalle trame accurate, dai costumi bellissimi, dalla fotografia iperrealistica, dalla sollecitazione evidente delle pulsioni più basse: il denaro, la gola, il sesso, il lusso, la competizione di tutti contro tutti per qualsiasi cosa…

Trasmissioni di tutti i tipi che mettono una contro l’altra le persone su qualsiasi argomento, dal ballo, al canto, al nozionismo, alla cucina, alla seduzione sessuale, alle imprese estreme corporee… per acquisire denaro, fama, accrescimento dell’ego… Competizione su temi e argomenti tutto sommato secondari della vita, a volte futili, come fossero il fine delle nostre vite per il quale vale la pena di combattere strenuamente “contro” gli altri…

Film e serie televisive che sempre di più propongono trame prive di senso, che vogliono convincerci del fatto che la vita sia priva di senso. E che quindi l’unico approccio plausibile alla vita sia quello della predazione degli altri e del soddisfacimento dei propri piaceri sensoriali, o delle pulsioni di potere del proprio ego.

In queste trame manca quasi sempre una “morale”, una etica di fondo. In queste storie essere etici o non etici nella vita non conta nulla. Quello che conta è solo la

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prepotenza, la violenza, il denaro , il sesso, la mancanza di scrupoli, la fortuna, il caso, il prevalere sugli altri…

E perfino i documentari naturalistici che una volta ci affascinavano con le bellissime immagini e descrizioni degli esseri della Dea Madre, ora sono sempre più spesso descrizioni di animali pericolosi ed assassini, di violenze tra animali, di uragani feroci, di natura solo devastatrice…

E la Storia viene presentata quasi solo come una serie di violenze e brutture senza senso… mentre l’Arte come una sequenza di espressioni spesso solamente estetiche di mode o della bravura artigiana o della psiche degli artisti.

 

Ammit la divoratrice

Perfino le storie ideali come quella del Graal, la vicenda di Cristo, la storia di Artù, ecc.. vengono narrate come storielline prive di senso e piene di imbrogli. Prive di pulsioni ideali e di autentica capacità di sollevare gli uomini al di sopra della materia… verso il Cielo. Incapaci di aiutarli a portare il Cielo in Terra. In questi giorni persino la vicenda archetipica e meravigliosa di Re Artù e di Merlino viene presentata da Sky, nella serie Camelot, come la storia di un giovane un po’ fessacchiotto trasformato da un inquietante e truffaldino Merlino in un ambizioso leader senza scrupoli osteggiato dalla prostituta nera Morgana. In un’orgia di sesso e di violenza gratuita. Nessun riferimento alla missione storica dell’iniziato atlantideo arturiano o alla vicenda di Merlino come immagine archetipica del mago bianco al servizio della crescita umana. La vicenda della spada nella roccia diventa un trucchetto per agguantare il potere del trono, invece che la realizzazione della liberazione del pensiero operativo umano dalla roccia dell’egoismo grazie al coraggio di un cuore che vuole il Bene. Meno male che esistono anche - pochissimi - esempi luminosi di comunicazione di archetipi come la saga del Signore degli Anelli. Ma che non sono certo la parte maggiore di ciò che ci viene presentato a valanga dai grandi media.

Una enorme campagna ben organizzata invade l’Occidente ed il Mondo cercando di distruggere una serie di Archetipi positivi. Una vera e propria sottile, ma efficace e potente furia iconoclasta si abbatte da qualche decennio in modo

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crescente contro gli ideali umani e spirituali per distruggerli: l’Etica, la Concordia, l’Armonia, la Fratellanza, il Perdono, l’Uguaglianza, il Pacifismo, la Non Violenza, la materia al servizio dello Spirito, l’Amore per gli altri come alimento, base e obiettivo della vita, la Bellezza e la Bontà della Natura, l’Amore per la Terra e le sue Creature, la ricerca del Bene superiore di Tutti, attraverso, ma anche al di là della materia.

Grandissime concentrazioni mediatiche, come Sky o le grandi reti nazionali o commerciali, vengono adoperate per diffondere in tutto il mondo questa furiosa campagna iconoclasta, distruttiva degli archetipi della coscienza, proprio nei decenni in cui una parte delle coscienze umane si sta veramente risvegliando alla solidarietà, all’amore per la Natura, per le piante e gli Animali, alla voglia di una politica migliore, di una finanza etica, di una scienza e di una cultura attente ai valori umani. Ma non dobbiamo farci annichilire dal chiasso degli orchi: noi abbiamo le forze per resistere e per accrescerle ulteriormente proprio resistendo e superando queste sfide alla nostra coscienza. Non ci faremo spaventare dalla furia iconoclasta e barbara dell’ISIS, e allo stesso modo non dobbiamo farci condizionare dall’onda mediatica depravante dell’animo umano in corso attraverso i grandi media del potere. Possiamo contrastare questa onda infame coltivando in noi e diffondendo quanto più possiamo Ideali, Pensieri e Sentimenti elevati, Amore, Azioni Etiche, genuina voglia di Bene per tutti, Fratellanza, Uguaglianza, Libertà vera dai condizionamenti della materia, del potere e del nostro lato oscuro ed egoista. Amore per gli esseri della Natura e per la Terra. Possiamo farlo e dobbiamo farlo, per salvare il mondo dalla barbarie diffusa dai poteri anti coscienza ovunque, in Oriente come in Occidente. Siamo noi in quest’epoca della coscienza gli esseri fantastici dotati della Corona dell’Iniziato aperta al Cielo, della Barba della Saggezza, delle Ali d’Aquila del Pensiero e del Cuore di Leone… usiamoli per il Bene!

Conclusione del Nostro breve e fraterno commento – Come abbiamo già evidenziato nel Nostro prologo, una prima risposta “anticipata” la avevamo proposta già nel precedente numero del Gennaio 2015, di Anchk Djed e Was. In tale articoletto, Noi uomini di Tradizione e cristiani (oltre che per fede, anche per costumi e soprattutto per cultura) avevamo fatto un poco il verso alla “chiamata alle armi”, dello spirito, della Tradizione e, purtroppo anche a quelle reali . Ecco la nostra esagerazione. Non siamo buonisti !

Ma Vi chiedo; Cosa significa esattamente quanto affermato nell ’articolo in oggetto, al punto “ Una enorme campagna ben organizzata invade l’Occidente ed il Mondo cercando di distruggere una serie di Archetipi positivi. Una vera e propria sottile, ma efficace e potente furia iconoclasta si abbatte da qualche decennio in modo crescente contro gli ideali umani e spirituali per distruggerli: l’Etica, la Concordia, l’Armonia, la Fratellanza, il Perdono, l’Uguaglianza, il Pacifismo, la Non Violenza, la materia al servizio dello Spirito, l’Amore per gli altri come alimento, base e obiettivo della vita, la Bellezza e la Bontà della Natura, l’Amore per la Terra e le sue Creature, la ricerca del Bene superiore di Tutti, attraverso, ma anche al di là della materia.” Ma domandiamoci ora: quando mai al mondo si è potuto tentare ed attuare un miglioramento dell’Umanità al punto da poter affermare con chiarezza e verità, che valori ed azioni correlate ad Etica, Concordia, Armonia, Fratellanza, Perdono, Uguaglianza, Pacifismo, non Violenza, siano realmente e totalmente proponibili e, soprattutto, anche solo in parte realizzabili. Per non parlare poi della materia al servizio dello Spirito, dell’Amore per gli altri, come alimento base e obiettivo della vita – bene, se la materia è quella umana, così come partorita la mondo da una madre umana, allora solo la Via Iniziatica – e solo in limitati casi – potrà essere di ausilio al miglioramento dell’essere umano che la pratica, Purtroppo non esistono solo la Bellezza e la Bontà la Natura amica; o l’Amore per la Terra e le sue Creature. Voi stesso “ci condannate” tutti, giustamente, per logica ed anche in pratica, alla Geenna. Si avete ragione; non dico Voi, ma almeno Noi siamo realmente parte e sostanza del degrado attuato dai media e dai Poteri che Voi in abbondanza evocate. Siamo umani, e per tale fatto soggetti alla caducità; solo chi cerca in se quella

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scintilla divina che il Massimo Fattore ci ha instillato al momento della nascita, può sperare in un cambiamento in positivo di se stesso. Per quanto riguarda poi la Croce del Taro, evidenzio che in realtà le sue “braccia sono sei, non quattro. Ciò attende ad una Conoscenza che non è alla portata di chiunque. Vi ringrazio per averci ricordato, chiaramente, quanto Noi possiamo essere soggetti alla menzogna ed alla oppressione, ma per quanto ci riguarda, se noi ci riteniamo realmente Uomini di Tradizione, come tali intendiamo agire ed operare, oltre che spiritualmente, anche fisicamente, come Voi ci avete ben chiarito riguardo a Tolkien. Nelle sue saghe i personaggi lottano continuamente per almeno equilibrare le forze negative a quelle positive. Gentile Signore, avete Voi stesso fornito la risposta; se siamo convinti che il ritorno, il più vicino possibile alla Nostra Tradizione, sia la Strada da seguire, dobbiamo combattere. Innanzitutto contro Noi medesimi e le nostre mancanze, più o meno gravi; poi contro ciò che ci ostacola nel “Cammino”, ma sempre consapevoli che il Nostro Cammino dovrà essere un percorso, per usare una paragone possibile, di tipo Rosacrociano. Cioè di Verità e di Giustizia. E la Verità, come ben sappiamo, è soprattutto affrancamento dalla paura; da quella paura che a volte, insinuandosi subdolamente nel nostro Io profondo, ci obbliga ad essere pavidi e per tale fatto, la paura ottunde la nostra testa, costringendoci a mostrarci accoglienti con gli ingrati, buoni con i malfattori, pacifici con i violenti, condiscendenti con chi ci imbottisce di menzogne politiche, etiche culturali, religiose, scientifiche e mediatiche. No. Non è certo questa la strada per della civiltà.

Oppure stiamo chiacchierando invano, in quanto la civiltà umana (intesa come condivisione di costumi, osservanza di sistemi religiosi differenti tra loro. di esercizio della tolleranza, di comune amore verso Dio) è già caduta. E allora non si pone già più il problema della distruzione degli archetipi, in quanto Noi (compresi i Media ed i poteri forti) siamo già, tutti morti che camminano e il Male che ci “dovrebbe” affliggere è anch’esso un fantasma della dissoluzione di una umanità che è finita.

Gentilissimo Signor estensore dello scritto che precede, purtroppo Julius Evola, Gastone Ventura, Rene Guenon, Arturo Reghini, sono stati letti da molti di noi, ma poco seguiti e soprattutto ascoltati, anche da Noi massoni; perché? Perché sono stati dei Guerrieri dello Spirito e della Tradizione e vivere una vita anche di sacrificio e soprattutto Sacro Lavoro, applicata ai Nostri principi è difficile, arduo e sul piano materiale, “non paga”.

Con i sensi della Nostra profonda stima.

Il S.’. G.’. J.’. G.’. Seth.

Io, ancora aspetto

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Equinozio di Primavera

IL RISVEGLIO DELLA NATURA

La celebrazione di Al Sham-Nassim risale al tempo dei faraoni, ma si celebra ancor oggi. Questa festa è collegata all’agricoltura egiziana e ai riti di fertilità. Letteralmente il suo nome vuol dire “annusare l’aria” e quindi simboleggia l’inizio della primavera e il cambiamento di clima che essa determina. È la festa della terra, la celebrazione della natura che in primavera raggiunge il suo massimo splendore. In base a quanto è scritto negli annali di Plutarco quel giorno, gli egiziani erano soliti offrire alle loro divinità pesce salato (simbolo di fertilità e benessere), lattuga e cipolle. L’offerta di primizie della terra era un modo per ringraziare gli dei del raccolto e della creazione del mondo - si pensava infatti che il giorno di celebrazione dell’Al Sham-Nassim coincidesse proprio con il giorno della creazione. Vi sono testimonianze che tale festa risale ad almeno 4.700 anni or sono. In occasione di Sham El Nassim venivano preparati i cibi tradizionali, composti tra gli altri, da scalogno (o cipolla verde), pesce salato, uova bollite e colorate, lattuga e TERMIS (Lupini). Si credeva che offrire pesce salato alle divinita' servisse a garantire un buon raccolto, la fertilità e il benessere. I pesci erano abbondanti e quando le acque del Nilo si ritiravano dopo le piene, ne rimanevano in grande quantità nelle pozze. Lo Scalogno (cipolla verde) è entrato far parte del menu della festa, alla fine della Sesta Dinastia; così viene affermato in uno dei papiri relativi alle leggende di Memphis.

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I l Mito e l ’allegoria : "Si dice che uno dei faraoni aveva un figlio unico che fu tanto amato dal popolo. Il giovane principe era stato colpito da una malattia sconosciuta e costretto a letto per anni, durante i quali le persone si erano astenute dal celebrare tutte le feste per mostrare la loro vicinanza al re e suo figlio. Il re convocò l'arciprete, il quale diagnosticò che la malattia del ragazzo era causata da spiriti maligni. Il sacerdote ordinò che una cipolla maturata in primavera fosse posta sotto la testa del paziente. Ciò venne fatto e un medico di corte affettò una seconda cipolla e la mise sul naso del ragazzo così che egli ne respirasse gli effluvi. Il testo del papiro dice che il principe presto si rimise in forze e si tennero grandi festeggiamenti nel palazzo per l'occasione. Essa coincise con l'inizio della stagione primaverile. Come gesto di buon auspicio per il loro re, il popolo appese mazzi di scalogno sopra le porte delle case. Questo ci spiega come esso sia diventato un elemento principale sulla tavola durante Sham El Nassim ". Le uova sono un altro simbolo forte di questa festa. Esse simboleggiano la nuova vita e gli egiziani credevano che le uova colorate portassero fortuna. Al giorno d’oggi, prima di uscire a "sentire l'odore del vento" si mangiano ancora le uova unitamente alle altre libagioni della festa. Infatti nei giorni precedenti Al Sham-Nassim la famiglia egiziana confeziona le uova colorate con le tinture ad acqua; queste poi si mettono, al sole ad asciugare. In ultimo, il TERMIS (cioè i Lupini) e la lattuga sono raccolte nel tardo inverno / inizio primavera, e rappresentano il sentimento della speranza.

Tratto dal prologo al Rituale d’Agape Equinoziale del Ns. V.mo Rito.

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I l segno del Comando

Composto dall ’Ankh dallo Djed e dal Was, i l cartiglio soprastante rappresenta il Segno del Comando. In realtà la valenza dell ’archetipo rappresentata in questa allegoria è anche di natura androginica. Infatti in esso sono rappresentati ; la chiave della vita isiaca, la volontà - i l pilastro dorsale osiriaco, i l comando - e i l Was di Ptah , simbolo del potere.

In pratica l ’essenza della Magia; Noi del Rito Orientale e Mediterraneo di Misraim e Memphis, non ci spaventiamo certo nel sentire tale termine, sapendo bene che in esso non risiede l ’essenza superstiziosa attribuitagli , soprattutto, dai “mercanti del sacro” al f ine di privare i Cercatori di quel “potere”, che ogni essere umano consapevole, sottoponendosi all ’ Iniziazione intende acquisire ed usare per elevare se stesso. Naturalmente ogni contesto iniziatico tradizionale ha i propri metodi e le proprie vie, ma gli scopi del Lavoro sono sempre gli stessi; l ’elevazione spirituale e la palingenesi. Ciò da almeno seimila anni.

Gli antichi popoli mediterranei e gli Egizi in particolare, non hanno mai fatto difetto al senso del reale, rappresentandolo in

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Simboli , ed al senso del trascendente, dal quale traevano la loro “Forza”.

Tutto ciò era favorito da un Pantehon religioso sempre in evoluzione e ricco di figure in parte anche zoomorfe, ma dotate di una forte collocazione e caratterizzazione antropomorfa.

Questo “sistema” nel corso dei secoli nei quali si sviluppo la civiltà egiziana antica, arrivò ad una tale livello di raffinatezza ed efficacia che il saggio Hermete ammoniva Asclepio, dicendogli : “ Sai tu o Asclepio che ogni sapienza viene dall ’Egitto?”

Ma vorremmo domandarci: oggi, Noi esoteristi , cosa ci rappresentiamo sotto il sinonimo di “Egitto”? - Ovviamente, non l ’Egitto nazione moderna, ne l ’Egitto antico. Egitto, nel Rito di Misraim è quell ’ insieme di Tradizioni provenienti dalla antichità. A tale proposito prendo spunto da quanto scritto nella sezione “Le origini” del Nostro sito Web: Tutte queste Tradizioni si sono unite, nel corso dei secoli , in quel crogiuolo di arte, cultura e spiritualità, che nel bacino del mediterraneo fu un tempo Alessandria d’Egitto. In seguito queste dottrine tradizionali vennero individuate con il termine di “Greco-Alessandrine”. Nei secoli successivi le stesse si propagarono, si dispersero e poi furono nuovamente riunite ed integrate tra loro giungendo al Medio Evo per passare poi, progressivamente, al Rinascimento sino ad assumere, tra il XV° ed il XVII° secolo, anche una particolare essenza di genere simbolico, ermetico ed infine, massonico. Alla perpetrazione di queste “conoscenze” hanno incessantemente contribuito, sin dall ’antichità remota, gli Uomini di Desiderio. Successivamente furono i Loro prosecutori, nel periodo classico e in seguito della Via Neo Pitagorica e nel Rinascimento, che mutuarono nelle Loro Confraternite ogni conoscenza esoterica, cabalistica, ermetica, alchemica, muratoria e così via, sino ad oggi. Tutto ciò è stato fatto al f ine di mantenere questa ”vena “ esoterica, nel tempo, trasmettendola agli Iniziati . Forte di queste antiche Tradizioni e della loro giusta trasmissione, i l Nostro V.mo Rito, al proprio interno, ha conservato e pratica tuttora l ’esoterismo nelle sue molteplici forme, rituali ed operative, assolutamente specifiche in quanto

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appartenute e praticate nel corso dei secoli da Coloro i quali hanno fatto e fanno tutt ’ora della spiritualità e della operatività un loro specifico sistema di “vita”.

Questo è il Nostro Egitto, la cui Tradizione ci pone il Segno del Comando.

Antares

I l Mondo oltre la cortina.

Gioiello del Grado di Cavaliere del Sole

Chi - tra noi massoni - cerca la Libertà e vuole trovarla, deve innanzitutto domandarsi se questa esista veramente. Nella via Massonica (istituzionale e riconosciuta dalla Gran Loggia di Inghilterra) cioè la più praticata nel mondo, ove le varie Famiglie si richiamano al post rivoluzionario trinomio di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza”, i FF.’. che vi compiono i Lavori massonici, dovranno necessariamente porsi i seguenti quesiti: La Libertà esiste? – E’ possibile essere uguali? – Perché cerchiamo la Libertà, vogliamo essere tutti uguali e pratichiamo la via Iniziatica? E per noi massoni, questa Via, perché ci rende differenti ed al momento stesso Pietre del medesimo edificio? Nel mondo profano la coesione dei mattoni, non liberi ma vincolati a se stessi e tra loro, con la malta delle convenzioni umane, fa si che il muro si regga. Quasi esso (il muro) avesse in se una consapevolezza dell’Unione e del Lavoro che tiene vincolati tra loro i propri componenti. Personalmente, mi sono posto questi problemi alcuni anni or sono, quando facevo parte di una grande (numericamente) Famiglia massonica italiana. Oggi, con il senno del poi, credo di avere perso del tempo in quanto avrei dovuto porre a me stesso altre domande, è cioè le seguenti; è possibile liberarsi? E se la mia risposta a tale prima domanda, fosse stata si, mi sarei dovuto anche chiedere, di conseguenza; in che misura è possibile liberarsi ed in che modo?

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In ogni caso, la Via da me percorsa nei 22 anni di appartenenza ad una delle Famiglie Massoniche maggioritarie, dove ci si richiamava al sopraddetto “Trinomio”, mi aveva sempre lasciato insoddisfatto ed alla ricerca di un equilibrio, per me e con i miei limiti - soprattutto in tale “condizione”, impossibile da ottenere. Mi sono in seguito chiesto se gli Strumenti adoperati nei Lavori di tale contesto massonico, fossero quelli adatti per una reale mia crescita iniziatica. A questa domanda oggi non ho ancora potuto (o voluto) rispondere. Quando ho cercato più profondamente, lo ho fatto anche grazie allo stimolo indotto in me, da alcuni miei “vecchi Maestri” (Massoni), i quali anche appartenendo come me, a quel Contesto iniziatico (istituzionale) che si richiamava al “Trinomio”, mi avevano sempre dichiarato che in realtà a ben vedere, noi non eravamo liberi e tanto meno uguali e che ogni pretesa apparenza democratica, manifestata all’interno della Massoneria , ne snaturava ogni possibile pretesa iniziatica, a favore delle normali convenzioni sociali e moderne, per le quali, in tali “Ambiti” ci si comporta ne più ne meno come in ogni buon club, frequentato da brava gente. In effetti, quei Fratelli che come me, avevano anche percorso la Via, in altri Riti Massonici, legati alla Famiglia Massonica già citata, si rendevano ben conto che la via gerarchica era la sola praticata in tali Riti, ove non esistevano decisioni e scelte demandate ai FF.’. che frequentavano le Camere inferiori, bensì ogni determinazione era dettata da FF.’. di Grado Alto (33°) o da consessi Massonici che riunivano un ”Senato” composto da FF.’. tutti sedenti a “quel Vertice”. Quindi, anche appartenendo alla Famiglia Massonica maggioritaria, i Fratelli aderenti ai Riti Massonici, degli Alti Gradi, ad Essa collegata , aborrivano il concetto democratico di un governo della maggioranza, il quale decadeva, a favore e nella speranza di un “ritorno” (più o meno consapevole) alla tradizione primigenia, della Antica Massoneria ove era da sempre stato sancito che il “meno” non può comandare sul “più”. Ovviamente, a nessuno dei FF.’. , da me citati in precedenza, era stato imposto di aderire ad uno qualsiasi dei Riti riconosciuti dall’Organismo massonico istituzionale che li accoglieva ed accettava, ma tale situazione generava strani fenomeni, per i quali, i FF.’. che avevano percorso la Via, nei primi tre Gradi, sotto l’egida del famoso “Trinomio”, aderendo ad uno dei Riti Massonici praticanti gli Alti Gradi, si trovavano improvvisamente in un altro contesto Iniziatico e Rituale; per l’appunto quello dei Gradi Massonici più alti, o altissimi, nel quale ogni parvenza democratica veniva cancellata dal governo gerarchico al quale erano tutti ossequienti, in funzione del fatto che i gradi più alti, rappresentavano il raggiungimento di maggiori “carature” iniziatiche e per questo gli inferiori erano naturalmente “I sottomessi”.

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Chiaramente, in tale contesto, per i sostenitori del Trinomio, sparisce la Libertà, non esiste l’Uguaglianza, ed il massone non si sente completamente fratello di un altro, sino a che entrambi non hanno raggiunto, il grado più alto. Anche in tal caso, poi, si cerca il “pelo nell’uovo” al fine di prevalere sull’altro fratello, a vantaggio delle proprie, pretese, maggiori capacità e “conoscenze”. Quali? - Evidentemente lo squilibrio ingenerato dalle doppie concettualità contrapposte, l’una di natura pseudo-democratica e l’altra, realmente autocratica, non favorivano ne la crescita dei FF.’. che appartenevano ai due “sistemi” congiunti della medesima Famiglia, tantomeno permettevano ai FF.’. che preferivano praticare unicamente la cosiddetta “Massoneria Azzurra, o dei primi Tre Gradi, di ottenere dai Lavori, ciò che Essi credevano possibile. Personalmente, al raggiungimento del massimo Grado (il 33°), mi è venuto da ridere, pensando a quanto fosse ingannevole l’apparenza e anche la sostanza, di tale orpello. Mi stavo convincendo che le affermazioni dei “vecchi Fratelli”, i quali dichiaravano che noi non eravamo liberi e tanto meno uguali, e che ogni pretesa apparenza democratica, manifestata all’interno della vera Massoneria , ne snaturava ogni possibile possibilità iniziatica, erano plausibili. Quando ho scelto di, ricominciare tutto daccapo, mi sono reso conto che così tanti anni di “esperienza” mi erano serviti a capire, per bene, che più si crede di sapere e più si è ignoranti e che più si comprende di essere ignoranti, tanto più si ha voglia di liberarsi e di conoscere. Che sia questo il vero problema? – non la Libertà , ma il liberarsi e il conoscere. Ma per liberarsi, non bisogna avere paura. Ovviamente, occorre fare molta attenzione. Liberarsi per poter fare tutto ciò che si vuole, comprese le esperienze di tipo interiore, senza avere gli strumenti adatti all’opera, porta fatalmente ad una perdita di tempo che genera una pena la quale potrà essere lenita solo se si sarà consapevoli del tempo perduto e se si intravvederanno “nuovi Orizzonti”. Come chi attraversando un deserto montagnoso, gioisce vedendo le prime erbe dopo l’arsura, costrettomi al silenzio per non fermarmi davanti all’ignoto, ho dovuto necessariamente compiere un atto di fede. Avevo letto molte volte, i testi scritti dal Fr.’. Gastone Ventura e da altri antichi Fratelli, che ad Esso aveva indicato la Via. Consapevole della mia incapacità ho avuto la volontà e l’ardire, insieme ad altri pochissimi “Assetati”, con i quali ho condiviso le ansie e in seguito le gioie, di Bussare alla porta del Tempio. Mi è stato aperto. All’interno c’è la Luce. Fenix

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Kipling

Quando Omero strimpellava la sua dannata lira Poesia di Rudyard Kipling

Quando Omero strimpellava la sua dannata lira aveva sentito cantar gente per terra e per mare;

e quel che pensava potesse servirgli, andava a prenderselo - come faccio io!

Le ragazze del mercato e i pescatori, e anche i paston e i mannai

sentivano vecchie canzoni rimesse in giro, ma se ne stavano zitti - come fate voi!

Sapevano che rubava; lui sapeva che sapevano.

Non stavano a dirlo, non ne facevano un baccano, ma strizzavano l'occhio ad Omero giù per la strada,

e lui strizzava il suo, di rimando - come facciamo noi!

                         

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