agricolturamoderna - gen/feb 2015
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DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Mezzapelle
DIRETTORE REDAZIONERosetta Bevilacqua
REDAZIONEFrancesco Mezzapelle Antonio Dalla Fontana
DIRETTORE CREATIVO Anthony M. La Pusata
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Dall’Editore
Il Punto di Svolta
Dal Direttore
Semestre Europeo dell’Italia
Dalle Aziende
JCB: GT
New Holland: Nuova T4 Powerstar
Valpadana: La gamma al completo
Deutz Fahr: La gamma telescopici
John Deere: Monopolizza il Sima
Zanon: 50 anni e non li dimostra
Eventi & Manifestazioni
EIMA International 2014
Agriumbria
Speciale Bio
Riconoscere il Bio
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AM/Dall’Editore
IL PUNTO DI SVOLTANoi imprenditori tendiamo ad adagiarci su situazioni che
abbiamo ereditato o che abbiamo contribuito a creare
nel passato. I meccanismi che portano a perpetrare una
situazione che obbiettivamente risulta dannosa per l’azienda
sono tanti e sempre in relazione tra loro. Possiamo però
affermare che il comune denominatore è la paura per il
nuovo e la mancanza di coraggio nel gestire il nuovo. Questo
di solito porta a vedere la vita della nostra azienda come
segnata da una direzione obbligatoria che non ci permette di
percorrere altre strade.
Ma tutti noi sappiamo, per esperienza diretta, che il
cambiamento fa parte della vita di ogni azienda e che non
possiamo esimerci dall’affrontarlo.
Di cambiamenti le aziende ne affrontano tanti e di tanti
tipi e forse quello che crea più timore negli imprenditori è
il cambiamento della squadra che forma l’azienda, perché
lì entrano in gioco i legami personali ed emotivi, il senso
di responsabilità verso i collaboratori stessi e la difficoltà di
prendere delle decisioni che possono risultare dolorose per
alcuni componenti, senza considerare che lo spostamento
di una sola pedina può creare un effetto valanga di cui non
riusciamo a vedere la portata.
Ma se tutto questo è vero e comprensibile e giustificabile
è però anche vero che l’imprenditore ha la responsabilità
(tutta sua e di nessun altro)e il dovere di mantenere l’azienda
sana e di farla crescere. Per questo è necessario valutare
molto bene l’effettiva utilità di ogni collaboratore, trovare
per lui le mansioni più idonee dove possa dare il massimo
e possa sentirsi utile e importante e partecipe ai progetti di
sviluppo dell’azienda. Se però dopo aver fatto tutto questo il
collaboratore continua in un atteggiamento distruttivo e non
collaborativo, se continua a sentirsi un corpo estraneo, se
non appoggia con il proprio ingegno e il proprio impegno le
scelte aziendali volte al miglioramento e alla crescita, allora
la soluzione non è che una, liberarsi dello “scollaboratore”
perché esso non è altro che zavorra che frena la crescita
dell’azienda.
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L ’OTT IM ISMO ARRIVA DAL “BASSO” .“Sono soddisfatto del lavoro portato avanti, in questi mesi abbiamo fatto scelte che guardano al futuro non solo del settore ma dell’Europa” . Così il Ministro delle Politiche Agricole alimentari e Forestali Maurizio Martina ha commentato i risultati raggiunti per l’agricoltura e la pesca nell’Unione Europea in occasione della chiusura ufficiale, il 13 gennaio, del “semestre europeo” guidato dall’Italia. Martina ha illustrato le questioni relative al
settore dell’agricoltura affrontate in questi mesi dall’Ue.
Il Consiglio Europeo Agricoltura e Pesca a dicembre ha approvato un documento, presentato dalla Presidenza italiana e contenente tre punti cardine: credito, terra e formazione, per attuare azioni concrete a favore dei giovani in agricoltura. Sul primo fronte si prevede, per fornire sostegno economico ai giovani agricoltori attraverso garanzie bancarie, di coinvolgere la Banca europea per gli investimenti (BEI). L’intervento della BEI potrà essere
così complementare agli strumenti nazionali esistenti. Nel documento si inseriscono facilitazioni per l’acquisto dei terreni da parte degli under 40 ed è stata approvata la proposta italiana di istituire un “Erasmus” per i giovani agricoltori con l’obiettivo di facilitare lo scambio di informazioni e di esperienze professionali tra le diverse realtà agricole europee. Il supporto sarebbe garantito dalle reti rurali nazionali e dalla rete rurale europea.
Su forte impulso della Presidenza italiana –si legge sempre in una nota diramata dal Mipaaf- è stato evitato
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SEMESTRE EUROPEO DELL’ITALIAPER L ’AGR ICOLTURA MOLTE BELLE INTENZION I MA POCHI FATT I
il taglio di oltre 400 milioni di euro dal bilancio agricolo. La proposta iniziale della scorsa Commissione Ue presieduta da Barroso aveva
previsto di modificare il budget 2015 attraverso una riduzione del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA). Il Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura, presieduto dal Ministro Martina, si è opposto alla decisione, contando anche
sull’appoggio del Consiglio Ecofin, presieduto dal Ministro Pier Carlo Padoan.
È stato ottenuto dalla Commissione europea un pacchetto di aiuti per oltre 300 milioni di euro a favore dei produttori colpiti dalle conseguenze dell’embargo russo. Concesso dalla Ue il via libera al regolamento che prevede la concessione di aiuti per l’ammasso
privato di 155.000 tonnellate di formaggi. Per la frutta fresca e deperibile sono state stabilite misure di ritiro e l’Italia è il Paese che, fino al 31 dicembre 2014 con il regolamento Ue 1031, ha effettuato ritiri per un quantitativo superiore a tutti gli altri Paesi, con oltre 14mila tonnellate di pere e mele, 13mila tonnellate di prugne, uva da tavola e kiwi e 5,6mila tonnellate di agrumi.
È stato portato avanti il dossier sul biologico. Il confronto tra gli Stati membri è stato proficuo e sono state discusse modifiche per migliorare la bozza proposta dalla Commissione, in particolare sotto il profilo dei controlli e della sicurezza per il consumatore. La discussione proseguirà sotto la nuova Presidenza di turno dell’Ue.
Nell’ambito del Consiglio è stato approvato definitivamente il Regolamento Ue relativo alle azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli realizzati nel mercato interno e nei Paesi terzi. Il nuovo regolamento mira ad aumentare il grado di conoscenza dei consumatori dei prodotti agricoli e dei metodi di produzione dell’Unione, nonché a rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento dei regimi di qualità europei. Si tratta di una norma di fondamentale importanza per il sostegno delle esportazioni dei prodotti agroalimentari europei nel mondo.
L’Italia ha dedicato ai temi di Expo 2015 la riunione informale del Consiglio dell’Agricoltura, che si è svolta dal 28 al 30 settembre a Milano. I ministri dell’agricoltura europei hanno ribadito l’importanza dell’evento all’interno del quale l’Europa giocherà un ruolo chiave, facendosi promotrice di un’azione globale sul cibo. Quattro le tematiche principali di intervento: lotta alla povertà alimentare, che in Europa tocca più di 50 milioni di persone; contrasto agli sprechi
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alimentari, che nel territorio dell’Ue ammontano a circa 190 Kg procapite; tutela delle risorse naturali come terra e acqua; promozione di modelli agricoli sostenibili a partire dall’attuazione della nuova Politica agricola comune.
“Il ricambio generazionale –ha così sottolineato Il Ministro Martina- è un obiettivo fondamentale e con l’approvazione del nostro documento la Commissione presenterà proposte normative per dare più credito ai nostri ragazzi, anche attraverso la Bei, e per creare un Erasmus dei giovani imprenditori agricoli. Nei sei mesi di Presidenza abbiamo dovuto gestire la difficile situazione dell’embargo russo, che ha colpito duramente gli agricoltori europei. Abbiamo convocato a settembre un consiglio straordinario proprio per seguire puntualmente la vicenda e abbiamo collaborato con la Commissione per stabilire e rafforzare gli interventi a favore dei settori colpiti. Sono state messe in campo risorse importanti, ma è stato altrettanto evidente che c’è bisogno di un salto di qualità negli strumenti europei di gestione delle crisi. Servono azioni più tempestive, adeguate e in linea con le esigenze delle imprese. Proseguiremo con il nostro lavoro e con lo stesso impegno nei prossimi mesi, collaborando a stretto contatto con la Commissione europea”.
Questo attivismo, però, non ha
portato granché: basti vedere il flop relativo all’agricoltura e al “made in Italy”. Sotto il primo profilo, il ministro Maurizio Martina non è riuscito a imporre significative modifiche alla PAC (politica agricola comunitaria), soprattutto in riferimento ai prodotti biologici e alle misure a favore dei giovani agricoltori.
Il secondo aspetto è quello più grave: per un paese come l’Italia, che fa della qualità il suo punto forte, perdere la battaglia sul “made in” sa di doppia beffa. La proposta di regolamento che prevedeva di inserire obbligatoriamente il Paese di origine nell’etichetta dei prodotti non alimentari (e si pensi al settore della moda italiana) si è infranta contro la diga dei paesi del nord, in testa la Germania, che sul tema hanno preferito rimandare, anche alla luce della pochezza dei loro brand.
A parte il globetrotter europeo Gozi (sottosegretario con delega agli Affari europei), l’economico Padoan , l’intera squadra della Farnesina (Mogherini, Gentilini e Pistelli), Galletti e Alfano, il resto della squadra di governo ha in più di un’occasione dimostrato d’essere un po’ spaesata a Bruxelles. Lo dimostra anche il numero pressoché nullo di conferenze stampa effettivamente tenute con i giornalisti italiani. Ricordiamo che la prossima presidenza italiana all’Ue cadrà fra il 2028 e il 2029.
Un po’ di ottimismo arriva dalle politiche agricole che nascono dal basso, dall’associazionismo. Un esempio? A Bologna nel ciclo di incontri pubblici, organizzati dalla Cia in previsione di Expo 2015, “Verso il territorio come destino” si è discusso sul ruolo e il futuro dell’agricoltura ed è emerso che nei prossimi 15 anni gli italiani torneranno a sfruttare meglio la terra, tra innovazioni e multifunzionalità dell’impresa agricola, esiste un potenziale economico ancora inespresso di oltre 40 miliardi di euro all’anno.
Importanti dati sono emersi nel corso del convegno nazionale. L’agricoltura e l’agroalimentare producono ogni anno un fatturato vicino ai 300 miliardi di euro. Sono oltre 20 mila gli agriturismi disseminati sul territorio e oltre 80 mila le aziende che sviluppano molteplici attività, dalla produzione di energie alla manutenzione delle aree verdi anche urbane. Già oggi questo “movimento” multifunzionale produce molto, ma ci sono ampi margini di crescita economica. E’ ragionevole stimare che nei prossimi 10/15 anni le attività connesse all’agricoltura sposteranno più di 40 miliardi di euro l’anno con la prospettiva di garantire circa 200 mila nuovi posti di lavoro. Anche se il Paese continua a respirare una crisi persistente -ha evidenziato il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, nel suo intervento- nell’agricoltura e nel territorio rurale ci sono sempre nuove idee ed energie per superare l’impasse e creare ulteriori occasioni di reddito e sviluppo. E infatti nelle aziende diversificate il contributo della multifunzionalità sulle entrate complessive arriva al 25%, superando il 30% nel caso delle imprese agricole “under 40”, grazie anche a una maggiore attitudine al rischio e propensione a fare innovazioni di processo e di prodotto. Ma anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali”.
Francesco Mezzapelle
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La famosa versione speciale JCB GT è stata incoronata terna più veloce del mondo dopo aver raggiunto una velocità di oltre 70 chilometri l’ora in Australia.
La speciale terna JCB GT,
originariamente progettato per
eseguire impennate ad alta velocità
durante competizioni velocistiche, ha
tentato il record di velocità di fronte
a una giuria indipendente a Bathurst,
vicino a Sydney. Il Guinness World
Records ha confermato che la potente
macchina JCB è diventata ufficialmente
la terna più veloce del mondo con una
velocità di 72,58 mph (116,82 km/h).
Il nuovo record non è l’unico detenuto
dalla terna JCB: la
storica macchina
del costruttore
britannico, infatti,
è stata la terna
più venduta al mondo per 14 anni
consecutivi: l’azienda ne ha costruito
più di mezzo milione di esemplari negli
ultimi 61 anni dopo la sua introduzione
nel 1953.
LA JCB GTDIVENTA LA TERNA P IÙ VELOCE DEL MONDO
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AM/Dalle Aziende
Fab Carrettin, amministratore delegato
di JCB Pacific, ha dichiarato: “La JCB
GT è sempre stata considerata la
terna più veloce del mondo, e ora
tutto questo è ufficiale. È fantastico
aver raggiunto questo record, che
sottolinea l’eccellenza ingegneristica,
la potenza e le prestazioni che i nostri
clienti richiedono alle terne JCB”.
Glenn McLeod, product manager terne
per il concessionario JCB Construction
Equipment Australia (CEA), ha
aggiunto: “I 116,82 km/h raggiunti
dalla macchina hanno persino superato
il traguardo dei 110 km/h stabilito
dal Guinness World Records. Non
potremmo essere più felici di questo
risultato.”
Il dimostratore JCB Matthew Lucas -
soprannominato “The Dig” per questo
tentativo - è stato l’uomo che ha
guidato la JCB GT al record del mondo.
Matthew, 43enne di Werrington
(Stoke-on-Trent), ha dichiarato: “È stato
bello essere coinvolti in un progetto
così entusiasmante, e un vero onore
essere al volante della macchina che ha
infranto questo record.”
La JCB GT, realizzata in fibra di vetro e
alluminio e alimentata da un motore
V8 Chevvy, ha fatto il suo debutto
nel 1988. È stata guidata da Malcolm
Grindey, per lungo tempo dipendente
dell’azienda, che ha trascorso due anni
al volante della GT dimostrando le sue
capacità in tutto il mondo, tra cui una
apparizione al Gran Premio d’Australia
di Formula Uno nel 1990. Malcolm,
61enne di Marston Montgomery, nei
pressi di Rocester, ha dichiarato: “Ho
ricordi molto cari della partecipazione
della JCB GT alla prova del Gran Premio
d’Australia, ed è quindi una grande
notizia che si sia aggiudicata il titolo di
terna più veloce del mondo sul suolo
australiano quasi 25 anni dopo.”
Normalmente ospitata presso la sede
JCB in Staffordshire, Regno Unito, la
più recente versione della JCB GT si
caratterizza per un caricatore e un
escavatore realizzati completamente
in alluminio, ed è stata inviata in
Australia per esibirsi nel corso di
eventi dedicati al settore auto, tra
cui il Deni Ute Muster di Deniliquin,
NSW, e il Supercheap Auto Bathurst
1000 di Bathurst, NSW. Connotata
da un telaio leggero in acciaio e da
un assale posteriore derivato dal
trattore JCB Fastrac, la JCB GT è
stata originariamente progettata per
eseguire esibizioni acrobatiche in
occasione di corse automobilistiche
negli Stati Uniti.
www.jcb.com
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New Holland lancia una nuova versione
aggiornata della serie T4 PowerStar™:
prestazioni migliori e consumi ridotti
• Tecnologia Common Rail e
catalizzatore antiparticolato PM Cat per
la conformità alle normative Tier 4B:
consumi di carburante ridotti del 13% e
migliore risposta del motore
• Migliore comfort per l’operatore:
speciale barra porta monitor per
rotopresse
New Holland ha migliorato
notevolmente la serie di trattori T4
PowerStar™, la prima in Europa
equipaggiata con tecnologia PM
Cat (catalizzatore antiparticolato)
per la conformità alle normative Tier
4B. La nuova serie è inoltre dotata
di motore con tecnologia Common
Rail, che consente di ottenere una
notevole riduzione dei consumi di
carburante e un miglioramento a
livello di produttività ed efficienza.
“La gamma T4.55-65-75 PowerStar™
è particolarmente apprezzata da
allevatori e piccoli agricoltori.” Ha
dichiarato Luca Mainardi, Responsabile
Tractor e PLM Product Management.
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NEW HOLLANDLA NUOVA VERSIONE AGG IORNATA DELLA SER IE T4 POWERSTAR™
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“Oltre all’estrema facilità d’uso e a
un comfort imbattibile nel segmento,
è possibile infatti beneficiare di una
riduzione dei consumi del 13% e dei
vantaggi dell’esclusiva tecnologia PM
Cat, basata sugli sviluppi più recenti del
settore, che garantisce la conformità
alle normative Tier 4B.”
Tecnologia Common Rail e catalizzatore antiparticolato PM Cat per la conformità alle normative Tier 4B: consumi di carburante ridotti del 13% e migliore risposta del motore
La serie T4 PowerStar™ è alimentata
da un motore Common Rail F5C da
3.400 cc, con tecnologia PM Cat per
la conformità alle normative Tier 4B.
Sviluppato da FPT Industrial, brand del
gruppo CNH Industrial, il catalizzatore
antiparticolato PM Cat è installato
nell’impianto di scarico, a valle del
catalizzatore di ossidazione diesel. Il
particolato contenuto nel gas di scarico
viene bruciato quando attraversa il
catalizzatore PM Cat. Questo filtro
non si occlude mai, grazie all’elevato
flusso dei gas di scarico, e non deve
essere rigenerato. L’operatore non
deve svolgere alcuna operazione di
pulizia e, soprattutto, il
sistema è interamente
a manutenzione zero,
il primo nel settore.
A oggi, FPT Industrial
ha prodotto 500.000
motori con tecnologia
PM Cat e il sistema è
stato concepito per
l’intera durata di vita
del prodotto.
New Holland ha
introdotto i motori
Common Rail in agricoltura nel 2003, e
l’attuale serie T4.55-65-75 PowerStar™
ottimizza al massimo questa
tecnologia. Il rifornimento di precisione
consente una risposta migliore quando
il motore è sotto sforzo. Inoltre, dato
che viene immessa nel serbatoio
l’esatta quantità di carburante
necessaria, si possono ottenere risparmi
di carburante nell’ordine del 13%.
La curva del motore piatta tra 1.900-
2.100 giri/min mantiene la massima
potenza su un intervallo di lavoro
più ampio, garantendo una migliore
flessibilità operativa soprattutto
nei lavori con i mezzi agricoli più
dispendiosi
in termini di
consumi, quali i
carri per foraggio.
Il rapporto peso-
potenza di 30,4
kg/CV garantisce
un’eccezionale
produttività,
riducendo al
contempo la
compattazione del
suolo che impatta
negativamente sul
rendimento.
Gli intervalli di manutenzione della
gamma T4 PowerStar™, già ai vertici
nel settore, sono stati estesi di un
ulteriore 20%, raggiungendo le 600
ore, garantendo la più alta produttività
e tempi di indisponibilità della
macchina e costi di gestione ridotti al
minimo.
Migliore comfort per l’operatore:
speciale barra porta monitor per
rotopresse
Il comfort dell’operatore è un fattore
di importanza strategica per ottenere
la massima produttività al termine
di una lunga giornata di lavoro, e la
cabina della gamma T4 PowerStar™,
già ai vertici della categoria, è stata
ulteriormente migliorata con una
speciale barra opzionale, utilizzata
per il montaggio di monitor in cabina,
come quelli utilizzati per rotopresse e
fasciatori. La barra, collocata a destra
dell’operatore, si trova perfettamente
all’interno del suo campo visivo durante
il lavoro.
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Il marchio McCormick è da sempre
sinonimo di prestazioni, tecnologia
ed evoluzione. Un’evoluzione
che il marchio rivolge anche alla
comunicazione, dove McCormick
ha recentemente compiuto un
salto di qualità, allineandosi sempre
più ai mezzi messi a disposizione
dall’era digitale.
Il rinnovamento parte dal restyling
del sito www.mccormick.it, che
ad una grafica lineare e ad una
navigabilità più intuitiva, aggiunge
ora immagini più accattivanti, nuovi
video e, soprattutto, aggiunge nella
sezione prodotti il nuovo strumento
di selezione prodotti per aiutare
l’agricoltore nella scelta del trattore
più adatto alle proprie esigenze in
funzione dell’impiego, del motore e
del tipo di trasmissione desiderata.
Per offrire un servizio sempre
più completo e performante
McCormick ha anche aggiornato
il catalogo gamma trattori con le
novità introdotte negli ultimi mesi
nell’app McCormick Digital Library,
scaricabile gratuitamente su tablet
e smartphone e prevista sia per
piattaforme IOS sia per piattaforme
Android.
Nell’affacciarsi al mondo digitale
con una presenza sempre più
importante McCormick ha pensato
anche al social network Facebook,
dove è stata recentemente
implementata una pagina ad hoc
per i trattori McCormick, https://
www.facebook.com/tractors.
mccormick, sulla quale verranno
pubblicati immagini storiche,
curiosità, video-filmati, video-
interviste, contributi di clienti e
appassionati ed informazioni su
eventi italiani e internazionali dove
è prevista la presenza dei trattori
McCormick.
www.mccormick.it
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Da sempre dedicato alle colture specializzate il marchio Valpadana si propone oggi con una serie di trattori con il più alto valore aggiunto disponibile sul mercato nel settore dei “compatti”, spaziando dal vigneto al frutteto, dalla fienagione alle coltivazioni in serra, fino a spingersi alla manutenzione nel settore civile e comunale.
Ed è proprio con modelli
rappresentativi dell’intera gamma che
Valpadana sarà presente all’EIMA 2014,
mettendo in luce le continue evoluzioni
frutto delle richieste provenienti
dal mercato mondiale. Tra i modelli
esposti all’interno della manifestazione
bolognese la Serie 4600, gamma che
offre la possibilità di scelta tra modelli
“isodiametrici” e “variant”, con ruote
posteriori maggiorate. Questi mezzi
supercompatti emergono tra i trattori
della fascia di potenza dai 23 ai 47,5
cv, offrendo motorizzazioni silenziose
e rispettose dell’ambiente, un potente
sistema frenante multi disco in bagno
d’olio, una trasmissione con inversore
sincronizzato da 8 AV + 4 RMe Presa di
Forza completamente indipendente con
frizione dedicata multidisco in bagno
d’olio. Uno chassis particolarmente
solido e prestazionale, unitamente
all’elevata capacità di sollevamento
consente l’uso di attrezzature pesanti
in massima sicurezza. Particolare
attenzione è stata prestata alla
realizzazione del sistema sterzante
con cilindro di sterzo integrato nel
carter che, oltre a consentire angoli di
sterzata molto elevati, non necessita
della consueta barra di accoppiamento
tra le ruote anteriori. Il posto di guida
con torretta portastrumenti e volante
inclinabile, le leve di comando della
trasmissione laterali al volante, la
piattaforma di guida e tutti i comandi
posizionati ergonomicamente rendono
questi mezzi estremamente sicuri e
confortevoli in ogni situazione. Nella
fascia di potenza superiore, Valpadana
espone la serie VP 7000, gamma che
offre un livello molto professionale,
in particolare per l’agricoltura
specialistica e l’orticoltura. Disponibile
in due modelli da 65 e 75 cv sia in
versione articolata che a sole ruote
sterzanti, la nuova Serie VP 7000 è
equipaggiata con motori FPT da
3200 cc. 4 cilindri turbo Stage 3A.
A caratterizzare la Serie VP 7000 è,
inoltre, la trasmissione 16 AV + 16
RMdotata di inversore meccanico
e superriduttore di serie (da 0,8 a
40 km/h), di produzione 100% Argo
Tractors. La gamma offre inoltre
la PdF a comando elettroidraulico,
sollevatore da 2.300 kg, idraulica
da 50 + 31 l/min, posto di guida
reversibile ed assale anteriore con
innesto 4RM e differenziali bloccabili
separatamente) elettro-idraulici.
Infine, all’EIMA sarà presente
l’innovativa serie VP 9000, gamma
che segna un importante traguardo
nella gamma alta degli isodiametrici
Valpadana. Con un’impronta sempre
VALPADANAALL ’E IMA 2014 LA GAMMA SPEC IAL IST ICA AL COMPLETO
più professionale e specializzata,
i VP 9000concretizzano le sinergie
industriali e produttive di Valpadana
con Argo Tractors, rispondendo in
modo mirato alle esigenze del mercato
degli specialistici. I due modelli VP
9095 e VP 90105 sono equipaggiati
con motori FPT a 4 cilindri da 3,2 litri
Tier 3 e potenze rispettivamente di
88 e 95 cv. A caratterizzare la Serie
9000 è la trasmissione 16 AV + 16
RMdotata di Synchro Shuttle meccanico
e superriduttore di serie (da 0,8 a 40
Km/h), di produzione originale Argo
Tractors. La gamma offre, inoltre, PdF
ad innesto elettroidraulico, sollevatore
da 2.300 kg, idraulica da 50 + 31 l/
min, posto di guida reversibile di serie
su tutti i modelli ed assale anteriore con
innesto 4RM e bloccaggio differenziale
100% elettro-idraulico, sia anteriore
che posteriore. Tutte le funzioni
operative dei nuoviValpadana sono
gestibili mediante comandi facili
e intuitivi, che integrano in modo
equilibrato meccanica, idraulica
ed elettronica. Su richiesta i VP
9000 possono essere equipaggiati,
infatti, con impianto idraulico
comandato via Joystick proporzionale
per la gestione del sollevatore e dei
distributori ausiliari e, infine, con cabina
con aria condizionata, per assicurare
il migliore comfort operativo. Le
nuove soluzioni adottate innalzano la
specializzazione e il livello tecnologico
di questa gamma che offre rilevanti
vantaggi nei settori dell’agricoltura
altamente specialistica e dell’orticoltura.
Per le famiglie VP 7000 e VP 9000 da
segnalare la presenza, di serie, del
pulsante di De-Clutch sulla leva
dell’inversore sincronizzato, garantendo
l’inversione di direzione senza dover
premere il pedale frizione.
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LA GAMMA TELESCOPICIDEUTZ-FAHR
La gamma di telescopici DEUTZ-FAHR di altri due nuovissimi modelli che completano una serie davvero all’avanguardia.
In totale i modelli ora a disposizione sono cinque: Agrovector 29.6, Agrovector 29.6LP, Agrovector 35.7 e le new entry Agrovector 37.6 e Agrovector 37.7. L’elevata altezza libera da terra, abbinata al baricentro basso e alla trazione integrale di questa serie di trattori, offre vantaggi impareggiabili per operazioni su terreni difficili e nell’impiego di lavorazioni particolarmente complesse.
La gamma Agrovector si completa con un nuovo modello che va a cogliere le esigenze di chi ha bisogno di un mezzo compatto e agile.
Nasce il nuovo modello 25.5 che, come riporta il nome, ha un’estensione del braccio fino a 5.6 metri è una capacità di 2,5 t
Motori potenti ed estremamente economici.
Tutti i modelli della Serie Agrovector sono equipaggiati con motori Deutz 4 cilindri 3,6l Tier IIIb con potenza da 102 a 123 hp CV.
Motori Turbodiesel di ultima generazione che oltre ad essere una garanzia di massima affidabilità ed efficienza per ogni genere di lavoro, risultano anche economici grazie ad un’elevata produttività unita a consumi estremamente ridotti.
Tutto questo è reso possibile grazie all’implementazione di un moderno propulsore a quattro cilindri raffreddato a liquido che assicura
un’erogazione di potenza eccellente e costante in perfetta sinergia con un sistema d’iniezione che opera ad alta pressione.
I motori montati sui modelli Agrovector 37.6 e Agrovector 37.7
sono stati ulteriormente ottimizzati per erogare una potenza costante su un ampio intervallo di valori di coppia
e velocità e rendere agevole ogni impiego.
La Serie Agrovector è in grado di offrire intervalli di manutenzione ordinaria del motore molto lunghi e di conseguenza minori costi d’esercizio: la sostituzione dell‘olio motore si effettua ogni 500 ore di funzionamento, mentre l‘olio dell‘impianto idraulico e i relativi filtri possono essere sostituiti ogni
1.500 ore di lavoro.
www.samedeutz-fahr.com
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L’uomo è nato per l’azione, come il fuoco tende verso l’alto e la pietra verso il basso
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Tre innovativi concept John Deere saranno premiati con medaglia d’oro, d’argento e di bronzo al SIMA 2015 di Parigi (22-26 febbraio 2015).
“Questo risultato è il più grande
riconoscimento dell’impegno di
John Deere per l’innovazione e le
tecnologie avanzate, oltre che il
frutto di un eccellente lavoro di
squadra a livello di tutto il gruppo”,
ha affermato Chris Wigger, Vice
President Sales & Marketing
Regione 2 di John Deere.
Medaglia d’oro: ExactEmergeLa seminatrice a elevate prestazioni
ExactEmerge di John Deere offre altissima precisione a una velocità di lavoro che raggiunge e supera i 16 km/h. Questa tecnologia innovativa depone i semi in fondo al solco con una traiettoria inversa, adattandosi alla perfezione alla velocità di avanzamento della seminatrice e alla densità di semina selezionata. Il seme viene infatti collocato con precisione all’interno del solco senza che rimbalzi o rotoli fuori posto. Il sistema funziona sia con il mais che con la soia ed è efficace anche alle velocità di lavoro più elevate. Ilsistema consente di collocare i semi in fondo al solco con precisione anche nelle condizioni di semina più impegnative.
Le unità di semina a file ExactEmerge lavorano con le più diverse tipologie e forme di semi, garantendo una corretta singolarizzazione nel 99% dei casi. Con una larghezza di trasporto di soli 3 m, questa seminatrice a otto file a elevate prestazioni è dotata di opzione di fertilizzazione granulare ed è stata progettata per lavorare su sodo o su terreno lavorato. Una volta montata sul trattore, la seminatrice può essere alimentata da un generatore elettrico esterno collegato alla PTO (o direttamente da un trattore John Deere 6RE) ed è completamente integrata nella gamma di soluzioni di agricoltura di precisione FarmSight.
Medaglia d’argento: AutoConnect
MONOPOL IZZA IL S IMA 2015JOHN DEERE
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John Deere ha sviluppato anche il sistema AutoConnect, progettato per il collegamento di attrezzi senza che l’operatore debba lasciare il posto
di guida del trattore. Pensato per risparmiare tempo al momento del cambio dell’attrezzo, contribuisce ad aumentare notevolmente la produttività, ma anche la sicurezza per l’operatore. AutoConnect collega automaticamente trattore e attrezzo prendendo il pieno controllo di barra di traino, PTO, distributori, impianto elettrico, ISOBUS e freni pneumatici del trattore. Attivabili dal display GreenStar della cabina, i moduli AutoBackup, AutoConnect e AutoSetup del software consentono un collegamento dell’attrezzo estremamente veloce e sicuro.
Menzione Speciale: BatteryBoost
BatteryBoost di John Deere mette l’elettricità ad alto voltaggio al servizio di trattori e attrezzi. Si tratta infatti in assoluto del primo sistema per
trattori collegabile direttamente alla rete elettrica: un passo significativo verso la mobilità elettrica avanzata. La tecnologia dei trattori con BatteryBoost si basa su batterie a elevate prestazioni che immagazzinano l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici o a biogas dell’azienda agricola e la erogano su richiesta per incrementare la potenza. Collegato a un trattore John Deere 6RE modificato, il modulo BatteryBoost eroga fino a 107 kW di potenza in più, consentendo di incrementare la capacità del trattore a prescindere dalla modalità operativa. Inoltre, la presa standardizzata AEF (Agricultural Industry Electronics Foundation) del sistema apre nuove opportunità
per la e-mobility agricola, per le applicazioni ibride elettriche controllate manualmente o automaticamente e per la carica bi-direzionale (CC) delle
batterie, quest’ultima supportata mediante la presa CCS (Combined Charging System). I vantaggi chiave del sistema “plug and play” BatteryBoost sono la semplicità d’uso, la riduzione dei costi per il carburante – grazie allo sfruttamento di energia sostenibile prodotta in azienda – e la possibilità di utilizzare trattori più piccoli per applicazioni che, solo occasionalmente, richiedono un incremento di potenza.
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Se un’azienda si misura dall’entusiasmo con cui opera, allora al primo posto dobbiamo collocare la ditta Zanon.La Zanon Macchine Agricole ha recentemente festeggiato i suoi primi 50 anni di attività e in occasione dell’Eima ha organizzato una serata per celebrare il mezzo secolo di attività mettendo in risalto il lavoro svolto fin qui dove gli elementi fondamentali sono stati la dedizione e il coraggio di essere sempre proiettati verso il futuro.Gli aspetti che hanno caratterizzato l’attività della Zanon fin dagli esordi sono stati l’entusiasmo,l’ energia e la determinazione e, nonostante sia passato mezzo secolo dalla fondazione dell’azienda, sono rimasti i cardini che guidano l’impresa. Queste caratteristiche sono difficili da trovare nelle aziende “mature” come la Zanon. A tutto questo si aggiunge una forte attenzione agli uomini, sia essi collaboratori che clienti o fornitori. Questa è la ricetta semplice ed efficace che ha permesso alla Zanon, non solo di resistere alle diverse difficoltà del mercato, ma e soprattutto a rafforzarsi sia sul mercato nazionale che internazionale fino ad esportare in 40 paesi esteri ed avere filiali di produzione in Spagna, Croazia e Turchia.La costante attenzione sull’innovazione e la sperimentazione sono sempre state indirizzate a trovare le soluzioni ottimali e realmente efficaci nell’ottimizzazione dei costi degli imprenditori agricoli .A ciò si aggiunge una gamma di oltre 200 prodotti volti ad offrire la
soluzione migliore alle diverse esigenze dell’imprenditore agricolo. Queste scelte aziendali hanno permesso di
ottenere una forza immateriale ma impagabile: la fidelizzazione del cliente.
50 ANNI E NON L I D IMOSTRAZANON
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La manifestazione, promossa da FedrUnacoma e organizzata da FederUnacoma surl, tenutasi a Bologna dal 12 al 16 novembre scorso, registra un risultato straordinariamente positivo, con il massimo storico in termini di espositori, di superficie impegnata, di visitatori, di giornalisti, di delegazioni estere. Un risultato che consacra questa esposizione come evento d’eccellenza, punto di riferimento per il settore della meccanizzazione agricola a livello mondiale.
Le aziende espositrici hanno superato quota 1.800 - delle quali 650 estere, provenienti da 44 Paesi - e la superficie ha raggiunto quota 150 mila metri quadrati netti, segnando aumenti per tutti i settori di specializzazione. L’edizione 2014 di EIMA International consolida anche il successo dei quattro Saloni specializzati.EIMA Componenti si è affermato, con circa 800 espositori, come il settore merceologico maggiormente rappresentato; EIMA Energy, con l’area prove esterna, ha svolto anche in questa edizione una preziosa funzione di promozione delle tecnologie per le agro-energie; EIMA Green ha registrato una notevole partecipazione di espositori e visitatori, e ha tenuto a battesimo l’inserimento del nuovo settore del florovivaismo; EIMA M.i.A., il Salone dedicato alla multifunzionalità, in questa edizione ha puntato sulle tecnologie per la manutenzione del territorio e per contrastare il dissesto idrogeologico, centrando un tema di notevole attualità e di grande prospettiva.
Il numero dei visitatori, che nella scorsa edizione aveva raggiunto la quota di 196 mila - che costituiva il record per la rassegna
bolognese - segna quota 235 mila, con un incremento del 20% e con una ancora maggiore presenza di operatori stranieri. I dati statistici indicano, infatti, una
crescita molto consistente degli operatori economici provenienti dai Paesi esteri
(complessivamente 124 Paesi), che raggiungono le 38.800 unità, pari ad un incremento del 20% rispetto all’edizione 2012.
L’incremento di operatori riguarda tutte le aree di provenienza, ma in modo particolare i continenti più lontani come Asia, America e Oceania, che registrano una crescita rispettivamente del 47%, del 29% e del 72%, a conferma della rilevanza della rassegna a livello mondiale e della sua reputazione come evento chiave per il settore. L’incremento delle presenze straniere risulta premiare la strategia degli organizzatori, che hanno concepito un piano promozionale rivolto in buona misura proprio ai Paesi esteri, e in particolare ad alcune realtà economiche ritenute strategiche per il comparto della meccanica agricola.
La maggiore presenza di operatori è stata frutto del lavoro congiunto dell’Ufficio Eventi, dell’Ufficio Internazionalità e Mercati, e dell’Ufficio Comunicazione.
Grazie al lavoro dell’Ufficio Internazionalità e Mercati, realizzato anche con il supporto dell’ICE Agenzia, il numero delle delegazioni estere ufficiali è passato dalle 70 dell’edizione 2012 alle 75 dell’edizione 2014; mentre la campagna di comunicazione ha previsto conferenze stampa in Paesi strategici quali Brasile, Indonesia, Iran, Russia, Spagna, Stati Uniti, ed altri.
L’investimento in comunicazione ha prodotto risultati positivi anche per quanto riguarda le presenze stampa, che ad EIMA International hanno registrato il numero più alto nella storia della manifestazione, con 700 giornalisti accreditati da 40 Paesi. In aumento anche il numero di convegni, meeting e conferenze tenutisi nei cinque giorni della rassegna: 150 i convegni e gli incontri ospitati sui temi della meccanica, dell’agronomia e della politica agricola (erano stati 130 nell’edizione 2012). Significativa, infine, la presenza di esponenti politici e di rappresentanti delle istituzioni, che ad EIMA International hanno avuto l’occasione di conoscere da vicino un settore, quello della meccanica agricola, che esprime un livello tecnologico sempre più alto e dal quale dipendono le strategie di sviluppo economico, agricolo e agro-alimentare di ogni regione del mondo. Dando appuntamento alla prossima edizione che si svolgerà a Bologna dal 9 al 13 novembre 2016.
E IMA 2014BATTUT I TUTT I I RECORD
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ORGANIZZAZIONE
AL CENTRO DELLO SVILUPPO
MOSTRA NAZIONALEAGRICOLTURA
ZOOTECNIAALIMENTAZIONE
La zootecnia sarà ancora una volta una delle protagoniste della 47° edizione di Agriumbria (27-28-29 marzo 2015 – Umbriafiere di Bastia Umbria – Perugia) con mostre nazionali, rassegne interregionali e concorsi che nel corso delle tre giornate consentiranno di valutare l’elevato livello genealogico raggiunto dagli allevamenti italiani di differenti specie e razze (bovini, ovicaprini, suini, equini, avicunicoli) confermando il ruolo strategico della manifestazione umbra quale polo zootecnico di primaria importanza nell’ambito degli appuntamenti fieristici nazionali. Agriumbria 2015 – sottolinea il Presidente di Umbriafiere S.p.A., Lazzaro Bogliari – consentirà ancora una volta di evidenziare la vitalità del settore che continua a reagire nonostante lo stato di precarietà nel quale si trova che tende a vanificare la determinazione degli allevatori nel loro lavoro di selezione genealogica. La nuova PAC, le misure finanziarie contenute nei PSR 2014-2020 e l’iniziativa politica nazionale “Campo libero” rappresentano una opportunità per rivitalizzare il patrimonio zootecnico nella sua globalità e in particolare nel
settore della produzione di carni – fa presente il Presidente Bogliari - temi che saranno al centro di convegni e di incontri in occasione di Agriumbria 2015 dai quali si auspica possano emergere proposte e soluzioni di fattibilità nel breve periodo. Le manifestazioni zootecniche previste nel 2015 hanno come filo conduttore momenti di battito e di confronto fra istituzioni pubbliche e associazioni di categoria con l’obiettivo di assumere un ruolo di riferimento per definire le linee operative da trasferire nelle differenti realtà zootecniche italiane.Il recente accordo di collaborazione – partnership tra Veronafiere e Umbriafiere, di assumere il comune impegno di promuovere le manifestazioni da loro organizzate: Eurocarne 2015 (10-13 maggio) e Agriumbria 2015 (27-29 marzo 2015), conferma la volontà dei due enti fieristici di ottimizzare nei tempi e nei modi le iniziative rivolte ad affrontare non solo i punti critici della zootecnia italiana, ma anche, e soprattutto, a valorizzare gli aspetti qualitativi delle produzioni. L’attuale fase di recessione degli acquisti di prodotti alimentari
ha comportato una drastica riduzione dei consumi proprio nei confronti di alcuni tagli cosiddetti “pregiati” di carni bovine (bistecche ecc) in parte sostituite da carni “primo prezzo”, da macinati e hamburger. La zootecnia da carne, secondo i dati Istat riferiti al 2013, segna percentuali in rosso: per i bovini la produzione nazionale è diminuita di circa il 20%; per l’ovicaprina del 50%, mentre per la suinicola si registra un aumento dello 0,3%. Dati che nel 2014, secondo stime provvisorie, dovrebbero migliorare , seppure in misura contenuta, pur rimanendo sempre di segno negativo. Calo della produzione nazionale a fronte del quale si registra un incremento del saldo commerciale estero del 5,3% dovuto soprattutto all’aumento dell’export (+8,8%). Situazione di sofferenza per la nostra zootecnia da carne, e in particolare per quella bovina, che tende a penalizzare ulteriormente l’approvvigionamento della produzione nazionale che offre la più ampia garanzia salutistica e di qualità grazie alle diverse certificazioni di tracciabilità che fanno parte integrante del sistema zootecnico italiano.
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Quando i fertilizzanti di sintesi e gli anticrittogamici non esistevano o erano scarsamente utilizzati, la produzione di grano duro nelle terre siciliane non riusciva a lambire neanche i 20 q.li ad ettaro. Con l’avvento di nuove tecnologie la resa si è praticamente quadruplicata, grazie a concimazioni specifiche e a trattamenti con agrofarmaci estremamente selettivi ed efficaci, capaci di sfruttare al
massimo le risorse del suolo e valorizzare al meglio le potenzialità delle cultivar di grano duro che, grazie alla ricerca, venivano messe a disposizione degli agricoltori.Per anni dunque la politica è stata quella di ottenere il massimo da ogni singolo metro quadro di terra coltivata, senza tenere
RICONOSCERE IL VALORE DEL B IOLOG ICOAGROAMBIENTE
minimamente conto né del carico ambientale che questo atteggiamento comportava, né tantomeno dei rischi per la salute del consumatore finale. La produzione di grano duro ovviamente è solo un esempio, quanto detto vale anche per ortaggi, frutta, etc. etc. I prodotti coltivati convenzionalmente, come è noto, non presentano particolari differenze dal punto di vista nutrizionale rispetto a quelli biologici e anche il gusto spesse volte si presenta non molto dissimile. Una mela è sempre una mela, insomma, con il proprio contenuto di vitamine, sali minerali e nutrienti che la caratterizzano. Questo è uno degli scogli che trovano i prodotti biologici. Se una mela coltivata in modo convenzionale ha le stesse proprietà
di una coltivata in biologico, e quella coltivata in biologico, oltre ad avere un costo maggiore perché produrre in biologico è più costoso, può presentare delle imperfezioni, perché dovremmo preferirla rispetto ad una mela “normale”?.E’ proprio questo il punto, acquisire la “ cultura del biologico” e capire che spendere di più per un prodotto apparentemente uguale ma sano ha un
valore aggiunto impagabile. Posto che i valori nutrizionali di alimenti biologici e convenzionali siano pressoché identici, scegliere prodotti biologici significa consumare alimenti prodotti in modo sano, vuol dire inoltre per i consumatori adulti o bambini, evitare che eventuali residui di pesticidi si accumulino nell’organismo, e sostenere, tramite i propri acquisti, un modello agricolo e produttivo che rispetta l’ambiente e le risorse del nostro
pianeta, che non inquina e non prevede il ricorso a prodotti geneticamente modificati, pesticidi e fertilizzanti di sintesi potenzialmente dannosi per i terreni e le risorse idriche.
Dr. Francesco Mangiapane
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