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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - € 2,50* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 GERMANIA La scuola fa ammalare Giardina a pag. 12 ARTE Gauguin in mostra alla Tate Modern Brenta a pag. 13 TRASPORTI La Spagna in vetta all’alta velocità servizio a pag. 12 9 771120 606007 01027 Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Equitalia - Riscossione, en- tro fine 2011 tre sole società per Nord, Centro e Sud Bartelli-Sansonetti a pag. 27 Equitalia - L’In- ps cerca 2.600 legali domicilia- tari. Ma arrivano 7.500 domande Ventura a pag. 28 Iva - La franchigia spetta solo ai residenti Ricca a pag. 32 Co.co.co. - Carcere per i committenti che non versa- no i contributi Cirioli a pag. 36 Documenti/1 - Non profit, la sentenza della Cassa- zione Documenti/2 - Black list, la circola- re dell’Agenzia delle entrate Documenti/3 - Il testo del Collegato lavoro www.italiaoggi.it Adempimenti black list costosi per le imprese. Dal 2 novembre prossimo, all’aggravio dei costi di consulenza si aggiunge la potenziale applicazione di sanzioni fino a 4.130 euro per le comu- nicazioni omesse o incomplete. Sanzio- ni che vanno messe in conto perché, ad esempio, sarà molto complicato recupe- rare il codice identificativo dell’operato- re estero «black list» (addirittura per ta- luni operatori collocati in Svizzera tale codice neanche esiste). Anche in ragione di queste complicazioni i commercialisti hanno chiesto ieri alle Entrate più tem- po per l’avvio delle nuove regole. Cassazione: agevolazioni revocate se l’associazione vende, anche sporadicamente, servizi a terzi Giro di vite fiscale sul no profit Agevolazioni fiscali revocate alle associazioni senza scopo di lucro che vendono sporadicamente servizi a terzi. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che ha accolto il ricorso dell’amministrazione finanziaria rovesciando la decisione della Commissione tributaria regionale di Milano. La Corte ha ricordato che è esclusa la natura commerciale delle attività svolte dagli enti associativi in favore dei propri associati e l’imponibilità delle somme da questi versate a titolo di quote associative. Ma non anche quella delle attività a pagamento svolte nei confronti di terzi. Alberici a pag. 32 IN EDICOLA www.italiaoggi.it D B r e Do I media hanno detto che, a Milano, Gianfranco Fini è stato accolto da una folla. Dato che ha tenuto il suo discorso al Derby che ha solo 306 poltrone in platea e 139 in galleria e tutti hanno trovato un posto, vuol dire che il pubblico milanese per Fini era, al massi- mo, di 445 persone. Le cronache aggiungono anche che l’applauso più forte è stata tributato a Mirko Tremaglia («un remake di quello che era successo a Mirabello», scri- ve il Corsera). Ma Tremaglia non è «un fascistone», addirittura un repubblichino non ancora pentito 60 anni dopo? Ora, se Tremaglia è il più applaudito, vuol dire che la nuova proposta politica di Fini è la solita, cioè quella vecchissima? DIRITTO & ROVESCIO E p l t 7 IL Giornale dei professionisti * * * La black list costa cara Agli oneri di consulenza e redazione si aggiungeranno i rischi di sanzioni, in alcuni casi inevitabili. C’è uno spiraglio sulla proroga Poggiani a pagina 31 LO FARÀ TRA 5 ANNI, FORSE La Lega in Veneto non festeggia l’Unità d’Italia perché vi aderì solo nel 1866 Bacialli a pag. 11 l’ d h d Il Pdl ormai a pezzi tra cor- renti sotterranee e uscite di massa è dato per spacciato alle prossime amministra- tive. E Silvio Berlusconi sta valutando di utilizzare la strategia della sconfitta vincente: lasciar vincere la sinistra (già favorita) e in- colpare Gianfranco Fini. In modo da non far guadagnare nessun incarico ai futuristi e azzerare il Pdl subito dopo, per rifarlo da zero. Dopo aver capovolto il risultato delle ultime regionali (a dispetto di un Fini che aveva già suonato il de profundis), il premier questa volta (eccezion fatta per il Comune di Milano) non correrà. Calitri a pag. 5 Il Cav favorirà la sinistra alle comunali pur di tenere Fini a digiuno di assessori m a p T c v è r 6 è n s TV SENZA VELI Malissimo Frizzi e Cuccarini La Ventura verso Raiuno Castoro a pag. 19 M A BOLOGNA La maledizione di Re Enzo impallina tutti i sindaci Russo a pag. 8 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELL’EDILIZIA da pag. 23 d p 2 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it OGGI CON IL QUOTIDIANO L’ATLANTE DELLE ASSICURAZIONI 2010 RICHIEDA LA SUA COPIA ALL’EDICOLANTE * con cd «I nuovi ricorsi alle sanzioni stradali» a € 9,90 in più; con «Codice della sicurezza sul lavoro» a € 9,90 in più; con cd «Quiz per i concorsi nei comuni e nelle province» a € 9,90 In abbinamento obbligatorio con L’Atlante delle Assicurazioni 2010 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - € 2,50* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 •

GERMANIALa scuola fa ammalareGiardina a pag. 12

ARTEGauguin in mostra alla Tate ModernBrenta a pag. 13

TRASPORTILa Spagna in vetta all’alta velocitàservizio a pag. 12

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Il Tg di ItaliaOggiPer vedereil Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su:

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Equitalia - Riscossione, en-tro fine 2011 tre sole società per Nord, Centro e Sud

Bartelli-Sansonetti a pag. 27

Equitalia - L’In-ps cerca 2.600 legali domicilia-tari. Ma arrivano 7.500 domande Ventura a pag. 28

Iva - La franchigia spetta solo ai residenti

Ricca a pag. 32

Co.co.co. - Carcere per i committenti che non versa-no i contributi

Cirioli a pag. 36

Documenti/1 - Non profit, la sentenza della Cassa-zione

D o c u m e n t i / 2 - Black list, la circola-re dell’Agenzia delle entrate

Documenti/3 - Il testo del Collegato lavoro

www.italiaoggi.it

Adempimenti black list costosi per le imprese. Dal 2 novembre prossimo, all’aggravio dei costi di consulenza si aggiunge la potenziale applicazione di sanzioni fi no a 4.130 euro per le comu-nicazioni omesse o incomplete. Sanzio-ni che vanno messe in conto perché, ad esempio, sarà molto complicato recupe-rare il codice identifi cativo dell’operato-re estero «black list» (addirittura per ta-luni operatori collocati in Svizzera tale codice neanche esiste). Anche in ragione di queste complicazioni i commercialisti hanno chiesto ieri alle Entrate più tem-po per l’avvio delle nuove regole.

Cassazione: agevolazioni revocate se l’associazione vende, anche sporadicamente, servizi a terzi

Giro di vite fiscale sul no profitAgevolazioni fi scali revocate alle associazioni senza scopo di

lucro che vendono sporadicamente servizi a terzi. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che ha accolto il ricorso dell’amministrazione fi nanziaria rovesciando la decisione della Commissione tributaria regionale di Milano. La Corte ha ricordato che è esclusa la natura commerciale delle attività svolte dagli enti associativi in favore dei propri associati e l’imponibilità delle somme da questi versate a titolo di quote associative. Ma non anche quella delle attività a pagamento svolte nei confronti di terzi.

Alberici a pag. 32

IN EDICOLA

www.italiaoggi.it

DBre

Do

I media hanno detto che, a Milano, Gianfranco Fini è stato accolto da una folla. Dato che ha tenuto il suo discorso al Derby che ha solo 306 poltrone in platea e 139 in galleria e tutti hanno trovato un posto, vuol dire che il pubblico milanese per Fini era, al massi-mo, di 445 persone. Le cronache aggiungono anche che l’applauso più forte è stata tributato a Mirko Tremaglia («un remake di quello che era successo a Mirabello», scri-ve il Corsera). Ma Tremaglia non è «un fascistone», addirittura un repubblichino non ancora pentito 60 anni dopo? Ora, se Tremaglia è il più applaudito, vuol dire che la nuova proposta politica di Fini è la solita, cioè quella vecchissima?

DIRITTO & ROVESCIO

Eplt7

IL Giornale dei

professionisti* * *

La black list costa caraAgli oneri di consulenza e redazione si aggiungeranno i rischi di

sanzioni, in alcuni casi inevitabili. C’è uno spiraglio sulla proroga

Poggiani a pagina 31

LO FARÀ TRA 5 ANNI, FORSE

La Lega in Veneto non festeggia l’Unità

d’Italia perché vi aderì solo nel 1866

Bacialli a pag. 11

l’ d h d

Il Pdl ormai a pezzi tra cor-renti sotterranee e uscite di massa è dato per spacciato alle prossime amministra-tive. E Silvio Berlusconi sta valutando di utilizzare la strategia della sconfitta vincente: lasciar vincere la sinistra (già favorita) e in-colpare Gianfranco Fini. In modo da non far guadagnare nessun incarico ai futuristi e azzerare il Pdl subito dopo, per rifarlo da zero. Dopo aver capovolto il risultato delle ultime regionali (a dispetto di un Fini che aveva già suonato il de profundis), il premier questa volta (eccezion fatta per il Comune di Milano) non correrà.

Calitri a pag. 5

Il Cav favorirà la sinistra alle comunalipur di tenere Fini a digiuno di assessori

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TV SENZA VELI

Malissimo Frizzi e CuccariniLa Ventura

verso RaiunoCastoro a pag. 19

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La maledizionedi Re Enzoimpallina

tutti i sindaci Russo a pag. 8

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELL’EDILIZIAdapag.23

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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L’ATLANTE DELLE ASSICURAZIONI 2010

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* con cd «I nuovi ricorsi alle sanzioni stradali» a € 9,90 in più; con «Codice della sicurezza sul lavoro» a € 9,90 in più; con cd «Quiz per i concorsi nei comuni e nelle province» a € 9,90

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2 Mercoledì 27 Ottobre 2010

I soliti “ben informa-ti” attribuiscono a Silvio Berlusconi l’ossessione di “non cadere nella

trappola” che sarebbe stata ordita ai suoi danni da Gianfranco Fini in com-butta con tutte le opposizioni. La situa-zione per Berlusconi in realtà è peggio-re: in trappola c’è già. Che esista o meno un accordo tra Fini e le opposizioni, resta l’oggettiva convergenza dei loro interessi, che consistono in sostanza nell’impedire a Berlusconi di governa-re, pur lasciandolo cuocere a fuoco lento a palazzo Chigi. Non hanno, per ora, la possibilità di sostituire il governo frut-to delle elezioni con uno nato da una congiura di palazzo e comunque te-mono che, se facessero a freddo un’operazione ri-baltonista, ne paghereb-bero poi le conseguenze nella successiva tornata elettorale. Se invece il governo cadesse per una sua dimostrata incapacità di affrontare i problemi del paese, magari dopo una sonora sconfitta del Popolo della libertà alle amministrative di marzo, la partita si potrebbe giocare.

L’unica contromossa possibile non sta nella minaccia spuntata di ricorso immediato alle urne, peraltro condi-zionato dalle scelte del Quirinale, ma in una iniziativa forte e politicamente ben calibrata sui temi economico-so-ciali e sulla sicurezza, senza abbando-nare il tema della giustizia ma senza renderlo l’unico biglietto da visita

dell’azione governati-va. Riforma della con-trattazione, in modo da

rispondere anche alla provocazione positiva di Sergio Marchionne già ac-colta dal segretario della Cisl Raffaele Bonanni, e riforma fi scale, con atten-zione alle richieste di Pierferdinando Casini sulla detassazione del reddito familiare, potrebbero essere i temi su cui aggregare consensi più ampi di quelli della maggioranza, mentre intervenendo con accortezza ma an-che con decisione sulle rivolte della spazzatura si metterebbero le basi per una vittoria elettorale nelle comuna-

li napoletane. Solo una tenuta del Popolo della libertà nelle ammini-strative permetterebbe davvero a Berlusconi di uscire dall’angolo, ma per ottenere questo ri-sultato, cioè per confer-

mare la maggioranza a Milano, essere competitivo a Torino e forse a Bologna e conquistare Napoli, c’è bisogno di un partito e di una scelta di candidature che non appaia paracadutata dall’alto. È diffi cile recuperare in pochi mesi un ritardo ormai cronico in questo cam-po, per giunta con le diffi coltà conse-guenti alla rottura con Fini, ma senza bruciare le tappe in questo percorso il centrodestra si troverà ad affrontare una sfi da cruciale senza gli strumenti politici necessari. In quel caso la trap-pola scatterà inesorabilmente.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

La trappola di Fini scatterà dopo le amministrative

DI SERGIO SOAVE

erno cadesse mare la maggio

Ribaltone prontose Berlusconi

perde consensi

Sono passate 48 ore da quando l’a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, ha fatto la

sua intervista a Che tempo che fa con Fabio Fazio a mo’ di imbuto. Marchion-ne era piombato negli studi della Rai, ha registrato in fretta la sua esposizio-ne (parlare di un’intervista ci sembra eccessivo) e poi è ritornato subito negli Stati Uniti per dedicarsi al suo secon-do lavoro alla Chrysler. Che cosa è suc-cesso in questo breve lasso di tempo? Marchionne è stato attaccato da tutti, in Italia, salvo che dalla Confindustria (che, del resto, non poteva fare a meno, essendo essa l’organizza-zione dei datori di lavoro di cui la Fiat è uno dei più grossi contribuenti) e dalla Cisl di Bonan-ni, il che è invece più singolare anche se non sorprendente, visto che questa grande organizzazione sindaca-le affonda, non a caso, le sue radici nel personalismo cattolico e quindi non fa, del conflitto, la sua ragione di vita. Lo usa quando è necessario ma, di norma, tende a raggiungere degli accordi.

Tutti gli altri, i polemici, che cosa han-no risposto a Marchionne? Che la Fiat non deve permettersi di porre degli aut-aut dopo tutti i fi nanziamenti, diretti o indiretti, che ha succhiato dalle casse del-lo Stato durante più di un secolo di vita. Questa argomentazione è, a un tempo, vera e sbagliata. È vera perché, indubi-tabilmente, la Fiat che, dalla sua, aveva

la leva dell’occupazione, è stata a lungo mantenuta dallo Stato italiano. Ma è

anche sbagliata, perché questa circostan-za, oggi, non agisce più. Primo, perché l’Europa impedisce gli aiuti di Stato alle imprese. Secondo perché la Fiat di Mar-chionne non è più la Fiat di Agnelli.

Attardandosi sulla Fiat degli Agnelli, si può fare della storia. Prendendo inve-ce in considerazione le cifre prodotte da Marchionne, si prende di petto il futuro della Fiat che, al di là delle sue molte magagne, resta pur sempre il motore principale dello sviluppo e dell’innova-zione nel nostro paese. Marchionne dice

che, contro calcoli im-mediati di mera conve-nienza, la Fiat, non solo vuol restare in Italia ma vuole produrre qui molte più vetture. E vuol anche pagare retribuzioni più alte ai suoi dipendenti

(«con la produttività tedesca si possono pagare paghe tedesche»). Ciò è possibi-le solo con accordi chiari e impegnativi con i sindacati per impedire, ad esempio, che nei giorni in cui gioca la squadra del cuore i presenti in fabbrica si dimezzino impunemente. Il luddismo ludico non è più possibile da quando le barriere do-ganali sono cadute e quindi i lavoratori che lo praticano danneggiano, non solo la Fiat, ma anche i loro colleghi che ri-spettano lealmente e responsabilmente gli obblighi derivanti dal loro contratto di lavoro.

© Riproduzione riservata

one sindaca- («con la produt

A una strategiasi oppone

solo un mugugno

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Sono sul nulla le polemichecontro Sergio Marchionne

I C O M M E N T I

DI CESARE MAFFI

Giusto cinque mesi addietro il sito internet del Pli annun-ciava, con trionfante soddi-sfazione: «Il gruppo Pli torna alla Camera dei deputati». Come spiegava ItaliaOggi («E il Pli risorgimentale ri-compare a Montecitorio», 3 luglio), si trattava semplice-mente della costituzione di una componente del gruppo misto. Fondata con l’adesio-ne dell’unico deputato libera-le, Paolo Guzzanti (eletto nel Pdl, ma poi rumorosamente uscito dal partito, in rotta con la “mignottocrazia” del Cav) e di cinque autonomi-sti del cartello Noi Sud. A questi ultimi la presenza di Guzzanti consentiva di for-mare una componente, posto che l’ex pidiellino recava con sé la sigla Pli, presentatasi senza troppo successo (cen-tomila voti) alle elezioni. Tramite il riferimento a un partito presente alle elezioni, i cinque autonomisti poteva-no costituire una componente del misto. La convivenza non è stata delle più felici, posto che Guzzanti è schierato con-

tro la maggioranza, laddove quasi tutti i deputati di Noi Sud sostengono il governo. Adesso, però, è successo un guaio per l’ultimo dichiarato erede di Cavour. I cinque di

Noi Sud si sono uniti ai sei Pid-popolari per l’Italia di domani, fuoriusciti dall’Udc (per capirci, quelli coordina-ti da Romano e Mannino). Disponendo tutti insieme di oltre dieci deputati hanno

potuto costituire un sotto-gruppo, senza dover ricorrere all’inghippo della presenta-zione di una lista alle elezio-ni. Conseguenza: la sigla Pli è sparita. E il povero Guz-zanti resta nel misto, cane totalmente sciolto, come «de-putato non iscritto ad alcu-na componente». Impossibi-le verifi care le reazioni del Pli, perché il sito internet del partito fi gura da alcuni giorni “momentaneamente in manutenzione”. Tra i di-rigenti dell’antico partito ci sono reduci del Pli sciol-to nel ‘94. C’è il segretario Stefano de Luca, più volte deputato e sottosegretario, ex eurodeputato per Fi. E c’è Carletto Scognamiglio, eletto nel ’92 nel Pli, nel ’94 in Fi (divenne presidente del Senato battendo per un voto Spadolini), nel ’96 in Fi, ma presto transitato con il grup-po di Cossiga (fu premiato

con la poltrona di ministro della Difesa), nel 2001 trom-bato con l’estemporanea lista di Sergio D’Antoni Democra-zia Europea, poi passato con i residui del patto Segni.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Montecitorio, il Pli con Guzzanti è tornato, ma se n’è subito andato

DI MARCO BERTONCINI

Accordarsi ad ogni costo. Questo l’imperativo che giun-ge da Silvio Berlusconi, come si capisce dall’atteggiamen-to addirittura conciliativo assunto dal ministro della Giustizia (Alfano minimizza ogni riserva fi niana) e dalla disponibilità ostentata dal presidente della commis-sione senatoriale Affari co-stituzionali (Vizzini apre a emendamenti). All’evidenza, lo scudo giudiziario prevale su ogni altra considerazione. Tuttavia, non si capisce come potrebbe il Cav accontentarsi di un provvedimento che non contemplasse la reiterabilità: non sarebbe più un riparo d’acciaio, ma uno straccio o un velo, di scarsa effi cacia.

Perfino l’aver abbozzato di fronte al carico di critiche giunte da Fini alla ventilata riforma della giustizia rispon-de a una tecnica di sopporta-zione degna di Giobbe. C’è chi fornisce una peculiare inter-pretazione dell’offrire l’altra guancia agli schiaffoni del presidente della Camera: ne-gli ambienti più vicini a Ber-

lusconi ci si sarebbe convinti che Fini avrebbe già chiuso un’intesa con Pd e Udc, sia per il governo di transizione, sia, soprattutto, per un testo di riforma elettorale. Fini, forte della sicurezza di con-tare su un nuovo Esecutivo pronto a far passare veloce-mente la soppressione del porcellum, starebbe esaspe-rando i motivi di confl itto, per costringere un nervoso Cav a scoppiare, sì da provocare la crisi di governo. A sua volta Berlusconi non vorrebbe for-nire alcun pretesto all’avver-sario, a “quello là”.

È una tesi che avrebbe più di un fondamento, però incoccia contro la generale impressione che un testo concordato di legge elettora-le non ci sia, non foss’altro per le divaricazioni interne ai democratici. In ogni caso, Fini ha interesse a tirare la corda fi n quasi allo strappo, sia per distinguersi dal Pdl, sia per inguaiare, oggi ma soprattutto domani, il Cav, con l’obiettivo ogni giorno più palese di cassarlo dalla vita politica.

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LA NOTA POLITICA

Adesso il Cavalieresi traveste da Giobbe

Paolo Guzzanti

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3Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 27 OttoP R I M O P I A N O

Il senato riapre i termini per riscrivere il lodo Alfano. La quadra futurista in mano alla Bongiorno

Giustizia, è ormai guerra dei nervi Fli tratta, ma per uno scudo che potrebbe non servire al Cav

DI ALESSANDRA RICCIARDI

L’ira per il fuoco mediatico di agosto, per la vicenda della casa monegasca, per gli attacchi da parte

dei giornali «nemici», non è mai sbollita. E pure decidendo che non è ancora il caso di rompere, che sui punti del programma comu-ne i futuristi saranno leali, Gian-franco Fini è deciso a dare del filo da torcere al Cavaliere: ogni passo in avanti nella tenuta del-la maggioranza al governo dovrà conquistarselo. «Se è guerra dei nervi, lo sarà fino in fondo, noi non ci tiriamo certo indietro a questo punto», dicevano alcuni parlamenti futuristi ieri a Mon-tecitorio. A partire dal tema più caro, quello scudo costituzionale che terrebbe il premier, Silvio

Berlusconi, «al riparo dalla per-secuzione dei magistrati», spiega Andrea Pastore, senatore pdl della commissione affari costitu-zionali. Uno scudo che, ha detto ieri a sorpresa il presidente del consiglio dopo averne negato la necessità, «è indispensabile con questa magistratura». Tanto per placare gli animi, Berlusconi ha aggiunto che «contro di me c’è un uso politico della giustizia» e ha confermato la sua intenzione di chiedere una «commissione parla-mentare di inchiesta» sull’operato delle toghe. Dichiarazioni che non hanno però almeno apparente-mente turbato l’ennesimo ten-tativo di mediazione sul cosid-detto lodo Alfano andato in scena in commissione affari costituzionali. Il presiden-te, Carlo Vizzini, ha fis-

sato a giovedì il nuovo termine per gli emen-damenti, per accogliere i rilevi del capo del-lo stato, Giorgio Napolita-no, e per

mettere a punto la non reitera-bilità dello scudo. Su questo

è atteso un emendamento di chiarimento di Fli, a cui sta dando un contributo decisivo Giulia Bongior-no, presidente della com-missione giustizia della ca-mera. «La non reiterabilità è un’ipotesi positiva perché

accoglie un principio che ab-biamo sempre sostenuto»,

diceva il capogruppo Fli al senato,

Pasquale Viespoli. Il rischio però è che la non rei-terabilità renda lo s c u d o del tutto

inutile per il Cav. Tanto che Viz-zini, per tenere unito il tavolo, ha lanciato l’ipotesi che lo scudo irrei-terabile possa scattare dalla pros-sima legislatura, questa ormai è quasi agli sgoccioli. Le carte di Fli si scopriranno domani. Mentre il ministro della giustizia, Angelino Alfano, manda messaggi disten-sivi («il lodo può essere rivisto»), per il capogruppo e vice dei sena-tori del Pdl, Maurizio Gaspar-ri e Gaetano Quagliariello: «Non si tocca». «Stanno andando a sbattere e stanno intrecciando la corda con cui si impiccheran-no», profetizza il capogruppo Pd, Anna Finocchiaro. E Vizzini prende tempo: «Ci prendiamo una settimana per ragionare sui nuo-vi emendamenti. C’è necessità di una riflessione seria».

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DI GIAMPIERO DI SANTO

Andarsene da quel ministero, travolto dal caso della casa ro-mana pagata a sua insaputa dall’imprenditore Diego Ane-

mone gli era costato davvero molto. E forse proprio per questo l’allo-

ra ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, non ha rinunciato fi no all’ultimo a fare qualcosa di utile per le imprese.

Tanto da distribuire, con un decreto ministeriale fi rmato il 4 maggio scorso, proprio il giorno dell’annuncio delle sue dimissioni, i fondi residui della legge 488 del 1992 che ogni anno vengono accertati appunto dal dicastero di via Molise. Nel maggio 2010, secondo quan-to hanno scoperto i tecnici di Scajola e ora del nuovo ministro, Paolo Romani, in cassa, grazie alle «rinunce e revoche di iniziative imprenditoriali agevolate

dalla legge 488 del 1992», erano rima-sti 230 milioni di euro, dei quali «78 milioni in perenzione amministrativa e 152 milioni disponibili ed effettiva-mente utilizzabili». Un bel gruzzolo, che sarebbe stato un peccato sprecare o te-nere fermo per mesi. Così Scajola, che il 4 maggio tenne l’ultima conferenza stampa nel suo uffi cio di ministro, si affrettò, prima di cedere il posto a suo successore ad interim, il premier Silvio Berlusconi, a lasciarlo in eredità. Con qualche sorpresa, se è vero che 48 milio-ni vennero destinati agli interventi di programmazione negoziata per le aree del centronord e altri 50 all’industria bellica degli armamenti attraverso il rifi nanziamento di un decreto legge, il 149 del 1993, convertito nella legge 237 del 19 luglio dello stesso anno che se-condo il legislatore avrevve dovuto ave-re copertura fi nanziaria soltanto fi no al 2001. Nessuna traccia esplicita, nel

provvedimento che si potrebbe defi nire il testamento spirituale di Scajola come ministro dello sviluppo economico, degli altri 54 milioni. Ma sembra che quei sol-di siano andati in grande parte, 50 mi-lioni, a fi nanziare l’emittenza televisiva locale e per importi ridotti, due tranche di 2 milioni, ai sistemi di illuminazione del Veneto e al sistema delle armi di Brescia, che avrebbe dunque ottenuto altri soldi oltre a quelli previsti già nel fi nanziamento di 50 milioni.

Certo è che Berlusconi, una volta ar-rivato in via Molise, non è che abbia insistito molto perché le decisioni di Scajola avessero seguito. Il decreto mi-nisteriale, partorito in primavera, è sta-to lasciato a bagnomaria, come si dice in questi casi, fi no al 17 settembre scorso, quando fi nalmente è stato pubblicato in Gazzetta uffi ciale. Il premier e mini-stro, evidentemente, prima di dare il via libera ha voluto che i tecnici verifi cas-

sero attentamente il lavoro svolto dal suo predecessore. Anche perché dubbi potrebbero essere sorti sulla possibilità che sia un decreto ministeriale a rifi -nanziare una legge statale. Ma ormai il dado è tratto, il provvedimento è in vigore e perfi no Berlusconi, almeno per il ministero dello sviluppo economico, rappresenta il passato. Scajola, però, che subito dopo le dimissioni ha vissu-to chiuso nella sua villa di Imperia per preparare la sua strategia difensiva per la vicenda della casa romana, non ha smesso di pensare al futuro. Mol-ti lo davano in procinto di tornare in via Molise al posto del Cavaliere, altri parlavano e continuano a parlare di lui come del coordinatore unico ideale per il Pdl. Ma per ora le tegole che piovo-no, sotto forma di inchieste giudiziarie più o meno credibili, gli consigliano di rimanere al coperto.

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Firmato il 4 maggio il decreto ministeriale che riassegna le rimanenze della legge 488/92: 230 milioni

Scajola, regalo alle imprese prima di dimettersi

Giulia Bongiorno

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Page 4: Abruzzo• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - 2,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 • GERMANIA La scuola fa ammalare Giardin

4 Mercoledì 27 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

Sono state aggiunte delle clausole (tipo la reiterabilità) che era inutile richiamare

I Lodi andrebbero scritti meglioSi è fi nito anche per inventare un inutile scudo allo scudo

DI EMILIA ROSSI*

Il presidente della repubblica ha avuto ragione a mettere in evidenza il pericolo alla sua indipendenza, che prover-

rebbe dalla nuova formulazione del Lodo Alfano, ma le ragioni di critica meritano qualche puntua-lizzazione.

In primo luogo: la questione che ha sollevato le osservazioni critiche del Colle è l’assoggetta-mento al voto delle camere, con maggioranze ordinarie oltretut-to, della sospensione dei proce-dimenti penali nei confronti del presidente della repubblica.

Lo scudo realizzato con il nuo-vo Lodo Alfano procurerebbe una protezione di livello inferiore ri-spetto a quella già predisposta dall’articolo 90 della costituzione che, invece, sancisce la non re-sponsabilità del capo dello stato per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni in termini as-soluti ed automatici, fatti salvi i casi di alto tradimento o di atten-tato alla costituzione, per i quali è prevista la messa in stato d’ac-cusa da parte del parlamento in seduta comune e a maggioranza assoluta dei suoi membri. E qui si rende necessaria la prima pre-cisazione: le due fi gure di scudo, quella formulata nel Lodo Alfano e quella scritta nella norma costi-tuzionale vigente, sono confron-tabili solo per l’omogeneità del principio generale che le ispira, quello di sottrarre l’esercizio della prima carica dello stato (e quella del premier) ai condizionamenti che derivano dallo svolgimento di attività giudiziarie nei suoi confronti.

Per tutto il resto si tratta di istituti completamente diversi. L’uno, l’articolo 90 della costitu-zione, ha portata sostanziale e fi s-sa il principio della «non respon-sabilità», quindi dell’impunità per dirla con parole correnti, del presidente della repubblica per gli atti compiuti nell’esercizio del-le sue funzioni. Il secondo, invece, è una norma di natura processua-le e non ha nulla a che fare con la responsabilità, la punibilità o l’impunità (come i detrattori del disegno di legge vogliono far cre-dere) dei soggetti a cui si riferisce, disciplinando esclusivamente lo svolgimento del procedimento penale di cui dispone la sospen-sione. Inoltre, la non responsabi-lità del capo dello stato è dettata nella carta costituzionale esclu-sivamente per «gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni» e questo limite normativo non ha signifi cato temporale, come qualcuno ha sostenuto, nei gior-ni scorsi, discettando della que-stione della retroattività del Lodo Alfano. Il riferimento all’esercizio delle funzioni esprime, secondo la tecnica normativa propria del no-stro ordinamento, l’ambito entro il quale gli atti sono compresi. Il che signifi ca, in poche parole, che lo scudo attualmente vigente esenta da responsabilità il capo dello stato solo per quanto compie

nel ristretto campo delle sue spe-cifi che funzioni: non lo protegge, invece, dall’avvio e dallo svolgi-mento di attività giudiziarie che riguardino fatti commessi fuori delle funzioni, pur durante il tem-po in cui è in carica. Tantomeno, ovviamente, se si tratta di ipotesi di illeciti risalenti a un tempo pre-cedente quello in cui ha assunto il mandato presidenziale.

Insomma, il Lodo Alfano for-nisce al presidente della repub-blica uno scudo protettivo di cui attualmente egli non gode, essendo esposto per legge (salva contraria prassi, sperimentata

almeno in un caso nella nostra storia repubbli-cana) ad essere sottoposto a processo come qualsiasi altro cittadino per fatti estranei a l l ’ e s e r c i -zio delle sue funzioni. Ciò detto, è as-solutamente condivisibile l’appunto critico del Quirinale sull’assogget-

tamento al voto delle camere della sospensione dei procedi-menti penali che lo riguardano. Ma è un profi lo problematico che tocca anche la fi gura del presi-dente del consiglio. Far dipende-re dalla decisione delle camere la procedibilità nei confronti del-le due più alte cariche dello stato per fatti illeciti comuni, vanifi ca il principio stesso che regge l’in-troduzione di uno scudo perché attribuisce al parlamento un po-

tere e un compito che neces-sariamente si traducono in forme di condizionamen-to del soggetto «giudica-to» e di determinazione del futuro della sua azione in ragione non di una scelta politica,

come sarebbe na-

turale e legittimo, ma del recepi-mento di iniziative giudiziarie.

Analogo discorso può farsi a proposito delle dibattute questio-ni della retroattività del lodo e della sua reiterabilità. Intanto, lo scudo ha senso in quanto proteg-ge l’autorità cui si riferisce dalla pendenza e dallo svolgimento del procedimento penale in genere, indipendentemente dal suo og-getto e dal tempo in cui questo si colloca.

Diversamente si arriverebbe al paradosso che il presidente della repubblica e il premier non potrebbero essere processati per fatti compiuti durante lo svolgi-mento del mandato (circostanza temporale che è ragionevole pen-sare abbia una rilevanza politica) mentre rimarrebbero esposti alla possibilità di essere portati in giudizio per fatti che precedono l’assunzione delle cariche.

La reiterabilità, poi, appare davvero un non-problema. Se la norma costituzionale prevede e

sancisce la sospensione dei pro-cedimenti nei confronti di pre-sidente della repubblica e pre-sidente del consiglio per tutto il tempo dei rispettivi mandati, fi ssa un principio di carattere

generale che non ammette de-roghe per il caso di rielezione all’una o all’altra carica.

Il pericolo, prospettato da alcu-ni autorevoli commentatori, che si dia luogo ad una improcedi-bilità (non impunità) all’infi nito è infondato se solo si considera che le elezioni di cui si tratta non cadono da un’entità assoluta ed estranea alle cose umane ma sono il prodotto di scelte e deci-sioni politiche.

È compito delle istituzioni po-litiche competenti valutare e de-cidere, quindi, se eleggere o meno alla carica di presidente della re-pubblica o a quella di presidente del consiglio chi ha già rivestito uno di questi ruoli e nei cui con-fronti pende un procedimento pe-nale momentaneamente sospeso. L’impressione è che gli autori o i co-autori del Lodo Alfano, di cui si prospetta un destino simile a quello riservato ai disegni di legge in materia di giustizia che fi nora hanno impegnato le aule parlamentari, agiscano con ec-cessi di cautela, per un verso, e di preoccupazioni democraticiste per un altro.

E così da un lato scrivono «clausole» di cui l’effi cacia della norma può fare serenamente a meno, perchè da sola produce gli effetti della «retroattività» e della reiterabilità, essendo disposto di natura processuale che per prin-cipio generale vuole ogni atto re-golato dalla legge del tempo in cui si verifi ca; dall’altro inventano uno scudo allo scudo, fornendogli la copertura democratica del voto del parlamento, perché, vien da pensare, non si sospettino cattive intenzioni sottese ad una buona l’ennesima idea in materia di giustizia.

* avvocato penalista© Riproduzione riservata

DI EMILIO GIOVENTÙ

Luigi de Magistris non rispetterebbe il galateo del parlamento europeo. O meglio la regola secondo la

quale, per esempio, un parlamenta-re italiano non può guidare una de-legazione in missione in Italia. In-somma, de Magistris non dovrebbe essere dove invece si trova in questi giorni, ovvero a guidare, in qualità di presidente della commissione di controllo del bilancio dell’Ue, una missione in Campania e in Abruzzo per verificare come vengono utilizzati i fondi europei. Praticamente uno sgarbo perché al suo posto dovreb-be esserci uno degli undici colleghi parlamentari che compongono la delegazione ai quali gli italiani posso-no aggiungersi come osservatori esterni. Non c’è una regola scritta, ma, diciamo, si tratterebbe di bon ton istituzionale. Al parlamento europeo funziona così. Lo sa bene Erminia Mazzoni che non perdona il collega: «Le regole non valgono per chi pretende che vengano osservate». Lei ribadisce di averle rispettate quando cedette alla socialista Judith Merkies la guida di un gruppo di parlamentari europei delegati dalla commissione Petizioni (che la Mazzoni presie-de), in missione in Campania per la questione rifiuti. Per intenderci, la Merkies è quella che ha minacciato sanzioni all’Italia per i ritardi accumulati sulla que-stione. «Ho sollevato il problema», dice Mazzoni a Ita-lia Oggi, riferendosi a de Magistris, «perché finora le cose sono state gestite in base a una regola non scritta

che garantisce una terzietà di giudizio». Regola che a suo dire de Magistris non avrebbe rispettato. «Lo scopo della missione guidata da de Magistris è legato all’utilizzo dei fondi europei gestiti in Campania e in Abruzzo, ovvero l’argomento sul quale ha centrato l’inchiesta Why not e della quale si parla in questi giorni per come de Magistris l’avrebbe condotta». La diffidenza spinge Erminia Mazzoni a ricordare an-che che la Campania e l’Abruzzo «rappresentano il suo bacino elettorale». Purtroppo la Mazzoni non può contare più di tanto sull’intervento del presidente europeo che le ha risposto che nessuna regola impo-ne di farsi da parte ma bisogna affidarsi soltanto al buon senso. Intanto, de Magistris ieri incontrava il ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, il procuratore Aldo Grazzo e il comandante della Guardia di Finanza, il generale Nino Di Paolo. Im-possibile avere una sua replica.

© Riproduzione riservata

Mazzoni: non dovrebbe guidare una missione in Campania

De Magistris non rispettale regole dell’europarlamento

Vignetta di Claudio Cadei

Erminia Mazzoni Luigi de Magistris

Angelino Alfano

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5Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 27 OttoP R I M O P I A N O

Se il centro-destra perderà le elezioni amministrative incolperà il presidente della Camera

Berlusconi tiferà centrosinistraFini scalda il doppio forno, il premier si defi la (tranne Milano)

DI ANTONIO CALITRI

Il Pdl ormai a pezzi tra correnti sotterranee e uscite di massa è dato per spacciato alle pros-sime amministrative. E Silvio

Berlusconi sta valutando di uti-lizzare la strategia della sconfitta pilotata per far vincere la sini-stra (già favorita) e incol-pare Gianfranco Fini. Così da lasciare nelle mani del presidente della Camera il cerino della sconfitta dell’in-tero centrodestra, non far guadagnare nes-sun incarico ai nuovi futuristi imbarcati e azzerare il

Pdl subito dopo, per rifarlo da zero. Pensando subito alle nuove politiche. Dopo la partecipazione forzata ma che ha capovolto il ri-sultato delle ultime regionali (a dispetto di un Fini che aveva già suonato il de profundis), il pre-mier questa volta non dovrebbe

partecipare attivamente alle amministrative. Anzi, a

parte il comune di Mi-lano dove si impegne-rà per mantenere la bandiera del Pdl su palazzo Marino, per il resto cercherà di favo-rire il centrosinistra o meglio ancora e dove

sarà possibile, i

candidati di Nichi Vendola. Tre i punti della strategia: l’assenza del Cavaliere dalla partita, le at-tenzioni della stampa e delle tele-visioni che fanno riferimento alla sua famiglia per i candidati del centrosinistra o almeno per non azzopparli, e scegliendo can-didati deboli del Pdl anche per non bruciare cavalli buoni in una partita che sembra ormai persa. Tutto pur di far pas-sare al primo turno i sindaci del centrosini-stra e spiazzare i giochi al presidente della Ca-mera che invece spera proprio in un risultato importante alle amministrative per distribuire incarichi e partire in volata per la partita delle elezioni anticipate.

Fini infatti, da neo adepto delle politiche di Pier Ferdinando Casini, sta studiando la strategia del doppio forno. O il centrodestra gli permette di candidare a sindaci i suoi, oppure si presenterà auto-nomamente e con le mani libere e una volta che un pdl

o un leghista di turno andrà al ballottaggio, si apparenterà con il centrosinistra per essere determi-nante, guadagnare poltrone e vi-sibilità, affossare i suoi ex alleati.

Berlusconi che con Fini non vuole rompere sul lodo Alfano per non lasciar-gli il tema del-la legalità da potersi giocare alla prossima c a m p a g n a elettorale, con una sconfitta generalizzata del centrode-stra a Bologna, Torino, Napoli e probabilmen-te Palermo, a

causa dello sganciamento del co-fondatore del Pdl, potrà strap-

pare. Lasciare anche il pdl ormai balcanizzato al suo destino e par-tire subito con una nuova forma-zione, un nuovo predellino, pronto per le elezioni. Contando su uno scenario completamente mutato. Da una parte il centrosinistra vincente in quasi tutte le grandi città (e forse anche a Milano) non scenderebbe più ai patti con Fini e i centristi ma si sentirebbe forte e invincibile, ritornando a quella vocazione maggioritaria sem-pre sognata ma pericolosissima. Dall’altra parte Futuro e libertà partirebbe già con una sconfitta importante per l’immagine ma anche per il potere che perdereb-be sparendo dai capoluoghi più importanti. E con il rischio che molti di quelli che oggi stanno salendo sul suo carro, vista la si-tuazione, lo abbandonino imme-diatamente..

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Qualche sera fa, ospite di Gad Lerner, spopolava all’Infedele un sacerdote (anzi un missionario, sia

pure nelle periferie napoletane piuttosto che nelle foreste del Mato Grosso) in camicia hawa-iana e sciarpetta arcobaleno.

Barba bianca, tutto contento, il missionario se ne stava lì un po’ trafelato e, con l’approvazione praticamente di tutti i presenti, spiegava con la sua vocina che la seconda guerra della spazza-tura scoppiata in Campania ha un nome: «intifada», come la lotta nazionale dei palestinesi.C’era un parterre di sindacalisti puri e duri e di cascami del movi-mento studentesco di millantan-ni fa. Tutti annuivano con aria compunta e pensosa (persino i rappresentanti dei pastori sardi, ospiti anch’essi del talk show). Qualcuno, prendendo la parola, difendeva l’uso dei sassi e delle bottiglie molotov da parte dei teppisti partenopei col passa-montagna calato sul volto (devo-no pur aiutarsi da sé, se vogliono che il ciel li aiuti!) mentre qual-cun altro spiegava che in Italia devono essere la Fiom-Cgil e i

centri sociali a dirigere la Fiat e non Sergio Marchionne o gli azionisti.Ma la vera eloquenza era quella del prete in camicia hawaiana. Forse erano parole sempre chiare, ma in compenso erano parole ben mirate, come gli slogan in stam-patello dei volantini e le massime dei cioccolatini. Ci volete assassinare di qua, non siamo che povere vittime di là. Industrie nordiste e camorra, concionava questo missionario in terra fidelium, scavano segre-tamente grandi buche in Cam-pania (senz’altro di notte, par di capire, mentre nessuno guarda) e poi le riempiono di rifiuti tos-sici e, chissà, forse pure di scorie radioattive.È quel che rimane, ahinoi, del Sessantotto: una teologia della rivoluzione per ridere. Comboniano, seguace cioè di San Daniele Comboni, fondatore della congregazione e primo ve-scovo dell’Africa centrale, il mis-sionario con la sciarpetta ha an-che rivelato d’essere stato inviato a convertire la sua tribù (siamo noi, alegher) dai suoi convertiti africani. Aritanga rompacojota!

© Riproduzione riservata

A FARE ARITANGA ROMPACOJOTA IN TV, DA GAD LERNER

Missionario domestico in camiciaavaiana e sciarpetta arcobaleno

ente della Ca-

BcvspglpaceugdsTet

causa dello sgan

Futuro e Libertà par-tirebbe così con una sconfi tta importante per l’immagine ma anche per il potere, che perderebbe spa-rendo dai capoluoghi più importanti. E con il rischio che molti di quelli che oggi stanno salendo sul suo carro

lo abbandonino immediatamente

Gianfranco Fini

DI MARCO BERTONCINI

Se si vuol individuare il settore politico maggiormente sconvolto dalla scissio-ne fi niana, non bisogna guardare alla vita parlamentare, segnatamente del-

la Camera, bensì agli assestamenti periferici in vista delle elezioni di primavera. Attenzio-ne: non si allude alle politiche, sul cui svol-gimento nessuno giura, bensì alle comunali, che interesseranno migliaia di Comuni, fra i quali centinaia con oltre 15mila abitanti e importanti capoluoghi, da Milano a Trieste, da Napoli a Bologna a Torino.

Infatti, l’apparizione di un nuovo partito nel centro-destra costituisce un’inattesa oc-casione per molti potenziali candidati sindaci o assessori o consiglieri. Si sono cominciati a fare calcoli, a vedere quali alleanze potrebbero stipularsi al primo turno, in attesa di decidere secondo la miglior opportunità al ballottag-gio. Insoddisfatti ed emarginati abbondavano già nel Pdl: fi nora, tuttavia, l’unica carta loro concessa, qualora non avessero voluto candi-darsi nel fronte opposto ovvero fossero stati esclusi dalla possibilità di andare in lista, era di formarsi una listarella propria. Adesso, c’è la dignità di un (prossimo) partito nazionale, che parte da sondaggi variabili, però non tali da ridurlo a livelli di un movimento mastel-liano. In molte città, cominciando da Milano, c’è chi pensa a Fli, guardando verso il Pdl, senz’altro, ma ragionando pure con Udc, Api e frammenti centristi ovvero locali. Insomma,

è una strada nuova per un’affermazione per-sonale che diversamente potrebbe essere più diffi cile o non esserci affatto.

Si noti, poi, che nel Mezzogiorno le possi-bilità paiono raddoppiarsi, perfi no triplicarsi. E questo, per la contemporanea apparizione, sul mercato elettorale, del gruppo che fa capo, da un lato, ai dissidenti di Raffaele Lombardo che intendono restare fedeli al centro-destra (dal sottosegretario Scotti al deputato pu-gliese Sardelli) e, dall’altro, agli scissionisti dell’Udc (il nome più noto è quello di Man-nino). Non solo: sulla scacchiera elettorale sabato prossimo apparirà uffi cialmente pure Forza del Sud (anzi, pare che ci sia l’escla-mativo fi nale: Forza del Sud!), il movimento di Gianfranco Miccichè. Sarà rigorosamente nel centro-destra, garantisce, tuttavia costi-tuirà altresì un’altra sigla autonoma, che già annuncia di voler pescare fuori di Sicilia. Per esempio, fra i molti pidiellini campani ostili al discusso coordinatore (e dimesso da sotto-segretario) Cosentino.

È un ventaglio, dunque, di liste offerte alla brigata (che anzi è ben più: un corpo d’armata, addirittura un’armata) di bramosi di candi-dature che possano avere qualche possibilità di riuscita. Soprattutto nel Meridione, si può star certi che l’abboffata delle liste (a Mes-sina, cinque anni addietro, si presentò una quarantina di formazioni per contendersi i posti di consigliere comunale) avrà modo di segnare nuovi e poco apprezzabili trionfi .

© Riproduzione riservata

I candidati professionisti scaldano già i muscoli

Un terremoto finiano alle Amministrative

di Serena Gana Cavallo

Per dieci lunghi minuti Livia Turco, mentre si avvicendava-no oratori ed opinionisti alla trasmissione Omnibus, su La7, è stata zitta, la bocca serrata, lo sguardo assente. Oh Dio! Starà male? ho pensato. Subito dopo ha ripreso ad interrom-pere con veemenza, a dare sulla voce, a ripetere reiteratamen-te, con tono squillante, in stile Sgarbi, una stessa frase. Per fortuna stava benissimo ed era tutto normale.

DUBBIO DIBATTIMENTALE

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6 Mercoledì 27 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

Il presidente della Ferrari e Gianni Punzo contro Lettieri, proi lo che Emma vorrebbe come sindaco

A Napoli la Confindustria si spaccaIn vista delle comunali Marcegaglia e Montezemolo ai ferri corti

DI STEFANO SANSONETTI

La Confindustria si spacca sulle elezioni comunali a Napoli previste per la pros-sima primavera. All’interno

della galassia degli industriali, negli ultimi giorni, si stanno in-fatti delineando due cordate in totale contrapposizione sul fu-turo candidato sindaco. L’attuale leader di viale dell’Astronomia, Emma Marcegaglia, ieri non ha fatto mistero di gradire il profilo di Gianni Lettieri, attuale presi-dente dell’Unione degli industria-li di Napoli. Lettieri, il cui nome era già emerso in passato nella corsa alla poltrona di governatore della regione Campania, non gode però di un appoggio trasversale dalla categoria dei suoi colleghi. Perplessità sulla sua figura, come filtra da ambienti confindustriali, sono avanzate da Gianni Punzo, presidente dell’Interporto cam-pano e del Cis, il Centro ingrosso sviluppo Campania, con il quale peraltro aderisce proprio alla Confindustria Napoli guidata da Lettieri.

Punzo, che da molti viene consi-derato come una delle anime forti degli industriali partenopei, è an-che molto vicino a Luca Corde-ro di Montezemolo, presidente della Ferrari ed ex numero uno di

viale dell’Astronomia. Il legame tra i due, tra le altre cose, è dimo-strato anche dall’ultima, e molto sentita, avventura imprendito-riale di Montezemolo, ovvero la Ntv, che sta per Nuovo trasporti viaggiatori, la spa con cui si inten-de fare concorrenza alla Ferrovie dello stato. In essa Montezemolo e Punzo sono soci.

Senza contare che la fondazione ItaliaFutura, sensibile alle istan-ze del presidente della Ferrari, ha già avuto modo di concentrarsi sul problema del Sud e sulla neces-sità di rinnovamento della classe

dirigente. Indiscrezioni circolate nei giorni scorsi raccontano che Montezemolo e Punzo potrebbero gradire, per la poltrona di sinda-co oggi occupata da Rosa Russo Jervolino, un profi lo come quel-lo di Umberto Ranieri, oggi re-sponsabile esteri del Partito de-mocratico e a quanto pare fi gura molto apprezzata dal presidente della repubblica, Giorgio Napo-litano, che ai destini della «sua» Napoli è ovviamente molto atten-to. Di sicuro i rapporti piuttosto confl ittuali tra Lettieri e Punzo, almeno ad ascoltare alcune rico-

struzioni fatte da fonti confi ndu-striali, sembrano rendere piutto-sto diffi cile la scalata del primo al vertice del capoluogo partenopeo, seppure fortemente sponsorizzata dalla Marcegaglia. Del resto l’ope-razione non fa altro che inserirsi

all’interno degli screzi che, da un anno abbondante a questa parte, stanno contraddistinguendo il rapporto tra la Marcegaglia stes-sa e il suo predecessore a viale dell’Astronomia.

© Riproduzione riservata

struzioni fatte da fonti confindu- all’interno degli screzi che da un

Proprio a Napoli, qualche anno fa, l’imprenditore Alfre-do Romeo era stato accusato di aver messo su una sorta di «appaltopoli» per ottene-re commesse. Dalla vicenda Romeo è uscito quasi com-pletamente indenne, se non per una condanna minore per corruzione. Ad ogni buon conto l’imprenditore, che gui-da il gruppo Romeo Gestioni, attivo nel settore del facility management, già da qualche tempo è advisor del comune di Napoli per il recente perfe-zionamento delle operazioni di dismissione degli immobili comunali. Tecnicamente la Romeo Gestioni è mandataria del comune e dovrà affrontare l’appuntamento con due aste immobiliari previste per il prossimo 25 novembre. Altre aste, invece, si sono già tenute nel corso del 2010.

Stefano Sansonetti© Riproduzione riservata

E in città rispunta Romeonella partita immobiliare

DI DIEGO GABUTTI

Giorgio Napolitano, come tutti i politici che passano per razionali, oltre che per moderati e riformisti, non smette mai d’invitare gli altri

ad abbassare i toni (e sa il cielo, del resto, se non ce n’è bisogno in tempi politicamente chiassosi come i no-stri). Questo gli gua-dagna, sul momento, l’ossequio e il bacia-mano dei cittadini con la testa sul collo. Ma subito l’incantesimo si spezza: abbassate i toni, tranquilli, state buoni, ma sappiate che io, il presiden-te della repubblica italiana, non voglio neanche sentir par-lare di Lodo Alfano. A Giorgio Napolitano, un padre della patria, l’uomo che nel 2003 o 2004 ha capito (una folgorazione) d’avere sbagliato approvando l’invasione dell’Un-gheria nel 1956, non serve una legge che gli garantisca la sospensione d’ogni eventuale processo per tutto il periodo del suo man-dato. Napolitano non ne ha bisogno. Che ha mai fatto di male? Sono il beniamino degli onesti, e nessuno mi vuol male, potrebbe

anche dire con l’occasione. Non ho bisogno nemmeno di leggi contro il furto con scasso, l’adulterio, l’abigeato e l’omicidio. Faccio a meno anche degli undici comandamenti, io! In questo modo, spinto dal fastidio se non addirittura dal disgusto che evidentemen-te suscitano in lui le leggi ad personam, in

particolare quelle che favoriscono il Cavaliere nelle sue vesti d’imputato, leggi che (se appro-vate) eviterebbero a Silvio Berlusconi d’essere scavallato dai magistrati che non l’hanno in sim-patia, il presidente della repubblica ha messo al mondo una nuova sciagura paracostituzionale: la ripulsa ad perso-nam. Questa legge è una specie di pre-sepe (anzi, di pre-sebbio) eduardiano, sembra dire in so-stanza Napolitano, e «nun me piace», come a Nennillo in

Natale in casa Cupiello non piacevano le statuette di gesso dei pastori, delle conta-dine, dei cammelli e dei re magi. Sì, questa legge è brutta, una sozzeria, e «nune me va». Io songo ‘a primma carica dello stato e a me, ‘o presidente, non servono ombrelli

istituzionali. Nessuno vuole (e nemmeno potrebbe, anche volendo) mettere Napoli-tano Giorgio a pane e acqua in una cella sot-terranea di Poggioreale. Non ho il fi ato dei giudici sul collo, io. Me, me, me. Io, io, io. Non sembra (barzellette a parte) di sentir parla-re il Cavaliere? Così com’è una ripulsa ad personam, nel senso cioè della propria personam, il gran rifiuto di Giorgio Napolitano è anche diretto contro una personam: la perso-nam di Silvio Berlu-sconi, presidente del consiglio e leader della maggioranza, uno che al presidente della repubblica non potrebbe (in entram-be le vesti) piacere di meno. Napolitano non sembra neppure sfi orato dall’idea che una legge intesa a salvaguardare dagli agguati giudiziari le due più alte cariche istituzionali, presi-denza della repubbli-ca e presidenza del consiglio, non riguardi lui e neppure Berlusconi ma i ruoli che rispettivamente ricoprono. Oggi una legge come il Lodo Alfano magari non fa comodo al presidente della repubblica in carica, che infatti la snobba come in giovinezza snob-

bava la lotta armata dei rivoluzionari un-gheresi contro gli occupanti sovietici, men-tre rappresenta una fondamentale via di scampo per il presidente del consiglio, che infatti la brama come e più d’una escort, ma domani oppure dopodomani questo parti-colare scudo giudiziario (o un altro simile)

potrebbe tornare utile ai loro succes-sori, se ne avranno, e se ci sarà ancora un’Italia unita, con Fiat a piè di lista, da governare. Io non ho bisogno di chiama-re la mamma, dice Napolitano. Lui sì. Quindi legiferi per sé solo, e lasci me fuori dal pentacolo. Bene. Ma quando sarà di nuovo possibile, vent’anni o quasi dopo Tangentopoli, non diciamo pro-mulgare ma almeno concepire una legge che non sia gradita ai duri e puri della magistratura e che si proponga di met-

tere i politici al riparo dai magistrati per la durata del mandato? O dobbiamo aspet-tare altri sessant’anni, come con l’Unghe-ria, per pentirci e magari vergognarci dei nostri peccati

© Riproduzione riservata

ABBASSATE I TONI DICE. MA POI SI CAPISCE CHE, QUANDO GLI SERVE, NON SI TIRA MAI INDIETRO

Bòni, bòni, ripete Giorgio Napolitano. Ma poi, lui...Sono il beniamino degli onesti, amato da tutti e non ho bisogno di nessun lodo Alfano

Luca Cordero di Montezemolo Emma MarcegagliaAlfredo Romeo

rve una legge che gli

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Natale in casa Cupiello

Questa legge è una specie di presepe (anzi, di presebbio) edo-ardiano, sembra dire in sostanza il presidente Napolitano, e «nun me piace», come a Nennillo in casa Cupiello non piacevano le statuette di gesso dei pastori, delle contadine, dei cammelli e dei re magi. Si, questa legge è brutta, una sozzeria, e «nune

me va»: Io songo ‘a primma carica dello stato e...a me, ‘o

presidente, non servono ombrelli istituzionali. Non ho il fi ato dei giudici sul collo, io. Me, me, me.

Io, io, io: Non sembra di sentir parlare il Cavaliere?

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tere i politici al riparo

Io non ho bisogno di chiamare la mamma, dice Napolitano.

L’«ad personam» invece sì. Quin-di legiferi per sé solo, e mi lasci fuori. Bene. Ma quando sarà di nuovo possibile, vent’anni o quasi dopo Tangentopoli, non

diciamo promulgare ma almeno concepire una legge che non sia gradita solo ai duri e puri della magistratura e che si proponga di mettere i politici al riparo dei magistrati per la durata del loro mandato? O dobbiamo aspetta-

re altri sessant’anni, come con l’Ungheria, per pentirci

e magari vergognarci dei nostri peccati?

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7Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 27 OttoP R I M O P I A N O

Boom di partecipanti alle gare del Demanio. E anche le compravendite tra privati vanno bene

Le caserme fanno uscire dalla crisiIl mattone lancia segnali di ripresa. Anche grazie alle aste

DI SERGIO LUCIANO

Albenga, provincia di Sa-vona, non è Manhattan e la vecchia Caserma Pia-ve non è l’Hotel Waldorf

Astoria, di Madison Avenue: ep-pure a candidarsi per acquistarla sono sfi lati più di 20 potenziali ac-quirenti, al “road show” organizza-to qualche giorno fa dall’Agenzia del Demanio e dal Comune di Al-benga per presentare l’immobile, mentre altri 20 hanno chiesto la documentazione. Tra i pretenden-ti gruppi forti come Banca Carige o Banco di Chiavari ma anche co-lossi internazionali dell’immobi-liare come Reag o Redilco, United Bank of industrial investment o Monte Carlo Estates.

Consapevoli, tutti, che per comprare la Piave non si posso-no sborsare bruscolini: il prezzo base per l’asta che si concluderà il 30 novembre prossimo è di ben 40 milioni di euro, anche se la successiva valorizzazione resi-denziale e turistica dell’immobile rappresenterà una svolta urbani-stica per l’intera cittadina e potrà costituire una buona occasione di business per l’investitore che pre-

varrà sugli altri. Ma insomma, la gara si presenta seria e affollata.

Buone notizie un po’ ovunque, del resto, per il settore immobi-liare, non solo italiano: al di là dei dati statistici, che pure iniziano a diventare rosei, si colgono spraz-zi positivi da tante notizie speci-fi che. Per esempio, a Milano, da Citylife, che ha già venduto sulla carta il 20% dei 400 ap-partamenti previsti nei palazzi attualmente in costruzione (sui 1250 circa dell’in-tero complesso). È bastato che nel mondo degli affari si venisse a sapere che l’immobiliare era stata ricapita-lizzata dai suoi due soci forti – Generali

ed Allianz – tanto da garantire il buon esito del cantiere e quindi la consegna del prevenduto, e le prenotazioni sono rifi orite.

In questo contesto, la massiccia offerta di ex caserme da riconver-tire che l’Agenzia del Demanio – guidata da Maurizio Prato – sta preparando per i prossimi mesi, ben 400 caserme in tutta Italia,

che verranno messe in ven-dita a blocchi di 20, dovreb-

be e potrebbe incontrare una vivacissima doman-da. Non solo ad Albenga, ma in tutta Italia. Come mai? Cos’è cambiato?

Nel bene, è cambiata la percezione di investi-tori e comuni cittadini sull’andamento della cri-

si economica: non ancora superata, forse, ma in via di

superamento. Nel male, si è diffusa la sensazione, tra gli

investitori istituzionali, che in uno scenario di medio termine, diciamo a 5 anni, sarà molto pro-babile incontra-re una fase di inflazione, che

è in fondo l’unico fenomeno ma-croeconomico che i paesi dell’euro potranno lasciar sprigionare per ridurre l’onere del loro debito. E allora, in vista di una ripresa infl attiva, l’investimento a medio lungo termine più sicuro ritorna ad essere il mattone.

Che il vento della ripresa soffi sui mercati immobiliari di tutti i paesi cosiddetti ricchi, per ragioni evidentemente macroeconomiche, lo confermano del resto i dati bri-tannici, dove ad ottobre i prezzi del mattone sono saliti in media del 31,%, ma anche quelli ameri-cani, visto che negli Usa a settem-bre le compravendite di abitazioni sono salite del 10 per cento.

Ma al netto di questi ragio-namenti futuribili è rilevante la ripresa delle compravendite tra privati in Italia. L’ultimo rappor-to mensile dell’Abi ha rivelato ieri che nello scorso agosto i mutui im-mobiliari erogati per l’acquisto di abitazioni sono cresciuti del 9% rispetto allo stesso mese dell’anno prima, collocando il nostro mer-cato ai vertici della graduatoria europea.

E pochi giorni fa l’Agenzia del territorio ha diffuso i dati uffi cia-

li relativi al secondo trimestre del 2010 sulle compravendite di immobili che hanno conferma-to, seppure in modo attenuato, la ripresa già manifestatasi nel primo trimestre. Il numero di transazioni residenziali censite è risultato in crescita dello 0,8% sul trimestre precedente, quando erano cresciute addirittura del 4,5%. Ancora in diffi coltà, invece, il mercato non residenziale (che rappresenta però solo il 20% delle transazioni) in calo generalizzato sia nel settore terziario (-14,1%) che in quello produttivo (-4,2%). Ma questi ribassi sono l’onda lun-ga della crisi produttiva.

© Riproduzione riservata

DI SERENA GANA CAVALLO

Negli anni del massimo scontro sindacale con la Fiat, all’epoca delle richieste di cassa inte-grazione di massa, delle Br e

dei sessantuno licenziati, Luciano Lama presenziò ad un incontro con quello che si chiamava il «consiglione», vale a dire il consiglio di fabbrica Fiat, che contava un numero veramente notevole di mem-bri. Ovviamente intervennero anche moltissimi operai che si aspettavano da Lama un forte sostegno alla loro lotta. Il sostegno venne, perché, ov-viamente, tutto il sindacato era deciso a contrastare con la massima forza la Fiat, che tendeva in prospettiva ad una drastica riduzione del numero dei di-pendenti, ma Lama, ad un certo punto del suo discorso, disse che era nell’inte-resse dei lavoratori anche la tutela della realtà produttiva dell’azienda, sottoline-nando il concetto con la frase «perché la Fiat è anche vostra!».

L’auditorio rumoreggiò, qualcuno anche fi schiò, nessuno applaudì e Lama riprese: «Perché la Fiat è anche vostra». Lo ripeté cinque volte ed alla fi ne tutti erano in pie-di ad applaudirlo. Al di là della dimostra-

zione della sua capacità di leader, di uno cioè che non segue gli umori della massa ma sa convincerla e guidarla anche nel momento in cui molti si limiterebbero ad accarezzarla per il suo verso (gli esempi non mancano) Lama seppe risvegliare nei suoi ascoltatori il senso dell’importanza e del valore del lavoro di ciascuno di loro per successo ed il futuro della Fiat, il senso

di orgoglio per una azienda alla quale appartenevano ma che apparteneva anche a ciascuno di loro.

L’errore del sin-dacato italiano e della Cgil in parti-colare in quell’epo-ca, fu quello di non aver voluto percor-rere una strada che rivendicasse una partecipazione effettiva e non solo ideale nel governo dell’azienda.

Il sindacato tede-sco, che praticava la Mitbestimmung, che aveva rappre-

sentanza nei consigli di amministrazione, ma che aveva anche procedure decisionali ed arbitrali molto precise per ogni procla-mazione di eventuali scioperi, era guar-dato con molto sospetto o con una certa suffi cienza. In Italia il sindacato doveva essere autonomo e confl ittuale. Autono-mo, confl ittuale e garantito dalla manca-ta attuazione di un paio di articoli della Costituzione e dalla legge sullo Statuto

dei lavoratori che ingabbiava tutta una serie di arbitrii, ma anche di possibilità decisionali dell’impresa. Così lo scambio si consumava altrove, nella scelta dei governi privilegiare univocamente le in-frastrutture stradali rispetto a quelle fer-roviarie, con gli aiuti massici alla Fiat in ogni successiva ristrutturazione con casse integrazioni di massa, ordinarie o straordi-narie, con successive acquisizioni di altre case automobilisti-che nazionali, a pre-scindere dal miglior offerente, e, come fu autorevolmente af-fermato, quello che andava bene per la Fiat andava bene per l’Italia.

L’errore di Mar-chionne, con la sua dichiarazione tran-chant, è quello di aver omesso qual-che considerazione di come la Fiat, che oggi governa, sia vissuta con alterne fortune, ma sempre più come grande in-dustria, anche, se non soprattutto, grazie a quello scambio. L’errore di Marchionne è quello di aver voluto negare anche la remota possibilità di un «orgoglio azien-dale» a tutte le centinaia di migliaia di persone che nella e per la Fiat hanno lavorato. L’errore di Marchionne è voler impostare una necessarissima rivolu-zione delle regole del gioco, più su una forma (non tanto) velata di ricatto, piut-

tosto che sullo scambio, oltre che sulla rinuncia defi nitiva a diretti e indiretti sostegni statali.

La Cisl di Bonanni ha, per prima, ri-preso a parlare delle forme di partecipa-zione dei lavoratori. La Cgil, per bocca del segretario uscente Epifani ha detto di non essere contraria. Naturalmente non sono stati fatti collegamenti esplici-

ti a tutto quello che la partecipazione comporta nelle modifiche del sa-voir faire sindacale laddove essa esiste, ma il discorso ine-ludibile è cambiare le regole del gioco e quindi anche dello Statuto dei lavora-tori e del criterio di rappresentanza.

Se Marchionne saprà recuperare un po’ di tatto e se i sindacati e il Go-verno sapranno mo-strare una volontà costruttiva e sgom-bra da equivoci e, infine, se la Fiom

smetterà di essere la mosca cocchiera del rimpianto della Cgil d’antan, che peral-tro Lama sapeva domare anche quando era molto più forte, allora forse si potrà arrivare ad una evoluzione delle tutele e delle regole del lavoro che contribuirà non solo alla competitività e produttività, ma anche, ed è la cosa più importante, alla ripresa dell’occupazione.

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DAVANTI AL NUMEROSISSIMO «CONSIGLIONE» FIAT DI TORINO, ALLA VIGILIA DI UNA SPALLATA SINDACALE

Quando Luciano Lama gridava: La Fiat è anche vostra!Ai delegati silenziosi e ostili urlò cinque volte il concetto, fin che scrosciò l’applauso

Maurizio Prato

e che era nell’inte-

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sentanza nei consigli di

L’errore del sindacato italiano, e della Cgil in particolare in quell’epoca, fu quello di non aver voluto percorrere una strada che rivendicasse una partecipazione effettiva, e

non solo ideale, nel governo dell’azienda. Il sindacato

tedesco, invece, aveva deciso di praticare la Mitbestimmung

che garantiva la presenza dei sindacalisti nei cda ma che

prevedeva anche procedure decisionali ed arbitrali molto

precise per ogni proclamazione degli scioperi

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Il sindacato italiano voleva essere autonomo e confl ittuale

(e garantito, nel contempo, dalla mancata attuazione di un paio di articoli della

Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori che ingabbiava tutta una serie di arbitrii, ma anche le possibilità decisionali

dell’azienda). Ecco perché adesso, anche sotto il pungolo di Marchionne (che dovrebbe usare un po’ più di tatto), sarà necessario cambiare le regole

del gioco (Statuto dei lavoratori e criteri di rappresentanza)

di Marco Cobianchi

- Carmelo Briguglio (Fli): «Abbiamo fatto per anni i donatori di sangue del go-verno».

Voleva dire:

- Abbiamo staccato la fl e-bo al governo.

DECRITTAZIONI

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8 Mercoledì 27 Ottobre 2010 P R I M O P I A N O

A Bologna è scoppiata la bagarre nel Pd dopo la decisione dell’aspirante sindaco di ritirarsi

Cev, finale con possibile sorpresa Acclamato da tutti, Cevenini potrebbe anche ripensarci

DI CARLO RUSSO

E se fosse la rivincita del Tapino? In tanti non lo volevano sindaco: sì è popolare, ma non ha la

stoffa. Il presidente dell’Uni-pol fu intercettato da una tv mentre lo diceva a Pier Luigi Bersani, e annuirono in tanti, dall’ex-assessore regionale Duc-cio Campagnoli, al segretario della Cgil, Danilo Gruppi.

Adesso che il cuore di Mau-rizio Cevenini fa le bizze e lui dice «devo pensare alla salute, mi ritiro» è invece un pellegri-naggio in clinica per chieder-gli di non fare dietrofront. C’è andato perfi no uno showman, Gianni Morandi. E il segreta-rio Pd, Raffaele Donini, affer-ma: «lasciamogli ancora un po’ di tempo». Insomma il Tapino adesso è acclamato vox populi. E allora dopo un po’ di melina egli potrebbe anche ripensarci.

Misteri della politica. E a pro-posito di misteri, c’è materia per un noir alla Carlo Lucarelli, che per di più è di Bologna. La «maledizione di re Enzo» è l’ombra lunga che si staglia sul palazzo comunale di Bolo-gna, ubicato in piazza Maggiore proprio di fronte al vecchio ma-niero dove i bolognesi tennero prigioniero re Enzo che tentò di

conquistare la città. Rimase rin-chiuso 23 anni e giurò vendetta contro i bolognesi, nonostante essi non gli facessero mancare le distrazioni: tra una visita e l’altra di gentildonne ebbe quattro fi gli. L’anatema del re prigioniero, seppure a distan-za di tempo, sembra aleggiare, tra il serio e il faceto, sulla vita politica locale. Tanto che pure Pier Ferdinando Casini az-zarda: «C’è una maledizione sulla città».

Dapprima un sindaco, Giorgio Guazzaloca, che a metà del mandato fu colpito da leucemia, poi l’atterraggio del suc-cessore, Sergio Cof-ferati, orfano Cgil che se ne stava più tempo a Genova dalla giovane moglie che a Bologna, tanto che i sondaggi lo davano probabile sconfi tto in caso di ricandidatura, la quale ovviamente non ci fu. A quel punto si chiese il verbo al Grande Vecchio, e il Pro-fessore indicò un suo pupillo, Fla-vio Delbono, terzo sindaco dal 1999. Neppure sei mesi e Delbo-no si dimise per

la sua love story con la segretaria a spe-se del contribuente gettando nel panico il Pd e facendo arri-vare il commissario. Il seguito sono mesi di litigi all’interno del partito con can-didati annunciati e bruciati e Cevenini a masticare amaro. Finchè arriva la de-cisione: ok alle pri-

marie. Il che significa via libera

a Cevenini, sicuro di stracciare tutti. Ma adesso anche sul quarto sinda-co arriva la frec-cia avvelenata (scagliata da re Enzo?): cuore in

tilt, ricovero in terapia intensiva,

malato a rischio e conseguente ri-

nuncia.

Si salvi chi può. Che le primarie sia-no un evento semi-serio lo dimostra il fatto che, se Ceveni-ni confermerà il ri-tiro, non si terranno con i due rimanenti sfi danti ma saranno sospese in attesa di trovare un nuovo candidato. Come dire, lo sanno tutti che gli altri sono solo comparse.

Il segretario cittadino Pd ha il cerino in mano. Deve veder-sela con Duccio Campagno-li, che si sentiva già sindaco prima della discesa in campo di Cevenini, con Sassoli de’ Bianchi, famiglia nobiliare, imprenditore di Valsoia e pre-sidente del Museo d’arte mo-derna, che aveva detto ci sto e poi aveva sbattuto la porta quando era fi nito nel tritacarne del dibattito interno, con Ivano Dionigi, rettore dell’università e che essendo studioso dei greci potrebbe prenderla con fi loso-fi a, tra l’altro si troverebbe in buona compagnia: il rettore dell’università di Ferrara è sta-to chiamato in giunta regionale e un docente dell’università di Bologna è diventato sindaco a Forlì. Ancora: Andrea Segrè,

docente all’università di Bolo-gna, inventore del Last Minut Market, per raccogliere dagli ipermercati i prodotti alimen-tari invenduti e consegnarli alle mense sociali, benvisto dai cattolici, Gian Carlo Sangal-li, ex-presidente della Camera di commercio e deputato Pd, decisionista amato dalle cate-gorie economiche, Gualtiero Tamburini, ex-presidente di Nomisma, fa parte della covata economica del tandem Prodi-Andreatta, faceva parte del co-mitato dei saggi che si costituì nel dopo-Cofferati per rilancia-re la città.

Poi c’è l’asso nella manica, il superbolognese Romano Prodi, che potrebbe rispunta-re dall’Aventino per acclama-zione, ma che per ora continua a respingere schifiltoso ogni avances.

Sul fronte opposto è arriva-ta una telefonata a Cevenini benaugurante di Gianfranco Fini mentre in pista, pronto a correre, c’è Giuliano Cazzola, ex-sindacalista Cgil passato al nemico Berlusconi, ma Lega, Fli e Udc non si pronunciano, hanno propri candidati e sono in surplace in attesa di eventi e di sapere quando si voterà: aprile 2011?

© Riproduzione riservata

Soldi in cambio di un posto di lavoro. Con l’accusa di concussio-ne è stato arrestato il consigliere comunale, nonché capogruppo di maggioranza del Pdl al comune di Larino (Campobasso), Aldo Caranfa. I carabinieri lo hanno colto in fla-grante in un bar del paese molisano, dove il consigliere aveva appe-na ricevuto una busta con cinque mila euro in contanti da un tren-taseienne del posto, al quale in compenso era stato garantito un posto di lavoro in una fabbrica della zona. Il disoccupato aveva già avvertito i carabinie-ri, che quindi avevano provveduto a contrasse-gnare le banconote per far scattare la trappo-la. Ora Caranfa si trova agli arresti domiciliari. Alle indagini e agli in-terrogatori il compito di chiarire se si tratta di un caso isolato e di verificare l’eventuale coinvolgimento di altri personaggi.

Antonello Di Lella© Riproduzione riservata

Concussionea Larino

DI ANTONIO CALITRI

Nei piani alti del partito democratico Piero Fassino torna a far paura. E spuntano ipotesi per candidarlo a sindaco di Torino, di Bologna e perfino a sindaco «ricostrutto-

re» della sinistra napoletana, tutto pur di allontanar-lo da Roma e da un possibile ritorno alla segreteria in caso di fallimento della strategia di Pier Luigi Bersani. Sempre di più, a largo del Nazareno infatti, temono che con il Pd che sta assomiglia-no sempre di più ai diesse, l’ultimo se-gretario dei democratici di sinistra possa ritornare in sella. Forte di un curriculum che durante la sua segreteria vede solo vittorie, da quando prese il partito polve-rizzato dopo le politiche del 2001 e lo ha portato alle vittorie delle amministrati-ve 2004, delle regionali 2005 e delle po-litiche 2006. E forte anche del tesoretto dei vecchi ds sistemato nelle fondazioni volute da Ugo Sposetti, tutte vicine agli uomini dell’ex segretario. Fassino non sta facendo nulla di preoccupante ma sono sempre di più i colleghi del partito che lo temono. Lo hanno delegittimato strumentalizzan-do l’intercettazione della telefonata con Giovanni Consorte in cui chiedeva se il partito aveva conqui-stato una banca? Telefonata e inchiesta tornata d’at-tualità proprio in questo momento e cavalcata anche dai media di sinistra, ufficialmente per sottolineare le responsabilità di Paolo Berlusconi ma anche per ricordare a Fassino l’ombra che pende sulla sua testa. Non bastasse, hanno provato a mandarlo il più

lontano possibile, in Birmania dove, su indicazione di alti papaveri del suo stesso partito molto influenti a Bruxelles, lo scorso novembre è stato nominato inviato speciale dell’Unione Europea per quel paese. Non l’avessero mai fatto. Non solo non è sparito ma ha contribuito alla probabile liberazione di Aung San Suu Kyi annunciata dal suo avvocato per il prossimo 13 novembre. Così, hanno pensato, meglio trovargli un lavoro che lo occupi ventiquattro ore al giorno fuori Roma. Magari a Torino, che è pur sempre la sua

città e dove il Pd non sta riuscendo a trovare il successore a Sergio Chiam-parino. Così Bersani ha chiesto un son-daggio segretissimo (ma uscito il giorno dell’arrivo) sui probabili candidato sotto la mole dove, guarda caso Fassino è ri-sultato il favorito. Ma lui per ora non ha accettato. Nel frattempo qualcuno ha provato a mandarlo a Bologna. Dopo Sergio Cofferati, il disastro provocato da Flavio Delbono e il ritiro di Mau-rizio Cevenini, speravano che pur di salvare la città simbolo del vecchio Pci, avrebbe accettato. Lui invece ieri

ha smentito seccamente ogni interesse per le due torri. Ecco allora spuntare la nuova ipotesi, inviato a Napoli, dove il Pd non sa che pesci pigliare e rischia di perdere anche la città più importante del Sud Italia. Lì vorrebbero che andasse con una missione più articolata. Non solo sindaco, ma proprio come fece con i ds post sconfitta del 2001, ricostruire l’in-tera sinistra che dopo la lunga reggenza di Antonio Bassolino sembra aver perso la bussola.

© Riproduzione riservata

La Quercia adesso pesa di più e l’ex leader riprende quota

All’interno del Pd Fassinotorna a far paura

Prima di lasciare la dio-cesi di Torino nelle mani di monsignor Cesare No-siglia, il cardinale Seve-rino Poletto ha voluto bacchettare il sindaco Sergio Chiamparino. «Lascio una città ferita», ha detto il porporato, che ha spiegato la sua frase defi nendola «rea-listica, se abbiamo occhi e cuore per guardarci intorno e vedere le tan-te situazioni di disagio che molte, troppe perso-ne stanno vivendo». Un duro colpo, per Chiam-parino, che ha preferito glissare ringraziando il cardinale per la visita compiuta dal Papa pro-nunciando frasi anodine e dai controversi signi-fi cati: «Momenti di sin-tesi alta tra la città e la sua comunità cristiana. Farò il possibile perché la nostra città testimoni quanto è stato profondo il suo ministero». Come hanno commentato sar-casticamente in consi-glio comunale, tra tanti anni a Poletto sarà inti-tolata una strada tori-nese…

Stefano Di Giovanni© Riproduzione riservata

Poletto bacchettaChiamparino

Maurizio Cevenini

Piero Fassino

Gianni Morandi

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mostra a cura di eni

eni.com

Venezia, Museo Correr, Salone da Ballo

dal 5 ottobre al 7 novembre 2010

Una mostra per raccontare la storia di eni dalle origini a oggi. Un percorso multimediale

attraverso immagini, documenti originali, caroselli, memorabilia, fi lmati aziendali e

vignette satiriche.

Tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso gratuito.

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11Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 27 OttoP R I M O P I A N O

Il governatore Zaia risponde picche alle richieste del Pdl

All’Italia niente sgheiIl Veneto nega i soldi per i 150 anni

DI LUIGI BACIALLI

Le cerimonie per il 150esimo dall’unità d’Italia in Vene-to? Nemmeno per sogno. Non le ha mandate a dire

agli alleati il governatore Luca Zaia, che si trova agli antipodi ri-spetto al Pdl. Erano stati proprio i maggiorenti pidiellini in regio-ne a proporre il varo di un finan-ziamento di 150 mila euro per i prossimi festeggiamenti dell’uni-tà nazionale. Non ci sono soldi, ha risposto laconico, l’ex ministro le-ghista dell’agricoltura che a quasi sette mesi dalle elezioni può dire di avere sfrondato la pianta del-la macchina amministrativa, sa-crificando dirigenti e segretarie. Figuriamoci, a sentir parlare di un fondo per l’Italia unita ha fat-to un salto sulla poltrona.. Non a caso il capogruppo della Lega Federico Caner ha dichiarato che in tempi di magra si tira il cordone della borsa, e che se mai ci fossero risorse sarebbero per i cassintegrati. A stretto giro di posta il presidente della camera Gianfranco Fini, a Rovigo, ha fatto sapere a Zaia che avrebbe fatto meglio a tacere, confidando in un suo ripensamento. In fondo l’ostilità della Lega per le celebra-zioni è musica per le orecchie del leader di Fli che sta reclutando sostenitori nel Nordest e si dice

convinto che là dove oggi arranca l’ex locomotiva d’Italia, Fli gode di un ampio consenso destinato a crescere. Così Fini batte sul tasto dei valori dell’unità nazionale che il Carroccio vorrebbe oltraggiare mentre i leghisti puntano il dito contro Terzigno che non vuole una discarica e prende a basto-nate la polizia per accreditare la necessità di una secessione. Un paese diviso in due, che corre su due binari. Tanto vale, dice la Lega, separarlo davvero. Il sinda-co di Treviso Gian Paolo Gobbo sostiene da sempre che il Veneto è stato annesso all’Italia nel 1866, quindi, se proprio si vuole ricor-dare l’unità del paese in Veneto, bisognerà riparlarne tra cinque anni. Risponde l’ex governatore Giancarlo Galan:il Veneto deve

volare alto, dice, più Palladio e meno sagre. Che è come chiedere la luna a Zaia, allergico ai salotti. Eppure c’è nel Pdl chi trama per-ché sia proprio Zaia a presiedere le manifestazioni unitarie. Secon-do il comma 2 dell’articolo 4 del progetto di legge presentato dagli «amici» pidiellini «per la Regione del veneto partecipa il presiden-te della giunta regionale in qua-lità di presidente del Comitato». Come dire, mangia la minestra o salti la finestra. A questo punto nel magmatico laboratorio poli-tico veneto dove l’ultima novità è quella degli scontenti di Pdl e Pd confluiti nel movimento Verso Nord di Cacciari-Galan per frena-re una Lega dilagante, in regione potrebbe passare il progetto di legge sui festeggiamenti targa-to Pdl-Pd. Lo stesso ministro del lavoro Maurizio Sacconi giorni fa aveva detto a Mestre che in un futuro non lontano potrebbe stare nello stesso partito con l’ex sindaco di Venezia Massi-mo Cacciari. Unità nazionale a parte, sta riprendendo linfa in Ve-neto l’operazione grande centro di Pier Ferdinando Casini che vorrebbe rinverdire i vecchi fasti della Dc. Ma gli eserciti veneti di Bossi lo sanno e dalle loro rocche-forti scrutano le mosse del nemico e preparano l’olio bollente.

© Riproduzione riservata

Con dieci milioni di euro il Lazio potrà avere il suo laboratorio Gpm a Roma, per sviluppare la ricerca nel settore della chirurgia rigene-rativa. Un obiettivo a cuore della scuola di specializzazione e del-la cattedra di chirurgia plastica ricostruttiva e estetica dell’università di Tor Vergata, guidata da Valerio Cervelli, e che sarà posto all’atten-zione del ministro della salute Ferruccio Fazio nel pomeriggio di oggi, in occasione dell’inau-gurazione della seconda conferenza internazio-nale di chirurgia rige-nerativa. È un investimento che permetterebbe di uti-lizzare anche nel Lazio il tessuto adiposo in eccesso, prodotto dal corpo, per estrarre le cellule a cui attingere per poter generare orga-ni e tessuti. Fino a ora i centri Gpm non esistono nel centrosud d’Italia: sotto la città di Firenze non ne esiste nemmeno uno.

Donato de’ Bardi© Riproduzione riservata

Fazio rigenera nel Lazio

DI ALESSANDRA RICCIARDI

È una delle patrie del Carroccio, una delle roc-caforti del cuore leghi-sta che batte al Nord,

quella Treviso che solidarizza con Ni-colas Sarkozy sul-la cacciata dei rom e non vuole sentir parlare di nuove moschee. Proprio a Treviso, Futuro e libertà ha deciso di andare all’attac-co della Lega. Che nella provincia ha conquistato oltre il 48% dell’eletto-rato, contro un Pdl fermo al 15. Ora, in poche settimane, i circoli di Genera-zione Italia hanno registrato un boom di iscrizioni, arrivando a quota 800. «Molti giovani, tanti che hanno perso fiducia nella politica e che ave-vano deciso di non andare a vo-tare», analizza Maurizio Saia, che di Fli è coordinatore per il Veneto.

La Lega, e il suo potere contrat-

tuale all’interno della maggioran-za di governo, è stato uno dei mo-tivi a monte dello scontro tra Fini e il Cavaliere. Con l’addio al Pdl e la nascita di Fli, il presidente del-la camera vuole dimostrare che

è possibile mettere in campo una poli-tica alternativa a quella leghista, eppure giocata sul loro stesso terreno, quello del buono governo locale. L’obiettivo è di di-ventare un partito decisivo proprio nelle regioni del Nord, complice le prossime sfide amministrative, visto che quelle politiche naziona-li sono ancora da defi nire. Approfi t-

tando della debolezza del Pdl, da un alto, e del Pd, dall’altro, per erodere consensi nell’area teo-ricamente destra e di sinistra. Che nei leghisti non si riconosce e che dei parti tradizionali è stufa. Piemonte, Veneto e Lombardia, le regioni chiave.

©Riproduzione riservata

Generazione Italia fa boom di iscritti

Fli attacca la Leganella verde Treviso

Luca Zaia

DI PAOLO SIEPI

Tutti i possibili avversari nella corsa verso la democrazia progressiva, anticamera della ditta-tura rossa in Italia, andavano eliminati. Dunque non soltanto i militi fascisti scampati ai roghi della guerra civile, caduti prigionieri, ma pur sempre in grado di usare le armi. Nemici da uccidere sono anche i partigiani bianchi, i militari anticomunisti che hanno lottato insieme agli Alleati, gli antifascisti liberali, i possidenti, i sacerdoti, i politici moderati, o socialisti riformisti. Se è stata evitata una liquidazione di massa, molto più pesante dei 20 mila uccisi dopo il 25 aprile 1945, lo dobbiamo soltanto alla presenza in Italia delle truppe americane ed inglesi. Nel caso che al loro posto ci fossero stati e reparti sovietici o di Tito, come è avvenuto in altre aree dell’Europa, anche l’Italia non avrebbe evitato un colossale bagno di sangue. Giampaolo Pansa in: “I vinti non dimenticano”. (Rizzoli).

Nel citare l’episodio della donna adultera e del perdono di Cristo si dimentica spesso che Gesù abbassa gli occhi al suolo per non provocare gli accusatori della donna, guardandoli in faccia, e si mette a scrivere con le dita nella polvere. Agostino spiega che Gesù, al posto di rinviare la donna alla dura legge mosaica scol-pita nel marmo, scrive la nuova legge dell’amore nella polvere, quella del dono e del perdono. Il cristianesimo quindi non è una morale. Michel Rouche, in “Petitie histoire du couple e de la sexualitè”. Editions Cld

L’ultimo aspetto poetico e romantico di Roma risale ai primi anni Ottanta, nei quartieri dove la gente, soprattutto a Trastevere o alla Gar-batella, si parlava da fi nestra a fi nestra. Dopo, c’è stata la deportazione di tanti abitanti dal centro storico in periferia. Hanno venduto le loro case, rivalutate, in cui abitavano da generazioni,

e sono andati a Corviale, a Tor Bella Monaca. Si cominciò allora a perdere lo spirito e l’anima di Roma. Carlo Verdone, regista. Corsera.

La sola volta che Rifkin e sua moglie arrivarono ad un orgasmo simultaneo fu quando il giudice porse loro la sentenza di divorzio. Woody Allen nel fi lm “Mariti e mogli” (1992).

Bossi ha saputo trovare il tono e le parole giuste per spiegare che noi siamo a Roma per realizzare il cambiamento, non per governare. Noi, pur di ottenere dei presidenti di regioni, abbiamo rinunciato a un ministero importante come quello dell’Agricoltu-ra. Per la politica tradizionale, questa è una cosa inconcepibile. Per la Lega no. Perché la Lega è il cambiamento. Roberto Cal-deroli, ministro per la semplifi cazione. Lega. Corsera.

Ma come si fa ad incriminare un giornalista di Panorama perché ottiene una notizia (peraltro non particolarmente pericolosa) e la pubblica sul suo giornale? E poi, soprattutto, come fa un giudice, dopo anni nei quali i segreti delle Procure sono stati riversati a piene mani nelle redazioni dei giornali amici, rovinando vite, carriere, reputazioni, famiglie, amori, affari, a sostenere, con animo e viso candido, di aver intrapreso un’azione contro i dossieraggi? Scorrendo i giornali di questi giorni sono rimasto sinceramente stupito. Pie-ro Sansonetti, già direttore di Liberazione, quotidiano di Rfc, su il Riformista.

Qualsiasi cosa capiti e prima che sia troppo tardi, i nostri governanti francesi dovrebbero rileggere le preziosa “Psicologia delle folle” del sociologo Gustave Le Bon e trarre questa bella lezione: «Cedere una volta alla folla, signifi ca darle coscienza della sua forza e condannarsi a cederle sempre». Yves de Ker-drel. Le Figaro.

Che cosa ci stiamo a fare qua? Questo passaggio terreno a che cosa serve? Mi sono detta: puoi lascia-re una bella traccia, dei fi gli. Per questo mi sono sposata con Bjorn Borg. Invece, dopo quattro anni di matrimonio, la madre di lui mi dice: «Che? Un fi glio? I fi gli devono essere di sangue puro svedese». Loredana Bertè, cantante. Il Giornale.

Un mafi oso non è niente se non resta nel suo feudo. Soprat-tutto quando è latitante. Egli ha bisogno della protezione e del contatto quotidiano con il suo ambiente. Un boss che comandi dall’estero, non esiste proprio. Pietro Grasso, procuratore nazionale anti mafi a. Le Figaro.

La società italiana è profondamente disuguale e statica. Il destino dei fi gli è legato a quello dei genitori; molto di più di quanto avvenga negli altri paesi. La disuguaglianza fra ricchi e poveri continua a crescere ineluttabilmente. Roger Abravanel. “Meritocrazia” (Garzanti).

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PERISCOPIO

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Maurizio Saia

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12 Mercoledì 27 Ottobre 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

In Germania il tasso di assenza dei professori è triplo rispetto ai poliziotti

La scuola fa ammalareInsegnanti sempre più maltrattati dagli studenti

DA BERLINO ROBERTO GIARDINA

Qual è il mestiere più peri-coloso in Germania? Non quello dell’ispettore Der-rick e dei suoi colleghi.

Avere a che fare con assassini e rapinatori è uno scherzetto a paragone di chi ogni giorno deve fronteggiare una classe di adole-scenti. Gli insegnanti tedeschi, dicono le statistiche, sono in crisi, snervati, malati, depressi, sfiduciati. E si ammalano più di ogni altro lavoratore.

Oggi a Berlino sono ammalati 2.003 insegnanti, il 12% dei 22 mila docenti della capitale. In Nord Renania Westfalia, il Land più popoloso con oltre 17 milioni di abitanti, gli insegnanti sono 192 mila e il loro tasso di assenza è di oltre il 15%. Il triplo di quello dei poliziotti. Nel settore econo-mico i dipendenti pubblici hanno un tasso di assenteismo ancora inferiore, appena il 3,5%.

Da che dipende? Gli insegnan-ti sono degli sfaticati? «La scuola fa ammalare», titola Die Welt. I professori sono sottoposti a un quotidiano mobbing da parte de-

gli studenti, che non obbediscono, li insultano, e spesso li picchiano se vogliono stabilire un minimo di disciplina. E va sempre peg-gio: cinque anni fa gli insegnanti in malattia a Berlino erano 500, un terzo rispetto a oggi.

Sale la tensione tra i diversi

gruppi etnici. In alcune scuole i ragazzi entrano in classe pro-tetti o sorvegliati dalla polizia. Molti studenti vengono a lezio-ne armati di coltello. Gli altri passano il tempo al telefonino invece di ascoltare chi è sedu-to in cattedra. Nel meridionale

Baden-Württemberg un migliaio di professori è rimasto vittima di aggressioni. E mancano statisti-che precise: molti preferiscono non denunciare gli incidenti per non aprire un procedimento che metterebbe in luce anche le loro manchevolezze, oppure li espor-rebbe alla vendetta dei ragazzi.

I docenti si sentono abban-donati dai responsabili politici, preoccupati di non aggravare le tensioni. In molte classi gli stu-denti tedeschi sono ormai in mi-noranza ed esposti paradossal-mente al razzismo dei coetanei stranieri. Ma si teme di essere accusati di razzismo se si cerca di intervenire. Molti insegnanti, inoltre, non hanno una prepa-razione adatta a fronteggiare la situazione. Si sono diplomati magari venti o trent’anni fa, in un altro clima. Oggi preferiscono arrendersi e chiedere la pensione anticipata, concessa grazie a un certifi cato medico che attesta la loro depressione. Per ogni anno di anticipo rispetto ai 65 anni perdono il 2%, ma la fuga è me-glio di una guerriglia quotidiana in classe.

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Gli inglesi hanno capito che d’ora in avanti dovranno tira-re la cinghia. Colpa della crisi. Ma la famiglia reale ha la for-tuna di essere proprietaria dei fondi marini del paese. Il go-verno, per arrivare alla soglia del 20% di energie rinnovabili fi ssato dall’Europa, investirà 224 milioni di euro nell’eolico marittimo. Inizialmente la faccenda non dovrebbe inte-ressare la regina Elisabetta. Più avanti invece, grazie a un accordo con il parlamento, i ri-cavi delle terre della Corona andranno al governo. In cam-bio, le spese dei Windsor sa-ranno pagate dal parlamento. L’esecutivo ha comunque deci-so di accordare alla famiglia il 15% delle entrate.

Secondo gli esperti, il giro d’affari legato al vento po-trebbe raggiungere, a regime, i 42 milioni di euro annuali: il doppio degli attuali ricavi della regina. Non a caso il principe Carlo si è sempre dichiarato contrario alle pale eoliche terrestri, defi nite mac-chie immonde nel paesaggio.

INGHILTERRA

Pale eoliche finanziano la regina

La Spagna balza in vetta all’alta velocità ferroviaria in Europa. Il 18 dicembre, con

l’inaugurazione della linea Madrid-Valencia, il paese iberico supererà la Francia, grazie a oltre 2.200 chilometri di binari superveloci: 300 in più di quelli francesi e 900 in più rispetto alla Germania. La Spagna sale inoltre in terza posizione a livello mondiale dietro alla Cina e al Giappo-ne.

I treni iberici si chiamano Ave, acronimo che sta per Alta velocidad espanola. La linea Madrid-Valencia avrà un impatto economico pari a

22,5 miliardi di euro entro il 2017: una cifra doppia rispetto all’investimento pubblico, che è ammontato a 12,4 miliardi. Il treno collegherà le due cit-tà, distanti 438 chilometri, in 1,35 ore rispetto alle 3,45 pre-cedenti. Sarà utilizzato ogni anno, in base alle stime, da 3,6 milioni di persone.

Un attacco frontale al tra-sporto aereo: le compagnie hanno abbassato le tariffe per evitare la fuga dei passeggeri verso i binari. Per volare da Madrid a Valencia occorrono 55 minuti, ma bisogna calco-lare l’attesa in aeroporto e gli spostamenti in centro città.

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La Spagna batte la Francia: prima in Ue

Treni superveloci Madrid in vetta

DOPO 31 ANNI

Sony fermala produzione di Walkman

Sony dice addio al Walkman. Il colosso giapponese dell’elet-tronica ha deciso di sospendere la produzione degli apparecchi che hanno diffuso a lungo la musica ascoltata in cassetta attraverso le cuffi ette. Quelle che, poi, sono state sostituite dagli auricolari.

Per il momento, però, si con-tinuerà a fabbricare Walkman destinati ai mercati cinese e giapponese, dove la domanda è ancora discreta. Nell’ex Ce-leste impero, in particolare, il prodotto incontra il favore dei consumatori adulti e degli studenti di lingue straniere che utilizzano le cassette come supporto per i corsi.

Il primo Walkman apparve nel luglio 1979: ai tempi si trattava di un’innovazione no-tevole, che presto conquistò il mondo intero. Dopo dieci anni erano stati venduti 50 milio-ni di apparecchi. A metà degli anni 1990 si raggiunse quota 150 milioni. Ma nel decennio successivo, con la comparsa dei lettori digitali e della tec-nologia Mp3, cominciò il lento, irreversibile declino. Nel 2005 Sony fece un ultimo tentativo di rilancio, associando Walk-man ai telefoni cellulari Sony Ericsson. Ma era ormai un’im-presa disperata.

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DI MASSIMO GALLI

Sono 480 gli ufficiali dell’esercito svedese e gli impiegati civi-li licenziati perché si

erano rifiutati di firmare un contratto che li obbligava a prestare servizio all’estero. Essi lasceranno le loro funzio-ni a fine mese. La decisione è stata presa dal ministero della difesa.

Il sindacato, per giustifi ca-re la ritrosia dei membri delle forze armate, ha evidenziato il rifi uto, da parte dei vertici, di discutere delle compensazioni materiali previste per le mogli rimaste in patria e delle regole riguardanti il congedo paren-

tale. I rappresentanti dei lavo-ratori sostengono inoltre che non tutti sono adatti a questo tipo di missione e criticano il ministero per aver voluto usa-re le maniere forti.

La nuova forma contrattuale è scaturita dal fatto che l’esta-te scorsa ha avuto termine il servizio militare obbligatorio. D’ora in avanti, dunque, per le missioni all’estero si potrà contare soltanto su soldati pro-fessionisti. Sullo sfondo resta l’acceso dibattito sull’opportu-nità di mantenere la presenza svedese a Kabul e dintorni, considerati i rischi crescenti e la recente uccisione di un altro militare, il quinto dal 2002.

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Sono 480 i militari scaricati in Svezia

No all’estero Ufficiali licenziati

Negli istituti tedeschi non si riesce più a tenere la disciplina

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13Mercoledì 27 Ottobre 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

La mostra più importante degli ultimi vent’anni di questo post-impressionista

Gauguin alla Tate ModernVisse come pittore scandaloso, adesso incanta

DI ANDREA BRENTA

È la più grande retro-spettiva a lui de-dicata dopo quella al Grand Palais di

Parigi del 1989. Londra celebra Paul

Gauguin (1848-1903) con una importante mostra alla Tate Modern (fi no al 16 giugno 2011): undici sale, centinaia di tavole, sculture, disegni, incisioni, lettere e fotografi e, arrivati da musei lontani e da colle-zioni private, per aiutare a comprendere come questo piccolo agente di cambio sia riuscito a forgiare il mito di se stesso, divenendo ar-tista, ma anche oggetto di scandalo.

In venti anni di pittura molte cose accaddero. Nel 1881 Gauguin vendette il suo primo dipinto al mer-cante Durand-Ruel per la (allora) considerevole somma di 1.500 franchi. Per l’artista, che si è ampiamente arricchito con la borsa, e per la sua famiglia in continua cre-

scita il futuro sembra radioso. Ma nel gennaio 1882 arriva il crac: l’Union général dichiara fallimento, le borse crollano e

Gauguin, insieme alla sua fa-miglia, lascia Parigi per Rouen, dove, ha deciso, farà il pittore. Nella «capitale degli Impres-

sionisti» gli affi tti sono bassi e i collezionisti generosi. Gauguin si dedica completamente alla pittura (dipinge una quarantina di tele in soli dieci mesi), ma il successo non arriva. La famiglia emigra al-lora in Danimarca, pa-ese natale della moglie Mette. Gauguin vi vege-ta qualche tempo, prima di abbandonare moglie e figli per cominciare una vita avventurosa. Dalla Bretagna, dove diviene il capo cari-smatico della scuola di Pont-Aven, a Panama, da Arles, dove incontra Van Gogh, a Tonchi-no, da Tahiti alle isole Marchesi, dove infetta con la sifi lide numero-se ragazzine e chiama la sua casa Maison du jouir (casa del piacere). Sarà forse per questo

che la maggior parte dei visi-tatori dell’esposizione all’uscita mostra un’espressione beata?

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DI ELISABETTA IOVINE

La Germania cambia dire-zione nelle politiche del lavo-ro. Il paese, che vent’anni fa aveva aperto la strada alla riduzione dell’orario a 35 ore settimanali per gli addetti della metallurgia, potreb-be presto invertire la rotta. Mentre i senza lavoro si av-viano a superare la soglia dei 3 milioni, diversi economisti ritengono urgente aumentare le ore lavorate.

Klaus Zimmermann, di-rettore di Diw, uno dei princi-pali istituti di studio congiun-turali del paese, sostiene che è fi nita l’epoca delle 37,5-38 ore settimanali: si potrebbe arrivare a 45 ore. Vi sono tre settori nei quali la mancanza di manodopera rende neces-saria una riforma del genere: le macchine utensili, la sani-tà, le cure a domicilio.

Logico aspettarsi la rea-zione positiva dei rappre-

sentanti dell’imprendito-ria. Per Ursula Frerichs, dell’organizzazione datoriale Umw, la settimana di 45 ore dovrebbe diventare qualcosa di normale. Le fa eco Josef Schlarmann, presidente dell’unione padronale affi lia-ta alla Cdu, che ricorda come la legge già ora permetta di lavorare fi no a 48 ore.

Queste considerazioni emergono mentre la cre-scita tedesca, eccezionale quest’anno (pari al 3,4%), do-vrebbe diminuire ma restare elevata nel 2011, intorno al 2%. E molte aziende lamen-tano la scarsità di addetti. Le stime governative parlano di 300 mila posti di lavoro va-canti e le camere di commer-cio si spingono a quota 400 mila. Ingegneri e specialisti in tecnologie della comunica-zione sono particolarmente ricercati e buone opportuni-tà esistono anche nel campo medico e paramedico. Non tutti i settori, però, brillano: 4,8 milioni di tedeschi con-tinueranno ad arrangiarsi con lavori precari anche il prossimo anno.

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GERMANIA

Settimana lavorativa di 45 ore

DI SERGIO PEREGO

La strategia britannica in Afghanistan punta sul pentimento dei ta-lebani. Per ingraziarsi

i combattenti si promettono un’amnistia, benefici e il reinte-gro nella società del paese grazie a un piano finanziato dai paesi occidentali. Il generale Phillip Jones spiega che si terranno processi a tutti i livelli, ma chi ha combattuto insieme ai ribel-li afghani ha diritto a rientrare nel programma di assistenza e recupero sociale.

Più di 230 milioni di dollari (166 mln euro) sono stata messi sul piatto per rendere possibi-li gli sforzi di mediazione e il reinserimento di 36 mila ribelli nell’arco di cinque anni. In cambio della rinuncia alla violenza, della condanna del terrorismo e del riconoscimento della costituzione afghana, i talebani che non si siano macchiati di crimini civili come rapimenti, furti e omicidi possono benefi ciare di amnistie e del ritorno alle proprie comunità. Lì riceveranno formazione professio-nale o parteciperanno a iniziative dirette alla popolazione locale.

I principali sostenitori di questo piano sono Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone. Londra ha destinato 1,73 milioni di sterline (1,98 mln euro) a un fondo offshore per il reintegro dei talebani e dovreb-be mettere a disposizione altri 5 mln di sterline entro l’anno.

L’iniziativa era scaturita dalla conferenza sull’Af-ghanistan svoltasi a Londra a inizio anno.

Ma non mancano le voci critiche. Per il mullah Abdul Salam Zaeef, già ambasciatore taleba-no in Pakistan, che ha trascorso quattro anni nella prigione di Guantanamo, gli americani non sono interessati alla riconciliazione ma al semplice reintegro, e questo non porterà pace. In realtà, aggiunge, i talebani vogliono parla-re direttamente con gli americani, e non con il

governo afghano, in merito ad argomenti come il ritiro delle truppe straniere. Fatto sta che fi nora soltanto alcune centinaia di combattenti hanno aderito al progetto occidentale.

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Finanziato un progetto per il recupero sociale in Afghanistan

Ponti d’oro britannici ai talebani che si pentono

IN EUROPA

Colombo non importò la sifilide

Non fu Cristoforo Colom-bo a portare la sifi lide in Eu-ropa. A smentire la tesi, che era stata ritenuta a lungo ve-ritiera, è stato il ritrovamento di un gruppo di scheletri in un cimitero di Londra. Così è emerso che la malattia era presente in Gran Bretagna pri-ma del ritorno dell’esploratore genovese dalla sua spedizione d’esordio, avvenuta alla fine del 1400: addirittura con due secoli di anticipo. Gli archeo-logi sono dunque dell’idea che l’equipaggio di Colombo non sia colpevole.

I campioni includono il te-schio di un bambino, di sesso sconosciuto, con lesioni così pesanti alla testa che i segni invasero anche la fronte. Il bimbo aveva ereditato la sifi -lide da sua madre. Gli esperti non hanno dubbi sul fatto che i cadaveri vennero sepolti pri-ma del viaggio di Colombo: la datazione al radiocarbonio è ritenuta sicura al 95%.

Gli scheletri nei quali si tro-vano tracce della malattia ve-nerea sono sette: due risalgono al 1200-1250 e gli altri cinque attraversano un arco tempora-le che va dal 1250 al 1400. La scoperta è avvenuta a St. Mary Spital, nella zona orientale del-la capitale britannica.

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La visione dopo il sermone (1888), una delle operedi Gauguin in mostra alla Tate Modern di Londra

Gli occidentali giocano la carta del dialogo con i combattenti

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

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14 Mercoledì 27 Ottobre 2010 ECONOMIA E POLITICA

In due anni 35 milioni di passeggeri. Nel 2010 in 3 milioni sul Frecciarossa

Fs, boom dell’alta velocità Intermodalità: Meridiana Fly sale sul Roma-Milano

Dall’inizio dell’anno i pas-seggeri sulle linee ad alta velocità delle Ferrovie dello stato sono stati 15

milioni, dei quali 2,5 milioni sulla tratta Roma-Milano: un numero, quest’ultimo, che entro la fi ne del 2010 raggiungerà i 3 milioni.

Lo ha reso noto ieri a Roma Gianfranco Battisti, direttore della divisione passeggeri nazio-nale e internazionale di Trenita-lia, intervenendo a una conferen-za stampa sull’intesa tra le Fs e Meridiana Fly.

Dal lancio dell’alta velocità a dicembre 2008, ha spiegato Bat-tisti, «sull’intero network Av sono stati portati fi nora 35 milioni di passeggeri». In particolare, sul collegamento tra Milano e Roma Trenitalia ha visto una crescita del 24%, con una punta del 34% tra ottobre 2009 e ottobre 2010, mentre il livello di soddisfazione dei passeggeri su questa tratta è del 94%.

Proprio il Frecciarossa è al centro dell’offerta intermodale treno-aereo presentata ieri da Trenitalia e Meridiana fl y: dal 1° novembre la tratta Milano-Roma coperta dal Frecciarossa sarà in-

fatti inserita nel Carnet Multifl y di Meridiana fl y. L’intesa prevede cinque tipologie di Carnet Multi-fl y da dodici tagliandi tra aereo e treno, utilizzabili sia per volare sulla rete nazionale della compa-gnia aerea sia per avvalersi del collegamento veloce di Trenitalia sulla Roma-Milano a bordo del Frecciarossa. I viaggi potranno essere effettuati entro 18 mesi dall’acquisto del Carnet Multifl y. Per mantenere le stesse carat-teristiche dell’offerta Meridiana

fl y anche nel viaggio con Trenitalia, i cambi di prenotazione saranno il-limitati fino alla partenza e consenti-ti una volta nelle 24 ore successive, e potranno essere effet-tuati presso il call center Mer id iana fly e tutti i canali di ven-

dita di Trenitalia. È possibile acquistare già da oggi il nuovo Carnet Multifl y al call center di Meridiana fl y.

«Più che parlare di guerra fra treno e aereo», ha detto l’a.d. di Trenitalia, Vincenzo Soprano, «bisogna parlare di integrazione, e questo ne è un esempio impor-tante. La strategia sta nel valuta-re dove si riesca a fare delle siner-gie per offrire un maggior valore al cliente. Per quanto riguarda l’intermodalità ci sono altre pos-

sibilità di sviluppo». «L’accordo con Meridiana», ha sottolineato Soprano, «è la dimostrazione che si può arrivare a un sistema di mobilità integrato anche tra il treno e l’aereo. Oramai su certi collegamenti, come dimostra il successo del Frecciarossa sulla Roma-Milano, il treno può offri-re un servizio più conveniente dell’aereo in termini di comfort, flessibilità, tempi di viaggio e costi. Lo sviluppo di un’offerta integrata treno+aereo rappre-senta quindi un sicuro e concreto vantaggio per tutti i viaggiatori e per il sistema paese. L’accordo di oggi (ieri per chi legge, ndr) apre uno scenario decisamente nuovo che, siamo certi, porterà con sé ulteriori sviluppi e intese».

«La conformazione geografi ca del nostro paese», ha dichiara-to l’amministratore delegato di Meridiana fl y Massimo Chieli, «rende l’aereo molto convenien-te per le lunghe percorrenze fra Nord e Sud, mentre suggerisce l’utilizzo del treno, in particola-re quello ad alta velocità, per le tratte medie, come la Milano-Roma».

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Non si placa la polemica tra Fs e Ntv, riaccesa dall’in-tervista dell’a.d. delle Ferrovie, Mauro Moretti, a un quoti-diano. Ntv è tornata sulla que-stione in una nota che reca la firma congiunta di Diego Della Valle, Luca di Mon-tezemolo e Gianni Punzo, fondatori della società che sarà concorrente di Trenitalia: «Ci rendiamo conto che la preoccu-pazione che presto i cittadini, grazie alla concorrenza, sa-ranno fi nalmente in condizio-ne di scegliere i migliori treni e i migliori servizi porti l’ing. Moretti (e chi lo telecomanda) a ostacolare e denigrare in ogni modo questa iniziativa che, tra l’altro, ha il merito di creare mille posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti. Comprendiamo anche come una persona abituata a spen-dere il denaro pubblico e non a rischiare quello proprio possa pensare che investire un mi-liardo di euro in una impresa che opera in Italia rappresenti un rischio imprenditoriale di poco conto».

I TRE SOCI NTV

Morettici denigraper paura

SU BRUNOLEONI.IT

Arrival’orologio conta-debitoVuoi sapere a quanto ammon-ta il debito pubblico italiano? Guarda l’orologio.Sul sito www.brunoleoni.it è disponibile un «orologio conta debito» che, sulla base dei rapporti mensili di Ban-kitalia, fornisce una stima in tempo reale dell’ammontare del debito pubblico in un dato istante. «Dire che il debito pesa per circa il 120% del prodot-to interno lordo non rende l’idea», spiega Alberto Min-gardi, direttore generale dell’Ibl. «Dire invece che, al 31 luglio 2010, esso vale-va 1.838.296.063.250 euro è un’altra cosa. Per metter-lo in termini comprensibili, sono circa 30.724 euro per ogni italiano, inclusi neona-ti e ultracentenari, o 80.327 euro per ogni occupato. Tra gennaio e luglio 2010 il de-bito pubblico è aumentato di 50.100.143.820 euro, più di 7 miliardi al mese, 236 milioni al giorno, quasi 10 milioni di euro all’ora, 164.112 euro al minuto. Ogni secondo, questo debito immenso è cresciuto di 2.735 euro, più di quanto gua-dagni una famiglia media in un mese».L’orologio conta-debito di Ibl è accessibile dalla homepage del sito www.brunoleoni.it.

Al via oggi a Firenze il roadshow di Banca Monte dei Paschi di Siena e di Class CNBC «Una storia italiana. Firenze sulla strada della ripresa: imprese, economia e merca-ti nel 2010», l’evento televisivo che mette a confronto imprenditori, istituzioni ed esperti del mercato e del risparmio per ana-lizzare la realtà locale e le ricette per superare la crisi. Le dirette, come quella «Firenze dopo la crisi: le via della crescita», cui parteciperanno an-che il sindaco, Matteo Renzi, e il presidente di Confindustria Firen-ze, Giovanni Gentile, oltre ad Antonio Vigni, direttore generale di Banca Monte dei Paschi di Siena, daranno vita a una one day televisiva dedicata all’economia della città. Durante il roadshow si alterne-ranno davanti alle tele-camere di Class CNBC i rappresentanti delle principali associazioni di categoria, analisti, economisti e politici locali, che insieme ai rappresentanti di Ban-ca Monte dei Paschi di Siena faranno il punto della situazione attua-le, illustrando e discutendo le prospettive e le dinamiche più importanti per il ter-ritorio fiorentino, tenendo in particolare conto il ruolo che la banca può svolgere a supporto dell’economia locale.Le telecamere di Class CNBC, con un for-mat tv innovativo, entreranno nel cuore di Firenze, in piazza della Repubblica, con

uno studio mobile creato per l’occasione nel quale si svolgeranno le quattro dirette della mattina. Il roadshow si chiuderà poi con un talk show serale, che si svolgerà, a partire dalle 18 presso il padiglione Ar-senale della Fortezza da Basso. Sul palco,

oltre alle massime istituzioni, si alterne-ranno imprenditori, politici ed economi-sti, oltre ai profes-sionisti del risparmio gestito, che, parten-do dal tema «Firenze sulla strada della ri-presa: imprese, eco-nomia e mercati del 2010», analizzeranno i risvolti attuali della congiuntura e le pos-sibili prospettive. Il talk show è aperto al pubblico, che potrà seguire i diversi mo-menti della giornata in diretta su Class CNBC, trasmessa sul canale 505 di Sky, su www.yalp.it e su Ali-ceHome Tv.Il roadshow testimo-nia la forte attenzio-ne che Banca Monte dei Paschi di Siena riserva allo sviluppo dell’economia terri-toriale, di cui si fa motore svolgendo un

ruolo attivo nel sostegno e nella valoriz-zazione del tessuto economico e impren-ditoriale in cui opera, portando con sé la conoscenza e l’esperienza che le derivano dall’essere il terzo gruppo bancario italia-no, con oltre 3 mila filiali diffuse su tutto il territorio nazionale.

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A Firenze il roadshow Banca Mps-Class CNBCPoste Italiane nella top ten delle aziende italiane per fatturato. La classifi ca sulle principali società ita-liane dell’Uffi cio studi di Mediobanca, redatta sulla base dei risultati fi nanzia-ri 2009, colloca l’azienda all’ottavo posto, con un balzo in avanti di tre gra-dini rispetto alla precedente graduatoria.

Aumenta a ottobre la fi ducia dei consumatori. Lo ha reso noto l’Isae, pre-cisando che l’indice sale da 107,2 a 107,7.

La Iata ha registrato a settembre un aumento del traffico passeggeri inter-nazionale del 10,5% a/a rispetto alla crescita del 6,5% osservata ad agosto. Il traffico merci è salito del 14,8% a/a, mentre era cresciuto del 19% nel mese precedente.

Il settore dei veicoli com-merciali ha registrato a settembre nell’Ue una crescita del 13,7% delle immatricolazioni a 171.281 unità. Lo ha reso noto l’Acea.

Al 31 maggio 2010 sono risultate iscritte 213.267 imprese con titolare straniero, 25.801 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dal dossier Caritas-Migrantes 2010 sull’immigrazione.

BREVI

Antonio Vigni

Dall’inizio dell’anno sono stati2,5 milioni i passeggeri sul Frecciarossa

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21Mercoledì 27 Ottobre 2010

IN

EDICOLA

CON ITALIAOGGI

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI

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EDICOEdilizia

PROFESSIONISTI DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI

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CON ITALIAOGG

EDICO

& Appalti

Il presidente della federazione delle imprese della i liera, Cirino Mendola, sui pagamenti in ritardo

Costruzioni, ricetta per ripartireFinco: subappalti pagati direttamente dalle stazioni appaltanti

DI ANTONIO RANALLI

Adeguare il sistema ita-liano dei pagamenti a quello europeo. E’ quan-to ha chiesto Finco, la

Federazione delle industrie delle costruzioni, che aggrega attual-mente 32 associazioni nazionali di categoria aderenti a Confindu-stria e non, in rappresentanza di oltre 4 mila aziende e 350 mila addetti. Quello dei mancati pa-gamenti è uno dei problemi più sentiti tra gli esecutori dei lavori e tra i fornitori di beni e servizi nel settore delle costruzioni. «Non è più pensabile», ha spiegato il presidente di Finco, Cirino Men-dola, «che le imprese concorrono agli appalti pubblici, facendo an-che forti ribassi, e poi vengono pa-gate, spesso, anche dopo 2 anni. In Italia bisogna iniziare a fare un nuovo ragionamento ed ade-guare il nostro sistema a quello europeo, anche con riferimento al rapporto tra privati». Mendola fa riferimento alla nuova direttiva Ue sui ritardati pagamenti. La

norma, che si applicherà anche alle costruzioni, prevede un ter-mine di 30 giorni nei contratti con la p.a. (pesanti sanzioni in caso di ritardo) a fronte invece di una sostanziale libertà contrattuale per i rapporti tra privati. Tra le altre cose il testo aumenta note-volmente gli indennizzi per le imprese in caso di ritardato pagamento della p.a., in-troducendo in particolare un tasso di interesse base (tasso Bce) maggiorato dell`8% sin dal 1° gior-no di ritardo. Quanto ai contratti privati la direttiva garantisce la libertà contrattuale, li-mitandosi a chiede-re che tempi di pagamento superiori ai 60 giorni siano pre-visti nel contratto, e prevede sanzioni in caso

di ritardo rispetto ai tempi fissati nel contratto. «Siamo contenti di questa direttiva», ha spiegato il presidente di Finco, «per noi po-trebbero andare bene anche 120 giorni, purché non si vada oltre. Quello che a noi preme molto

sono i rapporti con le imprese pri-

vate. Infatti, le nostre i m p r e s e partecipano agli appalti come esecu-tori e come f o r n i t o r i con pose in

opera, e

spesso sono le prime a rimetterci quando si verificano a monte dei mancati pagamenti, in quanto hanno già sostenuto le spese vive per i materiali e le risorse umane. Noi vorremmo che le stazioni ap-paltanti pagassero direttamente i sub appaltatori. Questa possi-bilità è prevista oggi dal codice dei contratti, ma noi vorremmo che fosse tramutata in obbligo. Se questo non è possibile, che ci fosse almeno la possibilità di scontare il credito presso gli Isti-tuti bancari». Il presidente Men-dola annuncia una giornata del-le imprese specialistiche e super specialistiche in programma il 9 novembre, alle 9,30 nella sala del Parlamentino del Consiglio supe-riore dei lavori pubblici a Roma. Sempre in tema di pagamenti, Mendola si è soffermato sulla tracciabilità dei flussi finanziari: «è un provvedimento che perse-gue un fine giusto, ovvero evitare pratiche scorrette. Al momento la tracciabilità è richiesta per pa-gamenti di importo superiore ai 500 euro. Cifra che riteniamo

molto bassa. Inoltre, bisogna sta-bilire dove si ferma esattamente la catena di tracciabilità». Infine, Finco ha ribadito le richieste fatte di recente al ministro per lo svi-luppo economico, Paolo Romani, e al ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti, relati-va all’opportunità di rinnovare il bonus 55% per la riqualificazio-ne energetica degli edifici. «Non ci sono motivazioni economiche, sociali o industriali per attendere oltre», ha concluso Cirino Mendo-la, «A fronte di un investimento totale, calcolato sulla base di tut-ti gli interventi realizzati dalla collettività, di 11,1 miliardi di euro e, quindi, di 6,1 miliardi di mancato gettito fiscale per le casse dell’Erario, vi sono stati 3,1 miliardi di risparmio sulla bolletta energetica, nonché 3,2 miliardi di gettito fiscale ag-giuntivo derivante dall’emer-sione del sommerso. Solo questi ultimi due dati basterebbero a bilanciare il costo sostenuto dallo stato in termini di minori imposte in entrata».

DI CARLO RUSSO

Il boom dell’effi cienza energetica ab-braccia anche le opere pubbliche nei cui bandi questa voce è passata dal 3 % dei casi nel 2008 al 5,4 % nel 2009 e ci si av-vicinerà al 7 % quest’anno. Il motore di questo exploit sono i bandi per la realizza-zione di sistemi solari fotovoltaici che nel 2009, con 398 gare per 323 milioni, sono arrivati a rappresenta-re il 2 % delle gare tota-li per la realizzazione di opere pubbliche (era lo 0,6 % nel 2008 e lo 0,2 % nel 2007). Nei primi sei mesi di quest’anno si sono registrate 511 gare per 867 milioni, circa il 5 %. Una tendenza colta dall’edizione 2010 del Saie, di cui protagonista è la green economy (a Bolo-gna fi no al 30 ottobre). E a testimoniarlo sarà la presenza di Michelle Moore, re-sponsabile dell’uffi cio esecutivo per l’am-biente del presidente Barack Obama che sulla green economy ha basato il rilan-cio delle’economia Usa. Michelle Moore parteciperà oggi, al convegno inaugurale, «Progettare e costruire il futuro», insie-me a Fabio Roversi Monaco, presidente di BolognaFiere, Arun Eapen, direttore dei serivizi per l’ndustia e l’infrastruttura, Global leadership fellow World economic Forum), Massimo Ponzellini presidente di Impregilo, Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna e il presidente

nazionale dei costruttori, Paolo Buzzet-ti. «Il tema della sostenibilità», ha detto Buzzetti, «è per l’edilizia non solo un’inte-ressante opportunità per il prossimo futu-ro, ma anche una spinta verso un nuovo sviluppo in grado di raccogliere le grandi sfi de ambientali ed economiche».

Negli ultimi anni, la pianifi cazione edi-lizia, grazie anche alla diffusione di al-cuni sistemi di certifi cazione volontaria

(Leed e Itaca), sta pro-muovendo la progetta-zione e realizzazione di edifi ci a basso impatto ambientale. L’attenzio-ne verso queste proble-matiche sta indiriz-zando la fi liera delle costruzioni all’utilizzo sempre più frequente di prodotti e materiali «eco-sostenibili», non-ché di metodologie che possano preve-nire lo sfruttamento di risorse esauribili,

diminuire l’inquinamento e ridurre il quantitativo di materiale smaltito in discarica, mediante l’utilizzo di mate-riali riciclati.

Molte amministrazioni premiano i com-mittenti di edifi ci che raggiungono pun-teggi elevati in termini di sostenibilità. Di qui le iniziative, i convegni e gli stand che Saie dedica all’edilizia ecocompatibile, a cominciare dal meeting inaugurale di

oggi. Ad esso farà seguito un convegno promosso dall’Icmq su «Eco-building e green economy. Nuove soluzioni e creazione di valore nella progettazione e sviluppo dei materiali da costruzione so-stenibili» (venerdì, ore 14).

«E’ diventato prioritario», ha detto Lorenzo Orsenigo, direttore di Icmq, «il tema della certifi cazione dei ma-teriali da costruzione eco-sostenibili quale strumento di valorizzazione e di distin-zione del prodotto sul merca-to». In mostra vi sarà Erica, la «casa del risparmio ener-getico», prototipo di edifi cio ecosostenibile. Una tornata di premi sarà invece dedi-cata all’innovazione: si va dalla velocità a facilità del montaggio in cantiere all’in-tegrazione dell’impiantistica. Poi una singolare sfi da: Ediltrophy. 16 squadre di muratori si sfi deranno (il 30 ottobre) in un intreccio di velocità e qualità del costruire.

Da parte sua il Cresme proporrà le previsioni del settore delle costruzioni: il 2010 sarà in ripresa sul 2009 ma anco-ra debole, il 2011 avrà performance più brillanti ma all’appello mancheranno ancora le grandi infrastrutture, bloccate dalla mancanza di fondi e anche- secondo

il Cresme- dagli intoppi burocratici. Infi -ne, il Saie ha effettuato una ricerca sulle abitazioni in Italia. Risulta che la molla delle transazioni è la prima casa, la mini-ripresa è sostenuta da chi sostituisce la propria abitazione. Il 4,1 % delle famiglie prevede di portare a termine almeno una transazione immobiliare entro la fi ne del 2011: il 54,9% di esse acquisterà un’abi-tazione in cui vivere, il 17,6 % lo farà per investimento e il 15,7 % per fornire un alloggio a un parente.

Futuro verde dell’edilizia per il consigliere di Obama

Cirino Mendola

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Michelle Moore oggi al convegno inaugurale del Saie alla Fiera di

Bologna

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22 Mercoledì 27 Ottobre 2010 EDILIZIA E APPALTI

Appalti: precisazione dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici

La gara non ha preferenzeVietate clausole sulle provenienze territoriali

DI ANDREA MASCOLINI

Sono vietate le clausole che introducono preferenze territoriali per l’accesso alle gare e nella valuta-

zione delle offerte; il divieto si applica ai contratti di qualsiasi importo. Lo precisa l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che ha pubblicato sul proprio sito il comunicato del 20 ottobre 2010 con il quale richiama l’attenzione delle stazioni appaltanti in meri-to all’illegittimità di clausole dei bandi e dei disciplinari di gara che impongono «preferenze terri-toriali». L’organismo di vigilanza, che in passato aveva già affron-tato l’argomento, ma mai aveva sentito l’esigenza di emanare un comunicato ad hoc, fa in partico-lare riferimento alle previsioni che contemplano condizioni di partecipazione alle «gare, moda-lità di valutazione dell’offerta e di esecuzione dei relativi contratti che favoriscono imprese operanti sul territorio di riferimento, sotto il profilo, ad esempio, della richie-sta della sede legale nel territorio come prerequisito per la parteci-pazione o dell’assegnazione di un

punteggio più alto per l’avvenuto svolgimento di servizi/esperienze nel territorio. Tutte queste moda-lità che favoriscono soggetti già operanti sul territorio vengono ritenute dall’Autorità non con-formi ai principi di uguaglianza e di libera circolazione delle perso-ne e delle cose, dal momento che

limitano il diritto dei cittadini di esercitare in qualunque parte del territorio nazionale la loro profes-sione, impiego o lavoro (cfr. Corte cost., sentenza 22 dicembre 2006 n. 440). Il richiamo ai principi ge-nerali del Trattato è tale da ren-dere applicabile il divieto di pre-ferenze territoriali sia ai contratti

di valore superiore alla soglia di applicazione delle direttive comu-nitarie, sia agli appalti di importo inferiore a tale soglia». L’Autorità ha affermato quindi che i bandi di gara «non possono prevedere re-quisiti soggettivi dei concorrenti legati ad elementi di localizzazio-ne territoriale, con effetti escludenti dalle gare pubbli-che o con valore discriminante in sede di valutazione delle offerte, e non attinenti alle reali esigenze di esecu-zione del contratto ma esclusivamente ai requisiti tecnico-organizzativi delle imprese». Il comu-nicato firmato dal presidente dell’Au-torità, Giuseppe Brienza, ha chiarito che «simili clausole rappresentano, infatti, una violazione dei principi di uguaglianza, non discrimina-zione, parità di trattamento e concorrenza, i quali vietano ogni discriminazione dei concorrenti ratione loci».

La ragione degli edifi ci - La Scuola di Milano e oltreAntonio MonestiroliMarinotti - 2010Pagine 160 - 16 €

La struttura di questo li-bro è esposta nella premessa dello stesso autore: sono «tre parti legate fra loro, di cui la prima vuole mettere in evi-denza la contraddizione, che è stata al fondo del dibatti-to teorico nel Novecento, fra complessità e semplifi cazio-

ne come matri-ci del pensiero sull’architet-tura… in ar-chitettura, la ragione degli edifici costitu-isce il motivo della loro co-struzione».

La seconda parte affronta il lavoro di al-cuni protago-nisti dell’ar-c h i t e t t u r a italiana del

Villabassa Villabassa ’900 (Albini, Gardella, Rogers, Asnago e Vender, Rossi, Grassi e – per assonanza il romano Libera), che hanno posto alla base del loro pro-getto tale ricerca e hanno reso riconoscibile la «Scuola di Milano», che fonda i suoi principi nell’illuminismo lombardo. Menestiroli (deca-no dell’architettura italiana, accademico e preside della facoltà di architettura civile di Milano fi no al 2008) cita le teorie espresse dagli au-tori della modernità e riba-disce quali sono i termini di riferimento per l’affermazio-ne del progetto: il razionali-smo, il rapporto architettu-ra città, la conoscenza della realtà. Celebra il pensiero di Aldo Rossi, che ha crea-to una teoria del progetto, sintesi di un procedimento razionale, non istintivo, ri-spettoso della tradizione, ma rivolto alla modernità. La terza parte introduce la «nozione di realtà come spettacolo… da mettere in scena con le forme dell’ar-chitettura», chiamando in causa, per spiegare che cosa intende riguardo a ciò, il te-atro di Goldoni, il cinema di Hitchcock e di Altman, la pittura di Hopper.

Per il progetto, l’aspetto da considerare è il modo con cui l’architettura stabilisce un rapporto con la realtà; modo naturalmente alter-nativo rispetto a altri, che vedono invece l’architettura come evasione dalla realtà (oggi di gran moda).

Una scelta, quella della realtà come interlocutrice, che presuppone classicità, razionalità, analisi, quali fonti rivelatrici di valori e signifi cati. Infi ne, l’illustra-zione di alcune sue opere e progetti evidenzia il suo pensiero, rispetto alle que-stioni di monumentalità, novità, decorazione.

LIBRI

Milano: Serate di archi-tettura all’Ordine degli Archi-tetti di Milano, via Solferino, 17, in programma «Un acqua-rio sull’oceano, L’ampliamento dell’Oceanario di Lisbona .Una virtuosa eredità dell’Expo del 98», domani ore 21.15, ospiti il progettista Pedro Campos Co-sta e Luís Miguel Rodrigues.

Taranto: Mostra «Archi-tettura sacra contemporanea in Puglia», fi no al 29 ottobre, al Museo archeologico nazionale Marta, via Cavour, 10, promos-sa da Ordine degli architetti (www.architettitaranto.it) e da Fondazione Archi.Ta.

Ferrara: Agaf, Associazio-ne giovani architetti Ferra-ra (www.agaf.fe.it), al Salone Habitat, fi no al 1° novembre, organizza la mostra «Norwe-gian Wood», architettura nor-vegese in legno e il concorso «Architetture per Ferrara / da Ferrara» edizione 2010.

Alessandria: Al Politecni-co, via Michel, 5, «Transito tec-nico. Dal petrolio al sole», wor-kshop organizzato il 28 ottobre, 11 e 25 novembre, dall’associa-zione Archinnova, Architettura e Innovazione (www.archinno-va.it, tel. 0532.685449), con Ca-saClima di Bolzano.

Milano: «Expo diffusa e sostenibile, progetto di ricer-ca del Politecnico di Milano, Dipartimento di progettazione dell’architettura», oggi, alle 11, incontro in piazza Leonardo

da Vinci, 32 con Giulio Ballio, Maurizio Boriani, Renzo Go-rini, Emilio Battisti, Alberto Colorni, Francesca Battisti.

Roma: «Opposites, due studi di architettura con-temporanea a confronto», intervengono Eugenio Cipollo-ne e Paolo Orsini dello studio Insula e Luca Garofalo e Car-melo Baglivo di Ian+, oggi ore 17, all’Ex Mattatoio.

Bari: «La città novissima a Bari». Italia Nostra promuo-ve un percorso conoscitivo sul razionalismo e le sue tracce nel ‘900 barese. Incontri nella Bi-blioteca «De Gemmis» a Santa Teresa dei Maschi in via Lam-berti, domani alle 16.30, «Città di pietra e case di cemento». Sa-ranno illustrate le realizzazio-ni di Saverio Dioguardi, Pietro Maria Favia, Marino Lopopolo, Sabino Calderazzi.

Roma: Anno della cultu-ra cinese in Italia, mostra «La protezione dell’ambiente in Cina: per uno sviluppo so-stenibile», al complesso mo-numentale di San Michele in Ripa, via di San Michele, 22, fi no all’8 dicembre, a cura di Mario Occhiuto.

Rovereto: Mostra «Musei nel XXI Secolo. Idee, progetti, edifi ci» al Mart fi no al 2 gen-naio 2011, a cura di Suzanne Greub dell’Art Centre Basel - www.artcentrebasel.com - ventisei progetti architettonici realizzati dal 2000.

APPUNTAMENTI

Studio Architettonico di in-sieme, «La porta del Piemon-te», per il Piano Particolareg-giato dell’area Ata, subambito A-B, del comune di Caselle Torinese (tel. 011.9964221). documentazione scaricabile dal sito www.comune.casel-letorinese.to.it. Sono richieste 3 tavole in formato A0, da far pervenire entro il 15 dicem-bre. I premi sono di € 15.000, € 6.000, € 4.000.

Concorso in due fasi per la progettazione del campus universitario a Lugano–Vi-ganello, su un’area centrale della città, sulla sponda del fi ume Cassarate, destinata ad accogliere la facoltà di informatica dell’università della Svizzera italiana (Usi) e il Dipartimento tecnolo-gie innovative della Scuola universitaria professionale (Supsi, Canobbio). Per la re-alizzazione a disposizione 90 milioni di franchi svizzeri. La prima fase (iscrizione entro il 29 ottobre, sul sito www.campus.supsi.ch con versa-mento di Chf 500 che ver-rà restituito agli autori dei progetti fi nalisti), prevede la consegna degli elaborati l’11 febbraio 2011. La giuria è composta da Giorgio Giudici, Piero Martinoli, Alfredo Gysi, Franco Gervasoni, Quintus Miller, Alberto Caruso, Mi-tka Fontana, Franco Poretti, Flora Ruchat Roncati. La se-conda fase inizierà nel marzo 2011, con consegna elaborati in giugno 2011.

Gli ordini degli architetti e degli ingegneri di Bergamo d’intesa con l’associazione nazionale costruttori edili, promuovono il «Premio Oab architettura 2010», per le migliori opere realizzate, sul territorio provinciale, tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giu-gno 2010. Sono previste una prima sezione: migliore ope-ra pubblica e migliore opera privata; una seconda sezione: migliore architettura al fem-minile e migliore architettura under 40. La giuria selezione-rà 3 candidati per categoria, tra questi, verranno eletti tre vincitori, che riceveranno una targa celebrativa da apporre sull’edificio. Per la parteci-pazione dovrà essere inviata entro il 12 novembre 1 tavola d’insieme in formato A1.

Concorso di idee, denomina-to «Riqualifi cazione di un’area di connessione con l’abitato», per garantire un’adeguata e qualifi cata immagine turisti-ca dell’accesso al centro del paese, bandito dal comune di Sirolo (provincia di Ancona, tel. 071.9330572). Sono ri-chieste tavole con le planime-trie di progetto in scala 1:500 – 1:200, entro il 22 dicembre. Due i premi previsti: € 2.200 e € 800.

CONCORSI

LOCAZIONI AD USO DIVERSOE SANATORIA GIUDIZIALE DELLA MORA

La Cassazione ha affrontato, in una recente decisione (sent. n. 7621/’10, inedita), un importante problema per il quale non risultano precedenti, neppure di merito. Ecco la massima della decisione in parola: «In tema di locazione di immobile adibito ad uso diverso da quello abitativo, è valida la clausola, liberamente scelta e accettata dalle parti al momento della stipulazione del contratto, che preveda la possibilità per il conduttore di sanare la mora in sede giudiziale per non più di tre volte nel corso del rapporto, in deroga alla legge 27 luglio 1978 n. 392 che, all’art. 55, contempla tale tutela per i soli conduttori di immobili destinati ad uso abitativo, trattandosi di clausola che le parti, nella loro autonomia contrattuale, ben possono prevedere, in quanto si riferisce a diritti disponibili, non viola l’art. 1418 cod. civ. e non rientra neppure nella previsione di cui all’art. 79 della predetta legge, relativa ai patti contrari alla legge, attribuendo un vantag-gio non al locatore ma al conduttore».

a cura dell’Uffi cio legaledella Confedilizia

GIURISPRUDENZA CASA

Le rubricheLibri, Concorsie Appuntamenti

sono a curadi Roberto Gamba

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23Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 2EDILIZIA E APPALTI

Da oggi a sabato a Venezia Urbanpromo, manifestazione dedicata al marketing territoriale

Vincere puntando sull’eccellenzaIl caso Modena con la Ferrari. Piano Ance per le scuole

DI MILA SICHERA

Modena per fare mar-keting territoriale ha utilizzato l’eccellenza dell’auto di sogno del

suo territorio, la Ferrari e spie-gherà come oggi a Venezia, a Urbanpromo, manifestazione dedicata ai progetti di aviluppo del territorio. «Come agganciare il futuro? Come rendere città e territori d’Italia competitivi e at-trattivi sul palcoscenico europeo e internazionale alla luce delle perduranti difficoltà in cui ver-sano amministrazioni pubbliche, aziende private e famiglie», ha affermato Stefano Stanghellini, presidente di Urbit, società di servizi dell’Inu (Istituto nazio-nale di urbanistica) che organiz-za Urbanpromo, manifestazione dedicata al marketing urbano e territoriale, «con una lunga prospettiva di carenze di risor-se pubbliche, emerge l’esigenza di porre tale interrogativo e di-scernere le peculiarità dell’at-tuale rapporto pubblico-privato nella costruzione della città contemporanea, proponendo un aggiornamento del quadro degli attori e delle modalità di colla-borazione, mettendo a fuoco gli asset (materiali e immateriali) di cui dispongono le città per innovarsi e rispondere alle sfi-de della sicurezza, dell’integra-zione, del lavoro, della cultura, dell’ambiente e dell’energia». Oggi apre la settima edizione di Urbanpromo, la prima in Fondazione Cini, sull’isola di

S. Giorgio Maggiore, a Venezia. rendere competitivi i territori è una questione decisiva per il futuro delle città (sarà il tema del XXVII Congresso INU, aprile 2011), che emerge declinata in vari modi dal ricco palinsesto di iniziative, più di 50 quest’anno, caratterizzanti l’evento venezia-no Urbanpromo, riconosciuto da ministeri, istituti, accademie, associazioni sede per presenta-re studi e percorsi innovativi di ricerca. «È diventato col tempo il nostro valore aggiunto», ha puntualizzato Stanghellini, «sia-mo stati capaci di individuare nuove tematiche e di leggere in anticipo questioni latenti, dal nodo infrastrutturale dei corri-doi europei all’housing sociale, dai fondi Jessica per lo sviluppo sostenibile alla riprogettazione del confine città campagna, dalle città strategiche all’energia so-

stenibile per le città, per citarne solo alcune, che hanno sostituito l’iniziale tema delle trasforma-zioni del mercato immobiliare, con cui Urbanpromo esordì nel 2004. Abbiamo volto lo sguardo, insomma, a tutte le forme di tra-sformazione dei territori, e alle modificazioni che generano nella qualità della vita degli abitanti, sostanziando la parte espositiva della manifestazione di profondi contenuti di riflessione».

Un tema pregnante, che si palesa quest’anno, è legato alla produzione di energia da parte di un’innumerevole quantità di soggetti che stanno già dando vita a un mercato libero, le cui regole sono ancora da defi nire. «Lo terremo sotto osservazione», ha precisato il presidente di Ur-bit, «così come guarderemo con interesse gli interventi di rige-nerazione urbana della città di

Belfast, prima città straniera ospite di Up, che mostrerà i progetti commerciali nel centro città, quelli dell’area del water-front, e dei vasti siti industriali dismessi». Di attrattività di ter-ritori di eccellenza, si occuperà anche il convegno di oggi, che vedrà protagonisti la Galleria del Vento a Maranello e il Mu-seo Ferrari a Modena, emblema di un’eccellenza tecnologica co-niugata sapientemente alle for-me dell’architettura. «Progetti infrastrutturali prioritari per il Mezzogiorno» saranno analizza-ti nel corso di un convegno del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (Mise) cui parteciperanno anche Raf-faele Fitto, ministro degli affari regionali, e Mauro Moretti, a.d. di Ferrovie dello stato. La Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr affronterà il tema degli in-

vestimenti nell’edilizia sociale e dei fondi immobiliari locali, mentre l’Ance promuoverà un modello innovativo d’intervento per la riqualifi cazione dell’obso-leto patrimonio scolastico. (www.urbanpromo.it)

DI GIANFRANCO DI RAGO

La Toscana rilancia sul piano casa. Sono infatti in arrivo 44 milioni di euro per interventi di edilizia popolare, alloggi a canone sostenibile, co-housing e per la re-alizzazione di servizi e attrezzature in vari comuni. Si tratta di uno stanziamento suddiviso in parti uguali tra stato e regione. Le risorse rientrano nel piano nazionale di edilizia abitativa approvato con dpcm del luglio 2009, ma si inseriscono comunque nel più generale contesto degli interventi in favore del settore edilizio.

La regione toscana è stata la prima ad aver varato con legge regionale del 2009 una serie di misure per il rilancio e la riqualifi cazione delle costruzioni. Destina-tari degli interventi sono le abitazioni mono e bifamiliari e i fabbricati destinati ad altro uso con superfi cie lorda utile non superiore a 350 metri quadri. Per gli aumenti è stata giudicata suffi ciente la Dia, da presentare entro il 31 dicembre 2010. E’ stato inoltre previsto che per i cinque anni successivi alla comunicazione di fi ne lavori non possano essere effettuate ulteriori modifi che. Gli edifi ci inte-ressati dalle misure in questione devono essere situati in centri abitati e al di fuori di ambiti a pericolosità idraulica e geomorfologica elevata, a meno che non siano presentate verifi che di sicurezza. È però vietato intervenire su immobili posti all’interno dei centri storici, di parchi o riserve, defi niti di valore artistico, culturale o architettonico, o che hanno un vincolo di interesse storico.

Le opere ammesse riguardano l’ampliamento del 20% della volumetria degli edifi ci residenziali uni-bifamiliari non superiore a mille metri cubi, per un in-cremento massimo di 200 metri cubi. Possibili anche demolizioni e ricostruzioni con ampliamento degli edifi ci residenziali entro il limite del 35%. Consentito l’ampliamento fi no al 20% della superfi cie utile lorda di ciascuna unità immo-biliare non residenziale, per un massimo complessivo di 70 metri quadrati a edifi cio e del 35%, a titolo straordinario, nei casi di demolizione e ricostruzione delle strutture. Tutelata anche l’effi cienza energetica. Per l’ampliamento la climatizzazione invernale deve essere infatti abbattuta di almeno il 20%. Per la demolizione e ricostruzione l’indice si alza al 50%, mentre il raffrescamento estivo deve essere inferiore a 30 Kw/h per metro quadro annuo. Attualmente è poi in corso un ampio dibattito sull’opportunità di estendere le misure del piano casa agli insediamenti industriali con lo scopo di offrire risposte rapide alle esigenze delle attività produttive.

NORME LOCALI / PIANO CASA TOSCANA

Housing sociale da 44 mlnDI GIANFRANCO DI RAGO

Firenze punta a risolvere il problema dell’emergenza abitativa. Il piano casa che il capoluogo toscano ha approntato si basa su due capisaldi, uno legato alla programmazione, e quindi con risultati che si produrranno nel medio e lungo termine, l’altro incentrato sulla necessità di offrire in tempi brevi una risposta ai bisogni non prorogabili. Nel concreto l’amministrazione locale fi o-rentina, per rispondere alle necessità più urgenti legate al disagio abitativo, ha proceduto ad accelerare i recuperi e le consegne degli alloggi immediatamen-te disponibili. Ciò anche per garantire soluzioni adeguate ai nuclei familiari colpiti da provvedimento di sfratto. Da luglio del 2009 sono stati consegnati quasi 200 alloggi, ai quali vanno aggiunti altre abitazioni attualmente in fase di manutenzione e che saranno consegnate a breve, per un totale di 450 uni-tà. Per quanto riguarda la predisposizione di un programma a medio e lungo termine legato alla realizzazione di nuovi alloggi, il comune segue l’iter del piano strutturale e guarda con attenzione al tema dell’housing sociale, potendo contare, tra interventi già programmati e in corso di programmazione, su ul-teriori 650 alloggi. Il quadro economico del complesso di interventi fi nalizzati alle manutenzioni straordinarie e recuperi, aggiornato allo scorso mese di marzo, ammonta a circa 27 milioni di euro (risorse non ascrivibili al bilancio, ma correlate), di cui 13 per recuperi e 14 per manutenzioni (bonifi ca amianto, rifacimento facciate).

Incisiva è poi l’azione portata avanti dal limitrofo comune di Prato che, con una delibera consiliare dello scorso mese di maggio, in controtendenza rispetto allo spirito che ha sin qui animato la normativa regionale, ha di fatto aumentato le possibilità di intervenire sul patrimonio immobiliare cittadino. Nel comune toscano, gli ampliamenti ammessi dalla nuova legislazione sul piano casa pos-sono essere cumulati con quelli previsti dal vigente regolamento urbanistico, anche se già realizzati. Gli interventi di demolizione e ricostruzione sono inoltre consentiti anche sugli immobili per i quali in precedenza era prevista solo la ristrutturazione. Le iniziative del comune di Prato mirano a incrementare il numero di istanze presentate, agevolando le famiglie che intendono ampliare la propria abitazione. Per l’approvazione degli interventi è suffi ciente la Dia, da presentare entro il 31 dicembre dell’anno in corso.

NORME LOCALI / PIANO CASA FIRENZE

Prato, più demolizioni

Supplemento a cura di SIMONETTA SCARANE

[email protected]

Interno (qui sopra),ed esterno, a sinistra,della galleria Ferrraria Maranello. A i anco, Stefano Stanghellini

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24 Mercoledì 27 Ottobre 2010 EDILIZIA E APPALTI

Il progetto da 3,8 miliardi quadruplicherà la superi cie dell’attuale struttura a Bressanone

La biblioteca diventa estroversa Tre giovani progettisti veneti sbaragliano i concorrenti europei

DI ROBERTO GAMBA

Apre in settimana la mo-stra dei progetti parte-cipanti al concorso di progettazione, conclu-

sosi di recente, per la realiz-zazione della nuova biblioteca civica nel centro di Bressano-ne, città altoatesina, nel quar-tiere del Duomo. Si prevede il risanamento dei fabbricati ex-finanza, di parte del tribunale e una nuova costruzione che insisterà sull’area del fabbri-cato sede della diocesi, per un costo stimato di 3,8 miliardi. Il sindaco Albert Purgstaller ed il vice-sindaco Gianlorenzo Pedron hanno riferito che ori-ginariamente la realizzazione della nuova struttura era stata prevista in zona Prie, ma que-sta decisione è stata rivista e si è deciso di mantenere la po-sizione centrale, nel cuore della città. Ben 166 architetti da tut-ta Europa hanno partecipato al concorso.

Il progetto vincitore è di un gruppo che vive e lavora tra Pa-dova e Treviso: Michel Carlana, Luca Mezzalira, Curzio Penti-malli, architetti laureatisi allo Iuav di Venezia, dove attual-mente svolgono attività di colla-borazione e ricerca. Annoverano tra i loro principali progetti il nuovo masterplan per Casale sul Sile (Treviso), la progetta-zione per una sede commerciale e direzionale a San Martino di Lupari (Padova), ville e resi-denze a Treviso e il progetto

«Magic Carpet» (con Riccardo Sanquerin), vin-citore del pre-mio runner-up, all’ultima edi-zione del con-corso Europan 10, Montreux.

Interpellati, riguardo all’im-portante suc-cesso ottenuto in Alto Adige, per i l quale attendono i l conferimento de l l ’ i n car i co per la progetta-zione esecutiva, si dichiarano convinti che la nuova bibliote-ca potrà gioca-re per la città un ruolo fondamentale nella costruzione del suo status cul-turale; che l’opera diverrà un catalizzatore sociale per le per-sone, punto di riferimento, luo-go di incontro. Hanno concepito gli edifi ci e lo spazio aperto a essi circostante come comparti indipendenti, disposti su più piani, messi in connessione da un articolato sistema di distri-buzione verticale.

Il progetto è molto estrover-so, anche grazie a due grandi aperture, una verso il palazzo vescovile, l’altra verso il Duomo ed il suo chiostro, che instaura-no un evidente dialogo con la città. Anche il direttore della

biblioteca, Bruno Kaser, ha spiegato che il pro-getto vincitore si sposa bene con la filosofia di un edifi cio pubblico, che necessariamente si deve aprire al contesto citta-dino. L’ampliamento per-metterà alla struttura di aumentare la superfi cie utile dagli attuali 400 mq, a circa 1.600 mq. Il progetto classifi cato al se-condo posto è dei tedeschi Jörg Sturm e Susanne Wartzeck; terzi sono sta-ti Medine Altiok e Georg Precht di Zurigo.

© Riproduzione riservata

DI CARLO ARCARI

Rialzare un chiesa millenaria di 80-90 centimetri trasformando l’impresa in due ore di spettacolo televisivo in mondovisio-ne. E’ la proposta che un grande network americano (il nome è ancora top secret) tramite il Consorzio Wylford, ha fatto alla Curia e alla Soprintendenza ai beni culturali di Venezia per sostenere i costi necessari per sollevare sopra il livello dall’acqua alta la chiesa di San Moisè a due passi da Piazza San Marco. Il mo-numento che per 200 giorni l’anno viene invaso dalla marea, in poco più di cinque mesi di lavoro potrà così mettersi al sicu-ro in attesa che il sistema Mose diventi fi nalmente operativo. Lo garantiscono il Consorzio Wylford e che promuove l’ini-ziativa e la Soles, la società padovana tito-lare della tecnologia, che ha già fatto una simile operazione a Forlì. «Il via libera della Curia c’è già e i soldi dello sponsor ci sono, manca solo l’autorizzazione della Sovrintendenza, che si muove con mol-ta cautela», ha dichiarato Ezio Siviero, ordinario di Ponti allo Iuav, alla facoltà di architettura di Venezia che segue dal punto di vista scientifi co il progetto Rialto che prevede di sollevare anche il palazzo Camerlenghi, sede della Corte dei Conti, «Il progetto che si potrebbe estendere ad altri edifi ci e porzioni di territorio vene-ziano rientra tra gli interventi sinergici con il sistema Mose».

San Moisè pesa circa 6.000 tonnellate

è ha una superfi cie in pianta di mille metri quadri. Il costo per l’intero intervento di restauro è stimato in circa 8 milioni di euro (di cui 3 solo per il solleva-mento). Palazzo Camerlenghi invece pesa 6 mila tonnellate e ha una superfi cie in pianta di mq 700 mq. Per metterlo in sicurezza e restaurarlo baste-ranno 4,5 milioni. I proprietari di immobili e gli amministrato-ri locali sono molto interessati all’iniziativa: sollevare un edi-fi cio costa 2.500 euro al metro quadro, ma consente il recupero di superfi ci il cui valore medio di mercato è di 6 mila.

Il sollevamento come è già stato dimostrato dalla Soles, avverrà senza toccare le in-frastrutture dei palazzi. La soluzione proposta consiste nel costruire sotto l’edifi cio un «vassoio» di cemento armato nel quale sono alloggiate le guide di decine di pali (fi no a 10 per metro quadrato) che verranno infissi profondamente fino a toccare a circa 70 metri la base di caranto che sta sotto il fondale lagunare. Poi, gra-zie a dei martinetti idraulici controllati elettronicamente, che agiscono sui pali, l’edifi cio verrà sollevato di 70 centimetri ponendolo a una quota minima di 1,30 metri sul livello medio del mare. In questo

modo si renderà agibile il piano terra del palazzo, risolvendo il problema dei ma-gazzini e dei locali tecnici oggi sempre allagati, recuperando anche il basamento dell’ordine architettonico.

«Venezia si è sempre adattata all’am-biente e questo sistema che consente agli

edifi ci di adattarsi alle muta-te condizioni del territorio sembra fatto apposta per la città», ha affermato Siviero, «I problemi dal punto di vista tecnico sono tutti risolti. Il si-stema garantisce la certezza dei costi, il consolidamento defi nitivo delle fondazioni, il blocco della risalita dell’acqua nei muri, il recupero delle al-tezze originali degli interni e l’abitabilità dei piani ter-ra. Ma la sfi da va ben oltre perché se si rialza l’edifi cio bisogna pensare anche a si-stemare l’ambiente circostan-te che va ristrutturato e ade-guato alle nuove condizioni. Dal punto di vista economico i costi e i benefi ci interessanti per i proprietari degli immo-bili. Il progetto pone però un problema urbanistico, legato all’aumento delle cubature fuori terra, inoltre c’è l’aspet-to delicato delle relazioni con le proprietà dei vicini che non sono mai facili. Insomma

questa tecnologia lancia una sfi da che mette alla prova ingegneri, urbanisti, ar-chitetti, storici dell’arte, ambientalisti, economisti, amministratori e legislato-ri. Venezia sarà il campo di prova, se si vince qui».

© Riproduzione riservata

Visioni veneziane, il sogno di sollevare San Moisè dall’acqua alta in diretta tv

Il progetto vincitoreper la biblioteca di Bressanone

La chiesadi San Moisè a Venezia

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25Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 2EDILIZIA E APPALTI

Fino al 14 novembre le osservazioni al piano di governo del territorio che l’Inu promuove a metà

Milano premia la casa risparmiosaMasseroli: ampliamenti in cambio di effi cienza energetica

DI MILA SICHERA

C’è tempo ancora fino al 14 novembre per presentare le osser-vazioni al piano di

governo del territorio del comu-ne di Milano, «che», ha dichia-rato l’assessore all’urbanistica, Carlo Massero-li, «peseranno tantissimo in una prospet-tiva costrutti-va. Mi aspetto l’opportunità di un’interlocuzio-ne con la città, sperando che chiunque voglia partecipare alla costruzione del bene comune lo faccia, portando il proprio contri-buto». «E’ un piano sicuramen-te migliorabile», ha continuato Masseroli, «quello che abbiamo scritto non è appieno un piano urbanistico, ma un nuovo siste-ma di welfare, una piattaforma su cui innescare nuovi progetti». Condivide l’opinione del piano perfettibile Federico Oliva, pre-sidente dell’Istituto nazionale

di urbanistica, che in questi anni ha pre-

sentato dei documenti di anali-si critica sul Pgt di Milano. «E’ un piano che ha sposato molti dei temi veicolati da anni dal-la riforma urbanistica dell’Inu (perequazione, compensazione, mobilità sostenibile, infrastrut-ture su ferro) ma non si scagiona dalla ipertrofica e immotivata crescita, comunicata dal Pgt col termine densificazione. Inoltre, ha il retaggio di un disegno esau-rito entro i confini comunali,

senza un respiro metropolitano che tenga conto delle necessità di 5 milioni di persone della città reale (quella entro i confini ha solo 1,3 milioni di abitanti)».

Ma cosa suc-cederà dopo l’approvazione del piano? Oli-va ritiene che si continuerà a costruire molto, laddove gli interessi degli ope-ratori immobiliari troveranno le giuste opportunità. «Nel frat-tempo sin da subito», ha rilevato

Claudio De Albertis, pre-sidente dei costrut-

tori edili di As-simpredil Ance d i Mi lano, Lodi, Monza Brianza e rela-tive province, «sarà possibi-le utilizzare le premia-lità del 5% in termini di slp, de-r i v a n t i dagli in-

terventi fi nalizzati al risparmio energetico, che potrà interessare la gran parte del parco costru-ito negli anni ’50 e ‘60, dotato

di impianti molto inqui-nanti». «La premialità del 5%», ha preci-sato Massero-li, «giustifica la sostenibili-tà economica

dell’intervento: gli inquilini con-tinueranno a pagare la stessa cifra senza il carico dei lavori, mentre l’operatore che sostitui-rà e gestirà l’impianto pagherà meno al fornitore di energia, incamererà la plusvalenza ge-nerata e il suo investimento ini-ziale sarà premiato dal comune con la cessione del 5% di slp. Su tale questione una delibera sarà votata prima dell’approvazione del piano entro il 14 febbraio». «Resta comunque il fatto, di là dall’indice di premialità alla fine deliberato, ha affermato De Albertis, «che sarà un’incre-dibile opportunità per trasfor-mare il prodotto edilizio in un servizio».

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Federico Oliva: il piano recepisce molte indi-

cazioni avanzate dalla riforma urbanistica, ma con la densifi cazione permetterà l’aumento

delle costruzioni

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De Albertis: bonus volumetrico del 5% per gli intereventi

fi nalizzati al risparmio energetico

Carlo Masseroli

Federico Oliva

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26 Mercoledì 27 Ottobre 2010 EDILIZIA E APPALTI

In costruzione, viene continuamente sottoposta ad aggiustamenti per non essere superata

Giapponese l’antenna tlc più altaTokyo Sky Tree di Tadao Ando cerca il primato dell’altezza

DI ELENA GALLI

Ufficialmente è ormai di-ventata l’edificio più alto del Giappone. Ma la sua corsa verso il cielo non

si ferma qui. E la sua altezza da Guinness viene ritoccata in corso d’opera, in modo che non venga superata da altri edifici nel mon-do. La Tokyo Sky Tree, progettata da Tadao Ando e dallo scultore Ki-ichi Sumikawa e attualmente in costruzione nel centro della capi-tale nipponica, è infatti destinata a raggiungere i 634 metri di altez-za entro la fine del 2011, quando, secondo la tabella di marcia del costruttore (Tobu Tower Sky Tree Co.), è prevista la conclusione dei lavori. E allora toccherà un altro primato: sarà infatti la torre per le telecomunicazioni più alta del pianeta. L’altezza della Tokyo Sky Tree era stata inizialmente fissata ad almeno 610 metri: i co-struttori si erano però riservati la decisione sull’altezza finale a una data posteriore. Visto che la torre è fin dall’inizio destinata a essere la più alta del mondo, già nei piani strutturali erano previ-sti aggiustamenti finali, in attesa

che altri edifici attualmente in costruzione nel mondo, come le torri Tv di Guangzhou e Canton, in Cina, raggiungessero l’altezza definitiva.

In vista del passaggio, nel lu-glio 2011, dalla te-levisione analogica a quella digitale, cinque stazioni commerciali giap-ponesi, oltre alla Nhk, la Japan Broadcasting Cor-poration, hanno in-dividuato nell’area di Sumida Ward il luogo adatto ad accogliere la torre, che si innalza in posizione defilata rispetto alla selva di grattacieli, alti fino a 200 metri, costruiti nel centro di Tokyo.

Oltre all’anten-na, la torre ospite-rà due osservatori (a 350 e 450 metri di altitudine), ri-storanti e negozi. Nella lobby dell’os-

servatorio posto a 450 metri è previ-sta una passerella rivestita in cristal-lo, che sarà la sky walk più alta del mondo. L’edifi cio, i cui costi sono fi ssati in circa 65 miliardi di yen (oltre 572 milioni di euro), sarà attrezzato con

sistemi per la prevenzione di calamità, un must in un paese sismico come il Giappone.

La base della Tokyo Sky Tree è triangolare, una forma che minimizza l’impatto dell’edifi cio sugli immediati dintorni, oltre a simboleggiare l’incrocio tra le aree di Sumidagawa, Arakawa e le direttrici di traffi co est-ovest. I lati, a forma di arco, richiama-no dei cancelli aperti. Salendo

verso la sommità, la forma della torre diventa però circolare, per meglio resistere ai forti venti che soffiano a quell’altitudine, mentre l’edifi cio si assottiglia e l’argento bluastro della Sky Tree si confonde con l’azzurro del cielo. La peculiarità dell’edifi cio sta nel fatto che esso assume una forma diversa a seconda dell’angolo di visuale. Ai piedi della nuova torre sorgerà una «città nella città», che si estenderà per 400 metri tra le stazioni di Oshiage e Narihira-bashi e occuperà una superfi cie di circa 3,7 ettari.

La Tokyo Sky Tree aveva rag-giunto lo scorso marzo il primato di edifi cio più alto dell’arcipelago, dopo aver superato la storica Tok-yo Tower (333 metri, inaugurata nel 1958), anche se la costruzio-ne più alta nella storia del Sol Levante era la torre d’acciaio di Tsushima (455 metri), nel Sud dell’arcipelago, ultimata nel 1974 per la trasmissione radio del si-stema di navigazione Omega. La torre fu smantellata nel 2000.

L’inaugurazione uffi ciale della Tokyo Sky Tree è prevista nella primavera del 2012.

© Riproduzione riservata

La Tokyo Sky Tree

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27Mercoledì 27 Ottobre 2010

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Presentato ieri agli amministratori delegati e ai presidenti il piano di riorganizzazione di Equitalia

La riscossione ricomincia da treLe 19 società del gruppo accorpate in Nord, Centro e Sud

DI CRISTINA BARTELLI E STEFANO SANSONETTI

Equitalia riparte da tre. Le 19 società del gruppo si preparano a un’operazione di

restyling che dovrà essere chiusa al 31 dicembre 2011. La rivoluzione prevederà un accorpamento delle 19 realtà, a oggi operanti come società holding che guardano a Equi-talia spa, società capogruppo, in tre società. Una per il Nord, una per il Centro e una per il Sud. Mentre continueranno la loro strada Equitalia servizi, Equitalia giustizia e Equitalia Sicilia. La riorganizzazione è stata presentata ieri a Roma in un incontro con gli am-ministratori delegati e i presidenti delle socie-tà del gruppo il cui presidente è Attilio Befera (numero uno dell’Agenzia delle entrate) e il cui di-rettore generale è Marco Cuccagna.

La prima società che andrà a gestire la realtà del Nord, avrà sede a Milano e unisce le società di Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Val d’Aosta, Trento e Bolza-no, la seconda sarà quella dell’area centro con sede mol-to probabilmente a Firenze, e vedrà sotto il suo controllo l’Emilia romagna, la Toscana, le Marche, il Molise, l’Abruzzo e l’Umbria. La terza sarà la società che gestirà il Sud con sede a Roma e accorperà al suo interno le società di Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Strada autonoma per Equitalia Sici-lia, per Equitalia giustizia e Equitalia servizi.

Le tre società saranno artico-late in Dra, direzione regiona-li dell’Agenzia sulla falsariga delle Dre, direzioni regionali dell’Agenzia delle entrate, le Dra saranno poi sul territo-rio ulteriormente suddivise in strutture provinciali. Questo schema, in sostanza, servi-rebbe a uniformare il sistema della riscossione all’attuale struttura organizzativa di Agenzia delle entrate, Inps e Guardia di fi nanza. Le fi gure di vertice delle società saranno il presidente, l’amministratore delegato e un direttore gene-rale o operativo. L’obiettivo dell’operazione, tra le varie

cose, è il contenimento dei co-sti. Da quelle che oggi sono 19 contabilità diffe-renti, o da quelli che oggi sono 19 differenti uffi ci acquisti, si pas-serà a 3. Ma ai piani alti di Equitalia non ci si nasconde che con questa maxioperazio-n e d i

accorpamento si punta anche a bilanciare performance di bilancio negative di alcune so-cietà dell’attuale galassia di Equitalia. Al 31 dicembre del 2009, infatti, ci sono re-altà che hanno chiuso con un rosso. È chiaro che unirsi a realtà che hanno bilanci migliori consente questa compensazione.Il piano, così prospettato,

dopo l’incontro con le organizzazioni

sindacali in programma per i pros-simi giorni dovrà es-sere uffi-cialmente discusso nel corso del consi-

glio di am-ministra-z ione d i Equitalia fissato per il prossimo 11 novem-

bre.

Da gennaio 2011 l’Agenzia delle dogane si riorganizza. Al via le direzioni interregionali e addio alle tradizio-nali direzioni regionali. Il tutto si tradurrà in una sfor-biciata alla catena del controllo. Inoltre in arrivo i di-stretti realtà territoriali specifiche che si occuperanno per tutto il nuovo ambito di competenze specifiche in precedenza assegnate alla direzione regionale. L’agen-zia guidata da Giuseppe Peleggi è al lavoro dunque per portare a casa in tempi sprint la riorganizzazione frutto anche della legge Brunetta che ha richiesto il taglio del 15% delle posizioni dirigenziali di vertice e il 10% dei dirigenti. Addio dunque alle direzioni re-gionali per far posto a 10 direzioni interregionali e due direzioni provinciali, quelle di Trento e Bolzano. I primi test, condotti nelle direzioni interregionali di Piemonte e Valle d’Aosta, e di Calabria e Campania devono aver convinto a dare un colpo di acceleratore, dal primo gennaio si parte. Per le province di Trento e Bolzano sono previsti due mesi di sperimentazione. Le nuove direzioni territoriali che avranno compiti specifici per settori come personale o acquisti sono 14: Torino, Genova, Milano, Venezia, Trieste, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Ancona, Bologna e Palermo per le regioni di appartenenza. Torino, invece per il Piemonte e per la Valle d’Aosta, Firenze per la Toscana e l’Umbria, Roma per il Lazio e l’Abruzzo, Bari per la Puglia, il Molise e la Basilicata.

Le nuove direzioni inter-regionali si occuperanno di sei aree: personale, do-gane, accise, antifrode, le-gale e servizi chimici. E sempre ieri accanto alla riorganizzazione, è arri-vato anche il piano delle assunzioni per il 2010. Le prossime acquisizioni del personale prevedono nell’ambito dei concor-si pubblici a 50 posti di operatore tributario (ora operatore doganale), a 20 posti di operatore sala macchine (ora operatore doganale) e a 60 posti di funzionario tributario (ora funzionario dogana-le) sono previste le as-sunzioni degli idonei non ancora convocati e degli idonei che hanno presen-tato richiesta di proroga per complessive 15 unità. È prevista l’assunzione di complessivi 223 idonei presenti in graduatorie formalizzate nel 2006 e relative a personale da assumere con contratto di formazione e lavoro e da inquadrare nella secon-da area F3 appartenente agli ex profili di assisten-te tributario e assistente tecnico di laboratorio di analisi.

Cristina Bartelli

Dal 2011 Dogane interregionali

Giudici tributari, compensi in salvo per il primo semestre 2010. Per uno zero di troppo va in tilt il fondo per il pagamento del compenso dei giudici tributari. Un er-rore materiale nella digitazione del costo della commissione tributaria di Caserta, passata da 400.000 a 4.000.000 di euro al ritmo di una digitazione sulla tastiera, ha fatto sì che, per il primo semestre 2010, per i giudici tributari nella tabella di ri-partizione dei compensi non c’erano più risorse suffi cienti tanto che il dipartimen-to delle fi nanze ha stabilito una decurta-zione nella misura del 17% (si veda Ita-liaOggi del 20/10/2010). Ma, il consiglio di presidenza della giustizia tributaria a cui spetta la raccolta, il controllo e l’in-vio dei dati relativi ai giudici tributari al dipartimento delle fi nanze, una volta sco-vato l’intoppo ha trasmesso i nuovi dati. Il dipartimento con una nota diffusa ieri ha provveduto a ricalcolare la tabella dei compensi: «Tale nuova determinazione, che si è resa necessaria per correggere un errore di imputazione dei compensi da parte del Consiglio di Presidenza di giu-stizia tributaria, assicura l’integrale pa-gamento dei compensi stessi», assicurano dal dipartimento. Il consiglio auspica per il futuro un miglior coordinamento sulle problematiche relative alla liquidazione dei compensi nell’interesse dei giudici tributari e dell’amministrazione

Domenico Morosini

Giudici tributari,compensi ricalcolati

Proroga delle agevolazioni del 55% sugli interventi di risparmio energetico negli edifi ci e aumento degli sgravi a sostegno del salario di produttività. Queste alcune delle misure che saranno contenute nel de-creto legge fi nanziario da circa sette miliar-di di euro a cui sta lavorando il ministero dell’economia e delle fi nanze e che sarà varato entro fi ne anno. Tra le spese inde-rogabili, per circa cinque miliardi, che do-vranno essere fi nanziate per il 2011, anche le missioni internazionali, l’autotrasporto. Ma da reintegrare ci sono anche gli ammor-tizzatori sociali, il fondo per la ricerca, le risorse all’università. Il provvedimento do-vrà inoltre prevedere anche gli annunciati interventi per sostenere la crescita, tra cui appunto la proroga delle agevolazioni, una misura ampliamente utilizzata sia dalle aziende sia dai contribuenti. Altro piatto forte del decreto sarà la detassazione del salario di produttività anche nel 2011 (tet-to di 6 mila euro per redditi non superio-ri a 40 mila). La stessa misura, nel 2010, ha avuto un costo stimato dal governo in 860 milioni, ma con una soglia di reddito inferiore a 35 mila euro. Due saranno le voci principali di entrata: i giochi e il piano frequenze terrestri che si libereranno con il passaggio alla tecnologia digitale. Secon-do quanto si apprende da fonti di governo infatti, dalle aste delle frequenze per gli operatori di telefonia mobile arriverebbero nuove risorse per tre miliardi di euro.

In arrivo dl da 7 mld,scommessa sul 55%

Marco Cuccagna

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28 Mercoledì 27 Ottobre 2010 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Mercato del lavoro congestionato per i giovani avvocati. L’ennesima prova di quanto siano in eccesso i professionisti del diritto rispetto alle posizioni aperte arriva dall’Inps. E in particolare dal-la risposta al bando per partecipare

alla selezione per la disponibilità di avvocati esterni domiciliatari: all’Isti-tuto di previdenza sono arrivate in-fatti 7.500 domande per 2.600 posti disponibili. Cioè praticamente il triplo. Lo ha comunicato l’Inps in una nota,

dove specifi ca che una commissione centrale effettuerà la valutazione dei curricula dei richiedenti inseriti nelle liste provvisorie circondariali. Entro il mese di dicembre 2010 saranno com-pilate le liste defi nitive, nel rispetto

del numero massimo di posti stabilito, sulla base di criteri oggettivi relativi ai curricula e all’esperienza professionale e per ordine di punteggio decrescente. Le liste defi nitive saranno pubblicate sul sito istituzionale dell’Inps. L’Avvo-

catura dell’Istituto potrà così contare a partire dal 2011 anche sul sostegno di avvo-cati domiciliatari e sostituti d’udienza dislocati sull’in-tero territorio nazionale. A questi, si aggiungeranno presto i circa 400 avvocati praticanti che risulteranno ammessi alla pratica foren-se presso le avvocature ter-ritoriali dell’Inps (il relativo bando, avviato da lunedì 25 ottobre, scade alle ore 24 del 22 novembre 2010). Nel dettaglio, il bando per acquisire la disponibilità di legali esterni, come procu-ratori domiciliatari o sosti-tuti d’udienza, che possano supportare gli avvocati dell’Istituto nella gestione del contenzioso, era stato aperto il 15 settembre scor-so (si veda ItaliaOggi Set-te del 20 settembre). Con l’obiettivo di mandare a regime la sperimentazione, avviata nel 2009 nelle aree critiche del Centrosud, e che ha consentito di rafforzare gli uffi ci legali dell’Istituto con circa 250 domiciliata-ri. Il contenzioso dell’Inps, afferma lo stesso Istituto, vale infatti circa il 20% di quello nazionale (poco meno di un milione di cause sul totale di circa 5 milioni di cause civili pendenti nell’in-tero paese). Fino al 2008 l’Inps soccombeva nel 60% dei casi. Oggi l’avvocatura dell’Istituto prevale nel 58% dei giudizi (con un incre-mento del 18% dei successi nel corso dell’ultimo anno). «Si sta compiendo un nuovo e ulteriore passo in avanti verso la piena operatività della nuova confi gurazione dell’avvocatura dell’Inps, sempre più effi ciente e ag-guerrita per poter far fron-te al contenzioso più consi-stente d’Italia», commenta il presidente dell’Inps, An-tonio Mastrapasqua, «Con l’apertura agli avvocati domiciliatari, ai sostituti d’udienza e ai praticanti, su tutto il territorio nazio-nale, potremo contrastare sempre più attivamente le cause rivolte all’Inps». «La nostra avvocatura», con-clude Mastrapasqua, «avrà strumenti in più per difen-dere gli interessi dell’Istitu-to e confermare i risultati che, grazie all’impegno e alla professionalità mani-festati, hanno permesso in quest’ultimo anno e mezzo di ridurre signifi cativamen-te il tasso di soccombenza e aumentare proporzional-mente quello dei successi in giudizio».

Gabriele Ventura

I DATI RELATIVI ALLA SELEZIONE PER LA DISPONIBILITÀ DI DOMICILIATARI

L’Inps cerca 2.600 avvocati. E arrivano 7.500 domande

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29Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 2I M P O S T E E TA S S E

Le Entrate hanno risposto a un interpello sulle commesse pluriennuali

Par condicio nell’appaltoImputazione a periodo per i ricavi. E per i costi

DI GIULIO ANDREANI E ANGELO TUBELLI

Dietro front dell’Agenzia delle entrate sulle opere ultrannuali: il criterio di imputazione a periodo

per le commesse pluriennali deve applicarsi non solo ai ricavi della commessa, ma anche ai relativi costi ma-turati anno per anno. Con la risoluzione n. 260/E del 22 ottobre 2009, l’Agenzia delle entrate si era pro-nunciata in merito all’imputazione a periodo dei costi so-stenuti da un’impre-sa in che aveva poi subappaltato ad un’altra impresa, affermando che, per la società subappaltante, tali costi costituiscono componen-ti negativi di reddito deducibili solo nell’esercizio nel corso del quale le opere subappaltate sono ultimate e liquidate in via defi -nitiva, giusta il disposto dell’art. 109, comma 2, lett. b), del Tuir (a norma del quale le spese per l’acquisizione di servizi si consi-derano sostenute alla data in cui

sono ultimate). A ben vedere, l’A.F. aveva tut-

tavia fatto erronea applicazione proprio del principio di compe-tenza, giacché in base a esso alla formazione del reddito di un de-terminato esercizio devono con-correre i ricavi e i costi correlati, ovverosia attinenti alla medesima

produzione genera-ta in tale esercizio. I costi di competenza di un certo esercizio sono, infatti, quelli relativi ai fattori utilizzati per la pro-duzione ottenuta nel medesimo esercizio in cui concorrono a formare il reddito i

ricavi attinenti tale produzione. Con riguardo alle commesse plu-riennali, l’art. 93 del Tuir richiede che il valore di dette opere deve concorrere alla formazione del reddito imponibile, dell’impresa che le esegue, sotto forma di ri-manenze determinate sulla base dei corrispettivi pattuiti e, quindi, in misura proporzionale ai lavori eseguiti in ciascuno degli esercizi interessati dalla esecuzione del-le opere. Tale prescrizione deriva

dall’esigenza di rispettare il cri-terio di competenza, attribuendo, a ciascun esercizio interessato dalla produzione, la quota parte dell’utile derivante dalla realiz-zazione di una commessa plu-riennale. Attesa la necessaria correlazione tra i ricavi di vendi-ta realizzati in un determinato esercizio e i costi sostenuti per la produzione dei beni e dei servizi cui tali ricavi si riferiscono, per-tanto, alla formazione del reddito d’impresa dell’esercizio in cui le rimanenze finali sono rilevate devono concorrere anche i costi correlativi; viceversa, se la dedu-zione dei suddetti costi dovesse spettare unicamente nell’eserci-zio di ultimazione delle opere, si verifi cherebbe un risultato a dir poco paradossale, in quanto alla formazione del reddito d’impre-sa degli esercizi interessati dal-la lavorazione, diversi da quello di ultimazione, concorrerebbero unicamente i ricavi della com-messa maturati (ma non i relativi costi), mentre alla formazione del reddito d’impresa dell’esercizio di ultimazione dell’opera concorre-rebbero, da un lato, solo i ricavi generatisi nel suddetto periodo

e, dall’altro, tutti i costi sostenuti per la realizzazione dell’opera.

Ne discende che, stante la ne-cessaria correlazione costi-ricavi (di cui il principio di competenza costituisce espressa manifesta-zione), i costi delle opere subap-paltate devono concorrere anno per anno a formare il reddito, e non al momento dell’ultimazio-ne dei lavori. Il disorientamento degli operatori generato dalla risoluzione n. 260/E del 2009 ha, fortunatamente, avuto vita breve, in quanto, in risposta ad una recente istanza di interpel-lo, l’Agenzia delle entrate ieri ha rettifi cato il proprio orienta-mento, riconoscendo, come da più parti auspicato, che il criterio di imputazione a periodo previsto dall’art. 93 per le commesse plu-riennali deve applicarsi non solo ai ricavi della commessa, ma anche ai relativi costi maturati anno per anno.

©Riproduzione riservata

Il fi sco spagnolo ha annun-ciato di aver incassato 260 milioni di euro provenienti dalla regolarizzazione ‘vo-lontaria’ della posizione di 659 contribuenti spagnoli con conti nella fi liale svizze-ra della banca Hsbc scoperti grazie alla cosiddetta Lista Falciani. Il segretario di sta-to Carlos Ocana ha spiegato che i dati sono ancora ‘’prov-visori’’ perche’ si riferiscono alle entrate registrate fi no a settembre, e si prevede che aumentino. Lo scorso giugno il fi sco scrisse ai titolari spa-gnoli di conti Hsbc assicu-rando di conoscere i dati di circa 3 mila conti correnti aperti a loro nome in Svizze-ra, dove erano depositati cir-ca 6 miliardi di euro. Il fi sco dava loro un mese di tempo per regolarizzare. Davanti alla quasi totale assenza di risposte ha deciso recente-mente di aprire procedimenti di indagine sui possessori dei conti, che hanno quindi de-ciso in massa di denunciare i loro averi.

LISTA FALCIANI

La Spagna incassa

260 mln €

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Una riso-luzione del 2009 aveva creato diso-rientamento tra operatorit

La risoluzionesul sito www.italia-oggi.it/documenti

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30 Mercoledì 27 Ottobre 2010 I M P O S T E E TA S S E

TRANSFER PRICING/Le novità normative per le imprese

Scadenze in prorogaLa richiesta: più tempo per gli invii

DI CRISTINA BARTELLI

Verso un rinvio per la sca-denza del transfer pricing. La data del 28 dicembre, termine in cui per le im-

prese è consigliabile inviare le corpose documentazioni in ma-teria di prezzi di trasferimento all’amministrazione finanziaria è troppo ravvicinata. La posta in gioco è molto alta: l’esenzione dell’applicazione delle sanzioni in caso di verifica fiscale. Anche se uno spiraglio lo fa intravedere Luca Miele dirigente del dipar-timento delle finanze, interve-nendo al convegno organizzato da Optime e dalla cattedra di diritto tributario della facoltà di giuri-sprudenza dell’università Catto-lica del Sacro cuore, ieri a Milano, dal titolo, «La disciplina del tran-sfer pricing»: «saranno ritenute valide eventuali comunicazioni successive al predetto termine, sempreché le stesse siano state trasmesse antecedentemente all’inizio di accessi ispezioni e verifiche». La proroga dovrebbe però trovare un veicolo normativo e magari la strada giusta potreb-be essere proprio il decreto legge di fine anno in corso di prepara-

zione. Intanto l’agenzia sta ulti-mando la circolare che dovrebbe sciogliere i nodi per gli aspetti relativi al pregresso e per le so-cietà che hanno in corso accessi e verifiche. In particolare, per que-ste ultime si dovrebbe dire se sia possibile presentare comunque la documentazione oppure no, stan-te ancora non scaduto il termine del 28 dicembre. Ma sul punto è stata riportata l’esperienza dell’ufficio di Roma delle Entra-te che in due verifiche in corso, in assenza di un orientamento di prassi in tal senso non ha ricono-sciuto la possibilità all’impresa. Giammarco Cottani, advisor della commissione affari fiscali Ocse, precisa che per l’Ocse le linee guida 2010 hanno valore retroattivo in quanto chiarifica-zioni e puntualizzazioni di quelle del 1995. Mentre non si sbilancia Antonino Graci, della direzione centrale accertamento dell’Agen-zia delle entrate che concentra la sua attenzione sull’affinamento delle metodologie di controllo. L’Agenzia, però vuol escludere qualunque tipo di automatismo nella selezione delle liste dei cat-tivi per quelle società che non dovessero presentare nei tempi

la documentazione transfer pri-cing. Nel solco del tutoraggio sono poste sotto la lente del fisco quelle realtà aziendali che hanno fatto ricorso ad arbitraggi, a tax planning considerate dannose e, frutto della crisi, che hanno fatto ricorso a un utilizzo anomalo del-le perdite fiscali: «Si assiste» ha raccontato Graci, «ad un utilizzo della legislazione italiana per far emergere come base imponibile l’aspetto legato alle perdite fisca-li». Ma i problemi con, quella che tutti i relatori hanno definito, una svolta epocale, nella legislazione fiscale italiana, non è solo dei con-tribuenti ma anche dei funzionari che sono stati sottoposti a corsi di formazioni di elevata qualità.

L’obiettivo, come ha fatto nota-re Marco Miccinesi, ordinario di diritto tributario dell’universi-tà cattolica del sacro cuore è quel-lo di consentire al fi sco di arrivare a una codifi cazione standardiz-zata dei prezzi di trasferimento, facendo in modo di effettuare le verifiche sapendo già a livello statistico quali sono i prezzi di trasferimento riconosciuti. Sul punto però nulla ancora è stato preso in esame dall’Agenzia.

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Il sito internet dell’Agenzia delle entrate si rifà il look. È online da ieri, infatti, la nuova versione del sito istituziona-le (invariato, invece, l’indirizzo web per raggiungerlo: www.agenziaentrate.gov.it), fi nalizzata a rendere più semplice e operativo l’utilizzo da parte di contribuenti e professionisti. Una delle principali novità consiste, nella home page, nella schermata che consente all’utente di scegliere il proprio profi lo fi scale: lavoratore dipendente, pensionato, ente no profi t, imprenditore, società, ente pubblico o professioni-sta. Selezionando il profi lo di proprio interesse, è possibile accedere a tutte le informazioni utili, ai servizi e alla modu-listica propri di ciascuna categoria. Maggiore visibilità an-che ai servizi online dell’Agenzia, accessibili direttamente dalla home page: Civis, F24 web, Unico web, Locazioni web, Cassetto fi scale e il calcolatore del bollo auto. Spazio, quin-di, allo scadenziario del mese, con un intuitivo calendario mensile nel quale sono evidenziate le date che costituiscono i termini per gli adempimenti tributari.

Valerio Stroppa© Riproduzione riservata

Agenzia entrate, debuttala nuova vetrina online

Il ministero della salute ha comuni-cato ieri che provvederà al fi ne di modi-fi care il sito anagrafenazionalefelina.it che, rifacendosi a quello istituzionale del ministero, trae potenzialmente in inganno i cittadini. L’iniziativa propo-sta da Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) consiste infatti nella creazione di un banca dati informatizzata su base volontaria a carattere privatistico. Il ministero si prefi gge invece di realizzare un’anagra-fe nazionale istituzionale felina obbli-gatoria gestita in accordo con le regioni e province autonome, analogamente a quanto già in essere per la specie cani-na. Solo un sistema uffi ciale validato potrà consentire la tracciabilità degli animali.

L’iniziativa di customer satisfaction «Mettiamoci la faccia» piace sia alle amministrazioni sia agli utenti e lo testimoniano i 1.246 sportelli aperti in un solo anno dall’avvio della spe-rimentazione. È quanto si apprende dalla relazione al parlamento sullo stato della p.a. che il ministro per la Psa e l’innovazione Renato Brunetta ha presentato nei giorni scorsi. Entro la fi ne del 2010 è prevista l’attivazio-ne di ulteriori 1.600 sportelli dotati di emoticon (le cosiddette «faccine»). Nel primo anno di attività il livello generale di giudizi positivi si attesta intorno all’81% sul totale dei giudizi espressi, mentre i giudizi negativi sono circa il 6%.

Via libera da parte della commissione europea al decreto Aams sul SuperE-nalotto online. Il decreto, ha spiegato ieri Agipronews, era stato inviato a luglio dai Monopoli e dopo tre mesi di stand still può tornare in Italia per la defi nitiva applicazione. Il testo si

inserisce nel «mosaico» del gioco on-line, che verrà interamente rinnovato, come previsto dalla legge comunitaria 2008. Le modifi che più evidenti, nella nuova versione del decreto per i giochi numerici a totalizzatore online, ha proseguito Agipronews, riguardano la gestione dei conti gioco. Lo schema di contratto e ogni altra operazione ver-ranno disciplinati dai dettami della legge comunitaria, che prevedono il controllo completo da parte dei mono-poli di stato. Per essere autorizzati alla raccolta i «punti vendita» dovranno essere autorizzati direttamente da Aams, «a seguito di richiesta scritta, e all’esito positivo di apposita successiva e necessaria istruttoria»

«È stato varato un sistema di media-conciliazione per la risoluzione delle controversie giudiziarie nel civile che colpisce il diritto ad un “servizio-giu-stizia” effi ciente e celere: i cittadini, se non si interviene con adeguate modifi -che, subiranno con certezza gravissimi pregiudizi in aspetti importanti della vita di tutti i giorni». Così Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo unita-rio dell’avvocatura, ha ribadito ieri le critiche al sistema di mediaconciliazio-ne obbligatoria e ha accolto, con favore, la presentazione di un ddl che recepisce buona parte delle proposte avanzate dall’Oua per correggere il decreto legi-slativo. Tra le proposte di modifi ca la facoltatività del ricorso alla mediazio-ne pregiudiziale, con abbandono della formula dell’obbligatorietà e la previ-sione della necessità dell’assistenza di un avvocato, sia nella presentazione dell’istanza di mediazione, sia in tutto il corso della fase.

La fondazione dei geometri e geome-tri laureati della provincia di Cuneo e

il consiglio notarile dei distretti riuniti di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo or-ganizzano sabato 30 ottobre alle ore 9 a Cuneo (via A. Ferraris di Celle 2, presso l’aula magna dell’università degli Stu-di di Torino, facoltà di giurisprudenza) il convegno «La conciliazione, utilità e problematiche». Parteciperanno fra gli altri: Ivo Grosso, presidente del Consi-glio notarile di Cuneo, e Fausto Savoldi, presidente del Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati.

«Dai contatti quotidiani con i co-muni italiani emerge, ogni giorno con maggiore nettezza, la diffi coltà ogget-tiva in cui versano gli amministratori locali alle prese con la predisposizione delle prime stime per l’approvazione dei bilanci di previsione, dovuta ad una assoluta mancanza di risorse e ad una assoluta mancanza di certezza sui numeri». È quanto ha affermato ieri il presidente dell’Anci, Angelo Rughetti. «Infatti», aggiunge, «se dal punto di vista macroeconomico la situazione è abbastanza chiara e i 5,5 miliardi di trasferimenti tagliati sono facilmente individuabili (1,5 dei comuni e 4 delle regioni), i numeri dei singoli comuni sono diffi cilmente calcolabili. Infatti manca ancora il decreto sulla ripar-tizione dei tagli nazionali, mancano le decisioni regionali sui tagli che le singole regioni opereranno e mancano le modalità di riparto dei tributi era-riali immobiliari che saranno devoluti ai comuni nel 2011, in sostituzione dei trasferimenti».

Regole compatibili fra stati membri e Ue la piaga delle scommesse illegali, il fi nanziamento dei giochi allo sport: sono i temi principali emersi alla con-ferenza «The Gaming sector between Europe and the Mediterranean», tenuta

ieri a Bruxelles. Sul piano legislativo, ha riferito Agipronews, c’è attesa per il Libro verde sui giochi, che dovrebbe fornire regole quadro per tutti gli stati membri e la cui pubblicazione è previ-sta per la metà del 2011. «Sarà; uno strumento per indicare agli operatori i precisi confi ni della legalità». Sfumata invece la creazione di un intergruppo parlamentare europeo focalizzato sul mondo dei giochi.

La regione Emilia Romagna ha im-pugnato il decreto legge 78/2010, atto che introduce la Scia (Segnalazione certifi cata di inizio attività). La Scia è il nuovo strumento di semplifi cazione normativa che ha sostituito la Dia, Dichiarazione d’inizio attività, e ogni atto di autorizzazione, licenza, o nulla osta, comprese le domande per l’iscri-zione in albi o ruoli utili per l’esercizio di nuove attività. La regione ha optato per la sospensione della nuova legge. Lo ha denunciato ieri Fabio Filippi, consigliere regionale del Pdl.

Ieri mattina è stato sottoscritto uni-tariamente il Contratto nazionale del lavoro dei vigili del fuoco per il biennio economico 2008-09. Lo rendono noto Adriano Sgrò, segretario nazionale della Fp-Cgil, e Michele D’Ambrogio, coordinatore nazionale dei vigili. Il contratto prevede aumenti contrattuali tabellari del 3,9%, mediamente oltre i 150 euro, e la rivalutazione delle indennità di rischio e di amministra-zione. Con la sottoscrizione si destina una parte considerevole delle risorse messe a disposizione sulle quote fi sse del salario, potendo quindi garantire aumenti salariali anche per tutto il per-sonale amministrativo e giornaliero e il relativo pagamento integrale di tutti gli arretrati maturati in questi anni.

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31Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 2I M P O S T E E TA S S E

L’impatto delle comunicazioni relative ai paesi a i scalità privilegiata

La black list costerà caraSanzioni super. Per errori quasi inevitabili

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Adempimenti black list costosi per le imprese. All’aggravio dei costi di consulenza e di re-

dazione degli elenchi relativi alle operazioni con soggetti a fi scalità privilegiata si ag-giunge la potenziale applica-zione di sanzioni variabili da 516 a 4.130 euro per le comu-nicazioni omesse o incomplete. Sanzioni che vanno in qualche modo messe in conto perché, per esempio, sarà molto complicato recuperare il codice identifi cativo dell’operatore estero «black list» (addirittura per taluni operatori collocati in Svizzera tale codice neanche esiste).

Questo è ciò che sta emergendo nella fase applicativa degli adem-pimenti introdotti dai commi da 1 a 3, dell’art. 1, dl n. 40 del 2010 (cosiddetto «decreto incentivi»), relativamente all’obbligo degli operatori italiani di comunicare telematicamente all’Agenzia del-le entrate gli ac-quisti o cessioni di beni, nonché le prestazioni di servizi rese e ri-cevute, registra-te o soggette a registrazione, nei confronti di soggetti aventi sede, residenza o domicilio nei paesi a fi scalità privilegiata.

Dopo l’emanazione dei recenti chiarimenti delle Entrate, forniti con la circolare 53/E dello scorso 21 ottobre (si veda ItaliaOggi, 22/10/2010), permangono nu-merose perplessità sia sul reale utilizzo da parte dell’ammini-strazione finanziaria dei dati indicati che non hanno una cor-rispondenza con la controparte estera (come avviene per i mo-delli Intra) sia sulle modalità di presentazione degli elenchi, con riferimento alle operazioni ese-guite a partire dal 1° luglio scor-so, soprattutto in tema di indica-zione dei dati ritenuti obbligatori richiesti sia dal provvedimento

dirigenziale del 28/05/2010 che dalla medesima circolare.

La presentazione degli elen-chi incrementa inevitabilmente la mole di lavoro dei responsabili delle imprese e/o dei professioni-sti incaricati, con la conseguenza che, come vedremo successiva-mente, tale predisposizione com-porta aggravi di costi, ancorché non del tutto quantifi cabili alla data odierna, anche in termini di impiego di mezzi e risorse (dipen-denti, software ecc.).

Infatti, il primo necessario in-vestimento è quello concernente la valutazione della possibilità di presentare tali elenchi con periodicità trimestrale in luogo di quella mensile; tale scelta obbliga il contribuente (o profes-sionista incaricato) a verifi care se l’azienda, negli ultimi quattro trimestri e per ciascuna catego-ria di operazioni (beni o servizi), ha superato o meno il limite di 50 mila euro con la necessità, esclusi i soggetti che hanno iniziato l’at-tività da meno di quattro anni,

di procedere a una meticolosa e laboriosa atti-vità ricognitiva su dati e docu-menti talvolta acquisibili solo in modalità extracontabile (si pensi alle prestazioni ca-

renti del requisito territoriale e non registrate ai fi ni Iva).

A ciò si aggiunge, nella consi-derazione della scadenza ravvi-cinata, la necessità di effettuare la ricognizione ordinaria dei do-cumenti da inserire, per quanto indicato dalle disposizioni vigenti e chiarito dal documento di pras-si richiamato, con particolare riferimento alle prestazioni di servizi rese o ottenute dall’ope-ratore (economico) nazionale fuo-ri campo Iva, di cui agli articoli 7-ter, 7-quater e 7-quinquies, dpr n. 633/1972 e di quelle effettuate nei confronti di rappresentanti fiscali o stabili organizzazioni di operatori collocati in paesi a fi scalità privilegiata.

Ma a rendere auspicabile la proroga per l’invio, e ancor me-glio ancora una moratoria per la mancata indicazione di tutti i dati richiesti, è l’obbligo con-cernente l’indicazione del codice fi scale o, in mancanza, di altro codice identifi cativo dell’opera-tore estero «black list», che in molti casi sarà impraticabile, o per mancata indicazione di qual-siasi codice nei documenti rice-vuti dall’operatore nazionale e/o irreperibilità della controparte estera o perché a quest’ultimo non attribuito (tra gli altri, è il caso di taluni operatori collocati in Svizzera).

Sulla vicenda, come risulta da rilevazioni uffi ciali di mercato, per la predisposizione della co-municazione si parte da 45 euro per il solo invio, addebitando 7 euro per ogni anagrafi ca di clien-te/fornitore fi no a 15, a scalare per le successive, per comunica-zione, considerando tale quella con al massimo cinque documen-ti e con applicazione di 1 euro ul-teriore per i documenti ecceden-ti; ciò vuol dire che, se la lettura della tariffa indicata è corretta, per una piccola impresa che ha operato con cinque fornitori e dieci clienti collocati in paesi a fi scalità privilegiata e con solo cinque documenti emessi e/o ri-cevuti per ognuno degli operatori esteri (senza voler perdere tempo nella verifi ca dei trimestri prece-denti), il costo annuale sarà pari a circa 1.800 euro (45 la dichia-razione + 7 euro per anagrafi ca x 15 anagrafi che considerate = euro 150 x n. 12 comunicazioni mensili), ancorché comprensivo della raccolta dei dati e dell’invio telematico, esclusa la consulenza, destinata alle indicazioni base e alla verifi ca dei dati, che può comportare ulteriore aggravio in termini di costi.

A ciò si deve aggiungere l’ul-teriore (e reale) rischio di essere soggetti, in particolare per i pe-riodi pregressi (da luglio a set-tembre 2010 per i mensili e terzo trimestre 2010 per i trimestrali) all’applicazione delle sanzioni di-sposte dal comma 3, dell’articolo

1, dm 30/03/2010, che dispone il raddoppio di quelle indicate all’art. 11, dlgs n. 471/1997, re-lativamente al mancato invio o all’invio con dati mancanti o non veritieri, da 516 euro a 4.130.

Sul punto, come disposto dal comma 3, art. 1, del decreto 30/03/2010 e indicato dall’Agen-zia nel documento di prassi richiamato, non si applica il «cumulo giuridico» ovvero l’irro-gazione di una sanzione unica, opportunamente valutata e co-struita in base ad una serie di elementi, nei confronti del contri-buente quand’anche costui abbia commesso diverse violazioni, di cui all’art. 12, dlgs n. 472/1997, ma il «cumulo materiale», con la conseguenza che le violazioni, irrogate in base a ciascuna vio-lazione contestata, si sommano cumulandosi, «materialmente»; pertanto, attualmente e sulla base dell’impianto normativo esistente, se vengono inviate due comunicazioni periodiche non contenenti in ognuna di esse il codice identifi cativo del soggetto collocato in paese a fi -scalità privilegiata, la sanzione applicata sarà distinta per ogni dichiarazione, per un ammontare complessivo pari ad euro 1.032 (258 sanzione x 2 volte x 2 due comunicazioni inviate con dati incompleti).

Infatti, a conferma di quanto appena indicato l’Agenzia, al paragrafo 4) della circolare 53/E, ha chiarito che «… in caso di ri-petuta violazione dell’obbligo di comunicazione in esame - realiz-zato indifferentemente nella for-ma dell’omissione ovvero dell’in-completezza o non veridicità dei dati esposti - ciascuna violazione soggiace alla pena per essa previ-sta secondo le regole del cumulo materiale, senza possibilità di applicare il cumulo giuridico alle relative sanzioni …».

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Rinviare la scadenza del 2 no-vembre relativa alla comuni-cazione telematica delle ope-razioni con i paesi della Black list. È la richiesta avanzata da Claudio Siciliotti, presi-dente del Consiglio naziona-le dei commercialisti, in una lettera inviata ieri ad Attilio Befera, direttore dell’Agen-zia delle entrate. La quale, va detto, in casi simili si è spes-so mostrata sensibile alle richieste dei professionisti. «Con l’approssimarsi della prima scadenza relativa alla comunicazione telematica delle operazioni con i co-siddetti “Paesi black list”», scrive Siciliotti, «riteniamo opportuno che l’Agenzia del-le entrate valuti una proroga del termine, al fi ne di evitare che una così importante novi-tà cominci la propria “avven-tura” in un contesto di molti dubbi operativi e di assai forte disaffezione da parte degli operatori». Siciliotti ricorda innanzitutto come «il Consiglio nazionale dei commercialisti si sia speso e si spenda nella sensibilizza-zione della pubblica opinio-ne rispetto a pratiche fi scali scorrette, a cominciare da quelle che presuppongono un utilizzo distorto della localiz-zazione di soggetti giuridici in paesi che fanno dell’opaci-tà fi nanziaria il fondamento della propria appetibilità, a tutto danno dei paesi tra-sparenti». I commercialisti, prosegue Siciliotti, «ritengo-no un sacrifi cio accettabile, per i contribuenti e in pri-mis per noi che li assistiamo, l’obbligo di comunicazione telematica delle operazioni con i c.d. “paesi black list”, introdotto dal dl 40/2010». Si-ciliotti sottolinea però anche come le linee interpretative fi nora fornite sulla materia dall’Agenzia delle entrate «pur affrontando in modo adeguato molti punti della disciplina, non hanno dissipa-to tutti i dubbi che, quotidia-namente, vengono segnalati dalla stampa specializzata e sono in larga parte condivi-si dal nostro uffi cio studi». «Penso», scrive Siciliotti, «a mero titolo esemplifi cativo, alla nozione di “operatore economico”, ai rapporti tra stabili organizzazioni e casa madre, alle note di variazio-ne Iva che insistono su pe-riodi di riferimento diversi da quelli delle fatture che vanno a rettifi care». Inoltre, anche per quanto concerne i punti adeguatamente chiariti dall’Agenzia, non si può non rilevare, secondo Siciliotti, come la circolare sia stata di-ramata solo il 21/10. Troppo a ridosso della scadenza, per i commercialisti, se si conside-ra l’elevata complessità della materia in questione.

COMMERCIALISTI

E arriva la richiesta di proroga

aesi a fiscalità

duevsmaine(sp

renti del requisito

Per una piccola impre-sa che ha operato con 5 fornitori e 10 clienti e con solo 5 documenti

emessi e/o ricevuti, il costo annuale sarà di circa 1.800 euro

DI FABRIZIO G POGGIANI dirigenziale del 28/05/2010 che

PREDISPOSIZIONE

(COSTI INDICATIVI

RILEVABILI

SUL MERCATO)

euro 45 per ogni invio• euro 7 per ogni anagrai ca cliente/fornitore • (massimo 5 documenti per anagrai ca e applicazione di un supplemento di 1 euro per i documenti eccedenti - i no a 15 anagrai che euro 7 cadauna, da 16 a 50 euro 5 cadauna, oltre 51 anagrafiche euro 4 cadauna). Servizio comprensivo di comunicazioni mail, invio ricevuta di presentazione, raccolta ed elaborazione dati

SANZIONI

(COMMA 3, ART. 1,

DM 30/03/2010)

Le sanzioni applicabili nel rispetto delle regole di «cumulo materiale», con l’applicazione delle sanzioni da un minimo di 516 euro a 4.130 per ciascuna violazione rilevata «… indifferentemente nella forma dell’omissione ovvero dell’incompletezza o non veridicità dei dati esposti …»

I costi della comunicazione black list

La circolare 53/Esul sito www.italia-oggi.it/documenti

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32 Mercoledì 27 Ottobre 2010 I M P O S T E E TA S S E

IVA/ La Corte di giustizia europea smentisce la tesi dell’avvocato generale

Franchigia solo ai residentiLa limitazione non contrasta con le norme Ue

DI FRANCO RICCA

Regime di franchigia Iva precluso ai non residen-ti: la limitazione pre-vista dalla normativa

comunitaria è giustifi cata e non contrasta con i principi del dirit-to dell’Ue. È quanto ha deciso la Corte di giustizia, grande sezione, nella sentenza 26 ottobre 2010, causa C-97/09, chiudendo lo spi-raglio che aveva aperto l’avvocato generale nelle conclusioni depo-sitate il 17 giugno scorso (si veda ItaliaOggi del 23 giugno).

All’origine della pronuncia, la vicenda di una cittadina tedesca che possiede in Austria un appar-tamento stabilmente concesso in locazione a terzi, operazione per la quale non ha applicato l’Iva ritenendo di poter fruire del re-gime di franchigia per le piccole imprese.

Il fi sco austriaco ha però recla-mato l’imposta, facendo valere che il regime speciale, secondo la normativa nazionale e comunita-ria, è riservato alle piccole impre-se residenti.

Ne è scaturita una controversia nell’ambito della quale il giudice

nazionale ha posto una serie di questioni pregiudiziali alla corte di giustizia, sia sull’interpretazio-ne della direttiva Iva, sia sui dirit-ti fondamentali dell’ordinamento comunitario, in particolare quelli di libertà di stabilimento e di libe-ra prestazione dei servizi.

In sostanza, il giudice nazionale chiedeva alla Corte di pronunciar-si sulla conformità con il diritto comunitario della normativa che consente agli stati membri di concedere alle piccole imprese stabilite nel loro territorio una franchigia dall’Iva, escludendo questa possibilità per le piccole imprese stabilite in altri sta-ti membri. Il giudice chiedeva inoltre se, ai fi ni della soglia di volume d’affari annuo prevista per l’accesso al regime speciale, si dovesse tenere conto soltanto delle operazioni effettuate dal soggetto nello stato membro nel quale è richiesta la franchigia, op-pure di quelle effettuate in tutto il territorio dell’Ue.

Nella sentenza, la Corte ha rilevato anzitutto che, nella fat-tispecie, non trovano applicazio-ne le disposizioni sulla libertà di stabilimento, mentre trovano

ingresso quelle sulla libera pre-stazione dei servizi. Al riguardo, quando uno stato membro pre-vede la franchigia dall’Iva per le piccole imprese residenti, queste possono effettivamente offrire le loro prestazioni a condizioni più vantaggiose rispetto ai non residenti. Occorre quindi verifi -care se questa restrizione, non imputabile agli stati membri ma alla normativa comunitaria, sia giustifi cata.

Secondo la Corte, la necessità di garantire l’effi cacia dei controlli fi scali, perseguita dalla limitazio-ne del regime speciale ai soggetti residenti, rappresenta un motivo

di interesse generale idoneo a giu-stifi care la restrizione all’esercizio delle libertà di circolazione. Tale restrizione, inoltre, rispetta il principio di proporzionalità, dal momento che, in linea di princi-pio, un controllo effi cace delle atti-vità svolte nell’ambito della libera prestazione di servizi da parte di una piccola impresa non residen-te non è alla portata dello stato membro ospitante, né può essere assicurato attraverso le norme sull’assistenza amministrativa contenute nel regolamento n. 1798/2003, che non consentono l’accertamento del reale volume d’affari. Questa carenza potrebbe essere rimediata soltanto attra-verso l’introduzione di formalità, che tuttavia contrasterebbe con l’obiettivo di semplifi cazione ti-pico del regime delle piccole im-prese. La limitazione del regime speciale ai soggetti passivi resi-denti, infi ne, consente di evitare che soggetti operanti in diversi stati membri possano sottrarsi all’imposizione delle loro attivi-tà, sebbene le stesse, complessi-vamente considerate, eccedano la soglia della piccola impresa.

@Riproduzione riservata

DI ROBERTO ROSATI

L’impresa che non può de-trarre l’Iva sugli acquisti perché effettua operazioni esenti non commette un abuso di diritto se, allo sco-po di dilazionare nel tempo il carico d’imposta, ricorre al leasing, anziché all’acquisto, per ottenere i beni strumen-tali all’esercizio dell’attivi-tà. Questo comportamento, infatti, non comporta di per sé un vantaggio fi scale con-trario al sistema dell’Iva. Si realizzerebbe invece una pratica abusiva qualora ve-nisse impiegata una struttu-ra contrattuale puramente artifi ciosa, essenzialmente allo scopo di ottenere un vantaggio fi scale impedendo all’amministrazione finan-ziaria di ricondurre al valore di mercato il valore dei con-tratti di leasing stipulati tra soggetti collegati.Queste le conclusioni de-positate il 26 ottobre 2010 dall’avvocato generale del-la Corte di giustizia nel procedimento pregiudiziale C-103/09, concernente l’in-terpretazione della nozione di abuso di diritto formulata dalla Corte nella nota sen-tenza Halifax del 21 febbraio 2006. Il procedimento scatu-risce da una domanda posta alla corte nell’ambito di una controversia nella qua-le l’amministrazione fi scale del Regno Unito ha preso di mira la condotta di un grup-po di società operanti nel settore delle assicurazioni, le quali, anziché acquistare i beni strumentali all’eser-cizio dell’attività, li acquisi-scono attraverso operazioni di locazione e sublocazione fi nanziaria, allo scopo di dif-ferire il carico dell’Iva non detraibile. Secondo l’ammi-nistrazione, si tratta di ope-razioni abusive, non ricon-ducibili nello svolgimento di attività economiche. Il giudi-ce nazionale, però, pur rite-nendo che scopo essenziale delle operazioni sia quello di ottenere un vantaggio fi -scale, dubita che si tratti di un vantaggio contrario agli scopi della direttiva Iva, per cui ha avviato il procedimen-to pregiudiziale. In attesa della pronuncia della Corte di giustizia, si registra il pa-rere dell’avvocato generale, secondo il quale, come si è detto, le operazioni contro-verse non danno origine, di per sé, ad un vantaggio fi -scale indebito, che potrebbe sussistere però se si accer-tasse l’impiego di una strut-tura puramente artifi ciosa, volta ad alterare gli oneri dei contratti di locazione fi -nanziaria rispetto ai valori di mercato.

@Riproduzione riservata

DETRAZIONI

Non è abuso il ricorso al leasing

Agevolazioni fi scali revocate alle associazioni senza scopo di lucro che vendono sporadicamente servizi a terzi.Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 21875 del 26 ottobre 2010, ha accolto il ricorso dell’ammini-strazione fi nanziaria rovesciando la decisione della Commis-sione tributaria regionale di Milano. Il caso riguarda una scuderia del capoluogo lombardo costi-tuita sotto forma di associazione non profi t. Sporadicamente, oltre alle attività riservate ai soci, nella scuderia venivano impartite lezioni di equitazione e ricoveri di cavalli a paga-mento. Per questo l’uffi cio delle imposte aveva emesso un accertamento ai fi ni Irpeg, Irap e Iva, contestando un’attività imprenditoriale non dichiarata. In particolare l’atto impositivo era scaturito da un processo verbale di constatazione della Guardia di fi nanza che, dopo un’ispezione, aveva rilevato dei pagamenti per lezioni di equitazione. La scuderia aveva impugnato l’atto impositivo e la commissio-ne tributaria provinciale aveva accolto l’istanza. La decisione era stata poi confermata in secondo grado. A questo punto il fi sco ha presentato ricorso in Cassazione e lo ha vinto. La sezione tributaria lo ha accolto motivando che «a mente dell’art. 111 del Tuir, è esclusa la natura commerciale delle attività svolte dagli enti associativi in favore dei propri associati e l’imponibilità delle somme da questi versate a ti-tolo di quote associative ma non anche quella delle attività a pagamento svolte nei confronti di terzi. Inoltre l’onere di provare la sussistenza dei presupposti di fatto che giustifi cano l’esenzione è a carico del soggetto che la invoca, secondo gli ordinari criteri stabiliti dall’art. 2697 cod. civ.». In questo caso, ha concluso Piazza Cavour, anche se le attività a pagamento, qualche rara lezione di equitazione, erano poche, il prelievo fi scale sussiste comunque. Sul punto i giudici di le-gittimità hanno bacchettato quelli di merito, defi nendo le loro motivazioni (con le quali era stato escluso il prelievo fi scale) «apodittiche» laddove affermano «l’esiguità della prestazioni in favore di terzi». Ora la causa tornerà a Milano dove la commis-sione tributaria regionale dovrà riconsiderare il caso della scu-deria alla luce di quanto affermato dagli Ermellini in sentenza. Anche la Procura generale della Suprema corte, nell’udienza

svoltasi al Palazzaccio lo scorso 24 giugno, aveva sollecitato le ragioni del fi sco.

Debora Alberici @Riproduzione riservata

Non profi t, vendita sporadica fa perdere l’agevolazione IN EDICOLA

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ingresso quelle sulla libera pre

La necessità di controlli • fi scali effi caci e gli obiet-tivi propri del regime di franchigia per le picco-le imprese giustifi cano l’applicabilità del regime stesso ai soggetti stabili-ti nello stato membro.

Questa limitazione non • contrasta con i diritti fon-damentali e i principi del diritto comunitario.

La necessità di controlli

I principi

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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33Mercoledì 27 Ottobre 2010MerPUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Parla il relatore di minoranza: il varo prima dell’attuazione del federalismo

Carta autonomie col turboBianco: riforma dei segretari e delle incompatibilità

PAGINA A CURADI FRANCESCO CERISANO

Riforma dei segretari comunali, restyling delle incompatibilità, controlli più incisivi

sulla gestione degli enti locali e nessuno stralcio delle norme ordinamentali. Insomma, sulla Carta delle autonomie il senato farà fino in fondo il suo dovere. Perché il ddl, che dopo il sì di Montecitorio, ha iniziato l’iter in commissione affari costituzio-nali di palazzo Madama, «rap-presenta uno dei provvedimenti più importanti che siano arriva-ti all’esame del parlamento in questa legislatura ed è un’occa-sione da non sprecare». A dieci anni di distanza dall’approva-zione del Tuel (dlgs 267/2000), Enzo Bianco (Pd) che da mi-nistro dell’interno ha fi rmato il Testo unico prossimo al pensio-namento, si trova a essere uno dei relatori (assieme ad Andrea Pastore del Pdl) del nuovo di-segno di legge. E con ItaliaOggi fa il punto sui correttivi da in-trodurre. Che dovranno essere tanti, perché, dice, «serve un

atto di coraggio da parte del parlamento per rimediare ai tanti errori fatti in questi mesi dal legislatore».

Domanda. Senatore, la Car-ta delle autonomie arriva a pa-lazzo Madama dopo un’appro-vazione alla camera tra mille polemiche. In molti sostengono che si tratti ormai di un testo svuotato di contenuti. Cosa suc-

cederà al senato?Risposta. Di sicuro non sarà

una lettura di circostanza. La Carta delle autonomie è un’oc-casione troppo importante per essere sprecata. Serve un atto di coraggio da parte di tutti per ri-formare in modo organico e mo-derno gli enti locali. Ma soprat-tutto per rimediare ad alcuni errori di questi mesi. Errori che rischiano di distruggere l’intero sistema delle autonomie. Ecco perché sia io che l’altro relatore Andrea Pastore, con cui stiamo lavorando in piena armonia, chiederemo che al senato pre-valga la voglia di fare un lavoro coraggioso ed incisivo.

D. A quali errori si riferisce?R. In primis all’elimina-

zione con un tratto di penna dell’Agenzia dei segretari co-munali. Far tornare i segretari alle dipendenze del ministero dell’interno è l’antitesi del fe-deralismo. E soprattutto non risolve i problemi della catego-ria che vanno affrontati in modo organico, appunto, nel Codice. Poi dovremo mettere mano ai meccanismi di incompatibilità, incandidabilità e ineleggibilità,

che così come previsti ora, gene-rano alcune storture. E ancora, i meccanismi di controllo e di indirizzo vanno resi più incisivi rafforzando i poteri dei consigli senza toccare quelli del sindaco. E infi ne c’è il federalismo fi scale con cui la Carta deve andare a integrarsi.

D. Tra le critiche mosse al testo della camera c’è proprio la mancanza di coordinamento con la legge delega (42/2009) e l’elenco di funzioni in esso conte-nute. Non sarebbe stato meglio approvare prima la Carta?

R. Sono d’accordo. Bisognava prima dire chi fa cosa e poi sta-bilire come vengono distribuite le risorse. Invece si è fatto l’esat-to contrario. Anche questo è il frutto di una scelta sbagliata. A cui si può porre rimedio solo in un modo.

D. Come?R. Approvando il Codice delle

autonomie in tempi rapidi, pri-ma che scada la delega prevista dalla legge 42 per il varo di tutti i dlgs attuativi del federalismo. Mancano sei mesi (maggio 2011 ndr), si può fare.

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Un incontro urgente con l’esecutivo sul federalismo. Lo hanno chiesto i gover-natori al termine della ri-unione straordinaria della Conferenza delle regioni chiamata a trovare la qua-dra sul decreto legislativo in materia di autonomia tributaria e costi standard della sanità. I tempi sono stretti perché giovedì è prevista la Conferenza Uni-fi cata che dovrà licenziare il parere sul dlgs. Ragion per cui i governatori, che in ogni caso torneranno a riunirsi oggi, sperano in una convocazione a palaz-zo Chigi in tempo utile per giovedì. Sul piatto ci sono sempre gli stessi temi: l’impatto sul federalismo dei tagli della manovra (dl 78/2010) e l’attivazione di un tavolo di confronto sul trasporto pubblico locale. A cui si aggiungono poi le rivendicazioni delle re-gioni del Sud e di quelle a statuto speciale. Le prime lamentano la totale assen-za nel dlgs di un minimo accenno alla perequazione infrastrutturale, mentre i territori autonomi chiedo-no di essere tenuti fuori dai decreti attuativi della legge 42/2009 (così come affermato dalla Corte co-stituzionale). E di poter concordare, ciascuna per proprio conto, modalità e tempi dell’applicazione del federalismo nelle commis-sioni paritetiche. «Le regio-ni speciali si sono ripartite i tagli da 500 milioni di euro, previsti dalla manovra, con una proposta condivisa tra loro, mostrando una forte coesione e senza che vi fos-se l’intervento del governo centrale», fa notare l’asses-sore all’economia della re-gione Sicilia, Gaetano Ar-mao. I distinguo di Armao non sono però piaciuti alla Lega Nord. «In questo pae-se tutti dicono che bisogna introdurre le improcra-stinabili riforme purché, guarda caso, riguardino gli altri», ha dichiarato Pao-lo Franco, vicepresidente della commissione bicame-rale per l’attuazione del federalismo e senatore del Carroccio. «Le affermazio-ni dell’assessore Armao dimostrano che le regioni a statuto speciale ritengo-no più di appartenere a un altro paese piuttosto che di avere una specifi cità».

Stamattina il parlamenti-no dei governatori tornerà a riunirsi per esaminare il decreto, mentre nel pome-riggio gli assessori all’eco-nomia delle regioni meri-dionali avranno un incontro per discutere di Piano per il Sud e infrastrutture.

FEDERALISMO

Le regioni: incontro

col governo

Ipoteche legali anche per le ingiunzioni dei comuni. Il Tribunale di Mantova ritiene che il provvedimento adottato ai sensi del regio de-creto 639/1910 consenta di iscrivere la garanzia reale a carico degli immobili di contribuenti e debitori dell’amministrazione (ordinanza 30 settembre 2010, probabilmente la prima in materia). Nel provvedimento il Tribunale ha ordinato al direttore della locale agenzia del territorio di procedere alla iscrizione dell’ipo-teca legale e senza riserve. Nella prassi gli uf-fi ci fi nanziari, quando accettano le pratiche, procedono alla iscrizione, ma solo con riserva e cioè con una postilla di cautela per l’agenzia stessa, a causa della opinabilità della iscrizione stessa.

Il tribunale ha però disatteso anche una cir-colare dell’Agenzia del territorio (n. 4/2008 del 20 maggio 2008), che aveva escluso in radice la possibilità di iscrivere ipoteca con le ingiun-zioni fi scali.

Nella circolare richiamata l’Agenzia del ter-ritorio ha sottolineato, innanzi tutto, il fatto che la riscossione coattiva dei tributi locali e delle altre entrate specifi che delle provin-ce e dei comuni può essere effettuata con la procedura individuata dal regio decreto 639 del 1910, se detta riscossione è svolta in pro-prio dal medesimo ente o è affi data ai soggetti iscritti nell’apposito albo, di cui al comma 1, dell’art. 53, dlgs 446/1997 (concessionari loca-li). In questo caso si discute se è legittimo iscri-vere ipoteca legale sugli immobili del debitore. Secondo la circolare dell’agenzia del territorio, sulla base del dpr 602/1973, l’ingiunzione ex rd 639/1910 non risulta essere titolo esecutivo idoneo per effettuare l’iscrizione ipotecaria. Manca tra l’altro una norma che espressamente preveda tale possibilità per le ingiunzioni.

Da qui la conclusione della impossibilità di iscrivere ipoteca legale.

Di diversa opinione è stato il tribunale di Mantova. Nel caso specifi co il conservatore ha rifi utato di iscrivere ipoteca senza riserva su immobili di un contribuente, a richiesta di una società di riscossione iscritta all’albo previsto

dal dlgs 446/1997. Si è trattato del recupero di crediti per ici e tassa smaltimento rifi uti. Secondo la società di riscossione l’ipoteca sa-rebbe stata legittima sulla base dell’articolo 77 del dpr 602/1973, che con riguardo al ruolo consente di iscrivere ipoteca, e dell’articolo 36 della legge 248/2007, che richiama il predetto decreto. E, sempre secondo la società, l’uffi cio avrebbe dovuto procedere alla iscrizione senza riserva.

Si consideri che il conservatore iscrive l’ipo-teca con riserva quando risultano fondati dubbi sulla iscrivibilità dell’ipoteca (articolo 2674 bis del codice civile). Insomma l’iscrizione ipote-caria con riserva ha di fatto poco valore ed è contrastabile dal debitore. Da qui il reclamo della società al tribunale, che ha dato torto all’Agenzia delle entrate. La motivazione del provvedimento fa appello alla natura dell’in-giunzione degli enti pubblici, che cumula sia la qualità di titolo esecutivo sia di atto prodro-mico all’esecuzione coattiva (come il precetto nella procedura civile). Tra l’altro l’ingiunzione è equiparata alla cartella esattoriale.

Da questo argomento il tribunale trae la con-seguenza della compatibilità della disciplina di cui al dpr 602/1973 con quella della ingiunzione fi scale. Il tribunale non ha riconosciute fondate neppure le difese dell’agenzia del territorio, che hanno richiamato la tesi espressa nella ci-tata circolare del 2008. Con queste premesse il tribunale ha ordinato all’agenzia del territorio di provvedere alla iscrizione dell’ipoteca senza alcuna riserva.

Lo stesso tribunale sottolinea la novità e l’obiettiva incertezza della questione, tanto che non ha condannato l’agenzia del territorio a pagare le spese processuali. Grazie a orienta-menti di questo tipo le amministrazioni locali hanno una convincente arma in più (con una effi cacia immediata pari solo al fermo ammini-strativo del veicolo) per procedere alla riscos-sione coattiva. Non è stato, tuttavia, chiarito se valgono limiti di importo minimo per procedere all’iscrizione ipotecaria.

Antonio Ciccia

Ipoteche legali per le ingiunzioni dei comuni RUGHETTI (ANCI)

Senza risorse è difficile programmareI comuni chiedono certezze contabili in vista del federali-smo. Perché con i bilanci 2011 alle porte, un patto di stabili-tà al restyling e un impatto dei tagli della manovra sui singoli enti ancora diffi cile da quanti-fi care, sarà diffi cile se non im-possibile per i comuni dare un parere sul decreto che riforma il fi sco municipale. «Manca an-cora il decreto sulla ripartizio-ne dei tagli nazionali, mancano le decisioni regionali sui tagli che le singole regioni opere-ranno e mancano le modalità di riparto dei tributi erariali immobiliari che saranno devo-luti ai comuni nel 2011, in so-stituzione dei trasferimenti», lamenta il segretario generale dell’Anci, Angelo Rughetti, secondo cui con tutte queste incertezze è «sostanzialmente impossibile fare una previsione di spesa». Per questo l’Anci è tornata a chiedere al governo di chiudere una volta per tutte vecchi conti in sospeso coi co-muni (Ici prima casa 2008), uno spostamento al 2012 dei tagli ai trasferimenti e un nuovo patto di stabilità meno rigido che non penalizzi i comuni virtuosi che più di tutti sopportano il peso dell’impossibilità di spendere quanto risparmiato nel corso degli anni per pagare fornitori e imprese.

Enzo Bianco

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34 Mercoledì 27 Ottobre 2010 DIRITTO E IMPRESA

Accordo tra Commissione, Europarlamento e Consiglio sulla bozza di direttiva

Intesa sui fondi speculativiPer i gestori extra-Ue un pass unico per l’Europa

DA BRUXELLES GIANLUCA CAZZANIGA

Anche i gestori non euro-pei di fondi speculativi potranno accedere al mercato europeo, grazie

a un passaporto concesso da uno dei 27 stati membri dell’Unione. Ieri è stata spianata la via alla prima legge europea sui fondi speculativi e private equity, messa a punto per aumentare la protezione degli investitori e la stabilità dei mercati fi nanzia-ri. Dopo mesi di negoziazioni il Parlamento e il Consiglio, l’or-gano che rappresenta i ventiset-te stati membri dell’Ue, hanno trovato un’intesa sulla direttiva gestori di fondi d’investimento alternativi. La normativa intro-durrà per la prima volta regole a livello Ue non solo sui fondi speculativi e di private equity, ma anche sui fondi immobiliari, fondi di materie prime, fondi in-frastrutturali e altri tipi di fon-di istituzionali. L’intesa è stata raggiunta nel corso di una riu-nione a cui hanno partecipato i rappresentanti delle principali istituzioni comunitarie: alcuni

eurodeputati; il ministro delle finanze belga, Didier Reyn-ders, in qualità di rappresen-tante della presidenza di turno del Consiglio; e il commissario europeo ai servizi finanziari, Michel Barnier. «Grazie all’ac-cordo ottenuto oggi, i gestori di fondi d’investimento alterna-tivi saranno ormai oggetto di una regolamentazione e di una sorveglianza specifi che», ha di-chiarato Barnier, sottolineando che secondo le ultime stime i gestori di fondi speculativi e affi ni gestiscono attività per un valore di circa 2 mila miliardi di euro e sono responsabili di più della metà delle transazioni sui mercati fi nanziari. «Anche se il testo non è ancora perfetto è un buon inizio», ha aggiunto il con-nazionale Jean-Paul Gauzes, relatore del provvedimento per l’Europarlamento, lasciando in-tendere che il voto in sessione plenaria previsto per il mese prossimo dovrebbe essere solo una formalità. Uno dei nodi fondamentali della vicenda è il cosiddetto passaporto per i gestori di fondi speculativi con sede in paesi non-europei. Per

stemperare le obiezioni di alcu-ni stati membri, il Parlamento ha proposto di concedere il pas-saporto ai gestori con sede in paesi non europei, a patto che si tratti di stati che soddisfano al-cuni requisiti di base e abbiano fi rmato accordi sullo scambio di

informazioni con i paesi europei. In generale, ad autorizzare tali passaporti (che saranno intro-dotti dal 2013 per i fondi euro-pei e dal 2015 per i fondi non-europei) continueranno a essere per il momento le autorità di vigilanza nazionali. L’Esma, l’autorità di vigilanza europea sui mercati, potrà intervenire solo in caso di emergenza per la stabilità del sistema fi nanziario europeo. Oltre al nodo del pas-saporto europeo. Un altro tema su cui hanno insistito gli euro-deputati è scoraggiare i gestori di fondi d’investimento alterna-tivi a comprare una società solo per scorporarne e rivenderne gli attivi. Un punto, questo, che non era incluso nella proposta ini-ziale della Commissione euro-pea. Il compromesso raggiunto ieri tra i rappresentanti delle principali istituzioni europee sarà votato dal Parlamento in sessione plenaria l’11 novembre. Dopo che il provvedimento sarà ratifi cato sia dall’Assemblea di Strasburgo che dal Consiglio, gli stati membri avranno due anni di tempo per recepire la nuova direttiva.

I ministri europei del-la pesca hanno detto no all’ipotesi ventilata dall’esecutivo di Bru-xelles: tagliare le quote di pesca del tonno ros-so nel 2011. «Lo stock di tonno rosso si sta rico-stituendo, le cose stanno andando bene: ci sono più tonni di quando ab-biamo iniziato il perio-do di protezione», ha di-chiarato ieri il ministro italiano delle Politiche agricole, alimentari e fo-restali, Giancarlo Galan, a margine della riunio-ne dei titolari europei della pesca e dell’agri-coltura che si è svolta ieri in Lussemburgo. «L’Italia è quindi per il mantenimento degli impegni presi e per una quota di tonno rosso di 13.500 tonnellate (quota complessiva per tutti i paesi interessati, ndr)». Galan ha ribadito la sua posizione in vista dei ne-goziati che si apriranno il 17 novembre a Parigi nell’ambito della Com-missione internaziona-le per la conservazione dei tonni dell’Atlantico (Iccat). La posizione del ministro italiano, però, non combacia con quan-to sostiene la commissa-ria europea alla Pesca, Maria Damanaki, favo-revole a una riduzione del 50% delle quote 2011 rispetto a quest’anno. Sarà lei a negoziare a Parigi per le quote di pesca europee su man-dato degli stati membri. Un mandato che non dispone ancora e su cui pesano forti divergenze. «Non c’è nessuna rile-vazione scientifica che indichi la necessità di misure più restrittive, anzi i dati che abbiamo dimostrano che ci sono più tonni di una volta», ha ribadito Galan. E l’Italia non è sola: anche Francia, Spagna e gli al-tri paesi in cui si pesca il tonno rosso sono sulla stessa lunghezza d’on-da di Roma. Contrarie Svezia, Germani e Gran Bretagna. Per quanto riguarda le tematiche agricole, invece, la pre-sidenza di turno belga ha annunciato che il 3 dicembre si svolgerà un incontro a Bruxelles per fare il punto della situa-zione sul settore delle carni suine. Un tema che è stato sollevato da alcu-ni stati membri alla luce dell’aumento del costo dei cereali e dell’abbas-samento del prezzo della carne di maiale.

CONSIGLIO UE

Tonno rosso, quote intatte per la pesca

COMUNICAZIONE

Catastrofi, reazione flash in EuropaReazione rapida alle catastrofi naturali. Ieri la Commissione europea ha adottato una nuova comunicazione diretta a raffor-zare la capacità dell’Unione, in termini di protezione civile e aiuti umanitari. Due i livelli d’azione: da un lato il rafforza-mento dell’attuale capacità di reazione europea e degli asset-ti di emergenza degli stati mem-bri, dall’altro la creazione di un centro europeo di risposta alle emergenze, una nuova piattafor-ma per scambiare informazioni e rafforzare il coordinamento della reazione dell’Ue alle cata-strofi . In relazione alla capacità di reazione europea, Bruxelles punta alla creazione di un pool volontario di strutture d’emer-genza nazionali e all’elabora-zione di piani d’emergenza. La comunicazione prevede inoltre la creazione di un vero e proprio centro europeo di risposta alle emergenze, fondendo le unità di crisi dell’Uffi cio per gli aiuti umanitari (ECHO) e della prote-zione civile (MIC). Operativo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, questo centro permetterà di condivide-re le esperienze acquisite e di raccogliere informazioni in tem-po reale in entrambi i settori. Il nuovo centro di risposta con-trollerà i rischi, fornirà allarmi rapidi e coordinerà la reazione civile dell’Ue alle catastrofi .

JOINT-VENTURE

Galileo trova il contratto per funzionare

Ieri la Commissione euro-pea ha annunciato la fi rma del quarto contratto, dei sei previsti, per la fornitura dei servizi che renderanno pienamente operativo Gali-leo; il programma europeo di navigazione satellitare mondiale. Ad aggiudicarsi il contratto per la gestione delle infrastrutture spa-ziali e terrestri è stata la società SpaceOpal GmbH, una joint-venture creata da DLR GfR (Germania) e dal centro spaziale del Fucino di Telespazio spa (Italia). Questa fi rma porterà all’at-tivazione di Galileo e alla fornitura dei relativi servi-zi nel 2014. Il contratto, del valore di 194 mln di euro, è stato fi rmato dall’Agenzia spaziale europea a nome della Commissione, attra-verso un accordo di dele-ga. Il contratto siglato da SpaceOpal GmbH riguarda i servizi industriali neces-sari per coadiuvare l’Agen-zia spaziale europea nella gestione di satelliti e infra-strutture terrestri. La for-nitura dei servizi necessari a rendere Galileo operativo è divisa in sei contratti. Tre contratti sono stati fi rmati a gennaio 2010.

Michel Barnier

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35Mercoledì 27 Ottobre 2010MercoLAVORO E PREVIDENZA

CO.CO.CO./ I chiarimenti dell’Inps sull’una tantum

Indennità blindataVale l’anno in cui è cessato il lavoro

DI DANIELE CIRIOLI

Per anno di riferimento, ai fi ni della verifi ca del re-quisito contributivo per il diritto all’una tantum,

va considerato l’anno durante il quale è cessato il rapporto di collaborazione o di lavoro a pro-getto. Ad esempio, se il rapporto è cessato il 20 gennaio 2010 va considerato solo l’anno 2010 ai fi ni della verifi ca dell’accredito di una mensilità di contributi alla gestione separata posto a condizione per il diritto all’una tantum, senza possibilità di ri-salire a periodi pregressi (cioè ai 12 mesi precedenti). È quanto precisa l’Inps, tra l’altro, nel mes-saggio n. 26236/2010.

Una tantum. I chiarimenti riguardano la speciale indennità una tantum sperimentale per col-laboratori coordinati e continua-tivi introdotta dal dl n. 185/2008 e poi prorogata dalla legge n. 191/2009 per gli anni 2009-2011. L’indennità è una misura a tu-tela del reddito, di cui sono de-stinatari i soggetti iscritti in via esclusiva alla gestione separata (quindi con aliquota 25,72% nel

2009 e 26,72% nel 2010) che sia-no in possesso di taluni requisiti e condizioni previste dalla nor-mativa.

Le questioni. Alcune sedi ter-ritoriali hanno chiesto all’Inps di sapere se il concetto di anno di riferimento, nell’ambito del quale considerare il prescritto requisito contributivo, debba es-sere inteso quale anno solare nel quale è venuto meno il rapporto di lavoro, ovvero i 12 mesi pre-cedenti la data della stessa ces-sazione. In secondo luogo, hanno chiesto chiarimenti in relazione alla valutabilità, ai fini della stessa prestazione una tantum, della contribuzione figurativa derivante da periodi per i quali è stata corrisposta l’indennità di maternità.

I chiarimenti. Riguardo alla prima questione l’Inps spiega che per anno di riferimento deve intendersi quello nel quale si è verifi cato l’evento del fi ne lavo-ro, rilevabile dalle comunicazioni obbligatorie che il committente è tenuto a inviare nei casi di cessa-zione del rapporto di lavoro (vale a dire la Co). Di conseguenza, precisa l’Inps, è necessario che il

soggetto richiedente (il collabora-tore che ha perso lavoro) possa vantare, integralmente nell’anno solare di riferimento (a esempio 2009 oppure 2010), il richiesto accredito contributivo presso la gestione separata, senza che possa risalirsi, ai predetti fi ni, a periodi pregressi. In altre parole, è escluso il riferimento ai 12 mesi precedenti la data della cessazio-ne del rapporto di lavoro che con-fi gura comunque un anno, ma a partire dalla data di cessazione del lavoro.

Relativamente alla seconda questione, l’Inps spiega che, ai fi ni del raggiungimento dei re-quisiti contributivi per il diritto all’indennità una tantum, si può considerare utile l’eventuale con-tribuzione fi gurativa derivante da periodi per i quali sia stata corri-sposta l’indennità di maternità. Ciò, precisa l’istituto, in analogia a quanto previsto (articolo 12 del dpr n. 818/1957) ai fi ni del ricono-scimento dell’indennità ordinaria di disoccupazione, la cui ratio non sembra dissimile da quella sotte-sa alla prestazione a favore dei lavoratori parasubordinati.

© Riproduzione riservata

DI CARLA DE LELLIS

La lotta al nero arruola le Fiamme gialle. È stata sottoscritta ieri, tra mini-stero del lavoro e guardia

di fi nanza, una convenzione per il rafforzamento della collabora-zione a contrasto dei fenomeni di criminalità economica collegati allo sfruttamento di lavoratori irregolari e in nero, compresi soggetti extracomunitari clan-destini, all’occupazione illegale di minori, alle frodi in danno de-gli istituti di previdenza, nonché per la prevenzione dei fenomeni infortunistici. L’intesa prevede nuovi sistemi di comunicazione in tempo reale delle situazioni ri-levate sul territorio che possano essere indicative di fenomeni di illegalità nel settore. A tal fi ne, i comandi provinciali della guardia di fi nanza segnaleranno alle di-rezioni provinciali del lavoro ogni «traccia» dell’esistenza di cantieri o strutture con la presenza di la-voratori in nero ovvero con visibi-li violazioni alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ri-levata nell’ambito dell’ordinaria attività di servizio e dell’azione di

controllo economico del territorio. Parallelamente le direzioni pro-vinciali del lavoro provvederanno a segnalare ai comandi provin-ciali del corpo tutte le situazioni rilevate nell’ambito dell’esercizio delle proprie funzioni istituziona-li indicative di possibili evasioni fi scali e contributive, ingerenze della criminalità organizzata nel-lo sfruttamento di manodopera irregolare, frodi sui fi nanziamen-ti pubblici, produzione e commer-cio di prodotti contraffatti.

La convenzione, ancora, pre-vede interventi contestuali dei militari e degli ispettori del la-voro per le situazioni connotate da maggiore complessità e deli-catezza come, per esempio, casi di caporalato o intermediazione ille-cita di manodopera, sfruttamen-to dell’immigrazione clandestina da parte di gruppi di criminalità organizzati oppure possibili rein-vestimenti di proventi illeciti. La convenzione, infine, introduce una nuova collaborazione del mi-nistero del lavoro per la formazio-ne specialistica dei militari della guardia di fi nanza nello specifi co settore.

© Riproduzione riservata

Convenzione tra ministero e gdf

Le Fiamme gialle contro il sommerso

Il capo ha notato che anche nel-la sua azienda si esagera nei baci di cortesia: per questo non s’è mera-vigliato nel leggere il bell’articolo di Howard Jacobson sul Corriere della Sera di domenica 10 ottobre scorso.

Quella manifestazione d’affet-to era prima riservata solo a quelli o quelle che andavano in pensione: l’anziano/a girava per i reparti, casto bacetto sulla guancia, al massimo su due, parole d’augurio e tutto fi niva lì.

Poi ogni Natale, e lì a breve, pure per San Silvestro, quante vol-te il cinema e la televisione ci hanno fatto vedere favolose sale addobbate e la gente che si bacia al momento dello scoccare mezzanotte.

Però ora si esagera: ci si bacia, sempre castamente, su una guancia o due anche al ritorno da un infortu-nio o da una persistente malattia, al rientro dalla maternità, dalle ferie e ora persino dal fi ne settimana.

Si legge addirittura che ora si baciano persone appena conosciute, alla fi ne di una conferenza o di un funerale.

Casimiro, l’addetto al ma-gazzino, ne approfi tta: fi nge di mirare alla guancia, ma all’ultimo momento stampa un bel bacio sul-la bocca delle compagne di lavoro più piacenti. E siccome è un bel ra-gazzo, pare che non se n’abbiano a male.

Certo, i baci di cortesia non ci sarebbero stati al tempo dei nonni, quando erano le virili strette di mano o le bonarie battute sulla spalla a dominare brevi e lunghi distacchi. Quando, osserva Jacobson, lo stile prevalente era inglese, freddo, cortese ma non più di tanto.

Valfrido Paoliconsulente del lavoro

[email protected]© Riproduzione riservata

STORIE DI LAVORO

Baci di cortesia

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36 Mercoledì 27 Ottobre 2010 LAVORO E PREVIDENZA

Nel collegato lavoro la nuova fattispecie di reato. Possibile il ravvedimento entro tre mesi

Co.co.co., contributi più tutelatiCarcere per i committenti che non versano le ritenute all’Inps

DI DANIELE CIRIOLI

Diventa reato non versare le ritenute previdenzia-li operate sui compensi di co.co.co. e lavoratori

a progetto. Il committente ina-dempiente, infatti, sarà punito con la reclusione fi no a 3 anni e la multa fi no a 1.032,91 euro. Potrà ravvedersi tuttavia, effet-tuando il versamento nel termi-ne di 3 mesi dalla contestazione o dalla notifi ca dell’accertamento della violazione, così come oggi è previsto per i datori di lavoro subordinati (dipendenti). La no-vità arriva dal collegato lavoro, approvato in via definitiva la scorsa settimana dalla Camera.

La nuova norma. La novità è prevista dall’articolo 39. Stabili-sce che l’omesso versamento, nel-le forme e termini di legge, delle ritenute previdenziali e assisten-ziali operate dal committente sui compensi dei lavoratori a proget-to e dei titolari di collaborazioni coordinate e continuative iscritti alla gestione separata, confi gura le ipotesi disciplinate dall’artico-lo 2, commi 1-bis e 1-ter, del dl n.

463/1983 (convertito dalla legge n. 638/1983). In sostanza, viene estesa ai committenti (lavoro parasubordinato) la disciplina sanzionatoria in materia di ver-samenti contributivi, che è oggi vigente per i datori di lavoro (su-bordinato o dipendente).

Le ritenute Inps. Operativa dal 1996, la gestione separata Inps raccoglie i contributi di alcune categorie di lavoratori autonomi e parasubordinati la cui attività non risultava coperta dall’assicurazione previdenziale. A tale gestione, infatti, sono te-nute a iscriversi i professionisti

senza cassa, i collaboratori coor-dinati e continuativi (co.co.co.), i venditori porta a porta, i pensio-nati che, seppure in quiescenza, svolgono le medesime attività; i lavoratori autonomi occasiona-li (dal 1° gennaio 2004 devono essere iscritti solo se il reddito annuo è superiore a 5 mila euro e solo per la differenza); i lavo-ratori a progetto (i nuovi co.co.co. dopo la riforma del lavoro del 2003); gli associati in partecipa-zione; i titolari di lavoro occa-sionale accessorio (voucher); gli spedizionieri doganali. La nuova disposizione introdotta dal colle-gato, tuttavia, riguarderà soltan-

to alcune delle predette categorie di lavoratori, e cioè la categoria di lavoratori che non provvederà autonomamente al pagamento dei contributi all’Inps. Questi sono i professionisti, che infatti sono tenuti personalmente al versamento dei contributi Inps, alle stesse scadenze previste per il versamento delle imposte (Irpef) dovute dalla dichiarazio-ne dei redditi (Unico). Invece, i contributi per conto di co.co.co. e di lavoratori a progetto, per esempio, sono calcolati e versati a cura del committente che, a tal fi ne, effettua una ritenuta sui compensi erogati periodicamen-te di misura pari a un terzo del contributo dovuto all’Inps.

La nuova ipotesi di reato. È proprio in relazione a quest’ul-tima categoria di soggetti che il collegato lavoro estende le nor-me penali. Si tratta dell’articolo 2 del dl n. 463/1983 che discipli-na l’obbligo di versamento delle stesse ritenute previdenziali, ma nel caso del datore di lavoro che le opera sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Queste ritenute, stabilisce la norma,

non possono essere portate a conguaglio con le somme antici-pate, nelle forme e nei termini di legge, dal datore di lavoro ai lavoratori per conto delle gestio-ni previdenziali e assistenziali, e regolarmente denunciate alle gestioni stesse, tranne nel caso in cui a seguito di conguaglio tra gli importi contributivi a carico del datore di lavoro e le somme anticipate risulti un saldo attivo a favore del datore di lavoro. La stessa norma, poi, punisce l’omesso versamento di queste ritenute con la reclusione fi no a tre anni e la multa fi no a 1.032,91 euro (vecchie due milio-ni di lire). Il datore di lavoro (e il committente), tuttavia, non è punibile nel caso in cui provveda al versamento entro il termine di tre mesi dalla contestazione o dalla notifi ca dell’avvenuto ac-certamento della violazione. La denuncia di reato, stabilisce in-fi ne la disposizione, è presentata o trasmessa senza ritardo dopo il versamento ovvero decorso inu-tilmente il termine ivi previsto, con allegata l’attestazione delle somme eventualmente versate.

© Riproduzione riservata

463/1983 (convertito dalla legge senza cassa i collaboratori coor

LA VIOLAZIONE

L’omesso versamento, nelle forme e nei termini di legge, delle ritenute previdenziali e assistenziali operate dal committente sui compensi dei lavoratori a progetto e dei titolari di co.co.co. iscritti alla gestione separata Inps, coni gura le ipotesi di reato disciplinate dall’articolo 2, commi 1-bis e 1-ter, del dl n. 463/1983

LA SANZIONEL’omesso versamento delle ritenute è punito con la reclusione i no a 3 anni e la multa i no a 1.032,91 euro

IL RAVVEDIMENTO

Il committente non è punibile nel caso in cui provveda al versamento entro il termine di 3 mesi dalla contestazione o dalla notii ca dell’avvenuto accertamento della violazione

L’omesso versamento nelle forme e nei termini di legge

Il nuovo reato

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37Mercoledì 27 Ottobre 2010DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI ROMA

Il tariffario professionale varato dal ministero ha tenuto comunque conto delle nuove attività

Nuove tariffe, primo passo avantiPersa l’occasione per redigere un regolamento più elastico

DI MASSIMO BUZZAO*

Con il Decreto 2 settembre 2010 il Ministero della Giustizia ha finalmente approvato il nuovo testo

di tariffa professionale che era atteso da più di due anni (ovvero dalla creazione dell’albo unico che ha unificato le professioni di dot-tore commercialista e di ragionie-re e periti commerciali) il decreto è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 15.10.2010 ed entre-rà in vigore il 30 ottobre.

Sicuramente un passo in avan-ti è stato fatto, si ricorda che la tariffa precedente dei dottori commercialisti era dell’ottobre 1994 e quella dei ragionieri ed esperti contabili del 1997, senza contare che le due tariffe erano praticamente uguali.

Nel frattempo, la professione si è evoluta, nuove attività sono comparse nel novero delle attivi-tà professionali: come la riforma del diritto societario, la riforma del contenzioso tributario, il nuo-vo diritto fallimentare, l’invio te-lematico delle dichiarazioni dei redditi ed altre che sono sorte dopo l’unifi cazione degli albi ed

altre ancora che sicuramente verranno.

Quindi una riscrittura della ta-riffa professionale era più che ne-cessaria, e forse si sarebbe potuta cogliere l’occasione per redigere un regolamento più elastico tale da facilitare sia il professionista sia il cliente, in caso di nuove atti-vità non previste dalla tariffa. Non a caso ho parlato di professionista e di cliente: la tariffa professiona-le, infatti, non è uno strumento ad uso esclusivo del professionista per ottenere compensi sempre più elevati dai propri clienti, è anche uno strumento per i fruitori dei suoi servizi che possono conosce-re meglio il costo delle prestazioni richieste e tutelare così al meglio i propri interessi.

Una tariffa professionale chia-ra ed in grado di recepire anche nuove attività avrebbe potuto facilitare la pattuizione del com-penso tra le parti, consentendo così di stabilire un rapporto professionale più trasparente e corretto tra il professionista ed il proprio cliente; purtroppo con il decreto recentemente approvato si è persa questa occasione: difat-ti gli articoli di tariffa erano 56 e tali sono rimasti con i medesimi titoli della precedente.

Non tutto è ovviamente sba-gliato, infatti, come si è detto, sono stati previsti onorari ed indennità per nuove attività; sono scomparsi, in materia tri-butaria, i riferimenti a singoli quadri delle dichiarazioni e si è

tenuto conto delle dichiarazioni unifi cate e dell’invio telematico delle stesse, sono state recepite le novità in materia di diritto socie-tario e date indicazioni in merito alla determinazione degli onorari del collegio sindacale.

Nel complesso si è quindi provveduto ad un adeguamento necessario in considerazione del tempo trascorso, ed anche dal punto di vista degli importi non possiamo certo affermare di es-sere causa di infl azione.

Si è parlato sugli organi di stampa e nelle dichiarazioni di rappresentanti del Consiglio Na-zionale e di altre categorie pro-fessionali di un incremento pari al 50% rispetto alla preesistente tariffa. In effetti l’incremento è del 50%, tuttavia è sufficiente connettersi al sito dell’ISTAT alla pagina dei coeffi cienti di ri-valutazione monetaria per ren-dersi conto che tale incremento corrisponde esattamente alla ri-valutazione monetaria dal 1994 al 2009. Giunge quindi ovvio pen-sare che, anche in termini di im-porti, si tratta di una revisione, e non di una nuova tariffa.

La Commissione Parcelle sta

già organizzando un ciclo di in-contri per esaminare nel detta-glio tutte le disposizioni della nuova tariffa, il calendario degli appuntamenti sarà a breve reso noto a tutti gli iscritti.

*Vice presidente Commissione liquidazio-

ne Parcelle Odcec di Roma

DI ALESSIO IANNUCCI E CLAUDIO PERONI *

Con la Finanziaria 2008 (L. n. 244/2007) sono state sensibilmente modificate le regole di determinazio-ne della base imponibile Ires degli IAS adopter. La principale novità è senza dubbio consistita nel rafforza-mento del principio di derivazione della base imponibile dalle risultanze del bilancio redatto secondo i suddetti principi contabili. Tale rafforzamento del principio di derivazione della base imponibile IRES dalle risultanze del bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ha determi-nato una particolare attenzione alle rilevazioni contabili IAS/IFRS e ai possibili riflessi sul calcolo della base imponibile. Sebbene la relazione al D.M. n. 48/2008, che ha integrato le disposizioni della Finanziaria 2008, fornisca alcune utili indicazioni ed esemplificazioni sul nuovo regime normativo, la concreta applicazione delle nuove regole necessita di un attento esame. La Commissione Im-poste Dirette dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma ha così ritenuto opportuno avviare una serie di approfondimenti dedicati alle problematiche tributarie derivanti dal nuovo sistema, anche nell’ottica di fornire un contributo ai professionisti che devono concreta-mente cimentarsi con tali tematiche. Gli esiti dei lavori della Commissione sono riportati, per ciascun principio contabile internazionale, in elaborati pubblicati sul sito dell’Ordine (www.odcec.roma.it), che viene aggiornato progressivamente, man mano che i

singoli contributi sono ultimati.Uno degli approfondimenti svolti dal-la Commissione riguarda le operazio-ni con pagamento basato su azioni, disciplinate dall’IFRS 2. Si tratta di operazioni mediante le quali un’im-presa riceve beni o servizi e come corrispettivo attribuisce al cedente o propri strumenti rappresentativi di capitale (ad es. azioni o opzioni su azioni) (operazioni equity settled), o si obbliga a pagargli un importo definito in base al prezzo delle pro-prie azioni o di altri strumenti rap-presentativi di capitale (operazioni cash settled). I beni o servizi ricevuti sono rilevati in bilancio come attività (se soddisfano i requisiti per essere rilevati come tali) o come costo, con contropartita un corrispondente in-cremento del patrimonio netto, per le operazioni equity settled o una passi-vità, per le operazioni cash settled.Il documento della Commissione si occupa in particolare, nell’ambito delle operazioni equity settled, dei profili tributari degli oneri relativi ai piani di stock option. Tali piani, per la diffusione e le problematiche fiscali che sollevano, rappresentano senz’altro una delle operazioni più rilevanti.Da un punto di vista contabile, la società datrice di lavoro dei bene-ficiari delle stock options rileva a conto economico il costo dei servizi lavorativi prestati dal dipendente e iscrive in contropartita una riserva di patrimonio netto. Se, come tipica-mente avviene, il diritto a esercitare le opzioni matura solo dopo un certo lasso temporale (c.d. vesting period), la rilevazione del costo è effettuata

progressivamente durante il vesting period, assumendosi che l’attribuzio-ne delle stock options remunera l’at-tività lavorativa resa in tale periodo. Se la stock option non è esercitata non interviene alcuna modifica del patrimonio netto.Venendo agli aspetti tributari, il do-cumento della Commissione mette in evidenza una delle problematiche più dibattute in dottrina, riguardan-te il momento di rilevanza fiscale dei costi da stock option. Al riguar-do, si contrappongono due diversi orientamenti. Il primo orientamen-to valorizza l’impostazione contabi-le IAS ritenendola valida anche ai fini tributari, per cui i costi medio tempore imputati al conto economico sono ritenuti pienamente deducibili. L’IFRS 2 qualifica infatti i suddetti costi quali spese di lavoro dipenden-te. L’operazione è considerata inoltre nell’ambito dell’IFRS 2 alla stregua di un conferimento di opere e servi-zi. Il costo connesso alla stock option assume quindi rilevanza fiscale nei modi e nei tempi in cui il servizio lavorativo prestato dai dipendenti partecipa alla produzione del reddito d’impresa. Il secondo orientamento propende invece per il rinvio della deducibilità dei costi da stock option al momento dell’esercizio dell’opzio-ne, in cui i costi possono considerarsi effettivamente sostenuti. Tale posi-zione si basa sulla considerazione che il costo da stock option, compor-tando un corrispondente incremento del patrimonio netto, non rappresen-ta un costo effettivo per la società. I costi effettivamente sostenuti sono, infatti, solo quelli che si riverbera-

no sempre in una diminuzione del patrimonio netto, segnaletica di una riduzione della capacità contributiva, che invece non avviene, almeno nel periodo di maturazione, nel caso dei piani di stock option. Il costo diverrà invece effettivo, e deducibile, solo al momento dell’esercizio delle opzioni e sarà eventualmente rappresentato dalla differenza tra il valore di carico delle azioni cedute ai beneficiari e i prezzi da questi ultimi corrisposti per l’acquisto delle azioni.L’orientamento della Commissione su questa tematica è a favore del-la tesi della deducibilità del costo nell’esercizio d’imputazione al conto economico, poiché maggiormente ri-spettosa del principio di derivazione sancito dal nuovo articolo 83 del Tuir, secondo il quale, per i soggetti che re-digono il bilancio in base ai principi contabili internazionali, sono validi i criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilan-cio previsti da detti principi contabi-li. Nel contempo si evidenzia tuttavia come occorra tenere conto del prin-cipio di effettività che caratterizza, alla luce del più generale principio costituzionale di capacità contribu-tiva, il sistema delle imposte dirette. Per tale motivo la Commissione ri-tiene che il giusto contemperamento del principio di derivazione rafforza-ta e del principio di effettività possa realizzarsi mediante la tassazione, in via extracontabile, della soprav-venienza attiva che emerge nel caso in cui la stock option non venga ef-fettivamente esercitata.

*Componenti CommissioneImposte Dirette Odcec di Roma

APPROFONDIMENTI

Le implicazioni fiscali dell’IFRS2, il caso delle stock options

già organizzando un ciclo di in-

Con l’entrata in vigore della nuova tariffa, è au-spicabile che il Consiglio Nazionale, a benefi cio sia delle Commissioni Parcel-le degli Ordini Territoria-li che di tutti gli iscritti e di quanti potenzialmente interessati, predisponga un software di libera uti-lizzazione, scaricabile dal sito internet del CNDCEC, per la corretta applicazio-ne della nuova tariffa pro-fessionale.

L’Odcec Romachiede

un software

Tel. 06/367211 Fax 06/36721220 - [email protected]

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38 Mercoledì 27 Ottobre 2010 A S S O S O F T WA R E

Le possibili soluzioni per attuare il nuovo adempimento previsto per i documenti oltre 3 mila euro

Invio delle fatture in tempi strettiCadenza mensile o trimestrale per la comunicazione telematica

DI FABIO GIORDANO

Oramai è chiaro a tutti: non siamo di fronte a un rinnovato obbligo di presentazione di elen-

chi riepilogativi dei clienti e dei fornitori, bensì a un nuovo ob-bligo di comunicazione dei dati analitici di ciascuna fattura di importo superiore a 3 mila euro. Se davvero così sarà, il nuovo adempimento (previsto dall’art. 21 del dl 78/2010) potrà realmente risultare effi cace an-che se è concreto il rischio che le norme di attuazione introduca-no, con intenti apparentemen-te semplifi cativi, tutte quelle esclusioni ed eccezioni che in passato, con logiche orientate a poco utili dissertazioni in mate-ria di Iva, non hanno consentito di predisporre un’infrastruttu-ra di raccolta dati effi cace ai fi ni dei controlli.

Dal punto di vista organiz-zativo il nuovo adempimento potrà risultare in alcuni casi, in riferimento alle possibili in-dicazioni che verranno fornite dal provvedimento, assai più gravoso della trasmissione de-gli elenchi clienti e fornitori, in quanto:

• le tempistiche di trasmis-sione potrebbero essere assai più stringenti (la cadenza po-trebbe essere mensile o al più trimestrale, anziché annuale);

• le tempistiche di registra-zione potrebbero risultare compresse, poiché non si potrà più fruire dei più ampi termini previsti dalla normativa Iva per l’annotazione delle fatture di acquisto.

I limiti dei vecchi elenchi. Tra i limiti più evidenti dei vec-chi elenchi cartacei degli anni 90, vi era la impossibilità di effettuare incroci automatici con sistemi informatici, se non introducendo delle approssima-zioni così elevate da farli risul-tare di fatto inutili.

Ciò era sostanzialmente do-vuto al fatto che le vecchie nor-me prevedevano svariate tipo-logie di esonero sia soggettivo che oggettivo.

L’impossibilità di effettuare controlli certi e automatici tra i dati delle fatture emesse (tra-smessi dai fornitori) e i dati del-le fatture di acquisto (trasmessi

dai clienti) aveva come effetto quello di rendere l’adempimen-to un inutile aggravio ammini-strativo per le imprese; da qui la soppressione, che non ha di fatto comportato una particola-re riduzione nell’effi cacia delle attività di controllo.

Se la finalità ultima della nuova norma è la reale effi cacia dei controlli è invece del tutto fondamentale che sia resa tra-sparente l’attività di raccolta dati e che in fase di analisi dei dati da reperire siano presi in considerazione non tanto gli aspetti giuridici della normati-va Iva, quanto gli aspetti tecnici legati alla necessità di effettua-re un incrocio automatico delle informazioni, senza pensare troppo ad apparenti semplifi -cazioni.

Ad esempio l’attività di veri-fi ca consistente nel controllare che la fattura A emessa dal for-nitore Neri in data 1/1/2011 nei confronti del cliente Bianchi sia presente negli elenchi del mese di gennaio 2011 dalle aziende Neri e Bianchi è facilmente automatizzabile, in particola-re se ci si limita a effettuare il confronto a livello di totale documento.

Se invece ci si fa prendere dal desiderio di semplifi cazio-ne (peraltro, ribadiamo, solo apparente) finalizzata a non gravare troppo sul contribuen-te, si rischia di ritrovarsi con un adempimento assai più com-plesso e oneroso e per nulla uti-le: ad esempio richiedere i dati aggregati di tutte le fatture e delle note di credito (che com’è noto si possono riferire anche a fatture di anni precedenti) emesse in un intero periodo dal fornitore Neri nei confronti del cliente Bianchi e poi pretende-re di incrociarli acquisendo l’in-formazione dagli elenchi delle due aziende, è del tutto impos-sibile. A maggior ragione se poi la compilazione è subordinata all’applicazione soggettiva o anche oggettiva di norme Iva specifi che, o laddove ad esem-pio sia richiesta per il fornitore la distinzione de gli importi ai fi ni Iva tra imponibili, non im-ponibili, esenti, esclusi, e per il cliente tra detraibili, indetrai-bili ed esenti.

In realtà la soluzione è così semplice e banale che purtrop-

po diffi cilmente ci si addiverrà: il fornitore Neri dovrebbe poter comunicare che in data 1/1/2011 ha emesso la fattura A (o la nota di credito, che in quanto docu-mento a se stante va gestito distintamente) con imponibile 100,00 e Iva 20,00 nei confron-ti del cliente Bianchi; Bianchi a sua volta dovrà comunicare di aver ricevuto da Neri la fattura A datata 1/1/2011 con imponi-bile 100,00 e Iva 20,00 (anche se per esempio l’Iva Bianchi la potrà detrarre solo per il 40% in quanto relativa ad una ripara-zione dell’autovettura).

Va ancora detto che se la fattura A dovrà sicuramente essere comunicata da Neri in riferimento al mese di gennaio 2011, è del tutto ininfl uente che Bianchi la trasmetta anch’esso in riferimento al mese di gen-naio 2011: Bianchi potrebbe ri-ceverla in ritardo e annotarla ai fi ni del libro giornale (se in contabilità ordinaria) nei 60 giorni. Dunque è assolutamente ragionevole che il cliente Bian-chi possa fruire di un tempo più congruo, che l’emanando prov-vedimento potrebbe indicare.

Naturalmente siamo nelle pure ipotesi, le scelte dell’Agen-zia saranno sicuramente diver-se, ma auspichiamo altrettanto se non ancora più valide.

Le tempistiche. Altro punto focale riguarda le tempistiche di trasmissione: per i vecchi elen-chi la periodicità di invio era an-nuale, obiettivamente un lasso di tempo eccessivamente lungo ai fi ni dell’effi cacia dei controlli, ma anche eccessivamente gra-voso per chi presta assistenza tributaria (commercialisti, as-sociazioni di categoria ecc.). Ad esempio è prassi consolidata, in molti casi, la restituzione del-la documentazione dopo aver effettuato la liquidazione Iva: tempistiche annuali signifi cano modelli e istruzioni di compila-zione diversi di anno in anno e soprattutto la certezza di dover riacquisire le fatture dell’anno precedente per la raccolta di elementi in precedenza non ri-chiesti (e dunque non raccolti), oltre a lavori di quadratura più complessi in quanto relativi ad un periodo temporale più lungo.

Molto più razionale sareb-be, grazie alle funzionalità dei moderni software gestionali, la trasmissione dei dati contestua-le alla liquidazione Iva (mensile o trimestrale) e alla stampa del modello F24 per il versamento del debito della liquidazione Iva. Si potrebbero predisporre, nei tempi opportuni, funziona-lità automatiche in modo tale che l’adempimento possa com-portare un aggravio minimo a livello amministrativo e che addirittura possa diventare un’opportunità competitiva in ordine alla possibilità di fruire dei benefi ci della fatturazione elettronica.

Erano ancora i primi di luglio quando sul Forum tecnico di Assosoftware sono comparsi i primi interventi sul tema della comunicazione telematica delle fatture oltre i 3 mila euro. Il ruolo delle software house associate è infatti quello di forni-re tempestivamente le adeguate soluzioni tecniche ai propri clienti.Ma a che punto siamo? In risposta a un’interrogazione par-lamentare, in data 15/9/2010, il sottosegretario del ministero dell’economia e finanze Sonia Viale aveva risposto che presso l’Agenzia delle entrate sono in corso le attività finalizzate alla predisposizione e alla emanazione del provvedimento attua-tivo della disposizione, unitamente alle specifiche tecniche e alle relative istruzioni.L’ipotesi di avvio dell’obbligo più accreditata era quella delle fatture emesse a partire dal mese di gennaio 2011, con termi-ne di trasmissione stabilito non prima dell’ultimo giorno del mese successivo a quello della data di emissione (in relazione alle fatture attive) ovvero di effettiva ricezione (in relazione alle fatture passive).Una prima risposta a questa ipotesi la possiamo sicuramen-te iniziare a dare: a meno di una pubblicazione in extremis del provvedimento, le software house non dispongono più dei tempi tecnici necessari alla predisposizione delle procedure per il primo termine del 28/02/2011.Infatti senza un allinea-mento tempestivo delle pro-cedure gestionali, non sarà possibile per gli operatori del settore (i commerciali-sti e le aziende) individua-re le operazioni interessate all’obbligo di effettuare la comunicazione (la ricerca manuale è possibile solo nei casi marginali).A livello tecnico, infatti, non si tratta della semplice rea-lizzazione di un nuovo sof-tware per consentire l’invio telematico, ma di un’opera-zione più complessa che coinvolge tutte le procedure di contabilità e fatturazione per l’individuazione e l’estrazione dei dati utili da inviare.Peraltro a breve ricomincerà il periodo dichiarativo dei mo-delli 730 e di Unico, che notoriamente per le software house è anticipato rispetto a quello dei Caf e dei commercialisti. Se da un lato le anticipazioni ricevute sugli studi di settore sono un fattore positivo rispetto al passato, dall’altro serve a farci capire che sarà difficile effettuare interventi complessi su altri software.Le modifiche ai gestionali di contabilità, la realizzazione del software, i test necessari, l’installazione presso tutti gli utenti (aziende per le modifiche contabili e commercialisti per il software di invio), la loro istruzione, non consentiranno di terminare i lavori nei tempi finora ipotizzati a meno di non velocizzare l’agenda dei lavori.E vista la rilevanza anche sociale per la lotta all’evasione che questo strumento potrà produrre, a differenza di vecchi e inutili elenchi clienti e fornitori, sarebbe veramente il caso di porre mano con urgenza ai tecnicismi necessari per l’estra-zione dei dati e per il loro invio telematico.L’incrocio dei dati così ottenuti, a disposizione dell’anagrafe tributaria, sarebbe un deterrente importante per stroncare molte truffe in materia di Iva e l’evasione in generale.Potrebbe essere anche l’occasione per «ripensare» l’adempi-mento Black List con l’obiettivo di uniformare in un unico strumento anche le comunicazioni dei soggetti che intratten-gono rapporti con i paesi non collaborativi, semplificando in questo modo la vita dei contribuenti, delle imprese e di tutti gli intermediari. Senza contare che le «innovative» e impreviste interpretazioni della circolare 53/E/2010 sui rappresentanti fiscali e sulle stabili organizzazioni hanno messo in difficoltà un po’ tutti.Ricordiamoci che il fisco viene percepito quale «giusto» quando ha obiettivi chiari e non complica troppo la nostra vita.

Bonfiglio Mariotti presidente Assosoftware

VISTO DA...

È importante far presto

Boni glio Mariotti

Nel mese di ottobre 2010 sono entrate a far parte di Assosoftware le società Iso Srl di Rivoli - Torino (www.iso-srl.it), Cesip Centro Studio e Impianto Procedu-re Srl di Prato (www.cesip.it), DieFFe Informatica Srl di Castel d’Azzano – Verona (www.dieffeinformatica.it) e EcoQuadro Sas di Paderno Dugnano – Milano (www.ecoquadro.it)

NEWS

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39Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì 27 Ottobre G E O M E T R I

L’iter parlamentare fa un nuovo passo avanti, in attesa del testo predisposto dal Guardasigilli

Professioni, riparte la riformaOggi in commissione giustizia alla camera la proposta Siliquini

Nuovo passo in avanti per la ri-forma della professioni, l’iter parlamentare procede. Al via il dibattito in commissione giusti-

zia della camera dei deputati del testo di riforma predisposto dalla relatrice al provvedimento l’onorevole Maria Grazia Siliquini (Fli), che afferma: «La riforma delle professioni si è avviata alla sua fase conclusiva, oggi si riprenderà il dibattito in commissione giustizia alla camera dei deputati». Salvo imprevisti dunque, oggi stesso sarà dibattuto in commissione il testo base di riforma depositato lo scorso 18 maggio.

Come si procederà dunque? Per prima cosa il ddl predisposto dall’onorevole Si-liquini verrà dibattuto in commissione giustizia, successivamente sarà stabili-to un termine per discutere gli emenda-menti. Clima di sintonia e di intesa in commissione più volte espresso dai com-ponenti dei diversi gruppi parlamentari e sottolineato oggi anche dal Pd. Infatti Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro della segreteria nazionale del Pd, ha dichiarato di voler dare «un supporto ad andare avanti con la disponibilità al confronto, perché le linee fondamentali del testo di riforma sono da noi condivise. Il Pd su quelle linee darà un confronto assolutamente costruttivo sul quel testo di riforma partendo dalle proposte che ha già depositato e che hanno contenuti analoghi, in particolare sulle società di lavoro professionale».

Ma se l’iter parlamentare va avanti, che succede sul fronte governativo? Lo scorso 15 aprile il ministro Alfano ha convocato gli stati generali delle profes-sioni per defi nire una legge di principi condivisa per la riforma. Poi il 21 luglio scorso i rappresentanti delle categorie tecniche del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Pat (Professioni area tecniche) hanno pre-sentato al Guardasigilli un documento di riforma condiviso. E proprio in quell’occasione il mini-

stro Alfano ha dato appuntamento a tutti in ottobre per la stesura del testo di riforma pronta per essere votata in Parlamento.

Nel frattempo però tra il mondo delle professioni e via Arenula si è registrata un po’ di ruggine. Il motivo del contende-re sono i decreti di accreditamento delle associazioni dei professionisti senza albo all’elenco dei soggetti abilitati a parte-cipare alle piattaforme europee sulle professioni, che hanno scatenato dure reazioni sia da parte dei rappresen-tanti del Cup e del Pat.

Sergio Polese, Presidente del Pat, ha infatti dichiarato: «Il rico-noscimento delle associazioni pro-fessionali senza albo nell’elenco dei soggetti abilitati a partecipare alle piattaforme europee sulle professio-ni nell’ambito del decreto legislativo 206/2007 è improprio poiché le attivi-tà che rientrano in quelle qualifi che sarebbero libere e non tenute ad avere un registro o a pro-durre effetti di tipo giuridico nell’esercizio di tali profes-sioni». Ma le perplessità che serpeggiano nel mondo delle professioni non sono solo di natura puramente tecnica; infatti il mese di ottobre è passato e da via Arenula, non sembra ancora pron-ta la bozza del testo di riforma. Ma rumors non uffi ciali sono incoraggian-ti, perché informano che l’ufficio legislativo del ministro Alfano sta met-tendo a punto un ddl di principi. Una scadenza quindi non disattesa ma solo rimandata, entro dicembre.

Finalmente oggi, salvo imprevisti d’ultim’ora, si riaprirà il dibattito sul testo di riforma presentato dall’onorevole Maria Grazia Siliquini. Un provvedimento che, dopo anni di dibattiti in materia, raccoglie le

istanze di tutti i soggetti professionali coinvolti e che mette in chiaro una volta per tutte cosa si intenda per professione

intellettuale, lasciando alle singole categorie le scelte per quanto riguarda competenze e ordinamento. Abbiamo piena fi ducia nei confronti del testo di riforma convinti che se questa discussione andrà avanti in termini ragio-nevoli, si arriverà a una soluzione. C’è poi da considerare l’azione del governo: in questo senso stiamo aspettando le proposte del ministro della giustizia Angelino Alfano che

credo non saranno molto diverse dal testo parlamentare. Una cosa è certa, noi andremo avanti comunque, guardan-

do oltre e insieme ai periti agrari e ai periti industriali ribadiamo la volontà di unirsi in un Albo unico.

Stiamo già preparando l’ordinamento della fusione per la creazione dell’Albo unico dei tecnici di primo livello. Vogliamo essere protagonisti e attori principali del nostro futuro e lo saremo anche nei confronti del mondo dell’istruzione. La riforma degli istituti tecnici presup-pone che le professioni scendano in campo. Bene, noi siamo pronti a in-tervenire in qualità di professionisti nel mondo della scuola e anche in quello della formazione post secon-daria a partire dall’istruzione tec-nica superiore. Interverremo nella formazione dei ragazzi, in prima persona, partecipando ai comitati scientifi ci, all’insegnamento e so-prattutto preparando i giovani per il post secondario che sarà la sosti-tuzione del tirocinio professionale

determinante per l’accesso all’albo. Tutto questo sarà oggetto della pros-

sima assemblea per divulgare questa nostra interpretazione e questo nostro impegno.

Fausto Savoldipresidente del Consiglio nazionale

geometri e geometri laureati

IL PUNTO

E i tecnici studiano la fusione

Per la prima volta in Italia, otto ordini professionali si uniscono in un progetto comune. Il prossimo 29 ottobre sarà inaugurato a Prato il Palazzo delle Professioni: un’unica sede per diverse categorie. Si tratta di ben otto ordini (ordini di dottori commercialisti ed esperti contabili, architetti pianifi catori, paesaggisti e conservatori, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, ingegneri, collegi dei geometri e dei geometri laureati e di periti industriali e dei periti indu-striali laureati) per un totale di 5.200 professionisti tra iscritti e praticanti. Gli obiettivi di questo progetto sono molteplici ma le parole d’ordine per tutti sono: unione, modernizzazione e semplifi cazione. Le competenze e le attività professionali saranno inte-grate grazie ad un continuo scambio tecnico-culturale interdisciplinare, che è il vero valore aggiunto del Palazzo delle Professioni. Da que-sta integrazione ne consegue anche un’importante e maggiore offerta, sia

quantitativa che qualitativa, dei ser-vizi erogati dai professionisti. Inoltre, un altro elemento che merita d’essere sottolineato è la risposta dei profes-sionisti alla crisi economica, che ha fatto registrare un calo del fattura-to di tutte le categorie. La soluzione rappresentata dalla creazione del Palazzo delle Professioni è quella di unire le forze: infatti la semplifi ca-zione, che la creazione del fronte co-mune comporta, di fatto sancisce una riduzione dei costi. Ancora, il Palazzo delle Professioni è fortemente legato al contesto urbano: contribuisce alla valorizzazione della vita culturale della città di Prato grazie a un’in-tesa con museo Pecci, e, soprattut-to partecipa al rilancio della realtà economica di uno dei poli industriali più importanti della Toscana e della stessa Italia. Avere quindi lo stesso tetto sulla testa, simbolo di una forte collaborazione tra le diverse catego-rie professionali, non è solo un’uto-pia. A Prato, da oggi, è realtà.

A PRATO SI INAUGURA IL PALAZZO DELLE PROFESSIONI

Una sola casa per otto categorie

Fausto Savoldi

Pagina a curaDEL CONSIGLIO NAZIONALE

GEOMETRI

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40 Mercoledì 27 Ottobre 2010 FA R E A M B I E N T E

Il parere di Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente-Movimento ecologista europeo

Emergenza rifiuti, stop alle litiEnti inadeguati, necessario dare pieni poteri al governo centrale

PAGINA A CURADI RENATO NARCISO

Il problema dei rifi uti in Cam-pania è oramai, tristemente arcinoto a tutti. Le immagi-ni delle tonnellate di rifi uti

ordinari che invadono le strade della capitale del Mezzogiorno hanno fatto il giro del mondo, tanto che il più grande news-magazine del mondo, lo statu-nitense Newsweek, le metteva in copertina nella primavera del 2008. Si va avanti di emergen-za in emergenza creando danni enormi sia ambientali che di immagine non solo a Napoli e alla Campania ma all’intera na-zione. Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente-Mo-vimento ecologista europeo, non ha dubbi: «Il problema è a mon-te, nella mancata realizzazione degli impianti di smaltimento e con il conseguente inevitabile riempimento delle discariche, che per quanto grandi possano essere, prima o poi fi niscono con il raggiungere la capienza mas-sima e spesso a superarla».

Domanda. Presidente, come crede che si possa uscire da quest’impasse?

Risposta. Dando pieni poteri al governo centrale. Gli enti lo-cali non sono assolutamente in grado di gestire il problema.

D. E perché secondo lei?R. Sono inadeguati e litigiosi.

Tutti contro tutti aggrappan-dosi a difendere quelle nicchie di potere assegnate loro dalla legge. Regione contro province, province contro comuni, comuni contro la regione. Uno spettaco-lo indegno e mentre loro litigano i cumuli di rifi uti crescono, poi

quando la situazione si è fatta insostenibile la cosa più ovvia e urgente che si può pensare di fare è aprire una nuova discari-ca, magari anche dentro un’area protetta, come nel caso attuale che ha visto scegliere l’area di Terzigno, proprio nel parco nazionale del Vesuvio. Quasi quasi cominciamo a rimpian-gere l’epoca Bassolino, almeno quando c’era lui la litigiosità era molto più bassa.

D. Litigiosi l’abbiamo capito, ma inadeguati, da cosa lo de-duce?

R. Dal fatto che ancora non sono state avviate nemmeno le procedure per la realizzazione degli impianti di smaltimento in modo da poter gestire l’ordina-rietà del ciclo integrato dei ri-fi uti. Il problema è strutturale e gli amministratori locali, indi-pendentemente dal loro schiera-mento politico, non sono affatto all’altezza della situazione che

è sempre più vicina al collasso.

Ancora non è stata recepita l’idea che le discariche non sono la soluzione per lo smalti-mento dei rifi uti di una società che ne produce una simile mole.

D. Lei prima ha detto che il governo dovrebbe assumere i pieni pote-ri, ma questo lo ha già fatto esautorando la società Asia, incarica-ta della gestione della discarica di Terzigno, e nominando al suo po-sto Bertolaso…

R. Ma il problema non è questa emergen-

za, sono sicuro che l’alta profes-sionalità di Bertolaso ci porterà in breve fuori da quest’ennesi-ma emergenza, ma per quanto tempo? Il presidente Berlusconi dovrebbe affi dare a persone di spiccata competenza la realizza-zione degli impianti, sottraendo questa competenza all’inade-guatezza degli enti locali, al-trimenti la Campania andrà di emergenza in emergenza senza mai riuscire a risolvere strut-turalmente e defi nitivamente il problema.

Ci vorrebbe un commissario ad acta che nel giro di due o tre anni risolva una volta per tutte la situazione. Purtroppo i rappresentanti che il centro-destra dispone negli Enti locali non hanno lo stesso valore di quelli del governo centrale la cui politica ambientale, invece, è pienamente condivisa da Fa-reAmbiente.

© Riproduzione riservata

Per favorire il ritorno dell’Italia alla produzione di energia nucle-are, FareAmbiente-Movimento ecologista europeo, pensa a una campagna di informazione che coinvolga tutti i cittadini. Informare correttamente la popolazione partendo dal basso fi no ad arrivare poi alle tv nazionali, magari mobilitando le comunità locali nelle regioni e costituendo veri e propri comitati di rappresentanti della società civile presieduti da personalità di alta valenza scientifi ca. Per spiegare bene a tutti che non ha senso proibire la produzione di energia atomica e poi acquistarla a caro prezzo dall’estero. Solo così facendo si potrà aprire un serio ed equilibrato dibattito sull’atomo in modo che gli italiani possano scegliere in maniera serena e cosciente il loro futuro energetico.L’esigenza nasce da due fattori: primo che tutto il mondo dell’am-bientalismo storico italiano, per ragioni meramente ideologi-che, è assolutamente contrario all’energia nucleare; secondo dal fatto che praticamente tutti gli organi di informazione dopo il disastro di Chernobyl, causato non da un incidente ma da uno scriteriato esperimento che vide bypassare volontariamente ben 14 protocolli di sicurezza, hanno sempre dato il massimo spazio e la massima visibilità ai contestatori dell’atomo. Diffi -cilmente la stampa e la tv italiane hanno ascoltato seriamente le ragioni di chi la pensava differentemente, a cominciare dagli stimati scienziati italiani. Nei dibattiti televisivi, per esempio, gli argomenti usati per rispondere alla domanda sul fabbisogno energetico, sono stati quelli riguardanti la produzione eolica o solare, senza mai dire che l’atomo non mira a sostituire tali fonti energetiche, bensì gli idrocarburi contro cui invece non viene proferita parola.Di sicuro la nomina di Umberto Veronesi alla guida dell’Agen-zia per la sicurezza nucleare, che ha avuto il pieno consenso di FareAmbiente, ha dato un nuovo slancio verso il ritorno alla produzione di energia atomica in Italia, e tale soluzione evite-rebbe di bruciare milioni di tonnellate di idrocarburi i cui fumi e le cui polveri sottili fi niscono nella nostra aria e quindi inevi-tabilmente, nei nostri polmoni. Per ovviare al fabbisogno energetico, il Movimento ecologista europeo propone il cosiddetto mix basato sul sole, il vento e l’atomo, perché purtroppo, le prime due non sono suffi cienti. In questo modo diminuirebbe considerevolmente l’uso di idro-carburi, spesso acquistati da paesi inaffi dabili o politicamente instabili.

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Una campagna informativaper il ritorno al nucleare

È partito, grazie a un finan-ziamento assegnato dalla presidenza del consiglio dei ministri - dipartimento della

gioventù alla fondazione Giambat-tista Vico, il progetto Gagi (gestione ambientale per giovani imprenditori). Il Gagi si ripropone di promuovere l’af-fermazione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva, con parti-colare riferimento ad azioni di svilup-po ambientale, attraverso la creazione di luoghi di incontro dove condividere conoscenze e «saper fare», favorendo la mobilità e le relazioni dei giovani sul territorio nonché incentivando le forme di imprenditoria eco-sostenibili da svolgere nei territori delle aree pro-tette o limitrofe. La fondazione si av-varrà della collaborazione e della con-sulenza di FareAmbiente-Movimento ecologista europeo nel portare avanti il progetto Gagi in supporto alle tema-tiche ambientali che saranno di volta in volta affrontate.

Il progetto, presentato a Paestum, in

provincia di Salerno, nasce con l’obiet-tivo di tutelare e promuovere le realtà culturali e imprenditoriali italiane a elevata biodiversità naturale ma an-che agronomica e culturale, in sintonia con le linee guida dell’anno internazio-nale della biodiversità, valorizzando e riscoprendo aree dagli ele-vati standard ambientali e culturali, e rispecchiano le caratteristiche tipiche del-la tradizione mediterranea, improntate a uno sviluppo turistico e imprenditoriale nuovo, teso a favorire le nuove generazioni e idee imprenditoriali innovative.

Punta di diamante di questo pro-getto sono le «Oasi di fi losofi a» (Odf), ovvero centri di qualità ed eccellenza che, oltre a promuovere un nuovo mo-dello di ricettività, provvedano a met-tere in campo una serie di strategie operative fi ssate da un regolamento e un disciplinare sottoscritto dai giovani imprenditori che aderiranno all’inizia-

tiva. Ciò consentirà ai fruitori di veri-fi care le differenze rispetto alle altre strutture sia in termini di ricettività e professionalità sia di corretta gestione delle risorse culturali del territorio di appartenenza. L’Oasi di fi losofi a nasce dall’esigenza di conquistare un turismo

di qualità, quindi di arricchire l’offer-ta turistica ricorrendo a componenti ambientaliste e culturali. La fi nalità è quella di riunire in una rete, deno-minata appunto Odf, quelle imprese di ricezione turistica che soddisfino ad alcuni importanti e precisi requisiti e che accettino di essere consigliate e aiutate ad aggiungere una proposta di contenuto culturale in senso più stret-

to; ben consapevoli che fare accoglienza di livello è già di per se stessa un’atti-vità di valore culturale. All’iniziativa partecipano giovani della Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia e Lazio.

All’interno del Gagi è previsto un master specialistico in «Po-litiche per lo sviluppo turi-stico locale». L’obiettivo delMaster, già bandito sul sito www.progettogagi.org, è creare, attraverso una pre-parazione altamente spe-cialistica, una fi gura profes-sionale esperta nel settore

del turismo e professionalizzare im-prenditore e lavoratori del settore. Il master è rivolto a diplomati, laureati, dipendenti della pubblica amministra-zione o di imprese private. Il corso è di durata annuale ed è articolato in tre moduli divisi in quattro modalità di apprendimento: lezioni curriculari, e-learning, seminari e stage.

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FINANZIAMENTI

Via al progetto Gagi per l’imprenditoria eco-sostenibile

Vincenzo Pepe

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41Mercoledì 27 Ottobre 2010

è in edicolaMercati&

DI OTTOBRE DI OTTOBFinanza

UNICREDIT/ Sergio Ermotti, senza deleghe, lascerà a breve il gruppo

Alla fine, prevale NicastroSarà d.g. unico. Fiorentino direttore operativo

Alla fi ne, come da ampie previsioni, Roberto Nica-stro è stato nominato, su proposta dell’a.d., Feder-

ico Ghizzoni, direttore generale unico di Unicredit. Il voto, sec-ondo alcuni dei membri del cda, è stato unanime. In questo nuovo ruolo, secondo una nota emessa dopo il consiglio, Nicastro «di-rigerà l’intero business di banca commerciale, che comprende i settori relativi alle famiglie e pic-cole e medie imprese e il private banking, nonché il global trans-action banking».

Il cda ha anche nominato Paolo Fiorentino direttore ope-rativo con responsabilità su it, back-office, organizzazione, risorse umane-management e identity & communications.In uscita invece Sergio Ermotti, che «ha convenuto di gestire ad in-terim» il corporate & investment banking (Cib), composto da mar-kets, fi nance&advisory, fi nancial institutions group, leasing e factoring, «fino a quando non sarà nominato il suo successore, al fine di as-sicurare una transizione graduale». Il consiglio ha confermato l’importan-za strategica della area corporate per UniCredit.

Il direttore generale, quello ope-rativo e il responsabile del cor-porate «saranno a diretto ripor-to dell’amministratore delegato, così come il chief fi nancial offi cer, il chief risk offi cer e il respon-sabile di Hr Strategy». All’a.d. riporteranno anche i country chairmen di Germania e Austria. I country chairmen di Italia e Po-lonia e il responsabile della Cen-tral & eastern Europe «saranno invece a riporto del direttore generale».Nicastro ha rico-perto negli ultimi tre anni il ruolo di vice a.d., con responsabilità sul retail banking. Ha iniziato la sua carriera in

UniCredit nel 1997, dopo aver lavorato nell’investment ban-king in Salomon brothers e nella consulenza con McKin-sey & company. All’inizio degli anni 2000 ha costruito la piat-taforma del gruppo nella Cee.Fiorentino ha ricoperto anche lui il ruolo di vice a.d. negli ultimi tre anni, quale responsabile sui global banking services.

Nella sua carriera trentennale all’interno del gruppo ha supervi-

sionato, dal 2004, l’area global banking services dopo aver di-retto la divisione New Europe.Commentdno le nomine, l’a.d. Ghizzoni ha asserito che «la nuova struttura di governance è una tappa fon-damentale nell’evoluzione

di UniCredit quale primaria banca universale eu-

ropea. Grazie alla chiara

defi nizione delle re-

sponsabilità per le strategie, per le divisioni di business e le funzio-ni operative, UniCredit è perfet-tamente in grado di affrontare le sfi de derivanti dal nuovo contesto economico e regolamentare».

Dal canto suo, il vicepresiden-te del gruppo e governatore del-la Banca centrale libica, Farhat Omar Bengdara, dopo il cda ha ribadito che l’istituto non ha alcun legame con Lia (Lybian investment authority), né con il fondo degli Emirati, Aabar, tutti soci di Unicredit. Bendara ha anche ripetuto che il suo rap-porto con gli altri soci è ottimo e che la Banca centrale libica, attualmente al 4,99% del capi-tale Unicredit, non salirà oltre il 5%, «tetto fi ssato dallo statuto di Unicredit».

Intanto, gli analisti iniziano a stimare quali saranno i conti tri-mestrali di piazza Cordusio: l’utile è atteso a 391 milioni di euro (394 nello stesso periodo 2009), l’utile lordo dovrebbe salire a 856 mil-ioni (751), mentre il risultato di

gestione è atteso a 2,627 mil-iardi (da 2,9) e il margine di intermediazione a 6,547 miliardi (da 6,731). I ricavi

da trading sono attesi a 290 milioni (715).

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Trasferire la sede della Con-sob da Roma a Milano, come ha proposto la Lega, sarebbe dannoso per la capacità ope-rativa dell’Autorità e molto costoso. Lo ha sottolineato il presidente vicario, Vitto-rio Conti, in un’audizione in commissione affari costituzio-nali alla Camera. «Qualsiasi soluzione che individui una concentrazione del persona-le presso un’unica sede», ha detto Conti, «potrebbe risul-tare molto pregiudizievole nel breve periodo, per la capacità operativa della Consob e assai costosa nel medio periodo».

«Si può ipotizzare», ha spiegato Conti, «un costo per le indennità da corrisponde-re al personale trasferito da Roma, a copertura di parte dei costi diretti di trasloco e di residenza, che si aggi-ra intorno ai 60 milioni».Tra le molte voci di spesa, Conti ha evidenziato quella del turnover, «particolarmente elevato, laddove vengano per-se le migliori risorse dell’isti-tuto». Per il personale della Consob, «le evidenze relative al turnover degli ultimi cin-que anni indicano che questa circostanza potrebbe verifi car-si principalmente nel caso di dirigenti che hanno raggiunto posizioni di rilievo nella vigi-lanza (con oltre 15 anni di ser-vizio), nel caso di funzionari senior che hanno effettuato una progressione di carriera particolarmente rapida, nel caso di giovani funzionari con formazione di eccellenza che hanno acquisito un’espe-rienza consistente all’interno dell’istituto (tre-sei anni)».In tutti questi casi, «si tratte-rebbe di risorse diffi cilmente fungibili, spesso non disponi-bili sul mercato e comunque molto costose da rimpiazza-re». Ne segue, ha concluso Conti, «che il rimpiazzo delle risorse rischia di tradursi in una riduzione del livello di competenza e, di rimando, in una riduzione della capacità di vigilanza».Conti ha invece indicato la vera «priorità», che è quella di rilanciare la piazza fi nanzia-ria di Milano. Il numero due della Consob è poi tornato a chiedere a viva voce la nomi-na del presidente, carica or-mai vacante da mesi e a cui il governo non ha ancora messo mano.

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VICEPRESIDENTE

Sbagliatotrasferirela Consob

Si riaprono le divisioni all’interno dell’Unione europea, in vista del Consiglio dei capi di Stato e di go-verno di giovedì e venerdì, che do-

vrebbe adottare il testo approvato la scor-sa settimana dai ministri delle finanze.La Commissione europea, infatti, è torna-ta alla carica con Olli Rehn, che ieri, in un discorso a Bruxelles, ha messo in chiaro di non voler cedere sull’introduzione di target numerici di riduzione del debito nella ri-forma della governance economica dell’Ue.Rehn ha ribadito l’intenzione della Commis-sione di adottare «un benchmark numerico per ottenere progressi soddisfacenti nella riduzione del debito».

Le affermazioni del commissario vanno contro quanto dichiarato la scorsa setti-mana dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, il quale sosteneva che nel nuo-vo Patto di stabilità non ci sarebbero stati riferimenti «numerici» al debito pubblico.Rehn ha poi ribadito la necessità di intro-durre incentivi e sanzioni «automatiche o semi-automatiche» per rafforzare la credi-bilità dell’area euro, affi dandosi a regole

chiare, piuttosto che alla malfunzionante «disciplina di mercato».

Il commissario fi nlandese ha confermato l’intenzione di voler inserire nel Patto «un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi», ma solo se legato a misure che «minimizzino l’azzardo morale in maniera preventiva, rafforzino la disciplina fi scale e assicurino un’attività creditizia responsa-bile».

Quella di Rehn è una difesa a spa-da tratta dell’operato della Commissio-ne, che lascia immaginare nuove scin-tille, quando il testo passerà all’esame di primi ministri e presidenti dei 27.Sul tavolo c’è anche il compromesso franco-tedesco per una revisione del Trattato, su cui Rehn è stato chiaro. Un nuovo Trattato non è da escludere, ma la sospensione dei diritti di voto, su cui insiste la Germania, non è la forma ideale per rafforzare la governance.L’asse Parigi-Berlino potrebbe però non essere tanto forte quanto sembra. Secondo il Financial Times, tra i due paesi non c’è intesa sul contenuto dell’eventuale riforma del Trattato. Per la Germania, l’esistenza di

una procedura di default del debito sovrano farebbe in modo che i mercati disciplinassero i governi che spendono troppo, facendo paga-re loro maggiori tassi d’interesse.

Il governo tedesco intenderebbe crea-re un «Club di Berlino», sulla falsa riga di quelli di Parigi e Londra, per assicura-re la rinegoziazione del debito sovrano.La Francia accetta il coinvolgimento del setto-re privato, pretendendo però un meccanismo più cooperativo, che comprenda pagamenti dilazionati nel tempo. In particolare, Parigi teme la cattiva fama degli stati in default, che si troverebbero di fronte a mercati fi nan-ziari chiusi per anni. Anche su questo pun-to, però, Rehn si è mostrato piuttosto cauto.Berlino, dal canto suo, preme sull’accele-ratore per creare consenso sulle modifi che. Secondo un funzionario tedesco, molti pae-si membri dell’Unione sono favorevoli alla revisione della carta di Lisbona, ma pare diffi cile come questo possa avvenire in tempi brevi, considerati gli ostacoli trovati nell’adozione del Trattato di Lisbona da parte dei singoli parlamenti nazionali.

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SALE LA TENSIONE IN VISTA DEL VERTICE DEI CAPI DI STATO E DI GOVERNO

La Ue insiste: giro di vite su debito statiDopo l’apparente accordo tra ministri per un approccio più morbido

Roberto Nicastro

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42 Mercoledì 27 Ottobre 2010 MERCATI E FINANZA

Il gruppo esce in anticipo dalle convenzioni Cip6. Il titolo chiude a -3,5%

Penalizzati i conti EdisonDal calo dei prezzi interni rispetto ai contratti

Ut ile netto in calo dell’11,8% a 179 milio-ni di euro per il gruppo Edison nei primi nove

mesi, rispetto all’analogo perio-do del 2009, con ricavi in crescita del 16,8% a 7,593 miliardi. Que-sti i principali risultati approvati dal cda. In calo anche il margine operativo lordo, a 939 milioni (-17,6%). Il cda ha anche approva-to la risoluzione anticipata delle convenzioni Cip6.

Edison ha spiegato in una nota che i risultati sono stati penalizzati dall’attività di im-portazione e vendita di gas. Nel periodo, la domanda di energia elettrica è cresciuta dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche la do-manda nazionale di gas ha fatto segnare una crescita limitata, +0,8%. Al contrario, la crescita della domanda nazionale di gas, rispetto allo stesso periodo del 2009, ha fatto segnare un in-cremento più marcato (+7,8%), favorita dai fattori climatici.Gli effetti negativi del rallen-tamento della domanda sono stati amplificati dalla forte turbolenza che ha caratterizza-

to il settore gas, a causa degli ingenti quantitativi di gas spot commercializzati sui più impor-tanti mercati europei a prezzi decisamente più bassi di quel-li dei tradizionali contratti di acquisto gas di lungo termine, correlati ai prezzi petroliferi.Ciò ha provocato anche in Italia una forte riduzione dei prezzi sul mercato, che si sono posizio-nati a un livello ben inferiore rispetto a quello del costo del gas importato con contratti di

lungo termine. Questa situazio-ne ha portato tutti gli operatori del settore, compresa Edison, a rinegoziare i contratti con i for-nitori. L’attuale andamento del-le rinegoziazioni dei contratti di gas di lungo termine non lascia prevedere una conclusione en-tro l’esercizio corrente.

Nonostante questo scenario, «la performance commerciale di Edison è stata buona anche in questo trimestre», ha sottolineato l’a.d. Sergio Quadrino, nel corso

della conference call. «I principali problemi riguardano il gas. Ecco perché stiamo rinegoziando i con-tratti», con i 4 partner principali, tra cui Russia, Algeria e Qatar.

Dal canto suo, il cfo, Marco An-dreasi, ha sottolineato che «il debi-to è diminuito nel corso dell’anno. La guidance che abbiamo in men-te è vicina a 3,6 mld per fi ne anno».Tuttavia, il mercato ha penaliz-zato il titolo, che ha chiuso la giornata a 0,92 euro, -3,50%.

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L’utile netto dei primi nove mesi di Recordati è stato di 87 mln di euro, in aumento del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2009. Una cresci-ta in misura superiore alla redditività operativa, per la minore incidenza degli oneri fi nanziari. I ricavi consolidati sono stati di 548,6 mln di euro, in leggera diminuzione (-1,4%) rispetto allo stesso periodo del 2009. Le vendite farmaceutiche sono state di 529,6 mln, -1,1%. La scadenza del brevetto di pro-dotto a protezione del princi-pio attivo lercanidipina nei principali paesi europei in gennaio ha comportato una riduzione delle vendite del farmaco del 26,8%, quasi in-tegralmente compensata dal buon andamento delle vendite degli altri farmaci e dai pro-venti per l’attività di licenza dei prodotti a livello inter-nazionale. Le vendite della chimica farmaceutica, 19,0 mln, si sono ridotti del 7,8%.L’utile operativo è stato di 123,9 mln di euro, +1,6%, ri-spetto allo stesso periodo del 2009. La sua incidenza sui ri-cavi è stata del 22,6%.La posizione fi nanziaria netta al 30 settembre ha registrato una disponibilità netta di 20,1 mln di euro, in incremento di 39,8 mln euro rispetto al 31 dicembre 2009. Nel periodo, sono stati pagati dividendi per 54,4 mln euro. Il patrimonio netto si è ulterior-mente incrementato ed è risul-tato pari a 550,3 mln di euro.Per l’intero anno 2010 il grup-po prevede di realizzare ricavi di circa 725 mln di euro, un utile operativo di 155 mln e un utile netto di 105 mln.La pubblicazione dei dati ha contribuito a ridurre le perdi-te del titolo, partito in deciso calo. Il titolo ha chiuso a 6,77 euro, -0,59%.

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MA CALO VENDITE

Buonoil trimestreRecordati

Il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, si è detto sorpreso per non aver ricevuto ancora da Telecom Italia l’offerta commerciale per il servizio di internet a 100 Mega in sei città. «Mi meraviglio che non l’abbia presentato», ha detto Calabrò, «anche perché l’annuncio era stato pressante». Se l’obiettivo della società è partire prima di Natale, ha aggiunto tuttavia Calabrò, a margine di un’audizione in commissione affari costitu-zionali alla Camera, «siamo ancora nei tempi».Quanto alle discusse tariffe sull’unbundling, per le quali la Ue ha invitato l’Agicom a ricon-siderare gli aumenti, l’Authority ha avviato

subito un supplemento d’istruttoria dopo le osservazioni giunte da Bruxelles la settima-na scorsa. Lo ha spiegato lo stesso Calabrò, sottolineando che, appena avuta la lettera di Bruxelles, «un’ora dopo abbiamo avviato un supplemento di istruttoria con l’advisor. I tempi sono rapidi, perché si tratta di met-tere a fuoco un solo punto: il conteggio dei guasti. Non anticipo il risultato», ha aggiunto Calabrò. «Lo stabiliranno i tecnici e io non interferisco». Un risultato che il numero uno dell’Agcom ritiene di poter portare in consi-glio «entro un paio di sedute».

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Calabrò: tempi rapidi per tariffe unbundling

DI JERRY BREWIN *

Anche se dopo gli incontri del G20 e dell’Fmi nel marzo 2009, l’attività preventiva del Fon-do monetario internazionale ha dato una for-te spinta ai mercati emergenti, sono state le drastiche misure monetarie e fi scali dei paesi sviluppati a favorire, anche se non intenzio-nalmente, i paesi emergenti. Tassi di interesse nel breve termine vicino allo zero in Giappone, Europa e Stati Uniti, l’impatto delle misure di quantitative easing e i timori defl azionisti-ci nelle economie sviluppate hanno fatto del debito dei mercati emergenti un tipo di inve-stimento con rendimenti relativamente alti, determinando un incremento della raccolta in questa asset class.I buoni rendimenti non sono tuttavia l’unica attrazione, specialmente da quando il rally, ini-ziato nell’ottobre 2008, ha ridotto i rendimenti sul benchmark più seguito, l’indice del debi-to estero dei mercati emergenti denominato in dollari, all’attuale minimo sotto il 5,60%, con uno spread di circa il 3% sui titoli di stato Usa.La possibilità di una futura emissione relativa-mente modesta di debito sovrano è un incenti-vo a investire in debito dei mercati emergenti. Per la prima volta nella storia dei mercati fi -nanziari, è ora più semplice prevedere l’entità del debito che emetteranno i paesi emergenti, di quanto non sia calcolarlo per le economie sviluppate.Demograficamente, i paesi emergenti non hanno il problema dell’invecchiamento della popolazione e ciò signifi ca che non sarà diffi cile ripagare il debito per via della crescita dei fl us-si di rendimenti generati da una popolazione più giovane.Nel tentativo di contenere l’impatto dei fl us-si di investimenti esteri sulle loro monete, le banche centrali dei paesi emergenti hanno ac-cumulato velocemente riserve di valuta estera. Gli emerging market sono diventati creditori

netti sempre più forti, rafforzando la loro po-sizione fi nanziaria, rispetto ai paesi sviluppati e mettendo in discussione la convinzione che i paesi sviluppati riusciranno a evitare un reale deprezzamento delle loro monete e del valore dei loro bond.Ma il vero argomento a supporto della tesi di investimento nel debito dei mercati emergenti è il miglioramento delle prospettive di crescita di questi paesi nel lungo termine, indipenden-temente dal tipo di ripresa, che vedranno le economie sviluppate. Secondo le previsioni, nei prossimi 20 anni il pil dei paesi Bric e quello dei cosiddet-ti «Next 11» (Egitto, Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Iran, Indonesia, Filippine, Corea del Sud, Vietnam e Messico) cresceranno in media del 6%, rispetto alla crescita di quel-lo delle economie sviluppate (in media +3%).L’aumento degli investimenti e degli scambi tra i mercati emergenti li rende meno dipen-denti dalla crescita del mondo sviluppato. Lo scorso anno, gli investimenti diretti delle aziende cinesi all’estero hanno toccato quota 56,5 miliardi di dollari, il 70% dei quali è sta-to investito in altri paesi asiatici e il 15% in America latina. Le autorità cinesi hanno previsto di re-cente che gli investimenti toccheran-no i 100 miliardi di dollari nel 2013.Per gli investitori di oggi, la sfi da è quella di garantirsi una quota della crescita futura at-traverso gli asset dei paesi emergenti, men-tre sono ancora classifi cati come «emergenti». Entro i prossimi dieci anni, i grossi investitori degli emerging markets, tra cui fondi sovrani e multinazionali dei paesi emergenti, potrebbero a sorpresa dominare i fl ussi di investimento dei paesi emergenti, nonostante un aumento di interesse da parte degli investitori dei mercati sviluppati.

*responsabile del debito dei mercatiemergenti, Aviva Investors

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IL COMMENTO

I vantaggi del debito dei paesi emergentiA 1,7 MILIARDI $

Utili recordtargatiFordFord ha registrato nel terzo tri-mestre un utile netto in rialzo per il sesto trimestre consecuti-vo a 1,7 miliardi di dollari(0,43 usd ad azione) contro gli 0,29 usd ad azione dell’anno scorso, battendo le stime di 0,38 dollari ad azione degli analisti. I ricavi si sono attestati a 30,7 miliardi di dollari, escludendo le attivi-tà del gruppo Volvo cars.La società ha inoltre risarcito una linea di credito revolving da 2 miliardi di dollari e ver-serà 3,6 miliardi di dollari in contanti venerdì per coprire l’ultimo dei suoi debiti con il fondo sanitario. Queste azioni, da sole, ri-durranno il debito genera-le del costruttore di auto a 22,8 mld usd dai 27,3 re-gistrati alla fine di giugno.Ford intende, inoltre, tagliare ulteriormente il debito, emet-tendo due titoli di debito con-vertibili nel quarto trimestre. Gli azionisti riceveranno un premio in contanti come in-centivo a convertire il debito in azioni ordinarie del gruppo. «La performance nei primi 9 mesi ha superato le nostre at-tese», ha commentato il diret-tore fi nanziario, Lewis Booth, aggiungendo che «siamo ora fo-calizzati sull’incremento della redditività a livello globale».

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Sorin ha chiuso il terzo trimestre con un utile net-to di 8,2 milioni di euro, in crescita rispetto ai 3,9 milioni del terzo trimestre 2009. I ricavi consolidati sono saliti a 180,3 milioni (+11,2% rispetto al terzo trimestre 2009). L’ebitda si è attestato a 25,8 milioni (+27,9%) e l’ebit è stato di 14,4 mi-lioni (+48,3%). Al 30 settembre, l’indebi-tamento fi nanziario netto era di 156,4 milioni, ri-spetto ai 171,2 al 30 giu-gno 2010 e ai 198,6 al 30 settembre 2009.

Salgonoricavi Sorin

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44 Mercoledì 27 Ottobre 2010 MERCATI E FINANZA

TRIMESTRALE

Torna l’utile(1,66 mld)in casa UbsIl gruppo bancario svizzero Ubs è tornato in utile nel terzo trimestre con un profi tto netto di 1,66 mld di franchi svizzeri (1,71 mld usd) contro la perdita di 564 mln di franchi nello stes-so periodo del 2009. Il risultato ha superato le sti-me degli analisti (utili per 1,17 mld di franchi). I ricavi sono aumentati del 15% a 6,66 mld di franchi, ma il trend di cre-scita ha rallentato rispetto al secondo trimestre, a causa, ha spiegato l’istituto, dell’indeboli-mento delle attività di trading e a minori entrate. L’amministratore delegato, Oswald Gruebel, è convinto che il quarto trimestre sarà positivo grazie al miglioramen-to di alcuni fattori che hanno penalizzato il gruppo nei tre mesi appena terminati come il rallentamento delle operazioni da parte dei clienti e il raffor-zamento del franco svizzero rispetto a dollaro ed euro.La banca è riuscita a invertire la fuga di capitali che aveva colpi-to la divisione private bank nei trimestri precedenti. Nel terzo trimestre, l’unità ha registrato nuovi fondi per 900 milioni di franchi svizzeri, a fronte dei 5,5 miliardi di franchi svizzeri usciti dalle casse dell’istituto nel secondo trimestre.

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È stata un’altra giornata di vendite sulle piazze europee, partite subito con il segno meno, accen-

tuato, nel primo pomeriggio, dal dato americano sui prezzi delle case in agosto, sceso quasi ovun-que; sul finale, però, c’è stato un parziale recupero, sull’onda del

dato americano sulla fiducia dei consumatori in ottobre, salito a 50,2 punti, oltre le attese (49,2).

Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,33% a 21.363 punti, il Ftse All share lo 0,33% a 21.945 punti, il Ftse

Mid cap lo 0,15%, il Ftse Star lo 0,1%. Hanno fatto peggio le altre piazze europee: a Londra il Ftse

100 ha segnato -0,78%, a Parigi il Cac-40 -0,45%, a Francoforte il Dax -0,33%. A metà seduta, a new York, il Dow Jones segna-va +0,01%, l’S&P 500 +0,01%, il Nasdaq Composite +0,38%.A Milano, Azimut holding (-4,65%) ha segnato la peggior perfor-mance del paniere. Giù anche Mediolanum (-2,53%). Negative Luxottica (-1,92%) , Fiat (-1,06% a 12,11 euro), Stm (-0,67% Stm). Si sono mosse in controtendenza Autogrill (+1,93%), Finmeccani-ca (+1,5%) e Snam r.g. (+1,37%). Tra le utility, ha chiuso sul mas-simo storico di 3,235 euro Terna (+0,54%). Sopra la parità Popola-re Milano (+0,59%). Unicredit ha ceduto lo 0,32% nel giorno del cda.Sul Ftse Italia Mid Cap brillan-te Premafin (+2,36%). In calo del 3,5% Edison, dopo i conti dei primi nove mesi. Infine, tra i ti-toli minori è proseguito il rally di Arena (+21,88%) dopo il +22,61% di lunedì.

Quanto all’euro, ieri ha chiuso in forte calo a 1,3841, dopo aver toccato un massimo di 1,3982. Il dollaro si è riportato ben oltre la soglia di 80 sullo yen (81,27 yen). Euro-yen a 112,61.

Infi ne il petrolio. A New York, a metà seduta, il Wti era quo-tato 82,72 dollari al barile, con-tro gli 83,72 dollari del Brent a Londra.

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Debolezza sui listiniDopo i dati macro dagli States

Ftse All share -0,33%. In deciso calo l’euro a 1,3841 sul dollaro. Petrolio a 82,72 $ barile

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un’azienda già attiva in 16 paesi e preparata a cogliere le opportunità di un mercato

in evoluzione. Acquista le azioni di Enel Green Power entro il 29 ottobre. Vai subito

in banca e in Poste Italiane. Prima dell’adesione leggere il prospetto, disponibile

presso Enel Green Power, Borsa Italiana, i collocatori e sul sito enelgreenpower.com

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LA SUA ENERGIA SI RINNOVA,

QUESTA OPPORTUNITÀ INVECE NO.

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Page 40: Abruzzo• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - 2,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 • GERMANIA La scuola fa ammalare Giardin

45Mercoledì 27 Ottobre 2010Mercoledì MERCATI E FINANZA

Banca d’Italia, Deutsche bun-desbank e Istituto centrale delle banche popolari stabiliranno una connessione bilaterale tra i rispettivi clearing and settle-ment mechanisms per elaborare i pagamenti Sepa credit tran-sfer nei primi mesi del 2011. L’interoperabilità tra il Csm Icbpi/Bi-Comp gestito dalla Banca d’Italia e da Icbpi, e Se-pa-Clearer del retail payment system, il Csm di Bundesbank, permetterà di scambiare paga-menti SepaA credit transfer per conto delle rispettive comunità bancarie in modo sicuro, rapido ed economico. La cooperazione è basata sul Technical interope-rabilty framework sviluppato dall’Associazione europea del-le Automated clearing house.

Ferrari. I ricavi del terzo tri-mestre hanno raggiunto i 446 milioni di euro, +12,6% rispetto al terzo trimestre 2009. Le vet-ture consegnate alla rete sono state 1.398 (+3,9%). Ottimo l’utile della gestione ordinaria, cresciuto del 46% a 76 milioni di euro, pari al 17% dei ricavi (13% nel terzo trimestre 2009). Il risultato è riconducibile prin-cipalmente ai maggiori volumi di vendita e all’andamento molto positivo del programma di personalizzazione oltre al continuo perseguimento delle efficienze. I ricavi dei nove mesi sono stati di 1.349 milio-ni (+4,8%) con 4.598 (+2,4%) vetture consegnate alla rete vendita. L’utile della gestione ordinaria è stato di 192 milioni di euro (176, +9%). Oggi, con l’apertura del Ferrari World Abu Dhabi, si inaugura la prima licenza per un parco divertimenti non solo per il Ca-vallino Rampante, ma in tutta la storia dell’automobilismo e dello sport in generale.

Acea. «Domani (oggi, ndr) ci sarà il cda in cui presenteremo le linee guida del piano indu-striale che partirà a gennaio. Si dovrà mettere al centro delle di-scussioni il fortissimo controllo dei costi. Il piano è equilibrato e non ci sono iniziative che non siano nei limiti della legge». Lo ha annunciato l’a.d. di Acea, Marco Staderini, sulle indiscre-zioni che parlano di un taglio tra i 700 e i mille addetti.

Sia-Ssb si è aggiudicata la gara internazionale della Com-missão de valores mobiliã¡ros, l’autorità di vigilanza sui mer-cati fi nanziari brasiliani, per la progettazione e realizzazione del nuovo sistema tecnologico di sorveglianza del mercato

dei capitali del paese. Grazie a questo nuovo progetto, Sia-Ssb sbarca per la prima volta in Sudamerica con una piat-taforma all’avanguardia in grado di supportare lo svilup-po del settore dei servizi fi nan-ziari del mercato brasiliano.

TerniEnergia ha ricevuto da Consob l’autorizzazione alla pubblicazione del prospetto di quotazione relativo all’am-missione alle negoziazioni sul Mta di azioni ordinarie Ter-niEnergia di nuova emissione rivenienti dall’aumento del capitale sociale a pagamento per massimi 60 mln euro. Il collocamento avverrà solo con un private placement riservato a investitori qualifi cati in Ita-lia e investitori istituzionali all’estero, con esclusione di Sta-ti Uniti, Australia, Giappone e Canada. L’aumento supporterà gli obiettivi di consolidamento e di sviluppo della società.

Olivetti lancia sul mercato mondiale il primo «Application warehouse», dedicato al settore delle imprese e alla p.a.. È un magazzino virtuale di appli-cazioni software che verrà pro-gressivamente reso disponibile su diversi terminali innovativi di Olivetti, a partire dal tablet OliPad e, dal 2011, sui pc, i ter-minali Pos avanzati Explora e i nuovi prodotti specializzati.

Patti Chiari ha presentato il nuovo servizio «Conti corren-ti a confronto» sul sito www.pattichiari.it. Si chiama «In-dividua il tuo profi lo» ed è un «confi guratore» che permette ai consumatori di trovare il profi -lo tipo di utilizzo del conto tra quelli defi niti da Banca d’Italia più adatto alle proprie esigenze e poi di confrontare i conti che meglio rispondono ai requisiti espressi.

Texas instruments, nel terzo trimestre, ha registrato un incre-mento dell’utile netto del 60% a 859 mln usd (0,71 usd/azione). I ricavi sono progrediti del 30% a 3,74 mld usd. Il margine lordo è aumentato al 54,5% dal 51,4%. Gli ordini totali sono saliti del 10% su base annua, ma diminu-iti dell’8% su base trimestrale.

ArcelorMittal ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 1,35 mld usd contro i 903 mln nello stesso periodo del 2009. La compagnia siderurgi-ca con base in Lussemburgo ha centrato un’ebitda di 2,27 mld usd superando la performance degli stessi tre mesi 2009.

BREVI

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RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 30 SETTEMBRE 2010

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

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ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 6470 del 4/12/2008

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 25/10/2010

Elite France-Europe B EUR 94,02Elite France-Europe F EUR 91,76Em Debt Opp. B($) USD 110,14Em Debt Opp. C(Chf) CHF 109,50Em Debt Opp. E EUR 109,71Em Mkts Eq B($) USD 129,81Em Mkts Eq F($) USD 129,78Em Mkts Eq J(Chf) CHF 119,69Em Mkts Eq L EUR 125,04Europe Low Vol B EUR 97,18Europe Low Vol C(Chf) CHF 93,12Europe Low Vol F EUR 95,94European Equities B EUR 221,41European Equities C(Chf) CHF 203,47European Equities F EUR 217,15European Equities H EUR 210,03European Opp B EUR 102,84European Opp C(Chf) CHF 100,45European Opp D($) USD 102,35European Opp F EUR 102,22European Opp N(Chf) CHF 99,92North American Eq. B($) USD 140,88North American Eq. E EUR 134,66North American Eq. F($) USD 139,04North American Eq. G EUR 131,99North American Eq. H($) USD 133,98

Valori al 20/09/2010

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1023,91

Japan A1 EUR 537,06

US Large Cap Value A1 EUR 1078,38

US Large Cap Value C1 USD 1006,42

W&R Science & Technology A1 EUR 926,28

SUB-FUND NAME NAV DATE PRICE

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BLUESKY GLOBAL STRATEGY 25/10/2010 1378,34

BOND EURO 25/10/2010 1076,08

BOND RISK 20/10/2010 1285,96

EMERGING MARKET CORPORATE 20/10/2010 1315,39

EUROPEAN EQUITY 25/10/2010 908,76

MULTIMAN. EQ. AFRICA&MIDDLE EAST 20/10/2010 82,24

POLAR CAPITAL FUNDS

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 11,57 22/10/2010 GBP 10,28 22/10/2010 USD 16,11 22/10/2010

Healthcare Opportunities EUR 6,55 22/10/2010 GBP 5,83 22/10/2010 USD 9,12 22/10/2010

Polar Japan Fund USD 16,85 26/10/2010 GBP 10,61 26/10/2010 JPY 1366,53 26/10/2010

UK Absolute Return EUR 12,40 22/10/2010 GBP 10,99 22/10/2010 USD 17,25 22/10/2010 EUR 12,49 22/10/2010 GBP 11,06 22/10/2010 USD 17,37 22/10/2010

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

POLIZZE UNIT LINKED

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

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Unidesio 760183 10,057 15/10/2010

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 30/09/2010

Adesso Index Aprile '07 87,850 A2 | A | A+ - | A- | A-Adesso Index Febbraio '07 97,086 A2 | A- | A- * - | A- | A-Alba Carim Index 08/07 101,170 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-Alba Carim Index 11/06 98,685 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA-Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,744 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+AltiPercorsi Index 2005 100,343 A3 | - | - Aa3 | AA- | AA-CariChieti Index Linked 2005 101,660 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Carichieti index linked 2006 97,720 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+Carichieti Index Linked 2007 98,107 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AACreberg altiplano marzo 07 96,304 - | A- | A- - | A- | A-Creberg Altiplano Aprile '07 88,260 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-Creberg Polar Aprile '07 88,120 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-Derby Index Linked Dicembre 2006 91,620 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****Derby Index Linked Ottobre 2006 91,620 - | (1) | - - | A- | A-DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 87,740 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,750 - | BBB+ | BBB+ Aa3 | A+ | A+ *****Duomo Index Nuove Frontiere 98,520 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,760 - | BBB+ | BBB+ Aa2 | AA | AA-Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 94,880 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,650 Aa2 | A+ | A+Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 87,740 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,750 - | BBB+ | BBB+ Aa3 | A+ | A+ *****Duomo Index Performance Positiva 112,330 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+ExtraFrutti - Index Linked 2008 100,570 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Futuro Forte 1 - 2006 98,650 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Index Scatto piu' Persona Life 97,000 Aa2 | A+ | A+Index Up 1-2008 84,660 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+Index Up 3 - 2005 99,650 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+Index Up 4 - 2005 100,013 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Indice Più 3 100,430 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Indice Più 4 - 2004 99,749 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Prima Classe 1 - 2005 102,495 A3 | - | - Aa3 | A+ | AA-Prima Classe 2 - 2005 102,191 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 97,400 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+Prima Classe 3 - 2005 98,018 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Scelgo Index 10 97,881 Baa3 | - | - Aa3 | A+ | AA-Scelgo Index 11 98,104 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+Scelgo index 12 98,512 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AAScelgo Index 13 97,710 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-Scelgo Index 14 97,109 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-Treviso Index 2007 98,744 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+Uni Class 98,891 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 100,740 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 100,481 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,714 Aa2 | AA | AA- Aa2 | AA | AA-3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 100,360 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 99,520 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 99,940 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,560 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | A+4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie VI Aprile 2007 82,580 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie VII Aprile 2007 82,720 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-4,30% International Serie X Giugno 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AAAUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 94,915 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+Capital Index Serie II 2005 99,400 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-Capital Index SERIE IV 2005 97,760 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,850 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 100,000 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 99,850 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Capital index serie XX 2004 99,640 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA-Convergence Serie IX 2007 82,580 Baa3 | BBB | BBB+ Aa1 | A+ | AA-Convergence Serie VIII 2007 89,560 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | A+Convergence Serie XI 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-Convergence Serie XII 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AAConvergence serie XIV 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,860 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,890 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie I 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE I 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE I 2007 97,190 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie II 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+CRESCITA SICURA SERIE II/2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Crescita Sicura serie III 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,460 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie III 2007 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie IV 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+Crescita Sicura Serie IV 2007 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AACRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,581 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie V 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE V 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie V 2007 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Crescita Sicura Serie VI 2007 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AACRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,520 Aa2 | AA | AA-Crescita Sicura Serie VII 2007 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 101,260 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,182 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Crescita Sicura Serie VIII 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 96,270 A2 | A+ | AA-DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,960 Aa1 | - | -Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 99,450 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 93,840 A1 | A | A+ A1 | A | A+Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-Euro-dollaro Serie V aprile 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 98,680 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,520 Aa2 | AA | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,630 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 96,270 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,220 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 97,190 A2 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,310 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+Everest Equity World Serie XI 2007 97,710 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 97,392 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Everest Global Basket Serie XIII 2007 97,710 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+Everest Global Basket Serie XV 2007 97,392 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,921 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-Grifo Index serie XIX 2004 99,811 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,460 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,520 Aa2 | AA | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,220 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,630 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,450 Aa2 | AA | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 96,270 A2 | A+ | AA-INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 97,190 A2 | A+ | AA-INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,270 Aa1 | - | -Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 96,490 A1 | A | A Aa2 | AA | AAIndex “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 96,387 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 94,460 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AAINDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,182 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 98,860 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-Index Esagono Plus Serie XIV 2006 98,265 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Plus Serie XIX 2005 99,920 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-Index Esagono Plus Serie XXI 2005 89,000 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | AA- | AA-Index Esagono Plus Serie XXII 2005 89,000 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | AA- | AA-Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,361 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Japan – Euro Serie IV 2007 88,710 Baa3 | BBB | BBB+ Aa2 | A+ | A+Lombarda vita 6&6 95,750 - | A+ | - Aa3 | A | A+Lombarda vita 6&6 New 91,315 A2 | A | A A2 | A+ | AA-Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 102,290 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 82,240 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 92,510 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Lombarda Vita Classic Markets 99,108 Aa1 | A+ | AA-Lombarda Vita Classic Markets New 95,020 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Lombarda Vita Euro Sector 95,050 - | A+ | - A1 | AA | A+Lombarda Vita Euro Sector New 93,330 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Presente e Futuro Serie XVI 2007 86,990 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-Protezione e Valore Serie III 2007 99,270 Aa1 | - | -

VALORI AL 30/09/2010

PRODOTTO VALORERATING RATING OPZIONE

OBBLIGAZIONE MOODY’S/S&P/FITCHMOODY’S/S&P/FITCH

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quota-zioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibilesulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,271 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

BCP Più index serie IV 2005 98,180 - | A- | - Aa3 | A | A ****

C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,909 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 99,100 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,998 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Il valore dell'energia 98,053 A1 | A | A+ - | A- | A-

Index Linked Bull Dividend 92,260 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+

Index linked di lusso 104,645 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****

Index Linked Select Dividend 93,630 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2006 100,437 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 98,526 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 94,900 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-

Nikkei Avenue 96,400 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-

PROFIT + 99,110 - | BBB+ | BBB+ Aa1 | A+ | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 143,580 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 144,550 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 143,580 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 142,610 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 141,640 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 143,730 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 98,736 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+

Valore Assicurato 97,190 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

VALORI AL 30/09/2010

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

(2) Prodotto costruito ante Circolare ISVAP 451/D del 24 luglio 2001

INDEX LINKED NUMERO 1 102,495 A3 | - | - Aa3 | A+ | AA-

VALORI AL 30/09/2010

Carismi Più Certezza 10 104,981 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 106,790 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 106,279 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 100,820 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 3 97,101 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 90,600 Baa3 | BBB | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 97,120 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 104,000 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 97,700 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 89,250 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 89,880 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

VALORI AL 30/09/2010

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 92,030 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-Short Everest Global Basket Novembre 2007 104,217 Baa1 | - | A Aa2 | A+ | A+Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 97,190 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 96,791 A1 | A | A Aa3 | A | A+Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 95,020 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,683 A1 | A | A Aa2 | AA | AASWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,540 A2 | A+ | AA-SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 96,270 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,140 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 99,350 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 97,140 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 100,660 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 98,610 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA-Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 99,960 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 95,915 A1 | A | A+ Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 94,678 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,220 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,630 A2 | A+ | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,450 Aa2 | AA | AA-Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 95,677 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 99,230 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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Page 42: Abruzzo• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - 2,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 • GERMANIA La scuola fa ammalare Giardin

47Mercoledì 27 Ottobre 2010

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GIUNTA REGIONALE - AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO

1. Giunta Regionale Lombardia – Via F. Filzi, 22 – 20124 Milano; 2. Procedura aperta; 3. Oggetto: Servizi a supporto della valutazione strategica del programma operativo “Competitività e Occupazione” della Regione Lombardia OB 2 FSE 2007/2013. – Codice GECA n. 11/2009; 4. Data aggiudicazione 07/09/2010; 5. Offerte ricevute: quattro; 6 Aggiudicatario: R.T.I. tra IRS Istituto per la Ricerca Sociale di Milano – Fondazione G. Brodolini di Roma – Gruppo Clas Srl di Milano, Via XX Settembre, 24 - 20123 Milano; 7. Importo aggiudicazione: € 800.000,00= (IVA esclusa); 8. Data invio avviso GUCE: 11/10/2010; 9. Avviso pubblicato su GUCE, GURI e sito www.regione.lombardia.it al link “BANDI”. Il Dirigente della Struttura Acquisti Contratti e Patrimonio Michele Colosimo

L’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile - Direzione Centrale Finanza - Direzione Affari Generali e Contratti con sede in Roma, Viale Castro Pretorio n. 118, ha indetto le seguenti due procedure di gara: 1) Procedura aperta ai sensi del d.lgs. n. 163/2006 per l’affi damento del servizio di assicurazioni per la Responsabilità Civile verso Terzi per perdite patrimoniali. L’appalto è ripartito nei seguenti lotti: - Lotto n. 1: polizza RC verso terzi per perdite patrimoniali per un massimale assicurato di € 2.500.000,00 per sinistro e in aggregato annuo di € 20.000.000,00, con un massimale cumulativo di € 10.000.000,00 in caso di corresponsabilità tra più amministratori e/o dipendenti nello stesso sinistro; il valore complessivo del lotto, posto a base di gara, è stimato in € 850.000,00 imposte incluse - Lotto n. 2: polizza eccesso RC verso terzi per perdite patrimoniali per un massimale assicurato di € 2.500.000,00 in eccesso al massimale di € 2.500.000,00 per sinistro previsto nella polizza base e in aggregato annuo di € 20.000.000,00, con un massimale cumulativo di € 10.000.000,00 in caso di corresponsabilità tra più amministratori e/o dipendenti nello stesso sinistro; il valore complessivo del lotto, posto a base di gara, è stimato in € 300.000,00 imposte incluse. Durata dell’appalto: dal 31/12/2010 al 31/12/2011. Le offerte vanno presentate per uno o più lotti. Il servizio verrà aggiudicato al prezzo più basso. Le domande di partecipazione, redatte secondo le indicazioni contenute nel bando di gara inviato alla GUCE in data 13/10/2010, pubblicato sulla G.U.R.I. 5^ Serie Speciale n. 124 del 25/10/2010 e sui siti internet www.serviziocontrattipubblici.it e www.enac.gov.it, dovranno pervenire all’Ente entro le ore 13:00 del 22/11/2010. 2) Procedura ristretta ai sensi del d.lgs. n. 163/2006 per l’affi damento della fornitura di n. 28 licenze Oracle: - n. 10 licenze Oracle database enterprise edition - processor perpetual; n. 10 licenze Real application clusters - processor perpetual; n. 8 licenze Application server enterprise edition - processor perpetual. I prodotti della fornitura devono comprendere 1 anno di “software update licenze & support” con decorrenza dalla data di installazione delle licenze. Importo stimato del contratto: € 531.165,00 (IVA esclusa). Durata dell’appalto: 12 mesi. La fornitura verrà aggiudicata al prezzo più basso. Le domande di partecipazione, redatte secondo le indicazioni contenute nel bando di gara inviato alla GUCE in data 15/10/2010, pubblicato sulla G.U.R.I., 5^ Serie Speciale n. 124 del 25/10/2010 e sui siti internet www.serviziocontrattipubblici.it e www.enac.gov.it, dovranno pervenire all’Ente entro le ore 13:00 del 15/11/2010. Informazioni in merito alle suddette procedure possono essere richieste al Dott. Massimo Zangrilli (Responsabile del procedimento) - Tel. 0644596430/314/225 posta elettronica [email protected]. Il Direttore della Direzione Affari Generali e Contratti

Dott.ssa Raffaella Marciani

E.N.A.C. ENTE NAZIONALE PER L’AVIAZIONE CIVILE

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Page 43: Abruzzo• Nuova serie - Anno 20 - Numero 255 - 2,50 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 27 Ottobre 2010 • GERMANIA La scuola fa ammalare Giardin

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