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Storia dell'architetturaL'architettura greca

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ContentsArticles

Arte minoico-micenea 1Architettura minoica 2Cnosso 3Timbaki 6Architettura micenea 9Porta dei Leoni 11Tesoro di Atreo 12Tirinto 14Architettura greca 16Architettura greca arcaica 18Ordine architettonico 23Ordine dorico 28Ordine ionico 31Ordine corinzio 32Tempio greco 34Propilei 45Agorà 48Odeon (edificio) 49Heraion di Olimpia 50Acropoli di Atene 53Partenone 56Altare di Zeus 63

ReferencesArticle Sources and Contributors 71Image Sources, Licenses and Contributors 72

Article LicensesLicenza 77

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Arte minoico-micenea 1

Arte minoico-miceneaL'arte della civiltà egea (2000-1400 a.C.) si divide in arte minoica ed arte micenea.L'età minoica-micenea inizia nel 1500 a.C. e si conclude nel 1199 a.C. L'arte minoica nasce in corrispondenzadell'introduzione della metallurgia del bronzo.[1] L'architettura più nota è quella del Palazzo di Cnosso, completo diun santuario e di un teatro. A Creta svolgevano un ruolo importante i ceramisti e i decoratori.L'arte micenea, influenzata da quella minoica, è quella corrispondente al periodo più avanzato dell'età del bronzo edil suo elemento caratterizzante sono le fortificazioni, le porte e l'architettura funeraria.

Affresco del Palazzo di Cnosso (circa 1500a.C)

Affresco parietale a Cnosso Dea dei serpentida Cnosso

(1700-1600 a.C)

Note[1] Arte minoica e micenea (http:/ / doc. studenti. it/ appunti/ storia-dell-arte/ 2/ arte-minoica-micenea. html) in studenti.it. URL consultato il

30-03-2011.

Voci correlate•• Architettura minoica•• Architettura micenea•• Ceramica minoica

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Architettura minoica 2

Architettura minoicaL'architettura minoica è l'architettura sviluppata nell'ambito della civiltà minoica, la civiltà cretese dell'età delbronzo (circa 3000-1050 a.C.).È rappresentata principalmente dai resti dei grandiosi palazzi che costituivano la residenza del sovrano e il luogo diimmagazzinamento del surplus della produzione. Erano costruiti con pietra e mattoni di fango essiccato al sole, poile pareti venivano intonacate e talvolta dipinte.La pianta, con ambienti articolati intorno a vasti cortili, era ampia e asimmetrica, con la disposizione delle stanze chesuggerisce un criterio casuale; vi si trovano porticati, terrazze, logge, verande e cavedi, mentre sono del tutto assentistrutture militare di difesa. Questo ha fatto pensare a una società basata su uno stile di vita tranquillo e civile, che fufacilmente conquistata dall'invasione micenea, quando il mare non rappresentò più una barriera difensiva.

Dettaglio del Palazzo di Cnosso

A Creta si sono rinvenuti i resti del palazzo di Cnosso,del palazzo di Festo e del palazzo di Malia, il primooccupante un'area di ben 13.000 m2.

Il palazzo più famoso è quello di Cnosso, anche se lerovine attuali, compresi i famosi affreschi a temamarinaresco, sono in larga parte frutto della fantasiadell'archeologo inglese Arthur Evans agli inizi delNovecento.

Esisteva un sistema di scarichi per far defluire le acquedi bagni e latrine, mentre in alcune stanze sono stateritrovate tracce di bracieri a carbone per ilriscaldamento e la cottura dei cibi. La copertura deivani era costituita probabilmente da un sistema di travi

con andamento piano, non inclinato.Al pian terreno era vastissima l'area dei magazzini, dove si conservavano i prodotti dell'Isola, all'epoca molto fertile:granaglie, vino, olio d'oliva e lana. Forse proprio dalla complessa suddivisione dell'area dei magazzini potrebbeessere nata la leggenda del labirinto, tramandata dalla mitologia greca continentale. Forse i magazzini di Cnossoerano così ampi anche perché fungeva da centro di stoccaggio e distribuzione verso tutta l'isola.La cosiddetta villa di Haghia Triada venne costruita invece in epoca già micenea, e presenta un porticato a due piani.L'aspetto in alzato di questi edifici, si ritrova in modelli in terracotta e viene raffigurato nel cosiddetto mosaico degliedifici.A Creta non sono stati trovati resti né di templi, né di architetture funerarie, né tanto meno di alcuna costruzionemilitare.

Bibliografia• W. Müller e G. Vogel. Atlante di architettura, Hoepli, Milano 1992• David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 1999.

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Cnosso 3

Cnosso

Cnosso

Palazzo di Cnosso - corridoio con particolare scena lotta con il toroLocalizzazione

Stato  Grecia

Regione Isola di Creta

Dimensioni

Superficie 22000 m² m²

Coordinate geografiche: 35°17′52″N 25°9′46″E35.29778°N 25.16278°E [1]

Cnosso (in greco Κνωσός, greco miceneo ko-no-so, minoico ku-ni-su?) è il più importante sito archeologico dell'etàdel bronzo di Creta. Sorge nella parte centrale dell'isola di Creta, a 6 km dal mare e a 5 km da Iraklion, sul fiumeKatsaba (antico Kairatos).Fu un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell'età del bronzo). Il palazzo di Cnosso è legato adantichi miti della Grecia classica, come Minosse e il labirinto costruito da Dedalo, e quello di Teseo e il Minotauro.

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Cnosso 4

Storia del palazzo

"Il Principe", affresco dal sito archeologico diCnosso, oggi esposto al Museo archeologico di

Iraklio.

Abitata già nel neolitico, divenne un florido centro della civiltàminoica verso il 2000 a.C., epoca della costruzione del grande palazzoche, privo di mura difensive, era sintomo dell'egemonia cretese sul marEgeo. In questo periodo gli abitanti di Cnosso cominciarono ad avererapporti economici e commerciali con la civiltà egizia e vengonoaddirittura dipinti straordinari affreschi prodotti con le tradizionalitecniche degli abitanti del Nilo. Verso il 1700 a.C. un cataclisma, forseun terremoto provocato dall'eruzione del vulcano dell'isola di Thera(l'odierna Santorini), distrusse tutti i palazzi dell'isola, incluso quello diCnosso. Durante il periodo neopalaziale (1700 a.C.-1500 a.C.) ilpalazzo venne ricostruito ancora più sontuoso di quello di epocapalaziale, ancora una volta privo di mura difensive, cosa che testimoniala totale assenza di invasioni da parte di altri popoli. Verso il 1450 a.C.Cnosso fu devastata dai micenei, popolazione proveniente dalPeloponneso, come testimoniano i testi in lineare B rinvenuti nelpalazzo, finché verso la metà del XIV secolo a.C. la città iniziò adecadere. Vi sono infine fonti che indicano la presenza di artigianicretesi nelle città micenee dove veniva apprezzata la loro altaconoscenza nel campo dell'oreficeria.

Storia degli scavi archeologici a CnossoDa molti anni era noto che in quest'area si dovesse trovare una città di nome Cnosso. Infatti gli abitanti della regione,coltivando i loro campi, trovavano spesso degli oggetti antichi. Il primo ad intraprendere gli scavi fu MinosKalokairinos, un antiquario, commerciante di Iraklion, che nel 1878 scoprì due dei magazzini del palazzo. I turchi,padroni del terreno, lo costrinsero a fermare le ricerche. Fallirono pure i tentativi di Heinrich Schliemann nelcomprare la collina di "Kefala" a causa delle eccessive pretese dei turchi. Infatti volevano vendere al ricercatoremolti più ulivi di quanti non ce ne fossero sulla collina costringendolo a pagare un ingente somma che il tedescorifiutò indignato.La fortuna aiutò invece Sir Arthur Evans, archeologo e in quel periodo direttore dell'Ashmolean Museum di Oxford,che incominciò scavi sistematici nel 1900, seguito dal suo assistente, l'archeologo inglese D. Mackenzie, che tenevaanche il diario di scavo, dopo la proclamazione dell'autonomia dell'isola. Verso la fine del 1903 quasi tutto il palazzoera scoperto e la ricerca procedette nei dintorni. Evans continuò così fino al 1931, con un'interruzione durante laprima guerra mondiale. Più tardi pubblicò la sua opera The Palace of Minos at Knossos, in quattro volumi.Fin dall'inizio i monumenti scoperti avevano bisogno di restauro. Così certe parti del palazzo sono state restaurate ein questi lavori fu usato il cemento armato in abbondanza. Le parti che corrispondevano a costruzioni in legno furonoall'inizio dipinte in giallo (oggi il colore giallo è sostituito). Inoltre, copie dei meravigliosi affreschi trovati durantegli scavi sono state collocate ai posti originali. Questo metodo di restauro è stato criticato da molti a causadell'utilizzo di materiali estranei all'architettura minoica. Altri scienziati hanno contestato certi risultati di Evans. Aparte tutto ciò, la intuizione, l'immaginazione creativa e la profonda conoscenza scientifica di Evans sono semprestate ammirate. In grandissima parte si deve a lui la scoperta dello splendore del mondo minoico, che fino alla suaepoca si rifletteva solo nella mitologia greca. Dopo la sua morte, gli scavi di Cnosso, che continuano fino a oggi,sono stati intrapresi dalla Scuola Archeologica Inglese

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Cnosso 5

Il palazzoCome gli altri palazzi di Creta, anche quello di Cnosso costituiva il centro politico, religioso ed economicodell'impero marittimo minoico e possedeva inoltre un carattere sacro. Il palazzo ricopriva una superficie di22.000m2, era a più piani e a pianta molto complessa ed intricata. Fu edificato sopra le rovine di un più anticopalazzo, costruito attorno al 2000 a.C. e distrutto probabilmente da un grande terremoto intorno al 1628 a.C., dovutoalla catastrofica eruzione vulcanica di Thera, l'odierna isola di Santorini.[2]

Il "secondo palazzo" fu costruito all'inizio del XVI secolo a.C. Il palazzo di Cnosso era costruito intorno ad un cortilein terra battuta dove si esibivano dei ginnasti che volteggiavano sui tori, animale sacro per i cretesi, sfidando la mortecome i gladiatori del Colosseo. Il palazzo era così grande e la trama era così complessa che viene menzionato comelabirinto nel mito del Minotauro e del filo di Arianna. Infatti nel mito si dice che il palazzo era stato progettatodall'architetto ateniese Dedalo aiutato dal figlio Icaro (mito di Dedalo ed Icaro). Vi è inoltre un riferimento anchemorfologico lessicale che riconduce al famigerato labirinto: il simbolo del palazzo era l'ascia bipenne, in grecoλαβρις, per l'appunto labirinto. Particolare del palazzo sono i famosi bagni degli appartamenti della regina che,secondo studi approfonditi, sarebbero i più avanzati di tutta l'antichità, con canalizzazioni sotterranee, fogne, canalidi scarico, acqua calda sempre disponibile... un miracolo della tecnica cretese. Infine si pensa che il palazzo diCnosso sia stato ubicato proprio in quella posizione perché nei pressi del monte Ida, il luogo dove era vissuto Giove.

Affresco del palazzo di Cnosso - particolare di uncorridoio, la scena del toro ed i ginnasti

Gli affreschi di Cnosso

A Cnosso vi era una fiorita cultura degli affreschi. I cretesidipingevano sulle pareti del palazzo di Cnosso opere eccezionali con laclassica visione di profilo tipica dell'arte egizia. Il motivo di questaparticolare tecnica rappresentativa è la causa dei continui scambicommerciali e culturali tra la civiltà cretese e quella egizia. Al museoarcheologico di Iraklio sono conservati notevoli affreschi ancora benconservati che rappresentano scene di giochi con i tori, processioni,ecc. I muri erano ricoperti da intonaci affrescati con soggetti marini,combattimenti con tori e motivi geometrici. Per la prima volta le immagini non erano usate per rappresentareconcetti e simboli come nell’ arte egizia, ma per abbellire i luoghi di vita. Il rapporto dei cretesi con la natura, speciequella marina, è testimoniata dalla pittura e dall ‘arte scultorea. La religione cretese infatti attribuiva caratteri diviniad alcuni animali, come il toro ed il serpente, che costituivano perciò il soggetto privilegiato delle rappresentazioni.

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Cnosso& language=it& params=35_17_52_N_25_9_46_E_type:city[2] Secondo il team di ricercatori della Cornell University di New York l'eruzione di Santorini avvenne tra 1660 a.C. ed il 1613 a.C. (Studio

effettuato presso il Laboratorio di dendrocronologia dell'Egeo e del Vicino Oriente).

Voci correlate•• Architettura minoica•• Arte minoico-micenea•• Civiltà minoica•• Lineare A•• Lineare B•• Museo archeologico di Iraklio

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Cnosso 6

Altri progetti

• Wikimedia Commons contiene file multimediali: http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Knossos

Collegamenti esterni• (EL, EN) Knossos (http:/ / odysseus. culture. gr/ h/ 3/ eh351. jsp?obj_id=2369) Sito del Ministero della Cultura

Ellenico• (EN) Aegean Prehistory Online at Dartmouth (http:/ / projectsx. dartmouth. edu/ history/ bronze_age)

Timbaki

Timbakifrazione

Τυμπακίου

Dati amministrativi

Stato  Grecia

Periferia Creta

Unità periferica Candia

Comune Faistos

Territorio

Coordinate 35°4′N 24°46′E35.06667°N 24.76667°E [1]Coordinate: 35°4′N 24°46′E35.06667°N 24.76667°E [1]

Superficie 157 km²

Abitanti 10001 (2001)

Densità 63.7 ab./km²

Altre informazioni

Cod. postale 70200

Prefisso 28920

Fuso orario

Localizzazione

Timbaki

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Timbaki 7

Festo: Le rovine del palazzo

Matala: Le grotte

Timbaki (in greco Τυμπακίου) è unex comune della Grecia nella periferiadi Creta (unità periferica di Candia) con10.001 abitanti secondo i dati delcensimento 2001.[2]

È stato soppresso a seguito dellariforma amministrativa, detta pianoKallikratis, in vigore dal gennaio2011[3] ed è ora compreso nel comunedi Faistos.

È situato nella zona meridionaledell'isola di Creta. Il territorio delcomune si estende dalle falde del monteIda alla catena dei monti Asteroussia asud mentre ad Ovest è bagnato dal Marlibico. Comprende porzione dellaMessara, la pianura centrale di Creta,attraversata dal fiume Geropotamos.

Centri abitati

Matala

Matala era il porto di Festo e poi diGortyna. Sul fondo del mare si possonovedere ancora le rovine dell'antica città.Matala è famosa per le sue grotte chefurono abitate in epoca preistorica, inseguito rifugio per gli hippies che qui siradunavano. Furono usate come luoghidi sepoltura dai tempi minoici fino aiprimi anni dell'era cristiana. Oggi è unfrequentato centro balneare, mentre in un'insenatura ben celata dalle rocce e accessibile solo dal mare persiste uncelebre campo nudisti.

Siti archeologici

FestoFesto è una città di epoca classica ed ellenistica nota per il suo palazzo minoico e per il villaggio prepalaziale che lesta ai piedi. Fu un centro assai florido all'epoca del periodo geometrico e nelle successive finché Gortyna non ladistrusse intorno alla metà II secolo a.C. facendola scomparire dalla storia.I ruderi del periodo geometrico sono più evidenti alle falde sudorientali dell'acropoli con tracce del muro di cinta delperiodo arcaico e una struttura che si crede essere un tempio dedicato ad Era.L'epoca ellenistica è meglio documentata con numerose case privati munite di cortile interno.

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Timbaki 8

L'approvvigionamento idrico era assicurato dal fiume Geropotamos e da una serie di pozzi, parecchi dei quali assaiprofondi. Matala 9 km a sud ovest costituiva lo scalo marittimo di Festo. I reperti sono visibili al museo archeologicodi Iraklio ma parecchio vasellame è rimasto in loco visibile presso il piccolo museo stratigrafico.

Il palazzo di Festo

Nella zona degli scavi furono portati alla luce i ruderi dell'antico e del nuovo palazzo.Il primo fu costruito come quello di Cnosso agli inizi del XXI secolo a.C. e durò 300 anni finché fu distrutto da unincendio. Sulle sue rovine fu costruito un nuovo palazzo che fu abbandonato, come gli altri palazzi di Creta, intornoalla metà del XV secolo a.C. In epoca arcaica sulle sue rovine fu innalzato un tempio dedicato a Rea. Il sitodell'antico palazzo è protetto da capannoni.Il nuovo palazzo presenta un'aula centrale intorno alla quale si sviluppano i magazzini ad ovest, gli appartamentireali a nord e i laboratori ad Est. Ancora più ad ovest dai magazzini si trova il teatro con le "vie processionali". Ipropilei del palazzo ad ovest costituiscono la parte meglio conservata.

Voci correlate

Disco di Festo

Storia degli scavi

Le ricerche furono intraprese nel 1884 da Antonio Taramelli e da Fredeich Halbherr. Nel 1950 nuovi scavi furonoportati avanti per un ventennio sotto l'egida della Scuola Archeologica Italiana di Atene.

Agia TriadaLa villa di Agia Triada è una struttura di epoca minoica simile, se non identica, a quelle dei più noti palazzi minoicima di dimensioni minori. È così chiamata perché si ipotizza che sia stata la residenza estiva di qualche notabile diFesto da cui dista solo 3 km. Il luogo su cui sorge la villa fu abitato in epoca antecedente come dimostra ilrinvenimento di due tombe a cupola del periodo protominoico.La villa di Agia Triada fu costruita nel 1600 a.C. e andò distrutta nel 1450 a.C. come avvenne per gli altri palazzi diCreta. Sulle sue rovine fu costruito nel XIV secolo a.C. un grande palazzo postminoico di tipo miceneo e un interoabitato a nord est con un'agorà munita di portici. Nel periodo geometrico (VIII secolo a.C.) divenne luogo di culto ein epoca ellenistica vi fu costruito un piccolo tempio dedicato a Zeus. La chiesa di San Giorgio che sta nell'areaarcheologica, fu costruita nel XIV secolo, ai tempi del dominio veneto su Creta.La villa di Agia Triada aveva al centro un cortile destinato a funzioni religiose. Da questo si sviluppavano due ali:•• L'ala sud, destinata agli alloggi della servitù•• L'ala nord, destinata a residenza dei dignitari e a magazzini vari.Fu in quest'ala che vennero trovati numerose tavolette con scrittura lineare A. La peculiarità della villa sta nelritrovamento a nord est del palazzo nel luogo dove sorse nel periodo postminoico il villaggio, del grande spazioporticato cui davano 8 grandi stanze che ricordava nella pianta l'agorà di epoca ellenistica.Gli scavi furono intrapresi una prima volta all'inizio del XX secolo e ripresi intorno al 1970 dalla ScuolaArcheologica Italiana di Atene.

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Timbaki 9

KamilariKamilari (in greco: Καμηλάρι) è un ridente paesino su un colle in mezzo la piana di Mesarà a breve distanza dallacosta. A nordovest del paese scavi del 1960 portarono alla luce una tomba a cupola del periodo prepalaziale. Nella,tomba nonostante fosse stata già depredata già in epoche remote, furono rinvenuti numerosi oggetti ora esposti nellasala VI del museo di Iraklio. La tomba, usata per secoli come luogo di sepolture di massa era costituito da cinquepiccole stanze ed un cortile esterno.Sempre vicino al paese, in località Askidia fu trovata una necropoli ellenisticaIn località Alisandraki fu trovata una grande tomba del periodo geometrico.

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Timbaki& language=it& params=35_4__N_24_46__E_type:landmark&

title=Timbaki[2] Censimento 2001 (http:/ / www. ypes. gr/ UserFiles/ f0ff9297-f516-40ff-a70e-eca84e2ec9b9/ D_diairesi. xls). URL consultato il 2 Maggio

2011.[3] piano Kallikratis (http:/ / www. ypes. gr/ UserFiles/ f0ff9297-f516-40ff-a70e-eca84e2ec9b9/ N_KALLIKRATIS. pdf). URL consultato il 2

Maggio 2011.

Architettura miceneaL'architettura micenea si è sviluppata in Grecia nell'ambito della civiltà micenea, successivamente alla fiorituradella minoica (circa 1500-1100 a.C.). Fu scoperta a partire dagli scavi di Schliemann a Micene nel 1876.

Micene

La Porta dei Leoni

I resti di Micene risalgono al 1300 a.C. circa. Sono caratterizzati dallestrutture difensive a grandi blocchi di pietra, che erano invece assentinella Creta minoica, e di cui si tramanda il ricordo anche nellatradizione greca.[1]

L'entrata monumentale della rocca di Micene è la Porta dei Leoni,preceduta da un bastione che permetteva di colpire gli eventuali nemiciin avvicinamento dal lato del braccio armato, non protetto dallo scudo.La Porta è famosa per il massiccio architrave sormontato da una grandelastra triangolare con due leoni (o leonesse) affiancate in posizionearaldica ai lati di una colonna, motivo che si ritrova anche nei sigilli.Le teste dei leoni sono mutili, forse perché realizzate in una lastra più

piccola, ai vertici del triangolo, con un materiale di colore diverso. La composizione ricorda alcuni aspetti dell'arteittita e simboleggia con evidenza un potere regale.

Alla destra della Porta dei Leoni si trova un'acropoli con un cimitero di tombe sotterranee a thòlos, più antiche dellemura, create da una dinastia precedente a quella che aveva edificato la Porta. Qui l'archeologo tedesco HeinrichSchliemann scavò (vi era qui l'agorà della rocca) trovando il tesoro che comprende la celeberrima maschera diAgamennone.Una rampa carrabile porta al palazzo, mentre la gradinata successiva, risalente al 1200 a.C. circa. Il palazzo non ha la vastità di quello di Cnosso, ma è piuttosto modesto. Una piccola stanza per la guardia o per gli ospiti, è vicina al cortile, dal quale si poteva accedere, tramite un vestibolo con due colonne e un successivo atrio, al megaron, una sala dove forse si trovava il trono, con un focolare al centro (eschàra) circondato da quattro sostegni che consentivano l'apertura di un lucernario nella copertura. Questa sala d'onore è nominata anche da Omero, quando descrive la

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Architettura micenea 10

dimora di Ulisse. Le pareti della sala presentavano immagini dipinte di guerrieri, carri e cavalli. Alcuni storicivedono nel megaron le origini del modello per il tempio greco, ma è un'ipotesi che genera alcune perplessità ancheperché ci sarebbe un buco di circa due secoli tra megaron e primi templi; forse è più semplice ammettere un'affinitàtra i primi templi e le case dell'antica Grecia in generale, come testimonia la cosiddetta Casa delle Colonne, situata alevante della rocca, dove il cortile centrale presentava colonne isolate su tre lati.

Interno del Tesoro di Atreo

Opera forse dello stesso sovrano, intorno alla metà del XIII secolo a.C.è anche il cosiddetto "Tesoro di Atreo" o "Tomba di Agamennone",una grande tomba a thòlos che ospitò i resti forse del sovrano che portòa termine la ricostruzione della rocca o di un suo vicino regnante. Latomba ripete la forma di altre tholoi del Mediterraneo orientali, presentianche nei dintorni di Micene (circa dodici), ma in forme monumentalie grandiose, arrivando ad essere uno dei più impressionanti monumentipervenutoci dall'epoca della Grecia preellenica. Si tratta di una camerasemi-sotterranea a pianta circolare, con una copertura a sezioneogivale, realizzata con massi progressivamente aggettanti (falsa volta).

È alta tredici metri, mentre il diametro misura 14,50 metri: per trovare una costruzione in muratura con una coperturavoltata altrettanto ampia si deve scorrere gli edifici conosciuti fino al Pantheon, costruito 1400 anni dopo[2]. Grandeattenzione fu posta nella posa delle enormi pietre, sia per garantire la stabilità alla volta alle forze di compressionedel peso, sia per ottenere una superficie interna perfettamente levigata, dove un tempo dovevano risaltare ledecorazioni in oro, argento e bronzo.

Si accede alla thòlos da un corridoio scoperto inclinato o dromos, lungo 36 metri e con le pareti rivestite di pietre. Lathòlos portava attraverso un breve passaggio alla camera funeraria vera e propria, scavata con una forma pressochécubica.Il portale di ingresso del tumulo presentava una ricca decorazione: semi-colonne in calcare verde con motivi azig-zag sul fusto[3], una fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali per la lastrain marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave. I capitelli sono a cavetto,simile a quelli lotiformi egizi. Altre decorazioni erano intarsiate con porfido rosso e alabastro verde, un lussosorprendente per l'età del bronzo.

Tirinto

Pianta della rocca di Tirinto

La vicina Tirinto è meno imponente ma meglio conservata di Micene,e fu costruita probabilmente dalle stesse maestranze. Su questa rocca ilmonumento più antico risale al 1400 a.C. ed è una cinta muraria altacirca dieci metri e spessa sei. Fu costruita con massicci blocchi appenasbozzati: poiché arrivano a pesare diverse tonnellate sin dall'epocaclassica queste mura vengono chiamate ciclopiche, cioè costruite daimitologici Ciclopi. La tecnica era già in uso in Asia Minore e fuimportata probabilmente in seguito ai contatti dovuti agli scambicommerciali. Dentro queste maestose fortificazioni si trovano i resti diun palazzo, più tardo (fine XIII secolo a.C.), piuttosto modesto, edificato con mattoni di fango essiccati al sole ecolonne lignee. La pianta dell'edificio è asimmetrica e, come a Cnosso, vi sono tracce di affreschi sugli intonaci. Ilmegaron principale è preceduto da un colonnato.

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Architettura micenea 11

Note[1] Pausania, nella sua Periegesi della Grecia (Hellàdos Perièghesis; 2, 16,5 e 25,8), attribuisce ai Ciclopi le mura di Micene e Tirinto, per la

grandezza dei massi non lavorati che le componevano.[2] In età ellenistica sono esistite volte anche più grandi, ma con struttura lignea, quali l'Arsinoeion di Samotracia.[3] Alcuni resti sono conservati oggi al British Museum

Bibliografia• W. Müller e G. Vogel. Atlante di architettura, Hoepli, Milano 1992• David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 1999.

Altri progetti

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Porta dei Leoni

La Porta dei Leoni di Micene

La Porta dei Leoni è l'entrata monumentale della roccadi Micene in Argolide.

Risale al 1300 a.C. circa, e fa parte del sistema difortificazioni delle mura ciclopiche. Non venne maisepolta, anzi indicava il luogo dei resti di Micenequando l'archeologo tedesco Heinrich Schliemannscavò con successo la rocca e la necropoli.

La Porta è famosa per il massiccio architravesormontato da una grande lastra triangolare con dueleoni (o leonesse) affiancate in piedi sulle zampeanteriori ai lati di una colonna, motivo che si ritrovaanche nei sigilli micenei. Anche questa decorazione èsemplificata e perciò essenziale:alle parti aggettanti,illuminate, si contrappongono le rientranze del piano di fondo. L'assenza di passaggi intermedi esprime, come nellemura, un'energia contenuta ma inesorabile. La colonna del fregio è rastremata verso il basso, secondo l'uso cretese.Sotto le zampe anteriori dei due animali e sotto la colonna si trovano due basi a sagoma concava, come quelle dialcuni altari in pietra trovati in un mègaron di Creta.

Il triangolo decorato è alto 2,90 metri; l'architrave che lo sostiene è lungo 5, profondo 2,50 , alto nel centro 1 metro.La porta è larga 3 metri, profonda 1,20 alta 3,20. Si calcola che il solo architrave pesi circa 20 tonnellate.Le teste dei leoni sono mutilate, forse perché realizzate in una lastra più piccola, ai vertici del triangolo, con unmateriale di colore diverso. La composizione ricorda alcuni aspetti dell'arte ittita e simboleggia con evidenza unpotere regale.L'ispessimento al centro dell'architrave e la lastra triangolare sono artifici anche strutturali, che permettono disostenere un forte peso scaricandolo più agevolmente sui piedritti laterali.

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Porta dei Leoni 12

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Tesoro di Atreo

L'interno del Tesoro di Atreo

Sezione verticale

L'ingresso della tomba a tholos

Il Tesoro di Atreo, detto anche Tomba diAgamennone, è una maestosa tomba a tholos situatanei pressi della Rocca di Micene, in Grecia.

Storia

Citata da Pausania, era ancora visibile nel 1879 quandol'archeologo tedesco Heinrich Schliemann scoprì lealtre tombe reali sotto l'agorà nella Rocca.

Fu edificata intorno alla metà del XIII secolo a.C.(quattro secoli prima dell'epoca presunta della Guerradi Troia) ed ospitò i resti forse del sovrano che portò atermine la ricostruzione della rocca o di un suo vicinoregnante. La tomba ripete la forma di altre tholoi delMediterraneo orientale, presenti anche nei dintorni diMicene (circa dodici), ma in forme monumentali egrandiose, arrivando ad essere uno dei piùimpressionanti monumenti pervenutoci dall'epoca dellaGrecia arcaica.

Descrizione

Si tratta di una camera semi-sotterranea a piantacircolare, con una copertura a sezione ogivale,realizzata con massi progressivamente aggettanti (falsavolta). È alta tredici metri, mentre il diametro misura14,50 metri: per trovare una costruzione in muraturacon una copertura voltata altrettanto ampia si devescorrere gli edifici conosciuti fino al Pantheon,costruito 1400 anni dopo[1]. Grande attenzione fu postanel posizionamento delle enormi pietre, sia pergarantire la stabilità alla volta alle forze dicompressione del peso, sia per ottenere una superficieinterna perfettamente levigata, dove un tempodovevano risaltare le decorazioni in oro, argento ebronzo.

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Tesoro di Atreo 13

Si accede alla tholos da un corridoio scoperto inclinato o dromos, lungo 36 metri e con le pareti rivestite di pietre. Latholos portava attraverso un breve passaggio alla camera funeraria vera e propria, scavata con una forma pressochécubica.Il portale di ingresso del tumulo presentava una ricca decorazione: semicolonne in calcare verde con motivi a zig-zagsul fusto[2], un fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali per la lastra in marmorosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave. I capitelli sono a cavetto, simili a quellilotiformi egizi. Altre decorazioni erano intarsiate con porfido rosso e alabastro verde, un lusso sorprendente per l'etàdel bronzo.

Curiosità• Prima degli scavi ottocenteschi si pensava che la tholos fosse stata un enorme forno.• La camera funeraria annessa al tholos ha un nome specifico. Infatti si chiama naos.

Altre immagini

Il portale (ledecorazioni sono stateasportate e si trovano a

Londra)

Parete interna La muratura

Note[1] In età ellenistica sono esistite volte anche più grandi, ma con struttura lignea, quali l'Arsinoeion di Samotracia.[2] Alcuni resti sono conservati oggi al British Museum

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Tirinto 14

TirintoCoordinate geografiche: 37°36′02″N 22°47′54″E37.60056°N 22.79833°E [1]

 Bene protetto dall'UNESCO 

 Patrimonio dell'umanitàSito archeologico di Micene e Tirinto

(EN) Archaeological Sites of Mycenae and Tiryns

Tipo Culturali

Criterio (i) (ii) (iii) (iv) (vi)

Pericolo Non in pericolo

Riconosciuto dal 1999

Scheda UNESCO (EN) Scheda [2]

(FR) Scheda [3]

Pianta di Tirinto

Tirinto è un'antica città dell'Argolide, in Grecia.Fa parte dell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.Della città restano soltanto alcuni resti archeologici: le mura e lerovine del Palazzo reale, scoperto da Heinrich Schliemann eChristos Tsountas nel 1884-1885.

Il palazzo

È costituito da un cortile interno con un quadruplice portico al cuiingresso è sistemato un altare. In fondo c'è il prodromos (cioèl'antisala), costituito da due colonne tra pilastri angolari quadrati che porta nella prima camera mediante tre porte.Una porta dà accesso ad un ampio locale dalla forma allungata, il megaron, coperto da un soffitto sorretto da colonnelignee con basi di pietra, dove un'apertura permetteva l'uscita del fumo del focolare posto al centro della sala. Ilcarico dei pilastri viene smorzato da alcune colonne piazzate simmetricamente, che determinano la suddivisione intre parti della sala. Le stanze a destra e a sinistra, più ridotte di dimensioni, fungevano da magazzini, uffici.

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Tirinto 15

Tirinto;Particolare

Storia

Di origine antichissime Tirinto è già importante all'inizio dell'etàdel bronzo e, soprattutto, in epoca micenea, sopravvisse,nonostante le distruzioni subite durante l'invasione dorica (1000a.C.), anche in età classica, partecipando alla lotta contro i Persiani(battaglia di Platea 479 a.C.). Fu infine distrutta da Argo intorno al470 a.C.

Mitologia

La leggenda narra che Tirinto fu fondata da Preto, fratello diAcrisio.

LetteraturaNe narrano sia Esiodo che Omero, nell'Iliade. Nella letteratura del Novecento è uno dei luoghi del viaggio di HenryMiller, in "Il colosso di Marussi".

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Collegamenti esterni• (EN) Pagina del sito dell'UNESCO relativa a Tirinto [2]

References[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Tirinto& language=it& params=37_36_02_N_22_47_54_E_region:TR_type:city[2] http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 941[3] http:/ / whc. unesco. org/ fr/ list/ 941

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Architettura greca 16

Architettura grecaL'architettura greca riveste particolare importanza per tutta la storia dell'architettura occidentale. La codificazioneche, in età arcaica, verrà sviluppata per l'architettura templare nei tre ordini dorico, ionico e corinzio diventerà conl'ellenismo il linguaggio universale del mondo mediterraneo.L'architettura romana rielaborerà questo linguaggio, mantenendolo invariato nelle sue componenti essenzialigrammaticali, e verrà di nuovo riscoperto (senza in realtà essere mai stato dimenticato) nel Rinascimento e nei secolisuccessivi fino al XIX secolo. Abbandonato definitivamente dal Movimento Moderno (sebbene un ordine classicolatente sia rintracciabile nell'opera di alcuni architetti razionalisti), il linguaggio dell'architettura greca avrà unarinascita effimera con il postmoderno della fine del XX secolo.

Ruolo socialeL'architettura ebbe nella cultura greca una posizione di rilievo; la vita quotidiana dei cittadini era improntata ad unaforte partecipazione sociale e si svolgeva negli spazi pubblici della città, alla cui definizione architettonica venivadedicata molta cura. Gli edifici pubblici più importantanti erano quelli destinati al culto: all'interno di recinti sacri(temene) con ingressi monumentali (propilei) si trovavano templi, altari, monumenti votivi. Gli altri edificicomprendevano portici (stoai), piazze (agorà), teatri, stadi, sale per spettacoli (odeon), palestre, dimensionati inmodo grandioso per la grande frequentazione da parte dei cittadini. Resti più o meno conservati di tali tipologie diedifici, che rappresentavano la base della civiltà greca, sono presenti anche in tutte le aree in cui i greci siespansero.[1]

Età arcaicaIl periodo arcaico vede la codificazione degli ordini classici, in particolare il dorico e lo ionico, mentre il corinzio,che può essere considerato una derivazione dello ionico, ebbe fortuna soprattutto presso i romani.Di questi due ordini, il dorico venne largamente utilizzato anche nelle colonie della Magna Grecia, mentre lo ionico,di carattere più orientale, soprattutto in Asia Minore.L'origine degli ordini classici è controversa. Fra le ipotesi più accreditate, anche da fonti antiche, si suppone che glielementi decorativi dell'ordine dorico fossero in origine elementi funzionali di una struttura di legno. Ad esempio itriglifi sembrano derivare dalla testata delle travature della copertura, mentre le metope non sarebbero altro chel'evoluzione dei tamponamenti fra una trave e l'altra. Ciò sarebbe confermato anche dalla posizione dei triglifi, postiin corrispondenza di ciascuna colonna e quindi razionali dal punto di vista strutturale; inoltre i triglifi sono vincolatiad occupare l'angolo dell'edificio, di conseguenza nasce il "conflitto angolare", che si presentava ogni qual volta lenecessità di rispettare la posizione del triglifo sull'asse della colonna e contemporaneamente sull'angolo dell'edificiovenivano in contrasto.L'origine dell'ordine dorico dall'architettura in legno è anche confermata da fonti letterarie come Pausania, chedescrive l'antico tempio di Hera a Olimpia con ancora presenti alcune colonne di legno, che venivanoprogressivamente sostituite da colonne in marmo man mano che si deterioravano.Non bisogna trascurare anche l'influsso delle altre culture mediterranee. In particolare molti elementi checompongono l'architettura greca erano già presenti in quella egiziana. Solo nell'architettura greca trovano però quellasintesi fra monumentalità e armonia e quella coerenza logica così caratteristica.

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Architettura greca 17

Età classicaL'architettura dell'età classica ha il suo apice negli edifici che coronano l'Acropoli di Atene, espressioni degli ordiniarchitettonici dorico e ionico.Il Partenone è l'edificio maggiore per dimensioni ed importanza. Edificato in ordine dorico ma con proporzioni che siavvicinano allo ionico, ha rapporti dimensionali perfetti fra le diverse parti e il tutto. L'equilibrio e i rapportimodulari che ne costituiscono la geometria di base non sono applicati rigidamente, bensì con l'introduzione dicorrezioni ottiche nelle colonne (entasi) e nello stilobate per ovviare agli effetti della forte luce mediterranea edevitare effetti di schiacciamento dovuti alle grandi dimensioni dell'edificio. L'età classica sul finire del periodo sicaratterizza anche per una razionalizzazione della struttura e disposizione della città, gettando così le basidell'urbanistica.

Età ellenisticaL'architettura ellenistica non è più l'arte della polis, ma diviene il linguaggio delle città e delle capitali dellemonarchie di cultura greca e orientale. L'età ellenistica vede la diffusione dell'architettura greca anche al di fuoridella Grecia e delle colonie, a seguito dell'unificazione politica e culturale di vaste aree del mondo antico, sottol'impero di Alessandro Magno e dei regni ellenistici costituiti dai suoi successori.Gli ordini architettonici vengono mantenuti e anche la struttura di base di alcuni edifici tradizionali, come i templi,ma a questi si aggiungono edifici più complessi e articolati, come biblioteche, magazzini, empori, portici urbani,residenze private ecc. Fra i complessi più significativi di questo periodo abbiamo l'acropoli di Pergamo, capitaledell'omonimo regno ellenistico, che comprende anche l'Altare di Pergamo (ora a Berlino) elevato per celebrare lavittoria dei Greci dell'Asia Minore sui Galati.

Note[1] Gisela M. A. Richter, L'arte greca, Einaudi, Torino 1969, pag.19-20.

Bibliografia• W. Müller e G. Vogel. Atlante di architettura, Hoepli, Milano 1992• David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 1999.• E. Lippolis, M. Livadiotti, G. Rocco, Architettura greca. Storia e monumenti del mondo della polis dalle origini

al V secolo, Bruno Mondadori, Milano 2007

Voci correlate•• Arte greca•• Ordine architettonico

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Architettura greca arcaica 18

Architettura greca arcaica

Tempio di Atena a Paestum

L'architettura greca arcaica viene in genere collocatadal VII secolo a.C. al 480 a.C., anno della distruzionepersiana di Atene, momento dopo il quale l'arte grecaraggiunse la fase del suo apogeo, cui si riserva ladefinizione di architettura greca classica. Rispetto allaprecedente fioritura dell'architettura micenea (fino circaal 1300 a.C.) esiste un buco di alcuni secoli, quelli delcosiddetto Medioevo ellenico, nel corso del quale sicolloca il convenzionale passaggio dall'età del bronzoall'età del ferro.

La ripresa dell'architettura nel tardo Medioevo ellenico,nel cosiddetto periodo dello stile geometrico (secoliX-VIII a.C.), si manifestò in un primo periodo condiverse differenze: invece di cittadelle sovrastate da un palazzo del sovrano vennero costituendosi insediamenti dalnuovo carattere urbano, o poleis, cui fra l'altro corrisposero forme rinnovate di architettura religiosa, con la comparsadei primi sacrari, poi templi, contestualmente al definirsi di un pantheon di divinità olimpiche. Questi edifici avevanouna struttura affine a quella del megaron, come attestato dai resti di quello di Tirinto, ed erano costruiti con mattonidi argilla essiccata al sole con l'aggiunta di travi in legno strutturale come sostegno. A differenza dei palazzi minoicio micenei la copertura degli edifici sacri prevedeva un'orditura lignea a falde sensibilmente inclinate. Inoltrel'adozione di un peristilio di sostegni lignei - affinché la cella in materiali deperibili fosse protetta dalle sporgentifalde del tetto, ma anche per conferire maggiore solennità sacrale - si palesò in questo periodo ed ebbe unafondamentale importanza negli sviluppi dell'architettura greca templare arcaica.

Templi ligneiL'edificio templare più antico conosciuto del mondo greco, scoperto nel 1981 a Lefkandi, in Eubea, rischiara inqualche misura le profonde oscurità ("The Dark Age") precedenti all'avvento del cosiddetto periodo arcaico. Si trattadi una grande costruzione fondata su uno zoccolo in pietra, sormontato da muri in mattoni crudi e circondato da uncolonnato esterno in legno strutturale. L'edificio, lungo più di 40 m, fu utilizzato come sepoltura di un importantepersonaggio che subì il rito dell'incinerazione secondo modalità molto simili a quelle descritte da Omero, ed èdatabile verso il 950 a.C. Le pareti interne erano coperte da stucco, mentre il tetto di canne era sostenuto da pali.Per trovare un altro tempio ligneo di cui siano rimaste tracce archeologiche si deve arrivare al 750 a.C. all'Heraion diSamo, dove il colonnato venne aggiunto attorno alla cella costruita circa cinquant'anni prima, per poi venirecompletamente sostituito all'inizio del VII secolo a.C.Un nuovo progresso tecnico fu l'introduzione delle tegole in terracotta, introdotte a Corinto nel VII secolo a.C.: il loro peso fece sì che si abbassasse la pendenza delle falde (rispetto alle coperture in paglia) e che le colonne fossero costruite in pietra, oltre a un miglioramento nella tecnica di costruzione dei muri. Uno dei primi templi ad avere la copertura in tegole fu il tempio di Apollo a Thermos, edificato verso il 630 a.C., in un momento di transizione dal legno alla pietra: le colonne erano lignee (quindici sui lati lunghi e cinque su quelli corti, sostituite con colonne di pietra in eta ellenistica), e con le pareti in mattoni crudi reggevano la copertura coperta da tegoli. Al centro della cella si allineava un'altra fila di colonne (una caratteristica presto abbandonata per i templi successivi), mentre per la prima volta si incontra un portico posteriore (opistodomo). La trabeazione era lignea (e non venne mai sostituita), con abbondanti decorazioni in terracotta quali metope (80 cm per lato) e triglifi che preludevano ai futuri sviluppi dell'ordine dorico. Le metope, che erano fissate a un sostegno in mattoni crudi, sono pervenute ai giorni nostri e

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Architettura greca arcaica 19

raffigurano immagini di Gorgoni e altre scene mitologiche; anticamente presentavano una policromia a colori vivaci.I triglifi erano pure in terracotta o in legno e servivano sia come decorazione che come protezione per le travi dellatrabeazione. Sulla gronda erano allineate file di maschere in terracotta, antenate delle antefisse.

Templi doriciIl primo ordine architettonico a costituirsi in forma distinta (lontano ancora dalla sintesi canonica definita fra etàclassica ed ellenistica), alquanto austero, fu quello dorico, definito nel VII secolo a.C.: colonna sensibilmenterastremata verso l'alto e scanalata, coronata da largo capitello a forma di braciere sormontato da abaco a tavolettaquadra, trabeazione piuttosto alta nei primi tempi, connotata dall'alterna cadenza di triglifi e metope, fronte a oriente,cella contenente la statua della divinità preceduta da un vestibolo o un atrio con colonne (il pronao), una sala dietroalla stanza della statua come camera del tesoro o dell'oracolo e il posteriore nicchione quadro dell'opistodomo, che ingenere concludeva il naos simmetricamente rispetto al suo ingresso in antis; le ricche offerte conservatenell'opistodomo e nel pronao erano protette da cancellate metalliche; l'altare per i sacrifici di animali era situatodavanti all'ingresso, per cui i fedeli lo guardavano dall'esterno e la sua forma esteriore doveva pertanto risultareesteticamente bella e interessante.A partire da questi presupposti verso la metà del VII secolo i greci svilupparono una grande perizia nello scolpire lapietra sia per architettura che per scultura, e in un primo tempo gli elementi lapidei si adattarono alle forme di ciòche fino ad allora era stato in legno: per questo si parla anche di "carpenteria in pietra", secondo una tradizioneinterpretativa che risale a Vitruvio. Secondo altri studiosi invece gli elementi dello stile dorico non ricalcavanostrutture funzionali già in legno, ma erano delle invenzioni puramente estetiche, che creavano particolari effettimonumentali. Un'altra questione aperta è il rapporto tra il nascente stile dorico e l'architettura dei templi egizi,altrettanto dotati di muratura e colonne (come il Tempio di Amon a Karnak costruito tra il XVII e l'XI secolo a.C.).L'ipotesi dipende anche dalla datazione dei primi templi dorici: se fossero stati costruiti con certezza dopo circa il660 a.C. allora l'influenza egizia sarebbe più probabile per via dei contatti più stretti tra le due culture. Indizi sonoanche la scultura monumentale greca arcaica, così rigida e frontalmente statica, come nelle figure egizie, e la similetecnica di posa in opera e di levigatura delle pietre massicce tra la fine del VII e l'inizio del VI secolo.

In Grecia

Il frontone del tempio di Artemide a Corfù

Uno dei primi templi circondati dacolonne in pietra è il tempio diArtemide a Garitsa (Corfù), costruitotra il 590 e il 580 a.C. È anche il primoesempio conosciuto di frontonedecorato da sculture: una Gorgone tradue pantere, atte a spaventare escacciare gli spiriti maligni. Oggi iltempio è perduto e rimangono solo frammenti di sculture in calcare dipinto. Probabilmente vi erano già le colonnerastremate e scanalate, senza base e con bassi capitelli a cuscinetto, tipiche dell'ordine dorico, assieme al fregioalternato da metope e triglifi, con mutuli e guttae.

Di pochi anni posteriore è il tempio di Hera a Olimpia, costruito combinando pietra (calcare), muratura in laterizio ecolonne lignee che dalla metà del VI secolo vennero gradualmente sostituite con colonne in pietra.

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Architettura greca arcaica 20

Le sette colonne superstiti del tempio di Apollo a Corinto

Il colonnato più antico che ci sia pervenuto in Grecia èrappresentato dalle sette colonne del tempio di Apollo aCorinto (circa 540 a.C.), in calcare originariamenterivestito di stucco bianco e alte circa 6,30 metri, dalsolido aspetto massiccio dovuto alla marcatarastrematura. In questo tempio è stato anche riscontratoil più antico accorgimento ottico, costituito dal leggerorialzo nel centro delle lastre del pavimento. Laconservazione fuori posto di un angolo dellatrabeazione permette di osservare come all'epoca fossegià stato risolto il problema dei triglifi d'angolo, assillodegli architetti che si avvalsero dell'ordine dorico.

Nell'Antico tempio di Atena Poliàs sull'Acropoli diAtene (metà del VI secolo a.C.), il tiranno Pisistrato (o chi sotto il suo governo) fece usare per la prima volta marmoproveniente dalle isole greche, il quale fu utilizzato per la prima volta documentata nella realizzazione di sculture atutto tondo da inserire nel timpano: oltre al valore estetico documentano il passaggio tecnico dall'apparato statuariotutt'uno col frontone, a sculture realizzate indipendentemente e poi sistemate sul tempio. Marmo fu usato anche nellaprevalenza degli elementi decorativi superiori e nelle tegole del tetto.

Forse fu una rivalità politica, tra Pisistrato e la famiglia ateniese esiliata degli Alcmeonidi, a far sì che quest'ultimidecidessero si superare lo sfarzo del tempio di Atena Poliàs facendo costruire un tempio interamente in marmo,quello di Apollo a Delfi.

Il tempio di Atena Afaia a Egina, facciata

Un importante esempio appena prima dell'era classicasi trova a Egina (490-500 a.C.): il tempio di AtenaAfaia. Dedicato alla misteriosa divinità arcaica di Afaiao Afea e forse assimilabile a Artemide, fu posto sullacaverna della dea associata poi ad Atena, protettricedella caccia e della navigazione, e domina l'isola conaffacci sul mare su due lati. Fu edificato con la pietracalcarea locale, rivestita da stucco fatto con polvere dimarmo, poi dipinto a vivaci colori su uno sfondobianco crema. Il timpano conteneva sculture con scenedella guerra di Troia, il primo insieme di sculturatemplare che ci sia pervenuto, oggi a Monaco. Ilfrontone ovest fu decorato per primo verso il 490 a.C.,con i guerrieri idealizzati in un sereno distacco, mentreil frontone orientale, di poco posteriore, presenta una più forte tensione muscolare nelle figure; in entrambi i casiAtena assiste impassibile alle scene in piedi al centro della raffigurazione. L'architettura è raffinatissima: dopo iltempio di Atena di Paestum, è il più antico esempio di porticato con le colonne tutte leggermente inclinate versol'interno, con quelle d'angolo leggermente ispessite. Si tratta del tempio che più plausibilmente si pensa abbia fattoda modello per il Partenone[1].

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Architettura greca arcaica 21

In Magna GreciaSe in Grecia restano pochissimi esempi di templi dorici arcaici, dalle colonie della Magna Grecia ci sono pervenutinumerosi edifici sacri di grande pregio e in buono stato di conservazione.A Siracusa, la più grande città del mondo greco nel VI secolo, fu realizzato il massiccio Tempio di Apollo (inizio VIsecolo a.C.), dalle colonne ravvicinate e fortemente rastremate.A Selinunte restano parti di un gruppo di templi dorici, quattro sull'acropoli e tre sul vicino altopiano.

Il tempio di Hera (detto tempio di Nettuno) a Paestum

A Paestum (per i greci Poseidonia) restano tre maestositempli: il primo tempio di Hera (il più antico,inizialmente ritenuto erroneamente una basilica civileromana), il secondo in ordine di tempo il Tempio diAtena (fine del VI secolo a.C., tradizionalmente ederroneamente detto anche di Cerere), e il terzo il tempiodi Hera II (470-475 a.C., detto anche di Nettuno o diPoseidone). Il meglio conservato è il secondo tempio diHera che mostra ancora il colonnato interno della cellasu due ordini. Le colonne dei templi di Atena e del piùantico tempio di Hera hanno un fusto rigonfiato(entasi), tra i più sottolineati del mondo greco: questecolonne dai tozzi capitelli sembrano così "lamentarsi"del peso che sono costrette a sorreggere. Più che unasoluzione di correzione ottica si pensa che tale marcata correzione fosse dovuta più semplicemente a un volutoeffetto estetico, di pesantezza e radicamento alla terra. Il poroso travertino locale, oggi in vista, era un tempo copertoda stucco colorato. Il tempio di Atena era scenograficamente posto alla sommità di una leggera elevazione ed apparepiù slanciato a seguito di alcuni accorgimenti ottici: si tratta del più antico esempio conosciuto di colonne tutteleggermente inclinate verso l'interno, per ragioni prospettiche.

Ma il più imponente tempio dorico arcaico fu forse quello di Zeus Olimpio ad Agrigento, eretto verso il 500 a.C. eabbandonato incompiuto verso il 406 a.C. dopo il sacco di Agrigento da parte dei Cartaginesi. Le sue misure (52 x108 m, con un basamento di cinque gradini su uno stilobate sopraelevato di 4,50 m sul livello del suolo) mostranocome fosse destinato a impressionare i visitarori. La pesante trabeazione non era sostenuta dalle colonne ma dasemicolonne, affiancate, forse, da giganteschi telamoni alti circa 7,50 metri con le braccia alzate sopra la testa (laloro precisa collocazione nel tempio è controversa, forse su una sporgenza delle pareti a sostenere figuratamente latrabeazione).

Templi ioniciLo stile ionico si sviluppò nelle colonie sulla costa dell'Egeo in Asia Minore e sulle isole orientali. La morbida graziadell'ordine ionico è stata paragonata a una bellezza di tipo femminile, rispetto alla solida robustezza dell'ordinedorico. L'origine dello ionico è ancora incerta: alcuni prototipi di capitelli di forma rettangolare allungata sono statitrovati in Eolide, in Asia Minore. Da un punto di vista funzionale il capitello allungato si prestava in manieramigliore a sostenere le travi disposte in maniera longitudinale. Altri possibili embrioni di stile ionico sono statiindividuati in Palestina e a Cipro, anche se questa discendenza stilistica non è accettata da tutti gli studiosi.In ogni caso riferimenti sicuri allo stile ionico si hanno dal 550 a.C. in due edifici andati distrutti: il terzo Tempio diHera a Samo e il vecchio Tempio di Artemide a Efeso. Sono templi dipteri cioè circondati da un doppio colonnatosui quattro lati, forse su influenza egizia. Anche l'allargamento dell'intercolumnio centrale presso l'ingressooccidentale è un retaggio egizio.

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Il Tempio di Artemide ad Efeso, prima della celebre ricostruzione del 356 a.C. nella forma che fu una delle Settemeraviglie del mondo antico, fu un modello per tutta l'architettura ionica e non solo. Era completamente realizzato inmarmo ed aveva snelle colonne poggianti su basi raffinatamente modanate; il corredo scultoreo rivestiva unprimissimo piano, così come l'ornamento in generale rispetto alla solida struttura del tempio dorico. Il fregio conmetope e triglifi venne sostituito da una serie di dentelli o piccoli dadi sotto la cornice (nello Ionico asiatico) o dauna fascia continua riccamente ornata da bassorilievi continui (nell'Egeo occidentale).Un altro edificio ionico di particolare ricchezza e fascino è il Tesoro dei Sifni a Delfi, un edificio costruito vicino alcelebre santuario di Apollo dalla comunità dell'isola-stato di Sifnos nel 525 a.C. Ha un portico affiancato da duegrandi cariatidi (caratteristica ripresa poi per l'Eretteo di Atene), che reggono sulla testa dei curiosi capitelli scolpiticon figure di uomini e leoni. Fregio e frontone sono ricchi di sculture ad altorilievo dipinte con colori vivaci.

ThesauroiErano piccoli edifici che le più importanti città-stato erigevano nei santuari panellenici per conservarvi le offerte deicittadini e della comunità urbana; recano l'impronta del paese d'origine e costituiscono la prova più appariscentedella rivalità tra le poleis. Offerte di lusso si accumulavano senza curarsi dell'armonia generale con lo scopo di farsiammirare ed eclissare il vicino, ne derivava un'estrema varietà, ma anche un interessante campionario delle tendenzearchitettoniche soprattutto per la seconda metà del VI secolo a.C. Inoltre, grazie alle loro proporzioni ridotte ithesauroi offrivano ai costruttori un terreno di sperimentazione per le ricerche e i tentativi che i grandi edifici nonsempre potevano permettere. A Olimpia i Thesauroi si trovavano su di una terrazza gradinata che conteneva dodiciedifici; i Thesauroi di Delo, di cui restano pochissimi frammenti, erano disposti a semicerchio a nord dei templidedicati ad Apollo e Artemide; a Delfi se ne trovavano di varie tipologie dal più antico del VII secolo a.C.appartenente a Corinto fino a quello di Tebe datato al IV secolo a.C.[2]

Note[1][1] W. Müller e G. Vogel., cit.[2][2] Charbonneaux et al. 1978, pp. 192-198.

Bibliografia• Jean Charbonneaux; Roland Martin; Francois Villard, La Grecia arcaica : (620-480 a.C.), Milano, Rizzoli, 1978.

ISBN 88-17-29506-X stampa 1997.• W. Müller e G. Vogel, Atlante di architettura, Milano, Hoepli, 1992.• David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, Zanichelli, 1999.• Corrado Bozzoni, Vittorio Franchetti Pardo, Giorgio Ortolani, Alessandro Viscogliosi, L'architettura del mondo

antico, Roma-Bari, Laterza, 2006.

Voci correlate•• Architettura minoica•• Architettura micenea•• Architettura greca classica•• Architettura ellenistica•• Scultura greca arcaica

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Ordine architettonico 23

Ordine architettonico

Ordini dorico, ionico e corinzio

I cinque ordini secondo Vignola

Un ordine architettonico è uno degli stili sviluppatisi a partiredell'architettura classica, e successivamente codificati dalla culturaarchitettonica, ognuno distinto da proporzioni e profili e dettaglicaratteristici, generalmente riconoscibili dal tipo di colonna, o permeglio dire dall'insieme coordinato di elementi architettonici teso acostituire un completo sistema trilitico, i cui elementi caratterizzantisono principalmente la colonna con il rispettivo capitello e lasoprastante trabeazione.

Storia

La prima codificazione degli ordini architettonici che ci è perventa econtenuta nel trattato in dieci libri De architectura di Vitruvio chededicò buona parte del secondo, terzo e quarto libro alla descrizionedei tre ordini di origine greca (dorico, ionico, corinzio).[1] Tali ordinisono stati infatti sviluppati nell'architettura greca: il dorico e lo ionico apartire dalle sue origini, al momento delle prime realizzazioni in pietra,diffondendosi già dal VI secolo a.C., con una prevalenza del doriconella Grecia continentale e nelle colonie della Magna Grecia e delloionico e eolico (raro, per esempio il tempio di Neandria e il tempio diLarissa) nelle città greche dell'Asia Minore, odierna Turchia. Il primoesempio di capitello corinzio risale invece al IV secolo a.C. nel tempiodi Apollo a Bassae. Secondo Marco Vitruvio Pollione l'inventore ful'architetto Callimaco, che passeggiando vide un cesto depositato comeofferta votiva su una tomba di una giovane e coperto da una lastraquadrangolare, intorno al quale era cresciuta una pianta di acanto, dalquale prese ispirazione per lo schema decorativo del nuovo capitello. Aquesti tre ordini Vitruvio aggiunse, con una descrizione sommaria,l'ordine tuscanico che riteneva autoctono dell'Italia, ma che in realtàrappresenta una variante locale italica del dorico.[2]

A partire dalla fine del XV secolo, la diffusione del trattato vitruviano portò a varie riflessioni e speculazioni sugliordini architettonici. Dal XVI secolo in poi, i teorici dell'architettura e per primo Sebastiano Serlio, riconobberocinque ordini nell'architettura classica, aggiungendo quindi l'ordine composito che Vitruvio non cita in quanto fu unacreazione romana dell'epoca di Augusto mescolando gli stili ionico e corinzio insieme.[3]

La speculazione sugli ordini continuò fino al XIX secolo con tentativi vari di canonizzazione di tipi, utilizzazioni,dimensioni, proporzioni e sintassi compositiva, ma anche con ricerche stravaganti tra cui proposte di ulteriori ordini.

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Ordine architettonico 24

Caratteri comuniOgnuno degli stili ha una propria trabeazione, consistente di architrave, fregio e cornice.L'ordine architettonico si basa su rapporti proporzionali: si basa su un sistema di regole (canoni) che stabilisce irapporti proporzionali tra ogni singola parte del tempio greco con ogni altra singola parte del tempio. Questi rapportiproporzionali si basano sul modulo che è dato dal diametro della colonna preso all'imoscapo (punto più basso dellacolonna). Gli ordini architettonici, liberi (con colonne o pilastri) o addossati ad una parete (con semicolonne olesene), sono costituiti da elementi di sostegno verticali (p.e. colonna) e da un elemento orizzontale (trabeazione).A sua volta la colonna si compone di diversi elementi: (capitello, fusto, base), e così anche la trabeazione (cornice,fregio, architrave).A seconda principalmente del tipo di capitello, gli ordini si distinguono in: dorico, ionico e corinzio, in Grecia, conl'aggiunta del tuscanico e del composito a Roma.

I cinque ordini

Elementiarchitettonici

•• Abaco•• Abbaino•• Architrave•• Arco•• Arco a sesto acuto•• Arco rampante•• Atrio•• Attacco a terra

•• Base attica•• Base ionica

•• Capitello•• Cariatide•• Claristorio•• Colonna•• Contrafforte•• Copertura•• Cornice•• Costolone•• Cuore allungato•• Cupola

•• Echino

•• Facciata•• Fondazione•• Fregio•• Frontone•• Facciata

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Ordine architettonico 25

•• Metopa

•• Pilastro•• Pilastro a fascio•• Ponte•• Pulpito•• Metopa

•• Rosone

•• Scena

•• Telamone•• Timpano•• Trabeazione•• Trave•• Triglifo

•• Volta•• Volta a crociera

Ordini architettonici

Queste sono sinteticamente le caratteristiche dei diversi ordini (per la descrizione in particolare dei capitelli, v. lavoce Capitello):

Ordine dorico

•• Base mancante: il fusto della colonna poggia direttamente sulla parte di pavimento chiamata stilobate (l'ultimo dei tre gradini).•• Fusto scanalato dorico: le scanalature si incontrano formando un angolo vivo, invece che essere separate da listelli. Esse sono 20 come negli

ordini ionico e corinzio.•• Capitello dorico formato da abaco più echino• Architrave non suddiviso in fasce e con guttae, ossia piccoli elementi a forma di tronco di cono, al di sotto della fascia sporgente che funge da

coronamento (taenia).•• Fregio suddiviso in metope, riquadri piani decorati a pittura o a rilievo, e triglifi, elementi più sporgenti solcati da scanalature (in teoria tre, da

cui il nome tri-glifo).• Cornice con una parte superiore più sporgente, decorata sulla superficie inferiore (soffitto) con basse tavolette (mutuli) ornate da più file di

guttae. Priva di dentelli nella parte inferiore.

Ordine tuscanico

• Base presente: il tipo propriamente tuscanico è costituito da un semplice toro, o modanatura con profilo a semicerchio convesso.•• Fusto come nell'ordine dorico, oppure liscio. Tuttavia molti dei fusti che oggi sembrano lisci avevano in realtà in origine un rivestimento in

stucco che riproduceva le scanalature, oggi scomparso.•• Capitello tuscanico•• Architrave teoricamente come nell'ordine dorico.•• Fregio teoricamente come nell'ordine dorico.•• Cornice teoricamente come nell'ordine dorico.

Ordine ionico

•• Base presente:la base può assumere forme diverse a seconda del luogo e del periodo, la più nota e comune è, comunque, quella detta "baseattica", dal luogo in cui è stata utilizzata per la prima volta (Toro,Trochilo,Toro).

•• Fusto scanalato con le scanalature separate da listelli e non a spigolo vivo.•• Capitello ionico• Architrave suddiviso in fasce, ciascuna leggermente sporgente rispetto a quella inferiore, e coronato superiormente da modanature.•• Fregio continuo.•• Cornice decorata con dentelli.

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Ordine architettonico 26

Ordine corinzio

•• Base presente.•• Fusto scanalato come nell'ordine ionico.•• Capitello corinzio.•• Architrave come nell'ordine ionico.•• Fregio continuo come nell'ordine ionico.•• Cornice come nell'ordine ionico.

Ordine composito

•• Base presente.•• Fusto scanalato come nell'ordine ionico.•• Capitello composito•• Architrave come nell'ordine ionico.•• Fregio continuo come nell'ordine ionico•• Cornice come nell'ordine ionico.

Quindi non solo il capitello, ma anche gli altri elementi dell'ordine sono differenti sulla base di questa medesimasuddivisione: tuttavia va rilevato che nell'architettura romana è tutt'altro che raro trovare mescolati elementi di ordinidiversi, un uso iniziato in epoca ellenistica.Da notare che nel periodo in cui fu elaborato il capitello composito, venne creato anche un nuovo tipo di base,costituito da due tori separati da due scozie (modanatura concava con profilo curvilineo a tre quarti di cerchio), cheviene chiamato "base composita", e che costituisce il tipo più diffuso nell'architettura romana di età imperiale(insieme alla base "attica", con una sola scozia tra i due tori). Questo nuovo tipo di base viene tuttavia utilizzato siacon l'ordine corinzio che con l'ordine composito.Inoltre, a partire già dall'età romana repubblicana si era sviluppato anche un diverso tipo di cornice, nella quale laparte sporgente superiore era sorretta da mensole (cornice con mensole). Anche questa nuova forma diventa canonicadall'epoca augustea e viene utilizzata sia con l'ordine corinzio che con quello composito.

L'utilizzo degli ordini architettonici nella storia dell'architetturaIl sistema degli ordini architettonici è la formalizzazione dal punto di vista decorativo del sistema costruttivo su cuisi basa l'architettura greca, il sistema trilitico (ossia, letteralmente, "a tre pietre": due sostegni verticali ed unelemento orizzontale che copre lo spazio tra i due). L'essenza stessa dell'architettura greca si basa sull'equilibrio el'armonia delle proporzioni delle parti, sia fra loro che con il tutto, che saranno formalizzate negli schemi dei diversiordini architettonici di epoca classica, trovando sempre nuove realizzazioni in particolare negli edifici templari.In epoca romana l'architettura, a partire soprattutto dal II secolo a.C. acquista altre caratteristiche, con un maggioreinteresse all'articolazione degli spazi interni, resa possibile dalla duttile tecnica costruttiva del cementizio. In questocaso gli ordini architettonici ereditati dalla tradizione greca ed ellenistica, costituiscono soprattutto un rivestimentodecorativo, che spesso ha poco a che fare con la reale struttura portante dell'edificio. In questo contesto dunqueacquista maggiore importanza la decorazione degli elementi architettonici piuttosto che il loro sistema proporzionale.Si capisce dunque come sia possibile sia l'invenzione di forme nuove, sia la mescolanza di elementi di ordini diversi.L'abbandono del sistema trilitico, già svuotato del suo significato strutturale, avviene lentamente. Nel III secolo, ingrandi monumenti di committenza imperiale, invece che un architrave le colonne sorreggono degli archi (tra i primiesempi i portici della piazza del Foro severiano a Leptis Magna, in Libia.Sarà questo il sistema prevalentemente adottato per le colonne che dividono in navate le chiese della prima epocamedioevale a Roma e altrove, che spesso utilizzano per fusti, basi e capitelli, pezzi di reimpiego, mescolando traloro, spesso per necessità ed economia, elementi di diversa origine, tipologie e misure. In questo quadro gli elementidegli ordini architettonici classici non vengono più utilizzati per una partizione delle superfici e degli spazi, ma comedecorazione con valore simbolico, che si riferisce alla grandezza del passato.

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Ordine architettonico 27

In epoca rinascimentale, l'esigenza di un inquadramento razionalmente comprensibile dello spazio e delle superfici,fa rinascere l'interesse per gli ordini architettonici: gli elementi visibili degli edifici di Roma in rovina vengonodisegnati e studiati dagli architetti (tra i primi Filippo Brunelleschi), che ne ripropongono le forme nelle lororealizzazioni, badando nuovamente alle proporzioni.Da questo momento le tradizionali forme dell'architettura classica continueranno ad essere utilizzate, passando perl'esuberanza decorativa dello stile barocco, la ripresa formale del neoclassico, le mescolanze eclettiche con formeartistiche di altra provenienza storica e geografica nell'ecclettismo degli inizi del XX secolo.

Note[1] Joseph Rykwert, La colonna danzante. Sull'ordine in architettura, 2010, pag.15[2] Joseph Rykwert, op. cit.", 2010, pag.248 e sgg.[3] Particolarmente importante, per la sua grande diffusione, fu il trattato di Vignola intitolato appunto Regola delli cinque ordini d'architettura

pubblicato nel 1562.

Voci correlate•• Architettura greca•• Architettura romana•• Architettura del Rinascimento•• Architettura neoclassica•• Ordine gigante• Trabeazione:

•• Cornice•• Fregio•• Architrave

• Colonna (o semicolonna, o pilastro, o lesena):•• Capitello•• Fusto•• Base

•• Sistema trilitico•• Modanatura

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Collegamenti esterni• Ordini architettonici romani (http:/ / digilander. libero. it/ F. I. S. A/ MarinaM/ htm/ 04_02_15_PagOrdini01. htm)

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Ordine dorico 28

Ordine dorico

L'ordine dorico nel Partenone

Colonne superstiti del Tempio Dorico a Taranto

L'ordine dorico è il primo e il più antico degli ordini architettonicigreci. Il suo nome è dovuto all'origine peloponnesiaca, anche se sidiffuse a partire dal VI secolo a.C., al resto del territorio greco e allecolonie greche in Italia. In questo ordine sono costruiti tutti i templisuperstiti della Magna Grecia e alcuni degli edifici più importanti dellaGrecia stessa, tra i quali il Partenone nell'Acropoli di Atene e il Tempiodi Zeus ad Olimpia.

Il tempio dorico

La piattaforma del tempio, posta sulla fondazione è chiamataeuthynteria ed è solitamente realizzata in pietra locale di scarso pregio,al contrario della costruzione vera e propria, realizzata in marmo ocomunque di pietra pregiata proveniente spesso da cave relativamentelontane. Sulla piattaforma poggia una piattaforma (crepidoma) formatadai gradini di accesso al tempio, inizialmente in numero di tre e cheaumenteranno con il tempo. L'ultimo gradino è detto stilobate, in quantovi poggia direttamente la colonna (stilo), priva di base. Tale assenzarappresenta una delle caratteristiche originarie del dorico. Il fusto dellacolonna, rastremato verso l'alto, presenta delle scanalature (16 o 20)poco profonde unite a spigolo vivo, che esprimono una spintaascendente e accentuano l'effetto chiaroscuro, ed è caratterizzato da unrigonfiamento a un terzo dell'altezza detto entasi, che serve a correggerel'illusione ottica del restringimento generata in una fila di colonneperfettamente tronco-coniche. La colonna (prima monolitica e in seguitoa rocchi) ha un'altezza da 4,5 a 6 volte il diametro della sua base.

Il capitello dorico è formato dall'echino, una specie di "cuscinettorigonfio" che tende alla forma troncoconica, su cui poggia l'abaco, cheha la forma di un prisma a base quadrata.

Sopra il capitello si trova la trabeazione. Dal basso verso l'alto, in questoordine essa è composta da un architrave liscio formato da blocchi che siaccostano tra di loro al centro della colonna secondo lo schema trilitico,sopra cui poggia il fregio, suddiviso alternativamente in metope (spazirettangolari che potevano essere lisci, scolpiti o dipinti) e triglifi(rettangoli solcati verticalmente da due scanalature). Tra l'architrave e ilfregio vi è un listello continuo detto tenia, su cui sono applicati deglielementi rettangolari, le regulae, posti in corrispondenza dei triglifi edecorati a gocce (guttae). Il fregio dorico inizia sempre con un triglifo.

Al di sopra del fregio è presente la cornice che contiene il timpano, uno spazio triangolare che andrà ad accogliere ledecorazioni frontonali. La cornice è formata da un geison orizzontale poggiante sulla trabeazione e

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Ordine dorico 29

Santuario di Hera VI secolo a.C. a Metaponto

Ordine dorico secondo Vignola

da uno inclinato poggiante sul frontone, su cui appoggia una sima. Tra ilfregio e la cornice vi è una decorazione continua a gocce, leggermenteinclinata per far sgocciolare meglio l'acqua, che qui però cambia il nomeda regulae a mutuli.

La copertura dell'edificio è solitamente in tegole di laterizio, convesse epiane e solo talvolta in marmo. Il tetto è fornito di grondaia decorata suilati lunghi con antefisse che hanno il doppio compito di scarico delleacque piovane e di evitare che l'acqua filtri sotto il tetto. Le estremitàdel tetto e la sommità dove iniziano i due spioventi, sono decorati conimponenti acroteri.

Accorgimenti visivo-architettonici

Numerosi sono gli accorgimenti visivi utilizzati nell’ordine dorico dagliarchitetti greci, che volevano rendere la visione dei loro templi piùarmoniosa e perfetta.

In primo luogo le colonne sono rastremate, ovvero il diametro si riduceman mano che dalla base si risale verso la cima, probabilmente perevidenziare la funzione statica della colonna sottoposta a compressionedalle forze trasmesse dall'architrave tramite il capitello. Larastremazione però non è uniforme: a circa un terzo del fusto è presenteun lieve rigonfiamento detto entasi,[1] che impedisce alla colonna disembrare innaturalmente sottile.

Le colonne, inoltre, non sono mai perfettamente verticali, ma presentanouna leggera inclinazione verso l’interno o, nel caso delle quattrod’angolo, verso le diagonali della base del tempio. Questo artificio serve a controbilanciare il senso di oppressioneche si proverebbe di fronte a una colonna che, se perfettamente verticale, sembrerebbe invece pendere in avanti.

Un ultimo accorgimento è quello che riguarda lo stilobate, che a volte, come nel Partenone, è leggermente convessoal fine di correggere l'aberrazione prospettica e farlo sembrare perfettamente orizzontale: se fosse effettivamenteorizzontale, infatti, la presenza della massiccia serie di colonne darebbe origine a un'illusione ottica che lo farebbesembrare concavo. Alcuni tuttavia pensano che si tratti di un accorgimento tecnico per favorire il deflusso dell'acqua.

L'origine ligneaGià Vitruvio aveva teorizzato che l'ordine dorico fosse la trascrizione sulla pietra di una costruzione lignea. Lacolonna con le sue scanalature e la rastremazione richiamerebbe un tronco d'albero appena sbozzato, con il collare,nella parte superiore, che ripeterebbe le cravatte metalliche di rinforzo, mentre l'entasi riprenderebbe la deformazioneda carico a compressione degli steli lignei; l'architrave liscio, una trave di legno squadrata; le guttae, i chiodi; itriglifi, le teste delle travi di catena delle capriate di supporto del tetto, e quelle dei travetti, perpendicolari allafacciata, formanti con le prime, la cassonatura del soffitto; le metope un elemento di riempimento del vuoto fra leteste delle travi poggianti sulle architravi. Tale processo di litizzazione si compì probabilmente tra il VII e il VIsecolo a.C. quando anche gli architravi furono realizzati in pietra attuando il sistema trilitico, e il fregio marmoreodivenne un semplice mascheramento esterno della struttura lignea di copertura.Il modello ideale di una costruzione originaria lignea, fu ripreso nel XVIII secolo, tra gli altri da Marc-AntoineLaugier e rappresentò uno dei miti fondativi del neoclassicismo.

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Ordine dorico 30

Il dorico ellenistico e romanoPrima durante l'epoca ellenistica e poi nell'architettura romana, il dorico subì diversi cambiamenti, continuando adessere molto utilizzato. le modifiche riguardarono vari aspetti dell'ordine generando un gran numero di varianti.Comparve spesso una base a toro sotto la colonna la quale a volte perse le scanalature e altre volte le conservò manon a spigolo vivo. Il capitello si regolarizzò, con un echino sempre più semplice. L'ordine divenne più snello chenel periodo arcaico, perdendo una parte della sua originaria gravità.A Roma il dorico si confrontò con l'ordine tuscanico con il quale non è facile distinguerlo a causa proprio dellemodifiche a cui furono sottoposte le sue caratteristiche originarie

Il dorico neoclassicoL'architettura neogreca (ed in genere tutta l'architettura neoclassica) fu caratterizzata dal distacco dall'architetturaromana antica e dai sistemi costruttivi archivoltati e dall'imitazione di modelli provenienti dall'architettura greca. Inquesta logica trovò un particolare interesse l'ordine dorico arcaico, ritenuto l'origine di tutta l'architettura greca e incui Laugier riconobbe le tracce dell'origine lignea della colonna e quindi principio di tutta l'architettura.[2]

Tale riscoperta ebbe il suo elemento centrale nell'interesse degli architetti, studiosi e artisti europei per i templi grecidorici nell'Italia meridionale a Paestum,[3] la cui fama si diffuse in tutta Europa grazie alle incisioni di GiovanniBattista Piranesi, ad Agrigento[4], e a Selinunte, quanto meno fino alla spedizione di Lord Elgin che fece riscoprire atutta Europa il Partenone. La possente immagine del dorico arcaico, senza base, con il fusto delle colonne scanalato,rastremato e gonfiato dall'entasis e il primitivo capitello, cominciò ad affermarsi, con grande varietà e libertà diinterpretazione, nei progetti e nelle realizzazioni di diversi architetti tra XVIII e XIX secolo e nelle teorizzazionidegli intellettuali, superando la generale avversione dei secoli precedenti.Claude-Nicolas Ledoux e John Soane, videro nella semplificazione e nella severità del dorico lo strumento perattuare un'architettura di volumi, slegata dalle regole accademiche, facendolo diventare, forse inconsapevolmente,una tappa verso un'architettura senza ordini. Tale accezione del dorico, come massima semplificazione del sistemadegli ordini, ebbe applicazioni anche dopo il periodo neoclassico: per esempio nell'opera di Adolf Loos,nell'architettura del nazional-socialismo e in acune opere del post modernismo di fine XX secolo.

Note[1] N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 1981, voce èntasis.[2] Giorgio Simoncini, Ritorni al passato nell'architettura francese: fra Seicento e primo Ottocento, 2001, ISBN 8816405600[3] Giorgio Simoncini, op. cit, 2001[4] J.J. Winckelmann, Osservazioni sull'architettura degli antichi templi di Girgenti in Sicilia, 1759 da Google Books (http:/ / books. google. it/

books?id=_zFGAAAAYAAJ& pg=PA263& lpg=PA263& dq=Winckelmann+ osservazioni+ girgenti& source=bl& ots=LOph_jOURl&sig=YMpjJQfOfdgeLGQETCvhG6lmZCQ& hl=it#v=onepage& q=Winckelmann osservazioni girgenti& f=false)

Voci correlate•• Architettura greca•• Capitello•• Conflitto angolare dell'ordine dorico•• Ordine architettonico•• Ordine ionico•• Ordine corinzio•• Tempio greco•• Scultura dorica

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Ordine dorico 31

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Ordine ionico

Ordine ionico:1 - trabeazione

2 - colonna3 - cornice4 - fregio

5 - architrave o epistilio6 - capitello (composto da abaco e volute)

7 - fusto8 - base

9 - stilobate10 - stereobate

L'ordine ionico è il secondo dei tre ordini architettonici classici, essoassorbe e rielabora motivi orientali; la ricca decorazione orna lastruttura architettonica senza appesantirla. Tradizionalmente è riferitoal complesso delle tradizioni artistico-culturali riferibili al gruppoetnico degli Ioni, insediati sulle coste dell'Asia Minore (Iònia), astretto contatto con le culture dell'Oriente.

Ad Atene si possono trovare due esempi di ordine ionico di epocaclassica: l'Eretteo e il tempio di Atena Nike (entrambi sull'Acropoli).

La fondazione del tempio era in genere in pietra locale ed è chiamataeuthynteria, su di essa poggiano i gradini di accesso al tempio(crepidoma). A differenza dell'ordine dorico, le colonne ioniche nonpoggiano direttamente sul gradino, ma su di una base formata da dueelementi (Asia Minore), uno chiamato toro di forma convessa, sulquale stava la scotia di forma concava. In Grecia abbiamo invece duetori con in mezzo la scotia. In età romana a quest'ultima "base attica"greca, si aggiungerà la "base composita", con il raddoppio della scotiaintermedia. Al di sopra della base si ergeva il fusto, di proporzioni piùsnelle rispetto a quello dell'ordine dorico e privo di rastremazione. Lescanalature potevano variare da un numero di 16 fino a 20 ed eranoseparate da listelli, invece che incontrarsi a spigolo acuto come nelfusto dorico, mentre l'altezza poteva arrivare anche a 10 volte ildiametro della base.

Sulla colonna poggiava il capitello ionico, decorato con volute. Ilcentro della voluta è detto occhio e può essere decorato. Su di essol'abaco molto appiattito.Sopra il capitello poggia la trabeazione, costituita da un architrave,formato da tre fasce aggettanti l'una su l'altra e con un coronamentodecorato da modanature, dal fregio, una fascia continua, spessodecorato con rilievi figurati o vegetali e da una cornice (geison) condentelli, sormontata da una sima (gronda con gocciolatoi per lo scolodell'acqua piovana dal tetto. Nei templi la cornice sale obliquamente aformare il timpano, che ospita il frontone).

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Ordine ionico 32

Capitello ionico angolare dell'Eretteo

Il problema di questo ordine si pone nel capitello angolare, dato che ilcapitello ionico presenta le facce diverse: le due facce principali presentano levolute, mentre sui lati queste sono raccordate da un pulvino. Nel tempiodell'Eretteo le facce principali vennero realizzate su due lati contigui,costringendo la voluta sullo spigolo ad un anomalo andamento obliquo eampiamente scanalatore.

Voci correlate

• Architettura greca arcaica (nascita dello stile ionico)•• Architettura greca classica• Tempio di Apollo Epicuro (esempio ibrido)•• Encarpo•• Ordine dorico•• Stile corinzio

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Ordine corinzio

Ordine corinzio in un'incisione del portico delPantheon, Roma.

L'ordine corinzio è uno degli ordini architettonici dell’architetturagreca e in seguito romana, caratterizzato dagli stessi elementidell'ordine ionico, con un capitello decorato con foglie d'acanto.

Anche se di origine greca, l'ordine corinzio non fu utilizzato spessonell’architettura greca, rispetto all'ordine dorico ed a quello ionico.

Secondo Vitruvio (De architectura, libro IV) il capitello corinzio fuinventato dall’architetto Callimaco che si ispirò ad un cesto sormontatoda una lastra, lasciato come offerta votiva su un sepolcro e ricoperto dauna pianta d'acanto.

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Ordine corinzio 33

Capitello corinzio

L’elemento a tronco di cono (kalathos)è rivestito di due ordini di otto foglie diacanto. Dietro queste nascono deglisteli che terminano in spirale: le"volute" arrivano a sorreggere glispigoli dell’abaco sovrapposto alkalathos, mentre le "elici" terminano alcentro di ogni lato. L’abaco presenta ilati concavi. Nell'evoluzione dellastruttura decorativa di epoca romanagli steli di elici e volute nasceranno

insieme ad un calice di foglie d'acanto da uno stelo unico ("caulicolo").

Capitelli corinzi sulla facciata della Biblioteca diAdriano ad Atene.

Nella variante italica, diffusa in età repubblicana romana, come negliesemplari greci più antichi, volute ed elici nascono direttamente dietrole foglie d'acanto delle due corone. In ambiente microasiatico edorientale si evolve in epoca imperiale romana un tipo di capitelli, detti"asiatici" che avranno ampia diffusione con produzioni standardizzatelavorate direttamente nelle cave di marmo, caratterizzato da foglied’acanto con fogliette più aguzze.

Il fusto della colonna corinzia ha proporzioni simili a quello dell'ordineionico, con scanalature piatte separate da listelli. Il fusto è poggiato suuna base.

Come nell'ordine ionico, l'architrave si presenta diviso in due o tre fasce e con un coronamento, il fregio è continuo,liscio o decorato (tra le decorazioni vegetali più frequenti in epoca romana le girali d'acanto). Dalla originariacornice ionica, decorata con dentelli, si evolve in epoca romana la cornice con mensole (o modiglioni).

Il più antico esempio conosciuto di colonna corinzia è nel tempio di Apollo Epicuro a Bassae in Arcadia, c. 450–420a.C., anche se si trattava di una semicolonna isolata presente nella decorazione interna della cella e non di una dellecolonne della peristasi esterna. Esempi più maturi di uso dell'ordine corinzio sono all'interno delle tholoi (edificitemplari a pianta circolare) di Delfi (375 a.C.) e di Epidauro 360 a.C. Il primo esempio documentato dell'utilizzodell'ordine corinzio in esterni è il Monumento di Lisicrate ad Atene, databile intorno al 334 a.C.

Voci correlate•• Ordine ionico•• Ordine dorico

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Tempio greco 34

Tempio greco

Tipologie di templi

Il tempio può essere considerato la piùimpegnativa realizzazione dell'architetturagreca. La codificazione che, in età arcaica,verrà sviluppata per l'architettura templarediventerà con l'ellenismo il linguaggiouniversale del mondo mediterraneo.

Caratteristiche

L'edificio vero e proprio era per i Greci lacasa del dio (oikos), localizzata nella cella(naos). Questa ospitava la statua delladivinità, ed il sacerdote era l'unico ad averneaccesso, mentre il culto si svolgeva su unaltare antistante al tempio ed all'interno delrecinto sacro (temenos) in cui si situavano iltempio ed altri edifici ad esso connessi. Illuogo sacro (santuario) poteva ad esempioospitare una serie di costruzioni di usopratico, come i "tesori" (thesàuroi), cheospitavano i doni votivi – preziosi o anche di terracotta – offerti dalle città o da semplici cittadini, sale per banchetti(hestiatòria) e portici (stoai). L'ingresso all'area sacra poteva essere protetto da propilei.

Il tempio greco è sempre orientato est-ovest, con l'ingresso aperto verso est. In questa peculiarità si differenzianettamente dai templi romani che sono invece generalmente orientati nord-sud, posti su di un alto podio cui si accedemediante un'ampia scalinata da sud.

Schema riassuntivo della nomenclatura del tempio greco (in questo caso un tempiodoppiamente in antis, periptero esastilo)

Sulla superficie superiore (stilobate) diuna piattaforma, sopraelevata rispettoal terreno circostante, per mezzo dipochi gradini (crepidoma), si elevavala struttura del tempio, caratterizzatadalle colonne. La disposizione dellecolonne determina la classificazionedei tipi di pianta del tempio greco, checi è stata tramandata da Vitruvio (Dearchitectura, 3,2):

• tempio in antis: sulla facciata sonopresenti due colonne tra due ali dimuro (ànte) che prolungano inavanti le pareti laterali della cella;

• amphi-templum "in antia" (o doppiamente in antis; o in doppio antis): è un templum in antis con l'opistodomo(opisthodomos) nella parte diametralmente opposta rispetto al pronao (pronaos);

• tempio prostilo: la fronte della cella presenta un colonnato antistante (prostòon);• tempio anfiprostilo: sia la fronte che il retro della cella presentano il colonnato;

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Tempio greco 35

• tempio diptero: il porticato quadrangolare (peristasi) presenta, anche sui lati lunghi, una doppia fila di colonne;• tempio pseudodiptero: la peristasi presenta una sola fila di colonne, ma posta ad una distanza doppia rispetto ai

muri della cella, ossia quando il tempio è circondato da un colonnato dell'ampiezza di due intercolumni;• tempio periptero: il colonnato (ptèron) circonda tutti e quattro i lati della cella (naos) creando un porticato

quadrangolare (peristasi);• tempio pseudoperiptero che ha una notevole diffusione in età ellenistica e quindi romana, caratterizzato da

colonne della peristasi addossate come semicolonne o lesene ai muri esterni della cella che poteva in tal modoessere realizzata con una maggiore ampiezza; quest'ultima tipologia viene citata da Vitruvio (De architectura,4,8,6) tra quelle ritenute anomale. Vitruvio invece non menziona la tipologia del tutto priva di colonnato esterno(oikos), che ai suoi tempi era ormai scomparsa;

• tempio monoptero: quando il tempietto ha una forma circolare ed è privo di cella;• tempio a tholos (o monoptero-periptero): quando il tempietto circolare è provvisto di cella.Viene inoltre citato il tempio ipetro (hypaethros), nel quale, per le dimensioni colossali che rendevano impossibilerealizzare il tetto, la cella (o la sua navata centrale) risultava scoperta.Lo spazio antistante l'ingresso alla cella prende il nome di pronao (pronao o prodromos), mentre il corrispondentespazio sul retro della cella prende il nome di opistodomo. Nella cella (naos) era generalmente situata la statua delladivinità. Quando vi è un altro vano sul retro della cella (caratteristica soprattutto dei templi dorici in Sicilia), allora siparla di adyton.A seconda del numero delle colonne presenti in facciata, il tempio è inoltre definito come "distilo" ("con duecolonne"), "tetrastilo", "esastilo", "ottastilo" o persino "dodecastilo" (rispettivamente con quattro, sei, otto o dodicicolonne sulla facciata). Raro è il caso di un numero di colonne dispari che è un segno di arcaicità come nel tempio"ennastilo" di Hera a Paestum. Il numero delle colonne laterali è proporzionato a quello delle colonne in facciata, epuò essere pari al doppio, al doppio + 1, o al doppio + 2 di esse: per esempio un tempio esastilo potrebbe averedodici, o più frequentemente tredici o quattordici colonne sui lati lunghi; raramente quindici o sedici.I colonnati erano edificati utilizzando il sistema trilitico, cioè "a tre pietre": due sostegni verticali ed un elementoorizzontale, che copre lo spazio tra i due. Da questo vengono elaborati i diversi ordini architettonici, caratterizzati daprecisi rapporti proporzionali tra i diversi elementi che lo compongono. La colonna, costituita da capitello, fusto edeventualmente base, è sormontata da una trabeazione, composta a sua volta da architrave, fregio e cornice. Sui laticorti, facciata e retro, gli spioventi del tetto determinano la presenza di un frontone, sul quale a sua volta poggiano –agli angoli e al vertice – sculture decorative generalmente in terracotta dipinta, gli acroteri.

Origini del tempio grecoSecondo quanto suggerisce Vitruvio (De architectura, 2,1,3) la struttura del tempio greco trasse la sua origine daprimitivi edifici in argilla e travi di legno, inizialmente usati come abitazione, la cui pianta sembra essere statacaratterizzata da una terminazione curva, sostituita solo alla fine dell'VIII secolo a.C. da piante rettangolari.Uno dei più antichi esempi precedenti delle strutture templari è rappresentato da una monumentale tomba diLefkandi, nell'isola di Eubea, datata agli inizi del X secolo a.C. si trattava di un edificio a pianta stretta e allungata(10 x 45 m), terminante sul fondo ad abside, con pareti in argilla e legname protette da un ampio tetto a spioventi. Iltetto sporgeva oltre le pareti, sostenuto da una fila di 67 sostegni in legno esterni, che sono il primo esempio di unaperistasi. L'edificio, suddiviso internamente in più vani, fu utilizzato per la ricca sepoltura di una coppia regale ecostituiva forse un heroon (ovvero tomba-santuario di un capo, considerato come un protettore divino)[1].Un altro esempio più recente riguarda una struttura rinvenuta negli scavi sotto il tempio di Apollo Dapnephòros a Eretria, lunga 35 m, ancora terminante ad abside e con il tetto sostenuto da una fila di sostegni centrali, risalente alla fine dell'VIII secolo a.C. Le ultime ricerche hanno messo in dubbio la funzione sacrale del Daphnephorion di Eretria, vedendo in esso un'abitazione di un wanax (sovrano) locale, all'interno della quale si svolgevano le pratiche rituali perpetrate dal capo della comunità. Un periptero dedicato ad Artemide, con il pronao a pianta semicircolare

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costituito sempre da sostegni in legno, è stato recentemente scoperto presso Patrasso (ad Ano Mazaraki)[2].Mentre nella Grecia continentale sembra essere diffusa la pianta "ad abside" (anche detta "a forcina"), a Creta sonoattestati nel VII secolo a.C. edifici a pianta rettangolare e con copertura piana: tra gli esempi maggiormente noti è iltempio A di Priniàs (intorno al 625-620 a.C.), privo di ordini architettonici e con decorazioni scolpite, per il quale lapresenza di un focolare interno richiama la struttura micenea del megaron[3]. In Asia Minore vengono eretti a partiredall VIII secolo a.C. i grandi templi di Samo e di Eretria.Il tempio di Isthmia, costruito nella prima metà del VII secolo a.C. e sede dal 582 a.C. dei Giochi Istmici in onore diPoseidone, presenta una cella meno allungata (1:4) e proporzioni ancora più allargate considerando la peristasi, di 7x 18 colonne. I muri della cella erano costruiti in opera quadrata con blocchi regolari di pietra calcarea. La coperturadel tetto con tegole in terracotta rese necessaria la sostituzione dei semplici pali usati come sostegno con colonne. Lacella era suddivisa all'interno in due navate da una fila di sostegni centrali. L'uso delle tegole è ancora attestato nelcorso dello stesso secolo nei santuari di Perachora e di Delfi.Il tempio del santuario di Apollo a Thermo, in Etolia (intorno al 625 a.C., preceduto da edifici più antichi con piantaabsidata), presentava i muri della cella in mattoni crudi poggiati su una piattaforma in pietra dove resta tracciadell'appoggio delle colonne in legno della peristasi. La cella era ancora a due navate e presentava un profondoopistodomo sul retro. Le sue pareti esterne erano decorate da un fregio su lastre di terracotta dipinte.

Tempio dorico

Paestum, i cosiddetti Basilica e Tempio di Nettuno, in una foto di GiorgioSommer (1834-1914)

Origine e sua evoluzione

Dopo un lungo periodo di sviluppo nei periodigeometrico e orientalizzante, il tempio doricocomparve nella sua conformazione canonica nelVII secolo a.C. Basandosi anche su fonti antiche, sisuppone che gli elementi decorativi dell'ordinedorico fossero in origine elementi funzionali di unastruttura di legno. Ad esempio i triglifi sembranoderivare dalla testata delle travature dellacopertura, mentre le metope non sarebbero altroche l'evoluzione delle tamponature fra una trave el'altra. Ciò sarebbe confermato anche dallaposizione dei triglifi, posti in asse a ciascunacolonna e quindi razionali dal punto di vistastrutturale; così come le guttae situate al di sottodei triglifi, non rappresenterebbero altro che le

teste dei chiodi originari. L'origine dell'ordine dorico dall'architettura in legno è anche confermata da fonti letterariecome Vitruvio e Plutarco, che descrive l'antico tempio di Hera ad Olimpia con ancora presenti alcune colonne dilegno, che venivano progressivamente sostituite da colonne in marmo man mano che si deterioravano.

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Tempio greco 37

Il tempio greco: un'architettura dove l'interno interagisce con l'esterno

Caratteristiche del Tempio dorico

Il concetto che sta alla base del tempio greco, e chesi riscontra in modo particolare nel tempio dorico,è la relazione esistente fra l'elemento divino equello umano che continuamente interagiscono fradi loro. Questo concetto tipico che è alla base dellareligione greca, è molto diverso da quello che viera in oriente (ad esempio fra gli egizi), dove ildivino è nettamente separato dall'umano, l'internodi un tempio è appannaggio di una ristretta castasacerdotale ed anche l'architettura dà la sensazionedell'imponenza e "pesantezza" di una divinitàirraggiungibile che comunque incombe dall'alto etutto domina. Il diverso concetto religioso che

avevano i Greci si riscontra nella costruzione architettonica del tempio greco che è strettamente funzionale al loroconcetto di relazione con il divino.Il tempio greco viene costruito dal popolo, ed è un edificio che contiene al suo interno la cella con la statua delladivinità, ma il cui centro religioso non è la cella, quanto è vero che il grande altare dove si svolgevano i riti ed isacrifici si trova sempre al di fuori del tempio, davanti al suo ingresso. Il popolo accorreva al tempio, partecipavaalle processioni che si svolgevano nella peristasi del tempio intorno alla sua cella, ed accedeva alla cella doveonorava la divinità, ma le grandi celebrazioni si svolgevano all'esterno. Così come le divinità olimpiche eranopresenti fra gli esseri umani ed interagivano con essi interferendo nelle loro vicissitudini, allo stesso modo il tempioè una costruzione che al tempo stesso è aperta e chiusa, dove l'interno interagisce con l'esterno e l'esterno conl'interno. La peristasi si trova al coperto ma è un luogo aperto sull'esterno: la luce filtra nell'interno del tempio, edall'esterno si scorgono le ombre e le oscurità interne; in questo gioco un ruolo fondamentale ce l'hanno la formadelle colonne, le loro scanalature, il rapporto fra colonne ed intervalli, le proporzioni generali dell'edificio.

I principali elementi architettonici in un tempio dorico (Agrigento, Tempio dellaConcordia)

Elementi peculiari

Le caratteristiche peculiari del tempiodorico sono:• il basamento del tempio (crepidoma

o stereobates) su cui poggianodirettamente le colonne; il piano sucui poggia la colonna vienechiamato stylobates;

• la colonna (stylos):• che manca sempre della base, a

differenza degli altri stili che nepossiedono una;

• che è poco slanciata e si assottiglia lievemente ma in modo regolare (rastremazione) man mano che procedeverso l'alto per raggiungere il capitello; presenta inoltre un lieve rigonfiamento a circa un terzo dell'altezzachiamata entasis;

• che è composta generalmente da rocchi di forma grossomodo cilindrica sovrapposti l'uno all'altro, segnatisempre da larghe scanalature (che possono variare nel loro numero), eseguite solo dopo la sovrapposizione deirocchi;

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Tempio greco 38

• sulla cui cima si trova il capitello, quest'ultimo composto da un elemento circolare convesso o tronco-conico(echìno) (che nel corso del tempo si è andato evolvendo appunto da una forma a profilo tondo ad una viepiùtroncoconica) e da un blocco quadrato (àbaco o dado) postovi sopra;

• la trabeazione costituita da:• l’architrave formato da una fila di grandi blocchi lisci posti senza soluzione di continuità sopra le colonne;• il fregio, della stessa altezza e lunghezza dell'architrave, posto al di sopra di quest'ultimo e costituito ad

intervalli regolari da un'alternanza di metope e triglifi, questi ultimi con guttae (gocce) pendenti, piccolielementi decorativi di forma cilindrica o tronco-conica;

Resti di stuccatura sulle colonne del Tempio E a Selinunte

• il frontone, di forma triangolare, formato da unacornice aggettante che inquadra una superficiemuraria triangolare chiamata timpano; la cornice èformata da: un elemento orizzontale (ghèisonorizzontale) decorato sulla superficie inferiore conbasse tavolette (mutuli) ornate da più file di guttae; eda due altri elementi inclinati convergenti con unaparte più sporgente (ghèison obliquo o sima) ai qualisi appoggiavano le tegole di copertura del tetto e cheerano ricoperti da terrecotte decorative dipinte.

Va ricordato infine che parte integrante del tempiodorico era tutto il suo apparato decorativo. Seppure ingenere si sia completamente perduto, nel corso degli scavi dei templi si sono sempre ritrovati numerosi frammenti oparti di esso, permettendo non di rado di individuare così la divinità che vi era venerata. L'apparato decorativoconsisteva in:

Resti di decorazione metopale nel fregio e scultorea nel frontone delPartenone

•• un fine intonaco bianco che copriva tutta quantal'architettura templare, dalle colonne alletrabeazioni, e che era dipinto a motivi geometricicon diversi colori (resti di essa si possonoriconoscere sulle colonne del Tempio E a Selinunte);

• le metope che decoravano il fregio, normalmentedipinte (tutte perdute), più raramente in rilievo(famose quelle del Heraion alla foce del Sele aPaestum, e quelle dei Templi C, D ed E diSelinunte) che ritraevano personaggi ed episodimitici attinenti alla divinità venerata nel tempio;

•• i gruppi di statue in marmo o in bronzo sistemateordinatamente all'interno del frontone, con lesculture più alte poste verso il centro mentre quellepiù piccole disposte ai lati, fino a quelle più basse che raggiungevano gli angoli del frontone;

• le terrecotte architettoniche (doccioni a protomi leonine, antefisse con gorgonèion, acroteri, kalypter hegemòn,ecc.) anch'esse dipinte con vivaci colori, che decoravano i bordi del tetto (ghéison) ed i suoi apici.

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Tempio greco 39

Un esempio classico di armonia: il cd. Tempio di Hera (Paestum,detto "di Nettuno")Tempio di Nettuno a Paestum (450 a.C.)

Un esempio monumentale ma non armonico che si ispira alle formedel tempio dorico: la facciata del Pantheon (Roma)Pantheon a Roma

(123-128 d.C.)

Armonia del tempio dorico

Indipendentemente dalla provenienza o dalla culturadelle persone, o dalle conoscenze storico-artistiche cheesse possono avere, la vista di un tempio dorico vienerecepita istintivamente da tutti come qualcosa distraordinario e di bello; e non certo solo per ledimensioni imponenti del tempio. Questa sensazione èdovuta all'armonia intrinseca che possiede l'ordinedorico e che deriva in larga misura dalle dimensioni deisuoi elementi e dal rapporto esistente fra le diverseparti architettoniche. Vi è una ricerca di proporzionatoequilibrio fra verticali e orizzontali, fra pieni e vuoti.Proprio tra spazi pieni e spazi vuoti nel tempio dorico sicrea una tale equipollenza da creare una unitàstrutturale nella quale gli spazi vuoti acquistano unvalore pari a quelli pieni, diventando essi stessielementi architettonici. "I due elementi, cioè pieno evuoto, sono oramai inscindibili, così come inscindibilisono in un testo musicale note e pause..." (MarioNapoli).

Il tempio dorico viene costruito interamente sulmodulo. Il modulo è la misura del diametro dellacolonna a terra. Il modulo può anche essere la misuradell'intercolumnio, ossia dello spazio esistente fra duecolonne sul fronte del tempio. Il modulo diventa ilmetro su cui viene costruito tutto quanto il tempio.

•• L'altezza della colonna è 4 o 5 volte il modulo.•• La colonna è 3 volte l'altezza della trabeazione.•• La trabeazione è 1/3 della colonna ed ha la stessa

altezza del frontone.•• L'architrave e il fregio sono ciascuno 1/6 dell'altezza della colonna.•• Il frontone ha la stessa altezza della trabeazione e del basamento, ed è 1/3 dell'altezza della colonna.• Il basamento del tempio con i gradini è la metà della trabeazione, cioè dovrebbe avere la stessa altezza

dell'architrave o del fregio.[4]

•• Il rapporto fra larghezza e lunghezza del tempio è in genere di 1:2 (cioè la lunghezza è il doppio della larghezza),raggiungendosi talora una maggiore armonia laddove la larghezza del fronte è i 2/5 della lunghezza (come nelcaso del Tempio di Nettuno a Paestum).

Va ricordato e precisato comunque che l'ordine dorico non è costante. Seppure i princìpii basilari dell'armonia li siritrovino in nuce fin dai templi dorici più antichi, tuttavia il raggiungimento della perfezione classica non poteva cheavvenire progressivamente grazie ad un continuo aggiustamento delle incongruenze ed alla puntuale e sistematicacorrezione dei difetti riscontrati. E questo lo si riscontra tanto nei singoli elementi architettonici quanto negli edificinel loro complesso (vedi più sotto "Templi dorici della Magna Grecia").Proprio il problema della ricerca di un'armonia anche nelle proporzioni fra i lati lunghi e quelli corti di un tempiodorico, lo si riscontra negli esempi più antichi a Selinunte, dove i Templi F e C risultano ancora relativamente strettied alquanto allungati (il Tempio C presenta addirittura 6 x 17 colonne!).

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Di questa ricerca ossessiva di armonia fanno parte anche:• la rastremazione delle colonne, cioè il loro progressivo assottigliarsi verso l'alto;• la presenza lungo tutto il fusto di scanalature con spigoli acuti che, creando giochi di luce e di ombra, danno

corporeità alla colonna; le scanalature - che suggeriscono le pieghe di un peplo - possono avere una larghezzaminore o maggiore, dunque aumentare o diminuire di numero, creando così effetti diversi;

• l'entasi, cioè il lieve rigonfiamento della colonna a circa 1/3 della sua altezza è un'enfatizzazione della suafunzione strutturale, come se si deformasse visibilmente sotto il peso della struttura architettonica;

• i continui e diversi tentativi intrapresi nel corso dei secoli ed in diversi luoghi per risolvere il problema dellaposizione del triglifo angolare rispetto alla colonna.

Correzioni ottiche

Pure quando in piena epoca classica si raggiunse la perfezione nell'architettura del tempio dorico, la sola precisionematematica applicata agli elementi architettonici non bastò ai Greci, che tenevano in grande considerazione laperfezione visiva del tempio, per cui essi applicarono una serie di impercettibili correzioni ottiche affinché anche lavisuale e non solo l'architettura in sé risultasse perfetta.Queste correzioni ottiche che risultano quando si misurano gli elementi architettonici sono:•• l'entasi: il rigonfiamento della colonna, a circa 1/3 dell'altezza, per ovviare all'effetto ottico di riduzione di

diametro dovuto alla luce del sole;• l'interasse delle colonne: l'intercolumnio è maggiore tra le colonne in corrispondenza dell'ingresso alla cella,

mentre viene ridotto tra le colonne laterali, sempre per correggere le distorsioni dovute alla luce del sole;•• poiché la misura dell'interasse delle colonne (o del diametro delle colonne) può cambiare dal fronte rispetto ai lati,

le colonne angolari del tempio risultano leggermente ovali affinché la loro vista di lato o di fronte risulti coerentecon le altre colonne;

Deformazioni architettoniche su stereobate etrabeazione per ottenere le relative correzioni

ottiche

•• un maggiore diametro delle colonne esterne dei prospetti nei templiperipteri, perché avendo come sfondo il cielo, se di pari diametro diquelle centrali, sarebbero apparse più snelle;

•• una leggera inclinazione delle colonne del fronte verso l'interno deltempio, per correggere la percezione dell'occhio umano chetenderebbe a vederle pendere verso l'esterno e come in procinto dicadere addosso;

•• per lo stesso motivo le colonne angolari risultano anch'esselievemente inclinate verso il centro per evitare effetti di divergenza;

•• un leggero incurvamento convesso, sia dello stilobate che dellatrabeazione (al centro le altezze del pavimento e della trabeazionesono maggiori che non ai lati) per correggere la tendenza dell'occhioumano a vedere ricurve verso l'alto le linee orizzontali chesostengono masse o volumi (sullo stilobate grava l'intero edificio; sulla trabeazione il timpano).

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Templi dorici della Magna Grecia e della Sicilia

Paestum, la cd. Basilica con i suoi numerosi "tratti arcaici"

A Segesta, un tempio dorico incompiuto

Il tempio dorico fu ampiamente utilizzato nelle coloniedella Magna Grecia e della Sicilia.

Si segnalano gli esempi più significativi e particolari:• i templi dorici più antichi in Italia meridionale li

abbiamo a Siracusa (dove il tempio di Apollo adOrtigia presenta ancora colonne monolitiche e tozze)ed a Paestum (dove la cosiddetta Basilica presentauna cella a due navate e fronte del tempio connumero dispari di colonne, inoltre ha colonne conun'entasi ed una rastremazione molto accentuate, edinfine i capitelli sono fortemente schiacciati);

• l'evoluzione del tempio dorico la si può seguire aPaestum confrontando soprattutto la forma deicapitelli dei templi chiamati "Basilica", "di Cerere",e "di Nettuno", oltre che la forma delle loro colonneed infine la pianta dei templi;

• i templi di maggiori dimensioni si trovano adAgrigento (tempio di Zeus Olimpio: 113 x 56 m,con colonne alte dai 14 ai 19 m, di 4,30 m didiametro) e a Selinunte (Tempio G: 113 x 54 m, concolonne alte 16 m e di 3,40 m di diametro);

•• i templi dorici meglio conservati si trovano aPaestum (cosiddetti "di Nettuno", e "di Cerere") e adAgrigento (tempio della Concordia);

• templi che presentano stili diversi sono: a Selinunteil Tempio G (che, per il protrarsi della suacostruzione durata 120 anni, presenta un doricoarcaico sul lato est, mentre verso ovest è un dorico classico); a Paestum il cosiddetto Tempio di Cerere (chepresenta una peristasi dorica, mentre all'interno le colonne del pronao erano in stile ionico);

• uno pseudo-tempio dorico (incompiuto) lo troviamo a Segesta, dove le colonne non presentano scanalature edall'interno del tempio non vi è alcuna cella, mentre i blocchi del basamento presentano ancora delle protuberanzeche servivano per il loro sollevamento e messa in opera;

• Esempi di templi dorici trasformati in chiese cristiane, sono riconoscibili all'interno del Duomo di Siracusa(tempio di Atena) e nel prospetto del duomo di Gela;

• templi dorici ridotti a imponenti cumuli di rovine si possono ammirare a Selinunte ed Agrigento

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Duomo di Siracusa (interno, navata destra)

Selinunte, rovine colossali del Tempio G.(Foto di Giovanni Crupi)

(distrutti dai Cartaginesi nel 409-406 a.C. o daterremoti avvenuti in epoca bizantina, VI-IX secolod.C.).

Il Partenone

Il più importante esempio di edificio templare edificatoin ordine dorico, anche se con proporzioni che siavvicinano a quello ionico, è il Partenone. Nonostantele dimensioni enormi, ha delle proporzioni perfettenella corrispondenza fra le diverse parti e il tutto.L'equilibrio e i rapporti modulari che ne costituisconola geometria di base non sono applicati rigidamente, masi ritrovano anche diverse correzioni ottiche nellecolonne e nello stilobate per ovviare agli effetti dellaforte luce mediterranea ed evitare effetti dischiacciamento dovuti alle dimensioni.

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Tempio ionico

Ordine ionico: l'Eretteo sull'Acropoli di Atene

L’apparizione del tempio ionico, il più antico dei qualisembra essere il II Heraion di Samo, è databile intornoalla metà del VI secolo a.C. Oltre alla forma, piùleggera e slanciata del tempio dorico, si caratterizza peralcuni elementi innovativi:

• la colonna: più slanciata rispetto a quella dorica, èmunita di base (formata da due tori separati da unagola o scozia o trochilo), con scanalature intervallateda listelli piani e con capitello a volute

•• Il capitello presenta degli ovoli nell'echino enell'abaco ci sono delle decorazioni.

• l’architrave: suddivisa orizzontalmente in tre fasce,ciascuna aggettante (sporgente) verso l'esternorispetto a quella inferiore, e coronata superiormente da modanature

• il fregio: continuo e scolpito con bassorilievi•• la cornice: decorata con dentelli.Esempi di templi ionici, testimoniati soprattutto nelle città greche dell’Asia Minore, sono il Tempio di Atena Nikesull’Acropoli, il tempio di Artemide ad Efeso, quello di Atena Poliade a Priene, ed il gigantesco tempio di Apollo aDydyma, presso Mileto, di età ellenistica.

Tempio corinzioLa struttura del tempio corinzio non è dissimile da quella dello ionico, se non per il capitello, decorato con foglied'acanto, e poi per la base della colonna, diversa da quella ionica. La leggenda vuole che lo scultore greco Callimacosia stato ispirato casualmente da un cesto trovato vicino ad una tomba. Il cesto, lasciato da qualche familiare deldefunto, era chiuso in alto da una pietra quadrata (una sorta di abaco) ed al di sotto di esso era cresciuta una pianta diacanto, le cui foglie fuoriuscivano attorno al cesto. Da notare inoltre che la base delle colonne può essereulteriormente rialzata mediante l'uso di un plinto.La nuova foggia del capitello apparve isolatamente già alla fine del V secolo a.C. nel tempio di Apollo a Bassae. NelIV secolo a.C. troviamo il corinzio adottato nel thòlos di Epidauro e nel Philippeion di Olimpia. Edifici templariinteramente corinzi si hanno solo in età ellenistica ed avranno grandissima diffusione nell'architettura romana.

Note[1] J. J. Coulton, Lefkandi II. The Protogeometric Building at Toumba, 2. The Excavation, Architecture and Finds (Annuals of the British School

at Athens), London 1993.[2] M. Petropoulos, "The Geometric Temple of Ano Mazaraki (Rakita) in Achaia during the Period of Colonization", in Emanuele Greco (a cura

di), Gli Achei e l'dentità etnica degli Achei d'Occidente, (Tekmeria, 3) Paestum - Atene, 2002, pp. 143-164.[3] La continuità con l'architettura micenea è testimoniata dalla costruzione di un tempio dedicato ad Hera in corrispondenza del megaron del

palazzo di Tirinto, datato alla metà dell'VIII secolo a.C.: Ortolani 2006, p.18.[4][4] Questa rispondenza del basamento è in genere quella che meno risulta, o perché l'area circostante al tempio è ancora semi interrata, o perché è

troppo scavata (come nel caso di Paestum dove l'attuale piano di calpestio è ben al di sotto di quello originario di epoca greca).

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Tempio greco 44

Bibliografia• Giorgio Ortolani "L'architettura greca" e Vittorio Franchetti Pardo, "L'ellenismo", in: Corrado Bozzoni, Vittorio

Franchetti Pardo, Giorgio Ortolani, Alessandro Viscogliosi, "L'architettura del mondo antico", Editori Laterza,Bari 2006, ISBN 88-420-8055-1, pp. 5–116 e 119-238.

• E. Lippolis, M. Livadiotti, G. Rocco, Architettura greca. Storia e monumenti del mondo della polis dalle originial V secolo, Milano 2007

• Giulio Carlo Argan, "Storia dell'arte italiana", vol. I, Firenze 1978• Mario Napoli, "Paestum", Novara 1970• Le membra degli ornamenti - Sussidiario illustrato degli ordini architettonici con un glossario dei principali

termini classici e classicistici (http:/ / books. google. it/ books?id=XFr0PQAACAAJ& dq=membra+ ornamenti&ei=IGO2S9-CApD2zQS8xN3FAw& cd=1), Gabriele Morolli, Alinea Editrice, Firenze 1986.

• Dizionario di architettura, N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Einaudi Editore, Torino 2005, ISBN88-06-18055-X.

Voci correlate•• Architettura greca•• Ordine architettonico•• Tempio romano•• Conflitto angolare dell'ordine dorico•• Capitello

Altri progetti

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Propilei 45

PropileiCoordinate geografiche: 37°58′18.20″N 23°43′30.50″E37.971722°N 23.725139°E [1]

La scalinata che porta ai Propilei

Disegno ottocentesco che ricostruisce l'aspettoche avrebbero potuto avere i Propilei intatti

I Propilei (dal greco προπύλαια, compostodi προ e πύλη = "posto davanti alla porta")sono l'ingresso monumentale dell'Acropolidi Atene. La loro costruzione ebbe inizio nel437 a.C., ma non furono completati. Perestensione sono stati chiamati propilei anchealtri monumenti basati sulla stessa tipologia.La struttura dei Propilei in particolare èservita da modello in età neoclassica (XIXsecolo).

Etimologia

La parola propylaea (propylaeum nellaversione latina) è l'unione del prefisso pro(prima o di fronte a) e il plurale del grecopylon or pylaion (cancello), significandoletteralmente "ciò che sta davanti alcancello", ma il termine è venuto a indicaresemplicemente un edificio d'ingresso.

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Propilei 46

Storia e descrizione

Il tempio di Atena Nike visto attraverso lecolonne dei Propilei

Il monumentale accesso all'area sacra dell'Acropoli di Atene fu erettosu progetto dell'architetto Mnesicle tra il 437 a.C. ed il 432 a.C. L'annosuccessivo, allo scoppio della Guerra del Peloponneso i lavori furonointerrotti e mai portati a termine. Lo stesso architetto Mnesicle èaccreditato da alcune fonti per una partecipazione al cantieredell'Eretteo.

Il monumento, di marmo pentelico bianco e pietra grigia di Eleusi,rientra nei grandi lavori di rifacimento dell'Acropoli promossi daPericle. Arpocrazione afferma che i lavori iniziarono durantel'arcontato di Eutimene nel 437 a.C., e secondo Eliodoro duraronocinque anni, per una spesa (elevatissima) di 2012 talenti.

La struttura dei Propilei consiste di un corpo centrale con due ali laterali, una verso nord (detta Pinacoteca) e unaverso sud (un semplice portico). All'interno dell'ala sud, i blocchi di marmo presentano ancora le bozze lasciate arilievo per il sollevamento e la messa in opera, il che mostra come l'edificio non abbia mai ricevuto la politura finale.La facciata del corpo centrale è ornata di sei colonne doriche simili in proporzione, ma non nelle dimensioni, a quelledel Partenone; la coppia centrale di colonne è più distanziata per lasciare più spazio al carro della processione dellePanatenee, solenne processione che si teneva ogni quattro anni il giorno genetliaco di Atena, il 28 del mese diecatombeone corrispondente al mese luglio-agosto, in onore della dea Atena Poliàs (o Poliade), protettrice della città,alla quale la struttura faceva da sfondo.All'esterno la struttura si presenta inequivocabilmente di stile dorico mentre all'interno vi sono colonne ed elementidi stile ionico. L'armonizzazione di questi due stili in un solo edificio necessita di grande abilità, e la perfettaintegrazione in questo edificio va a tutto merito dell'architetto. Il progetto dovette superare notevoli difficoltàtecniche, dovute soprattutto al forte dislivello del passaggio. Il corpo centrale costituiva il vero e proprio ingresso,chiuso fra due facciate doriche con sei colonne. Dei quattro ambienti che dovevano occupare le due ali vennerealizzato solo quello di nord-ovest, la Pinacoteca, dove erano raccolti quadri di soggetto mitologico.I Propilei furono parzialmente distrutti nel 1656 da un'esplosione delle munizioni turche che vi erano depositate.

PrecedentiIn ambito ellenico il più antico esempio conservato di propileo monumentale è l'ingresso al temenos del santuario diAfaia (Aφαία) ad Egina, una struttura bifronte in antis, con due colonne doriche su ciascuna faccia. Anche in questocaso come più tardi ad Atene la costruzione serve anche a dissimulare la forte pendenza della via di accesso,attrezzata con scale monumentali. L'opera sarebbe contemporanea alla ricostruzione del recinto sacro da datarsiintorno al 500 a.C. Resti di un precedente ingresso monumentale, evidenziati dagli scavi sono stati datati intorno al570 a.C.

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Propilei 47

Influenza culturaleLa struttura dei Propilei (in particolare la sezione centrale) è servita da modello in età neoclassica (XIX secolo) comealternativa al modello romano dell'Arco di Trionfo. Ve ne sono numerosi esempi in Germania, come i Propyläennella Königsplatz di Monaco di Baviera, in Germania, costruita sotto il re Luigi I di Baviera, ma soprattutto allaPorta di Brandeburgo a Berlino.

BibliografiaTesti originali usati come fonte• Arpocrazione, Lexicon.• Plutarco, Vita di Pericle• Pausania, Guida della Grecia vol.1.22.4• Eliodoro, Dell'Acropoli di Atene I.Fonti critiche•• Schwandner, Ernst-Ludwig. 1985. Der ältere Porostempel der Aphaia auf Aegina. Berlin: W. de Gruyter.•• Webster, T. B. L. 1931. The Temple of Aphaia at Aegina. Journal of Hellenic Studies, 51, no2 pp. 179-183.• C. Tiberi, Mnesicle, l'architetto dei Propilei Roma, Officina edizioni, 1964• J. A. Bundgaard, Mnesikles: a Greek architect at work, Copenhagen, 1876.• P. Hellström, The planned function of the Mnesiklean Propylaia, Opuscula Atheniensia 17: 107-21, 1988• L. B. Holland, Erechtheum papers, I, II, III. American Journal of Archaeology 28: 1-23, 142-69, 402-25, 1924

Altri progetti

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Collegamenti esterni• Maquette con la ricostruzione dei Propilei [2]

References[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Propilei& language=it& params=37_58_18. 20_N_23_43_30.

50_E_region:GR_type:landmark[2] http:/ / www. maquettes-historiques. net/ pagina152. html

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Agorà 48

Agorà

Agorà di Tiro

Agorà (in greco ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere,radunare) è il termine con il quale nella Grecia antica siindicava la piazza principale della polis.

Qualche precedente storico si può far risalire allepiazze minoiche, a Creta, luogo nel quale sono statirintracciati i primi agorai[1].

Gli agorai arcaici furono strettamente associati asantuari religiosi e ad attività di intrattenimento, qualifeste, giochi e teatro.

Con l'andare del tempo l'agorà divenne il centro dellapolis sia dal punto di vista economico e commerciale(in quanto sede del mercato) che dal punto di vistareligioso, poiché vi si trovavano i luoghi di culto delfondatore della città o della divinità protettrice, oltrechépolitico, in quanto era il luogo della democrazia perantonomasia, dato che era sede delle assemblee deicittadini che vi si riunivano per discutere i problemidella comunità e decidere collegialmente sulle leggi,ma era contemporaneamente il luogo del mercato e ilcentro economico e politico, e perciò vi sorgevano gliedifici pubblici, gli uffici, i teatri. L'agorà fuun'autentica invenzione urbanistica, che non trovòriscontro né nei centri del vicino Oriente né in quelli micenei dove tutto dipendeva dal re e non c'era bisogno di unluogo dove tenere l'assemblea.

Questa innovazione fu inserita grazie alle grandi modifiche urbanistiche iniziate durante l'età di Pericle intorno al Vsecolo a.C., che con il tempo, durante l'età ellenistica portarono a tre tipologie principali di agorà: quella mercantile,nelle città marinare, in stretta connessioni ai porti, quella commerciale, per la quale l'agorà era situata presso le portedella città, e quella politico-religiosa che prevedeva una collocazione nel centro della città.Nello stesso periodo storico, le agorà vennero delimitate da portici (stoài) e si appoggiavano spesso ad una via ditransito principale. Non mancarono esempi di agorai con terrazzamenti e con portici situati su più piani. Durantel'ellenismo venne svolto un lavoro di riordino dei vari monumenti, costruzioni, are, statue, che nei periodi precedentiavevano finito per collocarsi disordinatamente nella piazza, anche se i greci, diversamente dagli antichi romani, nonperseguirono l'assialità, la frontalità e la simmetria dal punto di vista urbanistico e quindi le agorà non furono maisubordinate ad una costruzione principale.Nell'agorà, dunque, si mantenevano o si creavano numerose relazioni interpersonali e vi si prendevano numerosedecisioni, da cui però venivano escluse le donne.Essendo il cuore pulsante di ogni attività era situata nell'αστυ, la città bassa; la sua funzione politica venne acquisitaquando, terminata l'epoca micenea che vedeva un re al comando, le istituzioni furono spostate appunto nella cittàbassa, mentre precedentemente si trovavano nel palazzo reale situato sull'acropoli.Nella polis tutti coloro che possedevano la qualifica di cittadini avevano gli stessi diritti e gli stessi doveri: si riunivano in assemblea ed eleggevano i magistrati, cioè gli esecutori del volere collettivo. Le polis erano principalmente delle città-stato. Famosi filosofi greci dicevano che la polis di Atene era un luogo con case, mercati,

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Agorà 49

templi e teatri, ma che erano gli ateniesi a fare la polis. Dopo la Guerra del Peloponneso l'agorà e l'acropoli eranocollegate da una lunga cinta muraria che le difendeva da attacchi esterni.La parola agorafobia, paura degli spazi aperti, deriva appunto dall'agorà greca nella sua funzione di piazza aperta efrequentata dal popolo.La filosofia politica anarchica dell'Agorismo prende spunto dal nome dell'antica piazza principale della polis stessa,intesa come luogo di libero mercato e libero scambio di idee e argomenti, per codificare un particolare scenario sociopolitico leagato alla tesi del Libertarismo.

Note[1] Le muse, op. cit., vol. 1, p. 79.

Bibliografia• AA.VV., Le muse, Novara, De Agostini, 1964. (ISBN non disponibile)

Voci correlate•• Agorà di Atene•• Polis•• Agorismo•• Acropoli

Odeon (edificio)

Odéon di Efeso in Turchia

Odéon, dal greco Ωδείον (alla lettera «costruzionedestinata a gare musicali», lemma derivante dalgreco « cantare » che ha anche dato origine aitermini ode e aedo), è il nome di diversi edificicoperti della Grecia antica dedicati agli esercizi dicanto, alle rappresentazioni musicali, ai concorsi dipoesia e di musica. Questi edifici normalmenteerano di dimensioni modeste (sebbene l'Odeo diPericle, il principale della città di Atene, misurasseben 4000 m²).

Da alcuni brevi brani di scrittori antichi e dai pochiresti di questo tipo di edificio si può concludereche avesse un'orchestra per il coro e unpalcoscenico per i musicisti (di profondità inferioreal palcoscenico di un teatro). Non richiedeva alcun cambiamento della scena, ma la parete di fondo del palcoscenicosembra avesse una decorazione fissa dipinta. Per esempio, scrive Vitruvio[1] che nel piccolo teatro a Tralles (che erasenza dubbio un odeon), Apaturio di Alabanda dipinse la scena con una composizione così fantastica che fu costrettoa rimuoverla, correggendola secondo il realismo degli oggetti naturali.

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Odeon (edificio) 50

Note[1][1] VII.5. § 5

Heraion di OlimpiaCoordinate geografiche: 37°38′20″N 21°37′47″E37.63889°N 21.62972°E [1]

capitello dorico del tempio di Era

L'Heràion di Olimpia è un tempio greco erettointorno al 600 a.C. Si tratta di uno dei più antichitempli dorici, uno dei primi peripteri esicuramente il più antico con dei resti ancoraleggibili e capaci di far comprendere laconformazione generale dell'edificio, anche inalzato.[2]

È stato uno dei primi edifici costruiti presso ilsantuario di Zeus ad Olimpia. L'edificio èlocalizzato nella parte nord del recinto dell'areasacra della città e fu dedicato ad Era, una delledivinità più importanti della religione greca,anche se è probabile che in origine fossededicato a Zeus o ad entrambi. Fu probabilmentedistrutto da un terremoto nel IV secolo a.C. ericostruito. L'Heraion aveva anche la funzione diconservare le corone d'alloro che avrebberocoronato i vincitori dell'Olimpiade.

Nel 1877 vi venne trovato l'Hermes con Dioniso,capolavoro di Prassitele, oggi nel locale Museoarcheologico.

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Heraion di Olimpia 51

Descrizione

Plan of the Temple of Hera (Olympia), daEncyclopædia Britannica 11th Edition, Vol.

2, 1911

Pur appartenendo ad un periodo arcaico, il grande edificio presentava tuttigli elementi canonici del tempio greco: il naos (cella), il peristilio intornoalla cella, il pronao e l'opistodomo entrambi in antis (con due colonne tra imuri laterali. La cella era tripartita dal colonnato interno, secondo unasoluzione che diventerà comune, ma aveva colonne molto vicine alle paretie alternativamente riunite ad esse con muri divisori a formare una serie di"cappelle" laterali; inoltre, non c'era corrispondenza tra le colonne interne equelle esterne del peristilio.[3]

Il tempio con 6 colonne doriche sul fronte (periptero esastilo) e 16 colonnesul fianco si presentava molto lungo, venendo a formare le considerevolidimensioni di 18,76 m per la facciata e 50,01 m per i lati.[4] Si venne così acreare un insolito rapporto tra lunghezza e larghezza, che venne ridotto alrapporto di "analoghìa" di 1 a 2, nell'architettura del periodo classico deisecoli successivi. Le colonne sono alte 5,20 metri ed il tempio, posto su ununico gradone, doveva apparire piuttosto basso mettendo in risalto l'enormemole del vicino tempio di Zeus, realizzato successivamente.

Gli intercolumni insolitamente larghi hanno fatto pensare alla presenza diarchitravi lignei sui quali fossero fissate metope in bronzo.[5]

Probabilmente, infatti, l'edificio era originariamente costruito in mattonicrudi per le murature e legno per colonne e parte della trabeazioneconfermando la tradizionale ipotesi dell'origine lignea di tutto il linguaggioarchitettonico degli ordini greci, e del dorico in particolare, avanzata fin daVitruvio e rappresentando comunque un'importante testimonianza dellatransizione dal tempio in legno a quello in pietra.[6] Pausania, che visitò iltempio nel 176 a.C.,[7] nella sua Periegesi della Grecia attesta la presenza

nell'opistodomos, di una colonna di legno di quercia, superstite di quelle originarie che erano progressivamentesostituite da altre lapidee, grazie alle donazioni al santuario, determinando una grande varietà di stili, diametri emateriali, tutt'oggi rilevabile dai reperti[8]: le colonne più antiche (VI secolo a.C.) appaiono tozze e dotate di abacoed echino molto aggettanti, mentre le più recenti sono più esili, avendo un diametro di base minore rispetto a quelleprecedentemente descritte, e possiedono capitelli meno aggettanti. Inoltre alcune sono monolitiche ed altre divise inmolti rocchi. Il pavimento era realizzato in una sorta di rudimentale cocciopesto.[9] Le tegole del rivestimento deltetto, di cui rimangono alcuni frammenti, erano in terracotta come le antefisse e l'acroterio policromo. Le colonnesuperstiti sono state rialzate durante la riscoperta e gli scavi archeologici tedeschi.

Nei pressi del tempio è stata ritrovata una testa di Era, forse appartenente al colossale simulacro della dea conservatonella cella e posto accanto ad una similare statua di Zeus, e un frammento di acroterio a disco probabilmente facenteparte della decorazione frontonale[10] mentre non è stata ritrovata alcuna delle altre sculture ricordate da autori, comeil frontone con l'altorilievo di una sfinge.

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Heraion di Olimpia 52

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Heraion_di_Olimpia& language=it& params=37_38_20_N_21_37_47_E_[2][2] Gisela M. A. Richter 1969, p. 18.[3][3] Bianchi Bandinelli 1986, p. 54.[4] Gottfried Gruben, Il tempio in "I Greci. Storia Cultura Arte Società, 2. Una storia greca, I. Formazione", a cura di Salvatore Settis, Einaudi,

Torino 1996.[5] Gottfried Gruben, op. cit.[6] Gottfried Gruben, op. cit.[7] Joseph Rykwert, La colonna danzante. Sull'ordine in architettura, 2010, pag.149[8] Gisela M. A. Richter, op. cit., p. 19.[9] E. Lippolis, M. Livadiotti, G. Rocco, Architettura greca: storia e monumenti del mondo della polis dalle origini al V secolo, 2007, pag. 665[10][10] Ibidem.

Bibliografia• Gisela M. A. Richter, L'arte greca, Torino, Einaudi, 1969.• Ranuccio Bianchi Bandinelli; Enrico Paribeni, L'arte dell'antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria,

1986. ISBN 88-7750-183-9.• Gottfried Gruben, «Il tempio» in Salvatore Settis (a cura di), I Greci. Storia Cultura Arte Società, 2. Una storia

greca, I. Formazione', Torino, Einaudi, 1996.

Voci correlate•• Architettura greca arcaica•• Tempio greco•• Olimpia•• Tempio di Zeus (Olimpia)

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Acropoli di Atene 53

Acropoli di AteneCoordinate geografiche: 37°58′17″N 23°43′34″E37.971421°N 23.726166°E [1]

Acropoli di Atene

Vista panoramica dell'Acropoli di AteneLocalizzazione

Stato  Grecia

Regione Atene

Dimensioni

Superficie 39200 m²

Altezza 156

Larghezza 140m x 280m

UNESCO - Patrimonio dell'umanità

Tipologia Culturali

Criterio (i) (ii) (iii) (iv) (vi)

Pericolo non in pericolo

Anno 1987

Numero 404 [2]

sito web [3]

L'Acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche. È una rocca, spianata nella partesuperiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città di Atene. Il pianoro è largo 140 m e lungo quasi280 m. È anche conosciuta come Cecropia in onore del leggendario uomo-serpente Cecrope, il primo re ateniese.L'Acropoli è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987.[4]

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Acropoli di Atene 54

StoriaI resti risalenti all'epoca arcaica attestano che delle costruzioni imponenti si elevavano sull'acropoli alla fine del VIIsecolo a.C., epoca in cui le mura risalenti all'età micenea (XVI-XII secolo a.C.) persero la loro importanza difensiva.Nella prima metà del VI secolo a.C., dopo l'espulsione dei Pisistratidi, l'acropoli cessò di essere una fortezza.Le antiche fortificazioni, le costruzioni, gli edifici templari e le statue furono distrutti durante l'occupazione persianadel 480 a.C. I primi sforzi ricostruttivi degli ateniesi si concentrarono sulle opere di maggiore utilità. Le mura e ibastioni furono ricostruiti sotto il governo di Temistocle e di Cimone. Durante l'epoca di Pericle per celebrare lavittoria sui Persiani e il primato politico, economico e culturale di Atene fu realizzata la ricostruzione dell'acropoli,con la costruzione del Partenone - all'interno del quale fu eretta una statua colossale di Atena Parthenos, realizzata daFidia e oggi perduta -, dei Propilei ed in seguito dell'Eretteo e del Tempio di Atena Nike.Nel tardo impero romano il Partenone fu trasformato in chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nel Medioevo l'acropolifu trasformata in fortezza militare prima dai Franchi e poi dai Turchi. Nel 1687 i veneziani bombardarono l'Acropoli,causando ingenti danni al Partenone, che, poiché conteneva dei depositi di polvere da sparo, saltò in aria.Durante la dominazione dell'Impero ottomano l'Acropoli venne spogliata di gran parte dei marmi che ornavano ifrontoni e delle metope da Lord Elgin che li portò in Inghilterra. Nell'Ottocento iniziarono i primi scavi e restauri deitempli, che portarono a scoperte clamorose, come le famose staute arcaiche di fanciulle, le Kore. La maggior partedei ritrovamenti è esposta nel Museo dell'Acropoli.

L'assedio veneziano del 1687

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Acropoli di Atene 55

Pianta del sitoPlanimetria dell'Acropoli di Atene con i principali resti archeologici e il percorso del Peripatos1.1. Partenone2.2. Antico tempio di Atena Poliàs3.3. Eretteo4. Statua di Atena Promachos5.5. Propilei6.6. Tempio di Atena Nike7. Santuario di Egeo8. Santuario di Artemide Brauronia o

Brauroneion9.9. Calcoteca10.10. Pandroseion11.11. Arrephorion12.12. Altare di Atena Poliàs13.13. Santuario di Zeus Polieus

14.14. Santuario di Pandion15.15. Odeo di Erode Attico16.16. Stoà di Eumene17. Santuario di Asclepio o Asclepieion18.18. Teatro di Dioniso19.19. Odeo di Pericle20.20. Santuario di Dioniso21.21. Fonte micenea22.22. Peripatos23.23. Fonte Clepshydra24.24. Grotte di Apollo Hypocraisus, Zeus Olimpio e Pan25. Santuario di Afrodite ed Eros26. Iscrizione del Peripatos27. Grotta di Aglauro (Aglaureion)28.28. Via Panatenaica

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Acropoli_di_Atene& language=it& params=37. 971421_N_23.

726166_E_type:landmark_region:GR[2] http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 404[3] http:/ / odysseus. culture. gr/ h/ 3/ eh351. jsp?obj_id=2384[4] Acropolis, Athens - UNESCO World Heritage Centre (http:/ / whc. unesco. org/ en/ list/ 404)

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Acropoli di Atene 56

Collegamenti esterni• Acropoli di Atene (http:/ / odysseus. culture. gr/ h/ 3/ eh351. jsp?obj_id=2384), sito del Governo Greco• Ricostruzione artistica dell'Acropoli di Atene (http:/ / asclepieion. mpl. uoa. gr/ Parko/ slides/ images/ Acropolis

and Asklepieion artist reconstruction . gif)• Maquette ricostruttiva dettagliata dell'acropoli (http:/ / www. maquettes-historiques. net/ pagina151. html)

PartenoneCoordinate geografiche: 37°58′17.39″N 23°43′35.69″E37.9714972°N 23.7265806°E [1]

La facciata del Partenone

Il Partenone (in greco antico Παρθενών,Parthenṓn, in greco moderno Παρθενώνας,Parthenṓnas) è un tempio greco, octastilo,periptero di ordine dorico dedicato alla deaAtena, che sorge sull'Acropoli di Atene.

Questo tempio è il più famoso repertodell'antica Grecia; è stato lodato come lamigliore realizzazione dell'architettura grecaclassica e le sue decorazioni sonoconsiderate alcuni dei più grandi elementidell'arte greca. Il Partenone è un simboloduraturo dell'antica Grecia e dellademocrazia ateniese e rappresenta senz'altrouno dei più grandi monumenti culturali delmondo.

NomeIl nome del Partenone deriva dalla monumentale statua di culto crisoelefantina (da χρυσός chrysós, "oro" ed ἐλέφαςeléphas, "avorio") realizzata da Fidia, raffigurante Atena Parthénos (Παρθένος) e ospitata nella stanza orientale dellacostruzione. L'epiteto di Atena si riferisce allo stato di nubile e "vergine" della dea, nonché al mito della suacreazione, per partenogenesi, dalla testa di Zeus.

StoriaIl Partenone sostituì il più antico tempio di Atena Poliàs che era stato distrutto dai Persiani nel 480 a.C., al tempo diSerse (guerre persiane). Come la maggioranza dei templi greci, il Partenone fu utilizzato come tesoreria e, perqualche tempo, servì come tesoreria della lega di Delo, che diventò, successivamente, l'Impero ateniese.

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Partenone 57

La facciata ovest del Partenone

Nel VI secolo, il Partenone venne convertito in una chiesa cristianadedicata alla Madonna; dopo la conquista turca, fu convertito inmoschea. Nel 1687, durante l'assedio di Atene da parte dellaRepubblica di Venezia, il Partenone fu colpito da una cannonata chefece scoppiare la polvere da sparo lì depositata; l'esplosione danneggiòseriamente il Partenone e le sue sculture.

Nel XIX secolo, Lord Elgin rimosse alcune delle sculture rimanenti ele portò in Inghilterra. Queste sculture, conosciute oggi come marmi diElgin, sono in mostra al British Museum. Il governo greco e parte dellacomunità internazionale ne richiedono da molti anni il rientro in patria.

Il Partenone, insieme agli altri edifici sull'Acropoli, è oggi uno dei siti archeologici più visitati in Grecia. Il Ministerogreco della cultura grazie ai finanziamenti per i Giochi Olimpici del 2004 e ai finanziamenti giunti dall'UNESCO, hainaugurato un imponente progetto di restauro, tuttora in corso.

Il nuovo Museo dell'Acropoli, che è stato aperto nel giugno 2009, situato ai piedi dell'Acropoli, raccoglie tutti iframmenti del fregio in possesso del governo greco, assieme ad altri in corso di recupero, in uno spazioarchitettonico ricostruito con le esatte dimensioni e l'orientamento del Partenone.

Progettazione e costruzione

Ricostruzione del Partenone

Il Partenone fu costruito per iniziativa di Pericle, ilgenerale ateniese del V secolo a.C. Fu costruitodall'architetto Ictino, a prosecuzione di un progetto giàavviato con Callicrate sotto Cimone. La costruzioneavvenne sotto la stretta supervisione dello scultoreFidia (nominato episkopos, supervisore), che, inoltre,pagò le decorazioni scultoree. La sua edificazionecominciò nel 447 a.C., e fu completata sostanzialmenteattorno al 438 a.C., ma il lavoro sulle decorazionicontinuò almeno fino al 432 a.C. Sappiamo che laspesa maggiore fu il trasporto della pietra dal MontePentelico, circa 16 chilometri da Atene, finoall'Acropoli. I fondi furono in parte ricavati dal tesoro della lega di Delo, che fu spostato dal santuario panellenico diDelo all'Acropoli nel 454 a.C.

Sebbene il vicino Tempio di Efesto sia l'esempio esistente più completo di tempio di ordine dorico, il Partenone, asuo tempo, fu considerato il migliore. Il tempio, scrisse John Norwich, "gode della reputazione di essere il piùperfetto tempio dorico mai costruito. Persino nell'antichità i suoi miglioramenti architettonici erano leggendari,specialmente la sottile corrispondenza tra la curvatura dello stilobate, l'assottigliarsi dei muri del naos e l'entasisdelle colonne". Lo stilobate, piattaforma sulla quale si reggono le colonne, curva in su leggermente per ragioniottiche. L'entasis è il leggero rigonfiamento posto sul fusto a 1/3 della sua altezza che annulla l'illusione ottica che lecolonne siano concave nella zona centrale. L'effetto di queste leggere curve è quello di far apparire il tempio piùsimmetrico di quanto realmente sia. Altra correzione ottica è la diversa distanza delle colonne per risolvere ilproblema dell'angolo, o la diversa forma delle colonne d'angolo per correggere il diverso intercolumnio tra i lati deltempio. A differenza dei classici templi che presentano sei colonne sulla facciata e 13 sul lato lungo, il Partenone èottastilo, ha cioè 8 colonne sul lato corto e 17 su quello lungo [che si trovano ai lati].

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Partenone 58

Evidenziazione delle correzioni ottiche in un tempio greco

Misurate allo stilobate, le dimensioni della base delPartenone sono di 69,5 per 30,9 metri. Il pronao eralungo 29,8 metri e largo 19,2, con colonnatidorico-ionici interni in due anelli, strutturalmentenecessari per sorreggere il tetto. All'esterno, le colonnedoriche misurano 1,9 metri di diametro e sono alte 10,4metri. Le colonne d'angolo sono leggermente più grandidi diametro. Lo stilobate ha una curvatura verso l'alto,in direzione del proprio centro, di 60 millimetri sulleestremità orientali ed occidentali e di 110 millimetri suilati. Alcune delle dimensioni seguono il canone delrettangolo aureo che esprime la sezione aurea, lodatada Pitagora nel secolo precedente la costruzione.

DecorazioneIl Partenone è un Tempio dorico octastilo e periptero con caratteristiche strutturali ioniche. La ricchezza delledecorazioni nel Partenone è unica per un classico tempio greco. Non va in contrasto, comunque, con le funzioni deltempio-tesoreria. Nell'opistodomo (la stanza sul retro della cella) erano depositati i versamenti monetari della lega diDelo di cui Atene era il membro capo.

Metope

Dettaglio delle metope occidentali. Illustra la condizione attuale del tempio, dopo2.500 anni di guerre, inquinamento, errata conservazione, saccheggi e vandalismo

Le novantadue metope doriche (realizzateda Fidia e da suoi allievi) furono scolpitecome altorilievi. Le metope, concordandocon i registri degli edifici, sono datate comedegli anni 446-440 a.C. Le metope del latoest del Partenone, sopra l'entrata principale,raffigurano la Gigantomachia (la lotta deglidei dell'Olimpo contro i Giganti). Sul latoovest, le metope mostranol'Amazzonomachia (la mitica battaglia degliAteniesi contro le Amazzoni). Le metopedel lato sud — con l'eccezione di 13-20metope piuttosto problematiche, ormaiperdute — mostrano la CentauromachiaTessala. Sul lato nord del Partenone, lemetope sono poco conservate, ma l'argomento sembra essere la Guerra di Troia.

Stilisticamente, le metope sopravvissute presentano tracce di stile severo nell'anatomia delle teste, nella limitazionedei movimenti del corpo alle curve e non ai muscoli e nella presenza di vene pronunciate (veins) nelle immaginidella Centauromachia. Parecchie metope rimangono ancora sull'edificio ma con l'eccezione di quelle del lato nord,che sono severamente danneggiate. Alcune di esse sono situate al museo dell'Acropoli, altre, più numerose, sono alBritish Museum ed una può essere ammirata al museo del Louvre.

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Partenone 59

Fregio

Schema generale delle rappresentazioni lungo il fregio:I Consegna del Peplo - II Schiera degli dei - III Schiera degli eroi - IV Donne

1 Cavalieri che si preparano per la cavalcata - 2 Cavalieri - 3 Corsa dei carri - 4 Uominianziani - 5 Musici - 6,7 Portatori di anfore - 8 Capre sacrificali - 9 Bestiame sacrificale -

10 Portatori di tavolette - 11 Bestiame sacrificale - 12 Uomo

Fregio: Atena, a sinistra, ed Efesto assistono allaprocessione

Il tratto più caratteristico nelladecorazione del Partenone èsicuramente il lungo fregio ionicoposto lungo le pareti esterne dellacella. Si tratta di una caratteristicainnovativa, dal momento che il restodel tempio è costruito in stile dorico.L'intero fregio è stato scolpito inbassorilievo da Fidia e daicollaboratori della sua bottega. Ilfregio era lungo 180 metri di cui nesopravvivono 130, circa l'80%,dislocati oggi in vari musei europei. Laparte mancante ci è nota dai disegnieffettuati da Jacques Carrey nel 1674,tredici anni prima che ilbombardamento venezianodanneggiasse il tempio.

In una prima semplice lettura, il fregiorappresenta la solenne processione chesi teneva ogni quattro anni inoccasione delle feste panatenaiche.Sono invece possibili diverseinterpretazioni circa il significato dellarappresentazione o la sua possibileattribuzione ad un evento storicopreciso: c'è chi ipotizza che l'ampiospazio riservato alla rappresentazionedella cavalleria sia un esplicito riferimento all'eroismo bellico delle Guerre Persiane; altri hanno ritenuto diriconoscere nei vari personaggi della processione figure rappresentanti la polis aristocratica e arcaica incontrapposizione ad altre che incarnerebbero invece la democrazia dell'Atene classica, in un tentativo di unirepassato e presente[2]. Sta di fatto che si tratta della rappresentazione di un avvenimento comunitario, che era legato alculto di Atena e quindi della patria che la dea rappresentava: gli individui di ogni strato della società potevanoidentificarsi nei personaggi del fregio e riconoscere i vari momenti della cerimonia.

L'intero fregio è stato concepito per essere letto a partire dall'angolo sud-ovest: lo spettatore a partire da questoangolo poteva scegliere se dirigersi verso nord, oppure dirigersi direttamente verso est. Dall'angolo sud-ovest delfregio prendono il via dunque due processioni che girano attorno alla cella per confluire poi sul lato est (quellodell'ingresso al tempio), al cui centro è rappresentato il gesto della consegna del Peplo alla dea Atena. Al gesto dellaconsegna assiste la schiera degli dei e degli eroi.Tutte le figure del fregio sono state rappresentate da Fidia in modo idealizzato, come se tutti i personaggi fosseroabitanti di una dimensione trascendente di eterna festa e allegria. Questo effetto complessivo di aura divina è datodalla scelta di soggetti giovani, dalle espressioni dei quali non traspare fatica, nonostante molti siano impegnati inqualche azione (come trasportare anfore o cavalcare), bensì solenne allegria.

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Partenone 60

Il fregio ionico, BritishMuseum, Londra

Sezione dei “Marmi di Elgin”, BritishMuseum, Londra

Fregio Ergastinai, Museo delLouvre

FrontoniPausania, viaggiatore del II secolo, quando visitò l'Acropoli e vide il Partenone, ne descrisse solo i frontoni. Ilfrontone orientale racconta della nascita di Atena dalla testa di suo padre Zeus, mentre il frontone occidentale narrala disputa che Atena (con il ramo d'ulivo) ebbe con Poseidone (che dona l'acqua) per il possesso di Atene edell'Attica, ed è costituito da statue a tuttotondo incassate nella cavità. Le statue in particolare non sono distaccateuna dall'altra, non hanno una storia a sé propria, ma interagiscono fra di loro, entrano in contatto concatenandosi esono costruite in una sequenza di arsi e tesi, ad ogni movimento concitato ne corrisponde una rilassato e teso (ciò sivede anche nelle vesti delle donne che seguono una ritmo naturale e libero e soprattutto equilibrato). Il lavoro suifrontoni durò dal 438 al 432 a.C.

Dettagliodel

frontoneorientale

Il frontone orientale (ricostruzione) Il gruppo scultoreo del frontoneoccidentale (ricostruzione)

Funzione dell'edificioStrutturalmente, il Partenone è chiaramente un tempio, che precedentemente conteneva la famosa statua di Atena diFidia ed era il luogo di raccoglimento di offerte votive. Poiché i sacrifici greci si svolgevano sempre su di un altareinvariabilmente a cielo aperto (mai all'interno, dove potevano accedere solo i sacerdoti), il Partenone noncorrisponde ad alcune delle definizioni di "tempio"; non è stato infatti scoperto nessun resto di altare. Così, alcunistudiosi hanno sostenuto che il Partenone venisse utilizzato esclusivamente come tesoreria. Questa opinione,formatasi prima nel tardo XIX secolo e rafforzatasi negli ultimi anni, non è comunque maggioritaria, dato che lamaggior parte degli studiosi vede ancora l'edificio nei termini che Walter Burkert ha descritto per i santuari greci,con temenos, altare e un tempio con la statua di culto.

Storia recenteIl Partenone sopravvisse come tempio di Atena per un migliaio di anni. Era sicuramente ancora intatto nel IV secolo,ed allora era già vecchio come la Cattedrale di Notre Dame a Parigi oggi, e molto più vecchio della Basilica di SanPietro a Roma. Ma, a quel tempo, Atene era stata ridotta in una città provinciale dell'Impero romano, sebbene con unpassato glorioso. Nel V secolo la grandiosa statua di Atena Parthénos fu asportata da un imperatore e portata aCostantinopoli, dove fu in seguito distrutta, forse nel saccheggio della città durante la Quarta crociata (1204).

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Partenone 61

La posizione del Partenone sull'Acropoli gli permette di dominare il profilo di Atene

Successivamente fu convertito inchiesa, in epoca bizantina diventòchiesa della Madonna, o dellaTheotokos (Madre di Dio). All'epocadell'Impero latino diventò brevementeuna chiesa cattolica dedicata semprealla Madonna. La conversione deltempio in chiesa richiese la rimozionedelle colonne interne e di alcuni deimuri della cella, e la creazione diun'abside nella facciata orientale.Questo portò, inevitabilmente, allarimozione ed alla dispersione di alcunedelle metope scolpite. Quelleraffigurazioni di dei furonore-interpretate in base al tema

cristiano, o rimosse e distrutte.

Nel 1456, Atene cadde sotto gli Ottomani ed il Partenone fu trasformato in moschea. Al contrario di raccontisuccessivi, gli Ottomani generalmente rispettarono gli antichi monumenti sui propri territori, e non distrussero leantichità di Atene, benché non abbiano avuto un effettivo programma per proteggerle. Comunque, in tempo diguerra, furono disponibili a demolirlo al fine di procurarsi materiali per muri e fortificazioni. Al Partenone fuaggiunto un minareto e la sua base ed il suo scalone sono ancora funzionali, essendo alto come l'architrave edinvisibile dall'esterno; ma l'edificio non fu danneggiato. I visitatori europei nel XVII secolo dimostrano che l'edificioera in gran parte intatto.

Il lato meridionale del Partenone, che sostenne considerevoli danni nell'esplosionedel 1687

Il Partenone subì la maggiore distruzione nel1687, quando i Veneziani, sotto FrancescoMorosini, attaccarono Atene. Gli Ottomanifortificarono l'Acropoli ed usarono l'edificiocome magazzino di polvere da sparo. Il 26settembre, una palla di cannone veneziana,sparata dalla collina del Filopapo, feceesplodere il magazzino e la costruzione fuparzialmente distrutta. Ogni strutturarimasta all'interno del tetto fu distrutta, edalcune delle colonne, particolarmente sullato sud, furono decapitate. Le sculturefurono rovinate pesantemente. Moltecaddero per terra e più tardi i loro pezzifurono usati come souvenir. Dopodiché,molte parti dell'edificio caddero e fu erettauna moschea più piccola.

Durante il tardo XVIII secolo, molti altri europei visitavano Atene, e le pittoresche rovine del Partenone furonospesso ritratte in disegni e dipinti, che aiutarono a suscitare simpatia nel Regno Unito ed in Francia per

l'indipendenza greca. Nel 1801, l'ambasciatore britannico a Costantinopoli, il Conte di Elgin, ottenne il permesso dal Sultano per fare stampi e disegni delle antichità sull'Acropoli, per demolire recenti edifici se fosse stato necessario

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Partenone 62

per vedere le antichità, e di rimuovere le sculture da esse. Lo interpretò come permesso di prendere tutte le scultureche avrebbe potuto trovare. Egli assunse gente del luogo per staccare le metope dalla costruzione stessa e da terra(poche), e per comprare alcuni pezzi più piccoli dagli abitanti locali.Oggi queste sculture sono al British Museum, dove sono conosciute come "marmi di Elgin" o come "marmi delPartenone". Altre sculture del Partenone sono al Museo del Louvre a Parigi ed a Copenaghen. La maggior parte diquelle restanti è conservata ad Atene, al Museo dell'Acropoli, situato ai piedi della collina, a poca distanza a sud-estdel Partenone. Qualcun'altra può essere ancora vista sull'edificio stesso. Il governo greco ha insistito per molti annisul fatto che le sculture al British Museum debbano essere riportate in Grecia. Il British Museum ha tenacementerifiutato di considerarlo e i governi britannici sono stati contrari a forzare il museo in questo senso.Durante la guerra condotta contro i Turchi, il Partenone subì ulteriori danni: i turchi asserragliati sull'Acropoli percontinuare a combattere contro i Greci che ormai si erano impadroniti dell'intera città iniziarono a demolire lecolonne del tempio al fine di estrarne metallo per la fusione di pallottole; i greci che dal basso vedevano il Partenoneandare in pezzi chiesero una tregua e arrivarono a offrire le munizioni ai turchi per continuare la resistenza, a pattoche lasciassero integro il tempio. Con la definitiva conquista della città vennero abbattute tutte le costruzionimedievali e ottomane sull'Acropoli. L'area diventò una zona storica controllata dal governo greco. Oggi attraemilioni di turisti ogni anno, che salgono il sentiero dal lato occidentale dell'Acropoli, attraverso i restaurati Propilei,e seguono la via Panatenaica verso il Partenone, circondato da un piccolo recinto per evitare danni.

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Partenone& language=it& params=37_58_17. 39_N_23_43_35.

69_E_type:landmark_region:GR[2][2] G.Bejor, M.Castoldi, C.Lambrugo 2008, p.239, 240

Bibliografia• Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca. Dal decimo al primo secolo a.C., Milano,

Mondadori, 2008. ISBN 978-88-88242-91-0.

Voci correlate•• Atena Parthenos

Altri progetti

• Wikimedia Commons contiene file multimediali: http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Parthenon

Collegamenti esterni• Maquette con la ricostruzione del Partenone (http:/ / www. maquettes-historiques. net/ pagina160. html)

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Altare di Zeus 63

Altare di ZeusCoordinate geografiche: 39°07′52″N 27°11′02″E39.130976°N 27.183822°E [1]

La facciata dell'altare di Zeus nel Pergamonmuseum

Modello della città di Pergamo, Pergamonmuseum

L'Altare di Zeus di Pergamo è uno degliedifici più famosi e uno dei capolavoridell'arte ellenistica. Fu fatto edificare daEumene II in onore di Zeus Sóter e AtenaNikephòros (Zeus salvatore e Atenaportatrice di vittoria) per celebrare la vittoriasui Galati. Attualmente la parte anterioredell'altare si trova conservata al PergamonMuseum di Berlino[2].

Storia

La realizzazione dell'altare fu iniziata sottoil regno di re Eumene II (197-159 a.C.) e, inseguito alla sua morte, continuata dalsuccessore e fratello Attalo II. L'opera siponeva come conferma definitiva dellavittoria di Pergamo sui rivali, i Galati, nel166 a.C. sotto il regno appunto di EumeneII. Nel periodo compreso tra il 166 a.C. e il156 a.C., l'altare fu quasi totalmentecompletato, nonostante il re Prusia II diBitinia, intorno al 156 a.C., attaccasse lacittà.

Varie iscrizioni ricordano la presenza nelcantiere di numerosi artisti, pergameni,ateniesi e forse rodi. Evidente è però che ununico maestro sovraintese l'opera, dandouna visione unitaria a tutto il complessodecorativo. Su chi possa essere si possono solo fare ipotesi non riscontrabili da dati oggettivi. È stato fatto il nome diFiromaco, artista attico, che le fonti antiche ricordano come uno dei sette più grandi scultori greci. Questa ipotesi,secondo alcuni, troverebbe una conferma stilistica in alcune scene, dove l'impostazione di Zeus e Atena checombattono, ad esempio, ricorda quella di Atena e Poseidon nel frontone occidentale del Partenone di Fidia. Vi sonostati letti anche contorni politici, sociali e religiosi: l'accomunare infatti i pergameni agli ateniesi riaffermaval'appartenenza dei due popoli a un'unica stirpe, con gli stessi valori e la stessa cultura.

Il fregio fu distrutto durante le invasioni barbariche e ricostruito con i frammenti superstiti da archeologi tedeschi.Nel 1886, l'altare fu portato da Pergamo a Berlino, Germania, con il permesso del sultano Abdul Hamid II, al poterein quel tempo. Quasi un secolo dopo, nel 1948, il fregio dell'Altare di Zeus fu confiscato dall'Armata Rossa e portatoda questa a Leningrado. Solo dieci anni più tardi, il fregio ritornò nella Germania dell'Est, come regalo da partedell'allora Unione Sovietica.

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Altare di Zeus 64

Descrizione

Nereo e Oceano

Nike contro Alkyoneus

Sui terrazzamenti dell'acropoli di Pergamo,che dai suoi 330 metri d'altezza dominava lavalle del Caico, l'altare si levavascenografico e imponente, con una strutturamolto originale. In pianta l'altare ha unaforma quadrangolare, con la facciata, rivoltaalla vallata, mossa da una scalinata centrale,larga quasi venti metri, e da due avancorpi,creanti una sorta di forma a "U"[2].

In alzato la struttura era rialzata di cinquegradini, dopo i quali si alzava il basamento,alto circa 4 metri, lungo il quale sisviluppava il "grande fregio" continuo conla Gigantomachia. Si accedeva al livellosuperiore tramite la scalinata centrale,appunto, ed esso consisteva in un grandevano, alto circa sei metri, circondato da uncolonnato ionico continuo, che proseguivaanche lungo gli avancorpi. All'interno delvano correva lungo tutte le pareti unsecondo colonnato, fatto a coppie di colonneunite da un'anima muraria. L'altare vero eproprio si trovava al centro e su di esso sitrovava il "piccolo fregio", con le Storie diTelefo, figlio di Eracle e mitico fondatoredella città[2].

La Gigantomachia

Il fregio, lungo ben 120 m e scolpito supannelli alti 228 cm e larghi circa 70-100cm ciascuno, rappresenta la mitica battagliacondotta dalle divinità dell'Olimpo contro iGiganti, esseri mostruosi figli del Cielo edella Terra che avevano osato sfidare lasovranità di Zeus dando l'assalto alla dimoradivina[2]. Nelle scene erano trasposti inoltreanche i recenti fatti della guerra appenavinta contro i barbari Galati.L'identificazione di questi ultimi non ècasuale: fonti attestano infatti che per incutere timore ai nemici, i Galati usassero acconciarsi i capelli in piccoleciocche

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Altare di Zeus 65

Le Moire, Agrios e Thoas

Ecate

rigide, frizionandoli con un impasto digesso, chiamato tìtanos, da cui l'ulterioresimilitudine al termine Titànes, i Titani,simili ai giganti.

La decorazione seguiva un programmaerudito, elaborato probabilmente dai filologidella Biblioteca di Pergamo. Se nella parteorientale i Giganti lottano infatti con letradizionali divinità olimpiche, nei restantilati un folto gruppo di divinità minoriaffollava le scene: a nord gli dei della notte,a sud gli dei della luce, a ovest le divinitàmarine e Dioniso[2].

Da un punto di vista stilistico, il grandefregio riprende alcuni stilemi dei grandimaestri dei decenni precedenti, come lapossanza dei nudi di Fidia, o la dinamicitàdelle figure di Skopas. In generale però ilsenso di movimento è portato alle estremeconseguenze, ricorrendo spesso a lineeoblique e divergenti, che generano azioniconvulse[3]. Inoltre appare accentuato ilpatetismo delle figure, con un senso teatraleche accresce la partecipazione emotiva dellospettatore. Tali novità, nel complesso, sonostate definite "barocche", anche grazie a unmaggiore ricorso del trapano, che creaeffetti di chiaroscuro più accentuati, e conl'alternarsi dell'altorilievo a parti lisce[3].

Fregio est

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Altare di Zeus 66

Aither

Ecate contro Clytius(a sinistra), Artemide

contro Oto

Oto e Artemide Leto Apollo edEfialte

Demetra (?) Hera

I quattro venti Heracle (?) Zeus combattePorfirione

Athena e Nikecontro Alkyoneus

Gaia emerge dalsuolo

Ares va alla guerra

Fregio sud

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Altare di Zeus 67

Rea/Cibele a cavallodi un leone,

Andrasteia (?)

Una dea, efesto e undio contro un gigante

Eos Apollo Theia Selene

Aither (?) con pochigiganti

Themis e Urano Phoebe e Asteria

Fregio nord e lungo la scalinata

Tritone e Anfitritenella lotta

Nereo, Oceano eDoris

Dioniso, satiri eSemele

Gigante Frammentidi una ninfa

Frammentidi ninfe egiganti

Fregio ovest

Afrodite e Dione Polluce Castore Dio con troncod'albero e la dea

alata

Dio e gigante conarmatura al torace

Erinne

Le tre Parche,Agrios e Toante

Le Moire e un leone Keto con leone Poseidone

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Altare di Zeus 68

Il fregio di Telefo

Il fregio di Telefo

Telefo uccide Oreste

Le figure, realizzate a bassorilievo,rappresentano in una narrazione continua legesta di Telefo, figlio di Eracle, trasportatodall'Arcadia in Misia dove divenne re efondò una dinastia; queste hanno un sensotutt'altro che aneddotico: ricollegando lapropria stirpe a questa stirpe eroica, Eumenesi proclama discendente da una progeniedivina, in quanto Eracle era figlio di Zeus.

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Altare di Zeus 69

Lastra 2: Alla cortedel re Aleo; lastra 3:

Eracle vede suafiglia Auge in un

tempio

Lastra 4: Teleforimesso in libertà;

lastre 5 e 6:falegnami

costruiscono unabarca dove saràtrasportata Auge

Lastra 10:Re

Teuthrastrova Auge

sullaspiaggia

Lastra 11:Auge avviail culto di

Atena

Lastre 12 e 7: Eraclericonosce suo figlioTelefo: lastre 7-8:Telefo lavato dalle

ninfe

Lastra 8:Telefo

lavato dalleninfe

Lastre 9: Gioventù diTelefo: Lastra 13 (e14): Telefo va via

mare a Misia

Lastre 32, 33 e 14 Lastre 16 e 17:Telefo ottiene armi

da Auge

Lastre 17 e 18:Telefo pareggia

contro Ida nella lotta

Lastra 20: Teuthrasdà a Telefo Augecome sua moglie;

lastra 21: prima nottedi nozze

Lastre 22-24: Nireouccide l'amazzone

Hiera

Lastra 51:fermati i

combattimentiper la

sepolturasolenne

dell'Amazzone

Lastra 25: Aiaceuccide Heloros

Aktaios

Lastra 28:battaglia di

Caicos

Lastra 30 (e31):

Achilleferito da

Telefo conl'aiuto diDioniso

Lastra 1: Telefochiede all'oracolo

Lastre 34 e 35:Telefo arriva ad

Argo

Lastre 36 e 38: gliArgivi danno il

benvenuto a Telefo

Lastre 39 e 40:Telefo chiede la

guarigione diAgamennone

Lastra 42: Telefouccide Oreste

Lastra 44-46: atti diculto nel santuario di

Dioniso

Lastra 49 e 50:Istituzione di

Pergamo

Lastra 47 (e48): donnacorre versoTelefo eroe

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Altare di Zeus 70

Lastra 48

Note[1] http:/ / toolserver. org/ ~geohack/ geohack. php?pagename=Altare_di_Zeus& language=it& params=39. 130976_N_27.

183822_E_type:landmark[2][2] De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 85.[3][3] De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 86.

Bibliografia• Gisela M. A. Richter, L'arte greca, Torino, Einaudi, 1969.• Ranuccio Bianchi Bandinelli; Enrico Paribeni, L'arte dell'antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria,

1986. ISBN 88-7750-183-9.• Giuliano A., Storia dell'arte greca, Carocci, Roma 1998 ISBN 88-430-1096-4• Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7107-8

Voci correlate•• Scuola di Pergamo

Altri progetti

• Wikimedia Commons contiene file multimediali: http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/Category:Pergamon Altar

Collegamenti esterni• (EN) Arte della città di Pergamo (http:/ / www. mlahanas. de/ Greeks/ Arts/ Pergamon. htm)• (TR) Immagini della città e dei musei (http:/ / www. pbase. com/ dosseman/ bergama_turkey)

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Article Sources and Contributors 71

Article Sources and ContributorsArte minoico-micenea  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46919272  Contributors: Alexander VIII, Bultro, Carlog3, Eumolpo, Joe123, MM, Marcok, Phantomas, Sailko, 24anonymous edits

Architettura minoica  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46919262  Contributors: Cloj, MM, Marcel Bergeret, Marcok, Metralla, Red83, Sailko, Xn0u3055, Yoruno, 8anonymous edits

Cnosso  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=47808062  Contributors: .jhc., Agostino64, Alberto da Calvairate, Aluong, AnjaManix, Archeologo, AttoRenato, Azrael555,Barbaking, Buggia, Calabash, Dry Martini, Eustace Bagge, Fabexplosive, Franz Liszt, Frigotoni, G&NiO, Gobbler, Greco22, Gubo, Guidomac, Hashar, Hellis, Io', Kibira, Luisa, Lylybetano,MM, Madaki, Marcok, Matt.mac, Mikros, Nicolò S., Oks, Osk, Palica, Phantomas, Pracchia-78, Razzabarese, Red83, Sailko, Saturnix, Shivanarayana, Simone, SpeDIt, Square87, Superchilum,Taueres, Ticket 2010081310004741, Tiesse, Tirinto, Turgon, WalrusMichele, Yoruno, 122 anonymous edits

Timbaki  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=48168364  Contributors: Aushulz, Emilio2005, Fidech, Filos96, Gobbler, Iardo, Io', Luisa, Paolodapalmata, Pifoyde, Ramatteo,Rdocb, TierrayLibertad, Zanzalo, 7 anonymous edits

Architettura micenea  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46919265  Contributors: AltraStoria, Bileo, Cloj, Dedda71, Emilio2005, Giorgiomonteforti, Klaudio, MM, Marcok,Red83, Sailko, Theridel, Ylak, Zandegù, 11 anonymous edits

Porta dei Leoni  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=47114189  Contributors: Ariel, Baroc, Beard, Erud, Farfallinablu, Klaudio, MM, Phantomas, Sailko, Vipera, 20 anonymousedits

Tesoro di Atreo  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49650991  Contributors: AnjaManix, Archeologo, Castagna, Fedex1992, Gac, Ginosal, Jalo, MaEr, Phantomas, Sailko,Shardan, Treefingers, Vermondo, Vipera, 31 anonymous edits

Tirinto  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49437776  Contributors: Alec, Andreabrugiony, Archeologo, Eumolpo, FSosio, Gianfrancesco Amoruso, Greco22, Jalo, Lucas,Marcok, Sir marek, SolePensoso, Tirinto, 12 anonymous edits

Architettura greca  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49394921  Contributors: %Pier%, Alfio, Davide, Dottormospa, EdoM, Eumolpo, Fire90, Frieda, Kiado, Loroli, Luca P,Luisa, Lukius, MM, Marcok, Naamar, No2, Olando, Paolo da Reggio, Phantomas, Qbert88, Sailko, Salvatore gioitta, Starwars, Twice25, 39 anonymous edits

Architettura greca arcaica  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=48036567  Contributors: AKappa, Bileo, Denghiù, Dottormospa, F.chiodo, Filos96, Luckyz, MM, Marcok,Naamar, No2, Paolo da Reggio, Phantomas, Quatar, Red83, Sailko, SolePensoso, Ugo Terzi, 20 anonymous edits

Ordine architettonico  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=47565163  Contributors: .snoopy., Annuale, Archenzo, Basilicofresco, Buggia, Carlomorino, Dottormospa, Hellis,Homer935, Il Sole e la Luna, Joshua Cesa, K.Weise, LeonardoRob0t, Luca P, LucaLuca, Luisa, MM, MapiVanPelt, Marcok, No2, Osk, Panapp, Paolo da Reggio, Phantomas, Ripepette, Sailko,Salvatore gioitta, Senza nome.txt, Snowdog, 32 anonymous edits

Ordine dorico  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49663689  Contributors: .snoopy., Asia., Balfabio, Carlomorino, Causa83, Denghiù, Dome, Dottor Terse, Elcairo, F l a n k e r,Fire90, Formica rufa, Frigotoni, Jollyroger, Joshua Cesa, Lohe, Luca P, Lukius, MM, Marco Rosellini, Maximix, Mr.Peter, Naamar, Nephilimdie, No2, Paolo Steffan, Paolo da Reggio, Pdacri,Phantomas, Pianoman, Pinotto92, Qerubin, RandomGue, Ricce, Sailko, Salvatore gioitta, Selinous, Sesquipedale, Simo ubuntu, Simone, Stiffmaister, Tenebroso, 41 anonymous edits

Ordine ionico  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49329930  Contributors: Annuale, Ary29, Carlomorino, Dariozo, Elwood, F l a n k e r, Filos96, Joshua Cesa, Klaudio, MEC1692, MM, No2, Okutuga Sandro, Paolo da Reggio, Phantomas, Qerubin, RandomGue, Ricce, Sailko, Salvatore gioitta, Sbisolo, Simo ubuntu, 13 anonymous edits

Ordine corinzio  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46919383  Contributors: Ary29, Etienne (Li), Filos96, G.dallorto, Jaqen, Joshua Cesa, K.Weise, LucaLuca, Luisa, MM,OrbiliusMagister, Phantomas, Ricce, Sailko, Simo ubuntu, Sunflower, Taueres, 6 anonymous edits

Tempio greco  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49072817  Contributors: Alec, Alexander VIII, Angelo98, AnnaMery, Annuale, Arch.roby, Ask21, Balfabio, Baroc, Biopresto,Buggia, Calabash, Cemg, Centrodiurnomilano, Civvì, Cleverone, Cruccone, Dega90, Demart81, Denghiù, Dheed, Dottormospa, Emilio2005, Eumolpo, Feibs, Filostrato, Frigotoni, G.dallorto,Giovannigobbin, Gliu, Greco22, Grigio60, Ignlig, K.Weise, Kibira, Klone123, Kronos, L736E, Lineadombra, Lingtft, Lucio Di Madaura, Luckyz, Luisa, M7, MM, MapiVanPelt, Marco 27,Marcok, Marcvsrvs, Mark91, Maximix, Mr.Peter, Mrlogico, Nubifer, Osk, PersOnLine, Phantomas, Pracchia-78, Ramac, Ripepette, Rook, SPQP, Sailko, Salvatore gioitta, Sandrobt, Semolo75,Senza nome.txt, Shaka, Shivanarayana, Siebrand, Simo ubuntu, Sisterold, Snowolf, SolePensoso, Taueres, Ticket 2010081310004741, Tirinto, Triph, Valentine, Vipera, Vituzzu, Whatnwas, 217anonymous edits

Propilei  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49741154  Contributors: Al Pereira, Angelorenzi, Ary29, Biopresto, Carlomorino, Dottormospa, Elcairo, Erud, Eumolpo, Filos96,Jalo, Luisa, MM, MapiVanPelt, Marcok, Mikils, Pask77, Phantomas, QKU1771, Quatar, Sailko, Taueres, 9 anonymous edits

Agorà  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46490179  Contributors: Alec, AttoRenato, Buggia, Carlomorino, DanGarb, Diego96, Djdani, F. Cosoleto, Fedcas, Fichiloz, FranzLiszt, Gac, Giovannigobbin, Joe123, Lucio-quid veritas?, Luisa, Marcel Bergeret, Marcok, Mark91, Mr buick, NemesisN15, No2, Phantomas, RanZag, RekishiEJ, Rickygol, Salmoneus,Tycheros, Utente92710354, 37 anonymous edits

Odeon (edificio)  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49187757  Contributors: Aedo89, Keltorrics, Marcok, Triquetra

Heraion di Olimpia  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=48263293  Contributors: Angelosante, Archeologo, Balfabio, Bileo, Fabio.gastone, Lo Scaligero, Naamar, Phantomas,Rook, Sailko, Salvatore gioitta, 3 anonymous edits

Acropoli di Atene  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49752095  Contributors: Aga Khan, Al Pereira, Alexander VIII, Archeologo, Basilicofresco, Beechs, Carlomorino,Cruccone, Dottormospa, Elcairo, Elwood, Erud, Filos96, Frieda, Jalo, Keltorrics, Luca P, Luisa, MM, Marcok, Mark91, Microsoikos, Naamar, No2, Otrebor81, Paso92, Phantomas, Pracchia-78,Red83, Sailko, Senpai, Sirabder87, Tirinto, Updown, Xangar, Ysogo, 37 anonymous edits

Partenone  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=49827946  Contributors: Al Pereira, Alec, Andreagoo8, Andreamodenese, AnjaManix, Archeologo, BRussell, Buggia,Carlomorino, Carnby, Ciampix, Clop, Cotton, Dedomonti, Dottormospa, Elcairo, Eumolpa, Eumolpo, F. Cosoleto, Giacomo Augusto, God Of Metal, Grigio60, Guidomac, Hashar, Il saggio notte,Immanuel Giel, Innocenti Erleor, Klaudio, Luisa, Lukius, Lunaria18, MM, MapiVanPelt, Marcok, Mark91, Marko86, Massic80, Mazz, McBoing 99, Moroboshi, Naamar, Narayan89, Nick1915,No2, Nubifer, Osk, Panairjdde, Paolo da Reggio, Paso92, Petrik Schleck, Phantomas, Poggetto, Quatar, Ramatteo, RandomGue, Roberto Mura, Sailko, Sbisolo, Seics, Sgridò, Shivanarayana,Simo82, Smallpox, Sp!ros, Taueres, Tiesse, Torredibabele, Tycheros, Updown, Valmose, Vipera, Wiso, 164 anonymous edits

Altare di Zeus  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=48877838  Contributors: Annuale, Bramfab, Carlomorino, Codas, Emilio2005, Eumolpo, Lunaria18, MM, Marco.heifetz, No2,Panairjdde, Pangloss2, Pescerosso, Phantomas, Ripepette, Sailko, SaverioSerafino, Siciliano Edivad, SirPaolo, SkedO, Tenebroso, Umbe-x, 37 anonymous edits

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Athens - Library of Hadrian - Facade - Photo by Giovanni Dall'Orto, Nov 9 2009.jpg  Source:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:3694_-_Athens_-_Library_of_Hadrian_-_Facade_-_Photo_by_Giovanni_Dall'Orto,_Nov_9_2009.jpg  License: Attribution  Contributors: G.dallortoImmagine:Templi-greci-it.gif  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Templi-greci-it.gif  License: GNU Free Documentation License  Contributors: Annuale, Aristeas, BibiSaint-Pol, Flappiefh, G.dallortoFile:Tempio greco nomi.jpg  Source: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Tempio_greco_nomi.jpg  License: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0  Contributors: Feibs

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