dispensa 4 - architettura greca

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  • 8/10/2019 Dispensa 4 - Architettura Greca

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    Architettura templare grecaDispensa 4: Lezioni del febbraio 2011

    Miscellanea a cura di Sandro Caranzano , riservatiai fruitori del corso di archeologia pressol'Universit Popolare di Torino 2010-2011

    4.1 La pietrificazione del tempioLarchitettura templare forse uno degli ambiti che meglio ci permette di seguire losviluppo del pensiero greco dallet geometrica a quella classica, per le sue stretteimplicazioni con levoluzione delle competenze tecnologiche, della societ,delleconomia, del pensiero filosofico e matematico.Superato il complesso momento del Medioevo ellenico, il mondo greco vitalizzatodallapporto etnico e culturale di gruppi provenienti dalle regioni pi settentrionali,segnatamente i Dori della tradizione letteraria esprime unarchitettura templare inlegno piuttosto semplice, di cui abbiamo qualche debole riflesso in alcuni modellinicultuali in terracotta trovati a Perachra. Gli edifici erano costituiti da ununica auladella lunghezza di una decina di metri, anticipata in facciata da un portico sostenutoda colonne anchesse lignee, che aveva la funzione di garantire una minima esteticadel punto di accesso, proteggendo laula e le pareti in materiale deperibile dagliagenti atmosferici. In molti casi il muro di fondo (lato breve opposto) era costruitonella forma di unesedra circolare mentre il tetto, a due falde, era stramineo. Sin

    dalle origini, a fianco dellincannicciato, venne sfruttato ilmattone prodotto semi-industrialmente e gi noto nel Vicino Oriente sin dalla preistoria. Si tratta di un elemento

    modulare, facilmente realizzabile impastando largilla conpaglia e digrassanti; esso ha una buona resistenza allacompressione, elasticit e capacit coibentanti. Non uncaso che, ancora in et classica, venisse sistemato in pifilari paralleli allinterno di costruzioni poliorcetiche cheavevano il compito di resistere al colpo degli arieti e dellemacchine obsidionali. Il punto debole del mattone costituito dalla sua scarsa resistenza allumidit e alleprecipitazioni atmosferiche; per questo i costruttori, gidallet del Bronzo, avevano imparato a isolarlo dallumiditdel terreno tramite una zoccolatura in pietra.Lelemento che appare sottolineato con pi chiarezza neimodellini di et geometrica per il tetto, che sin dalliniziodovette costituire un motivo di preoccupazione per icostruttori. La stessa denominazione di archi/tetto che ilmondo greco utilizzava per definire il progettista elesecutore delledificio, una spia dellimportanza attribuitaalla sistemazione delle carpenterie di copertura. Il problemadelle spinte di compressione e ribaltamento sui muriperimetrali si acu particolarmente a partire dalla fine

    dellVIII sec. a.C., quando i tetti si appesantirono a causa dellintroduzione delletegole, uninnovazione resa possibile dai contatti con il Vicino Oriente e con laMesopotamia.E opportuno premettere che, sin dallinizio, coesistettero due tipi di copertura: lacorinzia e la laconica (con un chiaro riferimento allarea geografica della Grecia incui era stata messa a punto la tecnica). Il sistema laconico si basava su grandi piastrerettangolari in terracotta rialzate sui lati e sigillate da un coppo; quello corinzio, supiastre curvilinee alternate di diritto e di rovescio. Limpalcatura del tetto costituita da una rete di travi connesse tra di loro a formare una copertura

    Fig. 45 Modellino di tempietto geometricoda Perachora.

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    dallaspetto carenato- costitu per i Gerci dellet geometrica un vero e proprioexploit costruttivo cos che il ricordo delle testate delle travi sulla facciata rimasefortemente impresso nella memoria degli architetti greci che, portata a termine nel VI sec a.c. la pietrificazione del tempio, continuarono a rappresentarne i terminali informa puramente decorativa con le metope e i triglifi.E forse opportuno chiarire che per pietrificazione del tempio si intende ilpassaggio da unarchitettura lignea ad unarchitettura in materiale durevole, unprogresso avvenuto molto lentamente e tra mille difficolt a causa della dispersione

    delle maestranze specializzate e delle conoscenze tecnologiche avvenute a seguitodella disgregazione del mondo miceneo.

    4.2 Tecniche di estrazione e costruzione in materiale lapideo.Costruire in pietra implicava notevoli difficolt tecniche; innanzitutto era necessarioidentificare una cava di buon materiale da costruzione, staccare i blocchi di roccianella forma prederminata e trasportarli sino al cantiere. Il distacco del bloccoavveniva dopo averne tracciato il profilo sulla roccia madre con lo scalpellino.Successivamente, si inserivano nella roccia dei cunei di legno che bagnati con lacqua

    si dilatavano permettendo il distacco del blocco lungo i vettori preferiti. I blocchierano quindi caricati su carri trainati da buoi e portati sino al cantiere dacostruzione, lungo piste per lo pi sterrate epolverose. Il trasporto a mezzo di un carronon era per facilmente applicabile agliepistili e ai rocchi delle colonne che,pesando diverse tonnellate, creavano severiproblemi energetici ed erano pocomaneggevoli. I costruttori antichi misero apunto diverse strategie per risolvere ilproblema. Vitruvio riferisce per esempiodelle soluzioni messe a punto daChersfrone e Metagne per il trasporto

    delle colonne. Per trasportare piagevolmente i blocchi essi progettarono ditrasformare il blocco lapideo nellasse di uncarro, avvolgendolo in due grandi strutturelignee di forma cilindrica (nel nostroparagone, le ruote) che venivano poi fatterotolare; per blocchi di forma pi allungatasi scelse invece di incastrare il bloccoallinterno di una solida intelaiatura ligneaa cui furono applicate quattro ruote (inquesto caso il blocco si trasformava nelcorpo di un carro dotato di ruote maprivo di assi). Sono certo che lariproduzione del passo di Vitruvio unito aun disegno esplicativo che render pichiaro il principio. Ovviamente il tragitto

    dalla cava al cantiere non era esente da rischi; le strade erano piuttosto sconnesse edera dunque facile che, ad esempio a causa di un salto troppo brusco, il blocco sipotesse crepare o addirittura spezzare. In tal caso si era costretti ad abbandonarlolungo il tragitto, ripercorrendo a ritroso la strada sino alla cava, con un sostanzialenulla di fatto e un grande dispendio di energia. La situazione ben documentatapresso le cave greche di Cusa, nellentroterra di Selinunte, separate dallacropoli daun tragitto di ben 8 km.Per quanto riguarda le colonne, fino a quando non fu inventata la gru ( granos ), le simetteva in opera facendole scorrere su rulli in legno fino a portarle al vertice di unarampa di terra; da qui le si faceva poi scivolare verso il basso in posizione un poinclinata, non prima per di aver disposto a terra una tavoletta di legno che aveva lafunzione di ammortizzare limpatto del fusto con il terreno. La messa in posizione verticale avveniva per mezzo della trazione esercitata con funi avendo cura, nel

    Fig. 46 Modello del sistema per il trasporto dei blocchilapidei escogitato da Chersifrone e Metagene, da Vitruvio.

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    frattempo, di sfilare la tavoletta dalla base della colonna medesima. I blocchidellepistilio venivano posizionati sopra le colonne appoggiandoli su sacchi di sabbiagradatamente svuotati, cos da facilitare il corretto posizionamento del blocco dipietra.Grandi passi in avanti nella scienza delle costruzioni furono possibili nel corso del V/IV sec a.C. quando, grazie agli studi di geometria e matematica messi a puntodalla scuola pitagorica in sud Italia, fu inventata la carrucola, si crede per iniziativadi Archita di Taranto (428 347 a.C.). La carrucola risolveva il problema teorico

    della conversione del moto rettilineo in un moto circolare e, sul piano pratico,facilitava enormemente il sollevamento dei blocchi da costruzione; soprattutto semoltiplicata e montata in unincastellatura ( quella che in greco viene detta troclea e in italiano paranco, uno strumento che ancora oggi costituisce lossatura dellemoderne gru da costruzione) essa veniva ad avere una notevole potenza. Prima di

    questa data (a meno che linvenzione vada retrodata diun secolo come sostenuto da alcuni) i costruttori digrandi monumenti del tenore del tempio di Zeus adOlimpia o del Partenone dovettero accontentarsi delgeranos (il cui periodo di introduzione devepresumibilmente situarsi nel corso del VI sec a.C.). Sitrattava di una macchina di sollevamento moltosemplice, messa inizialmente a punto per facilitare loscarico delle merci nei porti. Il granos era costituitoda un albero ligneo al cui vertice era fissata una calottalignea semisferica e cava; allinterno di questultima veniva fatta pivottare una trave diagonale tirata permezzo di sarte; ad un capo di questa trave, venivaappeso il carico. Come si pu ben capire questo tipo digru era soffriva della frizione tra la base della trave ela coppa di alloggiamento, permettendo il sollevamentodi blocchi di peso limitato. La sua natura pivottante lepermetteva per movimenti laterali (che servivanoappunto per lo scarico delle merci sulla banchina) e undiscreto movimento verticale. E comunque chiaro che

    la pietrificazione del tempio non potette compiersi nelcorso di una generazione e procedette per gradi, dando vita ad edifici ibridi in cui alcuni parti erano completatein pietra (per lo pi le colonne) mentre il tetto elepistilio continuavano ad essere realizzati in legno.Un punto che pu essere degno di approfondimento poi quello che riguarda la progettazione degli edifici. In

    et geometrica, gli architetti presentavano i propri progetti alla committenza nellaforma di modellini tridimensionali. Dato che non era erano conosciute leplanimetrie e i disegni prospettici, ci si affidava a modelli lignei che servivano poiper mostrare agli operai e ai singoli artigiani i vari particolari costruttivi. Con iltempo, naturalmente, nuove forme di rappresentazione furono messe a punto e Vitruvio, allet di Augusto, ricorda lesistenza della icnografia (il disegno dellapianta), dell ortografia (prospetto e sezione verticale) e della scenografia (il disegnoprospettico vero e proprio). Sembra comunque che luso dei modellinitridimensionali sia rimasto sempre vivo nelluso dei costruttori che ne apprezzavanolimmediatezza e la comprensibilt.

    4.3 Lordine dorico.Il primo ordine ad essere messo a punto fu quello dorico; in esso la colonna nascedirettamente dallo stilobate ed composta da un fusto scanalato sormontato al vertice dallechino che ha la forma di un cuscino (in realt letimologia della parola legata alla figura del serpente, riecheggiato dalla forma a ciambella di questa partearchitettonica) e dallabaco (che nientaltro che una tavoletta di raccordo). Sopra lecolonne poggia lepistlio composto, in basso, dallarchitrave vera e proprio e, sopra,da una serie di lastre decorative: le metope e i triglifi. I triglifi sono elementidecorativi pseudo-rettangolari segnati da scanalature verticali e rappresentano ilricordo delle testate dei travi orizzontali del cassettonato ligneo che, in etgeometrica, formava il soffitto dellaula di culto. Proprio nel desiderio di segnare

    Fig. 47 Macchina di sollevamento basatasul sistema del paranco (IV-III sec a.C.).

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    sulla facciata il ricordo di unelemento strutturale ormaiatrofizzato, possibile cogliere unaparticolare sensibilit grecadominata da un certoconservatorismo, forse connesso allanatura sacra e rigidamentecodificata delledificio templare.

    Ci si potrebbe chiedere chesignificato e funzione potesse avere,allorigine, tale cassettonato.Dobbiamo, a tal proposito,considerare che a seguitodellintroduzione delle tegole e deicoppi nel corso del VII sec a.C., lespinte di compressione erovesciamento sui muri laterali (checome si detto erano realizzati inmateriale effimero) aumentarononotevolmente. E probabile che tra leprime misure prese dai costruttori visia stata quella di ridurrelinclinazione della falda (per creare

    delle spinte in cui fosse prevalente il vettore verticale) mantenendone i terminalientro il perimetro delledificio (potremmo dunque parlare di tetto a pagoda o afalda interna). Sembra piuttosto naturale che, in un secondo tempo, gli architettiabbiano pensato di legare le due estremit basse del tetto per mezzi di traviorizzontali le cui testate, ovviamente, terminavano sulla facciata.Le metope figurate sono quindi il ricordo delle tavolette (originariamente interracotta) che nellantico tempio ligneo tamponavano lo spazio libero tra i travi,creando un piacevole effetto estetico.Il tempio dorico era completato sui lati corti dal timpano triangolare del tetto; letravi venivano protette dagli agenti atmosferici per mezzo di lastre in terracotta

    decorate a rilievo e dipinte, normalmente fissate al legno per mezzo di chiodi inferro: si tratta delle lastre di gheison (che pu essere diritto o obliquo a secondadella posizione assegnatagli allinterno del frontone stesso). Il passaggio dal solidogeometrico del tempio allo sfondo costituito dal cielo era affidato ad alcune lastre dicoronamento del frontone (spesso traforate) che prendono il nome di sime.Questultime, direttamente a contatto con la superficie del tetto, se montate sui latilunghi del tempio potevano ospitare dei gocciolatoi (spesso decorati con formezoomorfe) che scaricavano lacqua piovana a terra senza che questa potessedanneggiare le strutture architettoniche. La curvatura dei coppi che terminavano suilati lunghi del tetto veniva mascherata con lastre configurate che prendono il nomedi antefisse.

    4.4 Prove tecniche di pietrificazione: lApollonion di Siracusa e labasilica di Paestum.Uno degli edifici che meglio ci permette di cogliere il processo di pietrificazione deltempio greco il tempio di Apollo a Siracusa . Parlando della famosa coloniacorinzia siciliana, Cicerone ricordava limponenza del tempio di Artemide esoprattutto quella del tempio di Atena, ben visibile per la sua grande mole ainaviganti che si avvicinavano ad Ortigia anche grazie al luccichio dello scudo di Atena che brillava illuminato del sole allinterno del frontone. Il tempio di Atena stato chiaramente riconosciuto nelledificio inglobato nella cattedrale di Siracusa; lasua data di costruzione deve porsi attorno al 480 a.C. quando si volle celebrare conun grande edifici la vittoria navale di Gelone. Si tratta di un periodo che possiamoconsiderare molto maturo per quanto concerne larchitettura templare greca edunque la disamina delle sue caratteristiche ci allontanerebbe dalla materia oggettodi questo paragrafo.Il tempio di Apollo , sorto a poca distanza nel cuore del centro storico cifornisce invece interessanti stimoli per comprendere la pietrificazione del tempio nel

    Fig. 48 Schema dellordine dorico.

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    mondo greco. Che si tratti di una struttura molto antica (VII sec a.C.) lo si percepisceda molti particolari: la forma molto allungata (24,5 x 58 m), con 6 colonne sullafronte e 17 sui lati lunghi), il diametro delle colonne molto elevato ed equivaleallintercolumnio, cosa che conferisce alledificio un aspetto molto tozzo (le colonnehanno un diametro di 2 m sui lati lunghi e 1,85 m sui lati corti; tra due colonne si ha

    lo spazio che si avrebbe se si capovolgesse unacolonna).I costruttori, che avevano intrapresolimpegnativa opera di pietrificazione del tempio

    greco erano evidentemente preoccupati dellastatica delledificio.Le colonne hanno una curiosa forma poligonale,sono prive di scanalature e monolitiche:guardate superficialmente sembrano pi a deilunghi pali di legno scolpiti nella pietra o anche adegli obelischi piuttosto che a colonne templaridel tipo che siamo abituati a osservare. Uniscrizione in greco scolpita sullo stilobate recita:Cleomene di Cnido fece ad Apollo. Epicles (fece)le belle opere del colonnato. Liscrizioneevidenzia come la costruzione del colonnato per la sua eccezionalit e il valore innovativo fuaffidata a un architetto specializzato ben distintoda quello che aveva progettato ledificio nel suocomplesso. Larchitrave presenta allinterno una particolareforma ad L che si spiega immaginando che fossedestinata allinserimento di una soprastanteorditura completamente lignea che comprendevametope, triglifi e tetto. La cella presenta un prnao, un nas e ladyton (la cella in cui venivaconservata la statua di culto). Il naos a sua volta diviso in tre navate da due file di colonne,ancora una volta per ampliare il piano di

    imposta delle travi del tetto. Ledificio presentadiverse disarmonie derivate dal suoprimitivismo: causa lelevato spessore delle

    colonne, i triglifi non cadono sempre in perfetta corrispondenza delle colonne e cosnon si realizza un rapporto di euritma. Abaco ed echino sono realizzati in un unico blocco di pietra mentre la forma schiacciata dellechino un altro indizio diarcaicit: esso, infatti, tender a slanciarsi man mano che gli architetti, presaconfidenza con la lavorazione della pietra, costruiranno colonne pi alte e snelle.

    Ulteriori considerazioni possono essere fatte mettendo a confronto i templi dellacolonia greca di Paestum, in Campania. Se Siracusa era stata fondata gi nel 735 a.C.da un gruppo di coloni corinzi guidati dal nobile Archia, Paestum fu invece sub-colonia dellimportante citt di Sibari e si svilupp un secolo pi tardi. Ci non leimped di diventare un centro ricco ed importante, come testimoniatodallimponente attivit costruttiva templare compiutasi prima della met del V seca.C., quando la citt con un colpo di mano pass in mano ai Lucanidellentroterra. I tre grandi templi di Paestum furono battezzati nel corso dell700 inmodo piuttosto fantasioso e sulla base di erudite ricostruzioni logiche. Oggi, benchpermangano ancora alcune incertezze, stato possibile ricostruirne la dedicazioneoriginale sulla base di indagini archeologiche e documentarie.Il pi antico dei tre quello comunemente chiamato basilica; essendo privo deltimpano e del tetto venne infatti originariamente scambiato per una basilica civileromana. Si tratta, invece, di un Heraion (I) un tempio dedicato al culto di Hera costruito tra la fine del VII e la met del VI sec a.C. Ledificio presenta alcuniarcaismi che abbiamo gi trovato a Siracusa: ha 9 colonne sulla fronte ( enneastilo)e 18 colonne sui lati lunghi ma la cella divisa in due navate da una fila di colonne;come nellApollonion, lidea quella di ampliare il piano di imposta delle travi deltetto per garantire stabilit delledificio. A proposito di questultimo, G. Gulliniipotizz che originariamente avesse metope e triglifi lignei e che, solo in un secondo

    Fig. 49 Modellino dellApollonion di Siracusa e planimetria del tempio.

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    tempo e forse a seguito di un incendio, si fosseproceduto con lattuale ricostruzione lapidea.Le colonne sono scanalate, con un rigonfiamentocentrale ( ntasis ) la cui funzione quella dicompensare la sensazione di assottigliamento che verrebbe percepita dallocchio umano, eraggiungono la notevole altezza di 6,45 m; lechinocontinua ad essere schiacciato come negli edifici

    pi antichi.Parleremo delladiacente tempio di Nettuno dopoaver descritto il cosiddetto tempio di Atena che,situato a maggior distanza ed esterno al themenos(recito sacro), si pone in una posizione cronologica

    intermedia. Ledificio che la tradizione lega al culto di Cerere doveva inveceessere dedicato al culto di Atena, come dimostrato da alcuni ex-voto trovatinelle stipi votive. Ledificio che sembra essere stato costruito attorno al 500a.C. presenta per la prima volta il rapporto tra le colonne del lato corto equello del lato lungo che diverr canonico di (n*2)+1.; cos mentre sullafacciata si trovano 6 colonne, sui lati lunghi se ne contano 13. Anche la cellapresenta proporzioni che diverranno canoniche, calcolate nel valore di 1:3. Altri elementi di modernit (che avremo modo di discutere in seguito) sonoluso di misure modulari per le varie membrature architettoniche e limpiegodelle colonne ioniche nel pronao.Il tempio, in epoca cristiana, sub dellemanomissioni perch venne trasformato in chiesa. A fianco dellHeraion I (laBasilica) si trova, infine, un secondo tempiomonumentale che la tradizione addita come dedicato a Nettuno partendo dalpresupposto che la divinit a cui era stata intitolata la citt(Paestum/Posidionia) avrebbe dovuto degnamente onorare il suo protettore. A dire il vero, domina attualmente lopinione che ledificio sia stato dedicato al

    culto di Hera ( Heraion II ). Il tempio - costr uitoattorno al 450 a.C. - un periptero con 6 colonnesulla fronte e 14 sui lati lunghi (n*2+1).; esso furealizzato quando si era gi compiuta lesperienza di

    Libone presso il tempio di Zeus ad Olimpia e, ancheper questo, presenta caratteri avanzatissimi come lecorrezioni ottiche, la curvatura dello stilobate, lacontrazione degli intercolumni e lallargamentoprogressivo dei triglifi per ottenere un effetto dieuritma . Si tratta di un capitolo successivo dellastoria dellarte e dellarchitettura greca che avremoin modo di approfondire tra poco.

    4.5 La particolarit dellambiente ionico:Per ambiente ionico si intende quella zona costiera dellAnatolia abitata da comunitgreche caratterizzate da una propria tradizione culturale e linguistica. Sin dalleorigini, il mondo ionico si trov posizionato lungo importanti rotte commercialimarittime e in stretto contatto con il mondo Vicino orientale; leredit delpatrimonio culturale del Vicino Oriente facilmente riconoscibile nel pensierofilosofico della Ionia.Era oriundo della fenicia quel Talete di Mileto che nel VII sec a.C. identificnellacqua il principio vitale di tutte le cose (e tutti conosciamo bene il significato chequesta aveva nel mondo mesopotamico ed egiziano); tale punto di vista moltocomprensibile in una societ che derivava gran parte del suo benessere dallanavigazione.La Ionia fu precocemente investita dalle conoscenze scientifiche e matematicheprovenienti dallOriente e le citt ioniche ne fecero un uso disinvolto incidendo inmodo abbastanza pesante sullambiente circostante. Talete, spregiudicato come

    Fig. 50 Sezione, planimetria e alzato dellHeraion I di Paestum (Posidonia).

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    molti uomini del suo tempo, devi un fiume per facilitare il passaggio dellesercito diCreso e sfrutt le sue conoscenze pratiche per prevedere un annata favorevole allacoltivazione dellulivo, arricchendosi poi con la vendita di frantoi. Poco tempo dopo,queste conoscenze furono messe a fuoco in modo sistematico da Anassimandro e daEcato (entrambi sempre di Mileto) che incominciarono a tracciare le prime cartegeografiche del mondo conosciuto importando dallOriente la meridiana, chepermetteva di avere una qualche forma di controllo sul tempo (Ecateo impost unadelle prime cronologie storiche usando come riferimento la successione dei re

    spartani).Il mondo ionico manifesta delle specificit molto precise e distinte nellambitodellarchitettura templare che appariranno pi chiare dopo avere descritto alcuniesempi. L Heraion di Samo fu iniziato nellVIII sec a.C. nella forma di un edificioligneo della forma molto allungata misurante 32,86 x 6,5 m e per questo denominatoekatompedon (edificio lungo 100 piedi). Le pareti esterne erano realizzate inmattone crudo e lo spazio interno diviso in due da una fila di pali lignei. In questaforma ledificio presentava una elevata frontalit poich lunico lato chiaramentedeterminato era quello corto in cui era posto lingresso, segnato dalla presenza di unportichetto ligneo. E chiaro che allinterno la fila di colonne centrale ostacolava

    notevolmente la veduta dinsieme dellastanza e soprattutto quella della statualignea posta al fondo su un podio,leggermente spostata a destra rispettoalla colonna antistante. E probabile cheledificio sia stato immaginato infunzione di processioni sacre collegate auna qualche forma di teofania di cui nonsiamo ben informati. Gi osservandoquesto primo esempio, si evidenziacome limitati siano, almeno nelle primefasi, i punti di contatto tra i templi ionicie quelli di matrice dorica.Circa cinquantanni pi tardi (finedellVIII sec a.C.), si provvide a

    circondare ledificio con un portichettoligneo formato di sette pali sui lati cortie diciassette sui lati lunghi, la cuifunzione era quella di compensare lespinte di rovesciamento esercitate daltetto (non dimentichiamo che il murodella cella era ancora realizzato conmattoni crudi). E probabile che questoportichetto esterno (che dava anchemonumentalit alledificio) fosse statoimmaginato per dare riparo ai pellegriniche si recavano in visita al tempio e per

    accogliere le offerte votive che costoro dedicavano ad Hera. Alla met del VII sec a.C. il tempio venne ricostruito (Heraion II) eliminando una volta per tutte il colonnato interno. Il nuovo tempio era ora periptero con colonnesempre lignee, portate su doppia fila sul lato breve di ingresso cos da sottolinearnela frontalit, un altro carattere ricorrente nella sensibilit ionica. Quasicontemporaneamente, a breve distanza, venne realizzato un muro in calcare a cui venne appoggiato un portico in legno a due navate i cui pali erano appoggiati a blocchi di pietra per non sprofondare nel terreno; lassenza di tegole negli scavilascia supporre che il tetto fosse ancora realizzato con strami impostati con argilla. Attorno al 570 a.C. venne costruito un nuovo Heraion finalmente in pietra; questouno dei pi antichi esempi di edificio lapideo della Ionia che possiamo affiancare,simbolicamente, a quello che fu per la Magna Grecia lApollonion di Siracusa. Ilnuovo edificio (di 52 x 105 m) presentava nuovamente un doppio colonnato attornoalla cella (era dunque dptero ), dando cos luogo ad una enfatizzazione del ritmo dichiari e di scuri nonch ad una imponente sfilata di colonne, un elemento chediventer una costante dellarchitettura ionica. Una delle differenze principali tra lasensibilit dorica e quella ionica sembra essere consistita nel modo di sentire

    Fig. 51 Planimetria del primo e del secondo Heraion di Samo (Hecatompedos).

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    ledificio templare nel suo perimetro: un solido perfetto per ilmondo dorico, un imponente gioco di chiaroscuri affidato aduna selva di colonne in quello ionico. La costruzione del nuovoedificio fu affidata a Rhoikos che lavor in partnership conTheodoros. Rhoikos raggiunse una certa notoriet per avereinventato uno speciale tornio che permetteva di sagomare la base delle colonne; questa tecnica non sembra per aver avutoun grande seguito perch non viene pi citata in seguito. Il

    tempio di Roikhos aveva quasi sicuramente metope, triglifi etetto lignei.Nel 535 a.C., il tiranno Policrate ordin lo smontaggio deltempio di Rhoikos (che era rimasto danneggiato per cause belliche) e il riutilizzo delle sue membrature architettonichenelle fondazioni del nuovo edificio templare costruito un po pia ovest. Il nuovo Heraion di Policrate presentava una doppiafila di colonne nella peristasi (era dunque nuovamente diptero )e faceva uso di capitelli ionici.La colonna ionica (che fu gradatamente adottata anchenellarchitettura dorica) appoggiata sul plinto e presenta, alla base, un toro (rigonfiamento) e una gola (incavo); nel caso dellabase attica una gola stretta tra due tori, uno superiore eduno inferiore. Il fusto della colonna scanalato con spigolismussati, e si raccorda alla base con una lieve curvaturaterminale chiamata apofige. Il capitello (chiaramente ispiratoda modelli medio-orientali, assiri, egiziani e ittiti) presenta due volute che abbracciano un echno decorato con degli ovuli.Labaco molto atrofizzato e si limita ad una sottile fascia postaproprio sopra il capitello ed decorato con kymation (unamodanatura ondulata). Lepistilio non pi composto daarchitrave + trabeazione dotata di metope e triglifi bens da unaarchitrave sormontata da un fregio continuo ove sono

    riprodotte scene figurate.E possibile che i primi edifici ionici non avessero un tetto a quattro falde ma un

    semplice tetto piatto; certo che con laumentare delle superfici edificate si dovetteintrodurre un tetto a quattro falde che poi, per influsso dellesperienza dorica, lascispazio ad un tetto a due falde confrontone sui lati corti. Il nuovotempio di Policrate, monumentalee fasciato da una doppia fila dicolonne, presentava allesternocapitelli con le volute;questultime mancavano invecenelle colonne interne, completateda un toro decorato conkymation . Il fatto che esso fosseropresentata solo sulla facciata ci facomprendere chiaramente che ilcapitello ionico fu impiegato persottolineare la frontalitdelledificio; esso, infatti, alcontrario di quello dorico, puessere percepito da un unicopunto di vista.

    Non sempre il grado di fruibilit turistica di un bene archeologico proporzionalealla sua importanza storica; se dellHeraion di Samo rimangono ben pochi resti,laffermazione ancora pi valida per un altro colosso dellarchitettura ionica,lArtemision di Efeso.

    Fig. 52 Planimetria dellHeraion di Policrate a Samo.

    Fig. 53 Capitello privo di volute dalla celladellHeraion di Samo.

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    Quel poco che rimane sul posto appartieneallultima ricostruzione delledificio, avvenuta altempo di Alessandro Magno per opera delfamoso architetto Deinocrate (tra laltro, ilresponsabile del piano regolatore di Alessandria) ma gli scavi archeologici hannopermesso di risalire alla forma degli edifici chelo precedettero. Nelle prima due fasi (di VIII e

    VII sec a.C.) fu edificato un semplice altare inprossimit di unedicola entro cui era sistematala statua di culto. Ledificio pi monumentale fucostruito pi o meno contemporaneamenteallHeraion di Policrate, di cui (in linea dimassima) venne riproposta la pianta: un edificiodiptero, con colonne ioniche e un pronao divisoin tre navate da una doppia fila di colonne (piincerta invece la ricostruzione della cella, chealcuni immaginano scoperta). Uno dei caratteripi affascinanti di questo edificio costituitodalla base delle colonne che era scolpita conraffigurazioni ad altorilievo su 360, unasoluzione molto decorativa impensabile a queitempi in ambiente dorico e che ci rimanda, conestrema chiarezza, a suggestioni mesopotamichese non addirittura egizie. La trabeazione, con unfregio scolpito con scene di sfilate di carri ecortei guerreschi, doveva conferire alledificioparticolare fasto. Il tempio aveva ancora un tettoa quattro falde senza frontone, una tipologia di

    copertura che abbiamo gi notato essere una caratteristica del mondo ionico.LArtemision di Efeso and distrutto per un incendio nel 356 a.C., un evento cheindusse ad una sua ricostruzione radicale. Gli scrittori antichi (Plinio, Strabone e Vitruvio) ricordano il nome di alcuni architetti impegnati nellopera: Chersfrone e

    Metagne - che abbiamo citato discutendo delle tecniche di trasporto dei blocchi dicava - e poi Demetrio e Peonio di Efeso. Con qualche incertezza si ipotizzato che ilnome degli ultimi due vada collegato alla ricostruzione del tempio dopo lincendiodel IV sec. a.C. e che Chersifrone e Matagene siano stati i progettisti del primotempio diptero (detto Heraion C), che presenta caratteri di maggiore innovazione.Un ultimo breve accenno mi sembra, infine, vada fatto per il Didimeo di Mileto ,localizzato sempre nelle Ionia greca. Ledificio, completato tra il 540 e il 520 a.C.,presenta quei caratteri che abbiamo fin qui riconosciuto nei templi ionici:- Dimensioni giganti, con una doppia file esterna di colonne che forma comeun portico che gira attorno alla cella (tempio diptero ),- Frontalit del lato di accesso dove la fila di colonne si fa tripla ed in cui si fauso (come daltronde in tutta la perstasi) del capitello ionico,- Sequenza, allinterno della cella, di pronao , naos e adyon ed assenzadellopistodomo.- Tetto di copertura a quattro falde senza timpanoMolto interessante la base delle colonne che presentava - come ad Efeso - diversefigure scolpite a rilievo. Tra quelle giunte conservate, vale la pena ricordare il rilievoraffinatissimo di una kore (Fanciulla) esposta nel Museo di Berlino. Anche a Didima,laula di culto era probabilmente scoperta, una soluzione che segna, in modo netto,la separazione logica tra il recinto colonnato e il luogo di culto.

    4.6 Da Policrate a Pitagora. Episteme e techn nellarchitettura greca.Il tiranno di Samo Policrate a cui abbiamo accennato parlando dellHeraion di Samofu lo stesso che, entrato in rottura con il famoso scienziato e filosofo Pitagora, loindusse ad abbandonare la terra natia per trasferirsi a Crotone. Il circolo pitagorico per noi particolarmente interessante perch al suo interno furono portate avantimolteplici ricerche scientifiche e matematiche che trovarono applicazione negliedifici templari.

    Fig. 54 Planimetria e ricostruzione dellArtemisiondi E eso.

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    Pitagora era il figlio di un incisore di monete di Samo e nacque nel 570 a.C.;trasferitosi in Magna Grecia, Pitagora fond una setta improntata ai pi elitari valori aristocratici in cui le nozioni venivano trasmesse esclusivamente in formaorale. La dottrina pitagorica riconosceva unimportante opposizione tra anima ecorpo, tra limite (ordine) e illimitato (caos, disordine). Fu dunque abbastanzaautomatico affidarsi alla perfezione dei numeri per circoscrivere il valore morale ereligioso del limite. Lopporsi del caos allordine, per i pitagorici, era soloapparente dal momento che il limite era considerato sovrano. Gli studi dei pitagorici

    permisero di approfondire le relazioni matematiche esistenti nella lunghezza dellecorde della lira (le armoniche), di attribuire al numero due il valore di numerogiusto per eccellenza, e di utilizzare la geometria per argomentare su come lagiustizia sociale non corrisponda alla distribuzione dei beni in parti uguali tra tutti icittadini (come vorrebbe laritmetica) ma piuttosto alla distribuzione dei beni inmodo proporzionale e sulla base del valore di ognuno. Per i Pitagorici, tutte le coseerano numeri. Il punto corrisponde alla minima unit dotata di valore spaziale, ma come teorizzato con precisione da Filolao due punti determinano i vertici si unaretta, tre punti una superficie (il triangolo) e quattro il solido (la piramide). Questiquattro numeri naturali (1+2+3+4) danno come somma il dieci, che per i pitagoricifu un numero sacro.Limpostazione rigidamente aristocratica espressa dalla scuola pitagorica la stessache si ritrova nella scuola filosofica di Velia/Elea (in cui operarono filosofi delcalibro di Parmenide e Zenone). Molto presto questa impostazione fu messa in crisidallemergere di nuovi punti di vista maturati in regioni, come quelle dellAttica, incui tensioni sociali avevano trovato sfogo in un dialogo tra le diverse forze sociali. Alla fine del VI sec a.C. abbattuta la tirannide di Pisistrato fu avviata ad Atene la

    riforma legislativa coordinata da Lisicle. Per stemperare ilpotere delle grandi famiglie di proprietari terrieri cheimmobilizzavano la dinamica sociale, Lisicle mise a punto unnuovo sistema elettorale la cui unit base era rappresentatadai villaggi ( demi, della costa, della pianura e dellemontagne) raggruppati in trittie , raggruppamenti raramenteconfinanti tra loro. Queste, a loro volta, erano organizzateallinterno di dieci nuove trib costruite a tavolino, che

    mettevano fuori uso le quattro dei tempi passati. Il nuovosistema prevedeva il sorteggio a sorte dei magistrati, lacostituzione di un consiglio ( ekklesa ) che nominava icomponenti della ( boul, il senato). Questultimo aveva lapossibilit di proporre le leggi che potevano poi essererespinte, accettate o modificate dall ekklesia . A garanziadegli organismi istituzionali veniva ora anche istituitolaeropago , un consiglio di saggi composto da coloro cheavevano rivestito importanti cariche. Fu anche introdottolostracismo che permetteva di allontanare dagli affari distato qualunque uomo politico che si fosse reso reo di frontealla comunit con un suo comportamento illecito tramite

    una semplice votazione.Furono queste riforma a spianare la strada al periodo della democrazia ateniese ilcui simbolo fu Pericle. La societ ateniese uscita dallo shock delle guerre persianenon era una societ a larga partecipazione popolare nel senso delle democraziemoderne, ma un sistema che favoriva il confronto tra le diverse fasceeconomicamente significative (e non solo pi la antica aristocrazia di sangue). Lanuova situazione permise il formarsi di professionisti dellarte oratoria capaci disostenere e far valere nel dibattito politico le proprie tesi e convinzioni, una cosa deltutto nuova nellambito del mondo antico.Fu questo il periodo della sofistica, dello studio approfondito delletimologia delleparole che compongono il vocabolario e, pi in generale, dellindagine sulla strutturadella lingua. Per la prima volta sembr evidente a tutti che potessero coesisterediversi punti di vista; era compito del retore riuscire a fare prevalere una posizionerispetto ad unaltra, per il bene della cittadinanza tutta. La questione dellasoggettivit del punto di vista assunse cos un valore piuttosto importante, anchenellambito della scienza delle costruzioni. Il modo di concepire ledificio sacro, nonpoteva in effetti non essere influenzato dai progressi della filosofia. Lo studio del

    Fig. 55 Basamenti scolpiti delle colonnedellArtemision di Efeso.

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    Partenone ci permetter di vedere riflesse nellarchitettura le parole del filosofoProtagora, un contemporaneo di Pericle: luomo la misura di tutte le cose, quelleche sono in quanto possono essere e di quelle che non sono in quanto non possonoessere.

    4.7 Il tempio di Zeus a Olimpia.Il tempio realizzato per il santuario di Zeus ad Olimpia attorno al 460 a.C.dallarchitetto Libone con il contributo di Fidia (per la parte scultorea) rappresenta

    un importante punto di partenza per la rivoluzione dellarchitettura templareavvenuta in Grecia nel periodo classico.Prima di passare alla descrizione delledificio forse opportuno ricordare alcunielementi della tradizione mitologica legata al sito di Olimpia dove, dal 776 a.C., sisvolsero i giochi panellenici, ritenuti cos importanti da essere utilizzati per fissare ilcomputo del calendario. I giochi erano stati istituiti in onore di Pelope, re della cittdi Pisa (anchessa in Elide), morto durante una competizione sportiva per il subdolotradimento del suo auriga. Come noto, Pelope aveva una figlia molto ambita di nomeIppodama che egli non desiderava dare in sposa, a causa di un oracolo che gli avevapredetto la morte per mano del genero. Abilissimo nel condurre il carro - anchegrazie allaiuto del suo fido auriga Mirtilo - Pelope era solito sfidare in gara ipretendenti dando loro un notevole vantaggio: dato il via, Pelope si fermava persacrificare un montone e quindi risaliva sul carro riuscendo a colmare il vantaggio

    dellavversario per poi vincere la competizione. Ipretendenti venivano decapitati e le loro testeinchiodate alle travi del palazzo reale. Diverseteste erano facevano gi bella mostra di s nellacasa del re quando si present a Pisa il giovaneEnomao. Costui riusc a vincere la garacorrompendo lauriga Mirtilo che allent unaruota del carro regale facendolo ribaltare durantela gara. Enomao ebbe dunque Ippodamia insposa con lingann, confermando al contempo leprevisioni delloracolo. Il successo di Enomao sidoveva per principalmente a Mirtilo, che aveva

    sostituito i perni in ferro delle ruote con altri incera in cambio della prima notte damore conIppodamia; al momento di mantenere lapromessa tuttavia, Enomao preso dalla gelosiaaffog Mirtilo.Il complesso di Olimpia nacque attorno allatomba cenotafio di Pelope, con una planimetriaabbastanza improvvisata, pur rispettando il boscosacro dellAltis (sacro a Zeus) e la collinaadiacente di Kronion. Tutta larea era racchiusaallinterno di un recinto sacro che fino al IV seca.C. fu in legno e, in seguito, venne ricostruito inmateriale lapideo. Il tempio costruito gi a partiredel VII sec a.C. e dedicato ad Hera aveva unaforma piuttosto allungata, con sei colonne sullafronte e sedici sui lati lunghi. Limposta delletravi di copertura sulla cella era rafforzata da unaserie di pilastri alternati a semicolonne dispostilungo le pareti interne. Il tempio era dotato di

    pronao, naos e opistodomo in antis . Le pareti della cella erano realizzate in mattonimentre le colonne delle perstasi si presentavano di forme e dimensioni tuttedifferenti. Pausania, nel V sec a.C., scrisse che ai suoi tempi una delle colonne dellaperistasi era ancora in legno; originariamente tutte le colonne erano lignee ma si eraprovveduto a sostituirle gradatamente, ogni qual volta che un ricco cittadino o undevoto offriva al tempio la somma necessaria; le colonne del tempio di Hera sipossono dunque intendere come tante stele votive, testimoniando la complessit ele problem connesse con la pietrificazione dei templi antichi.

    Fig. 56 Sezione della cella del tempio di Zeus adOlimpia progettato da Libone.

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    Con il tempio di Zeus , costruito a partire del 470 a.C. utilizzando le decime preseai Persiani dopo le vittoriose battaglie di Platea e Salamina, inizia il periododellarchitettura classica. Ledificio aveva sei colonne sui lati corti e tredici su quellilunghi, realizzando cos la proporzione canonica che abbiamo gi enunciato din*2+1. Dotato - come il vicino tempio di Hera - di pronao, naos ed opistodomo in

    antis , si distingueva per una cella piuttosto monumentale divisain tre navate da una doppia fila di colonne, ognuna delle quali sielevava per due piani. Al fondo della cella si trovava la gigantesca

    statua crisolefantina di Zeus realizzata dal grande scultorepeloponnesiaco Fidia. Zeus era seduto in trono, con una lancianella mano sinistra e una vittoria su un globo nella destra. Sultrono erano posti diversi rilievi rappresentanti episodi dellamitologia greca; in bella vista sui braccioli anteriori eranoscolpite le immagini di Apollo e Artemide intenti a colpire con lefrecce le figlie dellempia Niobe che aveva avuto lardire di farsi beffe di Latona.Per evitare che il bianco della statua si confondesse con quellodei pavimenti, questi ultimi furono realizzati in calcare azzurrinoche evitava fastidiosi riflessi; una vasca dellacqua nelleimmediate prossimit della statua aveva la funzione dimantenere costante lumidit dellaria favorendo laconservazione delle parti in avorio.Linnovazione pi importante fu costituita dalle correzioniottiche, che poco tempo furono impiegate anche nel Partenone. Abbiamo accennato al desiderio nellambiente dorico diesprimere nel tempio la figura di un solido perfetto. Questaambizione era frustrata da una serie di aberrazioni indotte dalcono visivo dellocchio umano, capaci di deformare in modoanche marcato la percezione della realt. E chiaro a tutti comelocchio umano ad esempio percepisca curvo lorizzonte benchesso sia piano. Per ovviare a questo problema i greci delletclassica applicarono una serie di correzioni geometriche agliedifici per ottenere leffetto voluto; per fare un parallelo con la

    contemporanea sofistica, possiamo dire che essi argomentaronoarchitettonicamente un modello geometrico teorico, applicando degli arteficiretorici nellarchitettura.Per evitare che lo stilobate o larchitrave del tempio apparissero deformati, Libone licurv impercettibilmente in centro, in modo da correggere laberrazione introdottadallocchio umano. Le colonne furono poi leggermente inclinate verso linterno perevitare che fossero percepite dallocchio umano come divergenti. Molti altri piccoliaccorgimenti garantirono la perfezione formale di questo imponente edificio in cui, variando lievemente lintercolumnio e il diametro delle colonne della peristasi, si veniva finalmente a generare un rapporto euritmico tra fusti e triglifi, evitando glisfasamenti e le anomalie geometriche che avevano funestato tutta la precedenteproduzione architettonica templare. Losservazione dellimmagine esemplificativariportata a margine di questo paragrafo pu essere utile per facilitare lacomprensione di questi interessanti trucchi ottici.Dato poi che luomo era considerato la misura di tutte le cose (per riportare leparole del filosofo contemporaneo Protagora), alcuni numeri armonici venneroripetuti allinterno delledificio architettonico per imitare larmonia del corpo umanoe della natura. Tutta la costruzione fu realizzata partendo da un modulo di base di5,22 m pari a 16 piedi attici che, con i suoi multipli e sottomultipli, diventlelemento generatore dellintero edificio; un approccio decisamente rivoluzionario emoderno.

    4.8 Lakm della classicit: acropoli di Atene e PartenoneDurante il difficile periodo della guerra che vide contrapposti lesercito di Serse e lecitt della Grecia, Atene visse un momento di particolare gloria sotto il comando diTemistocle che, dopo aver promosso la costruzione di un ingente flotta, imbarcgran parte dei cittadini abili alle armi per tendere una trappola alla flotta di Serse nelGolfo di Salamina. Atene, rimasta praticamente sguarnita, fu abbandonata e le

    Fig. 57 Statua crisoelefantina preparata da Fidia per il tempio di Zeus a Olimpia.

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    donne e i bambini trasferiti a Trezene. La scelta, molto sofferta, lasci la cittsoggetta al saccheggio e alla devastazione da parte delle armate persiane ma risult,alla fine vincente. Gli ateniesi ripreso possesso dellacropoli furono costretti aspianarne la sommit, gettando la macerie dei precedenti edifici (incluse moltestatue arcaiche) nelle fondamenta della terrazza che si andava costruendo. Questa -che viene tecnicamente chiamata colmata persiana- si rivelata una vera minieraper gli archeologi dal momento che, grazie ad essa, molti reperti dellet pi remotasono giunti sino a noi.

    Nellet di Pericle, lacropoli di Atene fu oggetto di unimponente ricostruzione attaad affermare la potenza della citt sul piano internazionale nel momento stesso incui essa si mise a capo della lega-navale delio-attica (costituita inizialmente infunzione anti-persiana nel 477 a.C.). La volont di potenza di Atene fu per frustratadallo scoppio della Guerra del Peloponneso che la vide perdente di fonte allacoalizione spartana. Linstaurazione della governo dei Trenta tiranni del 404 a.C.(un governo fantoccio instaurato dai Lacedemoni vincitori) segn la conclusionedellavventura ateniese. Atene perse gradatamente dimportanza per essere, infine,soppiantata sul piano internazionale dalle nuove potenze nascenti, tra cui quella

    Macedone e quella di Roma. Ildeclino dei fasti democratici di Atene fu un fenomeno complesso earticolato, in cui gioc un ruoloimportante lopposizione politica,che colp Pericle, la sua compagna Aspasia e lo stesso Fidia, accusatodi essersi appropriatoindebitamente di parte dellorodestinato alla realizzazione dellastatua di Atena Parthnos. Un ruoloimportante fu inoltre giocato,almeno nelle prime fasi,dallepidemia di peste che colp Atene.

    Lacropoli era costituita daipropilei, che permettevano diaccedere al recinto includente ilPartenone (il tempio dedicato alculto di Athena Parthnos) eallEretteo, un santuario cheracchiudeva il culto di molteplicidivinit topiche. Qui si concludeva

    ogni anno la sacra processione alla presenza della cavalleria e dei cittadini, inoccasione della quale le giovani fanciulle della citt deponevano nella stanza di cultoil peplo intessuto in onore della dea durante lanno.I Propilei furono costruiti tra il 437 e il 432 a.C. dallarchitetto Mnesicles. Essiriproponevano lo schema planimetrico dei propilei di et micenea detto ad H, conun colonnato di accesso stretto tra due avancorpi. Lingresso centrale si presentavanella forma canonica di un tempietto dorico sormontato da un frontone, ma lungo ilpassaggio vennero impiegate - con una disinvoltura ben comprensibile dati i tempi -delle colonne ioniche (che tra laltro non richiedendo un epistilio con metope etriglifi erano adatte a abbellire un luogo di passaggio). Mnesicles aveva immaginato iPropilei ancora pi estesi, ma fu bloccato a sud dalla preesistenza di un luogo diculto dedicato ad Atena, e a nord dalla Pinacoteca che conteneva alcuni quadri sutavola ( pinakes ) esposti allammirazione dei passanti (un po come accade nellemoderne gallerie darte).Dopo la pace di Callia del 449 a.C, a destra dei Propilei fu pianificata la costruzionedi un nuovo tempio destinato a celebrare la vittoria sui persiani: il tempio di

    Athena Nike. A partire dal 430 a.C. larchitetto Callicrate costru un tempiettoanfiprostilo in marmo pario chiuso con balaustre. Il fregio presentava un rilievo incui era descritta la battaglia di Platea che aveva sancito la definitiva sconfittapersiana.

    Fig. 58 Planimetria dei Propilei di Mnesicle ad Atene.

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    allinterno del corpo di Zeus, inizi a forgiare lelmo e larmatura per la figlia facendoun chiasso infernale che procur a Zeus un terribile mal di testa. Quando Zeuschiamo Efesto con un accetta per farsi aprire il cranio e liberarsi del fastidio, constupore di tutti, ne scatur Atena gi adulta ed armata.Per quanto concerne la scultura, meritano una citazione le metope del fregio doricoposto nella trabeazione esterna, rappresentanti episodi di guerra di tipo mitologico. I

    frontoni e la processione del fregio ionico erano dedicatialla celebrazione di Atena; le metope, invece,

    ricordavano le guerre condotte vittoriosamente contro la barbarie.Tutto il tempio fu costruito rispettando elementi dellageometria, considerata un qualcosa di magico, capace dirivelare molti segreti della natura. I Greci applicarono alPartenone le pi moderne conoscenze della matematicae della geometria che venivano considerati elementi utiliper esplorare lo sconosciuto. Il legame tra religione ematematica risulta particolarmente evidente appenaoltrepassati i propilei; era questo il luogo in cui sifermava la processione sacra che saliva allacropoli inoccasione delle festivit annuale. Ictino e Callicrateorganizzarono la planimetria in modo da iscrivere i vertici di tutti gli edifici affacciati sul cortile (inparticolare lEretteo e il Partenone) entro di una stella adodici raggi, distanziati luno dallaltro da una angolo ditrenta gradi; il numero dodici e il sistema dodecagonaleerano infatti considerati divini. Le relazionigeometriche allinterno della planimetria del santuariopermettono, inoltre, di riconoscere con chiarezza anchelangolo di sessanta gradi, considerato dai pitagorici ilnumero rappresentativo di Atena stessa.

    I vari edifici furono disposti in modo da essere leggibili per ben tre quarti, dunquecon la massima visibilit.Il rapporto tra il lato lungo e quello corto del Partenone fu calcolato in modo che

    rispecchiasse la radice quadrata di cinque. La scelta della radice quadrata di cinque legata a una serie di studi avviati dai pitagorici afferenti i numeri irrazionali. Ilrisultato era in effetti un numero incommensurabile e questo che stup i Greci

    Fig. 61 La radice quadrata di cinquenella facciata del Partenone / Fig. 62 Planimetria del Partenone

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    colpendone limmaginazione. Il Partenone fu dunque un edificio meraviglioso, su cuipossibile effettuare molteplici osservazioni matematiche. I Greci avevano gi messoa punto la sezione aurea; per esemplificare il concetto a chi non avesse familiaritcon la materia, si pu dire che data una retta A-B esiste un solo punto situato lungoil corso della medesima che garantisca la seguante proporzione tra i segmenti che lacompongono: AB:BC = BC:AC o se vogliamo a:b=b:(a+b)I costruttori delle cattedrali medievali ricordavano con precisione che il rapporto tra

    i due segmenti AB/BC e BC/AC

    pari a 1,6180339887, ovvero auno pi la radice quadrata dicinque, diviso due. Osservazioniaccurate sulla facciata delPartenone permettono di verificare che laltezza dellecolonne doppia rispetto allalarghezza della facciata, e che ledue colonne centrali diquestultima sono poste incorrispondenza di una misura cherispetta il numero della sezioneaurea. Abbiamo poi gi accennato allecorrezioni ottiche applicate daIctino. Le colonne, dotate di ventiscanalature, sono rigonfie ad unterzo dellaltezza in modo dacorreggere la distorsione otticaintrodotta dallocchio umano.Inoltre le stilobate e lepistiliosono curvati in modo dacompensare le distorsioni chelocchio imprime sulla realt.Questo si configura, dal punto di

    vista pratico, in un innalzamentodelle colonne centrali stimabili in11 cm ( e con esse dellepistilio) Lecolonne della peristasi sonoinoltre inclinate verso linterno inmodo impercettibile. E statocalcolato che se si prolungasserole colonne della facciata verso

    lalto esse si incontrerebbero a 4800 m di altezza; quelle dei lati lunghi a 2400 m(esattamente la met). Le colonne angolari furono realizzate con una diametro

    leggermente superiore per contrastareleffetto di contrasto con il cielo. Aseguito di tutte queste correzioni

    venne meno la separazione tra ci che ci saremmo aspettati di vedere e ci chelocchio percepisce. Allinterno del Partenone si trovata la colossale statua di Atena, alta 11 m con corpodavorio e corazza in oro puro. Per realizzarla furono impiegati circa 44 ralenti doro(ogni talento si pu computare in 26 kg), cosa che corrisponde ad un impegnoeconomico computato secondo i parametri moderni di circa 12 milioni di euro.Ledificio ospitava anche il tesoro di Atene, costituito da una serie di offerte guardatea vista da una guarnigione militare.Il terminale della sacra processione era per l Eretteo , un edificio che ospitavaallinterno diverse divinit appartenenti alla pi remota storia religiosa della citt. Al suo interno si conservava la tomba cenotafio di Eretteo, uno dei re mitici di Atenefiglio di Erittonio. Questultimo era vissuto ai tempi del primo re della citt, Cecrope.Secondo il mito, Efesto aveva tentato di unirsi carnalmente ad Atena che, sdegnata,si era allontanata da lui. Durante questo approccio erotico, una goccia di spermacadde sulla gambe della dea che, preso un fiocco di lana dalla conocchia si ripulgettandolo a terra. Il seme di Efesto, venuto a contatto con Gea, gener un essere

    Fi . 6 Eretteo lanimetria e alzato.

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    mostruoso che per il suo carattere ctonio presentava degli stranissimi artianguiformi. Atena, avuta piet di lui, lo affid alle figlie del re Cecrope, (Aglauro,Pandroso ed Erse) imponendo loro di nascondere il bimbo in una cesta senzaguardarlo. Poich esse disubbidirono, furono gettate dalla rupe schiantandosi sullerocce ad eccezione di Pandroso che sveva avuto cura di distogliere lo sguardo. Ilgiovanetto divent in seguito re di Atene ma mantenne sempre nascosta la suamalformazione generando, a sua violta, Eretteo. Il rapporto di parentela tra Cerope,Eretteo ed Erittonio nella tradizione mitologica appare confuso; tutti questi

    personaggi vengono ricordati come re della citt e sono descritti come personaggidotati di gambe anguipedi.LEretto fu costruito nel punto in cui si era conclusa la lotta tra Atena e Poseidoneper il dominio sullAttica. Al tempo delle origini, infatti, le due divinit si eranosfidate nel tentativo di avere lapprovazione degli ateniesi e garantirsi il titolo didivinit poliade. Poseidone, conficcato il tridente nella roccia ne aveva fatto scaturiredellacqua salata; Atena invece aveva fatto miracolosamente crescere dal nulla unulivo. La citt- che allorigine era composta per lo pi da pastori e contadini e chenon aveva molta confidenza con il mare - scelse naturalmente lulivo di Atena che, daquel momento, fu oggetto di venerazione. Presso lEretteo venivano mostrati sia laroccia colpita dal tridente, che lulivo sacro alla dea. Ledificio era stato costruito

    sulle rovine di edifici moltoantichi e fu progettato sindallinizio per permettere la venerazione di varie divinittra cui Atena, Zeus ePoseidone. Nei giorni di festail tempio era oggetto dinotevoli offerte e lareaantistante era occupata daisacrifici. La statua di AtenaPolias era realizzata in legnodi ulivo ed, essendoantichissima, si credeva fossepiombata a terra provenendo

    dal cielo. Era qui che siconcludeva la processionepanatenaica quando la statua veniva vestita con il peplopreparato dalle fanciulle.Lateralmente, ledificiopresentava una loggetta incui al posto delle colonneerano poste figure difanciulle, le cosiddettecariatidi. E Vitruvio aspiegare che esse erano stateposte a sostenere larchitravein segno di sottomissione,per significare quale fosse ildestino di chi tradiva Atene;Carie, in effetti, si eraschierata con la Persiadurante la guerre persiane.

    Appunti a cura di Sandro Caranzano.

    Fi . 6 Le correzioni ottiche di Ictino..