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Page 1: VISIONI NELLA CITTA’ VISIONI NEL PAESAGGIO VISIONI NEL ...Restauro della chiesa di S. Antioco [ Orgosolo ] Casa del Parco Riserva Naturale Protetta di Decima Malafede [ Roma ] Ipogeo
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…architettinmostra2016… Il catalogo di architettinmostra fin dai primi intenti è stato uno strumento di promozione del lavoro degli iscritti e con l’allargamento della raccolta a tutti i professionisti dei nostri Albi Architetti PPC sardi si è affermato un modo equo di rappresentare il ruolo dell’architetto, paesaggista, pianificatore e conservatore nella realtà ampliata alla scala regionale.Ogni anno la nostra rassegna ha avuto un titolo diverso, questo ha comportato di conciliare l’assegnazione di un tema per caratterizzare l’evento con la mancanza di inclusività verso gli iscritti, che operano nei campi più disparati.

Essere interpreti della qualità della vita nella società è il nostro metodo per guardare alla professione, ma è anche lo strumento che orienta il nostro sguardo. Il titolo di architettinmostra2016 “VISIONI” nasce da questa riflessione, che ancora una volta ci presenta nel duplice ruolo di osservatori e traduttori della realtà.

Nella direzione di ampliare ancora la partecipazione alla raccolta con VISIONI abbiamo introdotto il nuovo sottotema del Design, oltre ai consueti della Città, del Paesaggio, del Ri.U.S.O. e della Storia.

Inauguriamo una nuova partnership con IED Cagliari, con il senso di continuare ad affermare ancora, insieme, l’importanza della ricerca e del progetto quando l’obiettivo è il prodotto innovativo di qualità, senza limite di visione e qualunque sia la scala del nostro lavoro.

La raccolta di quest’anno è arricchita dalla partecipazione di molti colleghi provenienti da tutti i ter-ritori della nostra Isola: diverse realtà, diverse esperienze, diversi temi, diverse scale, diverse identità, ma uguale dignità nel proprio lavoro.

Vista la particolare partecipazione di Alberto Ponis, celebre autore di architetture della costa nord orientale della Sardegna, è stata creata una sezione apposita di questo catalogo per mettere in evidenza il suo lavoro appassionato che ha coinvolto molti anni della nostra storia recente e che ha fortemente caratterizzato quei Paesaggi. Con l’auspicio per tutti i colleghi di trovare uguale passione nel tempo per il proprio lavoro.

Presidentearch. Enrica Caire

introduzione

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VISIONI è il tema di quest’anno, perché crediamo che l’architetto nella sua attività professionale sia chiamato a proporre visioni della realtà anticipando le richieste e le istanze della società. Le Visioni sono come percorsi immaginari che ci accompagnano verso un futuro migliore, per la nascita del quale sentiamo di essere parte attiva e propositiva.Il tema è declinato in cinque sottotemi:

Nuove proposte di valorizzazione e fruizione di paesaggi di alto valore naturalistico, storico e simbolico

VISIONI NELLA CITTA’

VISIONI NEL PAESAGGIO

VISIONI NELLA STORIA

VISIONI NEL DESIGN

VISIONI NEL RIUSO

Proposte innovative nel riuso del patrimonio edilizio esistente

Nuovi approcci alla progettazione degli interventi del restauro dei beni tutelati

Nuovi proposte di oggetti e realizzazioni innovative in tema di approccio e realizzazione

Nuovi approcci alla progettazione degli spazi urbani, nuove metodologie di progetto, di coinvolgimento della società civile, diapproccio al territorio urbano

i temi

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VISIONI NELLA CITTA’

VISIONI NEL PAESAGGIO

VISIONI NEL RIUSO

Progetto di un complesso residenziale [ Olbia ]Adeguamento scalinate in centro storico [ Bolotana ]Concorso di idee per la sistemazione dell’area esterna - sede della Caritas di Tortolì | 2° CLASSIFICATO [ Tortolì ]Concorso di idee per la riqualificazione urbana del viale Trieste e della via Sassari | 3° CLASSIFICATO [ Sanluri ]Concorso di progettazione per la riqualificazione di piazza dell’Isolotto [ Firenze ]Concorso di idee per la riqualificazione urbana del viale Trieste e della via Sassari | 1° CLASSIFICATO [ Sanluri ]Edificio adibito a centro benessere e a casa di civile abitazione [ Samugheo ]Complesso residenziale [ Posada ]Living with (in) nature - first prize EUROPAN 13 [ Landsberg ]

Casa CF [ Arzana ]Passeggiata pedonale [ Arzana ]Progetto per un museo Tributo a Khaled al Asaad [ Budoni ]Realizzazione di un parco montano attrezzato [ Bolotana ]Progetto azienda agricola fra terrazze [ Dorgali ]Residenze turistico-alberghiere Is Medaus [ Arbus ]Recupero ambientale dell’Orto dei Cappuccini [ Cagliari ]Accessibilità fisica e culturale al Museo Nivola [ Orani ]Riqualificazione dei bagni termali comunali [ Fordongianus ]Riqualificazione del campeggio comunale di Torregrande [ Oristano ]Casa N [ Stintino ]Progetto fotografico Uomini d’Acqua [ Sardegna ]Un ipotesi di conservazione e di progetto: dall’architettura al paesaggio Area dell’ex Cava Usai [ Villasimius ]

Ex scuderie di Palazzo Grisella [ Casale Monferrato ]Casa G [ Cagliari ]Uffici TH [ Cagliari ]Sistemazione e realizzazione della pavimentazione del sagrato della chiesa di San Giovanni [ Bolotana ]Casa Floris [ Cagliari ]Riuso della Torre dell’Acqua D’arT (Dolianova arts Tower) [ Dolianova ]Arene Ipotesi di riuso della struttura dello stadio Sant’Elia [ Cagliari ]Villa Mama [ Torre delle Stelle ]Progetto di riqualificazione dell’ex area industriale Mazzoleni [ Seriate ]Ristrutturazione fabbricato [ Benetutti ]

elenco interventi

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VISIONI NELLA STORIA

VISIONI NEL DESIGN

Sistemazione area esterna sede caritas [ Tortolì ]Restauro della chiesa di S. Antioco [ Orgosolo ]Casa del Parco Riserva Naturale Protetta di Decima Malafede [ Roma ]Ipogeo del castello aragonese [ Sassari ]Restauro e consolidamento statico della chiesa di San Nicola di Silanis [ Sedini ]

Linee in movimentoL’ideaCircle e Orbita per Cukoodesign

elenco interventi

VISIONI DI UN MAESTRO

Complesso La Vigna anni ‘70 [ Palau ]Piazza Due Palme anni ‘80 [ Palau ]Quartiere Tanca Manna anni ‘80 [ Palau ]Marciapiedi di via Capo d’Orso anni ‘90 [ Palau ]Chiesa ed ampliamento del cimitero anni ‘90 [ Palau ]Stazzo Pulcheddu anni ‘70-’80 premio In/Arch 1990 [ Palau ]Yacht Club di Punta Sardegna anni ‘60 [ Palau ]

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VISIONI NELLA CITTA’

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Salvatore Oggianu NU183

Progetto di un complesso residenziale [ Olbia ]

Il progetto riguarda la costruzione di un edificio a destinazione residenziale, in corso di realizzazione, sviluppato su tre livelli di cui uno interrato. Il complesso possiede una forma ad “L”, costituito da quattro corpi indipendenti, collegati da pergole con i fronti paralleli al perimetro del lotto. I giardini di pertinenza piantumati a prato e recintati a muro, sono comunicanti con la viabilità esistente attraverso ingressi raggiungibili mediante vialetti pedonali.Gli ingressi delle unità abitative sono tutti preceduti da una loggia che si affaccia sui giardini antistanti. La zona giorno contigua alla loggia di ingresso è costituita da un soggiorno e spazio cottura, mentre la zona notte è composta da due camere da letto e servizi igienici. Le unità interrate, destinate a deposito, sono accessibili da una scala esterna.I parchegi privati delle unità immobiliari, raggiungibili attraverso un ingresso carrabile dalla viabilità pubblica, sono posizionati nel cortile interno del lotto e non visibili dall’esterno.

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Giuseppe Sanna NU191

Adeguamento scalinate in centro storico [ Bolotana ]

Il nucleo antico del Centro abitato di Bolotana è sorto seguendo le direttrici morfologiche del terreno e imposta i principali percorsi urbani seguendo le curve di livello secondo uno schema organico, riconducibile al principio che trae origine dalla situazione fisica del luogo abbinata alla ricerca di una più agevole percorrenza. Tali percorsi sono poi, in senso trasversale, collegati da ripidi collegamenti “secondari”, continui o scalettati che portano, nel susseguirsi, a raggiungere le zone più alte del paese.Questi collegamenti, definiti “secondari”, lo sono solo apparentemente ché, invece, costituiscono uno degli elementi più caratteristici del nucleo antico dell’abitato di Bolotana.In special modo le scalinate, spesso ripide, generalmente in stato di degrado, meritano una particolare attenzione. L’Amministrazione Comunale di Bolotana ha intrapreso un programma di intervento volto all’adeguamento e riqualificazione di questo tipo di assi di penetrazione al nucleo antico dell’abitato, determinato essenzialmente da due ordini di motivazioni. Sicuramente di primaria importanza era la necessità di rendere le stesse fruibili con facilità e in sicurezza, considerato che le stesse sono percorse da persone anziane che risiedono nel centro storico. Vi è anche da dire che alcune scalinate sono “nate così”, nel senso che non sono frutto di un progetto orientato a criteri di ergonomia o sicurezza e nemmeno di “accessibilità” come oggi viene intesa.Altra motivazione è data dalla volontà di restituire dignità e decoro a elementi caratterizzanti il Centro storico, sulla scorta di una sensibilità recentemente maturata nei confronti dei nuclei di prima formazione degli abitati, spesso dimenticati e lasciati decadere.Per tutti i siti oggetto del presente progetto si è trattato di procedere a una riprogettazione.In un paio di casi il problema principale era dato addirittura dalla pendenza che ne rendeva molto pericoloso l’utilizzo. L’intervento è stato finanziato con fondi derivanti dall’utilizzo delle economie afferenti al Programma Integrato – Bando 2003 (L.R. 29/1998) che ammontano ad € 68.433,43.

Progetto: 2012Realizzazione: 2014

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Luca Soma NU248

Concorso di idee per la sistemazione dell’area esterna - sede della Caritas di Tortolì | 2° CLASSIFICATO [ Tortolì ]

Il Documento Preliminare alla Progettazione (punto cruciale del Concorso di Idee) prevedeva l’intervento in sole due particolari zone individuate all’interno dell’area e denominate rispettivamente Zona 01 e Zona 02;

ZONA 01: area per manifestazioni di aventi in genere con una zona attrezzata con anfitatro, zona evento e zona spettatori, possibilità di copertura di parte dell’area con tensostrutture o similari. sistemazioni dell’intera area con percorsi pedonale area a verde;

ZONA 02: zona suddivisa in sottozone per esposizioni varie, zona accettazione partecipanti, zona pause; verificare la possibilità di realizzare un blocco di due o tre bagni anche prefabbricati.

Gli interventi progettati sull’area (che interessano, per mia libera scelta progettuale - anche se non richiesta - l’intera area esterna del fabbricato) si possono sintetizzare nel seguente elenco:

EXPOSITIO - La Zona Expo; CUM SANCTIS AMBULACRUM - La Passeggiata coi Santi; VIRIDIA - il Verde; THEATRUM - Il Teatro.

Facendo riferimento agli elaborati di progetto e alla documentazione fotografica allegati al Concorso di Idee (TAVOLA 01, TAVOLA 02, TAVOLA 03, TAVOLA 04 e TAVOLA 05), si può notare che le opere in progetto apportino un deciso miglioramento del fronte sulla pubblica via a sud, che oggi si presenta con un ”vuoto urbano”, andando quindi a “riempire” e “completare” il fronte preesistente. Lo studio dei materiali di finitura, delle tecniche costruttive e dei colori è stato approfondito soprattutto in virtù sia della valenza storico/paesaggistica del corpo di fabbrica dell’Ex Manifattura Tabacchi nonché del contesto urbano in cui l’edificio ricade.

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Antonio Dejua NU265 | Manuela Bacciu NU329 | ing. Francesco Sulis | ing. Luca Carta

L’intervento sul Viale Trieste e sulla Via Sassari è un RESTAURO, nel senso più ampio del termine in quanto persegue l’obiettivo di recuperare e far rivivere la sensazione percettiva, sedimentata nella memoria, attraverso la ricostruzione dei viali alberati.La prima scelta progettuale è quella di pensare a tre episodi, TRE FONTANE: la prima a Nord che accompagna l’accesso dalla città alla strada alberata di Viale Trieste, la seconda in corrispondenza dell’incrocio tra il Viale e la Via Sassari, infine la terza sull’altro accesso al sistema di vie alberate all’incrocio con la Via Carlo Felice.

Concorso di idee per la riqualificazione urbana del viale Trieste e della via Sassari | 3° CLASSIFICATO [ Sanluri ]

Il nuovo spazio urbano è pensato come una STRADA/PIAZZA dove scompaiono i dislivelli tra i vari piani, veicolare e pedonale. Una caratteristica INVARIANTE dello spazio pubblico italiano è quello di essere costituito da un piano continuo senza interruzioni o soluzioni di continuità. Il progetto insegue questa idea e la sfrutta anche per migliorare notevolmente la fruizione dello spazio pubblico da parte delle categorie deboli (bambini, anziani e disabili).La percezione dell’intervento è aumentata dalla scelta dei cromatismi delle pavimentazioni (realizzate in pietra di basalto e in asfalto colorato), dalla presenza dell’acqua e dalla rappresentazione di architetture tradizionali rivisitate (ad esempio la fontana a forma di abbeveratoio).I CIPRESSI rimpiantati sono il punto di forza della proposta in quanto rappresentano l’elemento di raccordo, che non fa perdere la sensazione di familiarità che la cittadinanza conserva per questi luoghi.

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strutture ing. Antonio Pasquale Belloirender Luca Frogheri

Costantino Belloi NU385 | Andrea Bullitta NU388

Concorso di progettazione per la riqualificazione di piazza dell’Isolotto [ Firenze ]

Il quartiere Isolotto nasce a Firenze nel secondo dopoguerra all’interno del progetto INA-CASA. La piazza è il centro di riferimento del quartiere, la porta verso il parco delle Cascine. Attualmente appare frammentata, il parcheggio a ridosso dell’argine la allontana dal fiume e dal parco, l’area mercatale diventa “luogo” solo durante l’attività, mentre la chiesa sembra non appartenerle.L’idea di progetto si propone come fine ultimo l’unità spaziale e la collocazione della piazza ad una scala urbana riconoscibile:la pavimentazione conferisce una nuova “misura” di dialogo con la città; il gioco dei volumi e delle luci, tra primo piano, piano intermedio e piano lontano, evidenzia il carattere dei singoli momenti come appartenenti ad un continuum urbano; la scelta dei materiali riconduce alla memoria fiorentina: il corten della pensilina ricorda il vicino ponte all’Indiano e il mercato centrale; la pavimentazione ci riporta alla pietra forte dei palazzi storici del centro.Così si integrano in un tutt’uno: la “piazza belvedere” con vista aperta verso il parco delle Cascine, interamente sopraelevata sull’area parcheggi, un enorme blocco di pietra scavato dall’acqua, elementi naturali a simboleggiare il parco che entra dentro il quartiere; la “piazza mercato” con la nuova pensilina interamente ridisegnata, essenziale nelle forme, che dialoga nelle dimensioni e nell’ordine col porticato esistente e si pone come filtro verso la strada; la “piazza sagrato” che riqualifica lo spazio antistante la chiesa e restituisce ad essa l’importanza dovuta.

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Design team Arch. Marco Tradori capogruppo, Arch. Stefano Mais e Arch. Stefano Lecca responsabili impaginazione e rendering , Dott. Agronomo Massimo Tanda responsabile del verde urbano, Dott.ssa Luisa Cuccu responsabile processi partecipativi.

Marco Tradori CA664

Concorso di idee per la riqualificazione urbana del viale Trieste e della via Sassari | 1° CLASSIFICATO [ Sanluri ]

Partecipazione-condi_visioneI processi di riqualificazione urbana sono compiuti se innestati nella vitadegli abitanti. Attraverso un questionario si sonoesplicitatinodi, relazioni, punti di forza e di debolezza del sistema urbano, una visione condivisa per una Sanluri migliore. Da Piazza Porta Nuova a Via Carlo Felice, un tessuto connettivo di verde urbano ricostruisce relazioni urbane e umane che generano comunità attraverso il recupero di percorsi e aree dismesse con potenzialità inespresse.Memoria-innovazioneViale Trieste, nata dalla mano colta di Dionigi Scano, è il luogo dedicato ai caduti. Centotredici piante di lentisco costituiscono il loro memoriale. Accanto alle piante, quasi un omaggio a Beyus, un cippo racconterà la storia personale dei caduti. Le immagini storiche ci restituiscono una sezione stradale importante, ampi marciapiedi, edifici su due livelli intercalati da portali. Questa partitura storica diventa la struttura genetica del modulo che integra e ibrida l’arredo urbano e le piante con un tessuto urbano complesso fatto di accessi alle corti, affacci e passaggi.Resilienza Sostenibilità I cambiamenti climatici impongono città resilienti. L’inserimento nei marciapiedi di aree permeabili, piantumate a lentisco e lagestroemia, ripristina la naturale capacità di assorbimento del terreno. La pavimentazione drenante in autobloccanti e gli arredi verranno realizzati in ricomposto a base di scarti di cava, con cromie e matericità tipiche dei materiali naturali, ma con ridotto impatto ambientale. La panchina con doppio affaccio, sulle case e sulla strada, in legno certificato da foreste sostenibili, starà sulla linea degli alberi favorendo percorsi agevoli per le persone con limitata capacità motoria.

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Salvatore Trogu OR40

Edificio adibito a centro benessere e a casa di civile abitazione [ Samugheo ]

Dalla relazione di progetto“Il progetto riguarda i lavori per la costruzione di un centro benessere e di una casa di civile abitazione nel Comune di Samugheo in via San Michele. I lavori previsti nel progetto in esame concernono la costruzione di un edificio su due piani, dei quali il piano terra avente funzione di centro benessere ed il primo piano funzione di civile abitazione. A causa della conformazione allungata del lotto, non è stato possibile rispettare pienamente la minima distanza di 4,00 m. del corpo di fabbrica dai confini. Infatti il totale rispetto di tale norma avrebbe comportato una soluzione tecnica inaccettabile: un’abitazione stretta e lunga ed una forte riduzione della superficie per il centro benessere, con conseguente rinuncia delle sue funzioni più significative. Questi aspetti determinerebbero una inutilizzazione dell’area.Inoltre, trovandosi il lotto, in un tessuto urbano già conformato, si è ritenuto di poter far sorgere l’edificio a filo strada.Si è dotata l’area di 119,35 mq di parcheggio e l’altezza dell’edificio è di 6,50 m < 8,00 m limite stabilito dal vigente Regolamento edilizio comunale.La struttura portante dell’edificio da edificare sarà realizzata mediante un telaio di travi e pilastri in calcestruzzo armato. Esternamente, le pareti saranno intonacate con intonaco a base calce e tinteggiate con pittura di colore bianco. La pavimentazione dei balconi e delle verande esterne sarà identica a quella esterna”….

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Salvatore Murineddu SS408

Complesso residenziale [ Posada ]

Il complesso è costituito da 6 residenze unifamiliari, variamente incastrate tra loro in modo da formare un blocco architettonico compatto.Le residenze sono realizzate all’interno di due muri d’ambito che proseguono oltre il volume chiuso sia planimetricamente che in altezza definendo dei blocchi abitativi “sostenuti” da muri rivestiti in pietra.I corpi edilizi saranno fisicamente staccati, negli spazi residui di stacco si realizzeranno delle corti interne con funzione tecnica.Le 6 residenze sono strutturate con le zone giorno al piano terra, adiacenti alle verande coperte contigue al giardino privato, mentre le zone notte sono collocate al primo piano, raggiungibili con una scale interna, si affacciano su un poggiolo che funge da copertura per le verande al pino inferiore, dal disimpegno al primo piano, ove previsto, si accede poi alla scala esterna che porta alla copertura-Solarium.Gli spazi abitativi hanno una superficie netta di 52 mq e comprendono: - al piano terra uno spazio aperto con angolo cottura, zona pranzo e soggiorno, la scala d’angolo di accesso al piano superiore, e un bagno con disimpegno-antibagno a doppia porta, dal bagno si accede poi al cortile privato; - il piano superiore ospita la zona notte, con un disimpegno che da un lato permette l’accesso alla scala esterna che porta al tetto-Solarium (presente su 4 delle 6 residenze) dall’altro distribuisce il piano comprendente una camera da letto singola, una camera da letto padronale e un bagno di piano, le due camere hanno accesso diretto con porta finestra, ad un poggiolo, parzialmente protetto dal solaio di copertura.Il progetto ha una forte valenza estetica, intenzionalmente espressa nell’utilizzo di linee razionali e contemporanee, in netto e voluto contrasto con l’architettura esistente nel luogo.

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Paolo Russo SS773

Living with (in) nature - first prize EUROPAN 13 [ Landsberg ]

Il sito strategico proposto dal concorso Europan 13, per la città tedesca di Landsberg, si estende su un’area di 31 ettari.Questo territorio è caratterizzato dalla presenza di un importante sistema ambientale, composto di aree agricole, boschi e corsi d’acqua, contrapposto a una forte infrastruttura viaria e industriale.L’ obiettivo è quello di far in modo che si creino le condizioni capaci di attivare processi di feedback tra ambiente naturale e infrastruttura, per la salvaguardia del sistema ambientale e la giusta contrapposizione con il sistema insediativo. La risposta al tema non si è concentrata semplicemente sulla progettazione di unità residenziali, ma sulla creazione di un’integrazione equilibrata tra i vari elementi che compongono il territorio di Landsberg.Le principali azioni sono: la costruzione dello spazio pubblico come elemento chiave del progetto, a definizione di un nuovo fronte paesaggistico verso la nuova area, la creazione della giusta relazione tra ambiente industriale, urbano e naturale e la progettazione di nuovi edifici residenziali e commerciali. L’impianto, che presenta una densità volumetrica maggiore in prossimità del polo produttivo, diminuisce man mano che si avvicina alla foresta. In questo modo i servizi residenziali, culturali e sociali sono distribuiti in modo equilibrato su tutto il sito. I percorsi che si sviluppano lungo l’asse NordSud sono adibiti principalmente a uso ciclabile e pedonale. Questa scelta, genera, un sistema logisticospaziale che rende tali percorsi i principali spazi di natura comunitaria degli abitanti del nuovo parco tecnologico di Landsberg.Infine il sistema forestale produce il medesimo risultato, penetrando all’interno del sito di progetto e diradandosi man mano che si avvicina al polo produttivo. La struttura e l’organizzazione di questa nuova area abitativa si basa sull’equilibrio tra gli elementi naturali e artificiali, ciò crea un ambiente con caratteristiche molto specifiche che si relazionano, integrando e rafforzando, le dinamiche sociali, urbane e territoriali della città di Landsberg.

Gruppo di progettazione Arch. PAOLO RUSSO (TEAM LEADER), FABIANA LEDDA, ANTONIO CUGUSI, ANNAMARIA GAITO, RICCARDO ONNIS

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VISIONI NEL PAESAGGIO

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Raffaele Angelo Pisano NU137

Casa CF [ Arzana ]

Una casa unifamiliare alla periferia dell’abitato di Arzana, attestata all’estremità del viale Firenze, asse di accesso per chi arriva da nord. L’edificio occupa parte di un lotto di forma tendenzialmente trapezoidale. Il lotto si sviluppa su tre livelli terrazzati che degradano verso il Rio Porcilis e costituisce parte di un sistema di orti terrazzati, parzialmente ancora in uso, che delimita l’intero versante nord dell’abitato storico. Il sottostante tratto del rio è punteggiato dalla presenza di una fitta trama di roverelle che accrescono il valore ambientale di un paesaggio agrario in parte dismesso. Il terrazzamento principale è in parte occupato dalla costruzione e in parte da un rigoglioso giardino. I due terrazzamenti inferiori sono adibiti alla coltivazione.L’abitazione occupa la parte centrale del terrazzamento superiore, il maggiore per dimensioni, che si sviluppa alla quota del viale. Si articola in tre livelli, uno seminterrato, e due fuori terra. Il muro che delimita il lotto dalla strada garantisce privacy all’ampio giardino che circonda la casa. L’accesso avviene attraverso un percorso che parte dall’estremità ovest del lotto e raggiunge l’ingresso all’abitazione attraversando il giardino. La zona giorno è collocata al piano terra ed è dotata di un’ampia terrazza. Al piano superiore sono ubicate le camere da letto, disposte intorno ad una zona comune che gode di una notevole vista verso il mare. Al piano seminterrato si trovano il garage, la cantina e i vani tecnici.Le condizioni climatiche, (in particolare l’intensità del vento di maestrale) e la geografia dei valori ambientali al contorno, hanno inciso in maniera decisiva sulla definizione dei prospetti. La casa assume un forte carattere introverso verso nord e verso ovest, per proteggersi dal forte vento di maestrale. Si fa più permeabile verso sud e verso est per godere di apprezzabili viste.

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Raffaele Angelo Pisano NU137

Passeggiata pedonale [ Arzana ]

L’intervento interessa un breve tratto della strada di accesso al paese compreso tra due antichi sentieri murati che si snodano nella sottostante campagna. Si tratta di un ambito periferico prossimo al nucleo storico dell’insediamento, il quale ha inizio appena oltrepassato il ponte sul rio “Nieddì”.Qui la strada, assecondando la curva di livello, corre a mezza costa nel versante compreso tra la suggestiva cresta rocciosa del promontorio di “Cuccurone” e il corso del rio “Castana”. Con la chiarezza del suo tracciato segna un preciso discrimine tra edificato e campagna, tra edilizia e paesaggio.L’edificazione lungo strada è caratterizzata da una serie di corpi edilizi disposti sul lato a monte, a formare una cortina che asseconda l’andamento dell’asse viario.A valle, invece, un articolato e ampio sistema di orti terrazzati degrada dolcemente verso il rio “Castana” disegnando un paesaggio agrario di grande pregio ambientale.Tema del progetto è la costruzione della sottile linea di confine tra città e campagna, tra natura e artificio.L’architettura diventa un semplice dispositivo attraverso il quale viene messo in scena il paesaggio e viene costruita la relazione sia visiva che fisica tra le parti.Il camminamento è caratterizzato da una sezione variabile. Il suo disegno è improntato alla massima semplicità.Il muro che lo sorregge, con la sua linea netta e perfettamente orizzontale, disegna il coronamento del sistema di orti terrazzati e rivela il suo carattere urbano, quello di un manufatto attraverso il quale l’abitato si proietta verso la campagna. L’alternarsi, lungo il camminamento, di parapetti in muratura e ringhiera trova una precisa ragione nel rapporto visivo tra le parti.

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Salvatore Oggianu NU183

Progetto per un museo Tributo a Khaled al Asaad [ Budoni ]

L’idea di un progetto preliminare per un piccolo museo di arte moderna nasce da una iniziativa dell’associazione culturale Olbia-Pulse.L’obiettivo primario era quello di progettare un edificio che doveva essere caratterizzato da un evidente simbolismo e una forte riconoscibilità sul territorio. La proporzione aurea della spirale logaritmica della conchiglia Nautilus, da sempre elemento legato all’acqua e al mare utilizzata nelle arti figurative, è intimamente legata ai numeri di Fibonacci. Tale rapporto è stato considerato, sin dalla sua scoperta, come rappresentazione della legge universale dell’armonia. Da qui l’idea di concepire uno spazio a forma di spirale con uno spazio centrale circolare che funge da pozzo di luce. I setti che separano le sale sono anch’essi leggermente arcuati. L’ingresso è costituto da due grossi setti murari che sorreggono una ampia copertura leggermente curva in modo da ricreare un effetto tenda. La copertura di ingresso consente anche nei mesi caldi di ombreggiare un ampio spazio che può essere destinato ad eventi all’aperto. L’ingresso così importante attribuisce all’edificio un solo fronte principale lasciando al restante involucro un aspetto piuttosto cieco. La copertura è costituita da elementi separati, sfalsati e inclinati che consentiranno un’illuminazione naturale indiretta. Nel locale interrato saranno collocate le funzioni accessorie per attribuire al piano terra l’intera superficie destinata all’esposizione. Nella pavimentazione esterna sono ricavate due lame d’acqua che ritagliano i percorsi di accesso in asse con l’ingresso principale.

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Giuseppe Sanna NU191

Realizzazione di un parco montano attrezzato [ Bolotana ]

L’intervento riguarda la messa in opera di alcune azioni volte a riqualificare e attrezzare l’area tra Mularza Noa e Ortachis, nel territorio montano del Comune di Bolotana, fittamente boscata e inserita, per le valenze ambientali, paesaggistiche e archeologiche,nel futuro Parco del Marghine – Goceano. Nella stessa, col tempo, è creata una zona di fruizione sociale, utilizzata prevalentemente nelle stagioni primaverile ed estiva, input che si è assecondato per materializzarsi in forma di intervento di cui al presente progetto, considerato il particolare legame affettivo che lega la popolazione bolotanese al suo territorio e a questi luoghi in particolare, oltre alla vocazione naturale della zona in oggetto.Le furreddas sono state realizzate con pietrame per lo più reperito sul posto e solidarizzato con malta cementizia disposta in modo da dissimulare una realizzazione “a secco”.I tavoli sono realizzati in materiale lapideo, mediante il recupero di cappellacci di risulta derivati dalla regolarizzazione dei blocchi estratti da cava. Il piano del tavolo coincide con quello tagliato a sega (regolare e idoneo alla funzione); la parte irregolare è fissata su macigni reperiti sul posto e collocati nei luoghi opportunamente scelti, a costituire la base del tavolo stesso e per una migliore contestualizzazione dell’oggetto in sito. Allo stesso modo sono realizzate le panche. Le fontanelle sono in materiale lapideo reperito sul posto e assemblato con malta cementizia data in modo tale da apparire murato “a secco” e vengono alimentate mediante tubazioni in polietilene nascoste dal successivo ripristino del naturale piano di campagna. Si sono, inoltre, create due postazioni per attrezzature da gioco, quali altalene, scivoli e bilici, a favore dei fruitori più piccoli.Si è, infine, realizzato un tratto di sentiero a partire dal cancello di accesso all’area dalla S.P. 17, precedentemente in terra battuta, ora con manto di usura in materiale lapideo granitico e basaltico.Progetto: 2008Realizzazione: 2009

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Francesco Brocca NU346

Progetto azienda agricola fra terrazze [ Dorgali ]

Il progetto dell’azienda nasce dall’esigenza di dare una nuova collocazione per la lavorazioni di una tanca nel territorio di Dorgali. Il progetto é partito dall’analisi dei fabbisogni aziendali e del contesto del luogo in cui risulta subito peculiare la conformazione del terreno su terrazze che si affacciano sulla Valle di Oddoene per la coltivazioni di olivi e vigneti di cannonau. L’edificio riprende l’andamento dei terrazzamenti attraverso la distribuzione interna con un corridoio centrale, che riprende l’allineamento di questi e da cui su un lato si trovano gli ambienti produttivi al piano interrato e uffici al piano terra , mentre dall’altra parte trovano collocazione i locali tecniche gli ambienti di servizio. Al piano terra la funzione del corridoio viene ulteriormente evidenziata da un rivestimento laterale in mattoni che riprende in parte le finiture esterne. Nel trattamento delle superfici interne si è deciso di riprendere i materiali del luogo con l’utilizzo di pietre dal colore scuro e i mobili in corten che riprendono i terrazzamenti, i mattoni presenti in alcuni edifici del contesto dorgalese, i pavimenti in coccio pesto a riprendere il terreno argilloso e le coperture in legno a riprendere la vegetazione del contesto. La facciata a sud viene rivestita con vegetazione in modo da stemperare le temperature su questo lato dell’edificio e permette allo stesso tempo un affaccio sul contesto.

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Progetto azienda agricola fra terrazze [ Dorgali ]

Come prima ideazione progettuale è stato scelto il territorio del Comune di Arbus in quanto tutta l’area, data la sua rilevante ampiezza, contiene un ricco patrimonio storico-culturale costituito dai vecchi fabbricati rurali inutilizzati (Medaus), in un contesto ambientale di articolata morfologia e valenze paesaggistiche, sia all’interno che sulla costa. I fabbricati individuati sono circa 300, di varia tipologia e organizzazione distributiva degli spazi interni ed esterni. Lo stato di conservazione è compresa tra il livello di rudere a quello in buone condizioni. I’ambiente naturale si presenta complessivamente ancora integro, ad eccezione di alcune parti della costa alterate dagli insediamenti turistici e delle aree agricole adiacenti alle aree urbanizzate, sperperate dalle seconde case che poco hanno a che fare con lo sviluppo agricolo.La proposta progettuale intende sperimentare modelli innovativi di turismo sostenibile attraverso l’organizzazione e sviluppo di sistemi turistici alternativi, per la fruizione del patrimonio ambientale e culturale locale.Il progetto prevede il restauro e ristrutturazione e riuso dei “ Medaus”, vecchie costruzioni dell’economia agro-pastorale della Sardegna, per recuperarne la memoria storica, attraverso la quale potrà essere valorizzato un aspetto caratterizzante del patrimonio culturale e paesaggistico della Sardegna.

Italo Corda CA508

Residenze turistico-alberghiere Is Medaus [ Arbus ]

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Progetto azienda agricola fra terrazze [ Dorgali ]

Il recupero dell’Orto dei Cappuccini nasce dalla specificità storica, morfologico-vocativa del luogo, dal suo genius loci, evolvendosi verso una rinnovata identità ambientale e culturale e ri-contestualizzazione nel più complesso ambiente naturale, culturale e socio economico della città di Cagliari, sempre più attenta agli elementi di novità a livello nazionale ed internazionale.Temi fondanti sono il recupero e la valorizzazione delle permanenze storiche (muretti a secco, muri di cinta, resti di canalizzazioni e vasche irrigue, camminamenti, piccolo fabbricato); e il recupero ambientale dell’area storicamente destinata agli orti.L’antica vocazione agricola del sito, nella sua rinnovata identità viene ambientata in un orto-giardino: un micro sistema agro-urbano nel cuore della città, luogo di bellezza, d’incontro e socializzazione e di attività di vita cittadina, fruibile di giorno e di sera; nel rispetto delle peculiari caratteristiche di storicità e naturalità dell’area, valorizzandole e potenziandone gli aspetti ecologici e la biodiversità con l’intento di divenire anche importante contributo per la promozione del messaggio universale di Expo 2015 “Nutrire il pianeta – energia della vita”.Sarà un luogo aperto nelle sue relazioni con la città anche attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento attivo dei cittadini, associazioni, scuole, e dei Frati Cappuccini, gli iniziatori dell’antica vocazione agricola orientata alle coltivazioni dei semplici per la spezieria del Convento Maggiore dei Cappuccini dalla fine del XVI secolo al 1867.Nella sua rinnovata identità l’Orto dei Cappuccini è così ambientato: Giardino dei Semplici (Aromatiche), Percorsi sensoriali; Orti didattici, Frutteto.

Fernanda Cavaudo CA529

Recupero ambientale dell’Orto dei Cappuccini [ Cagliari ]

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Jari Franceschetto CA636

Accessibilità fisica e culturale al Museo Nivola [ Orani ]

L’intervento promosso dal Comune di Orani prevede lo studio e realizzazione di misure atte a rendere il Museo Nivola accessibile a tutti. Il progetto analizza il luogo e l’anima del museo, fatto di persone, opere e sogni in un contesto paesaggistico e storico unico e irripetibile.Il nuovo museo sarà per tutti e lo sarà attraverso la sostituzione di una parte della pavimentazine esistente in acciottolato del piazzale esterno di ingresso e del vecchio museo. La nuova pavimentazione realizzata in lastre di granito sardo bocciardato uguale a quello utilizzato nel rivestimento esterno dei nuovi corpi museali, prenderà il posto dell’acciotolato, difficile da percorrere e ingannevole memoria recente del luogo.L’intervento, realizzato grazie all’opera di attenti artigiani locali ha saputo ordinare lo spaziale e la percezioni del paesaggio e delle opere esposte. Il nuovo nastro in granito, accoglie e orienta il visitatore, lo accompagna e distribuisce verso i servizi offerti dal museo.Le scelte compositive, mantengono il principio delle azioni progettuali già adottate nei precedenti interventi. Le nuove superfici restituiscono spazi accessibili che avvicinano i visitatori alle opere, all’architettura e all’acqua.Il progetto lega i selciati esistenti e definisce ambiti di geometrie semplici e modulari a tagli di pieno e vuoto che ricordano la compenetrazione geometrica utilizzata spesso da Nivola in alcuni importanti gesti scultori.

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Salvatore Trogu OR40

Riqualificazione dei bagni termali comunali [ Fordongianus ]

DALLA RELAZIONE DI PROGETTOStato di fatto Il complesso delle terme comunali di Fordongianus, al quale si accede dal livello stradale tramite una scala in cemento, consta principalmente di un piccolo edificio in muratura portante. Le funzioni di tali edificio sono polivalenti: infatti al suo interno possiamo trovare tre vani contenenti le vasche di immersione per le cure termali vere e proprie, un piccolo ufficio ed un vano attualmente non utilizzato, il quale svolgeva probabilmente la funzione di piccolo deposito. Il solaio di copertura è attualmente utilizzabile come spiazzo di sosta, poiché la quota di calpestio permette di affacciarsi sul panorama circostante; a riprova di questo si può notare che il parapetto è conformato in modo da fungere come seduta perimetrale. A causa della notevole umidità, dovuta ovviamente alla funzione principale stessa dell’edificio e allo scorrere del vicino fiume, le pareti perimetrali all’esterno dell’edificio sono ricoperte da muschi. Non si notano tuttavia segni di cedimenti strutturali, ma solo il naturale degradarsi delle parti più sensibili.La scala di accesso, in particolare, segnala la carenza di adeguati interventi di ristrutturazione ed adeguamento alle normative, in quanto le condizioni dei gradini (sbrecciati e lesionati in diversi punti) evidenzia un degrado che si protrae già da diverso tempo. L’edificio dunque, pur essendo in ottimo stato di conservazione strutturale, necessita un forte intervento a livello degli strati di finitura più esterni quali intonaci, tinteggiature, infissi, pavimentazioni; con l’ovvia inclusione del rifacimento e dell’adeguamento alla normativa degli impianti tecnologici (idrico, fognario, elettrico).Fortemente interessati al degrado risultano quindi essere gli infissi, gli intonaci esterni ed interni, la pavimentazione sul solaio dell’edificio che concorrono a creare, nell’insieme, una sensazione di abbandono nonostante le interessanti peculiarità del luogo.Stato di progetto L’intervento ha lo scopo di riqualificare le terme comunali da un duplice punto di vista: a) Funzionale; b) Architettonico.Per quel che riguarda il punto a), si procederà tramite:il rifacimento degli impianti tecnologici, ormai obsoleti e fuori normativa;la modifica nella distribuzione interna degli spazi, mediante:l’abbattimento parziale della muratura portante, per creare un collegamento interno comune agli ambienti;l’utilizzazione dell’attuale vano adibito a deposito che svolgerà la funzione di ricezione;la creazione, in quello che ora è la ricezione, dei bagni per il pubblico;la sistemazione delle vasche di immersione, attualmente sagomate approssimativamente, per renderle più confortevoli e più facilmente utilizzabili;la sistemazione della scala di accesso all’edificio, per la quale è prevista la posa in opera di un necessario parapetto come da normativa.Per quel che riguarda il punto b), si prevede;uno studio dei prospetti esterni, mediante la chiusura degli infissi attualmente esistenti e la creazione di nuove aperture;il rivestimento integrale esterno dell’edificio e della scala con lastre in materiale lapideo;il rifacimento dello spazio antistante, a livello stradale, mediante una pavimentazione con lo stesso materiale utilizzato per l’edificio;un maggiore contatto con l’ambiente circostante esterno, realizzato per mezzo della tipologia dei nuovi infissi, a tutta altezza, i quali permettono una visione “globale” del panorama esterno; nei locali ove si svolge la terapia l’utilizzazione di materiali più caldi come il pavimento in doghe di legno di Iroko e le pareti piastrellate con tessere “a mosaico” in pasta di vetro.Il progetto in esame non prevede alcun aumento o diminuzione delle superfici utilizzabili, né della volumetria esistente; né si interviene a livello strutturale. Si pensa, con questo progetto, ad un intervento “minimo” con l’intenzione di creare un luogo suggestivo nella sua limitata estensione spaziale.

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Salvatore Trogu OR40

Riqualificazione del campeggio comunale di Torregrande [ Oristano ]

Il progetto consiste nella riqualificazione del campeggio comunale di Torregrande – Oristano.L’area interessata occupa una porzione di circa 35.000 mq del vasto campo dunale di retrospiaggia compreso tra la foce del Tirso e il canale scolmatore dello stagno di Cabras, in prossimità della borgata di Torregrande, rimboschita a pino negli anni ’50, dove Il paesaggio ha quattro componenti principali:• il paesaggio antropico della borgata di Torregrande che presenta un abaco di tipologie che vanno dal vernacolo al postmoderno, all’interno del quale la miglior

qualità architettonica è espressa dalle abitazioni degli anni ’50 e primi ’60, di evidente impronta razionalista;• il paesaggio agricolo ubicato a margine dei rimboschimenti caratterizzato, sia nell’assetto fondiario, sia nelle tipologie abitative, dall’uso di modelli di importazione

di matrice lombarda;• il paesaggio dunale interposto tra quello forestale e la battigia;

• il paesaggio forestale artiiciale composto da rimboschimenti di Pinus pinea ed Eucaliptus camaldulensis.

Tale contesto, analizzato sia dal punto di vista formale che storico, suggerisce un’impostazione progettuale improntata all’assoluta semplicità ed essenzialità dei volumi proponendo una mediazione tra alcuni riferimenti al patrimonio urbanistico storico dei paesi del Campidano Maggiore e l’architettura razionalista. I primi li ritroviamo nelle aperture piccole dei bungalow, nelle zoccolature in pietra di alcuni edifici, nell’essenzialità delle forme, elemento comune tra l’edilizia abitativa storica locale e l’architettura moderna, evidenziato dalle superfici intonacate tinteggiate di bianco. Le costruzioni, dislocate oltre la fascia dei 300 mt dal mare, consistono in due blocchi che si attestano nell’area d’accesso da dove si diparte un passaggio tra i pini che porta all’area dei servizi comuni. Qui, attorno ad uno spazio geometricamente definito, sono dislocati il market, il bar con piscina, il ristorante e un corpo bungalow. Il resto dei bungalow, aggregati a formare delle piccole corti sono immersi nella parte più antica della pineta.I percorsi interni, ridotti al minimo per evitare di invadere aree destinate a bosco, sono realizzati in graniglia di Marmo di Orosei, come pure nello stesso marmo sono rivestiti i punti doccia e i lavatoi nella zona verso la spiaggia, riservata alle piazzole per le tende.

progetto e direzione lavori ARCHITETTI -SALVATORE TROGU/ ROSSELLA SANNA

Committente concessionario Spinnaker s.r.l.strutture Mario Ollaimpianti C.S.E. s.r.l.

consulenti per l’analisi geologico-ambientale-forestale Roberta Sanna, Enrico Salarisimpresa Olla Federico S.n.c.

dati dimensionalisuperficie del terreno mq 34750

superficie coperta mq 1940 volume totale mc 5206

cronologia2000 progetto esecutivo2000-2001 realizzazione

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Andrea Costa OR54

Casa N [ Stintino ]

CASA N si trova a Stintino, in uno degli angoli più belli della Sardegna nord-occidentale: l’edificio (prossimo al completamento e frutto di una demolizione-ricostruzione di 538 metri cubi) è stato realizzato sulla cima della collina di Punta Negra, località situata a poca distanza dall’abitato del paese caratterizzata da una vista mozzafiato verso l’Asinara e verso la spiaggia della Pelosa. L’idea che sta alla base di questo lavoro è quella di realizzare un edificio che riesca a suggestionare attraverso forme architettoniche pure, composte da pochi materiali in una doppia tendenza cromatica, ovvero quella della pietra locale di rivestimento e del bianco delle superfici murarie. Il progetto prende forma sfruttando la pendenza naturale del terreno: la zona notte viene interrata su tre lati e si apre solamente verso il mare; al piano superiore, si trova la zona giorno, dotata di un grande living e caratterizzata da una copertura a “piastra” che delimita superiormente le ampissime aperture vetrate e il patio esterno antistante la piscina. Tutti gli ambienti interni vivono in simbiosi con la natura circostante: ogni angolo della casa offre un ampio cono visivo verso il parco ed il mare. La piscina del tipo “infinity pool” crea una quasi un’estensione naturale del Golfo dell’Asinara all’interno dell’intervento, creando così un ulteriore connessione con l’architettura del luogo e spazio circostante.

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Davide Virdis SS223

Progetto fotografico Uomini d’Acqua [ Sardegna ]

Ideato e sviluppato da Davide Virdis in collaborazione con l’antropologo visuale Paolo Chiozzi.Ha come soggetto la Sardegna e il suo rapporto con l’acqua; Una relazione che ha certamente una dimensione “naturale” – data dall’azione dell’acqua (come di altri fattori ambientali) sul territorio, che in modi e misure differenti ne viene “plasmato” – ma che rivela sempre una valenza antropica, poiché è il lavoro dell’uomo che attribuisce senso al territorio: lavoro che non è necessariamente solo materiale, ma senza dubbio è sempre simbolico.L’approccio all’esplorazione del territorio segue tre differenti declinazioni del rapporto tra acqua, uomo e paesaggio: 1. le coste, la linea di demarcazione tra terra e acqua, il concetto generatore della condizione di Isola, il rapporto dell’uomo con l’acqua del mare: l’acqua salata,

barriera ma contemporaneamente via di comunicazione, preservatrice di una identità ma anche porta - generatrice di scambi e soprattutto di “fluidità”, di disarmonia talvolta, che investono quell’identità;

2. territorio interno, quindi acqua come risorsa: l’acqua dolce, l’elemento comune e indispensabile per l’organizzazione e lo sviluppo di ogni cultura; 3. Il progetto prevede quindi un 3° percorso, “trasversale”, nel quale si osserva l’acqua come rivelatore culturale: gli aspetti simbolici in generale, focalizzando

l’attenzione sui segni che ne svelano i significati più profondi in relazione alla sacralità, alla ritualità, che tanta parte hanno nella definizione di una identità in relazione al particolare territorio.

La ricerca fotografica realizzata grazie ad un finanziamento dell’ISRE è composta da 130 foto biste BN/colore realizzate utilizzando un banco ottico analogico per pellicole piane 10,2x12,7cm.

La Maddalena e l’arcipelago invaso del Liscia stagno di Cabras

invaso del Cedrino diga Santa Chiara ad Ulà Tirso tonnara di Portoscuso

Portovesme saline di Sant’antioco Pozzo sacro Su Romanzesu di Bittifaro di Capo Caccia

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Pietro Enrico Longo SS864

Un ipotesi di conservazione e di progetto: dall’architettura al paesaggio Area dell’ex Cava Usai [ Villasimius ]

Il sito di progetto è la Cava Usai a Villasimius: una cava di granito abbandonata, nell’area marina protetta di Capo Carbonara. Sono presenti due edifici, una strada camionabile, due moli di carico e numerosi fronti di cava davanti al mare. A causa della complessità del sito si è lavorato sia alla grande scala che alla piccola: il progetto di restauro e quello di paesaggio.Il tema è quello del riuso: per troppo tempo il modello turistico sardo si è basato su un utilizzo predatorio delle risorse e del territorio.Riprendendo la vecchia strada camionabile, il progetto è iniziato con la ridefinizione della parte bassa della cava, attraverso un segno orizzontale nella zona dove la cava incontra il mare. Si sono progettati dei sentieri tra gli ammassi di detriti che dai fronti di cava più elevati declinano verso la strada, in modo che le pareti rocciose siano visibili e accessibili. I tagli verticali nella roccia sono stati usati come quinte per le piazze che si rivolgono verso il mare. Il percorso perde la sua linearità dove inizia la parte più informe della cava, in cui sono presenti i massi più grandi, le rocce granitiche e gli scogli. Qui si è deciso un cambio del linguaggio architettonico: da una linea continua si passa ad una spezzata con una serie di piattaforme e di passaggi che proseguono tra il mare, gli scogli, i detriti e le rocce, fino a raggiungere la parte terminale dell’intervento, una piazza che segna la chiusura del percorso e l’ultima discesa al mare.

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VISIONI NEL RIUSO

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Enrica Caire NU74 | Claudia Murru NU283

Ex scuderie di Palazzo Grisella [ Casale Monferrato ]

Un progetto di riuso all’interno del corpo, ex scuderie, in cortile rustico del Palazzo Grisella di Rosignano a Casale Monferrato. A seguito del restauro delle facciate e coperture del fabbricato con la più recente partitura ottocentesca, inseriti degli abbaini e modificata la falda è stato reso abitabile un sottotetto e ha preso vita uno spazio ideale per attività creative, ricco di luce e movimento. Il progetto è articolato a partire dalla realizzazione di una nuova scala che ha sostituito le scalette originarie non utilizzabili in ambienti civili perché troppo strette e ripide. La nuova scala è organizzata su base quadrata realizzata, tagliando una volta in foglio, con due delle quattro rampe su arco rampante come sono le altre presenti nell’edificio ed è finita con gradini in pietra di Lucerna.Gli spazi al primo piano sono in continuità ma disposti su diversi livelli, a destra dall’arrivo della scala open space dal quale si scende ad un ufficio privato che si affaccia su di un piccolo portico realizzato in corrispondenza dell’arco della parte arretrata dal prospetto bugnato. Dal soppalco sopra la scala con un aggetto rampante, invece, si può guardare il cielo dall’abbaino.Oggi il locale è la sede di Keep Out, marchio Made in Italy per piccoli gioielli che traggono idea da un’antica usanza portafortuna legata a tramandare un ditale in famiglia.

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Raffaele Angelo Pisano NU137 | Mario Angelo Murru NU187

Casa G [ Cagliari ]

La zona di ingresso e di soggiorno di un piccolo appartamento nel colle di Tuvu Mannu (con balcone panoramico).Il progetto cerca di definire il carattere dei due ambiti principali, ingresso e soggiorno, e le relazioni tra di essi. Attraverso arredi fissi, arredi commerciali, piccole installazioni, pitture e qualche rivestimento. Pavimento e serramenti non erano oggetto d’intervento.Si parte da un piccolo dente in muratura che permette di allungare adeguatamente la parete di riferimento del soggiorno, ridimensionando il passaggio verso l’ingresso. E permette anche di alloggiare una capiente armadiatura a tutta parete che attrezza l’ingresso e disimpegna il soggiorno.Il mobile, che fronteggia la porta e caratterizza l’ingresso, si snoda passando sotto il dente e si sviluppa come elemento lineare basso nel soggiorno, distinguendo e collegando i due ambiti.Al centro di questo vano quasi quadrato il grande divano isolato domina la scena.Su questo quadrato si innesta la zona pranzo parzialmente in nicchia, definita da una pelle lapidea con seduta fissa.All’interno di questo semplice dispositivo gli sguardi si incrociano: dall’ingresso la parete con le installazioni, che fronteggia la parete di riferimento del soggiorno (azzurra), dal tavolo in nicchia la triangolazione visuale con le due pareti e l’asse che attraversa il soggiorno, dall’ingresso alla distribuzione degli altri vani. Il vano prende luce da una parete con tre bucature che diventa un unico grande sfondo luminoso tramite l’utilizzo di un tendaggio a tutta parete (la luce è regolata anche dal profondo aggetto del balcone parzialmente incassato).Apparecchi di illuminazione di design caratterizzano i diversi ambiti.Alcuni piccoli interventi (mobili, luci, piccoli allestimenti) partecipano alla caratterizzazione degli altri ambienti (cucina, bagni, camera), che sono già completi di arredi.

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Mario Angelo Murru NU187 | Raffaele Angelo Pisano NU137

Uffici TH [ Cagliari ]

La sede di una giovane società che lavora nell’economia green, degerarchizzata, con forte impulso al lavoro in team e alla dematerializzazione dei documenti. All’interno di una struttura per uffici a torre con nucleo dei servizi centrale. Un locale in locazione, dunque intoccabili pavimentazioni e soffitti, e il curtain wall perimetrale.Il progetto si concentra sulla continuità dello spazio, sulla “permeabilità” dei vari ambienti di lavoro. Diaframmi vetrati che si alternano a pareti colorate con il vivace verde aziendale definiscono gli ambiti senza chiuderli. Una fascia vetrata a ridosso del curtain wall permette allo sguardo di attraversare in tutta la lunghezza i lati esterni del grande quadrato.Il nucleo centrale assorbe i nuovi spazi di servizio (server, archivio minimo, stampa) e viene trasformato in un volume articolato che fa da sfondo alla varie attività, dissimulando la pura funzionalità degli impianti di risalita e dei servizi.Un’ampia gamma di situazioni spaziali: dall’open space all’ufficio aperto alle sale riunioni per piccoli gruppi, all’ampia zona relax attrezzata come una cucina domestica. Spazi di accoglienza e di rappresentanza, di lavoro e di relax si sviluppano senza soluzione di continuità. Non ci sono spazi per la direzione.La committenza ha creduto fortemente nella creazione di un ambiente di lavoro accogliente e produttivo anche negli aspetti di dettaglio: un piccolo giardino pensile, l’allestimento con ceramiche della parete che fronteggia la sala riunioni principale, il trattamento cromatico del nucleo centrale, una grande parete-lavagna nella zona relax, l’utilizzo del legno per la zona relax-cucina e il grande bancone dell’accoglienza.

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Giuseppe Sanna NU191

Sistemazione e realizzazione della pavimentazione del sagrato della chiesa di San Giovanni [ Bolotana ]

La chiesa di San Giovanni sorge a quota 516, aggrappata col suo lato nord al pendio che culmina con il diruto convento dei Cappuccini.Intendimento dell’Amministrazione era di riqualificare l’area esterna annessa alla chiesa, in terra battuta e perlopiù interessata da formazioni vegetali spontanee e selvatiche, oltre a qualche apporto di abbellimento, dopo un’attenta ricalibratura delle quote e delle pendenze, così da donarle un piccolo sagrato. L’intervento era motivato principalmente dalla necessità di allontanare le acque meteoriche che in occasione di forti piogge stagnavano nelle pertinenze attorno alla chiesa, generando un pantano che le rendeva difficilmente praticabili, non tralasciando i problemi di accessibilità per i portatori di handicap.In occasione della festa di San Giovanni (23 giugno), all’interno dell’area, ricorre l’usanza di dar fuoco al tradizionale falò, allestito su un’apposita piattaforma in pietra basaltica di forma pressoché quadrata.L’intenzione è stata quella di creare un percorso, caratterizzato dalla bicromia data dall’alternarsi di fasce di granito e basalto che, a partire dal cancello d’ingresso procede svasandosi lievemente fino a raggiungere il fuoco prospettico rappresentato dalla rotonda, che individua la posizione destinata al falò e si pone quale cerniera tra il percorso di accesso e la riposta piazzetta antistante il principale portone di ingresso alla chiesa, sul lato corto a occidente. Ad aumentare il valore simbolico della rotonda, al centro della stessa e quindi in asse col palo centrale del falò, campeggia l’emblema della croce, in pietra basaltica.Laddove sono presenti preesistenti panche in pietra, si è pavimentato con ciottolame di basalto in modo da differenziare nettamente per materiale e tipo di lavorazione le funzioni destinate al camminamento da quelle destinate alla sosta. Per il resto si è deciso di riservare quanto più spazio possibile all’insediamento di aiuole da destinare alla messa a dimora delle piante che già sono presenti nell’area o a lasciarvele dove già esse sono.Tutte le superfici sono contornate da canto netti di trachite rossa, in assonanza con le mostre dei due portali che caratterizzano le due facciate d’ingresso.Progetto e realizzazione: 2009

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Francesco Saba NU257

Casa Floris [ Cagliari ]

L’obbiettivo principale del progetto è stato quello di dilatare al massimo lo spazio della zona giorno. In base a questa esigenza del cliente, la scelta progettuale si è orientata subito su una soluzione ad open space: pranzo, soggiorno e angolo cottura sono tutti in un unico ambiente con una sola lastra di vetro che separa le zone. Così anche il disimpegno che serve la zona notte non più un andito chiuso ma una sorta di “portico” interno all’abitazione rivestito in basalto sardo con le stanze da letto in stucco alla veneziana color rosso.In quest’ottica la zona giorno è vista come una corte interna su cui si affacciano le stanze da letto con una soluzione a “elle” e il portico in pietra che funge da separè.Tutto l’appartamento segue leggi compositive elementari ma di grande efficacia: una pianta con linee prevalentemente rettangolari interrotte soltanto dal disimpegno di forma semicircolare, che contrasta le geometrie rettilinee e regolari del resto dell’abitazione.Gli elementi che danno forma allo spazio sono una combinazione di materiali naturali e artificiali, come l’acciaio retroilluminato di rivestimento dei pilastri, contro-soffitto in cartongesso, il vetro temperato del divisorio, il parquet in rovere naturale e i rivestimenti in pietra locale. Anche qui, come in tutti gli altri lavori dello studio SABA, grande importanza è data alla scelta illuminotecnica con soluzioni varie ed articolate che caratterizzano la composizione degli ambienti valorizzandone la geometria.

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Francesco Serra CA488

Riuso della Torre dell’Acqua D’arT (Dolianova arts Tower) [ Dolianova ]

La Torre dell’acqua di Dolianova (CA) si trova nella periferia nord est naturale posizione per una torre piezometrica, essendo questo il punto più alto dell’abitato parteollese.Si tratta dell’ex acquedotto realizzato nei primi anni del secondo dopoguerra e completamente ristrutturato nel 2013. Questi ospitava il serbatoio contenente l’acqua che arrivava per caduta dalle sorgenti di “Aramu” sulle colline più alte ad una decina di chilometri dal centro abitato e sempre per caduta alimentava le case del paese. Il progetto di restauro verrà poi, tra il 2003 e il 2007, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Dolianova che si è posto l’obbiettivo di sottrarre dal progressivo degrado una struttura di carattere storico e simbolico per destinarlo ad un Centro polifunzionale Espositivo legato al territorio concretizzando per altro un interessante esempio di valorizzazione di un edificio di archeologia industriale. Il recupero della vecchia torre, unico in Sardegna, ha così dato vita ad ambienti e spazi suggestivi di volumetrie variabili ed articolate, adatti ad un utilizzo diversificato in una location unica.La struttura, prende oggi concretezza come spazio museale espositivo, come D’arT (Dolianova arts Tower), per eventi culturali di carattere temporaneo d’arte e d’architettura.

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Giorgio Tarica CA952 | Avio Onnis CA883

Arene Ipotesi di riuso della struttura dello stadio Sant’Elia [ Cagliari ]

L’area nella quale sorge lo stadio Sant’Elia è situata a est della città di Cagliari, tra il canale di San Bartolomeo e l’omonimo colle. Edificato nel 1970, come a suggellare lo scudetto vinto nello stesso anno dal Cagliari Calcio, rappresenta un luogo simbolo e incarna un sentimento identitario dell’intera città. Il tema dello stadio diventa occasione per il recupero di un area non più periferica ma comunque marginalizzata che affianca la necessità di un intervento sostenibile. L’ipotesi di una totale demolizione, spesso valutata, risulta quindi inadeguata per motivi di carattere culturale e per il danno economico che arrecherebbe al bilancio comunale, 50 milioni di euro, e per il costo dell’operazione stessa, 14 milioni.Tra fruizione e inagibilità, abbandono e ipotesi di demolizione, l’intervento di recupero dello stadio persegue un idea radicale che non si ispira al presente processo di privatizzazione degli stadi, quanto piuttosto al processo di trasformazione delle arene del passato: rinunciare all’attuale funzione per riacquisire il luogo. Come in un’incisione di Piranesi, il manufatto abbandonato è oppresso nella sua potenzialità espressiva e spaziale da corpi aggiunti afferenti funzioni passate (spogliatoi, sale conferenze). La loro demolizione permette di recuperare la potenza comunicativa dell’impianto strutturale di uno spazio ipostilo liberando il dinamismo delle forcelle binate inclinate. Perso definitivamente l’aspetto decadente, questa moderna archeologia sportiva potrà essere ampliata per addizione supportata dalla ritrovata funzionalità distributiva dell’anello porticato. Il rapporto tra struttura e luce guida il progetto, in un continuo viaggio tra la metafora della rovina e la riconquista del luogo.

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Gianfranco Crisci SS316 | Raffaele Angelo Pisano NU137 | Mario Angelo Murru NU187

Villa Mama [ Torre delle Stelle ]

Rifacimento interni di una villa su due piani nella località turistica marina di Torre delle Stelle (nessun intervento su prospetti e parti esterne). Confermata la destinazione originaria: casa di vacanze con 5 camere da letto (più uno studio) e 3 bagni. Organizzazione di tipo tradizionale: zona giorno al piano terra, zona notte al piano primo.Al piano terra la parte anteriore è occupata da un ampio portico su cui prospettano due ambienti separati dalla scala in posizione asimmetrica. L’ambiente principale è una grande cucina con al centro l’isola della cucina e un grande tavolo su disegno in noce sardo, un quadro di convivialità mediterranea. L’ambiente minore è una sala relax con divani, camino e tv. Un’anta scorrevole permette di chiudere la sala. Dalla primavera all’autunno il portico funge da soggiorno all’aperto.Il linguaggio è minimalista. Solo tre materiali: legno di rovere spazzolato per le armadiature e i contenitori (tutti realizzati su disegno) e per il parquet delle camere; pareti e soffitti rasati di bianco; marmo di Orosei, da blocchi appositamente selezionati, per i pavimenti e i rivestimenti (cucina e bagni) con finitura satinata. Acciaio satinato per maniglie, rubinetteria, corrimano scale.I particolari risolti nella maniera più asciutta consentita dalle esigenze tecniche: maniglie solo se indispensabili, porte interne con mostrine complanari alle pareti, attacco pareti-pavimento senza zoccolature, rivestimenti lapidei complanari agli intonaci.Grande cura per l’illuminazione, a led e dimmerabile, utilizzando corpi incassati diffusi capillarmente e corpi illuminanti importanti per i due ambienti al piano terra, con luci indirette per armadiature e bagni.Fodere in cls cellulare, coibentazioni a soffitto e nelle intercapedini della tamponatura permettono di ottenere alti standard di comfort termico.

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Simone Solinas SS330 | Salvatore Carboni SS609 | Daniela Mureddu SS608 | ing. Romina Marvaldi

Progetto di riqualificazione dell’ex area industriale Mazzoleni [ Seriate ]

La strategia di intervento adottata per il comparto mira ad attribuire al sito di progetto un ruolo di rilievo a livello urbano. Da un’analisi del contesto, la richiesta dell’aumento degli standard qualitativi può essere generata da una grande area verde adibita a parco, nel quale puntualmente ergono edifici destinati a residenze e servizi considerati sia come attività commerciali che come luoghi all’aperto dedicati alle diverse fasce di età. La strategia progettuale si sviluppa attraverso la valorizzazione della qualità degli spazi pubblici proposti e la relazione che essi creano con il sistema preesistente. Gli edifici esistenti, pur rappresentando il ricordo di un’area industriale, non sono considerati come dei manufatti di rilievo dell’archeologia industriale e sono stati demoliti per offrire un’immagine totalmente nuova dell’area. La strategia adottata si basa su una visione della città che si costruisce e ricostruisce su se stessa, città come struttura complessa che addensando volumi e storie, sommando il futuro dialoga con il passato, offre una visione contemporanea dell’ambiente costruito. La creazione del parco fonda la sua strategia sull’eliminazione della mobilità carrabile e la realizzazione di una fitta rete ciclabile e pedonale capace di collegare il nuovo insediamento con gli edifici a rilevanza pubblica esistenti, teatro, poli sportivi, complessi residenziali, che definiscono l’area, etc. La limitazione della presenza veicolare ai soli mezzi di soccorso, pur garantendo l’accessibilità ad ogni punto del lotto, rende possibile un differente uso degli spazi aperti, generando una situazione di distacco dal ritmo cittadino e una percezione di suoni e scorci proprie di una percorrenza lenta e controllata.

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Salvatore Murineddu SS408

Ristrutturazione fabbricato [ Benetutti ]

In un vecchio fabbricato nel centro del paese, si è realizzata una ristrutturazione globale per l’adeguamento alla funzione di sede delle associazioni di volontariato.Operando la completa demolizione degli interni, solai compresi, si è potuto realizzare un nuovo livello che si affaccia sul vuoto del piano inferiore.Il piano terra ospita una piccola sala riunioni ed i servizi, il piano primo una sala polifunzionale attrezzata.Il progetto si caratterizza per l’utilizzo del granito nel contrasto tra il “faccia a vista” ristrutturato nei prospetti che si confronta con stipiti delle aperture ed i portoni di ingresso che risultano in design moderno.Gli interni sono enfatizzati dall’uso del rosso e dalle linee razionali delle balaustre in ferro e delle putrelle in ferro a vista.

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VISIONI NELLA STORIA

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Riccardo Corda NU125 | Sergio Aruanno NU97

Sistemazione area esterna sede caritas [ Tortolì ]

La presente a descrizione degli interventi di sistemazione delle aree esterne al fabbricato della Ex-Manifattura Tabacchi adibito a sede della Caritas Diocesana e ubicato a lato del Viale Mons. Virgilio a Tortolì. Le opere previste ed illustrate negli elaborati grafici allegati derivano dalla sintesi fra la proposta progettuale elaborata in sede di partecipazione al concorso di idee bandito dalla Diocesi Ogliastra, del quale i sottoscritti arch. Riccardo Corda e arch. Sergio Aruanno sono risultati vincitori, e le ulteriori richieste di adeguamento e integrazione formulate dalla medesima committenza.Premesso il valore storico e sociale che l’edificio dell’EX MANIFATTURA TABACCHI ha insito nelle sue mura, e nota l’opera che l’illuminato Monsignor Virgilio ha portato avanti con caparbietà e determinazione con l’intento riuscito di aiutare e riscattare la dignità umana attraverso il lavoro manuale, possiamo altrettanto evidenziare, a continuazione del lavoro dell’illuminato vescovo, l’alto valore sociale della sede CARITAS di Tortolì, ubicata appunto nell’edificio già carico di memoria altruista della MANIFATTURA TABACCHI.Edificio lineare, stereometrico, nitido, un esempio di architettura industriale del 900 più vicino ad un edificio rurale che ad un officina del lavoro meccanico. Una facciata ufficiale, rappresentativa sul lato principale di ingresso, sul retro invece, l’edificio si chiude con i suoi bracci a formare una corte, avvolgente, più intima e riservata.L’area verde in essa racchiusa e quella aderente al fabbricato sul lato ovest costituiscono oggetto di intervento e ben si prestano ai temi indicati.

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Giuseppe Sanna NU191

Restauro della chiesa di S. Antioco [ Orgosolo ]

Il progetto prevedeva il restauro delle murature dell’antica chiesa di Sant’Antioco, allo stato di rudere nonché lo studio della nuova chiesa all’interno dell’antica. Il fabbricato è lasciato privo di una particolare connotazione, se non fosse per la croce in acciaio corten che caratterizza il fronte S-O, e che funge da doccione per espellere le acque meteoriche della copertura e contemporaneamente inquadra una piccola finestrella quale unico elemento di introspezione dal sentiero che lo costeggia. I fronti N-O e N-E sono silenti, del fronte S-O s’è detto, mentre quello S-E ospita la porta d’ingresso, ad angolo retto rispetto all’altare. Su questa parete si apre anche una piccola “bocca di lupo” che permette al sole mattutino di colpire la nicchia scavata all’interno di ciò che ci è pervenuto della parete N-E e che, opportunamente ristuccata, sarà chiusa da un vetro. Le pareti all’interno sono in cemento lasciato a vista, così come in cemento è il pavimento. La luce entra per la quasi totalità da un nastro di vetro sostenuto, così come la falda inclinata rivestita esternamente in zinco - titanio, da una trave longitudinale in cls armato lunga di 12 metri. Tale trave si attesta in quella trasversale, sempre in C.A., nella zona dell’altare, coperto da un solaio piano. Questo solaio è aperto da una fenditura chiusa da un lucernaio in vetro colorato destinato a ricostituire il quarto lato della croce in C.A. descritta. La citata apparecchiatura strutturale rivela il tema di fondo che ha ispirato la composizione della chiesa essendo per me impossibile disgiungere l’idea di un tempio cristiano da quello che di Cristo è il simbolo della passione. La croce si materializza all’interno nell’incrociarsi dei due elementi strutturali della copertura; appare nel fronte in forma di doccione a far sgorgare le acque del tetto; ricompare nella vista zenitale della copertura grazie al gioco dei volumi e alle ombre che si creano di conseguenza. Lo stesso portone espone il simbolo della croce nel disegno delle tavole e della vetratura con cui culminano le due ante dello stesso.Nel proporzionamento della Chiesa di Sant’Antioco mi sono servito della Sezione aurea, a partire da un lato del rudere per riuscire a proporzionare il nuovo volume nella sua globalità, così come in ogni elemento che entra nella composizione, fino al portone d’ingresso e alla stessa maniglia.Progetto: 2004Realizzazione: 2007

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Adolfo Virdis CA453

Casa del Parco Riserva Naturale Protetta di Decima Malafede [ Roma ]

Restauro conservativo della chiesina sconsacrata e ricostruzione lignea delle geometrie dell’originario ordine interno in gesso andato distrutto in un incendio; ricostruzione del pavimento con battuto alla romana; restauro delle superfici a intonaco e di quelle graffite, e completamento delle lacune con malte in calce e sabbia locale; Allestimento degli arredi per la funzione di sala espositivaAllestimento degli spazi esterni, sagrato e giardinoAdeguamento degli accessi alla Torre di Perna con piani in battuto alla romanaIlluminazione degli spazi esterni e interni della chiesinaIlluminazione degli spazi interni alla torre

CASA DEL PARCORiserva Naturale Protetta di Decima Malafede | Roma

Lavori di Restauro e Allestimento della chiesina del ‘600 e della Torre di Perna

Anno 2007/2011

Località Roma

Cliente Ente Regionale RomaNatura – Regione Lazio

IncaricoAdolfo Virdis | Progetto e Direzione dei Lavori; Coordinamento della Sicurezza; Contabilità lavori

Il progetto ha ottenuto i nulla osta della Soprintendenza ai Monumenti del Comune di Roma e della Soprintendenza ai Monumenti del Ministero dei Beni Culturali

Credits fotografie dell’opera di Davide Virdis

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Francesco Dettori SS164

Ipogeo del castello aragonese [ Sassari ]

Nel corso dei lavori per il rifacimento di Piazza Castello nel 2008 sono venuti alla luce i resti del castello Aragonese sopravvissuti alla demolizione di fine ottocento. Si tratta dell’avancorpo della fortezza, abbandonato dagli stessi spagnoli nel corso del ‘500. Al termine della campagna di scavo sono emersi gli spazi interni del “barbacane”, nati come struttura difensiva del castello, novanta metri di gallerie su due livelli collegati da scale a chiocciola e lo spazio esterno con ampie sezioni di mura e con gli apparati del fossato e delle porte di accesso.La nuova “teca”, nata dalla necessità di proteggere e valorizzare la fortezza spagnola, è concepita come un intervento discreto e leggero che coniuga la conservazione del bene con un approccio progettuale contemporaneo capace di risolvere le relazioni esterne con la piazza/giardino ed interne con gli spazi ipogei degli scavi.Le funzioni di protezione ed accesso alla parte sotterranea sono assicurate da una copertura inclinata sistemata a verde, che conclude la piazza nel punto di raccordo con il giardino ottocentesco e da una parete vetrata che assicura l’illuminazione naturale e la veduta delle mura e del fossato.La “teca” è progettata come uno spazio di percorso ideale per ripercorrere l’originaria strada intagliata nella roccia, l’attraversamento del fossato, il passaggio dalla porta principale che dava accesso al livello inferiore delle gallerie.

Ipogeo del castello aragonese Piazza Castello Sassari

Progettista Francesco Dettori, SS n. 164Gruppo di progettazione Giulio Biddau, Antonio Fraghì, Egidio Mulas, Francesco Olmeo, Antonio RujuFotografie Davide Virdis

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Marco Terzitta Associati SS270

Restauro e consolidamento statico della chiesa di San Nicola di Silanis [ Sedini ]

Situata in una valle percorsa dal fiume Silanos, in comune di Sedini (SS), sorge la chiesetta di San Nicola di Silanos. Dell’antica fabbrica del periodo romanico arcaico è rimasta l’abside, la navata destra, la base della torre campanaria ed una parte della facciata. Da alcuni documenti si evince che l’edificazione è di qualche anno antecedente al 1113. La costruzione è a pianta basilicale a tre navate. Le parti integre mostrano gli elementi dello stile romanico. L’edificio è costruito con blocchi di calcare secondo la tradizione romana dell’Opus Quadratum con tecnica “a sacco”. L’orientamento guarda ad oriente. Il frontone con il cornicione scolpito ad “ovoli” dà un aspetto “classico” alla facciata. Ricorre la decorazione romanica ad archi pensili. La decorazione è ad arcatelle che si impostano su mensoline nella navata centrale e si alternano su mensoline e strette paraste nella minore. Le finestre sono alte e strette a doppia strombatura.Esaminando le lesioni ed i dissesti sono state fatte ipotesi sulle cause perturbatrici. Il problema principale è costituito dal sovraccarico delle volte rispetto alle condizioni originarie rappresentato principalmente da una calotta di c.a. Gli archi interposti hanno subìto uno spanciamento che ha provocato l’espulsione di alcuni conci murari. In corrispondenza della linea mediana longitudinale delle crociere si è formata una grave lesione provocata da una traslazione orizzontale.Si è provveduto allo smantellamento della calotta di c.a. che aumentava il carico in modo sensibile. Si è deciso di intervenire sulle strutture di fondazione con un aumento della superficie di appoggio realizzando una sottofondazione in blocchi di basalto. Questa soluzione si ritiene idonea in quanto si utilizza una tecnologia analoga a quella esistente e permette di verificare appieno l’equilibrio strutturale.

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VISIONI NEL DESIGN

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Luisa Chisu NU76

Linee in movimento

Ferro battuto, rame..., i miei moduli di ferro svettano come moderni fiori di campo ad abbellire balconi e ballatoi.La mia formazione di architetto si concilia con la mia vocazione e il mio amore per il design. L’appartenenza ad una famiglia di artigiani del rame e del ferro (nonno Bruno) mi ha trasmesso l’attenzione e il rispetto dei materiali, delle forme e dei colori.La mia matita muove da una attenta osservazione di tutto ciò che mi circonda e trae ispirazione per disegnare nuove geometrie che nelle mani di sapienti artigiani si trasformano in componenti d’arredo, ringhiere in ferro battuto, acciaio. I moduli da me progettati sono ripetibili e replicabili nei vari materiali tanto da essere già stati realizzati come componenti d’arredo per interni ed esterni. La mia ricerca mira ad indagare ulteriormente i campi di applicazione dei miei progetti ponendo particolare attenzione all’ artigianato e al design.

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Michele Schintu CA911 | Veronica Puddu CA905

L’idea

In svariate città si trovano numerosi elementi che aiutano il visitatore, o il cittadino, a percepire i luoghi che percorre. A volte questi elementi risultano leggibili solamente ad alcuni utenti, avendo una forma categorizzata e non accessibile.Il concept della forma del leggio, è il pieghevole informativo; la forma é infatti caratterizzata da differenti piegature che richiamano quelle di una brochure. Così come questa serve al turista per orientarsi in una città, così il leggio aiuta e implementa la conoscenza della città o del luogo nel quale viene installato.Le diverse inclinazioni lo rendono un oggetto di arredo urbano realmente accessibile a svariate categorie di utenti tra cui disabili e bambini, la maggior parte delle volte esclusi dagli elementi informativi presenti nelle città e nei principali luoghi di interesse.Il leggio ha un’altezza di 135 cm, una larghezza di 35 cm e uno spessore che può arrivare fino a 1 cm a seconda del materiale utilizzato. Lo spessore ridotto consente l’inserimento in diversi contesti, da quello urbano a quello museale, con il minimo impatto.L’altezza garantisce, sul lato frontale, la visione delle informazioni da parte di persone normodotate che per diversamente abili. Posteriormente è invece inserito il leggio dedicato ai bambini. Ad un’altezza media di 85 cm il pannello posteriore può ospitare elementi attrattivi quali illustrazioni che descrivono le storie del luogo in forma fiabesca, o elementi di intrattenimento come lavagne bianche o fogli da disegno se inserito all’interno di aree museali.Le diverse inclinazioni garantiscono un minimo ombreggiamento delle parti di lettura.I materiali con i quali può essere realizzato il pannello possono variare a seconda del contesto nel quale va ad inserirsi.

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Antonio M. M. Musio SS533

Circle e Orbita per Cukoodesign

Gli orologi Circle e Orbita del sottoscritto arch. A. Musio, sono stati disegnati per la e inseriti nella linea di oggetti e complementi denominata “Light free collection”: la loro produzione si basa sull’utilizzo della tecnologia taglio laser, la quale denota versatilità su forme e dimensioni, ma sempre caratterizzata da una progettazione dell’oggetto solo in due dimensioni.Il marchio richiedeva degli oggetti non con una caratterizzazione specifica, ma che, mutando colore e dimensione potessero adattarsi a vari ambienti. L’idea del disegno prende origine dallo “specchio d’acqua”: immobile e illuminata, o quasi densa sotto un leggerissimo moto ondoso, riflette tutto ciò che ha intorno, fino a quando questo immobilismo non viene rotto dalla pioggia; l’incontro di queste due forme d’acqua, genera un riverbero, onde che perfettamente circolari si allargano e si incontrano, e senza rompersi continuano il loro ampliarsi. Un’istantanea di questi echi, la visione di un momento del moto dell’acqua, genera l’idea di partenza.L’oggetto che nasce è un orologio pensato inizialmente solo di grandi dimensioni (diametro 90 cm) e con le caratteristiche del riflesso dell’acqua: una superficie metallica nichelata, quasi specchiata, che fosse un elemento risolutivo per la parete che lo deve ospitare, come un unico grande attore del boccascena della parete. Ma la casa produttrice richiedeva, per sua essenza, un oggetto adattabile a vari ambienti: già modificando la dimensione si elimina la problematica dell’ingombro; infine l’utilizzo di diversi colori consente un’adattabilità più elevata: oltre alla finitura nichel, viene utilizzata una vernice soft-touch, di nuova generazione, che toglie alla vista la componente metallica, rendendo l’oggetto piacevole al tatto, particolarità non certo fondamentale per un orologio da parete, ma che, vista la particolare finitura, suscita curiosità e ne arricchisce il carattere.

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VISIONI DI UN MAESTRO

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Alberto Ponis SS30

Complesso La Vigna anni ‘70 [ Palau ]

Nuovo tipo di trama edilizia che contempera la viabilità urbana tradizionale con la futura direttrice dominante del fronte mare.La futura apertura del porto turistico e la disponibilità di alcune grandi aree già coltivate a vigneto e ora abbandonate offrono l’occasione per un insediamento residenziale e commerciale privilegiato.D’altra parte la tipologia urbana tradizionale costituita da corpi edilizi lineari, disposti e affacciati alla strada d’accesso o sui cortili retrostanti, non risponde più alle esigenze del caso, dove la vista del mare e del nuovo porto è il principale polo d’attrazione.Nasce così l’idea di una trama edilizia a differente e doppio affaccio: laterale, con tutti gli accessi e i posti auto, e frontale con i terrazzi e le grandi aperture verso il porto.Questo criterio è alla base del progetto “La vigna” che si compone di 7 segmenti o blocchi di altezza degradante dai 3 piani sul retro ai due piani sul fronte mare, con una zona centrale ad un solo piano dove una serie di patii e di piazzette con negozi e ristoranti crea una specie di trama volumetrica legata e modellata dal proseguimento delle falde dei tetti.

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Alberto Ponis SS30

Piazza Due Palme anni ‘80 [ Palau ]

Nuovo spazio pubblico con doppia funzione di luogo di aggregazione cittadina e di collegamento pedonale principale fra l’interno antico del paese (via Nazionale) e l’esterno nuovo che si è appena aperto verso il mare.Ancora a metà degli anni 70 l’abitato di Palau sembra riluttante ad affacciarsi sul mare, malgrado il pontile di imbarco per La Maddalena e il nuovo porto turistico che si sta già costruendo da qualche anno.La doppia file delle vecchie case che cingono la sua strada principale, via Nazionale, si interrompe solo in prossimità della chiesa parrocchiale, in corrispondenza di un’ampia curva e di un vecchio orto riconoscibile da lontano per un gruppo di altissime palme forse nate per caso.Ecco il punto strategico e provvidenziale per la trasformazione del paese: il Comune acquisisce l’area dell’orto per costruirvi una pubblica piazza.Nel giro di pochi mesi nasce così il punto focale della viabilità pedonale, l’incontro non solo simbolico fra il vecchio e il nuovo, cioè tra la via Nazionale e il lungomare che con il loro diverso livello altimetrico favoriscono un progetto articolato tale da costituire allo stesso tempo facile collegamento e luogo privilegiato di incontro e socializzazione.Al primo provvede un’ampia fascia libera con scalini a rampe su cui si affacciano già ingressi e negozi di un edificio in costruzione mentre il secondo gravita attorno ad una pista ottagonale contornata da gradoni per le madri che assistono ai giochi dei bambini e per il pubblico che ammira i balli delle serate estive.Completa il progetto un’ampia fascia di verde con nuovi alberi ad alto fusto, qualche gioco per bambini e una scultura di Sangregorio che ricorda i concittadini caduti nelle guerre.

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Alberto Ponis SS30

Quartiere Tanca Manna anni ‘80 [ Palau ]

Nuova tipologia urbana del porticato con accessi alle abitazioni e ai negozi.Gli anni 80 segnano l’espansione dell’abitato di Palau in direzione Ovest oltre quel crinale del terreno che ne proteggeva la parte più antica dal vento del maestrale.La volumetria massima unitaria è sempre quella dei 3 piani ma invece della sequenza di singoli interventi privati tipica del passato, l’acquisto dei terreni da parte di alcune società immobiliari permette una progettazione unitaria di alcuni quartieri. E’ questa l’occasione per il recupero dell’antica forma del porticato che ritroviamo in abbondanza nel Sud dell’Isola e anche in centri galluresi come Tempio Pausania. Completa il progetto un’ampia fascia di verde con nuovi alberi ad alto fusto, qualche gioco per bambini e una scultura di Sangregorio che ricorda i concittadini caduti nelle guerre.

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Alberto Ponis SS30

Marciapiedi di via Capo d’Orso anni ‘90 [ Palau ]

Intervento di cucitura fra i nuovi tracciati stradali e le propaggini esterne delle abitazioni.Fino alla fine degli anni 70 l’assetto urbano delle strade e delle piazze era definito limitatamente alla via Nazionale, l’arteria principale che dall’entroterra conduce all’imbarco per La Maddalena. A parte la zona relativamente piccola del centro storico con strade e marciapiedi di dimensioni essenziali, tutte le nuove strade del paese e soprattutto la via Capo d’Orso non avevano un collegamento tra pubblico e privato. Il progetto ricuce il bordo sfrangiato dei piccoli tratti privati davanti alle case intonacando e rendendo regolari i tratti di muro in pietra esistenti scongiurando così il pericolo di una banalizzazione con elementi prefabbricati in serie che di lì a qualche anno avrebbero invaso la Gallura.

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Alberto Ponis SS30

Chiesa ed ampliamento del cimitero anni ‘90 [ Palau ]

Intervento di cucitura fra i nuovi tracciati stradali e le propaggini esterne delle abitazioni.Fino alla fine degli anni 70 l’assetto urbano delle strade e delle piazze era definito limitatamente alla via Nazionale, l’arteria principale che dall’entroterra conduce all’imbarco per La Maddalena. A parte la zona relativamente piccola del centro storico con strade e marciapiedi di dimensioni essenziali, tutte le nuove strade del paese e soprattutto la via Capo d’Orso non avevano un collegamento tra pubblico e privato. Il progetto ricuce il bordo sfrangiato dei piccoli tratti privati davanti alle case intonacando e rendendo regolari i tratti di muro in pietra esistenti scongiurando così il pericolo di una banalizzazione con elementi prefabbricati in serie che di lì a qualche anno avrebbero invaso la Gallura.

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Alberto Ponis SS30

Stazzo Pulcheddu anni ‘70-’80 premio In/Arch 1990 [ Palau ]

“Stazzo Pulcheddu nasce dieci anni dopo lo sbarco dei primi turisti in Sardegna.E’ il tempo necessario perché si normalizzi il mondo della costruzione, una volta conclusa la forsennata conquista dei terreni costieri.Stazzo Pulcheddu è il primo insediamento che sceglie la lontananza dal mare e che non tocca un filo d’erba prima che venga fatta un’accurata indagine ambientale e un dettagliato piano urbanistico.…”

Da Architettura in Sardegna Alberto Ponis Ed SKIRA

Il Villaggio si compone di diverse tipologie prima delle quali quella del patio di dimensioni variabili in lunghezza e in altezza secondo la vegetazione esistente e le quote del terreno.

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Alberto Ponis SS30

Yacht Club di Punta Sardegna anni ‘60 [ Palau ]

Un piccolo bunker semidiroccato sulla costa di Punta Sardegna, nato per difendere l’Arcipelago dalle navi nemiche, diventa un servizio ad un porticciolo turistico simboleggiando il passaggio dalla guerra alla pace.

“Fa sorridere una definizione così pomposa per un complesso quasi in miniatura. Ma le dimensioni del bunker ristrutturato sono sufficienti, con l’aggiunta di un piccolo vano tondeggiante, a ospitare un baretto e un ufficio.Le sue linee esterne, già presenti nella volta del bunker, si armonizzano con le curve delle banchine che a loro volta seguono i contorni del terrapieno preesistente. Baretto e banchina diventano subito il centro mondano di Punta Sardegna, dove i cocktail si mescolano alle manovre d’ormeggio.”…

Da Architettura in Sardegna Alberto Ponis Ed SKIRA

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