verona informa 17

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speciale Meccanismi generali delle Dipendenze Patologiche Intervista a Luca Coletto Defibrillatori semiautomatici investire nella vita Regione Veneto medicina Adolescenza In Forma il portale per giovani e famiglie N. 17 - ANNO 4 - MARZO/GIUGNO 2015 Consigli e informazioni per vivere meglio COPIA GRATUITA! MAGAZINE DI MEDICINA | PSICOLOGIA | SALUTE E BENESSERE VE ro NA i n FOR m A

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Verona InForma la rivista freepress dedicata alla salute, al benessere e alla medicina della città di Verona. Ideato e prodotto da Alberto Cristani, Luca Ravazzin e Giuliano Occhipinti. Per info: [email protected] Numero 17 - marzo/maggio 2015

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Page 1: Verona InForma 17

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speciale

Meccanismi generali delle Dipendenze Patologiche

Intervista a Luca Coletto

Defibrillatori semiautomaticiinvestire nella vita

Regione Veneto

medicinaAdolescenza

In Forma il portale per giovani

e famiglie

n.

17

- A

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Consigli e informazioni per vivere meglio

Copia gratuita!

magazine d i medicina | ps icologia | salute e benessere

VEroNAinFORmA

Page 2: Verona InForma 17

2

INSTRUCTOR MANUAL

™5-6 novembre

2015

veronA

Prima giornata

8.30 Accoglienza partecipanti

9.00 Lezioni frontali •Introduzione e storia del corso •BVM e laringoscopia •Video prospettiva personale •Previsione difficoltà delle vie aeree •Gli algoritmi delle vie aeree

11.00 Pausa

11.30 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•BVM, GEB, ETI •EGD e salvataggio delle vie aeree •Vie aeree chirurgiche •Video laringoscopia

13.00 Pausa

14.00 Lezioni frontali •Capnografia •Intubazione a sequenza rapida

15.45 Pausa

16.00 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•BVM, GEB, ETI •EGD e salvataggio delle vie aeree •Vie aeree chirurgiche •Video laringoscopia

17.30 Riepilogo e incontro con i tutor

Seconda giornata

8.30 Accoglienza partecipanti

9.00 Lezioni frontali •Peculiarità della gestione delle vie

aeree pediatriche •Ventilazione a pressione positiva

costante delle vie aeree (C-PAP)

10.30 Pratica di gruppo

10.45 Gruppi di lavoro (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•Gestione vie aeree nei traumi •Gestione vie aeree nei casi internistici •Gestione vie aeree nei casi pediatrici •Casi gestiti da Unico Operatore

13.00 Pausa

14.00 Code Airway (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•Nel trauma •Nei casi internistici •Nei casi con Unico Operatore •Esame scritto

17.15 Riepilogo e valutazioni

ProvIDer eCm

SeGreTerIA orGAnIZZATIvA

provider eCM Standard n° 50115anni

numero PoSTI DISPonIbIlI e DISCIPlIne ACCreDITATe eCm:

24 tra Medici Chirurghi (tutte le discipline) e infermieri

QuoTA DI ISCrIZIone:

719,80 Euro INTERA

475,80 Euro RIDOTTA (infermieri, specializzandi)

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: www.mayaidee.it

AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA INTEGRATAOspedale Civile Maggiore – padiglione 1 • Piazzale Aristide Stefani 1

CORSO

Page 3: Verona InForma 17

Sommario 12

32

20

www.veronainforma.net

6 Anche l'Expo ci vuole In Forma A cura di Alberto Cristiani

12 Ulss21: in oculistica interventi di cataratta e trapianti di cornea con il FEMToLASER

14 Ulss21: Maggio 2015: l’azienda ULSS 21 aderisce alla giornata mondiale senza tabacco

16 Ulss 20: Progetto di screening per la malattia celiaca nel bambino in età scolare

18 Medicina: Malnutrizione in età avanzata: ruolo della cosiddetta “anoressia dell’anziano”

20 Medicina: Defi brillatori semiautomatici: investire in sicurezza, investire nella vita

24 Medicina: iperidrosi palmare e ascellare: Strategie di intervento

30 Medicina: Rosacea: in Italia oltre 3 milioni le persone colpite ma solo 1 su 10 ha ottenuto una diagnosi

32 Medicina: Meccanismi generali delle dipendenze patologiche: dall’abuso alla dipendenza

38 Medicina: “Corpore sano in mens sana”: la nuova Neuroriabilitazione

ospedaliera-Universitaria di Verona

41 Medicina: Premio europeo per meriti scientifi ci al Dott. Castellani del Centro Fibrosi Cistica

editoriale

medicina

24 Quasi fi nita infl uenza in Veneto. Bilancio pesante:

40 vittime e 185 casi gravi

34 Sanità: il Veneto attrae sempre più pazienti da fuori regione

42 Attività motoria e giovani: divertimento, socializzazione

e salute

salute&benessere

VEroNAinFORmA

46 Gente e Territori

50 “amore e dintorni ... i ragazzi adolescenti di Verona si raccontano”

eventi&informazioni

54 Alimentazione: FiDa Verona il Corpo Specchio Corso di formazione sui Disturbi del Comportamento alimentare

56 Prospettiva famiglia: Quando si dice la verità, non bisogna dolersi per averla detta: la verità è sempre illuminante...

58 Associazioni: la "Favola" di Jesus

59 Crescere presso un maestro... il giovane Samuele

Inserto Adolescenza InForma

INSTRUCTOR MANUAL

™5-6 novembre

2015

veronA

Prima giornata

8.30 Accoglienza partecipanti

9.00 Lezioni frontali •Introduzione e storia del corso •BVM e laringoscopia •Video prospettiva personale •Previsione difficoltà delle vie aeree •Gli algoritmi delle vie aeree

11.00 Pausa

11.30 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•BVM, GEB, ETI •EGD e salvataggio delle vie aeree •Vie aeree chirurgiche •Video laringoscopia

13.00 Pausa

14.00 Lezioni frontali •Capnografia •Intubazione a sequenza rapida

15.45 Pausa

16.00 Stazioni di addestramento (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•BVM, GEB, ETI •EGD e salvataggio delle vie aeree •Vie aeree chirurgiche •Video laringoscopia

17.30 Riepilogo e incontro con i tutor

Seconda giornata

8.30 Accoglienza partecipanti

9.00 Lezioni frontali •Peculiarità della gestione delle vie

aeree pediatriche •Ventilazione a pressione positiva

costante delle vie aeree (C-PAP)

10.30 Pratica di gruppo

10.45 Gruppi di lavoro (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•Gestione vie aeree nei traumi •Gestione vie aeree nei casi internistici •Gestione vie aeree nei casi pediatrici •Casi gestiti da Unico Operatore

13.00 Pausa

14.00 Code Airway (Rotazione dei gruppi di lavoro)

•Nel trauma •Nei casi internistici •Nei casi con Unico Operatore •Esame scritto

17.15 Riepilogo e valutazioni

ProvIDer eCm

SeGreTerIA orGAnIZZATIvA

provider eCM Standard n° 50115anni

numero PoSTI DISPonIbIlI e DISCIPlIne ACCreDITATe eCm:

24 tra Medici Chirurghi (tutte le discipline) e infermieri

QuoTA DI ISCrIZIone:

719,80 Euro INTERA

475,80 Euro RIDOTTA (infermieri, specializzandi)

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: www.mayaidee.it

AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA INTEGRATAOspedale Civile Maggiore – padiglione 1 • Piazzale Aristide Stefani 1

CORSO

8 Il Veneto e la salute due anni dopo

48 Matrimonio low cost? Ecco la soluzione

lettura & Interviste

7 Il Veneto elimina la ricetta rossa: cambia il colore, aumenta il valore

29 Arte in ospedale “Emozioni” di Mara Giacon

36 Corri con la Fidas per i malati di SLA

focus

26

Page 4: Verona InForma 17

4

Numeri UtiliEmergenze

Pubblica utilità

113 Soccorso pubblico di emergenza112 Carabinieri115 Vigili del fuoco118 Emergenza sanitaria045 500333 Polizia stradale045 8078411 Polizia municipale045 8075511 Centralino ULSS 20045 6138111 Centralino Presidio ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio045 8075111 Centralino Presidio di Marzana045 8121111 ospedale di Borgo Trento045 8121111 ospedale di Borgo Roma045 8121212 Ufficio Prenotazioni CUP (Centro unico prenotazioni)848 242200 CUP ULSS 20840 000877 Disdette visite ed esami (no di radiologia)045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare segreteria)045 8041996 Farmacie di Turno045 6712111 ospedale di Bussolengo045 6207111 Centro Sanitario Polifuzionale di Caprino Veronese045 6648411 ospedale di Isola della Scala045 6589311 ospedale di Malcesine045 6338111 ospedale di Villafranca045 6338666 Servizio di Continuità Assistenziale045 6338181 Centro Unificato Prenotazioni045 6712666 Ufficio Relazioni con il Pubblico0442 622000 Guardia medica - Sevizio di Continuità assistenziale ULSS 210442 622111 Centralino ospedale Mater Salutis di Legnago ULSS 21045 6999311 Centralino ospedale San Biagio di Bovolone045 6068111 Centralino ospedale Riabilitativo Don L. Chiarenzi di Zevio0442 537711 Centralino Centro Sanitario Polifunzionale di Nogara ULSS 210442 30500 Punto Sanità distrettuale di Cerea ULSS 21848 868686 CUP ULSS 21 (da telefono fisso)0442 606973 CUP ULSS 21 (da telefono cellulare)0442 622692 Ufficio Relazioni con il Pubblico ULSS 21

117 Guardia di Finanza1515 Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato045 8090411 Questura di Verona045 8090711 Polizia Stradale di Verona045 8078411 Polizia Municipale045 8077111 Comune di Verona800016600 Drogatel19696 Telefono Azzurro803803 Soccorso stradale064477 Automobile Club d’Italia803116 Soccorso stradale

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113 Soccorso pubblico di emergenza112 Carabinieri115 Vigili del fuoco118 Emergenza sanitaria045 500333 Polizia stradale045 8078411 Polizia municipale045 8075511 Centralino ULSS 20045 6138111 Centralino Presidio ospedaliero “G. Fracastoro” San Bonifacio045 8075111 Centralino Presidio di Marzana045 8121111 ospedale di Borgo Trento045 8121111 ospedale di Borgo Roma045 8121212 Ufficio Prenotazioni CUP (Centro unico prenotazioni)848 242200 CUP ULSS 20840 000877 Disdette visite ed esami (no di radiologia)045 7614565 Guardia medica - Servizio di Continuità Assistenziale (ascoltare segreteria)045 8041996 Farmacie di Turno045 6712111 ospedale di Bussolengo045 6207111 Centro Sanitario Polifuzionale di Caprino Veronese045 6648411 ospedale di Isola della Scala045 6589311 ospedale di Malcesine045 6338111 ospedale di Villafranca045 6338666 Servizio di Continuità Assistenziale045 6338181 Centro Unificato Prenotazioni045 6712666 Ufficio Relazioni con il Pubblico0442 622000 Guardia medica - Sevizio di Continuità assistenziale ULSS 210442 622111 Centralino ospedale Mater Salutis di Legnago ULSS 21045 6999311 Centralino ospedale San Biagio di Bovolone045 6068111 Centralino ospedale Riabilitativo Don L. Chiarenzi di Zevio0442 537711 Centralino Centro Sanitario Polifunzionale di Nogara ULSS 210442 30500 Punto Sanità distrettuale di Cerea ULSS 21848 868686 CUP ULSS 21 (da telefono fisso)0442 606973 CUP ULSS 21 (da telefono cellulare)0442 622692 Ufficio Relazioni con il Pubblico ULSS 21

117 Guardia di Finanza1515 Servizio antincendi boschivo del corpo forestale dello Stato045 8090411 Questura di Verona045 8090711 Polizia Stradale di Verona045 8078411 Polizia Municipale045 8077111 Comune di Verona800016600 Drogatel19696 Telefono Azzurro803803 Soccorso stradale064477 Automobile Club d’Italia803116 Soccorso stradale

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n° 4035/2012

Proprietario ed editoreVerona Informa s.a.s.di Giuliano Occhipinti & C.

Direttore ResponsabileAlberto Cristiani

RedazioneAlberto Cristiani, Alessia Bottone, Prisca Ravazzin

Impaginazione graficaPorpora ADV di Michela Chesini

StampaMediaprint

Relazioni esterne e marketingPorpora ADV di Michela Chesini

ContattiRedazione: +39 345 5665706Mail: [email protected]: www.veronainforma.netPubblicità: +39 345 5665706

Hanno collaborato per questo numero:Dott. Massimo Piccoli, Dott. Vincenzo Di Francesco, Alessandro Boggian, Dott. Giovanni Magnanelli, Alessia Bottone, Dott. Gianmario Fiorin,Dott. Vittorio Antonino,Dott. Gianmarco Padovani, Dott. Alessandro Lonardoni, Marifulvia Matteazzi, Alberti, Dott. Fabio Lugoboni, Prof. Nicola Smania, Prisca Ravazzin, Alberto Menini, Dott. Paolo Stefano,

Foto: Archivio fotografico Verona Informa, Ufficio stampa AOUI Verona, Ufficio stampa Azienda Ulss 20, Ufficio stampa Azienda Ulss 21

Eeditoriale

Anche l’Expo ci vuole In Forma!

Alberto Cristani

Dopo tante polemiche, preoccupazioni e inutili tensioni - alcune purtroppo degenerate in vandalismo puro - è iniziato Expo 2015 l'esposizione mondiale programmata a Milano tra il 1º maggio e il 31 ottobre 2015. il tema selezionato per l'Expo 2015 è “nutrire il pianeta, energia per la vita” e intende includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dall'educa-zione alimentare alla grave mancanza di cibo che affligge molte zone del mondo, alle tematiche legate agli oGM. Milano fu già sede dell'Esposizione internazionale del 1906 con tema “i trasporti”.“Expo 2015 - ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - è per il Ministero un’occasione importante per promuovere stili di vita salutari, a partire dalla corretta alimentazione con il modello della dieta mediterranea, bilanciata, ricca di frutta e verdura e povera in grassi, associata a una attività fisica adeguata. È dalla scuola, soprattutto, che dobbiamo iniziare a distrug-gere “i falsi miti” che danneggiano noi e il nostro sistema sanitario, anche in tema di nutrizione”. Dieta, stress, abitudini malsane, luogo di vita e di lavoro, possono quindi influenzare significativamente i geni della persona, ancorché in assenza di alterazioni della sequenza del Dna. Questo cambiamento è dovuto a pro-cessi di regolazione dell’espressione genica e può essere trasmesso alla generazione successiva.

Durante Expo 2015 sono previste appuntamenti informativi di salute dedicati ai ragazzi, per indirizzarli verso scelte alimentari corrette: una dieta che sia attenta alla qualità delle molecole alimentari introdotte è essenziale per au-mentare il benessere e ridurre la suscettibilità a malattie.in agenda nel mese di maggio i seguenti temi: “La sicurezza alimentare spie-gata ai ragazzi”, “La ristorazione scolastica”, “Le cattivi abitudini dei bambi-ni a tavola”, “Alimentazione e fertilità”, “Che buona la frutta”, “Il cibo come alimento: dal valore nutrizionale al valore etico”, “La sicurezza del cibo in-dustriale”, “La corretta alimentazione nella ristorazione scolastica: focus su allergie ed intolleranze”.Gli incontri con bambini e ragazzi proseguiranno nei prossimi mesi con la partecipazione di esperti e nutrizionisti.

Che dire, senza dubbi tutto molto interessante e di grande impatto, soprat-tutto grazie alla fantascientifica area espositiva. Ma se speriamo che Expo faccia il “miracolo” beh, abbiamo sbagliato tutto.Mangiare bene, fare attività fisica e tenere la mente attiva sono attività es-senziali per vivere e stare in forma. Ma questo deve diventare un abitudine “contagiosa” che deve trasmettersi di padre in figlio e inizia, ad esempio, la-sciando sugli scaffali dei supermercati qualche merendina in più. Così, giusto per iniziare. a prescindere dall’ Expo…

Page 7: Verona InForma 17

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Anche l’Expo ci vuole In Forma!

Alberto Cristani

Dal 1 aprile 2015 in Veneto an-che le prescrizioni di esami e vi-site specialistiche diventano di-gitali. Si chiude così il percorso di dematerializzazione del ciclo prescrittivo avviato all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale il 1 settembre 2014, quando un promemoria bianco ha sostituito la ricetta rossa far-maceutica. La nuova procedura garantisce di avere a disposizio-ne in tempo reale in un sistema unico regionale dati verificati del-le prestazioni prescritte e preno-tate dai cittadini. Il Veneto è la pri-ma regione in Italia che procede a digitalizzare il ciclo prescrittivo attraverso l’attivazione di un si-stema di accoglienza regionale oltre a quello previsto per legge a livello di Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Cosa cambia? Dal 1 aprile tutti i veneti che neces-sitano di una prescrizione di visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio al posto della consueta ri-

cetta rossa riceveranno dal medico un promemoria stampato su carta bian-ca. Una precauzione che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha de-ciso di adottare per evitare disservizi. in un prossimo futuro anche il prome-moria scomparirà e all’utente, molto probabilmente, basterà rivolgersi agli sportelli, avendo con sé la tessera sa-nitaria. La vera novitàQuesta innovazione permetterà di di-gitalizzare via via tutti i dati sanitari del cittadino collegati alla prescrizione e, quindi, al suo percorso di cura. Dati disponibili ovunque e in qualsiasi mo-mento on line: questo l’obiettivo del Fascicolo Sanitario Elettronico regio-nale, chiave di volta per l’accesso ai propri dati da parte dell’assistito, ma soprattutto occasione per garantire migliori processi di cura da parte dei professionisti della sanità.Uno dei van-taggi offerti dal nuovo sistema è che garantisce alla Regione di conoscere in tempo reale l’effettivo numero e ge-nere di prestazioni prescritte e preno-tate dall’utenza. Questo perché i dati digitali sono raccolti e verificati sulla base di un sistema unico regionale.

Tutto ciò permette di eliminare le dop-pie prenotazioni e gli errori, con positi-ve ricadute sulle liste di attesa.

Dal 1 aprile, infatti, il cittadino una volta prenotata una prestazione in una delle aziende ospedaliere o sociosanitarie del Veneto non potrà più utilizzare il promemoria per una seconda preno-tazione in altra struttura come avvie-ne oggi. per procedere ad un cambio di data o sede è necessario chiedere l’annullamento della prima prenotazio-ne. il cittadino sarà informato attraver-so una campagna di comunicazione su base regionale dal titolo “Cambia il colore, aumenta il valore” che illustra attraverso materiali cartacei, video e siti web come la ricetta digitale sia una tappa essenziale verso il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (FSEr). iniziativa coordinata da arsenàl.iT, Centro Veneto Ricerca e innovazione per la Sanità Digitale, il FSEr, attraver-so una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni azienda, rivoluziona i servizi di cura al fine di garantire una assistenza socio-sanitaria più puntuale, efficiente e so-stenibile.

il Veneto elimina la ricetta rossa: cambia il colore,

aumenta il valore Ffocus

A cura di Alberto Cristani

Page 8: Verona InForma 17

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Assessore Coletto, che anno è stato il 2014 per il Veneto? E come valuta, ad oggi, il quinquennio dal suo insediamento?

È stato un anno importante per diversi motivi. in-nanzitutto abbiamo siglato il patto della salute e siamo riusciti a portare a casa ben 200 milioni di Euro in più di fondo sanitario regionale rispetto all’anno precedente, con un procapite di 1.764 €/cittadino superando la media nazionale che vale 1.763 €/cittadino. Devo dire che, quando ci siamo insediati, cinque anni fa, i conti erano perfettamente in ordine. avevamo un miliardo e quattrocento milioni di ammortamenti non coperti.

il Veneto e la salute due

anni dopo. Risultati da record grazie all’impegno

e alla tecnologia

Verona InForma - nel gennaio del 2013 - ha intervistato in esclusiva Luca Coletto,

Assessore alla Sanità della Regione Veneto e Coordinatore della Commissione

Salute della Conferenza delle Regioni. Oggi, dopo due anni, abbiamo chieato

all’assessore se gli obiettivi e i risultati sono stati raggiunti e hanno soddisfatto le attese.

Iintervista

A cura di Alessia Bottone

Luca Coletto

Page 9: Verona InForma 17

9

Grazie ad una transazione con il Ministero delle Finanze stiamo riallineando la situazio-ne. Ma non ci siamo occupati solo di conti e numeri. Nel 2012 abbiamo approvato il piano socio-sanitario che mancava da ben diciotto anni. Tale progetto ingloba anche il sociale in quan-to ha l’obiettivo di diminuire i ricoveri inappro-priati in ospedale. in quest’ottica siamo stati i primi a livello nazionale ad aver attivato quella che viene definita medicina di gruppo integra-ta, ovvero un servizio dei medici di medicina generale h 12, dal lunedì al venerdì e h24 durante il week end che prevede la presen-za di medici disponibili per fornire risposte ai pazienti.

inoltre, cinque anni fa siamo partiti con un progetto di fascicolo sanitario on-line con il fine ultimo di riunire in un solo documen-to tutte le informazioni che concernono il paziente, la sua storia sanitaria, i medicinali prescritti, le patologie da cui è affetto, favo-rendo l’intercambiabilità da un medico all’altro per permettere al paziente di avvalersi della consulenza dei medici che lavorano all’inter-no del servizio di medicina di gruppo integra-ta. aggiungo che abbiamo attivato, e stiamo attivando, sul territorio ospedali di comunità, ovvero un servizio per il periodo post acuzie, dedicato alla rieducazione e la riabilitazione territoriale in particolare per pazienti cronici e anziani.

a differenza di una volta quindi, grazie ai fil-tri che sono stati attivati, possiamo dire che il rapporto univoco con l’ospedale sta final-mente modificando, abbattendo così i costi attraverso una turnazione più rapida dei posti letto per acuti in ospedale e una riabilitazione post acuzie sul territorio, quindi negli ospedali di comunità, con un’intensità di cura adeguta.

Ricordo che, i ricoveri nella Regione Vene-to, ammontano al 140 per mille abitanti di ricoveri, mentre a livello nazionale superano il 160 per mille abitanti. Si registra una per-manenza bassa e un’alta rotazione dei posti

intervista

letto proprio perché la medicina territo-riale funziona. Questi risultati ci hanno permesso di reinvestire in sanità. Con un’attenta gestione nell’ambito della farmaceutica siamo riusciti a rispetta-re i tetti di spesa sia della farmaceutica territoriale che di quella ospedaliera.

i nostri medici prescrittori hanno fatto diminuire i costi senza tagliare i farmaci ai cittadini, ma raggiungendo un’alto livello di appropiatezza e con una cor-retta gestione dei farmaci generici, con il risultato che pur essendo diminuiti i costi sono aumentate le prescrizioni.

Quali novità sono previste a livello locale?La novità principale è che dal 2010 sia-mo in equilibrio di bilancio e che, anche il 2014 ha chiuso con 6 milioni di utile. Direi che si tratta di un buon risultato considerato che molte regioni avreb-bero voluto chiudere con un risultato come il nostro. i soldi dei contribuenti sono stati ben amministrati ed ora vogliamo concen-trarci sul miglioramento delle nostre strutture, in particolare del Centro di Si-mulazione e Formazione avanzata della Regione Veneto (Si.F.a.R.V.), incardina-ta nell’azienda ospedaliera di Verona, il cui obiettivo è la realizzazione di corsi di Chirurgia di simulazione in chirurgia ro-botica avanzata della prostata nonché di favorire la realizzazione di program-mi per la gestione di corsi in ostetricia d'urgenza e di radiologia interventistica e chirurgia endovascolare attraverso l’uso di simulatori per la conduzione di interventi per integrare tecniche di for-mazione a distanza all'interno dei per-corsi formativi che prevedono anche momenti di approfondimento pratico

mediante simulazione. La nostra speranza è che la scuola possa servire presto anche altre Regio-ni e garantire sicurezza per il maggior numero di pazienti possibile.

nella sua scorsa intervista rilasciata a Verona InForma ha parlato della necessità di informatizzare i servizi offerti. Cosa è stato fatto e cosa è previsto per il prossimo futuro?per quanto riguarda l’informatizzazio-ne dei servizi, uno dei nostri punti forti, devo dire che siamo già a metà dell’o-pera anche se, ovviamente, si può sempre migliorare e fare di meglio.

abbiamo finalmente informatizzato tutte le USL e a breve, sarà avviato un servizio di prenotazione delle visite me-diche attivabile dalle farmacie che si in-terfacceranno direttamente con il Cup, Centro di prenotazione Unica, agevo-lando in particolar modo i pazienti an-ziani e fragili favorendo il percorso di cura e potenziando i servizi sul territo-rio e il contatto tra paziente e strutture sanitarie. Non dimentichiamoci che queste cate-gorie di persone sono estremamente legate al loro territorio e alla figura del farmacista di fiducia che potrà assu-mere un ruolo di riferimento certo per tutti coloro che ne avranno bisogno.

Con l’attivazione da parte della Re-gione Veneto del provvedimento na-zionale detto “paga debiti” abbiamo permesso alle USL di pagare i fornitori a 60 giorni, ci siamo occupati di attiva-re una centrale unica per gli acquisti di tutta la Regione, abbattendo così ulte-riormente i costi.

Luca Coletto

Page 10: Verona InForma 17

10

intervista

per il futuro prevediamo di razionalizzare le USL presenti sul territorio che attualmente sono ventiuno tenendo comunque conto di aspetti importanti quali la viabilità e l’omoge-neità territoriale.

Che impatto ha avuto la spending review in Veneto? E per quanto riguarda il personale sanitario precario?La spending review era già stata attivata motu proprio dalla Regione Veneto già nel 2012, questo è uno dei motivi che ci ha permesso di resistere ai successivi tagli senza dover at-tivare l’addizionale irpef regionale.

ora però la situazione potrebbe cambiare poiché l’ultima manovra del governo ha pre-visto ulteriori tagli di tipo orizzontale che non tengono conto della virtuosità di alcune Re-gioni italiane e che, come ho detto poc’anzi, abbiano già provveduto ad applicare a partire dal 2012.

per quanto riguarda invece il personale pre-cario, con la delibera n. 320/2013 abbiamo previsto, nelle ore serali/notturne l’erogazio-ne di prestazioni di diagnostica per immagini (Tac, risonanze, ecografie etc.), oltre che per le comuni visite specialistiche. Questo provvedimento ci sta permettendo di erogare circa 200 mila visite in più all’anno, cui conseguiranno nuove assunzioni di me-dici e infermieri per rispondere alle esigenze dei cittadini.

In questi giorni si parla di tagli alla spesa sanitaria per 240 milioni di euro a livello regionale. Che impat-to avrà tale taglio e come pensa di potervi fare fronte?Un impatto considerevole, ovviamente. L’anno scorso abbiamo chiuso con in utile, ma quest’anno raggiungere l’e-quilibrio di bilancio non sarà semplice date le continue decurtazioni del fondo sanitario nazionale e a caduta dei fondi regionali, che non tengono conto della gestione vituosa del Veneto.Garantiremo comunque tutti i servi-zi come abbiamo fatto sino ad oggi. personalmente in sede di Conferenza Stato Regioni ho espresso il voto con-trario del Veneto sulla manovra sanita-ria proposta dal Governo alle Regioni. Sarebbe più corretto recuperare risor-se efficentando i sistemi sanitari delle Regioni, che a differenza nostra, non hanno mai provveduto ad una raziona-lizzazione dei costi. in ogni caso, per quanto riguarda il Veneto, cercheremo di fare fronte a questi cambiamenti av-valendoci di nuovi protocolli e di scelte che guardano sempre più verso l’inno-vazione e l’informatizzazione. Questi continui tagli orizzontali attivati dal Governo in sanità, porteranno ine-vitabilmente ad un livellamento verso il basso della qualità sanitaria e non favo-rirà di certo le regioni che hanno lavo-rato bene e che hanno amministrato il denaro coscienziosamente.

Pensa che la spending review penalizzerà l'utente finale e in par-ticolare i meno abbienti? Crede che il rapporto tra servizio pubblico e privato si sia ulterior-mente rafforzato a causa dei tagli sopracitati?il Veneto riuscirà a dare risposte con-crete ai cittadini in quanto la nostra sanità è dotata di un’ottima organizza-zione. Molto probabilmente, per pagare le inefficienze di altre Regioni, il Governo imporrà un’ulteriore un aumento dei ticket che incrementerà la comparteci-pazione da parte del cittadino alla spe-sa sanitaria.

ovviamente tale previsione favorisce il privato rispetto al servizio pubblico, visto che se i pazienti accedessero al servizio privato senza “ricetta rossa” non avrebbero l’onere dei ticket ag-giuntivi. il mio auspicio è che il Governo non approvi ulteriori provvedimenti che vadano contro il dettato costituzionale che prevede un sistema sanitario su base universalistica, che reputo una conquista irrinunciabile in particola-re quando si attraversano momenti di difficile congiuntura economica come l’attuale.

il Veneto e la salute due anni dopo. Risultati da record grazie all’impegno e alla tecnologia

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Poliambulatorio Specialistico

GALENO VENETA s.r.l.Poliambulatorio Specialistico

Via Strà, 16437030 Colognola Ai Colli (VR)tel. 045 7112567Cell. 348 8237768Fax 045 7044814www.galenoveneta.it

Poliambulatorio Specialistico

www.poliambulatoriogaleno.it

MEDICINA DEL LAVOROE DELLO SPORT

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U "Il Reparto di Oculistica dell’Azienda Ulss 21 di Le-gnago, 2° in Italia, si è dotato di una tecnologia innovativa a livello mondiale: il FEMTOLASER che esegue interventi di cataratta e trapianti di cornea - annuncia Massimo piccoli, Direttore Generale dell’azienda Ulss 21 di Legnago - In questo modo è stato portato il futuro nella pratica chirurgica di tutti i giorni. Con questa innovativa strumentazione è possibile eseguire interventi con una precisione e una sicurezza fino ad oggi inimmaginabili".

"La cataratta è frantumata dal laser che esegue l’intervento a occhio chiuso, - spiega paolo Bordin, direttore dell’Unità operativa di oculistica dell’o-spedale Mater Salutis di Legnago - in questo modo la chirurgia è molto più sicura e meno traumatica dell’intervento tradizionale. Nei trapianti si può ta-gliare la cornea del Donatore e del Ricevente con una precisione micrometrica. Questo consente di avere un decorso post-operatorio migliore e un più rapido recupero funzionale".

il Reparto di oculistica dell’a.zienda Ulss 21 di Legnago (VR) esegue di routine dal 2004: innesto di cellule stami-nali, chirurgia palpebrale e congiuntivale, chirurgia delle vie lacrimali, interventi per cataratta con lenti innovative che consentono la visione per lontano e per vicino, varie tipolo-gie di trapianti di cornea, chirurgia del glaucoma, chirurgia della retina, interventi per occhi senza iride o senza cri-stallino, interventi per retinopatia diabetica, interventi per trombosi, intravitreali per degenerazione maculare, chirur-gia palpebrale e congiuntivale.in poco tempo sono stati eseguiti circa 100 interventi ed è stato possibile verificare sia la sicurezza per il paziente che la precisione chirurgica dell’intervento. i dati ottenu-ti confermano che questa nuova e innovativa tecnologia rappresenta un importante passo avanti nella chirurgia dell’occhio.

Ulss 21: in oculistica interventi di cataratta e trapianti

di cornea con il FEMToLaSER

ULSS 21

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Sono disponibili i nuovi certificati di esen-zione 7R2, 7R4 e 7R5 per le prestazioni specialistiche (visite ed esami). il periodo di validità dei nuovi certificati va dal 01/04/2015 al 31/03/2016. i cittadini in possesso dei requisiti per l'esenzione possono rivolgersi ai punti Sanità distret-tuali di Legnago, Bovolone, Nogara, Cerea e Zevio oppure stampare il certificato col-legandosi al portale internet della Sanità https://salute.regione.veneto.it.

L’accesso avviene tramite autocertifica-zione: l’utente dovrà inserire, oltre alla denominazione dell’azienda ULSS da cui è assistito (Ulss 21), il codice fiscale ed il suo numero di tessera regionale (tessera sanitaria cartacea). il certificato va esibito al medico prescrit-tore per l’inserimento del relativo codice di esenzione nell’apposito spazio della ricetta. Chi presenta una ricetta senza al-cun codice di esenzione è tenuto al paga-mento del ticket. il ticket pagato su ricetta senza alcun codice di esenzione non può essere rimborsato successivamente, poi-ché la ricetta non può essere modificata.

L'utente, le cui condizioni reddituali o di stato civile siano cambiate nel corso dell'anno 2014 tanto da perdere il diritto all'esenzione, non deve utilizzare il cer-tificato all'atto della prescrizione e deve comunicare tempestivamente all'Ulss di assistenza e di residenza la perdita del di-ritto.

Le certificazioni rilasciate saranno ogget-to di controllo puntuale da parte dell'Ulss, che procederà al recupero delle somme non pagate e a sanzionare gli utenti qualo-ra riscontri l'insussistenza del diritto all'e-senzione.

Cod. 7R5 Cittadini di età superiore ai 60 anni tito-lari di pensione al minimo, appartenen-ti a un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo riferito all'anno pre-cedente non superiore a € 8.263,31, aumentato a € 11.362,05 in presenza del coniuge non legalmente ed effet-tivamente separato, ulteriormente in-crementato di € 516,46 per ogni figlio a carico.

ULSS 21

Si definiscono di seguito le categorie di esenzione:

Cod. 7R2Cittadini di età inferiore agli anni 6 o superiore agli anni 65 appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo riferito all'anno pre-cedente non superiore € 36.151,98. Cod. 7R4Cittadini di età superiore ai 65 anni, beneficiari di assegno sociale (ex pen-sione sociale) rilasciato dall'iNpS.

Per informazioni

Punto Sanità Legnago T 0442 622401

Punto Sanità nogara T 0442 537823

Punto Sanità Cerea T 0442 30500

Punto Sanità Bovolone T 045 6999519

Punto Sanità zevio T 045 6068195

uLSS 21disponibili i nuovi certificati di esenzione ticket 7R2, 7R4 e 7R5

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"L’OMS ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute della Regione Europa” - commenta Massimo piccoli, Direttore Generale dell’azienda UlSS 21 di Legnago - Il fumo attivo rappresenta la principale causa evi-tabile e prevenibile di malattia e di morte. Il tabacco provoca più decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Nessuna altra sostanza legale è così pericolosa e così potente come sostanza capace di creare di-pendenza. In questa iniziativa che impegnerà i nostri operatori per ben sei mezze giornate in ambiti specifici come la scuola e le strutture sanitarie territoriali, riteniamo molto preziosa e proficua la collaborazione con i medici di medicina generale dell’UTAP di Zevio e del Centro “Giraldi” di Bovolone per il lavoro di informazione, consulenza e consultazione che svol-gono regolarmente".

il Dipartimento Dipendenze dell'ULSS21, diretto dal dott. Carlo Bossi, metterà a disposizione i propri operatori per sti-molare presso il pubblico che intenderà cogliere questa op-portunità l'adozione di stili di vita sani, come sintetizzato nello slogan "Stop fumo, curo la mia salute".La dott.ssa paola Schiavi referente del Gruppo prevenzione, coordina il gruppo che interverrà nelle scuole secondarie di ii grado che hanno aderito all'iniziativa nelle seguenti date :il 6 maggio c/o Liceo "Giovanni Cotta" dalle ore 9,00 alle ore 13,00; il 13 maggio c/o ENaip di porto di Legnago dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e il 20 maggio c/o l’iSS "Marco Minghetti" di Legnago dalle ore 9,00 alle ore 13,00. presso l'iSS "Silva Ricci" di porto di Legnago l'iniziativa è stata anticipata il 20 e 21 novembre 2014 per impegni della scuola. Gli operatori dell'ambulatorio per Smettere di Fumare, di cui è referente la dott.ssa Cristina Biasin, affiancati da alcuni studenti del Cor-so di laurea in infermieristica del polo di Legnago e dal Dott.

Vincenzo Scola MMG, saranno presenti nelle seguenti date e luoghi :• Ospedale Riabilitativo "Chiarenzi "di Zevio 26 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00• Ospedale "S.Biagio "di Bovolone 28 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00• Ospedale "Mater Salutis" di Legnago 29 Maggio dalle ore 9.00 alle 13.00.

i destinatari nelle scuole sono gli studenti, i docenti e il personale amministrativo interessato. Nelle sedi ospe-daliere l'invito a partecipare è rivolto a tutta la popola-zione, oltre che al personale dipendente dell'azienda ULSS21 e agli studenti del Corso di laurea in infermieri-stica dell'Università di Verona.Saranno allestiti spazi nei luoghi citati, in cui alcuni medi-ci, infermieri, psicologi ed educatori del Dipartimento Di-pendenze saranno disponibili a sottoporre il pubblico in-teressato al test per misurare il monossido di carbonio e a quello per la valutazione della dipendenza da nicotina e di effettuare la spirometria. Grazie a un colloquio con il personale e alla compilazione della ruota motivazionale si potrà inoltre verificare a che stadio è la propria volontà di smettere di fumare. E’ prevista inoltre la distribuzione di volantini e informazioni sui programmi e sulle attività promosse dall’azienda ULSS 21, in particolare dalle Unità operative di Cardiologia, pneumologia, Servizio Dietetico e Dipartimento di prevenzione. L’evento è patrocinato dai Comuni di Legnago, Bovolone, Zevio e LiLT (Lega italiana per la Lotta contro i Tumori).

Per informazioni: T 045 6068164 - [email protected]

In occasione della “Giornata Mondiale senza Tabacco 2015”, l’Azienda Ulss 21 promuove sei mezze giornate di informazione e sensibilizzazione contro il fumo durante il mese di maggio.F

focus - ULSS 21

Maggio 2015: l’azienda ULSS 21 aderisce alla giornata mondiale senza tabaccoA cura del Dott. Massimo Piccoli

Dott.Massimo Piccoli

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PURO SUCCO DI ALOE GELALOE VERA PG

PER FAVORIRE IL SOSTEGNO METABOLICOPANCIA PIATTA

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L’Azienda ULSS20 di Verona, in collaborazione con la Società Italiana di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) e con il supporto in cofinanziamento della Fondazione Cariverona, ha approntato un Progetto di screening della po-polazione nell’età evolutiva che mira essenzial-mente all’individuazione di casi misconosciuti di malattia celiaca, reclutati nella popolazione sco-lastica dei primi anni della Scuola Primaria.

La celiachia è una patologia che, nei soggetti geneti-camente predisposti, colpisce primariamente l’intestino, causata dal glutine, principale frazione proteica del fru-mento e di altri cereali. è una delle patologie croni-che più frequenti in assoluto, riguarda circa l’1% della popolazione generale in italia e la sua frequenza appare essere in aumento nel corso delle ultime decadi. L’espressione clinica della celiachia è molto variabile: nei casi tipici si manifesta precocemente con sintomi intesti-nali quali diarrea cronica, inappetenza, addome globoso e calo di peso. più spesso tuttavia si tratta di forme ati-piche nelle quali predominano sintomi meno eclatanti, di tipo extra-intestinale (anemia, stanchezza cronica, ritar-do puberale), oppure la sintomatologia è del tutto assen-te, configurandosi il quadro delle forme silenti. a causa della variabilità del quadro clinico, la maggior parte dei casi di celiachia sfuggono per molto tempo alla diagnosi e rimangono pertanto esposti al rischio di complicanze tardive, anche gravi. pertanto, dato che solo una pic-cola parte (20-25%) dei casi di celiachia presenti nella popolazione sono adeguatamente riconosciuti e curati

UULSS 20

progetto di screening per la malattia celiaca

nel bambino in età scolare

Maria Giuseppina Bonavina

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prima che si instaurino nell’organismo compli-canze, tutti gli esperti del settore sottolineano l’importanza di un intervento di prevenzione secondaria mirato ad una diagnosi tempe-stiva di malattia celiaca. L’approccio più cor-retto per l’individuazione dei casi “sommersi” di celiachia è considerato lo screening della popolazione nell’età evolutiva, senza dubbio più efficace, seppur complesso per varie mo-tivazioni.

il progetto, più ampiamente, prevede molte-plici obiettivi primari che comprendono an-che la valutazione attualizzata della frequenza di celiachia nella popolazione italiana in età scolare, in due aree del territorio nazionale, quella dell’est veronese e un’altra nel Centro italia, ad ancona. Responsabile del progetto di screening è il dr. Mauro Cinquetti, Direttore dell’Unità operativa Complessa di pediatria dell’ULSS20 e Segretario Regionale Veneto della Società italiana di Gastroenterologia e Nutrizione pediatrica. il progetto di screening, definito insieme a Carlo Catassi, professore di pediatria all’Uni-versità politecnica delle Marche, prevede che tutti i casi arruolati in questa indagine siano sottoposti ad uno screening di primo livello mediante ricerca di tipo genetico su goccia di sangue prelevato da micropuntura sul dito. i bambini negativi a tale test, percentuale at-tesa del 60-70%, non saranno ulteriormente esaminati e per loro non ci sarà più alcuna necessità futura di effettuare indagini inerenti alla celiachia, non essendo predisposti a tale malattia. i positivi (30-40%) saranno richiama-ti per eseguire prelievo venoso per la determi-nazione anticorpi antiglutine.

Nei casi con celiachia sospetta sulla base de-gli esami del sangue, sarà proposto un com-pletamento diagnostico presso il locale Cen-tro di Gastroenterologia pediatrica. E’ previsto l’arruolamento complessivo di circa 5000 bambini nei due Centri partecipanti, ovvero 2500 bambini nella provincia di Verona ed al-trettanti ad ancona. Ci si attende che questo studio possa fornire una stima attuale della frequenza di celiachia in età scolare in italia, su campione ampio e rappresentativo della realtà nazionale. L’indagine permetterà inoltre di sensibilizzare la popolazione sul problema della celiachia, patologia tra le più comuni nel

nostro paese, ma spesso non diagnosticata, la cui cura consiste esclusivamente nella eliminazione del glutine dalla dieta. L’Ufficio scolastico territoriale di Verona ha dato la propria disponibilità ad effettuare tale indagine nelle scuole primarie dell’est veronese, con il coinvolgimento degli alunni delle classi seconda e terza; la dott.ssa anna Lisa Tiberio sarà la referente per il monitoraggio di questo pro-getto.

ULSS 20

Il progetto

la celiachia è una patologia autoimmune sistemica primariamente lo-calizzata nell’intestino.

la prevalenza della celiachia sta cambiando nel tempo:

obiettivo del progettoO valutazione della frequenza attuale di celiachia nella popolazione

in età scolare, nelle aree di Verona e ancona;O valutazione della proporzione di casi di celiachia “sommersa”; O confronto clinico-anamnestico tra soggetti geneticamente predi-

sposti ma negativi alla valutazione sierologica e soggetti con sie-rologia positiva per celiachia.

Informazione O informazione e coinvolgimento delle scuole primarie di Verona e

ancona;O arruolamento: 5000 bambini (età: 6-10 anni) delle scuole di Vero-

na e di ancona (circa 2500 bambini per ognuna delle due sedi).

ComeO Valutazioni di 1°livello in ambito scolastico (2500 bambini per cen-

tro). prelievo di goccia di sangue capillare dal dito per valutazione della predisposizione genetica;

O Valutazioni di 2° livello (circa 1000 pazienti per centro). determinazione da prelievo venoso dei marcatori sierologici di

celiachia (anti ttg iga e iga totali);. Valutazione clinico-anamnestica;. completamento dell’iter diagnostico c/o centro di riferimento.

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Gli studi che si occupano di invecchiamento han-no dimostrato che l’introito calorico negli anziani cala col passare degli anni. Tra i 40 e i 70 anni, l’assunzione di cibo si riduce del 25%. Questa im-portante riduzione nella alimentazione è giustifica-ta solo in parte dalla ridotta attività fisica, e causa quindi spesso calo di peso e malnutrizione.

Molte delle condizioni sociali, psicologiche ed organiche che caratterizzano l’invecchiamento sono cause di ridu-zione dell’assunzione di cibo e malnutrizione. problemi economici e isolamento sono frequenti ma an-che la depressione è implicata nella perdita di peso più negli anziani che nei giovani. La demenza può causare malnutrizione poiché i pasti sono frequentemente rifiutati.

Molte patologie croniche associate alla vecchiaia porta-no alla perdita di peso mediante un aumento della spesa energetica, ma anche attraverso una soppressione della sensazione di fame. pazienti con bronchite cronica, ad esempio, subiscono le conseguenze sia della dispersione di energia, dovuta all’insufficienza respiratoria, sia dell’anoressia, causata dai mediatori della infiammazione. Similmente, le neoplasie e lo scompenso cardiaco, causano grave malnutrizione detta cachessia mediante per produzione di citochine, tra cui le interleuchine, potenti anoressizzanti. Molti farmaci di uso comune provocano ridotto introito di cibo con mec-canismi vari: amiodarone, furosemide, digossina, levodo-pa, antisecretori acidi, antibiotici, antinfiammatori.La malnutrizione ha un impatto drammatico sulla salute dell’anziano, in particolare compromette il sistema immu-nitario aumentando la frequenza e la gravità delle infezioni,

Malnutrizione in età avanzata:

ruolo della cosiddetta “anoressia dell’anziano” M

medicina-anoressia dell'anziano

A cura di Vincenzo Di FrancescoDirettore Geriatria A. AoUI Verona i

Vincenzo Di Francesco

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può causare anemia, decadimento cognitivo, osteoporosi, alterazione del metabolismo dei farmaci. La popolazione anziana malnutrita ha un alto rischio di ospedalizzazione, dimissione ritardata e mortalità ed una elevata probabilità di perdere la sua autonomia. purtroppo fino al 60% dei pazienti che vanno in ospedale han-no problemi di malnutrizione.

La cosiddetta “anoressia dell’anziano”, una riduzione dell’introito calorico legata all’e-tà, potrebbe essere uno dei principali fattori di rischio per malnutrizione nella popolazione anziana mediante un alterato controllo del senso di fame e sazietà può esserne la cau-sa. oltre alle cause citate in precedenza, una delle componenti più importanti nel limitare il senso di fame dell’anziano potrebbe essere la parafisiologica alterazione età-correlata delle dinamiche dei segnali che regolano il bilancio energetico e l’introito alimentare.Fisiologicamente i segnali provenienti dalla periferia influenzano il bilancio energetico, sia dopo il pasto che in condizione di digiuno, agendo sui centri ipotalamici della fame e del-la sazietà tramite soprattutto i mediatori NpY (fame) e poMC (sazietà). i segnali di sazietà postprandiali a breve termine, come coleci-stochinina, peptide YY e “glucagone-like pep-tide” 1 (GLp-1) ed i segnali di “adiposità” (cioè di elevato contenuto energetico) a lungo ter-mine, come insulina e leptina, sono amplificati negli anziani provocando sazietà eccessiva e una riduzione dell’introito alimentare. Questo effetto è ancora più spiccato quando si as-sumono alimenti di diffcile digestione e ricchi in grassi. Lo svuotamento dello stomaco è rallentato con l’invecchiamento quindi si pro-lunga dopo il pasto la sensazione di pienezza che inibisce l’assunzione di altro cibo. anche in questo caso il tipo di alimenti può peggiorare la situazione come ad esempio dopo aver mangiato molte proteine o fritti. Quando lo stomaco si svuota da qui viene secreta la grelina, una proteina che genera un segnale periferico di fame, che induce ad iniziare il pasto. La grelina attiva è significativamente ridotta nei soggetti anziani, i quali presentano basse concentrazioni già a digiuno e una risposta assente allo stimolo, al contrario dei sogget-ti più giovani. in definitiva anche a stomaco

Potenziare stimolidella fame

Stimoli Sociali Mangiare in compagnia, curare ambiente

Stimoli Culturali Scelta alimenti e preparazioni più gradite e note, ma stimolare anche curiosità

Stimoli Sensoriali potenziare colori, sapori, odori, variare alimenti

Ridurre il segnale di sazietà

- Facilitare svuotamento gastrico

- Ridurre stimoli ormonali

- pasti meno voluminosi, più frequenti, distribuire bevande lontano dai pasti

- alimenti e preparazioni più digeribili (no condimento eccessivo, frittura…)

- Ridurre contenuto in grassi- Check list farmaci

Salvaguardare la massa muscolare

associare esercizio fisico

utilizzare supplementi se intervento non sufficiente a coprire fabbisogno

integratori proteici, calorici e vitaminici

vuoto gli anziani tendono a non cerca-re cibo per un altro pasto.

in definitiva con l’avanzare dell’età la tendenza ad un eccessivo stimolo oressigeno, tipica del giovane e causa di malnutrizione per eccesso (obesità-sovrappeso), lascia il posto ad una forma di anoressia che facilita la malnu-trizione per difetto. Le strategie di inter-vento per contrastare questa tendenza sono importanti per l’anziano e partico-larmente utili nei momenti di maggior rischio quando è richiesto un introito calorico superiore (ad esempio per un infezione, un intervento chirurgico ecc.).

Bibliografia essenzialeControl of food intake in ol-der men. Roberts SB, Fuss p, Heyman MB, et al: JaMa 1994; 272: 1601-1606.

Anorexia of aging: physiologic and pathologic. Morley JE: am J Clin Nutr 1997; 66: 760-773.

The anorexia of aging. Di Fran-cesco V, Fantin F, omizzolo F, et al.: Dig Dis. 2007;25(2):129-37. Review.

medicina-anoressia dell'anziano

Rappresentazione schematica del controllo dell’introito energe-tico. in rosso i segnali oressigeni che spin-gono a consumare cibo, in giallo i se-gnali anoressigeni, di sazietà. Nell’an-ziano è stata dimostrata la riduzione degli stimoli oressigeni e l’aumento dei segnali di sazietà sia a breve che a lungo termine.

Tessuto adiposo: segnali di sazietà a

lungo termine Apparato gastro-

intestinale: Segnali di sazietà a breve termine

leptina insulina

NPY POMC

vago

grelina

CCK

GLP-1

PYY

Vista Olfatto gusto

Ipotalamo

Vincenzo Di Francesco

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Il premio annuale conferito dalla Società Europea Fibrosi Cistica (European Cystic Fibrosis Society) per meriti scientifici è stato attri-buito per il 2015 a Carlo Castellani, medico e genetista del Centro Fibrosi Cistica Dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, diretto dal prof. Baroukh Maurice Assael.

Mmedicina

premio europeo per meriti scientifici

al Dott. Castellani del Centro

Fibrosi Cistica

Dott. Carlo Castellani

il dott Castellani è internazionalmente noto in particolare per i suoi contributi sullo screening neonatale, screening preconcezionale, genetica e epide-miologia della fibrosi cistica. per nu-merosi anni ha fatto parte del diretti-vo della società e negli ultimi anni ha diretto progetti mondiali sulla geneti-ca della malattia. Nel 2013-14 ha co-ordinato il lavoro di oltre 100 esperti internazionali per la produzione dei nuovi standard di cura (Standard of care) della società europea. Dal 2013 Carlo Castellani è anche presidente della Società italiana Fibrosi Cistica.

Questo riconoscimento è motivo di particolare orgoglio per il Centro Fi-brosi Cistica di Verona, primo cen-tro al mondo che ha visto attribuire il premio a due suoi operatori in due diverse occasioni. infatti, lo stesso premio, alla carriera, era già stato conferito a Gianni Mastella, fondato-re del centro stesso. Si tratta quindi di un consolidamento e di una con-

tinuità nel segno dell’eccellenza che rafforzano negli oltre 70 operatori del centro il senso di appartenenza a una struttura di grande livello.

il Centro Fibrosi Cistica di Verona è il maggior centro europeo dedicato alla fibrosi cistica. Le sue attività co-prono tutti gli aspetti della malattia, comprendendo, oltre all’assistenza a più di 800 pazienti, programmi di prevenzione, genetica, screening ne-onatale, ricerca traslazionale, ricerca clinica. il centro coopera strettamen-te con due strutture che hanno sede a Verona: il Centro per la Ricerca Tra-slazionale in Fibrosi Cistica (CFTR, Laboratorio Lissandrini), diretto da Claudio Sorio dell’Università di Ve-rona, e il Centro di Ricerca clinica (CRC-FC), diretto da Marco Cipolli, che completano lo spettro delle atti-vità di ricerca. in questi anni il Centro è in prima linea nella sperimentazio-ne di nuovi farmaci per la cura della malattia.

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Defibrillatori semiautomatici:

investire in sicurezza, investire

nella vitaMmedicina - defibrillatori

Il defibrillatore semiautomatico (DAE) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti

muscolari del cuore in maniera sicura. Entro il 2015 tutte le società sportive dovranno esserne in possesso. Scopriamo meglio di cosa si tratta e chi

può essere d’aiuto per la scelta del dispositivo

In questi anni sono aumentati i casi di arresto cardiaco improvviso durante lo svolgimento di attività sportive.

Molte volte queste disgrazie risultano essere la conseguenza di precauzioni non prese al momento giusto. L’opinione pub-blica però si è sensibilizzata e ciò sta portando sempre più alla decisione - da parte delle società sportive - di acquistare di-spositivi semiautomatici, meglio conosciuti come defibrillatori, che possano aiutare a salvare una vita. Defibrillatori, una parola che racchiude due aggettivi importantissimi: indispensabile e sicuro.

Entro la fine del 2015 tutte le società sportive dovranno essere provviste di defibrillatori e di personale abilitato all’uso, come comunicato dal decreto Balduzzi pubblicato sulla gazzetta uffi-ciale del 20 luglio 2013.

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Cosa sono i DAE e chi li può usare?il defibrillatore semiautomatico (spesso ab-breviato con DaE, defibrillatore automatico esterno, o aED, automated external defibrilla-tor) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l'arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ven-tricolare e tachicardia ventricolare. Un defibrillatore semiautomatico determina automaticamente se per il ritmo cardiaco che sta analizzando sia necessaria una scarica, e seleziona il livello di energia necessario. L'utente che lo manovra non ha la possibilità di forzare la scarica se il dispositivo segnala che questa non è necessaria.

il funzionamento avviene per mezzo dell'ap-plicazione di placche adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono appli-cati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e - se necessario - si carica e si pre-dispone per la scarica. Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le istruzioni all'u-tente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è necessario premere un pul-sante per erogare la scarica.

Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore si met-te in "attesa" e dopo due minuti (circa 5 cicli di RCp) rieffettua l'analisi del ritmo cardiaco e se necessario rieffettua la scarica. all'interno del DaE è presente una piccola "scatola nera", e dal momento in cui viene acceso registra tutti i rumori ambientali; in più registra l'elettrocar-diogramma del paziente dal momento in cui vengono collegate le placche.

un fattore fondamentale affinché il pro-cedimento di defibrillazione sia efficace è che lo stesso venga eseguito in tempi brevissimi.

È consentito l’uso del defibrillatore semiau-tomatico in sede extra-ospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica ovvero corsi per l’a-bilitazione all’utilizzo del dispositivo salvavita DaE.

per legge le società sportive dilettan-tistiche e quelle sportive professioni-stiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le so-cietà dilettantistiche che svolgono atti-vità a ridotto impegno cardiocircolato-rio come ad esempio bocce (escluso bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilati). Questi dispostivi semi automatici rap-presentano quindi un’innovazione tec-nologica alla quale però bisogna esse-re in grado di tener testa.

Dove trovare i DAE?Nel 1994, nasce un’azienda in grado di fornire questi dispositivi salva vita. Stiamo parlando della EL.mED.gar-da s.r.l., diventata con gli anni leader nella commercializzazione, assistenza e manutenzione di apparecchiature elettromedicali e sanitarie.

La sede dell’azienda si trova a Coster-mano dove personale qualificato è in grado di soddisfare al meglio le esi-genze dei clienti. L’azienda offre inol-tre una vasta gamma di dispositivi sanitari ed elettromedicali tecnolo-gicamente avanzati.

L’azienda è infatti dotata delle certifi-cazioni unI En ISo 9001:2008 e unI CEI En ISo 13485:2012 ottenuta dall’ente notificato TuV RHEInLAnD ITALIA. Tale certificazione rappresen-ta la migliore garanzia di un alto livello di progettazione, sviluppo, produzio-ne, vendita e assistenza dei prodotti. In sintesi di massima affidabilità. Ecco perché EL.mED.garda è a di-sposizione per vendita, formazione e assistenza riguardo l’utilizzo del defi-brillatore DaE.

medicina - defibrillatori

[email protected] www.elmedgarda.it

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I Vademecum Sui campi estivi: cenni sulla sicurezza e informazioni utili da sapere*

innanzitutto, un campo estivo sicuro ha alla base una serie di accorgimenti che devono essere presi già du-rante la preparazione e anche molto prima, per ve-rificare la sua sicurezza e dunque evitare - o quanto meno ridurre al minimo - responsabilità civili, penali ed amministrative degli organizzatori.

La prima cosa da fare, quindi, è trovare le strutture adeguate. È opportuno effettuare una lista di tutte le strutture in grado di accogliere i bambini e, soprattut-to, individuare il numero di bambini per i quali si inten-de organizzare il  campo scuola. L'ideale è rivolgersi a strutture specializzate, che presentano già tutto il materiale e gli strumenti per poter effettuare  attività ludiche (ad esempio, un oratorio, una scuola, una pa-lestra). per quanta attenzione si ponga nel prendere tutte le possibili precauzioni perché nessuno corra il rischio di farsi del male, data la tipologia di pubblico a cui il campo scuola è rivolto - e il considerevole numero di persone coinvolte - non bisogna sottovalutare l’im-portanza di ricorrere ad una adeguata copertura infor-tuni individuale e di Responsabilità Civile verso Terzi (RCT). L’assicurazione individuale copre dagli infortuni che si potrebbero verificare nello svolgimento di at-tività e manifestazioni sportive, ricreative e culturali. Con la copertura RCT, invece, ci si obbliga a tenere indenne ogni singola persona coinvolta nell’attività del campo scuola di quanto questa sia tenuta a paga-re, quali civilmente responsabile ai sensi di legge, per danni involontariamente cagionati a terzi, da essi o da persone delle quali debbano rispondere nell'esercizio delle attività di formazione sportiva, sociale, ricreativa, culturale e di volontariato - svolta senza scopo di lucro

e secondo i termini delle leggi e dei regolamenti che la disciplinano.Una volta fatta una ricerca delle strutture, bisogna contattarle, chiedendo loro se sono interessate a par-tecipare.

È importante chiedere la  certa adesione alla parte-cipazione  del campo scuola e fissare il  numero dei partecipanti (non dimenticando di predisporre un ap-posito modulo da far firmare per il consenso al tratta-mento dei dati personali e indispensabile ai fini della copertura assicurativa; se coinvolti dei minorenni, è necessaria la firma di uno dei genitori).Una volta definita la struttura e definito anche il nume-ro dei diretti interessati, occorre trovare persone che aiutino nell'effettuare le attività ludiche. a questo fine ci si può rivolgere ad amici o conoscenti, oppure a persone specializzate e professionalmente preparate.

Le attività che si possono organizzare sono davvero tante. Si possono far imparare ai bambini balletti, can-zoni e filastrocche organizzare giochi di qualsiasi tipo oppure tentare di farli avvicinare a delle discipline spor-tive diverse dalle tradizionali (per intenderci, non i soliti calcio e pallavolo). per rendere più attrattiva l’iniziativa, si possono ideare piccoli eventi e affrontare temi at-tuali come l'alimentazione, il risparmio energetico ed il riciclaggio, per organizzare delle giornate speciali in cui i bambini imparino la corretta alimentazione, come salvaguardare l'ambiente e come effettuare la raccolta differenziata. alla fine del campo estivo si può pensare anche di organizzare un evento finale, che potrebbe consistere nell'esecuzione di una recita, di divertenti sketch o di una piccola rappresentazione teatrale.

Organizzare un campo scuola e parteciparvi potrebbe essere un’ottima idea per trascorrere un'estate diversa. Allora, vediamo insieme come poter fare, sfruttando al meglio tutte le opportunità possibili.

A cura di alessandro Boggian Vice presidente o.p.E.S. Verona

informazioni utili

* Si precisa che il presente articolo è da considerarsi come un mero riassunto. Per gli affiliati OPES Italia,e per chi lo desiderasse, è pos-sibile ricevere assistenza e richiedere una consulenza sui servizi offerti e qualsiasi altra informazione visitando la pagina www.opes.italia.it, la pagina facebook (Opes Verona) o contattando il Comitato Provinciale di Verona via e-mail all’indirizzo [email protected]

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Quasi finita influenza in Veneto. Bilancio

pesante: 40 vittime e 185 casi gravi.

Vaccinazioni ancora in caloSsalute

Lo si rileva dal Rapporto del Sistema di Sorveglianza sulla stagione influenzale 2014-2015 della Regione del Veneto, diffuso oggi. il tas-so d’incidenza risulta in calo in tutte le classi di età ed è prevedibile che questa “coda” dell’influenza stia per esaurirsi.

Dall’inizio della sorveglianza (13 ottobre 2014) sono stati registra-ti 40 decessi (il numero più alto degli ultimi 10 anni), 185 casi di forme complicate (l’83,7% in soggetti con patologie pregresse), dei quali 110 gravissimi (104 ricoverati in terapia intensiva e 11 sotto-posti all’ossigenazione extracorporea del sangue con la tecnologia Ecmo). L’età media dei deceduti è stata di 64 anni, con un decesso di un bimbo tra zero e 4 anni, 17 nella fascia 15-64 anni, e 22 tra gli over 65.

Il tasso di adesione alla vaccinazione è stimato con un calo di circa il 5% rispetto alla stagione precedente, quando era stato del 58,5%, dato considerato già basso dai tecnici.

“È stata un’influenza stagionale molto aggressiva - commenta l’as-sessore alla Sanità - purtroppo agevolata dall’ulteriore calo delle vac-cinazioni, che deve far riflettere sulla superficialità con cui vengono fatti girare allarmi e informazioni distorte su rischi di fatto inesistenti. Per la prossima stagione sarà necessario un grande sforzo informa-tivo in più, per rendere la gente più consapevole e meno sospettosa verso questa pratica che spesso può salvare delle vite”.

“I nostri tecnici - conclude Coletto - stanno ora valutando anche l’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario e sociale in generale e sul funzionamento degli ospedali, che comunque hanno retto molto bene all’urto”.

L’influenza stagionale in Veneto si avvia alla conclusione, pur se ancora, nell’ultima settimana di aprile monitorata

dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, si è registrata un’incidenza di 6,3

malati per 10 mila abitanti, pari a circa 3.100 persone ancora colpite dal virus.

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Il termine Iperidrosi definisce una situazione pa-tologica caratterizzata da un’ eccessiva sudo-razione, che può essere localizzata e limitata in alcuni distretti cutanei, oppure ubiquitariamen-te diffusa in tutta la superficie corporea.

iperidrosi palmare e ascellare:

Strategie di interventoM

medicina - iperidrosi

A cura del Dott. Stefano Zaffagnini

A cura di Dott. Giovanni Magnanelli - Direttore f.f. U.o.C. Chirurgia Toracica - AoUI di VeronaDott. Alessandro Lonardoni - U.o.C. Chirurgia Toracica - AoUI di Verona

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La sudorazione è un fenomeno neces-sario per la regolazione della tempera-tura corporea; la secrezione del sudore, attraverso le ghiandole sudoripare, è mediata e regolata dal sistema nervo-so autonomo, in particolare dal sistema nervoso simpatico.

La sudorazione è un fenomeno necessario per la regolazione della temperatura corpo-rea; la secrezione del sudore, attraverso le ghiandole sudoripare, è mediata e regolata dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema nervoso simpatico.in taluni pazienti (circa l’2% della popolazione) questa regolazione è alterata, si ha quindi una sudorazione eccessiva.Quando l’iperidrosi rientra all’interno dei sin-tomi di una patologia nota viene definita “se-condaria”; le situazioni patologiche di più fre-quente riscontro possono essere: l’obesità, la menopausa, l’ipertiroidismo o l’assunzione di terapia ormonale.

L’iperidrosi “idiopatica o essenziale” inve-ce, non presenta un’eziologia conosciuta e si presenta molto più frequentemente dell’iperi-drosi secondaria; compare nei primi anni di vita o nell’ adolescenza e si protrae per tutta la vita, creando in questi pazienti un notevole imbarazzo sociale, influenzando anche la loro stabilità emotiva.

L’Iperidrosi palmare (insieme alla forma ascellare) è, tra tutte le forme di iperidrosi, quella che sicuramente riveste un peso socia-le maggiore, essendo le mani molto più espo-ste di ogni altra parte del corpo, svolgendo un ruolo prioritario nella vita professionale, di relazione e in tutte le attività pratiche di ogni giorno. Questo condizionamento può porta-re, nei casi più gravi, ad un progressivo iso-lamento individuale a tal punto da evitare del tutto ogni contatto sociale.Un corretto management della iperidrosi pri-maria prevede, all’inizio, la precisa esclusione di un’ eventuale patologia sottostante, per-ché ogni tipo di approccio terapeutico iniziale deve essere finalizzato a risolvere la condi-zione patologica di base; accertata quindi la “primitività” della forma morbosa, possiamo prendere in considerazione una terapia sinto-

constatato un ottimo giudizio sui risul-tati della procedura, complessivamen-te nell’99,5% dei casi.

in certe situazioni (pleuriti ricorrenti, localizzazioni tubercolari o pregressi interventi chirurgici toracici), tale in-tervento può essere controindicato; questo a causa delle possibili tenaci aderenze, che renderebbero assai dif-ficoltosa l’individuazione della catena nervosa.

L’iter clinico-diagnostico, a cui si do-vrà sottoporre il paziente, attraverso la realizzazione di routinari esami pre-operatori ambulatoriali, permetterà di afferire in tempi rapidi all’intervento e, dopo una limitata degenza, di ritorna-re ad una quotidianità meno inva-lidante.

matica. in questa sede non vogliamo approfondire l’uso degli antitraspiran-ti, le iniezioni di tossina botulinica, le applicazioni di iontoforesi, procedure terapeutiche indirizzate principalmente a forme di iperidrosi di lieve o di me-dia entità, e comunque trattamenti che rivestono un carattere palliativo e non risolutivo.Nei casi più gravi trova invece una pre-cisa indicazione l’approccio chirurgico, attraverso la Simpaticotomia Video-toracoscopica Bilaterale: metodica miniinvasiva messa a punto solo di recente e che ha definitivamente sop-piantato la simpatectomia toracica a cielo aperto, tecnica decisamente più cruenta che ha l’ulteriore aggravante di avere lunghi tempi di degenza e mag-giori complicazioni post-operatorie.Questa procedura mini invasiva, at-traverso l’introduzione di un’ottica e di un elettrobisturi in cavo pleurico, permette l’isolamento e l’interruzione della catena simpatica, (a livello di T3), facilmente riconosciuta vicino alle arti-colazioni costovertebrali.

L’atto chirurgico endoscopico, del-la durata di circa 20 minuti per lato, necessita di una ospedalizzazione di solo 24 ore, consentendo al paziente un ritorno precoce alle normali attivi-tà lavorative e familiari. Questo tipo di intervento, eseguito bilateralmente, porta alla remissione completa del di-sturbo nel 99% dei pazienti trattati.

in alcuni casi, tra gli effetti collaterali, possiamo annoverare una sudorazio-ne compensatoria, ovvero l’iperidrosi, bloccata a livello delle mani e/o delle ascelle, può aumentare a livello del dorso o degli arti inferiori; tale situa-zione di solito comunque ben tollerata dal paziente, ha un’incidenza di circa il 30% dei casi, è di intensità minore rispetto all’iperidrosi iniziale e tende ad autolimitarsi nel tempo.È stato possibile verificare il grado di soddisfazione del paziente nel periodo post-operatorio, somministrando un questionario di autovalutazione e si è

medicina - iperidrosi

 

 

Dott. Giovanni Magnanelli

Dott. Alessandro Lonardoni

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arte in ospedale“Emozioni”

di Mara GiaconAFocus - arte

Continua in piazza Canneto del Polo Con-fortini l’iniziativa “Arte in Ospedale” con la Personale di Mara Giacon, Artista dal par-ticolarissimo percorso che si è inaugurata venerdì 12 dicembre: fino a pochi anni fa la pittrice dipingeva ampie composizioni ad olio su tela costruite con elementi geometri-ci mossi da irrefrenabile energia, successi-vamente si è dedicata alla pitto-scultura che si sviluppa su diversi piani dinamici in agget-to, ora invece il suo fare Arte si è spostato verso orizzonti nuovissimi che la moderna tecnologia legata al computer le permette di realizzare, avendo sempre un’attenzione particolarissima all’uomo, quell’uomo inda-gato, esplorato, nei sentimenti più profondi, più veri, nelle pulsioni emotive più intime.

inizialmente Mara Giacon parte da un sem-plice schizzo, da un disegno a matita su carta normale o da spolvero, pochi tratti essenziali che bilanciano pieni e vuoti, che seguono un andamento arioso, fresco e ve-loce per poi impostare e condurre un gio-co tonale mosso e trasparente che la vede rielaborare l’immagine con una pazienza impensabile per esternare il sentimento primario della rappresentazione, la voglia di imprimere nell’opera il respiro profondo vero, autentico, senza finzione.La traccia poi viene inserita nel computer, portata dentro con lo scanner, e il pennello, anni fa intinto nell’olio, è sostituito dal tasto che colora attraverso il processo del pho-toshop con meticolosa precisione, con una dedizione profonda, procedendo ad una colorazione graduale, aggiungendo sfuma-tura su sfumatura, una velatura dopo l’altra, per ottenere un risultato vibrante, leggero, delicatissimo, riversato nell’ultimo passag-gio su alluminio o su carta fotografica.Così Mara Giacon muove con abili dita le cromie disponendo sulla superficie una mi-

riade di frammenti, di tinte, scelte con cura, con attenzione, con precisione per poi do-sarle nell’emozionante viaggio del pensiero segreto, che si inoltra nell’inquietudine dei sogni, delle attese, per poi abbandonarsi all’emozione che svela lo scrupoloso impe-gno portato avanti in modo stretto, serrato, continuo dall’artista che sviluppa così un nuovo modo di dipingere non utilizzando più né colori, né tele, ma solo la macchina con i suoi comandi meccanici.Mara Giacon è immersa in una fantasiosa ricerca di grande eleganza compositiva ac-compagnata da un gusto cromatico origi-nale, dal segno grafico mosso o continuo, dalla forma spesso scarna ed essenziale caratterizzata da una raffinatezza unica.Di certo l’armonia di queste opere ha con-tribuito ad apportare benessere a tutti colo-ro che transitano in ospedale, infondendo una grande influenza positiva nell’animo di chi le osserva: i giochi bellissimi e gli effet-ti inattesi creano una seduzione che attira lo sguardo del visitatore e lo accompagna al di là, “oltre”, verso mondi nuovi visibili e invisibili.

A cura di Marifulvia Matteazzi Alberti

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Molti la confondono con la couperose, ma il nome corretto è rosacea, una malattia infiammatoria del-la pelle che colpisce soprattutto le aree centrali del viso, come le guance il naso e le palpebre. Si pre-senta con rossore, eritema persistente, pustole, capillari superficiali, pelle del viso secca. Per le sue caratteristiche, per l’andamento cronico degene-rativo e per le significative implicazioni psicologiche è bene non sottovalutarla. In Italia sono 3.200.000 le persone colpite da rosacea, circa il 7-8% della popolazione adulta. La malattia è sottovalutata e solo 1 persona su 10 si rivolge al medico e ottiene una diagnosi.

Al 90° Congresso SIDeMaST esperti presentano le raccomandazioni per la gestione della Rosacea

Rosacea: in italia oltre 3 milioni

le persone colpite ma solo 1 su 10 ha

ottenuto una diagnosiMmedicina - la rosacea

A cura del Dott. Stefano Zaffagnini

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L'arrossamento del viso associato alla ro-sacea condiziona a livello emotivo (88% dei casi), sociale (77%), lavorativo (78%) e nel comportamento relazionale (72%) come ha dimostrato una recente indagine su un cam-pione rappresentativo della popolazione italia-na, condotta dall’istituto di ricerca Face Va-lue per conto di Galderma in occasione della campagna di sensibilizzazione sulla mallattia “act on Red”.

“La maggior parte delle persone è convinta che il rossore sia una caratteristica naturale della propria pelle. Al contrario, la rosacea è una malattia e in quanto tale va diagnosticata e curata, affer-ma Giampiero Girolomoni - Presidente SIDe-MaST, Dipartimento di Medicina, Sezione di Dermatologia, Università di Verona. La rosacea acquisisce la dignità di malattia solo nella sua manifestazione più conclama-ta quando papule, pustole e ispessimento della pelle hanno già aggravato le condizioni del paziente, mentre il semplice rossore viene ignorato. Invece di risolvere il problema alla radice, le persone affette da rosacea cer-cano di camuffare l’infiammazione cutanea con l’impiego di cosmetici che, contenendo alcool o profumo, peggiorano la condizione della pelle aumentandone l’infiammazione e l’irritazione; la rosacea è una malattia e come tale va trattata. Oggi esistono tanti rimedi che possono migliorare questa condizione ma, se non curata la rosacea si aggrava e dalle forme più lievi si passa a quelle più gravi”. Le cause della rosacea non sono ancora completamente chiare, si sa che l’infiamma-

stadio iniziale è infatti spesso confu-sa con la couperose. L’arrossamento della cute causa un profondo stress emotivo in chi ne è affetto, prosegue Monfrecola. Una recente indagine sulla percezione globale dell’arrossa-mento del viso associate a rosacea ha dimostrato come questa condizione influenza in maniera negativa la sfera emotiva e sociale dell’individuo. Ne è risultato che la persona con rosacea è fortemente condizionata a livello emo-tivo: prova imbarazzo per il giudizio al-trui (58%), sul luogo di lavoro si sente imbarazzato nei rapporti con i propri colleghi (32%), ha una minore sicu-rezza nell’affrontare colloqui di lavoro (27%). Nei rapporti sociali prova imba-razzo per il giudizio di famigliari o amici (23%), è a disagio nel fare nuovi incon-tri (33%) ed è imbarazzata per il giu-dizio del proprio compagno/a (25%)”.

“Negli ultimi anni la ricerca dermatolo-gica ha condotto ad una migliore com-prensione dei meccanismi correlati alle manifestazioni cliniche della rosacea, conclude Giuseppe Micali - Sezione di Dermatologia e Venereologia, Di-partimento di Specialità Medico-Chi-rurgiche, Università di Catania. Ciò ha anche consentito l’elaborazione e l’in-troduzione sul mercato di nuovi e validi trattamenti che, se utilizzati in tempo e in maniera appropriata, sono in grado di tenere sotto controllo segni e sinto-mi della malattia. La ricerca scientifica ha prodotto risultati interessanti per il trattamento della rosacea in tutte le sue manifestazioni.

Oltre ai farmaci già disponibili, tra cui la brimonidina tartrato, una nuova pro-spettiva terapeutica potrebbe arrivare dall’ivermectina, la molecola che in fase di studio ha mostrato ottimi risul-tati. Per questo motivo è indispensa-bile che il paziente, a fronte di sinto-mi riconducibili alla rosacea, si rechi tempestivamente dal dermatologo di fiducia”.

zione è alla base di questa patologia e diversi trattamenti possono migliorare la condizione clinica dei pazienti. Con l’intento di produrre un documento condivisibile in ambito scientifico, un gruppo di esperti dermatologi ha mes-so a punto le Raccomandazioni sulla Gestione della Rosacea con focus sulle opzioni terapeutiche più efficaci, presentate in occasione del 90° Con-gresso Nazionale SiDeMaST, Società italiana di Dermatologia medica, chi-rurgica, estetica e delle Malattie Ses-sualmente Trasmesse.

Le Raccomandazioni sulla Gestione della Rosacea sono state redatte con il patrocinio di SiDeMaST e aDoi, as-sociazione Dermatologi ospedalieri italiani, e con il contributo incondizio-nato di Galderma.

“In Italia, secondo le stime più realisti-che, sono 3.200.000 le persone ma-late: circa il 7-8% della popolazione adulta. Nonostante l’elevata incidenza, la rosacea è spesso non riconosciu-ta e sottostimata. Solo una persona su 10 riceve una diagnosi ufficiale. Si tratta infatti di una malattia complessa, che si può presentare con una varie-tà di manifestazioni cliniche differenti e spesso comuni ad altre patologie, dichiara Giuseppe Monfrecola - Se-zione di Dermatologia, Dipartimento di Medicina clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II. Al suo

medicina - la rosacea

Rosacea oculare Rosacea di grado severo Rosacea di grado lieve

Rosacea fimatosa Rosacea papulo-pustolosa lieve Rosacea papulo-pustolosa severa

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Il fenomeno delle dipendenze è un fenomeno com-plesso che coinvolge, oltre alle scelte individuali, fattori genetici, sanitari, culturali, sociali, educativi e legali, interessando sia i giovanissimi che le perso-ne adulte. Sempre più diversificate le sostanze ed i comportamenti addittivi, quali il gioco d’azzardo pa-tologico, la dipendenza dalla rete, dipendenza ses-suale e da pratiche sportive.

La base neurobiologica dell’addiction è costituita dal-la sregolazione del sistema della gratificazione che usa la dopamina come neurotrasmettitore e rappresenta la via comune sia per la gratificazione fisiologica (mangiare, bere, dormire, attività sessuale e accudimento della prole) che per quella indotta dall’alcol e dalle sostanze, come dai compor-tamenti patologici ad alta carica emotiva.

La sensazione di benessere psicofisico col tempo tende a diventare prepotentemente primaria, oscu-rando altre sensazioni piacevoli; il risultato finale è rap-presentato dalla trasformazione di tale benessere in una percezione di ansia, angoscia e in un desiderio compulsivo intenso (il craving) di riassumere la sostanza, o riprendere il comportamento d’abuso, in grado di alleviare tali sensazioni spiacevoli. Se la sostanza è in grado di lenire il disagio psichico, il sog-getto tenderà a ripetere l’assunzione e, dopo un tempo variabile, si instaurerà un circuito di automantenimento in cui l’assunzione non è più una scelta o un piacere, ma una

Meccanismi generali delle dipendenze

patologiche: dall’abuso alla

dipendenzaMmedicina - dipendenza

A cura del Dott. Fabio LugoboniResponsabile Medicina delle Dipendenze

Dott. Fabio Lugoboni

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necessità psicofisica. La ripetizione del comportamento addittivo deter-mina un’ipersensibilizzazione delle strutture cerebrali della gratificazio-ne con aumento dell’intensità nella percezione degli stimoli incentivi/mo-tivazionali connessi al comportamento d’abuso, provenienti sia dall’ambiente esterno (luoghi, situazioni, oggetti, spot pubblicitari ecc.) che da quelli umorali del soggetto. un’ altra caratteristica del craving è l’impossibilità a interrompere l’attivazione comportamentale di ricerca, anche in presenza di forti ostacoli sociali (la progressiva ostilità dei congiunti per la condotta assunta, il biasimo degli amici, dei colleghi), di pericoli per la propria salute. Due sono i tipi di craving:

• “positivo”, associato al mecca-nismo di rinforzo, di aspettativa di gratificazione (è considerato fon-damentale nell’inizio dei compor-tamenti d’abuso e spiega il com-portamento recidivante, che può verificarsi anche dopo molto tem-po dall’abbandono del comporta-mento addittivo);

• “negativo”, associato al mecca-nismo di terrore della sindrome di astinenza. il craving “negativo” è rappresentato da sentimenti di an-sia e disforia, che agiscono come potenti stimoli per la ricaduta, e si manifesta a seguito dell’interru-zione dell’assunzione di sostanze o comportamenti d’abuso, come nella video-dipendenza.

i fattori di rischio, come per tutte le dipendenze, sono riassumibili nei seguenti: bassa autostima, intro-versione, timidezza, aggressività, irritabilità, difficoltà a controllare gli impulsi, scarse capacità sociali, uso di sostanze nel gruppo dei pari e/o da parte dei genitori, precocità

medicina - dipendenza

nell’età di iniziazione, credenze e aspettative positive sull’uso di so-stanze.

Di particolare rilevanza, per il sesso femminile sono gli abusi sessuali subiti in giovane età e le relazioni intra-fami-liari disfunzionali, mentre per il sesso maschile tende a prendere sempre più piede la videodipendenza come rispo-sta ad episodi di bullismo e di emargi-nazione subiti dai pari.

per contro, i fattori protettivi sono stati indicati essere i seguenti: solidi lega-mi familiari e affettivi, avere dei buoni risultati scolastici, essere impegnati in attività extra scolastiche, buona au-tostima. il ruolo normativo è sintetiz-zabile nella figura paterna; è un ruolo direttivo, che chiede piena fiducia per condurre verso la meta: “sarò giusto ma intransigente, ti darò un’altra pos-sibilità ma non tollererò altri errori”.

il ruolo affettivo è sintetizzabile nella figura materna; lo stile è quello affet-tivo, comprensivo, volto al perdono, di ascolto partecipe, fiducioso: “sarò il tuo sostegno”.

Naturalmente i ruoli non sono legati al sesso del genitore ma, anzi, sono sempre più indipendenti dal sesso. il dialogo tra i due ruoli deve essere calcolato, pronto, attento; se l’adole-scente presenta un atteggiamento mi-nimizzante si deve accentuare il ruolo normativo (“Hai fatto una grave legge-rezza”), senza mai eccedere nella col-pevolizzazione e senza esprimere giu-dizi sul soggetto (“Sei un fallimento”).

Per informazioni:www.medicinadipendenze.it

Dott. Fabio Lugoboni

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Sanità: il Veneto attrae sempre più pazienti da

fuori regioneSsanità

Nel 2014 la capacità della sanità veneta di attrarre pazienti da altre Regioni italiane è notevolmente aumentata. Il valore delle prestazioni erogate a pazienti provenienti da tutto il resto d’Italia si è attestato a 325 milioni 705 mila 223 euro, quasi 10 milioni in più rispetto al 2013.

il dato emerge da uno studio comparativo effet-tuato sui flussi di pazienti non residenti in Veneto da parte dei tecnici della Direzione Regionale area Sanità e Sociale.

in termini assoluti i cittadini lombardi sono quelli che hanno richiesto più prestazioni al Veneto, pari ad un valore di oltre 63 milioni, seguiti da-gli emiliano-romagnoli con oltre 57 milioni, e dai friulani con oltre 46 milioni. Quindi Sicilia (oltre 23 milioni), Campania (oltre 17 milioni), puglia (oltre 15 milioni); Lazio (oltre 11 milioni).

Tutte le aziende Sanitarie e le Ulss venete han-no fatto registrare vistosi tassi di mobilità attiva. Tra queste spiccano, per fare qualche esempio, l’azienda ospedaliera di padova (44 milioni 417 mila euro nel 2014 con più 1 milione 847 mila euro rispetto al 2013), l’azienda ospedaliera di Verona (stabile, ma con ben 53 milioni di presta-zione erogate nel 2014), l’Ulss 22 di Bussolengo (59 milioni 840 mila euro con più 2 milioni 175 mila euro sul 2013); l’Ulss 20 di Verona (14 milio-ni 783 mila euro con più 1 milione 566 mila euro sul 2013); l’Ulss 12 Veneziana (13 milioni 279 mila euro con più 1 milione 489 mila euro sul 2013); l’Ulss 17 di Este (10 milioni 498 mila euro con un più 1 milione 146 mila euro sul 2013).

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sanità

Sintesi mobilità sanitaria interregionale attiva 2013-2014

TABELLA - LEgEnDA

Colonna 1 Regione di residenza dei pazienti curati in Veneto.

Colonna 2 (A) valore delle prestazioni sanitarie erogate dal Veneto a quei pazienti nel 2014 .

Colonna 3 (B) valori nel 2013.

Colonna 4 (a-b) variazione in euro.

Colonna 5 (a-b) variazione in percentuale.

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Nasce Vaccinarsi in Veneto

il portale al servizio della prevenzione delle

malattie infettive

focus

F A cura di Alberto Cristani

Nell'ambito del piano di Comunicazione Regionale sulla prevenzio-ne delle Malattie infettive, previsto dalla Regione del Veneto per il biennio 2014-2015, è online il sito Vaccinarsi in Veneto (vaccinarsin-veneto.org) finalizzato a diffondere una corretta informazione sulla prevenzione delle malattie infettive e a fornire, agli operatori diret-tamente interessati alla prevenzione nel Veneto, strumenti efficienti di produttività e di gestione. il sito è correlato, ma non vincolato, al portale nazionale www.vaccinarsi.org che la S.it.i. (Società italiana di igiene Medicina preventiva e Sanità pubblica) ha realizzato e pro-mosso a livello nazionale per fornire una corretta informazione sulle vaccinazioni.

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“Corpore sano in mens sana”:

la nuova Neuroriabilitazione ospedaliera-Universitaria

di VeronaMmedicina - neuroriabilitazione

La “neuroriabilitazione” si rivolge a persone colpite da malattie neurologiche acute o croniche che determinano spesso severe disabilità.

persone affette da ictus cerebrale, Sclerosi mul-tipla, Malattia di parkinson o demenza, sono esempi in cui cure neuroriabilitative possono de-terminare un miglioramento dell’autonomia e del-la qualità di vita. È evidente l’impatto sociale che patologie di questo tipo comportano, in primis per la condizione problematica del paziente ma an-che per le conseguenze sulla famiglia, sull’attività lavorativa e per le richieste assistenziali-sanitarie.

La “neuroriabilitazione” si basa sul concetto che la stimolazione tramite esercizi che sollecita-no le funzioni motorie, sensoriali e cognitive pos-sa determinare una consistente riorganizzazione del sistema nel sistema nervoso danneggiato, con positivi miglioramenti dei disturbi del pazien-te. infatti, nei giorni nostri le neuroscienze hanno dimostrato che, dopo lesioni nervose che porta-no a paralisi degli arti e a disturbi nel linguaggio,

Cos’è la “neuroriabilitazione” al giorno d’oggi? È una disciplina medica che

coniuga le conoscenze della Fisiatria e delle Neuroscienze che ha visto un crescente

sviluppo negli ultimi anni.

A cura del Prof. Nicola SmaniaResponsabile Riabilitazione Neurologica - ospedale Borgo Roma

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medicina - neuroriabilitazione

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memoria, attenzione (nonché di altre fun-zioni), il “training” riabilitativo può indur-re miglioramenti delle menomazioni con una riduzione della disabilità.

Una buona parte dei progressi nelle cure in neuroriabilitazione sono stati ottenuti nell’ultimo ventennio, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie robotiche. Verona, ed in particolare il Centro di Ri-cerca in Riabilitazione Neuromotoria e Cognitiva (CRRNC) che opera nell’azien-da ospedaliera Universitaria integrata di Verona (aoUi), ha contribuito attivamen-te a questo progresso. infatti, un team interdisciplinare di clinici-ricercatori di-retto dal prof. Smania, da anni effettua ricerche per l’applicazione delle nuove tecnologie nel campo della “neuroriabi-litazione”. in particolare, sono stati effet-tuati numerosi studi per l’uso di apparec-chi robotici per consentire ai pazienti con paralisi di recuperare la deambulazione e/o la funzione degli arti superiori.

i robot, presenti presso l’aoUi hanno consentito alla popolazione veronese di usufruire delle tecnologie riabilitative più avanzante che solo altri pochissimi centri in italia sono in grado di offrire.Ma la vera novità, che distingue il CRRNC nel panorama nazionale ed internaziona-le, è la ricerca finalizzata allo sviluppo di dispositivi che riabilitano allo stesso tem-po il “corpo” (il movimento) ma anche “la mente” (funzioni cognitive). infatti, oggi-giorno è noto che il presupposto essen-ziale per potersi muovere normalmente è l’adeguato funzionamento di attività quali attenzione, memoria, capacità di programmare le azioni (etc.) che spes-so risultano compromesse nelle malattie neurologiche.

in quest’ottica è difficile pensare ad una “riabilitazione del movimento” scollegata dalla “riabilitazione cognitiva”. per questo motivo il team “del CRRNC è costituito non solo da specialisti del “movimento” (medici, fisioterapisti e terapisti occu-

pazionali), ma anche da neuropsicologi e logopediste, figure professionali che presentano una formazione specifica per analizzare e riabilitare le disfunzioni dei sistemi cognitivi.

La presenza di ricercatori nell’ambito della neuropsicologia ha consentito di sviluppare dispositivi tecnologici che ac-canto alla stimolazione motoria esercita-no le funzioni cognitive.il CRRNC opera all’interno di una unità riabilitativa dell’aoUi che a breve verrà riconosciuta dalla Regione Veneto come Unità operativa Complessa (UoC) di “Neuroriabilitazione” con letti di alta Spe-cializzazione. Questo riconoscimento consentirà di ricoverare pazienti di eleva-ta complessità riabitativa in sinergia con le strutture di Neurologia dell’aoUi ed in particolare con la “Stroke Unit” dell’o-spedale di Borgo Trento.Questo significa che la popolazione ve-ronese potrà usufruire delle cure neu-roriabilitative più avanzate. “Mission” dell’UoC di “Neuroriabilitazione” sarà sviluppare, in collaborazione con l’Uni-versità di Verona, sistemi per la cura delle disabilità di origine neurologica che con-

templino tutte le fasi della malattia, dallo stadio di acuzie fino alla cronicità. Que-sto sarà reso possibile, dalla dotazione di letti di DH e di un servizio riabilitativo per i trattamenti ambulatoriali, che integrano la fase di degenza.

Un recentissimo ulteriore sviluppo della ricerca del CRRNC ha consentito di uti-lizzate le tecnologie robotiche anche nel-le primissime fasi di malattie come l’ictus cerebrale con strumenti che permettono di effettuare esercizi motori e cognitivi anche al letto del paziente partendo dal punto di vista che per esercitare il movi-mento e l’autonomia è in prima istanza indispensabile esercitare anche la “men-te”.

per questo si può veramente affermare che l’obiettivo della neuroriabilitazione attuale, parafrasando l’originale locuzio-ne latina di Giovenale, possa sintetizzarsi nella frase “Corpore sano in mens sana”.

medicina - neuroriabilitazione“Corpore sano in mens sana”: la nuova Neuroriabilitazione ospedaliera-Universitaria di Verona

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attività motoria e giovani:

divertimento,socializzazione e saluteS

L’esercizio migliora il fisico ma an-che la qualità della vita, favorisce infatti la socializzazione e le relazio-ni interpersonali.

ma cosa si intende per attività motoria?L’attività ludico-motoria/amatoriale è un’attività fisica praticata da soggetti non iscritti presso società sportive o enti di promozione sportiva e finalizzata al rag-giungimento e al mantenimento del be-nessere psico-fisico della persona.L’attività ludico-motoria/amatoriale, quindi, non è finalizzata al raggiungimen-to di prestazioni sportive di livello e non prevede un aspetto competitivo.

Qualche esempio di attività ludico-motoria/amatorialeFare jogging al parco, fitness in palestra o a casa, fare danza, andare in piscina o altre attività similari. anche fare calcetto o giocare a tennis con gli amici è attività ludico-motoria/

salute

Il ben-essere della persona, lo dice la parola stessa, è fondamentale per

l’equilibrio psico-fisico di ogni individuo. L’attività motoria è uno degli strumenti

più efficaci per i giovani per i quali giova un ruolo fondamentale nello sviluppo

della personalità e del carattere.

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amatoriale se l’attività viene svolta al di fuori di ogni contesto di gare o competi-zioni promosse da società sportive.

Pre-adolescenza quando il corpo cambiaper un preadolescente, la cui crescita è caratterizzata da un forte sviluppo sta-turale, è molto importante mantenere tonici tutti i muscoli antigravitari, in par-ticolare la schiena e l’addome. Mante-nere tonici i muscoli è fondamentale per non incorrere in atteggiamenti sbagliati della colonna vertebrale; avere un addo-me tonico è essenziale per la quantità di sangue ivi contenuta e, quindi, per il suo ritorno all’atrio destro; mantenersi in forma è importante per favorire, con il movimento, il ritorno del sangue veno-so al cuore attraverso l’azione di pompa periferica della muscolatura volontaria striata.

Fare attività fisica in modo costante e con una intensità medio–bassa, quindi, è fondamentale per prevenire quei pro-blemi all’apparato cardio-circolatorio che sono le principali cause di mortalità nella nostra società.

La salute non è tuttoSarebbe riduttivo affrontare il tema del rapporto tra giovani ed attività motoria limitandoci soltanto agli aspetti salutari della pratica sportiva.L’attività motoria è fonte di esperienze per i ragazzi:• educa alla tutela della salute;• favorisce l’integrazione sociale e i

rapporti interpersonali;• permette di acquisire il dominio di sé,

il senso della solidarietà e la capacità di collaborare per un fine comune;

• insegna a valorizzare e a rispettare il ruolo di tutti e di ciascuno;

• consolida l’autostima;• aiuta nella cooperazione:• guida verso la conoscenza e l’ac-

cettazione delle diversità.

L’eperienza ludico-sportiva: importante momento di socializzazione. Fare sport per i ragazzi sarà un’espe-rienza piacevole da condividere e far condividere.

Divertirsi e acquisire valori in un conte-sto in cui l’emarginazione è pressoché inesistente. Imparare a confrontarsi per riconoscere i propri limiti ed imparare a superare le difficoltà.

La pratica sportiva, inoltre, può e deve metterci in relazione con l’ambiente che ci circonda.

Fare sport significa, infatti, an-che desiderare, ambire e sfor-zarsi di ottenere ambienti ide-ali dove poter correre, giocare, nuotare, muoversi in piena li-bertà e sicurezza.

La pratica sportiva deve entrare nella vita quotidiana e diventare parte integrante di una cultura in cui non conta solo il fi-sico ma anche e soprattutto la persona nella sua interezza.

saluteattività motoria e giovani: divertimento, socializzazione e salute

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Come a San Martino Buon Albergo, dove alcuni mesi fa è stato aperto il primo ambulatorio in via Roma, anche in via Libera, a Verona, e nella casa di riposo di Bussolengo i medici speciali-sti visitano gratuitamente le persone in difficoltà nel pagamento del ticket, con un reddito tale da non consentire l’e-senzione.

L’ideatore del progetto, Sergio Barbieri, chi-rurgo vascolare, spiega che il progetto “è nato perché senza andare troppo distante ci sono vicino a noi tante persone con problemi economici, che spesso gli impediscono di ac-cedere ad alcuni servizi sanitari”.

Barbieri sottolinea che si è creato “un vero e proprio team di medici specialisti, organizzati in modo da coprire gli attuali tre ambulatori: si tratta in particolare di pediatri, cardiologi, gastroenterologi, endocrinologi, oncologi e neurologi, che hanno messo a disposizione il loro prezioso tempo e le loro competenze per visitare le persone bisognose”.

Gente e TerritoriEeventi

 

I cittadini colpiti dalla crisi economica hanno un sostegno in più nell’ambito sanitario. Scende in campo

a Verona e provincia “Medici e Territori”, il progetto promosso dall’associazione Gente e Territori

A cura di Alberto Menini

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attorno a questa iniziativa si sono aggregate anche altre associazioni di volontariato, che già operato nel settore. “Si è creata una bel-la sinergia con Caritas Diocesana Veronese, Cesaim e Nadia Onlus. I medici specialisti collaborano con gli altri volontari allo scopo di coordinare le visite sulla base delle necessità dei cittadini - continua Barbieri -.

A filtrare le richieste che arrivano sono i cen-tri di ascolto di Caritas, i volontari del Cesaim e gli assistenti sociali presenti sul territorio. A questo proposito è stato sottoscritto un pro-tocollo d’intesa con le organizzazioni di vo-lontariato, per creare una vera e propria rete della solidarietà”.

Barbieri ricorda che in ospedale “mi sono reso conto che molte persone facevano sempre più fatica a pagare il ticket, per questo stiamo promuovendo l’iniziativa, che ha trovato fin da subito l’appoggio delle istituzioni.

A beneficiare del progetto sono in particolare gli anziani e le persone che non riescono più a far fronte ai bisogni più importanti, come quel-lo della propria salute”, aggiunge il responsa-bile del progetto. “Altri miei colleghi della pro-vincia si stanno interessati all’iniziativa e sono pronti ad aderire, ognuno nel proprio ambi-to e in modo del tutto volontario. In questo modo potremo dare un servizio sempre più ampio e puntuale”.

eventi

Per ulteriori informazioni e per prenotare visite mediche specialistiche chiamare il numero 349 1305840, il martedì e il giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00

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adriana Genovese vive a Mira (Ve) e ha uno scopo nella vita: rendere felici il giorno del ma-trimonio dei futuri sposi. Come? Beh, cercando di far spendere loro poco pur non rinunciando al sogno di un giorno da favola. È per questo moti-vo che adriana ha pensato - dopo testato l’idea organizzando il suo matrimonio giusto un anno fa - di dare vita a Trovasponsor. Di cosa si trat-ta? Semplicemente di organizzare un matrimonio sponsorizzato! a detta di adriana non si tratta di una cosa difficile da pensare ma difficile da fare ed attuare. Ed è in questo frangete che entra in gioco lei. Ma cerchiami di capire meglio come funziona questa curiosa e innovativa sinergia.

Innanzitutto come ti è venuta in mente que-sta idea...il tutto è nato dopo che , per problemi finanziari, ho organizzato il mio matrimonio con gli sponsor. Volevo regalare alle mie bimbe e a noi, una festa degna della nostra bellissima storia d'amore. Da questa mia esperienza, riuscita benissimo, ho pensato di aiutare gli sposi a risparmiare e a fare per loro lo stesso lavoro che io avevo fatto per me stessa. Così ho pensato alla “Trovasponsor”. Con me, a far crescere l'iniziativa, ci sono alcu-ni sponsor che hanno partecipato al mio matri-monio. Tra cui Massimo Zamengo che è il web master

Matrimonio low cost?

Ecco la soluzioneI

intervista

A cura di Alberto Cristani

Adriana Genovese

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Come si articola la preparazione di un matrimonio "low cost"? Si fa la conoscenza della coppia, tenendo presente soprattutto il budget che hanno a disposizione. poi si procede a piccoli passi, facendo combaciare i loro gusti e l'orienta-mento nella scelta dello sponsor, che viene fatta anche a seconda della città in cui gli sposi vivono. poi ho anche dei collaboratori fissi tra cui le creative: Sabrina Vara - Lo Scri-gno Magico, Vittorina Bordino - Gocciole di Rugiada creazioni in fimo, Gio' Stella - Le cre-azioni di Giò, i fotografi,Cecilia pennisi,Vittorio Carbone, i video di Reportage di nozze di Valentina Roselli - i viaggi di nozze con Noemi Rosso Club viaggi e villaggi con cui mi con-fronto e con loro siamo diventati una squadra vincente.

Importante il rapporto con i futuri sposi ma anche con gli "sponsor". Come crei questa sinergia?

Quando gli sposi arrivano da me, di solito sono nella prima fase, quella in cui hanno pensato solo al periodo in cui sposarsi e quindi non hanno le idee chiare. il mio compito è quel-lo di spianargli la strada e aprire le loro menti per capire i loro gusti. Una volta fatto questo, si passa alla fase successiva, ossia la scel-ta dei fornitori/sponsor. intanto è importante sapere se loro hanno già qualcuno in mente, tipo l'atelier preferito o il ristorante. Dopodiché si passa al primo contatto con il fornitore, al quale spiego il progetto, quello che lui deve garantire a me e agli sposi per potervi parte-cipare (scontistiche dedicate esclusive al pro-getto) e quello che riceve in cambio dal pro-getto trovasponsor (la pubblicità attraverso i canali network ed il sito www.trovasponsor-no-money-be-happy.com). Una volta creati gli accordi,creo il primo contatto diretto gli sposi e lo sponsor.

Perchè un'azienda/sponsor aderisce alla tua iniziativa?oggi nel periodo denominato “crisi” è diffi-cile lavorare soprattutto perchè la gente è diffidente. il progetto trovasponsor mette in contatto i fornitori con gli acquirenti/sposi ed anche se guadagnano meno di prima,perchè il periodo di grassa è ormai finito, guadagna-no e c'è qualcuno, come me, che non solo gli

intervista

porta il lavoro fin davanti casa, ma gli fa anche pubblicità.

Quanto può risparmiare - di media - una coppia?Se dovessi calcolare una percentuale di risparmio, penserei al 40 - 50 %, poi dipende anche quanto gli sposi riesco-no ad accontentarsi. parliamo dell'abi-to ad esempio. Di solito un'abito può costare in media dai 1500 ad andare in su, io ho degli sponsor che hanno proposto abiti di 2000 e 3000 euro di collezioni precedenti, tutti a 800 euro, oppure una atelier che mi cuce i vestiti, facendo pagare solo la stoffa e non la manifattura, un altro che mi ha offerto il 10 e 15 % di sconto sugli abiti al di so-pra dei mille euro.parliamo delle bom-boniere, di solito una bomboniera tra le più usate confezionata può costare tra i 7 ed i 15 euro, le mie creative sono capaci di confezionare bomboniere con veli , confetti e bigliettino per 3, 4 e 5 euro. i fotografi esempio ,solo scatti (no album) 600 euro. abbiamo i repor-tage di nozze il prezzo di mercato è a 800/900 euro noi lo facciamo a 500 e potrei farti mille altri esempi.

La domanda sorge spontanea: quanto "invasiva" è la componen-te commerciale nel matrimonio? In particolare: come si evidenzia la sponsorizzazione delle aziende?Come ti dicevo prima ormai il periodo florido dove la parola matrimonio fa-ceva brillare gli occhi a tutti è finito. La componente commerciale è molto alta, ma cominciano ad adeguarsi altrimenti non lavorano e mentre prima dovevo cercarli io gli sponsor, oggi sono loro che cercano me.

Chi può usufruire del tuo servizio?io opero attraverso il web, quindi tutti possono usufruire del progetto e l'uni-ca cosa che chiedo in cambio è il pas-sa parola e una somma piacere per il lavoro svolto. Chi volesse contattarmi può farlo attraverso il sito http://www.trovasponsor-no-money-be-happy.com/ oppure su Facebook adrianaspo-sa.conlosponsor

Il tuo servizio cosa garantisce?Come dicono i miei collaboratori il no-stro motto è la R di risparmio.

Adriana Genovese

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Si è svolta lunedì 27 aprile al palazzo del-la Gran Guardia la giornata conclusiva di premiazione della seconda edizione del concorso “Amore e dintorni… i ragazzi adolescenti di Verona si raccontano” che ha visto la partecipazione di più di 200 studenti degli Istituti Superiori del territorio dell’Ulss 20 che hanno aderito all’iniziativa.

il concorso è stato promosso dal Servizio educa-zione affettiva e sessuale dei Consultori familiari che realizzano ormai da molti anni, in collabora-zione con le scuole stesse e i centri di formazio-ne privati convenzionati, progetti di educazione affettiva e sessuale all’interno delle scuole incon-trando ogni anno circa 3500 studenti.

È stato chiesto ai ragazzi coinvolti in classe in questi percorsi dedicati, di presentare attraverso diversi linguaggi multimediali quali arti figurative, video, testi, di raccontarci le loro idee sull’ amore e i sentimenti vissuti alla loro età, tenendo come cornice la città di Verona.

Premiati in Gran Guardia i vincitori del concorso

“amore e dintorni... i ragazzi adolescenti

di Verona si raccontano”E

eventi

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alla Gran Guardia si è svolta la premiazione dei lavori più originali e creativi, scelti da una commissione riunitasi ad hoc, rappresentata oltrechè dai Consultori Familiari anche dal Co-mune di Verona assessorato ai Servizi Sociali e famiglia e dal Miur.

Sono stati premiati gli elaborati e le opere delle tre sezioni previste dal bando iniziale del concorso, presentato dai Consultori Familiari a inizio anno scolastico.

Hanno ricevuto i premi gli studenti Cavallo Costanza, perina Elena, Ruzzenente Miriam, presentando nella sezione arti figurative “Gli ostacoli del cuore”, exaequo sempre nella stessa sezione Corsi Matteo, Falzi Nicole, Finetto alice, perri Giulia con l’opera “Dise-gnando Verona with love”. a seguire nella sezione video sono state premiate: Croce Be-atrice, picone Rachele, Brazzoli Margherita, Centon Michela, Leoni anna, con un’opera dal titolo “Cos’è l’amore”, sempre dello stes-so liceo. Mara Brustolin dell’istituto G. Ferraris è stata premiata nella sezione testi con il testo “promettimi che mi aspetterai”; è stata data una menzione speciale alla classe quarta “ i “ del ginnasio Liceo Classico Maffei per l’opera “Tavola periodica dell’amore”.

a tutti i presenti è stato consegnato un at-testato di partecipazione e sorteggiati alcuni premi offerti gentilmente da aziende partner che hanno voluto dare il loro contributo a questa iniziativa dei Ccff.

Finalità del concorso è stata inoltre quella di dar voce e ascolto ai ragazzi adolescenti in un ottica positiva attraverso un momento di confronto tra pari, adulti ed educatori che, in ragione ciascuno del proprio ruolo, affiancano i ragazzi nel loro percorso di crescita, assieme ai genitori e alla famiglia.

in un momento difficile, in cui spesso gli ado-lescenti sono loro malgrado, protagonisti in negativo, ”abbiamo voluto dedicare loro la nostra attenzione e il nostro ascolto, ricono-scendoli capaci di esprimere sentimenti ed

eventi

emozioni profonde che appartengono al loro vissuto ma che accomunano tutti noi. L’amore infatti è il sentimento per eccellenza senza tempo,e senza età.

AMORE E DINTORNI...

Premiazione II^ edizione del concorso promosso dal “Servizio Educazione Affettiva e Sessuale” dei CCFF dell’ULSS20 rivolto ai ragazzi delle scuole superiori

Ore 10.00

Palazzo della Gran Guardia

LUNEDI 27 APRILE 2015

A.C. Production S.r.l.

Premi offerti da:

Servizi Sociali e Famiglia

RAGAZZI ADOLESCENTI DI VERONA SI RACCONTANO!!!

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N.07

FiDa Verona-il Corpo Specchio

Quando si dice la verità.

La favola di Jesus

alimentazione

prospettiva famiglia

associazioni

www.adolescenzainforma.it

aNNo 1 - MaGGio-GiUGNo 2015

dedicato ai gioVani, alle Famiglie e a cHi si occupa di adolscenza

speciale online di

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il 18 aprile si è tenuto il primo modulo del Corso di forma-zione sui Disturbi del Comportamento alimentare organizzato dall'associazione di psicoterapia “Il Corpo Specchio”, sede veronese della Federazione italiana Disturbi alimentari. il Cor-so, rivolto a medici di base, pediatri, nutrizionisti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, si propone di diffondere un approccio ai disturbi del comportamento alimentare multidisciplinare e integrato, nella convinzione che l’unione delle competenze e delle culture consenta una presa in carico più ampia sia della persona che manifesta il disturbo che di coloro che le sono vicini. Numerosi i medici che hanno aderito all’iniziati-va favorendo un dialogo su “I disturbi del comportamento alimentare nella pratica clinica”, argomento proposto dai conduttori di Fida Verona (Dott.ssa Claudia Bartocci - psico-loga, psicoanalista; Dott. Luigi Bergamo - medico di medicina generale, psichiatra, psicoterapeuta; Dott. Luca Ravazzin - psicologo, psicoterapeuta; Dott.ssa Federica Menaldo - psi-chiatra, psicoanalista; Dott.ssa Cristina Faccincani – psicolo-ga, psicoterapeuta).

anoressia e bulimia sono considerate patologie complesse che creano i maggiori problemi di diagnosi e di cura tra le patologie psichiatriche e sono considerate la maggior causa di morte tra le giovani donne. Diagnosi meramente descritti-ve limitano la possibilità di una comprensione profonda che orienti il trattamento. L'anoressia, in modo più evidente della bulimia, pur essendo un disturbo psichico, si impone, talvolta in modo drammatico, per il disturbo del comportamento ali-mentare ed un danneggiamento biologico tale che pur essen-do una patologia di competenza psichiatrica coinvolge poi, in interventi di urgenza, il pediatra, il medico internista, l'endocri-nologo, il nutrizionista, stimolando l'interesse di diverse aree specializzate della medicina e della psicologia. La diffusione della sintomatologia anoressico-bulimica richiede uno speci-fico lavoro diagnostico che superi l’idea che queste patologie siano entità cliniche strutturate su un’unica dimensione e le

alimentazione

FiDa Veronail Corpo SpecchioCorso di formazione sui Disturbi del Comportamento alimentare

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consideri piuttosto fenomeni sintomatici che possono sottendere un’ampia gamma di strutture psicopatologiche. il coinvolgimen-to dei pediatri sarà sempre maggiore sia perché si sta abbassando sempre più l'età d'esordio (10-11 anni), sia perché i pedia-tri dovranno avere a che fare con i figli di pazienti anoressiche e bulimiche. pazienti che, se non hanno avuto problemi nel post partum, frequentemente rivelano difficoltà in fase di svezzamento. oltre agli esordi precoci si osservano mol-ti esordi tardivi, spesso in coincidenza con la menopausa ed un incremento dei distur-bi (ortoressia, vigoressia) nella popolazione maschile. Le diverse descrizioni dei disturbi alimentari in termini sintomatici, ma anche secondo diverse dimensioni strutturali, cor-rispondono clinicamente a una altrettanto ampia variabilità del decorso clinico e della trattabilità. Sembra quindi opportuno chie-dersi, rispetto a tali patologie, quante diver-se forme ne esistano, se vadano concepite in termini continui o discreti/categoriali e soprattutto se la frequente comorbilità psi-copatologica ne influenzi la classificazio-ne, il decorso clinico e la prognosi. ancora più arbitraria della suddivisione in sottotipi è quella relativa alle categorie generali: un numero significativo di pazienti si “sposta-no” da una sindrome all’altra nel corso del tempo. Complessivamente, già da diversi anni è possibile affermare, in base a nume-rose ricerche, che la variabilità all’interno di una sindrome, in termini di caratteristiche di personalità, comorbilità, età di esordio, de-corso, ecc., è molto più ampia di quella tra le due sindromi. i dati provenienti da queste ricerche, come anche dall’osservazione cli-nica, mettono dunque in seria discussione la questione della stabilità e della validità delle diagnosi descrittive. Un altro aspetto di re-cente discussione è l’alto grado di comorbi-lità psicopatologica osservato nell’anoressia e nella bulimia sia con diagnosi di asse i del DSM-iV-TR, in particolare disturbi d’ansia,

sto può costituirsi come un oggetto estraneo, da punire per salvare la relazione con l’altro, o come il re-sponsabile dell’abuso stesso a cui sottrarsi attraverso la cancellazione di qualsiasi carattere sessuale. Lo stile e la struttura di personalità così come l’impatto del trauma e la funzione psicodinamica dei sintomi devono essere considerati aspetti centrali della valutazione clinica nei diversi quadri di anoressia e bulimia. Gli studi che hanno preso in consi-derazione la valutazione degli stili e delle strutture di personalità hanno mostrato che la variabilità clinica ri-scontrata nei disturbi alimentari è associata anche a diverse risposte al trattamento, in misura più signifi-cativa rispetto alla gravità della sola sintomatologia alimentare. Ciò può voler dire che con questo tipo di pazienti è necessario imma-ginare un lavoro terapeutico centrato più sulla personalità che sulla sinto-matologia, considerando che un in-tervento che miri a ridurre o eliminare il solo sintomo anoressico-bulimico può non solo essere inefficace, ma persino pericoloso laddove sia sotto-stante una grave psicopatologia della personalità. i prossimi moduli previsti sono: • 16 maggio - I disturbi del compor-

tamento alimentare nell’infanzia • 13 giugno - Il lavoro con i familiari

e il lavoro in equipe

disturbi dell’umore, disturbo osses-sivo-compulsivo e disturbo da uso di sostanze, sia con disturbi di asse ii. La comorbilità tra disturbi alimen-tari e disturbi di personalità è ormai ampiamente documentata e oscilla nelle ricerche tra il 21% e il 58%. La presenza di questa comorbilità, tut-tavia, pur complicando la diagnosi e il trattamento dei disturbi alimentari, sembra a tutt’oggi delinearsi come un possibile e significativo predittore del decorso clinico o della risposta al trattamento rispetto alla diagnosi descrittiva in sé. anoressia e buli-mia possono in effetti essere legate a diversi fattori di personalità rilevanti per comprendere questi disturbi, ma questa relazione si presenta in modo eterogeneo e soprattutto non legato alla sintomatologia clinica.Nonostante sia ancora difficile ave-re un quadro chiaro e univoco delle diverse caratteristiche di personalità riscontrabili nei sottogruppi di pa-zienti con disturbi alimentari, sembra evidente l’importanza di considerare la patologia alimentare come stret-tamente legata a profili di funziona-mento e personalità profondamente diversi che i clinici devono considera-re per poter effettuare un valutazione più accurata e improntare un tratta-mento più efficace. La considerazio-ne del trauma nei disturbi alimentari, indipendentemente dalla struttura di personalità, è un altro aspetto cen-trale della valutazione diagnostica. Le ricerche indicano una presenza molto significativa di eventi traumatici come maltrattamenti fisici, trascuratezza, abusi sessuali nella storia di queste pazienti. Sono esperienze pervasive e destrutturanti che si configurano come non elaborabili e mettono in primo piano il ruolo del corpo: que-

alimentazione

Per maggiori informazioni:FIDA VeronaIl Corpo Specchio Via giardino giusti, 437129 Verona T 045 8013574 [email protected] www.fidadisturbialimentari.it/corpospecchio

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Un’altra tappa fondamentale è stata scritta nel cammino di Prospettiva Famiglia, delle famiglie e dei giovani che ci seguono. A scriverla, una donna grande nella sua sempli-cità, lucida narratrice di una pagina buia della nostra de-mocrazia, nonostante abbia vissuto terribilmente da vicino quei 55 giorni in cui durò il rapimento di Aldo Moro, prima di concludersi col ritrovamento del cadavere nel bagaglia-io della tristemente famosa Renault 4 rossa in via Caetani.

agnese ha fatto esattamente ciò che ci aspettavamo da lei e cioè che si parlasse dell’uomo aldo Moro, con i suoi pregi e le sue debolezze, volevamo scoprire come poteva essere quest’uomo fra le mura di casa, nei suoi rapporti con i familiari, come viveva i suoi momenti di svago.

Come ricorderete, nell’autunno scorso abbiamo affrontato insieme ad un senatore della Repubblica (Miguel Gotòr) l’argomento degli anni di piombo e quindi l’apice di quel momento eversivo, che si concretizzò appunto nel rapi-mento ed uccisione dello statista pugliese; allora, ripercor-remmo questo momento con l’occhio dello storico e del politico, scevri da sentimentalismi, parlammo del possibile complotto (davvero quella mattina aldo Moro sarebbe an-dato a sottoscrivere il famoso “compromesso storico” fra DC e pCi?), del comportamento che la classe politica e le istituzioni adottarono di fronte ad un movimento rivoluzio-nario (le Brigate Rosse) che minacciavano un uomo dello Stato (che cosa doveva prevalere? la ragion di Stato o la salvezza di una vita umana?). adesso, invece, abbiamo guardato ad aldo Moro con l’occhio di una figlia, che ci

prospettiva famigliaA cura del Dott. Paolo Stefano

Agnese Moro

Quando si dice la verità, non bisogna dolersi per averla detta: la verità è sempre illuminante...

Prospettiva Famiglia

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ha illustrato - in modo lucido e affettuosamente dissacratorio - i pregi e i difetti di quest’uomo, nato a Maglie e cresciuto nelle file della gioven-tù universitaria cattolica (FUCi), così come altri personaggi della politica di allora (Giulio andre-otti per es.). Un “secchione” – come l’ha de-scritto agnese - che si laureò giovanissimo con voti eccellenti e che fece dell’insegnamento la sua ragione di vita, non lasciandolo mai, nem-meno quando intraprese la carriera politica.

Un uomo instancabile, un uomo sempre preso dal lavoro e per il quale il lavoro veniva prima della famiglia. Un uomo molto devoto, che ogni giorno prima di andare a lavorare, si recava a ricevere la comunione, dopo di che avviava una giornata di intensi rapporti con chiunque (politici, cittadini, rappresentanti di Stato esteri, …). aldo Moro non si apriva mai con la sua famiglia riguardo a ciò che faceva; al massimo, ci dice agnese, qualche volta lasciava qualche suo scritto - che riteneva particolarmente bril-lante - ai figli, quasi a chiedere un loro compia-cimento e una loro condivisione. Nell’illustrare la figura del padre, agnese ci ha mostrato una serie di foto della vita privata del padre, a parti-re dal suo viaggio in Lapponia.

Lo si vede sempre in contatto con la gente o con altri esponenti politici; e, come loro, solo, aguidare il carro della corrente politica di cui fa-ceva parte.

agnese ha correttamente ricordato gli uomini della scorta che perirono in quel tragico 16 marzo 1978 nell’agguato di via Fani; un aggua-to condotto con particolare perizia, essendo ri-usciti ad uccidere tutti gli uomini della scorta, senza nemmeno ferire l’obiettivo del rapimen-to, ossia lo stesso aldo Moro.

agnese ci ha descritto quest’uomo integerri-mo, sempre impegnato nel suo lavoro, persino nei pochi momenti di relax; un uomo che nelle lettere scritte durante la prigionia, mescola fatti

Certo, un pezzo di agnese è rimasto inchiodato a quel drammatico anno del 1978 e benché poi lei abbia vissuto la sua vita, con tre splendidi figli soprav-venuti nel frattempo, un pezzo di lei è e resta fisso come un fotogramma a quel terribile momento. il tempo e l’impegnoche lei spende per diffondere l’immagi-ne di suo padre è anche indirizzato a ricordare ai nostri giovani che la Costi-tuzione risente moltissimo dell’impronta di suo padre, specie nei primi 11 arti-coli e che la repubblica (la res publica) è davvero la cosa pubblica, solo che, perché sia veramente tale, occorre che i giovani partecipino alla vita del paese. per avere vera democrazia, chiunque deve sentirsi un po’ padrone di questa repubblica, ma per farlo deve interes-sarsi a ciò che accade, alla vita pubbli-ca, alle istituzioni.

è un suo dovere, ma - se ci pensia-mo - anche un suo diritto.

Un ‘grazie” a tutti i giovani, docenti e di-rigenti - in particolare alla Dirigente Lidia Marcazzan per il bel contributo - che hanno affollato la Gran Guardia, al sin-daco Tosi che ha dato la sua testimo-nianza, all’ass. anna Leso che ci segue sempre con affetto, al preside Sandro Turri che ci ha accolti ancora una volta all’iTES pasoli, alla dott.ssa Zivelonghi che ha dato presentato in modo chiaro e completo la nostra prestigiosa ospi-te, alla prof.ssa Daniela Galletta che ha organizzato nei minimi particolari un evento così importante ed infine - last but not least - un grazie sincero ad agnese Moro, che speriamo di incon-trare nuovamente nell’avventura che stiamo vivendo insieme a prospettiva Famiglia.

di importanza nazionale (il dibattito po-litico di quei giorni) con attività quotidia-ne di routine (“ricordatevi di chiudere il gas”).Nel corso della mattinata - alla Gran Guardia - numerose e complesse sono state le domande poste dagli studen-ti in rappresentanza delle dieci scuole intervenute; a tutte agnese Moro ha risposto con grande senso pratico e con estrema lucidità; ci ha quindi detto che il cognome che porta le ha creato più volte situazioni di difficoltà e che da piccola mal digeriva questo papà sem-pre dedito al lavoro, che aveva con i figli un rapporto quasi “istituzionale”, ma ha anche riconosciuto quanto gli volesse bene, sapendo intravvedere in quel-le cartoline che suo padre inviava alla famiglia quando era all’estero con una frase di prammatica (“tante care cose”), l’intento del padre di dire alla moglie e ai figli: “vi ho pensato anche se sono lontano”.

agnese Moro ha anche sottolineato come fra i politici di allora, come sem-pre, vi fossero persone buone e per-sone cattive, ma ha anche invitato a meditare su quanto a volte le persone buone vengano travolte da quelle cat-tive, perché essere buoni non basta, bisogna anche essere persone decise ad imporre questa bontà contro il male e contro la malvagità o semplicemente contro chi difende a tutti i costi i pro-pri privilegi e lo status quo. Ecco allora che dopo quel tragico 9 maggio 1978 le cose proseguirono ancora per alcuni anni in modo statico e tranquillo e co-loro che avevano interessi in gioco se li sono curati per tutti quegli anni, fino all’arrivo di Mani pulite ben 14 anni dopo.

prospettiva famiglia

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La settimana scorsa ho aperto il mio face book. pochi istanti e mi scrivono in chat due dei nostri ragazzi. Emozionante. Frasi semplici e brevi, ma cariche dell’affetto che ci unisce. Uno di loro è Jesùs, di cui tanto Vi ho scritto nei due ultimi anni. Storia difficile la sua. Mi scrive che è contentissimo perché sta vivendo con la madre. io lo sapevo già, ma mi faccio raccontare direttamente da lui. Lo sento felice ed emozionato. È una di quelle storie a lieto fine in cui la sinergia tra pubblico e privato ha funzionato perfettamente. Sinergia por La infancia e l’Ufficio centrale dell’anagrafe di Lima hanno collaborato insieme per questo splendido ricon-giungimento familiare.

Quante volte ho visto triste Jesùs quando venivano le mamme degli altri a trovarli in casa-famiglia! Che emozione c’era sul suo volto quella volta che mi ha mostrato il suo certificato di nascita, ottenuto per la prima volta a 15 anni! La madre aveva lasciato il padre quando Jesùs era piccolo e da allora lui aveva perso le sue tracce. Non ricordava più neppure il suo volto. Suo padre è sem-pre stato molto assente: non ha voluto neppure trovare il tempo per firmare la sua carta d’identità. La sua assenza ostacolava i diritti di Jesùs: senza la sua tutela legale non potevamo fargli avere né l’assicurazione sanitaria, né i docu-menti. allora a settembre abbiamo sensibilizzato il Ministero degli affari Sociali e L’Ufficio centrale dell’anagrafe di Lima sul suo caso. È iniziato il percorso per darci la tutela legale di Jesùs: io ero emozionata perché in un certo senso sarebbe diventato davvero “nostro figlio”. Le cose sono andate ancora meglio. L’anagrafe, per prassi, ha prima cercato e contattato i genitori, riuscendo a rintracciare la madre, che non sapeva nulla del figlio, perché per anni il padre non le aveva voluto dire la verità su dove si trovasse Jesùs. La Signora Berta è stata felice di poter rientrare in contato con il figlio. Jesùs, per il dolore accumulato in questi anni, subito non ha voluto incontrarla, ma poi il desiderio di ritrovarla è stato più forte. Martin ha assistito al loro incontro. Da circa un mese Jesùs è andato a vivere con la madre, il compagno di lei (che lo ha accolto bene) e le sorellastre. Non solo ha ritrovato la madre, ma anche una famiglia. Lo amano molto. Lo prendono in giro con affetto per il fatto che sta attaccato alla madre ogni istante. Deve sicuramente recuperare il tempo perduto. È una bellissima favola a lieto fine, a cui tutti noi abbiamo contribuito! auguri a tutti Voi per gli 11 anni di Sinergia!

la "Favola" di Jesus

associazioni

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31- Il giovane Samuele serviva il Signore alla pre-senza di Eli. … Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. 4Allora il Signore chiamò: «Samuele!» ... (1Sam 3,1.4)Samuele, figlio di anna ed Elkanà, due genitori sterili, riceve la vocazione in giovane età, pres-so un santuario al servizio del sacerdote. Diven-ne profeta quando israele passò da una fase di disorganizzazione, a un’organizzazione statale di tipo monarchico. Quale ultimo condottiero di israele, divenne il primo profeta a ungere prima Saul e poi Davide, re di israele. Ci soffermiamo solo sugli inizi e i primi indizi della sua missione: come ha potuto scoprire che quel-la voce notturna che lo chiamava - «Samuele!» ... (1Sam 3,4) - nascondeva il senso della sua vita?

La nascita da un ventre sterile.120 - Così al finir dell’anno Anna concepì e par-torì un figlio e lo chiamò Samuele … La donna rimase e allattò il figlio, finché l’ebbe svezzato. (1Sam 1,20).Spesso persone importanti della storia biblica nascono da un ventre sterile. il messaggio è chiaro. La famiglia senza figli si trova in una si-tuazione di vergogna, invoca Dio che consola la coppia sterile con l’arrivo di un figlio. Va detta, però, una cosa: attraverso il dono di un figlio, Dio porta avanti una missione che supera gli stessi desideri dei genitori.

un figlio segnato da un voto: consacrato al Signore24 - Dopo averlo svezzato, lo portò con sé …. e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo (1Sam 1,24). 211… il fanciul-lo rimase a servire il Signore alla presenza del sa-cerdote Eli (1Sam 2,11).a quanto pare il voto che anna e il marito aveva-no compiuto durante il periodo della vergogna, è stato quello di restituire a Dio ciò che avevano chiesto: il figlio. La cosa può apparire alquanto

imbarazzante. Un tale distacco agli occhi nostri è da considerare “contro natura”. La vicenda, però, non può essere interpretata con criteri che ap-partengono alla nostra epoca.

L’età per diventare adulti …prima di tutto Samuele è stato nutrito e svezza-to, ha vissuto presso il papà e la mamma che l’hanno desiderato. È dunque un figlio amato. alla luce della fede la richiesta di questi poveri genitori è accolta non solo per venire in contro alla loro sterilità, ma anche per portare avanti una missione. Spesso nella Bibbia molte ferite non trovano soluzione solo in una guarigione, ma si trasformano in missione. Diventano feritoie di luce. Samuele sarà un dono per il popolo non solo per i propri genitori. La stessa sterilità dei genitori si trasforma in una fecondità che supe-ra una visione puramente umana. Erano ignari di far parte di un desiderio di ampio respiro come quello di Dio. Dalla tradizione giudaica sappiamo che il bambino veniva consegnato al padre a cir-ca sette anni per imparare la legge, le tradizioni e un lavoro. Questo momento poteva anche com-portare un distacco dalla madre non indifferente. il bambino non era più nei pressi della madre, sorvegliato e nutrito. il bambino era sempre con papà, era “fuori” con papà, sperimentando un al-lontanamento necessario e fecondo. Da ciò pos-siamo presumere che la madre anna presagiva il momento in cui portare il figlio presso il santuario, perché esiste un momento nella vita in cui il figlio deve staccarsi da lei (e lei da lui!) per intraprende-re un modo diverso di crescere.

Presso un luogo santo, presso un maestro18 - Samuele prestava servizio davanti al Signore come servitore, cinto di efod di lino. … 21- Frat-tanto il fanciullo Samuele cresceva presso il Si-gnore (1Sam 2,18.21).Un primo elemento fondamentale di questo di-stacco è il nuovo ambiente educativo. Samuele

giovane Samuele!

crescere

Crescere presso un maestro...il

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nel processo artistico, grazie allo strumento, al gruppo, all’arteterapeuta, qualcosa pian piano diventa simbolo di uno stato affettivo, emozionale, corporeo: ciò impli-ca, preliminarmente, la capacità di autorizzarsi a poter sentire, poi di riconoscere, connettere, nominare. nel rapporto autore/immagine, sappiamo della grossa dif-ficoltà di riemergere dal lavoro artistico nella dinamica fusione/separazione vissuta durante il processo. l’arte porta in sé un processo organizzativo, grazie al quale alcune esperienze inconsce diventano riconoscibili.

Dott.ssa Giuliana Magalini Arteterapeuta

crescere

non è abbandonato a se stesso. Sta-re presso i santuari comportava una sorta di apprendistato per esperienza da un maestro. Sullo stesso stile pos-siamo intravedere l’esperienza del più grande profeta dell’antico Testamen-to: Mosè. Mentre Mosè stava pascolando il gregge di ietro, suo suocero, sacer-dote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’oreb. (Es 3,1)anche Mosè prima della sua missio-ne è stato sotto l’ombra di un maestro e di un ambiente formativo quale è il santuario di Madian. Tutt’oggi è stu-diato come luogo di formazione spiri-tuale di Mosè.Samuele si trova inevitabilmente in un ambiente molto stimolante. Da una parte è immerso in un via vai di gente, con le esigenze più disparate, tipico di chi si reca presso i santuari perché ha bisogno (come del resto avevano fatto i genitori). Dall’altra si confronta tutti i giorni con un maestro, prestandogli il proprio servizio, imparando molte cose pragmatiche, potendo dialogare a tu per tu con un adulto. in altre pa-role Samuele “impara facendo”. L’am-biente in cui vive gli permette di “re-spirare” valori e delle abilità che piano piano forgeranno il profeta che sarà.Sua madre gli preparava una picco-la veste e gliela portava ogni anno, quando andava con il marito a offrire il sacrificio annuale (1Sam 2,19).il padre e la madre non l’hanno abban-donato: ogni anno gli fanno visita, por-tano qualcosa, vogliono sapere come sta. inoltre intrattengono un rapporto con l’ambiente in cui si trova, il santua-rio, e si lasciano benedire dal sacerdo-te Eli (1Sam 2,20).

«Sentire le voci»: un pazzo o un pro-feta?… ed egli rispose: «Eccomi», 5 - poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chia-mato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti

ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. (1Sam 3,5)Nel momento in cui accade qualco-sa d’insolito - sentire le voci di notte - cosa può fare Samuele? Come ci si deve comportare? Samuele va da co-lui che di cui si fida: si reca dal mae-stro.avere immediatamente qualcuno con cui confrontarsi, che non siano i ge-nitori, è fondamentale per un adole-scente. Comporta il fatto di verificare sul campo cosa sta capitando e an-che una certa fiducia nel prendere sul serio quello che l’adulto consiglierà. Samuele è nelle condizioni di poter-si confrontare, sa che il maestro lo ascolterà. C’è un altro sottile aspetto da non trascurare. Confondere la voce di Dio con quella del maestro significa che per Samuele era la stessa voce. il te-sto dirà che per Samuele quella era la prima volta che sentiva Dio. Non era pronto. È normale e giusto - anzi una condizione ottimale - che si rivolga alla persona che merita quella fiducia divi-na e spirituale che si accredita a Dio.il maestro come reagisce? Non trova nulla di speciale in questa storia, anzi rimanda il proprio discepolo a dormi-re … e questo per una seconda volta (1Sam 3,6). Lo fa senza giudicare, ma anche senza dare troppo bado. alla terza volta ci si aspetterebbe una re-azione un po’ diversa, magari di chi è irritato dal disturbo recato di notte da un adolescente impazzito. È proprio Eli ad aiutare Samuele a interpretare le voci:

8 - Il Signore tornò a chiamare: «Sa-muele!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. 9 - Eli disse a Samuele: «Vat-tene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”».

Eli si rivela un vero maestro: compren-de che sta capitando una cosa da non trascurare, una cosa che è importante per Samuele. Non è un adolescente che soffre di qualche forma di alluci-nazione. Non è da guardare come un “caso” problematico che rompe le scatole nel momento meno opportuno come la notte.Eli è in grado di offrire a Samuele uno strumento di bordo per muoversi di fronte alle voci della notte. Samuele non sa interpretarle, Eli sì. però Sa-muele sente la voce di Dio, Eli no. Questo è importante. il maestro vive qui un momento fondamentale per il suo ruolo, lasciare a Samuele un com-pito perché è prescelto, perché in fon-do il discepolo ha superato il maestro. il maestro scopre di essere lui a servi-zio di chi è prescelto, anche se fino a quel momento il testo ha sempre det-to il contrario.Samuele andò a dormire al suo posto.

10 - Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispo-se subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».Si potrebbe anche azzardare una cosa: se non fosse capitato nulla, se Samuele non fosse stato nelle condi-zioni di sentire una chiamata, allora Eli avrebbe fallito la sua impresa di ma-estro.Quelle voci non sono un vero proble-ma. Sono invece una chiamata, sono una missione, sono da interpretare e cogliere come occasione per dare una svolta e indirizzare una vita.Samuele potrà fare riferimento a quella notte per tutta la sua vita, quando è stato chiamato per nome, a quell’am-biente e a coloro che l’hanno aiutato. Genitori compresi. La sua missione è dunque il risultato di una serie d’in-gredienti, ambiente compreso, che hanno contribuito alla sua crescita di uomo e profeta.

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