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Università degli Studi di Padova CORSO DI LAUREA IN FISIOTERAPIA PRESIDENTE: Ch.mo Prof. Raffaele De Caro TESI DI LAUREA METODO PONSETI PER IL TRATTAMENTO DEL PIEDE TORTO CONGENITO: IL RUOLO DEL FISIOTERAPISTA NELLA PRESA IN CARICO RIABILITATIVA (Ponseti method for the treatment of congenital clubfoot: the role of the physiotherapist in the rehabilitation care) RELATORE: Dott. Ft. Menon Andrea Correlatrici: Dott.ssa Ft. Lorini Marina, Dott.ssa Ft. Zilio Loredana LAUREANDO: Lando Alex Anno Accademico 2016-2017

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Università degli Studi di Padova

CORSO DI LAUREA IN FISIOTERAPIA

PRESIDENTE: Ch.mo Prof. Raffaele De Caro

TESI DI LAUREA

METODO PONSETI PER IL TRATTAMENTO DEL PIEDE TORTO CONGENITO:

IL RUOLO DEL FISIOTERAPISTA NELLA PRESA IN CARICO RIABILITATIVA

(Ponseti method for the treatment of congenital clubfoot:

the role of the physiotherapist in the rehabilitation care)

RELATORE: Dott. Ft. Menon Andrea

Correlatrici: Dott.ssa Ft. Lorini Marina, Dott.ssa Ft. Zilio Loredana

LAUREANDO: Lando Alex

Anno Accademico 2016-2017

INDICE

RIASSUNTO

ABSTRACT

INTRODUZIONE ........................................................................................................... 1

Cap. 1 PIEDE TORTO CONGENITO ......................................................................... 3

1.1. Definizione .......................................................................................................... 3

1.2. Aspetti epidemiologici ........................................................................................ 3

1.3. Forme cliniche ..................................................................................................... 4

1.4. Eziopatogenesi..................................................................................................... 4

1.5. Anatomia patologica............................................................................................ 5

1.6. Classificazione..................................................................................................... 5

Cap. 2 METODO PONSETI .......................................................................................... 7

2.1. Introduzione al metodo ........................................................................................ 7

2.2. Panoramica sul protocollo ................................................................................... 7

2.3. Fase correttiva ..................................................................................................... 8

2.4. Fase della tutorizzazione ..................................................................................... 9

2.5. Ruolo della Fisioterapia....................................................................................... 9

2.6. Esperienza di Padova......................................................................................... 10

Cap. 3 OBIETTIVI DELLA TESI ............................................................................... 11

Cap. 4 MATERIALI E METODI ................................................................................ 13

4.1. Ricerca bibliografica ......................................................................................... 13

4.2. Studio trasversale .............................................................................................. 13

4.2.1. FASE 1 – Costruzione questionario ......................................................... 14

4.2.2. FASE 2 – Associazioni di genitori ........................................................... 14

4.2.3. FASE 3 – Lancio online ........................................................................... 15

4.2.4. Tecnica di indagine: l’autocompilazione online ...................................... 15

4.2.5. FASE 4 – Metodi statistici ....................................................................... 16

Cap. 5 RISULTATI ....................................................................................................... 17

Cap. 6 DISCUSSIONE .................................................................................................. 29

CONCLUSIONI ............................................................................................................ 31

BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................... 33

ALLEGATI .................................................................................................................... 39

Allegato 1 – questionario online per famiglie ........................................................... 41

Allegato 2 – dépliant informativo per famiglie ......................................................... 49

RIASSUNTO

INTRODUZIONE: Il piede torto congenito (PTC) rappresenta una delle maggiori

deformità congenite muscoloscheletriche. Il metodo Ponseti, negli ultimi 15-20 anni, è

diventato il gold standard per il suo trattamento. Tale metodica, nata all’interno del mondo

medico-ortopedico, ha incontrato sempre più interesse anche a livello fisioterapico: il

fisioterapista, a seguito di un’adeguata formazione, è in grado di affiancarsi al lavoro

medico e valorizzarne i risultati ottenuti.

OBIETTIVI: Lo scopo della tesi è quello di sondare la realtà italiana in merito al

trattamento del PTC, verificando la presenza o meno del fisioterapista come figura di

supporto al metodo Ponseti; rilevare eventuali criticità o richieste da parte dei genitori e

comprendere se la presa in carico da parte del fisioterapista possa costituire una modalità

efficace per migliorare le problematiche evidenziate. Ci si propone, infine, di creare uno

strumento di comunicazione da consegnare alle famiglie.

MATERIALI E METODI: Dopo una preliminare ricerca bibliografica, è stato condotto

uno studio trasversale, tramite la creazione di un questionario online, ad hoc per genitori,

diffuso all’interno di 4 principali gruppi Facebook. Le risposte ottenute sono state

organizzate in un foglio di calcolo Excel per la loro successiva analisi statistica.

RISULTATI: Le risposte considerate idonee ai fini dello studio sono state 199.

Solamente in 36 casi è stata effettuata una presa in carico anche da parte del fisioterapista,

la cui utilità è stata giudicata dai genitori con un punteggio medio pari a 8.3/10. Le criticità

rilevate riguardano la possibilità di migliorare l’accesso ai medici certificati, la quantità

di informazioni ricevibili dalle strutture eroganti il servizio e la gestione del tutore

(utilizzato per il mantenimento della correzione) e del bambino a casa. La frequenza di

consegna di un foglio con indicazioni apposite per genitori è risultata essere

significativamente maggiore nel gruppo con fisioterapista (p < 0,00001). La maggior

parte dei genitori ha poi espresso interesse verso nuove forme di integrazione al metodo,

per esempio la possibilità di svolgere esercizi attivi nei momenti di libertà dal tutore.

CONCLUSIONI: Si ritiene importante promuovere a livello italiano l’approccio

multidisciplinare per la cura del PTC tramite metodo Ponseti. La presa in carico da parte

del fisioterapista ha dimostrato di poter rispondere in maniera efficace alle esigenze dei

genitori e necessiterebbe pertanto di essere implementata, affiancandola alla cura medica.

ABSTRACT

BACKGROUND: Congenital clubfoot is one of the major musculoskeletal congenital

deformities. Over the last 15-20 years, the Ponseti method has become the gold standard

for its treatment. This method, popularised by orthopaedic surgeons, has expanded to

physiotherapist and other health practitioners. The physiotherapist, appropriately trained,

can help the consultant and improve his results.

OBJECTIVES: The aim of this study is to investigate the Italian reality regarding the

treatment of congenital clubfoot, by verifying the presence or absence of physiotherapist

as a support figure for this method; detect any critical aspects from parents and understand

whether the physiotherapist’s care may also be an effective way to improve any issues

highlighted. Finally, we plan to create a communication tool to be delivered to families.

MATERIALS AND METHODS: After a preliminary bibliographic research, a cross-

study was conducted through the creation of an online questionnaire, ad hoc for parents;

it was spread across 4 main Facebook groups. The data were collected into an Excel

spreadsheet for their subsequent statistical analysis.

RESULTS: The answers considered appropriate for the study were 199. Only 36 cases

were taken by the physiotherapist, whose utility was judged by parents with an average

score of 8.3/10. The criticisms raised concern the possibility of improving access to

certified doctors, the amount of information received by the structures providing care and

the management of the brace (used for maintaining the correction) and the child at home.

The frequency of delivery of a sheet with appropriate indications for parents was found

to be significantly higher in the group with physiotherapist (p <0.00001). Most parents

then expressed interest in new ways of integrating the method, such as the possibility of

carrying out active exercises in moments of freedom from the brace.

CONCLUSIONS: It is important to promote at the Italian level the multidisciplinary

approach to congenital clubfoot treatment through the Ponseti method. Taking care of the

physiotherapist has proven to be able to respond effectively to the needs of the parents

and therefore needs to be implemented, by affording it to medical treatment.

1

INTRODUZIONE

L’interesse per la cura del piede torto congenito è nato in me durante l’esperienza di

tirocinio effettuata presso il centro di riabilitazione pediatrica “La Nostra Famiglia” di

Padova, dove ho avuto la possibilità di incontrare diversi bambini trattati da medici esperti

della metodica Ponseti e successivamente affiancati a fisioterapisti specializzati nel

settore.

Consultando il protocollo di tale metodo di trattamento si evince come la fisioterapia trovi

poco spazio di intervento all’interno di questo approccio prevalentemente conservativo

ma di gestione sostanzialmente medica. (1)

Le linee guida A.N.A.E.S., l’agenzia nazionale francese per l’accreditamento e la

valutazione delle cure, in merito al trattamento del piede torto, sostengono in realtà

l’importanza di un approccio multidisciplinare ed una stretta collaborazione tra la

famiglia e gli operatori coinvolti (ortopedico, fisiatra e fisioterapista). (2)

In letteratura, inoltre, si possono riscontrare sempre più studi con l’intento di dimostrare

come anche una presa in carico da parte del fisioterapista sia possibile (3) (4) (5) e, sotto

diversi aspetti, vantaggiosa: egli può rappresentare una figura di riferimento che, oltre

alla gestione del trattamento di stretching e terapia attiva, attua una supervisione delle

diverse fasi del protocollo, un rinforzo relativo all’importanza del corretto uso del tutore,

offre indicazioni sul programma domiciliare e risponde ai quesiti dei genitori. (6) (7)

In questo modo si garantisce una continuità della cura, una maggior compliance al

trattamento ed una relativa maggior efficacia finale. (8)

Lo scopo di questa tesi è quindi quello di analizzare la possibilità di un maggiore

inserimento del fisioterapista nel trattamento del piede torto congenito tramite metodo

Ponseti e di creare uno strumento di comunicazione da consegnare alle famiglie.

3

Cap. 1

PIEDE TORTO CONGENITO

1.1. Definizione

Il piede torto congenito (PTC), conosciuto anche

come piede equino-varo-cavo-supinato è

un’alterazione torsionale tridimensionale delle

componenti muscolo-scheletriche del piede sul

proprio asse longitudinale che, a partire dalla XI-

XIIma settimana di sviluppo uterino, per cause ancora

non completamente chiarite, provoca un’alterazione

dei rapporti reciproci tra le ossa determinando una malformazione del piede, non

correggibile passivamente e con tendenza a recidivare. (9)

1.2. Aspetti epidemiologici

Il piede torto è una delle più comuni deformità congenite e la seconda tra quelle a carico

dell’apparato muscoloscheletrico. (10) L’incidenza a livello mondiale è di 1-2 bambini

affetti su 1000 (11) e nella popolazione italiana di razza caucasica ogni anno nascono con

questa malformazione circa 500 bambini.

I fattori di rischio considerati “maggiori” e statisticamente più rilevanti per il piede torto

isolato sono:

- il sesso maschile (rapporto M/F 2-2.5:1);

- la familiarità positiva (il 25% dei bambini affetti da piede torto presenta

un’anamnesi familiare positiva).

Sono considerati fattori di rischio “minori” la paternità/maternità in giovane età (< ai 23

anni), la gravidanza primipara, la madre fumatrice (odd ratio 1.34) e il diabete materno in

fase pre-gestazionale. (9)

Figura 1 Piede torto congenito.

4

1.3. Forme cliniche

Il piede torto congenito può presentarsi in forma monolaterale o bilaterale (nel 50% dei

casi). Quando parliamo di PTC ci riferiamo solitamente alla varietà equino-varo-cavo-

supinato (75%) ma ne esistono anche altre meno frequenti, tra cui:

1. METATARSO-ADDOTTO (altrimenti detto PIEDE VARO)

Caratterizzato dai seguenti segni clinici: incisura mediale, bordo esterno

convesso, alluce varo, aumento dello spazio tra I e II dito;

2. PIEDE TALO-VALGO-PRONATO

Deformità posturale, non rigida, causata da una scorretta posizione intrauterina

per la spinta della pianta del piede contro l’addome materno. L’articolazione

tibio-astragalo-peroneale è libera. Tutto il piede è in iperflessione dorsale e

pronazione, mentre il retropiede è in valgismo;

3. PIEDE PIATTO-REFLESSO

Alla base della deformità c’è una sublussazione dello scafoide rispetto alla testa

dell’astragalo. L’astragalo verticale comporta: equinismo del calcagno,

dorsiflessione e abduzione dell’avampiede. La pianta appare convessa. Il piede è

rigido;

4. FORME ASSOCIATE

Piede torto associato ad anomalie cromosomiche, malattie neuromuscolari,

sindromi o altre anomalie congenite.

1.4. Eziopatogenesi

L’eziopatogenesi del piede torto idiopatico rimane ancora oggi per molti aspetti

sconosciuta e anche se sono state proposte diverse teorie (embrionaria, meccanica,

muscolare, deficit dello sviluppo, neurogena) nessuna è stata confermata con certezza.

Negli ultimi anni, pur confermando per questa malattia una possibile noxa multifattoriale,

ha trovato vari sostenitori una possibile causa genetica. (9)

5

1.5. Anatomia patologica

I principali segni clinici del PTC sono (10):

1. Polpaccio più piccolo

Tricipite surale, tibiale posteriore e muscoli flessori delle dita del piede più corti

e piccoli;

2. Retropiede equino

Grave flessione plantare della caviglia e dell’astragalo, risalita del calcagno;

3. Varismo del calcagno

Supinazione e adduzione del calcagno, che rimane bloccato sotto l’astragalo;

4. Inversione del mesopiede

Lo scafoide dislocato medialmente, addotto e supinato, si trova vicino al malleolo

mediale e si articola solo con la porzione mediale della testa astragalica. Il cuboide

risulta dislocato medialmente e addotto, i cuneiformi rivolti verso il basso e

dislocati medialmente;

5. Cavismo

Avampiede pronato rispetto al mesopiede;

6. Il I° metatarso ha una flessione maggiore rispetto agli altri metatarsi;

7. Spesso piede di dimensioni ridotte rispetto ad un piede normale.

1.6. Classificazione

Le scale validate utilizzate per la classificazione del PTC sono le seguenti:

✓ SCALA MANES – COSTA (TRADIZIONALE) (12)

- 1° grado: gravità lieve, correggibile manualmente, il piede tende ad appoggiare

lateralmente;

- 2° grado: gravità media, la correzione manuale è più difficile, il piede appoggia

nettamente sul lato esterno;

- 3° grado: gravità severa, il piede poggia al suolo con la faccia dorsale.

6

✓ SCALA PIRANI (13)

Si confronta il piede torto con un piede anatomicamente normale in relazione a 6

indicatori clinici (3 per il mesopiede e 3 per il retropiede). Per ogni indicatore si

attribuisce un punteggio da 0 a 1, il punteggio totale va da 0 a 6 (6 = il più grave).

Gli indicatori clinici del Pirani Score sono:

MESOPIEDE

1. Il grado di curvatura del bordo laterale del piede (indice di varismo)

2. La presenza dell’incisura plantare mediale (indice di cavismo plantare)

3. Il grado di lussazione della testa astragalica

RETROPIEDE

4. La presenza dell’incisura achillea (indice di equinismo)

5. Il grado di equinismo

6. Il grado di palpabilità del calcagno a livello del tallone.

✓ SCALA DIMÉGLIO (14)

Assegna un punteggio alle deformità da 0 a 20 e, in base a questo, classifica i piedi

torti in 4 categorie di gravità crescente.

Tabella 1 Gradi scala Diméglio.

GRADO TIPO PUNTEGGIO RIDUCIBILITÀ

I Benigno 1-5 >90% soft-soft,

completamente riducibile

II Moderato 6-10 >50% soft-stiff, riducibile,

parzialmente resistente

III Severo 11-15 <50% stiff-soft, resistente,

parzialmente riducibile

IV Molto severo 16-20 <10% stiff-stiff, resistente

7

Cap. 2

METODO PONSETI

2.1. Introduzione al metodo

Il dottor Ignacio Vives Ponseti (1914-2009), pioniere

dell’ortopedia pediatrica mondiale, sviluppò questo

metodo presso l’Università dell’Iowa, intorno agli

anni ’50. (15) Tale metodo rimase abbastanza

circoscritto presso il paese natio fino al 1997, anno

in cui iniziò a diffondersi a livello mondiale.

Oggi, il metodo Ponseti è diventato il gold standard

per il trattamento del PTC andando ad imporsi anche

sugli altri metodi di trattamento conservativo

presenti grazie ai suoi alti livelli di efficacia, al suo basso tasso di complicazioni e ai suoi

costi contenuti. (11) (16) (17)

2.2. Panoramica sul protocollo

Il metodo, per ottenere la sua massima efficacia, dovrebbe essere intrapreso appena dopo

la nascita (~ 7-10 giorni di vita). (10)

Figura 2 Ignacio Vives Ponseti.

Figura 3 Rappresentazione del mondo con l’ordine di comparsa del metodo Ponseti

nei vari stati. (11)

8

Attualmente, in Italia, la presa in carico iniziale è di esclusiva competenza medica. Essa

ha inizio con l’esecuzione di delicate manipolazioni del piede, seguite da fasi di

ingessatura. I gessetti, con le relative manipolazioni, vengono rinnovati settimanalmente

andando a ricercare, di volta in volta, un incremento della correzione (ottenuta in genere

in 4/5 tappe correttive – 1 mese). Quindi, nel 90% dei casi, per correggere l’equinismo

residuo, viene eseguita la tenotomia del tendine d’Achille ed effettuata un’ultima

ingessatura per 3 settimane. Una volta raggiunta la correzione anatomica, questa viene

mantenuta attraverso uno specifico tutore per abduzione (FAB – Foot Abduction Brace),

che viene indossato fino all’età di 4 anni. (18)

2.3. Fase correttiva

I principi fondamentali su cui si basa la manovra Ponseti si possono riassumere nei

seguenti 5 punti (9) (19):

1. Tutte le deformità del piede torto, ad eccezione del solo equinismo, vengono corrette

simultaneamente;

2. Il cavismo viene corretto da una manovra di abduzione progressiva dell’avampiede

mantenuto in lieve supinazione, in grado di allineare sullo stesso piano coronale le

varie articolazioni del piede (Chopart e sottoastragalica);

3. Mantenendo una lieve supinazione ed

equinismo, il piede può essere abdotto

senza sforzare spingendo lateralmente

sulla testa astragalica al fine di mantenere

stabile il mortaio tibio-peroneale;

4. Il varismo del calcagno e la supinazione

del piede sono corrette quando l’intero

piede è completamente abdotto ed in

massima extrarotazione;

5. Una volta ottenuta la completa correzione anatomica del piede (testimoniata

dall’eversione del calcagno) è possibile, se necessario, eseguire la correzione

dell’equinismo con la tenotomia percutanea del tendine d’Achille.

Figura 4 Manovra correttiva Ponseti. (10)

9

2.4. Fase della tutorizzazione

Rappresenta la fase più complicata e critica di tutta la metodica Ponseti ma è

indispensabile per mantenere una completa correzione anatomica e funzionale e per poter

contrastare la naturale tendenza della malattia a sviluppare una recidiva. (20)

Il piede corretto viene mantenuto in abduzione e dorsiflessione tramite un tutore

composto da una barra posizionata sulla superficie inferiore di scarpe a suola piatta e

aperte in punta.

Nei casi di piede torto bilaterale, il tutore è regolato a 70° di rotazione esterna su entrambi

i lati. Nei casi di piede torto unilaterale, dal lato sano viene posizionato tra i 30/40°.

La barra deve essere piegata dai 5/10° con il lato convesso lontano dal bambino così che

i piedi siano in dorsiflessione.

Il tutore deve essere indossato a tempo pieno (giorno e notte) per i primi 3 mesi. Segue

poi uno svezzamento progressivo di 2 ore al mese (partendo da 20 ore al giorno), fino ad

arrivare alle 12/14 ore di tutore durante la notte. Questo protocollo di trattamento deve

essere eseguito fino ai 4/5 anni di età. (21) (22)

Pur sapendo l’importanza che il tutore riveste per la metodica Ponseti non è infrequente

(36-49%) che durante questa lunga fase ci si imbatti in una condizione di rifiuto o scarsa

compliance al protocollo proposto. (9)

2.5. Ruolo della Fisioterapia

Nonostante il metodo Ponseti sia nato all’interno del mondo medico-ortopedico, nel corso

degli ultimi anni, esso ha trovato sempre più interesse anche a livello fisioterapico. (5) (6)

Figura 5 Tutore FAB per abduzione.

10

(23) La Fisioterapia deve essere concepita non come uno stravolgimento del protocollo,

ma bensì, come parte integrante al metodo stesso.

Il fisioterapista, specializzato in riabilitazione pediatrica e con un’adeguata formazione

(2), è in grado di affiancarsi al lavoro medico e valorizzarne i risultati ottenuti, diventando

una figura di riferimento per i genitori.

In particolare, durante l’ultima fase del trattamento, egli è in grado di supervisionare le

diverse tappe del protocollo e, avendo la possibilità di seguire il bambino con una

frequenza maggiore rispetto al medico, può effettuare un rinforzo relativo all’importanza

del corretto uso del tutore, offrire indicazioni sul programma domiciliare e rispondere ai

quesiti dei genitori. (7) (8) Il metodo Ponseti richiede e favorisce un ruolo attivo della

famiglia e per questo motivo il suo “empowerment” risulta di fondamentale importanza.

(9) (24) Infine nel Manuale Pratico “Il trattamento del piede torto congenito con il metodo

Ponseti”, scritto dalla fisioterapista Iris Lohan e tradotto in italiano dal dottor Sergio

Monforte (medico certificato Ponseti) con la collaborazione del Centro Ortopedico Essedi

di Manarte, viene caldamente consigliata l’associazione di sedute fisioterapiche quando

il bambino inizia ad indossare il tutore per l’abduzione. (10)

2.6. Esperienza di Padova

Questo concetto di fisioterapia come parte integrante del metodo Ponseti viene portato

avanti presso la struttura “La Nostra Famiglia” di Padova dove, nell’ultimo anno, sono

stati seguiti, durante la fase del mantenimento, 10 bambini.

La presa in carico da parte del fisioterapista, successiva alla visita fisiatrica, ha inizio con

la valutazione del bambino e la classificazione del PTC secondo la scala Pirani (utilizzata

in seguito come follow-up). In base alle esigenze del bambino riscontrate, si imposta il

trattamento bi/tri-settimanale e si forniscono tutte le indicazioni per una sua corretta

prosecuzione anche a domicilio.

La casistica di Padova è stata importante in quanto ha permesso di sperimentare

clinicamente quanto supportato a livello di letteratura ma, per l’esiguità dei casi clinici a

disposizione, lo studio non farà riferimento a tale gruppo.

11

Cap. 3

OBIETTIVI DELLA TESI

L’intento di questo studio è quello di sondare la realtà italiana in merito al trattamento del

piede torto congenito, verificando la presenza o meno del fisioterapista come figura di

supporto al metodo Ponseti. Capire, quindi, se le evidenze scientifiche disponibili in

letteratura e l’esperienza padovana a supporto di un approccio multidisciplinare trovino

un riscontro a livello italiano.

Un secondo obiettivo è quello di rilevare la presenza di eventuali criticità o richieste da

parte dei genitori e di comprendere se la presa in carico da parte del fisioterapista possa

costituire una modalità efficace per migliorare le problematiche evidenziate.

Infine, come terzo obiettivo e risposta concreta alle esigenze dei genitori, ci si propone di

creare uno strumento in grado di fornir loro informazioni di natura fisioterapica.

13

Cap. 4

MATERIALI E METODI

4.1. Ricerca bibliografica

Il primo passo nella strutturazione della tesi è stato ricercare in letteratura studi che

prendessero in considerazione la possibilità di un maggior intervento da parte del

fisioterapista all’interno del metodo Ponseti. Per rispondere a tale esigenza, è stata

consultata la banca dati biomedica Pubmed.

Tabella 2 Dettagli della strategia di ricerca bibliografica.

BANCA DATI

KEYWORDS

FILTRI

ESITO

RICERCA

N° DOC.TI

DOC.TI

SELEZIONATI

Pubmed

physiotherapy

OR

physiotherapist

AND

ponseti method

- Studi RCTs,

Clinical trials,

Reviews

- Pubblicato tra

il 2000 e il 2016

- Specie umana

- Testo in lingua

inglese

172

6

4.2. Studio trasversale

È stato condotto uno studio trasversale che ha coinvolto 209 famiglie di bambini affetti

da piede torto congenito e in trattamento, in atto o concluso, con il metodo Ponseti in

Italia. Esse hanno aderito all’indagine, rispondendo ad un questionario online, diffuso

tramite il servizio di rete sociale Facebook. Questa modalità di ricerca ha permesso il

raggiungimento di un numero consistente di famiglie, provenienti da tutta Italia.

14

Lo studio si è articolato in 4 fasi:

➢ FASE 1 – Costruzione di un questionario confacente agli scopi dell’indagine,

basato sull’elaborazione degli studi ritrovati in letteratura e delle nozioni apprese

con l’esperienza di tirocinio;

➢ FASE 2 – Richiesta di collaborazione agli amministratori di 4 principali gruppi

Facebook per la pubblicazione del link all’interno dei loro gruppi.

➢ FASE 3 – Lancio online del questionario, rimasto attivo dal 24 ottobre al 28

novembre 2016;

➢ FASE 4 – Raccolta e analisi dei dati attraverso il programma di rielaborazione

dati “Excel”. Relativamente a 3 domande del questionario è stata condotta

un’analisi statistica inferenziale da parte di un Dottore della materia.

4.2.1. FASE 1 – Costruzione questionario

Tramite la piattaforma “Moduli Google” è stato creato un questionario online, ad hoc per

genitori, dal titolo “PIEDE TORTO CONGENITO – trattamento con metodo Ponseti”.

Il questionario, volto ad indagare la realtà italiana in merito alla metodica Ponseti e a

scoprire l’effettiva presenza o meno del fisioterapista come figura di supporto,

comprendeva 40 domande, a risposte chiuse e aperte, suddivise in 7 sezioni: informazioni

generali del bambino/a, inquadramento clinico, trattamento, fisioterapia, recidive,

considerazioni sul metodo e criticità/aspetti migliorabili. (vedi allegato n° 1)

4.2.2. FASE 2 – Associazioni di genitori

Per la diffusione del questionario, sono state contattate le due associazioni di genitori

attive in Italia: Associazione Nazionale Piede Torto Congenito e Associazione Piede

Torto in Movimento Onlus, nate con l’intento di fornire supporto ai genitori di bambini

affetti da PTC. Esse gestiscono diversi gruppi sul servizio di rete sociale Facebook.

Figura 6 Logo delle due associazioni.

15

4.2.3. FASE 3 – Lancio online

Il link per accedere alla compilazione del questionario è stato pubblicato il 24/10/16 e

mantenuto attivo fino al 28/11/16, all’interno di 4 principali gruppi Facebook:

- piede torto congenito

- piede torto congenito metodo Ponseti

- PTC CAFFÈ (gruppo chiuso piede torto congenito)

gestiti dall’Associazione Nazionale Piede Torto Congenito;

- Piede torto – Guarire con Ponseti

gestito dall’Associazione Piede Torto in Movimento Onlus.

Questi gruppi sono stati scelti su consiglio delle due associazioni di genitori, in quanto

rappresentano quelli più attivi e frequentati dagli utenti.

4.2.4. Tecnica di indagine: l’autocompilazione online

Per la diffusione del questionario si è scelto il canale dell’autocompilazione online che

presenta alcune peculiarità, sia positive che negative. (25)

Il problema principale è costituito dall’autoselezione dei rispondenti. Si ottiene, infatti,

un campione autoselezionato, che rischia di essere non sempre pienamente

rappresentativo dell’universo di riferimento: le caratteristiche di chi risponde possono

differire da quelle di chi non ha risposto (in questo caso, si sono raggiunti solo gli

individui che possedevano le dotazioni necessarie per collegarsi alla rete e al link e

saranno state maggiormente disponibili a collaborare le persone che avevano maturato

con il mezzo una decisa facilità d’uso). Per aumentare la percentuale di risposta, i

destinatari dell’indagine sono stati informati sull’impiego delle informazioni che ci

avrebbero fornito.

Un altro aspetto critico è rappresentato dall’impossibilità di verificare la reale identità di

chi risponde e dal rischio che la stessa persona invii più volte il questionario compilato.

In questo caso, tuttavia, si sono scelti dei luoghi “protetti” per la diffusione dell’indagine,

in quanti gli utenti dei gruppi Facebook coinvolti sono già regolarmente filtrati dai relativi

amministratori e risulta improbabile, in questo ambito, un tentativo di compromissione

dei dati.

16

A fronte di questi aspetti problematici, l’indagine è stata condotta secondo questa

tipologia, per i suoi seguenti punti di forza:

- costi di raccolta e di elaborazione molto contenuti (non si stampano questionari,

non si impiegano intervistatori, non si spediscono buste, non si trasferiscono dati

tra diversi supporti);

- tempi di svolgimento abbastanza brevi;

- l’assenza dell’intervistatore permette di evitare condizionamenti che al contrario

potrebbero essere generati dalla sua presenza;

- l’intervistato può scegliere il momento più opportuno per rispondere e il tempo a

disposizione gli consente una maggior meditazione.

Inoltre, come affermava lo stesso dott. Ponseti, i genitori, per trovare informazioni e

condividere esperienze/opinioni, utilizzano sempre di più questi gruppi di supporto. (26)

Nel corso degli anni è aumentata la rilevanza assunta dai forum e dai contenuti web (anche

in logiche di tipo social) generalmente promosse dai caregiver. Il servizio sanitario finora

è stato totalmente assente nella gestione degli strumenti web a supporto dell’orientamento

dei genitori (9) e questo può rappresentare quindi un primo contatto verso queste nuove

forme di network assistenziali.

4.2.5. FASE 4 – Metodi statistici

I dati sono stati organizzati in un foglio di calcolo Excel al fine di creare un database

utilizzato per l’analisi statistica descrittiva ed inferenziale, effettuata in un secondo

momento da un Dottore della materia.

Relativamente a 3 domande, sono stati applicati test statistici per rilevare differenze nelle

opzioni di risposta da parte dei due gruppi che si sono potuti formare con la domanda n°

20 del questionario (presenza o meno del fisioterapista durante la fase del mantenimento).

I test utilizzati sono stati il test W di Wilcoxon per campioni indipendenti con correzione

della varianza per ranghi ripetuti e il test Z sulla differenza di frequenze relative di un

attributo. Il livello di significatività è stato stabilito per p = 0,05.

17

Cap. 5

RISULTATI

Il questionario ha ottenuto complessivamente 209 risposte ma, successivamente ad

un’analisi approfondita dei dati, 10 di queste sono state escluse dallo studio per i seguenti

motivi:

- 1 risposta risultava essere stata inviata dalla stessa persona (completa uguaglianza

nella compilazione);

- 1 risposta faceva riferimento ad un bambino che doveva ancora intraprendere il

trattamento;

- 8 risposte facevano riferimento a bambini il cui trattamento non è stato effettuato in

Italia, ma in paesi esteri: Spagna (6 casi), Giappone e Stati Uniti.

In totale, quindi, le risposte considerate idonee ai fini dell’indagine sono state 199.

Figura 7 Grafico a mappa italiana con

rispettive regioni di provenienza dei

bambini.

Figura 8 Grafico a mappa italiana con

rispettive regioni di effettuazione dei

trattamenti.

18

La provenienza delle risposte, relativamente al luogo di effettuazione del trattamento, ha

coinvolto diverse regioni italiane, ad eccezione di: Basilicata, Campania, Marche, Molise

e Valle d’Aosta. Le regioni maggiormente coinvolte sono state Lombardia, Puglia e

Umbria.

Attraverso le prime due sezioni del questionario (informazioni generali e

inquadramento clinico) è stato possibile individuare le caratteristiche dei bambini

raggiunti tramite l’indagine online (riportate in tabella 3).

Su un totale di 199 bambini, il numero di piedi coinvolti dalla patologia è risultato essere

321. Il grado di gravità attribuito è stato studiato per ogni singolo piede. Le risposte sono

state suddivise in base alle scale di valutazione utilizzate e riferite dai genitori.

Tabella 3 Caratteristiche del bambino/a N = 199 (%)

Genere:

Maschio

Femmina

149 (75)

50 (25)

Età al momento della compilazione:

≤ 3 anni

> 3 anni

146 (73)

53 (27)

Piede coinvolto dalla patologia:

Destro

Sinistro

Bilaterale

37 (19)

40 (20)

122 (61)

PTC isolato:

No

182 (91)

17 (9)

19

Figura 9 Rappresentazione grafica delle risposte ottenute alla domanda n° 8 del

questionario.

La terza e quarta sezione del questionario facevano riferimento al trattamento e alla

fisioterapia.

22 22

114

1 2 6 6

43

618

217

8 132

39

020406080

100120

risp

ost

eGrado di gravità attribuito

Tabella 4 Caratteristiche del trattamento N = 199 (%)

Trattamenti precedenti:

No

38 (19)

161 (81)

Necessità di spostamento per accesso:

Sì, con trasferimento

Sì, al di fuori della nostra regione

Sì, all’interno della nostra regione

No

5 (2)

92 (46)

43 (22)

59 (30)

Inizio trattamento:

- Appena dopo la nascita (7-10 gg)

- Non subito dopo la nascita, ma entro il primo mese

- Dopo 2-3 mesi

- Dopo molti mesi dalla nascita, ma quando il bambino

ancora non camminava

- Quando il bambino camminava/diversi anni di età

109 (55)

69 (35)

9 (5)

7 (3)

5 (2)

20

Per individuare in quale fase del trattamento fossero giunti i bambini è stata formulata

una domanda specifica, le cui opzioni di risposta fanno riferimento alle diverse tappe del

protocollo Ponseti proposte nel Manuale Pratico di Iris Lohan (10):

Il 69% dei bambini, al momento della compilazione del questionario, era pertanto in

trattamento col tutore FAB senza un’integrazione di natura fisioterapica.

Fase 1: MANIPOLAZIONI E INGESSATURE (correzione simultanea del piede

cavo, dell'inversione del mesopiede e del calcagno varo)

Fase 2: CORREZIONE PIEDE RIGIDO EQUINO (+ miglioramenti abduzione

mesopiede e calcagno valgo)

Fase 3: TUTORE E FISIOTERAPIA (mantenimento della correzione)

TRATTAMENTO CONCLUSO

Attraverso l’opzione di risposta Altro, i genitori hanno aggiunto le seguenti risposte:

➢ Fase 3.1: TUTORE SENZA FISIOTERAPIA (mantenimento della correzione)

➢ In recidiva

Figura 10 Rappresentazione grafica delle risposte ottenute alla domanda n° 16 del

questionario.

4 217

138

29

9

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 3.1 TRATTAMENTOCONCLUSO

in recidiva

risp

ost

e

Attualmente a che punto del trattamento è arrivato il bambino/a? (Se non doveste trovarvi con le fasi proposte,

potete utilizzare l'opzione "altro" e spiegare bene lì)

21

Entrando più nello specifico, per quanto riguarda l’accostamento di sedute fisioterapiche

durante la fase di mantenimento del tutore, solamente per 36 bambini è stata effettuata

una presa in carico anche da parte del fisioterapista.

I genitori di questi 36 bambini, relativamente alla loro percezione di utilità delle sedute

fisioterapiche, hanno espresso un punteggio medio pari a 8.3/10.

Figura 11 Rappresentazione grafica delle risposte ottenute alla domanda n° 20

del questionario.

6

157

36

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180

Tappa terapeutica non ancora raggiunta

No

n° risposte

Il bambino/a ha svolto sedute di fisioterapia durante la fase del mantenimento (inizio uso tutore)?

Figura 12 Rappresentazione grafica delle risposte ottenute alla domanda n° 21

del questionario.

2

4

67

4

13

0

2

4

6

8

10

12

14

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

risp

ost

e

opzioni di risposta

In caso di risposta affermativa, quanto ritenete siano state utili queste sedute di fisioterapia?

22

Successivamente sono state poste due domande relative a possibili integrazioni

fisioterapiche al metodo Ponseti:

Tabella 5 Domande N = 199 (%)

"Esercizi fisioterapici possono accompagnare l'uso del tutore per

mantenere la correzione e prevenire una recidiva. Costituiscono

inoltre dei momenti di lavoro attivo del bambino, da intercambiarsi

ai momenti di 'staticità passiva' imposti dal tutore stesso."

Condividete quanto espresso da questa affermazione? (da 0 a 10)

< 5

≥ 5

53 (27)

146 (73)

Ritenete utile integrare al metodo Ponseti che mira soprattutto alla

correzione del PTC, pur seguendolo fedelmente, una valutazione più

globale del bambino che tenga in considerazione più distretti

(ginocchia, anche...). In questo modo si potrebbe agire a più livelli

per prevenire ulteriori complicazioni?

Credo sia già previsto nel metodo di cura

No

94 (47)

87 (44)

18 (9)

Attraverso le ultime due sezioni del questionario (considerazioni sul metodo e

criticità/aspetti migliorabili) è stata condotta un’analisi statistica inferenziale più

approfondita.

Le successive tre domande (definite “criticità”) fanno riferimento al tema

dell’informazione, aspetto critico emerso anche in seguito nella domanda aperta:

“Ritenete ci siano delle problematiche o degli aspetti migliorabili in questo metodo di

trattamento?”.

Per queste domande si sono ottenute risposte abbastanza distribuite tra le opzioni di

risposta disponibili e questo denota sicuramente la possibilità di un miglioramento da

doversi ricercare.

23

In base alla precedente domanda sulla presenza o meno del fisioterapista durante la fase

del mantenimento, è stato possibile ottenere due gruppi di rispondenti:

➢ GRUPPO A – fisioterapista presente

➢ GRUPPO B – fisioterapista assente

e valutare se la presenza o meno del fisioterapista comportasse opzioni di risposta diverse

nei due gruppi.

Criticità 1: Ritenete di essere stati informati adeguatamente su tutto l’iter terapeutico da

seguire, anche in base a tempistiche e modalità di intervento?

i. Sistema d’ipotesi. Al fine di valutare se la presenza del fisioterapista comporta

opzioni di risposta diverse nei due gruppi, si indica con X la variabile che esprime

le opzioni di risposta del “GRUPPO A”, con Y quella che esprime le opzioni di

risposta del gruppo “GRUPPO B” e si sottopone a controllo empirico il sistema

d’ipotesi

{𝐻0:𝑀𝑒(𝑋) = 𝑀𝑒(𝑌)

𝐻1:𝑀𝑒(𝑋) ≠ 𝑀𝑒(𝑌)

dove 𝑀𝑒(𝑋) e 𝑀𝑒(𝑌) sono le mediane dei due gruppi.

ii. Test. Si impiega il test W di Wilcoxon per campioni indipendenti con correzione

della varianza per ranghi ripetuti.

iii. Livello di significatività. Si fissa 𝛼 = 0,05.

iv. Distribuzione campionaria. Le numerosità dei due gruppi giustificano

l’approssimazione della distribuzione di W con quella di una normale standard.

v. Regione critica. 𝐻0 è rifiutata se il valore osservato di W è esterno all’intervallo

(−1,96, 1,96).

vi. Decisione. Poiché il valore osservato di W è −0,82, non vi è sufficiente evidenza

empirica per respingere 𝐻0 al predetto livello di significatività.

OPZIONI DI RISPOSTA GRUPPO A GRUPPO B

Siamo stati poco informati 7 23

Sì, ma potevamo essere maggiormente informati 9 36

Sì, siamo stati informati a dovere 20 98

24

Criticità 2: Ritenete di essere stati informati adeguatamente su ciò che doveva o meno

essere fatto a casa per promuovere la guarigione del bambino?

i. Sistema d’ipotesi. Al fine di valutare se la presenza del fisioterapista comporta

opzioni di risposta diverse nei due gruppi, si indica con X la variabile che esprime

le opzioni di risposta del “GRUPPO A”, con Y quella che esprime le opzioni di

risposta del “GRUPPO B” e si sottopone a controllo empirico il sistema d’ipotesi

{𝐻0:𝑀𝑒(𝑋) = 𝑀𝑒(𝑌)𝐻1:𝑀𝑒(𝑋) ≠ 𝑀𝑒(𝑌)

dove 𝑀𝑒(𝑋) e 𝑀𝑒(𝑌) sono le mediane dei due gruppi.

ii. Test. Si impiega il test W di Wilcoxon per campioni indipendenti con correzione

della varianza per ranghi ripetuti.

iii. Livello di significatività. Si fissa 𝛼 = 0,05.

iv. Distribuzione campionaria. Le numerosità dei due gruppi giustificano

l’approssimazione della distribuzione di W con quella di una normale standard.

v. Regione critica. 𝐻0 è rifiutata se il valore osservato di W è esterno all’intervallo

(−1,96, 1,96).

vi. Decisione. Poiché il valore osservato di W è −1,24, non vi è sufficiente evidenza

empirica per respingere 𝐻0 al predetto livello di significatività.

OPZIONI DI RISPOSTA

(indicare un valore da 0 a 10)

GRUPPO A GRUPPO B

0 3 9

1 1 5

2 0 4

3 0 2

4 2 4

5 3 16

6 4 9

7 6 10

8 6 26

9 1 21

10 10 51

25

Criticità 3: Vi è stato consegnato un foglio con indicazioni apposite per i genitori?

i. Sistema d’ipotesi. Al fine di valutare se il foglio con apposite indicazioni da

seguire per i genitori viene consegnato con frequenza diversa nel “GRUPPO A”

rispetto al “GRUPPO B”, si indica con X la variabile che esprime le opzioni di

risposta del “GRUPPO A”, con Y quella che esprime le opzioni di risposta del

“GRUPPO B” e si sottopone a controllo empirico il sistema d’ipotesi

{𝐻0: 𝐹𝑟(𝑋) = 𝐹𝑟(𝑌)𝐻1: 𝐹𝑟(𝑋) ≠ 𝐹𝑟(𝑌)

dove 𝐹𝑟(𝑋) e 𝐹𝑟(𝑌) sono le frequenze relative di consegna del foglio nei due

gruppi.

ii. Test. Si impiega il test Z sulla differenza di frequenze relative di un attributo.

iii. Livello di significatività. Si fissa 𝛼 = 0,05.

iv. Distribuzione campionaria. Le numerosità dei due gruppi giustificano

l’approssimazione della distribuzione del test di cui al punto ii. con quella di una

normale standard.

v. Regione critica. 𝐻0 è rifiutata se il valore osservato di Z è esterno all’intervallo

(−1,96, 1,96).

vi. Decisione. Poiché il valore osservato di Z è 6,92, si rifiuta l’ipotesi nulla al

predetto livello di significatività. L’analogo test ad una coda evidenzia come la

frequenza di consegna del foglio in questione sia significativamente maggiore nel

“GRUPPO A” rispetto al “GRUPPO B” (p-value minore di 0,00001).

OPZIONI DI RISPOSTA GRUPPO A GRUPPO B

SÌ 32 42

NO 4 115

26

Le ultime domande hanno permesso invece ai genitori di condividere eventuali

problematiche o aspetti migliorabili.

Nonostante rappresentino una minoranza, sono state considerate importanti e prese in

considerazione le 54 risposte affermative. Queste sono state suddivise in 4 gruppi, in base

alla tematica riguardante di ognuna.

DISPONIBILITÀ DI MEDICI CERTIFICATI -

PROTOCOLLO SEGUITO CORRETTAMENTE

1. Anestesia locale e non totale per la tenotomia

2. Ci sono medici non certificati che lo applicano

3. Dopo la tenotomia è opportuno che il gesso di 20 giorni venga cambiato al

decimo giorno per non lesionare la pelle dei bimbi

4. Dovrebbe essere un metodo praticato e conosciuto in tutte le regioni

5. Dovrebbero esserci più dottori specializzati

6. In Italia, la tenotomia in ambulatorio e senza sedazione non è praticata

7. La fine del trattamento non è ancora chiara: qualcuno dice 4 anni, altri dicono 6

anni

8. La formazione degli ortopedici

9. La poca diffusione in Italia. Spesso si dice di effettuare il metodo Ponseti e poi

non si segue il protocollo

Figura 13 Rappresentazione grafica delle risposte ottenute alla domanda n° 36 del

questionario.

54

145

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Sì No

risp

ost

e

Ritenete ci siano delle problematiche o degli aspetti migliorabili in questo metodo di trattamento?

27

10. La quantità di medici accreditati

11. La reale competenza degli ortopedici

12. L'unica problematica è che purtroppo ci sono pochi dottori specializzati

13. L'unico aspetto da migliorare è la fruibilità presso gli ospedali (ancora troppo

pochi)

14. Più medici qualificati e seguire il metodo senza fare modifiche

15. Non nel metodo ma nella possibilità di applicarlo al meglio

16. Più uniformità riguardo alla durata del tutore: il Ponseti dice di tenere il tutore

minimo fino ai 5 anni, cosa che non tutti i medici anche certificati mantengono

17. Tempistiche ospedaliere per gessi e tenotomia

18. Tenotomia senza anestesia totale

INFORMAZIONI RICEVUTE

19. Divulgazione in ambiente sanitario

20. Fornire più informazioni

21. Il problema non è il trattamento in sé, ma l'aiuto (informazioni) che i genitori

possono ricevere pre parto o post parto nelle strutture locali

22. La comunicazione

23. La disponibilità dei medici a spiegare al meglio il processo. C'è molta fretta

perché ci sono pochi esperti Ponseti

24. L'informazione data dai ginecologi, pediatri e ortopedici

25. Maggiore diffusione

26. Maggiore informazione ai genitori con opuscoli e consigli da seguire forniti

dall'ospedale

27. Maggiori informazioni nei reparti maternità e possibilità di conoscere i medici

certificati

28. Più informazione tra pediatri e ospedali sul metodo

29. Questo metodo potrebbe essere divulgato di più in modo da arrivare anche a chi

ancora non lo conosce

TUTORE FAB

30. Difficile tollerabilità del tutore

31. Edemi ripetuti al piede e vesciche

32. Il tutore

28

33. Il tutore con una barra mobile sarebbe l'ideale per poter far muovere le gambe al

bambino, pur mantenendo i piedi in posizione corretta (x2)

34. L'iter per ricevere tutori e scarpette

35. Metodo per sapere con certezza quando si può lasciare il tutore senza rischio di

recidiva

36. Miglioramento delle scarpe per evitare dolorose piaghe e ferite

37. Migliorare il tutore

38. Migliorerei le scarpine del tutore: eccessiva sudorazione e spesso causano

piaghe

39. Molto lungo il percorso di cura con il tutore

40. Protocollo meglio definito (tutore quante ore va tenuto quotidianamente e per

quanti anni). Trovare il modo di avere scarpine del tutore più confortevoli per

evitare segni o piaghe

41. Renderlo più individuale, uso del tutore molto a lungo

42. Riduzione di ore tutore, oppure un intervento che possa escludere il tutore

43. Struttura del tutore. Tempi lunghi

44. Tolleranza e conforto del tutore

FISIOTERAPIA

45. Accompagnare la cura con fisioterapia negli ospedali fin dall’inizio

46. Approccio più globale (x2)

47. Associazione di fisioterapia

48. Fare più fisioterapia

49. Fisioterapia specifica

50. Fisioterapia e valutazione del bambino nella totalità, secondo me e mio marito

(fisioterapisti) non bisogna guardare solo i piedi ma tutto l'arto inferiore e la

postura, nella globalità

51. La fisioterapia dovrebbe essere inserita fin dall'inizio per prevenire rigidità,

recidive e atteggiamenti viziati degli altri distretti corporei (vedi ginocchia)

29

Cap. 6

DISCUSSIONE

In generale, i dati dimostrano una scarsa diffusione in Italia dell’integrazione fisioterapica

al metodo Ponseti, approccio supportato invece a livello di letteratura scientifica.

Il primo dato di notevole importanza è che il 69% dei bambini, al momento della

compilazione del questionario, era in trattamento col tutore FAB senza l’accostamento

del fisioterapista, figura presente solamente per l’8% dei rispondenti.

Se si considerano anche i bambini il cui trattamento era giunto al termine, per quanto

riguarda l’affiancamento di sedute fisioterapiche durante la fase del mantenimento,

solamente in 36 casi è stata effettuata una presa in carico da parte del fisioterapista.

I genitori di questi 36 bambini, relativamente alla loro percezione di utilità delle sedute

fisioterapiche, hanno espresso un punteggio medio pari a 8.3 su 10, confermando quindi

la relativa efficacia di un approccio multidisciplinare.

A tutti i genitori sono state poste, inoltre, 2 domande riguardo possibili integrazioni al

metodo Ponseti: il 73% di loro si trova in accordo con la possibilità di svolgere esercizi

fisioterapici nelle ore di libertà dal tutore e l’81% ritiene importante effettuare una

valutazione globale del bambino. Di quest’ultimo gruppo il 46% pensa sia un approccio

già previsto nel metodo di cura.

Gli esercizi costituiscono dei momenti di lavoro attivo del bambino, da intercambiarsi ai

momenti di “staticità passiva” imposti dal tutore stesso. Appropriati esercizi possono

essere utili nel migliorare la forza dei gruppi muscolari più deboli, allungare i muscoli più

corti e prevenire recidive. Il lavoro attivo aiuta il bambino a raggiungere uno sviluppo

motorio adeguato all’età, a migliorare l’equilibrio, la coordinazione e il pattern motorio.

(27)

Per quanto riguarda le criticità rilevate, esse non si riferiscono all’efficacia del metodo in

sé, ma alla possibilità di migliorare l’accesso ai medici certificati, la quantità di

informazioni ricevibili dalle strutture eroganti il servizio e la gestione del tutore e del

bambino a casa.

La presenza del fisioterapista sembra poter rappresentare una soluzione ad alcune delle

problematiche evidenziate. L’analisi dei dati ha evidenziato con significatività statistica

come la frequenza di consegna di un foglio con indicazioni apposite per genitori sia

30

maggiore nel gruppo con affiancamento del terapista. Ciò potrebbe costituire un modo

efficace per la diffusione di informazioni e il raggiungimento di un miglior empowerment

delle famiglie.

La partecipazione dei genitori è di fondamentale importanza, soprattutto durante la fase

del mantenimento, per evitare l’instaurarsi di recidive. L’utilizzo inappropriato del tutore

rappresenta infatti uno dei principali fattori di rischio di ricadute. (28)

Altri studi (29) hanno cercato di comprendere i bisogni dei genitori di bambini con PTC e

i risultati sono in linea con quanto emerso da questa indagine. In uno studio qualitativo

del 2011, basato su 30 interviste (30), Paulsen-Miller et al. hanno rilevato come, da parte

dei genitori, ci sia la necessità di ricevere maggiori informazioni sull’intero iter

terapeutico e, in particolar modo, sulla gestione del tutore. Sempre in tale studio, da parte

delle famiglie, si è manifestato interesse verso diverse modalità di ricezione di

informazioni, tra cui il dialogo con i clinici, i dépliant informativi e i video dimostrativi.

Nel web si possono trovare diversi opuscoli e guide che forniscono raccomandazioni

generali e proposte di esercizi fisioterapici, tuttavia questi elaborati fanno riferimento a

realtà locali estere come la Canadian Orthopaedic Foundation (27), la Royal Berkshire

NHS Foundation Trust (31) (32) o il St. Louis Children’s Hospital (33) e manca ad oggi un

corrispettivo in lingua italiana. Nel Manuale Pratico di Iris Lohan sono presenti degli

inserti relativi, ma il loro focus è più indirizzato alla diffusione e spiegazione del

protocollo.

Per tutti questi motivi, si è pensato di realizzare un dépliant informativo (vedi allegato n°

2) in grado di fornire alle famiglie qualche semplice consiglio di natura fisioterapica.

Esso rappresenta un utile strumento attraverso il quale il fisioterapista può illustrare ai

genitori le principali raccomandazioni sul metodo e qualche esercizio da attuare a casa.

31

CONCLUSIONI

L’indagine effettuata ha dimostrato come le evidenze scientifiche disponibili in letteratura

e l’esperienza padovana, a supporto di un approccio multidisciplinare per la cura del piede

torto congenito, non trovino un grande riscontro a livello nazionale.

L’inserimento del fisioterapista nella metodica Ponseti, caldamente consigliato e

supportato da diversi studi, rimane una pratica ancora poco diffusa in Italia.

Sebbene questo metodo risulti molto efficace ed economico, attraverso il questionario,

alcune criticità sono emerse e i risultati dimostrano come mediante un approccio

multidisciplinare esse possano essere in parte superate.

Per i 36 bambini a cui è stata affiancata la figura del fisioterapista, i genitori hanno

espresso giudizi positivi in merito al trattamento eseguito e l’analisi dei dati ha

evidenziato come la frequenza di consegna di un foglio informativo per genitori sia

significativamente maggiore in questo gruppo.

La maggior parte dei genitori ha espresso interesse verso nuove forme di integrazione al

metodo, per esempio la possibilità di svolgere esercizi attivi nei momenti di libertà dal

tutore.

È quindi auspicabile che in futuro venga promossa la collaborazione tra i diversi

professionisti sanitari per la cura del PTC. In questo modo si favorirebbe lo scambio di

informazioni tra medici ortopedici e fisioterapisti e si potrebbero trovare più facilmente

le risposte alle esigenze dei genitori.

Parallelamente a questo processo risulterà di fondamentale importanza l’aggiornamento

degli stessi fisioterapisti pediatrici e lo sviluppo di una fisioterapia sempre più specifica

e integrata alla metodica.

A tal proposito, è importante sottolineare come, seppur con provenienze da regioni

diverse, il trattamento sia risultato essere stato effettuato prevalentemente nelle regioni

Lombardia, Puglia e Umbria, da considerarsi quindi possibili punti di riferimento per la

diffusione della metodica. Per quanto riguarda la realtà veneta, invece, sui 18 bambini

analizzati soltanto 3 lo hanno effettuato in regione e sarebbe perciò necessario un relativo

aggiornamento.

In Italia, infine, è presente l’Associazione culturale PONSETI ITALIA, fondata dai

medici certificati nella cura del piede torto e dalle due associazioni di genitori coinvolte

32

nell’indagine. Il 24/25 giugno 2017 ad Orvieto, in occasione del suo II Congresso

Nazionale dal titolo “PIEDE TORTO CONGENITO METODICA PONSETI: soluzione

delle criticità”, sono stati presentati i risultati di questo studio, che hanno ottenuto giudizi

favorevoli e incoraggianti sia da parte dei medici che dalle famiglie.

Sempre in questa sede sono anche emersi nuovi spunti di lavoro, quali il ruolo importante

della fisioterapia nel momento della rimozione del tutore (dai 4 anni in poi) e la sua

capacità correttiva di iniziali recidive in corso.

33

BIBLIOGRAFIA

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congenito-metodica-di-ponseti-e-intervento-di-codivilla/valutazione-iniziale-e-

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A Parent’s guide". Disponibile on-line all'indirizzo: http://www.stlouischildrens.org/

our-services/center-foot-disorders/ponseti-method-clubfoot

37

Ringraziamenti

Ringrazio

Il mio relatore Andrea, per avermi dato la possibilità di sviluppare questa affascinante

tematica di studio;

Le mie due correlatrici: Marina, per avermi fatto avvicinare al mondo riabilitativo

dell’età evolutiva e Loredana, per il costante supporto e i consigli preziosi ricevuti.

Un ringraziamento particolare

A tutte le famiglie dei bambini che, rispondendo al questionario, hanno contribuito alla

realizzazione di questa tesi;

A Francesco, per l’aiuto non indifferente nell’analisi statistica dei dati;

Ad Emiliana, per avermi ascoltato e incoraggiato a distanza;

Alla famiglia della piccola Noemi, per aver creduto in me.

Ringrazio infine

La mia famiglia, per avermi costantemente appoggiato nella mia crescita formativa;

Cecilia, per essermi stata vicina, supportandomi e sopportandomi quotidianamente.

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ALLEGATI

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Allegato 1 – questionario online per famiglie

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POST DI PRESENTAZIONE INSERITO NEI GRUPPI FACEBOOK

Buongiorno a tutti!

Sono Alex Lando, studente del cdl in Fisioterapia dell'Università di Padova.

Attualmente sto svolgendo tirocinio in età evolutiva e in me è nato l'interesse verso

questo argomento, ovvero il PTC e il suo trattamento attraverso il metodo Ponseti.

La mia idea sarebbe quella di condurre una tesi su tale metodo e come punto di

partenza ho pensato di "fotografare" la situazione qui in Italia, per capire cosa ne

pensiate voi genitori. Per questo motivo, se anche voi avete intrapreso il Ponseti,

pubblico qui sotto il link per compilare il questionario assolutamente anonimo, senza

secondi fini di lucro e chiaramente FACOLTATIVO. Se non vorrete partecipare non

c'è nessun problema, in caso contrario vi ringrazio e garantisco che tratterò i dati

raccolti esclusivamente per fini di studio e ricerca. (scrivo qui dopo aver ricevuto

l'approvazione da parte degli amministratori).

Grazie ancora e buona giornata.

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Allegato 2 – dépliant informativo per famiglie

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