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VGR - 2016 “LO STUDIO E LA RICERCA PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO” UN NUOVO ELEMENTO STRUTTURALE AI FINI DELLA SICUREZZA “IL RIFUGIO ANTINCENDIO” Ingg. Agatino Carrolo et Angelo Lombardi 1 [email protected] [email protected]

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VGR - 2016

“LO STUDIO E LA RICERCA PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO”

UN NUOVO ELEMENTO STRUTTURALE AI FINI DELLA SICUREZZA “IL RIFUGIO ANTINCENDIO”

Ingg. Agatino Carrolo et Angelo Lombardi1

[email protected] [email protected]

ESEMPIO DI OSPEDALE CON TORRI RIFUGIO ANTINCENDIO

Figura 4 - Torri Rifugio Antincendio

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VGR 2016 “LO STUDIO E LA RICERCA PER LA SICUREZZA ANTINCENDIO”

UN NUOVO ELEMENTO STRUTTURALE AI FINI DELLA SICUREZZA

“IL RIFUGIO ANTINCENDIO” Ing. Agatino Carrolo e Ing. Angelo Lombardi

C.N.VV.F, [email protected] [email protected]

INTRODUZIONE

La funzionalità, l’efficienza, ma soprattutto l’efficacia dello “Spazio Calmo” è per alcuni casi in discussione. Le persone malate, gli anziani e tutte quelle persone che a causa delle loro fragilità psico-fisiche sono impedite ad affrontare l’esodo di emergenza autonomamente da quell’ambiente che per loro non aveva rappresentato un rischio apprezzabile, in caso di incendio spesso vi restano intrappolati.

Ciò può accadere:

• negli edifici di grande altezza e in quelli in cui sono presenti persone che per tipo o stato fisico permanente o temporaneo è impossibilitata a evacuare l’edificio autonomamente;

• nel caso di centri ospedalieri e strutture sanitarie di diverso tipo in cui sono presenti persone che necessitano costantemente di apparecchiature utili per la loro sopravvivenza e/o di somministrazione continua di gas medicinali;

• negli edifici di quelle attività in cui le persone, comunque e per ragioni diverse, non possono essere evacuate se non alla fine dell’incendio;

• negli edifici in cui le persone presenti sono in numero rilevante e non possono più fruire del sistema di esodo perché invaso dal fumo;

• nelle case di riposo in cui è presente un numero rilevante di persone di quarta e quinta fascia di età e altre, comunque, allettate permanentemente.

È chiaro, lo studio di questi scenari merita un adeguato approccio

e, magari, una conseguente specifica nuova direttiva antincendio!

ABSTRACT

Lo studio ha focalizzato l’attenzione sugli incendi accaduti in questo tipo di condizione e alla possibilità che si sarebbe potuta avere per salvare le persone, dalle diverse fragilità, coinvolte e purtroppo decedute. A uno di questi incendi ha partecipato l’autore di questo studio. Questo drammatico incidente ha trovato certamente risalto mediatico, ma non un adeguato sistema di prevenzione che avesse potuto effettivamente incidere sul fenomeno. Peccato, si poteva fare di più! È stata la riflessione.

Tutto ciò ha rappresentato, anche sulla base dell’esperienza maturata nel corso degli anni, una visione complessiva del problema e degli strumenti tecnici per affrontarlo; strumenti che vanno dalla rilevazione del fenomeno alla rimozione del singolo fattore di rischio, passando attraverso la conoscenza del proprio

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ruolo. Oltre alle fragilità delle persone, nelle diverse fasi della loro vita, e all’accentuarsi di queste in caso di incendio, incidono sensibilmente sui drammatici scenari d’incendio anche le carenze tecniche delle strutture, degli impianti e degli attrezzi che noi, ente pubblico preposto, valutiamo positivamente perché conformi alle norme tecniche purtroppo da noi redatte. L’intervento preventivo deve, perciò, mirare all’acquisizione della consapevolezza, da parte di chi è investito dalla legge a valutare i rischi presenti nel contesto in cui le persone si trovano, e alla consapevolezza che il normatore deve partire dall’essere in grado di analizzare tutti i fattori elencati per prescrivere l’idonea Protezione.

L’obiettivo è sollecitare la svolta culturale del CNVVF responsabilizzato dalla legge a creare sul territorio sicurezza contro l’incendio.

Lo studio condotto vuole anche essere un punto di riferimento per i progettisti che autonomamente decidono di realizzare quanto proposto, ma soprattutto uno stimolo per gli operatori e i referenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che hanno titolo a emanare Norme Tecniche e autorizzare e valutare i progetti edilizi.

Ben accetto è lo “Spazio Calmo”, ma purtroppo, e dispiace evidenziarlo, non è idoneo per i casi indicati e perciò la Prevenzione Incendi rimane “Orfana” di una soluzione che, se non consente la salvezza di tutti, sia migliore di ciò “che è”, e dia maggiori possibilità per la salvezza di tutti.

Per tale scopo si è introdotto il concetto di “Rifugio Antincendio” e quello conseguente di “Torre Rifugio Antincendio”.

Il rifugio antincendio, a differenza dello spazio calmo, consente alle persone in difficoltà nell’affrontare l’esodo di permanere all’interno di questo luogo per tutta la durata dell’incendio e di essere soccorse durante le operazioni di spegnimento, o a incendio domato, da altre squadre opportunamente addestrate ma, diverse da quelle che stanno attaccando l’incendio.

Ciò che si propone in questo studio è stato valutato in ogni aspetto strutturale, impiantistico e di attrezzature.

Il tutto è realizzato nella massima considerazione della sostenibilità economica del progetto.

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DEFINIZIONE DI SPAZIO CALMO

Spazio calmo Luogo sicuro, che integra il sistema di esodo verticale e rende possibile garantire la sicurezza in caso d’incendio anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale che non potrebbero affrontare l’esodo verticale. Lo spazio calmo rappresenta “un luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito” che non procura intralcio alla fruibilità del sistema di esodo ed ha caratteristiche tali da garantire alle persone diversamente abili o ferite la loro permanenza temporanea in attesa dei soccorsi. Lo spazio calmo deve essere pensato e progettato seguendo il principio ispiratore di attendere in sicurezza in un luogo sicuro e pertanto secondo le finalità implicitamente contenute nella seguente definizione: “Spazio scoperto ovvero compartimento antincendio separato da altri compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo, avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento ordinato (luogo sicuro dinamico).” Può essere realizzato direttamente all’interno del percorso verticale di esodo (all’interno del vano scala di una “scala a prova di fumo” o in una “scala di sicurezza esterna”), creando una zona in cui gli utenti possano porsi senza interferire con l’apertura delle porte e l’esodo degli altri occupanti, dove permanere in sicurezza e in attesa dei soccorsi. Se la scala è di tipo esterno, affinché questa possa garantire le stesse prestazioni di una a prova di fumo, devono essere previste le seguenti caratteristiche:

1. i materiali costituenti la scala devono essere di classe “0” di reazione al fuoco e di bassa capacità termica (la temperatura degli elementi costituenti la scala deve rimanere sostenibile per non meno di 60 minuti);

2. La zona destinata a spazio calmo deve avere schermatura a tutta altezza su tre lati, libero il lato fronte rampa; 3. la parete esterna dell’edificio su cui è collocata la scala, compresi gli eventuali infissi, deve possedere, per una

larghezza pari alla proiezione della scala stessa, incrementata di 2,5 m per ogni lato, requisiti di resistenza al fuoco almeno REI 60;

4. in alternativa al punto precedente deve distaccarsi di almeno 2,5 m dalle pareti dell’edificio e collegarsi alle porte di piano tramite passerelle protette con setti laterali, a tutta altezza, aventi requisiti di resistenza al fuoco almeno REI 60.

Il dimensionamento della zona di attesa dipende dall’affollamento dell’edificio e dalla supposta presenza di persone disabili; come criterio dimensionale può essere utilizzato l’ingombro di una sedia a rotelle e dei relativi spazi di manovra, mentre per il numero di sedie a rotelle, come ipotesi di calcolo, bisognerà prevedere lo spazio per una sedia a rotelle ogni 200 occupanti dell’edificio o una frazione di tale numero con un minimo di due.Nel caso degli alberghi devono essere previste almeno due sedie a rotelle per numero di stanze accessibili pari a 40 o frazione di 40, aumentato di altre due ogni 40 stanze o frazione di 40 in più. La possibilità che sia accettato dagli occupanti come un posto sicuro in caso d’incendio e vi possano permanere in un adeguato stato di tranquillità dipende anche da alcuni dettagli, quali: 1. la presenza di finestre, che permettano alle persone presenti di vedere ed essere viste, contribuendo a diminuire

l’eventuale stato di segregazione di cui potrebbero soffrire; 2. la disponibilità di posti a sedere, anche perché le persone che utilizzeranno tale ambiente non necessariamente si

troveranno su sedia a rotelle; 3. un impianto di illuminazione di emergenza con autonomia minima di 60 minuti.

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DEFINIZIONE DI RIFUGIO ANTINCENDIO

Rifugio antincendio (Utilizzato normalmente come sala di attesa) - [Figg. 1 e 2]

Luogo avente accesso da filtro a prova di fumo ridondante, idoneo a consentire la sosta, anche fino al termine delle operazioni di spegnimento, di un predeterminato numero di persone non in grado di sostenere l’esodo progressivo, ordinato e continuo, o perché allettate e che non possono essere spostate dal letto se non con opportuni ausili, o perché non in grado di deambulare autonomamente o con ausili e che possono essere trasportate su sedia a ruote, ecc.

Il Rifugio Antincendio, ubicato a ogni piano della “Torre Rifugio Antincendio” [Figure 3 e 4], è completamente privo di arredi e/o elementi combustibili, è dotato di sedute non combustibili per assolvere alla funzione di sala di attesa durante l’uso ordinario del servizio, ha caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quella del compartimento più critico aumentata di un ordine di classe, è realizzato con materiali incombustibili ad alta capacità termica, è dotato di ampie vedute verso l’esterno con affaccio su luogo aperto dal lato opposto a quello prossimo all’edificio servito; la presenza di vetrate EI230 ha funzione antipanico e permette alle persone presenti di vedere ed essere viste, contribuendo a diminuire l’eventuale stato di segregazione di cui potrebbero soffrire.

Il rifugio antincendio sarà anche dotato dei seguenti servizi, impianti e strutture:

• fontanella con acqua corrente potabile e bicchieri di carta; • due bagni, uomo donna, previsti entrambi per disabili; • impianto di illuminazione di emergenza; • impianto amplificato di telefonia help line, a mani libere, con possibilità di comunicazione bilaterale con la sala

gestione emergenza; • impianto ammissione aria fresca nella parte bassa ed estrazione nella parte alta; • impianto di videosorveglianza collegato con la sala gestione emergenza; • rete ossigeno sanitario e reti ausiliarie; • scala di emergenza esterna antipanico; • ascensore antincendio con cabina di grande capacità; • strutture intelaiate in cls di c.a. separate da quelle dell’edificio servito al quale è accostato con giunto edilizio

protetto con protezioni passive antincendio; • tutte le utenze elettriche sono alimentate da linee preferenziali indipendenti da quelle dell’edificio, asservite a

gruppo elettrogeno di sicurezza. Le montanti degli impianti elettrici ordinari e di soccorso corrono in cavedi protetti, appositamente realizzati nella torre rifugio. Ogni utenza elettrica installata nei rifugi antincendio e conseguentemente nelle torri rifugio sarà azionabile automaticamente e/o manualmente dalle postazioni del Centro Gestione Emergenze.

• gli impianti tecnici e quello dei gas medicali devono avere dispositivi di intercettazione diversi da quelli dell’edificio servito. Detti dispositivi devono essere installati nella sala del Centro Gestione Emergenze.

È considerato rifugio antincendio il compartimento attiguo a quello incidentato, comunicante con questo a mezzo filtro a prova di fumo ridondante o spazio scoperto, capace di contenere almeno la metà delle persone allettate del compartimento incidentato e che ha strutture e uscite indipendenti.

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DEFINIZIONE DI TORRE RIFUGIO

Torre Rifugio Antincendio

Opera edile multipiano avente fondazioni e strutture indipendenti da quelle degli edifici cui è collegata. È costituita per ciascun piano da:

1. ampia sala “Rifugio Antincendio” [Sala d’attesa nell’uso ordinario] comunicante con gli edifici serviti a mezzo filtro a prova di fumo ridondante;

2. scala di emergenza esterna antipanico; 3. ascensore antincendio; 4. impianti indipendenti correnti in cavedio resistente al fuoco. 5. al piano terra di ciascuna torre è presente un Centro di Gestione delle Emergenze.

Da ciascun Centro di Gestione delle Emergenze potranno essere coordinate le operazioni di soccorso dell’intera attività in modo che ne possa essere utilizzato uno solo, quello al momento, presidiato.

La Torre Rifugio è posta alle parti terminali degli edifici e nel caso di edificio a stella anche la torre in cui convergono gli edifici sarà una Torre Rifugio.

DEFINIZIONE DI CENTRO GESTIONE EMERGENZE

Centro di Gestione delle Emergenze

Al manifestarsi e all’evolversi di un evento che possa costituire elemento di pericolosità per le persone presenti all’interno dell’edificio, al fine di ridurre al minimo i tempi necessari per la valutazione della situazione e quindi per l’intervento, è necessario disporre, in tempo reale, delle informazioni concernenti le caratteristiche del fenomeno e alla capacità del sistema locale di fronteggiare l’emergenza. A tal fine, negli edifici pubblici ad alto afflusso di persone e soprattutto negli edifici destinati a ospedali e simili, deve essere realizzato un centro di gestione delle emergenze che è il luogo dal quale, durante l’incendio o altro evento, e per tutto il corso delle operazioni, si coordina la gestione dell’emergenza. Il centro di gestione delle emergenze è realizzato in apposito locale al piano terra della Torre Rifugio e costituisce compartimento antincendio dotato di accesso protetto diretto dall’esterno. Il centro è dotato di strumenti idonei per ricevere e trasmettere comunicazioni agli addetti al servizio antincendio, alle aree della struttura e all’esterno. In esso sono installate le centrali di controllo e segnalazione degli incendi e di attivazione degli impianti di spegnimento automatico e quanto altro ritenuto necessario alla gestione delle diverse tipologie di emergenza. All’interno del centro di gestione delle emergenze sono custodite le planimetrie dell’intera struttura riportanti l’ubicazione delle vie di uscita, dei mezzi e degli impianti di estinzione e dei locali a rischio specifico, gli schemi funzionali degli impianti tecnici con l’indicazione dei dispositivi di arresto, il piano di emergenza, l’elenco completo del personale, i numeri telefonici necessari in caso di emergenza, ecc.

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La capacità del sistema di assolvere le proprie funzioni è strettamente connessa sia alla tempestività con la quale avviene la comunicazione sia alla qualità dell’informazione, in termini di attendibilità e di puntualità dei contenuti (operatori formati). Pertanto al fine di assicurare l’impiego razionale e coordinato delle risorse, tutti gli operatori dovranno essere opportunamente formati. Il centro di gestione delle emergenze è accessibile al personale responsabile della gestione dell’emergenza e ai Vigili del Fuoco, ed è presidiato da personale all’uopo incaricato.