tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

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OGGI AL SALONE Giulia Boringhieri presenta oggi al Salone di Torino, h. 18 (Padiglione 5, stand «Il futuro è il giorno dopo»), con Giulio Giorello e Sergio Luzzatto, Per un umanesimo scientifico. Storie di libri, di mio padre e di noi (Einaudi, pp. 426, e 26), di cui pubblichiamo qui sotto un breve passo. «Mio padre - dice l’autrice - non avrebbe mai scritto un libro su di sé. Per ragioni caratteriali e per convinzione era di una riservatezza assoluta». Per questo ha scelto di raccontare la storia delle sue opere. Con la scienza non fece lo struzzo Paolo Boringhieri In un saggio della figlia Giulia, l’editore che all’Einaudi fu il regista del dialogo fra le «due culture» e portò Einstein e Freud, Fermi e Jung nella sua casa del «cielo stellato» ALBERTO SINIGAGLIA C’erano una volta due giovani editori torinesi, che catturarono Einstein e Freud, Fermi e Jung e altri scienziati venuti a cambiare il mondo. Giulio Einaudi li fece scendere dalle torri d’avorio a diffondere direttamente la propria sapienza. Paolo Borin- ghieri giunse a investire nei sogni che la psicoanalisi scan- dagliava e si batté per un nuo- vo umanesimo, che filosofi e uomini di scienza avrebbero perseguito insieme. Altri editori italiani non erano indifferenti alle incal- zanti scoperte della scienza, della tecnica, della biologia, della medicina. Ma nessuno come Einaudi, che nel 1938 aveva già dotato la casa, fon- data appena cinque anni pri- ma, di una collana scientifica moderna e d’alto livello. Quel- l’intuizione, condivisa, perfe- zionata da Ginzburg e Pavese, porterà a un’impresa formida- bile. Protagonisti assoluti, l’atomo, l’inconscio e batta- glie di idee. La scena, un’offici- na in fermento. Al tavolo della regia, Felice Balbo e Borin- ghieri. Toccherà a lui cercare una sintesi. Trasforma la fine in un inizio. Da regista si fa au- tore. Acquistate le Edizioni Scientifiche Einaudi, sostitui- to allo Struzzo il «Celum stel- latum», è il primo editore ita- liano totalmente dedito alla scienza. Nessuno aveva mai così compiutamente svelato que- sta memoria come fa ora sua figlia, Giulia Boringhieri, nel volume Per un umanesimo scientifico, che Einaudi presen- ta oggi al Salone del Libro. Scavando a grande profondi- tà, con tanta ricchezza di det- tagli, retroscena, testimonian- ze, documenti inaspettati e inediti, la tenera intenzione di raccontare una «Storia di li- bri, di mio padre e di noi» è ri- masta pudico sottotitolo, em- brione dal quale lievita, in 426 pagine, l’affollato affresco di un’epoca. Einaudi aveva venticinque anni quando sentì la necessità di strappare le rivoluzioni scientifiche del Novecento al- l’angusta comunicazione tra specialisti, per affrontarli co- me fatti culturali. Nel ‘37 scri- ve a Fermi: «Eccellenza, nel- l’iniziare una “Biblioteca di GIULIA BORINGHIERI Entrato nel raggio d’azione di Felice Balbo, che diventa il suo amico più caro e importante, Paolo partecipa alle vicende dei cattolici comunisti [...] E’ un’esperienza breve ma che lascia il segno [...]. Il senso della sua amici- zia con Balbo me lo chiariva in questi termini il suo gran- de amico, poeta e teologo Michele Ranchetti, che pur non essendone stato testi- mone diretto ne coglieva la corrispondenza con un trat- to fondamentale della sua personalità: «Tuo padre ha fortissi- ma questa vena calvinista o zwingliana di un rigore che è etico prima che religioso, con magari però anche del- le punte che vanno nel- l’oscuro, nella metafisica. E c’era un filosofo che queste cose le rappresentava an- che fisicamente: Balbo. Va bene che pendeva più verso la religione di tipo cattolico, ma non del cattolicesimo vincente. Credo che sia que- sto l’interesse prevalente di tuo padre: un’etica religio- sa, in cui si alternano reli- giosità ed etica, e un rigore morale che ingloba tutto» Un rigore morale che tutto ingloba A cura di: LUCIANO GENTA con BRUNO QUARANTA [email protected] www.lastampa.it/tuttolibri/ MentreilSalone delLibro2010èalsuo culmine,fortediuntema comequello dellaMemoriaedella sceltadiunPaeseospite dilevaturaeccezionale qualeèl'India,vogliamo avanzarelanostra modestapropostaper l'edizione2011. Cipiacerebbevenisse ribaditoiltemadella Memoria.Sarebbe simpaticoricordare l'annodopoiltema dell'annoprima, trattandosidella Memoria.Cisarebbe ancheunasfumatura «meta»,nel rammemorare lamemoria.Sarebbe, diciamolo,chic. Eaquestoproposito sarebbecoerentelascelta diaverecomePaese ospitel'Italia. ÈunPaesestraniero conosciutodapochi,e male.Unapiccola democraziamisteriosa. Noncomel'India,cheèla piùgrandedemocrazia delmondo.Mauna giovanedemocrazia,che conterànel2011appena unsecoloemezzodivita. ÈunPaeseculturalmente incredibile,dalpassato immenso.Lasua letteratura,natagloriosa moltisecoliprimacheil Paesediventasseuno Stato,lasualingua stupefacente,arricchita comenessun'altra almondodaidiomilocali evariantistraordinarie, ilsuointrinsecovolgersi allaBellezzasonotratti oggideltuttosconosciuti, anzimisconosciuti, dimenticati.Sarebbe un'occasioneirripetibile averlacomeospite nelmomentoincui laMemoriadellasua nascitaèancoracosì fresca. UnritrattodiPaoloBoringhieridisegnatoperTuttolibridaDavideFrassetto Continuaapag.VI TUTTOLIBRI LA STAMPA NUMERO 1714 ANNO XXXIV SABATO 15 MAGGIO 2010 DARIO VOLTOLINI S ALONE 2011 OSPITE STRANIERO L’ITALIA tutto LIBRI SCOTT TUROW Presunto innocente II Vent’anni dopo sequel-capolavoro SORIA P. V DIARIO DI LETTURA Cremisi, tra Parigi e Milano Da Garzanti a Gallimard, a Rcs BOSCO P. XI p Il suo stile Una «Storia dilibri, di mio padre e di noi» in cui rivive un’epoca, una battaglia di idee, un pensiero senza dogmi STORIE Con Fruttero e Gramellini Ironiche memorie e Terme dell’anima MONDO-LOEWENTHAL pp. II-III LIBRI D’ITALIA Le visioni di Cavour Nuova vita dopo Romeo-Mack Smith BOATTI P. VI I

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Page 1: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - I - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/01 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.39

OGGI AL SALONEGiulia Boringhieri presenta oggial Salone di Torino, h. 18(Padiglione 5, stand «Il futuro è ilgiorno dopo»), con GiulioGiorello e Sergio Luzzatto,Per un umanesimo scientifico.Storie di libri, di mio padre e dinoi (Einaudi, pp. 426, € 26), di cui

pubblichiamo qui sotto un brevepasso. «Mio padre - dice l’autrice- non avrebbe mai scritto un librosu di sé. Per ragioni caratteriali eper convinzione era di unariservatezza assoluta». Per questoha scelto di raccontare la storiadelle sue opere.

Con la scienzanon fecelo struzzo

Paolo Boringhieri In un saggio della figlia Giulia, l’editoreche all’Einaudi fu il regista del dialogo fra le «due culture» e portòEinstein e Freud, Fermi e Jung nella sua casa del «cielo stellato»

ALBERTOSINIGAGLIA

C’erano una voltadue giovani editori torinesi,che catturarono Einstein eFreud, Fermi e Jung e altriscienziati venuti a cambiare ilmondo. Giulio Einaudi li fecescendere dalle torri d’avorio adiffondere direttamente lapropria sapienza. Paolo Borin-ghieri giunse a investire neisogni che la psicoanalisi scan-dagliava e si batté per un nuo-vo umanesimo, che filosofi euomini di scienza avrebberoperseguito insieme.

Altri editori italiani nonerano indifferenti alle incal-zanti scoperte della scienza,della tecnica, della biologia,della medicina. Ma nessunocome Einaudi, che nel 1938aveva già dotato la casa, fon-data appena cinque anni pri-ma, di una collana scientificamoderna e d’alto livello. Quel-l’intuizione, condivisa, perfe-zionata da Ginzburg e Pavese,porterà a un’impresa formida-bile. Protagonisti assoluti,

l’atomo, l’inconscio e batta-glie di idee. La scena, un’offici-na in fermento. Al tavolo dellaregia, Felice Balbo e Borin-ghieri. Toccherà a lui cercareuna sintesi. Trasforma la finein un inizio. Da regista si fa au-tore. Acquistate le EdizioniScientifiche Einaudi, sostitui-to allo Struzzo il «Celum stel-latum», è il primo editore ita-liano totalmente dedito allascienza.

Nessuno aveva mai cosìcompiutamente svelato que-sta memoria come fa ora suafiglia, Giulia Boringhieri, nelvolume Per un umanesimoscientifico, che Einaudi presen-ta oggi al Salone del Libro.Scavando a grande profondi-tà, con tanta ricchezza di det-tagli, retroscena, testimonian-ze, documenti inaspettati einediti, la tenera intenzione diraccontare una «Storia di li-bri, di mio padre e di noi» è ri-masta pudico sottotitolo, em-brione dal quale lievita, in 426pagine, l’affollato affresco diun’epoca.

Einaudi aveva venticinqueanni quando sentì la necessitàdi strappare le rivoluzioniscientifiche del Novecento al-l’angusta comunicazione traspecialisti, per affrontarli co-me fatti culturali. Nel ‘37 scri-ve a Fermi: «Eccellenza, nel-l’iniziare una “Biblioteca di

GIULIABORINGHIERI

Entrato nel raggiod’azione di Felice Balbo,che diventa il suo amico piùcaro e importante, Paolopartecipa alle vicende deicattolici comunisti [...] E’un’esperienza breve mache lascia il segno [...].

Il senso della sua amici-zia con Balbo me lo chiarivain questi termini il suo gran-de amico, poeta e teologoMichele Ranchetti, che purnon essendone stato testi-mone diretto ne coglieva lacorrispondenza con un trat-to fondamentale della suapersonalità:

«Tuo padre ha fortissi-ma questa vena calvinista ozwingliana di un rigore cheè etico prima che religioso,con magari però anche del-le punte che vanno nel-l’oscuro, nella metafisica. Ec’era un filosofo che questecose le rappresentava an-che fisicamente: Balbo. Vabene che pendeva più versola religione di tipo cattolico,ma non del cattolicesimovincente. Credo che sia que-sto l’interesse prevalente dituo padre: un’etica religio-sa, in cui si alternano reli-giosità ed etica, e un rigoremorale che ingloba tutto»

Un rigoremoraleche tuttoingloba

A cura di:LUCIANO GENTAcon BRUNO QUARANTA

[email protected]/tuttolibri/

Mentre il Salonedel Libro 2010 è al suo

culmine, forte di un temacome quello

della Memoria e dellascelta di un Paese ospite

di levatura eccezionalequale è l'India, vogliamo

avanzare la nostramodesta proposta per

l'edizione 2011.Ci piacerebbe venisse

ribadito il tema dellaMemoria. Sarebbe

simpatico ricordarel'anno dopo il tema

dell'anno prima,trattandosi della

Memoria. Ci sarebbeanche una sfumatura

«meta», nelrammemorare

la memoria. Sarebbe,diciamolo, chic.

E a questo propositosarebbe coerente la scelta

di avere come Paeseospite l'Italia.

È un Paese stranieroconosciuto da pochi, e

male. Una piccolademocrazia misteriosa.

Non come l'India, che è lapiù grande democrazia

del mondo. Ma unagiovane democrazia, checonterà nel 2011 appena

un secolo e mezzo di vita.È un Paese culturalmente

incredibile, dal passatoimmenso. La sua

letteratura, nata gloriosamolti secoli prima che il

Paese diventasse unoStato, la sua lingua

stupefacente, arricchitacome nessun'altra

al mondo da idiomi localie varianti straordinarie,il suo intrinseco volgersialla Bellezza sono tratti

oggi del tutto sconosciuti,anzi misconosciuti,

dimenticati. Sarebbeun'occasione irripetibile

averla come ospitenel momento in cui

la Memoria della suanascita è ancora così

fresca.

Un ritratto di Paolo Boringhieri disegnato per Tuttolibri da Davide FrassettoContinua a pag. VI

TUTTOLIBRI

LASTAMPA

NUMERO 1714ANNO XXXIVSABATO 15 MAGGIO 2010

DARIO VOLTOLINI

SALONE 2011OSPITE

STRANIEROL’ITALIA

tuttoLIBRI

SCOTT TUROW

Presuntoinnocente IIVent’anni doposequel-capolavoroSORIA P. V

DIARIO DI LETTURA

Cremisi, traParigi e MilanoDa Garzantia Gallimard, a RcsBOSCO P. XI

p

Il suo stileUna «Storia di libri,di mio padre e di noi»in cui rivive un’epoca,una battaglia di idee,un pensiero senza dogmi

STORIE

Con Frutteroe GramelliniIroniche memoriee Terme dell’animaMONDO-LOEWENTHAL pp. II-III

LIBRI D’ITALIA

Le visionidi CavourNuova vita dopoRomeo-Mack SmithBOATTI P. VI

I

Page 2: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - II - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/02 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

GIOVANNITESIO

Storie inventate finche ce n'è e poi storie vere o ve-ridiche che si raccontano quasida sé. Fabio Geda è un giovanenarratore (si può ben dire) tori-nese che ha scritto due romanzidi forte impegno, ambientando-li nel mondo del disagio socialema anche di un'ostinata ricercadi riscatto. Ora, con il suo terzotitolo, Nel mare ci sono i coccodril-li, accade qualcosa che un po' facontinuitàe un po' fa differenza.

La continuità è data soprat-tutto dall'attenzione per le vi-cende che dovrebbero scuoterela nostra mala coscienza di let-tori (non da ora) ipocriti. La dif-ferenza è data soprattutto dalladiversa natura della narrazio-ne. Mentre, insomma, i primidue romanzi - pur derivandodai materiali di un'attività pro-fessionale vicina ai contenutidelle storie narrate - sono il frut-to di una costruzione molto arti-colata, questa volta il sottotitoloesplicita: Storia vera di Enaiato-

llah Akbari. Ossia dice chiaro cheil terzo libro nasce come resocon-to di un'esperienza compiuta.

Di fatto il traliccio è esile: qual-che domanda giusto a rompere ilflusso della memoria che incalza,qualche obiezione narratologica,qualche piccolo intermezzo perordinare un tratto oscuro, colma-re una lacuna, e poi - per il resto -un tentativo di vestire le parole al-trui, di trovare il giusto mezzo trai fatti riferiti e la necessità di accli-matarli, di coglierne la natura, diassecondarne con mano lieve ma

decisa la gravità e la grazia intri-se di sofferenza ma anche di alle-gria, di azzardo e di ottimismoma anche di tenacia e di umori-smo. Ne scaturisce la storia di unbambino afghano di circa diecianni (forse qualcuno di più) e dietnia hazara (invisa sia ai talebansia ai pashtun), che la mamma inun certo senso porta a perdereperché possa salvarsi, uscendodalla strettoia di una situazionedi odio e povertà.

Un bambino che vive divisotra i ricordi della sua infanzia di

villaggio e la necessità di mante-nersi in una realtà che non gli dàtregua. Un bambino che s'inge-gna, che fa gruppo con altri bam-bini venditori, che emigra clande-stinamente in Pakistan e in Iran,che fa mestieri diversi, che vienearrestato, picchiato, maltrattato,respinto, ma che trova sempreuna qualche ragione di resisten-za. Fino al momento della decisio-ne estrema, che lo avventa nellagrande e fortunosa impresa dellafuga in Occidente, verso la salvez-za dalla fame e dalla paura, via

per passaggi impervi, per percor-si improbabili, per navigazioni im-possibili, attraverso Turchia eGrecia, fino al del tutto casualeapprodo italiano e in ultimo - die-tro l'esiguo filo di un nome - aquello torinese.

Un'esperienza che in tantihanno fatto, magari con meno for-tuna, ma che sulla bocca del pro-tagonista Enaiatollah (e su quellaassai più defilata ma letteraria-mente decisiva del deuteragoni-sta Fabio) si arricchisce di mo-menti che stanno tra l'aspro e il

faceto, come appunto nell'episo-dio che dà il titolo al libro: quattrosprovveduti che si lanciano in un'impresa più grande di loro con laridicola dabbenaggine di un filmquasi comico, di certo non privodi senso dell'umorismo (irresisti-bile la sequenza del loro approdoa Mitilene).

Tra vicende penose e perle disaggezza (una per tutte: «la pa-zienza salva la vita»), va segnala-to il finale di stupefatta pietà, chediventa la scena muta di un'av-venturauna volta tanto riuscita.

SERGIOPENT

Sei fuori posto, comeun invito a rientrare nei ran-ghi. Ma anche «sei fuori posto»nel senso di sei individui che sitrovano nel posto sbagliato. Iltitolo scelto per l'antologia ei-naudiana che raggruppa alcu-ni racconti italiani già uscitinella collana «Corti di carta»abbinata al Corriere della sera,è di quelli - in effetti - un po' am-bigui, come la mitica Biere dupecheur di Tommaso Landolfi,che, scritta senza accenti, siprestava ad almeno due diffe-renti interpretazioni, «la birradel pescatore» o «la bara delpeccatore».

I sei fuori posto di questaraccolta li abbiamo voluti leg-gere, personalmente, come unnumero di entità narrative traesse distanti e accomunate dal-la insolita circostanza. Savia-no, Lucarelli, Parrella, Colapri-co, Wu Ming, Vinci: solo il casoha potuto accomunare queste -talvolta estreme - realtà lette-

rarie. Il caso, e un editore in venadi far correre il lettore sprovve-duto come un criceto in gabbia.

In realtà, ci troviamo di fron-te a sei aspetti della nostra scrit-tura d'oggi, scelti forse tra quelliche nel loro raggio d'azione simostrano più emblematici. Ed ècomunque un piacere cercare didistricarsi tra i toni diseguali del-le pagine, tra i tempi storici chesi muovono senza apparente ne-cessità strutturale, tra le temati-che distanti che sono sì «storieitaliane» - come recita il sottoti-

tolo - ma di quelle d'occasione, le-gate da un editore - o da un agen-te letterario di spicco - come unbel marchio di fabbrica più checome una necessità di spuntocollettivo omogeneo.

Se infatti Roberto Saviano cispinge con la consueta dolenzadi denuncia nel mondo della gio-vanissima vedova di guerra diun militare italiano morto in Af-ghanistan nella «missione di pa-ce» che rappresenta l'ennesimoconflitto ufficialmente mai rico-nosciuto, Carlo Lucarelli fotogra-

fa il passato delle colonie eritree,a Massaua, dove un losco affaredi famiglia diventa l'occasione diriscatto morale per una giovaneserva di colore, Aster.

Il premio di Valeria Parrellanel testo omonimo, è quello offer-to a Grazia, giovane contadinadel dopoguerra data in sposa -quasi solo in veste di domestica -a un vedovo benestante a cuichiederà, come controparte, unfiglio tutto suo che crescerà im-parando l'italiano. L'omicidiodel povero barbone Pallina ci fa

ritrovare il simpatico marescial-lo Binda, in una Milano anni Ot-tanta in cui Piero Colaprico sca-va con sarcastica ferocia e il con-sueto, ben calibrato senso stori-co. E se i Wu Ming ci portanonell'America di George Washin-gton per scoprire che forse glistatunitensi non hanno tutti i tor-ti nel pretendere di utilizzare ilmarchio «Parmigiano Reggia-no» che rappresenta una dellenostre sempre meno difendibiliunicità nazionali, Simona Vincici messaggia da un villaggio di

duemila anime della Groenlan-dia, in un personale e storicoexcursus sulla solitudine, cheper un individuo può rappresen-tare la scelta di vita o l'estremoaggancio a qualche certezza.

Storie italiane, appunto, incui ritroviamo con piacere ilmarchio di fabbrica di alcunefirme eccellenti, ma anche «seifuori posto», dopotutto, che siaccaparrano la loro unicità sca-valcandosi a vicenda nel giocotutto casuale di questa singola-re antologia.

Fruttero, era bellogiocare agli indiani

Memorie Dalle vendemmie d’antan a Lucentini,dal lavoro editoriale a un’inconfondibile Torino

LORENZOMONDO

E’ lo stesso titolo, esottotitolo, che ci aiutano a en-trare in questo libro di CarloFruttero e a coglierne, sotto ve-ste apparentemente frivola edevasiva, lo spirito: Mutandinedi chiffon. Memorie retribuite.Spiega l’autore che non ubbidi-sce a un disegno preordinatoma si compone prevalente-mente di pezzi scritti su richie-sta, e «naturalmente pagati».Come se volesse mettere lemani avanti e attenuarne l’im-portanza, sia per l’origine ca-suale, sia per il sospetto diesclusive, pratiche finalità. An-che le «mutandine di chiffon»,prelevate da una melensa can-

zoncina d’anteguerra, vorrebbe-ro assumere in Fruttero, immu-ne da suggestioni libertine, unsignificato deresponsabilizzan-te. Il tutto va ricondotto in real-tà all’understatement che avvol-ge lo sciame dei suoi ricordi: unlibero affollamento che nonesclude un severo controllo del-la scrittura e dei sentimenti.

In questi frammenti autobio-grafici compaiono, insieme altempo dell’infanzia, gli amici piùcari (Lucentini soprattutto, e poiCalvino, Citati, Lodovico Terzi,Luciano Foà), gli incontri e le si-tuazioni maturate attraverso illavoro editoriale, alla Einaudi ealla Mondadori. Torino vieneevocata attraverso inconfondibi-li atmosfere, che rimandano con

novità di accenti alle pagine deisuoi romanzi, La donna della do-menica, A che punto è la notte. Sol-tanto certe vedute della Franciaamatissima reggono il confron-to, in particolare gli scorci umidi,

pittoricamente intensi che avvol-gono la casa di Lucentini, pressoFontainebleau, dove i due, quasiaspirando l’aria di una grandeletteratura, architettano, in con-cordia discors, i loro romanzi.

Mi vien bene, a cogliere certiaspetti salienti del libro e a nonlasciarmi distrarre dalle inno-centi mutandine di chiffon, sof-fermarmi su qualche capitolo.

Bellissima è la rievocazionedei giorni trascorsi a Passerano,in un castello del basso Monfer-rato, che si erge presso la casadegli antenati materni. Durantel’infanzia è il senso d’avventura aprevalere, nella confidenza congli amici titolati, giocando agli in-diani «con asce da guerra in le-gno foderate di stagnola». Nei la-birinti del maniero Fruttero sem-bra muoversi vagamente come ilCarlino di Nievo ospite di Fratta.Ma è nell’adolescenza, quando sirifugia in campagna a causa del-la guerra, che il castello svela i

suoi veri segreti e favorisce l’ini-zio della sua «vita pensante». Inquelle stanze ricolme di libri sisupplisce al senso di separatezzae alla noia prima accostando i«gialli» Mondadori, poi scopren-do via via testi più impegnativi:nasce allora per la lettura una«passione feroce, esclusiva, co-me il gioco o il terrorismo, che fasembrare insignificante qualsia-si altra cosa».

Mettiamoci accanto la lezio-ne del signor conte che, nelle va-rie «invasioni» del castello adopera di tedeschi, fascisti, parti-giani, sa mantenersi attaccato auna «vigilanza fredda e implaca-bile», e davanti alle eccitazioni eagli sviamenti collettivi manife-sta un «caustico genio per la ri-duzione all’osso». Stanno cioèaffermandosi certi tratti che re-steranno caratteristici in Frut-tero, specialmente il suo disin-canto dinanzi alle fedi perento-rie, all’utopismo indefettibile e,più in generale, all’autorità deiluoghi comuni.

In un altro capitolo, si raccon-ta il trambusto e lo smarrimentoche si abbattono sulla Einaudiquando i carri armati sovieticischiacciano la rivoluzione unghe-rese. Fruttero si aggira come unalieno in via Biancamano, amara-mente sarcastico. Anche se pro-prio a lui verrà imposto di tra-durre in inglese un irenico, stra-vagante telegramma della casaeditrice all’Onu. Con appendiciesilaranti che sembrano uscitepari pari dalla tradizione dellacommedia italiana. Controcor-rente, e fino ai nostri giorni, eglisi rivela d’altronde a proposito dipresunte verità insufflate dallacronaca e da un corrivo sociolo-gismo. Così, a chi sostiene che ipeggiori maltrattamenti dell’in-fanzia avvengono in famiglia lui,che sulla sua famiglia scrive pagi-ne toccanti, è indotto a esprime-re qualche riserva, obiettandoche «anche l’orfanotrofio non de-ve essere precisamente il festi-val della carezza e del bacino».

Un libro che si legge congrande divertimento e sorpren-de ancora una volta per la scrit-tura, che sa unire la leggerezzaad una acuminata, mordenteesattezza.

L’Occidente, zatteraper il bambino afghano

PAROLE IN CORSOGIAN LUIGI BECCARIA

Discendiamoper li rami

Le memorabili frasi fatte delle patrielettere diffuse nel linguaggio comune

Frammenti d’Italia,a caso e per piacere

ROMANA PETRI E ALESSANDRA APPIANO

Un divorzio e gli amori sospesi= Due coniugi, quindici anni dopo il divorzio,entrambi risposati, lui a Rio de Janeiro, lei a Roma,ripercorrono la loro storia (e della loro generazione),scrivendosi. E’ lui, in verità, che sollecita il rapportoepistolare. Quali le sue vere intenzioni? Ti spiego(Cavallo di Ferro, pp. 199, e 16,50) è il nuovo romanzoche Romana Petri presenta oggi al Salone, h.11,30, Caffèletterario. In dialogo con lei, Alessandra Appiano, autricedi Il cerchio degli amori sospesi sul rapporto tra unamadre, attrice di successo, e la figlia che la odia(Garzanti, pp. 202, € 16,60). Conduce Gian Paolo Serino.

ELENALOEWENTHAL

L'ultima riga dellefavole è un libro d'avventure.Ma dato che questi nostri nonsono più tempi per remote iso-le incantate, impervi castellistregati, impenetrabili forestemagiche, Massimo Gramelliniha scelto per il suo protagoni-sta un teatro tanto imprevedi-bile quanto simbolico, angustoe sterminato. La storia diTomàs, un uomo di cui ben po-co conosciamo, prima e dopol'avventura (in fondo non sap-piamo neppure se sia giovane ovecchio, bello o brutto), si svol-ge tutta in uno di quei non-luo-ghi che meglio di ogni altra co-sa disegnano la nostra incertacontemporaneità. Centri com-merciali, aeroporti e stazioni,locali pubblici e interni dome-stici all'insegna di un'efficienzaminimalista. Ma l'autentica su-blimazione del non-luogo sonole terme dove l'individuo diven-ta un indistinto ammasso orga-nico. Alle terme siamo tuttidrasticamente uguali: uomini e

donne avvolti in un accappa-toio bianco, un paio di ciabatteusa-e-getta ai piedi. Qui si ane-la a una specie tutta modernadi felicità, che con disarmataprudenza chiamiamo generica-mente «benessere».

E qui, come da dentro un so-gno che pure non annunciavanulla di buono, arriva il nostroTomàs. Solo che le terme alle-stite apposta per lui da Massi-mo Gramellini sono davverospeciali e se apparentementenon hanno nulla di diverso dalsolito non-luogo dell'omologa-zione assoluta, il lettore scopri-rà ben presto che non è affattocosì. Perché come in ogni sto-ria d'avventura che si rispetti,anche qui il nostro eroe trove-rà cose improbabili eppure ve-re, scenari strabilianti, incontri

profondi (con se stesso e con glialtri). Perché in questa specie disogno che sulle prime sembra unincubo - o peggio ancora, un son-no torpido e torbido - Tomàs sitroverà ad affrontare un univer-so nuovo ogni volta che la scenacambia, che da una vasca si pas-sa a una palestra, da un'acqua auna rupe, da un volto a un velo.

Perché qui, invece di banalipeeling e comuni rigenerazioni,il protagonista e con lui il lettore,troverà «tappeti dei desideri»,«massaggiatrici di anime», «va-sche dell'agape»: Tomàs è infatticapitato alle terme dell'Anima.Qui, deve capire chi è che cosavuole. Soprattutto, deve capirese è capace di amare, invece distarnutire. Sembra un parados-so, invece non lo è affatto: «Laforza che hai sentito pulsare nel-

le tue vene si chiama amore. Gliuomini la usano poco, ma è leiche muove i pensieri e dilata i ge-sti al di là dei confini creati dallamente. Un pensiero senza amo-re è un veliero senza vento».Tomàs, e con lui il suo lettore, ve-dranno fra queste pagine pano-rami a volte beati e a volte spa-ventosi, sentiranno voci amichee altre cattive. Il paesaggio delleterme cambia in continuazione,nella costanza di un ritmo serra-to dove tutto si svolge in forma didialogo - fra Tomàs e le guideche incontra di volta in volta, fralui e se stesso, fra noi e la realtàche si racconta da questo libro.

Queste terme dell'Anima so-no tutto sommato un non-luogodove ci si sente a casa. Certo, ba-sta dipanare la metafora per sco-prire che le terme siamo noi, sia-mo Tomàs: ma questo è il punto,perché il più delle volte, ci diceGramellini, è proprio in noi stes-si che non ci sentiamo a casa.Qui, invece, non ci si smarrisce.Anche per merito di un filod'Arianna che impedisce agli sce-nari della storia di annodarsi e alcammino di perdersi nel labirin-to, anche se la nostra anima è fat-ta proprio così. Ogni passaggiodella storia, infatti, è esemplato(e illustrato da Paolo d'Altan) dauna fiaba, perché anche lì si par-la di noi. E tuttavia qui, in questaUltima riga delle favole non c'è lie-to fine. Non per colpa di qualsivo-glia catastrofe, ma semplicemen-te perché quando Tomàs ricono-sce la sua anima, tutto è ancorada cominciare. Anche se, o forseproprio perché, il lettore è giun-to all'ultima pagina.

Geda «Nel mare ci sono i coccodrilli»: storiavera di Enaiatollah, dalla paura alla salvezza

Antologia «Sei fuori posto», pezzi d’occasioneda Saviano ai Wu Ming, da Lucarelli alla Vinci

ROSETTA LOY RACCONTA LA ZONA GRIGIA DEL DELITTO

I cuori infranti di Erica e Rosa= Nei suoi libri Rosetta Loy non si stanca di esplorarequella fase della vita (spesso un’infanzia che trapassain adolescenza) in cui il farsi di un destino diventatrasparente, e eventi minimi fissano per sempre uncarattere attraverso rivelazioni spesso traumatiche enon più medicabili.Non diversamente accade in questo Cuori infranti,(Nottetempo, pp.68, € 7) che verrà presentatodomenica al Salone del libro (al Caffè letterario, h.16,30 l’autrice dialogherà con Giorgio Amitrano eMauro Covacich, n.d.r.).

Un titolo antifrasticamente rosa, da posta del cuore,per una materia cupissima. L'incancellabile memoriainfantile di certe raccapriccianti fiabe dei Grimm, dove ilsangue scorre con una sorta di fredda imperiositàsacrificale, fa avvicinare la Loy a due atroci fatti dicronaca come a storie che rientrano in una materia a leiben nota, il teatrino famigliare. Sono i delitti di Erika eOmar a Novi, di Rosa e Olindo a Erba, che ci hannocolpito anche per la sproporzione tra la pochezza deimoventi e la ferocia dell’esecuzione. Vicende in cui unapossibile «verità» si annida nei minimi dettagliquotidiani che la Loy coglie e infilza a volo con l'abitualeprecisione: le guance appena paffute di Erika, la crestapunk di Omar, cani, canarini, felpe, moquettes,

prodotti per la pulizia di casa, camper, divani, coltelli.Naturalmente l'autrice non sa e non può sapere quandoi suoi personaggi sono diventati quelli che poi sonoapparsi. La sua finta impassibilità di favolista caricapersone, ambienti, oggetti di una tensione drammaticain cui tutto sembra prescritto da un copioneantichissimo di pulsioni elementari, tutto èfamiliarmente quotidiano e insieme siderale,incomprensibile. Una eccellente strategia narrativa, chedimostra ancora una volta come il Male vada decrittatonon nei segni dell’eccesso che in realtà non offre mai,ma nella zona grigia della presunta normalità, neipentolini di casa in cui sobbolle il rancore. Ernesto Ferrero

Quel che in Italia ha fattoda collante è stato nei se-coli la lingua della lette-

ratura. Che unitaria non è certostata. Un grande poeta dialetta-le della seconda metà del ‘900,Franco Scataglini, anconetano,confessava che la poesia in lin-gua (Dante, Leopardi, ma an-che Montale), a lui che venivada una scuola industriale, sem-brava scritta «in sanscrito» («Asedici anni ho letto Montale, percaso, in una biblioteca circolan-te dove andavo a portare permano la mia solitudine […], fucome se i più deietti oggetti del-l’universo quotidiano si mettes-sero a parlare in sanscrito»), eallora capita che, verso itrent’anni, comincia a pensareal vernacolo della sua città, afarselo risuonare dentro comel’eco non sopita dell’ infanzia.

La nostra lingua di natura èstata per secoli il dialetto. L’ita-liano invece una lingua di cultu-ra: ma pervasa sin dai tempi diDante dal desiderio di farsi uni-taria. Generazioni e generazio-ni hanno sentito le parole dellepatrie lettere come echi di un ri-conoscimento. Mi limito a qual-che indizio di superficie, e pensoa come quella lingua letterariapropostaci da grandi padri ab-bia addirittura fornito materiaper parole memorabili e frasifatte. Dante sta in prima fila: il«natio loco», il «discender per lirami», «perdere il ben dell’intel-letto». Si usa e riusa, consape-volmente o inconsapevolmente,

un patrimonio patrio che racco-glie la memoria di un qualcosache unisce (certo, unisce soltantochi è mediamente colto). Comun-que sia, ci si sente quasi offesi seun’annunciatrice (non sto inven-tando, è capitato) dice in tv che «icipressi di Bolghéri si sono amma-lati». Ci sembra di aver mandatoin soffitta il nostro Carducci, cheun tempo a scuola mandavamo amemoria («I cipressi che a Bólghe-ri alti e schietti / van da San Gui-do in duplice filar...»).

Gli stessi giornali tramanoquotidianamente titoli e testo dicitazioni letterarie, che cogliamosoltanto noi in quanto italiani chehanno letto a scuola i propri auto-ri. Sarà anche banale il continuogiocoso rimando ai nostri testi,ma in questo vezzo in qualche mo-do ci riconosciamo subito. Ricordidi scuola affioranti ci legano comeun ammicco sorridente, appenauna parola memorabile o unospezzone di verso famoso si metteda solo tra virgolette. AncoraDante viene per primo: «nel mez-zo del cammino di...», il «lasciateogni speranza o voi ch’entrate», il«gran rifiuto», e compare pure ilPetrarca di «solo e pensoso» e Leo-pardi con le «sudate carte». S’af-faccia pure Manzoni col CinqueMaggio, «l’un contro l’altro ar-mato», «Fu vera gloria?», «Ai po-steri l’ardua sentenza». La lingualetteraria come ripetizione, tenu-ta, continuità, riconoscimento, haspruzzato di segni duraturi anchechi è oggi «in tutt’altre faccendeaffaccendato» (Giusti).

CESARINA VIGHY

Scendo qui= Cesarina Vighy se ne èandata dopo una lungamalattia, la settimana scorsa,mentre usciva il suo secondolibroScendo, buonproseguimento (Fazi, pp. 433,€ 18). Una sorta di diario intimocucito con 350 mail, dopo iltitolo d’esordio, L’ultima estate,premio Campiello opera primanel 2009, oltre che nellacinquina dello Strega.RicorderannoCesarina Vighy alSalone domenica 16, h.12,presso lo stand 38 Fazi,padiglione 3, Giorgio De Rienzo,Vito Mancuso (autore dellaprefazione di Scendo), MarinoSinibaldi e Giovanni Tesio.

JEAN-CLAUDE IZZO

Un marsigliese= Lo scrittore esceneggiatore franceseJean-Claude Izzo, scomparsonel 2000, autore della trilogiadi Fabio Montale, saràrievocato oggi, h. 14, SpazioIBS.it, padiglione 2, daMassimo Carlotto, con CarloLucarelli, Gian Maria Testa,Luigi Bernardi e StefaniaNardini. Introduce Sergio Pent.Nell’occasione sarà presentatoil saggio di Stefania Nardini suJean-Claude Izzo. Storia diun marsigliese (GruppoPerdisa Editore, pp. 174, € 14).

VISTI DA FABIO STASSI

Holden & C.= Personaggi letterari,collezionati e raccontati daFabio Stassi, scrittore ebibliotecario:Holden, Lolita,Zivagoe gli altri (Minimum fax,pp. 332, € 12,50). Una piccolaenciclopedia,un’autobiografiaattraverso le letture, nella sciadel Dizionario di Bufalino.L’autore ne parla domani, h.20,30, Caffè letterario, conCarlo Lucarelli, PiergiorgioOdifreddi e Giorgio Vasta.

CAMILLA BARESANI

Così fragili un’estate fa= Uomini e donne nel recinto delle abitudini.Soprattutto sentimentali. Aspettando, più o menoconsapevolmente, che qualcosa accada. O un ulterioreimpigrimento o una scossa, una svolta, forsedesiderata, forse neppure immaginata. Di occasionemondana in occasione mondana, tra Roma e Capalbio,tra Cortina e Venezia, tra inaugurazioni e dibattiti,Camilla Baresani rievoca Un’estate fa (Bompiani, pp.349, € 18,50). Presenta il romanzo oggi al Salone diTorino, h. 17,30, Caffè Letterario. Intervengono CamilloLangone e Giuseppe Scaraffia.

«L’ultima riga dellefavole»: il nostro eroealle Terme, tra sognie incontri, deve capirechi è e che cosa vuole

Gramellini Un esordio, all’avventurosa ricercadi se stessi per ritrovare la forza dell’amore

pp Autori Varip SEI FUORI POSTOp Einaudi, pp. 209, € 17,50p Roberto Saviano, Carlo Lucarelli,

Valeria Parrella, Piero Colaprico,Wu Ming, Simona Vinci sono gliautori di questa antologia per«Stile Libero». La presentazione èin programma al Salone di Torinoil 16 maggio, h. 18,30, nella Saladei 500. Intervengono SeverinoCesari e Paolo Repetti.

pp Fabio Gedap NEL MARE CI SONO

I COCCODRILLIp Baldini Castoldi Dalaip pp. 155, € 16p E’ «la storia vera di Enaiatollah Ak-

bari», un travagliato viaggio in fu-ga dall’Afghanistan, verso l’Italia.Protagonista e autore presenta-no il libro, con il critico SergioPent, al Salone di Torino, domeni-ca 16, h.10,30, al Caffè letterario.

LEONORA SARTORI E ALTRI 4 NUOVI AUTORI

Come sono incerti i sogni= La storia di Leo, un bambino di sette anni che si ritrovaa contendere i genitori alle manifestazioni politiche. Perchépadre e madre sono spesso in piazza o in giro per l’Italia, alseguito di una mostra sui diritti umani violati, con unaspeciale attenzione al Sudafrica. La forma incerta dei sognidi Leonora Sartori (Piemme, pp. 163, € 14) oggi al Caffèletterario, h. 20,30. Con lei ci saranno Emmanuel Bianco(Tiratori scelti, Fandango), Giuseppe Schillaci (L’anno delleceneri, Nutrimenti), La nostra vita è ora di Thomas Leonici(Cavallo di Ferro), I cani vanno avanti di Valentina Brunettin(Alet): 5 «nuovi autori» presentati da Giovanna Zucconi.

pp Massimo Gramellinip L'ULTIMA RIGA

DELLE FAVOLEp Longanesi, pp.261, € 16,60p Massimo Gramellini,

giornalista e vicedirettore de«La Stampa», presenta il suo ro-manzo d’esordio al Salone di To-rino il 16 maggio, h. 12, in SalaGialla. Interviene con l’autoreil regista Gabriele Vacis.

pp Carlo Frutterop MUTANDINE DI CHIFFONp Mondadorip pp. 239, € 18,50

Massimo Gramellini presenta il suo esordio domani al Salone di Torino

Tomàs, la felicità èun bagno d’Anima

Ritratti

Nel Salonededicato alla

memoriaspetta un

posto d’onoreai ricordi di

CarloFruttero.

Nato aTorino nel

1926, autorecon Franco

Lucentini dibestseller

(«La donnadella

domenica»,«A che punto

è la notte»).Ultimo titolo:

«Donneinformate sui

fatti»

«Mutandine di chiffon»:un libero affollamentodi ricordi, con un severocontrollo della scritturae dei sentimenti

Rosetta Loy

Scrittori italiani al Salone di TorinoIITuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA III

Camilla Baresani

Page 3: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - III - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/02 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

GIOVANNITESIO

Storie inventate finche ce n'è e poi storie vere o ve-ridiche che si raccontano quasida sé. Fabio Geda è un giovanenarratore (si può ben dire) tori-nese che ha scritto due romanzidi forte impegno, ambientando-li nel mondo del disagio socialema anche di un'ostinata ricercadi riscatto. Ora, con il suo terzotitolo, Nel mare ci sono i coccodril-li, accade qualcosa che un po' facontinuitàe un po' fa differenza.

La continuità è data soprat-tutto dall'attenzione per le vi-cende che dovrebbero scuoterela nostra mala coscienza di let-tori (non da ora) ipocriti. La dif-ferenza è data soprattutto dalladiversa natura della narrazio-ne. Mentre, insomma, i primidue romanzi - pur derivandodai materiali di un'attività pro-fessionale vicina ai contenutidelle storie narrate - sono il frut-to di una costruzione molto arti-colata, questa volta il sottotitoloesplicita: Storia vera di Enaiato-

llah Akbari. Ossia dice chiaro cheil terzo libro nasce come resocon-to di un'esperienza compiuta.

Di fatto il traliccio è esile: qual-che domanda giusto a rompere ilflusso della memoria che incalza,qualche obiezione narratologica,qualche piccolo intermezzo perordinare un tratto oscuro, colma-re una lacuna, e poi - per il resto -un tentativo di vestire le parole al-trui, di trovare il giusto mezzo trai fatti riferiti e la necessità di accli-matarli, di coglierne la natura, diassecondarne con mano lieve ma

decisa la gravità e la grazia intri-se di sofferenza ma anche di alle-gria, di azzardo e di ottimismoma anche di tenacia e di umori-smo. Ne scaturisce la storia di unbambino afghano di circa diecianni (forse qualcuno di più) e dietnia hazara (invisa sia ai talebansia ai pashtun), che la mamma inun certo senso porta a perdereperché possa salvarsi, uscendodalla strettoia di una situazionedi odio e povertà.

Un bambino che vive divisotra i ricordi della sua infanzia di

villaggio e la necessità di mante-nersi in una realtà che non gli dàtregua. Un bambino che s'inge-gna, che fa gruppo con altri bam-bini venditori, che emigra clande-stinamente in Pakistan e in Iran,che fa mestieri diversi, che vienearrestato, picchiato, maltrattato,respinto, ma che trova sempreuna qualche ragione di resisten-za. Fino al momento della decisio-ne estrema, che lo avventa nellagrande e fortunosa impresa dellafuga in Occidente, verso la salvez-za dalla fame e dalla paura, via

per passaggi impervi, per percor-si improbabili, per navigazioni im-possibili, attraverso Turchia eGrecia, fino al del tutto casualeapprodo italiano e in ultimo - die-tro l'esiguo filo di un nome - aquello torinese.

Un'esperienza che in tantihanno fatto, magari con meno for-tuna, ma che sulla bocca del pro-tagonista Enaiatollah (e su quellaassai più defilata ma letteraria-mente decisiva del deuteragoni-sta Fabio) si arricchisce di mo-menti che stanno tra l'aspro e il

faceto, come appunto nell'episo-dio che dà il titolo al libro: quattrosprovveduti che si lanciano in un'impresa più grande di loro con laridicola dabbenaggine di un filmquasi comico, di certo non privodi senso dell'umorismo (irresisti-bile la sequenza del loro approdoa Mitilene).

Tra vicende penose e perle disaggezza (una per tutte: «la pa-zienza salva la vita»), va segnala-to il finale di stupefatta pietà, chediventa la scena muta di un'av-venturauna volta tanto riuscita.

SERGIOPENT

Sei fuori posto, comeun invito a rientrare nei ran-ghi. Ma anche «sei fuori posto»nel senso di sei individui che sitrovano nel posto sbagliato. Iltitolo scelto per l'antologia ei-naudiana che raggruppa alcu-ni racconti italiani già uscitinella collana «Corti di carta»abbinata al Corriere della sera,è di quelli - in effetti - un po' am-bigui, come la mitica Biere dupecheur di Tommaso Landolfi,che, scritta senza accenti, siprestava ad almeno due diffe-renti interpretazioni, «la birradel pescatore» o «la bara delpeccatore».

I sei fuori posto di questaraccolta li abbiamo voluti leg-gere, personalmente, come unnumero di entità narrative traesse distanti e accomunate dal-la insolita circostanza. Savia-no, Lucarelli, Parrella, Colapri-co, Wu Ming, Vinci: solo il casoha potuto accomunare queste -talvolta estreme - realtà lette-

rarie. Il caso, e un editore in venadi far correre il lettore sprovve-duto come un criceto in gabbia.

In realtà, ci troviamo di fron-te a sei aspetti della nostra scrit-tura d'oggi, scelti forse tra quelliche nel loro raggio d'azione simostrano più emblematici. Ed ècomunque un piacere cercare didistricarsi tra i toni diseguali del-le pagine, tra i tempi storici chesi muovono senza apparente ne-cessità strutturale, tra le temati-che distanti che sono sì «storieitaliane» - come recita il sottoti-

tolo - ma di quelle d'occasione, le-gate da un editore - o da un agen-te letterario di spicco - come unbel marchio di fabbrica più checome una necessità di spuntocollettivo omogeneo.

Se infatti Roberto Saviano cispinge con la consueta dolenzadi denuncia nel mondo della gio-vanissima vedova di guerra diun militare italiano morto in Af-ghanistan nella «missione di pa-ce» che rappresenta l'ennesimoconflitto ufficialmente mai rico-nosciuto, Carlo Lucarelli fotogra-

fa il passato delle colonie eritree,a Massaua, dove un losco affaredi famiglia diventa l'occasione diriscatto morale per una giovaneserva di colore, Aster.

Il premio di Valeria Parrellanel testo omonimo, è quello offer-to a Grazia, giovane contadinadel dopoguerra data in sposa -quasi solo in veste di domestica -a un vedovo benestante a cuichiederà, come controparte, unfiglio tutto suo che crescerà im-parando l'italiano. L'omicidiodel povero barbone Pallina ci fa

ritrovare il simpatico marescial-lo Binda, in una Milano anni Ot-tanta in cui Piero Colaprico sca-va con sarcastica ferocia e il con-sueto, ben calibrato senso stori-co. E se i Wu Ming ci portanonell'America di George Washin-gton per scoprire che forse glistatunitensi non hanno tutti i tor-ti nel pretendere di utilizzare ilmarchio «Parmigiano Reggia-no» che rappresenta una dellenostre sempre meno difendibiliunicità nazionali, Simona Vincici messaggia da un villaggio di

duemila anime della Groenlan-dia, in un personale e storicoexcursus sulla solitudine, cheper un individuo può rappresen-tare la scelta di vita o l'estremoaggancio a qualche certezza.

Storie italiane, appunto, incui ritroviamo con piacere ilmarchio di fabbrica di alcunefirme eccellenti, ma anche «seifuori posto», dopotutto, che siaccaparrano la loro unicità sca-valcandosi a vicenda nel giocotutto casuale di questa singola-re antologia.

Fruttero, era bellogiocare agli indiani

Memorie Dalle vendemmie d’antan a Lucentini,dal lavoro editoriale a un’inconfondibile Torino

LORENZOMONDO

E’ lo stesso titolo, esottotitolo, che ci aiutano a en-trare in questo libro di CarloFruttero e a coglierne, sotto ve-ste apparentemente frivola edevasiva, lo spirito: Mutandinedi chiffon. Memorie retribuite.Spiega l’autore che non ubbidi-sce a un disegno preordinatoma si compone prevalente-mente di pezzi scritti su richie-sta, e «naturalmente pagati».Come se volesse mettere lemani avanti e attenuarne l’im-portanza, sia per l’origine ca-suale, sia per il sospetto diesclusive, pratiche finalità. An-che le «mutandine di chiffon»,prelevate da una melensa can-

zoncina d’anteguerra, vorrebbe-ro assumere in Fruttero, immu-ne da suggestioni libertine, unsignificato deresponsabilizzan-te. Il tutto va ricondotto in real-tà all’understatement che avvol-ge lo sciame dei suoi ricordi: unlibero affollamento che nonesclude un severo controllo del-la scrittura e dei sentimenti.

In questi frammenti autobio-grafici compaiono, insieme altempo dell’infanzia, gli amici piùcari (Lucentini soprattutto, e poiCalvino, Citati, Lodovico Terzi,Luciano Foà), gli incontri e le si-tuazioni maturate attraverso illavoro editoriale, alla Einaudi ealla Mondadori. Torino vieneevocata attraverso inconfondibi-li atmosfere, che rimandano con

novità di accenti alle pagine deisuoi romanzi, La donna della do-menica, A che punto è la notte. Sol-tanto certe vedute della Franciaamatissima reggono il confron-to, in particolare gli scorci umidi,

pittoricamente intensi che avvol-gono la casa di Lucentini, pressoFontainebleau, dove i due, quasiaspirando l’aria di una grandeletteratura, architettano, in con-cordia discors, i loro romanzi.

Mi vien bene, a cogliere certiaspetti salienti del libro e a nonlasciarmi distrarre dalle inno-centi mutandine di chiffon, sof-fermarmi su qualche capitolo.

Bellissima è la rievocazionedei giorni trascorsi a Passerano,in un castello del basso Monfer-rato, che si erge presso la casadegli antenati materni. Durantel’infanzia è il senso d’avventura aprevalere, nella confidenza congli amici titolati, giocando agli in-diani «con asce da guerra in le-gno foderate di stagnola». Nei la-birinti del maniero Fruttero sem-bra muoversi vagamente come ilCarlino di Nievo ospite di Fratta.Ma è nell’adolescenza, quando sirifugia in campagna a causa del-la guerra, che il castello svela i

suoi veri segreti e favorisce l’ini-zio della sua «vita pensante». Inquelle stanze ricolme di libri sisupplisce al senso di separatezzae alla noia prima accostando i«gialli» Mondadori, poi scopren-do via via testi più impegnativi:nasce allora per la lettura una«passione feroce, esclusiva, co-me il gioco o il terrorismo, che fasembrare insignificante qualsia-si altra cosa».

Mettiamoci accanto la lezio-ne del signor conte che, nelle va-rie «invasioni» del castello adopera di tedeschi, fascisti, parti-giani, sa mantenersi attaccato auna «vigilanza fredda e implaca-bile», e davanti alle eccitazioni eagli sviamenti collettivi manife-sta un «caustico genio per la ri-duzione all’osso». Stanno cioèaffermandosi certi tratti che re-steranno caratteristici in Frut-tero, specialmente il suo disin-canto dinanzi alle fedi perento-rie, all’utopismo indefettibile e,più in generale, all’autorità deiluoghi comuni.

In un altro capitolo, si raccon-ta il trambusto e lo smarrimentoche si abbattono sulla Einaudiquando i carri armati sovieticischiacciano la rivoluzione unghe-rese. Fruttero si aggira come unalieno in via Biancamano, amara-mente sarcastico. Anche se pro-prio a lui verrà imposto di tra-durre in inglese un irenico, stra-vagante telegramma della casaeditrice all’Onu. Con appendiciesilaranti che sembrano uscitepari pari dalla tradizione dellacommedia italiana. Controcor-rente, e fino ai nostri giorni, eglisi rivela d’altronde a proposito dipresunte verità insufflate dallacronaca e da un corrivo sociolo-gismo. Così, a chi sostiene che ipeggiori maltrattamenti dell’in-fanzia avvengono in famiglia lui,che sulla sua famiglia scrive pagi-ne toccanti, è indotto a esprime-re qualche riserva, obiettandoche «anche l’orfanotrofio non de-ve essere precisamente il festi-val della carezza e del bacino».

Un libro che si legge congrande divertimento e sorpren-de ancora una volta per la scrit-tura, che sa unire la leggerezzaad una acuminata, mordenteesattezza.

L’Occidente, zatteraper il bambino afghano

PAROLE IN CORSOGIAN LUIGI BECCARIA

Discendiamoper li rami

Le memorabili frasi fatte delle patrielettere diffuse nel linguaggio comune

Frammenti d’Italia,a caso e per piacere

ROMANA PETRI E ALESSANDRA APPIANO

Un divorzio e gli amori sospesi= Due coniugi, quindici anni dopo il divorzio,entrambi risposati, lui a Rio de Janeiro, lei a Roma,ripercorrono la loro storia (e della loro generazione),scrivendosi. E’ lui, in verità, che sollecita il rapportoepistolare. Quali le sue vere intenzioni? Ti spiego(Cavallo di Ferro, pp. 199, e 16,50) è il nuovo romanzoche Romana Petri presenta oggi al Salone, h.11,30, Caffèletterario. In dialogo con lei, Alessandra Appiano, autricedi Il cerchio degli amori sospesi sul rapporto tra unamadre, attrice di successo, e la figlia che la odia(Garzanti, pp. 202, € 16,60). Conduce Gian Paolo Serino.

ELENALOEWENTHAL

L'ultima riga dellefavole è un libro d'avventure.Ma dato che questi nostri nonsono più tempi per remote iso-le incantate, impervi castellistregati, impenetrabili forestemagiche, Massimo Gramelliniha scelto per il suo protagoni-sta un teatro tanto imprevedi-bile quanto simbolico, angustoe sterminato. La storia diTomàs, un uomo di cui ben po-co conosciamo, prima e dopol'avventura (in fondo non sap-piamo neppure se sia giovane ovecchio, bello o brutto), si svol-ge tutta in uno di quei non-luo-ghi che meglio di ogni altra co-sa disegnano la nostra incertacontemporaneità. Centri com-merciali, aeroporti e stazioni,locali pubblici e interni dome-stici all'insegna di un'efficienzaminimalista. Ma l'autentica su-blimazione del non-luogo sonole terme dove l'individuo diven-ta un indistinto ammasso orga-nico. Alle terme siamo tuttidrasticamente uguali: uomini e

donne avvolti in un accappa-toio bianco, un paio di ciabatteusa-e-getta ai piedi. Qui si ane-la a una specie tutta modernadi felicità, che con disarmataprudenza chiamiamo generica-mente «benessere».

E qui, come da dentro un so-gno che pure non annunciavanulla di buono, arriva il nostroTomàs. Solo che le terme alle-stite apposta per lui da Massi-mo Gramellini sono davverospeciali e se apparentementenon hanno nulla di diverso dalsolito non-luogo dell'omologa-zione assoluta, il lettore scopri-rà ben presto che non è affattocosì. Perché come in ogni sto-ria d'avventura che si rispetti,anche qui il nostro eroe trove-rà cose improbabili eppure ve-re, scenari strabilianti, incontri

profondi (con se stesso e con glialtri). Perché in questa specie disogno che sulle prime sembra unincubo - o peggio ancora, un son-no torpido e torbido - Tomàs sitroverà ad affrontare un univer-so nuovo ogni volta che la scenacambia, che da una vasca si pas-sa a una palestra, da un'acqua auna rupe, da un volto a un velo.

Perché qui, invece di banalipeeling e comuni rigenerazioni,il protagonista e con lui il lettore,troverà «tappeti dei desideri»,«massaggiatrici di anime», «va-sche dell'agape»: Tomàs è infatticapitato alle terme dell'Anima.Qui, deve capire chi è che cosavuole. Soprattutto, deve capirese è capace di amare, invece distarnutire. Sembra un parados-so, invece non lo è affatto: «Laforza che hai sentito pulsare nel-

le tue vene si chiama amore. Gliuomini la usano poco, ma è leiche muove i pensieri e dilata i ge-sti al di là dei confini creati dallamente. Un pensiero senza amo-re è un veliero senza vento».Tomàs, e con lui il suo lettore, ve-dranno fra queste pagine pano-rami a volte beati e a volte spa-ventosi, sentiranno voci amichee altre cattive. Il paesaggio delleterme cambia in continuazione,nella costanza di un ritmo serra-to dove tutto si svolge in forma didialogo - fra Tomàs e le guideche incontra di volta in volta, fralui e se stesso, fra noi e la realtàche si racconta da questo libro.

Queste terme dell'Anima so-no tutto sommato un non-luogodove ci si sente a casa. Certo, ba-sta dipanare la metafora per sco-prire che le terme siamo noi, sia-mo Tomàs: ma questo è il punto,perché il più delle volte, ci diceGramellini, è proprio in noi stes-si che non ci sentiamo a casa.Qui, invece, non ci si smarrisce.Anche per merito di un filod'Arianna che impedisce agli sce-nari della storia di annodarsi e alcammino di perdersi nel labirin-to, anche se la nostra anima è fat-ta proprio così. Ogni passaggiodella storia, infatti, è esemplato(e illustrato da Paolo d'Altan) dauna fiaba, perché anche lì si par-la di noi. E tuttavia qui, in questaUltima riga delle favole non c'è lie-to fine. Non per colpa di qualsivo-glia catastrofe, ma semplicemen-te perché quando Tomàs ricono-sce la sua anima, tutto è ancorada cominciare. Anche se, o forseproprio perché, il lettore è giun-to all'ultima pagina.

Geda «Nel mare ci sono i coccodrilli»: storiavera di Enaiatollah, dalla paura alla salvezza

Antologia «Sei fuori posto», pezzi d’occasioneda Saviano ai Wu Ming, da Lucarelli alla Vinci

ROSETTA LOY RACCONTA LA ZONA GRIGIA DEL DELITTO

I cuori infranti di Erica e Rosa= Nei suoi libri Rosetta Loy non si stanca di esplorarequella fase della vita (spesso un’infanzia che trapassain adolescenza) in cui il farsi di un destino diventatrasparente, e eventi minimi fissano per sempre uncarattere attraverso rivelazioni spesso traumatiche enon più medicabili.Non diversamente accade in questo Cuori infranti,(Nottetempo, pp.68, € 7) che verrà presentatodomenica al Salone del libro (al Caffè letterario, h.16,30 l’autrice dialogherà con Giorgio Amitrano eMauro Covacich, n.d.r.).

Un titolo antifrasticamente rosa, da posta del cuore,per una materia cupissima. L'incancellabile memoriainfantile di certe raccapriccianti fiabe dei Grimm, dove ilsangue scorre con una sorta di fredda imperiositàsacrificale, fa avvicinare la Loy a due atroci fatti dicronaca come a storie che rientrano in una materia a leiben nota, il teatrino famigliare. Sono i delitti di Erika eOmar a Novi, di Rosa e Olindo a Erba, che ci hannocolpito anche per la sproporzione tra la pochezza deimoventi e la ferocia dell’esecuzione. Vicende in cui unapossibile «verità» si annida nei minimi dettagliquotidiani che la Loy coglie e infilza a volo con l'abitualeprecisione: le guance appena paffute di Erika, la crestapunk di Omar, cani, canarini, felpe, moquettes,

prodotti per la pulizia di casa, camper, divani, coltelli.Naturalmente l'autrice non sa e non può sapere quandoi suoi personaggi sono diventati quelli che poi sonoapparsi. La sua finta impassibilità di favolista caricapersone, ambienti, oggetti di una tensione drammaticain cui tutto sembra prescritto da un copioneantichissimo di pulsioni elementari, tutto èfamiliarmente quotidiano e insieme siderale,incomprensibile. Una eccellente strategia narrativa, chedimostra ancora una volta come il Male vada decrittatonon nei segni dell’eccesso che in realtà non offre mai,ma nella zona grigia della presunta normalità, neipentolini di casa in cui sobbolle il rancore. Ernesto Ferrero

Quel che in Italia ha fattoda collante è stato nei se-coli la lingua della lette-

ratura. Che unitaria non è certostata. Un grande poeta dialetta-le della seconda metà del ‘900,Franco Scataglini, anconetano,confessava che la poesia in lin-gua (Dante, Leopardi, ma an-che Montale), a lui che venivada una scuola industriale, sem-brava scritta «in sanscrito» («Asedici anni ho letto Montale, percaso, in una biblioteca circolan-te dove andavo a portare permano la mia solitudine […], fucome se i più deietti oggetti del-l’universo quotidiano si mettes-sero a parlare in sanscrito»), eallora capita che, verso itrent’anni, comincia a pensareal vernacolo della sua città, afarselo risuonare dentro comel’eco non sopita dell’ infanzia.

La nostra lingua di natura èstata per secoli il dialetto. L’ita-liano invece una lingua di cultu-ra: ma pervasa sin dai tempi diDante dal desiderio di farsi uni-taria. Generazioni e generazio-ni hanno sentito le parole dellepatrie lettere come echi di un ri-conoscimento. Mi limito a qual-che indizio di superficie, e pensoa come quella lingua letterariapropostaci da grandi padri ab-bia addirittura fornito materiaper parole memorabili e frasifatte. Dante sta in prima fila: il«natio loco», il «discender per lirami», «perdere il ben dell’intel-letto». Si usa e riusa, consape-volmente o inconsapevolmente,

un patrimonio patrio che racco-glie la memoria di un qualcosache unisce (certo, unisce soltantochi è mediamente colto). Comun-que sia, ci si sente quasi offesi seun’annunciatrice (non sto inven-tando, è capitato) dice in tv che «icipressi di Bolghéri si sono amma-lati». Ci sembra di aver mandatoin soffitta il nostro Carducci, cheun tempo a scuola mandavamo amemoria («I cipressi che a Bólghe-ri alti e schietti / van da San Gui-do in duplice filar...»).

Gli stessi giornali tramanoquotidianamente titoli e testo dicitazioni letterarie, che cogliamosoltanto noi in quanto italiani chehanno letto a scuola i propri auto-ri. Sarà anche banale il continuogiocoso rimando ai nostri testi,ma in questo vezzo in qualche mo-do ci riconosciamo subito. Ricordidi scuola affioranti ci legano comeun ammicco sorridente, appenauna parola memorabile o unospezzone di verso famoso si metteda solo tra virgolette. AncoraDante viene per primo: «nel mez-zo del cammino di...», il «lasciateogni speranza o voi ch’entrate», il«gran rifiuto», e compare pure ilPetrarca di «solo e pensoso» e Leo-pardi con le «sudate carte». S’af-faccia pure Manzoni col CinqueMaggio, «l’un contro l’altro ar-mato», «Fu vera gloria?», «Ai po-steri l’ardua sentenza». La lingualetteraria come ripetizione, tenu-ta, continuità, riconoscimento, haspruzzato di segni duraturi anchechi è oggi «in tutt’altre faccendeaffaccendato» (Giusti).

CESARINA VIGHY

Scendo qui= Cesarina Vighy se ne èandata dopo una lungamalattia, la settimana scorsa,mentre usciva il suo secondolibroScendo, buonproseguimento (Fazi, pp. 433,€ 18). Una sorta di diario intimocucito con 350 mail, dopo iltitolo d’esordio, L’ultima estate,premio Campiello opera primanel 2009, oltre che nellacinquina dello Strega.RicorderannoCesarina Vighy alSalone domenica 16, h.12,presso lo stand 38 Fazi,padiglione 3, Giorgio De Rienzo,Vito Mancuso (autore dellaprefazione di Scendo), MarinoSinibaldi e Giovanni Tesio.

JEAN-CLAUDE IZZO

Un marsigliese= Lo scrittore esceneggiatore franceseJean-Claude Izzo, scomparsonel 2000, autore della trilogiadi Fabio Montale, saràrievocato oggi, h. 14, SpazioIBS.it, padiglione 2, daMassimo Carlotto, con CarloLucarelli, Gian Maria Testa,Luigi Bernardi e StefaniaNardini. Introduce Sergio Pent.Nell’occasione sarà presentatoil saggio di Stefania Nardini suJean-Claude Izzo. Storia diun marsigliese (GruppoPerdisa Editore, pp. 174, € 14).

VISTI DA FABIO STASSI

Holden & C.= Personaggi letterari,collezionati e raccontati daFabio Stassi, scrittore ebibliotecario:Holden, Lolita,Zivagoe gli altri (Minimum fax,pp. 332, € 12,50). Una piccolaenciclopedia,un’autobiografiaattraverso le letture, nella sciadel Dizionario di Bufalino.L’autore ne parla domani, h.20,30, Caffè letterario, conCarlo Lucarelli, PiergiorgioOdifreddi e Giorgio Vasta.

CAMILLA BARESANI

Così fragili un’estate fa= Uomini e donne nel recinto delle abitudini.Soprattutto sentimentali. Aspettando, più o menoconsapevolmente, che qualcosa accada. O un ulterioreimpigrimento o una scossa, una svolta, forsedesiderata, forse neppure immaginata. Di occasionemondana in occasione mondana, tra Roma e Capalbio,tra Cortina e Venezia, tra inaugurazioni e dibattiti,Camilla Baresani rievoca Un’estate fa (Bompiani, pp.349, € 18,50). Presenta il romanzo oggi al Salone diTorino, h. 17,30, Caffè Letterario. Intervengono CamilloLangone e Giuseppe Scaraffia.

«L’ultima riga dellefavole»: il nostro eroealle Terme, tra sognie incontri, deve capirechi è e che cosa vuole

Gramellini Un esordio, all’avventurosa ricercadi se stessi per ritrovare la forza dell’amore

pp Autori Varip SEI FUORI POSTOp Einaudi, pp. 209, € 17,50p Roberto Saviano, Carlo Lucarelli,

Valeria Parrella, Piero Colaprico,Wu Ming, Simona Vinci sono gliautori di questa antologia per«Stile Libero». La presentazione èin programma al Salone di Torinoil 16 maggio, h. 18,30, nella Saladei 500. Intervengono SeverinoCesari e Paolo Repetti.

pp Fabio Gedap NEL MARE CI SONO

I COCCODRILLIp Baldini Castoldi Dalaip pp. 155, € 16p E’ «la storia vera di Enaiatollah Ak-

bari», un travagliato viaggio in fu-ga dall’Afghanistan, verso l’Italia.Protagonista e autore presenta-no il libro, con il critico SergioPent, al Salone di Torino, domeni-ca 16, h.10,30, al Caffè letterario.

LEONORA SARTORI E ALTRI 4 NUOVI AUTORI

Come sono incerti i sogni= La storia di Leo, un bambino di sette anni che si ritrovaa contendere i genitori alle manifestazioni politiche. Perchépadre e madre sono spesso in piazza o in giro per l’Italia, alseguito di una mostra sui diritti umani violati, con unaspeciale attenzione al Sudafrica. La forma incerta dei sognidi Leonora Sartori (Piemme, pp. 163, € 14) oggi al Caffèletterario, h. 20,30. Con lei ci saranno Emmanuel Bianco(Tiratori scelti, Fandango), Giuseppe Schillaci (L’anno delleceneri, Nutrimenti), La nostra vita è ora di Thomas Leonici(Cavallo di Ferro), I cani vanno avanti di Valentina Brunettin(Alet): 5 «nuovi autori» presentati da Giovanna Zucconi.

pp Massimo Gramellinip L'ULTIMA RIGA

DELLE FAVOLEp Longanesi, pp.261, € 16,60p Massimo Gramellini,

giornalista e vicedirettore de«La Stampa», presenta il suo ro-manzo d’esordio al Salone di To-rino il 16 maggio, h. 12, in SalaGialla. Interviene con l’autoreil regista Gabriele Vacis.

pp Carlo Frutterop MUTANDINE DI CHIFFONp Mondadorip pp. 239, € 18,50

Massimo Gramellini presenta il suo esordio domani al Salone di Torino

Tomàs, la felicità èun bagno d’Anima

Ritratti

Nel Salonededicato alla

memoriaspetta un

posto d’onoreai ricordi di

CarloFruttero.

Nato aTorino nel

1926, autorecon Franco

Lucentini dibestseller

(«La donnadella

domenica»,«A che punto

è la notte»).Ultimo titolo:

«Donneinformate sui

fatti»

«Mutandine di chiffon»:un libero affollamentodi ricordi, con un severocontrollo della scritturae dei sentimenti

Rosetta Loy

Scrittori italiani al Salone di TorinoIITuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA III

Camilla Baresani

Page 4: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IV - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/04 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

Fottorino Il direttore di “Le Monde”inventa un Maigret cinefilo e metafisicoche pedina le sue origini nel buio della sala

GABRIELLABOSCO

La lotta del caldo con-tro il freddo. Amélie Nothombdice che il suo ultimo libro parladi questo. Un modo curioso dipresentarlo, ma perché no. Sipotrebbe anche dire, più banal-mente, che si tratta di una sto-ria d'amore, o meglio di un ten-tativo di storia d'amore. E chel'amore fallisce per via del con-trasto non componibile tra untemperamento focoso e un ca-rattere (f)rigido. O ancora, cheIl viaggio d’inverno - titolo schu-bertiano - è il diario del suicidiodi un folle che non potendo af-ferrare la felicità intravista la faesplodere in aria uccidendo ol-tre a se stesso passeggeri edequipaggio incolpevoli dell'ae-reo su cui ha deciso di farla fini-ta. Oppure che in questo libroAmélie Nothomb ha mollato gliormeggi lasciando derivare lasua penna tra scogli impervi:funghi allucinogeni da un lato,con gli effetti dettagliati della lo-ro assunzione; autismo dell'ar-

te d'altro lato, con la pericolosaequiparazione del talento lette-rario a una patologia tristemen-te reale. E molto altro ancora.Insomma, per essere un librodella misura nothombiana soli-ta, un centinaio di pagine, di ipo-tesi di lettura bisogna ammette-re che ne offre parecchie.

Partiamo dalla storia e dainomi: autore del diario confes-sione è Zoïle, che è un uomopur chiamandosi così, e che dimestiere fa l'impiegato dell'Edf-Gdf, l'Enel francese. S'inna-mora di Astrolabe, che è ragaz-za benché porti il nome del fi-glio maschio di Abelardo e Eloi-sa. Terzo incomodo è Aliénor,

scrittrice, chiamata come una re-gina, ma di fatto una povera crea-tura, vittima della propria dote.Zoïle incontra le due donne e faconoscenza con loro nel gelidoappartamento in cui vivono, do-ve egli si è recato per proporreun contratto elettrico vantaggio-so. Un equivoco gli fa prendere

Astrolabe per Aliénor, cioè cre-dere di essere attratto dalla scrit-trice e che delle due sia quest'ulti-ma la bella. Scopre invece conrammarico che quella di cui si èinnamorato è sì bella ma nonscrittrice, mentre l'altra, che avedersi è sgradevole e palese-mente è disturbata, è colei chescrive libri affascinanti e di suc-cesso. Le due vivono in simbiosi,necessarie una all'altra, indispen-sabili reciprocamente per so-pravvivere. Neanche l'amore diZoïle può separarle. Pur di nonperdere la donna della sua vita,egli accetta di frequentarle en-trambe. Come se fidanzarsi conuna avesse un risvolto negativo,l'altra.

I funghi allucinogeni sono unodei tentativi dell'uomo per neu-tralizzare Aliénor e far breccia inAstrolabe. Pur dando luogo allepagine più scatenate del libro,Zoïle non ce la fa. Il suo calore, es-senzialmente animale, non rie-sce a sciogliere nell'amata il sen-so del dovere che la struttura. Co-me via d'uscita, Zoïle s'inventa ilgesto kamikaze, sacrificio globa-le e spettacolare, l'esplosione con-tro la tour Eiffel, ovvero contro lagrande A, A di Amélie.

Gioco d'identità, insomma.L'autrice franco-belga cresciutain Giappone ancora una volta ri-flette (con toni marcatamente fu-mettistici) sull'autoboicottaggiodel soggetto, qui tripartito - lui,lei, l'altra; sregolatezza, santità,genio - e sui travestimenti dellasua fragilità.

PIEROSORIA

E’ come uscire appa-gati nel corpo e nell’anima dauno di quei templi dell’alta cu-cina che s’è meritato per dav-vero le tre stelle: il palato pie-no di sapori, l’olfatto deliziatodi aromi e profumi, la menterotonda, esaudita. Capita qua-si sempre quando ai fornellic’è Scott Turow. Ma questavolta lo chef si è esercitato inun piatto tanto difficile quantorischioso: un sequel di colpevo-lezza possibile, rielaborandola ricetta che, con Presunto in-nocente, gli aveva aperto le por-te del cielo vent’anni fa.

Bastava incanutire gli stes-si protagonisti di allora: daRusty Sabich diventato presi-dente della corte d’appello eprossimo a guadagnarsi l’ele-zione alla Corte Suprema, aTommy Molto risalito alla cari-ca di procuratore capo ad inte-rim dopo aver a lungo bivacca-to sulle montagne russe dellasconfitta e della pubblica am-missione di aver forzato le pro-ve nel precedente processocontro il suo rivale accusatocon veemenza di aver uccisoCarolyn Polhemus, femme fata-le della procura.

In Innocente, Turow si èspinto persino - in una sorta disfida intellettuale con se stes-so - a usare la fotocopia delmeccanismo su cui aveva co-struito il suo esordio. Quasi adimostrare che la scrittura,l’introspezione, la ricerca del-le ragioni del proprio essereandavano ben al di là di unasemplice trama, di un vecchioscheletro se solo gli si appen-devano addosso tutto il nuovoche gli anni, l’esperienza, il tor-mento dei sentimenti e degliaffetti avevano trasformato indiversa verginità di vita.

Ecco dunque riaffacciarsilo schema antico: Rusty Sabi-ch, tra incombente senilità esottili tristezze, si innamora diAnne, giovanissima assistente

di studio. Una passione adole-scenziale, travolgente, che lo co-glie quasi impreparato, comequella prima (e unica) con Ca-rolyn Polhemus che l’aveva por-tato sull’orlo della condanna peromicidio. Ma a morire, questavolta, è la moglie Barbara: don-na complicata, nevrotica, aso-ciale, assoluta divoratrice di me-dicine e di computer, sola fine-stra che si concede sul mondo.Ritornata accanto a lui in segui-to ad un’estenuante mediazionedopo il precedente tradimento,soprattutto per amore del figlioNat, ora adulto, la cui figura èl’unica autentica ed intrigantenovità in scena.

Perché l’antico e malmosto-so Tommy Molto, seppur rad-dolcito in parte (pure lui) dal ma-trimonio con una ragazzotta po-co più che acerba e dalla recen-te gioia di una tardiva paternità,non sa evitare di accusareRusty di aver avvelenato Barba-ra per via di un lasso di tempo -ventiquattr’ore assai sospette -nel denunciarne la morte.

Nulla di più tra le quinte.Tranne Turow. E il fiume dirom-pente che travolge la diga del«genere» coi suoi meri tecnici-smi avvocatizi destinati a crea-re mistero, suspense e finali im-

perscrutabili. No, lui agisce esat-tamente al contrario: si lasciatravolgere dalla memoria pertrovare radici, per costruire ilperché dei fatti che narra, permotivare un presente che - qua-si per caso - lascia dipanare da-vanti ai nostri occhi. In altre pa-role: abbandona il meccanismosull'orizzonte in modo che lo siintraveda sempre, ma evita concura che diventi incombente efaccia ombra alla vicenda uma-na. Come quando - La legge deipadri - ha usato il '68 california-no di Berkeley per trovare i se-mi di eventi che la storia ha poiportato altrove facendo germi-nare le moderne generazioni.

IL ROMENO FLORIAN, LA SOMALA MOHAMED

Dita mignole e Mamba Boy= Due esordi ieri al Salone. F ilip Florian con Dita mignole(Fazi,pp. 250, € 17,50, trad. di Maria Luisa Lombardo) tracciaun ritratto dell’Europa postcomunista, dissolto il regime diCeausescu. Una fossa comune in un villaggio, le vittime conle falangi mozzate. Perché? Dall’Argentina arriva unasquadra di specialisti in desaparecidos. Nadifa Mohamed,somala, in Mamba Boy (Neri Pozza, pp. 287, € 16,50, trad. diAlda Arduini) compie un viaggio alla ricerca del padreperduto. Ne è protagonista Mamba (mamba è il serpente chelo ha benedetto mentre la madre era incinta di lui: avrebbepotuto uccidere la donna, è scomparso invece nella sabbia).

FRANCESCOTROIANO

Ecco un trittico narra-tivo incentrato sulla settima ar-te, dove l’amore per le immagi-ni si fa piacere della scrittura.

Toni appassionati e al tem-po stesso sottilmente cinefili ca-ratterizzano Baci da cinema diEric Fottorino, direttore di LeMonde, con alle spalle una ven-tina di volumi, tra romanzi esaggi, ospite del Salone di Tori-no. A muover le fila della narra-zione - di cui già è in corso unadattamento per il grandeschermo - è un avvocato qua-rantenne, Gilles Hector, alla ri-cerca della mamma a lui ignotae negata: un’attrice con cui suopadre - direttore della fotogra-fia di alcuni capi d’opera dellaNouvelle Vague - ebbe una liai-son, conclusasi in maniera mi-steriosa. Durante la proiezionede Gli amanti di Louis Malle,Gilles s’imbatte in una giovanedonna lieve, enigmatica e «mol-to sposata», Mayliss de Carlo,capace d’ispirargli «la vogliad’amare e la morte che a volteaccompagnaquesta voglia».

Analisi delle intermittenzedel cuore e delle derive dellapassione, trattatello sulla rêve-rie e sulla memoria, Baci da ci-nema è pure, dietro ai sorrisi eagli sguardi fissati in celluloi-

de di Anna Karina, Jean Se-berg o Jeanne Moreau, unomaggio alla stagione dellaNouvelle Vague affettuoso esentito: aggettivi adoprabiliparimenti per la scrittura, aproprio agio nel descrivere -con brio ed eleganza - le indagi-ni di questo «Maigret metafisi-co che pedina le sue origini».

Un antieroe solitario, che ri-cava conforto solamente quan-do John Wayne uccide tre uo-mini in Ombre rosse o il gattinotrova Orson Welles ne Il terzouomo, è al centro di L’uomo che

andava al cinema, romanzo diWalker Percy del 1961, appena ri-stampato. Binx Bolling vive «nelgran cesso dell’umanesimoscientifico, dove i bisogni sonosoddisfatti, dove ognuno diventauno qualsiasi, una persona calo-rosa e creativa, e prospera comeuno scarafaggio stercorario»:

egli s’aggira per le vie di New Or-leans come uno spettro o un pe-renne straniero, rifuggendo glialtri, mosso da minute pulsioni(il didietro delle ragazze) e dauna metodica passione, il cine-ma. Apprezzato da Peter Han-dke che, traducendolo in tede-sco, affermava le proprie affinità

con Binx, il libro è ormai un pic-colo classico e il protagonista èun personaggio del tutto contem-poraneo nel proprio smarrimen-to, cui trova rifugio nel cinemache «lo rende felice anche quan-do proiettano un brutto film»,in quelle sale «dove la felicitàcosta così poco». Vincitore, al-

l’epoca della sua uscita, del Na-tional Book Award, L’uomo cheandava al cinema lascia scorge-re in trasparenza il ritratto delproprio autore, temperamentointroverso e sensibile, un’esi-stenza segnata dalla malattia evissuta sotto il gravame del sui-cidio paterno.

E’ alquanto peculiare pure lafigura che campeggia in Cinebri-vido dell’argentino José PabloFeinmann, autore prolifico - daÚltimos días de la víctima (1979) aLa sombra de Heidegger (2004) -quanto assai difficilmente inca-sellabile. E’ una sorta di bizzarrodivertissement del brivido scrittonel 1994 (e nel nostro paese ap-parso, per la prima volta, nel1998). Fernando Castelli, cinefilobramoso di divenire soggettista,ha tanto desiderio di scrivereuna storia vera che s’affanna conogni mezzo a farla realmente ac-cadere: vessato dalla madre («in-cuteva più paura di Hackman»),egli ricava ispirazione da un par-ticolarissimo consigliere, Jack loSquartatore, che gli dà suggeri-menti singolari ed alquanto sini-stri («è giusto ammazzare un cat-tivo traduttore»), mentre l’ispet-

tore Colombres - troppo scaltroper non comprendere chi si celisotto le vesti del serial killer chesi fa chiamare Van Gogh - cercadi manipolare le cose per recupe-rare l’amore della propria vita,una ragazza esuberante dalleambigue tendenze sessuali. Co-struito a guisa d’un film, apposi-tamente rendendo labile il confi-ne tra quel che al protagonistaaccade e quanto invece egli fan-tastica, Cinebrivido pare voler pa-rafrasare uno tra i massimi esitidi Luis Buñuel, Ensayo de un cri-men (1955), in cui il giovane mes-sicano altoborghese Archibaldode la Cruz, ossessionato dall’ideadi dover assassinare delle don-ne, ipotizzava omicidi «per caso»senza commetterli.

JONATHAN LETHEM E JIM NISBET

Manhattan e cattive abitudini= Chi nella stratosfera, chi ostaggio di cene esclusivenell’Upper Est Side: Chronic City (Il Saggiatore, pp. 457,€ 17, trad. di Gianni Pannofino) è la romanzesca vedutasu Manhattan, tra fantacronaca e critica sociale, diJonathan Lethem, oggi al Salone, h. 12, Sala Azzurra,con Luigi Sampietro. Domani, h. 13,30, Sala Azzurra, unaltro autore americano, tra noir di costume e hardboiled, Jim Nisbet, presenta (h. 13,30, Sala Azzurra, conSandro Veronesi. ) Cattive abitudini, la deriva di unoscienziato che si infila in un narcotraffico e diventapistolero (Fanucci, pp. 157, € 14, trad. di Olivia Crosio).

RABINDRANATHTAGORE E ALTRI INDIANI

L’inedito vagabondo= La giornata indiana al Salone inizia «Nel mondo diTagore» (Punto India, h. 11,30, con Reba Som e IrmaPiovano): del poeta Nobel esce l’inedito Il vagabondo(Guanda, pp. 167, € 14, a cura di Brunilde Neroni). Tra gli altriincontri: Anuradha Ray (L’atlante del desiderio, Bompiani,oggi, h. 12,30) e Samina Ali (Giorno di pioggia aMadras,e/o, il 17, h. 11, Arena Piemonte, con Claudio Gorlier). Sempreoggi, il Meridiano sull’Hinduismo (h. 13,30). Ospiti dei giorniscorsi: Kiran Nagarkar ( Piccolo soldato di Dio,Rizzoli),Amruta Patil ( Nel cuore di smog city, Metropoli d’Asia) eTishani Doshi (Il piacere non può aspettare,Feltrinelli).

ENQUISTE BREYTENBACH

Sul filo del terrorismo= Lo scrittore svedese Olov Enquist presenta domani h.12,Sala Blu (con Elisabetta Rasy) il suo romanzo, Un’altra vita(Iperborea, pp. 544, € 19,50, trad. di Katia De Marco). Unastoria che inizia in un villaggio degli Anni Trenta e arriva, tral’altro,alla nascita del terrorismo alle Olimpiadi di Monaco.Anni Settanta, gli stessi in cui viene arrestato BreytenBreytenbach per essersi battuto contro l’apartheid. Loscrittore e poeta sudafricano ha ordinato le sue memorie in Leconfessioni di un terrorista albino (Alet, pp. 288, € 18):oggi, h. 15, per Lingua Madre, con Edoardo Sanguineti, MariaTeresa Carbone, Bianca Maria Bruno e Stefano Gallerani.

Cercare la madretra i baci dellaNouvelle Vague

«Il viaggio d’inverno»:un impiegato suicida,una strana coppiadi donne, i seduttivifunghi allucinogeni

La vendetta del nemicodi sempre: Tommy Moltolo accusa di aver uccisola moglie perchéinfatuato dell’assistente

Nuovo omicidioper Rusty Sabich

Kamikazed’amore controla Tour Eiffel

DAVID FOSTER WALLACE

Che crociera divertente= Minimum fax ricorda oggi al Salone David FosterWallace, lo scrittore americano che si tolse la vita nel2008: in Sala Gialla, h. 21, Gioele Dix, con Marco DiGennaro al pianoforte, leggerà brani da Una cosadivertente che non farò mai più , dove si reinventauna crociera extralusso ai Caraibi, considerato uncult satirico della società del divertimentoamericana. E’ uno dei titoli (pp. 164, € 15, trad. diGabriella D’Angelo e Francesco Piccolo, con unomaggio di Edoardo Nesi) con cui Minimum faxfesteggia i suoi 15 quindici anni di lavoro editoriale.

pp Walker Percyp L’UOMO CHE ANDAVA AL CINEMAp trad. di E. Romanop Marcos y Marcos, pp.350, € 11

pp Eric Fottorinop BACI DA CINEMAp trad. di M. Paolini e E. Sacchinip Nutrimenti, pp.186, € 16p L’autore sarà oggi al Salone di

Torino (h. 16,30, Sala Rossa, conEzio Mauro e Davide Ferrario.Coordina Cesare Martinetti)

pp José Pablo Feinmannp CINEBRIVIDOp trad. di Gina Manerip Marcos y Marcos, pp.392, € 11,50

pp Scott Turowp INNOCENTEp trad. di Stefania Bertolap Mondadori, pp. 429, € 19p Turow domani al Salone, Sala dei

500, h. 11,30, con Irene Bignardi.

LE «SCHEGGE»DI SEBASTIANFIZEK

Cancellare i ricordi terribili= Se esistesse una pillola contro le pene d’amore, se sipotessero cancellare i ricordi terribili. Non è solofantascienza. Un esperimento psichiatrico loconsentirebbe. Così un avvocato, scomparsatragicamente la moglie in un incidente per cui siconsidera colpevole, vi si sottopone. Ma l’incubo, anzichédiminuire, cresce a dismisura.. Dopo Il ladro d’anime,ecco il nuovo thriller del berlinese Sebastian Fitzek,Schegge (Elliot, pp. 360, € 18,50, traduzione di ClaudiaCrivellaro). .L’inventore del neuro-romanzo, sarà oggi alSalone, h. 13,30, Caffè Letterario, con Walter Veltroni.

pp Amélie Nothombp IL VIAGGIO D'INVERNOp traduzione di Monica Capuanip Voland, p. 95, € 12p Amélie Nothomb, con la sorella

Juliette incontra oggi i lettori, h.17,30, Sala Azzurra. IntervieneGiovanna Zucconi. Altri appun-tamenti domani (h. 10, 30 e 13).

Nothomb Un folle si fa esplodereperché non può afferrare la felicità

Torna anche Feinmanncon «Cinebrivido»:bizzarro divertissementin compagniadi Jack lo Squartatore

Scott Turow, fra le star del Salone, domani, h. 11,30

Scott Turow Dopo vent’anni il sequel di “Presuntoinnocente”: stessi personaggi, grande prova d’autore

Il fascino del grandeschermo nel classicodi Percy, «L’uomo cheandava al cinema»tra Wayne e Welles

Scrittori stranieri al Salone di TorinoIVTuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA V

David Foster Wallace

Jeanne Moreau e José-Luis De Villalonga nel film «Gli amanti» di Louis Malle

Rabindranath Tagore

PIEMME. Pagine Memorabili.

www.edizpiemme.it

Ti aspettiamo in Fiera per incontrare i nostri autori e conoscere in anteprima le ultime novità - Pad.2 - Stand J73

SABATO 15 Ore 15.00, Sala dei 500VAurO SeneSi presenta La scatola dei calzini perduticon David Riondino

Ore 19.00, Sala AzzurraSAmPAT PAl presenta Con il sari rosacon Irene Bignardi e Marco Zolli

Ore 20.30, Caffè LetterarioleOnOrA SArTOri presenta La forma incerta dei sogni partecipando all'incontro"Sei nuovi scrittori presentati da Giovanna Zucconi"

Ore 21.00, Sala RossalOrenzO Del BOcA ed emAnuele FiliBerTO Di SAVOiApresentano Maledetti Savoia, Savoia benedetticon Toni Capuozzo

DOmenicA 16Ore 14.00, Sala dei 500PinO APrile presenta Terroni partecipando all'incontro "Verso il 150°. Il Sud dalla conquista piemontese alla repressione del brigantaggio"

Ore 15.00, Sala AzzurraJAmeS A. leVinepresenta Il quaderno azzurrocon Sandra Petrignanie Maria Antonietta Saracino

Ore 20.00, Sala BluADriAnA ASTi presentaLa lettrice dei destini nascosticon Margherita Oggero e Alain Elkann

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Fottorino Il direttore di “Le Monde”inventa un Maigret cinefilo e metafisicoche pedina le sue origini nel buio della sala

GABRIELLABOSCO

La lotta del caldo con-tro il freddo. Amélie Nothombdice che il suo ultimo libro parladi questo. Un modo curioso dipresentarlo, ma perché no. Sipotrebbe anche dire, più banal-mente, che si tratta di una sto-ria d'amore, o meglio di un ten-tativo di storia d'amore. E chel'amore fallisce per via del con-trasto non componibile tra untemperamento focoso e un ca-rattere (f)rigido. O ancora, cheIl viaggio d’inverno - titolo schu-bertiano - è il diario del suicidiodi un folle che non potendo af-ferrare la felicità intravista la faesplodere in aria uccidendo ol-tre a se stesso passeggeri edequipaggio incolpevoli dell'ae-reo su cui ha deciso di farla fini-ta. Oppure che in questo libroAmélie Nothomb ha mollato gliormeggi lasciando derivare lasua penna tra scogli impervi:funghi allucinogeni da un lato,con gli effetti dettagliati della lo-ro assunzione; autismo dell'ar-

te d'altro lato, con la pericolosaequiparazione del talento lette-rario a una patologia tristemen-te reale. E molto altro ancora.Insomma, per essere un librodella misura nothombiana soli-ta, un centinaio di pagine, di ipo-tesi di lettura bisogna ammette-re che ne offre parecchie.

Partiamo dalla storia e dainomi: autore del diario confes-sione è Zoïle, che è un uomopur chiamandosi così, e che dimestiere fa l'impiegato dell'Edf-Gdf, l'Enel francese. S'inna-mora di Astrolabe, che è ragaz-za benché porti il nome del fi-glio maschio di Abelardo e Eloi-sa. Terzo incomodo è Aliénor,

scrittrice, chiamata come una re-gina, ma di fatto una povera crea-tura, vittima della propria dote.Zoïle incontra le due donne e faconoscenza con loro nel gelidoappartamento in cui vivono, do-ve egli si è recato per proporreun contratto elettrico vantaggio-so. Un equivoco gli fa prendere

Astrolabe per Aliénor, cioè cre-dere di essere attratto dalla scrit-trice e che delle due sia quest'ulti-ma la bella. Scopre invece conrammarico che quella di cui si èinnamorato è sì bella ma nonscrittrice, mentre l'altra, che avedersi è sgradevole e palese-mente è disturbata, è colei chescrive libri affascinanti e di suc-cesso. Le due vivono in simbiosi,necessarie una all'altra, indispen-sabili reciprocamente per so-pravvivere. Neanche l'amore diZoïle può separarle. Pur di nonperdere la donna della sua vita,egli accetta di frequentarle en-trambe. Come se fidanzarsi conuna avesse un risvolto negativo,l'altra.

I funghi allucinogeni sono unodei tentativi dell'uomo per neu-tralizzare Aliénor e far breccia inAstrolabe. Pur dando luogo allepagine più scatenate del libro,Zoïle non ce la fa. Il suo calore, es-senzialmente animale, non rie-sce a sciogliere nell'amata il sen-so del dovere che la struttura. Co-me via d'uscita, Zoïle s'inventa ilgesto kamikaze, sacrificio globa-le e spettacolare, l'esplosione con-tro la tour Eiffel, ovvero contro lagrande A, A di Amélie.

Gioco d'identità, insomma.L'autrice franco-belga cresciutain Giappone ancora una volta ri-flette (con toni marcatamente fu-mettistici) sull'autoboicottaggiodel soggetto, qui tripartito - lui,lei, l'altra; sregolatezza, santità,genio - e sui travestimenti dellasua fragilità.

PIEROSORIA

E’ come uscire appa-gati nel corpo e nell’anima dauno di quei templi dell’alta cu-cina che s’è meritato per dav-vero le tre stelle: il palato pie-no di sapori, l’olfatto deliziatodi aromi e profumi, la menterotonda, esaudita. Capita qua-si sempre quando ai fornellic’è Scott Turow. Ma questavolta lo chef si è esercitato inun piatto tanto difficile quantorischioso: un sequel di colpevo-lezza possibile, rielaborandola ricetta che, con Presunto in-nocente, gli aveva aperto le por-te del cielo vent’anni fa.

Bastava incanutire gli stes-si protagonisti di allora: daRusty Sabich diventato presi-dente della corte d’appello eprossimo a guadagnarsi l’ele-zione alla Corte Suprema, aTommy Molto risalito alla cari-ca di procuratore capo ad inte-rim dopo aver a lungo bivacca-to sulle montagne russe dellasconfitta e della pubblica am-missione di aver forzato le pro-ve nel precedente processocontro il suo rivale accusatocon veemenza di aver uccisoCarolyn Polhemus, femme fata-le della procura.

In Innocente, Turow si èspinto persino - in una sorta disfida intellettuale con se stes-so - a usare la fotocopia delmeccanismo su cui aveva co-struito il suo esordio. Quasi adimostrare che la scrittura,l’introspezione, la ricerca del-le ragioni del proprio essereandavano ben al di là di unasemplice trama, di un vecchioscheletro se solo gli si appen-devano addosso tutto il nuovoche gli anni, l’esperienza, il tor-mento dei sentimenti e degliaffetti avevano trasformato indiversa verginità di vita.

Ecco dunque riaffacciarsilo schema antico: Rusty Sabi-ch, tra incombente senilità esottili tristezze, si innamora diAnne, giovanissima assistente

di studio. Una passione adole-scenziale, travolgente, che lo co-glie quasi impreparato, comequella prima (e unica) con Ca-rolyn Polhemus che l’aveva por-tato sull’orlo della condanna peromicidio. Ma a morire, questavolta, è la moglie Barbara: don-na complicata, nevrotica, aso-ciale, assoluta divoratrice di me-dicine e di computer, sola fine-stra che si concede sul mondo.Ritornata accanto a lui in segui-to ad un’estenuante mediazionedopo il precedente tradimento,soprattutto per amore del figlioNat, ora adulto, la cui figura èl’unica autentica ed intrigantenovità in scena.

Perché l’antico e malmosto-so Tommy Molto, seppur rad-dolcito in parte (pure lui) dal ma-trimonio con una ragazzotta po-co più che acerba e dalla recen-te gioia di una tardiva paternità,non sa evitare di accusareRusty di aver avvelenato Barba-ra per via di un lasso di tempo -ventiquattr’ore assai sospette -nel denunciarne la morte.

Nulla di più tra le quinte.Tranne Turow. E il fiume dirom-pente che travolge la diga del«genere» coi suoi meri tecnici-smi avvocatizi destinati a crea-re mistero, suspense e finali im-

perscrutabili. No, lui agisce esat-tamente al contrario: si lasciatravolgere dalla memoria pertrovare radici, per costruire ilperché dei fatti che narra, permotivare un presente che - qua-si per caso - lascia dipanare da-vanti ai nostri occhi. In altre pa-role: abbandona il meccanismosull'orizzonte in modo che lo siintraveda sempre, ma evita concura che diventi incombente efaccia ombra alla vicenda uma-na. Come quando - La legge deipadri - ha usato il '68 california-no di Berkeley per trovare i se-mi di eventi che la storia ha poiportato altrove facendo germi-nare le moderne generazioni.

IL ROMENO FLORIAN, LA SOMALA MOHAMED

Dita mignole e Mamba Boy= Due esordi ieri al Salone. F ilip Florian con Dita mignole(Fazi,pp. 250, € 17,50, trad. di Maria Luisa Lombardo) tracciaun ritratto dell’Europa postcomunista, dissolto il regime diCeausescu. Una fossa comune in un villaggio, le vittime conle falangi mozzate. Perché? Dall’Argentina arriva unasquadra di specialisti in desaparecidos. Nadifa Mohamed,somala, in Mamba Boy (Neri Pozza, pp. 287, € 16,50, trad. diAlda Arduini) compie un viaggio alla ricerca del padreperduto. Ne è protagonista Mamba (mamba è il serpente chelo ha benedetto mentre la madre era incinta di lui: avrebbepotuto uccidere la donna, è scomparso invece nella sabbia).

FRANCESCOTROIANO

Ecco un trittico narra-tivo incentrato sulla settima ar-te, dove l’amore per le immagi-ni si fa piacere della scrittura.

Toni appassionati e al tem-po stesso sottilmente cinefili ca-ratterizzano Baci da cinema diEric Fottorino, direttore di LeMonde, con alle spalle una ven-tina di volumi, tra romanzi esaggi, ospite del Salone di Tori-no. A muover le fila della narra-zione - di cui già è in corso unadattamento per il grandeschermo - è un avvocato qua-rantenne, Gilles Hector, alla ri-cerca della mamma a lui ignotae negata: un’attrice con cui suopadre - direttore della fotogra-fia di alcuni capi d’opera dellaNouvelle Vague - ebbe una liai-son, conclusasi in maniera mi-steriosa. Durante la proiezionede Gli amanti di Louis Malle,Gilles s’imbatte in una giovanedonna lieve, enigmatica e «mol-to sposata», Mayliss de Carlo,capace d’ispirargli «la vogliad’amare e la morte che a volteaccompagnaquesta voglia».

Analisi delle intermittenzedel cuore e delle derive dellapassione, trattatello sulla rêve-rie e sulla memoria, Baci da ci-nema è pure, dietro ai sorrisi eagli sguardi fissati in celluloi-

de di Anna Karina, Jean Se-berg o Jeanne Moreau, unomaggio alla stagione dellaNouvelle Vague affettuoso esentito: aggettivi adoprabiliparimenti per la scrittura, aproprio agio nel descrivere -con brio ed eleganza - le indagi-ni di questo «Maigret metafisi-co che pedina le sue origini».

Un antieroe solitario, che ri-cava conforto solamente quan-do John Wayne uccide tre uo-mini in Ombre rosse o il gattinotrova Orson Welles ne Il terzouomo, è al centro di L’uomo che

andava al cinema, romanzo diWalker Percy del 1961, appena ri-stampato. Binx Bolling vive «nelgran cesso dell’umanesimoscientifico, dove i bisogni sonosoddisfatti, dove ognuno diventauno qualsiasi, una persona calo-rosa e creativa, e prospera comeuno scarafaggio stercorario»:

egli s’aggira per le vie di New Or-leans come uno spettro o un pe-renne straniero, rifuggendo glialtri, mosso da minute pulsioni(il didietro delle ragazze) e dauna metodica passione, il cine-ma. Apprezzato da Peter Han-dke che, traducendolo in tede-sco, affermava le proprie affinità

con Binx, il libro è ormai un pic-colo classico e il protagonista èun personaggio del tutto contem-poraneo nel proprio smarrimen-to, cui trova rifugio nel cinemache «lo rende felice anche quan-do proiettano un brutto film»,in quelle sale «dove la felicitàcosta così poco». Vincitore, al-

l’epoca della sua uscita, del Na-tional Book Award, L’uomo cheandava al cinema lascia scorge-re in trasparenza il ritratto delproprio autore, temperamentointroverso e sensibile, un’esi-stenza segnata dalla malattia evissuta sotto il gravame del sui-cidio paterno.

E’ alquanto peculiare pure lafigura che campeggia in Cinebri-vido dell’argentino José PabloFeinmann, autore prolifico - daÚltimos días de la víctima (1979) aLa sombra de Heidegger (2004) -quanto assai difficilmente inca-sellabile. E’ una sorta di bizzarrodivertissement del brivido scrittonel 1994 (e nel nostro paese ap-parso, per la prima volta, nel1998). Fernando Castelli, cinefilobramoso di divenire soggettista,ha tanto desiderio di scrivereuna storia vera che s’affanna conogni mezzo a farla realmente ac-cadere: vessato dalla madre («in-cuteva più paura di Hackman»),egli ricava ispirazione da un par-ticolarissimo consigliere, Jack loSquartatore, che gli dà suggeri-menti singolari ed alquanto sini-stri («è giusto ammazzare un cat-tivo traduttore»), mentre l’ispet-

tore Colombres - troppo scaltroper non comprendere chi si celisotto le vesti del serial killer chesi fa chiamare Van Gogh - cercadi manipolare le cose per recupe-rare l’amore della propria vita,una ragazza esuberante dalleambigue tendenze sessuali. Co-struito a guisa d’un film, apposi-tamente rendendo labile il confi-ne tra quel che al protagonistaaccade e quanto invece egli fan-tastica, Cinebrivido pare voler pa-rafrasare uno tra i massimi esitidi Luis Buñuel, Ensayo de un cri-men (1955), in cui il giovane mes-sicano altoborghese Archibaldode la Cruz, ossessionato dall’ideadi dover assassinare delle don-ne, ipotizzava omicidi «per caso»senza commetterli.

JONATHAN LETHEM E JIM NISBET

Manhattan e cattive abitudini= Chi nella stratosfera, chi ostaggio di cene esclusivenell’Upper Est Side: Chronic City (Il Saggiatore, pp. 457,€ 17, trad. di Gianni Pannofino) è la romanzesca vedutasu Manhattan, tra fantacronaca e critica sociale, diJonathan Lethem, oggi al Salone, h. 12, Sala Azzurra,con Luigi Sampietro. Domani, h. 13,30, Sala Azzurra, unaltro autore americano, tra noir di costume e hardboiled, Jim Nisbet, presenta (h. 13,30, Sala Azzurra, conSandro Veronesi. ) Cattive abitudini, la deriva di unoscienziato che si infila in un narcotraffico e diventapistolero (Fanucci, pp. 157, € 14, trad. di Olivia Crosio).

RABINDRANATHTAGORE E ALTRI INDIANI

L’inedito vagabondo= La giornata indiana al Salone inizia «Nel mondo diTagore» (Punto India, h. 11,30, con Reba Som e IrmaPiovano): del poeta Nobel esce l’inedito Il vagabondo(Guanda, pp. 167, € 14, a cura di Brunilde Neroni). Tra gli altriincontri: Anuradha Ray (L’atlante del desiderio, Bompiani,oggi, h. 12,30) e Samina Ali (Giorno di pioggia aMadras,e/o, il 17, h. 11, Arena Piemonte, con Claudio Gorlier). Sempreoggi, il Meridiano sull’Hinduismo (h. 13,30). Ospiti dei giorniscorsi: Kiran Nagarkar ( Piccolo soldato di Dio,Rizzoli),Amruta Patil ( Nel cuore di smog city, Metropoli d’Asia) eTishani Doshi (Il piacere non può aspettare,Feltrinelli).

ENQUISTE BREYTENBACH

Sul filo del terrorismo= Lo scrittore svedese Olov Enquist presenta domani h.12,Sala Blu (con Elisabetta Rasy) il suo romanzo, Un’altra vita(Iperborea, pp. 544, € 19,50, trad. di Katia De Marco). Unastoria che inizia in un villaggio degli Anni Trenta e arriva, tral’altro,alla nascita del terrorismo alle Olimpiadi di Monaco.Anni Settanta, gli stessi in cui viene arrestato BreytenBreytenbach per essersi battuto contro l’apartheid. Loscrittore e poeta sudafricano ha ordinato le sue memorie in Leconfessioni di un terrorista albino (Alet, pp. 288, € 18):oggi, h. 15, per Lingua Madre, con Edoardo Sanguineti, MariaTeresa Carbone, Bianca Maria Bruno e Stefano Gallerani.

Cercare la madretra i baci dellaNouvelle Vague

«Il viaggio d’inverno»:un impiegato suicida,una strana coppiadi donne, i seduttivifunghi allucinogeni

La vendetta del nemicodi sempre: Tommy Moltolo accusa di aver uccisola moglie perchéinfatuato dell’assistente

Nuovo omicidioper Rusty Sabich

Kamikazed’amore controla Tour Eiffel

DAVID FOSTER WALLACE

Che crociera divertente= Minimum fax ricorda oggi al Salone David FosterWallace, lo scrittore americano che si tolse la vita nel2008: in Sala Gialla, h. 21, Gioele Dix, con Marco DiGennaro al pianoforte, leggerà brani da Una cosadivertente che non farò mai più , dove si reinventauna crociera extralusso ai Caraibi, considerato uncult satirico della società del divertimentoamericana. E’ uno dei titoli (pp. 164, € 15, trad. diGabriella D’Angelo e Francesco Piccolo, con unomaggio di Edoardo Nesi) con cui Minimum faxfesteggia i suoi 15 quindici anni di lavoro editoriale.

pp Walker Percyp L’UOMO CHE ANDAVA AL CINEMAp trad. di E. Romanop Marcos y Marcos, pp.350, € 11

pp Eric Fottorinop BACI DA CINEMAp trad. di M. Paolini e E. Sacchinip Nutrimenti, pp.186, € 16p L’autore sarà oggi al Salone di

Torino (h. 16,30, Sala Rossa, conEzio Mauro e Davide Ferrario.Coordina Cesare Martinetti)

pp José Pablo Feinmannp CINEBRIVIDOp trad. di Gina Manerip Marcos y Marcos, pp.392, € 11,50

pp Scott Turowp INNOCENTEp trad. di Stefania Bertolap Mondadori, pp. 429, € 19p Turow domani al Salone, Sala dei

500, h. 11,30, con Irene Bignardi.

LE «SCHEGGE»DI SEBASTIANFIZEK

Cancellare i ricordi terribili= Se esistesse una pillola contro le pene d’amore, se sipotessero cancellare i ricordi terribili. Non è solofantascienza. Un esperimento psichiatrico loconsentirebbe. Così un avvocato, scomparsatragicamente la moglie in un incidente per cui siconsidera colpevole, vi si sottopone. Ma l’incubo, anzichédiminuire, cresce a dismisura.. Dopo Il ladro d’anime,ecco il nuovo thriller del berlinese Sebastian Fitzek,Schegge (Elliot, pp. 360, € 18,50, traduzione di ClaudiaCrivellaro). .L’inventore del neuro-romanzo, sarà oggi alSalone, h. 13,30, Caffè Letterario, con Walter Veltroni.

pp Amélie Nothombp IL VIAGGIO D'INVERNOp traduzione di Monica Capuanip Voland, p. 95, € 12p Amélie Nothomb, con la sorella

Juliette incontra oggi i lettori, h.17,30, Sala Azzurra. IntervieneGiovanna Zucconi. Altri appun-tamenti domani (h. 10, 30 e 13).

Nothomb Un folle si fa esplodereperché non può afferrare la felicità

Torna anche Feinmanncon «Cinebrivido»:bizzarro divertissementin compagniadi Jack lo Squartatore

Scott Turow, fra le star del Salone, domani, h. 11,30

Scott Turow Dopo vent’anni il sequel di “Presuntoinnocente”: stessi personaggi, grande prova d’autore

Il fascino del grandeschermo nel classicodi Percy, «L’uomo cheandava al cinema»tra Wayne e Welles

Scrittori stranieri al Salone di TorinoIVTuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA V

David Foster Wallace

Jeanne Moreau e José-Luis De Villalonga nel film «Gli amanti» di Louis Malle

Rabindranath Tagore

Page 6: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VI - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/06 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

Lodevole iniziativa quel-la assunta dalle edizio-ni il Mulino: far riflette-

re su «I comandamenti», aiu-tando a discernere se sonosemplici «icone del passato»oppure se ad essi ci si può rife-rire come a «principi validi inogni luogo e in ogni tempo».Interrogativo non così retori-co, in una stagione in cui iprincipi immutabili non godo-no di grande fortuna. Su cia-scuna delle undici «parole» -al tradizionale «decalogo»verrà infatti aggiunto il co-mandamento dell’amore delprossimo - un agile libretto ac-costa le riflessioni di due auto-ri di formazione culturale esensibilità diversa, così da of-frire approcci complementari

a tematiche che conservanoancora oggi tutta la loro at-tualità. E proprio l'afferma-zione iniziale del decalogo bi-blico apre la serie e dà il titoloal primo volume - Io sono ilSignore Dio tuo (pp. 162,€ 15) - affidato alla competen-za di Piero Coda e MassimoCacciari.

L’autorevole presidentedell’Associazione dei teologiitaliani percorre un itinera-rio molto lineare seguendo ildettato biblico e facendoneemergere le costanti fonda-mentali, a partire dalla rive-lazione del Nome di Dio, avve-nuta nel quadro del «patto»stipulato con il popolo di Isra-ele dopo la liberazione dallaschiavitù in Egitto. Da subitosiamo posti di fronte all'appa-rente contraddizione di unDio proprio a un popolo parti-colare che si manifesta comeunico Signore del mondo:«l’universalità di Dio e la suapresenza singolare a quelloche diventa il suo popolo si in-trecciano in modo inestricabi-le» nel nome stesso di Dio: «Iosono Colui che io sono» o, inmodo più pregnante, «Io sonoColui che è qui con e per voi».Questa comprensione del DioUno come «sorgente della li-bertà dell’uomo» si sviluppaattraverso gli scritti dell’Anti-co Testamento - dai libri stori-ci ai profeti - e trova una ma-nifestazione piena in quel-l’Abba, Padre, che Gesù hanarrato con la sua vita e ver-so il quale i suoi discepoli pos-sono rivolgersi fiduciosi. Non

a caso Coda dedicherà alcunepagine proprio alle invocazio-ni del Padre nostro, preghie-ra che immette il credente «inquella relazione di fede e amo-re cui è appesa la speranzaoperosa e perseverante dellafraternità e della giustiziatra gli uomini nella cornicedel creato».

Dal canto suo anche Cac-ciari, con il denso argomenta-re filosofico cui ci ha abituati,sottolinea l'importanza dellarivelazione del Nome comepriorità indispensabile cheprecede qualunque comanda-mento: «prima della Parolasta il Chi la pronuncia, l'Io, ilSoggetto che in essa si rive-la». È in virtù di quell’«Io So-no» che il decalogo non si ri-duce a «legge morale in noi»:«se la forza di quell'Io venissemeno ... la Legge divina per-derebbe il significato che deveassumere anche per la perfe-zione del vivere civile».

Capiamo allora perché icomandamenti iniziano conuna parola che comando nonè, ma è svelamento di chi i co-mandamenti li offre in donocome pegno di un patto di li-bertà. Anzi, e qui siamo chia-mati a risalire ancora più amonte, il racconto biblico deldono della Legge al Sinai noninizia nemmeno con il Nome,ma con l'invito «Ascolta, Isra-ele!»: solo la disposizione aldialogo, il faccia a faccia traun Io e un tu, dischiude le por-te a una legge di vita per ogni«tu» che viene all'esistenza.

UN CONVEGNO AL SALONEIlSalonepartecipaalle iniziativeper i150annidell’Unitàd’Italiacon il convegno«Cavour:unaItalia, tre Italie» (domenica16,h.17,Saladei500), coordinatodaWalterBarberis.PartecipanoPieroCraveri,SilvanoMontaldo,GillesPécoudeAdrianoViarengo,autoredellabiografiaeditadaSalernonellacollana«Profili»fondatadaLuigiFirpo,oradirettadaGiuseppeGalasso.

IL DECALOGO E L’ALTRO

Al «Decalogo»èdedicato ilnuovonumerodella rivista«Panta»(Bompiani,pp.663,€ 28).Acuradi»MassimoDonàeRaffaellaToffolo.ConinterventidiRovatti, Sini,Marramao,Vattimo,Rella,Ferraris,Girard,Zizek,Mancuso,Coda,Galimberti,Borgna.TragliautoriancheEnzoBianchi («IlDecalogo»)eMassimoCacciari («SuEnzoBianchi.Ovvero, l’incredulitàdelcredente»,osservando:«QuelladiBianchièunarigorosafedeltàallaradicalitàeallaparadossalitàdellaparolacristiana;conlasuacaricaanti-idolatrica,conil suorifiutodideclinareilCristianesimoinreligiocivilis»).EnzoBianchihapresentatoierialSalone ilsuonuovolibro:«L’altrosiamonoi»(Einaudi),unariflessionechemuovedallaquestione immigrazionenelnostroPaese, indicandoneldialogolaviadellapace.

cultura scientifica”, (...) vor-rebbe Ella dare alla mia col-lezione un volume a Sua scel-ta, che si rivolgesse a un pub-blico non di specialisti, ma dipersone colte (il pubblico,per intenderci, per cui scri-veva il Poincaré)?».

Era quanto le librerie nonoffrivano ancora. La torine-se Bocca, quella di Lombro-so e della scienza positivista,aveva sospeso l’attività nel‘36. La bolognese Zanichellinel ‘21 per prima aveva tra-dotto la Relatività speciale egenerale di «Alberto» Ein-stein pubblicando poi Castel-nuovo, Persico, Levi-Civitasulla fisica quantistica e rela-tivistica, ma seguiva la voca-zione scolastica con testi perlicei e università. La milane-se Hoepli dei manuali appro-fondiva qualche argomento

scientifico: nel ‘31 gli Elementidi psicoanalisi di EdoardoWeiss portavano la psicoanali-si in Italia. Bompiani alla pon-derosa Enciclopedia scientificamonografica italiana del XX Se-colo affiancava una collana po-polare che spaziava dalle pian-te all’oltretomba.

Da un lato enciclopedismoe tecnicismo. Dall’altro divul-gazione e banalizzazione. Nel-l’Italia fascista, che su ideali-smo e svalutazione della scien-za vedeva concordi il fiero av-versario del regime Croce e ilsuo schierato filosofo Gentile,Einaudi voleva suturare la fe-rita fra cultura tecnico-scien-tifica e cultura umanistica.Prima della Liberazioneavrebbe collezionato la folgo-rante sequenza di undici pie-tre miliari del pensiero scienti-fico: I quanti e la fisica moder-

na di De Broglie, Embriologia egenetica di Morgan, Introduzio-ne al pensiero matematico diWaismann, Il tempo e la vita diLecomte du Noüy, I riflessi con-dizionati di Pavlov, I raggi co-smici di Millikan, L’acclimata-

zione delle piante di Malejev,La conoscenza del mondo fisicodi Plank, La teoria dell’editarie-tà di Kühn, La formazione deicontinenti e degli oceani di We-gener, La lotta per l’esistenzadi D’Ancona.

Con questi gioielli la colla-na Azzurra spiccava sulle col-

lezioni einaudiane accanto aquella Viola di studi religiosi,etnologici e psicologici, cara aPavese. La collana morì conlui, perduto timoniere. La pro-duzione scientifica soffrì i sot-terranei contrasti ideologicinella direzione editoriale,esplosi con la bomba di Hiro-shima. Tutti sentivano il dove-re di svolgere un ruolo politi-co e civile, ma sull’eredità diGobetti e di Giustizia e Liber-tà (Antonicelli, Mila, Bobbio,Carlo Levi, Venturi) premevail catto-comunismo e il comu-nismo (Giolitti, Geymonat,Cantimori, De Martino, Mu-scetta, la Ginzburg) e diretta-mente il Pci, che deteneva i di-ritti delle opere di Gramscilanciate nel ‘45 da Einaudi conuna rilevante operazione eco-nomica e simbolica.

Anche ciò indusse Balbo

ad allontanarsi dal ponte di co-mando e a lasciare il testimo-ne a Boringhieri, che il 1˚ apri-le ‘57, a trentasei anni, abbrac-ciò quel giacimento come edi-tore in proprio. Fermo, comel’amico einaudiano, nel rifiuta-re dogmi e miti, coinvolgevanella sfida il filosofo Giorgio

Colli, «alieno al crocianesimo,alla filosofia americana e allapolitica». Varò i Classici conGalileo ed Eulero, una Storiadella tecnologia, saggi di mate-matica, biologia, elettronica,informatica. Spaziò dalla sto-ria scientifica alle religioniorientali: Boyle, Spinoza,Schopenhauer, Darwin, Nietz-sche, Jung, il sanscrito Upa-nishad. Di Einstein e Freud -con i leggendari i dodici volu-mi diretti da Cesare Musatti -pretese versioni rigorose, chene facessero risaltare la quali-tà letteraria.

C’erano una volta questieditori. Riservato pure in fa-miglia, l’uomo Boringhieri re-sta schivo persino nel gremitoaffresco della propria avven-tura. Più di lui, la figlia fa par-lare i documenti e i testimoni.Ma quanto rivelatori quei suoiappunti, finora segreti, su Be-ethoven e su Mahler «spiritod’acciaio»: specchio di un uo-mo che ha dialogato con i Tita-ni della scienza.

Biografia Una nuova vita del Conte,dopo le opere di Romeo e Mack Smith

Riflettori puntati sull’ar-guzia catturante del-l’inossidabile astrofisi-

ca Margherita Hack che oggialle 15,30, Arena Bookstockdel Salone, presenta «Teste To-ste», la nuova collana dell’Edi-toriale Scienza con le rispostedegli scienziati alle domande«impertinenti» dei bambini:volumetti di 96 pagine a 11,90euro l’uno, con le illustrazionidi Roberto Luciani.

Federico Taddia ha raccol-to il testimone delle loro curio-sità per girarlo a Margherita,che nel primo titolo, Perché lestelle non ci cadono in testa?,racconta alla luce delle scoper-te più recenti l'espansione del-le galassie, gli asteroidi chehanno la Terra nel mirino e lamateria invisibile che riempielo spazio siderale, così fascino-so per i piccoli indagatori delcielo.

Bersagliato dalla raffica di99 domande, l'evoluzionistaTelmo Pievani spiega al micro-fono pirotecnico e invogliante

di Taddia Perché siamo paren-ti delle galline? e magari anchedei maiali: seguendo gli intrecciche collegano tutte le forme di vi-ta, si arriva a compiere un sug-gestivo percorso tra i capisaldi ele singolarità dell’evoluzione de-lineata nelle teorie darwiniane.

Regista dell’editrice triestinaspecializzata nella divulgazioneper i ragazzi, Hélène Stavro pun-ta su argomenti scientificamen-

te sorvegliati, proposti da pennebrillanti e con disegni giocosi,imbastendo così opere che fannocatalogo come i ritratti della col-lana «Lampi di genio», firmatida Luca Novelli: Einstein,Darwin, Newton, Leonardo eGalileo si raccontano in primapersona, dall'infanzia alle pri-me intuizioni e alle scoperte cherimangono pietre miliari del pro-gresso scientifico.

Sono ormai titoli di riferi-mento, a cui si aggiungerannoUn’avventura sui vulcani diPaola Catapano e Simona Cer-rato (pp. 128, € 13,90) e Scienzada paura (pp. 96, € 10) di Ste-phen James O’Meara, le altredue novità varate al Salone.

Il primo è d'inquietante at-tualità per l'eruzione islandeseche spara ceneri in alta quota,tenendo sotto scacco l'aviotra-sporto: descrive come sono fattele «bocche da fuoco» della Ter-ra e in particolare il Vesuvio,l'Etna, lo Stromboli e gli altrivulcani italiani con il corredo diinterviste a vulcanologi, di boxi-ni-curiosità e di semplici esperi-menti fai da te.

Il secondo snocciola «spiega-zioni scientifiche per cose spa-ventose e orripilanti», con i fu-metti sulfurei di Jeremy Kaposyche illustrano virus letali per ilsistema immunitario, mummie,fantasmi, vampiri, case stregatee ufo: un inventario da brividi acui la scienza riesce perlopiù adar risposte logiche e razionali.

Cavour vistoda Armando Testa

per la pubblicitàdella Carpano

I Cavourche fecerol’Italia L

a sua forza istintiva è piùluminosa della sua intelli-genza». Così Cocteau rias-

sumeva l'arte della cantante e at-trice francese Mistinguett (Missper i fan), nata Jeanne Bourgeois(Enghien-les-Bains, 1875 - Bougi-val, 1956).

Mistinguett inizia il suo tiroci-nio al café concert Eldorado, dive-nendo vedette alle Folies-Ber-gère, al Moulin-Rouge e al Casinode Paris. Grande protagonistadella canzone e del music-hall de-gli Anni Venti, la ballerina (fu laprima artista donna ad assicura-re le sue gambe) trova nel giova-nissimo Charles Gesmar (Nancy,1900 - Parigi, 1928) il suo cantore

grafico, come il grande AlphonseMucha lo era stato molti anni pri-ma della divina Sarah Bernhardt.

Su Gesmar non si sapeva nullaprima che Angelo Luerti, con la pa-zienza di un archeologo e puntiglio-so rigore, ne ricostruisse, impresanon facile, l'iter artistico e umano(per passione, poiché di professioneè direttore finanziario di grandimultinazionali) nella biografiaCharles Gesmar 1900-1928. L'affi-chiste attitré de Mistinguett, pub-blicata a sue spese.

Il primo poster che Gesmar rea-lizza per Mistinguett (ha appena 17anni) è un capolavoro grafico dovedà già la misura della sua grandez-za nonostante la giovanissima età;

la danzatrice è seduta su un altosgabello nascosto dalla sua gonna,risolta a fasce ondulate rosse ebianche: lunghissime piume turche-si, partendo dalla sommità del cap-pellino nero, sfiorando la scarpet-ta, arrivando a toccare il nome del-la cantante posizionato in basso.

Elemento decorativo che saltasubito all'occhio nei manifesti di Ge-smar sono le turbinose cascate dipiume, disegnate con libertà pittori-ca assolutamente originale. L'arti-sta ha saputo creare un personalestile déco, vitale e brioso. Anche nelpiccolo formato, come nelle coperti-ne dei programmi di rivista, Ge-smar lascia il segno con immaginisintetiche e preziose. Ma il suo su-perbo pennello ha fissato sulla car-ta, contribuendo a renderli celebri,artisti come Chevalier, Spinelly, Ja-ne Marnac, Earl Leslie, Raimu,Barbette, Falconetti (la Giovannad'Arco di Dreyer), Jane Pierly, soloper fare alcuni nomi.

Il volume di Luerti, realizzato estampato con raffinata cura - aven-do per modello quelli di Franco Ma-ria Ricci - oltre a raccogliere tutta

l'opera grafica di Gesmar - 60 po-ster e 50 copertine (più della metàinedite), 60 costumi teatrali deglioltre 12.000 disegnati - è una minie-ra di notizie. Luerti ha fatto delleimportanti scoperte in anni di ricer-che tra Nancy e Parigi, consultan-do migliaia di documenti tra pro-grammi teatrali, quotidiani, perio-dici, cataloghi d'asta, ma anche at-tingendo notizie da teatri, bibliote-che, musei e collezionisti.

Per il suo rigore critico, il libroha avuto giudizi entusiasti da diret-tori di teatro e di musei francesi. Iposter e i disegni di Gesmar (di dif-ficile reperimento tanto sono rari)vengono battuti soprattutto alleaste. Per i poster la più importanteè Postersplease di NY, con prezziche variano dai 500 ai 10.000 dol-lari. I bozzetti di costumi vanno da300 a 3.000 euro, escludendo i pez-zi importanti.

GIORGIOBOATTI

Realizzare una biogra-fia del conte di Cavour, comeha fatto Adriano Viarengo,condirettore della Rivista Sto-rica Italiana, vuol dire affron-tare una sfida tutta in salita.Innanzitutto perché la vicen-da di Cavour obbliga più chemai a fare i conti con «una sto-ria che ne contiene molte».

La nuova biografia cavouria-na di Viarengo, edita da Saler-no, è dunque orchestrata su nu-merosi e obbligati ingredienti.Vi si mescolano grandi scenarie precisi dettagli, fortunata-mente mai nostalgici, su un vec-chio Piemonte che forse spari-sce ancora prima del giungeredel Regno d'Italia. Vi è spazioper la sobria aneddotica che pe-rò cede giustamente il passo al-la ricostruzione della dialetticadel parlamento sabaudo tra re-azionari, moderati e riformisti,mettendo a fuoco però anche imomenti cruciali dello scontro,e delle reciproche strumentaliz-zazioni, tra lo statista e le com-ponentipiù estreme. Quelle cheCavour definisce sarcastica-mente le frange dei «rivoluzio-nari disposti a fare la rivoluzio-

ne con il re». Da questa angola-zione il Cavour di Viarengo è unlibro di efficaci e variegate tona-lità: evolve dal passo attento econcentrato della prima parte- quella che segue la formazio-ne civile e politica del giovaneconte attraverso le capitalid'Europa e il suo esordio in po-litica - al ritmo ben più sinco-pato, quasi da spy story, dei ca-pitoli centrali, dove il gioco ser-rato di Cavour, tra diplomaziae azzardo rivoluzionario, di-

venta vertiginoso. Scritta benee redatta con rigore storiografi-co - si veda l'ampia bibliografiafinale -l'opera si rivolge, in pros-simità del centocinquantesimoanniversario dell'unità naziona-le, non solo agli addetti ai lavorima, abbastanza esplicitamente,al lettore comune.

Questa aspirazione non è nuo-va ma, nella pur vasta e poderosaproduzione storiografia cresciu-ta in tanti decenni attorno a Ca-vour, non si è mai realizzata. Cer-to, l'esiguo numero di lettori èscontato quando si tratta di mas-sicci testi di riferimento alle fontiarchivistiche.

Tra queste benemerite realiz-zazioni vi è l'Epistolario curatoper Zanichelli, sino alla scompar-sa nel 2005, da Carlo Pischedda:un'opera monumentale in 19 volu-mi e 31 tomi, conclusasi nel 2008.Sempre Pischedda, con Giusep-pe Talamo, ha curato tra il 1976 eil 1978 Tutti gli scritti di Camillo diCavour, usciti, in quattro volumie oltre 2000 pagine, presso il Cen-tro Studi Piemontesi. I Discorsiparlamentari, raccolti in 15 volu-mi, hanno impiegato più di qua-rant'anni, dal 1932 al 1973, per es-sere editati. Prima sotto la cura-tela di Adolfo Omodeo, autorecon Cavour e il suo tempo di unadelle più importanti biografie del-lo statista, poi di Luigi Russo e

quindi di ArmandoSaitta. Anchei Diari di Cavour, curati da Alfon-so Bogge con assoluto rigore, so-no stati editati nel 1991 dal mini-stero dei Beni culturali.

Tutti questi lavori sono rivoltial pubblico dei ricercatori, deglistorici. Ben altra ambizione ave-va la poderosa biografia a cui, la-vorandoci per decenni sino a far-ne davvero l'opera di un'intera vi-ta, si era dedicato lo storico Rosa-rio Romeo, autore dei tre volumi,e delle quasi 3000 pagine, di Ca-vour e il suo tempo pubblicato da

Laterza tra il 1969 e il 1984. Labiografia avrebbe dovuto vederela luce, sotto gli auspici della «Fa-mija Piemonteisa», in occasionedel primo centenario dell'unitàd'Italia. Inizialmente, nel 1955,viene commissionata allo storicoFranco Valsecchi che però decli-na la proposta per i troppi impe-gni. Si interpellano inutilmentegli accademici Alberto M. Ghisal-berti, Walter Maturi e perfinoRiccardo Bacchelli. Alla fine è Fe-derico Chabod a orientare la scel-

ta sul trenten-ne Rosario Ro-

meo. Romeo, nono-stante l'impressionan-

te vastità delle ricerchearchivistiche e lo spessore

dell'opera, è convinto - lo scri-verà nella prefazione - di realizza-re un libro che, oltre a rivolgersiagli studiosi, potrà «andare allaricerca dei propri lettori», indivi-duati tra gli italiani «desiderosidi prendere coscienza di se stes-si». Non sarà così. La prima par-te di Cavour e il suo tempo esce nel1969. Dunque non giunge puntua-le all'appuntamento con il cente-nario dell'unità che, nel 1961, ha ilsuo palcoscenico più rilevante

nella Torino fattasi capitale del-l’emigrazione meridionale. Unaricorrenza vissuta alla luce delboom economico, delle dinami-che sociali in corso e di un Risor-gimento presentato quale pro-cesso storico ancora in progress edi cui la Resistenza stessa, quasiun «Secondo Risorgimento»,non sarebbe stata che una tappa.Le grandi mostre torinesi del1961 enfatizzano poi la moderniz-zazione industriale e la partecipa-zione delle masse alla vita di unoStato prossimo a varare le Regio-ni: tutte cose dalle quali il liberaleRomeo, e il Cavour che vuole rie-vocare, sono assai distanti.

A cavallo del centenario han-

no invece fortuna i saggi dello sto-rico inglese Denis Mack Smith(dai ritratti di Cavour, Mazzini,Garibaldi alla Storia d’Italia, La-terza). Ricostruzioni che, secon-do lo storico nazionalista Gioac-chino Volpe, sviluppano le tesi diGobetti e Gramsci e demolisconoun certo Risorgimento, caro alledestre, che pone al centro la co-struzionedello spirito nazionale.

In quei primi Anni Sessanta,sul Risorgimento, il dibattito è vi-vace. Vi intervengono intellettua-li e politici di primo piano, inclusoTogliatti che sul Risorgimentoha avuto modo di cambiare opi-nione. Nel 1931, in polemica con«Giustizia e Libertà» aveva scrit-to che «la tradizione del Risorgi-mento vive nel fascismo... la ri-voluzione antifascista non potràessere che una rivoluzione con-tro il Risorgimento, contro lasua ideologia, contro la soluzio-ne che essa ha dato al problemadell'unità dello Stato». Dallasvolta di Salerno del 1944 in poiemerge invece la tesi del «Risor-gimento tradito» dalla borghe-sia che pure l'aveva avviato. Sfi-da dunque da completare, peropera del movimento operaio, ri-portandola sulla retta via, la

«via italiana al socialismo».Per Romeo non solo i saggi di

Mack Smith sono «sciocchi libel-li» ma, aggiunge scorato, i grandipartiti di massa sono ormai lonta-ni dalla vera tradizione risorgi-mentale. Un'opinione confutatada un vasto schieramento di sto-rici. A cominciare dal combatti-vo Ernesto Ragionieri che dà vo-ce alle tesi del Pci.

Erano tempi, quei primi AnniSessanta, in cui - anche per le ce-lebrazionidell'unità italiana - ci siscontrava apertamente. Sui librie a sulle tesi storiche. Non suglieventi o sugli appalti da metterein cantiere.

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PICCOLI LETTORI CRESCONOFERDINANDO ALBERTAZZI

Teste tostefra stelle e galline

Debutta una collana di divulgazionescientifica, con la Hack e Pievani

I TESORI DEL BIBLIOFILOSANTO ALLIGO

Al Moulin Rougecon Mistinguett

Attrice, cantante, ballerina:la prima ad assicurare le sue gambe

LONTANO E VICINOENZO BIANCHI

Il Dio Unofonte della libertà

Riflessioni sui Dieci Comandamenti:il primo «letto» da Coda e Cacciari

ALBERTO SINIGAGLIA

GIAN LUIGI BECCARIA

Il mare in un imbuto= Come si parla? Come si scrive? Quali le oscillazioniconsentite, le possibili eccezioni alla regola? Nato inparte su «Tuttolibri», debitore del titolo a Calvino, Ilmare in un imbuto è il nuovo, sapido rapporto sullalingua italiana di Gian Luigi Beccaria (Einaudi, pp. 239,€ 18). Sulle sue sorti, il professore di «Parola mia»discute con Oscar Farinetti e Luca Serianni oggi, h. 13,Sala Rossa. Sarà l’occasione per riaprire un altro suolibro, uscito negli scorsi mesi da Garzanti, Misticanze(pp. 240, € 15,50), una promenade nelle parole delgusto, nei linguaggi del cibo.

DEAGLIO E TRAVAGLIO

Mafia e Italia ad personam= Enrico Deaglio e Marco Travaglio. Dai nostri inviati nelPaese che, eufemisticamente, non va. Deaglio scrive laseconda puntata di Il raccolto rosso 1982-2010, ovvero gliesiti funesti della guerra di mafia (Il Saggiatore, pp. 379,€ 17). Travaglio compone il puzzle delle leggi Ad personam(Chiarelettere, pp. 587, € 16,90). Su «La mafia nello Stato»,Deaglio domani, h. 10,30, Sala Azzurra, con Biondo,Ingroia, Lo Bianco. Travaglio oggi, h. 19, Sala dei 500, conPeter Gomez, Katia Malavenda, Roberto Scarpinato,Barbara Spinelli. In uscita, da Chiarelettere, di Massimo FiniSenz’anima, e di Luigi De Magistris Assalto al Pm.

EUGENIO SCALFARI

Filosofia e biografia= Un nuovo capitolo dell’autobiografia intellettuale diEugenio Scalfari, fondatore di la Repubblica. Da Einaudiesce Per l’alto mare aperto (pp. 290, € 19,50), un viaggionella modernità, fra letteratura e filosofia, da Montaigne aNietzsche, agli odierni barbari (sarà presentato domani, h.17, Sala Gialla, da Ernesto Franco e Antonio Gnoli).Ad affiancare questo saggio, una biografia intellettualedel giornalista e scrittore, il suo rapporto con la politica ela cultura, la fisofia e la religione, un testimone - attorenell’Italia del secondo ‘900: Eugenio Scalfari e il suotempo, a firma Angelo Cannatà (Mimesis, pp. 331, € 18).

FRANCESCO M. CATALUCCIO

Viaggio nell’Europa ebraica= Tra letteratura e filosofia. E’ un viaggio nella culturaebraica dell’Europa centro-orientale Vado a vedere sedi là è meglio di Francesco M. Cataluccio (Sellerio, pp.409, € 15), presentato ieri al Salone. L’autore, una lungaesperienza nell’editoria (Feltrinelli, Bruno Mondadori,Bollati Boringhieri), compone un «breviariomitteleuropeo». Attraversando città e villaggi, dandovoci ad artisti, scrittori, pensatori, illustri e dimenticati.Da Varsavia, «città di gente ostinata fino all’estremosacrificio», alla Praga di Braun e Svejk, a Parigi, tra lascoperta di Grossman e il «ripudio» di Cioran.

«IL GRANDE BISOGNO»

Il mondo che toilette= Un’inchiesta nel segno di Cambronne, in giro per ilmondo. Tra escrementi e fognature, ovvero un’emergenzaambientalee sanitaria al massimo grado. Rosa Georgel’affronta nel Grandebisogno, ovvero «la nostra ca**a»(Bompiani, pp. 449, € 22, trad. di Salvatore Serù,presentazionedomani, h. 18, Sala Blu, con VirmanCusenzae Corrado Formigli). Alcuni dati su cui meditare?Due miliardi e seicento milioni di individui non dispongonodi servizi igienici, oltre un miliardo di persone bevono ognigiorno acqua inquinata, il 90% degli scarichi mondialifinisce, non filtrato, negli oceani, nei fiumi, nei laghi...

REINHOLD MESSNER

Sul Nanga Parbat= Un’impresa gloriosa e tragica, ricostruita da ReinholdMessner, alpinista princeps, in Razzo rosso sul NangaParbat (Corbaccio, pp. 306, € 18,60, una nuova edizionecon 163 fotografie, presentazione domani, h, 13, Sala dei500, con Enrico Camanni). Era il 27 giugno 1970. I fratellialtoatesini Reinhold e Günther conquistano la pareteRupal del Nanga Parbat, 4500 metri, la maggiore sullaTerra. Ma nella discesa, Günther morirà, travolto da unavalanga. Su Reinhold si allargò l’ombra del sospetto,accusato di aver sacrificato il fratello alle sue ambizioni.Quarant’anni dopo si impone la sua verità.

pp Adriano Viarengop CAVOURp Salerno Editrice, pp. 564, € 28Tra sobria aneddotica

e solida ricostruzione,Adriano Viarengoripercorre idee e azionediplomatica e politica

Il cielo di Boringhieri

L’amicizia con Balbo,la collaborazionecon Colli e Musatti,un lungo cammino da«umanista scientifico»

Segue da pag. I

Reinhold MessnerGian Luigi Beccaria

150O

Libri d’ItaliaVerso il 2011

Paolo Boringhieri con la figlia Giulia

Una nuova seriedel Mulino: ogni voltasi confrontano dueautori di diversacultura e sensibilità

L’immaginedi copertina

dell’album diAngelo Luerti

«CharlesGesmar

1900-1928.L'affichiste

attitré deMistinguett»(pp. 192, con

230 ill.).Si trova nellelibrerie Little

Nemo; Hoepli;Rizzoli a € 90.

Si puòrichiedereall’autore:

[email protected]

Tutte le illustrazioniche le dedicò il graficoGesmar: una preziosaricerca di Angelo Luertiricca di inediti

p

Tra i testi di riferimentoper gli addetti ai lavori:l’Epistolario, tuttigli scritti, i discorsiparlamentari, i diari

Nel centenario dell’Unitàfra destra e sinistraci si scontrava sui librie sulle tesi degli storici,non su eventi e appalti

Le nostre rubricheVITuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA VII

Page 7: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VII - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/06 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

Lodevole iniziativa quel-la assunta dalle edizio-ni il Mulino: far riflette-

re su «I comandamenti», aiu-tando a discernere se sonosemplici «icone del passato»oppure se ad essi ci si può rife-rire come a «principi validi inogni luogo e in ogni tempo».Interrogativo non così retori-co, in una stagione in cui iprincipi immutabili non godo-no di grande fortuna. Su cia-scuna delle undici «parole» -al tradizionale «decalogo»verrà infatti aggiunto il co-mandamento dell’amore delprossimo - un agile libretto ac-costa le riflessioni di due auto-ri di formazione culturale esensibilità diversa, così da of-frire approcci complementari

a tematiche che conservanoancora oggi tutta la loro at-tualità. E proprio l'afferma-zione iniziale del decalogo bi-blico apre la serie e dà il titoloal primo volume - Io sono ilSignore Dio tuo (pp. 162,€ 15) - affidato alla competen-za di Piero Coda e MassimoCacciari.

L’autorevole presidentedell’Associazione dei teologiitaliani percorre un itinera-rio molto lineare seguendo ildettato biblico e facendoneemergere le costanti fonda-mentali, a partire dalla rive-lazione del Nome di Dio, avve-nuta nel quadro del «patto»stipulato con il popolo di Isra-ele dopo la liberazione dallaschiavitù in Egitto. Da subitosiamo posti di fronte all'appa-rente contraddizione di unDio proprio a un popolo parti-colare che si manifesta comeunico Signore del mondo:«l’universalità di Dio e la suapresenza singolare a quelloche diventa il suo popolo si in-trecciano in modo inestricabi-le» nel nome stesso di Dio: «Iosono Colui che io sono» o, inmodo più pregnante, «Io sonoColui che è qui con e per voi».Questa comprensione del DioUno come «sorgente della li-bertà dell’uomo» si sviluppaattraverso gli scritti dell’Anti-co Testamento - dai libri stori-ci ai profeti - e trova una ma-nifestazione piena in quel-l’Abba, Padre, che Gesù hanarrato con la sua vita e ver-so il quale i suoi discepoli pos-sono rivolgersi fiduciosi. Non

a caso Coda dedicherà alcunepagine proprio alle invocazio-ni del Padre nostro, preghie-ra che immette il credente «inquella relazione di fede e amo-re cui è appesa la speranzaoperosa e perseverante dellafraternità e della giustiziatra gli uomini nella cornicedel creato».

Dal canto suo anche Cac-ciari, con il denso argomenta-re filosofico cui ci ha abituati,sottolinea l'importanza dellarivelazione del Nome comepriorità indispensabile cheprecede qualunque comanda-mento: «prima della Parolasta il Chi la pronuncia, l'Io, ilSoggetto che in essa si rive-la». È in virtù di quell’«Io So-no» che il decalogo non si ri-duce a «legge morale in noi»:«se la forza di quell'Io venissemeno ... la Legge divina per-derebbe il significato che deveassumere anche per la perfe-zione del vivere civile».

Capiamo allora perché icomandamenti iniziano conuna parola che comando nonè, ma è svelamento di chi i co-mandamenti li offre in donocome pegno di un patto di li-bertà. Anzi, e qui siamo chia-mati a risalire ancora più amonte, il racconto biblico deldono della Legge al Sinai noninizia nemmeno con il Nome,ma con l'invito «Ascolta, Isra-ele!»: solo la disposizione aldialogo, il faccia a faccia traun Io e un tu, dischiude le por-te a una legge di vita per ogni«tu» che viene all'esistenza.

UN CONVEGNO AL SALONEIlSalonepartecipaalle iniziativeper i150annidell’Unitàd’Italiacon il convegno«Cavour:unaItalia, tre Italie» (domenica16,h.17,Saladei500), coordinatodaWalterBarberis.PartecipanoPieroCraveri,SilvanoMontaldo,GillesPécoudeAdrianoViarengo,autoredellabiografiaeditadaSalernonellacollana«Profili»fondatadaLuigiFirpo,oradirettadaGiuseppeGalasso.

IL DECALOGO E L’ALTRO

Al «Decalogo»èdedicato ilnuovonumerodella rivista«Panta»(Bompiani,pp.663,€ 28).Acuradi»MassimoDonàeRaffaellaToffolo.ConinterventidiRovatti, Sini,Marramao,Vattimo,Rella,Ferraris,Girard,Zizek,Mancuso,Coda,Galimberti,Borgna.TragliautoriancheEnzoBianchi («IlDecalogo»)eMassimoCacciari («SuEnzoBianchi.Ovvero, l’incredulitàdelcredente»,osservando:«QuelladiBianchièunarigorosafedeltàallaradicalitàeallaparadossalitàdellaparolacristiana;conlasuacaricaanti-idolatrica,conil suorifiutodideclinareilCristianesimoinreligiocivilis»).EnzoBianchihapresentatoierialSalone ilsuonuovolibro:«L’altrosiamonoi»(Einaudi),unariflessionechemuovedallaquestione immigrazionenelnostroPaese, indicandoneldialogolaviadellapace.

cultura scientifica”, (...) vor-rebbe Ella dare alla mia col-lezione un volume a Sua scel-ta, che si rivolgesse a un pub-blico non di specialisti, ma dipersone colte (il pubblico,per intenderci, per cui scri-veva il Poincaré)?».

Era quanto le librerie nonoffrivano ancora. La torine-se Bocca, quella di Lombro-so e della scienza positivista,aveva sospeso l’attività nel‘36. La bolognese Zanichellinel ‘21 per prima aveva tra-dotto la Relatività speciale egenerale di «Alberto» Ein-stein pubblicando poi Castel-nuovo, Persico, Levi-Civitasulla fisica quantistica e rela-tivistica, ma seguiva la voca-zione scolastica con testi perlicei e università. La milane-se Hoepli dei manuali appro-fondiva qualche argomento

scientifico: nel ‘31 gli Elementidi psicoanalisi di EdoardoWeiss portavano la psicoanali-si in Italia. Bompiani alla pon-derosa Enciclopedia scientificamonografica italiana del XX Se-colo affiancava una collana po-polare che spaziava dalle pian-te all’oltretomba.

Da un lato enciclopedismoe tecnicismo. Dall’altro divul-gazione e banalizzazione. Nel-l’Italia fascista, che su ideali-smo e svalutazione della scien-za vedeva concordi il fiero av-versario del regime Croce e ilsuo schierato filosofo Gentile,Einaudi voleva suturare la fe-rita fra cultura tecnico-scien-tifica e cultura umanistica.Prima della Liberazioneavrebbe collezionato la folgo-rante sequenza di undici pie-tre miliari del pensiero scienti-fico: I quanti e la fisica moder-

na di De Broglie, Embriologia egenetica di Morgan, Introduzio-ne al pensiero matematico diWaismann, Il tempo e la vita diLecomte du Noüy, I riflessi con-dizionati di Pavlov, I raggi co-smici di Millikan, L’acclimata-

zione delle piante di Malejev,La conoscenza del mondo fisicodi Plank, La teoria dell’editarie-tà di Kühn, La formazione deicontinenti e degli oceani di We-gener, La lotta per l’esistenzadi D’Ancona.

Con questi gioielli la colla-na Azzurra spiccava sulle col-

lezioni einaudiane accanto aquella Viola di studi religiosi,etnologici e psicologici, cara aPavese. La collana morì conlui, perduto timoniere. La pro-duzione scientifica soffrì i sot-terranei contrasti ideologicinella direzione editoriale,esplosi con la bomba di Hiro-shima. Tutti sentivano il dove-re di svolgere un ruolo politi-co e civile, ma sull’eredità diGobetti e di Giustizia e Liber-tà (Antonicelli, Mila, Bobbio,Carlo Levi, Venturi) premevail catto-comunismo e il comu-nismo (Giolitti, Geymonat,Cantimori, De Martino, Mu-scetta, la Ginzburg) e diretta-mente il Pci, che deteneva i di-ritti delle opere di Gramscilanciate nel ‘45 da Einaudi conuna rilevante operazione eco-nomica e simbolica.

Anche ciò indusse Balbo

ad allontanarsi dal ponte di co-mando e a lasciare il testimo-ne a Boringhieri, che il 1˚ apri-le ‘57, a trentasei anni, abbrac-ciò quel giacimento come edi-tore in proprio. Fermo, comel’amico einaudiano, nel rifiuta-re dogmi e miti, coinvolgevanella sfida il filosofo Giorgio

Colli, «alieno al crocianesimo,alla filosofia americana e allapolitica». Varò i Classici conGalileo ed Eulero, una Storiadella tecnologia, saggi di mate-matica, biologia, elettronica,informatica. Spaziò dalla sto-ria scientifica alle religioniorientali: Boyle, Spinoza,Schopenhauer, Darwin, Nietz-sche, Jung, il sanscrito Upa-nishad. Di Einstein e Freud -con i leggendari i dodici volu-mi diretti da Cesare Musatti -pretese versioni rigorose, chene facessero risaltare la quali-tà letteraria.

C’erano una volta questieditori. Riservato pure in fa-miglia, l’uomo Boringhieri re-sta schivo persino nel gremitoaffresco della propria avven-tura. Più di lui, la figlia fa par-lare i documenti e i testimoni.Ma quanto rivelatori quei suoiappunti, finora segreti, su Be-ethoven e su Mahler «spiritod’acciaio»: specchio di un uo-mo che ha dialogato con i Tita-ni della scienza.

Biografia Una nuova vita del Conte,dopo le opere di Romeo e Mack Smith

Riflettori puntati sull’ar-guzia catturante del-l’inossidabile astrofisi-

ca Margherita Hack che oggialle 15,30, Arena Bookstockdel Salone, presenta «Teste To-ste», la nuova collana dell’Edi-toriale Scienza con le rispostedegli scienziati alle domande«impertinenti» dei bambini:volumetti di 96 pagine a 11,90euro l’uno, con le illustrazionidi Roberto Luciani.

Federico Taddia ha raccol-to il testimone delle loro curio-sità per girarlo a Margherita,che nel primo titolo, Perché lestelle non ci cadono in testa?,racconta alla luce delle scoper-te più recenti l'espansione del-le galassie, gli asteroidi chehanno la Terra nel mirino e lamateria invisibile che riempielo spazio siderale, così fascino-so per i piccoli indagatori delcielo.

Bersagliato dalla raffica di99 domande, l'evoluzionistaTelmo Pievani spiega al micro-fono pirotecnico e invogliante

di Taddia Perché siamo paren-ti delle galline? e magari anchedei maiali: seguendo gli intrecciche collegano tutte le forme di vi-ta, si arriva a compiere un sug-gestivo percorso tra i capisaldi ele singolarità dell’evoluzione de-lineata nelle teorie darwiniane.

Regista dell’editrice triestinaspecializzata nella divulgazioneper i ragazzi, Hélène Stavro pun-ta su argomenti scientificamen-

te sorvegliati, proposti da pennebrillanti e con disegni giocosi,imbastendo così opere che fannocatalogo come i ritratti della col-lana «Lampi di genio», firmatida Luca Novelli: Einstein,Darwin, Newton, Leonardo eGalileo si raccontano in primapersona, dall'infanzia alle pri-me intuizioni e alle scoperte cherimangono pietre miliari del pro-gresso scientifico.

Sono ormai titoli di riferi-mento, a cui si aggiungerannoUn’avventura sui vulcani diPaola Catapano e Simona Cer-rato (pp. 128, € 13,90) e Scienzada paura (pp. 96, € 10) di Ste-phen James O’Meara, le altredue novità varate al Salone.

Il primo è d'inquietante at-tualità per l'eruzione islandeseche spara ceneri in alta quota,tenendo sotto scacco l'aviotra-sporto: descrive come sono fattele «bocche da fuoco» della Ter-ra e in particolare il Vesuvio,l'Etna, lo Stromboli e gli altrivulcani italiani con il corredo diinterviste a vulcanologi, di boxi-ni-curiosità e di semplici esperi-menti fai da te.

Il secondo snocciola «spiega-zioni scientifiche per cose spa-ventose e orripilanti», con i fu-metti sulfurei di Jeremy Kaposyche illustrano virus letali per ilsistema immunitario, mummie,fantasmi, vampiri, case stregatee ufo: un inventario da brividi acui la scienza riesce perlopiù adar risposte logiche e razionali.

Cavour vistoda Armando Testa

per la pubblicitàdella Carpano

I Cavourche fecerol’Italia L

a sua forza istintiva è piùluminosa della sua intelli-genza». Così Cocteau rias-

sumeva l'arte della cantante e at-trice francese Mistinguett (Missper i fan), nata Jeanne Bourgeois(Enghien-les-Bains, 1875 - Bougi-val, 1956).

Mistinguett inizia il suo tiroci-nio al café concert Eldorado, dive-nendo vedette alle Folies-Ber-gère, al Moulin-Rouge e al Casinode Paris. Grande protagonistadella canzone e del music-hall de-gli Anni Venti, la ballerina (fu laprima artista donna ad assicura-re le sue gambe) trova nel giova-nissimo Charles Gesmar (Nancy,1900 - Parigi, 1928) il suo cantore

grafico, come il grande AlphonseMucha lo era stato molti anni pri-ma della divina Sarah Bernhardt.

Su Gesmar non si sapeva nullaprima che Angelo Luerti, con la pa-zienza di un archeologo e puntiglio-so rigore, ne ricostruisse, impresanon facile, l'iter artistico e umano(per passione, poiché di professioneè direttore finanziario di grandimultinazionali) nella biografiaCharles Gesmar 1900-1928. L'affi-chiste attitré de Mistinguett, pub-blicata a sue spese.

Il primo poster che Gesmar rea-lizza per Mistinguett (ha appena 17anni) è un capolavoro grafico dovedà già la misura della sua grandez-za nonostante la giovanissima età;

la danzatrice è seduta su un altosgabello nascosto dalla sua gonna,risolta a fasce ondulate rosse ebianche: lunghissime piume turche-si, partendo dalla sommità del cap-pellino nero, sfiorando la scarpet-ta, arrivando a toccare il nome del-la cantante posizionato in basso.

Elemento decorativo che saltasubito all'occhio nei manifesti di Ge-smar sono le turbinose cascate dipiume, disegnate con libertà pittori-ca assolutamente originale. L'arti-sta ha saputo creare un personalestile déco, vitale e brioso. Anche nelpiccolo formato, come nelle coperti-ne dei programmi di rivista, Ge-smar lascia il segno con immaginisintetiche e preziose. Ma il suo su-perbo pennello ha fissato sulla car-ta, contribuendo a renderli celebri,artisti come Chevalier, Spinelly, Ja-ne Marnac, Earl Leslie, Raimu,Barbette, Falconetti (la Giovannad'Arco di Dreyer), Jane Pierly, soloper fare alcuni nomi.

Il volume di Luerti, realizzato estampato con raffinata cura - aven-do per modello quelli di Franco Ma-ria Ricci - oltre a raccogliere tutta

l'opera grafica di Gesmar - 60 po-ster e 50 copertine (più della metàinedite), 60 costumi teatrali deglioltre 12.000 disegnati - è una minie-ra di notizie. Luerti ha fatto delleimportanti scoperte in anni di ricer-che tra Nancy e Parigi, consultan-do migliaia di documenti tra pro-grammi teatrali, quotidiani, perio-dici, cataloghi d'asta, ma anche at-tingendo notizie da teatri, bibliote-che, musei e collezionisti.

Per il suo rigore critico, il libroha avuto giudizi entusiasti da diret-tori di teatro e di musei francesi. Iposter e i disegni di Gesmar (di dif-ficile reperimento tanto sono rari)vengono battuti soprattutto alleaste. Per i poster la più importanteè Postersplease di NY, con prezziche variano dai 500 ai 10.000 dol-lari. I bozzetti di costumi vanno da300 a 3.000 euro, escludendo i pez-zi importanti.

GIORGIOBOATTI

Realizzare una biogra-fia del conte di Cavour, comeha fatto Adriano Viarengo,condirettore della Rivista Sto-rica Italiana, vuol dire affron-tare una sfida tutta in salita.Innanzitutto perché la vicen-da di Cavour obbliga più chemai a fare i conti con «una sto-ria che ne contiene molte».

La nuova biografia cavouria-na di Viarengo, edita da Saler-no, è dunque orchestrata su nu-merosi e obbligati ingredienti.Vi si mescolano grandi scenarie precisi dettagli, fortunata-mente mai nostalgici, su un vec-chio Piemonte che forse spari-sce ancora prima del giungeredel Regno d'Italia. Vi è spazioper la sobria aneddotica che pe-rò cede giustamente il passo al-la ricostruzione della dialetticadel parlamento sabaudo tra re-azionari, moderati e riformisti,mettendo a fuoco però anche imomenti cruciali dello scontro,e delle reciproche strumentaliz-zazioni, tra lo statista e le com-ponentipiù estreme. Quelle cheCavour definisce sarcastica-mente le frange dei «rivoluzio-nari disposti a fare la rivoluzio-

ne con il re». Da questa angola-zione il Cavour di Viarengo è unlibro di efficaci e variegate tona-lità: evolve dal passo attento econcentrato della prima parte- quella che segue la formazio-ne civile e politica del giovaneconte attraverso le capitalid'Europa e il suo esordio in po-litica - al ritmo ben più sinco-pato, quasi da spy story, dei ca-pitoli centrali, dove il gioco ser-rato di Cavour, tra diplomaziae azzardo rivoluzionario, di-

venta vertiginoso. Scritta benee redatta con rigore storiografi-co - si veda l'ampia bibliografiafinale -l'opera si rivolge, in pros-simità del centocinquantesimoanniversario dell'unità naziona-le, non solo agli addetti ai lavorima, abbastanza esplicitamente,al lettore comune.

Questa aspirazione non è nuo-va ma, nella pur vasta e poderosaproduzione storiografia cresciu-ta in tanti decenni attorno a Ca-vour, non si è mai realizzata. Cer-to, l'esiguo numero di lettori èscontato quando si tratta di mas-sicci testi di riferimento alle fontiarchivistiche.

Tra queste benemerite realiz-zazioni vi è l'Epistolario curatoper Zanichelli, sino alla scompar-sa nel 2005, da Carlo Pischedda:un'opera monumentale in 19 volu-mi e 31 tomi, conclusasi nel 2008.Sempre Pischedda, con Giusep-pe Talamo, ha curato tra il 1976 eil 1978 Tutti gli scritti di Camillo diCavour, usciti, in quattro volumie oltre 2000 pagine, presso il Cen-tro Studi Piemontesi. I Discorsiparlamentari, raccolti in 15 volu-mi, hanno impiegato più di qua-rant'anni, dal 1932 al 1973, per es-sere editati. Prima sotto la cura-tela di Adolfo Omodeo, autorecon Cavour e il suo tempo di unadelle più importanti biografie del-lo statista, poi di Luigi Russo e

quindi di ArmandoSaitta. Anchei Diari di Cavour, curati da Alfon-so Bogge con assoluto rigore, so-no stati editati nel 1991 dal mini-stero dei Beni culturali.

Tutti questi lavori sono rivoltial pubblico dei ricercatori, deglistorici. Ben altra ambizione ave-va la poderosa biografia a cui, la-vorandoci per decenni sino a far-ne davvero l'opera di un'intera vi-ta, si era dedicato lo storico Rosa-rio Romeo, autore dei tre volumi,e delle quasi 3000 pagine, di Ca-vour e il suo tempo pubblicato da

Laterza tra il 1969 e il 1984. Labiografia avrebbe dovuto vederela luce, sotto gli auspici della «Fa-mija Piemonteisa», in occasionedel primo centenario dell'unitàd'Italia. Inizialmente, nel 1955,viene commissionata allo storicoFranco Valsecchi che però decli-na la proposta per i troppi impe-gni. Si interpellano inutilmentegli accademici Alberto M. Ghisal-berti, Walter Maturi e perfinoRiccardo Bacchelli. Alla fine è Fe-derico Chabod a orientare la scel-

ta sul trenten-ne Rosario Ro-

meo. Romeo, nono-stante l'impressionan-

te vastità delle ricerchearchivistiche e lo spessore

dell'opera, è convinto - lo scri-verà nella prefazione - di realizza-re un libro che, oltre a rivolgersiagli studiosi, potrà «andare allaricerca dei propri lettori», indivi-duati tra gli italiani «desiderosidi prendere coscienza di se stes-si». Non sarà così. La prima par-te di Cavour e il suo tempo esce nel1969. Dunque non giunge puntua-le all'appuntamento con il cente-nario dell'unità che, nel 1961, ha ilsuo palcoscenico più rilevante

nella Torino fattasi capitale del-l’emigrazione meridionale. Unaricorrenza vissuta alla luce delboom economico, delle dinami-che sociali in corso e di un Risor-gimento presentato quale pro-cesso storico ancora in progress edi cui la Resistenza stessa, quasiun «Secondo Risorgimento»,non sarebbe stata che una tappa.Le grandi mostre torinesi del1961 enfatizzano poi la moderniz-zazione industriale e la partecipa-zione delle masse alla vita di unoStato prossimo a varare le Regio-ni: tutte cose dalle quali il liberaleRomeo, e il Cavour che vuole rie-vocare, sono assai distanti.

A cavallo del centenario han-

no invece fortuna i saggi dello sto-rico inglese Denis Mack Smith(dai ritratti di Cavour, Mazzini,Garibaldi alla Storia d’Italia, La-terza). Ricostruzioni che, secon-do lo storico nazionalista Gioac-chino Volpe, sviluppano le tesi diGobetti e Gramsci e demolisconoun certo Risorgimento, caro alledestre, che pone al centro la co-struzionedello spirito nazionale.

In quei primi Anni Sessanta,sul Risorgimento, il dibattito è vi-vace. Vi intervengono intellettua-li e politici di primo piano, inclusoTogliatti che sul Risorgimentoha avuto modo di cambiare opi-nione. Nel 1931, in polemica con«Giustizia e Libertà» aveva scrit-to che «la tradizione del Risorgi-mento vive nel fascismo... la ri-voluzione antifascista non potràessere che una rivoluzione con-tro il Risorgimento, contro lasua ideologia, contro la soluzio-ne che essa ha dato al problemadell'unità dello Stato». Dallasvolta di Salerno del 1944 in poiemerge invece la tesi del «Risor-gimento tradito» dalla borghe-sia che pure l'aveva avviato. Sfi-da dunque da completare, peropera del movimento operaio, ri-portandola sulla retta via, la

«via italiana al socialismo».Per Romeo non solo i saggi di

Mack Smith sono «sciocchi libel-li» ma, aggiunge scorato, i grandipartiti di massa sono ormai lonta-ni dalla vera tradizione risorgi-mentale. Un'opinione confutatada un vasto schieramento di sto-rici. A cominciare dal combatti-vo Ernesto Ragionieri che dà vo-ce alle tesi del Pci.

Erano tempi, quei primi AnniSessanta, in cui - anche per le ce-lebrazionidell'unità italiana - ci siscontrava apertamente. Sui librie a sulle tesi storiche. Non suglieventi o sugli appalti da metterein cantiere.

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PICCOLI LETTORI CRESCONOFERDINANDO ALBERTAZZI

Teste tostefra stelle e galline

Debutta una collana di divulgazionescientifica, con la Hack e Pievani

I TESORI DEL BIBLIOFILOSANTO ALLIGO

Al Moulin Rougecon Mistinguett

Attrice, cantante, ballerina:la prima ad assicurare le sue gambe

LONTANO E VICINOENZO BIANCHI

Il Dio Unofonte della libertà

Riflessioni sui Dieci Comandamenti:il primo «letto» da Coda e Cacciari

ALBERTO SINIGAGLIA

GIAN LUIGI BECCARIA

Il mare in un imbuto= Come si parla? Come si scrive? Quali le oscillazioniconsentite, le possibili eccezioni alla regola? Nato inparte su «Tuttolibri», debitore del titolo a Calvino, Ilmare in un imbuto è il nuovo, sapido rapporto sullalingua italiana di Gian Luigi Beccaria (Einaudi, pp. 239,€ 18). Sulle sue sorti, il professore di «Parola mia»discute con Oscar Farinetti e Luca Serianni oggi, h. 13,Sala Rossa. Sarà l’occasione per riaprire un altro suolibro, uscito negli scorsi mesi da Garzanti, Misticanze(pp. 240, € 15,50), una promenade nelle parole delgusto, nei linguaggi del cibo.

DEAGLIO E TRAVAGLIO

Mafia e Italia ad personam= Enrico Deaglio e Marco Travaglio. Dai nostri inviati nelPaese che, eufemisticamente, non va. Deaglio scrive laseconda puntata di Il raccolto rosso 1982-2010, ovvero gliesiti funesti della guerra di mafia (Il Saggiatore, pp. 379,€ 17). Travaglio compone il puzzle delle leggi Ad personam(Chiarelettere, pp. 587, € 16,90). Su «La mafia nello Stato»,Deaglio domani, h. 10,30, Sala Azzurra, con Biondo,Ingroia, Lo Bianco. Travaglio oggi, h. 19, Sala dei 500, conPeter Gomez, Katia Malavenda, Roberto Scarpinato,Barbara Spinelli. In uscita, da Chiarelettere, di Massimo FiniSenz’anima, e di Luigi De Magistris Assalto al Pm.

EUGENIO SCALFARI

Filosofia e biografia= Un nuovo capitolo dell’autobiografia intellettuale diEugenio Scalfari, fondatore di la Repubblica. Da Einaudiesce Per l’alto mare aperto (pp. 290, € 19,50), un viaggionella modernità, fra letteratura e filosofia, da Montaigne aNietzsche, agli odierni barbari (sarà presentato domani, h.17, Sala Gialla, da Ernesto Franco e Antonio Gnoli).Ad affiancare questo saggio, una biografia intellettualedel giornalista e scrittore, il suo rapporto con la politica ela cultura, la fisofia e la religione, un testimone - attorenell’Italia del secondo ‘900: Eugenio Scalfari e il suotempo, a firma Angelo Cannatà (Mimesis, pp. 331, € 18).

FRANCESCO M. CATALUCCIO

Viaggio nell’Europa ebraica= Tra letteratura e filosofia. E’ un viaggio nella culturaebraica dell’Europa centro-orientale Vado a vedere sedi là è meglio di Francesco M. Cataluccio (Sellerio, pp.409, € 15), presentato ieri al Salone. L’autore, una lungaesperienza nell’editoria (Feltrinelli, Bruno Mondadori,Bollati Boringhieri), compone un «breviariomitteleuropeo». Attraversando città e villaggi, dandovoci ad artisti, scrittori, pensatori, illustri e dimenticati.Da Varsavia, «città di gente ostinata fino all’estremosacrificio», alla Praga di Braun e Svejk, a Parigi, tra lascoperta di Grossman e il «ripudio» di Cioran.

«IL GRANDE BISOGNO»

Il mondo che toilette= Un’inchiesta nel segno di Cambronne, in giro per ilmondo. Tra escrementi e fognature, ovvero un’emergenzaambientalee sanitaria al massimo grado. Rosa Georgel’affronta nel Grandebisogno, ovvero «la nostra ca**a»(Bompiani, pp. 449, € 22, trad. di Salvatore Serù,presentazionedomani, h. 18, Sala Blu, con VirmanCusenzae Corrado Formigli). Alcuni dati su cui meditare?Due miliardi e seicento milioni di individui non dispongonodi servizi igienici, oltre un miliardo di persone bevono ognigiorno acqua inquinata, il 90% degli scarichi mondialifinisce, non filtrato, negli oceani, nei fiumi, nei laghi...

REINHOLD MESSNER

Sul Nanga Parbat= Un’impresa gloriosa e tragica, ricostruita da ReinholdMessner, alpinista princeps, in Razzo rosso sul NangaParbat (Corbaccio, pp. 306, € 18,60, una nuova edizionecon 163 fotografie, presentazione domani, h, 13, Sala dei500, con Enrico Camanni). Era il 27 giugno 1970. I fratellialtoatesini Reinhold e Günther conquistano la pareteRupal del Nanga Parbat, 4500 metri, la maggiore sullaTerra. Ma nella discesa, Günther morirà, travolto da unavalanga. Su Reinhold si allargò l’ombra del sospetto,accusato di aver sacrificato il fratello alle sue ambizioni.Quarant’anni dopo si impone la sua verità.

pp Adriano Viarengop CAVOURp Salerno Editrice, pp. 564, € 28Tra sobria aneddotica

e solida ricostruzione,Adriano Viarengoripercorre idee e azionediplomatica e politica

Il cielo di Boringhieri

L’amicizia con Balbo,la collaborazionecon Colli e Musatti,un lungo cammino da«umanista scientifico»

Segue da pag. I

Reinhold MessnerGian Luigi Beccaria

150O

Libri d’ItaliaVerso il 2011

Paolo Boringhieri con la figlia Giulia

Una nuova seriedel Mulino: ogni voltasi confrontano dueautori di diversacultura e sensibilità

L’immaginedi copertina

dell’album diAngelo Luerti

«CharlesGesmar

1900-1928.L'affichiste

attitré deMistinguett»(pp. 192, con

230 ill.).Si trova nellelibrerie Little

Nemo; Hoepli;Rizzoli a € 90.

Si puòrichiedereall’autore:

[email protected]

Tutte le illustrazioniche le dedicò il graficoGesmar: una preziosaricerca di Angelo Luertiricca di inediti

p

Tra i testi di riferimentoper gli addetti ai lavori:l’Epistolario, tuttigli scritti, i discorsiparlamentari, i diari

Nel centenario dell’Unitàfra destra e sinistraci si scontrava sui librie sulle tesi degli storici,non su eventi e appalti

Le nostre rubricheVITuttolibri

SABATO 15 MAGGIO 2010LA STAMPA VII

Page 8: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - VIII - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/DUMMY [DUMMYNZ] - Autore: NADMAI - Ora di stampa: 14/05/10 20.23

SABATO 15 MAGGIO 2010 LA STAMPA VIII

Page 9: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IX - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/09 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.40

LUIGILA SPINA

A l l ’ a p p a r e n z a ,un’analisi, dotta e pacata,sui rapporti tra Stato eChiesa, soprattutto negli ul-timi due secoli. In realtà, ungrido d’allarme, preoccupa-to e appassionato, sui rischi,per la civile convivenza tralaici e cattolici, del fonda-mentale spostamento opera-to da Benedetto XVI nel ma-gistero ecclesiale: dal bino-mio «verità-fede» alla coin-cidenza «verità-ragione».

Questo «travestimento»del più recente libro di Gu-stavo Zagrebelsky potrebbefreudianamente scoprire ilmotivo che ha spinto l’auto-re a intitolare il volumeprendendo a prestito unaimmagine di Thomas Mann.

Il grande romanziere tede-sco scriveva che religione epolitica si sono abituate, lun-go i secoli, a «scambiarsi laveste», combattendosi o al-leandosi, per indossarel’una i panni dell’altra.

Il costituzionalista tori-nese mette subito in luceperché tra la Chiesa cattoli-ca e lo Stato, almeno quellolaico e democratico, il con-trasto sia, in linea di princi-pio, insuperabile. La prete-sa universalistica di questareligione propone inevita-bilmente la sua dottrina mo-rale a tutti gli uomini, nonsolo ai fedeli. Ecco perchéla Chiesa cattolica non sipuò rassegnare a vivere inuno Stato pluralista, garan-te della libera convivenzadi tutte le fedi. Il contestorelativista, contrassegnoidentitario della democra-zia liberale, dovrebbe impli-

care, infatti, la sua rinunciaalla predicazione di una veri-tà assoluta.

Di fronte a questa antino-mia teorica, la Chiesa ha cer-cato, dalla metà dell’Ottocen-to, una strada che riconosces-se, nei fatti, il pluralismo, mache non la costringesse a rin-negare quella pretesa di uni-versalità del suo messaggio.

Zagrebelsky individua tretappe fondamentali di questotentativo: la prima corrispon-de all’offerta della religionecattolica nella veste di «dot-trina sociale». La svolta com-piuta da Leone XIII, nell’ulti-mo periodo del XIX secolo, so-prattutto con l’enciclica Re-rum novarum. La seconda,con il Concilio vaticano del

1962-1965, punta a una conce-zione religiosa fondata sulladifesa della dignità dell’esi-stenza umana. La terza, quel-la individuata dall’attualepontefice, declina la predica-zione cattolica come religio-ne civile, àncora di salvezzadelle democrazie in autode-composizione.

E’ proprio su quest’ultima«veste», per richiamare il tito-lo del libro, che si appuntanole preoccupazioni dell’autore.Se la verità proclamata dalmessaggio cattolico non sifonda sulla fede, ma sulla ra-gione, patrimonio di tutti gliuomini, credenti e non cre-denti, non sono più ammessilimiti, contraddizioni, eccezio-ni all’adesione universale nei

confronti di questa religionee dei suoi precetti. «Il rappor-to col mondo di una simile au-torappresentazione dellaChiesa - scrive Zagrebelsky -difficilmente può concepirsiin termini amichevoli: si trat-ta di essere conquistati o diconquistare... è la riproposi-zione, in forma intellettualisti-ca, del tradizionale principio:extra Ecclesiam nulla salus,con tutta la sua portata d’in-tolleranza e la naturale ten-denza della religione a farsireligione di Stato».

Possono sembrare timorieccessivi quelli di Zagrebel-sky, in un clima di consolida-ta secolarizzazione. Ma l’expresidente della Corte Costi-

tuzionale ravvisa proprio nel-l’indifferenza, impronta tipi-ca delle nostre democrazie li-berali, «la condizione in cuitutto può avvenire e anche iprogetti più arrischiati posso-no avere chances di successo,se non perché suscitano ade-sione, almeno perché non su-scitano reazioni».

L’intenzione profonda delcostituzionalista, con questeparole, è «svelata»: lanciareuna scossa perché il mondolaico avverta il rischio di unarottura di quell’armistizio traChiesa e Stato indispensabileperché un conflitto, teorica-mente ineliminabile, trovi lapossibilità di una collabora-zione, nel segno della saggez-za intellettuale e della com-passione umana. Si tratta diun appello alla «ragione pub-blica», come la chiama Zagre-belsky, quello spazio demo-cratico che non confini la reli-gione nel campo delle convin-zioni da esprimere solo in pri-vato. Ma, pur ammettendolanella fondazione della societàcivile, neghi a qualsiasi conce-zione particolare la pretesadi possedere una verità asso-luta, tale da imporla a tutti.

FEDERICOVERCELLONE

La parola verità - dicui si è discusso ieri al Salonedel libro in un incontro orga-nizzato da L’indice (n.d.r.) - èdavvero straordinaria. E' innome della verità che nasco-no dispute, si creano conflitti,si giudica e addirittura simette a morte oppure ci si di-scolpa e ci si perdona. La veri-tà, anche la più riposta, ha lapotenza dell'evidenza. Quan-do (finalmente) affiora, essadirime ogni disputa, s'impo-ne come la ragione superiorea ogni argomento unilatera-le, come il vincolo che non sipuò sospendere.

Ciò nonostante la verità èda lungo tempo sotto tiro. Pervari decenni essa ha subito at-tacchi formidabili nell'ambitodella cultura filosofica e politi-ca. La parola «verità» è stataidentificata con «autorità».Nell'ambito della cultura liber-taria, a partire dagli Anni Set-tanta del secolo scorso, gli at-teggiamenti antiautoritari sisono accompagnati a un fortesospetto nei confronti della no-zione di verità. Le gerarchiecattoliche hanno poi compre-so la supposta scomparsa del-la verità, inserendola nell'am-bito del più generale processodi secolarizzazione, come «ni-chilismo», «relativismo» ecc.

Sul fronte opposto, ma daquesto punto di vista quasi insintonia con la Chiesa cattolica,un intellettuale laico come Gu-stavo Zagrebelsky ha scritto pa-gine di grande rilievo contro l'«etica della verità», accoglien-do per molti versi anch'egli, siapure con intenzioni ben diverse,l'idea che la verità, in senso for-te, è subordinata all'autorità (re-ligiosa) e, in quanto tale, è unconcetto dogmatico.

In realtà la verità è una com-ponente essenziale della demo-crazia. Molto acutamente ce loricorda Franca D'Agostini nelsuo ultimo libro, La verità avve-lenata, avvertendo che la crisidella verità non riguarda solo lacultura e il costume, ma anchela politica. La situazione italia-na di oggi lo testimonia egregia-mente. Lo scontro politico si èfatto sempre più cruento ma in

fondo ben pochi si chiedono chiabbia ragione. La verità non è inquestione. Essa si è dissolta co-me neve al sole e in suo luogo siè insediata la volontà di potenzaper cui, nella gazzarra generale,

nessuno ha ragione (nichili-smo), e chi pensa male «ci azzec-ca sempre». Oppure: hanno tut-ti ragione e dunque nuovamen-te nessuno (trivialismo).

Di ovvietà in ovvietà si puòancora sentir dire che, col deca-dere delle ideologie, finisce pervincere chi comunica meglio epiù efficacemente. E tutto que-

sto, naturalmente, deprime ulte-riormente tutti quanti vorreb-bero ancora sperare che a go-vernare siano i più competenti.In questo modo si avvelena lascena e si produce una progres-siva sfiducia nella politica e nel-la sfera pubblica. Si manifestacosì il «pozzo avvelenato dellaverità» che tutto inquina. An-che se un filo di speranza resta:infatti ci si richiama pur sem-pre a quanto viene universal-mente e palesemente negato.

Si può individuare una tera-pia per la verità avvelenata?Esiste ed è molto antica: si chia-ma «dialettica». L'Atene degliinizi del IV secolo a.C. si trovòin una situazione per certi versianaloga alla nostra, dilaniatadalla lotta politica e dai discorsisuadenti e ingannatori di retorie sofisti. E proprio allora si av-vertì l'esigenza di far sorgere

una «buona» scienza della me-diazione: la dialettica, l'arte diargomentare correttamenteche unisce le capacità di persua-dere della retorica all'intenzio-ne di parlare fondatamente se-condo la verità.

Se vogliamo la verità e argo-mentiamo correttamente ci ri-sulta evidente che il nostro fineè l'accordo prodotto dall'argo-mentazione intorno al bene co-mune e cioè intorno alla verità(e non la gazzarra provocata adarte). E non è (solo) una questio-ne di stile. Forma e contenutosono qui indissolubili. Chi benargomenta - e il libro ci fornisceeccellenti regole e indicazioni inquesta direzione - è in grado diindividuare una verità che ècondivisibile da tutti, che emer-ge anche intuitivamente dall'ar-gomentazione. Ancora una vol-ta la verità è il bene.

Zagrebelsky Con Benedetto XVI la Chiesatenta nuovamente di farsi religione di Stato

Chi avvelenail pozzodella verità?

IL DINOSAURO DI P. DORFLES

C’era una voltala cultura= La crisi della cultura non èsolo uno dei tanti aspetti dellacrisi più generale in cui si dibatteil nostro paese; ne è la causa.Questa è la tesi, tanto semplicequanto esplosiva, che PieroDorfles sviluppa in un lucido evibrante pamphletprovocatoriamente intitolato Ilritorno del dinosauro(Garzanti, pp. 210, € 18,60, chel’autore presenta domani alSalone, h. 18, Arena Bookstock,con Stefano Salis, ndr)Del greve animale preistorico,che credevamo estinto da tantimilioni di anni e che invecesembra sopravvivere evoluto inqualche agile specie di uccello,l'autore fa con civetterial'immagine di se stesso in quantoportatore e propugnatore divalori obsoleti ma irrinunciabili einsieme, con sapienza polemica,l'ultima incarnazione di queltestimone disincantato -dall'ingenuo urone di Voltaire aMarcovaldo e a ChanceGiardiniere - che si rivela capacedi far esplodere le aporie dellarealtà circostante.Vediamo così, di capitolo incapitolo, questo dinosauromuoversi disgustato tra imeandri della politica,dell'economia, della scuola, dellastampa, dell'impresa esoprattutto, per direttaquarantennale conoscenza,della Tv. Dovunque, declinati invarie forme e sempre più radicatie diffusi, trova che imperanoindifferenza e conformismo eun'assuefazione al degrado che,priva come ormai è di sussultietici e di soccorsi culturali,appare sempre più irrimediabile.Non è un dinosauro misoneista,anzi. Ama il progresso, neapprezza gli agi e i vantaggi enon rinuncerebbe a nessunadelle sue conquiste. Solo non sicapacita che ad esse l'uomo, chedovrebbe esserne il beneficiario,si sia totalmente asservito e sirifiuta di accettare che glistrumenti tecnologici da mezzosi siano trasformati in fine,l'intelligenza cognitiva sia stataoffuscata da quella emotiva e alprogresso materiale del paeseabbia corrisposto un degradoculturale che non potrà cheportarlo al collasso. Per essere unreperto preistorico, rivela unafreschezza, una verve e unapoliedricità di interessi e di saperiche sono la miglior prova diquanto la conoscenza delpassato sia il presupposto dellacomprensione del presente. CitaAltan e Gary Larson comeJakobson e Guy Debord,polemizza con Baricco, prendespunto da Paperino e dalleflatulenze di uno scoiattolo dellapubblicità, rubrica sottolapidarie etichettecomportamenti individuali comela «noia variegata» dello zappingcompulsivo e fenomenosocio-politici come quello dei«succedanei operosi» checominciano col sopperire allecarenze o alle assenze diun'istituzione o di un organo efiniscono di fatto persoppiantarli.Soprattutto non è un dinosaurobarbogio. E' capace, come luistesso confessa, «di robusteindignazioni, ma vive passionitemperate» e, anche di fronte atanto sfacelo, non si lasciaprendere dallo sconforto. Daquel conoscitore della storia delmondo che è, sa che l'individuoha bisogno di tempo permetabolizzare le conquiste dellasua specie e aspetta conottimismo una palingenesiculturale che ritiene non solopossibile, ma ineluttabile.

Giovanni Bogliolo

Parola a rischio Come garantire nelconfronto pubblico i buoni argomenti

pp Gustavo Zagrebelskyp SCAMBIARSI LA VESTE. Stato

e Chiesa al governo dell’uomo.p Laterza, pp.147,€ 16p L’autore dialogherà sui temi af-

frontati nel libro con Rosy Bindi,autrice di Quel che è di Cesareoggi al Salone di Torino, h. 12,Sala Gialla. Introduce GiuseppeLaterza, coordina Ezio Mauro

Pamphlet

pp Franca D'Agostinip VERITÀ AVVELENATA

Buoni e cattivi argomentinel dibattito pubblicop Bollati Boringhierip pp. 257, € 15

«Scambiarsi la veste»:la storia di duesecoli di rapporti,un contrasto in lineadi principio insuperabile

Contribuisca la religionealla fondazionedella società civile,non pretenda di imporrea tutti il suo credo

Ma la ragioneè un bene comune

«Educazionedella Vergine»

di Georges deLa Tour: unaillustrazione

da «Il libro deisimboli

cristianinell’arte» (Ed.

MessaggeroPadova, pp.

256, € 20).Un agile

dizionarioiconografico,da agnello a

croce, dapalma a trono,

da cuore asepolcro: per

ogni vocele «visioni»

degli artisti neisecoli

L’alternativa alla rissa èla dialettica: un saggiodi Franca D’Agostinipropone la scienzadella «mediazione»

Franca D’Agostini

Saggi al Salone di Torino TuttolibriSABATO 15 MAGGIO 2010

LA STAMPA IX

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Page 10: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - X - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/10 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.41

Cotto emangiato

PARODIA. VALLARDI

Saggistica TascabiliNarrativaitaliana

27

4

Narrativastraniera Varia Ragazzi

5

3030

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Nel mareci sonoi coccodrilliGEDABALDINI CASTOLDI DALAI

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALLA SOCIETÀ NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 900 LIBRERIE.SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 2 ALL’8 MAGGIO.

Il nipotedel Negus

CAMILLERISELLERIO

7

59

30

32

1. Io sono Dio 16FALETTI 11,90 BALDINI CASTOLDI DALAI

2. Ricordati di guardare la luna 16SPARKS 13,00 SPERLING & KUPFER

3. È una vita che ti aspetto 16VOLO 9,00 MONDADORI

4. Il piccolo principe 13SAINT-EXUPÉRY 7,50 BOMPIANI

5. L’ombra del vento 11RUIZ ZÁFON 13,00 MONDADORI

6. Il giorno in più 11VOLO 12,00 MONDADORI

7. Un posto nel mondo 11VOLO 12,00 MONDADORI

8. Di mamma ce n’è una sola 10AUTORI VARI 16,00 EINAUDI

9. Esco a fare due passi 10VOLO 9,00 MONDADORI

10. Il cacciatore di aquiloni 10HOSSEINI 12,00 PIEMME

100

8Hanno tuttiragione

SORRENTINOFELTRINELLI

Donnaalla finestra

DUNNEGUANDA

Una vocetante voci

GALLIALACRÁN

10Il libro delleanime

COOPERNORD

1. Il palazzo della mezzanotte 100RUIZ ZAFÓN 19,00 MONDADORI

2. Caino 32SARAMAGO 15,00 FELTRINELLI

3. Donna alla finestra 30DUNNE 16,50 GUANDA

4. Il libro delle anime 29COOPER 19,60 NORD

5. Prima di morire addio 22VARGAS 16,50 EINAUDI

6. Due 19NÉMIROVSKY 18,50 ADELPHI

7. L’eleganza del riccio 17BARBERY 18,00 E/O

8. Dicembre è un mese crudele 17GEORGE 19,60 LONGANESI

9. La principessa di ghiaccio 15LÄCKBERG 18,50 MARSILIO

10. L’ultima canzone 14SPARKS 20,00 FRASSINELLI

Ancora a proposito di me-moria, e di India. Men-tre qui al Salone di Tori-

no celebriamo entrambe, Sal-man Rushdie si è messo preven-tivamente al sicuro vendendo lesue carte alla Emory Universi-ty di Atlanta. L'archivio Ru-shdie è aperto al pubblico, men-tre non si sa che fine farà quellodi un altro grande (forse anco-ra più grande): Raja Rao, checon Narayan e Anand appar-tenne alla prima generazionedi scrittori indiani in lingua in-glese ad imporsi internazional-mente. Per semplificare: ungandhiano, un grande stilista.

In italiano si trova soltantoil suo primo romanzo Kantha-pura, il più famoso è The Ser-pent and the Rope, ha vintopremi, avuto amici illustri (Mi-losz, Foster, Romain Rolland),è stato più volte candidato alNobel, ha insegnato a Austinnel Texas dai primi anni Ses-santa: è morto nel 2006, novan-tasettenne. E l'università dove

insegnava ha subito sfrattato lesue carte.

Adesso la vedova Susan (laterza moglie, molto più giovane,sua ex studentessa) ha dovutovendere la casa dove Raja Raoha abitato per decenni. Il suo ar-chivio, che include romanzi inedi-ti e preziosa corrispondenza, è ho-meless. Nessuna biblioteca pub-

blica, nessuna università si è of-ferta di ospitare il patrimonio let-terario di un grande - estraneoperò, anche in vita, per suo rigorespirituale, al jet set editoriale.

E l'India, la sua memoria?Qualche giornale indiano sollevala questione, per ora invano.

Mr Murthy di Bangalore è untycoon del software e dell'out-sourcing: anche per descriverlo èindispensabile usare quella lin-gua inglese che lui stesso conside-ra motore del progresso economi-co del suo paese, e la globalizza-zione è la sua fortuna. Ora, mira-bile contrappasso, ha stanziatol'enorme cifra di 5,2 milioni didollari per serbar memoria delpatrimonio letterario multilin-gue indiano. Uscirà una collanadi classici: ma in Tamil, Kanna-da, Oriya, Telogu, Punjabi, Ur-du, Gujarati, Bangla. Testi nellelingue regionali, e a fronte la tra-duzione in quell'inglese che ne mi-naccia la sopravvivenza. Saràl'America (Harvard) a restituireall'India la sua memoria.

1. Cotto e mangiato 59PARODI 14,90 A. VALLARDI

2. Unavocetantevoci 33GALLI 17,00 ALACRÁN

3. E’ facile smettere di fumare... 12CARR 10,00 EWI

4. The secret 10BYRNE 18,60 MACRO

5. Fate i bravi! (0-3 anni) 9RIZZI 17,00 RIZZOLI

6. Dizionariobilingueitaliano-cane... 7MARCHESINI; CUVALIER 13,90 SONDA

7. Testa di capo 7SUTTON 16,00 RIZZOLI

8. Per una mammamolto speciale 7BROWN 6,50 EDICART

9. Dizionario bilingue italiano-gatto... 6CUVALIER 12,90 SONDA

10. Mamma. Pensieri, parole... 6---- 8,90 FOOD

1. Viaggio nel tempo 3 23STILTON 23,50 PIEMME

2. Il ladrodi fulmini 11RIORDAN 17,00 MONDADORI

3. L’incontro. L’album della... 8---- 18,00 GIUNTI JUNIOR

4. Il diario di una schiappa III 5KINNEY 12,00 IL CASTORO

5. Una sorpresa meravigliosa 5---- 14,50 SPERLING & KUPFER

6. Nel regno della fantasia 5STILTON 23,50 PIEMME

7. Terzo viaggio nel regno... 4STILTON 23,50 PIEMME

8. Diario di una schiappa I 4KINNEY 12,00 IL CASTORO

9. Il diario segreto di Patty 4---- 16,50 SPERLING & KUPFER

10. Quinto viaggio nel regno... 4STILTON 23,50 PIEMME

I PRIMI DIECI INDAGINE NIELSEN BOOKSCAN

Sul filo di lana, praticamente appaiati: nel nostrocampione di librerie Camilleri supera Zafón perun soffio, entrambi, raro evento, nella proiezione

statistica totalizzano 100 punti con un valore in copievendute di 10 mila. La novità della settimana, che si èchiusa con la festa della mamma, è il romanzo d’esordiodi Massimo Gramellini: il viaggio di rianimazione di unmaschio alla deriva, una cura spirituale alle Terme, do-ve l’Io e il Noi si incontrano e il massaggio diventa mes-saggio, un labirinto dei sentimenti in cui l’amato posti-no del cuore offre il filo d’Arianna: «per diventare liberofuori, dovrai prima imparare a esserlo dentro». «Abbia-

mo il nostro Coelho» avrebbe detto la Littizzetto a Fa-zio: il che, proferito da Lucianina, potrebbe sembrareuna presa per il lato B del Walter. E invece è un’intuizio-ne da marketing. Sempre di anime si occupa l’altro in-gresso tra i primi, il sequel della Biblioteca dei morti diGlenn Cooper: ma con tutt’altro intento, pura evasione,thriller fantastorico, tra Medioevo e fine del mondo, No-stradamus e FBI, con il solito marchingegno del libroscrigno di una verità che mai dovrebbe essere svelata:come se da noi qualcuno mettesse nel frullatore Eco eGiacobbo, in stile Faletti. Ma come sempre qui si prendeatto di quel che piace ai lettori. Quelli che fanno i grandi

numeri e vengono bersagliati, tra sarcasmo e invidia, intitoli come Lettera aperta al milione di cretini chehanno comprato la solitudine dei numeri primi (fir-mato Francesca Grandi e Guia D., Edizioni Mi-e) o Vo-levo essere Moccia di Alberto Bracci Testasecca (La le-pre). Quelli che in questi giorni affollano il Salone del li-bro e varcano la soglia di una libreria quasi solo per ri-chiedere il già noto: magari lì al Lingotto si accorgonoche non ci sono soltanto i libri «da classifica», che vale lapena cercare e scoprire altrove. Ad esempio Al paesedei libri di Paul Collins in uscita da Adelphi, imperdibi-le per chi vive di carta ben scritta e ben stampata.

AI PUNTILUCIANO GENTA

Massaggioper cuori

alla deriva

Vogliono incuriosire, batte-re strade le più diverse,provare ad «aggiungere»

l’insolito alla editoria nostrana.Forse un po’ anche stupire, parten-do con un titolo inaspettato, datele premesse: in realtà Di sana e ro-busta Costituzione, l’intervistadi Carlo Alberto Dalla Chiesa (ni-pote del generale assassinato) aScalfaro e a Caselli (domani alLingotto), oltre che necessaria, tut-to è, eccetto che scontata.

Un’occhiata al primo menuper meglio capire dove davvero vo-gliono andare i tre protagonistiunder 40 di Add (acronimo di: An-drea Agnelli, ultimo erede ma-schio con il nome della dinastiaFiat; Michele Dalai, figlio di Ales-sandro editore storico «allenato»a suo tempo da un maestro comedel Buono; Davide Dileo, in arte ilcelebre Boosta dei Subsonica). Edove Add, «un buon verbo, untransitive verb» racchiude il pro-getto della nuova sigla che è natae vivrà a Torino «perché se a Ro-ma dominano le piccole e a Milano

le major, questa è la patria della edi-toria di qualità...».

Blog satirico in arrivo nonché te-sti subito in ebook, «la nostra parti-colarità sono i «libri intervista» do-ve le due voci possono essere reali ouno sdoppiamento dell’autore comein Ballando sull’acqua, l’anomalaautobiografia del geniale GuillermoMariotto con il suo alter ego Jesus

De la Cruz - tiene a sottolineare Mi-chele Dalai, direttore editoriale del-la sigla neonata che mantiene lostesso ruolo nella casa madre -. For-mula antica e nuova, perché noi noncerchiamo la rottura, ma vogliamousare i libri per comunicare».

Così in Un calcio alla speranzaGoffredo De Pascale e il nigerianoKalas, 19 anni, ripercorreranno lafuga di quest’ultimo verso una liber-tà che in Italia sta per coinciderecon la ripresa del suo sogno di cal-ciatore. Racconteranno la loro sto-ria in La legge del cane anche JakeLa Furia e Gué Pequeno, nom deplume dei due rapper milanesi dei«Club Dogo», mentre un «classico»sarà Mal d’America, la sceneggia-tura scritta da Pratolini e Fernan-do Birri nei Sessanta e mai diventa-ta film, della rivolta anarchica, nel1877, dei contadini beneventani.

In sostanza «varia» non fictionall’americana, cucinata da Dalaicon l’apporto della sterminata areadi conoscenze nonché «di idee» deglialtri due «compari». Allora: fatecidivertire...

L’ultima rigadelle favole

GRAMELLINILONGANESI

100

6 29

3Caino

SARAMAGOFELTRINELLI

1. Il nipote del Negus 100CAMILLERI 13,00 SELLERIO

2. L’ultima riga delle favole 30GRAMELLINI 16,60 LONGANESI

3. Nel mare ci sono i coccodrilli 30GEDA 16,00 BALDINI CASTOLDI DALAI

4. Hanno tutti ragione 27SORRENTINO 18,00 FELTRINELLI

5. Il tempo che vorrei 25VOLO 18,00 MONDADORI

6. Le perfezioni provvisorie 24CAROFIGLIO 14,00 SELLERIO

7. Il peso della farfalla 14DE LUCA 7,50 FELTRINELLI

8. Bianca come il latte... 14D’AVENIA 19,00 MONDADORI

9. Mutandine di chiffon 13FRUTTERO 18,50 MONDADORI

10. La mamma del sole 10VITALI 18,60 GARZANTI

CHE LIBRO FA...IN INDIA

GIOVANNA ZUCCONI

Raja Rao:chi vuole

l’archivio?

1. Ulisse era un fico 16DE CRESCENZO 16,00 MONDADORI

2. Così in terra, come in cielo 13GALLO 17,00 MONDADORI

3. La parolacontro la camorra.ConDVD 13SAVIANO 19,50 EINAUDI

4. Ipazia. Vita e sogni... 12PETTA; COLAVITO 22,00 LA LEPRE

5. Scambiarsi la veste 11ZAGREBELSKY 16,00 LATERZA

6. Terroni. Tuttoquelloche ... 11APRILE 17,50 PIEMME

7. Per l’alto mare aperto 10SCALFARI 19,50 EINAUDI

8. Templari. Dov’è il tesoro? 10GIACOBBO 17,50 MONDADORI

9. Storia dellamiagente 9NESI 14,00 BOMPIANI

10. La vita autentica 8MANCUSO 13,50 CORTINA

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PROSSIMAMENTE

MIRELLA APPIOTTI

Nuova Adddi robusta

Costituzione

Classifiche TuttolibriSABATO 15 MAGGIO 2010

LA STAMPAX

Il palazzodellamezzanotteRUIZ ZAFÓNMONDADORI

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Page 11: Tuttolibri n. 1714 (15-05-2010)

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - XI - 15/05/10 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/11 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 14/05/10 19.41

f

WILLIAM SHAKESPEARE

Tutto il teatroGarzanti, pp.LXII-328 , € 40,80

«Shakespeare, tutto, e inparticolare quello storico,il “Riccardo II”. Lo incontrainell’adolescenza, è unautore cardinale nella miaformazione»

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PIER PAOLO PASOLINI

Scritti corsariGarzanti, pp. 255, € 11,50

«Mi venne un colpo quandolo lessi, penso che oggiandrebbero riletti. Come“Un paese senza” diArbasino: ha detto tutto»

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STENDHAL

La Certosa di ParmaEinaudi, pp. XXIV-484 € 12,50

«Tutto Stendhal, inparticolare “La Certosa”.E’un libro che mi hacostruita. Tra gli italiani,i prediletti sono Bandelloe Machiavelli»

Da Garzanti alla casa che fu di Gide e Proust,da Flammarion alla Rcs, al crocevia tracreazione letteraria, nascita e commercio dei libri

GABRIELLABOSCO

Prudente, direi pru-dentissima nell'instaurare ildialogo, visto il momento delica-to e strategico che si trova a vi-vere, ma franca, sicura, folgo-rante: Teresa Cremisi, presi-dente e direttore generale delgruppo Flammarion da cinqueanni, ora chiamata a coprire lavicedirezione anche di Rcs Li-bri. Pare che in Gallimard, doveha lavorato per sedici anni co-me numero due della maison,braccio destro di Antoine, lachiamassero «il Primo Mini-stro». Nel mondo editoriale, incui agisce da decenni e ormaicon un potere che travalica i

confini geografici, è temuta e ri-spettata, come si addice a un'autorità. Un'autorità però co-struita pezzo a pezzo, nessunprecedente in famiglia, una vo-cazione tutta personale.

Nell'ufficio dove l'aspettoqualche minuto - finestre suPlace de l'Odéon in faccia al tea-tro oltre al quale si allargano igiardini del Luxembourg - arri-va su tacchi alti portati con pi-glio deciso. L'espressione èquella di una donna di caratte-re, abituata a gestire le situazio-ni. Io cerco un bandolo per sro-tolare la conversazione e lo tro-vo facendo il nome di GiorgioCalcagno, il mio maestro gior-nalisticamente parlando: sape-vo che Teresa Cremisi, in un re-moto passato, aveva collabora-to con lui. Il ricordo di quei tem-pi le addolcisce lo sguardo. Dal-la scrivania presidenziale vienea sedersi a un tavolo accanto al-la finestra, e il diario di letturapuò cominciare.

Nata ad Alessandria d'Egit-to da un padre di origine italia-na, uomo d'affari, e una madre

metà spagnola metà anglo-in-diana, scultrice, che avevanoscelto il francese come linguad'espressione, Teresa avevadieci anni quando nel 1956 Nas-ser nazionalizzò Suez e gli stra-nieri vennero espulsi, dopo es-sere stati spogliati dei loro beni.La famiglia, esule, andò a starea Milano.

Di quegli anni, sicuramentedifficili, Teresa Cremisi nonama parlare. Il racconto comin-cia da quando cominciano lescelte in prima persona.

Quando nasce in lei - le chie-do, per risalire alle origini diuna grande carriera - il desi-derio di vivere tra i libri?

«Avevo sedici, diciassette anni,facevo ancora il liceo. Scrissi atutti gli editori importanti, lette-re sicuramente maldestre. Vo-levo entrare in quel mondo,benché non sapessi nulla delmestiere. Mi risposero tutti.Ma proposte concrete furonoin due a farmele, Rizzoli e Gar-zanti. Accettai quella di Garzan-ti che mi assumeva come lessi-cografa, perché lavorassi a undizionario bilingue italiano-francese. Gli amici mi dicevanochissà che noia. Io invece mi so-no divertita tantissimo. La ri-cerca di tipo quasi poliziescosulle parole servì tra l'altro a fis-sare profondamente le due lin-gue che già praticavo. E intantocapivo che avevo avuto una giu-

sta intuizione: il lavoro editorialesi situa al punto d'incontro tra lacreazione letteraria, artistica, lanascita del libro e il suo commer-cio, è il centro di vero tramite.Era stato quello ad attrarmi, unlavoro che mi corrisponde».

Che lettrice era all'epoca, qua-li sono stati gli autori dellasua formazione?

«Shakespeare, tutto, e in par-ticolare quello storico, il Ric-cardo II. E poi Stendhal, inparticolare La certosa di Par-ma, un libro che mi ha costrui-ta. Tra gli italiani, Bandello eMachiavelli».

In Garzanti, dove rimase poi

per vent'anni, la giovanissimalessicografa fece uno a unogli scalini che conducevano al-la direzione editoriale. Era laGarzanti di Livio, e di PieroGelli. I titoli che le piace ricor-dare?

«Gli Scritti corsari di Pasolini,mi venne un colpo quando lolessi, penso che oggi andrebbe-ro riletti. Un paese senza, un li-bro in cui Arbasino ha detto tut-to. E poi Danubio di Magris,straordinario».

Al 1989 risale il grande salto,da Milano a Parigi. Racconta-no (anche qui non lei, ma lecronache) che l'incontro con

Antoine Gallimard avvenne auna serata danzante durantela Fiera di Francoforte. TeresaCremisi, che intanto era di-ventata madre di due gemelli(oggi uno è avvocato, l'altro -fisico - studia le nanoparticel-le), saltò sull'occasione. Il ca-talogo Gallimard è uno deipiù belli al mondo.

«Ogni casa editrice ha dei geniche vanno rispettati. Il catalogoli rispecchia. Quando si decidedi fare un libro bisogna tenerconto della storia, delle caratte-ristiche del catalogo, il libro de-ve corrispondere».

Che cosa la entusiasma di più

nel lavoro che fa?«Trovare autori, saper scovarelibri che contano è certo impor-tante, però è solo uno degliaspetti del lavoro editoriale,che comprende tanti mestieri.La parte di cui mi occupo io ri-guarda la gestione umana, è di-rezione d'impresa. Un lavoro disquadra, il cui andamento di-pende dalle qualità di uomini edonne che la compongono. Bi-sogna avere idee, molte dellequali muoiono subito, altremuoiono poi, alcune emergo-no, sono quelle buone. Idee chedevono sentire l'aria del tem-po, l'ambiente, ed esprimerli:accompagnando i creatori eprecedendo di un po' il gustodel pubblico. Un mestiere in-somma in cui si deve saper es-sere umili. E tener conto cheogni decisione si porta dietroun modello economico».

In Gallimard è noto che hastretto amicizie importanti,ha lavorato fianco a fiancocon Kundera, Quignard, Mo-diano, Sollers.

«Sì, gli incarichi possono cam-biare, gli amici restano. Philip-pe Sollers ha pubblicato adessoun libro che mi è molto piaciu-to, Discours parfait, una vera mi-niera. I geni di Gallimard sonoletterari. Qui in Flammarion in-vece ci sono geni forti dal latodel sapere. È una casa editricenata nel 1876, animata dalle illu-sioni tipiche dell'Ottocento, lafiducia nelle scienze, nel pro-gresso, nella cultura per tutti,che non ha al centro la ricercaletteraria, bensì ciò che può ser-

vire all'honnête homme, senzapretese elitiste».

Che linea ha tenuto in questicinque anni?

«Non una, una quantità: si puòspaziare dal Nobel alla manua-listica, ma cercando il megliodi ognuno e soprattutto pun-tando alla chiarezza. Abbiamocercato di reiniettare nuovi ti-toli, abbiamo anche rifatto lecopertine, ma sempre senzastravolgere il carattere delleedizioni. C’è un catalogo, c'èun nucleo, fatto di scienza, sto-ria, filosofia. Cerchiamo disfruttarlo al massimo e parten-do di lì, di inventare».

Una sua creatura?«Una piccola collana che mi dàmolte soddisfazioni, s'intitolaCafé Voltaire. L'abbiamo chia-mata così perché i locali in cuisiamo erano sede del celebreluogo di ritrovo. Testi di gran-de qualità che commissiono. Laricetta? Un'idea forte e attuale,

una penna, un soggetto scritto.Il best seller è Les religionsmeurtrières di Elie Barnavi, unodei primi. Un'altra riuscita è lacollana in collaborazione conLe Monde, quella dei "libri chehanno cambiato il mondo", do-vevamo fare venti titoli siamogià a trentacinque. Prima ab-biamo fatto i grandi testi dellafilosofia, anche quelli da ventisono diventati trentotto. Poi èentusiasmante acquisire catalo-ghi: noi abbiamo Casterman adesempio, di grandi autori illu-stratori. In Francia il fumetto èmolto importante, pubblichia-mo da Pratt a Tintin e cerchia-mo nuovi autori sia per ragazziche per adulti. Nel settore deitascabili, dove è storica la colla-na dei classici, i bellissimi Gar-nier-Flammarion, abbiamo rin-novato “Champs”, che è moltoforte, scienze umane. E abbia-mo ripreso “J'ai lu”, che famass market, va dai libri prati-que, ad esempio Je ne sais pasmaigrir che ha venduto un mi-lione e ottocentomila copie, a ti-toli molto ambiziosi, come Lanuit sexuelle di Pascal Quignardo Les disparus di Daniel Mendel-sohn (che ha avuto il Médicis).

Per l'autunno avremo il nuovoHouellebecq, che torna al ro-manzo, un libro che sarà impor-tante, lo sto aspettando con im-pazienza. E pubblichiamoYasmina Reza, Catherine Mil-let: insomma, cominciamo adavere autori di grande peso».

Come si accinge ora ad af-frontare una realtà editorialediversa?

«Trasferirò in Italia la mia espe-rienza, ma adattandola al conte-sto. L'editoria è quanto di piùradicato ci sia in una lingua,pensare di trasferire di là rego-le che hanno funzionato di quasarebbe sbagliatissimo. Rico-mincerò con il lavoro di squa-dra. Collaborerò con personeche conosco, come ElisabettaSgarbi o Paolo Zaninoni. Saròfelice di ritrovare editori indi-pendenti come Calasso o Demi-chelis, miei amici da molto tem-po. E poi farò l'imprenditrice,come faccio in Francia».

Un settore su cui punterà?«I tascabili, hanno potenzialitàenormi».

I PREFERITI

Nella sua formazioneShakespeare e Stendhal,nel catalogo GarzantiPasolini, Arbasinoe il «Danubio» di Magris

Da Gallimard è stata«il Primo Ministro»,tra gli autori amiciKundera, Quignard,Modiano, Sollers

“E la vita cambiòdanzandocon Gallimard”

In Francia attendeimpaziente il nuovoHouellebecq, in Italiafarà lavoro di squadrae punterà sui tascabili

«Garzanti mi assunsecome lessicografa,gli amici mi dicevanochissà che noia. Invecemi divertii tantissimo»

Diario di lettura TuttolibriSABATO 15 MAGGIO 2010

LA STAMPA XI

La vita Teresa Cremisi (qui sopra in una foto Flammarion/Arnaud Février) ènata ad Alessandria d’Egitto nel 1944. Nel 1956 Nasser nazionalizzò Suez e glistranieri vennero espulsi. La sua famiglia, esule, andò a stare a Milano.Dopo la laurea in lingue e letterature straniere alla Bocconi, ha lavoratonell’editoria da Garzanti, per vent’anni. Nel 1989 si trasferì a Parigi, daGallimard : vi è rimasta per sedici anni come numero due della maison, bracciodestro di Antoine, soprannominata «il Primo Ministro». Da cinque anni ricoprele cariche di presidente e direttore generale del gruppo Flammarion.E’ stata ora chiamata ad assumere anche la vicedirezione del gruppo Rcs Libri.

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Teresa Cremisi

La

sig

nora

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edito

ria