racoon numero 2 dell' anno scolastico 2010-2011

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Periodico dell Istituto Marco Casagrande di Pieve di Soligo Anno 8 Numero 2 Febbraio 2011 INFORMAZIONE CULTURA CURIOSITA Carnevale 150 anni d unita d Italia i nostri concorsi i Lavoratori Socialmente Utili nella nostra scuola Julian Assange lo sguardo dei giovani tra attualità e tradizione

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Primo numero del Periodico di informazione, cultura e curiosità dell’I.S.I.S.S “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo Anno 8, numero 2, Febbraio 2011 www.isisspieve.it/racoon

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Page 1: Racoon numero 2 dell' Anno Scolastico 2010-2011

Periodico dell’Istituto “ Marco Casagrande ” di Pieve di SoligoAnno 8 Numero 2 Febbraio 2011

INFORMAZIONE CULTURA CURIOSITA’

Carnevale

150 anni d’unita d’Italia i nostri concorsi

i Lavoratori Socialmente Utili nella nostra scuola

Julian Assange lo sguardo dei giovani

tra attualità e tradizione

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1. Le frasi vanno consegnate entro il 28 febbraio in Biblioteca alla sign.ra Luana. 2. Esse dovranno essere accompagnate da nome, cognome, classe.3. La misura richiesta è quella di un’unica frase, evitando lo slogan e fermandosi al punto.4. Si valuterà la capacità di sintetizzare in breve spazio un pensiero complesso e originale.5. La giuria sarà composta da ex- allievi.6. La premiazione avverrà a maggio nel corso di una serata piena di sorprese!

ALLA RICERCA DELLA GIOVANE ITALIA

Gli adulti partono spesso dal pregiudizio che i ragazzi di oggi siano disamorati e indifferenti nei confronti del paese in cui vivono, che lo sentano come un’ entità estranea e lontana. Che non abbiano nulla da dire su una cosa per loro astratta e priva di significato autentico. Una cosa per soli adulti. Le cose stanno proprio così? Non ne siamo certi.Forse vale invece la pena di domandare prima ai diretti interessati cosa veramente pensano e sentono riguardo l’Italia, approfittando di questo 150° compleanno di cui tanti parlano..Quale occasione più ghiotta che mettere assieme tutto quello che i ragazzi del Casagrande dicono, in assoluta libertà, anche se entro il limite ristretto di un giro di frase? Alla fine avremo un’immagine non virtuale e improbabile ma fondata sulle autentiche parole dei diretti interessati. Naturalmente ci può stare di tutto, nel bene e nel male. L’importante è che ognuno, prima di prendere la penna in mano, mediti e rifletta.

II° Concorso Matteo StefaniUn post-it per l’italiaQuest’anno l’Italia compie 150 anni. Una bella età! Potrebbe essere l’occasione per dire cosa ci pare di questa vecchia signora.Lo si può fare scrivendo un post-it composto di un’unica frase , un concentrato di ciò che pancia, testa e cuore suggeriscono. Ogni frase potrà partecipare alla seconda edizione del Concorso Matteo Stefani.

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editoriale

Marta Amistani

Non è semplice veder improvvisamente sconvolta la propria vita,

quando una persona se ne va.

Non è semplice riprendersi, ma fa parte del percorso di ognuno.

Anche per noi ragazzi della redazione c’è stato un ribaltamento delle nostre aspettative:

abbiamo scelto di mettere in primo piano gli ultimi avvenimenti e di rifletterci,

salutando a nostro modo questo ragazzo che ha segnato molte vite.

E’ nostro desiderio che voi lettori apprezziate anche il possibile contrasto che possono

portare gli articoli che seguono: un esempio è quello sul Carnevale.

Siamo orgogliosi quindi di presentarvi questo secondo numero, un’edizione un po’

curiosa, che senza che se lo aspettasse ritrae due emisferi opposti.

La morte, ma soprattutto

… la vita.

“né mi stupirei che Euripidedicesse la verità, là dove si chiede:chi sa mai se vivere è moriree morire è vivere? “

“ e davvero può darsi che noi, in realtà, siamo morti!Come ho già sentito dire anche dai filosofi: noi, attualmente, siamo mortie nostra tomba [sèma] è il nostro corpo [sòma] e quella parte dell’animanella quale hanno sede le passioni, per sua natura si lascia trascinare,e in su e in giù si lascia sospingere. ”

Buona lettura!

PLATONE, Gorgia, Universale Laterza, 1971, par. XLVII

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sommario geo...tagghiamoci!

CAPOREDATTORE: Marta AmistaniREDATTORI: Simone Lucca, Andrea Merotto, Elisa Foltran, Camilla Bortolini, Teresa Manighetti, Guido Donato, Giuliana Barus, Chiara Rebeschini, Alessandro Venier, Marta Amistani LAYOUT: Marta Amistani, Gianluca Spironelli, Tomma-so Fedullo, Marco Contessotto, Alessandro Venier, Sabrina Chiesurin, Giulia Collet, Marzia Signorotto, Beatrice MazzuccoSITO INTERNET: Marco ContessottoCOORDINATORE: Prof. Mattarollo Giuseppina

chiuso in redazione il 22 febbraio 2011 - www.isisspieve.it/racoon

per le stupende foto delle maschere di Carnevale.

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Con il Patrocinio del Comune di Pieve di Soligo www.comune.pievedisoligo.tv.it

Francesco Schenardi

Le proteste universitarie

LSU, i volontari nella nostra scuola

“Con il tempo maturano anche le giuggiole”

Il solito,grazie!

Editoriale

Fotonews

La rubrica dei Rappresentanti

Libri

Film

Dott. Cuorinfranti

Ipse Dixit

Giochi

Storie

Le stelle stanno a guardare

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il saluto da parte di Racoon

cosa fa paura alla mafia?

una mattinata tra gioventù e autorità

...cosa fa la politica?

continua il nostro percorso!

questione Wikileaks

chi sono, e cosa fanno per noi?

il rapporto tra giovani e tecnologia

Don Ciotti

La Cerimonia di Consegna dei Diplomi

La Riforma scolastica

Julian Assange

35630323334353638

le nostre rubriche

italia (7)egitto (1)

australia (1)

Dí che ti piace prima di tutti i tuoi amici.

pag.

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Un ringraziamento particolare va al Sig. Ivano Maso

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Un ringraziamento speciale va rivolto ad Angy Moro che, pur non essendo alunna del Marco Casagrande, ha lavorato più di tutti e con grandissima passione e intelli-genza perché la festa venisse bene. Già dal momento in cui s’è presentata all’interno del gruppo avevamo capito che di�cilmente avremo potuto fare a meno della sua dedizione, della sua esperienza e del suo carisma.

A questo punto uso lo spazio per dare una notizia che i festaioli della nostra scuola adoreranno: il comitato organizzatore del Christmas Party si sta muovendo per organizzare una festa di Carnevale con la stessa formula della festa di Natale.Ne parleremo più approfonditamente nella prossima assemblea, quindi nel frattempo non iniziate a chieder-mi dove, quando, quanto costeranno le prevendite, se ve ne posso dare o tenere da parte qualcuna.

Come ultima cosa voglio sottolineare che, grazie all’intervento di Davide Bardin ora nei bagni dei ragazzi si può trovare di nuovo il sapone che da mesi era assen-te ingiusti�cato, per la gioia dei germi e di certi zozzoni. Sapone che però è stato rimosso a tempo di record a causa di alcuni maleducati che si divertono ad intasare i bagni e a giocare a calcio saponato nei servizi (quello fatelo in classe). Forse nella nostra scuola esiste veramente una lobby di zozzoni anti igiene che si diver-tono ad avere le mani lerce; altrimenti come si spiega il fatto che già il giorno dopo il personale ATA abbia dovuto rimuovere le suppellettili nei bagni.

Mentre per quanto riguarda la mancata erogazione del resto da parte delle macchinette sappiate che il preside e la segreteria si stanno muovendo per risolvere la questione.Ora il mio spazio è esaurito, ma non la voglia di comuni-care con voi: se avete idee o problemi non lesinate a contattarci, anche nei momenti meno opportuni, a meno che non stia giocando a calcio saponato (scherzo ovviamente: potete disturbarmi anche durante quel frangente) .Grazie a tutti, buonanotte e buona fortuna.

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Ben trovati! Sono Benedetta Parodi e benvenuti nella mia cucina!!!Scherzi a parte, anche in questo secondo numero mi è stato dato uno spazio per comunicare con voi, popolo del Casagrande. Un popolo unito sotto il ba�o �ero dello scultore che dà il nome alla nostra scuola e mette la faccia nei comunicati facendoci fare, molto spesso, fatica a leggere ciò che le nostre circolari riportano.Inizio l’articolo con un’errata corrige: nel numero prece-dente sono stati riportati i nomi dei ragazzi che sono usciti con il punteggio massimo all’esame di maturità lo scorso anno. Leggendo con attenzione notavo con grande stupore e, devo dire, anche rammarico che mancava il nome più importante -senza togliere nulla a nessuno ovviamente-, cioè quello di Tommaso Comellato.

Subito ho scritto alla redattrice per avere delucidazioni su tale errore e lei mi ha risposto prontamente che si trattava di una svista. La redazione, infatti, non intendeva pubbli-care la lista di coloro che erano usciti con cento centesimi ma quella dei ragazzi che hanno ricevuto la borsa di studio e la ritireranno il 29 gennaio, sbagliando però la didascalia. La redattrice e la redazione si scusano e chiedono perdono per il peccato commesso, ed espieran-no le loro colpe sopportando la visione forzata -altrimenti, chi lo farebbe?- dei programmi di Barbara D’Urso.

Scherzi a parte -ancora- come avrebbero potuto dimenti-care uno studente che ogni anno è uscito con la media dell’otto virgola qualcosa? Che per un anno ha collaborato a�anco ai rappresentanti per organizzare la GDA per poi decidere di candidarsi alle elezioni, vincendole per due anni di �la, dedicando anima e corpo alla causa, trascuran-do un sacco di impegni e di uscite con gli amici, passando le sere alzato �no a tardi per stendere un progetto o un comunicato? Ovviamente sarebbe stato impossibile: Tommaso Comellato è il Marco Casagrande. Tommaso è un esempio ed essere come lui è un traguardo a cui ognuno di noi dovremo ambire.

Detto questo volevo cogliere l’occasione per parlarvi della festa di Natale. È stato veramente un successo su tutti i fronti, e non lo dico perché sono rappresentante.Personalmente devo dire di essermi divertito tantissimo, e ho visto molta gente che era dello stesso umore. Moltissi-ma gente mi ha anche fatto personalmente i complimenti per l’evento e spingeva perché ne facessimo un’altra a capodanno, cosa che per motivi di tempistica purtroppo non è potuta avvenire. I complimenti vanno ovviamente girati a tutti i componenti del gruppo organizzativo che con fare creativo e pragmatico sono riusciti a portare a casa il risultato, nonostante anche il grande problema della location che è venuta meno pochi giorni prima della festa e ci ha costretto a dirottarla all’Athabaska.

Notizie, aggiornamenti, riflessioni... di chi ci rappresenta

Mirko Eric Santini

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L'ex rais egizianoIL CAIRO, 16 FEB - L'ex rais egiziano ha rifiutato quattro offerte giunte da diversi capi di stato arabi disposti ad accoglierlo, e ha insistito di volere morire in Egitto. Lo hanno detto fonti vicine all'ex presidente al quotidiano Masri El Yum. Mubarak è a Sharm assistito dal figlio maggiore. L'ex rais aveva intenzione di scrivere le sue memorie, ma ha deciso di dettarle per non affaticarsi. Le memorie potrebbero contenere rivelazioni sugli ultimi 5 anni della sua permanenza al potere.

(ANSA)

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Il giornalino è nato per far conoscere,informare e rendere partecipi tutte le persone degli eventi che riguardano direttamente o indirettamente la vita della scuola. Eventi che però alcune volte, interessandoci direttamente, possono farci soffrire. E' per questo motivo che con immenso dolore studenti, docenti, personale ATA informano che Francesco Schenardi, studente del liceo M. Casagrande, dal giorno 25 gennaio 2011 non frequenterà più questo Istituto in seguito ad una prematura scomparsa. L'Istituto si sente vicino alla famiglia e partecipe del grande dolore che li ha colpiti.Di seguito inseriamo poche righe e qualche riflessione, per salutarlo a nostro modo, per lasciare una traccia indelebile del sentimento degli amici di Francesco, e per esaudire la loro necessità di dire quanto affetto e profonda amicizia li legasse a questo straordinario ragazzo.

Angelo non riesco a salutarti per l'ultima volta.Per fortuna ci sei sempre vicino.Volevo dirti che l'inter ha vinto ed è in semifinale!.tranquillo ti aggiorno ogni volta.Da lassù guarda un po come va..ok?

Tante riflessioni, tanti perchè, tante domande di fronte alla vita, alla morte, al tempo che passa e che segna anche di tanto incomprensibile dolore la vita della persone. Mi chiedo come possa una giovane vita spegnersi. E mi chiedo: chi mi ha generato? Dio? Oppure una sforza suprema? Il caso? Certo dall'amore di due innamorati siamo stati generati, dalla potenza dell'amore, e dall'amore nasce amore e si genera amore.E poi …succede che una persona che ami perde la possibilità di amarti, di essere felice perchè il cuore non batte più, il dolore, lo smarrimento sono immensi e ci si chiede dove sei, dove è finita la persona che amo... sicuramente nei cuori delle persone, e tante volte quando soffro mi piace pensare così.

"Pizza patatine, salamino, porchetta e salamino" "Salamino l'ha già detto" "Allora anche con porchetta"

la tua classe

sei un grande,unico e indimenticabile nn ci hai lasciati ci proteggi da lassu ... proteggi tutti noi un bacio schei nn ti dimenticherò mai ci ritroveremo prima o poi e faremo ogni giorno feston promesso!! TI VOGLIO BENE vecchio ...

Credo, di aver trovato solo ora il coraggio di scrivere in quel che era la tua bacheca. Schei, ricorderò tutto, come se lo stessi ancora vivendo, ricorderò le cavolate, le risate insieme, le avventure, e tutto quello che ci lega.Troverò la forza per acettare quello che è successo, ma nel frattempo, tu non lasciarmi mai. Ciao campione

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...E mi mancheranno gli sguardi increduli delle cameriere quando ordinavi una pizza patatine porchetta salamino e salsiccia, mi mancheranno le tue sei palline di gelato giornaliere, i tuoi cinquanta euro spesi per uno zippo, mi mancherà vederti incazzato perché hai giocato male o perché hai perso una partita, mi mancherà giocare con te, aiutarti a fare i compiti di algebra e sentirsi dire dopo neanche mezza equazione “vabbè per oggi ho fatto abbastanza esercizi facciamo basta”, mi mancherà litigare con te per la finestra, mi mancherà vederti correre dietro a un pallone, che per te era tutta la tua vita, mi mancherà andare a casa Schenardi e avere una paura assurda che tuo papà tornasse a casa perché ti dimenticavi sempre di dirgli che ci avrebbe ospitato, mi mancherà passare l’estate con te a non fare niente in giro per Parè, mi mancherà dirti che sei un tamarro che va in piazza con le wesc..

Se mi ami non piangere!Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sentoin questi orizzonti senza fine,e in questa luce che tutto investe e penetra,tu non piangeresti se mi ami.Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.Mi è rimasto l’affetto per te:una tenerezza che non ho mai conosciuto.Sono felice di averti incontrato nel tempo,anche se tutto era allora così fugace e limitato.Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,è gioia pura e senza tramonto.Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,tu pensami così!Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,pensa a questa meravigliosa casa,dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.Non piangere più, se veramente mi ami!

Padre G. Perico – Sant’Agostino

"Pizza patatine, salamino, porchetta e salamino" "Salamino l'ha già detto" "Allora anche con porchetta"

Pirletto:)Guarda di non battere tutti a bigliardo lassù! Fà il bravo..e piano con le ragazze ;) RUBACUORI.E ricorda i miei consigli...

piccolo SCHEI

Domani ti aspetto sempre là all'atrio geometri in quel del casagrande, vedi di non farti scroccare un altra volta la merenda da quel ciccione di spina. Ciao Fra

Ehi Campione,come va lassù? bene immagino,qui invece va tutto storto...Hai visto ieri quanta gente c'era? non sei contento? significa che loro, noi ti vogliamo bene....Ci mancherai...ma sappiamo che questo è solamente un arrivederci... :) Stammi bene,Campione.

Se mi ami non piangere

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Don Luigi Ciotti si è fermato il 16 ottobre al Care-ni in occasione del 25° anno di attività dell'Asso-ciazione Fabrizio Viezzer che si dedica alle perso-ne disabili principalmente offrendo loro alloggio e aiutandoli ad inserirsi in un lavoro. Ad ascoltarlo, quel sabato mattina, si sono reca-te anche le classi terze e quarte del nostro Istitu-to. I messaggi che ci ha voluto lanciare Don Ciotti sono stati provocatori e, per chi li sa cogliere, stimolanti. Il suo invito è stato quello di non pro-vare sentimenti di pietà nei confronti delle perso-ne considerate svantaggiate, poiché indica supe-riorità. Ha affermato che il vero handicap della nostra società è l'indifferenza e l'egoismo.

Inoltre ha denunciato un impoverimento culturale, una mancanza di profondità e una presenza di noti-zie “di seconda mano”mentre è la cultura che risve-glia le coscienze. Don Luigi conosce bene le persone abbandonate e da molti ritenute deboli: dedica infatti la sua vita a loro. Nel 1966 fonda il Gruppo Abele che sta accanto ai carcerati minorenni e alle vittime della droga. Oggi è attivo anche e soprattutto nel campo della mafia. Nel 1995 infatti fonda l'associazione Libera che fra le altre attività, si impegna a coltivare i terre-ni confiscati ai mafiosi e a produrre beni che vende attraverso propri negozi. Da poco è stato tra gli ospiti del chiacchierato pro-gramma Vieni via con me dove ha elencato quello che per lui significa legalità. Tra le frasi pronunciate, visto l'ambito in cui scrivo, non posso che riportare questa: “L'illegalità teme la scuola più della giustizia. L'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.

Teresa Manighetti

DON CIOTTI si fa conoscere al Casagrande

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Sabato 29 gennaio si è svolta nel nostro Istituto la cerimonia di consegna dei diplomi per i ragazzi e ragazze che l’anno scorso hanno terminato il percorso di studi qui intrapreso.Un bell’incontro terminato con un felice rinfresco: molte autorità hanno preso parte alla mattinata, tra cui gli assessori dei Comuni confinanti con Pieve e Presidi delle scuole di questi, oltre alla nostra assessore all’istruzione Rosalia Ceschi, il nostro Preside Paolo Rigo e il Direttore della Banca Prealpi, il Sig. Flavio Frare. Noi giornalisti del Racoon abbiamo avuto modo di dialogarci insieme: riportiamo di seguito le interviste.

Direttore della Banca Prealpi, Sig. Flavio FrareQuali sono le sue impressioni sulla cerimonia?

Assessore all’istruzione Rosalia Ceschi Quali sono le sue impressioni sulla cerimonia, le è piaciuta?

Un risultato eccellente, che testimonia la grande presenza di talenti nell’Istituto!Inoltre mi ha colpito l’umanità del Preside, che in modo autorevole ma anche decisamente simpatico ha gestito l’evento: bello e importante è che abbia chiamato tutti gli studenti prima per nome e poi per cognome. Ed è qui che sta la bravura dell’insegnante: trasmettere la cultura ai ragazzi considerandoli figli propri, e non soltanto come soggetti da istruire.

La cerimonia è stata molto bella: si è avvertita la parteci-pazione completa di tutti i presenti, compresi i ragazzi, che contrariamente a quanto si pensa si impegnano nella scuola, con risultati ottimi. Viene così smentito un luogo comune, o per meglio dire, un’errata opinione riguardo “ai giovani d’oggi”: ragazzi che si impegnano ce ne sono tanti, ed è nostro dovere sostenerli al meglio. E in merito al concorso Libernauta, sono sorpreso per il fatto che su 20 classificati, ben 7 sono studenti del Casagrande!

si parla di medie eccellenti, alcune superiori al 9.Questi sono dati di fatto: confermiamo le nostre conclusioni in merito al valore dei giovani, come è stato detto nella scorsa intervista (vedi l’intervista “Occhi puntati sui giovani” del primo numero di Racoon, n.d.r).

Certamente! E’ stata molto piacevole!Ancora una volta i ragazzi si sono confermati come i veri protagonisti, parlo anche riferendomi ai dati numerici riguardo ai vari concorsi e alle borse di studio erogate dalla Banca Prealpi: su 33 domande, 17 sono del Casa-grande. E su 10 borse assegnate, 7 sono ai nostri studenti:

di Marta Amistani, Guido Donato, Marco Contessotto

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SIMONE PAPACosa stai studiando?

Come ti sembra quel corso di studio rispetto a quello che facevi l’anno scorso qui al Casagrande?

Che prospettive hai per il futuro?

Vuoi fare un augurio agli studenti di questo istituto?

Io studio scienze geologiche a Padova.

L’università di Padova ha un’ottima amministrazione ma dipende anche dal corso che vai a fare; in ogni caso hai un rapporto con gli insegnanti diverso da quello che si aveva qui. Va precisato che varia da insegnante a insegnante. Puoi estendere i rapporti anche via internet.

Dipende dai corsi di studio che fai. Secondo me la laurea triennale vale poco quindi ho intenzione di continuare e prendere anche la laurea magistrale.

Volevo dire una cosa in particolare per i geometri! I ragazzi che fanno lo scientifico vi fanno del terrorismo psicologico perché sembra che loro siano tanto più preparati. Non è vero per niente. Se tu fai una laurea di tipo scientifico, ingegneria e architettura la preparazione che ti da questa scuola è ottimale. E quando vai a fare i test d’ingresso per le università hai la stessa preparazione di un liceale; o forse anche maggiore.

NICOLA CIETTOIo studio ingegneria civile a Udine.

Senza dubbio è più difficile perché devi essere autonomo e dettare i tuoi tempi di studio. Qui invece hai delle scadenze, devi prepararti per il compito; ma lì devi impegnarti molto di più.

Pensavo di prendere la laurea magistrale e poi entrare nel mondo del lavoro come ingegnere.

Volevo fare un augurio a i ragazzi di quinta per gli esami e ai ragazzi degli altri anni perché continuino in modo sereno il loro corso di studio.

Cosa stai studiando?

Che prospettive hai per il futuro?

Vuoi fare un augurio agli studenti di questo istituto?

Come ti sembra quel corso di studio rispetto a quello che facevi l’anno scorso qui al Casagrande?

TOMMASO COMELLATO

Sto studiando fisica a Padova.

L’ambiente qui era molto bello. Si era creata un po’ una famiglia all’interno dell’istituto, mi piaceva organizzare la giornata dell’arte e in ricreazione fermarmi a parlare un po’ con tutti. Però adesso mi piace il fatto di essere autonomo.

È presto per dirlo anche perché è duretta come facoltà. Intanto vado avanti, vediamo di conseguire la triennale; meglio fare un passo alla volta. Non ho ancora pensato a una specialistica.

Auguro a tutti che vivano al meglio l’esperienza della scuola superiore, perché qui ci sono le possibilità per farlo.

Cosa stai studiando?

Che prospettive hai per il futuro?

Vuoi fare un augurio agli studenti di questo istituto?

Come ti sembra quel corso di studio rispetto a quello che facevi l’anno scorso qui al Casagrande?

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E LA “ STELLA” STA A GUARDARE …

Si è parlato subito di black block, con l’obiettivo di far ricadere la colpa di tutto sul movimento studentesco. Ma secondo voi, gli studenti avevano interesse a comportarsi in quel modo, tanto da compromettere quanto di positi-vo avevano cercato di fare per le loro università sino a quel momento (atenei occupati, monumenti e luoghi pub-blici assediati come unica possibilità per dar voce e visibilità ad un profondo disagio)? Mi sembra una spiegazione troppo sbrigativa ed alquanto improbabile. Piuttosto, classificherei questi presunti black block come individui violenti ed esaltati, che nel momento di maggior fervore hanno liberato tutta la loro violenza. Dopo il voto alla Camera dei Deputati, infatti, solo alcuni “infiltrati” hanno iniziato a lanciare oggetti e sampietrini e a scontrarsi con le forze dell’ordine, coinvolgendo alla fine anche persone che non c’entravano nulla. Però, pensandoci e riflettendoci bene, una cosa simile era accaduta anche due anni fa in un’altra manifestazione contro la solita Gelmini, in cui si era visto arrivare in Piazza Navona un dumper carico di spranghe, utilizzate da un gruppo di personaggi non identificabili che si sono poi scontrati con i manifestanti, sino ad allora tranquillissimi, generando scompiglio. Vien quasi da pensare che tutte queste azioni siano mirate a screditare gli studenti, fomentando la paura che con-sente sempre di controllare meglio la popolazione.

Questo stato d’allerta, quasi come se fosse scoppiata una vera e propria guerra civile, è stato generato dalle manife-stazioni organizzate da studenti universitari e ricercatori per due motivi fondamentali: primo, far capire al Governo e a tutti i cittadini che la riforma non poteva rimanere così come era stata concepita, visti i pesanti tagli all’Istruzione; se-condo, richiamare l’attenzione pubblica sul disinteresse della politica nei confronti del mondo giovanile e sulla man-canza di futuro delle nuove generazioni (per l'Ocse, nei 33 Paesi maggiormente industrializzati, l'Italia è al penultimo posto per l'occupazione giovanile, con il 21,7 per cento di occupati: soltanto uno su cinque lavora tra i 18 e i 30 anni).

Quel fatidico 14 dicembre, alla riapertura delle Camere, si doveva votare per la fiducia al governo Ber-lusconi. Nella tarda mattinata, diffusa la notizia che la fiducia era passata per soli tre voti di differenza, nel corteo, che sarebbe dovuto essere il più pacifico possibile, si sono verificati episodi di violenza, che hanno provocato la carica della polizia, degenerata poi in manganellate, pestaggi, lanci di fumogeni da una parte e bombe-carta, incendi di vetture, devastazioni di vetrine e negozi dall’altra.

Di Simone Lucca

Se ben ricordate, tutte le testate nazionali e persino quelle internazionali titolavano il 15 dicembre: ‹‹Barricate e scontri, Roma brucia››, ‹‹Ore di guerriglia››, ‹‹Assaltati Camera e Senato: 100 feriti››; lo stesso era capitato il 25 novembre, dove si leggeva: ‹‹Scontri e feriti a Roma››, ‹‹Assalto al Senato››…

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Quel che dovrebbe far meditare i nostri politici è il fatto che alla manifestazione degli stu-denti (anche liceali) provenienti da tutta Italia -Trento, Venezia, Padova, Milano, Bologna, Urbino, Salerno, Napoli, e così via-, si sono uniti ricercatori, lavoratori, disoccupati, immi-grati, e persino gruppi di cittadini aderenti a varie associazioni. Non stiamo quindi parlando solo del malcontento della Scuola pubblica (ovviamente quel-la privata è da considerarsi mondo a parte, dal momento che il Governo ha provveduto ad aumentarne copiosamente i fondi), bensì di un rancore collettivo, di un Paese socialmente fragile e lasciato sempre più allo sbaraglio, di un malessere sempre più diffuso tra la popo-lazione e di un dissenso crescente nei confronti dell’attuale Governo. Se alle manifestazioni indette dagli studenti aderiscono persino lavoratori e altre classi so-ciali, vuol dire che TANTI stanno male, che TANTI non si sentono rappresentati.

Ritornando alle manifestazioni, è successo quel che è successo, si è alzato un polverone mediatico, qualcuno ha dato di matto in televisione… ma, il 22 dicembre, la riforma Gelmini è passata anche al Senato della Repubblica, come se tutti i tentativi dei ragazzi, che avevano evidenziato il loro dissen-so a Roma, non fossero valsi a nulla, come se i numerosi sit-in e proteste in tutt’Italia non riguardas-sero quel DDL, come se la “casta” parlamentare non avesse sentito niente i giorni precedenti e fosse estranea al Paese, al pensiero comune. Anzi, qualche politico si è proprio dequalificato, perdendo quel poco che rimane di credibilità e autorevolezza ai nostri “onorevoli” in generale, vedi l’On. Mini-stro della Difesa Ignazio La Russa che, con toni esacerbati, ha impedito ad uno studente universita-rio di esprimere la sua opinione durante una trasmissione televisiva e l’On. capogruppo Pdl al Sena-to, Maurizio Gasparri, ha così sentenziato: ‹‹Dite ai vostri figli di restare a casa, quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini e vanno evitate›› e il Premier Silvio Berlusconi disse che ‹‹i veri studenti erano quelli rimasti a studiare›› (nonostante anche i “cervelloni” delle università d’eccellenza si fossero mobilitati).

Di Simone Lucca

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E allora, dato che ci siamo, aggiungerei: i veri politici sono quelli che hanno a cuore la situazione del Paese; i veri politici sono quelli che ascoltano i cittadini, cercando soluzioni non gravose a nessuno; i veri politici sono quelli che non fomentano ulteriormente la rivolta sociale, ma ne comprendono le cause.

...e la Gelmini dice con sussiego ‹‹tutti abbassino i toni e recuperino senso di responsabilità e misura››…

Simone Lucca

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*Il Percorso della Scuola

Università, il decreto Gelmini è legge: ecco tutte le novità

Il decreto a firma Maria Stella Gelmini è legge. Con 281 voti a favore, 196 contrari (Pd e Idv), e 28 astenuti (Udc), l'aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva il testo in materia di Università(legge n.240/10 del 30/12/10,la quale entrerà in vigore il 29/1/2011). Qui di seguito indicheremo gli obiettivi che la legge si prefigge anche se siamo ben consape-voli di non riuscire ad indicarli tutti dato il poco spazio che abbiamo a disposizione.

Essi sono: trasparenza nei concorsi, stop alle baro-nie, più spazio ai giovani, premi agli atenei con bilan-ci virtuosi e giro di vite per quelli in rosso,maggiore autonomia e concorrenza tra le università. La nuova riforma prevede due cicli formativi: la laurea di primo livello (ex laurea triennale) e la laurea magistrale (ex specialistica) che dura due anni, e riguarda anche la formazione post laurea: i master universitari di primo e secondo livello della durata di 1 anno (cui è possibile iscriversi con il titolo, rispettivamente, della laurea di primo livello e della laurea magistrale) ed il dottorato di ricerca della durata di 3 anni (dopo il conseguimento della laurea magistrale).

Tra le novità della legge più finanziamenti (il 7 per cento del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) per le Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, efficienza delle sedi didattiche migliori. La nuova legge prevede la fusio-ne degli atenei più piccoli e la razionalizzazione delle facoltà, che per ogni ateneo non potranno essere più di 12 (l'obiettivo è eliminare tutti quelli seguiti da un esiguo numero di studenti). Gli atenei più virtuosi saranno individuati attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valuta-zione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario).

Da oggi gli atenei che spendono più del 90 per cento dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concor-si per docenti, ricercatori o personale per favorire l'assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20 per cento nelle altre amministrazio-ni) viene elevato al 50 per cento.

Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60 per cento dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori. Con questi interventi si potranno assumere 4000 nuovi ricercatori. I posti all'universi-tà saranno stabiliti sulla base di una programmazio-ne triennale; sono previste procedure pubbliche anche per l'attribuzione dei contratti di ricercatori a tempo determinato (oltre alle docenze). Due terzi, invece, delle posizioni di ordinario e asso-ciato saranno messi a bando pubblico per la selezio-ne esterna. Si abbassa da 36 a 30 anni l'età in cui si entra di ruolo all'università, con uno stipendio che passa da 1.300 euro a 2.100 euro al mese. Per la prima volta si proibisce di partecipare ai concorsi a chi ha parentele fino al 4° grado. Limite massimo complessivo di 6 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Distinzione netta di funzioni tra Senato e Consiglio d’Amministrazione: il primo organo acca-demico, il secondo di alta amministrazione e programmazione, quindi il Senato avanzerà propo-ste di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.

Nucleo di valutazione d'ateneoDovrà essere composto con soggetti di elevata qualificazione professionale in prevalenza esterni; sarà integrato da una rappresentanza degli studen-ti. Il nucleo di valutazione avrà, tra l'altro, la funzio-ne di verifica della qualità e dell'efficacia dell'offerta didattica. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del Ministero.

Gestione finanziaria Introduzione della contabilità economico - patrimo-niale uniforme in modo tale che i bilanci delle univer-sità siano chiari e trasparenti. Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia.

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Per chi volesse partecipare, l’articolo va inviato a [email protected] entro il 15 marzo 2011.

L’articolo è aperto a chiunque volesse, tramite un suo articolo o anche sempli-ce domanda personale, esprimere opinioni in merito, creando un dibattito tra noi ragazzi e anche, perché no, tra professori.

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Gli interventi finalizzati al razionale ed efficace utilizzo delle risorse - che si inseriscono nel più ampio conte-sto di un globale riassetto della spesa pubblica che il Governo è chiamato inderogabilmente ad avviare – mirano ad incrementare di un punto il rapporto alunni/docenti e a ridurre del 17% la consistenza del personale ATA.

Il 30% delle economie che saranno realizzate sarà destinato al merito e allo sviluppo professionale del personale della scuola, la cui partecipazione attiva e responsabile ai processi innovativi è indispensabile per il buon esito degli stessi.

I piani di studio relativi al sistema dei saranno riesami-nati con l’obiettivo di razionalizzarne l’impianto in termini di massima semplificazione, prevedendo ore da 60 minuti.

Per quanto riguarda l’istruzione tecnica, se ne defini-ranno gli indirizzi in un numero contenuto e adottan-do un carico orario non superiore a 32 ore settimanali.

Per l’istruzione professionale si opererà nel senso che gli indirizzi aventi una sostanziale corrispondenza con quelli dell’istruzione tecnica, confluiscano in quest’ultima, evitando duplicazioni di percorsi e di carichi orari e conseguente disorientamento dell’utenza.

La parte degli orari può essere così riassunta:Orario obbligatorio di lezione:• Nei licei classici, scientifici, linguistici, e delle scienze umane, al massimo 30 ore settimanali.• Nei licei artistici, musicali e coreutici, al massimo 32 ore settimanali.• Per gli istituti tecnici e professionali, al massimo 32 ore settimanali, comprensive delle ore di laboratorio.

Riorganizzazione della rete scolastica.• Attualmente circa 700 istituzioni scolastiche auto-nome hanno meno di 300 alunni. Poi vi sono oltre 850 istituzioni scolastiche,

I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si ripro-ponga senza una soluzione il problema delle assen-ze dei professori negli atenei. L'impegno dei profes-sori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione,viene fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attivi-tà di docenza e servizio per gli studenti. Scatti stipendiali solo ai professori migliori.In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.

Diritto allo studio e aiuti agli studenti meritevoli Viene spostato il sostegno direttamente agli studen-ti per favorire accesso agli studi universitari. Ovviamente la maggioranza è soddisfatta del testo della riforma, l'opposizione, invece, la giudica inade-guata. Certo è che ormai è legge di stato e secondo i principi della democrazia chi vince governa e le leggi che approva devono essere rispettate da tutti. Vedremo nel corso del tempo se gli obiettivi che si è prefissata si realizzeranno.

La Riforma Gelmini: i punti chiave dei nuovi provvedimentitratto dal documento di Legge

sempre inferiori al minimo richiesto in termini di alunni, che non hanno titolo, per tipologia di scuola (circoli didattici, scuole medie, istituti superiori) a farne parte, perché per la loro istituzione non è previ-sta la possibilità di deroga. Alle citate scuole se ne aggiungono altre 1.050 (istituti comprensivi) compre-se nella fascia minima, ma non tutte si trovano effetti-vamente nei territori montani o nelle piccole isole.

Si rende pertanto necessario non solo eliminare le numerose situazioni non conformi ai parametri dell’attuale normativa, ma anche ripensare il sistema nel suo complesso al fine dell’ottimizzazione e della perequazione delle risorse umane.• L’organico di istituto, determinato secondo le nuove previsioni ordinamentali, verrà assegnato alle scuole che, nell’ambito della propria autonomia, orga-nizzeranno l’attività didattica con criteri di flessibilità;• Si confermerà il criterio di costituire le classi iniziali di ciclo esclusivamente sulla base del numero di alunni iscritti, procedendo solo successivamente all’assegnazione degli stessi alle classi secondo le diverse scelte espresse e nel limite dei posti disponibi-li.

Marta Amistani

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Il sito, oltre a essere curato da giornalisti, attivisti, scienziati e cittadini di ogni parte del mondo e ad avere fonti coperte dall’anonimato, basa la sua popolarità sul fatto di avere come scopo principale quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica e di una più forte de-mocrazia. Questa organizzazione internazionale senza scopo di lucro, da quanto lo stesso James Ball afferma, sembra essere finanziata solo da mi-crodonazioni, da duemila euro al massimo. Visto che solo nel 2010 il sito avrebbe sostenuto costi per 600 mila dollari, però, altre fonti parlano di un grande finanziatore da 750 mila dollari l’anno. Que-sto «organo d’informazione non-profit», per scelta, non ha inoltre alcuna sede ufficiale ma si prefigge di essere «una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l’analisi di massa di documentazione riservata».

Nonostante i vari tentativi dei principali governi mondiali, come quello statunitense, di oscurare il sito per impedire la visualizzazione degli scomodi contenuti, risulta impossibile arrestarne la propa-gazione: i documenti resi noti da WikiLeaks, infatti, hanno iniziato a circolare nel web, diffondendosi in breve tempo a macchia d’olio. Il contenuto del ma-teriale divulgato dal sito di Assange, dal 2006 ad oggi, varia dall’analisi diplomatica dei più influenti leader mondiali alle questioni mediorientali, analiz-zando anche altri avvenimenti come una spedizio-ne illegale di uranio arricchito che ha quasi causato un disastro ambientale nel 2009. Solo nell’ottobre 2010 WikiLeaks riesce a diffondere 391.000 docu-menti dell’esercito statunitense, coperti da segre-to militare, che testimoniano il perdurare di abusi, torture e violenze durante la guerra in Iraq. E le scottanti rivelazioni sembrano non essere ancora finite.

& WIKILEAKS Julian Assange

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WIKILEAKS: una rivelazione di scomode verità Abbiamo iniziato a sentirne parlare e ad impararne il nome soltanto pochi mesi fa, ma questo fenomeno ha già da tempo avviato la sua inarrestabile espansio-ne nel mondo intero. Tutto ha infatti avuto inizio nel dicembre 2006, quando sull’allora sconosciuto sito www.wikileaks.org. apparve un documento conte-nente una notizia che si rivelò poi essere falsa: la de-nuncia di un complotto per uccidere i membri del go-verno somalo. Non essendo certi dell’autenticità della notizia, Assange e i suoi collaboratori la resero pubbli-ca comunque, sperando che, come avviene con l’enciclopedia libera Wikipedia, i lettori, analizzando lo scoop ed inserendo commenti personali, ne atte-stassero la credibilità. E tanto fu sufficiente a far arri-vare le ricerche del sito su Google da ottomila a un milione in soli quindici giorni. Da allora il successo del sito sembra essere in incessante ascesa. Riassumendo brevemente, WikiLeaks è «un sistema a prova di censura, per generare fughe massicce di do-cumenti riservati senza tradirne l’origine» (da un’autodefinizione del sito alla sua fondazione, nel 2006). Questo fenomeno sembra aver trovato la chia-ve del suo successo nel fatto che non tenta mai di attaccare direttamente i siti governativi; al contrario, invece, esso si limita a ricevere documenti via Internet da fonti interne, talpe anonime alle quali è garantito di restare in totale ed assoluta anonimità. L’unica re-gola del sito gestito da Assange, che assicura la non rintracciabilità a chi collabora inviando documenti, è accettare solo materiali segreti e originali, con «rilevanza politica, diplomatica, storica, etica». Il tutto è attuabile grazie a un complicato sistema di critto-grafia, capace di gestire e rendere anonimi milioni di dati, sviluppato da Julian Assange e la sua squadra di collaboratori fedelissimi, dopo un lungo lavoro di ri-cerca e perfezionamento nel corso degli ultimi anni. James Ball, giornalista inglese e collaboratore dell’hacker australiano, ha dichiarato a Repubblica che ci sono nel sito 265 milioni di parole, così tante che «una persona impiegherebbe 70 anni a leggerle». Ci sarebbero inoltre altre centinaia di migliaia di file «abbandonati nei nostri server semplicemente perché non abbiamo abbastanza persone per analizzarli». Il fondatore stesso infine ha definito il sito, che contie-ne dossier e documenti su e da ogni Paese del mon-do, «la più grande fuga di notizie della storia». Ecco spiegato perché WikiLeaks è il sito che sta facen-do tremare i potenti del nostro pianeta.

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Assange, il volto di WikiLeaks Questa “fuga di notizie” senza precedenti sembra essere stata abilmente macchinata nella penombra dell’anonimato da un per-sonaggio alquanto misterioso: Julian Assange. Di lui si sa poco o nulla. Quello che risulta certo è che si tratta di un giornalista, programmatore e attivista australiano, oltre che brillante ha-cker. A soli diciotto anni, infatti, Assange, che fa già parte degli International Subversives, uno dei più sofisticati gruppi di hacker del pianeta, entra nei computer della Nasa. In seguito riuscirà a penetrare, sempre via Internet da Melbourne, alcuni dei network più protetti e sorvegliati del mondo, incluso quello del Pentagono. E così si ritrova sotto stretta sorveglianza della poli-zia: ricercato e costretto a scappare ancora una volta, come quando con la madre ed il fratellino dovette per cinque anni na-scondersi dal patrigno, vivendo in costante fuga e sotto falso nome. Inizia così l’incessante peregrinazione de «l’uomo più ri-cercato del mondo», fino al 7 dicembre scorso. Nel 1989, appena maggiorene, Assange sposa una sedicenne dalla quale un anno più tardi ha un figlio, Daniel. Dopo una breve e burrascosa relazione, la moglie lo lascia portando con sé il bambino: ha inizio una lunga e durissima battaglia legale per l’affido del figlio. Dopo più di trenta udienze, periodo nel quale i suoi capelli, una volta castano scuro, diventano bianchi a causa dell’esperienza devastante, Julian ottiene finalmente la custodia del bambino che toccherà a lui crescere e accudire da solo. An-che Daniel, come il padre, si dimostra dotato di un’intelligenza eccezionale, che gli consentirà di iscriversi all’università a soli quindici anni e a sedici scrivere una tesi sulla ricerca del genoma. Dopo l’arresto del fondatore di WikiLeaks, Daniel Assange, che ha dichiarato di non essere più in contatto con il padre da diversi anni, si è comunque schierato dalla sua parte chiedendo per lui un trattamento giusto e non condizionato da obiettivi politici. Tra avventure in Vietnam, nelle foreste della Tasmania, in Geor-gia e poi in Islanda, Julian ha trovato il tempo anche di iscriversi all’università di fisica e matematica di Melbourne, studi che ha in seguito abbandonato per passare gran parte del 2006 barricato in casa a lavorare giorno e notte a ciò che sarebbe diventato Wi-kiLeaks.

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Successivamente al mandato di cattura internazionale, emesso il 18 novembre 2010 dal tribunale di Stoccolma, con l’accusa di stupro, la fama e l’ascesa di Julian Assange non sembrano arrestarsi: a dicembre, infatti, i lettori del settima-nale americano Time lo eleggono uomo dell’anno, premio che il direttore Ri-chard Stengel e la redazione della rivista decideranno poi di assegnare a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, «per aver cambiato il modo di vivere le nostre vite».

Dopo un’intensa caccia all’uomo, la fuga del editor in chief di WikiLeaks sembra essere giunta alla sua fine predestinata: in seguito ad una presunta trattativa tra i suoi legali e le autorità britanniche, in-fatti, la mattina del 7 dicembre 2010 Ju-lian Assange si presenta spontaneamen-te negli uffici londinesi di Scotland Yard, dove viene arrestato per il mandato di cattura internazionale rilasciato nei suoi confronti. Respinta inizialmente dalla Royal Court of Justice la richiesta di li-bertà provvisoria su cauzione, dopo no-ve giorni trascorsi in isolamento nel car-cere vittoriano di Wandsworth, il 16 di-cembre, al giornalista australiano viene concessa la messa in libertà su una cau-zione di 240mila sterline. Ringraziato «il sistema giudiziario inglese, che ha dimo-strato che la giustizia non è ancora mor-ta», Assange ha inoltre espresso la sua volontà di continuare a lottare per la libertà, pur temendo un’eventuale e-stradizione negli USA, dove verrebbe accusato di spionaggio.

Nell’attesa di conoscere gli sviluppi di questa complessa vicenda, che ha già ispirato la creazione di un film, ‘The Most Dangerous Man in the World’, e del dibattimento sull’estradizione, una cosa è però sicuramente certa: WikiLeaks e Julian Assange faranno ancora parlare molto di sé…

Giuliana Barus

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nella nostra scuola Conoscete tutti la bibliotecaria Luana, la sorvegliante della palestra Ivana, e le due bidelle in sede staccata Mersita e Laura? Fanno parte del “Progetto” attivato dalla scuola per sopperire a due urgenti necessità: da un lato quello di fornire un lavoro alle persone che vedono smarrire la propria identità e l’equilibrio personale a causa della perdita del lavoro, persone messe in “mobilità” dalla crisi globale , dall’altro il dovere della scuola di risponde-re ai bisogni crescenti degli studenti e di tutta l’utenza emarginati dai pesanti tagli della Riforma Gelmini da cui l’impossibilità di sostenere le spese di sostituzione dei collaboratori assenti. I nostri collaboratori sono indispensabili e non mancano grandi soddisfazioni sia per loro che per la scuola: un ringraziamento viene anche dalla Sig. Francesca Orelli, segretaria DSGA. ‹‹ La scuola ha affrontato l’esperienza delle LSU quasi con apprensione: si sapeva che, in particolare i Comuni, si avvalevano della possibilità di richiederle ai centri dell’ impiego, ma in primis non se ne era valutata la possibili-tà. L’esperienza è stata, almeno dal mio punto di vista, estremamente positiva perché si tratta di persone col-laborative, pronte, disponibili, di buon carattere e gran lavoratrici. La loro presenza ha permesso all’Istituto di risparmiare la spesa per sostituire i collaboratori assenti per malattia -2 persone- e il collaboratore della sede staccata eliminato dall’organico per i tagli;

i inoltre grazie al loro valido aiuto si riesce a sopperire ai tagli dell’appalto per le pulizie, e quindi ad avere la scuola pulita. Nei mesi estivi la loro presenza ha fatto sì che si siano potute effettuare le pulizie a fondo e in più, di tene-re aperta la biblioteca. L’avvicinarsi della scadenza degli

incarichi per questo personale comporta grandi problemi organizzativi che si sta cercando di risolvere e le soluzioni possibili sono:

- ottenere nuovi nominativi di lavoratori dal centro per l’impiego: altri due progetti sono stati inoltrati a tale sco-po. Al momento il centro non ha nominativi da inviare; questo da una parte è un bene, perché significa che il nu-

mero di disoccupati è stabile, dall’altra è un ma-le in quanto non possiamo sostituire le future mancanze.

- nominare, quindi assumere l’onere della spesa, almeno una persona in sostituzione dei collaboratori assenti, uti-lizzando le graduatorie d’Istituto e proporre un contratto a progetto per la biblioteca. Detto questo voglio sottolineare che, anche se si riuscirà a trovare una soluzione resta il dispiacere di perdere la col-laborazione di queste persone, anche perchè per loro al momento non c’è prospettiva di lavoro. Il loro aiuto viene meno perché terminando la mobilità non potranno nean-che contare sull’indennità. ››

Definizione di mobilità

‹‹ Procedura che consiste nell’iscrizione del personale in apposite liste di collocamento, con erogazione di un sussidio in attesa della nuova assunzione ››

Riferimenti normativi L’art. 7 comma 2° del decreto Lgs. 468/97 prevede che le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1 del D.lgs. 165/2001 possono inoltrare richiesta alle sezioni circoscrizionali per l’impiego e per il collocamento per l’utilizzo dei lavoratori di cui all’ art. 2 del D.LGS. 81/2000 residenti nel Comune o nell’area ove si svolge la prestazione. L’art. 2 comma 2° lettera d) del D.lgs. 468/97 pre-vede che detti lavoratori possono essere utilizzati per “prestazioni di attività socialmente utili da parte di titolari di trattamenti previdenziali”.

VOLONTARI

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Ivana Laura

Domande

1. E’ stata un’esperienza nuova! Avevo già ricevuto un avviso da parte del Comune in cui mi si offriva di lavorare per la comunità, ma questo tipo di lavoro non me l’aspettavo e per di più vici-no a casa; prima di iniziare qui lavoravo con Lua-na a Falzè di Piave. 2. Principalmente faccio sorveglianza nell’atrio della palestra, ma se serve, aiuto la Sig. Giuseppina, rispondo al telefono, faccio fotoco-pie e anche i pacchetti di Natale distribuiti duran-te “Scuola Aperta”! 3. Oltre a lavorare qui , seguo il gruppo del Cine-ma Careni e ha fatto la cuoca nella casa parrocchiale a Pecol, quindi tanti ragazzi li conoscevo già. E’ stata una bella esperienza, ed è stato divertente! 4. Conserverò il ricordo soprattutto delle perso-ne adulte che ho incontrato! Sono state veramente cortesi, e squisita è stata la segretaria Francesca: sempre pronta e attenta ai nostri bisogni, molto in gamba! I miei complimenti anche ai professori!!

Ivana Laura

1. E’ stata una grande sorpresa ricevere la lettera di convocazione, ho subito accettato volentieri! Prima lavo-ravo in un mobilificio, che chiudendo un reparto per di-minuzione di lavoro ha messo molta gente in mobilità. 2. Lavoro qui dal giugno 2010 come bidella della sede staccata, quindi come Mersita controllo l’ordine nelle classi e le altre attività attinenti il mio ruolo. 3. E’ molto divertente! Sono tutti simpatici, ci scambia-mo anche battute spiritose … c’è una bella comunicazio-ne. 4. Conserverò sempre il ricordo delle persone gentili e disponibili incontrate! Come prima esperienza in questo ambiente, è andata molto bene.

1: Che cosa è significato per te ricevere la lettera di convocazione dalla scuola? Perché sei rimasta senza lavoro?

2: Da quanto lavori nella scuola e quali sono le tue mansioni?

3: Com’è lavorare tra i ragazzi?

4: C’è qualcosa di cui conserverai sempre il ricordo?

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Mersita Luana

1. Non mi aspettavo d’essere chiamata, soprat-tutto da questa scuola; il lavoro qui è stato stupen-do, mi ha dato tanto e sono stata a contatto con tante persone, tutte stupende. Prima di fare quest’esperienza lavoravo alla BL con un contratto a tempo determinato: a causa della crisi sono state licenziate molte persone, in primis i giovani, tra cui alcuni con famiglie da mantenere, trovatisi quindi a fronteggiare una situazione per niente facile. 2. Ho iniziato il 3 giugno 2010 e terminerò il 19 marzo di quest’anno: sono bidella della sede stacca-ta, per cui rispondo al telefono, faccio fotocopie, sistemo le classi … Questa è davvero una scuola bellissima! Rispetto a tante altre,la considero veramente completa e con tante iniziative per i ragazzi. Quando chi uscirà da qui intraprenderà l’Università, credo la troverà mol-to diversa e difficile. 3. E’ un’esperienza fantastica! Ho legato con tutti, costruendo bellissimi rapporti anche molto confidenziali. Mi dispiacerà molto lasciare le ragaz-ze, spero anche a loro! Quest’esperienza è stata bel-la finchè è durata … 4. Si, ovviamente tutta quest’esperienza, spe-cialmente molte persone che m’hanno insegnato tanto e dato parecchio, e che s’incontrano poche volte nella vita. Un’ultima domanda! Quali sono le tue origini, con un nome così particolare? Sono macedone, ho 24 anni; ormai sono ben 17 anni che vivo in Italia.

di Marta Amistani

1. Inizialmente ha significato una grande perplessi-tà: perché mai doveva arrivarmi una lettera dalla scuo-la? Poi quando l’ho aperta ho capito, ed è stata una grande sorpresa! Inutile dire che mi sono presentata subito al colloquio, e così sono stata scelta come bi-bliotecaria. L’azienda dove lavoravo prima, una fabbri-ca di reti e materassi a Falzè di Piave, è fallita. E rispetto a tanti miei coetanei che trovano lavoro nel Comune come spazzini o svuota-cestini nei parchi, rin-grazio di aver trovato questo posto decisamente adat-to a me. 2. Lavoro nella scuola dal 5 ottobre 2009 insieme alla Ivana; io e lei lavoravamo già insieme precedente-mente nella fabbrica di Falzè, e a nostra insaputa sia-mo state chiamate entrambe qui, iniziando pure nello stesso giorno! Inizialmente la biblioteca prevedeva solo un lavoro di sistemazione dei libri; successiva-mente il prof. Allani ha organizzato un corso per impa-rare a catalogare i testi secondo il sistema Dewey usa-to su scala internazionale, in modo che la biblioteca avesse un seguito quando lui fosse andato in pensio-ne. Con il sistema Dewey possiamo quindi confrontar-ci con le varie Università d’Italia e rendere disponibili i nostri libri a qualsiasi persona. 3. Lavorare con i ragazzi è bellissimo, veramente soddisfacente e coinvolgente! Cerco di metterli a loro agio e dare la mia disponibilità in tutti i modi: con me non c’è il confronto con l’insegnante come quando sono in classe, in questo modo tornano volentieri in biblioteca. Tra l’altro, fa proprio parte del mio caratte-re questa facilità di intrattenere relazioni … 4. Tutto! L’esperienza è stata bella, conoscere i ragazzi, gli insegnanti, i bidelli il personale dell’ufficio … tutti molto gentili e disponibili. Perfino i libri saranno un bel ricordo! Pensa, alla tua età li odiavo!

*I nostri complimenti per il talento al ragazzo/a che ha lasciato questa poesia in biblioteca, permettendoci di ritrovarla e divulgarla nella scuola, così che tutti possiamo apprezzare le sue belle parole.

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Con l'avvento del cristianesimo queste feste, come molte altre, furono trasformate in e-venti religiosi che spesso prevedevano processioni per lo spostamento di icone o statue di santi o ma-donne da un luogo all'altro o per ringraziare dei raccolti e porre le condizioni per un futuro migliore o per grandi festeggiamenti popolari sempre in onore di ricorrenze religiose appositamente create per giustificare e mantenere in vita la tradizione dei baccanali (la festa napoletana chiamata "Festa di Piedigrotta" ne è un esempio).

delle cose che in altre circostanze non sarebbero state tollerate.

A Bacco erano invece dedicati i Baccanali, dove forse vennero usate le prime maschere( anche se studi più recenti ipotizzano che la maschera venis-se già prima utilizzata dagli Egiziani e dagli Indiani). Veniva eletto un capo festa che organizzava i gio-chi e in seguito si adottò un vestito che impediva di riconoscere il nobile dal plebeo, lo schiavo dal pa-drone, anche l'imperatore partecipava alla festa mascherata, e questo per non essere riconosciuti durante le licenziose pratiche libertine.

Perciò i saturnali romani erano espressione del bi-sogno di un temporaneo scioglimento dagli obbli-ghi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al ro-vesciamento dell'ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza. Da un punto storico e religioso il car-nevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento, seppur per lo più simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordi-ne costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale se-guente.

Tutti sanno che il Carnevale è un periodo e un evento dell'anno caratterizzato da animato diverti-mento e festeggiamenti burleschi; pur non essendo una festa liturgica, tradizionalmente coincide con i giorni precedenti la quaresima. Consiste in un rove-sciamento buffonesco della realtà, spesso celebrato con balli, sfilate e cortei di carri allegorici, situazioni di incontro e festa collettiva,dove le maschere costi-tuiscono l'elemento base.

E' certo, invece, che i festeggiamenti hanno origine molto remota e si ricollegano ad antichi riti pagani. Apprendiamo, dalle testimonianze storiche, che le maschere erano utilizzate dall’uomo fin dal Paleolitico, quando gli stregoni, durante i riti magici e propiziatori, indossavano costumi adornati di piu-me e sonagli e assumevano aspetti terrificanti gra-zie a maschere dipinte, nell’intento di scacciare gli spiriti maligni. In seguito all'avvento del cristianesi-mo nei riti del Carnevale vi è stato tolto, apparente-mente, il carattere magico-rituale, mantenendo quelle caratteristiche di occasione di divertimento popolare eccessivo e peccaminoso fedeli all'origina-le.

Il Carnevale ebbe origine dai Baccanali greci e dai Saturnali romani. I Saturnali furono istituiti per celebrare la costruzio-ne del tempio a Saturno, nel 263 a.C. Originariamen-te, i Saturnali duravano un solo giorno, poi la loro durata fu estesa ad una settimana.

In quei giorni i romani si river-savano nelle strade, cantando e osannando il padre degli dei. Sparivano le differenze sociali e il popolo si dava a gran fe-ste, culminanti nel giorno de-dicato alla dea Opi. Nulla veniva rispettato e veni-vano dette pubblicamente

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Forse, però, non tutti sanno che l'origine della parola è incerta, forse deriva da carrus navalis, o dal latino medievale carnem levare, "togliere la car-ne" dalla dieta (in osservanza al divieto cattolico di mangiare carne durante la quaresima). Leggendo letteralmente la parola, così com'è oggi, “carnevale” può significare "carne-vale", ovvero "vale la carne", e ancora "è ammessa la carnalità". Perfettamente quello che il Carnevale vuole essere.

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migliaia di visitatori incuriositi di vivere quella atmo-sfera molto particolare ed effervescente. In questo periodo la gente di ogni ceto e nazionalità si riversava nelle strade della città per festeggiare: si faceva bal-doria dal mattino alla sera e la Repubblica tollerava tutto. L'identità personale, il sesso, la classe sociale non esi-stevano più, si entrava a far parte della grande illusio-ne del Carnevale.

Piazza San Marco, riva degli Schiavoni e gli altri campi della città diventavano immensi palcoscenici in cui si organizzavano intrattenimenti di ogni tipo. Dovun-que, nei caffè e nei teatri pubblici, nelle case private e nelle accademie, si inscenavano rappresentazioni e spettacoli teatrali, e non mancavano nei palazzi e nel-le dimore nobiliari danze e feste da ballo.

Le calli si riempivano di cortei colorati e festanti e la gente accorreva per assistere agli spettacoli improvvi-sati di danzatori, giocolieri e saltimbanchi. Si mangiavano dolci, frutta, castagne e le “fritole”, frittelle vendute in chioschi per calli e campielli. I giorni più importanti del Carnevale erano, allora co-me oggi, il Giovedì e il Martedì Grasso. In quei giorni la popolazione assisteva alle feste ufficiali, che si tene-vano nelle pubbliche piazze ed in particolare in Piazza San Marco.

Alla fine del Settecento, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia, quando, col trattato di Campo-formio, la città fu ceduta dai francesi all'Austria, il Car-nevale ufficiale nella città lagunare pian piano scom-parve, per poi ricomparire solo in tempi recenti. Si riprese ad organizzarlo per riportarlo agli antichi fasti a partire dagli anni ‘80.

E' bello sapere che il Carnevale di Venezia ha origini antichissime. Il Senato della Repubblica Sere-nissima ufficializzò l’esistenza del Carnevale nel 1296, con un editto in cui dichiarava giornata festiva il giorno precedente la Quaresima. Da allora la festa ha accompagnato la vita della città rispec-chiando le diverse esigenze storiche e dilatandosi nel corso dei secoli. Durante la Repubblica Serenissi-ma i festeggiamenti duravano praticamente sei setti-mane, dal ventisei dicembre fino al giorno delle Ce-neri.

Nel Settecento il Carnevale arrivò così a durare alcu-ni mesi e ad abbracciare un periodo di tempo assai più lungo.

Questo ha contribuito a creare l’immagine di Vene-zia come di una città dedita al divertimento. Vene-zia ,poi,conquista appieno la fama di “città del Car-nevale” nel XVIII secolo, quando con le sue feste, i suoi spettacoli, le sue maschere, i suoi teatri, la sua Casa da Gioco Pubblica, comincia a diventare un’attrazione turistica per tutta Europa, accogliendo

Oggi maschere provenienti da tutto il mondo af-follano i campi veneziani, ma soprattutto Piazza San Marco e i suoi caffè. Accanto alle maschere tradizio-nali si mescolano travestimenti bizzarri e fantasiosi, vengono organizzati balli, feste, concerti e spettaco-li teatrali. L'ultimo giorno poi, in ossequio alla tradizione, l'effi-gie del Carnevale viene bruciata in Piazza San Marco.

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Preparazione Le quantità sono da intendersi per 4 persone. Fate fondere il burro a fuoco basso. Mettete la farina sul piano di lavoro, fate la fontana e versatevi il burro, le uova intere, il vino bianco e lo zucchero. Sbattete gli ingredienti e, quando l’impasto si sarà un po’ rassodato, lavoratelo con le mani impastando per una decina di minuti, fino a quando sarà morbido. Raccoglietelo a palla, mettetelo in una ciotola infarina-ta, coprite con un canovaccio piegato in quattro e la-sciatelo riposare per un’oretta. Trascorso questo tempo, dopo aver infarinato legger-mente il piano di lavoro, dividete la palla in due pezzi e

stendetela, con il mat-tarello, ad uno spesso-re di due o tre mm. Con la rotellina dentata ricavatene delle strisce larghe un paio di cm che po-trete annodare morbidamente. Riempite a metà la padella con l’olio e quan-do sarà caldo friggete due o tre crostoli alla volta lasciandoli dorare due mi-nuti per parte. Scolateli, passateli su un doppio foglio di carta assorbente e, quando saranno tutti pronti e intiepiditi, spolverateli abbondantemente di zucchero a velo.

Per: 8 persone Tempo di Preparazione: 40 minuti

Tempo di cottura: 30 minuti

Le ricette di CARNEVALE

Frittelle

Preparazione Setacciate la farina e la fecola di pata-te su un piano da lavoro. Unite lo zucchero ed un pizzico di sale ed i tuorli d'uovo e mescolate. Aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente tagliato a pez-zetti, la sorza grattuggiata di un limone, il liquore e gli albumi montati a neve. Lavorate bene l'impasto. Formate una palla con la pasta e lasciatela ripo-sare per una mezz'oretta in frigorifero. Riprendete la pasta e stendete una sfoglia dello spessore di circa 5mm. Tagliate la sfoglia a rombi aiutandovi con una rondellina per la pa-sta. Fate riscaldare abbondante olio in una padella alta. Quando sarà bollente immergete le frittelle nell'olio e giratele su se stesse quando vedete che iniziano a colorarsi. Cacciatele con una shiumarola e fatele riposare su

della carta assorbente mentre friggete le altre. Quando saranno fredde adagiatele in una pirofila da servizio e guarnite le frittelle con abbondante zucchero a velo.

Ingredienti 450 gr. di farina 120 gr.di fecola di patate 160 gr. di burro 80 ml di zucchero semolato q.b. di zucchero a velo 1 scorza di limone 1 bicchierino di liquore aromati-co q.b. di olio (per friggere) 6 uova 1 pizzico di sale 1 bustina di lievito in polvere

Ingredienti 250 gr. di Farina 2 Uova 1 Noce di Burro 1/2 Cucchiaio di Zucchero 1 Cucchiaio di Vino Bianco 1 Pizzico di Sale Olio Di Semi Per Friggere

Zucchero A Velo Per I Dolci

Crostoli

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di Marta Amistani

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di Guido Donato

La cosa non va sottovalutata. La console Nintendo Wii è la più grande diavoleria che abbiano mai po-tuto mettere in commercio; in questo modo si ri-schia di perdere tutta la soddisfazione che ti pos-sono dare una corsa o una camminata all’aria a-perta. Secondo i dati GFK raccolti fino al 31 dicembre del 2010 sono state vendute in Italia 730000 console! Mentre negli stati uniti la scorsa estate le vendite hanno raggiunto la quota di 30 milioni! I ragazzi finiranno col diventare sempre più deboli a causa della mancanza nel compiere movimenti che richiedono una determinata preparazione fisi-ca. In parole povere la tecnologia va usata con testa e con moderazione. I veri valori devono sempre rimanere il più sani possibile. E con il tempo sicuramente i ragazzi matureranno e magari si renderanno conto che dovranno dare una svolta alla loro vita.

Confrontare i valori dei giovani di quest’oggi con quelli che avevano i nostri genitori, i nostri nonni e i nostri bisnonni è una cosa che viene naturale e che fa pensare a realtà totalmente diverse che si contraddistinguono nel corso degli anni. Spesso le persone più vecchie tendono a criticare le azioni compiute dai ragazzi e a sminuirle para-gonandole a quelle compiute da loro molti anni prima. Di solito io penso che la ragione non sta da una parte sola ma un po’ da tutte e due. Mi spiego meglio. Gli anziani hanno ragione nel dire che molti ragazzi sono ossessionati dalla tec-nologia, ma è anche vero che ormai chi non sa usa-re un computer fa fatica a trovare un lavoro; que-sti sono dati di fatto che possiamo verificare tran-quillamente tramite una serie di sondaggi. A mio parere bisogna stare al passo con i tempi e adeguarsi ai diversi stili di vita che mutano di anno in anno. In ogni caso però non bisogna neanche esagerare. Ad esempio trovo estremamente sbagliato e dise-ducativo simulare lo sport tramite apparecchiatu-re tecnologiche.

CON IL TEMPO MATURANO ANCHE LE GIUGGIOLECON IL TEMPO MATURANO ANCHE LE GIUGGIOLECON IL TEMPO MATURANO ANCHE LE GIUGGIOLE

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« Dalla montagna almare, dalle birrerie alle case

chiuse... Noi c’eravamo!!! » (Manolo Soldera)

Ciao a tutti!! Nello scorso numero abbiamo intervistato gli Old School, la band di Davide Bardin, Andrea Anzanello e Martino Antiga; in questo Racoon, invece, vi presenteremo un’altra bandemergente, gli Overtonika! Nato nel 2008 a Villanova questo gruppo ha subito dimostrato diavere le carte in regola per fare successo! Ecco i componenti!!

Intervista e foto sono state fatte alla finale del concorso “Rockkettando” all’Ambaradan di Falzé dove sono arrivati secondi!!

ANDREABREDA

1994

BATTERIA

MANOLOSOLDERA1991

VOCE

OMARSIGNOROTTO

1994CHITARRA RITMICA

FABRIZIOBREDA

1989

TASTIERA

ALEXMICHIELIN

1995

BASSO

LUCABERTAZZON

1994CHITARRA

SOLISTA

di ALESSANDRO VENIER

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« Dalla montagna almare, dalle birrerie alle case

chiuse... Noi c’eravamo!!! » (Manolo Soldera)

Ciao a tutti!! Nello scorso numero abbiamo intervistato gli Old School, la band di Davide Bardin, Andrea Anzanello e Martino Antiga; in questo Racoon, invece, vi presenteremo un’altra bandemergente, gli Overtonika! Nato nel 2008 a Villanova questo gruppo ha subito dimostrato diavere le carte in regola per fare successo! Ecco i componenti!!

Intervista e foto sono state fatte alla finale del concorso “Rockkettando” all’Ambaradan di Falzé dove sono arrivati secondi!!

Diciamo che è nato “per sbaglio” per un concerto di Natale in terza media. All’inizio eravamo io e Omar poi si è aggiunto mio fratello Fabrizio alla tastiera. Poco tempo dopo è arrivato Luca come bassista e poi come chitarrista solista, successivamente è entrato Manolo alla voce e alla fine Alex come bassista.

Andrea

Andrea

Com’è nato il gruppo e chi ha avuto l’idea?

omar

omar tutti

è stato un caso anche perché è stato Luca a farmi conoscere il gruppo un giorno al mercato, nel 2009!

insomma è nato per fare questo concerto e poi abbiamo pensato che potevamo fare un gruppo e suonare e così è andata!

manolo

manolomanolo

manolo

manolo

manolo manoloChe genere fate? Seguite dei modelli?

e Van Halen!!Pop-Rock soprattutto…

diciamo dai Deep Purple ai Dream Theater e anche gli Oasis e Robbie Williams…

si, ecco un genere Robbie Williams/Deep Purple!!

si facciamo un POP-PURPLE!!

lucaluca

luca

luca

luca luca

Dove avete suonato?

mmm… San Siro… beh abbiamo suonato alla festa della birra a Fontigo, a Rio Bravo...

si esatto, abbiamo suonato un po’ dappertutto, dalla montagna al mare…

anche alla Gastaldia e a Caorle…

dalle birrerie alle case chiuse noi c’eravamo!!!

Progetti futuri?

Fare musica nostra! il mio sogno è essere prodotto in Congo!!

Dai sul serio! Il nostro sogno è capire più o meno il suono che vogliamo, fare musica nostra e farci conoscere in giro! E magari trovare qualche produttore “buono” disposto a seguirci e a investire su di noi!!

E FARE TANTI SOLDI!!!

Anticipazioni sui prossimi live?

il prossimo concerto live sarà probabilmente alla presentazione del nostro primo disco, più o meno i primi di marzo al centro Victoria a Vittorio Veneto, con le hostess in minigonna che porteranno i nostri cd ai tavoli! Per venderli! Tutti sono invitati!!!

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letterario Concorso

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Con questo romanzo, attraverso le esperienze di due ragazzine che crescono nella periferia operaia di Piombino, Silvia Avallone delinea un ritratto di un’Italia in cerca di identità.

“Acciaio” è una lettura che lascia con il fiato sospeso, per la miseria morale e materiale che emerge nel proletariato. E’ una lettura dura e dolorosa delle perplessità tipiche dell’adolescenza vera protagonista del

romanzo che si confronta con la rassegnazione degli adulti i quali hanno perso ogni sogno. Piombino è sul mare e le protagoniste con il mare si misurano e si confrontano. Il libro, quindi, è una precipitosa corsa verso un mare

profondo e minaccioso che coinvolge e sconvolge ma l’animo umano può sopravvivere ai propri tormenti , se non cede ad essi.

di Carlo Cesca

Acciaio. Romanzo dell’anno. Sottile ritratto della realtà industriale italiana, come ha più volte sottolineato l’autrice. In realtà mera sequela di grossolani stereotipi. Non ne manca nemmeno uno all’appello: la mora e la bruna, i ragazzi belli e dannati, la ricca borghese che sceglie di amare un rozzo membro del sottoprole-tariato; la madre di famiglia che organizza feste dell’Unità, il figlio berlusconiano e la miseria della violenza domestica sulle donne. Raccapricciante la sfumatura saffica che viene data al rapporto tra le due protagoniste. L’omosessualità presentata come conseguenza di un disagio familiare. Per non parlare della Lucchini, fabbrica dove si lavora l’acciaio, che rimane sullo sfondo e di cui in realtà non si dice mai nulla. Patetica la morte bianca alla fine del romanzo, ultimo, fallito tentativo di rendere “Acciaio” il nuovo romanzo socialmente impegnato del 2010. di Chiara Tonin

Come ti sentiresti se, da un giorno all'altro, perdessi l'amicizia di una vita? Se il rapporto con l'unica persona di cui ti

fidavi, si riducesse ad un'occhiata piena di odio o, peggio, all'indifferenza? Forse, in circostanza normali, dopo una

prima "sbandata" iniziale, riusciresti di nuovo a sorridere. For-se. Ma non se abiti a Piombino, in uno degli appartamenti di

via Stalingrado che pullulano di lavoratori dell'acciaieria Luc-chini. Non se hai un padre che ti picchia dalla mattina alla sera,

una madre che fa finta di niente. Questo libro non è altro che una grande metafora: la vita è uno stabilimento che produce,

giorno e notte, acciaio. L'acciaio è la materia di cui è fatto il nostro cuore: all'inizio, allo stato fuso, è ancora capace di emo-zionarsi, ma ci vuole poco perché diventi duro e impermeabile.

L'acciaio, d'altra parte, è come la Lucchini: è indispensabile alla vita.

di Silvia Da Ruos

Acciaio di Silvia Avallone

Da 4 anni alcune classi del “Casagrande” partecipano al progetto estivo di lettura, patrocinato dal comune di Pieve e di Conegliano ossia il Libernauta, dove vengono premiate le migliori recensioni scritte dagli stu-denti delle scuole superiori i quali scelgono fra le opere proposte i libri da leggere. Quest'anno sette stu-denti del nostro istituto sono stati premiati; così la redazione di Racoon ha deciso di pubblicare le loro recensioni affinché tutti le possiate apprezzare.

libernauta

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Non è la semplice autobiografia di un magistrato assegnato alla Procura di Locri. Questo libro racconta l’ entusiasmo, le speranze , i turbamenti di un giovane magistrato assegnato , ad un luogo

difficile per la giustizia, un meraviglioso paese sulle coste della Calabria. Qui Francesco Cascini lavora per cinque anni, dando tutto se stesso nel tentativo di individuare assassini, arrestare truffatori, far venire a galla verità scomode, sotto l'incombente ombra dell'ndrangheta, pronta a eliminare

qualunque ostacolo ai si frapponga ai propri interessi. Spesso il magistrato sente di non essere pervenuto ad alcuna conclusione, teme per la propria vita, si sente solo nel portare avanti le indagini,

stanco del lavoro senza sosta e con esigue risorse. Ma questo non prenderà il sopravvento sul valore della legalità come mezzo di cambiamento. Con coraggio riesce a non farsi condizionare e con tenacia applica la legge

dimostrando che c'è la possibilità di arginare nel tempo l'illegalità. I fatti sono narrati nella loro realtà nuda e cruda, suscitando un impatto emotivo forte nel lettore.

Si resta con l'amaro in bocca perchè tutti conosciamo le vicende dei territori controllati dalle associazioni mafiose, ma le persone che agiscono per il bene di queste terre sono poche.

La speranza è che via via più persone credano nella giustizia dello Stato e non lascino soli coloro che la perseguono.

Francesco Cascini, pubblico ministero a Locri dal 1996 al 2001, racconta nel suo primo libro, “Storia di un giudice”, la sua esperienza di giovane magistrato in una delle procure più difficili d'Italia. Appena ventiseienne, infatti, si ritrova ad amministrare la giustizia a Locri, regno dell'ndrangheta in cui gli uomini dello stato si trovano a combattere ogni giorno una guerra che forse sanno di avere già perso. Una guerra combattuta con pochi uomini e pochi mezzi contro gente comune che si incontra per strada o al lavoro: gente nemica. Un magistrato a Locri non deve solo imparare a frequentare le aule dei tribu-nali, ma anche a convivere con l'odore sgradevole della morte, con la paura di essere ucciso mentre torna a casa dal lavoro, con gli spari contro le caserme dei carabinieri la notte di capodanno. La frustrazione spinge molti ad andarsene; altri però decidono di restare, credere nella giustizia e fare in modo che le leggi dell'ndrangheta non abbiano la meglio sulle leggi dello Stato. La narrazione di Cascini è spesso cruda: non vuole abbonare niente ad una realtà che non abbona niente. Allo stesso tempo però si nota che si tratta della visione di colui che nonostante tutto alla giustizia crede ancora. di Valentina Frare

Assassinare con una pistola di ultima generazione? Con un coltello da cucina ben affilato?No! Per l'etologo Danilo Mainardi queste armi in un giallo sono ormai superate!

L'arma prescelta è un pipistrello vampiro "imprintato" con il profumo della vittima! Chi avrebbe mai sospettato che dietro una morte naturale fosse celato un delitto etologico?

Dentro questo giallo c’è un grande amore per gli animali, in particolare per i pipistrelli del genere Desmodus rotundus, piccoli "mostriciattoli" che per merito del protagonista

riescono a farsi amare anche dal lettore più schizzinoso! di Anna Fabiano

Questa guerra è uno strano gioco, consuma gente, vite a poco a poco, e noi ce ne stiamo in silenzio, riceviamo notizie dai mass media di questo eterno scontro tra israeliani e palestinesi ma rimaniamo indifferenti come se fosse un fatto troppo lontano, troppo complicato. Ma laggiù, a Gaza, i cortili non sono pieni di bambini che giocano, i volti delle persone sono timorosi, non ci sono veri sorrisi, non prati verdi, solo strade con barriere, non azzurri che colorano il cielo, solo pastelli che sporcano tutto di nero. Ma una lieve luce diventa sempre più chiara e forte: è il coraggio di Tal. Se abbiamo sogni dobbiamo con ogni mezzo possibile tendere verso di essi, e allora perché non usare un messaggio in bottiglia?

Un innocente vampiro di Danilo Mainardi

Recensioni raccolte da Andrea Merotto

Storia di un giudice di Francesco Cascini

Una bottiglia nel mare di Gaza di Valèrie Zanetti libernauta

di Giulia Scapol

di Linda Brugnera

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Page 32: Racoon numero 2 dell' Anno Scolastico 2010-2011

T he Tourist (Stati Uniti/Francia, 2010) è un thriller diretto dal regista Florian

Henckel von Donnersmarck e interpretato da Angeli-na Jolie e Johnny Deep.

Nella trama del film, Elise (Angelina Jolie), che si trova a Parigi ed è spiata dalla polizia internazionale, riceve una lettera da Alexander Pierce, l’uomo del quale è innamorata. Egli è ricercato in quattordici paesi per evasione fiscale e per aver sottratto due miliardi di euro ad un miliardario mafioso. Nella lettera l’uomo la invita a recarsi alla stazione Gare de Lyon. Lì dovrà prendere un treno per Venezia, cercare un uomo che gli somigli per altezza e corporatura per far credere alla polizia che sia quello il vero Pierce. Elise conosce così Frank, un turista americano in va-canza a Venezia, che resta attratto da lei. La donna lo invita al suo albergo. Nel frattempo arriva a Venezia Shaw, colui al quale Pierce ha sottratto il denaro e invia due dei suoi uomini all’hotel convinto che Frank sia Alexander Pierce. Frank riesce a fuggire dagli uomini di Shaw ma finisce in commissariato dove un ispettore corrotto lo vende al gangster. Egli viene però salvato da Elise che si rive-la un’agente dell’Interpol sotto copertura. Elise cerca quindi di trovare Alexander Pierce ad un ballo dove avevano un appuntamento ma senza riu-scirvi. Lì viene sequestrata da Shaw che le intima di rivelargli dove è situata la cassaforte nascosta da Pier-ce. Intanto interviene Frank che, fingendo di essere Pierce, cerca di salvare Elise.

Egli però non sembra essere in grado di aprire la cassaforte trovata dalla donna e, quando

tutto sembrava perduto, interviene la polizia che uccide Shaw ed i suoi uomini. Pierce viene catturato… Il finale, a sorpresa, ribalta alcune certezze dello spettatore. The Tourist si rivela una commedia leggera ricca di elementi legati alle spy-story. Lo scopo principale è quello di intrattenere il pubblico: numerosi sono i col-pi di scena che causano suspense nello spettatore. Gli attori, come previsto, interpretano perfettamente i loro ruoli nonostante la rigidità della Jolie in alcuni punti del film. L’attrice comunque bellissima sfoggia sempre abiti molto eleganti. La trama non è mai scontata e rende il film, nel complesso, av-vincente e piace-vole. The Tourist è sicuramente un film da vedere, lo conferma il fatto che ha ricevuto tre nomination ai Golden Globe come miglior film, attore e at-trice protagoni-sta -nella catego-ria Commedia/Musical.

The Tourist

Elisa Foltran 32

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di Camilla Bortolini e Chiara Rebeschini

Dottoressa Cuorinfranti

Cara Dottoressa, qualche settimana fa una mia carissima amica mi ha fatto conoscere un tipo. Mi è piaciuto fin da subito e per questo le ho chiesto di organizzare un altro incontro per poterlo rivedere. Durante le nostre prime uscite a tre mi trovavo benissimo, perché essendo parecchio timida, la presen-za della mia amica mi dava sicurezza, visto che lei e N. (il famoso ragazzo) erano amici da tempo, Ora che ho superato il mio imbarazzo vorrei poter fre-quentare N. senza che lei si senta autorizzata a prende-re parte ad ogni nostro appuntamento. Il problema è che non so come dirlo alla mia amica perché ho paura che si offenda e se la prenda con me. Ti prego aiutami tu!! Miss Preoccupazione

Innanzitutto vediamo di farti passare da Miss Preoccupazio-ne a Mis (sto) Tranquillizzando! Tralasciando il mio pessimo senso dell’umorismo credo che non ci sia niente che non si possa risolvere, d’altronde se siete amiche credi che se la possa prendere solo perché vorresti frequentare in santa pace il ragazzo che ti piace tanto? Dovresti farle capire che adesso che siete riusciti a rompere il ghiaccio ti senti più tranquilla e il suo sostegno non è più necessario. Oppure se non vuoi rinunciare del tutto a delle uscite a tre, dille semplicemente che in certi momenti avre-sti bisogno di stare sola con il tuo boy, ma questo non signi-fica che tu non voglia più uscire con entrambi nello stesso momento. Spero di esserti stata d’aiuto. In bocca al lupo! Tua Dottoressa

Dottoressa, solo tu mi puoi aiutare! Ho un problema che mi sta facendo impazzire da mesi!! Mi sono infatuata di un ragazzo bellissimo che, secondo le voci di corridoio che girano a scuola, sembrerebbe interessato a corteggiare quella che è la mia peggior nemica fin dai tempi delle elementari. Io non dormo la notte al pensiero di non poterlo avere! Ti prego dimmi tu cosa devo fare per conquistarlo! Disperata X

Cara Disperata X, più che darti un consiglio su come entrare nel cuoricino del tuo adorato, mi sembra opportuno farti una doman-da, lo so che io dovrei rispondere alle domande e non farle, ma credo che potrebbe aiutarti a fare un po’ di chiarezza dentro di te. Vuoi conquistare questo ragazzo perché realmente ti interessa o perché vuoi avere la soddisfazione di aver portato via un corteggiatore alla tua nemica? Non pen-so valga la pena di usare questo ragazzo solo per far “rosicare”(perdonami il termine, ma trovo che renda perfettamente il concetto!) la tua nemica. Riflettici! Dott. Cuori Infranti

Cara dottoressa, qualche giorno fa ho incontrato,anzi, dicia-mo che mi sono letteralmente scontrata nelle scale della scuola con il ragazzo più bello del mondo!! Di lì a poco, abbiamo iniziato a sentirci su Facebook e oltre ad essermi presa una cotta ho scoperto che è musulmano. Le mie amiche mi sconsigliano di continua-re a credere in un'ipotetica relazione perché rischio di entrare in un qualcosa di più grande di me. Cosa posso fare? Anonima '95

Carissima Anonima '95, mi fa piacere sapere che non agisci d' impulso e riesci a riflettere su questa questione che è da affrontare delicatamente. Sinceramente non credo sia tanto un problema l' appartenenza ad una dottrina diversa dal-la tua, quanto il rispettare questa sua decisione, elemento fondamentale che sta alla base di un qualsiasi rapporto di amicizia o di coppia. Se sei riuscita a costruire un dialogo con lui è già un grande passo. Il mio consiglio è non mollare. Approfondisci questa l' amicizia (magari anche al di fuori di facebook) come due amici, poi se vedi che con il tempo può nascere qualcosa tra voi, allora parlagliene e chiarisci insieme a lui le tue perplessità. tua dott. Cuorinfranti

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B: “Posso andare in bagno?” Prof: “NOO!! ALTRIMENTI POI VAI IN GIRO!!” B: “No, mi scappa!!” Prof: “Non me ne frega niente!! Puoi farla anche in classe!!!”

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Alunno: Prof, lo sa che nei giorni di stage sarà lei la mia tudor?! Prof: si dice tutor!

Prof: Chi c'è nei Balcani? Alunno: i fiorellini...! Prof: nei balconi ci sono i fiorellini, nei Balcani c'è qualcos'altro!

Prof: “Se non capisci la tua scrittura sei un asino addirittura!”

Prof: “Allora, avete finalmente preso l’aviaria?” A: “E lei ha già fatto chicchiricchì?”

Prof: “Preferite tenere le mani sotto il culo! Mettetele sopra il banco, invece di lasciarle sotto il culo! Anche le penne!! Tutto sotto il culo!!!

B: “Facciamo la prof cannone?”

Prof: “Bene, ora ripassate, fra poco vi interrogo.” (silenzio di tomba) “Ehi! Questo silenzio non è giustificato!!”

Prof: “Ma come fai a fare queste domande con le mani sotto il culo??”

Prof: “Se gli asini volassero noi ci beccheremo i loro resti “ A: “Ma professore!! In aria non possono mangiare niente!!” B: “Ma atterrano, svegliati!!”

Lettura d’inglese: A: “… oceans and depressions.” Prof: “Ecco! In America ci sono le depressioni!” B: “Anche qui.” Prof: “Ah! Anche qui si chiamano depressioni!”

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7 6 3 8 1 4

8 1 4 5 3 7 9

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2 8 6 3 5 4 7

1 5 7 4 8 3

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9 7 5 6 2 1 3

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8 6 9 3 5

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2 5 4

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Cruciverba ORIZZONTALI: 1. Il più lungo fiume d’Europa. 5. Il diametro del cannone. 11. Fu un paradiso per 2. 13. Dà le spalle al nemico. 14. Perfida, cattiva. 15. un farmaco per uso esterno. 17. Il principio della fine. 18. Un voto al referendum. 19. Può cogliere improvvisamente. 20. Il ritorno del pendolo. 21. Valuta i danni dell’assicurato. 22. Gli “Straits” gruppo rock. 23. Lo gode in banca chi non ha problemi di denaro. 24. Lui, lei e qualcun altro. 25. Un liquorino dopo i pasti. 28. Si scambiano con gli abbracci. 29. Bellissimi fiori inodori. 30. Si lascia nel posteggio. 31. Lo aborrono gli sfaccendati. 32. Anagrammata dà ali e ila. 33. L’uragano dei mari cinesi. 34. Lo precedono in volo. 35. Iniziali di Obama. 36. In Europa furono bui quelli dell’Alto Medioevo. 37. Paganini non lo concedeva. 38. Si va a prenderlo al mare. 39. Incontrandosi si annusano. 40. Pensa alle faccende di casa. 41. Un nome della Barbera.

VERTICALI: 1. Si allunga con l’acquaragia. 2. È cieco come l’amore. 3. Il nome della Massari. 4. Iniziali di Napolitano. 6. Fa di tutto pur di non mettere ma-no al portafoglio 7. Alterco, contestazione. 8. Una ranocchietta verde. 9. Due lettere di Beethoven. 10. Pezzo simile al mortaio. 12. Consuete, abituali. 15. La città con la Sorbona. 16. La barca con il volante. 17. Fa l’occhietto ai naviganti. 19. Professionista di cui si farebbe volentieri a meno. 35

20. La regione di Innsbruck. 21. La profondità del gradino. 22. Si deve fare il proprio. 24. I gialli che si spremono. 26. Mosè le ricevette sul Sinai. 27. È causa di drammi coniugali. 28. Non lascia veder nulla. 30. Un libro per le fotografie. 31. Le scuole… per i maturandi. 33. Non la finiva mai Penelope. 34. Più sono generosi e più danno alla testa. 36. Lo lancia la nave in pericolo. 37. La Refaeli modella israeliana. 38. Sigla di Sassari. 39. a Venezia c’è la Foscari.

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« Il piano è molto semplice ma comporta una serie di rischi e pericoli. Sia-mo minatori no? E qui per nostra fortuna disponiamo di pale e picconi. Non dobbiamo far altro che trovare il pezzo di roccia più morbido e scava-re orrizzontalmente verso la galleria parallela a questa. Dopo di che attra-verso i canali di ventilazione dobbiamo riuscire a salire al secondo piano e da lì raggiungere le funi della gabbia per poi arrampicarci fino in superfi-cie.» Restammo in silenzio per qualche secondo e ognuno di noi contemplava la faccia del vicino per cercare di capire quali pensieri erano affiorati nella mente dopo quelle parole che potevano salvar loro la vita. « Quanto è spessa la parete che comunica con la galleria qui a fianco?» Mi chiese Richard. « La parete dovrebbe essere spessa circa sei metri.» « E secondo te noi riusciamo a scavare una parete spessa sei metri in mezza giornata? Scusami se te lo dico Thomas ma la tua idea fa proprio schifo.» Questa volta fu Jacopo a parlare. Un negro sfuggito alla guerra in Fancia e rifugiatosi in Inghilterra. Quando ti raccontava una delle sue avventure rimanevi affascinato al solo pensiero che un uomo potesse vivere una vita simile. « Tu avresti un’idea migliore?» « Si.» disse schietto. « E quale sarebbe? Sentiamo!» « Correre verso le fiamme e attraversarle più velocemente possibile in mo-do da essere dall’altra parte in poco tempo. So che sembro pazzo ma sop-portando il dolore forse possiamo riuscirci.» Tutti lo guardammo increduli alle parole che avevamo appena sentito. « E tu credi veramente che questo stupido piano possa funzionare? Ma ti sei fumato il cervello per caso?» Fu mio fratello a parlare. Nella sua voce si poteva cogliere una nota di disperazione. « Almeno io ci ho provato! Perché al posto di criticare non metti in moto il tuo stupido cervello e non cerhi di trovare una soluzione? » « Che cosa hai detto? Ripetilo se hai il coraggio! Avanti! Secondo te quanto potresti resistere? Scommetto la testa che non riesci ad arrivare nemmeno a

metà galleria. »

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La tensione stava aumentando troppo velocemente. Ma non bisognava assolutamente farsi prendere dall panico. Dovevamo tenere i nervi saldi. In gioco c’erano le nostre vite. Mi svegliai alle sette in punto. Ma volevo restare ancora un po’ al caldo sotto le coperte. Volevo pensare a quello che era successa la sera prima. Ero incredulo. Per la prima volta dopo anno sono riuscito ad avere un colloquio sereno con mio padre. Questo doveva essere il primo passo di una lunga serie. Ero determinato più che mai. « Sei sveglio?» era Jessica; si era appena svegliata. « Si. Hai dormito bene? » « Si. Solo che ho fatto un brutto sogno.» « E di cosa si trattava? » chiesi con una certa curiosità. « Ho sognato che papà e lo zio Richard morivano. » « A…ora stai bene? » chiesi per rassicurarla. « Si. Però quelle brutte immagini continuo a ricordarle.» « Non ti preoccupare dai; era solo un brutto sogno.» Mi alzai dal letto e mi avvicinai al suo. « Su, fatti più in là.» Si spostò e mi face spazio sotto le coperte. Il suo letto era caldo e i suoi capelli profumavano di fiori di pesco. « E tu cos’hai sognato? » Mi chiese con la sua vocina angelica. « Sai non me lo ricordo proprio.» Era strano come non riuscissi a riordare il sogno che avevo fatto. Questa cosa mi dispiaceva. Dopo qualche minuto di estremo silenzio decisi di alzarmi. « Vado a preparare la colazione. Vieni anche tu?» « Si, anche perché ho una gran fame.» Ci infilammo le ciabatte e andammo in cucina. La porta era spalancata e faceva un freddo cane. In quell’istante mi pentii di essermi alzato dal letto. Quando la richiusi mi accorsi che c’era qualcosa che non quadrava. Il suo pranzo. Era sul tavolo. Una cosa molto strana. Non era da lui dimenticarsi l’unico pasto che poteva permettersi durante la giornata. Mi voltai e guardai Jessica. Stava tremando ma non per il freddo. Qualcosa in tutto quello l’aveva turbata. « Stai bene? » le chiesi. « Stephen…nel sogno il papà si era dimenticato il pranzo sopra il tavolo.»

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E LE STELLE STANNO A GUARDARE

E una donna parló dicendo: ˝Parlaci del Dolore˝.Ed egli disse: ˝Il vostro dolore é lo sbriciolarsi della conchiglia che racchiude la vostra comprensione. Come il nocciolo del frutto deve rompersi perché possa stare nel sole, voi pure dovete conoscere il dolore. E se voi poteste mantenere nel vostro cuore la meraviglia ai quotidiani miracoli della vita, il dolore non sembrerebbe meno meraviglioso della gioia; E accettereste le stagioni del cuore, come avete sempre accolto le stagioni che passano sopra i campi. E guardereste con serenitá attraverso gli inverni della vostra sofferenza. Molto del vostro dolore é scelto da voi. É la posizione amara con la quale il medico che é dentro di voi cura la vostra parte malata. Dunque fidatevi del medico, e bevete la sua medicina in silenzio e fiducia: Poiché la sua mano, benché dura e pesante, é guidata dalla mano amorosa dell´Invisibile, e la coppa che porge, anche se brucia le labbra, é stata forgiata nella creta che il Creatore ha mescolato con le Sue sacre lacrime.

Sensibile scrittore divenuto celebre per la poetica raccolta di scritti riuniti nel volume "Il profeta", Kahlil Gibran è nato il 6 dicembre 1883 a Bisharri (Libano), da una famiglia piccolo-borghese maronita. Le sue poesie sono state tradotte in oltre 20 lingue; per Gibran, quando nell'individuo bene e male, perfezione e imperfezione, piccoli senti-menti e grandi passioni riusciranno a convivere, ecco che nella coincidenza degli oppo-sti si manifesteranno saggezza, perfezione e felicità.

Kahlil Gibran

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Se la vedi... ti innamori!