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Avventure nel mondo N ell’anno dei mondiali 10 splendidi sconosciuti si ritrovarono in un viaggio discovery dall’altro lato dell’oceano. Tanto abbiamo visto e tante emozioni abbiamo vissuto, ma piuttosto che raccontare la nostra avventura “giorno per giorno” preferirei elencare le 10 emozioni che porteremo di più nel cuore, dalla meno alla più indimenticabile… “quella volta che andai in Brasile con un gruppo di Avventure nel Mondo”. Emozione n°10: Cristo Redentore a Rio Inizierei dal Cristo Redentore, non tanto perché sia l’emozione minore, quanto per dare un abbraccio ideale alla città di Rio de Janeiro, a tutto il Brasile ed al viaggio intero. Dunque il Cristo, una delle 7 Maravilhas do Mundo, il simbolo della città carioca, l’icona delle icone, la regina di tutte le cartoline e quasi per magia sembra di esserci davvero dentro una cartolina. Per arrivare ai 700 metri prendiamo il trem do Corcovado, il trenino che in 20 minuti ci prende alla stazione di partenza e ci porta dritti nel mito, e quello che dal basso sembrava un puntino a forma di croce, si manifesta nella sua imponente e meravigliosa bellezza. All’inizio il Cristo ci accoglie “di spalle”, ma non ci vuole molto per ritrovarci sul pavimento cercando l’inquadratura perfetta. Effettivamente i 30 metri della statua a braccia aperte più gli 8 di basamento sono grandiosi e devo dire che il tutto regge alle grandissime aspettative. Ma per chi arriva fin qui il premio è doppio visto che dal Corcovado si gode di una vista spettacolare a 360°. Il cielo non è proprio azzurro, ma le nuvole si tengono alte e ci lasciano ammirare questo “plastico” incredibile, un città che ha rubato lo spazio alla natura, incastrata tra la laguna a forma di cuore, il mare e le colline, senza dimenticare che Rio contiene la foresta urbana di Tijuca, la più grande del mondo. Si susseguono senza sosta i riconoscimenti: guarda il Maracanà, quella è una favela, lì c’è Copacabana, la vedi la spiaggia di Botafogo, ecco il Pan di zucchero!!! Insomma non male come decima emozione brasiliana! 10 emozioni “mondiali” da un Brasile discovery gruppo Fiori Testo di Marco Fiori Foto di Diego Grassi Copacabana venditore RACCONTI DI VIAGGIO | Brasile

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Avventure nel mondo 2 | 2014 - 49

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Nell’anno dei mondiali 10 splendidi sconosciuti si ritrovarono in un viaggio discovery dall’altro lato dell’oceano. Tanto

abbiamo visto e tante emozioni abbiamo vissuto, ma piuttosto che raccontare la nostra avventura “giorno per giorno” preferirei elencare le 10 emozioni che porteremo di più nel cuore, dalla meno alla più indimenticabile… “quella volta che andai in Brasile con un gruppo di Avventure nel Mondo”.

Emozione n°10: Cristo Redentore a RioInizierei dal Cristo Redentore, non tanto perché sia l’emozione minore, quanto per dare un abbraccio ideale alla città di Rio de Janeiro, a tutto il Brasile ed al viaggio intero. Dunque il Cristo, una delle 7 Maravilhas do Mundo, il simbolo della città carioca, l’icona delle icone, la regina di tutte le cartoline e quasi per magia sembra di esserci davvero dentro una cartolina. Per arrivare ai 700 metri prendiamo il trem do Corcovado, il trenino che in 20 minuti ci prende alla stazione di partenza e ci porta dritti nel mito, e quello che dal basso sembrava un puntino a forma di croce, si manifesta nella sua imponente e meravigliosa bellezza. All’inizio il Cristo ci accoglie “di spalle”, ma non ci vuole molto per ritrovarci sul pavimento cercando l’inquadratura perfetta. Effettivamente i 30 metri della statua a braccia aperte più gli 8 di basamento sono grandiosi e devo dire che il tutto regge alle grandissime aspettative. Ma per chi arriva fin qui il premio è doppio visto che dal Corcovado si gode di una vista spettacolare a 360°. Il cielo non è proprio azzurro, ma le nuvole si tengono alte e ci lasciano ammirare questo “plastico” incredibile, un città che ha rubato lo spazio alla natura, incastrata tra la laguna a forma di cuore, il mare e le colline, senza dimenticare che Rio contiene la foresta urbana di Tijuca, la più grande del mondo. Si susseguono senza sosta i riconoscimenti: guarda il Maracanà, quella è una favela, lì c’è Copacabana, la vedi la spiaggia di Botafogo, ecco il Pan di zucchero!!! Insomma non male come decima emozione brasiliana!

10 emozioni “mondiali”da un Brasile discovery

gruppo FioriTesto di Marco FioriFoto di Diego Grassi

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Emozione n°9: Capodanno a Maceiò10, 9, 8… la mattina del 31 dicembre 2013 non sapevamo ancora dove avremmo passato il capodanno. Nel vero spirito discovery abbiamo improvvisato valutando le varie alternative, dal villaggio di pescatori di Japaratinga, alla festa dell’oratorio di Penedo fino a Maceiò, capitale dell’Alagoas, dove un milione di abitanti ci sono sembrati una discreta garanzia per un “reveillon” degno dello spirito festaiolo brasiliano. In effetti, nonostante le feste “vip” fossero tutte “fechade” ossia a pagamento, non dimenticheremo facilmente la cena a base di spiedini, i magnifici fuochi artificiali sulla spiaggia ed il concertone sul lungomare. Tornando indietro di 4 ore ci ritroviamo vestiti di bianco con una birra Skol in mano per festeggiare il capodanno italiano in sincronia con i nostri amici e parenti italici. Eh si vestiti di bianco perché nel regno del colore la notte di capodanno “si va in bianco” intendendo candidamente vestiti, essendo il bianco il colore della pace; ed è un piacere sentirsi parte di questa grande festa augurando “feliz ano novo” a sorridenti matrone, guardando i fuochi sulla spiaggia con migliaia di persone, facendo il conto alla rovescia in portoghese, mangiando spiedini di quesito hasado (quello che non ammazza ingrassa) e ballando in trenino con splendidi sconosciuti brasiliani.

Emozione n°8: Pipa night and dayPer l’emozione n°8 ci trasferiamo direttamente nel nordest con un volo da Rio di 3 ore. Forse Pipa non dirà molto, forse penserete ad uno strumento per fumare tabacco ma merita, altroché se merita. La sorridente località balneare si trova un’oretta a sud di Natal, capitale dove si “spiaggiano” i turisti “tradizionali”. Night and day perché Pipa può accontentare sia gli amanti del mare che quelli della vita notturna. Ore 10.00, dopo la colazione di rito ci rechiamo direttamente a praia do Amor, attratti sia dal nome che dalla fama. In effetti la spiaggia è bella, selvaggia quanto basta ma anche attrezzata per soccorrere chi vuole ombra o leccornie varie. I colori sono fantastici, l’acqua è calda e pulita, le onde un po’ alte ma divertenti, i surfisti pullulano. E poi ci sono tante altre spiagge, chilometri e chilometri di sabbia, falesie e rocce. Una menzione speciale va a praia dos Golfinhos dove, marea permettendo e con il benestare dei delfini, potrete fare il bagno praticamente insieme a questi stupendi mammiferi marini; noi abbiamo visto solo una pinna… magari con un avvistamento massiccio Pipa avrebbe scalato varie posizioni di questa speciale classifica. Naturalmente dove ci sono turisti c’è anche una discreta offerta di servizi e divertimento che vanno dall’escursione “japan stile” con gruppone e macchine fotografiche, alle dune buggy, all’avventura nella foresta, barcollanti su ponti tibetani, appesi nel vuoto a carrucole sfreccianti o in equilibrio precario su tavole da snow board adattate alla sabbia delle dune. Ma Pipa “non è un paese per vecchi”, piuttosto è una

località “dal tramonto all’alba”. Già al calar del sole le luci dei negozietti, bar e ristoranti invitano, come delle sirene ammalianti, gli avventori ad entrare. Ed allora è bello perdersi nello shopping o sedersi a bere una capirinha con gli amici, è bello non avere orari né appuntamenti, l’unica cosa da fare è aspettare la notte che saprà presentarsi in tutta la sua sfolgorante energia e vitalità. Emozione n°7: Favela Rocinha, RioSembrerebbe tutto risolto. La cacciata dei trafficanti, l’arrivo della Polizia di Pacificazione e l’inaugurazione dei servizi urbani: una biblioteca, il pronto soccorso, un complesso sportivo e la ricostruzione della Rua 4, per anni a rischio tubercolosi. Niente più armi in strada. Solo il tran-tran della vita quotidiana, con i parrucchieri al lavoro nei saloni, i negozietti ed i bambini che giocano per strada. I turisti si infilano curiosi tra i cunicoli della favela ma a Rocinha, lo slum più grande del Brasile, i problemi si nascondono dietro i vicoli stretti e scoscesi. E’ Marco, volontario italiano che lavora con Barbara Olivi per l’associazione “il sorriso dei bimbi”, che ci racconta vita morte e miracoli della favela. Inizialmente siamo un po’ titubanti ed impauriti, facciamo i primi passi come se stessimo percorrendo il “miglio verde” ed ogni movimento, anche una vecchietta che esce dalla sua baracca all’improvviso, ci sembra rivelare un trafficante con brutte intenzioni. Neanche la vista della Polizia di Pacificazione, personaggi armati fino ai denti, grossi, brutti e cattivi, non è che ci rassicuri troppo, anche considerando che vicini al capodanno riecheggiano in giro petardi e mortaretti. In ogni caso Marco si dilunga con le spiegazioni cercando di rispondere alla nostra insaziabile curiosità. Ci racconta di un equilibrio fragile, che si incrocia con i prossimi mondiali e con le elezioni politiche del 2014. La tranquillità che si respirava dal novembre 2011, quando l’esercito s’è ripreso l’immenso quadro di case in mattoni rossi, nella zona sud di Rio de Janeiro, ora è precaria: da un lato la Polizia Militare, che cerca di mantenere il controllo del “morro” (la collina) riconquistato, dall’altro, due fazioni di trafficanti che provano a riprenderselo. Nel mezzo rimangono gli oltre 120 mila residenti, i “favelados”, come li chiama chi vive nei quartieri “bene”. Ed in mezzo ai favelados ci siamo noi, 10 italiani che cercano di capire, che fotografano, che domandano, che danno regalini la mattina della vigilia di Natale, che inseguono emozioni e contatti umani e senza dubbio a Rocinha li hanno trovati.

Emozione n°6: Relax, mare e divertimento a Morro São PauloArrivare al Morro è un po’ una chicca, una cosa per molti ma non per tutti. Per arrivare, partendo da Salvador, dovrete superare 2 ore di catamarano, spesso con Poseidone un po’ arrabbiato, ma una volta sbarcati vi accorgerete subito che c’è qualcosa di speciale intorno a voi. Innanzitutto

non ci sono strade asfaltate, ma direi neanche strade… al posto dei taxi hanno delle carriole che trasportano con nonchalance valige, borse e vecchietti! Attraversiamo una serie infinita di ristoranti, bar, pousade e negozi di ogni genere e ad ogni passo ci chiediamo “ma dove siamo capitati!” La domanda nasce spontanea in quanto il Morro è veramente un’isola dove il giorno della ripartenza non è mai abbastanza lontano. Un posto che ti dà il potere di scegliere come, dove e con chi vuoi passare il tuo tempo: preferisci la prima praia, quella dove puoi arrivare buttandoti giù dal faro con la “tirolesa”? Se sei un tipo mondano fai un giro alla seconda praia dove c’è musica 24 ore al giorno, buona cucina, cocktail e divertimento! Se sei venuto per il mare benvenuto alla terza praia e se proprio vuoi stare solo ti aspettano lunghissime passeggiate alla quarta e quinta praia. Vuoi fare snorkeling, passeggiate a cavallo, immersioni, ti piace fotografare? Se sei romantico c’è il mirador sul morro per un fantastico tramonto, se vuoi riscoprire villaggi poco turistici visita Gamboa e se vuoi fare le ore piccole c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Insomma chiunque tu sia, con chiunque sia venuto e qualsiasi cosa tu intenda per vacanza, bem-vindo ao Morro São Paulo!

Emozione n°5: Passeggiate e feste al Pelourinho, SalvadorEntriamo nella top 5 con il centro storico di Salvador de Bahia. Scrive Jorge Amado, lo scrittore brasiliano che più e meglio di tutti ha interpretato i segreti di questa terra, che Bahia non è necessario spiegarla “perché il suo mistero è come un unguento che scorre dal cielo e vi avvolge completamente, corpo, anima e cuore”. Bahia è proprio così: è la capitale “dell’anima brasiliana”, città che sa prendervi con tutte le sue espressioni di antica derivazione africana e con tutti i sensi. Vivere il Pelourinho è assaporare gli odori, i colori, i sapori, i suoni e sentire il dolce clima sulla pelle. Vivere il Pelourinho vuol dire che ognuno può portarsi a casa emozioni diverse che vanno al di là delle straordinarie cartoline delle chiese barocche, delle viuzze sconnesse e delle case coloniali dagli incredibili colori pastello. Con la luce del sole sembra di vivere un set cinematografico: gente sorridente, spesso vestita in costumi d’epoca, musica in ogni angolo, cortei assordanti composti da alunni delle scuole di tamburo o di danza, musicisti, artisti, giocolieri, atleti di capoeira... Quindi saudade. Saudade della versione sudamericana del gran Bazar di Istanbul ossia il mercato Modelo, di un improbabile concerto dei filhos de Gandhy, dei negozietti, della chiesa di São Francisco, degli spiedini in piazza, di una moqueca de camarão, di un tramonto intravisto da un bar, di un passo di salsa ballato con uno sconosciuto. Saudade del semplice camminare sugli acciottolati del centro,

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del semplice stare seduti sui gradini della casa museo di Jorge Amado rubando una foto ad una bahiana di spalle, saudade perfino dell’ascolto incessante ed ossessivo di “They don’t care about us” che Michael Jackson ha girato proprio a Largo del Pelourinho con gli Olodum. Saudade del brasiliano che vuole venderti la sua “fita”, il nastrino colorato dei desideri e delle speranze, delle feste trovate per caso in cortili nascosti dove incredibilmente si erano date appuntamento centinaia di persone. Ma più di tutto saudade dell’anima di Bahia, dell’atmosfera, dell’armonia, dei colori, dei suoni, dei profumi e di tutte le sensazioni che ci hanno avvolti completamente, corpo, anima e cuore.

Emozione n°4: Cena sulla barriera corallina a Japaratinga“E all’improvviso ci ritrovammo su due barchette in mezzo al mar…” Inizia così questo capitolo un po’ gastronomico, molto di atmosfera. In che senso “cena sulla barriera corallina”? Proprio così, cena su un’isoletta che compare solo con la bassa marea e poi scompare, magicamente, come l’isola che non c’è. Tra le cene che si possono ricordare in una vita penso che questa abbia un posto d’onore, per il luogo, per la compagnia e per l’atmosfera magica appunto: sicuramente non capita spesso di cenare a lume di via Lattea con il rumore delle onde al posto del brusio dei clienti di un ristorante o del frastuono di una televisione. Insomma dalle nostre due barchette vediamo all’improvviso comparire dal nulla alcune lucine che ci avvisano che siamo arrivati; si materializzano magicamente 2-3 aiutanti, un tavolo con buffet e ci ritroviamo a brindare con dei calici di vino rosso sotto una stellata spettacolare a Diego che compie gli anni, a noi, al Brasile, alla vita. A questo punto si spengono le luci e nel buio dipinto di buio ognuno si raccoglie nei suoi pensieri cercando di riconoscere le costellazioni, passeggiando sulla barriera, pensando ai “perché della vita” e registrando ogni singolo istante di questo momento irripetibile. Ma non siamo fatti di solo spirito per cui veniamo attratti dal profumo della cena che propone risotto ai gamberi, frango (pollo), riso, gamberoni e qualcos’altro, direi un’esperienza da fare. All’improvviso, come nei migliori sogni, veniamo svegliati dall’acqua che sta salendo, quasi a ricordarci che i momenti magici durano poco e ci ritroviamo sulle due barchette con la barriera alle spalle che svanisce piano piano, sommersa dal mare che si sta riprendendo quello che ci aveva appena regalato, ma non importa perché gli siamo grati per averci fatto vivere questo breve ma intenso momento g-astronomico.

Emozione n°3: Volo in deltaplano a RioL’emozione medaglia di bronzo è pura adrenalina. E’ stata completamente improvvisata, suggerita da rumors di amici e commenti su Tripadvisor. Ci avviciniamo alla spiaggia di São Conrado quasi per curiosità, come con l’idea di spiare da un buco della serratura per decidere senza impegno se partecipare o no. Il gruppetto dei coraggiosi, alla vista dei deltaplani che scendono dalla montagna, si ingrandisce piano piano fino ad arrivare addirittura ad 8 su 10. Il dubbio se buttarsi o no viene

Pelourinho, Salvador

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Deltaplano a Rio

sostituito da quello “parapendio o deltaplano?” Ma il destino ha già deciso per noi: tempo perfetto, vento giusto e ottimo sconto di gruppo per cui se è vero che si vive una volta sola, questa vita ce la vogliamo godere fino all’ultima goccia di adrenalina. Il piatto è pronto, una delle 10 cose da fare nella vita si materializza nel momento in cui ci imbragano e ci legano al deltaplano, quando prendiamo coscienza di non poter tornare più indietro. E’ il momento in cui la bocca si secca, il cuore accelera, la vista si appanna, in cui cerchi conferme dal tuo istruttore ed i compagni ti fanno Ok con il pollice. Confesso che tutti abbiamo avuto, almeno per un istante, l’impulso a lasciare, a scappare via a costo di scendere a piedi i 500 metri della “Pedra bonita”. Ma poi si viene trascinati dagli eventi e prima di potertene rendere conto ti trovi a correre contro il vuoto e quando fai l’ultimo salto è quello l’istante in cui si ferma il tempo… e quando il cuore riprende a battere ti ritrovi in un’altra dimensione, in una sensazione di pace, silenzio e leggerezza che dà il senso esatto alla pazzia che hai appena fatto. Ed allora ecco che ritorna il sorriso, ci si rilassa e si ha pure il tempo di ammirare il fantastico panorama: la favela Rocinha, i campi da golf, la spiaggia, il mare e perfino il Pan di zucchero sullo

sfondo; tutto ricompare come un quadro dipinto durante quell’infinito attimo del salto. L’ultima emozione ce la regala l’atterraggio con un volo radente sulla spiaggia e quando finalmente si mettono i piedi sulla sabbia l’unica parola che ti viene in mente è “ancora”!

Emozione n°2: Dune buggy a Mangue SecoEsistono posti che ti richiamano alla memoria un quadro visto da bambino, ad esempio una palma al tramonto dipinta tra altissime dune bianche che degradano dolcemente verso il mare, ma ti sei sempre chiesto se il pittore abbia veramente visto qualcosa del genere o l’abbia completamente inventato. Ebbene quel posto esiste ed il suo nome è Mangue Seco. L’isolato villaggio di appena 200 abitanti, situato tra la foce del Rio Real con incontaminate foreste di mangrovie, la spiaggia oceanica e le bianche dune mobili, è un posto incantevole, selvaggio e primitivo. Tanta bellezza ha inspirato anche Jorge Amado nel celebre romanzo “Tieta do Agreste”. Grazie alla difficoltà di accesso (si arriva solo in barca) Mangue Seco non è ancora stata presa d’assalto dal turismo di massa e ciò la rende una destinazione esclusiva ed unica al mondo. Noi siamo arrivati al tramonto, inconsapevoli di tanta bellezza ed abbiamo optato subito per il primo giro in dune buggy che, essendo le strade solo di sabbia, è l’unico mezzo per spostarsi. In pochi minuti ci troviamo trasportati in un’altra dimensione, accanto alla palma, dentro quel quadro visto da bambini. Le 3 macchine sfrecciano su e giù per le dune in un saliscendi continuo di emozioni. I colori, la sabbia fine, le palme e il tramonto sono una fonte inesauribile di soggetti per fotografie indimenticabili. Perfino rotolare nella sabbia come bambini o fare il trenino della samba diventa la cosa più normale del mondo. Ma il momento più emozionante è stato il crepuscolo, quando ci siamo ritrovati in una spiaggia incantata in cui la realtà si è trasformata in uno specchio magico nel quale il bagnasciuga rifletteva le prime stelle, le dune, le palme e 10 increduli italiani. Non dimenticheremo mai quelle sfumature di colori che, sfidando le leggi della tavolozza, andavano dai colori freddi ai caldi senza soluzione di continuità. Non li dimenticheremo perché quando saremo nel traffico delle nostre città o in un ufficio durante una uggiosa giornata invernale avremo la possibilità di teletrasportare la nostra mente e la nostra anima in quel meraviglioso attimo irripetibile.

Emozione n°1: Serata al Pão de AçúcarChi ha definito Rio la “Cidade maravilhosa” senza dubbio è stato sul Pan di Zucchero e l’ha vista spogliarsi dei colorati abiti del giorno per vestirsi delle luci scintillanti della notte. L’ avvicinamento a questo monolito di 396 metri inizia idealmente da molto lontano; probabilmente da quando eravamo bambini e vedevamo le prime cartoline del Brasile oppure vedendo Oronzo Canà camminare

a Copacabana con il famoso morro sullo sfondo. Ed eccolo qui, finalmente siamo arrivati, ma prima di salire lo fotografiamo da ogni distanza, angolo ed altezza, dal Cristo, da Copacabana, da Botafogo e lui sempre lì, fermo come un modello professionista vanitoso. Finalmente saliamo sul bondinho, completamente soli sulla funivia perché siamo furbi, gli altri vanno la domenica, noi lunedì, gli altri preferiscono il giorno, noi il tramonto. Prima tappa Morro da Urca e già qui si surriscaldano le macchine fotografiche ma non siamo neanche a metà dell’opera. Seconda tratta della funivia ed è qui che ci innalziamo fisicamente e spiritualmente fino a toccare il cielo con un dito, nel nostro caso con le punte dei cappellini di Babbo Natale che abbiamo portato per l’occasione. Assistiamo increduli alla trasformazione della città: giorno, tramonto, crepuscolo e notte, ogni momento con una sua particolare e meravigliosa bellezza, diversa ed ineguagliabile. Il Cristo che avevamo visto la mattina si trasforma nuovamente in un puntino a forma di croce seppur molto luminoso; Copacabana, dove avevamo steso i nostri teli il giorno prima, è visibile in tutta la sua morbida lunghezza e la sua forma a mezzaluna viene evidenziata piano piano dalle luci del lungomare; Botafogo, da dove avevamo fatto il servizio fotografico, diventa la protagonista della sezione destra del nostro panorama. Ed oltre ai posti ormai noti emergono morri sconosciuti, spiagge nascoste e grattacieli mai visti, tutto gratis sotto i nostri occhi. E visto che non ci vogliamo far mancare nulla decidiamo per un aperitivo birra e patatine, un classico aperitivo come tanti, al tramonto, sul Pão de Açúcar, a Rio de Janeiro. Ed è precisamente il momento in cui alziamo le nostre lattine, noi da un lato ed una meravigliosa Rio dall’altro, è quello il momento del Q.O. ossia quello in cui non vorresti stare in nessun altro posto ed in nessun altro momento che Qui ed Ora! E’ quello il momento che ricorderemo a lungo, l’emozione delle emozioni, una manciata di secondi di puro rapimento. E quando scendiamo, un po’ storditi da tanta bellezza e forse dalla birretta a stomaco vuoto, nella cabina succede l’impensabile ossia che 10 italiani ed altrettanti brasiliani comincino a cantare ed a fare il trenino della samba sotto gli occhi stupiti ma transigenti del controllore, un ballo forse contrario alle regole di sicurezza ed alla rivalità calcistica, ma che dà esattamente il senso del Brasile, una terra che ti emoziona e ti coinvolge, ti rapisce e ti affascina, ti conquista e ti innamora, ti dà tanto e ti toglie tanto perché sull’aereo del ritorno già sai che un pezzo di cuore rimarrà in questa terra tra le braccia del Cristo, in un conto alla rovescia, nei locali di Pipa, tra i vicoli della Favela, sulle spiagge del Morro Sao Paulo, tra i colori del Pelourinho, nella notte di Japaratinga, sulle ali di un deltaplano, fra le dune di Mangue Seco e nella notte del Pão de Açúcar.