pinerolo indialogo ottobre 2012

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1 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo IN DIALOGO Anno 3, Ottobre 2012 n.10 Pinerolo, Buttiero ..... usciamo dal tombino? Storia dell’immi- grazione pinerole- se: i veneti. Intervista ad Ernesto d’Isep

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N.10 Magazine d'informazione e di cultura locale per il dialogo tra generazioni

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Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di PineroloINDIALOGO

Anno 3, Ottobre 2012n.10

Pinerolo, Buttiero

..... usciamo

dal tombino? Storia dell’immi-grazione pinerole-se: i veneti.Intervista adErnesto d’Isep

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22Buone News

A cura di Gabriella Bruzzone

nonostante la crisi...

Il prodotto italiano? Eccellente!L’automobile cala del 16 %, ma l’alimentare aumenta del 18 %

È un cliché, si sa, ma a quanto pare non siamo più gli unici a pensarlo o quan-to meno a vantarcene. Di cosa sto parlan-do? Delle eccellenze italiane, naturalmente. Dopo le scarpe, la moda e le automobili, il mondo sta impazzendo anche per l’enoga-stronomia italiana. Il punto cardine è la dieta mediterranea, invidiata e imitata in tutto il mondo, per i suoi alimenti genuini e naturali. L’olio di oliva, ad esempio, pur essendo consumato in grandi quantità, è un grasso sano, così come i carboidrati del pane e dei cerea-li. Si consumano poi frutta, verdura, erbe aromatiche, pesce e vino. Per anni è stata dimenticata, quasi snobbata, ma due anni fa è stata eletta a «Patrimonio immateriale culturale dell’umanità». In tutto il mondo i prodotti italiani sono ricercatissimi, in particolare da quando si è diffusa la cultura del buon cibo, a scapito di quell’orrendo cibo spazzatura (così vie-ne considerato) consumato ad esempio in America. Aumenta la richiesta, aumentano le esportazioni. I produttori italiani in questi ultimi cinque anni hanno ricevuto talmente tante richie-ste che il fatturato è aumentato del 18%. Una cifra folle! Soprattutto se paragonato all’esportazione di automobili, calata drasti-

camente del 16%. Insomma, scende uno, compensa l’altro. Sta di fatto che, nonostante la crisi im-perante, comperare le cipolle di Tropea o la toma d’alpeggio piemontese è diventato un must e non importa il prezzo ma solo la qualità. Senza contare che i prodotti che hanno ottenuto il riconoscimento DOP, IGP e STG sono aumentati a 239 solo nell’ulti-mo anno, facendo di conseguenza crescere il prestigio italiano in Europa e oltre.C’è anche una parte di – per così dire – export interno: gli italiani sono ospitali, so-prattutto al Sud dove vive e lavora un’in-gente fetta dei produttori agroalimentari, e difficilmente fanno partire i turisti a mani vuote. I prodotti che vanno alla grande sono frut-ta e verdura, cereali, formaggi, olii extra-vergini di oliva e vino e, oltre al numero di vendite, è aumentato anche il numero di produttori stessi. Non si può negare che a tal proposito la Coldiretti gongoli di felicità e non manchi di sottolineare la grande abilità degli italia-ni nel riuscire a risollevarsi sempre, in ogni situazione, dando prova di essere ancora «l’Italia della grande creatività». E del buon cibo!

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S o m m a r i o

|Fine del dialogo, fine della politica| Di solito il dialogo si auspica con chi è diver-so da sé, con chi la pensa diversamente e ha prospettive diverse dalle proprie sulla vita e sul mondo. È uno dei chiodi fissi di chi all’interno delle religioni si interessa di ecumenismo ed ha una visione aperta sulle cose e sul mondo. Trasferendo il discorso dalle religioni alla po-litica si nota che oggi i percorsi dal non-dialo-go al dialogo si sono capovolti, almeno a livel-lo di realtà locali dove si avverte la mancanza di dialogo tra i partiti e all’interno dei partiti stessi. Non si dibatte più sulle idee e sulle po-litiche per la città, e neppure sui tanto ambiti incarichi da attribuire. Le riunioni, il confronto e pure gli scontri e le mediazioni erano il pane della politica. Oggi attraverso le elezioni viene messo al comando un amministratore, il sin-daco, che esegue il suo mandato sempre più spesso in solitudine, senza dialogo, nemmeno con il suo stesso partito. Manca così la politica! Se un sindaco è aperto al confronto e al dialogo va a cercarlo, diversamente la sua amministrazione diventa autarchia. In tempi di cambiamenti rapidissi-mi questo confronto è indispensabile, non ba-sta essere esecutori fedeli di un programma elettorale, che magari dopo due o tre anni di amministrazione non è più adeguato ai tempi cambiati. Sono necessarie rimodulazioni con-cordate. Ma questo presuppone da parte degli amministratori umiltà e appunto capacità di ascolto e di dialogo (la democrazia partecipati-va!), che sovente non fanno parte del bagaglio degli eletti. Antonio Denanni

2 Buone news l’alimentareitaliano

4 Primo Piano / 1 laconnessioneabandalarga

6 Primo Piano / 2 l’immigrazioneapinerolo/1

8 eventi dibattitosullamovidanelcentrostorico

10 territorio dasansalvarioalcentrostorico

12 lettere al giornale Èstataammazzatalapolitica?

13 Proposte accantonate lalaureainscienzadellealpi?

14 Politica e territorio intervistaadaureliobernardi

16 idee per la città leterrealtealcentrodell’europa

17 Giovani@scuola engim,formazioneeterritorio

18 lettera a... complessitàdimenteecuoreumano

19 associazioni adameva@

20 arte&architettura dionysusproject

21 Musica emergente i“10135”

22 sport clubschermapinerolo

24 amici di Pinerolo indialogo

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http://www.pineroloindialogo.ithttp://www.facebook.com/indialogo.apinerolohttp://www.issuu.com/pineroloindialogo

PINEROLO INDIALOGO

DIrETTOrE rESPONSAbILEAntonio Denanni Hanno collaborato: Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valenti-na Voglino, Gabriella bruzzone, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Mario rivoiro, Andrea bruno, Cristiano roasio, Nadia Fenoglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.barale, Chiara Perrone, Marianna bertolino, Federico Gennaro, Demis PascalCon la partecipazione di Elvio Fassone

PhOTOGiacomo Denanni, Nino Di Pomponio, Marco rostagno

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del Tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010

rEDAzIONETel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

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Mentre in città si organizzano commissio-ni per cercare nuove occasioni di lavoro, in un tombino della rotonda della Porporata lan-gue la banda larga in attesa di connessioni e diramazioni per le vie della città al servizio di imprese e di cittadini sempre in cerca di collegamenti alla rete internet più veloci, sia per affari che per svago. Sono un po’ di anni che prima lo Stato, poi la regione e la Provincia parlano di connes-sione in fibra ottica superveloce “per favori-re la crescita della società della conoscenza, per sostenere ed incrementare il livello di competitività del sistema economico loca-le, per consentire ai cittadini di conseguire quello che oggi può essere definito come un diritto di cittadinanza…Il nostro impegno è di portare internet ad alta velocità a tutti in Piemonte, e quindi di ridurre il digital divide”. Il decreto dell’Agenda Digitale Europea pre-vede la banda larga di base (5Mbps) per tutti entro il 2013, quella larga veloce (30Mbps) entro il 2020 per il 100% dei cittadini UE e

quella ultra veloce (superiore a 100Mbps) entro il 2020 per il 50% degli utenti europei. Ma attualmente l’Italia nella classifica mon-diale relativa alla velocità di connessione media è ancora al 78° posto, dietro a paesi come rwanda, Etiopia e Armenia. Eppure la diffusione della banda larga è considerata un fattore fondamentale per la crescita economica e occupazionale. Una velocità minima di connessione è un requi-sito tecnico irrinunciabile per la diffusione di alcuni servizi quali: telelavoro, telemedicina, teleconferenza, videochiamata, l’avvio di una attività a distanza, ecc. Internet, i social network, i servizi di comunicazione Voip, sono diventati oggi strumenti di comunica-zione “digitale” in grado di migliorare lette-ralmente la vita delle aziende supportandole ad esempio nelle delicate fasi di customer service. La disponibilità di una connessione a banda larga è praticamente indispensabile in qua-lunque sede di lavoro che richieda un’inte-

di Luigi Carignano, webengineer, e A.D.

4PrIMO PIANO Connettere il Pinerolese

È ferma a un tombino della Porporata

La connessione a banda largaUna infrastruttura ormai indispensabile come l’acqua e la

luce per fare impresa e sostenere il sistema economico locale

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razione via internet con l’esterno. Le aziende non servite dalla banda larga subiscono una perdita di produttività, legata al tempo richie-sto per svolgere attività che impegnano molto meno i concorrenti ser-viti da una connessione veloce. Con la banda larga le opportunità lavorative di sviluppo diventano innumerevoli. Sempre più aziende, grazie alla banda larga, si avvalgono di professionisti a distanza e consentono ai lavoratori di lavora-re da casa con un notevole risparmio di spe-se, migliorando allo stesso tempo la soddisfa-zione dei dipendenti. In un contesto economico globale e com-petitivo come quello attuale, l’accesso alle reti digitali è diventato una delle chiavi più importanti per lo sviluppo economico di un territorio.Le scelte di localizzazione imprenditoriale sono determinate anche dalla disponibilità di queste infrastrutture tecnologiche. È stato detto: “Non c’è economia in questo secolo senza passare dentro la rete”. “Il sistema ad alta velocità garantirà al territorio e alle im-prese maggiore competitività”. I vantaggi della fibra ottica sono quindi tan-ti. Ma Pinerolo è ancora fuori o meglio è alla finestra, in attesa di chissà quale evento. Il comune di Pinerolo se vuole creare iniziative nel territorio per attirare aziende o per fare impresa deve tener conto che la banda larga è una infrastruttura fondamentale, come le fogne, le strade e le linee telefoniche. È inuti-le fare commissioni, tavole rotonde o altro se non si capisce l’importanza di questo servizio ormai di base. Pinerolo, in quanto zona interessata dai Pat-ti Territoriali ha usufruito dell’iniziativa della Provincia, che a seguito di un protocollo d’in-tesa CSI-Piemonte e Telecom Italia, ha fatto arrivare in città, ma solo fino alla rotonda del-la Porporata, la fibra ottica della banda larga e lì si è fermata. L’obiettivo era “di facilitare la nascita di nuovi insediamenti produttivi e

di fornire alle aziende attive sul territorio gli strumenti per rinnovare modelli organizzativi e gestionali e per incrementare la produttività e la competitività sul mercato”. Ma si può dire che l’obiettivo è stato fallito. Nell’intervi-sta che abbiamo fatto qualche mese fa all’as-sessore ai Lavori pubblici Pisaniello gli abbia-mo chiesto della banda larga, la sua risposta è stata: “Per questo problema ci sono poche soluzioni, in quanto questo era da realizzare con le sovvenzioni per le Olimpiadi inverna-li del 2006. Adesso è ferma perché non ci sono i soldi”. Abbiamo rifatto qualche giorno fa la stessa domanda all’assessore al Lavoro Agliodo, il quale è sembrato più possibilista. ha detto “Ci stiamo lavorando...”. Da uno studio della banca Mondiale condot-to su 120 Paesi è emerso che per aumentare dell’1,2% il Pil pro capite basta un aumento del 10% della penetrazione della banda larga nel paese. Speriamo che lo capiscano anche a Pinerolo: per rilanciare economicamente il territorio è una infrastruttura indispensabile!

Le statistiche del web - Il 26% del tempo totale trascorso su internet è dedicato ad un social network. Facebook è quello più utilizzato, 900 milioni di iscritti; twitter 550 milioni di iscritti; Google 170 mi-lioni di iscritti; Linkedin 150 milioni; Ointerest 11 milioni.- Ogni minuto passa nel web: 100.000 twe-et, 680.000 post condivisi su Facebook, 3600 foto caricate su Instagram, 2000 check-in su Foursquare, 48 ore di video caricate su Youtu-be.- Nel 2012 tutti i social network hanno aume-nato le entrate pubblicitarie: più 41%.

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66PrIMO PIANO

Verso la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento un grosso nucleo di immigrati sono i veneti, che ven-gono per andare a lavorare nelle numerose filande pre-senti in Pinerolo e nel pinerolese (Turck, Gutterman, Mazzonis, ecc). Parlando a Pinerolo di Veneto viene subito in mente la Gelateria Veneta , il cui titolare è Ernesto d’Isep che incontriamo. Da quante generazioni la sua famiglia vive a Pinerolo? Il primo a venire a Pinerolo è stato mio non-

no, io sono arrivato 15 anni fa dalla Germania, dove mio padre era emigrato seguendo mia madre, per continuare l’attività di gelatai dei suoceri che altrimenti sarebbe andata persa. Dopo 30 anni di gestione della Gelateria Ve-neta da parte di una famiglia di Padova, siamo tornati a Pinerolo e abbiamo ripreso l’attività di famiglia.E’ a conoscenza delle cause che hanno spinto suo nonno a partire? Il nonno arrivò nei primi anni ’20 dal Cadore,

nelle Dolomiti venete in provincia di belluno. La nostra Val zoldana, come molte altre, era già stata zona di forte emigrazione prima della Grande Guerra, per le diffi-coltà del vivere in montagna ed il clima avverso. In precedenza, gli abitanti si erano dedicati alla produzione di chiodi, data la vici-nanza delle cave di ferro, i quali erano fatti a mano nelle fucine che sorgevano in valle e poi tra-sportati in pianura ed usati dalla Serenissima per la costruzione di navi. Questa realtà scompare

Siamo tutti meticci!

I d’Isep della Gelateria VenetaIl geografo francese Jean-Robert Pitte, ex rettore della Sorbona, affer-ma che in Europa tutti i popoli che la abitano sono meticci. Sono il risultato di incontri-scontri di culture diverse. Pure la nostra Pinerolo è il risultato di queste fusioni (basti pensare solo al ramo degli Acaja-Savoia pro- venienti dalla Francia). Due sono le migrazioni che hanno mag- giormente influito sull’identi-tà attuale del pinerolese: una a caval- lo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, dovuta alla profonda crisi economica (che ha spinto all’estero milioni di italiani), e l’altra nel dopoguerra legata al boom economico e in loco allo svilup-po della Fiat, che ha visto arrivare migliaia di persone dal sud, dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Sardegna, dalla Campania, ecc. che hanno fatto più che raddoppiare la popolazione del pinerolese, creando quel meticciato identitario di cui si parlava prima. Di questi flussi non esistono statistiche, ma da un’indagine un po’ grossolana tra gli studenti dei licei pine-rolesi, il 60-70% afferma di avere un genitore o un nonno non piemontese. A questi arrivi extraregionali dedicheremo una serie di interviste.

L’immigrazione a Pinerolo/1 - I veneti A cura di Marianna bertolino

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7 I veneti si sono integrati facilmenteperò con l’avvento industriale e l’esaurimen-to delle risorse ferrose. I miei avi hanno do-vuto inventarsi un mestiere e così sono dive-nuti gelatai. Non si conoscono le origini, ma nella nostra valle, nel secondo dopoguerra, il 90% per cento degli abitanti erano gelatai. Già il mio bisnonno si era recato a Vienna nel 1885 ( un tempo eravamo dominati dall’im-pero austroungarico che rilasciava un lascia-passare per recarsi a Vienna o budapest ad esercitare un mestiere) proprio per fare il gelato e ho ancora delle foto, che tengo esposte, della mia bisnonna con la loro prima gelateria.Ma la prima guerra mondiale provocò la fuga di residenti italiani da Vienna i quali ritornarono in Italia con un mestiere. Ogni singola famiglia ha poi scelto altri posti in cui installarsi, molte sono andate in Germania per la lingua già appresa, come i miei nonni materni.Come è capitato a Pinerolo? Mio nonno aveva sentito nominare Pinerolo per la Cavalleria, era una delle città più impor-tanti del nord Italia, e in quell’epoca di benesse-re, la belle Epoque, si prestava a questa attività artigiana di nicchia poiché garantiva un buon commercio.Come nasce l’attività a Pinerolo? Inizialmente non in pianta fissa bensì itineran-te. Il gelato si faceva con tecniche complesse, il ghiaccio veniva acquistato nella fabbrica del ghiaccio e trasportato in barre di un quintale su carri con paglia per mantenerlo. Durante la notte si scalpellava in scaglie mescolate con sale per formare una salamoia, il gelato veniva messo in sacchi di Juta e ghiaccio e si andava di cascina in cascina con i carretti, alle feste di paese, nelle piazze. Dopo 11 anni hanno preso questo locale, la Gelateria Veneta, dove tuttora svolgiamo la nostra attività.Sono molte le persone di origine veneta presen-ti in Pinerolo? Una parte di Pinerolesi è venuta a lavorare proprio per mio nonno, perché egli era solito cercare i collaboratori nel paese di origine. Per esempio i precedenti gestori, prima del mio ar-rivo, erano di Padova, poichè anche negli anni ‘50/’60 c’erano problemi di lavoro in Veneto, soprattutto nel Polesine. Si può dire che si è creata una rete tra conterranei, che ha spinto molti a venire a Pinerolo. Ma anche nelle valli

per via delle industrie tessili, tant’è che le prime donne lavoratrici sono state venete.Come si è ambientato al suo arrivo a Pinerolo? Io ritorno a Pinerolo nel 1997, quindi in epo-ca recente, ma ho socializzato con tutti, grazie alla mia attività. Quella veneta è una comunità amalgamata, anche perché per noi le difficoltà sono state minori, per la lingua e per i dialetto, ma anche per la terra, le montagne ed il clima, credo sia stato meno traumatico a differenza dei migranti dal sud Italia.Come vede attualmente Pinerolo? Pinerolo è ancora una piccola perla. Si sta bene, abbiamo tutto - in termini naturalistici, paesaggistici e storici - poi negli ultimi 15 anni vi è stata una grande crescita edilizia e si è mo-dernizzata passando da paese a città, grazie anche alla tecnologie e alle vie di comunicazio-ne. Unica pecca le Olimpiadi: credo non sia sta-ta sfruttata l’opportunità dell’evento.Tuttavia si vive come in tutto il nord Italia, non vedo differenze con il Veneto, lavoro purtroppo ce n’è sempre meno, ma a Pinerolo nell’arti-gianato, se si lavora bene, ci sono margini di guadagno.Vede Pinerolo come una città turistica? Vedo più che altro turisti di passaggio perché la città è a metà strada tra la Francia e Torino. Penso che sia ancora poco sfruttata la posizione e manca una politica turistica, bisogna attivare persone esperte nel campo, giovani che studia-no; c’è sempre troppo dilettantismo in quello che si fa. Occorre guardare al futuro con ottimismo poiché le eccellenze sul territorio, dall’enogastro-nomia al patrimonio culturale, non mancano.Infine un’ultima domanda culinaria: quali sono i gusti dei Pinerolesi in fatto di gelato? I Pinerolesi sono classici e tradizionalisti, van-no molto la cassata e il pinguino, con le ricette invariate di mio nonno, e sono comunque mol-to affezionati e fedeli al proprio artigiano.

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88EVENTI

Dibattito sulla movida nel centro storico“Non ho intenzione di rassegnarmi alla movida”, di Claudio Villiot

Non a tutti piace un centro storico pieno di vita. bisogna conciliare diverse esigenze

Sono uno di quegli “abitanti insofferenti” che nello scorso numero di “PineroloIndialogo” venivano invitati a rassegnarsi alla nuova movida pinerolese e ai suoi schiamazzi notturni in nome del potere, eviden-temente indiscutibile, del Dio denaro (v. l’istruttiva citazione

del Chiamparino-pensiero sull’aumento di va-lore degli alloggi in Piazza Vittorio). Ebbene, nonostante l’invito, non ho alcuna intenzio-ne di rassegnarmi e vorrei spiegarne i motivi, augurandomi di contribuire in questo modo a sollevare un dibattito il più ampio possibi-le sulla questione. Innanzi tutto penso possa essere utile qualche riflessione sul concetto di “casa”, o “abitazione privata”. Mi sembra che la “casa” dovrebbe essere un luogo protetto dal mondo esterno in cui qualsiasi cittadino ha il diritto di dedicarsi alle sue attività priva-te, come e quando meglio crede: quando si “entra in casa” si deve poter provare una sen-sazione di sollievo e di libertà perché si entra in uno spazio personale. Ormai chi come me vive in Piazza Facta e dintorni questo piacere lo sta perdendo, assediato com’è, soprattutto la sera e la notte, da ogni sorta di rumore, schiamazzo, pseudo-sonorità martellanti sti-le discoteca, ecc. – non solo, sta perdendo anche la possibilità di riposare, in quanto al-cuni di questi locali che rappresenterebbero le punte di innovazione imprenditoriale del pine-rolese hanno orari di apertura prolungati sino alle 4 del mattino. Come si possono conciliare

orari del genere con le esigenze di chi lavora, studia (esistono anche giovani che studiano e lavorano!), è anziano, o semplicemente pensa di avere diritto a un certo numero di ore di riposo notturno? Queste domande le rivolgo a chi ha scritto l’articolo, ma soprattutto mi piacerebbe avere una risposta dagli ammini-stratori comunali che certe licenze le hanno concesse. E’ troppo quello che sto chieden-do? In che modo il sindaco e gli assessori competenti tutelano i diritti e la salute di “tutti i cittadini” in certe zone del centro storico? Qual è il senso di tutto ciò? Soltanto, ancora una volta, il Dio denaro? Ci si rende conto che in questo modo diventa impossibile la vita in alcune zone della città e anziché verso la rivi-talizzazione si corre il rischio di andare incon-tro a una devitalizzazione, come già avvenuto in molti altri casi: l’abbandono del centro da parte dei residenti e la sua trasformazione in una zona di servizi e locali, dove appunto la vita rimasta è soltanto più quella luccicante e rumorosa della “movida”. E’ questo che si vuole? Un’ultima considerazione sulle potenziali-tà economiche che queste tipologie di locali avrebbero per lo sviluppo della nostra città; mi sembra un’affermazione piuttosto curiosa data la situazione di crisi che stiamo vivendo: la disoccupazione, soprattutto giovanile, au-menta, così come il costo di carburanti, beni e servizi, i redditi delle famiglie diminuiscono…e noi come pensiamo di uscirne? bevendo, cantando e ballando fino all’alba. Che la festa continui!

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La cultura del Dio-denaro non ci appartiene, crediamo di puù nel dio-Lavoro (art.1 della Co-stituzione), quel lavoro che molti giovani non hanno e si impegnano in tutti i modi a trova-re, compresa la rivitalizzazione dei centri sto-rici o quartieri degradati con pub e negozietti come hanno fatto a San Salvario aTorino, che da quartiere malfamato è diventato di pregio. Siamo con questi giovani che anche a Pinerolo cercano di far rivivere un centro storico per de-cenni abbandonato a se stesso, diventato negli anni puro dormitorio, riuscendo a fare quello che non sono riuscite a fare le varie ammini-strazioni. La movida che ci piace è quella che coniu-ga socialità e responsabilità, cioè il diritto dei residenti al riposo notturno per poter andare a lavorare il giorno dopo in piena efficienza con il diritto di installare anche nel centro storico pub e pizzerie come in altre parti della città, perchè il problema del rumore notturno - specie d’estate - vi è ovunque vi sia uno di questi lo-cali di socializzazione. La rumorosità dei bar del centro storico non è diversa da quella dei bar di corso Torino o di piazza Barbieri. Il fatto è che gli abitanti del centro storico erano abituati a un centro socialmente morto, un “quartiere dormitorio”, quindi silente e ora mal sopportano la novità di questi luoghi di ag-gregazione giovanili serali, che hanno assunto anche la funzione di presidio sociale di luoghi a volte “inquietanti” (i giovani del Pepe Nero mi hanno detto che più di una volta hanno accom-pagnato delle signore che dovevano tornare a casa di sera nelle vie buie del centro storico). Credo che la via da praticare sia quella del dialogo, creando magari una commissione composta da residenti, da esercenti e da ente pubblico che attraverso la mediazione trovi un modus vivendi per tutti.p.s. Credo che d’estate, quando col bel tempo si vive di più in strada, si sta con le finestre aperte e si tende a fare tardi, il problema della convivenza ci sia un po’ in tutti i punti della città. In più di un’occasione si è presentato an-che intorno a casa mia, che non si trova nel centro storico, ma ha vicino un giardinetto con le panchine.

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Dibattito sulla movida nel centro storico“Non ho intenzione di rassegnarmi alla movida”, di Claudio Villiot

Non a tutti piace un centro storico pieno di vita. bisogna conciliare diverse esigenze Il dibattito su FacebookInDialogo A Pinerolo - 5 settembre La movida dai Murazzi di Torino e da Saluzzo sembra che si stia spostan-do anche verso Pinerolo...

www.pineroloindialogo.it/2012/pineroloindialogo9_2012/centro.htm

A Francesco Buffa piace questo elemento.Guido Calliero Speriamo di no

6 settembre alle ore 0.24 Marina Berardo Ma dai Guido! Così esci un po'... una botta di vita!

6 settembre alle ore 0.29 2013Daniela Stroppiana magari!

6 settembre alle ore 10.36Guido Calliero Non concepisco il divertimento con il rumo-re, la confusione e soprattutto i giovani maleducati e cafoni che si affogano nell'alcol. Sono vecchio

6 settembre alle ore 11.09InDialogo A Pinerolo Di giovani, come di adulti, ce ne sono di tutti i tipi. Quelli che si ubriacano o sono maleducati sono un'esigua minoranza, che purtroppo è quella che fa notizia, come l'albero che cade in una foresta che cresce.

6 settembre alle ore 23.16Guido Calliero Vi auguro di abitare in una di quelle strade o piazze dove magari c'è un locale con musica a palla fino a tarda notte e che dobbiate andare a lavorare e magari alzar-vi alle 5 del mattino poi ne possiamo riparlare

6 settembre alle ore 23.48InDialogo A Pinerolo Il nostro obiettivo è di valorizzare il centro storico. È impensabile che si possa vitalizzare il cen-tro storico, nel senso di portare vita, senza i giovani e i gio-vani si muovono e si aggregano soprattutto con la musica e lo sport (Dove ci sono i giovani arrivano anche gli adulti e il commercio!). Il sistema dei pub, della ristorazione e delle iniziative di aggregazione in atto stanno creando ciò. Per quanto riguarda i locali con la musica a palla siamo d'ac-cordo che non vanno bene nel centro storico (ci può stare l'eccezione per una serata d'inaugurazione). Questo genere di locali bisogna dislocarli in periferia. Il nostro modello sono gli apericena giovanili migranti (ore 18-24), limitati ad un paio di giorni la settimana, il venerdì e il sabato. Siamo per la movida nel senso più genuino del termine: muoversi per la città, socializzare, incontrarsi.

8 settembre alle ore 16.08.2012Guido Calliero Anch'io sono per la socializzazione, ma non per questa. Non occorrono né musica a palla né rumore sfrenato che non dura mai solo fino a mezzanotte ma pro-segue ben oltre. Mi date una risposta? Voi dove abitate? Io per fortuna non in centro e nemmeno sopra un bar o birreria

8 settembre alle ore 16.16 Mi piaceInDialogo A Pinerolo Non abitiamo nel centro storico. Ma non bisogna partire dal fatto personale per dare una lettura e una prospettiva a una realtà.

Movida, socialità e responsabilità di Antonio Denanni

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1010TErrITOrIO

La “Casa del quartiere” un modello per il palazzo degli Acaja

Da San Salvario al centro storico

Idee per la città

San Salvario è un quartiere centrale di Torino che si estende tra la stazione di Porta Nuova e il parco del Valentino. In-sieme al rione del quadrilatero romano si caratterizza per un notevole numero di attività commerciali e artigianali, ma da quest’ultimo si differenzia per una va-sta e sempre crescente multiculturalità (boutiques etniche, laboratori artigianali, panetterie e tabaccherie con articoli lo-cali e con prodotti etnici). Pianificato tra il 1846 e il 1854, assunse la sua esten-sione attuale verso la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento grazie alla nasci-ta della FIAT nel comprensorio di Corso Dante, opera che ha portato un graduale afflusso di im-migrazione: ad oggi convivono quattro religioni con i relativi templi (cattolici, valdesi, ebrei e mu-sulmani). benché l’immagine di San Salvario sia spesso associata al degrado edilizio, alla conflit-tualità, alla prostituzione e alla criminalità, il borgo ha denotato sin dagli inizi degli anni novanta una notevole capacità di mettersi in discussione at-tuando politiche locali volte all’integrazione inter-culturale: nascono così gastronomie e ristoranti etnici, bed and breakfast e affittacamere, studi di architettura e grafica web, agenzie pubblicitarie e di consulenza legale, cooperative di promozione territoriale e soprattutto diverse associazioni im-pegnate in attività culturali ed artistiche destinate al potenziamento delle relazioni fra autoctoni e stranieri. Uno degli esempi più lampanti è rappresenta-to dalla “Casa del quartiere”, fondata nel 2010 in Via Morgari 14 presso gli ex bagni municipali.

Si tratta di un progetto realizzato dall’Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario onlus in collabo-razione con Città di Torino, Fon-dazione Vodafone, Compagnia di San Paolo, Circoscrizione 8 e con un grande numero di enti no profit. Lo stabile dispone di una caffetteria aperta tutti i giorni fino a tarda notte, di una sala riunio-ni e di spazi d’ascolto (counsel-ling per genitori di adolescenti, accoglienza per la popolazione immigrata, attività per pensiona-

ti, confronti fra neomamme, sostegno per don-ne rifugiate e consulenza sindacale per docenti e personale ATA, solo per citarne alcuni). Vi è inoltre la possibilità di frequentare dei laboratori artistici, di danza (ricordo di essermi cimentato un giovedì sera in danze irlandesi), e poi musica, canto, lingue straniere e informatica. A rendere questo luogo veramente unico è la possibilità gra-tuita lasciata al cittadino di proporre delle attività e di richiedere degli spazi per formazione, feste e presentazioni, per insegnare e trasmettere agli altri qualcosa di proprio in uno spazio comune e in un ambiente confortevole.Ecco, quanto sopra riportato può essere un’ot-tima ed esemplare testimonianza come modello di convivenza e di integrazione fra persone ap-partenenti ad etnie differenti. Credo che con la creazione di uno spazio dedicato soprattutto ai giovani, l’esempio di San Salvario possa offrire uno spunto di riflessione interessante anche per realtà più piccole.

di Marco Merlin

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È difficile entrare nel «sistema dell’arte», il mercato che conta e che decreta che cosa dell’arte è contemporaneo e deve costare e che cosa no, quali artisti sono dentro e quali fuori… Una giovane pittrice e desi-gner torinese, beatrice botto, ha aperto nel centro storico di Pinerolo uno spazio di visibilità per i refusé: la Confraternita degli artisti di via Trento 91. Mini-spazio espo-sitivo e insieme mini-factory, bottega dove gli artisti si incontrano e, senza velleità di scuola o movimento, forse oggi impossibi-li, lavorano fianco a fianco, si confrontano, mostrano le loro opere, insegnano a nuovi apprendisti tecniche e forme del disegno, della grafica, della pittura, della fotografia, dell’arte applicata, attestano di esserci in definitiva. Un azzardo di questo tipo pen-so non abbia in potenza meno chance di lanciare artisti corredati di pensiero, idee, emozioni, da trasmettere a chi guarda ri-spetto a circuiti di promozione dell’arte emergente supportati da imprimatur istitu-zionali e fìnanziamenti pubblici. È di Andy Warhol, interprete lucidissi-mo del nostro tempo, l’affermazione che la società dell’immagine e dello spettacolo, centrata com’è sulla quantità più che sul-la qualità del produrre, un «quarto d’ora», anche una carriera intera di successo, ha

interesse a concederli a più gente possibi-le. E così la Confraternita degli artisti pine-rolese, quando avesse buon filo da tessere e buona lena, potrebbe essere funzionale alla scoperta e al decollo di qualche talen-to. Glielo auguro. Estetica emblematica della tarda modernità, ultima avanguar-dia, quella del pop, di cui Warhol è stato campione e genio, ha focalizzato come meglio nessuna il reale del tempo nostro allora montante e oggi consolidato. L’arte di oggi, venuta dopo quella stagione anni ‘60, è analitica, multiforme e multimediale, libertaria, un po’ anarchica, virtualmente aperta a quanti artisti hanno cose da dire e sappiano parlare all’intelligenza e al cuo-re di chi sa guardarci dentro. Nelle grandi praterie della cultura di massa qualcuno lo si trova ancora a saperlo cercare.da Sergio Turtulici, Riforma, 14.9.2012

11Nuove idee e iniziative sul Centro storico

La Confraternita degli artisti - Via Trento 91

Il Centro storico che ci piace

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12Lettere al giornale di Elvio Fassone

“A livello nazionale si dice che c’è troppa invadenza della politica. A livello di amministrazione comunale, ci si lamenta invece che il nuovo sistema di elezione dei sindaci ha ammazzato la politica. Che cosa ne pensi?” (A.D.)

Penso che le due cose non sono in contraddizio-ne. A noi sembra che manchi la politica, quando di essa abbiamo in mente l’accezione alta, l’arte o la scienza di sapere che cosa è bene per la comunità, e come perseguirlo: e questa attitudine, purtroppo non abbonda. A rovescio, vediamo che c’è troppa politica, là dove vorremmo una buona e sana am-ministrazione, e invece della politica ci tocca subire l’aspetto opaco, i giochi di alleanze e di potere, lo slalom inconcludente tra i paletti degli inte-ressi contrapposti. Questa disfunzione, purtroppo, affligge anche le amministrazioni comunali. Come si è giunti a questo stato di cose? Esso è stato in gran parte favorito dalla legge n. 81 del 1993, che ha regolato il siste-ma elettorale dei sindaci. Prima di allora il sindaco e le giunte erano eletti dai gruppi consiliari, e perciò erano in gran parte con-dizionati dai partiti. Essi erano costretti a mercanteggiare ogni giorno la propria so-pravvivenza a prezzo di mediazioni este-nuanti, le amministrazioni cadevano e si ricostituivano per una questione di mera redistribuzione del potere, i programmi di ampio respiro erano impensabili. Sulla spinta dei referendum del 1991 e 1993 e del clamore delle inchieste di “Mani pulite”, nel giro di poche settimane venne-ro varate la nuova legge per le elezioni al Parlamento e l’anzidetta legge n. 81 sulle elezioni comunali. Premio di maggioranza alle liste collega-te con il sindaco vincente, sua facoltà di scegliersi gli assessori, ridimensionamento del ruolo dei par-titi, scioglimento del consiglio comunale qualora il sindaco volesse o dovesse dimettersi (e quindi simbiosi forzata dei due organi e forte freno alla sfiducia). Un irrobustimento così forte del primo cittadino, che la legge ritenne necessario introdurre il limite del doppio mandato, per evitare il pericolo

di piccole monarchie a tempo indefinito. Fu la stagione dei sindaci protagonisti, incarna-ti anche da personalità spiccate ed autorevoli: la stagione dei Cacciari, rutelli, Castellani, bassolino, Cofferati e tanti altri, che qualche politico preoccu-pato definì ingiustamente “cacicchi”. Ma poiché ogni corpo ha la sua ombra, anche questa stagione ha presto mostrato i suoi risvolti negativi. Il più evidente è la quasi universale esau-torazione del Consiglio comunale, declassato a or-gano che prende atto delle decisioni dell’esecutivo, molte delle quali, anzi, neppure lo interpellano. Il secondo effetto è la sovraesposizione del sindaco, che lo porta talvolta ad un solipsismo accentrato-re, o ad arroccarsi nel perimetro ristretto della sua

giunta o di parte di essa. E poiché nessuno è dotato di poteri sovruma-ni, il sindaco che vuole seguire tutto personalmente finisce con l’impan-tanarsi in mille questioni di limitato respiro, privando se stesso e la città di quella funzione essenziale e fecon-da che è il pensare, il confrontarsi, il progettare ad ampio orizzonte. Molti rimedi sono stati invocati da chi ha a cuore una democrazia par-tecipata: le “giurie dei cittadini”, cioè organismi regolamentati da utilizzarsi in funzione consultiva non vincolan-te, previa dovuta istruttoria sui pro-blemi; oppure le deleghe accorda-te a cittadini qualificati in merito a specifici singoli problemi, utilizzando (gratuitamente, a scanso di abusi) soggetti portatori di competenze che

sindaco e giunta non possono avere, e sottopo-nendo i delegati a rigoroso rapporto periodico; op-pure ancora l’affidamento dell’istruttoria di un pro-getto, o della ricerca e della raccolta delle “migliori pratiche” (non solo in Italia, ma anche all’estero) in merito a determinate politiche; e tanti altri supporti di vera democrazia. La legge 81 aveva ottime intenzioni, e all’inizio ha funzionato bene. Ma ora rischia di trasformare la città in una cittadella, e così non va più bene.

SOCIETà

LA LEGGE N. 81/1993 E IL SISTEMA ELETTOrALE DEI SINDACI

In città è stata ammazzata la politica?

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13 Lo studio di una commissione, mai valorizzato

Elvio Fassone nel n. di settembre di Pinerolo In-dialogo ha accennato a degli studi fatti per rilanciare alcune eccellenze del territorio. Tra queste l’univer-sità con un progetto di laurea di secondo livello in “Scienze delle Alpi”. La proposta - accantonata! - ci sembra invece originale ed interessante, secondo noi da riprendere. Anche perchè potrebbe saldarsi con altre realtà di pregio come il laboratorio di Pracatinat. Presentiamo uno stralcio del progetto.

“Dunque, Pinerolo, se vuole sopravvivere [come università], deve trovare una solu-zione specifica, corrispondente ad una sua vocazione, e fortemente sostenuta dal ter-ritorio. (...) E’ stata affacciata l’ipotesi di ottenere un corso a Pinerolo affine a quello in atto ed in via di esaurimento, dandogli una fisiono-mia in parte diversa. Si tratterebbe di con-servare l’impianto del corso di Economia e gestione dell’impresa, implementandolo con insegnamenti di Management del turismo e Management della cultura. [...] L’ipotesi è fortemente caldeggiata da una parte dei Docenti della Facoltà di Economia. Incontra resistenza, invece, in altra parte dei Docenti, riluttanti a spostarsi in sede decen-trata; [...] Si affaccia dunque la necessità di una di-versa ipotesi praticabile, che può sintetizzar-si nella istituzione di un corso di laurea ma-gistrale (o di secondo livello) in Scienza ed economia della montagna, ovvero Scienze delle Alpi. L’ipotesi muove dalla premessa necessa-ria, secondo la quale l’istituzione di un corso in una sede decentrata deve rispondere ad un’oggettiva specificità che la sede può of-

frire. A questa stregua è stata inizialmente formulata - con il giudizio favorevole di un nucleo di Docenti dell’Università torinese - l’ipotesi di trasferire a Pinerolo il corso inter-facoltà, di primo livello, di “Scienza [e cultu-ra] delle Alpi”, che è già operante a Torino nelle due formule di “Scienza e cultura delle Alpi” (SCA) e di “Scienza e turismo alpino” (STA). A sostegno di questa ipotesi giocano le seguenti considerazioni:* il corso incontra difficoltà nel proseguire a Torino, dove lo STA è in via di esaurimento;* Pinerolo potrebbe aggiungere una dimen-sione internazionale, connettendosi con il corso affine esistente nella città gemellata di Gap (F);* il corso verrebbe integrato e potenziato con il capitolo dell’Economia montana, oggi carente o di esiguo rilievo nella configurazio-ne di Torino. A questa ipotesi, peraltro, si oppone la difficoltà di trasferire in una sede distaccata un corso che coinvolge più Facoltà.[...] Ove non sia possibile instaurare a Pinerolo un intero ciclo (3+2) ma vi sia - come sem-bra - disponibilità dell’Università ad allocare nelle sedi staccate dei corsi di secondo li-vello (il c.d. “+ 2”), si rende necessaria una decisa presa di posizione a favore del corso di laurea di secondo livello in Scienza [e cul-tura] della montagna (o delle Alpi), in ragio-ne della unicità di questa disciplina, del suo connotato trans-frontaliero, che Torino non assicurerebbe in egual modo, e della voca-zione specifica del territorio pinerolese. [...]

A Pinerolo, la laurea in “Scienza delle Alpi”?Un’ipotesi avanzata tempo fa per rilanciare la SUMI di Pinerolo

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Siamo andati a chiedere a un democristiano di lungo corso, il prof. Aurelio bernardi, classe 1927, sindaco di Pinerolo dal 1965 al 1975, come va la poli-tica in città. Un po’ per fare un confronto con il passato e un po’ per capire l’oggi che sem-bra non vada per il meglio un po’ in tutte le parti d’Italia. Con il prof. bernardi, che, nonostan-te non faccia politica attiva da anni (ora si cura dell’archivio della diocesi di Pinerolo e della Società di studi cattolici), è bene in-formato sui fatti della città, facciamo una lettura storica della vita politica pinerolese di questi anni.Cosa significava fare politica ai suoi tempi? Cosa è cambiato rispetto ad oggi? Ai miei tempi, sul farsi della I repub-blica, nascevano i primi partiti politici, sim-boli della democrazia conquistata. Questi erano fatti da persone che vedevano nella politica una cosa estremamente seria, alla quale dedicarsi con pathos, impegno fisico e mentale. Oggi invece la politica è vista come un ascensore sociale e reddituale, un mezzo per arricchirsi insomma. Inoltre, i partiti di allora erano più ideologizzati, ave-

vano ben in mente un disegno di società, con nette differenze certo non sempre facili da con-ciliare. Oggi invece si fa preva-lere il fare sull’essere, e questo eccessivo pragmatismo, a mio avviso, fà mancare una visione dell’uomo e della società.In merito alla sua esperienza amministrativa, ci riassume brevemente i punti su cui ha in-

centrato il suo lavoro da sindaco? Sono tre i punti di forza per cui ci siamo battuti. Primo, dare importanza all’istruzio-ne in città, attraverso la nascita di nuovi asili nido comunali e scuole per l’infanzia e il sistema della scuola secondaria. Secondo, la trasformazione dell’assessorato all’assi-stenza in assessorato alla sicurezza sociale, promuovendo ad esempio la mammografia gratuita per le donne e l’assistenza a domi-cilio per gli anziani. Terzo, sviluppo urbani-stico della città, salvaguardando la collina e creando un’area industriale.Cosa ne pensa dell’amministrazione Buttiero e delle scelte che sta compiendo ed ha compiuto? Il mio giudizio sarà sempre positivo per i sindaci, comprendendo io quale sforzo si debba compiere nel gestire una città. Cer-

A cura di Emanuele Sacchetto POLITICA C i t t à e t e r r i t o r i o14

Incontro con Aurelio BernardiUn pezzo della storia di Pinerolo“I partiti vivano con i propri mezzi e vengano ridotte le spese della politica”

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to alcune scelte (forse obbligate) attuate da questa amministrazione vanno in direzione opposta alla linea politica messa in atto nei miei mandati. Penso ad esempio alla difesa della collina dai costruttori (punto di forza della mia giunta!), venuta meno con i per-messi accordati per edificare nella zona sot-tostante Monte Oliveto. Penso anche alla grande importanza accordata da me ai ser-vizi sociali, specialmente dell’educazione e dell’infanzia, che sta traballando di fronte a prospettive di affidare a cooperative la ge-stione di asili nido e materne.Il problema più grande di questa città? Un consiglio per il sindaco? Il problema più grande per Pinerolo è di-fendersi dal divenire la seconda periferia di Torino. Pinerolo ha una storia e un’identità che vanno mantenute, restando indipen-dente dal capoluogo. Nei miei sogni c’era quello che Pinerolo diventasse provincia, centro propulsore essa stessa di attività economiche e sociali. Un consiglio per il sindaco è certamente quello di cercare più collaborazione con la Giunta, non essere au-toreferenziale. Con gli scandali che ogni giorno vediamo è oggi ancora possibile rilanciare la politica? Come? bisogna innanzitutto che i partiti vivano con i propri mezzi e che vengano ridotte le spese della politica. La politica deve essere mossa da passione e non diventare un me-stiere. Per questo sarebbe opportuno met-tere un numero massimo di mandati effet-tuabili. bisogna poi ridare vita ai Parlamenti, perché questi sono nati in tempi lenti, agri-coli, e non si adattano alla velocità del tem-po presente. Infine la politica è mediazione, e allora bisogna tornare alla discussione, al dibattito, ridando forza ai Consigli Comunali per esempio.Un giudizio e un consiglio ad un giovane che voglia fare politica. Un giovane deve farsi innanzitutto una cultura politica, in qualsiasi partito voglia militare. Deve poi fare del volontariato so-ciale, essere a contatto con la gente per ca-pire e condividere appieno i problemi della società. Infine deve metterci passione, per-

ché in fondo deve gestire una cosa che è di tutti, e quindi anche un po’ sua.

riflessioni young. Che ci sia bisogno oggi di interloquire con la “politica vecchia” (non per età certo, ma per idee e modus operan-di) è dura da accettare. Non è certamente guardando ai tristi episodi del nostro pas-sato che potremo sperare di trovare una soluzione alla nostra crisi politica. E non sarà certo prendendo a modello esempi autorevoli di quei tempi, che capiremo che indennità così alte ai politici si trasformano in tangenti, e che le tangenti le hanno pro-prio inventate la politica del compromesso e della mediazione dei partiti passati. Il rin-novamento non ha in sé la marcia indietro. La politica, se si vuole rinnovarla davvero, è ora di smettere di paragonarla, rimpian-gerla per i tempi che furono. Guardando allo sfacelo della II Repubblica non desideriamo nemmeno per un momento di tornare alla prima. La politica è la gestione attuale del-la società, e la società è cambiata. Se si vuole cambiare è allora ora di lasciare partiti e vecchie categorie in cui troveremo sem-pre stupende idee ma supportate da enormi tangenti. La politica venga lasciata all’atti-vismo giovanile, alle persone che pensano e vogliono pensare, con un po’ di modestia, anche per chi si rifugia nel dire “tanto è una cosa che non mi riguarda”. Proviamo a non parlare più di Onorevoli e convenevoli. Fac-ciamo tornare la politica a un piano basso della classe sociale. Proviamo a far sentire un Deputato un semplice funzionario dello Stato, proviamo a fargli fare un orario lavo-rativo come qualsiasi altro funzionario sta-tale e con stipendio dimezzato. Iniziamo a pretendere che facciano bene il loro lavoro così come lo pretendiamo da un funzionario comunale. Buttiamo via quella reverenziale ‘lecchineria’ e aria di divina essenza che ci fa quasi inchinare di fronte alla vista di un Uomo Politico. Questo non vuol dire scre-ditare la politica, ma solo far tornare coi pie-di per terra i tanti boriosi che credono che il loro essere politici significhi solo potersi mettere una maschera da maiale in testa e firmarsi Onorevole! Emanuele Sacchetto

15 “ r i f l e s s i o n i ” P o l i t i c h e y o u n G

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Il 21 settembre scorso si è svolto a Tori-no, presso il Consiglio regionale, il convegno Terre Alte al centro dell’Europa. Organizzato dall’Uncem Piemonte, ha visto gli interventi, tra gli altri, del Presidente della delegazione piemontese Lido riba, del presidente Uncem nazionale Enrico borghi e di personalità poli-tiche come Mercedes bresso, presidente del Comitato delle regioni per l’Unione Europea, roberto ravello, assessore regionale all’am-biente, nonché alcuni consiglieri regionali, eu-rodeputati e presidenti dei Gal locali. Tematica comune: riportare la montagna, e in particolare le Alpi, al centro delle politiche e degli interessi del nostro paese, grazie al nuo-vo programma quadro 2014-2020.In virtù del fatto che per loro natura le Alpi sono da sempre state uno spazio transnazio-nale, sembra che l’Europa sia un passo avanti, se così possiamo dire, nel riconoscere l’impor-tanza del territorio montano, nella sua unità ma anche nelle differenze. Non solo in linea teorica se, grazie al trattato di Lisbona, entra-to in vigore sul finire del 2009, si è dedicata una voce specifica nella destinazione dei fondi della nuova programmazione alle aree svan-taggiate sul piano naturale e demografico. Già con la Convenzione delle Alpi, firmata nel Novembre del 1991 da otto paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Principato di Monaco, Slovenia, Svizzera, Liechtenstein) unitamente alla Comunità Europea, si è pro-posto di perseguire una politica comune per tutto l’arco alpino e di guardare alle Alpi come

ad una macroregione rispettando i principi del-la coesione territoriale, sociale ed economica. Negli ultimi tempi,poi, maggiore importanza riveste la Dichiarazione Popolazione e Cultu-ra, adottata all’interno della Convezione nel 2006, in cui si sottolinea l’importanza del carattere antropico dello spazio alpino e della necessità di migliorarne servizi e accessibilità. In un periodo di crisi, non solo economica ma anche valoriale, il ritorno alle terre alte, di cui alcuni tra i migliori esempi di ripopolamen-to e di recupero edilizio provengono proprio dalle valli piemontesi, si pone come un’etica dell’agire, per ripensare una cultura dell’abi-tare che sia portatrice di innovazione tecno-logica con un occhio di riguardo all’ambiente. Green economy, energie rinnovabili, nuove tecnologie, agricoltura sostenibile e recupero edilizio, sono le voci su cui lavorare, affinchè la montagna diventi perno per nuove attività lavorative, evitando la fuga di chi c’è ancora e attraendo nuovi abitanti. Esempi, come si è detto, non ne mancano: come non essere interessati quindi, nel nostro pinerolese, a questa grande opportunità che l’Europa ci offre?Il rilancio delle nostre terre passa anche at-traverso la capacità di guardare più in là dei confini amministrativi, nel fare sistema, ge-stendo progetti ed investendo nella creatività, per arrivare preparati al 2014 e con idee forti e innovative, in grado di catturare l’interesse di bruxelles.

Le Alpi nell’interesse dell’Europa

LeTerre alte al centro dell’EuropaImportante convegno dell’Uncem a Torino evidenzia l’interesse di bruxelles per i territori montani: un’opportunità da non perdere

Idee per la città

A cura di Maria Anna bertolino

SOCIETà

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Che il Pinerolese, per non sfumare nell’anonimato di provincia, debba trovare una formula attrattiva che tenga il passo coi tempi e lo renda competitivo, è noto. È il punto. Ideare una proposta che trattenga i giovani sul territorio, offrendo qui più op-portunità di formazione e impiego.A proposito della formazione professionale – forse meno pubblicizzata rispetto all’istru-zione secondaria superiore - rivolta ai ragaz-zi dopo la terza media, dal 1981 opera a Pi-nerolo l’associazione Engim presso la sede S. L. Murialdo di Via regis. I corsi organizzati consentono l’assolvi-mento dell’obbligo di istruzione e, al termine del ciclo delle attività dalla durata di tre anni, prevedono un esame per il conseguimento di una qualifica professionale già in sé utile all’ingresso nel mondo del lavoro; altrimenti è possibile rafforzare le competenze acqui-site in corsi di specializzazione o proseguire gli studi in un istituto secondario superiore. Nell’anno scolastico appena avviato, i corsi attivati dall’Engim Piemonte presso l’istituto Murialdo di Pinerolo e rivolti ai ragazzi uscenti dalla terza media contemplano cinque diversi ambiti di formazione. Si tratta, ad esempio, di qualifiche professio-nali per operatori mec-canici (responsabili delle lavorazioni di particolari e complessi meccanici e del loro montaggio), come di operatori elet-trici (abilitati all’instal-lazione e manutenzione degli impianti elettrici), e di operatori elettronici (competenti nel campo dell’elettronica e dell’in-formatica, nell’instal-lazione di impianti te-lefonici, televisivi e dei sistemi di allarme).

Sono avviati, inoltre, corsi per la forma-zione di operatori ai servizi di vendita (com-petenti nell’organizzazione del punto di vendita, nella cura del servizio, nell’arredo di ambienti e spazi espositivi). È attiva, in-fine, la qualifica come operatore del legno (responsabile della realizzazione e assem-blaggio di componenti lignei di arredo, ser-ramenti e prodotti di carpenteria). Inoltre, per ognuno dei corsi, durante il ter-zo anno è in programma un periodo di stage di otto settimane, sulla base dell’indirizzo scelto, per sperimentare in prima persona l’esperienza lavorativa, con la collaborazio-ne e il monitoraggio di un tutor aziendale e di un tutor della formazione. Nel Pinerolese l’associazione Engim è ra-dicata anche in Val Chisone, presso la sede di Villar Perosa. rivolti anch’essi ai ragazzi che abbiano terminato la terza media, qui sono attivi corsi per la formazione di opera-tori del benessere (nel settore dell’accon-ciatura) e operatori alla riparazione dei vei-coli a motore, ugualmente predisposti per la frequenza triennale al termine della quale è previsto l’esame per il rilascio della qualifica professionale.

SOCIETà Giovani@Scuola A cura di Nadia Fenoglio

i corsi professionali dopo le Medie

Engim, formazione e territorio

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Lettera pacifica

Complessità di mente e cuore umano

Lettera a...di Cristiano roasio

DAL TEMPO

Quando infastidito dall’insistenza, tipicamen-te paesana, della curiosità da parte dell’anzia-no medio ingrigito e incartapecorito a sapere I Fatti Tuoi, che per definizione non dovrebbero minimamente esulare aldilà del Tuo Caotico Cervello, TCC che al momento è sintonizzato sul recrudescente innalzamen-to dei biglietti del pullman di-rezione Torino-Fermata Torino Esposizioni effetto immediato allo sdoganamento del ladroci-nio via carbon fossile, oltre che indaffarato con un distributore di latte casalingo non pastoriz-zato a 0,80 cent al litro, per non parlare di quella condizione esistenziale di disoccupazione etica alla quale pian piano si di-venta tutti assuefatti se non si fa costante esercizio di difesa e pensiero e non solo i poveri giovani, ai nostri tempi era più facile e pensare che hanno studiato, ti viene da pensare ad una sequela di insulti che vanno dal degradante al pirotecnico in una scala che di solito coglie più aspetti anatomici dell’Anastasi, è bene ponde-rare sul significato profondo della vita per qual-che lasso di tempo infinitamente breve, il quale così facendo si massimizza all’infinito, aiutan-dosi magari con il discorso illuminante tenuto da David Foster Wallace ad una qualche uni-versità americana, copricapi colorati in aria e complimenti a tutti il mondo vero inizia adesso, che è facilmente reperibile su internet cercan-dolo col titolo “Questa è l’acqua”, vero è che i discorsi di fine anno hanno subito un’inflazione non indifferente in seguito al pluricitato/pluri-nominato/plurisconfessato, ma nel complesso piacevole e vendibile al miglior acquirente dei suoi prodotti, infarcito di slogan pubblicitari inneggianti ad una “controllata follia innovati-va”, concione della faccia buona e morente del vetero-capitalista dal look moderno che tende ad appiattire, così come i suoi ultra inutili e ultra moderni dispositivi elettronici, ogni valore filo-

sofico profondo presente alla Fine degli Studi; DFW, al quale vorrei indirizzare questa lettera, o semplicemente ringraziamento, dilettandomi col suo stile isterico e complesso solo perché espressione della complessità della mente e del cuore umano, nonché dimostrazione palese

di come non abbia (io, scri-vente e sottoscritto) ancora trovato uno stile personale di narrazione, ci insegna come sia inutile arrabbiarsi se Suv tracotanti invadono la strada e bimbi urlanti sembrano es-sere espressioni viventi delle teorie malthusiane e la coda alla cassa del supermercato è uno dei momenti più avvilenti che possiamo sperimentare, e mi sembrava particolarmente adatto essendo oggi lunedì 24 settembre San Pacifico

da San Severino, scrive: La libertà [che deri-va dall’essere davvero acculturati e dall’essersi interessati alle discipline umanistiche, che in-segnano a pensare, come se fosse una cosa che io accetto, oltre che possibile; questo gros-somodo il riassunto di ciò che precede] che davvero conta richiede attenzione, e consa-pevolezza, e disciplina, e sforzo, e la capacità di interessarsi davvero alle altre persone e di sacrificarsi per loro, continuamente, ogni gior-no, in una moltitudine di piccoli e poco attraenti modi. Questa è la vera libertà. L’alternativa è l’inconsapevolezza, la configurazione standard, la “corsa di topi” - la costante e divorante sen-sazione di aver posseduto e perduto qualcosa di infinito. Siamo poi sicuri che questa lettera non fosse per Te, che borbotti all’ennesima mail di Pinerolo Indialogo o sei infastidito dal fatto che chi ti ha recapitato questo piccolo giornale ha fatto abbaiare tutti i maledetti cani del vicinato. O a me? Che il sole, inteso come astro e inteso come padre, obbliga senza co-strizioni a verniciare le porte di casa, per l’en-nesima volta.

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associazione

AdamEva@

Assoc i az i on iA cura di Giulia PussettoSOCIETà

L’associazione adamev@ è attiva sul territorio pi-nerolese dall’autunno del 2010. Il suo impegno “è teso a rimettere al centro dell’attenzione le proble-matiche affettive e sessuali, con una prospettiva di prevenzione per quanto riguarda i giovani e gli adolescenti e con una possibilità di rimessa in di-scussione per quanto concerne i cittadini più adulti. Per far questo l’associazione organizza corsi pratici e teorici sulle tematiche che riguardano la vita rela-zionale, il rapporto genitori – figli, la vita in coppia o da single, i conflitti sul lavoro, la vita sociale degli adolescenti a scuola, in famiglia e con i coetanei. Ogni corso punta al recupero dei valori del rispetto e delle pari opportunità”. Così si definisce l’associa-zione sul sito web, www.adam-eva.org. Sito che nasce per parlare di affettività, sessua-lità, prevenzione e ricerca di stabilità emotiva, per favorire la discussione e il confronto su aspetti che spesso si conoscono poco, ma dietro i quali si na-sconde un mondo intero. In più si è cercato di faci-litare la ricerca a chi sente la necessità di consultare una psicoterapeuta sessuologa. L’obiettivo è di “costruire percorsi di educazione sessuale integrata con elementi di educazione all’af-fettività, con la convinzione che i vissuti interiori in particolar modo delle giovani generazioni, sono da seguire con estrema attenzione per impedire che degenerino in forme di disagio sociale ...al fine di aumentare la consapevolezza e la costruzione an-che della propria identità di genere psico- sessua-le, offrendo conoscenze, informazioni, esperienze, per la formazione di individui che sappiano in un domani scegliere e vivere serenamente la propria sessualità”.

ANCH’IO POSSOVenerdì 5 ottobre ore 20:30 - Villa PreverL’immagine della sessualità nella disabilità vis-suta nelle persone disabili e normodotatecon le d.sse Maria rostagno e Silvana PerinoVenerdì 12 ottobre ore 20:30 - Villa PreverPsicoterapeuta Maria rostagno e d.ssa Silvana Perino Piacere affettività e relazione anche in presenza di un deficit.Venerdì 19 ottobre ore 21 - Villa PreverProf . Fabio Veglia.Sessualità e affetti nella disabilità mentale.Venerdì 26 ottobre ore 20:30 - Villa PreverArch. Andrea Ferretti e dr. Sandro Cadeddu, Domotica e territorio: la casa del presente ma soprattutto del futuro.Nuove tecnologie informatiche: computer e di-sabilità, medium relazionale e facilitatoreMercoledì 31 ottobre ore 21 – Villa Preverdr. Francesco Fratta (Unione Ciechi), prof.ssa Tinti, Susanna Schmidt e roberta Cavagliàdip. di Psicologia Università di Torino CIEChI VErI CIEChI FALSI… e c’è chi non li distingue bene.LIbErI DI MUOVErSI: rappresentazioni spaziali e orientamento nell’ambiente in assenza di visioneVenerdì 2 novembre dalle ore 18 - L’OragiustaAPErIrADIO… buffet con consumazione € 5,00DJ SET - blind reverendo. Presentazione di CON-TATTO ON AIr il nuovo programma sulla radio di counseling love therapy in onda su radio rbeDa Mercoledì 7 novembre CON-TATTO ON AIrcounseling love therapy ore 22:00 tutti i mercole-dì la diretta su radio rbe con replica settimanale sempre su www.rbe.it con la sessuologa Cateri-na bossa e blind reverendoVenerdì 9 novembre ore 20:30 - Villa PreverPrOVA A METTErTI NEI MIEI PANNI: giochi di ruolo per disabili e normodotati con la sessuologa Caterina bossaVenerdì 16 novembre ore 21 - Villa PreverDISAbILI: diritti e l’amministrazione di sostegno.Avv. Luca Paparozzi e avv. Domenico OdettiSabato 17 novembre ore 20:30 - StranamoreCENA AL bUIO Percorso enogastronomicoper sperimentare le capacità dei sensi (organizza-zione Unione Ciechi Provinciale) prenotazione ob-bligatoria al n° 3332254971 costo cena € 22,00Domenica 18 novembre ore 15:30 - Villa PreverGiornata gratuita dedicata all’attività ludica di Pet-Therapy con l’istruttore cinofilo Alberto ba-dellino e hippoteraphy con Francesca bianciottoSabato 24 novembre, dalle ore 18, Auditorium Liceo Scientifico. Idee e proposte per il futuro di tutti: gruppi e concerto di bLIND rEVErENDO

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Il richiamo alla mitologia greca e al panthe-on culturale non è certo un caso: il Dionysus Project si pone come piattaforma internet di condivisione di passioni ed espressioni delle più differenti forme di Arte. Una volta digi-tato l’indirizzo (www.dionysus-project.it), il sito mostra sezioni dedicate alle differenti forme d’Arte, al cui interno gli utenti posso-no creare discussioni, parteciparvi, caricare materiale autoprodotto o d’interesse: in po-che parole, si tratta di una grande agorà on-line dove le differenti esperienze vengono in contatto tra loro, si scontrano e si arricchi-scono di nuovi stimoli. L’interfaccia perso-nale ha i suoi riferimenti nei social networks ormai popolari: ogni utente ha una sua pagi-na, può registrare come amici gli altri utenti con i quali può tenersi in contatto tramite una chat interna, oltre a poterli richiamare nei forum con l’utilizzo dei tag. Sarebbe di per sé già un proposta molto stimolante, andandosi così ad affiancare al più famoso social net-work mondiale dedicato alle arti, “Artween”, ma ci sono alcuni aspetti che rendono il progetto de-gno di ulteriore interesse: il Dionysus Project nasce nel pinerolese ad opera di un team di quattro ragaz-zi d’età compresa tra i 16 e i 21 anni. Il vero scopo di Omar Elhamdani, ap-pena diplomatosi al Liceo Classico “G.F. Porporato di Pinerolo” e ideatore del progetto, è quello di realizzare uno strumento di connessione non solo

tra giovani artisti, ma anche con coloro che con le passioni artistiche hanno ormai più esperienza. Si tratta di un progetto molto complesso ed impegnativo, che pone come obiettivo uno spazio a tutti gli effetti crea-tivo, sia realizzando concorsi banditi dagli amministratori, sia con incontri reali sul ter-ritorio sempre più ricchi di stimoli. Per realizzare tutto questo, Omar ha rag-gruppato altri tre ragazzi con i quali condi-vide queste passioni, ognuno dei quali ha percorsi specifici: Gianluca Santi, studente di psicologia sempre alla ricerca di nuove espressioni artistiche, Tommaso Camarot-to, liceale con la passione per la musica, e Abdel AdimOisfi, studente di ingegneria informatica. Insieme hanno creato il sito, che adesso sta poco alla volta ampliando il suo bacino d’utenza tramite un tamtam che utilizza, coerentemente con l’animo del Dionysus Project, diverse forme e mezzi di comunicazione: dal passaparola alla presen-

za sui vari social net-work, ai volantini che verranno distribuiti a breve, ai video dirama-ti sulla rete. Ad oggi, vale a dire dopo poche settimane dalla messa in rete, il social forum conta un centinaio di iscritti e una ses-santina di discussioni aperte: un buon inizio di quello che potreb-be diventare uno dei motori della rinascita culturale delle valli del pinerolese!

A r te&Arch i t e t tu ra A cura di Michele F. barale

ArTE

il nuovo social forum Pinerolese Per creativi

Dionysus ProjectLa piattaforma su internet di un team di giovani pinerolesi, aper-ta ad artisti, creativi e appassionati di Arti: un luogo d’incontro e di condivisione di esperienze ed espressioni varie

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Come ho spesso già detto la realtà della musica emergente a cavallo tra Pinerolo e Torino è molto at-tiva e le manifestazioni riferite a questo tipo di target sono un ottimo vivaio di interessanti realtà musicali. Da “aspirante musicista” ho avuto modo di frequen-tarne parecchie conoscendo molte band interessanti. Questo mese è la volta dei “10135”, giovane gruppo torinese che tiene molto alle sue origini.Ciao ragazzi! Raccontatemi come è nata e come pro-segue la vostra voglia di fare musica assieme... Lorenzo bulgarini insieme all’altro chitarrista Marco bressello decidono di avviare il progetto nell’autunno 2009. I due amici freschi dalle lezioni di chitarra clas-sica decidono di cambiare ritmo e energia dedicandosi sempre piú allo studio di pezzi rock pop.Le prime vere scelte arrivano quando si inseriscono nel gruppo l’energica voce di Carola rovito la cantante e il dolce violino di Angeliki Vafidis che danno un’impron-ta molto piú Noir ai pezzi in Italiano.Il primo Ep (extended play ndr.) nasce dall’idea di co-municare energia e dare una sveglia all’ascoltatore, è un misto di testi duri provocatori verso l’io alienato della societá,che vuole smascherare la falsitá della co-municazione odierna e della corruzione politica italiana. Con alcuni brani si vuole provocare rendendo compli-ce e colpevole l’ascoltatore della situazione del paese. I brani risultano piuttosto essenziali e scuri rendendo il lavoro della voce fluido e creativo.Grazie alle new entry Gabriele bianchini al basso e Fa-bio brunetti alla batteria i 10135 sono finalmente al completo, carichi di entusiasmo e pieni di nuove idee da sviluppare.Attualmente in corso il mastering dell”Alba”, il nuovo Ep che a breve uscirá per la PepperMusicrecords.Il vostro nome denota un forte legame con la realtà del vostro territorio (10135 è il c.a.p. Di Mirafiori sud). Come mai questa scelta? Il legame con la cittá è molto importante per noi,

portiamo avanti il nome di questo fantastico quartiere spesso infangato da vicende che neanche ci riguarda-no. Insomma qualcosa di buono in zona mirafiori sud c’è, e lo dimostreremo. 10135 è la nostra casa piú ac-cogliente, il ritrovo,il luogo da cui partiamo e nel quale riusciamo a tornare col sorriso dopo ogni live, il luogo dove riporre i nostri sogni ,le idee, la musica!I nostri primi seguaci arrivano infatti dalla nostra zona e vedere amici e conoscenti che cantano le tue canzoni e che si interessano al tuo progetto è molto gratificante!!Siete freschi della vittoria al concorso “One Day Live”, com’è andata? Cosa farete nel futuro? Vincere un concorso, arrivare primi è sempre una grossa emozione. L’avevamo già provata sul podio di “Pagella non solo rock” arrivando secondi, ma questa volta siamo stati in vetta ed è indescrivibile!Ora ci sentiamo carichi, freschi, nuovi ed energici, non abbiamo paura di confronti o critiche,ci divertiamo suonando insieme partendo da un profondo legame di amicizia e di passione per ció che facciamo. Siamo molto sperimentali,e per questo vogliamo mostrare al pubblico dei cambiamenti da live a live. L’inserimento del violino in un contesto rock è una scelta azzeccata quanto ardua, in sala prove far amalgamare tutte le idee in energia positiva non è sempre facile ma non ci demoralizziamo mai, anzi da un errore puó nascere un‘idea!! Non ci sentiamo mai arrivati non è vincen-do un concorso che possiamo prendercela comoda. Il rock è guerra e siamo fanti in prima linea. Siamo pronti a lanciarci nella mischia. Che la gente ci ascolti!! E come non accogliere un così caloroso appello?Ancora complimenti ai 10135 per la vittoria al “One Day Live” e per la freschezza e spontaneità dei loro brani. In attesa della loro nuova pubblicazione potrem-mo gustarceli nel live del 4 Ottobre presso l’hiroshima Mon Amour di Torino dove apriranno il concerto dei Meganoidi. Occhi e orecchie tese, quindi, per questa promessa della musica torinese.

Musica eMerGente

I “10135”

A cura di Demis Pascal e Mario rivoiroMUSICA Of f i c i ne de l suono

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intervista a franco anGeli

Club Scherma Pinerolo

Sport A cura di Andrea Obiso

SPOrT

Uno dei molti sport praticati nel pi-nerolese è la scherma, nobile disciplina in cui l’Italia ha sempre potuto vantare diversi campioni. In Pinerolo abbiamo più di un club. Siamo andati in Piazza Guglielmone 1, dove ha sede il “Club scherma Pinero-lo”, per incontrare Franco Angeli, che ne è il presidente e il fondatore.

Partiamo da un appuntamento impor-tante, il 2013, che per voi non sarà un anno come gli altri. Certo che no! Nel 2013 il nostro Club compirà 30 anni dalla sua fondazione.

La vostra trentennale storia ha visto di-verse sedi e diverse specialità all’inter-no della scherma. Abbiamo frequentato diverse palestre ma da molti anni siamo qui, dove abbia-mo a disposizione sette pedane di cui tre in acciaio inox appositamente per la spada, in questo modo 14 persone pos-

sono tirare contemporaneamente. Per quanto riguarda le discipline, la maggior parte dei Club si specializza in Fioretto, Spada o Sciabola.Fino a poco tempo fa uno dei nostri vanti era quello di essere una delle po-che palestre con tre discipline, ma an-che noi abbiamo dovuto fare i conti con spese di attrezzatura, spostamenti per le gare e altro, così da poco abbiamo scelto di abbandonare il Fioretto prefe-rendo Spada e Sciabola.

Oltre a diverse discipline avete anche diverse fasce d’età? Riuscite ad affron-tare competizioni con ognuna di esse? Siamo un “Centro di avviamento allo sport” del CONI e come tale ne seguia-mo le direttive.Esse dicono che l’età fisiologica per co-minciare a praticare uno sport è intorno ai 6 anni in quanto gli schemi motori si apprendono in maniera corretta fra i sei e gli undici anni.

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Dai 6 anni in su è possibile praticare la scherma nella nostra palestra, per pro-seguire poi attraversando un po’ tutte le età.Per quanto riguarda le gare, nella scher-ma le fasce d’età sono differenti rispet-to ad altri sport.Quando un atleta comincia, dalla quinta elementare alla terza media affronta il Gran Premio Giovanissimi, successiva-mente passa tre anni nella categoria Ca-detti dalla quale è possibile cominciare a partecipare ai Master.

Avete mai conseguito risultati impor-tanti? Sì certo, la lista dei risultati è piacevol-mente lunga, ma per limitarci ai risultati recenti, l’anno scorso la nostra squadra di sciabola maschile ha raggiunto la Se-rie A2 e un nostro allievo è arrivato ter-zo ai Campionati di zona.

Avete anche conseguito risultati (al me-rito) grazie a ragazzi che hanno lasciato il vostro Club? Sì, nella scherma, a differenza della maggior parte degli sport, se un atleta cambia Club, per i successivi tre anni tutti i risultati agonistici che consegue

sono attribuibili non al Club di apparte-nenza ma a quello precedente.Questo a condizione che abbiano tra-scorso un determinato numero di anni nel precedente Club.A noi, ad esempio, è successo che un’al-lieva che era passata al “Club Scherma Torino” sia arrivata sesta al Campionato del Mondo Cadetti.

L’affluenza di ragazzi più giovani è con-dizionata da altri Club o, come spesso capita, dalla cultura calcistica italiana? Anche noi risentiamo della predomi-nanza calcistica in Italia. Ciononostan-te sono più i ragazzi, o i loro genitori, che scelgono di spostarsi verso il “Club Scherma Torino”, il quale è uno dei più blasonati in Italia.

Avete partecipato a “Porte Aperte Allo Sport”? Certamente, avevamo le pedane pie-ne in quanto l’affluenza è stata davvero ottima.

La ringrazio per la sua disponibilità, in bocca al lupo. Grazie a voi!

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Mese di setteMBre 2012

Delibere della Giunta comunale

A cura di Silvio Ferrero

P i ne ro loDOCUMENTI

Delibera 240 del 5-set-2012 A.S.D. Sporting Club Pinerolo “ghiaccio azzurro” ritiro della nazionale olimpica di hockey, organizzazione eventi, allo stadio olimpico del ghiaccio. Con-cessione patrocinio e contributo.

Delibera 241 del 5-set-2012 concessione pa-trocinio all’A.N.A.P.A.C.A.

Delibera 242 del 5-set-2012 concessione pa-trocinio all’Associazione Alcolisti Anonimi per utilizzo gratuito del Centro sociale di via C. Lequio.

Delibera 243 del 5-set-2012 lavori di rimozio-ne tetto in eternit scuola Media poet succur-sale. Appro-vazione progetto preliminare.

Delibera 244 del -set-2012 lavori di amplia-mento parcheggio in zona Ospedale e realiz-zazione area sgamba mento cani. Approvazio-ne progetto preliminare.

Delibera 245 del 6-set-2012 prelievo dal fon-do di riserva n. 2.

Delibera n. 246 del 12-set-2012 manifesta-zione di solidarieta’ per terremotati dell’emilia. Provvedi-menti.

Delibera n. 247 del 12-set-2012 approvazio-ne variante a piano esecutivo convenzionato in area x9 del piano regolatore generale.

Delibera n. 248 del 12-set-2012 piano nazio-nale per le citta’. Indirizzi per la presentazione della can-didatura.

Delibera n. 249 del 12-set-2012 sospensio-ne rilascio autorizzazioni per dehors e attivita’ commerciali su piazza Facta. Atto di indirizzo.

Delibera n. 257 del 19-set-2012 approvazio-ne progetto ‘sviluppo IG Pinerolo’.

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Candidato a sorpresaRegia: Jay Roach Attori Principali: Will Ferrel, Zack Galifianakis

Anda re a l c i nema

di Andrea ObisoSOCIETà

Dopo l’ennesima gaffe di Cam brady, unico candidato repubblicano al Congres-so americano per lo Stato della Carolina del Nord, i fratelli Motch, industriali senza scru-poli, decidono di portare un loro uomo alle imminenti elezioni. L’intento dei due è quello di portare a Wa-shington un fantoccio tramite cui ottenere i permessi e le leggi necessarie per trasferire la manodopera a basso costo per le loro in-dustrie dalla Cina in America.La soluzione ai loro guai arriva grazie a Marty huggins, ingenuo, innocente e beota agente turistico di una piccola cittadina, da anni alla ricerca di approvazione da parte del padre.Marty si lascia così convincere a partecipare alle imminenti elezioni, e pur non conoscen-do il mondo della politica guadagna terreno rispetto a Cam brady il quale, non accettan-do in nessun caso la sconfitta, ingaggia con il suo nuovo avversario una battaglia eletto-rale a suon di insulti e colpi bassi. Comprendendo le ragioni che hanno porta-to i media a prestare particolare attenzione a “Candidato a sorpresa”, ovvero le imminen-ti elezioni americane, non comprendiamo le motivazioni degli addetti ai lavori del mondo del cinema ad imitarli. Far uscire una commedia a sfondo elettora-le sfruttando il periodo politico è una mossa

azzeccata almeno quanto banale se si pensa all’industria hollywoodiana, ma sperare che una pellicola così scadente e banale possa passare come tagliente critica al mondo po-litico americano è malafede bella e buona.Prevedibile sin dalle prime inquadrature “Candidato A Sorpresa” si dimostra poco brillante sotto il profilo tecnico e narrativo, ridicolizzando la maggior parte degli stereo-tipi legati al mondo politico. Non potendo sapere quali intenzioni siano alla base del film non ci sentiamo di escludere la mera operazione commerciale, soprattutto in virtù delle scelte degli attori, Galifianakis ad esempio non si scosta dal ruolo di giovane ingenuo, pasticcione ed eccentrico che lo ha reso celebre ne “Una Notte Da Leoni”. Le gag inoltre, per quanto alcune di esse siano divertenti, presentano la comicità ti-pica delle commedie americane degli ultimi dieci anni e il finale fuga ogni dubbio sca-dendo nel più scontato moralismo riguar-dante la libertà americana. Per concludere il film non è peggio del-la media delle commedie che arrivano dagli Stati Uniti ma ciò significa solo che, seppur godibile, non ha nessun elemento critico o innovativo verso i repubblicani, la politica o in generale i rapporti umani in situazioni di antagonismo.

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26Sono amici di Pinerolo InDialogo