pinerolo indialogo gennaio 2012

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1 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo Anno 3, Gennaio 2012 n.1 IN DIALOGO Il calcio che a Pinerolo è stato scuola di vita e di integrazione per molti meridionali Torneo San Luigi, 1977 A pag. 10 intervista all’assessore M. Zanoni

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N.1 Magazine d'informazione e di cultura locale per il dialogo tra generazioni

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Page 1: Pinerolo Indialogo Gennaio 2012

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Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di Pinerolo

Anno 3, Gennaio 2012 n.1

INDIALOGO

Il calcio che a Pinerolo è stato scuola di vita e di integrazione per

molti meridionali

Tor

neo

San

Lui

gi, 1

977

A pag. 10intervista all’assessoreM. Zanoni

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22Buone News

A cura di Gabriella Bruzzone

top ten 2011

Non solo crisi: c’è anche il bene! Questo 2011 - un anno un po’ in bilico socialmente ed economicamente - è arrivato alla conclusione e, come sempre si dice, ha lasciato in eredità al suo successore eventi, pensieri, persone. Sicuramente verrà ricordato per la crisi economica mondiale e per la serie di rivolu-zioni che hanno animato il mondo arabo. Ma ha portato con sé anche molte notizie posi-tive, piccoli momenti che hanno arricchito il nostro quotidiano.Desideriamo quindi ripercorrere i 10 mo-menti più significativi del 2011 sperando che il 2012, anno bisesto, non sia anche anno funesto!

1. Terminata la guerra in Iraq - Il Presidente america-no Obama ha ritira-to le truppe dall’Iraq dopo otto anni di occupazione. Ora l’America prosegui-rà il suo intervento tramite l’ambascia-ta a Baghdad.2. Premio Nobel as-segnato a tre donne - Sono la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf, l’attivista Leymah Gbowee e la yemenita Tawakkol Karman, le tre donne vincitrici del premio Nobel per la pace nel 2011.3. Coscienza verde - Il 2011 è stato l’anno delle foreste, ha visto la messa al bando dei sacchetti di plastica e l’aumento della rac-colta differenziata: la sensibilità verso l’am-biente continua a crescere.4. Stop al nucleare - Dopo Fukushima, il Giappone ha rivisto la sua posizione riguar-do al nucleare e la Germania l’ha seguito a ruota: la cancelliera Angela Merkel ha infatti stabilito la chiusura dei 17 impianti nucle-

ari entro il 2022 per dare maggiore spazio all’energia solare, eolica e idroelettrica.5. “Non ti conosco ma ti dono un rene” - La signora Buttigieg, mamma di due bambini, non ha esitato a donare un rene a Manoly Viravong, una donna di 45 anni in attesa di un organo da cinque anni. Le due si co-noscevano solo di vista e ora sono amiche inseparabili.6. Abolita la pena di morte - L’Illinois è di-ventato il sedicesimo stato americano ad abolire la pena di morte. Il governatore dell’Oregon invece ha stabilito che le esecu-zioni capitali saranno sospese durante il suo

mandato.7. Sostegno alla ricerca - Nei primi mesi del 2011 l’Unio-ne Europea ha stanziato cir-ca 7 miliardi di euro a favore della ricerca.8. Sole italiano - È stata inaugu-rata a Catania la più grande fab-brica di pannelli fotovoltaici a li-

vello nazionale ed europeo. Anche i governi puntano sempre di più sull’energia solare.9. Vita nell’universo - Sembra che sia stata identificata una stella simile al Sole nella co-stellazione del Cigno, attorno alla quale ruo-terebbero sei pianeti. Uno di questi, battez-zato Kepler 22-b, sarebbe il corpo celeste più simile alla Terra finora osservato.10. Scoperto il segreto della felicità - A quanto riportano diversi autorevoli studi scientifici il segreto della felicità sarebbe molto semplice: sorridere al passato e guar-dare la vita da un’angolazione diversa, più positiva.

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top ten 2011

Non solo crisi: c’è anche il bene!

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S o m m a r i o

| Editoriale | In genere la storia dei popoli e delle cit-tà è misurata sui grandi eventi, sui grandi personaggi e sui grandi flussi migratori. Sovente sfuggono a questi criteri di valutazione e di giudizio fatti ed even-ti considerati storia a parte o seconda-ri, che invece se analizzati in profondità hanno un ruolo di primo piano. È il caso del ruolo che ha avuto lo sport e in pri-mis il calcio nell’integrazione dei giovani meridionali giunti in città negli anni ‘60 e ‘70 coi loro genitori, a seguito del boom economico e del forte sviluppo della Fiat. Sono decine le società sportive, oltre gli oratori (in primis il San Domenico), che nel pinerolese hanno accolto centi-naia se non migliaia di ragazzi del sud, valorizzandoli, creando per loro occasioni di amicizia, di crescita e di valori comuni con i coetanei locali. E a traino dell’impe-gno sportivo dei figli anche la socializza-zione dei genitori. Sono “storie minori”, quasi completamente inesplorate. Pino Di Leone, allenatore ed educato-re professionale giovanile, che di quella storia ha fatto parte ce ne dà un primo assaggio, con la speranza che qualche ricercatore di storia locale esplori meglio questo spaccato di vita pinerolese. Antonio Denanni

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PINEROLO INDIALOGO

DIrETTOrE rESPONSABILEAntonio Denanni Hanno collaborato a questo numero: Fiammetta Bertotto, Michele Barbero, Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valen-tina Voglino, Gabriella Bruzzone, Francesca Noardo, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Mario rivoiro, Andrea Bruno, Nadia Fe-noglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Silvia Peyronel, Marta Sappé Griot, Marianna BertolinoCon la partecipazione di Elvio Fassone

PhOTOGiacomo Denanni, Alice Turina

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del Tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010

rEDAzIONETel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

2 Buone news NoNsolocrisi:c ’èaNcheilbeNe

4 primo piano ilcalciocomescuoladivita

ilgabettoelesuepolitichesociali

8 Lettere al giornale ridurrelaforbicedelledisuguagliaNze

9 Visibili & Invisibili piNeroloèaNtirazzista

10 politica in città iNtervistaall’assessorem.zaNoNi

12 Giovani@Scuola NuovocoNcorsoNel2012

13 Delibere comunali dicembre2011

14 Sociale@Volontariato coNtroglisprechialimeNtari

15 Giovani&Lavoro iltirociNioformativoiNazieNda

16 Arte&Architettura piNeroloab ovo

17 personaggi albertocarigNaNoacambridge

18 Musica emergente labottegadimusicaeparole

19 Andare al cinema leididimarzo

20 Sport ilcurliNg

22 Cose di casa e dell’altro mondo NotizieedeveNti

24 Appunti di viaggio iNtrekkiNgsull’aNNapurNa

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Quando il calcio non è solo divertimento, ma scuola di vita Pino Di Leone, già allenatore del Pinerolo e ora del Cavour, racconta del ruolo del calcio (e del S.Domenico) nell’integrazione dei meridionali a Pinerolo

4PrIMO PIANO

Vengo convocato dal mio ex insegnante di religione dell’allora scuola media Silvio Pellico. Mentre mi appresto a varcare la porta del Li-ceo “Porporato” di Pinerolo, che, tra parentesi, quando ero piccolo, era la mia scuola elementare, penso che è proprio vero che gli esami non fi-niscono mai. Quindi un doppio salto nel cuore. “Dovresti scrivere un artico-lo sull’influenza che il calcio ha avuto nell’integrazione dei meri-dionali a Pinerolo” mi dice a bru-ciapelo. Io ero ancora con il mio flashback di ricordi di quando scorrazzavo in quello stesso corridoio circa 35 anni prima. Ok, ho fatto una tesi sullo sport come veicolo educativo, sono di origini meridionali, ho giocato a calcio. Ma caro Prof., non sono così convinto di uscirne fuori solo per queste caratteristiche. Voglio dire, il tema è affascinante, ma ci vorreb-be, che so, un sociologo, un antropologo.Ma non posso tirarmi indietro. E poi, voglio dire, il calcio, per me, è stato, è, una parte importante della mia vita. Non il calcio che vediamo in tele-visione, non il calcio degli scandali, dei contratti milionari che spesso non educa, diseduca, non forma, deforma, non migliora, peggiora... Mi piace il calcio come momento di crescita “ Il gioco non è tra vincere e perdere. Il gioco è non perdersi”, Gianni Mura docet. Ok, ogni tan-to uso frasi FATTE, ma è giusto che chi, come me, in passato ha lavorato in progetti sulla tossi-codipendenza, faccia uso di frasi FATTE. Vabbè sto prendendo una strada tortuosa, è meglio tornare al tema. Calcio come integrazione quindi. Certo, il cal-cio, lo sport, ha una comunicazione diretta, è uno strumento che “azzera” i contesti sociali (“...il calcio per definizione è interclassista: un povero che gioca bene vale di più di una ricca pippa. E anche se le magliette possono essere più o meno sgargianti e le scarpette di marca, è la classe che conta”, Stefano Benni, “Pane e tempesta”), ti permette di superare i preconcetti che si farebbero in altri contesti.

Parliamo di calcio perché è lo sport che attira più persone, è uno sport di massa, è, era, facilmen-te praticabile in strada, nei campetti di periferia, e, soprattutto, quando erano molto più presenti,

negli oratori.E per non essere troppo fi-losofi, mi piace ricordare un luogo, una struttura che ha accolto i ragazzi della fascia 6-18 anni che arrivavano dal Sud: l’Oratorio San Domeni-co di Pinerolo. “...dopo don Giraudo, è stato don Lisa a rendere

l’Oratorio una struttura polivalente. Tra le altre attività si svolgeva anche il carnevale di Pinerolo (stiamo parlando degli anni che vanno dal 1956 al 1968). Negli anni della contestazione, all’Ora-torio a don Lisa subentra don Mercol. L’oratorio inizia a diventare un luogo di aggregazione sem-pre più importante, nasce pure la scuola mater-na”. A essere interrogato dal sottoscritto è don Luigi, che diventa responsabile dell’oratorio dal 1972: “rivendico, non io, ma chi ha operato con me, un merito storico, quello di aver spalancato le porte all’arrivo di una grande massa di ragaz-zi provenienti dal Sud che hanno trovato nella nostra struttura, un luogo dove poter andare a giocare, ma non solo, visto che iniziavano ad es-serci dei laboratori, delle gite, dei campeggi esti-vi. E’ bene ricordare che esisteva sia il campo da calcio, che era frequentato quotidianamente da circa 70 ragazzi, sia una parte dove veniva-no fatte le attività (laboratori, tra cui il teatro) che era quella definita femminile e che riusciva a coinvolgere 100 ragazze ogni giorno”. Certo mi ricordo anch’io: oratorio femminile e maschile, quella distinzione è esistita, solo per definizione, anche quando il sottoscritto ha iniziato a fre-quentare quel luogo magico intorno agli anni 80. Ma torniamo alla grande immigrazione, moltis-simi ragazzi abitano nel centro storico. Le case popolari di via Podgora non erano ancora state co-struite. Un numero impressionante di adolescenti. Don Gigi racconta di alcuni “personaggi” che sono diventate leggende, non sempre facilmente gesti-

Vivere il territorio

Squadra dell’oratorio S.Domenico, 1968

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5 di Pino Di Leone

Quando il calcio non è solo divertimento, ma scuola di vita Pino Di Leone, già allenatore del Pinerolo e ora del Cavour, racconta del ruolo del calcio (e del S.Domenico) nell’integrazione dei meridionali a Pinerolo

bili. L’oratorio come Ellis Island. Senza esagerare nei paragoni, ed è un peccato che questa bellissi-ma esperienza non abbia una fonte scritta. Ma i “nativi” come hanno preso questa onda-ta di ragazzi meridionali, chiedo a don Gigi: “ una gran parte si è rifugiata negli scout, è inutile negare che qualche famiglia del posto non era contenta della nuova situazione, ma devo dire che il calcio ha avuto un’importanza straordina-ria nell’avvicinare i diversi contesti, le diverse radici.” Gli anni che citava il don sono quelli della nascita di una società calcistica che per anni a Pinerolo è stata connotata come una squadra prevalentemente “sudista”, la Caffarelli. La di-rigenza era formata soprattutto da dirigenti di Piazza Armerina, paese siciliano che anche at-tualmente ha una forte rappresentanza a Pine-rolo, il Presidente era Pippo La Spina che ave-va anche tre fratelli che giocavano nella prima squadra. «La Caffarelli, afferma La Spina, nasce nel 1968-69 dopo che per anni avevamo fatto il torneo di San Luigi. Nasce per la volontà di alcuni amici, soprattutto di Piazza Armerina, di trasformare l’esperienza del torneo in una vera società di calcio. Il nome Caffarelli ha una con-notazione economica, in quanto era il mobilificio Caffarelli a pagarci le tute e le maglie”. Quando entro in casa del Presidente in bella mostra ci

sono le foto di quegli anni, le vittorie della squa-dra, che dalla terza categoria arriva in prima. “...in squadra la grande maggioranza era composta da ragazzi di famiglie immigrate. Qualche “stra-niero” c’era, ma pochi”. La Caffarelli è stata per anni la seconda squadra di Pinerolo A succedere a don Gigi all’oratorio, la “cante-ra” (nome della scuola calcio del Barcellona, che mi piace usare come paragone un po irriverente ma è pur giusto ricordare il gran numero di ra-gazzi usciti da quel campetto e approdati anche in squadre di calcio professionistico) è l’attuale responsabile don Bruno Marabotto, che, dopo qualche anno di “buio”, ha restituito alla struttu-ra la sua mansione di luogo di aggregazione per tutti i ragazzi della città. Non sarà un caso che ragazzi che hanno frequentato in passato l’oratorio, oggi siano educatori professionali, in-segnanti, allenatori, o comunque ragazzi che da quella esperienza sono stati influenzati in manie-ra importante. Vabbè Prof, questa è la mia “storia”. Permettimi di ricordare un amico che non c’è più e che ha fat-to il servizio civile con me all’oratorio San Domeni-co: Marco Brugiafreddo, é a lui che voglio dedicare (se mai si può fare una dedica in un articolo, ma passamela, siamo tra amici) queste pagine.Pino Di Leone, educatore professionale minorile, allenatore, [email protected]

Squadra del Caffarelli, 1977

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66PrIMO PIANO

Il Gabetto, una squadra di calcio con “politiche” socialiL’immigrazione degli anni Settanta è stata per chi l’ha subita un processo duro. Il Gabatto per i suoi ragazzi meridionali offriva anche l’alloggio

L’immigrazione dal meridione di ragazzi, uo-mini, donne e famiglie intere è un fenomeno datato e giornalisticamente sorpassato, anzi, vecchio. Ciononostante tutt’oggi, nella zona del Pine-rolese e del Torinese continuano a manifestarsi questi fenomeni migratori, soprattutto di stra-nieri, e noi, questo vecchio argomento, abbia-mo voluto raccontarlo da un punto di vista dif-ferente. Lo sport, questo è il mezzo con cui comunica-no milioni di persone che non si conoscevano prima di una partita o un allenamento, e sicco-me in Italia lo sport di riferimento è il calcio è normale che esso sia utilizzato come veicolo comunicativo dai ragazzi in un nuovo ambiente. Per avere notizie di prima mano però, ab-biamo sentito telefonicamente un ex dirigen-te del Pinerolo, trasferitosi qui quando il suo primogenito aveva appena un anno; purtroppo però non ha saputo fornirci quel tipo di storie che cercavamo. La sua testimonianza, ciono-nostante ci ha fornito i contatti per arrivare ad informazioni interessanti. La persona che cercavamo è Franco Barbero, da due anni Presidente del Pinerolo Calcio.Presidente Barbero, la prima cosa che ci inte-ressa sapere è se la società Pinerolo Football Club, riferimento del calcio in zona, è attrezzata in qualche modo per questo tipo di evenienze. Nella nostra squadra, ovviamente, non ab-biamo nessun limite o pregiudizio, i ragazzi che desiderano giocare nel Pinerolo sono bene ac-cetti, purtroppo però non possiamo spingerci oltre, non abbiamo strutture per ospitare ragaz-zi che abitino lontano dai nostri campi.Abbiamo sentito parlare della scuola calcio Ga-betto, che invece ha questa possibilità. Sì certamente, all’inizio nacque come Atletico Gabetto Orbassano, oggi è stata ribattezzata Atletico Gabetto e ha sede a Mirafiori.Il Gabetto opera dalla fine degli anni ‘90, per-metteva ai ragazzi di trasferirsi dal Mezzogiorno e offriva loro un alloggio, se non ricordo male erano a None gli appartamenti in questione.Oltre ad ospitarli, il Gabetto permetteva ai ragazzi di allenarsi, in genere gli allenamen-

ti avevano luogo a Torino o a San Giorgio, in quest’ultima località in particolare venivano or-ganizzati anche dei raduni.Questo non era tutto però, il Gabetto non oc-cupava tutto il loro tempo con il calcio, quindi questi ragazzi la mattina andavano a scuola, cosa molto importante nella vita di una perso-na.Un’iniziativa senz’altro lodevole. Come ci ha detto questa società opera dagli inizi degli anni ‘90, ma prima di essa c’era qualche altra orga-nizzazione simile? Non che io sappia.Nonostante il Pinerolo non abbia la possibilità di operare come il Gabetto per i problemi da lei citati, all’interno di esso ci sono diversi ragazzi che hanno genitori immigrati dal Sud.Lei nota che l’integrazione sia avvenuta con successo? Sembra di si, a Pinerolo ci sono molti ragazzi con origini meridionali e ciò non sembra creare problemi a nessuno.Nel Gabetto chi seguiva i ragazzi dal punto di vista tecnico? Li seguiva Catera, penso sia ancora lui a rico-prire quel ruolo ma non ho contatti con lui da qualche tempo purtroppo.Che tipo di attività agonistica affrontavano i ragazzi?Di solito in Torino diverse squadre si accorda-vano con il Gabetto per fare dei tornei, questo accadeva anche a San Giorgio.Capitava che alcune squadre, diciamo così, “regolari” chiedessero giocatori al Gabetto? Sì certo, io stesso ho chiesto loro almeno un paio di giocatori.Di che età erano in genere i ragazzi che arriva-vano tramite il Gabetto? Per lo più intorno ai diciotto anni, dal momen-to che è anche legalmente più facile trattare con persone maggiorenni.Ciononostante l’età minima era intorno ai sedici anni.Si venivano a creare particolari problemi fra i ragazzi all’interno o all’esterno della squadra? Assolutamente no, molti dei miei ragazzi di allora sono ancora in contatto con i loro com-

Vivere il tempo

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Il Gabetto, una squadra di calcio con “politiche” socialiL’immigrazione degli anni Settanta è stata per chi l’ha subita un processo duro. Il Gabatto per i suoi ragazzi meridionali offriva anche l’alloggio

pagni, anche io sono rimasto in contatto con diversi ragazzi, in particolare con un ragazzo che nel 2002 è venuto ad Airasca da Paternò presso dei suoi famigliari.Anni fa con il Castagnole siamo inoltre andati a Fossalto, in provincia di Campobasso, per uno scambio con un’altra squadra e poco dopo loro sono venuti da noi.

Il calcio è un grande aiuto per conoscersi e conoscere altre realtà. Durante le trasferte - in genere si faceva un torneo di mezza giornata al massimo - per il resto del tempo si stava tutti insieme e si visitavano i posti.Vent’anni fa abbiamo anche iniziato a porta-re i nostri ragazzi in Spagna, con lo stesso spirito.

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di Antonio Denanni

di Andrea Obiso

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8Lettere al giornale/1 risponde Elvio Fassone

Si parla molto di equità, e quasi tutti ne parlano per la-mentare che nei sacrifici che ci vengono richiesti non ce n’è, o ce n’è poca. Ma in concreto che cosa è l’equità?

E’ vero, càpita spesso che una parola sia mol-to usata e poco chiarita. Per vecchia abitudine chiedo soccorso all’etimologia: “aequus” non ag-giunge altro al poco che intuisco, ma “aequor” mi indirizza già meglio. “Aequor” è la distesa piana del mare o della terra, le onde non increspate, la pianura non movimentata da rilievi. Quindi l’“equità” sembrerebbe indicare una sorta di pianura sociale, l’invito a trattare tutti in modo eguale. Ma evidentemente non è così. Noi non siamo uguali, e dare a ciascuno la stessa cosa non equivale a dare a ciascuno il suo, quello che gli spetta. Noi siamo uguali in una sola cosa, e lo dice

bene la nostra Costituzione: siamo uguali in “di-gnità sociale”, cioè nell’aspettativa di un’esistenza che rispetti la nostra qualità di persona, e l’esigen-za di ciascuno di realizzarsi senza mortificazioni o abbrutimenti. Lo diceva già l’antico Testamento, in un do-cumento molto citato (Levitico, 25, a proposito del Giubileo) : gli uomini nascono uguali, ma poi le condizioni della vita li rendono diversi. Alcuni arricchiscono, altri diventano schiavi. Per realiz-zare l’equità, è necessario ogni tanto far ritornare tutti nelle condizioni di partenza; oggi diremmo, con brutto vocabolo, “resettare” la società. Se si restituisce la terra, se si condonano i debiti, se si distribuiscono i raccolti, si torna uguali. L’equità

ricostruisce la piana del mare o della terra, alterata dalle diseguaglianze sociali. Oggi un ripristino radicale non è praticabile, ma l’equità vuole che almeno in parte si riduca la for-bice. Anche la Costituzione, realisticamente, non pretende l’azzeramento di ogni diseguaglianza, ma chiede che esse siano almeno ridotte, che gli ostacoli ad una vita dignitosa siano rimossi. La criticata manovra del governo Monti lo fa in misura esigua, perché alcune delle forze politiche, sul cui consenso si regge, non gli permettono di fare di più. In questo senso non è sbagliato lamen-tare che di equità ce ne sia poca. E’ però sbagliato dimenticare a chi va attribuita questa mancanza. Si tratta di quel coagulo di resistenze, che hanno la loro espressione in settori parlamentari, le quali affermano che i sacrifici sono bensì necessari, ma devono incominciare a colpire solamente a partire dal livello di chi sta più in alto di loro. Le statistiche ufficiali ci informano che in Italia circa il 14% delle persone vive al di sotto della soglia di povertà. Questo significa che l’86% dei cittadini è tenuto a fare qualche cosa per loro: molto di più coloro che stanno in alto nella scala sociale, ma qualcosa anche gli altri. Anche colo-ro che insorgono perché subiscono un aggravio di poche centinaia di euro in un anno; anche quelli che deplorano di non poter andare in pensione a 58 o 60 anni, pur senza essere occupati in lavori usuranti; e ovviamente sono tenuti, con ben mag-gior rigore, coloro che figurano percettori di redditi modesti avendo occultato gli altri, che piangono perché “quest’anno niente Cortina”, che lamenta-no spoliazioni inesistenti mentre conservano una moltitudine di cellulari, televisori, autovetture e carte di credito. L’equità credo allora che voglia dire andare oltre la mera giustizia distributiva simmetrica, quella che induce a pensare che quanto posseggo è frutto del mio merito, e quindi mi spetta. E’ una tensio-ne, più o meno forte, raramente vincente, verso il sollievo di coloro che dalla sola giustizia non sono salvati. “Egli giudicherà il suo popolo con giustizia, i suoi miseri con equità”: il salmista non era un giurista, ma conosceva il valore dei concetti.

SOCIETà

per reALIzzAre L’equItà

Ridurre la forbice delle disuguaglianze

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Due MAnIfeStAzIonI

Un solo grido: “Pinerolo è antirazzista!”

A cura di Andrea BrunoDIrITTI UMANI Visibili & Invisibili

I tragici avvenimenti risalenti al 10 dicembre scorso (l’incendio appiccato in un insediamento rom a Torino) hanno provato quanto ancora oggi sia attuale la discriminazione verso quella che è una minoranza assai poco tutelata e molto disprez-zata. Eppure, una minoranza che possiede diritti umani, sebbene molto spesso ci sia la tendenza a dimenticarlo (d’altro canto, pochi ricordano che accanto agli ebrei deportati nei campi di concen-tramento c’erano anche gli “zingari”, pochi si soffermano a pensare che è stata un’ininterrotta diaspora a far guadagnare loro il soprannome di nomadi). È indubbio che l’integrazione tra noi e i rom (che vantano una cultura tanto affascinante quanto estremamente diversa dalla nostra) è as-sai complessa, forse impossibile. Ma l’irrazionale violenza e rigetto nei confronti del “diverso”, di cui gli avvenimenti del 10 dicembre costituiscono un esempio, riempiono di inquietudine. Ebbene, Pine-rolo si è opposta a tutto ciò. Giovedì 22 dicembre due eventi, che hanno coinvolto soprattutto giova-ni, hanno condannato l’intolleranza e la discrimina-

zione, denunciando quello che è apparso come il ri-svegliarsi (o forse il manifestarsi) di un sentimento razzista (non solo dunque l’incendio al campo rom, ma anche l’uccisione a Firenze di due senegalesi). Il primo si è svolto in mattinata al Liceo Porpora-to: durante la giornata, autogestita dagli studenti, un gruppo, guidato da alcuni membri di Amnesty International e Libera, ha discusso e commenta-to la questione. Allo stesso modo, la sera stessa, durante un presidio organizzato dal gruppo Arci in Piazza Facta, molti si sono trovati per gridare all’unisono: Pinerolo è antirazzista!

Il Natale come si sa è un periodo in cui i regali viag-giano. A volte però certi “regali” assumono un signi-ficato ambiguo, come quello successo pochi giorni prima dell’atteso evento con l’arrivo nell’ufficio del vicesindaco di Torino e del sindaco di una busta con un’offerta di un milione di euro. Mittente l’acciaieria ThyssenKrupp. Questo in cambio della rinuncia da parte del comune di Torino a costituirsi parte civile nel processo di appello per il rogo in cui, quattro anni fa, persero la vita sette operai. Al comune di Casale Monferrato, alcuni giorni prima, il miliardario svizzero Schmidheiny ha offerto 18,3 milioni. Egli era il proprietario insieme a De Cartier della Eternit, azienda che produceva materiali in fi-brocemento che hanno causato la morte di circa 1800 persone dal 1947 ad oggi. L’obbiettivo delle offerte dei legali di Thyssen e Schmidheiny è quello di creare una breccia nel fronte delle parti civili, spe-rando così di ottenere condanne più leggere.Esiste un precedente, il comune di Cavagnolo Tori-

nese (dove era operativo un altro stabilimento Eter-nit) che ha accettato l’offerta arrivata dai legali di Schmidheiny per ritirarsi da parte civile del processo per la strage dell’amianto. I miracoli che può fare un assegno da due milioni di euro! Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre anche il sindaco di Casale ha accet-tato la proposta dei legali di Schmidheiny, ritenendo che il risarcimento servirà per rilanciare il Comune. Adesso non resta che aspettare la risposta del sin-daco di Torino. Contro questo patteggiamento (seppur legale) si è schierata Libera, da sempre impegnata “contro le mafie” ma anche per la giustizia, perché legale non sempre è sinonimo di giustizia. Quante volte si con-fondono i due termini prendendo per giusto ciò che è legale. Ci teniamo a distinguere in modo netto le due realtà come ha affermato Don Ciotti a Napoli il 21 marzo 2009 per la “Giornata della memoria delle vit-time di mafia”:“la giustizia è la realizzazione effettiva dell’eguaglianza dei diritti e l’opportunità dei doveri”.

proCeSSo per IL roGo DeLLA thySSen

Quando legale non è sempre giusto

A cura di Chiara Perrone

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Tempi di crisi si sa. Ma soprattutto tempi di bilan-cio per la città di Pinero-lo. E anche noi, sulla linea nazionale, per far tornare i conti nelle casse comuna-li abbiamo scelto non un politico, bensì un tecnico.

L’Ass. Magda zanoni, veterana in questo campo, ha infatti fatto approvare il bilancio di previsione della città in tempo record, prima della fine dell’anno 2011. Ecco le sue risposte alle nostre domande e perplessità:Qual è la situazione del bilancio 2012 rispet-to a quello dello scorso anno e quanto han-no inciso le manovre nazionali su di esso? Come già il bilancio 2011, anche que-sto prevede una riduzione dei trasferimen-ti statali, a cui si andranno ad aggiungere la riduzione dei trasferimenti regionali (che sarà intorno ai 600-900 000 €) e la ormai prossima manovra ‘Salva Italia’ del gover-no Monti (che sarà intorno ai 700.000 €). Inoltre quest’anno abbiamo chiesto una riduzione dei costi di almeno 150.000€ all’ACEA, abbiamo iniziato un programma di “pulitura” dell’eventuale rimanente di

fondi stanziati per vecchi e ormai conclusi progetti (di urbanistica,…) per una riduzio-ne totale di entrate di circa 2.500.000 €. In breve, abbiamo continuato sulla linea di risparmio da sempre praticata dal nostro Comune.Quali saranno i settori più penalizzati da questo bilancio? Nessun settore sarà penalizzato da que-sto bilancio. Infatti grazie alla riduzione dei costi ACEA, alla riduzione dei costi della politica (riduzione imposta a livello nazio-nale del numero di Consiglieri e Assesso-ri), alle entrate del semaforo T-rED (circa 1.000.000 €) e ad altri risparmi siamo riu-sciti a mantenere gratuiti i servizi comunali assicurati negli anni precedenti. Sui costi della politica in particolare è bene precisa-re che Pinerolo non ha segreterie alle di-pendenze personali degli Assessori, non ha auto blu, né può vantare (come la maggior parte dei Comuni d’altronde) indennità ele-vate per i politici. Siamo insomma anche sotto questo aspetto in ottima salute.Quali saranno le innovazioni per far entrare più soldi nelle casse del Comune? Senza dubbio il controllo sull’evasione,

A cura di Emanuele Sacchetto

InterVIStA ALL’ASSeSSore AL BILAnCIo MAGDA zAnonI

Bilancio di previsione 2012”I servizi non saranno penalizzati”

POLITICA In C i t t à10

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già peraltro in atto con IMU e TArSU. Bi-sogna dire però che Pinerolo non presenta gravi casi di evasione. Attueremo inoltre un controllo sull’IrPEF, sebbene questo sia compito principale dell’Agenzia delle Entra-te. Un altro espediente per fare cassa è poi il progetto “Sicurezza nella città”, il quale comprende la messa in funzione dei sema-fori T-rED in C.so Torino. Questi sono atti a colpire con sanzioni gli automobilisti pe-ricolosi che passano col rosso. Alle critiche di questo strumento come predisposto solo per far soldi rispondo dicendo che il Comune ha preferito, nell’inalienabile diritto e dovere di garantire la sicurezza della città, prendere soldi da persone che commettono un’azio-ne scorretta piuttosto che dover aumentare tasse a tutti i cittadini indistintamente!In un momento di crisi come questo avete aumentato ulteriormente dello 0,07% l’ali-quota dell’addizionale IRPEF nella fascia di reddito tra i 15-28 000€ annui, che rap-presenta diciamolo, la maggior parte della popolazione e solo dello 0,1% per i redditi oltre i 28 000€. Ciò che ci si chiede è se semplicemente non si sarebbe potuto far pagare lo 0,2% ai più abbienti? Effettivamente si potrebbe far pagare un’aliquota maggiore per i redditi superiori ai 28 000€, ma ciò non sarebbe bastato. Infatti, come anche il Governo Monti si è reso conto, i ricchi veri nel nostro paese non sono molti e purtroppo tassando solo loro non si ricava la somma necessaria. Inoltre vorrei far notare come la cifra con-creta che una persona media con reddito intorno ai 28 000€ si vedrà trattenuta è pari a 17€ annui mal contati. Aggiungo ancora che Pinerolo è passato per l’addi-zionale IrPEF al sistema proporzionale, ap-

plicata in base alle fasce di reddito, garan-tendo così ai meno abbienti o l’esenzione completa (reddito fino a 12 000€ annui) o la tariffa invariata (reddito tra i 12-15000€ annui), mentre in altri Comuni si è appli-cata indistintamente per tutti l’aliquota più alta possibile (0,8%).Vista la situazione di in-certezza dettata da ma-novre che devono ancora essere fatte e i cui effetti potrebbero necessitare ri-tocchi al bilancio, non si poteva attendere ancora qualche mese, essendo la scadenza per la presenta-zione del bilancio prevista per il 31 marzo? In realtà il grosso del-la manovra è stato fatto e si tratterà solo di fare alcune piccole variazio-ni. Peraltro credo che sia dovere dei Comuni pre-sentare il bilancio di pre-visione a dicembre. Do-vendo esso, come dice il termine, essere una previsione per l’anno che inizia non è sensato pre-sentarlo a marzo. Inoltre chi non sia puntuale nel bilancio deve sottostare a vincoli gravosi (deve tenere la doppia contabi-lità, può spendere in do-dicesimi,…). Insomma, meglio essere puntuali!

“ r I f L e S S I o n I ” p o L I t I C h e y o u n G 11

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Tra speranze ed incertezze che accompa-gnano l’apertura del nuovo anno, tra manovre correttive e riforme strutturali del Paese, alcuni punti cominciano a fissarsi nel rimestato univer-so scolastico. A tracciarne le linee guida è il neoministro Francesco Profumo, ingegnere ed ex rettore in aspettativa dal Politecnico di Torino. Nelle vesti sobrie e compite che ammantano il governo tecnico, il ministro fa la sua prima apparizione televisiva il 20 dicembre scorso al tavolo di Lilli Gruber in Otto e mezzo su La7 e svela la propria carta: un concorso pubblico. Da tenersi nella seconda metà del 2012, dopo un lasso di tempo che conta tredici anni dall’ultimo concorso pubblico per insegnanti, svoltosi ap-punto nel 1999. Questo a fronte dei 200.000 docenti precari del mondo della scuola, oggi in graduatoria, cui vanno aggiunti circa 20.000 giovani nelle condizioni di sostenere il concorso. Il ministro Profumo ha poi ricordato che la leg-ge attuale prevede che il 50% dei posti siano assegnati in base a concorso pubblico e che la restante metà sia attribuita in base alle gradua-torie. Ma il problema, macroscopico, rimane: 12.500 i posti disponibili. E a ciò si aggiunge la precisazione del ministro di aver «fatto una stima [del numero di insegnanti da immettere nella scuola] sulla base dei pensionamenti pre-

manovra, che adesso stiamo aggiornando». Il problema, dunque, si aggrava in virtù dell’in-nalzamento dell’età pensionabile che impedi-rà a molti, giovani o meno, di avere accesso all’insegnamento a causa della diminuzione del numero delle cattedre liberate dai pensionandi. Senza parlare dei circa 140.000 posti di lavo-ro tagliati dalla precedente riforma Gelmini in scuole di ogni ordine e grado. Di tali emergenze il responsabile del Miur sembra almeno essere consapevole, avendo poi specificato l’inten-zione di cadenzare periodicamente le selezioni pubbliche ogni due anni. Tra i nodi da sciogliere nel sistema scolastico italiano, Profumo pare particolarmente sensibile al tema della modernizzazione: investire bene i fondi di cui il Ministero dispone nelle nuove tecnologie informatiche e nel miglioramento dell’edilizia scolastica. «Le lezioni frontali van-no superate» afferma inoltre, e va cambiato il rapporto tradizionale tra docente e discente, promuovendo un relazionarsi più stretto tra la cattedra e i banchi. Un’ insistenza particolare è riservata dal ministro all’autostima dei docenti: da ricostruire, egli dice, perché in Italia ci sono sì eccellenze, ma singole, che non fanno siste-ma. risposta, questa, per bilanciare l’amara ma realistica ammissione che i magri stipendi degli insegnanti rimarranno tali, e che non si potrà pensare ad un aumento se non nel momento

della ripresa economica. Sacrifici e trasformazioni, richiesti da tutti a ciascuno in quanto necessari, inve-stono le multiformi realtà del territorio. In questa sfida pare giusto ricordare che anche il Pinerolese si è messo in gioco: ne è pro-va la sua partecipazione al progetto Scuola digitale in Piemonte, di cui questa ru-brica si è occupata nell’edi-zione precedente.

SOCIETà Giovan i@Scuo la A cura di Nadia Fenoglio

L’agenda del ministro profumo

Un nuovo concorso già nel 2012

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MeSe DI noVeMBre-DICeMBre 2011

Delibere della Giunta comunale

A cura di Silvio Ferrero

P i ne ro loDOCUMENTI

Delibera 307 del 16/11/2011 Locali comunali siti al primo piano di viale rimembranza 65/A in uso alla Badia Corale Val Chisone e Turba Conci-nens - accettazione subentro dell’Associazione Verspa-club “ Il Vespino” e esonero dal pagamento delle utenze del Coro Turba ConcinensDelibera 308 del 16/11/2011 Patrocinio all’Asso-ciazione AVASS per organizzazione Natale Anziani 2011 presso la Casa di riposo J. Bernardi.Delibera 309 del 16/11/2011 ripresa del Percor-so terapeutico riabilitativo di un soggetto in carico all’ASL To3 – Dipartimento di salute mentale e pa-tologia delle dipendenze presso la Biblioteca civica.Delibera 310 del 23/11/2011 Diritti, tariffe e ca-noni su servizi, operazioni e concessioni cimiteriali. Adeguamento per l’anno 2012.Delibera 311 del 23/11/2011 Approvazione sche-ma di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012, del bilancio pluriennale 2012-2014 e del-la relazione previsionale e programmatica 2012-2014.Delibera 312 del 23/11/2011 Approvazione piano generale impianti pubbliche affissioni.Delibera 313 del 23/11/2011 Adeguamento ISTAT tariffe concessione utilizzo materiale comunale.Delibera 314 del 23/11/2011 Approvazione bozza atto di impegno unilaterale per asservimento a pub-blico uso area destinata a parcheggio in località riva.Delibera 315 del 23/11/2011 Approvazione boz-za atto di impegno unilaterale per asservimento a pubblico uso area destinata a parcheggio in strada Baudenasca.Delibera 316 del 23/11/2011 Concessione patrocinio per utilizzo gratuito centro sociale di Abbadia Alpina.Delibera 317 del 23/11/2011 Concessione contri-buto economico all’Associazione Amici del Museo dell’Arma di Cavalleria per la realizzazione di e-venti inerenti il 150°anniversario dell’Unità d’Italia (progetto “Alle Porte d’Italia”).Delibera 318 del 23/11/2011 A.S.D. Veloce Club. 3°edizione torneo Nazionale di scacchi denomina-to “Festival Città di Pinerolo” 11, 12, 13 novem-bre 2011. Concessione patrocinio e contributo. Delibera 319 del 23/11/2011 Abbonamenti an-nuali T.P.L. anno 2012 a favore di ultrasettantenni residenti e studenti residenti in condizioni economi-che disagiate. Individuazione numero integrazioni a carico dell’amministrazione comunaleDelibera 320 del 30/11/2011 Prelievo dal fondo di riserva n.6.Delibera 321 del 30/11/2011 Variazione al PEG 2011 a recepimento della variazione di assesta-mento generale al bilancio 2011.Delibera 322 del 30/11/2011 Autorizzazione all’uti-lizzo dell’anticipazione di tesoreria per l’anno 2012.Delibera 323 del 30/11/2011 Autorizzazione all’uti-

lizzo dei fondi a specifica destinazione in termini di cassa per il pagamento di spese correnti nei li-miti dell’anticipazione di tesoreria disponibile - anno 2012.Delibera 324 del 30/11/2011 Piano Performance 2011Delibera 325 del 30/11/2011 Edilizia residenziale pub-blica legge 23.12.98, n. 448, art. 31 dal comma 45 al comma 50. Sostituzione convenzione sti-pulata per la cessione del diritto di proprietà. zona P1 lotto L 14.Delibera 326 del 30/11/2011 Approvazione pro-tocollo d’intesa per la realizzazione del progetto “Strade delle Mele” triennio 2011-2013.Delibera 327 del 30/11/2011 Destinazione dei proventi vincolati di cui all’art. 208 del D.Lgs. 285/1992 - anno 2012. Delibera 328 del 30/11/2011 Approvazione degli studi di fattibilità delle opere pubbliche - anno 2012.Delibera 329 del 30/11/2011 revisione disciplina della sosta a pagamento e degli abbonamenti.Delibera 330 del 30/11/2011 Partecipazione al bando regionale “Bonifica di manufatti contenenti amianto, art. 4 L.r. 30/2008”. Scuola secondaria 1^ grado “Lidia Poet”.Delibera 331 del 30/11/2011 Lavori di bitumature strade comunali anno 2011. Approvazione proget-to definitivo.Delibera 332 del 7/12/2011 Progetto Noi con voi - un nuovo volo della rondine 2011 - 2012.Delibera 333 del 7/12/2011 Progetti di animazione anno scolastico 2011/12.Delibera 334 del 7/12/2011 Progetto acquaticità anno scolastico 2010/11.Delibera 335 del 7/12/2011 Adesione progetto rete territoriale pinerolese per l’inserimento dei ragazzi stranieri e per l’insediamento della lingua italia-na come seconda lingua. Delibera 336 del 7/12/2011 Convenzione con i centri di assistenza fiscale per gestione bonus na-zionale energia elettrica e gas - anno 2012.Delibera 337 del 7/12/2011 A.S.D. Sporting Club - organizzazione galà del ghiaccio “effetto notte” 26.12.2011 e festa delle scuole “Sensation on Ice” 31.12.2011. Concessione patrocinio.Delibera 338 del 7/12/2011 Manifestazioni natali-zie anno 2011 – provvedimentiDelibera 339 del 7/12/2011 Approvazione della convenzione tra la Città di Pinerolo e l’Associazio-ne Culturale “En Plein Air” per l’inserimento dello spazio espositivo omonimo nel circuito museale.Delibera 340 del 7/12/2011 Approvazione della con-venzione tra la Città di Pinerolo e la Diocesi per l’inse-rimento del Museo Diocesano nel circuito museale.Delibera 341 del 7/12/2011 Concessione patro-cinio Associazione Ali d’Argento per progetto di sensibilizzazione nelle scuole contro alcol, droga e velocità.

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14Soc i a l e&Vo lon ta r i a to A cura di Valentina Voglino

IL SerMIG

Impegno contro gli sprechi alimentari

SOCIETà

Tempo di cene, cenoni , grandi abbuffate e sostanziosi sprechi. Da Torino, alla vigilia di questo capodanno 2011 è però partito il primo progetto di lotta agli sprechi alimentari. A luglio, Slow Food Piemonte, in collaborazio-ne con l’Università di Bologna, più precisamente con la società Last Minute Market, ha firmato un accordo contro gli sprechi alimentari, con il consenso del sindaco Fassino. A distanza di qualche mese, il progetto è andato prendendo forma grazie all’intervento di alcuni supermercati della zona torinese e del Sermig. Un noto ipermercato consegnerà al Sermig ali-

menti non più commercializzabili, perché vicini alla scadenza o con confezione danneggiata, ma ancora commestibili. Il Sermig li trasformerà parte in pasti presso le proprie strutture, parte in sacchetti-spesa da distribuire a chi ne ha bi-sogno. Il calcolo è impressionante se si pensa che nei supermercati ogni giorno si butta lo 0,2-0,5% degli alimenti; si stima dunque che in un anno al Sermig arriveranno dalle 25 alle 35 tonnellate di cibo. I dati ricordati da Ernesto Olivero, fondatore del Sermig e raccolti dalla Caritas riportano cifre al-

larmanti: 8,3 milioni di poveri in Italia, 100 mila persone che muoiono ogni giorno nel mondo per fame. “E il Sermig – dice – è nato proprio per combattere la fame”. Torino è la prima grande città d’Italia a firma-re questo patto, che presto però sarà replicato anche in altre regioni. E i cinque pasti al giorno consegnati , dimostrano che il progetto sta fun-zionando. In più, se si pensa che i paesi industrializzati buttano nella spazzatura 22 milioni di tonnel-late di cibo l’anno, è naturale pensare a quali siano le disastrose ripercussioni sull’ambiente, sull’economia e sulla salute. Lo spreco, dunque, può diventare una risorsa e, riducendo gli scar-ti, vi potrebbe essere una drastica diminuzione dell’inquinamento. La città di Torino punta alla riduzione del 50% degli sprechi alimentari entro il 2025, sconfig-gendo così, attraverso la riduzione degli scarti, la fame in Italia. È interessante notare come la crisi in atto ab-bia prodotto un cambiamento nelle consuetu-dini degli italiani, modificando le abitudini delle persone in fatto di consumi, gli sprechi si sono ridotti del 20-25%. Per quanto riguarda Slow Food, la lotta agli spre-chi è una delle otto azioni fondamentali,poiché, come il presidente di Slow Food Italia roberto Burdese lamenta, “gli sprechi non sono errori del sistema, ma pilastro su cui il sistema è fon-dato, produrre cioè più del necessario”. E poi fa una disamina di una tendenza preoccupante: “I paesi ricchi sprecano e accaparrano terre nel terzo mondo per mantenere questa sovraprodu-zione. Salvo poi ricompensare gli espropriati con prodotti di bassa qualità, che portano là dove non ci sono le malattie dei paesi ricchi, come il diabete”. Per Ernesto Olivero, però, non è ancora abba-stanza: “La strada buona l’abbiamo trovata – conclude – ma bisogna fare di più. La lotta agli sprechi deve diventare una materia a scuola”.

Per chi volesse saperne di più: www.sermig.org

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forMAzIone e LAVoro

Il tirocinio formativo in azienda

Giovan i&Lavo roA cura di Giulia PussettoSOCIETà

Un importante strumento di politica attiva del lavoro è il tirocinio formativo, promosso da università, istituzioni scolastiche, centri di formazione, cooperative sociali, ecc. che si convenzionano con datori di lavoro pubblici o privati per ospitare un certo numero di tiroci-nanti (max. 1 per un’azienda con meno di 5 dipendenti, max. 2 fino a 19 dipendenti, max il 10% per aziende con più di 20 dipendenti) per acquisire un’esperienza professionale pratica. La durata del tirocinio può variare da quattro mesi fino a 24 per i soggetti con handicap. Può essere frequentato sia da studenti che hanno evaso l’obbligo scolastico (biennio superiore)che da persone disoccupate. Non costituisce rapporto di lavoro, per cui l’azienda ospitante non è tenuta a pagare alcuna retribuzione né contribuzione al tirocinante. Può decidere però liberamente di erogargli un compenso, quale rimborso spese per gli oneri sostenuti (es. spe-se di trasporto). Il soggetto promotore è tenuto ad assicurare il tirocinante contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile verso i terzi. Per le imprese che impegnano giovani provenienti da regioni del Sud Italia è possibile ottenere il rimborso totale o parziale degli oneri finanziari sostenuti. Il tirocinio formativo è utile sia per il tiroci-nante che per le imprese. Per il primo è un ottimo strumento per sviluppare le conoscenze acquisite nel corso della formazione accademi-ca e per acquisire un’esperienza professiona-le pratica, che può sicuramente rivelarsi utile nell’inserimento nel mondo del lavoro. Per le imprese ospitanti, oltre ai vantaggi di ordine economico (non sussiste un obbligo di retribu-zione né di assicurazione, quest’ultimo a carico del soggetto promotore), consente di acquisire informazioni e impressioni sui giovani tiroci-nanti in vista di una futura assunzione. I tirocini per le scuole hanno valore di credito formativo, se certificate dall’ente promotore. Per avere informazioni sui tirocini in corso ri-volgersi agli uffici per l’impiego e alle istituzioni scolastiche di formazione del territorio.

Elenco concorsiAggiornato al 22 dicembre 2011 a cura dell’Ufficio Lavoro del Comune di PineroloConsultabile sul sito www.comune.pinerolo.to.it/concorsi

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali www.corpoforestale.it n.71 Allievi vice ispettori (71 posti in Piemonte)requisiti: Diploma di scuola media supe-riore; età max 32 anniScadenza 29/12/2011

Ospedale Cronici Fondazione Quaranta – Carignano. Tel. 011 9693345 n.1 Istruttore amm.vo (t. indeterminato) requisiti: Diploma di scuola media supe-riore, patente BTel. 011 9693345Scadenza: 13/1/2012

Agenzia Territoriale per la Casa Tel.0113130241/495 www.atc.torino.itn.2 Istruttori amm.vi (t. indeterminato).Requisiti: diploma di scuola media superiore; patente BScadenza: 27/12/2011

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ALBerto CArIGnAno

Un pinerolese a Cambridge Da questo numero, la rubrica si dedi-cherà principalmente all’Architettura e alla storia locale per raccontare le trasfor-mazioni storiche, urbane e architettoniche della città. Il percorso si snoderà lungo i prossimi numeri approfondendo le varie fasi fino ai giorni nostri: conoscere la sto-ria della città per poter capire le trasfor-mazioni di oggi.

La Storia nota di Pinerolo inizia ufficial-mente attorno al 990, con un documento che affida al Vescovo di Torino la proprie-tà di un borgo murato: si tratta del nucleo superiore, dove risiedono l’aristocrazia e la nobiltà. Nel borgo si aprono due por-te principali, una a Ovest detta Comba, e una ad Est detta Canavaceria; alcune postierle si aprono nel resto della corti-na, dove a intervalli regolari sorgono torri tonde e a gola aperta. In cima al monte Pepino una torre di avvistamento antisa-racena, non diversa dal primo nucleo del castello Malingri di Bagnolo; con il passa-re del tempo a fianco dell’originaria torre sorgeranno altre tre torri, simili a quelle delle mura, che costituiranno il castello di Pinerolo: i Bersatore, una delle famiglie più agiate, lo compreranno dall’abate di Santa Maria. Chiesa principale del Borgo superiore è San Maurizio, una piccola cap-pella posta al limitare delle mura, vicino alla piazza dove si tiene settimanalmente, il sabato, il mercato cittadino. Digradando verso il Piano, si trova un ulteriore insediamento, che fa riferimento alla cappella di San Donato: non chiuso da mura, protetto solo con siepi e fossati, è composto dalle abitazioni del popolo. I due nuclei vengono chiamati Pinarolium, in riferimento al pino che cresce selvaggio su queste colline, e su quelle della valle di cui il borgo è alle porte: la valle Pinariasca, che prenderà il nome attuale con i France-

si. Ma questa è un’altra storia.. Sempre facenti parte del paese sono altri due nuclei: il borgo in Val Lemina, sorto attorno alla cappella di San Pietro, e vicino al Chisone il borgo di San Verano. Nel 1064 la “comitissa” Adelaide fonda in quest’ultimo borgo un’abbazia retta dai benedettini neri della Sagra di San Miche-le, dedicata a Santa Maria: l’abate è il vero signore di Pinerolo, dal quale dipendono tutte le terre circostanti, i quattro borghi e parte della Valle. Fatto curioso, dal 1074 l’Abbazia diviene di diretta dipendenza del pontefice: questo provocherà numerose ingerenze con il vescovo di Torino, esau-torato dal suo potere amministrativo per non aver riconosciuto l’elezione al soglio pontificio avvenuta per pronunciamento popolare.

A r te&Arch i t e t tu ra A cura di Michele F. Barale

ArTE

pIneroLo e LA StorIA urBAnIStICA DeLLA CIttà - 1

Pinerolo ab ovo e Adelaide

Pianta di Pinerolo con i due borghi

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17Pe rsonagg i A cura di Michele Barbero

INCONTrI

Alberto Carignano, laureato in matematica, attualmente al secondo anno di dottorato in una delle università più prestigiose al mondo.Innanzitutto, di cosa ti occupi esattamente? Il mio lavoro di ricerca consiste nell’appli-cazione della matematica alla biologia, con l’utilizzo di modelli matematici per descrivere il ritmo circadiano nei vegetali. Come si fa a venire ammessi in un ateneo come Cambridge? Mi sono state richieste tre lettere di referenze, una delle quali ho fatto scrivere a uno dei docenti che avevo avuto in Canada (dove avevo preceden-temente trascorso un periodo di studio). Questi conosceva personalmente il mio futuro supervisore a Cambridge, il quale aveva un grande peso nella scelta dei candidati. Ov-viamente, questo “aggancio” si è rivelato mol-to utile. Anche se un tale sistema di selezione, così formulato, può apparire un po’ “clienteli-stico”, esso è anche meritocratico: il mio pro-fessore canadese credeva profondamente in me, altrimenti non mi avrebbe mai supportato. Inoltre, ho anche dovuto sostenere un paio di colloqui e presentare un progetto di ricerca.A Cambridge vivi in campus? No, anche perché i campus all’americana in genere non esistono in Inghilterra. Faccio però parte, come tutti, di uno dei college dell’uni-versità, congregazioni esattamente paragona-bili (per capirci) ai “Grifondoro”, “Serpeverde”, ecc. di Harry Potter! A Cambridge, il senso di appartenenza degli studenti al proprio college è fortissimo: gli undergraduate tendenzialmen-te mangiano e vivono insieme, ma anche per noi post-grad una parte importante della vita sociale ruota intorno al college: dalle cene for-mali con tanto di toga alla “beer hour” del ve-nerdì sera!Ti senti in qualche modo un “cervello in fuga”? Come valuti il mondo britannico, in confronto al nostro, sul piano della qualità dell’istruzio-

ne, del mercato del lavoro e dello spazio per i giovani? Sinceramente non mi reputo “in fuga”. Mi è sempre piaciuto viaggiare e passare periodi anche lunghi all’estero, ma non mi sono mai sentito costretto ad abbandonare l’Italia. Mi è stato offerto un posto con disponibilità di bor-se di studio in un’ottima università ed ho colto l’occasione, tutto qui. Dal punto di vista della

formazione universitaria, l’Italia continua comunque ad essere tenuta in grande considerazione: durante i colloqui di ammissione per Cambridge, mi è stato fatto capire che la mia laurea italiana costituiva una sorta di garanzia di un livello di preparazione piut-tosto alto. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, faccio fati-ca a valutare il regno Unito nel suo insieme, perché conosco da

vicino solo la cerchia privilegiata in cui mi tro-vo attualmente. I laureati di Oxbridge trovano impiego senza alcuna difficoltà. È comunque interessante notare che i giovani in UK sem-brano disposti a modificare i propri progetti professionali con molta più flessibilità che in Italia, supportati in questo da un mercato del lavoro in cui la valorizzazione delle competen-ze è molto diversa da quella cui siamo abituati noi: è perfettamente possibile, per lo meno se si esce da un’università d’elite, trovare occu-pazione in ambiti totalmente diversi da quello in cui si è studiato; ad esempio, conosco lau-reati in lettere classiche che ora lavorano in banca! In ogni caso, i laureati di queste univer-sità sono chiaramente un’esigua minoranza. Inoltre, l’accesso a queste ultime si basa non solo su criteri meritocratici, ma anche econo-mici: almeno ai livelli undergrad, gli studenti di Cambridge sono in media ricchissimi. Per di più, la società inglese ha al proprio interno divisioni molto rigide, quasi delle caste da cui è difficilissimo uscire. Insomma, sarei cauto ad indicare la Gran Bretagna come un modello perfetto verso cui tendere.

ALBerto CArIGnAno

Un pinerolese a Cambridge

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MuSICA eMerGente

La Bottega di Musica e Parole

A cura di Mario rivoiroBlind Luck records

MUSICA

Intervista a Davide Grosso, autore e coordina-tore artistico. La Bottega di Musica e Parole è un laboratorio artigiano dal quale escono racconti nel solco del-la musica d’autore italiana.Si tratta di un gruppo già affermato sulla scena pinerolese, protagonista di concerti in ValPellice con I Modena City ramblers e con i Lou Dalfin. Molto attivi anche a Torino, vantano concerti di primo piano al Palastampa ed in Piazza Vittorio. Conosciamoli meglio.Chi siete e da che storie arrivate? La Bottega di Musica e Parole nasce nel 2001 da un’idea di roberto Briscese (Cantautore) e del cumianese Davide Grosso (Autore e coordinato-re artistico). L’attuale formazione si compone di: Marco Oggianu (Basso), Dario Berlucchi (Chitar-re), Alessandro Galletto (Batteria), Cesare rivet-to (percussioni), Simone zoja (Piano ed Archi). Le provenienze musicali abbracciano il Jazz ed il rock sino ad arrivare alla musica classica. Da

tutto cio’ scaturiscono arrangiamenti originali e creativi che fungono da tappeto al testo sul qua-le si focalizza l’attenzione degli autori al fine del racconto.Che cosa significa per voi raccontare? “Verba tanti sunt quantum eis tribuit qui audit” diceva un saggio letterato. Noi nel nostro piccolo proponiamo un contenuto dentro una scatola, sta a chi la apre il sorriso, il pianto o l’indifferen-za. Noi cerchiamo di raccontare la malinconia, la società, la guerra, l’odio, l’amore.. insomma le cose che ci circondano.In che cosa pensate di essere originali? Nel mettere un contenuto dentro la scatola!Come si può definire il vostro genere? Musica leggera d’autore italiana. La nostra è una proposta originale che s’incastona nella tra-dizione dei CantaStorie italiani: da De Andrè, a Vecchioni, a De Gregori. Con le dovute propor-zioni proviamo a fare qualcosa di questo genere! Quali risultati avete raccolto? Nel 2007 abbiamo vinto il “Premio SIAE al Mi-glior Autore” che ci è stato consegnato da Mo-gol. Nel 2008 abbiamo partecipato alla serata conclusiva del “Festival Nazionale della Canzone d’Autore” a Pesaro. Nel 2010 abbiamo sotto-scritto un accordo editoriale con la Warner Chap-pell Musica Italiana.Quali programmi avete per il vostro futuro? Nel 2012 intendiamo pubblicare un nuovo al-bum che registreremo nei prossimi mesi. Inoltre stiamo effettuando un tour teatrale con lo spet-tacolo “50 Anni Portati Bene” che parla della storia recente d’Italia. Ambiamo a consolidare il nostro pubblico ma la speranza è sempre la stes-sa: quella di arrivare a qualche orecchio attento ai nostri racconti!Bene, grazie per l’intervista! Concludiamo con i vostri contatti. Grazie a voi! Il nostro sito internet è: www.la-bottegadimusicaeparole.it dal quale si puo’ acce-dere alla nostra pagina Facebook, Youtube, etc e dal quale è possibile trovare la nosta e-mail per eventuali proposte.

O f f i c i ne de l suono

A lato “La Bottega di Musica e Parole”

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Le Idi di marzo

Anda re a l c i nema

di Andrea Obiso

“The Ides of march”; Regia: George Clooney Attori Principali: Ryan Gosling, Evan Rachel Wood, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamat-ti, George Clooney, Marisa Tomei.

Mike Morris (George Clooney), governatore della Pennsylvania, è candidato alle primarie del partito Democratico degli Stati Uniti, i suoi discor-si durante la campagna elettorale sono ideati e scritti da un vecchio squalo della comunicazione elettorale, Paul zara (Philip Seymour hoffman). Nella squadra degli addetti stampa di zara c’è Stephen Meyers (ryan Gosling). Steve, oltre a lavorare per Morris, è anche un suo acceso so-stenitore, crede enormemente in lui e spera di averlo come presidente perché convinto della sua integrità come uomo e come politico. Nel complesso gioco della politica, però, c’è sempre un ago della bilancia, in questo caso è il senatore della Carolina del Nord Franklin Thom-pson (Jeffrey Wright), il cui sostegno corrispon-derebbe a una vittoria quasi certa. Durante la determinante campagna elettorale nello Stato dell’Ohio, però, la squadra elettorale dell’avversario di Morris, Ted Pullman governato-re dell’Arkansas, decide di lanciare un’offensiva per cercare di strappare un elemento valido come Steve alla concorrenza. Tom Duffy, responsabile della comunicazione elettorale di Pullman, richiede un colloquio privato con Steve per informarlo che Thompson ha ora-mai accettato l’offerta di Pullman e si schiererà dalla loro parte; offre così a Steve la possibilità di saltare sul carro dei vincitori, tradendo i suoi attuali compagni e Morris. Steve è cosi combattuto tra la convinzione che Duffy stia bluffando e il terribile dubbio che l’av-ventura sia arrivata ormai al termine.Come se non bastasse si invaghisce della bella Molly, (Evan rachel Wood) stagista di Morris, ini-ziando con lei una relazione sessuale. Clooney regista è poco prolifico ma, qualitati-vamente, meglio di Clooney attore nella maggior parte dei casi. In “Le Idi di Marzo” le due migliori parti del bel George si incontrano dando vita ad un film molto interessante sia dal punto di vista politico che da quello cinematografico. Negli Stati Uniti le primarie del Partito Demo-cratico hanno infatti un’importanza enorme per la

politica interna, oltre al fatto che dal risultato di esse esce il candidato per la Casa Bianca. “Le Idi Di Marzo” tocca un tema ancora più delicato ovvero i giochi di potere che ci sono die-tro ad ogni scelta, ogni mossa ed ogni parola di ciascun candidato. Al di là dell’importante contenuto, il film par-te subito forte con un ryan Gosling che, come già in “The Believer” e nel molto recente “Drive”, dimostra di essere un attore con tutte le carte in regola per diventare una star di hollywood, in più recita mol-to bene, requisito non fondamentale purtroppo. Clooney impie-ga molto tempo dietro la macchina da presa e poco davanti a essa, portando un’onda di mistero sul go-vernatore Morris, lasciando così il campo ad un otti-mo Gosling e a un affiatato gruppo di capaci attori; menzione speciale per Paul Giamat-ti (tra poco nelle sale con Win Win-Mosse Vin-centi, in concorso al TFF), finalmente impiegato in ruoli che gli competono dopo anni di pellicole scadenti e tranquillamente dimenticabili. Philip Seymour hoffman e Marisa Tomei non sono una sorpresa ma la bella Evan rachel Wood dimostra ancora una volta di essere molto brava nel ruolo della ragazza (non tanto) innocente.La fotografia è buona, porta efficacemente in scena le atmosfere cupe del torbido mondo della politica, anche le musiche sono coerenti senza invadere mai lo spazio dedicato dalle immagini.Dopo “Good Night And Good Luck”, un altro bel film sull’America e sulle sue contraddizioni aiuta Clooney a ricordare a tutti che il tempo dei gos-sip, delle pubblicità e dei talk show resta fuori, quando si cerca di fare buon cinema.

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Sport InVernALI

Il Curling, il nuovo sport pinerolese, eredità olimpica

Curl ing A cura di Andrea Obiso

SPOrT

Con l’assegnazione di Torino come luo-go di svolgimento delle Olimpiadi Inver-nali 2006, nessuno si sarebbe mai aspet-tato che Pinerolo sarebbe diventata sede di uno sport, allora totalmente scono-sciuto alla maggior parte dei pinerolesi. Il curling è uno sport invernale molto semplice da praticare. Il campo,chiamato “rink”, ricorda un lungo corridoio con al fondo una sorta di bersaglio; lungo 44,5 metri il rink è un’unica lastra di ghiaccio livellata e levigata tramite un particolare processo, denominato “pebble”. Le “houses” (o Case) sono invece i bersagli di diverso colore posti al fondo del rink; essi si distinguono per larghezza (12, 8 e 4 piedi), sono l’uno all’interno dell’altro e nell’esatto centro si interse-cano due linee: la “center line”, la quale divide in due il campo longitudinalmente, e la “tee line”, la quale è situata a circa 5 metri dal fondo del campo. Durante la partita le due squadre, cia-

scuna composta da quattro elementi, si alternano nel lancio di pesanti pietre scozzesi di granito levigato denomina-te “Stones”; scivolando sul ghiaccio la “Stone”, del ragguardevole peso di circa venti chili, deve fermarsi il più vicino pos-sibile alle “houses”. Nel curling non è richiesta alcuna par-ticolare attrezzatura, solo ai piedi devo-no essere indossate particolari calzature per evitare di rigare il ghiaccio; qualora la superficie del ghiaccio si danneggiasse infatti, la “Stone” non scivolerebbe più correttamente. I turni di lancio sono dieci ed ogni lan-ciatore è denominato in modo diverso a seconda dell’ordine in cui compare sul rink, si parte con il “lead”, a seguire vi è il “second”, il “third” ed infine lo “skip”, capitano della squadra. Durante il lancio del compagno lo Skip rimane vicino alle “houses” per coordi-nare il lanciatore e gli altri suoi due com-

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pagni, i quali sono impegnati nello “swee-ping”, ovvero lo spazzolamento che viene effettuato subito davanti alla Stone in movimento. Contrariamente a quanto si possa pen-sare il curling è uno sport che ha radici molto antiche: nacque in Scozia nel XVI secolo, ci sono però correnti di pensie-ro che lo vogliono nello stesso periodo in Olanda. Certo è che questa disciplina è diven-tata olimpica nel 1924, dal 1932 in poi però ha smesso di esserlo; ciononostan-te alle Olimpiadi invernali di Nagano del 1998 il Curling è stato reintegrato come sport olimpico. Appositamente per le Olimpiadi Inverna-li del 2006 a Pinerolo, in prossimità della fermata ferroviaria “Pinerolo Olimpica”, anch’essa creata ad hoc per la manifesta-zione, è stato costruito un palazzetto uni-camente destinato allo sport del Curling.Dopo il naturale svolgimento delle gare Olimpiche in programma, caratterizzate anche da una buona affluenza di pubbli-co, il palazzetto è rimasto in eredità alla Città e così anche la passione che in molti hanno coltivato per questo sport. Attualmente in Italia, pur non essendo il curling uno sport molto diffuso, c’è un

campionato nazionale con diverse catego-rie: Serie A, Serie B, Serie C, Campionato Misto, Junior, Master, ragazzi, Esordien-ti, Mixed Doubles e Wheelchair, ovvero il campionato riservato ai portatori di han-dicap fisici. Lo Stato in cui il Curling è più diffuso attualmente è il Canada, la cui rappresen-tativa maschile ha trionfato nelle Olim-piadi Invernali sia di Torino 2006 che di Vancouver 2010. Nella categoria femminile, invece, la medaglia d’oro è stata conquistata dalla Svezia. Sempre le nazionali canadesi maschi-li e svedesi femminili hanno replicato lo splendido primo posto nei mondiali di re-gina, Canada.

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Col treno: a Torino in 1/2 oraPINErOLO. Due eventi importanti per il decollo del pinero-lese come area metropolitana: il primo è l’abolizione delle provincie, che non solo porterà un forte risparmio dei costi della politica, ma anche un avvicinamento alla città capo-luogo. L’altro è il raddoppio della ferrovia Torino-Pinerolo. Se si riuscirà a superare le resistenze dei comuni recalci-tranti (Candiolo!) e a realizzare l’opera, un collegamento ferroviario veloce tra Torino e Pinerolo (sullo stile delle città satelliti di Londra) permetterà di giungere alla nostra città in mezz’ora per andare a pattinare al palaghiaccio in inverno o a mangiarsi un gelato nei bar del centro in estate, oltre ad andare a studiare a Torino, con tempi accettabili, senza dovervi anche risiedere.

Energie pulite in aumentoPINErOLESE. L’uso delle energie alternative sta prenden-do piede nel pinerolese a tutto spiano, sta diventando non solo esigenza energetica di dotarsi di energie alternative, ma anche motivo di business. Alcuni esempi tra i tanti. Il comune di Frossasco pensa di ricavare dalla posa dei pan-nelli solari migliaia di euro l’anno per rimpinguare il bilancio comunale, quello di Pomaretto invece dal surplus di energia del fotovoltaico incentiva politiche di ripopolamento delle borgate disabitate. Sta entrando nel gioco anche il comune di Pinerolo con il tetto della scuola elementare di Abbadia Alpina. Insomma con le politiche delle energie pulite non si fa del bene solo alla salute, ma anche alle finanze.

Al Buniva corso di studi in scenografia

TOrINO. Su proposta dell’assessore all’Istruzione Umberto D’Ottavio la Provincia di Torino ha deliberato la nuova map-pa delle istituzioni scolastiche presenti nel suo territorio con accorpamenti in base al numero degli allievi (almeno mille alle medie inferiori e tra 500 e 900 alle superiori).Sono stati attribuiti anche dei nuovi indirizzi di studio. Tra gli altri, al Buniva di Pinerolo è stato assegnato il corso di scenografia e all’Alberti di Luserna S.Giovanni, dipendente dal Porro, il liceo scientifico opzione Scienze applicate.

Pracatinat va nonostante tuttoFENESTrELLE. Nonostante le difficoltà economiche per il minor finanziamento da parte di regione e Provincia, continua ad andare forte il centro di soggiorno di Praca-tinat. Il suo presidente Celeste Martina ha affermato che per «il primo quadrimestre del 2012 abbiamo aumentato di 2000 le presenze grazie alle prenotazioni delle scuo-le che verranno a fare lavori didattici nel nostro centro». Intanto il centro didattico-ambientale ha un nuovo direttore. Al posto di Lanfranco Abele è subentrata Claudia Galetto.

Cronaca fotografica dell’incendio di un’auto in via Midana il 2/1/2011

ore 23,30

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Sull’Everest con una protesi all’anca

La cena celebrativa del 30° della American himalaya Founda-tion ha avuto un ospite di eccezione: Don healy che nel 2010 ha celebrato i suoi 65 anni al campo 2 dell’Everest. Il racconto è ancor più intrigante perché healy inizia nel 2006 quando si rende conto di essere una “patata” sovrappeso. In una anno dimagrisce, frequenta due corsi di alpinismo, ma mentre si allena per salire il Denali, si fracassa un’anca in un incidente ciclistico. Applicazione di una protesi in ceramica e titanio e via di nuovo: sale sul Mc Kinley e sul Denali e si iscrive ad una spedizione commerciale. Il 24 maggio 2010 è in cima all’Eve-rest sventolando la bandiera dell’hospital and rehabilitation Center for Disabled Children (hrDC). Al ritorno negli USA con una serie di conferenze raccoglie 40.000 dollari che dona all’hrDC. http://himalayan-foundation.org/about/family

Evasore totale con Porsche, villa e yacht

MILANO. Al fisco era completamente sco-nosciuto, ma faceva una vita da nababbo: appartamento a Milano centro, due Por-sche, moto harley Davidson, yacht con personale di bordo a disposizione, villa con piscina in Sicilia... Umberto ruta, questo il nome dell’evasore totale, ex mediatore finanziario, è stato arrestato per evasione fiscale dalla Guardia di finanza di Monza.ruta, ufficialmente residente a Lugano ma di fatto domiciliato in un appartamento a Milano centro (50 mila euro il canone d’af-fitto all’anno), era abile nel non comparire nelle compagini societarie, riuscendo ad esercitare abusivamente l’attività di media-tore finanziario/creditizio e a farsi dare dena-ro da numerosi imprenditori. Soldi apparen-temente investiti nel mercato dell’energia rinnovabile ma, invece, esportati all’estero evadendo «diversi milioni di euro».

Con la crisi i ricchi diventano più ricchi

PArIGI. “Imponenti ville su un lato della strada e baracche sull’altro lato. Alcune persone in fila per un piatto caldo, mentre altre gli sfreccia-no accanto alla guida di sfavillanti Land rover dai vetri scuri”. Così ha descritto la situazione Daniel Darienberg nel presentare a Parigi il rap-porto su “State of the World 2011”. Il rapporto OCSE ‘Divided We Stand: Why Inequality Ke-eps rising’ (restiamo divisi: perché le disugua-glianze continuano a crescere), sostiene che “il reddito medio del 10 per cento più ricco della popolazione è di circa nove volte superiore ri-spetto a quello del 10 per cento più povero” nei paesi dell’area OCSE. Persino nei “paesi tradizionalmente egualitari”, come Danimarca, Svezia e Germania, il divario di reddito è cresciuto rispetto agli anni ’80, passando da un rapporto di 5 a 1 all’attuale 6 a 1. Nel regno Unito, Italia, Giappone e Corea il divario è di 10 a 1, mentre è più elevato (14 a 1) negli Stati Uniti.

CONCORSO LETTERARIO

La BANCA DEL TEMPO DI PINEROLOin occasione del fatto che il 2012 è l’anno dedicato in particolare al ”dialogo tra le generazioni”, bandisce un concorso letterario dal titolo

“Racconta…” Il concorso ha lo scopo di dar voce a persone comuni, la cui esperienza non è ancora diventata “storia”, ma è e resterà

comunque significativa testimonianza di un’epoca. Il concorso è aperto inoltre alla narrazione delle persone, delle loro storie, all’espressione di emozioni, sogni, progetti anche

delle giovani generazioni, per far conoscere e dialogare punti di vista diversi come opportunità di partecipazione e crescita civile

e sociale. Il concorso non prevede limiti di età. Sono ammessi elaborati a

più mani. La partecipazione è gratuita .Il concorso prevede un’unica sezione narrativa di elaborati brevi che dovranno mantenersi nel limite massimo delle 5 cartelle.

Ogni partecipante può presentare fino a 3 elaborati.I testi devono pervenire in un plico che dovrà contenere:

1) l’elaborato in triplice copia, priva di firma o segno di riconosci-mento dell’autore;

2) una busta chiusa contenente all’interno: i dati anagrafici, i contatti (n. di tel e cell, eventuale e-mail, indirizzo ).

La consegna dei lavori deve avvenire entro, e non oltre, il 31 marzo 2012, al seguente indirizzo:

CONCOrSO LETTErArIO - BANCA DEL TEMPO DI PINErOLOpresso BIBLIOTECA CIVICA ALLIAUDI,

VIA CESArE BATTISTI N 11 - 10064 PINErOLO (TO)Verranno assegnati tre premi:

1° premio: del valore di €150,002° premio: del valore di €100,003° premio: del valore di €60,00

La premiazione avverrà nell’ambito della manifestazione “Maggio libri”.

cosedell’altromondo 23

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24SOCIETà

MAuro BeCCArIA DI rItorno DALL’hIMALAyA

In trekking sull’Annapurna“ La vera casa dell’uomo è la strada e la vita stessa

è un viaggio da compiere a piedi” (detto sherpa)

Appunt i d i v i agg io di Angelica Pons e Mauro Beccaria

Questa volta la penna passa al mio compa-gno di vita e di viaggi, mio marito Mauro, appena tornato dal circuito di trekking dell’Annapurna, la montagna sacra e madre del Nepal, da un pelle-grinaggio al cospetto di vette di oltre 8.000 m.

Il primo incontro con l’himalaya avviene ad alta quota, in volo da Delhi: un’emozione da far veni-re le lacrime agli occhi. Sogno da anni di lasciare il lavoro in inverno per risalire queste cime. Dopo il bus da Kadmandu a Besi Shiar, all’alba nepali té bollente, ciapati (piadina), zaino in spalla e si comincia il trek, sul sentiero in una valle ter-razzata a riso, poi orzo, grano saraceno e segale; mano a mano che si sale ecco boschi di bambù, foreste rigogliose, poi radi pascoli fino a brulli ce-spugli tra rocce e sabbia. Il percorso si sviluppa sulle sponde del torrente Marsyangdi in salite e discese, tratti pietrosi, altri a strapiombo, con tappe nei villaggi di pastori percorrendo ponti di radici e corde, con bambini, pecore, muli e jak ed altri camminatori locali e stranieri e persino solda-ti, ognuno col suo ritmo ed il suo scopo.

La notte nei lodge essenziali si dorme nel sacco a pelo chiuso fino al naso. La giornata è scan-dita da ritmi semplici: cammino, pasto, riposo. Nei villaggi, come in un presepe, una donna fila con l’arcolaio, un’altra raccoglie fasci di paglia, un uomo lavora di pialla; un’anziana seduta nel suo cortile sembra l’incarnazione della saggezza. Tut-to intorno bimbi gioiosi con cui tento di parlare ma riusciamo solo a ridere! Al primo villaggio del distretto di Manang, Tal, adagiato in riva al fiume, mi fermo a gustare un piatto di noodles alla Father & son guest house, il cui gestore ha i genitori adottivi a distanza a Torino. Il giorno seguente una nebbia bianca preclude il panorama, ma sono speranzoso. Lungo la stra-da una costruzione bassa mi accompagna con le preghiere incise su rulli di legno che si fanno ruotare con la mano. Giungo a Chame per la notte: vorrei collegarmi ad Internet, ma manca la corrente. Qui ho la possibilità di comprare ac-qua purificata: nessuna bottiglia di plastica, non si deve inquinare. La giornata termina presto, al

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calar del sole. Si cena così a lume di cande-la. Nel lodge incontro Claudia, una tedesca di Colonia, in viaggio tutta sola da luglio, attraverso Turchia, Iran, Turkmeni-stan, Nepal, India. Una combriccola di portatori e guide partecipa con allegria alla nostra con-versazione. Uno di loro, 65 anni, guidò nel 2007 una spedizione italiana sulla vetta dell’Everest. ricorda l’esclamazione «Porco Nepali!», dettata dalla fatica dell’impresa. L’indomani si riparte. Attraversato il paesino, dopo pochissimo spun-tano all’improvviso le vette. Non ci sono parole, resto incantato dalla bellezza. Il sentiero non è troppo gravoso. Dopo una curva, ti giri e ti trovi davanti il Paradiso sceso in terra. E’ un sogno. Mi sto avvicinando gradatamente alla meta. Lungo il sentiero corre il “murumani” o muro di preghiera: si sfiorano passando i sassi dipinti e scolpiti con le intenzioni dei fedeli. Dopo una sgambata si inizia a salire. E’ bello, ma la fine non arriva mai. Anco-ra estenuanti tornanti e alle 16 giungo a Ghyrau, 3.670 m, e lì mi fermo per acclimatarmi. Al sorgere del sole.... non ci sono parole, è troppo bello per essere vero. Le cime dell’Anna-purna 2 e 3 si stagliano davanti agli occhi come giganti innevati con il sole che gradatamente le illumina. E’ sensazionale. Faccio colazione all’in-glese, porridge e frutta, e via. Il sentiero è age-vole, il panorama mozzafiato. Si continua fino a Manang, il paese più grande. Allo Yeti hotel c’è pure una panetteria e sento parlare italiano: due ragazzi di Vicenza alloggiano qui. E’ raro incontra-re connazionali. riesco pure a collegarmi al web ed a telefonare a mia moglie. Senza zaino, all’alba del giorno dopo salgo a Chongar, da dove si scorgono il Gangapurna ed il suo ghiacciaio che si specchiano nelle acque di un lago glaciale. Scendo con estrema calma e risalgo al Gompa di Praken (3.945 m). La vista da lassù è grandiosa. Nel pomeriggio si tiene una conferenza sul mal di montagna, mai da sottovalutare.

Fin dal risveglio lo sguardo si sofferma sullo spettacolo delle cime innevate oltre gli ottomila metri. Si riparte. Sto dirigendomi verso il valico più alto. Giungo a 4.000 m. e pernotto a Jak Karka, “pascolo degli Jak”, le mucche dal pelo fitto. Sveglia all’alba: devo arrivare a Thourung Phedi 4.540 m, ultima tappa prima del passo a 5.416. Alcune parti di sentiero sono ghiacciate e si ri-schia di cadere. La salita è molto faticosa per l’al-titudine e l’aria rarefatta. Mentre mi godo il calore del sole su una panca, incontro Margot, una po-lacca, che vive a Lecce ed è stata a Pinerolo alla rassegna dell’artigianato, per la regione Puglia. Che piccolo il mondo! Levataccia alle 4,30, al buio. 1º stop: Thourung high camp, 5.000 m. Il sentiero è faticosissimo, ma resisto. Dei locali coi muli a seguito tentano invano di convincermi ad accettare un passag-gio. L’ultimo tratto è il più difficile. Il cuore batte a mille ed ogni cinque passi bisogna fermarsi per riprendere fiato. Poi, improvvisamente, spuntano le bandiere che affidano le preghiere al vento. C’è un cartello: “Complimenti, sei arrivato ad uno dei più alti passi su sentieri di trekking del mondo. Torna ancora”. Un ragazzo israeliano mi ricono-sce, e, vedendomi trafelato, mi offre due sorsate rigeneranti di caffé caldo. Vorrei urlare dalla gioia, invece le lacrime scendono copiose. Ce l’ho fatta da solo, senza aiuto, senza guida, senza portato-ri, con le mie sole forze. L’aria è gelida nonostan-te il sole splendente. Ma che soddisfazione!

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