pinerolo indialogo - nov.2010

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1 n. 2 Winter Vocal Festival 19-21 Novembre IN DIALOGO Novembre 2010 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo

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Giornale periodico

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G l o c a l M a g a z i n e M e n s i l e

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1n. 2

Winter Vocal Festival

19-21 Novembre

INDIALOGO

Novembre 2010

Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di Pinerolo

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22Buone News

A cura di Massimiliano Granero

Sequestrato un carico di targhe taroccate anti-Autovelox

Un semplice clic sul telecomando, dall’interno dell’auto e la targa viene na-scosta all’occhio dell’autovelox. È l’ultimo escamotage «made in China» scoperto dalla polizia, che ha sequestrato all’aero-porto di Ciampino un carico di porta targhe «taroccati» importati dall’Asia e destinati al mercato napoletano. Si tratta di numero-se confezioni in carto-ne con due porta tar-ghe ciascuno, caratte-rizzate dalla presenza di un congegno elettromeccanico che at-traverso un piccolo telecomando, dall’in-terno dell’autovettura, consente di calare una paratia in tessuto plastico nero lucido

che occulta interamente i dati identificativi contenuti nella targa dell’auto. All’interno di ciascuna confezione, un vero e proprio kit necessario per il montaggio del porta targhe «taroccato», al posto di quello omo-

logato dal codice della strada, con tanto di centralina, spi-notti, cavi e manuale d’istru-zione. «I congegni acquistati in Ci-na - spiegano gli investigatori - se immessi sul mercato non solo avrebbero potuto con-sentire di eludere i rilevatori di velocità (autovelox e tutor)

su strade ed autostrade, ma nei casi più gravi, di mantenere l’anonimato durante la commissione di reati». (Fonte: Corriere della sera, 13 novembre 2010)

Un pizzico di ottimismo fa bene al cuore e (alla società)

La lettera al giornale della signora Suraci mi ha confermato che “i puri di cuore” esisto-no ancora... Sono una “giovane” trentotten-ne commercialista di Brescia e anch’io ho dovuto lottare e spu-tare sangue per poter svolgere questo mio adorato-odiato lavoro.

La lezione che oggi cerco d’impartire ai miei tre figli è la stessa che anche la signora Sura-ci ci invita a seguire: «Studiare, impegnarsi e credere in se stessi». Spesso anche un colpo di fortuna aiuta ma, aggiungo, “aiutati che il cielo ti aiuta”. Lara Pola (Brescia)

La signora Suraci ha vissuto una particolare storia che possiamo definire conclusasi, tut-to sommato e per quello che riguarda il mon-do del lavoro, a lieto fine. Anch’io mi reputo sulla stessa linea, ma anche semplicemente solo più fortunato di altri. Ho avuto genitori con basso livello di studio ma con solide tradi-zioni familiari che hanno permesso di portare avanti una famiglia con quattro figli e due zii

convissuti con noi. Vado al dunque: è vero che il mondo deve avere una buona dose di caparbietà e che bisogna sapere lottare e che senza le sfide di ogni giorno non si va lontano, ma è anche vero che la gara della vita, fra tanti partecipanti, la vince uno solo e che altri invece ricevono chi un premio di riconoscimento, chi una segnalazione chi un premio di “consolazione” e infine c’è chi riceve “niente”! La vita è questo tragitto che ciascuno di noi percorre e in questa si va accompagnati da tante intenzioni, ma alla fine la classifica è una, un solo primo, un solo secondo e così via e anche chi volle fortissimamente volle, deve accettare l’or-dine d’arrivo. In questo però c’è di positivo che la felicità di avere partecipato rimane e nella vita anche l’ultimo può essere il più felice di tanti altri arrivati davanti, magari non ha il posto statale, magari non ha la si-curezza economica, ma la felicità e la gioia di avere partecipato (di vivere). Quella non la trovi al supermercato, e i nostri genitori questo ci hanno trasmesso e questo hanno voluto.Gianni Riotta, Il Sole 24 ore, 29.10.2010

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S o m m a r i o| Editoriale | Sono venticinque anni che è stata inventata la rete di internet, la rete vir-tuale mondiale di computer. Una rivolu-zione che coinvolge ormai milioni di per-sone in ogni parte del mondo, che con un click possono sapere all’istante che cosa succede nell’altra parte del globo o avere le informazioni su qualsiasi ar-gomento che interessa. Nuovi vocaboli, come e-mail, blog, newsletter...sono entrati nel lessico comune. Per chi ha meno di quarant’anni è ormai normale avere un computer, una casella di posta elettronica e per molti anche un profilo su facebook, su twitter o qualche altro soacialnetwork. Sono questi luoghi virtuali che vanno per la maggiore tra i giovani. Sono la nuova agorà dove gli amici e conoscen-ti, il gruppo che si è creato, chiacchiera, si passa informazioni, discute, si “con-fessa”... Anche noi di Pinerolo Indialogo ab-biamo creato un profilo su facebook al quale sono già iscritte molte persone. Vi è un lancio degli articoli che compaiono sulla rivista e il lancio di una discussio-ne su uno degli argomenti trattati. Un modo di aprirsi ad un nuovo modo di fare giornalismo di una rivista fatta in buona parte da giovani.

Antonio Denanni

2 BuoneNews ottimismoeanti-autovelox

4 Eventi wintervocalfestival

6 Primopiano parcheggiodisabili

8 EssereCittadini le“piccolevirtù”

9 Nuvolesoprai20 laqualitànelladiversità

10 PoliticainCittà fuocoincrociatoapalazzo

11 Deliberecomunali ottobre-novembre2010

14 Giovani&Lavoro unosutresenzalavoro

15 Sociale&Volontariato emergencyperlapace

16 Personaggi nicolacocozzaparrucchiere

17 Arte&Mostre unartistachedipingeilmondo

18 Teatro 40controquattrocento

19 Generazioniindialogo lorenzoperassia“seratedilaurea

20 Sport l’asdchisone

22 Musica gliaridovero

23 Letterealgiornale rispondeelviofassone

PINEROLO INDIALOGO

DIrEttorE rESPoNSABILEAntonio Denanni Hanno collaborato a questo numero:Fiammetta Bertotto, Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Beatrice Gouthier, Valentina Voglino, Gabriella Bruzzone, Francesca Noardo, Maurizio Allasia, Andrea obiso, Elisa Garis, Mario rivoiro, Massimiliano GraneroCon la partecipazione di Elvio Fassone

PHotoJack D.

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010

rEDAzIoNEtel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

StAMPA: ALzANI tipografia

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A cura di Eleonora Gasca

4 Novembre: Canto a cappellaEVENtI

A P i N EroLo D A L 1 9 A L 2 1 N oVEMBrE

Winter Vocal FestivalPerformance dei gruppi vocali del canto a cappella

La musica a cappella vuole crearsi uno spazio da protagonista anche a Pinerolo con il primo festival di musicale denomina-to Winter Vocal Festival. La rassegna è fatta di eventi ed ospiti le-gati al mondo della musica a cappella, che faranno della città di Pinerolo per tre giorni il punto di riferimento della comunità della musica vocale. Winter Vocal Festival nella sua prima edi-zione si terrà dal 19 al 21 novembre 2010 in alcuni locali pubblici del centro cittadino e soprattutto presso il teatro Sociale. Il gruppo che organizza è la corale degli “Amici di Giò”, con il patrocinio della re-gione Piemonte, della Provincia di torino, del Comune di Pinerolo e della Comunità Montana della Valli Chisone e Germanasca. All’iniziativa partecipano i grandi nomi della musica a cappella italiana ed interna-zionale con Andrea Figallo, leader dei Flying Pickets, i Cluster, rinomato gruppo finalista della seconda edizione di X-Factor. Nel presentare l’iniziativa gli Amici di Giò

scrivono che «La voce ed il canto sono sta-ti sin dai tempi più antichi elementi fonda-mentali della cultura e della comunicazione umana, arricchendo ed animando i diver-si momenti della vita sociale. Ne sono un esempio i cori di carattere liturgico durante le funzioni, i cori spontanei durante le feste paesane , i cori lirici, i cori gregoriani, i cori gospel della tradizione afro-americana, sino ad arrivare ai gruppi vocali ed alle esibizioni corali dei nostri giorni (dal pop al jazz)» Nel nostro territorio attualmente svariati gruppi che eseguono musica con l’utilizzo delle sole voci, dove la polifonia funge da strumentazione e da accompagnamento musicale. «Il Festival – affermano anora gli organiz-zatori - ha come obbiettivo la valorizzazione e la promozione di quest’espressione mu-sicale e culturale, attualmente poco cono-sciuta».

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Domenica 21 novembre: workshop di tec-nica vocale a cura di Andrea Figallo e Con-certo del gruppo vocale ClusterPresso il teatro Sociale di Pinerolo ci sa-ranno due importanti momenti: dalle 9.00 alle 17.30 sarà possibile partecipare al wor-kshop di tecnica vocale tenuto da Andrea Figallo, uno dei massimi esponenti della musica a cappella internazionale, nonché leader del gruppo vocale Flying Pikets.Alle 21.00 invece sarà possibile assistere al concerto del gruppo vocale genovese Cluster, finalista della seconda edizione del programma televisivo X-Factor.(per info e prenotazioni www.wintervocal-festival.it , [email protected])

Sabato 20 novembre: Concerto del coro Gli Amici di Giò e del gruppo vocale Comedac-cordoDalle 21.00 circa, presso il teatro Sociale di Pinerolo, il concerto del coro “Gli Amici di Giò” e del gruppo vocale Comedaccor-do, in occasione della XIII edizione de “Una Canzone per Giò”. Anche in questo caso i brani saranno eseguiti prevalentemente con l’utilizzo delle sole voci.

IL PROGRAMMAIl Winter Vocal Festival si articolerà su tre giornate:

Venerdì 19 novembre: Happy Choir, gli apericena musicali.Dalle 18.30 alle 23 circa alcuni cori e gruppi vocali piemontesi allieteranno l’ora dell’aperitivo nei locali del centro di Pine-rolo, dando vita all’ “Happy Choir, l’aperi-cena musicale”, un Happy Hour di musica, dove sarà possibile ascoltare gratuitamente le melodie dei diversi gruppi vocali e corali.

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A cura di Giulia Antonucci Fotografie G.D.

PArCHEGGi PEr D i SAB iL i A P iNEroLo

300 multe per parcheggio abusivo

6PrIMo PIANo

Sul nostro territorio è presente un asfalto sempre più multicolore: strisce rosa per le donne incinte, strisce bianche, zone blu per tutti a pagamento. E poi c’è il giallo, ad indi-care il diritto esclusivo della persona disa-bile a parcheggiare su quel preciso stallo di sosta per consentire all’utente con dif-ficoltà una discesa più agevole e sicura dalla vettura. Nel caso di questi parcheggi riservati, capita sempre più sovente però di vedere persone, che godono della fortuna di non dover convivere quotidianamente con un handicap, che parcheggiano con disinvol-tura, “senza accorgersi” (che sbadati!) di quelle strisce gialle e di quel simbolo im-presso sull’asfalto, specialmente nei gior-ni di mercato in Piazza Fontana. Cosa succede se, giunta in un’area di so-sta, la persona con handicap trova il par-cheggio già occupato? Abbiamo girato que-sta ed altre domanda alla Dott. Ermenegilda Aloi, comandante dei Vigili di Pinerolo.Negli ultimi anni qual’è stata la percentua-le di multe relative al parcheggio per disa-bili da parte di persone senza handicap?Sono state effettuate circa trecento san-zioni per questo caso.Ci sono delle contestazioni da parte delle persone disabili?Non sono frequenti, ogni tanto qualcuno telefona al mio ufficio e rivela che una mac-china senza autorizzazione è parcheggiata nel posto riservato e noi interveniamoA quanto ammonta la multa per chi parcheg-gia senza autorizzazione nel parcheggio ri-servato ai disabili?La multa è di 77 euro, vi è poi la detrazione di 2 punti dalla patente e la rimozione del mezzo.Quali sono le agevolazioni di cui godono le per-sone diversamente abili, in tema di parcheggi?Possono parcheggiare nella zona disco sen-za mettere il disco orario, anche nelle zone a traffico limitato e possono sostare gratu-

itamente nelle aree blu se lo spazio giallo è occupato.Quali sono le norme per il rilascio e l’utilizzo del contrassegno per le persone disabili?

La prassi prevede la compilazione dell’ap-posita domanda, allegata alla certificazione da parte della medicina legale che attesti le capacità deambulatorie ridotte. Successi-vamente viene consegnato il contrassegno giallo, in cui sono riportati il nome della per-sona ed il numero di identificazione.Il contrassegno deve essere rinnovato ogni 5 anni se la situazione di salute è permanente; Nel caso in cui l’incapacità di deambulazione è temporanea la durata del contrassegno è stabilita dal medico.Ogni quanto avvengono i controlli?

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Il contrassegno arancione Il “contrassegno invalidi” è oramai un’icona assai nota che identifica i par-cheggi riservati alle persone con disabi-lità. Questo contrassegno, previsto dal Regolamento del Codice della Strada (art. 381, DPR 16 dicembre 1992 n.

495), consente ai veicoli a servizio delle per-sone disabili la circolazione in zone a traffico limitato e il parcheggio negli spazi appositi riservati. Non spetta a tutti i disabili ma solo alle “persone invalide con capacità di deambula-zione sensibilmente ridotta” (dal 1996 è stata estesa anche ai non vedenti: DPR 503/1996, art. 12, comma 3). Per ottenere il contrassegno è necessario di-sporre della certificazione dell’ufficio medico-legale dell’ASL che attesti in modo chiaro che la persona è invalida con capacità di deambu-lazione sensibilmente ridotta. Il contrassegno è uguale in tutta Italia ed ha validità quinquennale. È strettamente perso-nale e non vincolato ad uno specifico veicolo, Allo scadere dei termini si può rin-novarlo presentando un certificato del proprio medico di famiglia che confermi la persistenza delle con-dizioni sanitarie per le quali è stato rilasciato il contrassegno. Il contrassegno può essere rila-sciato anche a tempo determinato a persone che momentaneamente si ritrovano in condizioni di in-validità temporanea a causa di un infortunio o altro.

7tutti i giorni, più volte al giorno; dipende dal numero del personale disponibile.Avvengono dei casi in cui delle persone gui-dino un’automobile con il contrassegno sen-za avere alcun handicap?Nel caso in cui vi sia un congiunto che guidi l’auto del disabile e la parcheggi nella sosta riservata, è legittimo. Se invece l’auto è di proprietà di un disabile (per cui è presente il contrassegno) e viene guidata da una persona senza handicap, egli dovrà parcheggiare nelle aree bianche o blu: altrimenti, si applica la sanzione.

Campagna contro il parcheggio selvaggio

In varie parti d’Italia sono nate da par-te delle associazioni dei “diversamente abili” delle iniziative per sensibilizzare o scoraggiare il parcheggio abusivo nelle aree riservate al parcheggio per invalidi. L’azione consiste perlopiù nell’esporre sul parabrezza di chi parcheggia male un volantino come quello riportato qui sot-to: “Grazie per non parcheggiare così”. Anche a Pinerolo qualche anno fa il “Gruppo di base handicappati” aveva stampato un volantino simile.

Sarà in regola? Non si è mai visto un camion guida-to da un invalido. È parcheggiato sempre di fronte all’Unicredit di Via des Geneis.

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A P i N EroLo

I principi si misurano sulle piccole cose

Di Alberto Barbero Da Pinerolo Informa 46/2010

Esse re C i t t ad in i

“Il fondamento di una buona repubblica, prima ancora delle buone leggi, è la virtù dei cittadini”. La frase breve di Norberto Bobbio, citata nel numero precedente, ci introduce in un univer-so di pensieri e di atteggiamenti che incidono sul vivere civile quotidiano. Quando si parla di leggi possiamo dire che le fanno gli altri; quando si parla di “virtù dei cittadini” siamo noi ad essere, ineludibilmen-te, chiamati in causa. Non intendo contrapporre le leggi ad altro. Le leggi ci sono, uguali per tutti, da sole però non bastano a far vivere bene e nella “repub-blica”. Per questo occorrono tante “piccole virtù”. Ciascuna piccola, ma messe tutte assieme danno una grande somma. La loro assenza, generalmente, non porta nessuno davanti al giudice, non fa sentire nessuno malfattore. Eppure... senza quelle “pic-cole virtù” la vita nelle no-stre città diventa difficile, viene meno la relazione so-ciale. La vita di tutti i giorni ce lo dimostra. Pensare ed agire tenendo conto che non si è al cen-tro. Se non c’è questa base è difficile costruire un sistema di relazioni, ri-chiamare anche chi sta più in alto della legge. D’altro canto sono proprio le “piccole virtù”, il principio di legalità vissuto non come impo-sizione ma come rispetto di sé e degli altri, che diventano un grande motore di educazio-ne, di adempimento di doveri e di richiesta di diritti. Bisogna chiedersi se quanto si sta fa-cendo serve anche se altri ne hanno un danno o un impedimento più o meno grande. Moralismo? Banalizzazione del grande prin-cipio di Bobbio? Credo proprio di no. Faccio alcuni esempi, partendo dai più quotidiani, ma ciascuno può ampliare i riferimenti. A tutti è capitato di arrivare ad un’isola ecologica inondata da rifiuti non selezionati. oggi non si può dire che non c’è informazione

sul settore e le strutture ci sono. A parole tutti sono (siamo) rispettosi dell’ambiente .... eppure ... Più di una volta ci è capitato in un parcheg-gio di constatare che le auto non corretta-mente parcheggiate impedivano di trovare posto o di uscire o di constatare che il posto per portatori di handicap era abusivamente occupato: l’informazione non manca ... ep-pure ... Il limite di velocità viene interpretato come una vessazione, lo stesso vale per il cellulare: l’importante è che non ci sia il vigile ... La solerzia nell’espletare le pratiche, la scar-sa puntualità nel rispettare gli orari, la carente predisposizione alla risposta esaustiva, il di-sinteresse per le piccole cose del patrimonio pubblico, l’insulto come mezzo per affermare

la diversità di “idee”, la cri-tica al Comune perché non ha provveduto a togliere la neve quando io non l’ho tolta dal mio marciapiede, il non attraversare la stra-da sulle apposite strisce pedonali o il non rispettarle come automobilista. Ho fatto alcuni esempi di natura diversa che ci dico-

no come la quotidianità ci interroghi sull’esse-re cittadini. Non sono indicatori di teppismo o di volontà distruttrice, sto parlando di noi. Di molti che vivono fra noi, perché non è giusto generalizzare. Sono però comportamenti che “guastano” il clima e che molte volte pun-tano solo ad accondiscendere un’esigenza momentanea con il radicato principio di “farla franca”. Chi dice che è bene ostruire un pas-saggio? Chi dice che è stolto fare la raccolta diversificata? Chi dice che un parcheggio per portatori di handicap è inutile? Eppure ... Cer-tamente la vita democratica non è tutta qui, ma i principi si misurano anche sulle piccole cose ed è nel rispetto di tutti e nei riconosci-mento di regole da cui tutti pos-sono trarre vantaggio che possiamo convivere.

SoCIEtà

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A P i N EroLo

I principi si misurano sulle piccole cose

Nuvo le sop ra i 20 A cura di Fiammetta Bertotto

i N forMAz i oNE E D i S A B i L i T À

La qualità nella diversità fa bene Bisogna essere particolarmente delicati quando si parla di disabilità, poiché essa coinvolge insieme drammi individuali, fa-migliari, sociali. Esula dall’essere giovane o meno giovane: può accompagnare per tutta una vita, oppure essere improvvisa come fulmine a ciel sereno. In un caso e nell’altro, tuttavia, si rendono necessari at-teggiamenti nuovi e radicali nei confronti di ciò che ci circonda e sorgono particolari bisogni nelle sfere più private. Come se non bastasse, le persone disabili soffrono an-cora oggi, nonostante tutti i progressi fatti sia in ambito scientifico che, direi, umano, di una discriminazione generalizzata che va invece sconfitta proprio attraverso mezzi istituzionali e culturali più forti e meglio in-dirizzati. Non voglio dilungarmi in forzate pole-miche né tanto meno in facili sentimenta-lismi, anche perché è questo un discorso che apre a mille sfaccettature. Preferisco, invece ricordare con brevità gli strumenti con cui il comune di Pinerolo e il Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali offrono specifici servizi a questo proposito (tutti i dettagli si possono trovare sul sito www.comune.pinerolo.to.it). Si cerca di garantire assistenza scolastica, ricreativa, medica, nonché aiuto competen-te volto all’integrazione sociale, attraverso la ricerca di sedi lavorative, l’inserimento nei Centri Socio terapeutici e i soggiorni estivi. Inoltre, rivolgendosi alla Provincia di torino e all’Agenzia delle Entrate, i cittadini disabili possono rispettivamente viaggiare con accompagnatore gratuito sulla gran parte dei trasporti pubblici ed avvalersi di varie agevolazioni fiscali. È infine attivo il progetto Solidarietà in mo-vimento che, in collaborazione con le asso-ciazioni di volontariato Auser, Avass e An-teas, promette il trasporto sul territorio di soggetti con disabilità motoria temporanea o permanente, anagraficamente residenti nel Comune di Pinerolo.

Concludendo, ci tengo a ricordare che giovedì 18 novembre e venerdì 19 no-vembre a San Secondo di Pinerolo, presso l’Hotel residence Villa Glicini, l’associazio-ne La Bottega del Possibile ha organizzato il seminario “La qualità nella diversità! Fa bene a tutti...”, nello sforzo di sostenere il dibattito culturale sul tema della disabilità. L’obbiettivo è fare il punto della situazione, partendo dalle realtà legislative, passando per riflessioni teoriche coadiuvate da alcuni responsabili dell’Area Disabilità di regioni diverse, ed arrivando infine alla condivisio-ne di esperienze significative che permetta-no un costruttivo confronto tra partecipanti e relatori. La lunga trafila d’informazioni didasca-liche, ma ispirata dall’attenzione che que-sto mese si è voluta dedicare al tema dei parcheggi per disabili, ho ritenuto utile usa-re questo spazio come parentesi, povera d’elucubrazioni e piuttosto ricca di concre-tezza, per donare, nel mio piccolo, ulteriore dignità ad un problema che molte persone vivono e che è tutti i giorni, più o meno di-rettamente, davanti ai nostri occhi.

troverete nella società che vi circonda una universale com-piacenza, tranne nei riguardi di ciò che è diverso.Henri de Montherlant, Service inutile

SoCIEtà

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10 A cura di Emanuele Sacchetto

UNA S E rA i N CoN S i G L i o CoMUNALE

Fuoco incrociato a Palazzo

10 In C i t t à PoLItICA

Lunedì 27 settembre, 20.30. Con mez-zora di ritardo si riunisce il Consiglio Comunale. Entrano in aula consiglieri e assessori, a gruppetti, parlottando som-messamente tra loro. C’è un’aria tesa, anche tra il pubblico, che dopo la scivo-lata della Giunta il mercoledì precedente si aspetta grandi cose. I nostri più illustri cittadini prendono posto sui loro scranni. I Capigruppo hanno passato in rassegna ognuno i propri schieramenti. Sono tut-ti pronti. Si aspetta con ansia il discorso del Sindaco, che contrariamente a quan-to auspicato, dichiara la propria contrarie-

tà all’ipotesi di dimissioni richiesta come “atto d’onore” dall’opposizione. Il Presi-dente fa un’eccezione, consentendo un breve (…) dibattito, ribadendo tuttavia che non sarebbe quella la sede adatta per discutere le controversie partitiche. Cala il silenzio. Si respira quell’aria adrenalini-ca che solo le grandi battaglie omeriche riuscivano a suscitare. Si aspetta chi sca-glierà per primo il suo dardo. Ed ecco il sibilo avvelenato. Uno ad uno interven-gono i consiglieri di maggioranza e mino-ranza, chi attaccando la Giunta, chi so-

stenendola. Lo scontro è aperto. tutte le frecce sembrano rivolte al Sindaco, che non arretra, arroccato insieme ai suoi fi-dei. Ma ecco il colpo di coda inaspettato. La minoranza apparentemente compatta, forte e decisa a minare alle fondamenta questa Giunta, crolla sotto il fuoco ami-co. La causa è il Cons. ras, che dichia-ra in questo clima guerrafondaio la sua ormai incompatibilità con la coalizione di centro destra. La situazione degenera. ora il fuoco incrociato domina l’assem-blea. Sibilano frecciate e pugnalate alle spalle tra compagni e compagni, oltre a

quelle consuete tra com-pagni e avversari. Il con-flitto prende la fisionomia degli scontri moderni, ben lontani dai nobili duel-li cavallereschi, che la tradizione di Pinerolo in qualche modo dovrebbe insegnare. Finalmente, nel girone dei traditori e dei violenti, giunge la tre-gua. Il Presidente suona la campana e le parti si ricompongono. E’ ora di dare inizio al Vero Consi-glio Comunale, aprendo il dibattito sulla variazione in bilancio. L’Assessore Vergnano espone diligen-

temente l’argomento, così come merite-rebbe di essere affrontato, trattandosi dei “soldi dei cittadini”. Intanto nell’assem-blea si contano i feriti, i caduti. Squilla un cellulare, spunta un quotidiano, uno esce per un caffè, un altro chiacchiera con il vicino. L’iniziale silenzio si trasforma in un lungo sospiro di sollievo. Ancora una volta la tregua è stata ottenuta. tutti pre-parano la strategia per il prossimo attac-co. E intanto la vita di Pinerolo arranca in solitaria…

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10 1111

MESE D i o T ToBrE - NoVEMBrE 2 0 1 0

Delibere della Giunta comunale

A cura di Silvio Ferrero

P i ne ro loAMMINIStrAzIoNE

Delibera 399 del 20 ottobre 2010 Legge regionale 24 ottobre 1995 n. 75 “contri-buti agli enti locali per il finanziamento di interventi di lotta alle zanzare” – approva-zione progetto ed istanza di assegnazione contributo regionale anno 2011.Delibera 400 del 20 ottobre 2010 Iniziativa cultura organizzata dagli amici di Giò utiliz-zo teatro sociale 20 e 21 novembre 2010. Concessione patrocinio ed autorizzazione all’utilizzo del teatro Sociale a tariffa age-volata.Delibera 401 del 20 ottobre 2010 ASL t0 3 S.C. Sert Pinerolo – Utilizzo gratuito palestra comunale, anno scolastico 2010 – 2011, per attività rivolte alla loro utenza.Delibera 402 del 27 ottobre 2010 Giornata Internazionale per l’eliminazione della vio-lenza nei confronti delle donne. Iniziativa.Delibera 403 del 27 ottobre 2010 Iniziative in occasione della giornata mondiale in me-moria delle vittime della strada 21.11.2010.Delibera 404 del 27 ottobre 2010 Conces-sione patrocinio al Lions Club Pinerolo Aca-ja per iniziativa “un Poster per la Pace”.Delibera 405 del 27 ottobre 2010 Pari op-portunità – piano di azioni positive – ado-zione.Delibera 406 del 27 ottobre 2010 Bando della regione Piemonte per il cofinanzia-mento dei titoli di viaggio per i lavoratori. Anno 2010.Delibera 407 del 27 ottobre 2010. Asso-ciazione culturale Body Show – Week-end in palcoscenico dal 29 ottobre al 1 novem-bre 2010. Concessione patrocinio e utilizzo materiale comunale.Delibera 408 del 27 ottobre 2010. Conven-zione con la Piccola Casa Divina Provviden-za scuola dell’infanzia “Casa Angeli” a.s. 2010/2011, 2011/2012 e 2012/2013,Delibera 409 del 27 ottobre 2010 Attività psicomotricità presso l’asilo comunale ta-bona. Concessione utilizzo locale alla Coo-perativa L’Aquilone.Delibera 410 del 27 ottobre 2010 Conces-sione contributo economico all’Associazio-ne ANtEASDelibera 411 del 27 ottobre 2010 Festa di Halloween – 31 ottobre 2010. Concessio-

ne del patrocinio all’Associazione turistica Pro Loco Pinerolo. Provvedimenti.Delibera 412 del 27 ottobre 2010 Linee programmatiche relative alle azioni e ai pro-getti da realizzare nel semestre di fine man-dato da presentare in Consiglio Comunale il 27 ottobre 2010.Delibera 413 del 27 ottobre 2010 Lavori di adeguamento seminterrato scuola elemen-tare “Giovanni XXIII”. Approvazione pro-getto definitivo / esecutivoDelibera 414 del 27 ottobre 2010 Iniziativa culturale organizzata dall’ADMo “rossano Bella” regione Piemonte oNLUS denomina-ta Antica Musica corpo pompieri di torino” – richiesta patrocinio ed utilizzo gratuito del teatro Sociale per il giorno 31 ottobre 2010.Delibera 415 del 27 ottobre 2010 Guarda-re Ascoltare Conoscere 2010. Contributo economico per la realizzazione di eventi all’Associazione Generale operaria di Arti e Mestieri, al CAI sezione di Pinerolo, all’As-sociazione culturale GNAM.Delibera 416 del 3 novembre 2010 A.S. Studio Danze tron – 27° edizione torneo danza sportiva “trofeo Città di Pinerolo” 13 – 14 novembre 2010. Concessione patro-cinio e utilizzo gratuito materiale comunale.Delibera 417 del 3 novembre 2010 UNItrE – Utilizzo gratuito palestre comunali per il periodo ottobre 2010 / aprile 2011.Delibera 418 del 3 novembre 2010 Conces-sione patrocino all’Associazione “Granello di Senape” oNLUS per l’organizzazione di un concerto di musica antica.Delibera 419 del 3 novembre 2010 Con-certo corale di Venaria presso la chiesa di S. rocco in Piazza Facta organizzato a il Bucaneve oNLUS per il 5 dicembre 2010. richiesta patrocinio.Delibera 420 del 3 novembre 2010 Gradua-zione posizioni organizzative anno 2010.Delibera 421 del 3 novembre 2010 Pro-grammazione triennale del fabbisogno di personale 2010/2012: 4° integrazione.Delibera 422 del 3 novembre 2010 Bando per l’accesso ai cofinanziamenti per inter-venti a favore della sicurezza stradale. Atto di indirizzo.

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12SoCIEtà

i SErVizi PErL’iMPiEGoSULTErriTorio

A quale porta bussare per trovare lavoro?

12 G iovan i&Lavo ro

A cura di Beatrice Gouthier Fotografie B.G.

Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione giovanile in Italia, aggiornato a settembre 2010, è del 27,9%. Ciò significa che qua-si un giovane su 3 non ha lavoro. Anche nel nostro piccolo la situazione non è meno allarmante: nel territorio pinerolose il flus-so di disoccupati e inoccupati rimane alto, nonostante sia diminuito del 10% rispetto all'anno scorso, è in crescita dell'11% ri-spetto al 2008. C’è da chiedersi dove e con quali mez-zi possa trovare lavoro un neodiplomato o neolaureato o chi semplicemente ha la-sciato a metà i suoi studi. I più fortunati sono chiamati e as-sunti dalle aziende in cui hanno svolto uno stage nel corso dei loro studi; alcuni stilano il curriculum vitae e lo distribui-scono in negozi, bar e ristoranti, aspet-tando di essere chia-mati anche solo per brevi periodi; pochi cercano lavoro nel campo dei loro studi, ma si accontentano, giustamente visti i tempi, di lavori a breve termine e a tempo determinato. Solo una piccola percentua-le di giovani fino ai 25 anni, circa il 6 %, calcolata sulla totalità delle persone che si rivolgono a servizi per l’impiego, si indirizza verso i Centri per l'Impiego (CPI), che dal 1997 hanno sostituito i vecchi uffici di col-locamento acquisendo nuove competenze ed un ruolo più attivo sul territorio in cui operano. offrono servizi di informazione, accoglienza, preselezione, orientamento e collocamento mirato. I CPI sono punti di riferimento per lavoratori ed aziende, faci-litano l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro: comunicano attraverso siti internet o direttamente nelle loro sedi i posti dispo-nibili. Sul territorio pinerolese esistono alcuni servizi per l'impiego, come l’agenzia Pine-roloPartner, a proposito della quale riman-do all’intervista al Direttore del precedente

numero di Pinerolo Indialogo, il CPI di corso torino, la Manpower spa, società di forni-tura di lavoro temporaneo, di corso Bosio. Anche lo stesso comune di Pinerolo offre dei servizi relativi al mondo del lavoro de-dicati ai giovani, in particolare l'Informa-giovani. Si tratta di una struttura che fa capo agli Enti Locali ed ha come riferimen-to l’area territoriale del Centro per l’Impie-go. Come compito ha quello di comunicare ed elaborare informazioni relative a speci-fiche tematiche: lavoro, formazione, viag-

gi e vacanze, tempo libero e volontariato. Inoltre offre servizi di consulenza a persone e imprese, opera in collaborazione con il Centro per l’Impiego, Servizi Sociali e agen-zie formative. Le agenzie prima ci-tati si rivolgono a tut-ta la popolazione, in particolare per i gio-vani sono disponibili

ad organizzare incontri mirati nelle scuole che lo richiedono, soprattutto quelle supe-riori, dove vengono discussi argomenti ine-renti il mondo lavorativo. Sono organizzati anche incontri più ampi, a torino c'è stato “Il salone del lavoro e della formazione” dove il CPI di Pinerolo era presente con uno stand insieme ad aziende e tour operator. L' agenzia PineroloPartner propone un progetto di "Simulazione d'im-presa" in cui si affrontano i grandi temi del lavoro: come ci si presenta ad un colloquio, come si redige un curriculum vitae, qua-li sono le professionalità più richieste dal mercato e come sono organizzate le impre-se, così gli studenti, attraverso un gioco di ruolo, sono informati su tematiche utili per il loro prossimo futuro. Il CPI e le Agenzie sono un'ottima porta a cui bussare: per avere informazioni, per chiedere chiarimenti e consigli, per cercare il primo impiego. Non costa nulla provare e ci sarà sempre qualcuno ad aprire.

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12 13Soc i a l e&Vo lon ta r i a to

A cura di Valentina Voglino

EMErGENCYEiL SUooPErATo

A servizio dei Paesi martoriati dalle guerre Di tanto in tanto capita di imbattersi in qualcosa che scava dentro di noi, lasciando un segno profondo nella nostra memoria. È da un anno che teresa Strada non c’è più. tutti conoscono Emergency e il suo operato, ma pochi hanno avuto la fortuna di conoscere colei che insieme a Gino è stata l’anima fondatrice dell’associazione. Poco dopo la sua morte, avvenuta pre-cocemente a causa di un tumore, contro cui lei stessa ha combattuto fino all’ultimo, donna tenace e coraggiosa qual era, l’Italia migliore ha deciso di omaggiarla, ognuno a suo modo. A distanza di un anno resta viva nella memo-ria la vignetta di Vauro, in cui un bambi-no chiede al papà: “Bab-bo, ma tu l’hai mai vi-sta la pace?” e l’uomo ri-sponde “Sì, era bella, forte ed aveva una splendida chioma di capelli rossi”. Sì, perché, al di là della retorica, è questo che fa Emergency: costruisce una cultura di pace; non solo nei paesi terribilmente martoriati dalle guerre, ma si contrappone alla cultura della belligeranza che nei paesi come il nostro sta prendendo il sopravven-to, proponendo iniziative e dibattiti in ogni città italiana. Emergency nasce nel 1994 e il primo successo lo ottiene intraprendendo la cam-pagna umanitaria che metterà definitiva-mente al bando le mine antiuomo. Da quel momento in poi, un’ iniziativa segue l’altra, senza mai, e questo è importante sottoli-nearlo, utilizzare per i propri scopi, finan-ziamenti governativi. Gli interventi a favore delle vittime delle guerre sono sostenuti da privati, da enti che sostengono i progetti e da coloro che mettono a disposizione il loro tempo come volontari nei gruppi sorti un po’ in tutta Italia. Emergency è anche esempio di chiarezza:ogni anno mette on line il bilancio annuale.

A tutt’oggi, Emergency è intervenuta in 15 paesi, aiutando più di quattro milio-ni di persone, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, un centro di maternità, un centro cardiochirurgico e rifornendo di materiali le equipes mediche già esistenti. Si può dunque sostenere Emergency in svariati modi: economicamente, attraverso i vari canali messi a disposizione e visibili sul sito internet (www.emergency.it), sce-gliendo persino di adottare un progetto spe-cifico o di indirizzare la donazione per un

particola-re inter-vento, o diventan-do volon-tari nei g r u p p i attivi sul territorio, ricordan-

do che per le strutture mediche Emergen-cy collabora solo con personale altamente qualificato. Per informazioni su iniziative locali si può contattare l'Ufficio territorio ([email protected]) e sul sito internet è possibile trovare il gruppo più vicino.Emergency ha inoltre un’ampia sezione de-dicata all’informazione: dal giornale dell’as-sociazione, al sito di Peacereporter, alla promozione di numerose iniziative nelle scuole. Il gruppo di Pinerolo è attivo e risponde alla mail: [email protected]. Quando un giornalista chiese quale fos-se stato il momento più bello per teresa Strada, lei rispose: : “Un filmino. Bambini mutilati, vittime delle mine antiuomo nel Kurdistan. tra loro c’era Soran con una gamba sola cercava di giocare a pallone come tutti i bambini del mondo. Nel filmato vedemmo Soran che si infilava la sua pro-tesi e correva a giocare a pallone”. Questa è Emergency.

SoCIEtà

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N i CoLA S CoCozzA , P A rrUCCH i ErE

Ho realizzato il sogno della mia vita

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A cura di Gabriella BruzzonePINEroLESE

Nicola Scocozza, giovane parrucchiere 30enne di Pinerolo, ci racconta della sua carriera.Raccontaci del tuo percorso di studi... Elementari, medie e poi a 14 anni sono subito andato a lavorare presso un parruc-chiere di Pinerolo.Com'è stato il periodo della gavetta? Molto pesante perché ero da un parruc-chiere molto "in" di Pinerolo. Ma per fortuna è durata poco, solo tre anni! Poco a poco poi mi sono fatto conoscere e ho iniziato io a far fare la gavetta agli altri.Da cosa è nata la passione per il mondo dell' "hair-styling"? Penso di aver sempre voluto fare il parrucchiere e in generale di lavora-re a contatto con la gente: è il sogno che ho fin da quan-do sono bambino. In famiglia c'era già mio zio che fa-ceva il parrucchie-re e forse questo mi ha dato un'op-portunità in più per partire. Non avevo iniziato con lui ma presso un altro parrucchiere. È stato il momento in cui ho cominciato ad appassionarmi molto a questo me-stiere.Ti ricordi ancora del primo taglio che hai fatto? Sì certo, a mia madre. L'avevo ro-vinata! Una settimana dopo aver ini-ziato a lavorare, ero andato a com-prarmi le forbici e l'ho rapata. Lei era orgogliosa perché l'avevo acconciata io ma era dovuta comunque andare a farsi aggiustare i capelli. Dopo di lei, mia sorella e tutto il parentado hanno fatto da cavie per i miei esperimenti. Ho sempre bruciato un po' le tappe: non ho mai avuto paura di buttarmi. E alla fine i frutti si sono visti.A che età ti sei sentito un vero pro-

fessionista?Credo che non lo dirò mai, perché non si fi-nisce mai di crescere e di imparare. Il punto di inizio forse è l'aver avviato un'attività in proprio: a 30 ho delle persone che lavorano alle mie dipendenze e di questo posso esse-re molto soddisfatto.Qual è il segreto di questa clientela così af-fezionata?Di sicuro l'essere professionale, umile e non fare differenze, nonostante io lavori con una clientela molto vasta. tratto tutti nel mede-simo modo.Tutti i tuoi collaboratori sono giovanissimi: che consigli ti sentiresti di dar loro?

Di mettersi sempre tanto in gioco e di non aver paura di sbaglia-re. Devono puntare sempre in alto ed es-sere disposti anche ad affrontare dei sacrifici.

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N i CoLA S CoCozzA , P A rrUCCH i ErE

Ho realizzato il sogno della mia vita

Arte&Arch i t e t tu ra A cura di Francesca Noardo

JEANPAULCHArLES,

L’ArTiSTAfrANCESEDiDUBBioNE

“Un artista dipinge il mondo in cui vive”

ArtE

L’artista Jean Paul Charles, nato a Nancy, in Francia, vive oggi a Dubbione di Pinasca, tra le mostre nei dintorni e le importanti esposizioni accanto ad altri grandi Maestri.Nel 2001 scopre la pittura e con essa il suo fulminante talento, proseguendo in un per-corso di opere in continua evoluzione, dalle molteplici tecniche e materiali.Spontaneo è stato chiedere come si trovi un artista nelle nostre valli, “È difficile” rispon-de Jean Paul “c’è poco fermento culturale. È un aspetto che sarebbe sicuramente da potenziare; la gente sembra poco interessa-ta all’innovazione” e aggiunge “anche se il mondo è lo stesso ovunque”. osserva e dipinge la realtà alienata ed alienante, un inquietante e cupo ritratto del mondo malato in cui viviamo senza quasi renderci conto.rappresenta astratti paesaggi straziati dall’inquinamento e da innumerevoli pro-blemi, con smalti, collages e decise ed ef-ficaci spatolate che fissano sul supporto bellissimi e terribili scenari. È estremamente duro con l’informazio-ne: “ci entra nel cervello distorcendo la nostra identità. Ce la ruba in favore di una sterile omologazione che strappa definiti-vamente il legame originario con la Madre terra, distrutta e sfregiata da un uomo che le è ormai alieno”. Altre opere hanno come oggetto l’esse-re umano, ritratto contaminato e sporco per mezzo della pittura densa e tormenta-ta, poi “filtrato” attraverso la radiografia, che ne mette a nudo la vera essenza. Si arriva infine alla fotografia, immagine ri-pulita e serena; non cessa però di trape-lare tutto lo sporco di cui l’uomo fatica a liberarsi. Si concentra infine sugli sfortunati bam-bini, a cui le generazioni precedenti con-segnano un mondo devastato e corrotto, sull’orlo dell’autodistruzione, che è loro incombenza tentar di salvare. “Le mie opere sono tetre perché il mon-

do è tetro, contaminato, inquinato,” spiega Jean Paul “un artista dipinge il mondo in cui vive. Con un piede nel passato e lo sguar-do sempre al futuro, deve anticipare cosa gli altri non riescono a vedere. Per questo i grandi artisti si capiscono solo quindici, cinquant’anni dopo”. “Un vero artista segue un percorso che lega ogni sua opera alla successiva e alla precedente, ed è suo dovere comunicare un messaggio. Per questo dall’alto riceve il talento e la forza irresistibile che lo spinge a produrre. Ma il popolo, purtroppo, spesso non capisce. Io soffro quando dipingo, ma non posso farne a meno, è la pittura che mi chiama e io non posso resistere”.

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ALTEATroDELLAVoroEALTEATroiNCoNTro

40 contro quattrocento: chi vince?

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A cura di Maurizio Allasia Fotografie M.A.

ArtE&SPEttACoLo

A Pinerolo, ad ottobre, si sono visti due spettacoli molto diversi tra di loro, anche come quantità di pubblico presente in sala. Il 16 ottobre al teatro del Lavoro, Claudio Canal, atto-re, scrittore e affabulatore, ha portato in scena Guerra maschile: Canal, solo sulla scena, recita, legge, canta, suona, discute con il pubbli-co e mette il proprio corpo al servizio della scena, rac-contando di una “sex-war” di cui nessuno sembra parlare, la violenza di genere a senso unico. Uomini che uccidono le donne perché le amano, in un cortocircuito linguistico e mediatico che finisce per es-sere sterile bollettino di vitti-me invece di analisi culturale. Una scrittura mai banale e sempre provocatoria, ironica e feroce allo stesso tempo, uno sguardo sulla donna fatto di un femminismo moderno e per niente anacronistico. Una guerra di idee al maschilismo culturale decli-nato in machismo biologico, dove tutti (am-bosessi) si vantano di avere “due palle così” ma non si accorgono di essere figli naturali di un patriarcato che ha origini storiche lon-tane e nel suo crepuscolo si fa più violento che mai. Le 40 persone presenti in sala non hanno di certo reso il giusto tributo al notevole im-pegno autoriale, in un sabato sera che sarà presto dimenticato. Non dimenticheranno invece le oltre 400 persone presenti al teatro Incontro il 22 ot-tobre per “Dai tetti in giù” di Franz Coria-sco, “una pièce teatrale a mezza via tra il musical, la commedia e il reading” sulla vita di Chiara “Luce” Badano, una ragazza ligu-re appartenente al movimento dei Focolari scomparsa nel 1990 a quasi 19 anni a causa di un osteosarcoma e beatificata nel settem-

bre scorso. Lo spettacolo vede sulla scena il personag-gio autobiografico interpretato dall’autore,

“un agnostico arrabbiato (anche con quel Dio per lui inesisten-te)”, due donne impegnate in una sorta di controcanto spiri-tuale e biografico, una ballerina e una musicista al pianoforte e alla chitarra. «Un copione che sfugge i cli-ché delle agiografie classiche e come tale concepito anche per un pubblico “laico”», secon-do Coriasco: non si vede però come una narrazione fatta di parabole, di un agnosticismo retorico e facilone (i dialoghi con Dio fatti di “santa putrella” politicamente corretti e dell’en-nesima citazione prevedibile di Giobbe) possa essere conside-rato “laico”.

La vita di Chiara Badano si mo-stra come archetipo di perfezione e integrità invece che come approccio critico e real-mente dubbioso alla fede e alla sofferenza umana. La vita di una beata non potrebbe essere interpretata diversamente, si obiette-rà, ma quando anche una bocciatura scola-stica diventa sic et simpliciter un’ingiustizia e si ribadisce decine di volte come il dolore debba essere accettato perché avvicina a Dio e ne è la volontà (“Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”, “Se adesso mi chiedessero se voglio camminare, direi di no, perché così sono più vicina a Gesù”), si cade sì nell’agio-grafia unidirezionale. occorre attenzione e onestà, infine, nel parlare di malattia e soprattutto una scrittu-ra all’altezza: non certo liquidare il comples-so tema della bontà di Dio chiedendogli per esempio, in un susseguirsi di contrasti uma-ni, perché fa nascere “uno Einstein e l’altro autistico”.

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LorENzoPErASSiA“SERATE di LAUREA”

Il Forte di Serre Marie

Gene raz ion i i n D i a l ogoA cura di Francesca Noardo

INCoNtrI

Venerdì 5 novembre è stato inaugurato con il primo appuntamento mensile il ciclo “Serate di Laurea”, presso la sede di Alzani Editore, in via A. Grandi, 7 a Pinerolo.Promotori dell’iniziativa sono lo stesso Al-zani e l’Associazione culturale “onda d’ur-to”, presieduta dal Prof. Antonio Denanni, che hanno voluto dare l’opportunità ai neolaureati del pinerolese di esporre la propria tesi davanti a un pubblico a entrata libera, e a invitati competenti nella materia trattata. Al primo incontro, ha esposto la propria tesi di laurea triennale Lorenzo Perassi, laureato nel corso di laurea di Storia e Conservazione dei Beni Ar-chitettonici ed Ambientali, ramo del-la seconda facoltà di Architettura del Politecnico di torino, orientato verso il restauro, la conservazione, la riqua-lificazione e valorizzazione del nostro

immenso patrimonio architettonico. Alla presenza di professori di arte, di scienze, di rappresentanti di associazioni del ramo del volontariato culturale, dell’as-sessore alla cultura di Pinerolo, con ovvia-mente i promotori dell’iniziativa e la reda-zione di Pinerolo Informa e un pubblico di amici ed interessati, Lorenzo ha esposto la

sua tesi su “Il Forte di Serre Marie”, a Fene-strelle, illustrando come questa particolare costruzione in quota si inserisca nel quadro generale delle fortificazioni del confine a noi vicino, con le sue particolarità e gli aneddoti ad essa correlati. È seguito il dibattito con il pubblico, che

ha potuto interloquire con domande e osservazioni, per rendere la serata ancora più coinvolgente. tra gli inter-venti di particolare interesse quello del prof. Moriondo che ha illustrato un possibile metodo di datazione basato sull’esame di una travatura in legno recuperata proprio dal forte di Fene-strelle. Il tutto è stato inframmezzato dall’esecuzione musicale di Carlo Guassone, che accompagnandosi con la chitarra ha cantato Hotel Supra-monte di Fabrizio De Andrè e da un

apericena insieme al pubblico e agli orga-nizzatori.Il prossimo 26 novembre ci sarà la seconda puntata di Serate di laurea con Fanny Bou-nous, laureata in ostetricia e Giorgia Caval-leri, laureata in SociologiaPer contatti, informazioni e partecipazione: [email protected]

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i L roLETTo V A LNoCE f . C .

Una piccola società che vuole crescere

18 Ca lc i o g iovan i l e

A cura di Andrea obisoFotografie A.o.

SPort

Il roletto Val Noce F.C. è la squadra calcistica di roletto, paese confinante con Pinerolo. L’attuale Presidente della società è Sergio righero; il campo di allenamento della squadra è all’ingresso del paese ar-rivando dal Bivio di roletto ed è proprio lì che siamo andati per incontrare alcuni dirigenti della società. Arrivando al campo scopriamo che all’interno della struttura si trova la sede

della società. Dopo le dovute presenta-zioni riusciamo a parlare con Carlo ribet-to, dirigente della sezione giovanissimi e consigliere della società, e con Enzo Gat-tino responsabile del settore giovanile.In passato ricordo che la società si chia-mava A.C. Pro Roletto, quanti anni fa ha cambiato nome? E.G.: Durante il giugno 2002 vi è sta-ta una fusione tra il “roletto” ed il “Val Noce”; da allora il club si chiama “roletto Valnoce”.In quali categorie è rappresentata la so-cietà? E.G.: Purtroppo non riusciamo a co-

prire tutte le fasce d’età, quest’anno ad esempio non siamo riusciti a formare una squadra di ragazzini nati negli anni 2001 e 2002.Ciononostante riusciamo a mantenere la scuola calcio, con bambini dai 5 ai 7 anni (2003-2005) ed con ragazzi di dieci anni (2000). Anche le annate 1997 e 1998 sono rappresentate. Inoltre siamo pre-senti nel campionato juniores e la nostra prima squadra attualmente milita nella

prima categoria.Per quanto riguarda i risultati delle squadre? E.G.: I ragazzi ju-niores purtroppo non vanno molto bene ed anche la prima squadra non sta avendo i risul-tati sperati. C.R.: I ragazzi dell’an-nata 1997 invece stan-no andando molto bene e speriamo quest’anno di raggiungere il primo o il secondo posto.All’interno delle squa-dre militano unicamen-te ragazzi di comuni li-

mitrofi (Frossasco e Cantalupa) o vi sono anche giocatori provenienti da paesi più distanti? C.R.: Nel roletto Valnoce giocano ra-gazzi provenienti sia da comuni vicini che relativamente lontani.

Durante lo svolgimento dell’intervista Enzo Gattino ci espone alcuni dei moti-vi per cui è difficile, per squadre piccole come il roletto Valnoce, riuscire a rap-presentare tutte le categorie di età.Afferma: “Le iscrizioni ai campionati de-vono essere fatte in settembre, quest’an-no abbiamo cercato di mettere insieme

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18 19abb a s t a n z a ragazzi per disputare il c amp iona to riservato ai ra-gazzi nati nel 1999 ma non abbiamo rag-giunto il nu-mero minimo.Con l’inizio delle scuole però sono arrivati diversi compagni di classe dei nostri iscritti al punto che in questo momento saremmo in grado di disputare una stagione con un ampio or-ganico. Abbiamo tentato di far presente alla Federazione la mancanza di elasticità riguardo alle date di iscrizione ma non ab-biamo avuto nessun riscontro positivo.» «Inoltre mentre noi non riusciamo ad avere una squadra per ciascuna categoria ci sono società, ad esempio il Pinerolo, che avendo più fascino si ritrovano con un surplus di iscrizioni e possono iscrive-re due squadre nello stesso campionato.Il problema vero, però, è che le iscrizioni non vengono fatte separando i ragazzi di una stessa società in due squadre, que-sto significa che i giocatori più forti ven-gono utilizzati da entrambe le squadre, in relazione agli avversari che si devono

affrontare di giornata in giornata.Questo tipo di dinamiche rendono i cam-pionati giovanili meno dilettantistici e soprattutto meno divertenti per i ragazzi che vi giocano.Noi abbiamo tentato di portare all’atten-zione della Federazione anche questo problema ma non siamo riusciti ad otte-nere nessun risultato.”

Gli ostacoli delle piccole squadre di pae-se, quindi, non sono solo le giovanili delle grandi squadre come Juventus e torino, ma anche società locali più grosse che concentrano un gran numero di ragazzi.Noi speriamo che squadre come il roletto Valnoce riescano a coprire il maggior nu-mero di categorie possibili per avere sem-pre campionati eterogenei e competitivi. Andrea Obiso

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GrUPP i EMErGENT i DEL P iNEroLESE

Le officine Lumiere

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A cura di Mario rivoiroBlind Luck records

MUSICA

Le officine Lumiere sono un’altra realtà del pinerolese composta da alcuni interessanti in-gredienti come la poesia, le parole ricercate, l’elettronica, il rock, la dance ed il reggae. Molto interessante è l’approccio che hanno nel lavorare i brani ed i testi, e l’accostamento che fanno ai fratelli Lumiere. Il loro primo di-sco, Cali di serotonina, è uscito l’anno scorso e lo si può acquistare anche su www.officine-lumiere.it. Chi siete e da che storie arrivate? Le officine Lumière nascono nel 2006 da un’idea di ones (Marco Ughetto), con la col-laborazione di Nicola Giordano, Marco Allaix e David Giai Checco. Nel tempo poi si sono aggiunti zorro, (Diego Bourcet) e Pika (Alessio Bourcet), rispettivamente alle percussioni e alle tastiere, e così si è formata la line-up attuale. Quasi tutti arriviamo da lunghe esperienze in varie cover band, alcune delle qua-li ci avevano già accomunati in passato e con le quali abbiamo avuto modo di toccare reperto-ri variegati, dal rock italiano al rhythm n blues, alla dance. Com’è nato il nome del gruppo Ci piaceva l’idea dell’officina come luogo fisico in cui si produce, in cui si lavora ala-cremente per realizzare qualcosa di concreto a partire da materiali grezzi. Ci sentiamo un po’ membri di un laboratorio permanente in cui prendono corpo delle idee e si trasformano in canzoni. L’accostamento con i fratelli Lumière nasce intanto da un facile riferimento a quello che è stato uno dei primi corti realizzati nella storia, e forse anche uno dei più famosi, che si intitolava proprio “L’Uscita degli operai dalle officine Lumière”. Ma è l’accezione pionieristi-ca che si porta dietro il marchio Lumière che ci interessava sottolineare, che vuole rispecchia-re il nostro incessante tentativo di realizzare qualcosa che ancora nessuno ha fatto, o che nessuno ha fatto in questo modo.Che cosa raccontano le vostre canzoni, storie reali o meno?

Più che delle storie, le nostre canzoni sem-brano delle riflessioni, dei pensieri, frasi che ri-flettono filosofie spicciole legate alla quotidia-nità. E’ chiaro che ci sono sempre riferimenti autobiografici, è impossibile che non sia così, ma non c’è una vera e propria struttura narra-tiva, o personaggi che metonimicamente rap-presentino il nostro pensiero. Quali sono i gruppi di riferimento? ognuno di noi ha esperienze di ascolto estre-mamente differenziate che poi si riflettono ine-vitabilmente negli arrangiamenti delle canzoni. tra gli elementi più evidenti della nostra musi-ca forse emergono il lavoro sui testi e la forte presenza di suoni elettronici. Come si può definire il vostro genere?Fin da quando siamo nati ci siamo posti questa domanda, e soprattutto nel tempo abbiamo mutato più volte la risposta. Credo sia diffi-

cile etichettarci. Le nostre melodie sono piuttosto orecchia-bili e questo ci av-vicina al pop, carat-teristica amplificata da un passato mu-sicale molto vicino alla dance di molti di noi. Ma i testi, che

fanno uso di parole a volte anche forzatamen-te ricercate al limite dello sperimentalismo, esulano dalla facilità di ascolto tipica della mu-sica commerciale. E anche i suoni, che a volte si fanno piuttosto duri, e che ultimamente si accompagnano con una certa frequenza a in-serti di tempi dispari tipici del progressive non fanno altro che evidenziare un approccio mar-catamente rock. Cosa vi aspettate in futuro dalla musica, o me-glio come, secondo voi sarà l’evoluzione dal momento che non si vendono più dischi?Siamo probabilmente in un momento di svolta epocale. Internet sta cambiando le nostre vite, non solo la musica. E’ inevitabile che le in-fluenze della rete, sia per le possibilità promo-zionali, sia per quanto riguarda la distribuzione, saranno fondamentali per ridefinire gli scenari dei prossimi anni. Il futuro è sicuramente nel formato digitale, anche se su questo argomen-to potremmo aprire infinite discussioni.

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GrUPP i EMErGENT i DEL P iNEroLESE

Le officine Lumiere

SoCIEtà

L’immigrazione, l’acco-glienza e la necessità di regolare

Let te re a l g i o rna l e risponde Elvio Fassone

La forte immigrazione di persone appartenenti ad altre civiltà e culture, oltre al problema del numero degli arrivi, pone quello dell’integrazione. Qual è il giusto approccio al problema? G.D

Le grandi ondate migratorie sono una co-stante della storia. Quando i popoli ritengo-no insufficienti a sfamarli le terre nelle quali si trovano, o quando li spingono carestie, epidemie, miseria, guerre o persecuzioni, nulla è mai riuscito a fermare questi gigante-schi movimenti umani, queste maree contro le quali non esistono dighe. D'altra parte, le ibridazioni di popoli che ne derivano si risol-vono poi in un felice contributo all'evoluzio-ne della specie, che dall'intreccio di culture, di razze e di forze trae spunto per l'esplora-zione del nuovo e per migliorarsi. In direzione contraria gioca però oggi la novità delle migrazioni contemporanee. Mentre fino a ieri i movimenti di popoli si rovesciavano su spazi ampi, su aree poco sfruttate e in parte ancora vergini, sì che era relativamente agevole dirottare l'esu-bero verso spazi poco antropizzati, oggi la pressione migratoria ha come primo bersa-glio l'Europa occidentale, cioè un'area den-samente popolata, fortemente strutturata e prossima alla saturazione. Il dovere di accogliere, pertanto, si intrec-cia con la necessità di regolare l'accoglienza, perché oltre un certo volume il contesto so-ciale ricevente non solo entra in tensione ec-cessiva al suo interno, ma non può offrire ai migranti quel rispetto minimo dei diritti uma-ni cui essi hanno titolo. Per giunta il peso dell'immigrazione non si rovescia sui quartieri immunizzati dei Parioli o della Crocetta, ma sugli strati più modesti della popolazione lo-cale, e anche questo va considerato. Muovendo all'interno di queste coordina-te, si devono rifiutare sia la politica brutale ed inutile dei respingimenti alla cieca, sia la politica umanitaria ma insostenibile dell'“en-tri chi vuole, purché si comporti bene”. E' invece necessario individuare quanta immi-grazione un territorio può accogliere, e agire per il rigoroso rispetto dei diritti degli accolti. Sul come regolare l'afflusso le opinioni sono disparate. Innanzi tutto si conviene, ma raramente si pratica, che il rimedio prin-cipale sarebbe quello di sanare o mitigare

la sofferenza nei Paesi di origine. Difficile a farsi, non c'è dubbio, ma quando lo si è fatto, ha funzionato: pensiamo all'Albania, nella quale abbiamo investito molto, ma dal-la quale il flusso si è ridotto moltissimo nel numero, ed elevato nella qualità. Quindi bi-sogna tornare a ragionare in questi termini, possibilmente in un contesto europeo. Sul piano interno, la necessità di gover-nare gli ingressi, preso atto del fallimento della linea instaurata con la legge Bossi-Fini (secondo la quale entra solo l'extra-comu-nitario che dimostra di essere titolare di un contratto di lavoro) porta ad un ritorno, e se del caso ad un ampliamento della formu-la dell'ingresso con garante, introdotto sin

dal 1998 dalla legge turco-Napolitano. Di qui, un intenso sforzo di formazione già nello Stato d'origine, coltivato anche con il no-stro contributo e orientato ai reali fabbisogni del nostro Paese; un'ammissione, per così dire, “a punti”, sulla base delle competenze professionali e della conoscenza del nostro sistema; un più rigoroso rispetto del diritto di asilo, quando sussiste. Il tutto combinato con una reale politica di integrazione. Maggiori diritti per l'immigra-to; cittadinanza più agevolmente ottenibile; “ius soli” per i figli nati qui; assenza di discri-minazioni nell'accesso a servizi essenziali. E soprattutto un supplemento di generosi-tà collettiva, che potrà tradursi in una sorta di patto stipulato fra le comunità locali e le comunità straniere. Le prime impegnate ad un'attenta vigilanza per il rispetto dei diritti degli immigrati (sui cantieri di lavoro, sull'af-fitto degli alloggi, sull'accesso ai servizi); le seconde impegnate a farsi promotrici al loro interno dell'esigenza di rispettare le leggi e le consuetudini del Paese ospitante. In alcune città l'esperienza è stata avviata e funziona.

SoCIEtà