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Onstage Live Book 2012, le foto dei migliori concerti dell'anno.

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Live Book

2012

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A cura diDaniele Salomone

Art directorEros Pasi

Photo editorTommaso Riva

CaporedattoreStefano Gilardino

RedazioneJacopo CasatiMarcello MarabottiFrancesca Vuotto

Foto di copertinaFrancesco Prandoni

StampaXpression Printing & Graphix Via Della Meccanica, 620083 Vigano di Gaggiano (MI)

Onstage Live Book 2012 è edito da Areaconcerti srlvia Carlo De Angeli 320141 Milano

Direttore responsabileEmanuele Vescovo

Direttore marketingLuca Seminerio

Direttore commercialeFrancesco Ferrari

Direttore amministrativoMario Vescovo

Live Book2012

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16 Maccabees, The Black Keys18 Negrita22 Gavin De Graw, Jovanotti24 Simple Minds Ivano Fossati26 Litfiba 30 Noemi, Samuele Bersani32 Giorgia36 Calibro 35, Korn38 Laura Pausini 44 Mario Biondi, LMFAO46 Mark Lanegan, James Taylor48 Tiziano Ferro 52 Il Teatro Degli Orrori, Zen Circus 54 Nina Zilli, Michael Kiwanuka56 Subsonica 60 Antonello Venditti, Pino Daniele62 Marlene Kuntz66 Emis Killa, Concerto 1 maggio68 Marco Mengoni72 Mudhoney, Black Lips 74 Metallica76 Negramaro82 Coldplay

84 Puddle Of Mudd, Soundgarden86 The Mars Volta, Dente88 Bruce Springsteen90 Gods Of Metal94 Emilia Live96 Rock In Roma100 Madonna102 Rock In Idrho Preview104 MTV Days106 Afterhours110 Blink 182, Paola Turci112 J-Ax 116 Heineken Jammin’ Festival122 Morrissey, Billy Idol124 Ligabue128 10 Giorni Suonati132 Duran Duran, Franco Battiato134 City Sound Milano138 Paolo Nutini, Placebo140 Foo Fighters142 A Perfect Day Festival146 Bush, Bugo148 Marta Sui Tubi, Pete Doherty150 Modà, Of Monsters And Men152 Leonard Cohen,

Iggy & The Stooges154 Italia Loves Emilia156 Mannarino, Criminal Jockers158 Radiohead162 Maxïmo Park, Wilco164 Fun, Jennifer Lopez166 Biagio Antonacci 170 Tenacious D, Il Cile172 Keane, Slash174 Cesare Cremonini 178 Tame Impala, The Cranberries180 Scissor Sisters, Bon Iver182 Marracash186 Mika, Malika Ayane188 Vinicio Capossela, The Rasmus190 Muse192 Bat For Lashes, Florence + The Machine194 Skunk Anansie196 Irene Grandi & Stefano Bollani, Francesco De Gregori198 Archive, Gossip200 The XX

INDICE

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C ’è chi dipinge, chi foto-grafa, chi scrive roman-zi, chi recita. C’è chi si veste ricercando uno sti-le personale, chi tiene un

blog, c’è chi cucina ricette straordi-narie, chi produce ottimo vino.Tutti, e dico tutti, lo fanno per espri-mersi, per raccontare qualcosa di se stessi e spesso per comunicarcelo.La musica non sfugge di certo a questa logica. Anzi. Direi che la av-valora e la amplifica, sfaccettandola in migliaia di sfumature caleidosco-piche. Spesso incantevoli.

Lo dico chiaro. Io amo la Musica, e non posso farne a meno. Per assurdo, con il criterio dell’iso-la deserta, a tante forme espressive alte potrei pure rinunciare. Alla musica no. La trovo fondamentale, indispensa-bile come l’acqua o l’aria. Sia per me, che per il mondo che conosco. Un’emergenza umana. Un bisogno ancestrale.Giochiamo un po’...Avete mai visto un qualsiasi balletto o una bella festa senza musica? No? E una sfilata di moda? Uno show te-levisivo? Ancora no, vero?E ditemi: i migliori film della storia del cinema, o i vostri cult-movies

personali, sarebbero altrettanto bel-li senza musica?È evidente che la musica è impor-tante anche per molte altre forme artistiche. A volte addirittura neces-saria! Musica... Condicio sine qua non.Per contro invece, mi viene da nota-re che la musica possiede la natura-le potenza di stare in piedi anche da sola. Eretta, fiera, senza sbavature.

Detto questo potrei anche mettere un punto e andarmene a bere una birretta, ma sono qui a “prefazio-nare” un libro di concerti lungo un anno che ci vede tra i protagoni-sti e vorrei aggiungere due parole sull’aspetto del nostro lavoro che a me, al resto della banda e ad Onsta-ge aggrada di più: il live.Per i Negrita la Musica con la M maiuscola è il concerto, il tour. Non c’è niente da fare. È un amen! Sì, certo, è immensamente gratifi-cante far fluire fuori dall’anima, o da qualunque altro posto arrivino, una bella melodia, un bel testo, un riff di chitarra dirompente, un bel disco. Ovvio! Ma allora perché ogni volta che na-sce un pezzo nuovo, per prima cosa penso a che resa avrà sul palco e a che presa avrà sui ragazzi lì sotto?

I Negrita sono una live band. Sono nati in scena. Ben prima di poter annusare la carta di un contratto di-scografico. Dal vivo danno il massimo e il loro meglio. È Dna! Suonare ogni sera davanti ad un pubblico diverso è un’emozione pura come cristallo di rocca, il materiale di cui sono fatte le sfere di cristallo. E, infatti, sferi-ca è la vibra che nelle serate buone avvolge le persone sopra e sotto il palco. Da sopra a sotto, con imme-diato ritorno, senza soluzione di continuità. Una magia che entra in loop e che alcune volte mi è sem-brata quasi tangibile.Tornando sulla terra, vi dico anche che in tutti questi anni per me anda-re in tour o salire la scaletta del pal-co ha significato e significa ancora: poter viaggiare il mondo, provare a capirlo, farlo con i miei migliori amici, dar da mangiare all’ego, vin-cere la timidezza, conoscere un’in-finità di persone, sfogare la rabbia e le frustrazioni, far felice la gente. Sentirmi Vivo.

C’è chi dipinge, chi fotografa, chi scrive romanzi, chi recita e... c’è chi suona!

Il più possibile.

PrEfazIoNE di Pau, Negrita

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N on riesco a togliermi dalla testa l’idea che fotografare concerti sia un lavoro tridimensio-nale. Niente a che vede-

re con gli occhialini rossi e blu che ci danno al cinema. Semplicemente, sono tre le dimensioni con cui i foto-grafi devono fare i conti sotto palco: tempo, spazio e movimento. Poco, pochissimo è il tempo che hanno a disposizione. Tre canzoni, diritto di cronaca. Quando va bene, perché al-cuni artisti concedono anche meno - sorvoliamo su quelli che proprio non si lasciano fotografare, come Lady Gaga quest’anno a Milano. Tre pezzi durano quindici minuti. Anche meno. Poi le macchine tornano nelle custodie, con gli obbiettivi, mentre un addetto stampa accompagna i fo-tografi all’uscita - qualcuno tenta di fare il furbo e spesso ci riesce pure, anche se i cambi d’abito degli arti-sti dovrebbero smascherare questi comportamenti scorretti e sleali.

Lo spazio è ancora meno del tempo. Il soggetto è vicino, a pochi metri di distanza, ma chi scatta non può gi-rargli intorno né mettersi sopra o di lato e neanche farlo spostare un po’ più in là o piegare sul fianco. Non ha insomma il potere di gestire lo spa-zio della scena. Deve come subirlo.

La terza dimensione è il movimento. Sul palco è frenetico, non si esauri-sce fino al termine dello spettacolo, come una ventola che non smette di girare finchè il motore è acceso. Gli artisti camminano, corrono, ballano.

Alcuni indemoniati, altri più com-posti, tutti si muovono seguendo il proprio istinto o la regia dello show. Le luci continuano a cambiare inten-sità e colore e direzione senza offrire punti di riferimento, sembrano im-pazzite ma ragionano perfettamen-te. Quando ci sono anche proiezioni video e scenografie meccaniche la complessità aumenta.

Un lavoro difficilissimo. Il fotogra-fo di concerti non può modellare tempo, spazio e movimento secon-do la propria volontà. Può (e deve) interpretare queste variabili, è il suo compito. Ci vuole un gran talento per farlo bene.

Intendiamoci sul significato di “far-lo bene”. Per quanto mi riguarda, una bella foto di un live ne comu-nica l’essenza anche a chi non c’era. È lo scambio tra artista e pubblico, la connessione emotiva che si sta-bilisce tra palco e platea che rende irripetibile l’esperienza-concerto. Il motivo per cui l’amiamo. Non ci sono coreografie e innovazioni tecnologiche che tengano: è un mo-mento di condivisione tra individui. Bob Dylan sostiene che un bravo performer è colui che si libera dei sentimenti per lasciare che sia il pubblico a provare emozioni. Ma queste, aggiungo io, gli tornano in-dietro sul palco come un boomerang soffice. È il volo di quel boomerang che il fotografo deve intercettare.

Lo scatto di un concerto ha il dovere di immortalare un atto umano – che

sia scolpito sul viso di un artista o definito da un insieme di più sog-getti - permettendo di percepire la forza e l’intensità che i protagonisti dell’atto hanno vissuto esattamente in quel momento. Non è un gioco da ragazzi. Ma è questo che interes-sa al pubblico, all’artista, a noi che quegli scatti pubblichiamo o stam-piamo - come in questo libro - e ai fotografi stessi.

Sono estremamente contento che Onstage Live Book veda la luce an-che nel 2012. Che sia nelle vostre e nostre mani, in carta e inchiostri. Nonostante l’ottimo risultato otte-nuto con la prima edizione, non era scontato. Oltre ad essere un pro-getto molto costoso, è decisamente complesso. Oltre 160 foto scelte tra le quasi 2500 che i nostri fotografi hanno scattato (e noi abbiamo pub-blicato sul sito di Onstage) tra gen-naio e i primi di dicembre, più di un centinaio tra gli oltre 200 artisti immortalati, due mesi abbondanti di lavoro di selezione, post-produzone, impaginazione e scrittura dei testi. Ringrazio tutti coloro che l’hanno reso possibile. I nostri fotografi in primis, gli artisti con i loro uffici stampa e managment, i promoter, la redazione e i tanti collaboratori di Onstage, Pau che ha scritto una bellissima prefazione che ho letto decine di volte e avrei voluto tenere solo per me, Heineken che ha sposa-to il progetto e Giada Missaglia che ci ha creduto più di tutti.

Spero vi piaccia quanto piace a noi.

INTroDUzIoNE di Daniele Salomone

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L’informazione non è conoscenza. La conoscenza non è saggezza. La saggezza non è verità. La verità non è bellezza. La bellezza non

è amore. L’amore non è musica. La musica è meglio di tutto.Frank Zappa

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THE MACCABEES12 febbraio Magazzini Generali Milano

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THE BLACK KEYS30 gennaio

Alcatraz Milano

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NEGRITADannato vivere Tour

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Èuna parabola davvero unica quella dei Negrita, mosca bianca del panorama rock italiano, capaci di conquistarsi un pubblico di fedelissimi che è aumenta-

to disco dopo disco, grazie anche e soprattutto a una lunghissima attività live, da cui emerge la fisicità e l’impatto del loro suono rock’n’roll. Ci sono voluti vent’anni, ma, finalmente, con il tour invernale che ha accompagnato l’uscita di Dannato vivere i Negrita hanno colto un succes-so emblematico. L’11 febbraio 2012 li ha visti protagonisti in un Forum di Assago (Milano) completamente esaurito, punto di arrivo di un percorso iniziato nei bar e nei pub di tutta Ita-lia. Lo ricorda proprio il cantante Pau: «È stata una serata bellissima e storica. Per il pubblico è

stata una grande festa, ma per noi molto di più. Abbiamo cominciato tanti anni fa e suonare al Forum, col pienone, è sempre stato un obiettivo, magari non dichiarato ma sicuramente sentito».

Una grandissima soddisfazione, soprattut-to se vista dalla prospettiva di chi ha sempre cercato di farcela senza venire a patti con lo-giche commerciali. Drigo, l’uomo delle sei corde, è chiaro a riguardo: «La nostra car-riera è un continuo crescendo, non c’è stato il botto e poi qualcosa da dover mantenere. Siamo vissuti guardando altri colleghi che esplodevano, ma preferiamo che sia andata così; crescere lentamente ha fatto in modo che le dinamiche della band non diventassero schi-zofreniche».

Eppure, come in ogni bella storia, esiste anche un lato meno appariscente, fatto di sudore, lavoro e delusioni, come quando, durante la parte estiva del tour, la band si è trovata davanti a decisioni difficili: l’annullamento di una data e il ridimen-sionamento di una seconda, a testimonianza di una crisi oggettiva anche degli spettacoli live. Eppure, i Negrita hanno continuato a offrire due ore di rock ad alto voltaggio, anche in situazioni più disagevoli, anche in club che ricordavano pe-ricolosamente quelli d’inizio carriera. E, ancora, hanno trasformato i problemi in grandi successi personali. Impossibile non saltare per aria con classici come Mama Maè, Rotolando verso sud, Brucerò per te, Radio Conga o Transalcolico. Provate a fermarli, se ci riuscite.

«AbbiAmo cominciAto tAnti Anni fA e suonAre Al forum, col pienone, è sempre stAto un obiettivo, mAgAri

non dichiArAto mA sicurAmente sentito»

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GAVIN DEGRAW20 febbraio, Magazzini Generali, Milano

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JOVANOTTI28 febbraio, PalaLottomatica, Roma

6 febbraio, PalaMazzola, Taranto

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SIMPLE MINDS28 febbraio, Alcatraz, Milano

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IVANO FOSSATI14 marzo, Auditorium Conciliazione, Roma

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LITFIBAGrande Nazione Tour

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Èstato l’anno del comeback definitivo questo 2012 per i Litfiba, rock band fiorentina che ha rappresentato un mo-dello irraggiungibile tra gli Ottanta e i

Novanta. Piero Pelù e Ghigo Renzulli, dopo uno scioglimento acrimonioso sono tornati assieme - proprio come cantavano Elio e Le Storie Tese - e l’hanno fatto alla grande, prima con un tour che celebrava il nuovo matrimonio e, in seguito, con le date di supporto a Grande nazione, ultima fatica discografica. Molto più che in passato, i Litfiba hanno deciso di pigiare sull’acceleratore e mantenere altissima la tensione, con delle sca-lette roventi e senza troppi cambi di atmosfera. Proprio il cantante l’ha ricordato durante l’in-

tervista rilasciata ad Onstage poco dopo l’inizio di un tour (diviso in due parti: primaverile ed estivo) che li ha visti protagonisti della stagione live. «Per quanto ci riguarda l’emozione è fon-damentale, è il valore aggiunto. Più sei emozio-nato, più c’è adrenalina. E più c’è adrenalina, più c’è rock. È la nostra formula vincente. Non possiamo dire di essere punk in termini categori-ci, ma di sicuro il nostro spirito è punk. È quello che si è cercato di trasmettere al pubblico e mi sembra che la gente abbia capito a giudicare da quello che si è visto nelle prime date. Lo abbia-mo anche detto, “preparatevi per un concerto fisico”. Perché questo è un live molto intenso, due ore e venti di estrema fisicità. Ci sono solo

quattro ballate». E se Grande nazione è stato il disco più rappresentato - ben otto i pezzi in scaletta - i Litfiba hanno saccheggiato anche il repertorio passato, proponendo classici come Istanbul, Il vento, Tex, Apapaia e altre bordate rock’n’roll come Regina di cuori e Terremoto. Memorabile resta la data del 1° giugno al Man-dela Forum di Firenze, a cui hanno partecipato membri storici del gruppo come Antonio Aiazzi e Gianni Maroccolo (ma pure Fede Poggipollini e Daniele Trambusti) per un tuffo nel passato in piena regola, che ha raggiunto l’apice con una versione della leggendaria Amsterdam cantata con l’amico/rivale Federico Fiumani dei Dia-framma. Bentornati Litfiba!

«per quAnto ci riguArdA l’emozione è fondAmentAle, è il vAlore Aggiunto. più sei emozionAto, più c’è AdrenAlinA. e più c’è AdrenAlinA, più c’è rock»

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NOEMI25 marzo,

Auditorium Parco Della Musica,

Roma

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SAMUELE BERSANI29 marzo, Auditorium Conciliazione, Roma

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GIORGIADietro le apparenze Tour

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Mentre ancora si stava preparando per quello che sarebbe diventato il Die-tro le apparenze Tour 2012, antici-pato da due show a Milano e Roma e

poi capillare per tutta Italia, Giorgia ha racconta-to a Onstage le novità del suoi ritorno sui palchi. «Ci sono degli elementi nuovi all’interno della band e questo comporta un po’ di lavoro in più: da un lato i musicisti devono imparare i pezzi, dall’altro però ne danno una coloritura perso-nale che per fortuna li modifica leggermente. Quando suoni e canti le stesse canzoni per anni, ogni tanto servono dei cambiamenti, per ritrova-re la spinta giusta e per respirare aria fresca. Ad

alcune canzoni del passato, che in precedenza avevo persino stravolto, ho restituito la forma originaria, mi sono un po’ riappacificata con il vecchio repertorio. Di diverso c’è sicuramente un suono che prima non avevo e poi la solita tensione per i pezzi nuovi che non abbiamo mai suonato dal vivo, ovviamente, senza tralasciare le mie canzoni più famose. Perché comunque la gente le vuole sentire, non c’è modo di evitarle».

Infatti, sono state proprio le sue hit più celebri a scatenare applausi a scena aperta, in versione molto simile all’originale come nel caso di Come saprei, introduzione allo spettacolo di Giorgia.

Nelle due ore successive è successo di tutto, da-gli omaggi a Lady Gaga (Born This Way), Ja-mes Brown (Sex Machine) e Black Eyed Peas (I Gotta Feeling) fino ai migliori episodi del suo repertorio, che spazia dalla ballad al funky. Sono piaciute soprattutto La gatta e Vado via, scatena-te quanto basta, la versione gospel di Di sole e d’azzurro, Tu mi porti su (firmata da Jovanotti), le immancabili Gocce di memoria e Girasole e i momenti intimi di Chiaraluce e Strano il mio de-stino. L’ennesima conferma di come Giorgia sia ancora saldamente la regina del pop soul italiano di classe. Come canta lei, prima di abbandonare la ribalta, alla fine Resta la musica.

«Ad Alcune cAnzoni del pAssAto, che in precedenzA Avevo persino strAvolto, ho restituito lA formA originAriA, mi sono un po’

riAppAcificAtA con il vecchio repertorio»

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CALIBRO 351 marzo, Lanificio 159, Roma

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KORN18 marzo, Alcatraz,

Milano

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LAURA PAUSINIInedito World Tour

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Nella seconda metà dell’anno, Laura Pausini ha dovuto abbandonare i fan per dedicarsi alla vita privata. Non era certamente la conclusione che ci

s’immaginava durante la pianificazione del tour italiano e mondiale, ma siamo certi che l’inter-ruzione causa maternità sia stata ampiamente “perdonata” dai fan. E se gli auguri di Onsta-ge sono una faccenda scontata, tocca almeno dare conto della prima parte dell’Inedito World Tour, che ha visto la cantante emiliana alle pre-se con uno spettacolo denso e lunghissimo (ol-tre trenta brani in totale). Cominciato a cavallo tra lo scorso anno e questo 2012, Capodanno compreso, lo spettacolo ha regalato una Laura Pausini con molte sfaccettature e cinque mo-

menti ben definiti a rappresentare gli stili del suo repertorio: pop, rock, orchestrale, acustico e per-sino dance. «In questo tour voglio portare sul palco una donna timida ma sicura, romantica ma ribelle. Come sinceramente sono io ormai da tempo».

Introdotto dall’ultimo singolo, Benvenuto, il live della Pausini, come detto poco sopra, ha dato spazio ad atmosfere piuttosto differenti, guidando il pubblico attraverso un lungo excur-sus che ha ripercorso buona parte della sua car-riera. Tra Un’emergenza d’amore, L’anno che verrà (omaggio allo scomparso Dalla), La soli-tudine, piazzata in un medley con Incancellabile e Strani amori e il bis de La mia banda suona il rock, nessuno ha lasciato la platea insoddisfatto.

I frequenti spostamenti all’estero, sia in Europa che in Sudamerica, non hanno cancellato certo il suo entusiasmo per il pubblico italiano e per le ricorrenze particolari, come quella per i festeg-giamenti del trentennale di Radio Italia a Mila-no: «Ogni show lascia dentro di me un’emozio-ne diversa, ma sicuramente cantare per la prima volta nella mia carriera in una location come Piazza del Duomo davanti a 100 mila persone è stato qualcosa di speciale e indimenticabile. Sono molto orgogliosa di aver preso parte alla grande festa per Radio Italia che è stata la pri-ma radio a credere in me 19 anni fa, quando non avevo ancora vinto Sanremo, e ancora oggi è per me un punto di riferimento». La aspettiamo di nuovo sul palco dopo il lieto evento.

«in questo tour voglio portAre sul pAlco unA donnA timidA mA sicurA, romAnticA mA ribelle.

come sincerAmente sono io ormAi dA tempo»

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Durante un concerto, il pubblico sente chiaramente la tensione dei musicisti sul palco. Quando ascolti un disco, invece, la tua attenzione è minore.

Non ci sono dubbi: nella musica dal vivo c’è maggiore emotività.Brian Eno

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MARIO BIONDI7 marzo, Auditorium Parco della Musica, Roma

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LMFAO14 marzo, Alcatraz,

Milano

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MARK LANEGAN25 marzo, Alcatraz, Milano

JAMES TAYLOR30 marzo, Auditorium Conciliazione, Roma

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TIZIANO FERROL’amore è una cosa semplice Tour

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All’estero, ormai, dici Italia e parlando di musica chiunque ti risponde Tiziano Ferro. Più di Eros Ramazzotti o Laura Pausini, il cantante di Latina ha con-

quistato lo scettro di interprete più amato della musica nazionale, anche grazie a dischi moder-ni, ben costruiti e scritti, e a una presenza live che ne ha consolidato lo strepitoso successo. Dopo aver pubblicato l’ennesimo chartbuster, L’amore è una cosa semplice, Tiziano ha gio-cato d’anticipo, arrivando addirittura a piani-ficare con larghissimo anticipo il tour e persi-no la scaletta («Mentre per il palco mi affido ai grandi professionisti con cui collaboro, la direzione musicale è una questione che spetta a me. Non ne voglio sapere. Devo ammettere

che ho una sorta di mania per la scrittura delle scalette!»).

Come anticipato dalle parole del cantante, la scenografia e il palco hanno visto all’opera grandi professionisti e i risultati si sono visti ec-come, con incredibili giochi di luce, videopro-iezioni da brivido e varie altre sorprese. Inutile ribadirlo, le hit e i classici del suo repertorio, pur alternati alle ultime canzoni tratte dal lavo-ro più recente, sono quelli che più hanno fatto emozionare il pubblico: la setlist regala emo-zioni con Sere nere, Stop! Dimentica, E Raffa-ella è mia, La differenza fra me e te, Ed ero contentissimo e Alla mia età. Poco dopo le pri-me date di riscaldamento aveva confessato ad Onstage: «Volevo un concerto che si cantasse e

si suonasse, in cui il palco fosse una bellissima cornice, ma non invadente. E infatti è minima-lista, nero, elegante, e anche i video sono sobri nella loro bellezza. Anche se è una struttura che richiede tantissimo lavoro, non è un circo smontabile: la musica deve essere l’elemento centrale, non il pretesto per uno spettacolo vi-sivo». Ed è soprattutto lui, Tiziano Ferro, l’ele-mento centrale di uno show che non perde un colpo e si rivela essere uno dei migliori della sua carriera. Non fa nulla per nasconderlo, dan-do l’idea di divertirsi come un matto: «Con il tempo ho imparato a gestire lo spazio del pal-co, a godermelo, evitando che l’emozione bruci tutto. Non godersi lo show è il crimine peggiore che un artista possa commettere».

«con il tempo ho impArAto A gestire il pAlco, evitAndo che l’emozione bruci tutto. non godersi lo show è il crimine peggiore che un ArtistA possA commettere»

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IL TEATRO DEGLI ORRORI29 marzo, Alcatraz, Milano

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ZEN CIRCUS4 aprile, Locanda Atlantide, Roma

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NINA ZILLI28 aprile, Estragon, Bologna

MICHAEL KIWANUKA20 aprile, Magazzini Generali, Milano

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SUBSONICAIstantanee Tour

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Tempo di celebrazioni per il quintetto torinese, tempo di ripercorrere quindi-ci anni di carriera vissuti sempre con il piede sull’acceleratore e con un succes-

so crescente che li ha resi la band più amata dal pubblico italiano. Nati dall’incontro di alcuni tra i migliori musicisti di quella che all’epoca era la scena underground del capoluogo piemonte-se, i Subsonica sono stati capaci di sovvertire le regole del business e imporre il proprio sound senza piegarsi alle logiche commerciali, fino a diventare dei punti di riferimento per moltissimi esordienti.

Il 2012 li ha visti girare in Italia e in Euro-pa con uno show creato apposta per raccontare la storia di tre lustri sempre in prima fila e sen-

za cedimenti creativi. Le parole del tastierista Davide “Boosta” Di Leo chiariscono meglio il concetto: «Visivamente è un concerto diviso in tre parti: si entra da un lato e si vede uno show che ricorda quello di 15 anni fa, molto semplice ma efficace, come eravamo agli inizi. Credo sia bello per le persone che sono cresciute con noi provare di nuovo quelle sensazioni. D’altra par-te è fantastico riviverle e anche farle assaggiare a chi all’epoca era troppo piccolo per venire a un nostro concerto. Nelle altre due parti dello spettacolo, invece, il palco si allarga e diventa quello che sono i Subsonica oggi. È uno show molto divertente: ci auguriamo che il pubblico possa avere la sensazione di assistere a più con-certi contemporaneamente». E, dopo una prima

tranche di date in cui i cinque proponevano addi-rittura per intero l’album d’esordio, la scaletta si è trasformata finendo per incorporare anche altri brani, come quelli del recente Eden. Ultimo atto, il tripudio del doppio concerto nei centri sociali a novembre, tra Milano (Leonkavallo) e Marghera (Rivolta), in cui i fan hanno potuto ballare sulle note di Liberi tutti, Depre, Istantanee, Cose che non ho, Nuova ossessione e Discolabirinto.

Conclude ancora Boosta: «Puoi anche scari-care un disco ma non puoi downlodare il mo-mento, la fisicità di un concerto. Per un gruppo come i Subsonica, che hanno fondato la loro carriera sul suonare porta a porta, palco dopo palco, è un fatto che mette assolutamente di buon umore».

«puoi scAricAre un disco mA non puoi downloAdAre lA fisicità di un concerto. per un gruppo come i subsonicA, è unA grAnde cosA»

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ANTONELLO VENDITTI14 aprile, Paladozza, Bologna

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PINO DANIELE6 aprile,

Auditorium Parco della Musica,

Roma

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MARLENE KUNTZTour 2012

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Èstato un anno davvero particolare quel-lo dei Marlene Kuntz, caratterizzato dalla chiacchierata partecipazione a Sanremo con il pezzo Canzone per un

figlio e nobilitato dalla collaborazione con la poetessa punk Patti Smith, proprio sul palco dell’Ariston. Il disco pubblicato in contempo-ranea, intitolato Canzoni per un figlio, ha dato modo al terzetto piemontese di riarrangiare vecchi brani del repertorio, in modo da render-li più consoni al proprio percorso musicale e artistico attuale. E la nuova patina che ha reso ancora più brillanti canzoni come Trasudame-rica, Ti giro intorno e A fior di pelle si è potuta ammirare anche nel lungo tour che ha portato in giro la band per tutta Italia.

Uno spettacolo lungo due ore, come il chi-tarrista Riccardo Tesio aveva anticipato ad On-stage: «L’atmosfera di Canzoni per un figlio è quella che ci interessa proporre anche in sede live, perché le nuove versioni ci paiono anche migliori di quelle vecchie. Dal vivo non potre-mo avere Roy Paci o riproporre gli arrangia-menti d’archi di Davide Rossi, ma l’idea è di seguire il percorso del disco. Oltre a quello, che dura una sessantina di minuti, stiamo ar-rangiando anche molte altre canzoni da porta-re dal vivo, visto che non siamo mai capaci di suonare meno di due ore».

Per distanziarsi ulteriormente dal classico spettacolo rock, i cuneesi hanno anche deciso di inserire parecchi ospiti a sorpresa, molto spes-

so scrittori, in modo da spezzare leggermente il ritmo e introdurre (anche grazie alla lettura del-le note del booklet del CD) i pezzi in maniera consona. All’Alcatraz di Milano, per esempio, è toccato a Marco Travaglio, vicedirettore de Il Fatto Quotidiano, ormai personaggio pub-blico di primissimo piano, fare da contraltare ai Marlene Kuntz, aumentando l’effetto d’in-timità dello show. Che, per amor di cronaca e per fortuna dei vecchi fan, non ha lesinato an-che sotto l’aspetto puramente “rumoristico” - uno dei classici dei MK -, riproponendo con grande effetto vecchi brani noise come Sonica, Festa mesta, Io e me e Ineluttabile. Una band matura, ma che ha sempre la voglia di spingersi oltre.

«l’AtmosferA di Canzoni per un figlio è quellA che ci interessA proporre Anche in sede live, perché le nuove

versioni ci sembrAno persino migliori di quelle vecchie»

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EMIS KILLA29 aprile,Magazzini Generali, Milano

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1 MAGGIO1 maggio, Piazza San Giovanni, Roma

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ELISA

CAPAREZZA

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MARCO MENGONITour teatrale

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Che il suo personaggio di intrattenitore uscito da X-Factor gli andasse stretto non era certo un mistero per nessuno. Ma Marco Mengoni ama prendersi

rischi in un music business basato invece su certezze granitiche e su una certa immobilità di fondo. Lo aveva anticipato ad Onstage poco prima della partenza del suo tour teatrale, du-rante un’intervista in cui aveva tenuto a ribadire come a guidare la sua musa ci fossero talen-to, passione e un pizzico di incoscienza. «Per descrivere al meglio la complessità del reale si deve ricorrere a contaminazioni diverse. I nuovi concerti si muoveranno nella direzione del western e della Motown, con destinazione New Orleans. Tutto è stato ripensato secon-

do questo stile, diminuendo la spettacolarità per dare maggior risalto ai contenuti e alla musica».

Detto e fatto, perché alla riprova dei fatti lo spettacolo targato 2012 di Mengoni è stato un grosso passo in avanti (e anche di lato, a pensar-ci bene) rispetto a quanto fatto in passato: niente balletti, trucchi e coreografie azzardate, ma una band finalmente libera di conquistare spazio e importanza e un intero show focalizzato sulla sua voce e sulla musica. Marco ha introdotto il concerto con un monologo che ha ricordato la storia de Il curioso caso di Benjamin Button (un uomo che da vecchio ritorna bambino fino al ri-torno nel ventre materno) e persino lui è sembra-to ringiovanito nonostante abbia solo 23 anni.

La zavorra di X-Factor e del suo ruolo di prede-stinato non ha pesato poi così tanto e il giovane talento italiano ha potuto finalmente dedicarsi alle influenze che tanto gli sono care: che fosse Can’t Help Falling In Love di Elvis Presley, un medley della Motown, la casa del soul america-no per eccellenza, o l’omaggio a Amy Winehou-se di Rehab. L’impressione che se ne è ricavata è che Mengoni è un artista pacificato con se stesso e pronto per diventare davvero grande, per te-nere finalmente fede alle parole di un suo fan d’eccezione, lo scomparso Lucio Dalla: «Marco ha una voce incredibile, sembra Prince. Potreb-be diventare un talento internazionale quando i nostri cantanti arrivano al massimo a San Mari-no». Chissà se sarà capace di tanto.

« per descrivere lA complessità del reAle serve contAminAre. per questo i nuovi concerti si muovomo nellA direzione del

western e dellA motown, con destinAzione new orleAns»

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MUDHONEY22 maggio, Circolo degli Artisti, Roma

BLACK LIPS24 maggio, Circolo degli Artisti, Roma

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METALLICA13 maggio, Stadio Friuli, Udine

La stagione dei concerti all’aperto si è aperta allo Stadio Friuli di Udine con i Metalli-ca, impegnati a portare in Italia il tour ce-

lebrativo del loro disco di maggior successo: il cosiddetto Black Album (o semplicemente Me-tallica), uscito nel 1991 e capace di vendere più di venticinque milioni di copie in tutto il mondo. Un sold-out annunciato che ha riunito sotto la bandiera di una delle (se non la) metal band più famose di sempre quasi quarantamila persone provenienti anche dalle vicine Slovenia e Au-

stria, in una serata caldissima dal punto di vista musicale ma pressoché autunnale a causa del forte vento e della temperatura mai andata oltre i quindici gradi. Considerazioni climatiche a par-te, James Hetfield e compagni non hanno tradito le attese, suonando per due ore senza pause, rivi-talizzando anche gli episodi del disco omonimo maggiormente trascurati in anni di carriera come ad esempio The Struggle Within, My Friend Of Misery e Don’t Tread On Me, per poi scatenarsi su esplosioni e fuochi d’artificio a fine concerto

con gli anthem One, Battery ed Enter Sandman. Un palco gigantesco e un volume elevatissi-

mo hanno reso l’esperienza ancora più completa e soddisfacente per tutti i convenuti, che hanno cantato a memoria ogni strofa e tutti i ritornel-li proposti dai Four Horsemen. In apertura i supporter Gojira e Machine Head avevano pre-parato a dovere l’audience all’uragano Metal-lica, con due set estremamente diretti e senza fronzoli, sfruttando l’abbondante tempo a loro disposizione.

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NEGRAMAROCasa 69 Tour

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Per i salentini, questo è stato un anno cul-minato con la partecipazione alla gran-de giornata di Italia Loves Emilia e con la pubblicazione di un doppio CD che

raccoglie i migliori brani del repertorio e qual-che inedito, Una storia semplice. Un titolo quan-to mai azzeccato quello che i Negramaro hanno dato al best of, perfetto per descrivere come la loro carriera sia in fondo frutto di passione per la musica, di un’amicizia incrollabile e della perse-veranza con cui hanno cercato il successo senza tradire i propri principi. Lo stesso si può dire dei live, il vero punto di forza del sestetto: dai primi passi nei club fino ai grandi concerti negli stadi, tutto fa parte di un progetto che non conosce so-

ste e che anche nel 2012 ha raccolto attorno a sé migliaia di fan intenzionati a passare due ore in compagnia di Giuliano e compagni.

Il batterista Danilo Tasco ha un punto di vista privilegiato rispetto ai compagni, sebbene non possa certo spostarsi troppo dalla sua posizione: «Ai concerti è sempre una festa. Dalla prospet-tiva del palco il pubblico è lì, di fronte a te, e si muove in un momento di gioia, dolore e diverti-mento. Mi piacerebbe essere in una posizione an-cor più elevata, per avere una visuale più ampia della platea, perché io alla batteria, al contrario dei miei compagni, non posso spostarmi. Li in-vidio un po’, perché possono andare in giro per il palco, ma dal mio punto di vista ho sempre i

fan davanti agli occhi». Il Casa 69 Tour 2012 ha dunque riproposto lo schema di quello dell’anno precedente, che si era rivelato un grande succes-so. Aperto, come da copione, dall’atterraggio dell’astronauta sul palco, lo show dei Negramaro è partito da Sing-hiozzo per chiudersi con Par-lami d’amore: nel mezzo tutto l’universo della band, con Mentre tutto scorre, Solo 3 minuti, Estate, Quel matto son io, Polvere e molto altro, come, per esempio, la bellissima parte dedicata all’intermezzo Teatro 69, con ospiti di prestigio come Neri Marcorè, Fabio Volo, Ambra Angio-lini, Ficarra & Picone, Francesca Inaudi e molti altri, a sostegno del teatro italiano e della cultura. Un motivo in più per elogiare i salentini.

«Ai concerti è sempre unA festA. dAl pAlco vedi il pubblico di fronte A te, e si muove in un

momento di gioiA, dolore e divertimento»

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Non sono capace di suonare da solo. Ho bisogno che ci siano un basso, un piano, una chitarra, del pubblico. Allora sono in grado di fare il mio lavoro. Non c’è gioia nella musica senza qualcuno con cui condividerla.

Ringo Starr

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COLDPLAY24 maggio, Stadio Olimpico, Torino

Dopo essere stati il primo headliner del-lo scorso Heineken Jammin’ Festival, i Coldplay si sono presi una serata tutta

per loro allo Stadio Olimpico di Torino. Come nelle altre date del tour, hanno organizzato una colorata scenografia che ha coinvolto gli spetta-tori: all’ingresso ogni singola persona ha avuto in dono un braccialetto in grado di accendersi automaticamente durante lo show. L’effetto è stato a dir poco spettacolare. Trentamila luci fluo hanno accompagnano la band inglese sul

palco, introdotta dal tappeto sonoro di Star Wars. L’attacco con Mylo Xyloto, Hurts Like Heaven, In My Place e Major Minus. Un trionfo di colori e sudore. Ma era solo l’inizio. Clocks, Fix You e Every Teardrop Is A Waterfall hanno alternato il fascino delle ballate ai momenti più leggeri, dualismo sul quale è stato costruito lo show così come l’intera carriera discografica dei Coldplay.

Chris Martin ha sfoggiato una presenza sceni-ca straripante e ha dominato il palco come solo

i grandi frontman sanno fare - a metà show si è lasciato andare fino a distruggere una chitarra. Ma più di tutto, sono state le canzoni a rende-re speciale la serata di Torino. Non potevano mancare hit del calibro di Yellow, Viva La Vida, The Scientist e i brani dell’ultimo disco come Us Against The World e Charlie Brown. Con un mix di intimità e condivisione, i Coldplay sono entrati nel cuore di ogni singolo spettatore, mo-strando ancora una volta di essere la più grande nuova realtà della musica pop mondiale.

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SOUNDGARDEN4 giugno, Arena Concerti, Fiera di Rho (MI)

PUDDLE OF MUDD7 giugno, Live Club, Trezzo Sull’Adda (MI)

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THE MARS VOLTA20 giugno, Magazzini Generali, Milano

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DENTE8 giugno, Piazzale del Verano, Roma

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BRUCE SPRINGSTEEN07 giugno, Stadio San Siro, Milano10 giugno, Stadio Artemio Franchi, Firenze11 giugno, Stadio Nereo Rocco, Trieste

Il Boss in Italia è a casa. L’ennesima dimostra-zione di affetto reciproco tra gli adepti italiani e Springsteen si è compiuta in tre serate dif-

ficilmente dimenticabili anche da chi non era un fan sfegatato di Bruce prima di questa recente tournée. Caldo, pioggia e vento non hanno fer-mato il pubblico, che ha affollato i tre stadi affit-tati per gli show trasformandoli in veri e propri luoghi di festa.

Alla musica ha provveduto la rockstar ameri-

cana, omaggiando quest’arte con spettacoli mai inferiori alle tre ore e di un’intensità che trova a fatica paragoni con chiunque altro. In particolar modo la data tenuta allo Stadio San Siro di Mi-lano il 7 giugno è stata una di quelle serate che entrano negli annali. Tre ore e quaranta minuti di set, tutti i classici più famosi suonati con alcune chicche che si credevano oramai dimenticate, un’interazione con la platea dall’inizio alla fine e quell’ultima ora in cui tutte le luci del Meazza

erano accese a giorno, a sottolineare l’assenza totale della dimensione temporale che caratte-rizza i concerti di Bruce. La pioggia di Firenze ha aggiunto più magia a un altro appuntamento indimenticabile, con oltre trenta pezzi in scaletta e anche in questa occasione una durata comples-siva superiore alle tre ore. Trieste ha concluso il trittico con alcune sorprese nella setlist e trenta-mila presenze al Nereo Rocco, esaltate oltre ogni misura per l’ennesimo spettacolo clamoroso.

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GODS OF METALDal 21 al 24 giugno, Arena Concerti, Fiera di Rho (MI)

Una quattro giorni all’insegna della musi-ca dura senza compromessi. Il Gods Of Metal ha proposto un’ambiziosa edizione

nella nuova area concerti della Fiera di Rho e per l’occasione non ha badato a spese, chiamando band di punta e artisti di primo piano nel panora-ma hard&heavy, vere e proprie leggende pronte a misurarsi a colpi di decibel e headbanging. I Manowar sono la personificazione della fede all’heavy metal più puro, quello visto come stile di vita e non solo come la migliore musica al

mondo; il redivivo Axl, ha portato i suoi Guns N’ Roses a suonare per tre ore, arrivando con puntualità incredibile sul palco e costringendo i convenuti a rientrare senza più mezzi pubblici, visto che il set è terminato all’una di notte (ma nessuno si è lamentato di tanta abbondanza!).

I Mötley Crüe, Slash con Myles Kennedy e i riformati The Darkness hanno timbrato la gior-nata più ricca dal punto di vista hard e glam, con performance di classe che hanno reso superfluo il rapido temporale che ha bagnato una folla ac-

caldata e impegnata ad acclamare i propri idoli. Gran finale con Ozzy Osbourne e i suoi amici (24 giugno), con la presenza del leggendario Geezer Butler al basso e Zakk Wylde, Gus G e Slash a darsi il cambio alla chitarra per un’ora e mezza di autentico amarcord metal da lacrime. Nell’attesa e nella speranza di vedere i Black Sabbath al completo, il buon vecchio Ozzy ha dato tutto ciò che aveva a oltre ventimila fans in adorazione mistica. Anche i metallari hanno un cuore d’oro.

MöTLEY CRüE

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MANOWAR

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OZZY OSBOURNE

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GUNS N’ ROSES

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EMILIA LIVE25 giugno, Stadio Dall’Ara, Bologna

La terribile catastrofe causata dal terremoto che ha colpito l’Emilia a maggio ha pro-vocato la reazione immediata anche degli

artisti italiani. In particolar modo due iniziative hanno offerto un concreto aiuto alle popolazioni messe in ginocchio dal sisma, Emilia Live e Ita-lia Loves Emilia. Per Emilia Live, Beppe Carlet-ti dei Nomadi ha radunato allo Stadio Dall’Ara di Bologna quarantamila persone, pronte a con-tribuire alla ricostruzione pagando il biglietto per ascoltare la musica di Francesco Guccini e

moltissimi altri musicisti originari dell’Emilia Romagna. Fra i protagonisti assoluti Zucchero, che ha aperto la serata poco dopo le 21, e proprio Guccini, che ha persino duettato con un’emozio-natissima Caterina Caselli, il cui ultimo concerto risaliva a più di quattro decenni fa.

Alla manifestazione hanno partecipato anche Ligabue e gli Stadio, che insieme a Gianni Mo-randi hanno omaggiato Lucio Dalla; quindi sono saliti sul palcoscenico Nek, Samuele Bersani, Paolo Belli e Luca Carboni. Uno dei momenti

più intensi è stato il duetto fra Cesare Cremonini, seduto al pianoforte, e Laura Pausini sulle note di L’anno che verrà, omaggio a Dalla e ulteriore prova di quanto sia stata dolorosa per Bologna e l’Emilia la sua morte improvvisa. L’evento benefico, trasmesso in diretta tv dalla Rai, si è chiuso con Andrea Mingardi e le note di With A Little Help From My Friends dei Beatles, quindi i Modena City Ramblers e Dio è morto interpre-tata dai Nomadi hanno fatto calare il sipario su questa importante serata di solidarietà.

ZUCCHERO

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RAFFAELLA CARRà

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ROCK IN ROMADal 7 giugno al 22 settembre, Ippodromo delle Capannelle, Roma

Nata nel 2009, la kermesse che si svol-ge all’Ippodromo delle Capannelle ha acquistato anno dopo anno sempre più sicurezza e autorità sul mercato. L’edi-

zione 2012 ha visto ben trentuno serate che si sono susseguite in un periodo di tempo che è andato dal 7 giugno al 22 settembre. Tra gruppi italiani affermati e star internazionali di altissi-mo livello, l’area è stata sfruttata a dovere an-che grazie alla presenza del Roma Rock Village,

con diversi stand dedicati a merchandise, cibo e bevande, dando alla manifestazione quel tocco d’internazionalità che serviva.

I due concerti rilevanti sono stati quelli dei Cure, con Robert Smith e soci impegnati in una scaletta di ben trentasei pezzi, e quello dei Ra-diohead (tenutosi a settembre dopo il rinvio di giugno dovuto al decesso di un membro dello staff della band a Toronto) che ha radunato una folla oceanica, sin dal pomeriggio in fremente

attesa per la band di Thom Yorke. Altri momenti importanti del Rock In Roma sono stati gli show di Cypress Hill ed Everlast e l’assai breve ma davvero intensa perfomance dell’icona rap Sno-op Dogg. Parlando di icone e impossibile non citare i Portishead, paladini del trip-hop. Spa-zio anche alle leggende dei Doors Manzarek & Krieger e alla reunion dei Beach Boys, mentre le nuove leve sono state pienamente rappresentate dai Kasabian e dai ritorni di Incubus e Garbage.

INCUBUS

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PORTISHEAD

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SNOOP DOGG

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CYPRESS HILL

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MADONNA12 giugno, Stadio Olimpico, Roma 14 giugno, Stadio San Siro, Milano 16 giugno, Stadio Artemio Franchi, Firenze

Èancora la regina del pop? Sarà in grado a più di cinquant’anni di tenere la scena come una volta? Lady Gaga l’avrà supe-

rata? Le attese per il tour negli stadi di Madon-na era altissima sin dall’annuncio delle date e dalla pubblicazione dell’album MDNA. La star non ha deluso le aspettative, ha ritardato a vol-te anche di un’ora l’inizio dello show ma poi, per i centoventi minuti successivi, non ha fatto mancare proprio nulla ai presenti, riaffermando con forza il proprio ruolo di protagonista asso-

luta della scena pop. Stadi non sold out ma comunque affollati,

segno che Madonna è ancora in grado di ra-dunare folle importanti, pronte a ballare, salta-re e partecipare a un suo minimo cenno. Sexy e provocante forse anche oltre il consentito, Miss Ciccone ha diviso il proprio spettaco-lo in quattro atti, ovvero Transgression, Pro-phecy, Masculine/Feminine e Redemption. Scenografie monumentali ed effetti tecnologi-ci più che all’avanguardia hanno contribuito a

immergere il pubblico in un’atmosfera quasi parallela, in cui la popstar ha presentato nuove e vecchie hits, provocando la rivale Lady Gaga con l’accenno della sua Born This Way dopo Express Yourself, quasi a dimostrare che a volte si va ben oltre la semplice ispirazione altrui per creare le proprie canzoni. Se sui vecchi caval-li di battaglia Like A Prayer e Like A Virgin il coinvolgimento è stato totale, è stata scelta la più recente Celebration per concludere la sca-letta.

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ROCK IN IDRHO PREVIEW13 giugno, Carroponte, Sesto San Giovanni (MI)

Come recitava il nome stesso, la Preview doveva solamente essere una specie di anticipazione del piatto forte (a cui avreb-

bero preso parte Rancid, PIL, Specials e molti altri) e invece si è trasformato, causa diluvio uni-versale nell’appuntamento di luglio, nell’unico Rock In IdRho della stagione. Un festival lungo un giorno decisamente sbilanciato verso punk e hardcore con due palchi posizionati nella bella location del Carroponte di Sesto San Giovanni.

La prima parte della giornata scorre via ab-bastanza velocemente con band come La Di-

spute, Billy Talent e Hot Water Music, ma tutti i presenti sono lì per il tris finale, quello che si preannuncia davvero di grande pregio: sul palco principale attaccano gli svedesi Hives, che poco prima ci avevano annunciato l’ennesimo cambio di abiti di scena - i cinque appaiono con dei frac davvero elegantissimi e con i soliti roadie vestiti come ninja, nonostante un caldo soffocante - e i nuovi brani come Patrolling Days e Go Right Ahead si mescolano bene con i loro classici, per-fetti per fare esplodere le prime file: Hate To Say I Told You So e Tick Tick Boom sono accolte da

boati e concludono l’esibizione in tempo per i Lagwagon, headliner del palco più piccolo. Il loro hardcore californiano anni Novanta è l’in-troduzione più efficace per un sound che ha fatto scuola e che trova proprio negli Offspring uno dei suoi alfieri più celebri. La band di Noodles è ormai celebre in ogni parte del globo e mette in fila una serie di hit impressionanti, per un’ora e mezza di spettacolo, chiuso da una Self Esteem cantata in coro da tutti quanti: niente male per dei ragazzi bianchi, come dicevano loro stessi in Pretty Fly For A White Guy.

THE OFFSPRING

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THE HIVES

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MTV DAYS29 e 30 giugno, Piazza Castello, Torino

La location è stata quella delle due edizioni precedenti: Torino. Una cornice in grado di regalare la giusta magia per l’evento cele-

brativo di MTV Italia, che ha festeggiato così il suo compleanno. Due giorni di musica con un cast che ha offerto - gratuitamente - il meglio della produzione italiana popolare. L’edizione 2012 si è aperta il 28 giugno con l’opening party alla Reggia di Venaria Reale che ha visto esi-birsi, tra gli altri, Useless Wooden Toys, Salmo, Dj Aladin e Power Francers. Il giorno seguente

via ai concerti sul palco di Piazza Castello con Bianco, Emma, Nina Zilli, i Litfiba e i maggiori esponenti dell’hip hop made in Italy amato dal pubblico di MTV: Fedez, e i Club Dogo.

Un fiume di musica che ha visto la sua con-clusione il 30 giugno con Negrita, Marco Men-goni, Heike Has The Giggle, Emis Killa, Giorgia e Benny Benassi. Ad accompagnare l’evento musicale, che ha visto la partecipazione di mol-te migliaia di persone per entrambe le giornate, come da tradizione si sono tenuti dibattiti e tavo-

le rotonde sugli argomenti più caldi dell’attualità musicale: tra i più interessanti “Twitter or #Fa-cebook - Artisti, fans e strategie di promozione sui social media”, Hip hop or #Dance? - Alla ricerca del genere musicale di riferimento per la millennial generation”, sui gusti musicali della nuova leva di ascoltatori, #Retromania or #Su-pernow, Il pastiche di passato, presente e imme-diato nella cultura pop” o l’incontro focalizzato sul canale migliore che gli esordienti dovrebbero sfruttare per far conoscere il loro progetto.

CLUB DOGO

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BENNY BENASSI

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AFTERHOURSSummer Tour

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Icambiamenti, qualunque essi siano, porta-no sempre una ventata di freschezza e di energia. Padania, ultimo album targato Af-terhours, rappresenta fin dall’inizio la voglia

di Agnelli e compagni di mutare verso una nuova veste sonora, e viene introdotto da un brano che si intitola Metamorfosi. Così ne diceva il batte-rista Giorgio Prette, in un’intervista rilasciata ad Onstage Magazine mentre il gruppo stava pre-parando il nuovo spettacolo live: «Metamorfosi significa spinta verso un cambiamento. Detta così può sembrare banale, ma noi siamo ciò che suoniamo e quindi, per poter andare avanti, ci troviamo in qualche modo costretti a cambiare sempre. Più si procede e più diventa difficile, ma

il progresso resta per noi un’esigenza primaria. Sarà sicuramente più arduo suonare i pezzi nuo-vi dal vivo, Padania ha una complessità sonora che ci mette di continuo alla prova. Per questo motivo, sono certo che sarà il tour più impegna-tivo della nostra carriera».

Difficile stabilire se così sia stato davvero, ma la resa sonora degli Afterhours targati 2012 e implementati dal recente ritorno alla terza chi-tarra (Xabier Iriondo si è di nuovo aggiunto ad Agnelli e Ciccarelli) è stata di quelle davvero eccellenti. È toccato ancora a Metamorfosi apri-re lo spettacolo, ma è stato tutto l’ultimo album a fare un’ottima figura nella lunga scaletta che il sestetto milanese ha portato in giro per l’Italia,

riconfermandosi come uno dei nomi più amati del panorama rock autoctono. I migliori episo-di sono stati Costruire per distruggere, La terra promessa si scioglie di nuovo e Padania, otti-mamente integrati in una macchina live che da anni non perde colpi e regala ottime impressioni. Non sono mancati nemmeno i grandi classici - Voglio una pelle splendida, Tutto fa un po’ male, La vedova bianca, Male di miele - e ripescaggi insoliti come Bye bye Bombay e Posso avere il tuo deserto? che hanno reso lo show vario e di-rompente. Tre chitarre, violino, basso e batteria per la miglior formazione in assoluto degli Af-terhours, pronta per l’Italia e per le solite incur-sioni in terra americana.

«dettA così può sembrAre bAnAle, mA noi siAmo ciò che suoniAmo e quindi, per poter AndAre AvAnti, ci troviAmo

in quAlche modo costretti A cAmbiAre sempre»

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BLINK 1823 luglio, Mediolanum Forum, Assago (MI)

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PAOLA TURCI4 luglio, Villa Ada, Roma

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J-AXMeglio live tour

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Prima di prendersi un anno sabbatico, come lo stesso J-Ax ha anticipato ad Onstage, il rapper milanese ha deciso di terminare alla grande il 2012 con il

Meglio Live Summer Tour, partito dal Carropon-te di Sesto S. Giovanni e dilagato per tutta Italia come un tornado di rap’n’roll. L’aveva promes-so: «È un tour molto più rock e la scaletta com-prende tutta la mia storia, non soltanto le cose più recenti, com’era successo la volta scorsa. È una sorta di greatest hits, dove i brani sono stati scelti in base al successo avuto su YouTube, su cui i miei fan sono davvero scatenati». E, a giu-dicare dai molti sold out e dalla quantità di fan

in delirio, possiamo dire a posteriori che Ax ha di nuovo raggiunto una vetta di popolarità che fa invidia a molti suoi colleghi, reinventandosi una carriera dopo aver sciolto il più celebre gruppo rap d’Italia, formato assieme a DJ Jad.

E, dopo una bella serie di album, il milanese non ha certo bisogno dei classici del passato per preparare una scaletta ad alto voltaggio, in cui ha inserito tutti i brani del nuovo repertorio e rag-gruppato attorno a sé la miglior formazione pos-sibile, formata con gli amici Space One, Guido Style, Fabio-B, Dj Zach e Steve Luchi. «La band è composta da musicisti che sono dei fratelli per me, per cui non ci sarà nessun cambiamento

rispetto al passato. Saremo sempre gli stessi, a meno che qualcuno di loro non decida di fare altro. Sono i più bravi in circolazione, non potrei chiedere niente di meglio».

Quasi trenta i brani della setlist, tutti tratti dalla sua carriera solista, tra bei ripescaggi come Noi no, Gente che spera, Ti amo ti ammazzo, singoli dell’ultimo album (Domenica da coma, Anco-ra in piedi e I Love My Bike) e il nuovo inedito Brillo ma da lucido. Una miscela di rock’n’roll e rap che ha trovato nel live la sua dimensione de-finitiva, con un’energia che deve al punk la sua ragione di esistere. Un mix travolgente, proprio come il suo interprete.

«lA bAnd è compostA dA musicisti che sono dei frAtelli per me, per cui non ci sArà nessun cAmbiAmento rispetto Al pAssAto. sono

i più brAvi in circolAzione, non potrei chiedere niente di meglio»

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HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVALDal 5 al 7 luglio, Arena Concerti, Fiera di Rho (MI)

Lo spostamento dal Parco San Giuliano di Mestre all’Arena Concerti di Rho Fiera (Milano) è stato per mesi l’argomento

più gettonato riguardo all’edizione 2012 del HJF, giunto alla tredicesima edizione. Gli or-ganizzatori hanno deciso di passare da un parco stupendo ma esposto a intemperie climatiche clamorose alla Fiera di Rho, con l’asfalto ma facilissima da raggiungere grazie e metrò e treni. Con l’aiuto dell’erba sintetica e del sole estivo milanese, che tuttavia ha lasciato spazio

(come da tradizione) anche al canonico tempo-rale, il festival si è svolto serenamente, in un clima festaiolo che ha visto alternarsi sul pal-co nei tre giorni altrettanti headliner di livello: Red Hot Chili Peppers, Prodigy e Cure.

La giornata più affollata è stata la prima, me-rito del rock contaminato dei californiani, ma quella più sentita è stata probabilmente l’ulti-ma, grazie a una perfomance eccellente di Ro-bert Smith, oltre al grande ritorno dei New Or-der e alla partecipazione massiccia del pubblico

sul set dei Crystal Castles. Da menzionare ne-gli altri giorni di festival la prestazione di Noel Gallagher e l’energica esibizione dei Lostpro-phets e degli Evanescence, capitanati dalla bra-vissima Amy Lee. I Prodigy hanno confermato di essere ancora una grande live band, ma la palma dei migliori in assoluto dell’Heineken Jammin’ Festival 2012 va come già detto ai Cure, in grado di suonare per tre ore senza cali di tensione, coinvolgendo in modo tanto netto quanto naturale i molti presenti.

NOEL GALLAGHER

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RED HOT CHILI PEPPERS

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EVANESCENCE

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THE PRODIGY

THE CURE

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La gente vuole ascoltare artisti che cantano parole che vengono dalla loro testa e dal loro cuore in tempo reale, che abbiano

una profonda connessione con il momento che stanno vivendo.John Mayer

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MORRISSEY10 luglio, Teatro Arcimboldi Milano

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MORRISSEY10 luglio, Teatro Arcimboldi Milano

BILLY IDOL7 luglio,

Hydrogen Festival,

Piazzola sul Brenta (PD)

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LIGABUESotto bombardamento Tour

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Èstato un piccolo regalo ai fan il mini tour che Luciano Ligabue ha deciso di mettere in piedi in questo 2012 che do-veva invece essere un anno di pausa e

riflessione. Le pile devono essere ricaricate, ma quelle del rocker di Correggio paiono non sca-ricarsi mai e quindi via col breve giro del Sotto bombardamento Tour, con cui il Liga si è tolto altre soddisfazioni, pure all’estero, come dimo-stra il concerto alla Royal Albert Hall di Londra. A Onstage aveva raccontato tutto in anteprima il suo manager/amico Claudio Maioli in una lunga intervista: «Abbiamo sempre voglia di sfide e a stare troppo fermi dopo un po’ ci si annoia. Così

abbiamo pensato a Sotto bombardamento, un pezzo che ci siamo trovati a cantare parecchie volte, e ci siamo detti “perché non valorizzar-lo”? Magari con due o tre concerti per soste-nere un singolo per noi attualissimo, visto che parla di bombardamenti e confusione di notizie. Una cosa semplice, la classica scatola rock and roll, la stessa soluzione che abbiamo utilizzato a Londra: nessun effetto speciale, qualche video di supporto ma, soprattutto, tanta energia».

Proprio il nuovo singolo ha aperto le danze dello spettacolo e da lì in avanti sono state più di due ore di sano rock, quello che i fan del Liga co-noscono bene. Libero da impegni promozionali

che magari impongono scalette concentrate solo sull’ultimo lavoro in studio, Luciano si è potuto concentrare su un ideale greatest hits che ha pe-scato da tutti i suoi dischi. Uno in fila all’altra sono passati grandi momenti di rock’n’roll (ma anche attimi più intimi) con Libera nos a malo, Ho perso le parole, I ragazzi sono in giro, Fred-do cane in questa palude, Il giorno di dolore che uno ha e le immancabili Non è tempo per noi e Urlando contro il cielo. Una carrellata di classici che hanno riconfermato come la parabola di Li-gabue sia unica e con pochi termini di paragone, almeno in Italia. Correggio, ancora una volta, è diventata il centro del mondo.

«lo show è unA cosA semplice, lA clAssicA scAtolA rock And roll: nessun effetto speciAle, quAlche video di supporto e, soprAttutto, tAntA energiA»

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10 GIORNI SUONATIDal 13 giugno al 24 luglio, Castello Sforzesco, Vigevano (PV)

La terza edizione della manifestazione si è ancora una volta tenuta a Vigevano, nel parco dello splendido Castello Sforzesco,

tra giugno e luglio, proponendo ottimi concer-ti, buon cibo ed eccellente organizzazione. Gli inconvenienti atmosferici (qualche acquazzone di rito) e animaleschi (zanzare di taglia xl) sono passati in secondo piano di fronte alla proposta artistica e al contorno di una kermesse in sempre più rapida crescita.

Leggende della storia della musica come i

Lynyrd Skynyrd e Paul Weller sono stati affian-cati in altre serate da stelle emergenti come Mika, Wolfmother e James Morrison, mentre nomi ben più affermati nel panorama musicale come Garbage (alla prima apparizione italiana dopo la reunion), Lenny Kravitz, Ben Harper e Incubus hanno completato insieme allo straordinario G3 (Guitar Three, ovvero un progetto che presenta all’opera trio di super virtuosi della chitarra) di Joe Satriani, Steve Vai e Neal Morse un cartellone davvero di primo piano nell’estate italiana e non

solo. Buona musica ma anche grande attenzione a quanto gira intorno a una serata di spettaco-lo: spazio anche a incontri con scrittori e autori letterari all’ora dell’aperitivo, stand gastronomi-ci all’insegna del culto slow food, birre artigia-nali e mostre di vario tipo allestite nell’area con-certi. Oltre a tutto ciò, recentemente Barley Arts ha ricevuto il premio Greener Festival Award, attribuito ai festival caratterizzati da buona organizzazione e conclamata consapevolezza ambientale.

BEN HARPER

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LENNY KRAVITZ

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GARBAGE

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JAMES MORRISON

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DURAN DURAN16 luglio, Arena, Verona

FRANCO BATTIATO22 luglio, Centrale Live, Roma

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CITY SOUND MILANODal 2 al 30 luglio, Ippodromo San Siro, Milano

Dopo un’intensa battaglia legale giocata a colpi di ricorsi al Tar, il City Sound ha preso il posto del Milano Jazzin’ Festival

e del presunto sostituto Arena Music ai primi di giugno, quando i concerti erano stati annuncia-ti oramai da mesi e si avvertiva la sensazione che alla fine tutto sarebbe potuto saltare in aria. Nulla di più sbagliato, grazie a una nuova loca-tion meno centrale rispetto all’Arena Civica, ma anche meno soggetta a limitazioni di sound e di

orario, con un contorno espandibile nelle pros-sime edizioni e un’area concerti più malleabile e sfruttabile.

Il pubblico ha risposto all’appello e le date più attese sono state svolte regolarmente, su tutte le reunion degli Stone Roses e dei Beach Boys: i primi hanno attirato i fan di quella scena che negli anni Ottanta era definita Madchester, ovvero quando il Britpop aspettava i dischi Oa-sis e Blur mentre gli Stone Roses dominavano

le chart oltre Manica; la più famosa band di surf rock degli anni Sessanta, invece, è tornata insieme su un palco, con tutti gli acciacchi del caso, a reinterpretare quarantasette (!) brani che hanno segnato un’epoca. Non ha tradito le atte-se lo show della leggenda blues B.B. King, e lo stesso discorso vale per le esibizioni di Alanis Morissette e Kasabian - sold out per gli inglesi - mentre sono state più di nicchia le performance di Marilyn Manson e di Alice Cooper.

MARILYN MANSON

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KASABIAN

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ALICE COOPER

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B.B. KING

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PLACEBO3 agosto,

Castello Scaligero, Villafranca (VR)

PAOLO NUTINI12 agosto, Sziget Festival Budapest

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PLACEBO3 agosto,

Castello Scaligero, Villafranca (VR)

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FOO FIGHTERS13 agosto, Villa Manin, Codroipo (UD)

IFoo Fighters sono tornati in Italia a un anno di distanza dal super concerto tenuto al Rock In Idrho 2011, molto più a est e in una lo-

cation ben più suggestiva dell’asfalto di Rho. Dave Grohl ha fatto godere oltre quindicimila spettatori (la venue era sold-out) con uno spet-tacolo superiore alle due ore di durata, che ha regalato il migliore avvio di set possibile con due brani (White Limo e All My Life) che hanno messo a dura prova le ossa, le articolazioni e le teste dei presenti. Spazio all’ultimo disco con

Rope, Walk, Arlandria e Dear Rosemary suo-nata insieme a Bob Mould, ma anche a tutti i classici che hanno reso famosa e affermata la creatura di Dave come The Pretender, Learn To Fly, Monkey Wrench, Best Of You, Times Like These ed Everlong.

Menzione particolare infine per i recuperi di Aurora e This Is A Call. Brividi incredibili quando i Foos attaccano In The Flesh, omaggio ai Pink Floyd per poi suonare anche Breakdown di Tom Petty poco prima dei saluti finali, a te-

stimonianza che il rock classico è un’influenza indispensabile per i sei (non per nulla lo scorso anno suonarono un’indiavolata Tie Your Mother Down dei Queen). Una scarica di adrenalina e di energia che trovano pochi riscontri nel pano-rama rock mainstream attuale, la degna celebra-zione dell’hard rock moderno, ma ancorato ai Seventies che Grohl e soci hanno sublimato nel recente e bellissimo Wasting Light, in quella che alla fine sarà considerata la migliore esibizione italiana di sempre per la band dell’ex Nirvana.

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A PERFECT DAYDal 31 agosto al 2 settembre, Castello Scaligero, Villafranca (VR)

Si dice che i festival italiani non reggano il paragone con quelli europei e americani. Un problema che per l’A Perfect Day non

si pone. La prima edizione, ospitata dalle mura del Castello Scaligero di Villafranca (Verona) è stata spalmata su tre giorni, ha visto protagonisti alcuni tra i nomi più interessanti del panorama rock internazionale. Ad aprire la rassegna gli australiani Dz Deathrays, che hanno scaldato il pomeriggio prima che i Temper Trap stregassero il pubblico con ballate e pezzi dance. I Two Door

Cinema Club sono saliti sul palco con determi-nazione anticipando gli headliner del primo giorno. I Killers hanno infiammato il pubblico presente, con uno show fatto di luci, proiezioni e tanto electropop, il loro ultimo album Battle Born. Da sottolineare l’omaggio a Verona con l’accenno a Romeo & Juliet dei Dire Straits.

Il giorno seguente, sotto una pioggia torrenzia-le cha ha reso l’atmosfera molto simile a quella dei festival inglesi a cui l’APD s’ispira, i Palma Violetes hanno rotto il ghiaccio seguiti dalle in-

tense performance di Vaccines e Mogwai, prima del ritorno in Italia dei Franz Ferdinand. La terza e ultima giornata, è stata aperta dalla vera rivela-zione del festival: gli Alt-J (non a caso i succes-sivi concerti di dicembre sono andati bene, con il sold out di Milano). Poi i set da incorniciare di dEUS e Mark Lanegan Band, due garanzie. Infine i Sigur Ròs. I finlandesi hanno incantato il pubblico con una performance magistrale mo-strando come la grande musica prescinde dalla lingua e dal paese di provenienza.

dEUS

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THE VACCINES

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FRANZ FERDINAND

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BUSH4 settembre, Circolo degli Artisti, Roma

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BUGO8 settembre, Circolo degli Artisti, Roma

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MARTA SUI TUBI11 settembre, Festa CGIL, Roma

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PETE DOHERTY13 settembre, XS Live, Roma

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MODà16 settembre, Arena, Verona

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OF MONSTERS AND MEN16 settembre, Teatro dell’Arte, Milano

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LEONARD COHEN24 settembre, Arena, Verona

IGGY & THE STOOGES27 settembre, Piazza della Repubblica, Firenze

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ITALIA LOVES EMILIA22 settembre, Campovolo, Reggio Emilia

Èstata un’altra grande manifestazione di so-lidarietà quella organizzata al Campovolo di Reggio Emilia per raccogliere fondi da

destinare alle popolazioni colpite dal terremoto di maggio. L’iniziativa ha segnato anche un al-tro importante precedente, ovvero la trasmissio-ne televisiva via pay per view e in contempora-nea sui maggiori network radiofonici nazionali. Un cast d’eccezione unito da un nobile motivo, centocinquantamila presenti e una serie di duetti tra numeri uno della musica leggera italiana da

tramandare ai posteri: tutto questo è stato Italia Loves Emilia, concerto inusuale ma simbolico e probabilmente irripetibile per l’intensità e l’emotività trasmesse durante la diretta, benché molti cantanti si sono dichiarati nel post-show entusiasti e favorevoli a ripetere l’evento in un prossimo futuro.

Per l’occasione si sono alternati sul grande palco Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Eli-sa, Tiziano Ferro, Giorgia, Jovanotti, Ligabue, Litfiba, Fiorella Mannoia, Negramaro, Nomadi,

Renato Zero e Zucchero. I duetti migliori e più significativi sono stati quelli di Jovanotti e Re-nato Zero su Amico, di Zucchero con Jeff Beck, Elisa e Fiorella Mannoia su Madre dolcissima, quello de I Nomadi con Baglioni su Io Vaga-bondo e quello di Fiorella Mannoia e Jovanotti su una infuocata Clandestino (di Manu Chao); benissimo i Negramaro scatenati con Elisa e Jovanotti in Via le mani dagli occhi, Elisa con Liga su Gli ostacoli del cuore e la furiosa Tex dei Litfiba con Ligabue alla voce.

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RENATO ZERO

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CRIMINAL JOKERS4 ottobre, Circolo degli Artisti, Roma

MANNARINO20 settembre, Carroponte, Sesto San Giovanni (MI)

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RADIOHEAD22 settembre, Ippodromo delle Capannelle, Roma23 settembre, Parco delle Cascine, Firenze25 settembre, Arena Parco Nord, Bologna26 settembre, Villa Manin, Codroipo (UD)

Dopo un rinvio forzato dovuto a motivi extra musicali (il decesso di un membro dello staff della band in giugno a Toron-

to), i Radiohead si sono presentati in Italia per quattro date sul finire di settembre, in location open air che se non hanno goduto delle altissime temperature estive hanno comunque permesso a decine di migliaia di fan di godersi quello che è stato uno degli eventi live assoluti del 2012. Confermati dalla massiccia affluenza di pub-blico in tutte e quattro le occasioni, gli inglesi

hanno mostrato le qualità che ne fanno una delle più valide e importanti band nel panorama in-ternazionale.

La scenografia e l’utilizzo degli schermi che contornavano il palco hanno comprovato la loro capacità di portare on stage spettacoli d’avan-guardia, ma è inutile negare che la musica e le grandi emozioni sono state protagoniste assolute dei live. Anche chi conosce la band non ha potu-to non essere colpito dalla precisione esecutiva dei Radiohead dal vivo, che riescono a riprodur-

re alla perfezione tutti i suoni dei loro lavori in studio, dalla loro presenza scenica invidiabile - una menzione particolare per Thom Yorke, ani-ma creativa del gruppo - e dalle loro capacità po-listrumentistiche: sono veri artisti della musica, come se ne vedono pochi. Se le scalette possono aver scontentato qualche fan di vecchia data, il risultato globale ha lasciato davvero pochi dubbi anche al detrattore più spinto che non ha gradito le continue sperimentazioni e la voglia di novità che pervade i Radiohead da oltre vent’anni.

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Il più delle volte suono da solo, per cui quando mi capita di farlo in compagnia, con altri musicisti o davanti a qualcuno, provo un grande

sollievo. Mi piace l’atto fisico di stare vicino ad altre persone.Robert Wyatt

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MAXïMO PARK15 ottobre, Magazzini Generali, Milano

WILCO11 ottobre, Obihall, Firenze

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JENNIFER LOPEZ11 ottobre, Unipol Arena, Casalecchio di Reno (BO)

FUN18 ottobre, Alcatraz, Milano

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BIAGIO ANTONACCITour 2012

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L’aveva detto prima, a scanso di equivoci, parlando del suo nuovo album, ma in-tendendo anche il tipo di atmosfera che avrebbe accompagnato il nuovo tour:

«Non mi preoccupo dell’effetto che l’immagine di copertina farà in mezzo alle centinaia di altre sugli scaffali dei negozi. Né l’artwork, né l’al-bum con le sue canzoni dovranno sgomitare per farsi notare: si presenteranno così, come sono, semplicemente. Il colore dunque sarà la musica stessa a stabilirlo: hai presente il “periodo blu” di Picasso?».

Forse non sarà facile cogliere riferimenti al geniale pittore spagnolo, ma lo show di Biagio Antonacci ha certamente il pregio di non delude-

re le aspettative, pur evitando qualunque tipo di scenografia particolare, effetti speciali o chissà quali sorprese. L’unica concessione è stata quel-la lingua di palco che si allungava in mezzo al pubblico, verso il cuore dei - soprattutto delle - fan, con cui ha dialogato costantemente e intrat-tenuto un rapporto confidenziale molto intimo. «Ho preferito evitare particolari scenografie o tecnologie per poter essere il più possibile reale e in contatto diretto con il pubblico. Voglio en-trare in totale empatia con ogni spettatore»,

Dopo una prima parte serrata e ricca di im-pegni, Antonacci ha voluto chiudere l’anno con un doppio appuntamento milanese, per giocare in casa e concedersi due serate al Forum da as-

soluto mattatore. Immancabili sono la camicia bianca e i jeans e, ovviamente, altrettanto tutti i classici che hanno fatto esplodere il pubblico in ovazioni da stadio: ben venticinque i brani in scaletta per oltre due ore di spettacolo, con l’apertura affidata a Vivi l’avventura e Se fosse per sempre (entrambi tratti da Inaspettata del 2010), seguite da alcuni estratti dell’ultima av-ventura in studio del cantante, Sapessi dire no. Il clou è arrivato con l’esecuzione di Liberatemi, Iris (tra le tue poesie), Convivendo, Quanto tem-po e ancora e Se è vero che ci sei. Chiusura con Ti dedico tutto, un modo perfetto per festeggia-re col proprio pubblico l’ennesima conquista di una carriera che pare non declinare mai.

«ho preferito evitAre pArticolAri scenogrAfie o tecnologie per poter essere il più possibile reAle e in contAtto diretto con il

pubblico. voglio entrAre in totAle empAtiA con ogni spettAtore»

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TENACIOUS D16 ottobre, Mediolanum Forum, Assago (MI)

IL CILE20 ottobre, Orion Club, Roma

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SLASH23 ottobre, Unipol Arena, Casalecchio di Reno (BO)

KEANE26 ottobre, Estragon, Bologna

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CESARE CREMONINILive 2012

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Un tour da sogno: ecco qual è il vero nome del giro d’Italia che ha visto protagonista l’ex enfant prodige del pop bolognese nell’autunno 2012.

Una tournée trionfale che ha avuto come mo-menti più significativi le tre date sold out pro-prio a Bologna e il pienone in quel Forum di Assago (Milano) dove un giovane Cesare Cre-monini vedeva il primo concerto dei suoi miti Oasis tanti anni fa. Ecco che tutto torna allora, ma stavolta sul palco di quel palazzetto c’è lui, finalmente allo zenith della sua carriera soli-sta dopo l’exploit, da ragazzino, con i Lùna-pop. «Quando canto dal vivo l’energia è una e precisa, la sentiamo io e il pubblico. In quel momento torniamo ad allinearci sul fluire dei

sentimenti, che sono meno aperti alle interpre-tazioni. Nonostante qualche volta l’emozione mi sfugga dalle mani». Chiunque abbia potuto assistere a uno show del tour di Cremonini ha avvertito chiaramente questa connessione, me-rito dell’energia e del talento che vengono spri-gionati durante i suoi spettacoli, che risultano passionali, mai eccessivi e, soprattutto, sinceri.

In uno show lungo, con ben 25 canzoni, il compito di sciogliere il ghiaccio spetta al nuo-vo singolo Il comico (Sai che risate) e da lì in avanti la strada per Cesare è spianata e non ser-ve nemmeno troppa fatica per convincere un pubblico che è già tutto dalla sua. Il disco più recente, La teoria dei colori, è giustamente sac-cheggiato, ma chi partecipa in platea sa benis-

simo che non potranno mancare le concessioni ai Lùnapop e, soprattutto, agli altri classici del bolognese, da Dicono di me a Padremadre, pas-sando per Marmellata #25 e Le sei e ventisei.

E quando decide di rallentare il ritmo e ren-dere il tutto più intimo, eccolo da solo al pia-noforte intonare ben quattro ballad, gradite so-prattutto dal pubblico femminile: Due stelle nel cielo, Vieni a vedere perché, Vorrei e Niente di più. «A 32 anni passati credo di aver raggiun-to la piena coscienza dei miei mezzi: questo mi rende la vita più facile ma mi fa scalpitare. Ho bisogno di esprimermi completamente sul pal-co e credo che questa urgenza cominci a sentir-si anche nei miei lavori». Si sente nei dischi e si realizza sul palco.

«quAndo cAnto dAl vivo l’energiA è unA e precisA, lA sentiAmo io e il pubblico. in quel momento torniAmo Ad AllineArci sul fluire dei

sentimenti, che sono meno Aperti Alle interpretAzioni»

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TAME IMPALA26 ottobre, Magazzini Generali, Milano

THE CRANBERRIES29 ottobre, Mediolanum Forum, Assago (MI)

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BON IVER30 ottobre, Alcatraz, Milano

SCISSOR SISTERS1 novembre, Magazzini Generali, Milano

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MARRACASHGiusto un giro Tour

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Èvero, Marracash si è incoronato da solo King del rap, come recita il tito-lo del suo ultimo album in studio, ma tutti sanno come nell’hip hop servano

soprattutto autostima e una buona dose di sfac-ciataggine. Qualità che certo non mancano al rapper della Barona, quartiere periferico mila-nese spesso teatro delle sue rime, protagonista sui palchi italiani con un lungo giro che ha toc-cato nord, centro e sud, la riconfermando la sua centralità nella scena attuale. La prima parte del tour è stata ovviamente di promozione al disco, in compagnia dei fidi partner Dj TayOne e De-leterio, con cui ha pensato uno show serrato e ricco di sorprese: cambi di abito, atmosfere, una produzione ricca che ha messo in mostra

non solo la sua bravura di affabulatore, ma pure la voglia di offrire qualcosa che vada al di là del solito e del prevedibile. «Mi piace stare in giro, è l’essenza stessa della mia professione e i concerti live mi danno una grande energia. Più che all’hip hop, m’ispiro a certi spettacoli rock in cui ci si sbatte un sacco, ci si cambia i vestiti, s’immagina una bella scenografia com-plicata».

Il successo, davvero impressionante, ha rimes-so in moto la macchina e Marra si è visto quasi costretto a ritornare sul palco per concedere un bis ancora più gustoso con Giusto un giro Tour, una serie di date che lo vedono libero da impe-gni promozionali e con la possibilità di sfruttare al meglio tutti i pezzi forti del suo repertorio.

Introdotto dal nuovo talento Attila, emergente di belle speranze con cui sta già collaborando in vista di un possibile disco, Marracash non si risparmia di certo e spara sul pubblico una serie di hit come Quando sarò morto, I ragazzi dello zoo del Berlin, Badabum cha cha, Fino a qui tutto bene, Sabbie mobili e l’immancabile King del rap. C’è spazio anche per il talento dei suoi accompagnatori, con un bello scontro TayOne/Marra e uno spazio tutto personale per il dj che da sempre lo accompagna.

Se davvero questo è l’anno d’oro dell’hip hop italiano, Fabio Rizzo, in arte Marracash, è in prima fila per riscuotere quanto gli è dovuto. Giusto un giro, ma di quelli che sembrano non finire mai.

«più che All’hip hop, m’ispiro A certi spettAcoli rock, in cui ci si sbAtte un sAcco, ci si cAmbiA i vestiti, s’immAginA unA bellA scenogrAfiA complicAtA»

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MIKA10 novembre, Atlantico Live, Roma

MALIKA AYANE5 novembre, Teatro Filarmonico, Verona

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THE RASMUS17 novembre, Orion Club, Roma

VINICIO CAPOSSELA4 novembre, Tunnel, Milano

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MUSE16 novembre, Unipol Arena, Casalecchio di Reno (BO) 17 novembre, Adriatic Arena, Pesaro

Ci voleva qualcosa di importante per far sì che il ricordo del concerto di San Siro (giugno 2010), con quell’imponen-

te astronave calata sullo stadio milanese che aveva lasciato tutti a bocca aperta, non pesasse troppo sui nuovi show dei Muse. Le due ore di spettacolo dei concerti di novembre (il primo a Bologna, il 16, il secondo a Pesaro il giorno successivo) hanno dimostrato che gli inglesi non temono nulla. La scenografia ha coinvolto il pubblico in un viaggio fantascientifico, con quella piramide che dominava il palco colorata

da un grappolo di schermi sui quali sono sta-ti proiettati video ed immagini. «Sarà un tour molto particolare, con effetti molto coinvol-genti. Ci saranno anche alieni danzanti e altre situazioni molto divertenti» aveva anticipato il batterista Dom Howard.

Bene, i Muse si sono superati ancora, anche se il merito è soprattutto della loro musica, che ha dimostrato ancora una volta di essere di un livello superiore. Se The 2nd Law non aveva convinto del tutto nella versione album, sul palco i brani del nuovo lavoro si sono libera-

ti in tutta la loro potenza grazie alla bravura dei musicisti e all’ottimo lavoro sul suono. Musica ed effetti speciali si sono fusi in mol-ti brani, come Animals, accompagnata da videoclip che mostravano broker intenti a far collassare la borsa, o Madness, il cui testo scor-reva proiettato sugli occhiali futuristici di Matt Bellamy. Un crescendo che ha trovato il cul-mine nei bis, con la tripletta Uprising, Knights Of Cydonia e Survival. Il pubblico è tornato a casa con la sensazione di aver visto il concerto perfetto.

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BAT FOR LASHES19 novembre, Alcatraz, Milano

FLORENCE + THE MACHINE20 novembre, Mediolanum Forum, Assago (MI)

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SKUNK ANANSIE19 novembre, Mediolanum Forum, Assago (MI) 20 novembre, Teatro Tendastrisce, Roma 21 novembre, PalaArrex, Jesolo (VE)

Che l’Italia fosse la loro seconda patria - quasi la prima? - non era certo un mi-stero, ma se non fossero bastate le prove

precedenti, ecco l’ennesimo sold out al Forum di Assago a certificare l’affetto che lega il pubblico italiano alla band guidata dalla conturbante Skin, fresca di nuovo album. Black Traffic è un lavoro molto più politicizzato dei precedenti, come ha ammesso la stessa cantante: «Possiamo dire che è la nostra versione dei fatti, è ciò che pensiamo di quello che sta accadendo nel mondo, ma senza dimenticare altri temi più personali e legati alla sfera affettiva o sessuale o semplicemente di vita quotidiana». E il concerto, per restare in tema, ha cercato di offrire la stessa intensità del disco,

inglobando parecchi pezzi nuovi e scatenando un pubblico che pende dalle labbra di Skin. La partenza è stata di quelle brucianti - in sequenza Skunk Heads, I Will Break e I Believed In You - e si è dovuto aspettare God Loves Only You e I Hope You Get To Meet Your Hero per poter ap-prezzare anche la faccia più dolce e del gruppo inglese, a proprio agio in ogni situazione.

Ma non di soli pezzi nuovi vive lo spettacolo degli Skunk Anansie nel 2012 e ci mancherebbe altro, visto che il materiale a cui i fan sono più legati è certamente quello estratto dai primi tre album del quartetto, precedenti allo scioglimen-to che li aveva allontanati dai palchi e dalle cro-nache musicali per otto anni. Sono bastati alcuni

brani ben piazzati in scaletta per far esplodere il pubblico, tra le accelerazioni di Charlie Big Potato, Little Baby Swastikkka e le note suadenti di Secretly, forse la loro miglior ballad in asso-luto, con un ritornello davvero indimenticabile. Proprio questa alternanza tra tenerezza e catti-veria è, da sempre, il segreto irresistibile degli Skunk Anansie, confermato dalle stesse parole della cantante: «Ci riteniamo una heavy band con una marcata attitudine pop. Non facciamo nessuna fatica a scrivere dei bei ritornelli, anche se la concezione odierna di “pezzo commerciale e radiofonico” non è certo quella che ci guida». Nessun dubbio e la chiusura di Satisfied è stata profetica: tutti soddisfatti.

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IRENE GRANDI & STEFANO BOLLANI25 novembre, Auditorium Parco della Musica, Roma

FRANCESCO DE GREGORI20 novembre, Atlantico Live, Roma

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ARCHIVE24 novembre, Magazzini Generali,Milano

THE GOSSIP27 novembre, Alcatraz, Milano

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THE XX2 dicembre, Alcatraz,Milano

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