newsletter di primavera dal st. jude children s home · “ quello che noi facciamo è solo una...

9
NEWSLETTER d i primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME Carissimi amici, Con questa newsletter vogliamo aggiornarvi sulla vita dei bambini del St.Jude e sulle attività della nostra associazione VolontariAmo con il St.Jude”. Lo scorso 8 aprile si è tenuta lassemblea annuale per lapprovazione del bilancio del 2016 che si è con- cluso con un attivo in bilancio di 1600 euro che verrà investito nei prossimi mesi per l acquisto di nuove vaschette per lo scarico dei wc delle case del St.Jude. I progetti conclusi nel 2016 sono stati: installazione delle cucine nelle case del St.Jude, mandate dallItalia tramite la nostra associazione costruzione di unofficina per la riparazione dei macchinari, mezzi, carrozzine e ausili dei bambini disabili, apertura dellArtStudio, una casetta dove vengono prodotti dai bambini e ragazzi piccoli manufat- ti da vendere ai volontari e visitatori del St.Jude costruzione di una casa per Paul, un ragazzo disabile, e la sua famiglia e di un bagno per Nacy una ragazza disabile che vive nel villaggio di Palenga Messa a dimore di un frutteto con impianto di irrigazione Costruzione di un dormitorio per accogliere le famiglie dei bambini disabili che necessitano di un periodo di assistenza e cura presso il St.Jude Progetto Fisioterapia Tutti questi lavori sono stati possibili grazie alla presenza in loco di Paolo Bicego, nostro collaboratore per due anni, ora in Italia per un periodo di riposo. Paolo farà ritorno al St.Jude per un altro anno, da luglio 2017 a luglio 2018. e sarà di supporto per i nuovi progetti che vogliamo sostenere questanno. Un grazie anche a Laura Alberghina che ha seguito il progetto FISIOTERAPIA. La sua professionalità ha permesso di individuare un fisioterapista locale che oggi segue i bambini disabili del St.Jude e tutti coloro che vengono curati attraverso il programma di Outreach nei villaggi. Il suo supporto è stato prezioso anche per la riparazione delle carrozzine e degli ausili e per i volontari che nel 2016 sono stati seguiti e accolti presso il St.Jude. Per il 2017 la nostra associazione si impegnerà a coprire i costi per l arredamento del dormitorio, sostene- re le attività che si svolgono presso lArt Studio attraverso la copertura dei costi per un anno di una ra- gazza che segue i laboratori con i bambini e ragazzi del St.Jude, progettare unaula informatica con il supporto della Fondazione Spagnolli Bazzoni e lassociazione Byelo. Vogliamo dare il benvenuto a due nuovi consiglieri nel nostro CDA, Monica Gabrielli e Anna Bonani, e ringraziare i consiglieri uscenti che hanno supportato la nostra associazione, sicuri che continueranno a farlo anche al di fuori del direttivo. Grazie a Maresa Perenchio, Roberto Moro Visconti e Tania Dellagiaco- ma! Nel 2016 tramite VolontariAmo con il St.Jude sono partiti 13 volontari, mentre i soci al 31 dicembre 2016 erano 53. Un grazie di cuore a Annamaria, Massimo, Fabio, Francesca, Elena, Simone, Francesco, Maria, Mariapaola, Miriam e Andrea! Sul territorio VolontariAmo con il St.Jude ha organizzato due cene solidali e una mostra fotografica e i nostri volontari sono stati presenti alle seguenti manifestazioni: talent organizzato dagli studenti de La Rosa Biancadi Cavalese, Fiemme SenzAuto, Passeggiata Ciacoladaa Campotamaso, festa del volonta- riato a Carano, festa dei popoli, festa dAutunno e casetta solidale di Natale a Valdagno. Grazie anche a Francesco che ha organizzato un mercatino del dolce, a Laura per laperitivo solidale, Federica e Orsola per la mostra fotografica a Milano e tutti i volontari che ci hanno aiutato nella raccolta fondi. Nel 2016 VolontariAmo con il St.Jude, grazie al prezioso lavoro di Maresa Perenchio, ha seguito la pubbli- cazione del libro Diari di guerra e di pacedi Fratel Elio Croce con leditore Curcu&Genovese di Trento. Un libro e una testimonianza che racconta otto anni di Nord Uganda in prima linea attraverso le impres- sioni e il vissuto di Fratel Elio. Otto anni dove si sono successe guerre, sofferenze, epidemie intervallate da momenti di pace e lieti eventi. Un caloroso abbraccio ad ognuno di voi e un grazie per il sostegno che ogni anno rinnovate dimostran- doci fiducia nel nostro operato trasmettendoci la forza per impegnarci per un nuovo anno. Il presidente Alessio Bicego “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.” Madre Teresa

Upload: lenga

Post on 15-Feb-2019

223 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN’S HOME

Carissimi amici,

Con questa newsletter vogliamo aggiornarvi sulla vita dei bambini del St.Jude e sulle attività della nostra

associazione “VolontariAmo con il St.Jude”.

Lo scorso 8 aprile si è tenuta l’assemblea annuale per l’approvazione del bilancio del 2016 che si è con-

cluso con un attivo in bilancio di 1600 euro che verrà investito nei prossimi mesi per l’acquisto di nuove

vaschette per lo scarico dei wc delle case del St.Jude.

I progetti conclusi nel 2016 sono stati:

installazione delle cucine nelle case del St.Jude, mandate dall’Italia tramite la nostra associazione

costruzione di un’officina per la riparazione dei macchinari, mezzi, carrozzine e ausili dei bambini

disabili,

apertura dell’ArtStudio, una casetta dove vengono prodotti dai bambini e ragazzi piccoli manufat-

ti da vendere ai volontari e visitatori del St.Jude

costruzione di una casa per Paul, un ragazzo disabile, e la sua famiglia e di un bagno per Nacy

una ragazza disabile che vive nel villaggio di Palenga

Messa a dimore di un frutteto con impianto di irrigazione

Costruzione di un dormitorio per accogliere le famiglie dei bambini disabili che necessitano di un

periodo di assistenza e cura presso il St.Jude

Progetto Fisioterapia

Tutti questi lavori sono stati possibili grazie alla presenza in loco di Paolo Bicego, nostro collaboratore per

due anni, ora in Italia per un periodo di riposo. Paolo farà ritorno al St.Jude per un altro anno, da luglio

2017 a luglio 2018. e sarà di supporto per i nuovi progetti che vogliamo sostenere quest’anno.

Un grazie anche a Laura Alberghina che ha seguito il progetto FISIOTERAPIA. La sua professionalità ha

permesso di individuare un fisioterapista locale che oggi segue i bambini disabili del St.Jude e tutti coloro

che vengono curati attraverso il programma di Outreach nei villaggi. Il suo supporto è stato prezioso

anche per la riparazione delle carrozzine e degli ausili e per i volontari che nel 2016 sono stati seguiti e

accolti presso il St.Jude.

Per il 2017 la nostra associazione si impegnerà a coprire i costi per l’arredamento del dormitorio, sostene-

re le attività che si svolgono presso l’Art Studio attraverso la copertura dei costi per un anno di una ra-

gazza che segue i laboratori con i bambini e ragazzi del St.Jude, progettare un’aula informatica con il

supporto della Fondazione Spagnolli Bazzoni e l’associazione Byelo.

Vogliamo dare il benvenuto a due nuovi consiglieri nel nostro CDA, Monica Gabrielli e Anna Bonani, e

ringraziare i consiglieri uscenti che hanno supportato la nostra associazione, sicuri che continueranno a

farlo anche al di fuori del direttivo. Grazie a Maresa Perenchio, Roberto Moro Visconti e Tania Dellagiaco-

ma!

Nel 2016 tramite VolontariAmo con il St.Jude sono partiti 13 volontari, mentre i soci al 31 dicembre 2016

erano 53.

Un grazie di cuore a Annamaria, Massimo, Fabio, Francesca, Elena, Simone, Francesco, Maria, Mariapaola,

Miriam e Andrea!

Sul territorio VolontariAmo con il St.Jude ha organizzato due cene solidali e una mostra fotografica e i

nostri volontari sono stati presenti alle seguenti manifestazioni: talent organizzato dagli studenti de “La

Rosa Bianca” di Cavalese, Fiemme Senz’Auto, Passeggiata “Ciacolada” a Campotamaso, festa del volonta-

riato a Carano, festa dei popoli, festa d’Autunno e casetta solidale di Natale a Valdagno. Grazie anche a

Francesco che ha organizzato un mercatino del dolce, a Laura per l’aperitivo solidale, Federica e Orsola

per la mostra fotografica a Milano e tutti i volontari che ci hanno aiutato nella raccolta fondi.

Nel 2016 VolontariAmo con il St.Jude, grazie al prezioso lavoro di Maresa Perenchio, ha seguito la pubbli-

cazione del libro “Diari di guerra e di pace” di Fratel Elio Croce con l’editore Curcu&Genovese di Trento.

Un libro e una testimonianza che racconta otto anni di Nord Uganda in prima linea attraverso le impres-

sioni e il vissuto di Fratel Elio. Otto anni dove si sono successe guerre, sofferenze, epidemie intervallate da

momenti di pace e lieti eventi.

Un caloroso abbraccio ad ognuno di voi e un grazie per il sostegno che ogni anno rinnovate dimostran-

doci fiducia nel nostro operato trasmettendoci la forza per impegnarci per un nuovo anno.

Il presidente Alessio Bicego

“ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.”

Madre Teresa

Page 2: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

envenuti al t. ude haron, ulius, unior e !

Shar

on

Il 31 gennaio 2017 è arrivata Lakisa Sharon, una neonata di

appena un mese e una settimana di vita. Figlia di Fred e Fiona,

una giovane coppia originaria di Kiryandongo (distretto situato a

circa 130 km da Gulu). Lui contadino e lei una ragazza di 14 anni,

casalinga e prossima a diventare madre del suo primo figlio.

Purtroppo il giorno tanto atteso non è andato come avevano

immaginato. In seguito ad un taglio cesareo mal riuscito sono

insorte una serie di complicanze che hanno visto prima il trasfe-

rimento d’urgenza di Fiona presso il Lacor Hospital e poi la sua

morte. Poco prima di venire a mancare ha consegnato la sua

piccola Sharon nelle mani dell’infermiera che si è presa cura di

lei fino all’ultimo giorno. Oggi Sharon è al St. Jude, affidata alle

cure di mammy Matilde.

uus

Il 4 febbraio 2017 è arrivato Kica Julis, un

neonato di appena due settimane e tre giorni.

La mamma di Julius è gravemente malata di

tubercolosi e da fine gennaio è ricoverata pres-

so il Lacor Hospital per ricevere le cure necessa-

rie. Essendo la tubercolosi una malattia conta-

giosa che si trasmette per via aerea mediante

un batterio, Julius è stato allontanato immedia-

tamente da mamma Harriet per evitare ogni

tipo di contatto e quindi di possibile contagio

della malattia. Data l’emergenza della situazio-

ne il St. Jude ha accolto Julius presso una delle

case famiglia con l’obiettivo principale di prov-

vedere temporaneamente al suo bisogno pri-

mario per crescere bene, cioè il latte.

Mum

my M

atilde e Sharon

u us con una mamma del St.Jude

Page 3: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Juni

or

L’ 8 febbraio 2017 è arrivato Doctor Corti Rwotomiya Joseph un neo-

nato di solo un mese e quattro giorni.

Rwot-Omiya è arrivato al St. Jude su segnalazione di un ufficiale della contea di

Awach (centro situato a circa un’ora di macchina da Gulu). La mamma di Rwot-

Omiya ha un disturbo mentale che la spinta più volte a tentare di uccidere il

piccolo, invece del padre non si ha alcuna notizia. In seguito a questo genere di

episodi a rischio di vita per il bambino e al contesto socio-familiare l’autorità

locale è intervenuta allontanando forzatamente Rwot-Omiya dalla tutela della

madre e affidandolo provvisoriamente alle cure del St. Jude. Nel mentre la

mamma potrà iniziare un percorso di riabilitazione.

Speriamo che Rwot-Omiya possa crescere forte e in salute e che un giorno

possa essere all’altezza dell’importante nome che gli è stato dato: Doctor Corti.

oseph

Owachgiu Junior, un neonato di poco più di due mesi arrivato al St. Jude il 3

gennaio 2017.

A fine dicembre 2016 Junior è rimasto orfano di madre, da anni malata di HIV. Il pa-

dre vorrebbe prendersi cura di lui ma purtroppo sa di non esserne in grado. Anche

lui è malato di HIV e con le poche risorse ed energie che gli rimangono deve prov-

vedere a portare avanti il resto della famiglia lavorando come contadino. Inoltre non

può permettersi di comprare ciò di cui Junior ha più bisogno in questo momento: il

latte.

Pochi giorni dopo l’accaduto un ufficiale della stazione di polizia di Pabbo (località

situata a circa 40 km da Gulu, non molto lontana dal villaggio di origine di Junior) ha

segnalato il caso al St. Jude chiedendone la presa in carico: “the child is still too

young and has no close relative especially lady to care of him”.

Lo stesso giorno il St. Jude ha offerto supporto ed assistenza a Junior e alla sua fa-

miglia: il padre, Auma John Bosco, le due sorelline di 5 e 3 anni, il nonno e lo zio.

Junior è stato affidato a mammy Catherine, una delle donne responsabili di una ca-

sa famiglia, per un periodo di 6 mesi. Dopo i quali si spera che Junior possa ritorna-

re a casa con la sua famiglia. Nel mentre il St. Jude continuerà a fornire il latte ne-

cessario per garantire una buona crescita del piccolo.

Page 4: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Si compone di 4 stanze:

laboratorio esposizione prodotti artigianali esposizione prodotti agricoli aula informatica La

case

tta d

ell’

Art

Stu

dio

Alessio Bicego e i bambini

davanti ai nuovi

dormitori

I bagni dei dormitori composti di: 6 turche 6 docce 2 wc

I nuo

vi do

rmito

ri

Page 5: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Report del frutteto dai nostri volontari Federica e Pietro.

Pietro e Federica incominciano a lavorare nel frutteto all’inizio di febbraio 2017.

Le piante già presenti sono in buone condi-zioni: le papaie, trapiantate nel settembre 2016, sono tutte vive e vegete, le più sviluppa-te presentano già infiorescenze, il frutto della passione si è sviluppato bene sulla recinzione e tutte le piante hanno accestito in modo uni-forme, i trapianti di limone e arancio sopravvi-vono quasi tutti. I lavori erano stati condotti bene.

Il terreno si presenta in una difficile condizio-ne: ad eccezione delle zone già lavorate per il trapianto di altri fusti, tutto il resto si presenta sommerso dalla spazzatura e gran parte del suolo è ricoperta da sassi di medie e grandi dimensioni che impediscono le lavorazioni e riscaldano, il terreno non risulta smosso in al-cun punto. Sono ancora presenti piante a fu-sto medio di passati tentativi di coltura, come pomodori, peperoncini e cassava.

Il lavoro dei due intrepidi volontari procede

quasi subito a rilento, ma con costanza. Inco-minciano a pulire il terreno, raccogliendo la

spazzatura e facendola bruciare fuori dal re-cinto. Con loro lavora Kabila, che ha il compi-to di innaffiare le piante la mattina e la sera.

Dopo la spazzatura, si dedicano alla raccolta un po’ sommaria dei sassi e subito fuori dalla porta del frutteto si crea un’ingombrante cata-sta di sassi e mattoni. Quando la situazione sembra accettabile, Kabila è sostituito da Da-nis, che ha studiato agricoltura e che può dare una mano nel creare gli orti.

Il progetto prevede la sistemazione di 20 ap-pezzamenti a livello del muro per la creazione di semenzai per la farm. Il terreno viene picco-nato, zappettato, ripulito più in profondità da sassi e spazzatura, suddiviso in terreni da 4 mt x 1 mt, fertilizzato con gli scarti del sistema di biogas e del recinto delle galline, rincalzato con terreno argilloso, data la scarsa presenza di struttura del terreno sabbioso. Quando i terreni sono pronti, seminano tutti insieme appassionatamente cipolle (10 appezzamenti), melanzane (4), peperoni verdi (3) e carote (3). Quest’ultime non verranno trapiantate in farm, ma rimarranno a portata. Alla fine della semi-

na, il terreno è ricoperto con paglie secche per aiutare la germinazione.

Per creare un ottimo semenzaio, si ordina un impianto a irrigazione a goccia da Kampala. I due improvvisati ingegneri riescono a sistema-re l’impianto grazie all’aiuto di Paolo e le pri-me gocce sono funzionanti su 10 appezza-menti. Se il sistema si dimostrerà efficiente, sarà espanso anche agli altri appezzamenti, alla farm e alle piante a fusto. Quando escono i primi germogli di cipolla e melanzana, gli instancabili lavoratori rimuovono le paglie e fanno scorrere bene l’acqua dell’impianto.

Dopo la sistemazione degli orti, i nostri impa-vidi volontari concludono la pulizia del terre-no, per prepararlo al trapianto delle guave durante la stagione delle piogge e alla prepa-razione di altri semenzai. Continuano a far uscire sassi e spazzatura, rastrellano le paglie secche e creano una certa pendenza. Rimuo-vono due grossi tronchi rimasugli di prece-denti coltivazioni e bruciano il tutto fuori dal recinto. In meno di un mese, i nostri instanca-bili lavoratori sono soddisfatti e felici del lavo-ro compiuto!

Page 6: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Mi chiamo Maria e sono sorda dall’età di 3 an-ni a seguito di una febbre molto alta. Ho da sempre sentito che la mia vocazione fosse quella di aiutare i bambini poveri dell’Africa e finalmen-

te l’ottobre scorso sono riuscita a realizzare que-sto mio forte di desiderio. Mi sono recata al Saint Jude per 2 settimane e la mia esperienza è stata bellissima, commovente e piena d’amore. Credo fermamente che il volere di Dio si sia compiuto.

Sono partita per il St. Jude con altri 2 volontari che già ci erano stati in precedenza. Il viaggio è

stato davvero pesante e faticoso e ci abbiamo impiegato 2 giorni interi ma ne è valsa veramen-te la pena. Per tutto il viaggio non facevo altro che pensare ai bambini che avrei trovato là e non vedevo l’ora di conoscerli ed abbracciarli. Quando siamo arrivati ho trovato dei bambini meravigliosi. Ho ricevuto grandissimo Amore, ed è stato un Amore che non sono abituata a rice-vere qui in Italia. Mi sono messa a totale disposi-zione dei bambini e delle mamme che si sono dimostrate aperte e disponibili nei miei confronti anche se non parlavamo la stessa lingua. Loro parlano inglese ed acholi mentre io sono bilin-gue italiano/lingua dei segni italiana. Ero un po’ preoccupata prima di partire che potesse esserci qualche problema di comunicazione invece sono rimasti tutti incuriositi e con grande entusiasmo sia i bambini che le mamme hanno voluto impa-rare anche loro a segnare le frasi più comuni co-me buongiorno, buon appetito, come stai, ho fame ecc.

Inoltre, sono rimasta benevolmente stupita che sul muro della sala infermeria dell’orfanotrofio ci sia dipinto l’alfabeto della lingua dei segni. Qui in Italia la lingua dei segni non è stata ancora rico-nosciuta a livello parlamentare (unico Stato in tutto il mondo insieme a Malta). Vedere che in Africa ci sia invece questa sensibilità e cultura mi ha fatto sentire ben accolta e ancor più amata. Ho avuto anche l’occasione di incontrare due bambini sordi ospiti dell’orfanotrofio che fre-quentano una scuola speciale per bambini sordi. Nonostante la lingua dei segni non sia universale siamo riusciti ad intenderci da subito. Addirittura

con uno dei due c’è stato un feeling immediato: appena mi ha vista da lontano senza che sapes-se in anticipo che sono sorda ha reagito come se l’avesse intuito immediatamente e mi si è avvici-nato abbracciandomi con un amore indescrivibi-le. Sono rimasta così contenta per questo che mi piacerebbe, la prossima volta che tornerò, porta-re un progetto semplice di apprendimento della LIS in modo anche da agevolare la comunicazio-ne tra i due bambini sordi e gli altri bambini ospiti dell’orfanotrofio. Anche le mamme me lo hanno fortemente chiesto e ho promesso loro che la prossima volta faremo dei momenti di in-segnamento.

“Nonostante la lingua dei segni non sia universale siamo riusciti

ad intenderci da subito.”

“Ho capito che l’unica lingua che conta e’ solo quella dell’AMORE”

Page 7: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Nel giro di pochi giorni tutti gli abitanti di Gulu sapevano che ero una volontaria sorda. Anche quando andavo al mercato per acquistare frutta e verdura mi riconoscevano e mi venivano in-contro per salutarmi e dirmi che ero benedetta da Dio. La mia preoccupazione quindi è stata infondata e ho capito che l’unica lingua che conta è solo quella dell’AMORE. .

Ogni giorno sia coi bambini che con le mamme facevamo grandissimi e lunghissimi abbracci. L’altra volontaria mi ha riferito che le mamme non sono abituate a grandi manifestazioni di affetto e soprattutto al contatto fisico. Perciò questa cosa ha avuto per me ancor più grande

significato perché vuol dire che ci siamo amate veramente col cuore.

In queste due settimane di permanenza mi so-no dedicata insieme agli altri volontari alla cura ed igiene dei bambini nonché a provvedere a tutti i loro bisogni quali il gioco, le poppate per i più piccoli, il cambio di abiti, le passeggiate coi bambini disabili, ecc. Ho capito quanto sia im-portante per loro prestargli attenzione e coin-volgerli come se fossero membri della propria famiglia. Le mamme che si dedicano a loro so-no molto indaffarate e anche loro hanno la ne-cessità ogni tanto di svagarsi. Per questo la prossima volta provvederò anche a portare qualche lavoretto come il cucito e il ricamo.

Essendo molto cattolici ogni tardo pomeriggio usano riunirsi per il rosario. Ogni sera mi univo a loro per pregare ed era un momento vera-mente speciale nel quale tutti i bambini prega-vano in acholi concentrati e assorti. Le mamme e alcuni bambini più grandicelli mi hanno chie-sto di pregare per loro anche quando sarei tor-nata in Italia ed è per questo che chiedo a tutti voi che mi state leggendo di dedicare una pre-ghiera a loro e alla loro comunità.

Sono molto soddisfatta della mia permanenza malgrado abbia trovato dei problemi di igiene e la presenza di malattie come la malaria che possono anche diventare pericolose.

Qualche giorno fa, siccome da quando sono rientrata sento una grande nostalgia dei bambi-ni e delle mamme, avrei voluto mollare tutto, lasciare l’Italia e trasferirmi per sempre da loro. Poi però consapevole che qui ho una famiglia da accudire e tanti amici che mi amano ho do-vuto controllarmi e capire che le mie priorità per ora sono qui a Varese. Però ho giurato a Dio di andare da loro il più volte possibile per potergli donare tutto il mio amore. Sono cer-ta che ritornerò prestissimo con la mano di Dio che mi accompagnerà

Con affetto Maria

“Ho iurato a Dio di andare da

loro il piu’ volte possibile per potergli donare tutto

il mio amore”

Page 8: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

www.volontariamostjude.it

Se vuoi ricevere

“DIARI DI GUERRA E DI PACE” Curcu&Genovese Editore

scrivi a [email protected]

prezzo 15 EURO

+

spese di spedizione

Page 9: NEWSLETTER di primavera dal ST. JUDE CHILDREN S HOME · “ Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno

Vi ricordiamo che potete donare attraverso:

ASSOCIAZIONE VOLONTARIAMO CON IL ST.JUDE ONLUS

IBAN IT65 N 08184 35280 000 000 090144 BIC CCR4TIT2T

Cassa Rurale di Fiemme

VolontariAmo con il St.Jude Via Fiamme Gialle, 55 - 38037 Predazzo (Tn)

C.F. 91016810227

Per qualsiasi informazione scrivete a

[email protected]

Seguite storie, progetti e news

Sul sito www.volontariamostjude.it