mitocondri e metabolismo lipidico

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Materiali e metodi 1 1. INTRODUZIONE 1.1 Il metabolismo energetico: mitocondri e metabolismo lipidico 1.1.1 I mitocondri I mitocondri sono gli organelli subcellulari deputati al metabolismo ossidativo dei substrati intermedi glucidici, lipidici e aminoacidici nei tessuti animali [Darley-Usmar V. et al., 1994]. I mitocondri sono presenti in ogni cellula in numero variabile e la loro densità è in genere proporzionale alla capacità ossidativa tissutale. I mitocondri sono sede della beta-ossidazione degli acidi grassi responsabile del catabolismo lipidico tissutale. Il ciclo degli acidi tricarbossilici nella matrice mitocondriale catalizza inoltre a partire dai prodotti del metabolismo intermedio glucidico, lipidico e proteico le reazioni che creano equivalenti riducenti, a loro volta trasportati agli enzimi della catena respiratoria. I complessi enzimatici della catena respiratoria sono localizzati sulla membrana mitocondriale interna e comprendono: complesso I (NADH ubichinone reduttasi), II (succinico ubichinone reduttasi), III (ubichinolo citocromo c reduttasi), IV (citocromo c ossidasi - COX). Gli elettroni sono trasferiti dal NADH e dal FADH 2 all’ubichinone, quindi ridotto ad ubichinolo. L’ubichinolo citocromo c reduttasi veicola gli elettroni

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Mitocondri e metabolismo lipidico

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Page 1: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

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1. INTRODUZIONE

1.1 Il metabolismo energetico: mitocondri e metabolismo lipidico

1.1.1 I mitocondri

I mitocondri sono gli organelli subcellulari deputati al metabolismo

ossidativo dei substrati intermedi glucidici, lipidici e aminoacidici nei tessuti

animali [Darley-Usmar V. et al., 1994]. I mitocondri sono presenti in ogni

cellula in numero variabile e la loro densità è in genere proporzionale alla

capacità ossidativa tissutale. I mitocondri sono sede della beta-ossidazione

degli acidi grassi responsabile del catabolismo lipidico tissutale. Il ciclo degli

acidi tricarbossilici nella matrice mitocondriale catalizza inoltre a partire dai

prodotti del metabolismo intermedio glucidico, lipidico e proteico le reazioni

che creano equivalenti riducenti, a loro volta trasportati agli enzimi della

catena respiratoria.

I complessi enzimatici della catena respiratoria sono localizzati sulla

membrana mitocondriale interna e comprendono: complesso I (NADH

ubichinone reduttasi), II (succinico ubichinone reduttasi), III (ubichinolo

citocromo c reduttasi), IV (citocromo c ossidasi - COX). Gli elettroni sono

trasferiti dal NADH e dal FADH2 all’ubichinone, quindi ridotto ad

ubichinolo. L’ubichinolo citocromo c reduttasi veicola gli elettroni

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dall’ubichinolo al citocromo c, che diffondendo in senso laterale lungo la

superficie della membrana trasferisce gli elettroni a COX che a sua volta li

cede all’O2, riducendolo ad H20. Le reazioni ossidative sopra descritte si

associano secondo la teoria chemio-osmotica di Mitchell alla creazione da

parte dei complessi I, III e IV di un gradiente elettrochimico attraverso la

membrana mitocondriale interna [Mitchell P. et al., 1972]. Tale gradiente

protonico fornisce l’energia potenziale utilizzata dall’enzima ATP-sintetasi

(complesso V della catena respiratoria) per la produzione di adenosin

trifosfato (ATP) con legame ad alta energia tra adenosin difosfato (ADP) e

gruppo fosforico [Rawn JD. et al., 1990][Boss O. et al., 2000]. La sintesi di

ATP rappresenta il fine e il processo centrale del metabolismo in quanto i

legami ad alta energia in esso contenuti costituiscono la fonte di energia

chimica per tutte le reazioni cellulari endoergoniche. Il metabolismo

ossidativo mitocondriale fornisce la maggior parte dell’ATP cellulare e i

mitocondri hanno pertanto un ruolo fondamentale nell’utilizzazione dei

substrati intermedi per la produzione di energia chimica tissutale.

I mitocondri contengono molecole di DNA circolare della lunghezza

di circa 16.000 basi contenente geni codificanti per il dodici percento delle

subunità degli enzimi della catena respiratoria [Anderson S. et al., 1981], tra

cui sette subunità del complesso I, una del III, tre del IV, due del V. Ogni

mitocondrio contiene numerose copie di DNA, per un totale di centinaia di

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copie per cellula. Tale poliplasmia rappresenta un fattore importante nel

determinare l’impatto di mutazioni mitocondriali sul metabolismo energetico

cellulare e tissutale, che dipenderà infatti dalla proporzione di molecole

mutate in rapporto a quelle non alterate in ogni mitocondrio e in ogni cellula.

La trascrizione a mRNA e la sintesi delle proteine codificate dai geni

mitocondriali avviene nel mitocondrio e viene coordinata con quella delle

proteine mitocondriali codificate da geni nucleari mediante meccanismi

regolatori integrati che sono ancora in parte sconosciuti.

Sarà nostro interesse nel presente lavoro focalizzare l’attenzione su

citocromo c ossidasi (COX) e citrato sintetasi (CS). COX rappresenta infatti

l’enzima chiave e, a causa della sua posizione immediatamente precedente la

sintesi di ATP, generatore di flusso protonico nella catena respiratoria. COX è

un complesso enzimatico a configurazione metalloproteica localizzato nella

membrana mitocondriale interna [Hanson BJ. et al., 2001][Bruno C. et al.,

1999][D’aurelio M. et al., 2001]. La citocromo ossidasi umana è costituita da

13 subunità, le più voluminose delle quali, la I, la II e la III, costituiscono il

core catalitico dell’enzima e sono codificate dal DNA mitocondriale [Goldberg

A. et al., 2003]. Le altre subunità polipeptidiche alcune delle quali modulano la

catalisi, altre l’assemblaggio e la stabilità dell’intero oloenzima [Dagsgaard C.

et al., 2001], sono codificate da geni nucleari. La citrato sintetasi è

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essenzialmente localizzata nella matrice mitocondriale e rappresenta un enzima

chiave del ciclo di Krebs.

La produzione mitocondriale di ATP fornisce la maggior parte

dell’energia chimica necessaria alle funzioni tissutali. Il muscolo scheletrico ed

il fegato sono i tessuti responsabili di larga parte (oltre il 50%) del consumo di

ossigeno corporeo totale a riposo [Rolfe FSD. et al., 1999][Rolfe DF. et al,

1994]. Alterazioni del metabolismo energetico in questi tessuti hanno pertanto

un impatto rilevante sulla spesa energetica e sul bilancio energetico corporeo

totale. L’attività contrattile riveste un ruolo primario nel consumo energetico

del muscolo scheletrico. La contrazione muscolare è sostenuta dall’interazione

tra le teste miosiniche ed i filamenti di actina durante la quale le prime

idrolizzano l’ATP [Alberts B. et al, 1990]. Un considerevole consumo

energetico va associato inoltre al turnover delle proteine contrattili e strutturali

che costituiscono la massima parte della massa tissutale nell’ambito dei

processi di rimodellamento continuo (sintesi e breakdown) che ne garantiscono

l’efficienza [Nair KS. et al. , 2000] [Nair KS. et al., 1983][Rooyakers O. et al.,

1996][Charlton M. et al.,1998]. Anche per la sua massa elevata il muscolo

scheletrico ha inoltre un ruolo metabolico fondamentale nel determinare i livelli

di utilizzazione dei substrati lipidici e glucidici [Rawn JD. et al., 1990],

influenzandone in modo significativo il metabolismo corporeo totale. A

conferma di questa relazione, riduzioni marcate della massa muscolare quali si

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riscontrano ad esempio nell’invecchiamento o nel corso di malattie croniche

sistemiche si associano a una ridotta utilizzazione totale di glucosio e ad

un’aumentata incidenza di diabete mellito tipo II [Barzilai N. et al.,

1995][Evans WJ. et al., 1995][Lindstrom B. et al., 1997][Mc Donag MJ. et al.,

1984][Rolfe DF. et al., 1994][Nair KS. et al., 2000].

1.2 La regolazione del metabolismo lipidico muscolare

I principali processi metabolici che coinvolgono gli acidi grassi sono la

beta ossidazione mitocondriale e la sintesi da acetil-Coenzima A (lipogenesi)

[Winder WW. et al., 1999].

1.2.1 La lipoossidazione

Avviene come ricordato nella matrice mitocondriale. Sebbene gli enzimi

mitocondriali coinvolti siano ossidasi, un passaggio limitante della beta-

ossidazione è il trasporto degli acidi grassi dallo spazio citoplasmatico al

mitocondrio stesso. Tale reazione è catalizzata dalla carnitina-palmitoil

transferasi-I (CPT-I) che rappresenta quindi un importante bersaglio di studio

per la regolazione dei processi ossidativi lipidici.

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1.2.2 La lipogenesi

Il processo di sintesi di acidi grassi e successivamente di trigliceridi a

partire da acetil-Coenzima A e glicerolo prende il nome di lipogenesi. L’acetil-

Coenzima A carbossilasi (ACC) è l’enzima che catalizza la prima reazione di

questo processo e sede cruciale della sua regolazione [Winder WW. et

al.,1999]. ACC catalizza la sintesi di due molecole di acetil-Coenzima A a

malonil-Coenzima A. Il malonil-Coenzima A è a sua volta in grado di modulare

il flusso di acidi grassi verso la lipoossidazione in quanto le sue concentrazioni

sono inversamente proporzionali alla attività di CPT-I. Ridotti livelli di

malonil-Coenzima A stimolano pertanto CPT-I favorendo la beta-ossidazione

mitocondriale degli acidi grassi mentre un aumento di malonil-Coenzima A

favorisce le reazioni successive della lipogenesi che coinvolgono soprattutto la

sintetasi degli acidi grassi (FAS).

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Materiali e metodi

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1.2.3 Fattori di regolazione del metabolismo degli acidi grassi

Negli ultimi anni sono stati identificati importanti regolatori del

metabolismo degli acidi grassi in grado di modulare l’attività e il bilancio netto

tra lipoossidazione e lipogenesi nel muscolo scheletrico.

Tra questi spiccano il peroxisome-proliferative activator receptor-

gamma (PPARgamma), il PPAR-alpha, il PPAR-gamma coactivator-1alpha

(PGC-1alpha) e il regolatore metabolico kinasi AMP-dipendente (AMPK).

a) PPARgamma: il PPARgamma è un fattore di trascrizione nucleare

in grado di modulare la trascrizione di numerosi geni coinvolti nel

metabolismo lipidico [Hevener AL. et al., 2003][Jove M. et al.,

2004][Lapsys NM. et al., 2000][Norris AW. et al., 2003][Olefsky

JM. et al., 2000][Way JM. et al., 2001][Rhee J. et al., 2003].

PPARgamma è espresso in vari tessuti tra cui il tessuto adiposo dove

ha un ruolo adipogenico e lipogenico. Nel muscolo scheletrico in

particolare PPARgamma è stato dimostrato avere livelli di

espressione proporzionali a geni lipoossidativi [Lapsys NM. et al.,

2000].

b) PPARalpha: PPARalpha è un fattore nucleare di regolazione

trascrizionale appartenente alla stessa famiglia di PPARgamma. Il

suo ruolo principale appare associato alla stimolazione della beta-

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ossidazione degli acidi grassi soprattutto in condizioni di digiuno e

dopo esercizio fisico [Leone TC. et al., 1999].

c) PGC-1alpha: PGC-1alpha appare associato a un incremento

coordinato della capacità ossidativa mitocondriale e di ossidazione

degli acidi grassi in diversi tessuti [Rhee J. et al., 2003][Patti ME. et

al., 2003][Mootha VK. et al., 2003][Puigserver P. et al., 2003][Attie

AD. et al., 2003]. Un aumento dell’interesse verso PGC-1alpha si è

verificato in seguito alla scoperta di una sua ridotta espressione e

attività nel muscolo scheletrico di pazienti con insulino-resistenza e

diabete tipo 2 [Patti ME. et al., 2003][Mootha VK. et al.,

2003][Puigserver P. et al., 2003][Attie AD. et al., 2003]. In tali

condizioni patologiche una ridotta espressione di PGC-1alpha

potrebbe rappresentare un potenziale mediatore delle alterazioni del

metabolismo lipidico-mitocondriale, che a loro volta sono ipotizzate

avere un ruolo patogenetico-causale nella insulino-resistenza [Patti

ME. et al., 2003][Mootha VK. et al., 2003][Puigserver P. et al.,

2003][Attie AD. et al., 2003].

d) AMPK: AMPK svolge un ruolo centrale nella regolazione del

bilancio tra lipogenesi e ossidazione lipidica in vari tessuti

comprendenti il fegato [Winder WW. et al., 1999] e il muscolo

scheletrico [Yamauchi T. et al., 2002]. Inoltre AMPK svolge un

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Materiali e metodi

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ruolo rilevante anche nella regolazione del metabolismo glucidico e

la sua attivazione determina una soppressione della gluconeogenesi

epatica [Lochhead PA. et al., 2000][Yamauchi T. et al., 2002].

AMPK è un eterotrimero costituito da tre subunità α,β,γ. La subunità

α contiene il dominio chinasico e contribuisce al legame con l’AMP.

La coespressione delle tre subunità è richiesta per garantire l’attività

chinasica. La regolazione dell’attività di AMPK è principalmente

legata ai livelli di fosforilazione del residuo treoninico della subunità

catalitica, a sua volta almeno in parte dipendente dal rapporto delle

concentrazioni intracellulari di AMP e ATP. L’attivazione di AMPK

per mezzo della fosforilazione determina una cascata di eventi, così

riassumibile:

- Attivazione della lipoossidazione per fosforilazione dell’enzima

ACC, che, venendo così ad essere inattivato, riduce il suo prodotto

metabolico, il malonil CoA, importante inibitore di CPT-I. In tal

maniera si aumenta la quota di acidi grassi che penetra all’interno del

mitocondrio e che vengono dirottati alla ß-ossidazione.

- Possibile stimolazione della biogenesi mitocondriale muscolare

- Inibizione della lipogenesi

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1.3 L’insulina

1.3.1 L’insulina e il metabolismo intermedio

L’insulina ha un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo

intermedio . L’insulina è il maggiore ormone anabolico in grado di favorire

l’accumulo e la conservazione dei substrati nonchè la loro utilizzazione in

senso anabolico inibendone nel contempo il catabolismo. L’insulina è

responsabile della captazione del glucosio e della sua utilizzazione per la sintesi

di glicogeno nei tessuti periferici insulino-sensibili tra cui il muscolo

scheletrico ed il fegato [Rhee J. et al., 2003]. L’insulina inoltre inibisce la

produzione epatica di glucosio da precursori non glucidici [Rasmussen BB. et

al., 1999][Revers RR. et al., 1984]. In assenza di insulina quale si verifica nel

diabete tipo 1 l’utilizzazione di glucosio muscolare è ridotta e la produzione

dello stesso è nettamente aumentata, risultando in un aumento netto delle

concentrazioni plasmatiche (iperglicemia) [Rasmussen BB. et al., 1999][Revers

RR. et al., 1984].

L’insulina ha anche importanti effetti sul metabolismo lipidico inibendo

la lipolisi nel tessuto adiposo e l’ossidazione degli acidi grassi tissutali

favorendo la lipogenesi e l’accumulo di trigliceridi nello stesso, nonché nel

fegato [Rajala MW. et al., 2003][Randle PJ. et al., 1963]. Una riduzione

dell’ossidazione degli acidi grassi da parte dell’insulina si può riscontrare anche

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nel muscolo scheletrico [Rajala MW. et al., 2003][Randle PJ. et al., 1963]. In

carenza di insulina la lipolisi nel tessuto adiposo è aumentata con conseguente

incremento degli acidi grassi circolanti che a livello epatico vengono captati e

ossidati in eccesso determinando un’abnorme produzione dei corpi chetonici

(acetoacetato, β-idrossi butirrato, acetone) [Ruderman NB. et al., 1999].

Infine l’insulina stimola l’anabolismo proteico riducendo la proteolisi e

questo effetto può acutamente determinare una riduzione dei livelli circolanti di

aminoacidi se questi non sono mantenuti da supplementazione esogena, quale

tipicamente si verifica durante il pasto. La carenza di insulina causa pertanto

perdita di massa proteica, soprattutto evidente a livello muscolare scheletrico

[Charlton M. et al., 1998][Nair KS. et al., 1995][Biolo G. et al., 1993][Smith

OL. et al., 1989][Ashford AJ. et al., 1986].

Aumenti delle concentrazioni circolanti di insulina si riscontrano, in

condizioni fisiologiche, soprattutto in presenza di introito calorico nel periodo

post-prandiale [Rhee J. et al., 2003]. In queste condizioni aumenti anche

moderati della glicemia stimolano la secrezione pancreatica di insulina. Gli

effetti metabolici globalmente riassunti nel paragrafo precedente appaiono

pertanto riconducibili e finalizzati all’utilizzo a scopo anabolico dei substrati

introdotti attraverso la dieta. La capacità dell’insulina di stimolare la

utilizzazione (soprattutto a livello muscolare) del glucosio risulta di

fondamentale importanza nel determinare l’omeostasi del metabolismo

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glucidico [Rhee J. et al., 2003][Samec S. et al., 2002]. Condizioni in cui questa

capacità è patologicamente ridotta, tra le quali spicca l’obesità, sono

globalmente definite come insulino-resistenti e l’insulino-resistenza del

metabolismo glucidico ha un enorme impatto socio-sanitario essendo alla base

del diabete tipo 2, la cui incidenza sta assumendo proporzioni epidemiche nel

mondo occidentale e nei paesi in via di sviluppo.

1.3.2 L’insulina e il metabolismo lipidico-mitocondriale

Effetti dell’insulina sull’espressione genica e la funzione mitocondriale

sono emersi recentemente in modelli non-diabetici umani e animali [Huang X.

et al., 1999][Stump CS. et al., 2003][Boirie Y. et al., 2001]. Studi recenti hanno

infatti dimostrato rilevanti effetti della somministrazione di insulina

sull’espressione genica mitocondriale in soggetti sani. Huang et al. riportavano

in soggetti umani non-diabetici un aumento dei livelli di RNA relativi ad

enzimi della catena respiratoria quali l’NADH deidrogenasi e la citocromo c

ossidasi (COX) dopo infusione endovenosa di insulina a livelli paragonabili a

quelli post-prandiali per due ore [Huang X. et al., 1999]. Gli effetti dell’insulina

sull’attività mitocondriale risultano essere almeno in parte tessuto-specifici.

Uno studio della sintesi proteica mitocondriale in diversi tessuti (muscolo

scheletrico e cardiaco, fegato), ha dimostrato che, in presenza di stimolazione

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Materiali e metodi

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della sintesi proteica nei mitocondri muscolari, si rilevava una concomitante

soppressione della stessa in quelli epatici, mentre non si rilevavano alterazioni

significative nel muscolo cardiaco [Boirie Y. et al., 2001]. Ulteriori studi hanno

dimostrato che l’infusione di insulina per 8h aumentava nel muscolo scheletrico

(vasto laterale) i livelli di mRNA e la sintesi proteica mitocondriali nonchè

l’attività enzimatica di COX e della citrato sintetasi [Stump CS. et al., 2003] in

volontari sani quando l’infusione di aminoacidi esogeni preveniva la riduzione

dei livelli di aminoacidi circolanti che si osserverebbe fisiologicamente a causa

dell’effetto soppressivo insulinico sulla proteolisi muscolare [Nair KS. et al.,

1995]. Tali studi suggeriscono quindi un effetto stimolante la funzione

mitocondriale muscolare da parte dell’iperinsulinemia acuta. Occorre peraltro

ricordare che l’insulina non si è dimostrata in grado di stimolare la funzione

mitocondriale muscolare a livello di attività enzimatiche e di produzione di

ATP in assenza di infusione di aminoacidi con riduzione dei livelli

aminoacidici circolanti [Young ME. et al., 2001]. Questo risultato suggerisce

una stretta interazione tra substrati e insulina negli effetti mitocondriali di

quest’ultima.

Il riscontro di effetti stimolanti dell’insulina sul metabolismo

mitocondriale muscolare almeno in condizioni sperimentali appare inoltre

almeno in parte non coordinato con effetti già sopra ricordati di inibizione del

metabolismo ossidativo degli acidi grassi che tuttavia avviene interamente nei

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Materiali e metodi

14

mitocondri [Rajala MW. et al., 2003][Randle PJ. et al., 1963][Shetty GK. et al.,

2004]. Non sono peraltro disponibili studi che abbiano simultaneamente

valutato gli effetti di un’iperinsulinemia acuta fisiologica sulla funzione

ossidativa mitocondriale e sul metabolismo lipidico nel muscolo scheletrico.

1.3.3 L’insulino-resistenza e la funzione mitocondriale

Occorre inoltre ricordare che una riduzione della funzione mitocondriale

muscolare e una ridotta capacità ossidativa degli acidi grassi si associano a

condizioni di iperinsulinemia cronica moderata in condizioni quali obesità e

diabete tipo 2 [Anderwald C. et al., 2002][Barazzoni R. et al., 2004][Barazzoni

R. et al., 2005][Harano Y. et al., 1972]. Tali alterazioni si associano a un

accumulo tissutale muscolare di trigliceridi e sono state recentemente ipotizzate

essere alla base della insulino-resistenza che caratterizza tali patologie

[Barazzoni R. et al., 2001][Barazzoni R. et al., 2003][Barazzoni R. et al.,

2003][Jove M. et al., 2004][Kristal BS. et al., 1997][Murata M. et al., 2002].

Una ridotta funzione mitocondriale e lipoossidativa potrebbe infatti

direttamente contribuire all’accumulo di trigliceridi nonchè a una eccessiva

deposizione di tessuto adiposo contribuendo direttamente alla genesi

dell’obesità [Barazzoni R. et al., 2001][Barazzoni R. et al., 2003]Barazzoni R.

et al., 2003][Jove M. et al., 2004][Kristal BS. et al., 1997][Murata M. et al.,

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Materiali e metodi

15

2002][Diez JJ. et al., 2005]. Da ricordare a livello molecolare che la ridotta

funzione mitocondriale si associa a ridotta espressione di regolatori del

metabolismo lipidico-mitocondriale quali PGC-1alpha [Patti ME. et al.,

2003][Petersen KF. et al., 2004][Pickup JC. et al., 1997][Puigserver P. et al.,

2003].

1.4 Gli acidi grassi

1.4.1 Gli acidi grassi e l’insulino-resistenza

Un eccesso di acidi grassi circolanti è stato associato in modo

consistente a una riduzione dell’azione insulinica e a insorgenza di insulino-

resistenza [Attie AD. et al., 2003]. Tali effetti negativi si riscontrano sia

acutamente che in condizioni di cronico eccesso [Attie AD et al.,

2003][Barazzoni R. et al., 2001][Barazzoni R. et al., 2003][Barazzoni R. et al.,

2004]. Un aumento cronico del grasso corporeo quale riscontrabile nell’obesità

e pressochè costantemente nel diabete tipo 2 si associa a un eccesso di acidi

grassi circolanti legato soprattutto a un aumentato rilascio da parte

dell’aumentata massa adiposa, che appare essere maggiormente spiccato a

livello di tessuto adiposo addominale-viscerale [Attie AD. et al., 2003]. Gli

acidi grassi rappresentano pertanto un potenziale mediatore dei difetti

metabolici in modelli di obesità. L’infusione endovenosa di acidi grassi

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Materiali e metodi

16

(generalmente effettuata utilizzando preparazioni di trigliceridi ed eparina)

riduce inoltre la captazione di glucosio tissutale e in particolare quella

muscolare sia in condizioni basali che durante infusione concomitante di

insulina anche in soggetti sani o in modelli animali fisiologici. La capacità di

interferire con la azione insulinica muscolare anche in soggetti normalmente

insulino-sensibili suggerisce che gli acidi grassi giochino un ruolo precoce nella

patogenesi della riduzione della azione insulinica associata a sovrappeso e

obesità. La conoscenza dei meccanismi attraverso i quali gli acidi grassi

inducono insulino-resistenza potrebbe pertanto risultare determinante nella

comprensione della sua origine e storia naturale.

Nonostante i meccanismi attraverso i quali un eccesso lipidico determina

insulino-resistenza siano oggetto di intensissimo studio in quanto chiave

fondamentale nella comprensione di tale alterazione metabolica, essi non sono

tuttavia noti. In particolare i meccanismi potenziali degli effetti degli acidi

grassi sull’azione insulinica rimangono in larga parte da definire. L’infusione di

acidi grassi può acutamente alterare la cascata del segnale insulinico riducendo

selettivamente i livelli di attivazione di alcune proteine chiave tra cui PI3-

kinasi [Kruszynska YT. et al., 2002]. I dati disponibili indicano inoltre quali

potenziali meccanismi in tal senso la competizione tra substrati lipidici e

glucidici per l’utilizzazione ossidativa (ipotizzata fin dal secolo scorso nel

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Materiali e metodi

17

concetto del ciclo di Randle) [Shetty GK. et al., 2004][Shulman GI. et al.,

2000][Stump CS. et al., 2003]. Inoltre gli acidi grassi potrebbero contribuire a

ridurre l’azione insulinica muscolare in modo indiretto attraverso un aumento

dello stress ossidativo sistemico [Ueno N. et al., 2004]. Lo stress ossidativo è

stato infatti dimostrato ridurre a livello del tessuto adiposo l’espressione di

ormoni che favoriscono l’azione insulinica quali l’adiponectina [Ueno N. et al.,

2004] con concomitante aumento dell’espressione di ormoni proinfiammatori e

riducenti l’insulino-sensibilità quali TNF-alpha e interleukina-6 [Wang J. et al.,

1998]. Lo stress ossidativo tissutale potrebbe inoltre inibire direttamente

l’espressione genica mitocondriale [Way JM. et al., 2001].

1.4.2 Gli acidi grassi e il metabolismo lipidico

Gli effetti di modificazioni della disponibilità di acidi grassi liberi su

vari meccanismi regolatori del metabolismo lipidico non sono completamente

noti. Tra i principali meccanismi emersi negli ultimi anni risulta peraltro

dimostrabile un effetto stimolante degli acidi grassi sull’attivazione di

PPARgamma, a sua volta associato ad aumento di espressione di alcuni geni

lipoossidativi [Barazzoni R. et al., 2003]. In modo speculare al riscontro di

effetti stimolanti in alcune condizioni sperimentali dell’insulina (ormone

lipogenico e antilipoossidativo) sulla funzione mitocondriale, l’associazione di

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Materiali e metodi

18

un eccesso di acidi grassi con insulino-resistenza e ridotta funzione

mitocondriale-lipoossidativa muscolare potrebbe apparire in contrasto con

queste osservazioni. Non è comunque nota l’interazione tra acidi grassi e

PPARgamma in presenza di eccesso di insulina. Inoltre rimangono da chiarire

gli effetti potenziali degli acidi grassi su altri meccanismi regolatori del

metabolismo lipidico tra cui i livelli di attivazione di AMPK e quelli di

espressione di PPARalpha e PGC-1alpha in assenza o in presenza di

iperinsulinemia. Infine non sono chiariti i potenziali effetti acuti di un eccesso

di acidi grassi sulla capacità ossidativa mitocondriale muscolare.

1.5 Metodi di studio dell’azione insulinica: il clamp iperinsulinemico-

euglicemico

Dal punto di vista sperimentale il clamp iperinsulinemico-euglicemico

rappresenta una metodica ampiamente utilizzata per la misurazione dell’azione

insulinica e lo studio degli effetti acuti dell’insulina sul metabolismo

intermedio in vivo in modelli sia umani che animali [Winder WW. et al.,

1999][Yamauchi T. et al., 2002]. Il principio della metodica si basa sull’effetto

ipoglicemizzante dell’insulina legato essenzialmente alla stimolazione della

utilizzazione di glucosio da parte dei tessuti periferici. Il muscolo scheletrico

rappresenta il maggiore mediatore di questo effetto per la sua dipendenza

Page 19: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

19

dall’insulina per la regolazione dell’utilizzazione di substrati e per la sua massa

totale nell’organismo. Per l’aumento della captazione tissutale del glucosio la

glicemia tenderebbe a calare ma tale effetto deleterio è controllabile nel clamp

iperinsulinemico-euglicemico attraverso l’infusione di destrosio basata sul

monitoraggio frequente dei livelli glicemici [Winder WW. et al.,

1999][Yamauchi T. et al., 2002]. La quantità di glucosio infusa rappresenta un

indice riproducibile e considerato gold-standard della sensibilità insulinica

corporea totale.

Oltre a consentire la misurazione della sensibilità insulinica il clamp

iperinsulinemico-euglicemico consente di studiare gli effetti di un’elevazione

acuta (in genere della durata di due-tre ore) dell’insulinemia su vari parametri

metabolici sia plasmatici (monitorabili attraverso prelievi ematici seriati) che

tissutali (monitorabili attraverso biopsie o raccolta di tessuti al termine dello

studio in modelli animali). Il clamp rappresenta in particolare un eccellente

modello di condizione prandiale in cui si verifica un aumento dei livelli di

insulinemia con mantenimento dei livelli glicemici. Occorre peraltro ricordare

che l’infusione di insulina induce anche una riduzione dose-dipendente dei

livelli circolanti di acidi grassi liberi (da inibizione della lipolisi) e degli

aminoacidi (da inibizione della proteolisi muscolare). Gli effetti di questi

substrati possono quindi essere ulteriormente studiati associandone l’infusione

a quella dell’insulina. In particolare l’infusione di acidi grassi può essere

Page 20: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

20

effettuata utilizzando preparazioni commerciali di trigliceridi con eparina

(attivatore della lipoproteina lipasi e favorente quindi la liberazione degli acidi

grassi stessi). L’infusione o l’assenza di acidi grassi permettono, attraverso il

confronto tra le due condizioni sperimentali, di valutarne il ruolo nella

regolazione acuta dell’azione insulinica.

Page 21: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

21

2. SCOPI dello STUDIO

L’insulina è il principale ormone anabolico post-prandiale che gioca un

ruolo centrale nella regolazione del metabolismo glucidico e lipidico. Studi

recenti hanno suggerito un ruolo dell’insulina nella regolazione della funzione

mitocondriale muscolare che a sua volta appare essere proporzionale alla

sensibilità insulinica tissutale. Un aumento della disponibilità di substrati

lipidici e in particolare di acidi grassi riduce sia acutamente che cronicamente

la sensibilità insulinica. Non è noto se gli effetti metabolici acuti di un eccesso

di acidi grassi coinvolgano alterazioni della funzione mitocondriale e delle vie

regolatrici del metabolismo lipidico-mitocondriale muscolare.

Scopi del presente studio sono stati di valutare i potenziali effetti acuti di

modulazione da parte degli acidi grassi liberi dell’azione insulinica su

utilizzazione corporea di glucosio (insulino-sensibilità), metabolismo

mitocondriale-lipidico muscolare e sue vie regolatrici.

Page 22: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

22

3. MATERIALI e METODI

3.1 Protocollo sperimentale

3.1.1 Animali

Sono stati studiati diciannove ratti maschi di ceppo Wistar acquistati

dalla ditta Harlan-Italy di San Pietro al Natisone (UD). Dopo l’acquisto, gli

animali sono stati stabulati in gabbie aerate ospitanti da sei a dieci ratti presso

lo stabulario dell’Università degli Studi di Trieste in ambiente controllato alla

temperatura costante di 22°C e cicli luce-buio di 12 ore. I ratti sono stati

alimentati con una dieta standard (Harlan 2018).

3.1.2 Infusione

In tutti gli animali si procedeva al mattino in condizioni di digiuno da

due ore alla incannulazione dell’arteria e della vena caudale come

precedentemente descritto in condizioni di anestesia locale (lidocaina) [ZenKui

G. et al., 2003]. Dopo incannulazione gli animali erano mantenuti in una gabbia

di plexiglass con apertura circolare dalla quale veniva fatta fuoriuscire la coda

che era mantenuta fissata a un supporto associato alla gabbia. Dopo un periodo

di ambientamento pari a circa trenta minuti veniva effettuato un prelievo dalla

cannula posizionata nell’arteria caudale per la misurazione della glicemia

Page 23: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

23

basale e lo stoccaggio di plasma per la successiva misurazione dei livelli basali

di ormoni e metaboliti. I ratti così incannulati venivano casualmente assegnati a

uno tra i tre seguenti protocolli:

a) Clamp (n=6): in questo gruppo veniva infusa nella vena caudale

mediante pompa Harvard di precisione (Harvard Apparatus Pump 22) una

dose di insulina (Humulin R, Lilly, insulina umana 100 UI/mL) pari a 10

mU/ Kg di peso corporeo × min. [Thien T. Tran et al., 2003][Rossetti L. et

al., 1990] attesa indurre un’iperinsulinemia paragonabile a quella

postprandiale [Thien T. Tran et al., 2003][Rossetti L. et al., 1990][Santurè

M. et. Al., 2002][Rao H. et al., 1993]. L’insulina veniva in precedenza

diluita in 5 mL di soluzione salina con circa 70 microlitri di sangue

dell’animale [Barazzoni R. et al., Diabetes 2003]. Durante l’infusione di

insulina venivano prelevati ogni dieci-quindici minuti campioni ematici per

la misurazione della glicemia e sulla base di tali rilevazioni era modulata

una infusione di glucosio al 33% mirata a mantenere livelli glicemici stabili

intorno ai valori basali. Dopo 150 minuti veniva effettuato un prelievo di 1

mL per nuove misurazioni di ormoni e metaboliti al termine dell’infusione

insulinica. Subito dopo veniva somministrata attraverso la vena caudale una

overdose di pentobarbitale sodico (40 mg/mL) e dopo il raggiungimento

dell’anestesia si procedeva rapidamente al prelievo del muscolo

Page 24: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

24

gastrocnemio che veniva congelato in azoto liquido e conservato quindi a –

80°C sino al momento delle analisi.

b) NEFA (n=7): animali preparati in modo indentico ricevevano

identica infusione di insulina e prelievi per modulazione dell’infusione di

glucosio. Gli animali ricevevano inoltre dall’inizio dello studio l’infusione

di trigliceridi (Ivelip 20% Clintek Baxter, emulsione lipidica iniettabile a

600 µL/hr) ed eparina (Epsoclar, Biologici Italia Labor. Eparina sodica 2500

UI/5 mL) parallelamente a quelle di insulina e glucosio. Prelievi ematici,

anestesia e prelievo del muscolo erano eseguiti con procedure identiche a

quelle seguite per il gruppo sopra descritto.

c) Controllo (n=6): gli animali assegnati a questo gruppo venivano

preparati in modo identico agli altri e ricevevano però una infusione di

soluzione salina in luogo di quella di insulina, in assenza di infusione di

trigliceridi. Venivano comunque effettuati i prelievi per la misurazione della

glicemia in modo identico agli altri gruppi e si procedeva all’infusione di un

ulteriore volume di soluzione salina basato su quello di glucosata ricevuto

da ogni animale sottoposto a clamp iperinsulinemico. Prelievi ematici,

anestesia e prelievo del muscolo erano eseguiti con procedure identiche a

quelle seguite per gli altri gruppi.

Page 25: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

25

3.2 Attività enzimatica di citocromo ossidasi e citrato sintetasi

40 mg circa di muscolo gastrocnemio venivano ripuliti da eventuali

impurità (connettivo, tendini e tracce ematiche) e sottoposti ad

omogeneizzazione per ottenere una misura diretta dell’attività degli enzimi

mitocondriali Citocromo c Ossidasi (COX) e Citrato Sintetasi. I frammenti

venivano omogenati a freddo (+4°C) in una soluzione di Set Buffer (EDTA 2

mM, TRIS BASE 10 mM, pH 7.4). Al preparato ottenuto (aliquote minime di

25 µl) sono stati di seguito aggiunti 350 µl di KPI Buffer (KH2PO4 in H2O

portato a pH 7.4 con KOH 10 M) realizzando in tal modo le aliquote finali

impiegate per le analisi.

Per la misurazione dell’attività enzimatica di Citocromo c Ossidasi

(COX) aliquote di ciascun campione (200 µl) venivano incubate a 4°C per 20

minuti con una soluzione di Digitonina (10 mg di Digitonina - 25 mg di BSA in

5 mL di KPI 50 mM, pH 7.4) allo scopo di rompere le membrane mitocondriali.

La reazione è stata successivamente attivata dall’aggiunta dei suoi substrati

[800 µl di soluzione reagente così costituita: 500 mg di BSA, 10 ml di KPI 50

mM, MgCl2, citocromo c ridotto (25 mg) ed acido ascorbico (17.6 mg in 10 ml

di KPI 50 mM) a pH 7.4] e l’analisi della cinetica della reazione veniva quindi

eseguita allo spettrofotometro (SPECTRA max Plus 384, Molecular Devices).

La quantità di citocromo c che risultava essere ossidata è stata misurata alla

Page 26: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

26

lunghezza d’onda (λ) di 240-260 nm per un intervallo di tempo di 3 minuti. La

rilevazione in cinetica del segnale risultante veniva automaticamente eseguita

ogni 10 secondi.

Per la misurazione dell’attività enzimatica della Citrato Sintetasi le

aliquote di omogenato (100 µl) sono state incubate in soluzione Tris Buffer

(TRIS BASE, Sigma T6791, PM 121.2 in H2O con aggiunta di TRITON 0.1%)

ed ai reagenti (Dithionitrobenzoate DTNB, AcetylCoA, Li-sale 95% ed

Ossalacetato). La quantità di citrato prodotta anche in questo caso è stata

misurata spettrofotometricamente con una λ del raggio incidente di 412 nm. Le

letture sono state eseguite come nel caso precedente con rilevazioni in cinetica

ogni 10 secondi per una durata complessiva di 3 minuti per ogni campione

[Barazzoni R. et al., 2000].

3.3 Western Blotting

Utilizzando la metodica del Western Blotting è stato possibile misurare i

livelli di proteina relativi all’enzima kinasi AMP-dipendente (AMPK).

Frammenti di muscolo del peso di 60-70 mg sono stati omogeneizzati a freddo

(+4°C) in Buffer di lisi (Ripa Buffer) con aggiunta di inibitori di proteasi [10

µg/mL Leupeptina, 10 µg/mL Aprotinina, 1mM Sodio Ortovanodato e 1 mM

Fenilmetilsulfonilsolfato (PMSF)]. La composizione del Buffer di lisi è stata la

Page 27: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

27

seguente: 50 mmol/L Tris HCl, 0.1 mmol/L EDTA, 0.1 mmol/L EGTA, 0.1%

Sodio Dodecilsolfato (SDS), 0.1% deossicolato, 1% Igepal. L’omogenato è

stato poi centrifugato a 13000 rpm per 20 minuti a +4°C con lo scopo di

rimuovere la frazione insolubile del pellet. Separato il surnatante dal pellet

(eliminato) il contenuto proteico presente nell’estratto è stato quantificato come

segue: 60 µg di proteine totali sono stati separati su gel di Acrilamide al 12% e

successivamente trasferiti su membrana in nitrocellulosa. La metodica si è

svolta complessivamente in quattro giorni.

Il primo giorno è stato preparato il gel e volumi predeterminati di

campione corrispondenti ad un quantitativo caricato di 60 µg sono stati

eguagliati tra loro, per raggiungere i 18 µL con l’aggiunta di PBS (Phospate

Buffer Saline). Quindi è stato aggiunto il Loading Buffer (Buffer di

caricamento) contenente β-mercaptoetanolo e dopo un’incubazione di 5 minuti

alla temperatura di 95°C i campioni venivano caricati nel gel ed il campo

elettrico attivato. Le proteine sono state separate in base al peso molecolare ad

amperaggio pari a 7 mA.

Nel secondo giorno il gel è stato prelevato e preparato per il

trasferimento su membrana. Prima del transfer il gel è stato incubato per 20

minuti in Transfer Buffer, una soluzione di TBS 1X e Tween 0.1% con

aggiunta di metanolo. Anche la membrana di nitrocellulosa è stata incubata per

Page 28: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

28

15 minuti in Transfer Buffer. Ai fini del trasferimento è stato utilizzato il

Transfer Apparatus (Hoefer TE 70, Semi-dry Transfer Unit. Amersham

Bioscences) e successivamente la membrana è stata colorata col Rosso Ponceau

per poter visualizzare le bande proteiche e verificare che quantità omogenee di

proteina fossero contenute in ogni campione, quindi lavata ed incubata

overnight in Blocking Buffer (Washing buffer e latte in polvere al 5%) su

agitatore basculante.

Nel terzo giorno è stata preparata l’ibridizzazione con anticorpo primario

murino rivolto contro la Treonina in posizione 172 dell’AMPK (anticorpi

acquistati da Upstate Biotechnology, Lake Placid, NY). A tale scopo la

membrana è stata posta in una busta da ibridizzazione insieme al Blocking

buffer unitamente all’anticorpo primario con una diluizione di 1:750 ed infine

incubata overnight a +4°C, su agitatore basculante.

Nel quarto giorno la membrana è stata lavata (due lavaggi da 15 minuti

ciascuno a RT su agitatore basculante) con Washing Buffer (TBS 1X e Tween

0.1%) per rimuovere l’eccesso di anticorpo primario non ibridizzato sulla

membrana. Quindi è stato preparato l’anticorpo secondario: un anticorpo di

coniglio coniugato con perossidasi e diretto contro l’IgG murina (Jackson

Immunoresearch, West Grove, PA) con una diluizione di 1:2000. La membrana

è stata nuovamente posta in una busta di ibridizzazione insieme all’anticorpo

secondario ed al Blocking Buffer, sigillata e lasciata ad incubare per un’ora a

Page 29: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

29

temperatura ambiente e su agitatore basculante. Dopo la seconda serie di

lavaggi analoga alla precedente, la membrana ha subito il trattamento

necessario allo sviluppo della chemioluminescenza, in camera oscura, dopo

esposizione per 5-10 minuti ad una lastra fotografica (Kodak Biomax MR,

Kodak, Rochester, NY). L’immagine ottenuta è stata infine quantificata

mediante densitometria. I risultati singolarmente ottenuti sono stati divisi per il

valore medio del gruppo di controllo e quindi moltiplicati per 100 per

esprimere i dati in percentuale del gruppo di controllo.

3.4 Real Time PCR

La real time-Polymerase Chain Reaction permette di ottenere una

quantificazione altamente sensibile e precisa dei livelli di mRNA del gene di

interesse. Con la real time PCR (ABI Sequence Detection System 7900,

Applied Biosystems) sono stati misurati i livelli di trascritti di alcuni regolatori

essenziali della sintesi e dell’ossidazione degli acidi grassi e dei trigliceridi. In

particolare sono stati misurati i livelli di trascritto dell’enzima Carnitina

Palmitoil Transferasi I (CPT-I) quale enzima limitante l’ossidazione degli acidi

Page 30: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

30

grassi ed inoltre misurati i livelli di mRNA di PPARgamma, PPARalpha e

PGC-1alpha.

L’RNA totale è stato estratto da frammenti di circa 40 mg del muscolo

totale crioconservato (Tri Reagent, Molecular Research Center, Cincinnati, OH,

USA). 1 µg di RNA totale è stato poi retrotrascritto a cDNA (RNA Reverse

Transcription KIT, Applied Biosystems) ed amplificato con la metodica della

PCR, utilizzando primers e sonde specifiche selezionate con il software Primer

Express (Applied Biosystem) dalle sequenze geniche ottenute tramite il

software GenBank, in maniera tale da ibridizzarsi a specifiche sequenze

desossiribonucleotidiche presenti in ogni singolo gene di interesse.

Le sonde per i geni bersaglio erano associate all’estremo 5’ con 6’-carbossifluoresceina (FAM), un marker

fluorescente, e all’estremo 3’ con 6’-carbossitetrametil-rodamina (TAMRA), un marker denominato quencher, poichè in grado di

assorbire la fluorescenza del primo. La vicinanza spaziale tra i due marcatori impedisce pertanto la liberazione di segnale

fluorescente sino a quando la sonda non interagisce con lo specifico cDNA. Quando la sonda si è legata alla sequenza specifica,

l’attività 5’ esonucleasica della DNA-polimerasi permette la liberazione del segnale a fluorescenza, misurata dalla real time PCR,

che risulta essere proporzionale alla quantità del cDNA iniziale. I primers e le sonde utilizzate sono state le seguenti:

PPAR-α (GenBank NM 013196): FP: TGGAGTCCACGCATGTGAAG RP: CGCCAGCTTTAGCCGAATAG

Probe:

TGCAAGGGCTTCTTTCGGC

PPAR-γ (GenBank NM 03124): FP:ACCAGGGAGTTCCTCAAAAGC

RP:GCAAACTCAAACTTAGGCTCCATAA

Probe: TGCGGAAGCCCTTTGGTGA

Page 31: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

31

PGC-1α (GenBank NM 031347): FP: GGCCGGAGCAATCTGAGTTA RP: GGCCGTTTAGTCTTCCTTTCCT

Probe:CGCACAACTCAGCAAGTCCTCA

GTGC

L’rRNA ribosomiale 28S era utilizzato come gene di riferimento per la

normalizzazione di tutti i risultati per i geni bersaglio, e veniva amplificato

separatamente utilizzando i seguenti primes e sonde (GenBank V01270):

28S rRNA (GenBank V01270):FP: TGGGAATGCAGCCCAAAG RP: CCTTACGGTACTTGTTGGCTATCG

Probe:TGGTAAACTCCATCTAAGGCTAAATACCGGC

I campioni di cDNA sono stati amplificati utilizzando la TAQ DNA

polimerasi per quaranta cicli di amplificazione in condizioni standard. Ad ogni

ciclo è stata misurata la quantità di fluorescenza liberata, che come ricordato

risulta proporzionale alla quantità iniziale di trascritto. La quantificazione finale

di ogni campione è stata ottenuta mediante curva standard, amplificata nello

stesso esperimento. La quantità di RNA ribosomiale 28S è stata misurata in

modo analogo separatamente, ed è stata utilizzata per normalizzare i risultati

per i singoli geni bersaglio evitando in questo modo imprecisioni dovute a

potenziali differenze realizzatesi tra i campioni durante il processo di

Page 32: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

32

isolamento dell’RNA, o per diversità nell’efficienza delle reazioni di

retrotrascrizione. I risultati per ogni gene bersaglio sono stati divisi per il valore

del corrispondente rRNA 28S, ed espressi come percentuale della media del

gruppo di controllo.

3.5 TBARS

La misurazione dei TBARS (Thiobarbituric Acid Reactive

Substances) (OXItek TBARS Assay Kit) costituisce un saggio d’elezione

per lo screening ed il monitoraggio della perossidazione lipidica, tra i

maggiori indicatori dello stress ossidativo. La metodica è in grado di fornire

importanti informazioni sull’attività dei radicali liberi in situazioni

patologiche. I campioni biologici contengono una serie di sostanze che

possono reagire con l’acido tiobarbiturico, tra le quali gli idroperossidi

lipidici e le aldeidi che aumentano come risultato di uno stress ossidativo.

La Malonildialdeide (MDA) forma un addotto in rapporto 1:2 con l’acido

tiobarbiturico. I TBARS, nel tempo, tendono a tornare a livelli normali in

una maniera che dipende dalla presenza di sostanze antiossidanti. In pratica,

essi sono espressi e quantificati in termini di equivalenti di malondialdeide

(MDA). Nel presente saggio, standards di MDA a concentrazione nota sono

Page 33: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

33

utilizzati per la costruzione di una curva di riferimento contro la quale sono

stati poi rapportati i campioni oggetto del monitoraggio.

Nella preparazione del Buffer Reagente per il TBA (Acido

Tiobarbiturico) 0.53 gr di acido tiobarbiturico sono stati disciolti in 50 mL

di soluzione Diluente 1 (contenente acido acetico) e quindi addizionati con

altrettanti mL della soluzione Diluente 2 (contenente idrossido di sodio). Il

TBA è stato solubilizzato sino a completo scioglimento nel mix di soluzioni

1 e 2 posto su agitatore magnetico. Per la preparazione dei campioni 100 µL

di plasma sono stati preparati in provette di vetro con una pari quantità (100

µL) di soluzione SDS (sodiododecilsolfato). Successivamente sono stati

aggiunti 2.5 mL per ogni campione del buffer Reagente con il TBA ed il

tutto è stato lasciato ad incubare per 60 min. a +95 °C. Le provette di vetro

in questa fase sono state coperte da biglie di vetro, anch’esse incluse nel kit.

E’ seguita quindi una seconda incubazione effettuata lasciando le provette in

ghiaccio per 10 min. al fine di produrne il raffreddamento. Dopo una

centrifugazione di 15 min. a 3000 rpm è stata eseguita la lettura del

sovranatante. La quantificazione è stata effettuata spettrofotometricamente

ad una lunghezza d’onda (λ) di 532 nm misurando l’assorbanza prodotta dal

campione.

Page 34: Mitocondri e metabolismo lipidico

Materiali e metodi

34

3.6 Dosaggio plasmatico dei NEFA

Per la determinazione quantitativa in vitro degli acidi grassi liberi nel

plasma è stato utilizzato un test enzimatico colorimetrico (NEFA C, Metodo

ACS-ACOD-MEHA, Wako Chemicals GmbH, DE).

3.7 Analisi statistica dei dati

L’analisi statistica dei dati nei tre gruppi di studio è stata effettuata

mediante analisi della varianza tra i tre gruppi (ANOVA) utilizzando poi il

testi t di Student per dati non appaiati per confrontare dati tra i singoli

gruppi separati in caso di differenze significative (P<0.05) risultate al test

ANOVA. Sono stati considerati statisticamente significativi valori di

probabilità (P) inferiori a 0.05. I dati sono stati presentati come media ± SE.

Page 35: Mitocondri e metabolismo lipidico

35

4. RISULTATI

4.1 Dati corporei, insulino-sensibilità, parametri emato-chimici

Il peso corporeo era sovrapponibile nei tre gruppi sperimentali (Tabella

1), così come paragonabili erano i pesi dei pannicoli adiposi epididimale e

retroperitoneale. Sovrapponibili erano anche le corrispondenti percentuali del

peso corporeo attribuibili ai pannicoli adiposi misurati. Infine, per disegno

sperimentale, identiche erano le glicemie iniziali e finali durante il clamp

iperinsulinemico-euglicemico con o senza infusione di acidi grassi.

La quantità di glucosio infusa negli ultimi trenta minuti del clamp

calcolata secondo formule standard (infusione di glucosio in mg/g peso

corporeo al minuto) rappresenta un indice accurato di insulino-sensibilità della

cui misurazione è considerato il gold-standard [DeFronzo RA. et al,

1981][Barazzoni R. et al., 2003]. Tale valore era significativamente ridotto nel

gruppo di animali trattati con infusione di insulina e acidi grassi rispetto al

gruppo trattato con sola insulina, indicando un’insulino-resistenza acuta (Figura

1).

I livelli plasmatici di acidi grassi liberi erano paragonabili basalmente

nei tre gruppi. Nel gruppo trattato con insulina i livelli di acidi grassi si

Page 36: Mitocondri e metabolismo lipidico

36

riducevano (in accordo con il noto effetto inibitorio sulla lipolisi da parte

dell’insulina). Nel gruppo trattato con insulina e acidi grassi le concentrazioni

di questi ultimi aumentavano come prevedibile (Figura 2).

4.2 Capacità ossidativa ed espressione di regolatori del metabolismo

lipidico-mitocondriale

Nel muscolo gastrocnemio le attività degli enzimi mitocondriali

citocromo c ossidasi (COX) e citrato sintetasi (CS) non erano modificate nel

gruppo trattato con sola insulina nelle presenti condizioni sperimentali. Tuttavia

l’infusione di insulina e acidi grassi riduceva l’attività enzimatica di COX

(P<0.05) confrontata sia al gruppo di controllo che al gruppo trattato con sola

insulina. Un simile trend che non raggiungeva la significatività statistica si

osservava per CS (Figura 3).

L’infusione di acidi grassi in parallelo a quella di insulina aumentava i

livelli di mRNA di PPARgamma confrontati a quelli tra loro paragonabili

osservati negli altri due gruppi (Figura 4). Non vi erano al contrario

modificazioni nei livelli di mRNA per PPAR-alpha e PGC-1alpha in nessun

gruppo sperimentale (Figura 4).

Page 37: Mitocondri e metabolismo lipidico

37

Infine il livello di attivazione di AMPK (determinato attraverso la

misura della sua fosforilazione) non si modificava in risposta a infusione di

insulina indipendentemente dalla presenza di acidi grassi (Figura 4).

4.3 Stress ossidativo

I livelli di stress ossidativo venivano determinati utilizzando la

misurazione dei TBARS come descritto (Metodi). L’infusione di acidi grassi

aumentava significativamente lo stress ossidativo rispetto ai valori basali nel

gruppo trattato con acidi grassi ma non in quelli infusi con insulina o con

soluzione salina (Figura 5a). Le differenze tra valori basali e valori al termine

del clamp erano significativamente diverse nel gruppo trattato con insulina e

acidi grassi rispetto agli altri gruppi sperimentali (Figura 5b).

I livelli di TBARS alla fine del clamp correlavano negativamente con la

sensibilità insulinica nei due gruppi infusi con insulina con o senza acidi grassi

(Figura 6). Una correlazione negativa (r2=0.21; P<0.05) si riscontrava anche tra

livelli di TBARS alla fine del clamp e attività enzimatica muscolare di COX in

tutti gli animali.

Page 38: Mitocondri e metabolismo lipidico

38

5. DISCUSSIONE

Lo studio è stato finalizzato a determinare gli effetti di

un’iperinsulinemia acuta e fisiologica sulla utilizzazione insulino-indotta del

glucosio (indice di insulino-sensibilità), sullo stress ossidativo misurato a

livello plasmatico e sulla capacità ossidativa mitocondriale e su alcuni tra i

principali regolatori del metabolismo lipidico-mitocondriale nel muscolo

scheletrico di ratto. Tali effetti venivano determinati in presenza di una

fisiologica riduzione (causata dalla inevitabile soppressione della lipolisi

insulino-indotta) o un incremento (provocato da infusione esogena di

trigliceridi e eparina) dei livelli degli acidi grassi liberi circolanti. I risultati

indicano che: 1) un’infusione di insulina mirata a determinare

iperinsulinemia fisiologica in presenza di normoglicemia non modifica

significativamente lo stress ossidativo, la capacità ossidativa mitocondriale

nonchè l’espressione a livello trascrizionale di PPARgamma, PPARalpha,

PGC-1alpha e la fosforilazione di AMPK; 2) in presenza di identiche

condizioni sperimentali, il parallelo incremento dei livelli circolanti di acidi

grassi liberi riduceva la sensibilità insulinica, aumentava lo stress ossidativo

e induceva una soppressione della capacità ossidativa mitocondriale

Page 39: Mitocondri e metabolismo lipidico

39

nonostante un incremento dell’espressione di PPARgamma e in assenza di

modificazioni dei livelli di PPARalpha, PGC-1alpha e AMPK attivata.

5.1 Gli effetti dell’insulina

Lo studio ha chiaramente indicato che un aumento acuto dei livelli

insulinemici, indotto con velocità di infusione dell’ormone attesa indurre

incrementi paragonabili a quelli osservati nel periodo post-prandiale e per un

periodo di tempo analogo, non modifica in modo sostanziale alcuni

indicatori fondamentali del metabolismo lipidico-energetico muscolare. Il

dato è in accordo con risultati in vivo che non confermano effetti stimolanti

dell’insulina di per sè sul metabolismo proteico mitocondriale muscolare in

vivo nell’uomo [Barazzoni et al., 2003]. Al contrario alcuni recenti studi

avevano indicato un ruolo stimolatore centrale dell’insulina nella regolazione

del metabolismo energetico muscolare in presenza di concomitante infusione

aminoacidica mirata a prevenire la riduzione dei livelli di aminoacidi

circolanti in presenza di iperinsulinemia [Stump CS. et al., 2003][Boirie Y.

et al., 2001]. Globalmente questi dati rafforzano il concetto dell’importanza

dell’interazione tra ormoni e substrati-nutrienti nelle risposte adattative

metaboliche in vivo. In particolare la presenza di aminoacidi sarebbe cruciale

per il suo ruolo permissivo nel mantenere la velocità di sintesi proteica anche

Page 40: Mitocondri e metabolismo lipidico

40

a livello mitocondriale [Stump CS. et al., 2003][Boirie Y. et al., 2001] che a

sua volta potrebbe permettere un aumento delle molecole mitocondriali e

della capacità ossidativa. Nel presente studio si può presumere una riduzione

dei livelli aminoacidici come invariabilmente osservato in analoghe

condizioni sperimentali in vivo [Stump CS. et al., 2003][DeFronzo RA. et

al., 1981][Barazzoni R. et al., 2003].

Occorre peraltro considerare che il presente studio dimostra per la

prima volta una riduzione a livello muscolare dell’attività di enzimi della

catena respiratoria legata a incremento acuto degli acidi grassi circolanti.

Tale risultato suggerisce che gli effetti dell’iperinsulinemia sulla funzione

mitocondriale muscolare in assenza di concomitante infusione lipidica

possano essere almeno in parte indiretti e risultanti dall’effetto soppressivo

dell’ormone sulla lipolisi e la conseguente riduzione degli acidi grassi

circolanti [Stump CS. et al., 2003][Boirie Y. et al., 2001]. Sulla base di

queste considerazioni gli acidi grassi sono introdotti come importante

componente della regolazione del metabolismo energetico muscolare che

appare in grado di modulare gli eventuali effetti insulinici soprattutto nel

periodo post-prandiale. Poichè il livello di acidi grassi liberi generalmente

non cala in presenza di iperinsulinemia post-prandiale per il concomitante

introito di alimenti che compensa la soppressione della lipolisi, i risultati

dello studio suggeriscono indirettamente che un aumento della funzione

Page 41: Mitocondri e metabolismo lipidico

41

ossidativa mitocondriale muscolare non abbia un ruolo determinante

nell’adattamento metabolico acuto all’assunzione di alimenti.

Nelle presenti condizioni sperimentali l’infusione isolata di insulina

non modificava l’espressione di PPARgamma e di altri regolatori del

metabolismo lipidico tra cui AMPK attivata. Soprattutto per quanto riguarda

i livelli di PPARalpha, PGC-1alpha e AMPK attivata tali osservazioni

suggeriscono un sostanziale equilibrio dello stato metabolico tissutale, in

quanto tali regolatori sono stimolati soprattutto da una riduzione della

disponibilità di substrati e di energia quale si osserva ad esempio in

condizioni di digiuno [Hevener AL. et al., 2003][Jove M. et al.,

2004][Lapsys NM. et al., 2000][Norris AW. et al., 2003][Olefsky JM. et al.,

2000][Way JM. et al., 2001][Rhee J. et al., 2003][Leone TC. et al.,

1999][Patti ME. et al., 2003][Mootha VK. et al., 2003][Puigserver P. et al.,

2003][Attie AD. et al., 2003][Winder WW. et al., 1999][Yamauchi T. et al.,

2002][Lochead PA. et al., 2000]. In particolare tale ipotesi è in accordo con

una stimolazione della disponibilità di glucosio prevelentemente a livello

muscolare come atteso nelle presenti condizioni sperimentali. Un effetto

diretto dell’insulina sull’espressione di PPARgamma, PPARalpha, PGC-

1alpha e sulla fosforilazione di AMPK muscolare non è supportato dai

risultati dello studio.

Page 42: Mitocondri e metabolismo lipidico

42

5.2 Gli effetti degli acidi grassi

I risultati sostengono fortemente il nuovo concetto che un aumento

acuto di concentrazioni di acidi grassi circolanti in presenza di

iperinsulinemia-normoglicemia ha un effetto inibitorio sulla funzione

mitocondriale muscolare. Il dato suggerisce che una riduzione della capacità

ossidativa muscolare possa contribuire all’effetto di inibizione della

utilizzazione di glucosio insulino-indotta attribuito agli acidi grassi e

chiaramente confermato dal presente studio.

La funzione mitocondriale muscolare è infatti emersa in anni recenti

come un importante regolatore dall’azione insulinica con particolare

riguardo all’utilizzazione del glucosio [Anderwald C. et al., 2002][Barazzoni

R. et al., 2004][Barazzoni R. et al., 2005][Harano Y. et al., 1972]. Una

riduzione della capacità ossidativa muscolare si riscontra infatti in presenza

di obesità e diabete tipo 2 [Anderwald C. et al., 2002][Barazzoni R. et al.,

2004][Barazzoni R. et al., 2005][Harano Y. et al., 1972] [Barazzoni R. et al.,

2001][Barazzoni R. et al., 2003][Barazzoni R. et al., 2003][Jove M. et al.,

2004][Kristal BS. et al., 1997][Murata M. et al., 2002] ed entrambe le

condizioni sono caratterizzate da insulino-resistenza con pressochè

inevitabile aumento dei livelli di acidi grassi circolanti [Anderwald C. et al.,

2002][Barazzoni R. et al., 2004][Barazzoni R. et al., 2005][Harano Y. et al.,

Page 43: Mitocondri e metabolismo lipidico

43

1972] [Barazzoni R. et al., 2001][Barazzoni R. et al., 2003][Barazzoni R. et

al., 2003][Jove M. et al., 2004][Kristal BS. et al., 1997][Murata M. et al.,

2002]. I dati del presente studio indicano pertanto nell’eccessiva

disponibilità di acidi grassi un potenziale importante mediatore diretto

dell’insulino-resistenza in tali condizioni, soprattutto in presenza di loro

elevazioni acute in presenza di iperinsulinemia come generalmente

osservabile nel periodo post-prandiale.

Gli acidi grassi aumentavano acutamente i livelli di stress ossidativo

stimato mediante l’importante marker di perossidazione lipidica

rappresentato dai livelli di TBARS, indicativi della produzione di

malonildialdeide. Lo stress ossidativo è implicato in alterazioni a medio-

lungo termine delle strutture tissutali che possono comprendere i mitocondri

con modificazioni del DNA e delle strutture lipidiche e proteiche [Harman

D. et al., 1981][Linnane AW. et al., 1989][Trounce I. et al., 1989][Fallace

DC. et al., 1992][Mooradian AD. et al., 1994][Aksenova MW. et al., 1998].

Per tali motivi e per l’elevata concentrazione di ossidanti nel mitocondrio

stesso lo stress ossidativo è stato implicato nella patogenesi delle disfunzioni

mitocondriali croniche associate all’invecchiamento [Harman D. et al.,

1981][Linnane AW. et al., 1989][Trounce I. et al., 1989][Fallace DC. et al.,

1992][Mooradian AD. et al., 1994][Aksenova MW. et al., 1998]. Tuttavia i

risultati del presente studio suggeriscono effetti acuti a livello mitocondriale

Page 44: Mitocondri e metabolismo lipidico

44

muscolare, supportati dalle associazioni negative dei livelli di TBARS

circolanti con insulino-sensitività e attività di citocromo c ossidasi

muscolare. Tali effetti potrebbero essere mediati da effetti negativi diretti

sulla trascrizione mitocondriale, come suggerito da precedenti studi nel

diabete tipo 1 [Kristal BS. et al., 1997]. A livello molecolare la disfunzione

mitocondriale potrebbe inoltre essere direttamente mediata dal legame della

malonildialdeide con strutture mitocondriali come precedentemente

suggerito in altri tessuti [Liu J. et al., 2002]. Risulta importante sottolineare

come un aumentato stress ossidativo si riscontri in condizioni associate a

insulino-resistenza quali l’obesità e il diabete mellito tipo 2, così come

nell’invecchiamento [Furukawa S. et al., 2004][Harman D. et al.,

1981][Linnane AW. et al., 1989][Trounce I. et al., 1989][Fallace DC. et al.,

1992][Mooradian AD. et al., 1994][Aksenova MW. et al., 1998]. Sulla base

delle precedenti considerazioni i presenti risultati suggeriscono un ruolo

significativo dello stress ossidativo mediato dagli acidi grassi nel loro effetto

negativo su funzione mitocondriale muscolare e nell’insulino-resistenza.

L’incremento acuto di acidi grassi circolanti durante iperinsulinemia non

modificava l’espressione di PPARalpha e PGC-1alpha, nè l’attivazione di

AMPK. Pertanto tali regolatori non appaiono giocare un ruolo determinante

nella riduzione della capacità ossidativa della catena respiratoria mediata dagli

acidi grassi stessi. Gli acidi grassi aumentavano peraltro l’espressione

Page 45: Mitocondri e metabolismo lipidico

45

trascrizionale di PPARgamma. Tale effetto è in accordo con dati precedenti e

riflette la regolazione da parte di substrati lipidici di tale mediatore [Hevener

AL. et al., 2003][Jove M. et al., 2004][Lapsys NM. et al., 2000][Norris AW. et

al., 2003][Olefsky JM. et al., 2000][Way JM. et al., 2001][Rhee J. et al., 2003].

Un’attivazione del PPARgamma in vari tessuti attiva risposte metaboliche

tessuto-specifiche [Hevener AL. et al., 2003][Jove M. et al., 2004][Lapsys NM.

et al., 2000][Norris AW. et al., 2003][Olefsky JM. et al., 2000][Way JM. et al.,

2001][Rhee J. et al., 2003]. Nel muscolo scheletrico PPARgamma appare

associato all’espressione di geni lipoossidativi [Lapsys NM. et al., 2000] e in

alcuni studi ad aumentata funzione mitocondriale [Barazzoni R. et al., 2005].

Inoltre la inattivazione di PPARgamma specificamente nel tessuto muscolare si

associa a insulino-resistenza in modelli animali [Norris AW. et al., 2003].

Appare pertanto improbabile che l’upregolazione dell’espressione di

PPARgamma abbia avuto un ruolo causale nella soppressione della attività di

citocromo ossidasi. Un incremento dei livelli di acidi grassi liberi si osserva

anche in condizioni di digiuno in cui l’insulinemia è tipicamente ridotta

[Barazzoni R. et al., 2005] e l’ossidazione di substrati lipidici anche a livello

muscolare è mantenuta o aumentata [Barazzoni R. et al., 2005]. Pertanto è

ipotizzabile che un effetto stimolante sulla funzione ossidativa muscolare

mediata dalla stimolazione dell’espressione di PPARgamma da parte degli acidi

grassi si associ fisiologicamente a condizioni di digiuno. Tale interazione

Page 46: Mitocondri e metabolismo lipidico

46

appare essere alterata in presenza di iperinsulinemia nelle presenti condizioni

sperimentali. Un aumentato livello di stress ossidativo (quale non si osserva in

condizioni di digiuno) con alterazione diretta della funzione mitocondriale

potrebbe contribuire a questo effetto.

Page 47: Mitocondri e metabolismo lipidico

47

6. CONCLUSIONI

In conclusione il presente studio ha dimostrato che un aumento dei

livelli di acidi grassi circolanti ha un impatto negativo su insulino-sensibilità,

stress ossidativo e attività enzimatica mitocondriale muscolare in un modello

sperimentale di ratto durante iperinsulinemia acuta. I dati suggeriscono un

meccanismo potenziale alla base dell’insulino-resistenza associata a obesità

e diabete tipo 2 in presenza di eccesso di acidi grassi circolanti, soprattutto

nel periodo post-prandiale.

Page 48: Mitocondri e metabolismo lipidico

48

Legenda alle Figure

Figura 1: Utilizzazione di glucosio insulino-mediata nei due gruppi di

animali trattati con insulina o con insulina e acidi grassi *: P<0.05 vs

Con.

Figura 2: Concentrazioni plasmatiche di acidi grassi liberi nei tre gruppi

sperimentali all’inizio e alla fine del clamp. *: P<0.05 vs Basale; i valori

dopo clamp nei gruppi Ins e Ins+FFA sono significativamente diversi dai

corrispondenti valori nel gruppo Con.

Figura 3: Effetti dell’infusione di insulina senza (Ins) o con (Ins+FFA)

acidi grassi sull’attività enzimatica di citocromo c ossidasi (COX) e

citrato sintetasi (CS) *: P<0.05 vs Con e Ins.

Figura 4: Effetti dell’infusione di insulina senza (Ins) o con (Ins+FFA)

acidi grassi sui livelli di mRNA di PPARgamma (a), PPARalpha (b),

PGC-1alpha (c) e sulla fosforilazione di AMPK (d). *: P<0.05 vs Con e

Ins.

Figura 5: a) Concentrazioni plasmatiche di TBARS nei tre gruppi

sperimentali all’inizio e alla fine del clamp. *: P<0.05 vs Basale e vs Con

e Ins. b) Modificazioni della concentrazione di TBARS nei tre gruppi

sperimentali in risposta alle infusioni. *: P<0.05 vs Con e Ins.

Page 49: Mitocondri e metabolismo lipidico

49

Figura 6: Correlazione tra livelli plasmatici di TBARS alla fine del

clamp e utilizzazione di glucosio insulino-mediata nei ratti trattati con

insulina o con insulina e acidi grassi.

Page 50: Mitocondri e metabolismo lipidico

50

Tabella 1: peso corporeo totale, peso dei pannicoli di tessuto adiposo (TA)

epididimale e retroperitoneale, loro percentuale del peso corporeo, glicemia

iniziale (t=0) e finale (t=150).

_____________________________________________________________

Con Ins Ins-FFA

Peso Corporeo (g) 318±4 314±3 314±5

TA epididimale (g) 2.30±0.09 2.58±0.17 2.30±0.09

TA retroperitoneale (g) 3.36±0.32 3.59±0.28 3.86±0.21

% peso corporeo 2.09±0.15 2.27±0.18 2.21±0.14

Glicemia (t=0, mmol/l) 5.8±0.6 5.7±0.3 5.5±0.4

Glicemia (t=150, mmol/l) 5.6±0.4 5.8±0.5 5.6±0.6

_____________________________________________________________

Page 51: Mitocondri e metabolismo lipidico

51

Figura 1

Utilizzazione di g lucosio

insu lino-me diata

0

0,1

0,2

mg

/min

.g b

od

y w

eig

ht

*

Ins+FFA

Ins

Page 52: Mitocondri e metabolismo lipidico

52

Figura 2

Acidi Grassi Libe ri

0

1

2

3

4

mm

ol/l

*

*

Clamp

Basal

Con Ins Ins-FFA

Page 53: Mitocondri e metabolismo lipidico

53

Figura 3

Ins

Con

Ins+FFA

0

200

400

600

800

mic

rom

ol/

min

. g

pro

tein

COX CS

*

Page 54: Mitocondri e metabolismo lipidico

54

Figura 4

Ins

Con

Ins+FFA

0

200

400

600

800

1000

1200p

erc

en

t o

f c

on

tro

lPPARgamma *

0

50

100

150

200

250

300

pe

rce

nt

of

co

ntr

ol

PGC-1alpha

Page 55: Mitocondri e metabolismo lipidico

55

0

50

100

150

200

250

300

pe

rce

nt

of

co

ntr

ol

p-AMPK

0

50

100

150

200

250

300p

erc

en

t o

f c

on

tro

lPPARalpha

Page 56: Mitocondri e metabolismo lipidico

56

Figura 5

TBARS

0

10

20

30

40

50

60

70

mm

ol/

l

*

Con Ins Ins-FFA

- 10

0

10

20

30

40

50

mm

ol

Modificazioni

TBARS

*

a)

b)

Ins

Con

Ins+FFA

Page 57: Mitocondri e metabolismo lipidico

57

Figura 6

R2 = 0, 4826

0

20

40

60

80

100

0, 00 0, 05 0, 10 0, 15 0, 20 0, 25

Utilizzazione di glucosio insulino-mediata

(mg/g min)

TB

AR

S

Page 58: Mitocondri e metabolismo lipidico

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8. RINGRAZIAMENTI

Desidero esprimere un sentito ringraziamento al prof. Luigi Cattin per la

professionalità e la disponibilità usate nei miei confronti durante la

preparazione della tesi. Ringrazio inoltre il prof. Gianfranco Guarnirei per la

cortesia con la quale mi ha permesso di frequentare il laboratorio di Ricerca

della Clinica Medica. Un profondo ringraziamento va al dott. Rocco Barazzoni

per la disponibilità e l’interesse con cui mi ha seguito: un sostegno importante

nelle fasi di preparazione ed elaborazione del presente studio. Desidero inoltre

ringraziare la dott.ssa Michela Zanetti per la gentilezza e l’esperienza con la

quale mi ha dato consigli e suggerimenti utili. Un riconoscimento particolare va

al dott. Marco Stebel ed alle sue collaboratrici (Paola e Cristina) per gli

insegnamenti e l’aiuto fornitomi nella delicata fase di lavoro con gli animali.

Non dimentico inoltre la dott.ssa Alessia Pirulli per l’amicizia e l’importante

aiuto che ha saputo darmi ed il supporto e la professionalità del sig. Cadelli

nella fase di preparazione chirurgica degli animali.

Un ringraziamento affettuoso è rivolto al personale tecnico del

laboratorio, alle sig.re Anna Maria Semolic, Mariella Sturma ed Anna

DeSanctis che con pazienza e dedizione mi hanno guidato nell’apprendimento

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delle principali tecniche di laboratorio. Allo stesso modo ringrazio Barbara e

Rossella. Grazie a tutte voi per l’amicizia ed il sostegno.

Grazie anche ai miei adorati nonni per la pazienza e l’affetto con i quali

mi hanno sostenuto in questi anni. Un ringraziamento speciale va a Giulietta

perché le sue parole sono sempre venute dal cuore. Ricordo e ringrazio inoltre i

miei cari amici Elisa, Giorgio, Ale, Jenny, Giovanni ed Emanuele per la

sopportazione e l’aiuto a superare i momenti di tensione. Grazie anche a

Claudia e a Silvia per quest’ultimo anno di vita triestina.