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“ELEMENTI DI BASE PER LA LETTURA DEI BISOGNI" Dott.ssa Laila Cervigni ELEMENTI DI SOCIOLOGIA E PSICOLOGIA

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“ELEMENTI DI BASEPER LA LETTURA DEI BISOGNI"

Dott.ssa Laila Cervigni

ELEMENTI DI SOCIOLOGIA E

PSICOLOGIA

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La sociologia

• È la scienza che studia le strutture sociali, le norme ed i

processi che uniscono (e separano) le persone non solo

come individui ma come componenti di associazioni,

gruppi ed istituzioni.

• È lo studio della vita sociale di uomini, gruppi e società.

• È lo studio dei fatti e delle azioni sociali, cioè quei

fenomeni che sviluppano la società e dalla quale

dipendono.

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Nascita della sociologia

La sociologia è una scienza emersa nel XIXsecolo come risposta accademica aicambiamenti della modernità edell’industrializzazione: quanto più il mondodiventava piccolo ed integrato, tanto piùl'esperienza delle persone del mondo divenivaparcellizzata e dispersiva.• I sociologi speravano non solo di capire checosa univa i gruppi sociali, ma anche disviluppare un "antidoto" alla disgregazionesociale.

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Brevi cenni sulla storia dellasociologia

La sociologia è una scienza relativamente nuova rispetto ad altrescienze sociali (economia, scienza della politica, psicologia,..).• Il termine fu coniato da Auguste Comte, che sperava di unificare tuttigli studi sull'uomo, includendo storia, psicologia ed economia.• Il suo schema sociologico era tipico del XVIII secolo: egli credevache l'esistenza umana passasse sempre attraverso le stessedistinte tappe storiche e che, comprendendone la progressione, sipotessero individuare i rimedi per i problemi della società.• Tuttavia la sociologia ha le sue origini nella filosofia politica e socialedi Platone, Aristotele, fino a Hobbes, Machiavelli, Rousseau, Hegel,Tocqueville ed Emerson.

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L'Illuminismo, può essere considerato il periodo storico di partenza per losviluppo delle discipline, fondanti sulla "ragione" e sul pensierodell'esistenza ,insita nella natura dell'uomo ,di una razionalitàoscurata dalla società e dalle religioni.• Montesquieu (1689-1756) fu uno dei precursori indagatori dellecondizioni sociali, delle leggi e dei costumi di modelli sociali differenti,come quelli francesi e persiani del suo tempo.• Certamente, né lui e nemmeno Rousseau (1712-1778) furonosociologi, però anticiparono alcune analisi sociali riguardanti tematicheche in seguito i sociologi stimeranno importanti, come per esempio iltema della disuguaglianza, della stratificazione e della proprietà privata.• Turgot (1727-1781) sostituirà, per primo, l'origine della cause deifenomeni, fino ad allora, ricercata nell'ambito del sovrannaturale, conl'indagine fatta esclusivamente nell'ambito della natura.

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Oggetto di ricerca

Oggi la sociologia studia le organizzazioni umane e le

istituzioni indirizzando la ricerca su:

• aspetti macrostrutturali, come sistema sociale, funzione,

classe sociale, genere ed istituzioni come la famiglia,

sulla devianza o la rottura di strutture sociali (es. il

divorzio per la famiglia)

• e si interessa parallelamente di microprocessi come le

interazioni personali.

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Metodi

Spesso i sociologi utilizzano metodi quantitativinella ricerca sociale per descrivere le relazionisociali mediante modelli e sviluppare schemiinterpretativi che possano aiutare a prevedere icambiamenti sociali e le risposte ad essi.• Altre branche della sociologia ritengono che imetodi qualitativi, come interviste tematiche egruppi di discussione, permettano una migliorecomprensione dei processi sociali.

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ELEMENTI DI SOCIOLOGIA

Nell'ambito delle scienze sociali la sociologia occupa unposto importante poiché studia i fenomeni cheinteressano la struttura della società e l'interazione tra gliindividui.Trattandosi di una scienza relativamente giovane, oltre adessere caratterizzata da una molteplicità di indirizzi emetodi, la sociologia negli ultimi decenni ha ampliato gliorizzonti della propria ricerca dando origine a nuovisettori di indagine, collegati alle problematiche dellosviluppo tecnologico:• sociologia dell'organizzazione,• sociologia dell'ambiente e del territorio,• sociologia della comunicazione ecc.

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La sociologia nasce ufficialmente con la nascita

della società moderna ma esiste in realtà da

quando esistono le azioni e i fenomeni di

gruppo.

• Nell'ambito della sociologia non esiste un

approccio teorico dominante poiché ci troviamo

di fronte allo studio dell'uomo che ha molteplici

sfaccettature difficilmente conciliabili tra loro.

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Importanza delcontesto sociale

La personalità, il comportamento e la strutturapsichica di un individuo si sviluppano inrelazione al contesto socio-culturale (cfr.comportamentismo)• Influenza della dimensione sociale nellosviluppo della personalità bisogno diappartenenza (necessità di sentirsi parte di ungruppo)• La considerazione dei fattori presenti in talecontesto è dunque di fondamentale importanzaper lo studio del comportamento.

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IL CONCETTO DI SISTEMA

SISTEMA :

• complesso di elementi, presenti in un dato

contesto,

• interdipendenti tra di loro

• che formano un tutto organico che, a sua

volta,

• risulta soggetto a regole di funzionamento.

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Le diverse parti di cui è formato un sistema sono

correlate da un ampio complesso di relazioni e

legami che costituiscono le strutture di questi

rapporti. Essi non sono stabili ma in continuo

divenire

• -> sistema in evoluzione = processo di crescita e

differenziazione dei componenti il sistema

• -> sistema in involuzione

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Tipologie di Sistema

Sistema aperto. È detto tale quel sistema

che scambia energia ed informazioni con

l’ambiente circostante. ( es. l’essere vivente

o il termostato)

• Sistema chiuso. Qualora attraverso i suoi

confini non avvenga alcuno scambio di

energia- informazione ( provetta di

laboratorio)

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I Sistemi Aperti

Legge dell’omeostasi : tendenza amantenere la stabilità del sistema attraversodei feedback di retroazione.• La proprietà della Totalità: tutte le parti diun sistema sono in relazione tra loro, inmodo tale che ogni cambiamento che siverifichi in una parte rappresenta unaperturbazione per le altre e per l’interosistema

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UN SISTEMA NEL SISTEMA

Fin dalla nascita il bambino è inserito in un

contesto sociale =

Sistema Famiglia

La famiglia è il primo Sistema Sociale con

cui l’uomo entra in contatto e ci fornisce un

ottimo esempio di come può essere

strutturato un sistema.

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La famiglia

Negli anni la famiglia si è trasformata così come lasua funzione .• Radicale trasformazione: da un gruppoautosufficente si è passati a una condizione dipiccoli gruppi strutturalmente legati alla societàper poter soddisfare bisogni che primatrovavano riscontro in seno alla famiglia stessa.• In tutte le sue molteplici composizioni,comunque, le famiglie svolgono compiti dicura e di sviluppo verso i propri membri.

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Funzioni della famiglia nell’attuale contesto sociale:

1. Riproduttiva = trasmissione e conservazione

dei caratteri ereditari

2. Di sviluppo = creazione di un ambiente

positivo e stimolativo per il nuovo nato

3. Educativa = creare le condizioni per lo

sviluppo armonico della sua personalità

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L’applicazione del concetto di sistema allo

studio della famiglia ha indirizzato gli

studiosi principalmente verso gli aspetti

• strutturali (gerarchie, ruoli, confini) e

• processuali (evoluzione per fasi e cicli) del

microsistema familiare.

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LA STRUTTURA DELLAFAMIGLIA

I SOTTOSISTEMI

Sono formati in base alla generazione, al sesso,

agli interessi, al ruolo, alle funzioni.

(Sottosistema coniugale, genitoriale, dei fratelli)

Ogni individuo appartiene a diversi sottosistemi, in

cui ha differenti gradi di potere e dove acquista

capacità differenziate.

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I CONFINI

I confini di un sottosistema sono le regole

che definiscono chi partecipa e come,

inoltre presiedono al passaggio di

informazioni.

La funzione dei confini è di proteggere la

differenziazione tra i sottosistemi.

S.Minuchin, Famiglie e Terapia della Famiglia, Astrolabio, Roma, 1976

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I CONFINI

CONFINI RIGIDI CONFINI DIFFUSI

_________________│_ _ _ __ _ _ _ _ _ _ │…………….................

Famiglie disimpegnate CONFINI CHIARI Famiglie invischiate

Permettono ai membri del sottosistema di esercitare le loro funzioni senza

indebite interferenze, e permettono altresì il contatto fra i componenti del

sottosistema e gli altri.

Ogni famiglia può essere collocata in una sua posizione entro il continuum tra i

due poli disimpegno/invischiamento.

Invischiamento e disimpegno stanno ad indicare uno stile transazionale, la

preferenza di un tipo di interazione, piuttosto che una differenza qualitativa tra

funzionale e disfunzionale.

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LA GERARCHIA

La gerarchia familiare è un concetto che

attiene non tanto all’esercizio del potere

all’interno della famiglia, bensì alla

Attuazione della propria competenza

genitoriale…

L’efficace esercizio dell’autorità genitoriale,

senza che vi siano eccessive disparità di

potere tra padre e madre e secondo

modalità flessibili e razionali.

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Gerarchie Incongrue

Il parentale Child o figlio Genitorializzato

Si verifica quando un figlio, che in teoria

dovrebbe appartenere al sottosistema dei

fratelli, viene posto in una posizione

gerarchica superiore a quanto gli spetta e

avrò il compito di prendersi cura delle sue

figure genitoriali, creando così un

inversione di ruoli che non favorirà lo

svincolo dalla famiglia d’origine.

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Svincolo dal Nucleo familiare

Autonomia dal punto di vista emotivo e

cognitivo oltre che pratico.

Fa riferimento al processo di separazione

\individuazione .

Ogni individuo deve infatti divenire

progressivamente meno indispensabile per il

funzionamento della sua famiglia d’origine,

creandosi un proprio spazio personale che gli

permette di investire con libertà sul suo futuro.

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Il coinvolgimento eccessivo o ildistacco totale

Nel caso di coinvolgimento eccessivo, una persona non

riesce a fare le sue scelte in autonomia rispetto alla

famiglia d’origine.

Questa difficoltà può manifestarsi non solo in forma palese e

diretta, ad esempio adeguandosi acriticamente ai desideri

e alle aspettative dei propri genitori , ma anche in forma

indiretta, operando scelte completamente opposte a

quelle suggerite dalla propria famiglia:in questo caso le

aspettative e le richieste familiari vengono usate come

criterio decisionale negativo. Es. ragazza di “buona

famiglia”.

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Difficoltà di Svincolo

Nel caso del distacco totale si verifica che una persona

dichiari di aver risolto tutti i suoi problemi di dipendenza e

di essersi completamente emancipata, senza però

intrattenere alcun rapporto con la propria famiglia. In

genere tale atteggiamento denota l’esistenza di un forte

legame che però viene negato.

In effetti siamo in presenza di una dipendenza dall’idea di

essere a tutti i costi indipendente. TAGLIO EMOTIVO.

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Invero non c’è una differenza autentica tra la

vicinanza troppo stretta e l’eccessivo

distanziamento: sono entrambe facce della

stessa medaglia.

Impossibilità di risolvere in modo adeguato lo

svincolo affettivo \ emotivo dalla propria

famiglia d’origine.

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IL CICLO VITALE DELLAFAMIGLIA

È un modello teorico di riferimento che

inquadra lo sviluppo spazio-temporale

della famiglia attraverso l’individuazione di

determinate fasi evolutive prevedibili.

M. Andolfi, Manuale di psicologia relazionale, APF, ROMA, 2003

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DESCRIZIONE DELLE TAPPEDEL CICLO VITALE

Separazione dalla famiglia d’origine e

formazione di una nuova coppia

• La nascita dei figli

• La loro progressiva crescita fino allo

svincolo ( famiglia con adolescenti e

famiglia “trampolino di lancio” )

• L’invecchiamento e la separazione della

coppia genitoriale per la morte del coniuge

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La formazione di una nuova coppiae la separazione dalle rispettive

famiglie d’origine

I due partner devono elaborare una

“buona separazione” dalle rispettive

famiglie d’origine; ciò che appartiene al

passato non deve invadere il territorio di

scelte e lo sviluppo della coppia, ma deve

rappresentare un valore che ciascuno porta

con sé come una sorta di dote affettiva.

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La nascita dei figli

La transizione dalla situazione di coppia a

quella di attesa, cura ed allevamento della

prole, modifica inevitabilmente gli equilibri

preesistenti, sollecitando nuove regole e la

ridefinizione di spazi interpersonali.

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L’emancipazione dei figli dai genitori/

L’emancipazione dei genitori dai figliCon l’adolescenza e la prima età adulta i figli

progressivamente lasciano il nucleo genitoriale per

costituire spazi di autonomia propri.

Nello stesso tempo, la coppia ha bisogno di ricostituire

uno spazio coniugale riportando in secondo piano il

ruolo genitoriale (sindrome del nido vuoto)

L’età adulta e l’indipendenza dei propri figli non

comportano comunque la perdita totale del ruolo

genitoriale. Piuttosto viene ad instaurarsi un diverso

tipo di relazione, diversamente intima e paritaria, che

tuttavia non pregiudica la soddisfazione dei bisogni di

una “base sicura”.

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L’invecchiamento e la separazione dellacoppia genitoriale per la morte del

coniuge

• La forzata cessazione del lavoro

• L’ insorgere della malattia

• La prospettiva della morte

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LE CRISI EVOLUTIVE

La famiglia è un sistema dinamico,

soggetto a continue modificazioni in

relazione alle specifiche fasi che

caratterizzano il ciclo vitale familiare.

• Ogni fase è segnata da un evento critico.

• Tali eventi critici possono essere di tipo

normativo o paranormativo.

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EVENTI NORMATIVI

Gli eventi critici normativi sono connessi ai

normali processi di sviluppo e sono eventi

attesi e prevedibili come

• la nascita,

• l’adolescenza,

• l’uscita di casa dei figli etc.

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EVENTI PARANORMATIVI

Accanto a queste fasi, tuttavia, vi sono

eventi inattesi e difficilmente prevedibili

che moltiplicano le modificazioni della

struttura relazionale del sistema familiare

(separazione, divorzio, morte improvvisa,

malattia di un membro, ecc.)

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Gli eventi critici, quindi, si riferiscono a cambiamenti strutturali della

famiglia.

La crescita della famiglia e di ogni suo singolo membro è legata

all’effettivo superamento degli eventi critici, attraverso

l’individuazione dei compiti di sviluppo e di cura di ogni singola fase

del ciclo di vita dell’individuo e della famiglia.

Le funzioni della famiglia e quindi della genitorialità variano secondo

l’età dei figli; quando i figli sono molto piccoli predominano funzioni

di nutrizione ed allevamento.

Con la crescita dei figli il compito evolutivo della famiglia è

caratterizzato da una domanda di maggiore autonomia,

individuazione e proiezione verso l’esterno.

Durante tali eventi critici le precedenti modalità di funzionamento del

sistema risultano inadeguate, di conseguenza necessita

riorganizzare il sistema a livello sia strutturale che relazionale.

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L’evento critico apporta alla famiglia una fase di stress e di difficoltà in

cui si possono individuare delle fasi:

• prima fase di disorganizzazione

• seconda fase di ricerca attiva delle risorse

• terza fase il raggiungimento di un nuovo equilibrio

Di fondamentale importanza risulta, quindi, una flessibilità del sistema a

cambiare in modo congruo in base al compito evolutivo a cui deve

rispondere.

Tale prerogativa è indice di un buon funzionamento, in altre parole è un

sistema che ha una buona capacità di problem solving, un’apertura

alla negoziazione, un’adattabilità delle regole e dei ruoli.

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Il ciclo vitale prevede dei periodi di

equilibrio e di relativa stabilità strutturale,

ma prevede anche dei momenti di

cambiamento, che possono costituire dei

momenti “critici”, i quali, tuttavia,

possono essere considerati fisiologici,

perché propri del suo sviluppo.

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Il termine “crisi”, in tal senso, porta con

sé una connotazione positiva, in quanto è

funzionale ad una riorganizzazione del

nucleo familiare e dei reciproci ruoli; crisi

necessaria alla crescita e allo sviluppo sia

della famiglia che dei singoli membri.

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FAMIGLIAMATRICE DI IDENTITA’

Il senso di identità di ciascun individuo è

influenzato dal senso di appartenenza a

una specifica famiglia.

Il senso di differenziazione e di individualità

si forma con la partecipazione sia a

differenti sottosistemi in diversi contesti

familiari, sia a gruppi extra-familiari.

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Il gruppo

In sociologia e psicologia sociale, si definisce

gruppo =

un insieme di persone che interagiscono le une con le

altre in modo ordinato sulla base di aspettative

condivise riguardanti il rispettivo comportamento.

Dato che gli esseri umani sono fondamentalmente animali

sociale portati a cooperare, i gruppi sono una parte vitale

della struttura sociale.

I gruppi si formano e si trasformano costantemente; non è

necessario che siano autodefiniti e spesso sono identificati

dall'esterno.

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Il gruppo è un insieme di persone riunite per le

più svariate finalità.

• Gruppo psicologico = un insieme di individui che

condividono uno scopo e rapporti di tipo

identificativo (“noi” <-> “voi” di altri gruppi)

• Gruppo formale = si stabilisce per esigenze

organizzative (scuola, lavoro..) e le sue regole di

funzionamento sono sancite dall’esterno.

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Le dimensioni in gioconell’evoluzione di un gruppo

1. CONTENUTO (razionale/manifesta)

L’obiettivo, le attività, il progetto, il compito

su cui il gruppo lavora = competenze e

capacità

2. PROCESSO (emotiva/latente)

ciò che accade fra le persone mentre

lavorano = relazioni

• Per il successo del team è necessario il

presidio di entrambi i fattori

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Alcune aree di attenzione

– il morale

– i sentimenti

– il clima

– la partecipazione

– la competizione

– la cooperazione

– il conflitto

– la leadership

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Ciclo di vita del gruppo

Ogni gruppo di lavoro ha un ciclo di vita che può essere

gestito su due dimensioni:

• Dimensione emotiva (latente) dei processi, relativa alle

dinamiche relazionali che consente ad un insieme di

persone di percepirsi come gruppo (ciclo delle

relazioni) I cicli di vita del Team

• Dimensione razionale (manifesta) dei contenuti ,

relativa agli obiettivi organizzativi espliciti, che richiede

una condivisione oggettiva del piano di lavoro ( ciclo

delle attività )

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Le fasi del gruppo

Le principali fasi che un gruppo affronta durante il processo

del proprio consolidamento sono normalmente

riconducibili a quattro momenti:

• Formazione COSTITUZIONE DEL GRUPPO

(FORMING)

• Conflitto AVVIO/ARCHITETTURA (STORMING)

• Condivisione delle regole SVOLGIMENTO DEL

COMPITO/COESIONE (NORMING)

• Efficienza ed efficacia CHIUSURA/RILASCIO

STRUTTURAZIONE (PERFORMING)

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Questa sequenza non si può eludere: ciascun gruppo

passa, fisiologicamente, attraverso tutte queste quattro

fasi. L’averne consapevolezza può aiutare il leader e i

team members a non lasciarsi demoralizzare dai

momenti di possibile difficoltà, a restare focalizzati

sull’obiettivo e a ridurre i tempi di passaggio.

B. Tuckman “Developmental sequence in Small Groups” Psychological Bullettin vol. 6 – 1965

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1) Fase della formazione

Quando ci si trova per la prima volta a dovere “fare squadra”, anche

transitoriamente (per esempio lo sviluppo di un progetto).

È quella fase in cui si imposta e si struttura il lavoro:

– condivisione degli obiettivi/risultati e dei mandati assegnati

– analisi delle risorse disponibili e delle opportunità

– anticipazione delle aree di rischio

– identificazione dei ruoli e del contributo atteso dalle persone

– pianificazione dell’uso del tempo

– definizione delle modalità di lavoro del gruppo

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• È frequente che si verifichino (assieme a silenzi, imbarazzi) sentimenti del

• tipo

• • “Perché sono qui?” (incertezza sul significato della propria

• partecipazione)

• • “Come mai non è stato coinvolto XY? E cosa ci sta a fare qui TZ?” (dubbi

• sulla composizione del team)

• • “Ma cosa dobbiamo fare veramente, che cosa si aspettano da noi?”

• (incertezza sull’obiettivo o sospetto sulla verità degli obiettivi

• dichiarati)

• • “Non ce la faremo mai!” (dubbi sulla raggiungibilità dell’obiettivo)

• • “E’ facile, ce la faremo” (ottimismi troppo facili e magari ingiustificati)

• • “Cosa ci sarà sotto?” (dubbi sulla effettiva volontà di chi ha

• proposto/formato il gruppo)

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1) Fase della formazione e dinamichedi inserimento in un nuovo team

1. L’identità : ogni elemento del gruppo, ne sia consapevole oppure

no, deve trovare una risposta alla domanda “quale ruolo voglio

svolgere in questo gruppo”

Chi devo essere?

2. Controllo, potere influenza : la ripartizione del potere dipende da

quanto voglio influenzare gli altri

Sarò in grado di controllare e influenzare gli altri?

3. Esigenze individuali e finalità del gruppo : preoccupazione che i fini

del gruppo possano non contemplare le esigenze/finalità personali

Le finalità del gruppo comprendono le mie esigenze personali?

4. Accettazione e familiarità

Verrò accettato dal gruppo? Quanto sarà unito il nostro gruppo?

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Stati d’animo conseguenti:

• frustrazione

• tensione

• ansia

Comportamenti di reazione

1. Reazioni “dure”: Attacco, controllo della situazione,

resistenza all’autorità

2. Reazioni “morbide”: Sostegno, aiuto, formazione di

alleanze

3. Reazioni di “chiusura” o di rifiuto: Passività, indifferenza,

abuso di “logica” e di “razionalità”

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2) Fase del conflitto

Superata la fase di incontro e formazione, può manifestarsi un certo grado di

tensione interna. Le persone avvertono il rischio del confronto con gli

altri team members e allora:

• Si discute sempre e su tutto, anche quando si è d’accordo

• Si formano sottogruppi, piccoli clan “interni” che possono avere obiettivi

propri, non necessariamente coincidenti con quelli del gruppo

• Ostilità dichiarate, “difesa” a oltranza delle proprie posizioni o degli interessi

della struttura di appartenenza (ufficio, reparto, servizio)

• Non vengono mantenuti gli impegni presi

È una fase fondamentale sia per il processo di team management che per il

processo di team building.

È propedeutica al momento

Page 54: elementi di sociologia.pdf

3) Fase della condivisionedelle regole

Definizione delle modalità di lavoro, stabilisce le regole comuni e

facilita l’ appartenenza e la coesione

Si assumono comportamenti che aiutano il gruppo a consolidarsi

(gradimento, consenso reciproco, cooperazione…)

Il gruppo acquisisce la consapevolezza che dal conflitto si esce dandosi un

sistema di regole che disciplinino l’attività del team e governano i

comportamenti. E allora:

• Si stabiliscono con chiarezza obiettivo e finalità delle riunioni del team

• Si assegnano ruoli stabili o a rotazione (chi conduce, chi verbalizza, chi

dà apporti specialistici in una o l’altra materia) e il gruppo cerca di

rispettarli

• Si definiscono i comportamenti desiderati nelle occasioni di lavoro in

team (ci si da, insomma, un codice di comportamento)

• Si inizia a rispettare gli impegni presi

• Il gruppo scopre il valore della cooperazione e la necessità che tutti

contribuiscano

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4) Fase dell’efficienza eefficacia

Orientamento al compito

Il gruppo avverte anche il piacere di lavorare insieme, i

componenti si allineano progressivamente alle finalità

del gruppo.

• Risultati, integrazione, allineamento

• Rispetto spontaneo delle regole e dei ruoli

Page 56: elementi di sociologia.pdf

CONCETTO DI ADATTAMENTO

Per far parte di un sistema l’essere umano pone in atto un

processo di adattamento attraverso cui assume come

modelli di comportamento e di valore quelli che risultano

predominanti nel sistema e nella società.

Il concetto di adattamento è contraddistinto da

• una connotazione negativa, in quanto si realizza con

sacrificio delle convinzioni personali a vantaggio di quelle

predominanti

• una connotazione positiva ovvero la capacità di

convivenza, di comprensione e di espressione di

equilibrio <-> disadattamento che può esprimersi con

comportamenti squilibrati e incapacità di integrazione.

Page 57: elementi di sociologia.pdf

Disadattamento

In particolari situazioni, l’individuo si trova a

doversi adattare ad una nuova prospettiva

di vita (adolescenza, vecchiaia, malattia). In

queste situazioni è richiesta al soggetto una

grande capacità di adattamento.

In alcuni casi possiamo non essere

sufficientemente capaci.

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Sintomi di disadattamento

• aggressività,

• isolamento,

• dipendenza,

• disagio (a livello soggettivo).

Il ricovero in ospedale è uno degli eventi

scatenanti (distacco dall’ambiente abituale,

separazione dai familiari..)

Necessari atteggiamenti di comprensione e di

ascolto.

Page 59: elementi di sociologia.pdf

I meccanismi di difesa

Ognuno di noi ha una sua vita interiore con impulsi

anche contrastanti (Es <-> Super Io) che

tendono a determinare il nostro comportamento

= risultato di mediazioni interiori (Io).

Non sempre gli impulsi istintivi si traducono in

azione perché esse sono sottoposte al controllo

dell’Io.

Prodotto di questo conflitto può essere uno stato

d’ansia dal quale l’Io si protegge con i cosiddetti

meccanismi di difesa.

Page 60: elementi di sociologia.pdf

I meccanismi di difesa sono processi psicologici che

intervengono per proteggere l’Io (quella parte della

psiche che svolge un ruolo di adattamento alla realtà

esterna) e ci permettono di far fronte agli stati di

sofferenza.

La funzione principale dei meccanismi di difesa è di

proteggerci da pensieri ed affetti che comportano un

livello intollerabile di dolore e di angoscia.

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Sono una risposta automatica individuale a situazioni di stress interne

ed esterne.

•Sono inconsci e si manifestano al di fuori del nostro controllo volontario

e consapevolezza

•Si definiscono a partire dalla prima infanzia seguendo le linee generali

dello sviluppo psichico

•Ogni individuo struttura una propria organizzazione difensiva

•Le difese sono adattative quando contengono la sofferenza psichica

entro limiti tollerabili consentendo all’individuo di mantenere un adeguato

contatto con la realtà.

•Sono disadattative se sono inappropriate alla fase di sviluppo

dell’individuo, se sono troppo rigide oppure se accompagnano una forte

distorsione della realtà.

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RIMOZIONE: è un’attività dell’Io che sbarra la via della coscienza a

qualsiasi idea, fantasia, impulso proveniente dall’Es.

NEGAZIONE: l’individuo rifiuta di riconoscere qualche aspetto della realtà

esterna o della propria esperienza che per altri sarebbe invece evidente.

REGRESSIONE: rifugiarsi in una condizione psicologica precedente

(ritorno a comportamenti, modi di agire e di pensare tipici di fasi

precedenti di sviluppo rispetto a tappe evolutive già raggiunte).

È un meccanismo sfruttato in campo assistenziale che nel momento

acuto della malattia permette anche agli adulti di farsi accudire come

bambini.

pericoloso: quando lo stadio acuto è superato, non permette il

recupero.

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PROIEZIONE: Il soggetto rinnega i propri

sentimenti, intenzioni, esperienze, attribuendoli ad

altri, proteggendosi così dal riconoscimento di

emozioni e motivazioni che lo farebbero sentire

vulnerabile. Alla base del meccanismo paranoico.

ISOLAMENTO: il soggetto isola un pensiero, un

affetto da tutto il resto della propria esperienza.

Es. il soggetto che mostra assoluta pacatezza e

non lascia trasparire alcuna emozione.

RAZIONALIZZAZIONE: L’individuo affronta conflitti

o stress soltanto su un piano razionale.

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FORMAZIONE REATTIVA: gli impulsi inaccettabili di una

posizione ambivalente (sentimenti opposti verso persone o

oggetti presenti in modo simultaneo) vengono rimossi

(esclusi dalla coscienza) a vantaggio di quelli accettati che

invece vengono sopravvalutati e appaiono a livello

cosciente . Es. il bambino che si atteggia con immenso

amore per il fratellino, ma che in realtà nasconde ben altri

sentimenti inconsci\ es. eccessiva gentilezza può

nascondere nell’inconscio di una pulsione aggressiva.

ANNULLAMENTO: tentativo di rendere “non avvenuti”

pensieri e comportamenti attraverso atti che hanno un

significato opposto. es. il bambino che dopo che ha

picchiato il fratello lo bacia ardentemente nella speranza di

annullare quanto in precedenza fatto.

Page 65: elementi di sociologia.pdf

I MECCANISMI DI DIFESAAlcuni esempi

-Il paziente si protegge dall’angoscia mettendola nell’altro,

creando un nemico invisibile al di fuori di sé, un persecutore,

e ricerca nei sanitari, nell’incapacità dell’infermiere, dell’OSS

o del medico la ragione del suo male o della mancata

guarigione.

-Il paziente impara a conoscere perfettamente la sua malattia

su un piano teorico ed è continuamente avido di informazioni

su di essa, non riconoscendo i propri sentimenti ed emozioni.

-“Non può essere vero, c’è uno sbaglio, devo rivolgermi ad

un altro specialista!”

Page 66: elementi di sociologia.pdf

I pazienti da un lato e l'équipe curante dall'altro mettono in

atto meccanismi difensivi complementari.

• I primi, a causa della completa dipendenza che

provano, ricorrono a dinamiche regressive,

accompagnate dalla negazione di alcuni aspetti

della realtà che vivono.

• Gli operatori dal canto loro utilizzano meccanismi

quali la razionalizzazione e l'isolamento, per far

fronte alla tensione,all’ansia e al coinvolgimento

eccessivo e in qualche caso all’impotenza. Es. la

spersonalizzazione.

Page 67: elementi di sociologia.pdf

La malattia mentale

L'interesse per la sofferenza umana non è storia recente, poichè il vasto

campo della medicina si è sviluppato dai tempi di Ippocrate. Diversa

sorte è toccata a un aspetto particolare del patire: il disturbo mentale.

Di fronte a esso gli antichi si ponevano con presupposti di tipo

religioso oppure con atteggiamenti superstiziosi che impedivano loro

di interpretare la sofferenza mentale come una malattia.

Sigmund Freud è a tutti noto come il fondatore della psicoanalisi, vale a

dire una maniera totalmente nuova, rispetto all'epoca in cui visse, di

interpretare il disagio mentale. Grazie al suo contributo la realtà

psichica cominciò ad acquisire senso, comprese tutte quelle

manifestazioni mentali che erano normalmente connotate come

assurde o come opera del demonio.

Page 68: elementi di sociologia.pdf

Qual è il vero significato dellamalattia mentale?

In realtà non esiste un unico concetto sulla

rappresentazione della malattia mentale; c’è infatti chi

ritiene che esistano dei canoni ben precisi sulla cui base

è possibile distinguere tra comportamenti normali e

comportamenti devianti e c’è chi afferma invece che la

malattia mentale sia solo un’etichetta che la scienza

tende a dare in base a regole repressive che definiscono

ciò che è normale e ciò che è patologico

( antipsichiatria).

Page 69: elementi di sociologia.pdf

…malattia mentale

Per comprendere veramente il significato di malattia

mentale dobbiamo partire dal concetto di relatività. Un

mafioso che uccide il suo capo per prenderne il posto

difficilmente sarà ritenuto un pazzo mentre una persona

che ne uccide un’altra pensando di compiere un rito

propiziatorio per una divinità sarà ritenuta di certo pazza

nella nostra società ma non nelle vecchie tribù degli

Atzechi dove i sacrifici umani erano del tutto normali.

Come avete potuto vedere da questi esempi la

devianza è qualcosa di relativo ed è la società a

definirne i confini.

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Le malattie mentali si distinguono in psicosi e

nevrosi.

Le psicosi, tra cui la schizofrenia, sono le

forme più gravi di sofferenze psichica dove

una profonda lesione della personalità rende

difficile il rapporto con se stessi e col

mondo esterno mentre le nevrosi sono più

frequenti e meno gravi in quanto l’individuo

riesce a mantenere un buon contatto con

la realtà.

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Area nevrotica

Disturbo funzionale (no anatomico) che si realizza

a livello soggettivo in uno stato di malessere che

si riflette nelle relazioni con l’ambiente.

- Deficit nella capacità di adattamento

all’ambiente -conseguenze sul rendimento

sociale e lavorativo

- Consapevolezza della malattia

- Incapacità di fare altrimenti

- Modalità di risposta alle situazioni rigida e

sproporzionata

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La sintomatologia nevrotica

• Sintomi psichici: ossessioni, fobie, ansia..

• • Vegetativi: sudorazione, tachicardia,

• disturbi gastro-intestinali..

• • Comportamentali: insicurezza,

• indecisione..ecc..

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La nevrosi può essere:

Fobica: è presente nell’individuo una paura irragionevole ed

incontrollabile legata ad alcune situazioni specifiche (ad es. folla,

spazi aperti, spazi chiusi, animali ecc.) od oggetti

• Ossessiva: l’individuo è in continua lotta con idee che lo assediano

(ad es. ossessione della pulizia, ossessione di dover chiudere la

porta ecc.)

• Isterica: L’individuo si trova in una situazione conflittuale per cui da

un lato ha un bisogno, un desiderio, e dall’altro non può esprimerlo

e soddisfarlo a causa della repressione del suo Super-Io. Il bisogno

troverà allora espressione nel sintomo (isterico), ossia in un disturbo

fisico (paralisi temporanea, convulsioni, amnesia, svenimento ecc.)

non causato da danni reali all’organismo.

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Area psicotica

Disturbo grave che può essere organico

(frutto di un’alterazione somatica) o

funzionale ( non esiste un danno organico)

in cui si verifica:

- Frattura tra il soggetto e la realtà.

- Destrutturazione della propria unità

interna -difficoltà a distinguere tra il sé e

la realtà esterna.

- Perdità dei “confini dell’Io”

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Quali sono i sintomi…

• La psicosi può portare a cambiamenti

dell'umore e delle funzioni mentali ed

all'insorgere di idee anormali, per cui è

molto difficile capire lo stato d'animo in cui

si trova il paziente.

• Per poter capire la psicosi è utile

raggruppare insieme i sintomi più

caratteristici.

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Sintomi Psicotici

1. Confusione delle funzioni mentali

Le funzioni mentali relative alla vita dì tutti i giorni

diventano confuse o non seguono una successione

logica. La persona si esprime con frasi poco chiare o

che non hanno alcun senso ed ha difficoltà a

concentrarsi, a seguire una conversazione o a

ricordarsi le cose. Le sue funzioni mentali par che siano

molto rapide o molto lente.

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Convinzioni false ( deliri )

La persona che soffre di un episodio psicotico è comune

che abbia convinzioni false.

Essa è convinta che le sue illusioni siano vere al punto che

anche il discorso più logico non riesce a farle cambiare

idea. Per esempio potrebbe essere convinta che le

automobili parcheggiate normalmente per strada siano

automobili della polizia che la tengono sotto

sorveglianza

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Allucinazioni

La persona che si trova in uno stato di psicosi

vede, sente, odora o prova cose che in realtà

effettivamente non esistono. Per esempio

potrebbe udire voci che nessun altro riesce ad

udire o potrebbe vedere cose inesistenti. Le

cose potrebbero avere un sapore o un odore

come se fossero avariate o addirittura

avvelenate.

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Cambiamenti emotivi

Lo stato emotivo della persona che soffre di psicosi

potrebbe cambiare senza un motivo apparente. Per

esempio potrebbe sentirsi strana ed esclusa dalla realtà e

potrebbe percepire il mondo che la circonda in maniera

lontana ed astratta. Gli sbalzi di umore sono comuni per

cui potrebbe sentirsi insolitamente eccitata o depressa

oppure potrebbe chiudersi in sé stessa o comportarsi

freddamente nei confronti degli altri.

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Cambiamenti comportamentali

L'individuo che soffre di psicosi si comporta in modo diverso dal solito.

Può essere estremamente attivo o letargico oppure può rimanere tutto

il giorno senza far niente. Talvolta ride quando non è il caso o va in

collera oppure è sconvolto senza una causa apparente.

Spesso i cambiamenti comportamentali sono correlati ai sintomi sopra

descritti. Per esempio una persona che crede di essere in pericolo

potrebbe chiamare la polizia mentre un'altra che crede di essere Gesù

Cristo potrebbe mettersi a predicare tutto il giorno all'angolo di una

strada. C'è chi smette di mangiare perché si preoccupa che il cibo sia

avvelenato o non riesce a dormire perché ha paura di qualcosa.

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Quali sono i vari tipi di psicosi?

La psicosi si manifesta in modo diverso da un individuo all'altro, per cui

nelle prime fasi è preferibile non dare alla malattia una definizione o

un nome specifico.

Tuttavia, nei casi in cui un individuo soffre di una psicosi, generalmente

viene stilata una diagnosi. Per diagnosi si intende l'identificazione di

una malattia in base ai sintomi. La diagnosi dipende dall'origine della

malattia e dalla durata dei sintomi. Quando qualcuno soffre di un

episodio psicotico per la prima volta, è particolarmente difficile

diagnosticare di che tipo di psicosi si tratta in quanto molti dei fattori

che determinano la definizione della malattia sono poco chiari.

Ciononostante, è utile conoscere alcune delle definizioni che potreste

sentire.

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Psicosi - provocata da droghe

L'uso di droghe e di alcol o l'astinenza da droghe o da alcol può

essere associato alla manifestazione di sintomi psicotici. Talvolta tali

sintomi si risolvono rapidamente a mano a mano che gli effetti di tali

sostanze vanno dissipandosi. In altri casi, la malattia potrebbe

durare più a lungo, ma trae sempre origine dalla psicosi-provocata

da droghe.

• Psicosi organica

A volte i sintomi psicotici potrebbero manifestarsi dopo una lesione

cerebrale o dopo una malattia fisica che incide sulla funzione

cerebrale, come per esempio l'encefalite, l'AIDS o un tumore. Di

solito sono anche presenti altri sintomi es. problemi della memoria e

confusione mentale.

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• Psicosi reattiva di breve durata

I sintomi psicotici insorgono all'improvviso come

reazione ad un forte stress per esempio una

morte in famiglia o un cambiamento di

circostanze. I sintomi possono essere gravi, ma

il paziente si rimette rapidamente nel giro di

pochi giorni.

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• Schizofrenia

La schizofrenia si riferisce ad una malattia psicotica nella quale i

sintomi o i cambiamenti comportamentali perdurano da unperiodo

di circa sei mesi. I sintomi e la durata della malattia differisconoda

un individuo all'altro.

• Disturbo schizofreniforme

II disturbo schizofreniforme è simile alla schizofrenia, tranne chei

sintomi durano di meno di sei mesi.

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Disturbo schizo- affettivo

Questa diagnosi viene effettuata nei casi in cui il

paziente mostri consecutivamente e simultaneamente i

sintomi di un'alterazione dell'umore (es. crisi depressiva

o maniacale) ed i sintomi della psicosi. In sintesi il

quadro clinico non è tipico di un'alterazione dell'umore o

della schizofrenia.

• Depressione psicotica

Una grave forma di depressione accompagnata da

sintomi psicotici, ma priva di crisi maniacali, caratteristica

questa che la distingue dal disturbo bipolare.

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Sintomi specifici dellaschizofrenia

Per la diagnosi di schizofrenia conta sia la natura sia la durata dei sintomi

La forma abbreviata dei criteri diagnostici DSM-IV-TR: La diagnosi di schizofrenia richiede il

soddisfacimento del seguente criterio:

A) (Sintomi caratteristici) La presenza persistente di due o più dei sintomi che seguono, per

un periodo significativo che si considera di almeno un mese (si osserva che la durata può

essere inferiore se il sintomo recede a seguito di trattamento):

• deliri

• allucinazioni

• disorganizzazione del discorso verbale (es: perdere il filo, incoerenza, divagazione e

espressione troppo astratta)

• grave disorganizzazione del comportamento (es. nel vestiario, nelle abitudini diurne,

disturbi del sonno, disforia, piangere o ridere frequentemente e inappropriatamente),

oppure stato gravemente catatonico

• presenza di sintomi negativi, cioè che trasmettono un forte senso di disinteresse,

lontananza o assenza del soggetto: appiattimento affettivo (mancanza o forte

diminuzione di risposte emozionali), alogia (assenza di discorso), avolizione (mancanza

di motivazione), disturbi dell'attenzione e delle capacità intellettive, assenza di contatto

visivo

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I sintomi della Depressione

L’ episodio depressivo maggiore è caratterizzato da sintomi che durano

almeno due settimane, causando una compromissione significativa

del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della

vita. Fra i principali sintomi si segnalano:

1- Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno,

come riportato dal soggetto o come osservato da altri.

2- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte,

le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno

(anedonia).

3- Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo

aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’ appetito

quasi ogni giorno( anoressia o iperfagia)

4- Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.

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5- Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.

6- Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.

7- Sentimenti di auto-svalutazione oppure sentimenti eccessivi o

inappropriati di colpa quasi ogni giorno.

8- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà

a prendere decisioni, quasi ogni giorno.

9- Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza

elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’

elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.

Per parlare di episodio depressivo maggiore è necessaria la presenza di

almeno cinque dei sintomi sopra elencati.

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Tipi di Depressioni

Oltre alla depressione esistono altri disturbi dell’ umore di

tipo depressivo. Fra i principali:

distimia (o disturbo distimico): presenza di umore

cronicamente depresso, per un periodo di almeno due

anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la

loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un

episodio depressivo maggiore:

disturbo dell’ adattamento con umore depresso: è

conseguenza di uno più fattori stressanti e si manifesta in

genere entro tre mesi dall’inizio dell’evento con grave

disagio psicologico e compromissione sociale.

Solitamente eliminato il fattore di stress, tale depressione

scompare entro 6 mesi;

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depressione secondaria: depressione dovuta a malattie psichiatriche e

non, o a farmaci. Spesso, infatti, alcune malattie mostrano come primi

sintomi variazioni del tono dell’umore, fra le quali: sclerosi multipla,

morbo di Parkinson, tumore cerebrale;

depressione reattiva: depressione dovuta ad un evento scatenante

come un lutto, una separazione, un fallimento, i cui sintomi, però, si

dimostrano eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa

scatenante. Al suo interno si possono collocare i disturbi

dell’adattamento e le reazioni da lutto;

depressione mascherata: depressione che si manifesta principalmente

con sintomi cognitivi, somatici o comportamentali, a dispetto di quelli

affettivi. In realtà vengono semplicemente amplificati aspetti non

affettivi della depressione. Es. nell’anziano ..continue lamentele sul

piano fisico, cadute ripetute, inappetenza , dolori fisici di vario tipo..