economia aziendale

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Apputi del libro Troina, Introduzione sulle definizioni principali, gestione capitale ecc.

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    Unazienda unentit che produce beni e servizi in maniera sistematica per soddisfare bisogni. Ciascuna entit azienda individuabile in quanto centro di produzione su basi sistematiche di beni e/o servizi. Un istituto definibile come azienda in quanto centro sistematico di una certa produzione da destinare al consumo per la soddisfazione di certi bisogni umani.

    x Bisogno: la necessit di un bene o di un servizio per soddisfare la normalit della vita. Bisogno non solamente la necessit urgente di soddisfarlo. Quando un bisogno non pu essere soddisfatto in maniera domestica, c necessit di un terzo che se ne occupi. Inizialmente il procacciamento dei beni e la produzione dei servizi erano svolti da ciascun essere umano o da un gruppo che costituiva una societ chiusa. Levoluzione dei bisogni ha contribuito allindividuazione di metodi di approvvigionamento costanti e sistematici, e alla specializzazione di ciascun individuo in un ambito della produzione.

    x Produzione sistematica: 9 Produzione economica: trasformazione chimico fisica. Trasformazione nello spazio e nel tempo. 9 Sistematica: quando gli elementi di un insieme hanno relazioni di causa effetto tra loro, si ottiene

    un sistema. Per capire e risolvere il sistema necessario un metodo. x Bene: qualcosa di utile. Lutilit lelemento essenziale per definire un bene.

    Bene economico: deve essere, oltre che utile: 9 Scarso: non facilmente reperibile e presente in natura in quantit non abbondante; 9 Trasferibile: nello spazio tempo e da un soggetto ad un altro; 9 Accessibile.

    Un soggetto ha diversi modi per soddisfare i propri bisogni:

    1. Tramite la produzione in proprio o del proprio nucleo familiare; 2. Tramite beni e servizi che vengono dallo Stato; 3. Tramite il mercato; 4. Con altri individui che hanno lo stesso bisogno.

    SISTEMA COLLETTIVISTICO: presenza unica o prevalente dello Stato come fonte di beni e servizi di cui abbisognano i cittadini. SISTEMA LIBERALE: presenza di una pluralit di fonti cui rifarsi per la soddisfazione dei bisogni e il prevalere del libero scambio sul mercato. In questo caso lo Stato avr (solamente o quasi) il compito di arbitrio sopra le parti.

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    In questa classificazione le aziende vengono diversificate rispetto alle modalit con cui esse collocano la loro produzione sul mercato.

    x Aziende imprese; x Aziende di consumo o pseudoimprese o aziende autoproduttrici (condomini, consorzi); x Aziende di erogazione (fondazioni, associazioni).

    La sopravvivenza Tutte le aziende sono accumunate dal fatto che per sopravvivere devono soddisfare i desideri dei portatori di interessi ad esse variamente collegati o collegabili. La sopravvivenza deve essere intesa come il necessario sforzo per perseguire al meglio tutti quegli elementi di forza e quei risultati che facilitano la continuit dellesistenza. La soddisfazione deve essere intesa come unadeguata risposta ai bisogni ed alle attese che le persone collegate allazienda si attendono. Questi due obiettivi sono collegati perch non si pu avere sopravvivenza senza soddisfazione e viceversa. Ciascuna azienda tende a perseguire finalit presenti nel tempo per cui tende a vivere indefinitamente. Per poter pervenire a tale obiettivo listituto aziendale effettuer operazioni di produzione su base sistematica:

    x Organizzando adeguatamente i fattori produttivi; x Mettendo in atto un coordinato insieme di operazioni che costituiscono la gestione. La gestione nel suo

    complesso attuata per il raggiungimento degli obiettivi aziendali (gestione sistematica); x Attuando un rigoroso sistema di controllo.

    Aziende imprese Nel caso in cui lazienda produca per lo scambio, essa nasce e viene mantenuta in vita perch essa possa pervenire ad un adeguato surplus, inteso come positiva differenza tra il flusso di ricavi conseguiti ed il flusso di costi che stato sostenuto per realizzare la produzione (economia di costi e ricavi). Un adeguato livello di surplus, cio di reddito, costituisce lobiettivo da perseguire per garantire allazienda impresa la sopravvivenza e la soddisfazione di tutti i fattori produttivi utilizzati. Queste aziende sono caratterizzate da un rischio generico non trasferibile, rappresentato dalleventualit che il surplus postulato non possa essere raggiunto o possa essere raggiunto in maniera non adeguata. Nelle imprese loggetto della produzione strumentale, in quanto esso pu essere modificato nel caso in cui non garantisca un congruo surplus. Nella realt la conversione degli investimenti tecnici destinati ad una specifica produzione in unaltra produzione non sempre possibile e ha un suo costo. Aziende autoproduttrici Le aziende autoproduttrici destinano la propria produzione riservandola esclusivamente ai soggetti che la mantengono in vita, senza attuare nessuno scambio sul mercato. Se tali soggetti sono persone fisiche, essa sar individuata con il nome di azienda di consumo. Se invece tali soggetti sono delle imprese, essa sar individuata con il nome di pseudoimpresa. Spesso queste aziende prendono la veste giuridica di societ e i soggetti che la mantengono in vita la ricompensano tramite tariffe che le permettono un certo utile, in parte da destinare per il fisco e per la parte residua allautopotenziamento. Tutte le aziende autoproduttrici sono caratterizzate dallassenza del rischio generico dimpresa in quanto, tramite ladeguatezza delle tariffe, esse hanno sempre la garanzia della copertura delle spese. Le tariffe, se la loro produzione divisibile fra i soggetti che le mantengono in vita, saranno stabilite in funzione del costo del prodotto, in caso contrario saranno determinate sulla base di parametri prestabiliti. Lobiettivo sar quello di assicurare la copertura delle spese da essa sostenute per lottenimento della produzione, copertura che dovr essere garantita dai soggetti che la mantengono in vita e che usufruiscono della sua produzione (economia di tariffe e spese). In queste aziende esistono spese che devono essere coperte tramite le tariffe. Le ragioni per le quali questo tipo di aziende vengono costituite e rette sono:

    x Produrre beni e/o servizi che non si trovano sul mercato; x La prospettiva di poter produrre beni e/o servizi presenti sul mercato, ma a prezzi inferiori.

    In queste aziende loggetto della produzione ontologico, in quanto identifica limpresa stessa. Aziende di erogazione Sono aziende di erogazione tutte quelle entit aziendali che destinano la loro produzione alla collettivit o ad una parte di essa, tramite atti di mera liberalit, o dietro un compenso sproporzionatamente inferiore alla spesa per la produzione da esse sostenuta. Esse sono caratterizzate dal fatto che acquisiscono le risorse necessarie per la loro produzione tramite atti di mera liberalit. I soggetti che la compongono ne condividono il fine e partecipano dando i

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    mezzi necessari per farla nascere e per farla vivere. Per mantenerla in essere intervengono anche gli enti pubblici dai quali si prelevano i mezzi finanziari (traslazioni). Obiettivo delle aziende di erogazione sar quello di ottimizzare il servizio che devono elargire, coprendo le spese che dovranno sostenere tramite adeguati e programmati compensi che derivano da atti di liberalit a loro favore (economia di proventi e spese). In questa economia il quantum dei proventi (sistematici o una tantum) su cui lazienda pu contare che determina il livello della produzione da erogare e quindi la tendenza delle spese da sostenere (subordinazione delle spese rispetto ai proventi). Lo Stato: azienda sui generis La sopravvivenza dello Stato non dipende dalla soddisfazione delle persone in esso coinvolte, ma determinata da alcune regole che i cittadini debbono rispettare e che lo Stato ha il potere e lautorit di fare rispettare. Lo Stato unazienda composta e divisa in ministeri. Tramite i ministeri lo Stato realizza i servizi di base per la convivenza dei cittadini. Esistono anche altri enti autonomi che hanno il compito di provvedere alla produzione dei servizi generali o di altre attivit che lo Stato svolge nella sua qualit di imprenditore in regime di monopolio, ma esso pu anche comportarsi come un imprenditore privato, attuando delle imprese in concorrenza con i suoi cittadini.

    ..RIASSUNTO.. x Lazienda-impresa individua il suo fine generico nella postulazione di un surplus, da reputarsi adeguato rispetto alle

    razionali aspettative dei conferenti il fattore o i fattori con remunerazione residuale ed aleatoria. x Lazienda di consumo, la pseudoimpresa, le aziende autoproduttrici individuano il loro fine generico nella

    produzione, nei termini programmati e sufficienti, di beni e/o servizi da destinare al consumo degli stessi soggetti che le mantengono in vita e che, comunque, garantiscono loro la piena copertura delle spese.

    x Lazienda di erogazione individua il suo fine generico nellottenimento di un adeguato livello erogativo della propria produzione da destinarsi in maniera gratuita a predeterminati fruitori, il tutto nei termini di una sana economicit tra proventi e spese.

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    Listituto-azienda si modella come un sistema, dotato di una sua particolare dimensione e di opportuni elementi: x Le persone che in esso collaborano con ruoli differenti; x I mezzi tecnici, intesi come beni materiali e immateriali, necessari per pervenire almeno a quella dimensione

    minima che garantisca la soddisfazione dei bisogni e la sopravvivenza dellistituto aziendale. Azienda organismo Caratteristica comune alle varie tipologie dazienda il fatto che in ciascuna di esse presente un processo di produzione economica; tale produzione dovr essere collocata allesterno dellistituto aziendale, in modo tale da darne soddisfazione alle persone variamente collegate con tale entit. La produzione economica Al concetto di produzione economica debbono essere riferiti:

    x La trasformazione fisica di beni materiali in altri beni materiali; x La produzione di tutti i beni immateriali e dei servizi; x La trasformazione nello spazio, tramite la quale i beni materiali vengono trasferiti da un luogo ove risultano

    in esubero rispetto al loro possibile utilizzo (o dove non possono essere utilizzati) in luoghi ove esiste la scarsit del bene od ove pi richiesto il loro utilizzo;

    x La trasformazione nel tempo, tramite la quale un bene economico viene conservato dal momento della sua produzione a quello della sua utilizzazione.

    Lazienda come sistema teleologico possibile descrivere listituto aziendale come un sistema finalizzato di scelte rivolto alla produzione ed alla destinazione di beni economici (sistema teleologico). Esso si serve di unorganizzazione formata da un insieme di sottosistemi tra loro in continua interazione. Le relazioni tra tali sottosistemi devono essere controllabili, per evitare entropia e disordine. Nel sistema aziendale deve crearsi un processo di autocontrollo e di autoregolazione. La qualit e il grado di organizzazione raggiunto, dipendono dai soggetti chiamati ad effettuare le scelte e caratterizzano il sistema aziendale stesso. Esso aperto, dinamico, ultracomplesso, teleologico e probabilistico. Proprio per questo possibile studiare il sistema aziendale come un complesso organizzato di beni e persone mosso da una logica unitaria, ma soggetto allincertezza di variabili interne ed esterne. Dire che lazienda un sistema significa affermare che:

    x Gli elementi dell insieme-azienda possono essere individuati per le propriet che ciascuno pu arrecare al sistema;

    x Questi elementi sono tra loro coordinati secondo determinati rapporti di causa effetto. Per individuare lintero sistema occorre anche esaminare le forze che agiscono tra le sue parti, come esse interagiscono in modo tale da essere in grado di poterle governare.

    Entit istituto: lazienda viene costituita in maniera definita e determinata (in questo senso unentit) per il perseguimento di certi fini (in questo senso astrattamente un istituto). Le imprese sono entit e per ci la loro volont rappresentata dalla sintesi espressiva dei soggetti che la compongono. Sistema: lazienda un preordinato complesso di operazioni tra loro interagenti, rivolto a cogliere uno o pi obiettivi che permettano allistituto di poter perseguire in maniera duratura il fine generico. Lazienda una sorta di struttura agente che ha come fine lautoconservazione e lo sviluppo, che pu ottenere solo garantendo alle persone retrostanti listituto il perseguimento del fine generico. Il fine generico dellistituto e coincide con le motivazioni attese che i soggetti retrostanti listituto intendono soddisfare. Gli obiettivi specifici sono del sistema. Tramite il loro perseguimento si garantisce allistituto la realizzazione del fine generico. Essi devono essere tali da permettere al sistema di autoconservarsi e di svilupparsi.

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    Le caratteristiche dellazienda impresa Limpresa quel centro di produzione sistematico che ha come fine lottenimento di un surplus al quale deve pervenire destinando la propria produzione con atti di scambio sul mercato. Limpresa, per raggiungere il fine della soddisfazione dei bisogni delle persone ad essa collegate e della propria sopravvivenza, opera destinando la propria produzione al libero mercato. Da questo scambio, essa si attende un flusso economico di ritorno (ricavi) significativamente superiore al flusso economico che ha dovuto sostenere (costi) per acquisire i fattori produttivi necessari ad effettuare e collocare la produzione. Limpresa uneconomia di costi e di ricavi. Per produrre essa abbisogna di fattori produttivi. Tali fattori possono essere divisi in due categorie:

    x Fattori acquisiti con una remunerazione contrattuale: hanno una remunerazione certa e predeterminata. Sono acquisiti sul mercato e per essi viene sostenuto un preciso costo. Essi sono opportunamente combinati allinterno dellimpresa con il preordinato fine di ottenere dei prodotti e/o dei servizi da vendere sul mercato per conseguire dei ricavi. Una volta acquisiti essi sono pienamente disponibili nel sistema impresa, a titolo di propriet, di prestazioni o servizi attesi, di prestito o di uso con possibilit di riscatto o meno.

    x Fattori acquisiti con una remunerazione residuale ed aleatoria: vengono conferiti allimpresa senza prestabilirne la remunerazione, ma sperando di remunerarli in maniera adeguata tramite lottenimento del surplus. Sono apportati dalle persone che hanno costituito e/o mantengono in vita limpresa. Sono determinanti per la nascita dellimpresa. Impresa capitalistica: fattore posto a rischio, capitale proprio del proprietario o dei soci. Altre imprese: fattore posto a rischio, lavoro o materie prime.

    9 Remunerazione residuale: il surplus lo si ottiene residualmente dal flusso dei ricavi una volta che siano stati soddisfatti, come da contratto, gli altri fattori produttivi.

    9 Remunerazione aleatoria: dipende dal raggiungimento e dal livello di surplus. Si possono presentare tre situazioni:

    a) Adeguati ricavi: remunerazione aspettata; b) Ricavi non adeguati: meno remunerazione di quella prevista perdita parziale della remunerazione

    aspettata; c) Ricavi assenti: perdita della remunerazione per coprire:

    - i fattori produttivi posti in posizione contrattuale; - i fattori produttivi posti in posizione di subrischio. Questi fattori dovranno coprire la perdita.

    La positiva differenza tra ricavi e costi costituisce il surplus o reddito positivo. Soddisfazione dei bisogni e sopravvivenza dellistituto-azienda debbono essere raggiunti avendo di mira lottenimento di un adeguato livello di surplus. Il binomio impresa-rischio Ogni singola operazione, come anche il sistema delle operazioni attuate in unimpresa, svolta in unatmosfera di incertezza, cio in presenza della possibilit che tramite le scelte produttive non si possa pervenire al fine sperato. Il sistema impresa caratterizzato dal rischio che non si possa perseguire il surplus o per insufficienza della domanda di mercato rispetto alla produzione attuata, o perch la posizione dellimpresa di debolezza rispetto alle altre imprese. Tale rischio prende il nome di rischio generico dimpresa o rischio ontologico dimpresa; ha la caratteristica di non essere trasferibile a terze economie e, quindi, di non poter essere assicurato. Esso ricadr sempre sui soggetti che hanno costituito e/o mantengono in vita listituto-impresa e che hanno conferito i fattori con remunerazione residuale. Questi soggetti sopportano il rischio di non essere adeguatamente remunerati o addirittura di perdere totalmente o parzialmente il fattore conferito. Il rischio generico dimpresa inizia a produrre i suoi effetti quando si deteriora la relazione tra costi e ricavi. Quando questo accade e limpresa trova in se stessa la forza di ripristinare una situazione normale, si dir che limpresa attraversa una fase di temporanea difficolt dalla quale in grado di uscire autonomamente. Quando limpresa non trova in se stessa la forza di superare le difficolt, si parler di crisi dimpresa che ha solo due alternative: il risanamento tramite lintervento di terze economie o il fallimento. In entrambi i casi la carenza di autosufficienza economica comporta la riduzione o la perdita di tutto il capitale proprio. Unimpresa in crisi economica quando non ha pi alcuna possibilit di perseguire autonomamente il surplus da cui trarre adeguata remunerazione per i fattori residuali. Il rischio generico dimpresa deve essere fronteggiato tramite un adeguato sistema informativo, un esauriente sistema di controlli interni ed una penetrante programmazione pluriennale, che sia continuamente adattabile ai cambiamenti esterni ed interni e che sia rivedibile in funzione del tempo che passa. Quando limpresa non riesce, in tempi economicamente positivi, ad adattarsi ai mutamenti (impresa rigida) allora si approssima per essa il rischio di non poter perseguire il necessario surplus. Il grado di rischio dellimpresa dipende sia dalle sue carenze nel fronteggiarlo, sia dalla sua rigidit.

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    Altri rischi che possono gravare sul sistema impresa e che prendono il nome di rischi specifici, hanno la caratteristica di poter essere ponderabili e fronteggiabili o con il trasferimento, per esempio tramite contratti assicurativi, a terze economie o con opportuni e congrui specifici accantonamenti di bilancio. Pertanto devono essere fronteggiati da un adeguato sistema dei controlli interni. Una possibile perdita, deve essere coperta dal fattore posto in posizione residuale. La perdita comporta di fatto, la riduzione del capitale proprio. Nel caso in cui la negativit di uno o pi anni di gestione dellimpresa abbia come conseguenza la traumatica morte dellimpresa stessa, non pi possibile parlare di rischio generico dimpresa, in quanto questo si trasformato in rischio di non sopravvivenza e non soddisfazione. In questa situazione anche i soggetti collegati esternamente allimpresa possono correre il rischio di non vedere soddisfatte le loro attese. Limpresa cerca di fronteggiare i rischi tecnici ed i rischi economici tramite adeguate politiche che originano da un sistema di controllo e da un sistema informativo. Coloro che conferiscono un fattore produttivo con remunerazione residuale ed aleatoria si attendono una maggiore ricompensa rispetto alla remunerazione che, secondo il mercato, di spettanza per coloro che hanno conferito nellimpresa lo stesso fattore produttivo in posizione contrattuale. Il binomio rischio-congrua redditivit Non tutti i settori economici sono caratterizzati dallo stesso livello di rischio. Pi alto il rischio generico di non poter perseguire un adeguato livello di surplus, pi alte sono le attese di redditivit degli imprenditori che hanno investito proprio in quel settore un fattore produttivo con remunerazione residuale ed aleatoria. Il rischio generico dimpresa dipende anche dal tempo che intercorre tra il momento in cui si sostengono i costi e quello in cui si conseguiranno i ricavi. Infatti in questo lasso di tempo potranno presentarsi accadimenti, interni ed esterni, che potranno o meno essere governati ed opportunamente affrontati dallimpresa. Essi potranno essere fonte di rischio generico per limpresa.

    x Il rischio definibile come leventualit di un andamento sfavorevole nello svolgimento di unazione futura; x Il rischio riconducibile alla non piena conoscenza di ci che potr accadere in futuro; x Ogni impresa opera in circostanze rischiose dovute allincertezza; x Essendo le azioni economiche derivate da scelte proiettate verso il futuro, lincertezza ineliminabile dallimpresa sino a

    derivarne, per questa circostanza, una posizione ontologica, per cui possibile affermare che impresa sinonimo di rischio;

    x I rischi aziendali possono essere suddivisi in quelli suscettibili di una qualche ponderazione statistico-quantitativa, e quindi trasferibili a terze economie, ed in rischi per cui il clima di incertezza massimo e di conseguenza non possibile alcuna ponderazione statistico-quantitativa, per cui il rischio non trasferibile ad economie terze; in questultimo caso si parla di rischio generico o rischio ontologico dimpresa.

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    Lattivit dellimpresa si concretizza in un continuo processo di operazioni che mettono in contatto il sistema aziendale con lambiente ad esso esterno. Ogni operazione il risultato di una scelta che ha effetti giuridici ed economici. Detti effetti prendono origine e ritornano in capo ad un soggetto aziendale: colui che , direttamente o indirettamente, preposto alla scelta o colui che risponde giuridicamente della scelta stessa. Da qui la distinzione tra soggetto economico e soggetto giuridico aziendale. Nelle imprese individuali i due soggetti aziendali sono entrambi riconducibili alla persona fisica del proprietario. Egli al contempo responsabile al massimo livello delle scelte aziendali ed il centro dei diritti e dei doveri giuridici che scaturiscono dalle operazioni economiche che egli stesso attua nella sua impresa. Nel caso in cui si abbia unattivit esercitata nellinteresse di pi persone fisiche, prevista la creazione di una certa entit che rappresenta tutte le persone fisiche retrostanti. Dette entit, che prendono il nome di societ, sono strutture giuridiche che nascono per iniziativa di alcune persone fisiche o di altre entit. Esse sono classificabili per il diverso rapporto che si viene ad instaurare fra esse e le persone fisiche e/o le altre entit giuridiche che le mantengono in vita. La societ si distingue per lo spessore della schermatura che lentit stessa frappone tra le persone che la costituiscono e/o la mantengono in vita ed i terzi. Il nostro Codice Civile allart. 2247 detta questa nozione di societ: Con il contratto di societ due o pi persone conferiscono beni e servizi per lesercizio in comune di unattivit economica allo scopo di dividerne gli utili. Abbiamo due casi di entit giuridiche:

    x le societ di capitali: lelemento prevalente il quantum di capitale. Il livello dello spessore della schermatura tra le persone che le mantengono in vita ed i terzi trova il suo massimo (maglie strette), in quanto i soci rispondono solo nella misura del capitale da loro conferito nella societ stessa, cos da generare una profonda e netta distinzione tra lentit e le persone retrostanti (responsabilit limitata). In queste societ questa separazione sostanziale perch la legge gli riconosce la personalit giuridica: divengono esse stesse il centro dei diritti e dei doveri giuridici che sortiscono dallattivit economica.

    x le societ di persone: lelemento prevalente sono i soci stessi. Lattivit svolta in nome della societ, ma degli impegni che essa assume rispondono i soci in maniera solidale ed illimitata. La schermatura tra soci e terzi a maglie pi larghe, fino al punto che la scelta di uno dei soci coinvolge in maniera solidale tutti gli altri e sino al punto che il terzo, quando fosse necessario perch il capitale proprio della societ risulta insufficiente a soddisfarlo, pu far valere i suoi diritti sul patrimonio personale di uno o pi soci.

    Il soggetto giuridico Possiamo definire soggetto giuridico quella persona fisica o quellentit giuridica in nome della quale vengono attuate le operazioni aziendali e sulla quale ricadono diritti e doveri che impegnano lazienda.

    x Il soggetto giuridico delle societ di capitali la societ stessa. x Il soggetto giuridico delle societ di persone rappresentato da tutti i soci.

    Il soggetto economico Possiamo definire soggetto economico quella persona fisica o quel compatto ed individuabile numero di persone fisiche che operano le scelte aziendali (manifestano la volont aziendale) al pi alto livello. Il soggetto economico colui che attua in prima persona lamministrazione delle imprese o colui che nomina gli amministratori, i quali, a loro volta, effettuano le scelte gestionali.

    x Il soggetto economico delle societ di capitali rappresentato dal compatto dei soci con azioni ordinarie che hanno votato gli amministratori di maggioranza nelle assemblee ordinarie. Per individuare con precisione i soci-soggetto economico, bisogna effettuare un controllo con maggioranze diverse a seconda che si tratti di assemblea in prima o in successiva convocazione, o nel caso in cui i detentori delle azioni siano soliti o meno partecipare alle assemblee, ovvero se in quella societ vi sia o meno un sistematico assenteismo da parte di alcuni azionisti. Per individuare il soggetto economico di una societ occorre analizzare il libro dei soci e occorre conoscere il formarsi della maggioranza nellassemblea che nomina gli amministratori. Pu accadere che socio di una societ di capitali sia a sua volta una persona giuridica. Nel caso in cui questa persona giuridica riuscisse a controllare lassemblea ordinaria della societ, allora il soggetto economico di questultima dovr essere rintracciato nella stessa persona fisica o nelle stesse persone fisiche che determinano leffettiva volont della persona giuridica titolata a votare nellassemblea.

    x Il soggetto economico delle societ di persone rappresentato da tutti i soci. Personalit giuridica La personalit giuridica deve avere una denominazione, una sede, un fine proprio ed un proprio patrimonio. Occorre distinguere la persona giuridica:

    x del diritto privato: uno strumento utilizzabile dai privati che nasce ed mantenuta in vita nel rispetto dello standard dettato dal Codice Civile allart. 12. Essa pu nascere per volont di persone fisiche e/o persone giuridiche private e/o di persone giuridiche pubbliche.

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    x del diritto pubblico: uno strumento che nasce solo ad iniziativa dello Stato. Essa unentit non standardizzabile, in quanto nasce ed mantenuta in vita in base a regole costituite ad hoc dallo Stato. Ogni persona giuridica pubblica nasce e vive tramite un particolare intervento legislativo dello Stato.

    Gli organi delle societ Le entit imprese con personalit giuridica operano tramite lintervento di tre organi:

    x Lassemblea dei soci: lorgano sovrano ed costituita da tutte quelle persone fisiche e/o giuridiche che hanno costituito e/o mantengono in vita la persona giuridica sotto il cui nome viene esercitata limpresa. Lassemblea ha il compito di delegare il potere amministrativo agli amministratori. Nellassemblea si former la maggioranza che nomina gli amministratori che dovranno gestire limpresa per conto di tutti i soci che costituiscono potenzialmente lassemblea stessa. Quindi lassemblea, fonte del potere aziendale, delega la gestione delloperativit aziendale agli amministratori.

    x Gli amministratori: hanno il compito di organizzare e gestire limpresa entro i termini del mandato che hanno ricevuto dallassemblea. Lamministrazione pu essere affidata ad una o pi persone. Nel caso sia affidata a pi persone si ha il consiglio di amministrazione il quale pu delegare le proprie attribuzioni ad:

    9 alcuni suoi membri, venendo cos a costituire un comitato esecutivo; 9 uno o pi dei suoi membri, creando gli amministratori delegati.

    Gli amministratori che hanno la rappresentanza della societ sono di fatto autorizzati a compiere, nel suo nome, tutti gli atti che rientrino nei limiti delloggetto sociale e nei limiti della legge o dellatto costitutivo.

    x Il collegio dei sindaci: anchesso nominato dallassemblea, svolge una funzione di controllo sulloperato amministrativo-contabile. Il collegio sindacale obbligatorio per tutte le societ per azioni. Per quanto attiene le societ quotate, i compiti dei sindaci hanno una prevalenza pi economica in quanto i controlli amministrativo-contabili sono in questo caso attribuiti alle Societ di Revisione.

    Le societ per azioni Nel caso dimpresa esercitata sotto forma di societ per azioni, le quote nominali di pari importo in cui diviso il capitale sono denominate azioni. Il legittimo titolare di azioni si chiama azionista. I titoli azionari non sono tutti uguali, ma si differenziano in:

    x Azioni ordinarie: danno ai loro possessori tre diritti: 9 il rimborso del capitale; 9 il dividendo; 9 il voto in qualsiasi tipo di assemblea.

    x Azioni privilegiate: possono vedersi aumentare il contributo del diritto al dividendo ed attribuire la precedenza nelleventuale rimborso del capitale in caso di scioglimento della societ; ma queste azioni attribuiscono ai possessori il diritto di voto solo nelle assemblee straordinarie.

    x Azioni di risparmio: sono completamente svuotate del diritto di voto in cambio di una maggiorazione del dividendo rispetto alle azioni ordinarie e, in caso di liquidazione, del diritto di prelazione sul rimborso del valore nominale di ciascuna azione: il patrimonio netto liquidato potr essere ripartito fra gli altri soci solo dopo che alle azioni di risparmio sia stato rimborsato il valore nominale. Sono spesso possedute dai dipendenti della societ.

    Le azioni, nello stesso momento, possono essere oggetto di tre possibili valutazioni: esse hanno un valore nominale, un valore contabile e un valore di mercato. Il valore nominale di unazione dato dal rapporto tra capitale sociale e numero delle azioni esistenti. Il valore economico dellazione dato dal prezzo con cui, in un certo momento, possibile acquistare o in Borsa o sul mercato unazione della societ. Questo valore esprime un apprezzamento economico sulle prospettive della societ stessa. In queste societ il capitale sociale quello versato dagli azionisti a tale titolo e corrisponde alla massa delle azioni. Rispetto al valore iniziale, il capitale sociale pu successivamente subire delle variazioni:

    x Incrementative, per eventuali successivi conferimenti in conto capitale da parte di vecchi o nuovi soci o per la trasformazione di utili contabilmente conseguiti e non distribuiti ai soci in capitale sociale. La decisione di non distribuire parte dellutile conseguito, spetta allassemblea degli azionisti in sede di distribuzione dellutile;

    x Decrementative, tutte le volte che, a causa di un esubero di capitale sociale rispetto allattivit svolta dallimpresa, una parte di questo venga restituito ai soci, oppure nel caso in cui siano subite delle perdite e queste vengano coperte con la diminuzione del capitale sociale stesso.

    Impresa pubblica ed impresa privata In uneconomia nazionale di tipo misto, lo Stato o gli altri enti pubblici territoriali possono gestire direttamente o indirettamente attivit imprenditoriali in forma pi o meno monopolistica o in forma concorrenziale con i privati. In questa economia possibile, durante la ricerca del soggetto economico, imbattersi nella circostanza che il volere di unimpresa non riconducibile ad una o pi individuate persone fisiche, ma ad una volont che si genera allinterno di una delle strutture attraverso le quali opera il settore pubblico. Quando questo accade si dir che limpresa, a prescindere dal suo aspetto

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    giuridico, un impresa pubblica. In unimpresa pubblica la volont riconducibile a quelle persone fisiche che, tramite delega politica, operano le scelte nellente territoriale pubblico che mantiene in vita limpresa considerata. Dal punto di vista delleconomia aziendale, la distinzione tra impresa pubblica e privata si impernia sulla distinzione pubblica (settore pubblico) o privata (una o pi persone fisiche) del soggetto economico. Dal punto di vista giuridico, limpresa pubblica quando i suoi diritti ed i suoi obblighi fanno capo ad una persona giuridica pubblica; privata quando i diritti e gli obblighi fanno capo ad una persona giuridica privata o ad una persona fisica. Sono imprese private tutte quelle imprese che hanno soggetto economico privato e che di conseguenza avranno anche un soggetto giuridico privato. Sono imprese pubbliche quelle imprese che hanno soggetto economico riconducibile al settore pubblico e che dal punto di vista giuridico possono avere o un soggetto giuridico con personalit giuridica privata o un soggetto giuridico con personalit giuridica pubblica. Il soggetto economico determina la natura, pubblica o privata, dellimpresa. Le privatizzazioni Lintervento pubblico nelleconomia delle imprese generalmente rivolto a certe esigenze culturali che un paese vive. Mutando il principio culturale di riferimento politico, gli enti pubblici territoriali possono reputare utile dismettere certe attivit produttive sistematiche cedendoli in maniera definitiva ai privati. Tutte le volte che ci accade possiamo affermare che, dal punto di vista economico aziendale, avvenuta una privatizzazione di impresa o di un ramo di essa. Per dismissione definitiva si intende il trasferimento del soggetto economico di unattivit di impresa, o di un suo ramo, dal settore pubblico ad una o pi persone fisiche. Se in questa mutazione da persona giuridica pubblica a privata il settore pubblico si riserva una precostituita maggioranza assemblare, allora la privatizzazione solo formale. Spesso le imprese pubbliche producono servizi; alcune di queste produzioni possono essere cedute in concessione, da parte dellente pubblico che dovrebbe attivare limpresa, a privati. In queste ultime due tipologie contrattuali non si manifesta la volont da parte dellente territoriale pubblico di disfarsi definitivamente dellattivit di impresa, quindi questi non possono considerarsi esempi di privatizzazione.

    Le imprese esercitate da societ a grande base azionaria. Le imprese mature Una delle modalit sempre pi caratterizzante il momento storico che viviamo rintracciabile in quelle imprese, generalmente di grandi dimensioni e quotate in una delle maggiori borse mondiali, ove il capitale di rischio frazionato in un vasto insieme di piccoli azionisti. In questo caso ci possono essere due casi per rintracciare allinterno dellimpresa il soggetto economico.

    x possibile rintracciarlo in uno o pi azionisti, tra loro economicamente coalizzati, che nelle assemblee riescono di fatto ad esercitare la loro volont ed hanno il potere di nominare la maggioranza degli amministratori. Laltra parte del capitale di rischio distribuita tra una moltitudine di piccoli azionisti che difficilmente sono presenti nellassemblea e di fatto si comportano come investitori. I consigli di amministrazione di queste imprese possono essere composti o tutti da manager professionisti oppure da rappresentanti della famiglia o rappresentanti degli enti territoriali.

    x La grandissima parte, o la totalit, del capitale di rischio frazionata in una moltitudine di piccoli azionisti; disinteressati alle vicende interne dellimpresa e alla nomina degli amministratori, questi soci speculatori, che approvano o disapprovano restando o meno azionisti della societ, sono esclusivamente interessati alla bont dellinvestimento effettuato e sono pronti a disinvestire e investire altrove, allorch le condizioni del nuovo investimento risultassero pi favorevoli del primo. In questo caso le assemblee, poco frequentate, divengono il luogo dove si approva loperato del vertice aziendale, composto totalmente da manager professionisti. Questi detengono il potere aziendale e si autonominano insieme a quegli investitori istituzionali che gi hanno avuto il loro consenso nel momento in cui quellazienda stata scelta come loro investimento.

    ..APPROFONDIMENTO.. Nelleconomia del nostro paese sono molte le imprese che hanno operato sotto forma di societ, con aspetto giuridico privato, ma che sono state controllate dagli enti di gestione pubblica, imprese volute ad hoc tramite la costituzione di una persona giuridica pubblica. Inoltre esistono imprese direttamente esercitate da una persona giuridica pubblica, come molte imprese di pubblici servizi volute dagli istituti pubblici territoriali in cui si articola lamministrazione pubblica: Stato, Regioni, Province e Comuni. Negli anni 60 70, furono costituiti lENI e lENEL che erano enti pubblici. Negli anni 90 si attu la loro privatizzazione (trasformazione da persona giuridica pubblica a persona giuridica privata) e diventarono ENI s.p.a. e ENEL s.p.a. Vennero emesse le loro azioni sul mercato e furono acquistate dai privati. Sotto il profilo giuridico queste societ hanno una persona giuridica privata, quindi sono imprese private. Ma la privatizzazione riguarda solo questo aspetto. Infatti, sotto il profilo economico, queste societ hanno una persona giuridica pubblica perch gli amministratori sono nominati dal Ministro del Tesoro. Di conseguenza sono imprese pubbliche. In effetti, anche se sono presenti privati, questi non possono influenzare la nomina degli amministratori.

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    Si parla di aggregati aziendali tutte le volte che una pluralit di aziende, giuridicamente distinte, vede affievolire le reciproche relazioni di concorrenza e/o di autonomia decisionale a favore di una cooperazione su tutta o parte della propria attivit produttiva. Con lespressione aggregati aziendali si intendono pi imprese che sono legate tra loro contemporaneamente o dallunit del soggetto economico (gruppo di imprese) o da particolari accordi di collaborazione ad uno o pi progetti produttivi (joint-venture e venture capital) o da particolari forme associative (consorzi, cartelli, franchising, associazioni di categoria ). Si distinguono gli aggregati aziendali in due categorie: gruppi di imprese e forma diverse di collaborazione interaziendale. Le motivazioni che possono sollecitare la nascita di un aggregato sono fra le pi disparate. Tutte le imprese facenti parte dellaggregato hanno in comune (in via normale, temporanea o parziale) il soggetto economico. I gruppi di imprese Esempi pag. 41 44 e sul quaderno Un aggregato di imprese che ha lo stesso soggetto economico ed una pluralit di soggetti giuridici costituisce un gruppo. Ciascuna delle imprese del gruppo, pu essere controllata direttamente o indirettamente dallunico soggetto economico presente.

    x Si ha il controllo diretto quando il soggetto economico detiene la maggioranza nellassemblea ordinaria della societ che esamina.

    x Si ha il controllo indiretto quando il soggetto economico non pu direttamente partecipare allassemblea ordinaria della societ, ma ne controlla la maggioranza tramite persone giuridiche a loro volta direttamente o indirettamente da lui controllate.

    Essendo caratterizzato dallunicit del soggetto economico, il gruppo potr differenziarsi in gruppo privato o in gruppo pubblico a seconda del suo soggetto economico. possibile che in una o pi aziende di un gruppo pubblico partecipino, come soci di minoranza, persone fisiche o imprese private gestite sotto forma di persone giuridiche; ed anche possibile che in un gruppo privato vi siano nelle varie imprese soci di minoranza rappresentati da persone giuridiche pubbliche o da imprese pubbliche gestite sotto forma di persone giuridiche private. In un gruppo di imprese possibile analizzare le relazioni produttive esistenti fra le varie societ che ne fanno parte.

    x Gruppi ad integrazione verticale: gruppi composti da societ che si occupano di fasi diverse del medesimo processo produttivo;

    x Gruppi ad integrazione orizzontale: gruppi caratterizzati dallessere composti da societ che producono con marchi differenziati gli stessi prodotti.

    x Gruppi polisettoriali: le singole societ operano in settori economici, industriali e merceologici diversi. Questi gruppi sono spesso controllati da una societ madre, detta holding di primo livello, che ha decentrato il livello di ogni settore ad una societ, detta holding di secondo livello, che controlla tutte le societ operative del proprio sub-gruppo. Le societ di holding possono essere finanziarie, se detengono le azioni delle societ sottostanti senza compiere operazioni, o miste, se detengono le partecipazione e partecipano ad una parte della produzione.

    Il gruppo di impresa pu anche avere origine dallo scorporo di rami di impresa in societ giuridicamente autonome nelle quali sono state conferite attivit e passivit del ramo. La societ scorporante sottoscriver la quasi totalit delle azioni della nuova societ, lasciandone eventualmente una piccolissima parte ad un socio di comodo. Forme diverse di collaborazione interaziendale Allinterno delle modalit tramite le quali si possono instaurare le collaborazioni interaziendali dobbiamo distinguere quelle che instaurano una collaborazione ad uno o pi progetti produttivi, per cui viene a crearsi una parziale e/o provvisoria unicit del soggetto economico, dalle collaborazioni aziendali che si concretizzano in accordi associativi, dove il soggetto economico di ciascuna delle imprese partecipanti rester autonomo rispetto agli accordi. x Collaborazioni interaziendali con provvisoria e/o parziale unicit del soggetto economico

    Fanno parte di questa categoria le collaborazioni di: 9 Joint-venture: due o pi imprese si impegnano ad attivare in maniera congiunta una prestabilita attivit

    produttiva, riservandosi ciascuna lautonomia per tutte le altre attivit produttive. Nel joint-venture si ha un soggetto economico parziale e temporaneo in comune, quando non anche provvisorio. La congiunta attivit potr essere realizzata attraverso due soluzioni:

    ciascuna delle imprese partecipa in maniera complementare al ciclo produttivo: si ricorre a questo tipo di joint-venture se il rapporto che si instaura temporaneo. I distinti soggetti economici delle varie imprese saranno, per quanto attiene il rapporto di joint-venture, cointeressati a formare un unico soggetto economico che possa dare impronta strategica allintera collaborazione. I soggetti economici delle varie imprese partecipanti garantiscono lunicit di gestione per quanto riguarda le operazioni di joint-venture ma non impegnano gli stessi soggetti economici per le altre operazioni

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    economiche che le singole imprese intendono autonomamente attuare (parziale comunanza del soggetto economico);

    le imprese partecipanti costituiscono una nuova societ: si ricorre a questo tipo di joint-venture se il rapporto che si instaura duraturo. Il soggetto economico sar composto dal complesso dei soggetti economici delle singole societ partecipanti. In questo caso c una pluralit di soggetti economici (una pluralit di imprese autonome) che costituisce e gestisce unimpresa (comunanza del soggetto economico).

    9 Venture capital: imprese di piccole e medie dimensioni, che sono economicamente equilibrate, vogliono poter sviluppare la propria dimensione ma non hanno la possibilit di effettuare nuovi investimenti. Sono presenti nel mercato delle imprese, che svolgono unattivit di venture capital, che hanno come oggetto quello di fornire capitale di rischio, servizi di consulenza, assistenza tecnica e manageriale ad iniziative economiche. Il rapporto di venture capital ha una durata limitata nel tempo ed ha la parzialit del soggetto economico per tutte le aziende coinvolte. Questa collaborazione nasce e si sviluppa con interessi contrapposti: limprenditore ha un suo progetto economico e i suoi tempi per attuarlo, mentre il venture capitalist vede limpresa come uno strumento per realizzare in tempi pi brevi possibili un incremento del valore del capitale da lui investito nellimpresa. Successivamente la partecipazione sar venduta ad altri o quotata in borsa. Questa societ ha un guadagno pari alla plusvalenza tra la somma investita allinizio dellattivit o quella ricevuta alla fine dellattivit. Si ha un soggetto economico comune, parziale e temporaneo. La societ che opera il venture capital pu attivare questa sua collaborazione con pi imprese che hanno, in partenza, ciascuna un distinto soggetto economico. Questa collaborazione economica pu prevedere unoperativit concertata tra soggetto economico delle venture capital e soggetto economico dellimprese partecipata. Almeno parzialmente esiste ununit di soggetto economico (quello che fa capo alla societ di venture capital) e una pluralit di soggetti economici parziali (quelli che per ciascuna impresa partecipante era il proprio soggetto economico prima che venisse attuata la collaborazione di venture capital).

    9 Incubator: fornisce mezzi necessari per avviare lattivit. Lavora sul frazionamento del rischio. 9 Bisen angel: aiutano le piccole imprese che si affacciano sul mercato. Partecipano con capitali di rischio

    nellavviamento di queste attivit. x Meri accordi aziendali

    Molteplici sono le possibili forme di aggregazione interaziendale che possono attuarsi tramite meri accordi fra due o pi imprese autonome.

    9 Consorzio: una particolare organizzazione che permette a pi imprese autonome di svolgere in comune, totalmente o parzialmente, una certa funzione. Nel consorzio laggregazione parziale e lautonomia economica di ciascuna impresa partecipante resta piena.

    9 Cartello: due o pi imprese mettono in atto una politica aziendale comune. A questo accordo le imprese possono essere spinte dallesigenza economica. Particolari cartelli sono quelli che si applicano a tutte le imprese che svolgono una produzione di interesse pubblico.

    9 Franchising: laccordo fra unimpresa (franchisor) ed altre imprese (franchisee) mediante il quale la franchisor permette alle singole franchisee luso del proprio marchio per produrre e/o vendere certi beni e servizi del brevetto dei quali essa proprietaria. Le franchisee si impegnano ad adoperare le conoscenze tecniche e gestionali che la franchisor ha loro fornito, garantiscono luniformit e la qualit del prodotto e/o delle azioni di vendita.

    9 Lassociazione temporanea fra impresa (ATI): un particolare contratto tra due o pi impese mediante il quale, con mansioni diverse, ciascuna di dette imprese si impegna a portare a termine un certo progetto produttivo che stato loro unitariamente commissionato.

    9 Associazioni di categoria: le imprese possono aggregarsi anche per il perseguimento di interessi istituzionali comuni. A questo fine diverse possono essere le motivazioni che suggeriscono una aggregazione, con la conseguenza che la stessa impresa pu far parte di pi associazioni di categoria. Si possono avere associazioni di categoria per settore, secondo la natura del soggetto economico e per dimensione delle imprese.

    Trasformazione, fusione, scorporo e scissione Le necessit economiche dei sistemi aziendali possono suggerire la concentrazione delle potenzialit di diverse imprese in ununica impresa, la scissione in pi imprese delle potenzialit gi presenti in una struttura aziendale o il cambiamento della forma giuridica con cui limpresa viene esercitata.

    x Trasformazione societaria: i soci decidono di cambiare la veste giuridica della loro societ. La societ rimane sostanzialmente identica: essa continua a vivere sotto il suo soggetto economico, mutando solo il suo ordinamento. Le motivazioni possono essere molteplici:

    9 Una diversa responsabilit dei soci nei confronti dei terzi; 9 La possibilit di reperire e/o ampliare le fonti di finanziamento; 9 Il trattamento fiscale.

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    x Fusione: due o pi societ si riuniscono in ununica societ. La fusione pu avvenire mediante: 9 mera fusione: due o pi societ deliberano di unire le loro potenzialit economico-patrimoniali

    costituendo una nuova societ. Si ha la persistenza delle precedenti societ nella nuova societ che viene costituita ad hoc: tutti i diritti e gli obblighi che facevano capo alle singole precedenti societ sono presenti nella nuova societ.

    9 fusione per incorporazione: due o pi societ uniscono le proprie potenzialit economico-patrimoniali con quelle di una societ gi esistente sotto la cui ragione saranno, in futuro, esercitate le operazioni gestionali. Si avr la persistenza dei diritti e degli obblighi delle precedenti societ in capo allunica societ che non perde la propria individualit.

    x Scorporo: i soci di una societ decidono di dividere le potenzialit economico-patrimoniali della loro societ in pi societ. La nuova o le nuove societ prendono vita dalla enucleazione e separazione di parte del patrimonio aziendale originario. Queste nuove societ vivranno autonomamente accanto alla vecchia societ, che continua a vivere come societ finanziaria che detiene le partecipazioni delle nuove societ. Tramite lo scorporo spesso si intende pervenire alla costituzione di un gruppo. Questa operazione pu essere effettuata sia al fine di frammentare il rischio generico dimpresa in pi entit, sia per meglio organizzare la produzione e la sua collocazione sul mercato. Si dovrebbe parlare di scorporo solo nel caso in cui venga conferito ad una preesistente societ, o ad una societ costituita ad hoc, un ramo dazienda, ricevendone la societ scorporante e conferente azioni o quote della societ che incorpora il ramo dazienda. Di solito lo scorporo interessa in maniera prevalente le grandi dimensioni aziendali e pu consentire il migliore utilizzo dei rami produttivi pi profittevoli, separandoli da quelli in crisi. Si dovrebbe invece parlare di mero conferimento nel caso in cui un intero sistema aziendale venga conferito in una societ, o per incrementarne il capitale o per concorrere a costituirne il capitale. Il conferente non riceve denaro come contropartita al conferimento ma azioni o quote della societ conferitaria. Il mero conferimento riguarda di solito le piccole e medie imprese, alla ricerca dei vantaggi che possono loro fornire le dimensioni aziendali pi grandi. In entrambi i casi il soggetto economico che effettua una di queste operazioni intende continuare ad interessarsi, direttamente o indirettamente, dellattivit economica che trasferisce o restare attivamente interessato quando il conferimento con gli assicura la maggioranza dei voti. Con lo scorporo si intende staccare da unimpresa un complesso aziendale funzionante per conferirlo ad unaltra azienda con lintento di mantenere in vita limpresa conferente che deterr la partecipazione per il conferimento attuato. Pu essere attuato a favore di ununica societ.

    x Scissione: i soci di una societ decidono di dividere le potenzialit economico-patrimoniali della loro societ in pi societ. Lintero originario patrimonio suddiviso dando vita a nuove societ autonome, mentre la precedente societ si estingue e le partecipazioni nelle nuove societ sono detenute dai vecchi soci della societ che si scissa. La scissione entrata a far parte della normativa giuridica italiana nel 1991 con una serie di disposizioni che la regolamentano. Attraverso la scissione avviene la suddivisione fra duo o pi soci di un patrimonio sociale che dianzi era concentrato in ununica azienda societaria. La scissione pu avvenire:

    9 Tramite un trasferimento dellintero patrimonio da una societ a pi societ (scissione totale) con trasferimento del patrimonio sociale a pi societ:

    preesistenti (scissione mediante incorporazione); di nuova costituzione (scissione mediante costituzione di nuove societ o mera scissione).

    9 Con il trasferimento di una sola parte del patrimonio sociale (scissione parziale) di una societ ad una o pi societ preesistenti o di nuova costituzione.

    Il Codice Civile individua la societ che si scinde con il termine societ trasferente e le societ che ne ricevono il patrimonio con il termine societ beneficiarie. Listituto della scissione non pu essere attuato dalle societ sottoposte a procedure concorsuali e in liquidazione se hanno gi iniziato la distribuzione dellattivo. La societ che effettua il trasferimento patrimoniale finisce con lestinguersi in quanto saranno i soci della societ che effettua la scissione gli assegnatari delle azioni o delle quote delle societ che hanno ricevuto gli apporti. La scissione sar sempre attuata a favore di due o pi societ e pu:

    9 riprodurre in scala diversa nella nuova societ la vecchia compagine sociale; 9 creare nuove societ con compagini sociali diverse da quella originaria.

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    Unimpresa nasce per perseguire, in maniera tendenziale e prospettica, adeguati livelli di surplus. Affinch lazienda possa vivere indefinitamente, deve operare nel rispetto delleconomicit. Deve raggiungere autonomamente lequilibrio economico (autosufficienza economica) operando in termini di efficienza.

    x Nelle imprese, lequilibrio economico sar raggiunto quando, tendenzialmente, verr conseguito un surplus che sia in grado di remunerare in maniera congrua i fattori posti in posizione residuale e su cui grava il rischio generico dimpresa.

    x Nelle aziende di erogazione si ha lequilibrio economico quando, tendenzialmente, i proventi coprono le spese e permettono di raggiungere un soddisfacente livello di produzione aggregata.

    x Nelle aziende autoproduttrici lequilibrio economico garantito dal meccanismo mediante il quale i destinatari della produzione provvedono alla copertura delle spese tramite sufficienti proventi.

    Lequilibrio economico delle imprese (o autosufficienza economica) Unimpresa economicamente equilibrata se, tramite i flussi dei ricavi, riesce a remunerare tutti i fattori produttivi che ha vincolato a s con remunerazione contrattuale e tendenzialmente riesce anche a remunerare i fattori su cui grava il rischio generico dimpresa. Per unimpresa non sufficiente ottenere un qualsiasi livello di surplus, ma occorre che essa raggiunga un livello di surplus che le permetta almeno di remunerare adeguatamente i fattori posti in posizione residuale. Lequilibrio economico una condizione prospettica e dinamica, quindi sar tendenzialmente perseguito. Da qui la necessit da parte del sistema di impresa di avere una gestione programmata (uneconomia programmata): lo sfasamento temporale tra il sostenimento dei costi ed il conseguimento dei ricavi obbliga lorgano amministrativo a dotarsi di strumenti che lo possano agevolare nel compito di fronteggiare eventuali accadimenti devianti rispetto al raggiungimento dellobiettivo prefissato. La programmazione un adeguato strumento tecnico per apprezzare se unimpresa tendenzialmente in equilibrio economico. In tema di programmazione e di tendenza di fondo, esiste un problema di attendibilit delle previsioni attuate che dipende dalle tecniche adottate per effettuarle, nonch dalla sistematicit con cui esse vengono ripetute nel tempo.

    x Analisi prospettica: per il futuro. Motivazioni economiche che permettono di affermare che limpresa abbia buone prospettive di andare bene nel futuro.

    x Analisi tendenziale: 9 Indica una tendenza da perseguire. 9 Studio delle diverse operativit da mettere in essere per raggiungere lobiettivo Programmazione.

    Questanalisi detta anche scorrevole perch i programmi vanno aggiornati con le nuove informazioni che si acquisiscono (analisi dinamica ed elastica).

    Lanalisi dellautosufficienza economica non dice se il fine prefissato stato raggiunto, ma se lo si sta perseguendo. A questo scopo, per limpresa necessario un efficace ed efficiente sistema informativo: il primo modo per poter fronteggiare gli eventi negativi quello di averne conoscenza e di averla in maniera pi completa e celere possibile, in modo da poter cambiare immediatamente il modo di porsi nei confronti di ogni mutamento del mercato. Limpresa deve attuare una programmazione continua nel tempo ed elastica rispetto ai cambiamenti interni ed esterni. Lequilibrio economico di impresa non deve essere immaginato come un punto precisato e sempre stabile nel tempo: esso non statisticamente determinabile una volta per tutte ed in una data quantit di surplus. Lequilibrio dellimpresa una condizione (un modo di essere dellimpresa) tendenziale e dinamica ed il suo indicatore del perseguimento del fine. la condizione che garantisce allimpresa la sopravvivenza ed il motivo di stimolo verso lo sviluppo e la crescita economico-dimensionale. Affinch unimpresa possa definirsi in equilibrio economico non necessario che essa in ciascun esercizio amministrativo ricompensi adeguatamente i fattori posti in posizione residuale, ma sufficiente che, alla luce di un ragionamento programmato, esaminando le sue prospettive, si intraveda la realistica possibilit futura di continuare o di iniziare a ricompensare adeguatamente i fattori posti in posizione residuale (visione prospettiva della gestione di impresa). La gestione programmata e lapprezzamento dellequilibrio economico non definito su un esercizio amministrativo, ma rispetto ad un arco di tempo, il cui limite dato dalla realisticit delle previsioni che si vanno a formulare, cio dalla realisticit della tendenza di fondo che si studia oggi, per dare vita e sviluppo allimpresa in futuro (budget: programma di un esercizio, dettagliato ed attendibile). Se limpresa ha la possibilit in futuro di garantire ai fattori posti in posizione residuale la congrua remunerazione, si potr affermare che esistono oggi le condizioni per poterla considerare unimpresa equilibrata. Se non gli pu essere attribuita questa possibilit, a nulla vale il fatto che essa oggi riesca a remunerare i fattori residuali, giacch essa in futuro non potr pi garantire questa remunerazione e pertanto essa deve considerarsi gi da oggi in disequilibrio economico. Non si pu affermare che unimpresa non in equilibrio economico solo perch ha chiuso un esercizio in perdita, quando ragionevole supporre che il futuro le riservi le condizioni di un surplus tale da poter remunerare i fattori residuali anche per le perdite precedentemente subite.

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    Il surplus deve essere tale da remunerare congruamente i fattori in posizione residuale per il loro utilizzo durante tutto lintero arco di tempo programmato. Lequilibrio economico dimpresa deve essere apprezzato:

    a. Con riferimento ad un arco di tempo significativo, cio deve interessare un arco di tempo che si prolunghi sino a quando il valutatore in grado di percepire una tendenza di fondo significativa;

    b. Tramite una programmazione che abbia come obiettivo quello di pervenire ad un surplus che possa reputarsi soddisfacente.

    Ladeguatezza del surplus Occorre distinguere tra:

    x Utile contabile: nasce dalla contrapposizione tra ricavi e costi di competenza di un certo lasso di tempo, generalmente lesercizio amministrativo.

    x Surplus economicamente adeguato: utile contabile che deve appagare le attese dei fattori sottoposti al rischio generico dimpresa con unadeguata remunerazione. I parametri di riferimento sono:

    9 La quantit di fattore a rischio conferita nellimpresa: pi alta la quantit di fattore a rischio, maggiore la remunerazione che ci si deve attendere in termini assoluti. La presenza dellinflazione oltretutto, costringe limpresa a raggiungere un surplus maggiorato della percentuale di inflazione sul suo capitale proprio;

    9 Il grado di rischio: al crescere del rischio generico dimpresa deve crescere anche la remunerazione riservata ai fattori residuali;

    9 Le scelte alternative: il rischio generico dimpresa deve essere ponderato anche alla luce delle possibili alternative a cui legare i fattori che si intende vincolare allimpresa con remunerazione residuale. Questa scelta si diparte dal confronto con un investimento del capitale medesimo in una iniziativa economica in assenza di rischio o in investimenti in settori produttivi alternativi.

    Surplus, profitto e costo di sopravvivenza Nelle imprese capitalistiche, cio in quelle che hanno come fattore posto in posizione residuale solo o prevalentemente il capitale proprio, la congrua remunerazione composta da:

    a. La ricompensa al capitale proprio in quanto fattore produttivo, come se fosse posto sul mercato. A questo fine si prende a riferimento il tasso che viene corrisposto ad un investimento in assenza di rischio al netto del tasso di inflazione;

    b. La ricompensa al capitale proprio per il rischio imprenditoriale. Per la determinazione di questo tasso non esistono dei metodi specifici, ma ci si basa su comparazioni che possano permettere giudizi quantitativi sul grado di rischio nei vari settori economici.

    c. La rendita della svalutazione monetaria dovuta al tasso di inflazione, per garantire al capitale una costante capacit reale dacquisto nel tempo

    Nel caso in cui limpresa riesca tendenzialmente ad ottenere un surplus maggiore di quello necessario a soddisfare in pieno le tre esigenze descritte, la parte eccedente definibile come profitto. Il profitto ci che residua dal surplus reddituale dopo che questo ha congruamente remunerato i fattori posti in posizione residuale. Per costo di sopravvivenza intendiamo la quantit di ricavi appena sufficiente per garantire leconomica ed equilibrata sopravvivenza del sistema aziendale, cio i ricavi necessari per remunerare a condizioni di mercato sia tutti i fattori posti in posizione contrattuale, sia quelli posti in posizione residuale. Unimpresa per essere economicamente equilibrata deve pervenire almeno a questo minimo risultato, altrimenti, pur ottenendo un surplus come differenza tra i ricavi ed i costi, questo sar un reddito positivo solo dal punto di vista contabile, mentre sotto il profilo della sostanza economica ci troveremo di fronte ad una perdita. La situazione peggiore quello di una perdita contabile: in questo caso si svalutato addirittura il capitale proprio e bisogner coprire anche i costi dei fattori a remunerazione contrattuale, che non sono stati coperti dai ricavi. La parte del surplus reddituale che precede il profitto un costo per limpresa, in quanto tale parte dovr essere pagata dallimpresa ai terzi portatori del capitale proprio, affinch essa possa continuare a sopravvivere avendo la capacit di legare a s tutti i fattori produttivi di cui abbisogna. Il profitto indice di unimpresa tendenzialmente avviata: quellimpresa cio che ha una capacit di reddito superiore al minimo indispensabile per remunerare congruamente i fattori posti in posizione residuale. Il profitto, inoltre, rappresenta la capacit intrinseca dellimpresa di autofinanziare il proprio sviluppo.

    Il diagramma di redditivit La dottrina economico-aziendale si serve, per effettuare unanalisi sulla redditivit dellimpresa, di un modello rappresentabile in forma grafica, che il diagramma di redditivit. Obiettivo di questa analisi e del relativo diagramma quello di rintracciare a quale volume di produzione venduta o a quali volumi di ricavi si ha il punto di pareggio o punto morto: quel punto dove la curva dei ricavi totali uguaglia quella dei costi totali. Prima di tale punto, essendo i

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    a Q1

    Q =

    costi superiori ai ricavi, si avr larea delle perdite ed alla destra, essendo i ricavi superiori ai costi, si avr linizio dellarea degli utili. Il diagramma presuppone relazioni lineari, il che costituisce una esemplificazione della realt, ma facilita un primo approccio allanalisi delle tendenze. Lindividuazione del punto morto M possibile tramite la ricerca del volume di produzione vendibile necessario per ottenerlo (Q).

    costi fissi unitari prezzo unitario di vendita costo variabile unitario

    (margine di contribuzione unitario) Lanalisi del punto morto, detta anche analisi del break even point, permette lindividuazione delle possibili tendenze che avranno o potranno avere i risultati dellimpresa allorch variano alcune ipotesi di partenza. Si potr ricercare:

    a) Quale nuova quantit si dovr vendere per raggiungere un nuovo punto morto se si intende ridurre il prezzo unitario di vendita;

    b) Quale dovr essere il nuovo prezzo che ci permette di raggiungere il nuovo punto morto se si intende variare la quantit venduta;

    c) Quale nuova quantit dovr essere prodotta e venduta perch si raggiunga un nuovo punto morto, nel caso in cui vi sia stata una variazione nella quantit dei costi fissi.

    d) Quale nuovo prezzo di vendita deve essere attuato a seguito di una variazione nel volume dei costi fissi. Gli utili rappresentati nellarea a destra del punto morto hanno mera natura contabile. Gli utili sufficienti a remunerare in maniera congrua i fattori posti in posizione residuale si trovano alquanto a destra del punto morto, per esempio alla quantit di prodotto Q1. Il segmento EQ1 rappresenta il costo di sopravvivenza dellimpresa.

    Costo di sopravvivenza RT = CF + CV + remunerazione fattore subrischio Tutti i ricavi che essa ha ottenuto vendendo la quantit Q1 di prodotti, sono destinati alla copertura dei costi che essa deve sostenere per i fattori produttivi, sia di quelli che ha legato a s in via contrattuale (costi fissi e costi variabili), sia quelli che ha legato a s con remunerazione di tipo residuale che deve coprire con la congrua remunerazione. Raggiungendo questo livello di surplus, limpresa non ha risorse per effettuare nuovi investimenti. Quindi se essa decider di effettuarli, avr due alternative:

    a) Si indebita: 9 Aumenta i costi fissi ammortamento degli investimenti e quantit di capitale; 9 Aumenta i costi variabili tassi di interesse passivi.

    b) Aumenta il capitale proprio dovr aumentare la remunerazione del capitale proprio. Qualsiasi livello a destra del costo di sopravvivenza generer, per la parte a questo eccedente, un mero profitto. Questa eccedenza andr a costituire un autopotenziamento o autofinanziamento che, per legge, spetta ai proprietari. Bisogna per valutare se sia pi opportuno che resti allimpresa. Unimpresa in equilibrio economico quando ha un surplus adeguato per remunerare i fattori produttivi residuali e finanzia anche gli investimenti futuri che si intendono effettuare: azienda che sopravvive nello sviluppo. Lequilibrio economico nelle aziende di erogazione e nelle aziende autoproduttrici Per lazienda di erogazione e per lazienda di consumo lequilibrio economico soltanto una mera condizione affinch il fine (erogativo o di consumo) possa essere realizzato. Le aziende di erogazione vengono considerate in equilibrio economico se tendenzialmente i proventi coprono le spese, permettendo cos di raggiungere un soddisfacente livello di produzione erogata. Anchesse hanno un andamento non del tutto uniforme nel tempo, in quanto potrebbero presentarsi delle variazioni o dal lato dei proventi e/o dal lato delle spese. Anche questi sistemi aziendali potrebbero attraversare anni con un disavanzo e anni con un

    Volume delle vendite

    E

    Costi e ricavi totali

    M

    Perdite

    Utili

    V (costi variabili)

    F (costi fissi)

    Costi totali (CT = CF + CV)

    Ricavi totali (RT) M = punto morto (RT = CT) Perdita = CT > RT Utile = CT < RT

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    avanzo. Occorre esaminare, in caso di disavanzo, se questo riassorbibile attraverso i proventi futuri senza diminuire la produzione erogativa. Se ci possibile, allora si pu affermare che lazienda di erogazione tendenzialmente in equilibrio economico e persegue adeguatamente il suo fine erogativo. Gli avanzi di certi esercizi trovano adeguata motivazione quando sono attuati in previsione di incrementare e/o migliorare la produzione erogativa. Lequilibrio economico in queste aziende deve essere apprezzato in funzione della politica di spese attuata dal sistema aziendale, come queste spese (istituzionali e strutturali) vengono programmate, gestendo opportunamente ed economicamente nel tempo le risorse istituzionali di cui dotata. Unazienda di erogazione pu essere in equilibrio contabile, ma pu non soddisfare le esigenze per cui mantenuta in vita, in quanto le spese strutturali assorbono gran parte dei proventi, residuando non sufficienti risorse al momento pi propriamente erogativo.

    Per quanto attiene alle aziende autoproduttrici, lesigenza di un equilibrio economico coincidente con lequilibrio contabile pi immediatamente percepibile. Lequilibrio economico garantito aprioristicamente dal meccanismo di copertura delle spese che regola e caratterizza la vita stessa delle aziende, in quanto la produzione destinata ai soggetti che la mantengono in vita e questi sono impegnati comunque a coprire le spese di produzione. Questo meccanismo non garantisce per che il sistema aziendale stia anche soddisfacendo il suo fine tecnico. I soggetti retrostanti devono effettuare unanalisi di opportunit sui prezzi e/o sui benefici. Lequilibrio economico nei gruppi e nelle imprese pubbliche In un gruppo di imprese, la capacit di ciascuna di esse di gestire le risorse di cui abbisogna per poter realizzare il proprio fine tecnico e lequilibrio economico, affievolita o assente a favore di unottimale posizione economica del gruppo rispetto ad ogni singola impresa. Dal punto di vista della sostanza economica il gruppo deve essere studiato, analizzato e gestito come unitario sistema di parti, dove ciascuna impresa non importa che faccia utili o perdite, ma importa che svolga il suo ruolo rispetto al fine che il sistema si dato. Non importa che allinterno del gruppo siano previste imprese che chiudono sistematicamente la loro gestione in perdita, poich allimpresa pu essere importante mantenerle in vita per i suoi fini generali e per il raggiungimento del suo equilibrio economico.

    Nei paesi ad economia mista spesso alcune imprese gestite dallo Stato operano in sistematica perdita. Lo Stato lazienda capogruppo di tutte le imprese pubbliche; il soggetto economico di tutte queste imprese riconducibile al settore pubblico. Le imprese pubbliche possono essere costituite dallo Stato perch:

    x devono produrre beni di importanza strategica la cui produzione non delegabile al settore privato; x necessario che vengano prodotti certi beni o servizi a prezzi politici; x occorre sviluppare ed incentivare leconomia in alcune zone del territorio nazionale; x lo Stato intende svolgere una certa attivit in regime di monopolio.

    Le perdite vengono coperte dallo Stato il quale ha interesse a mantenerle in vita sostenendo il relativo onere. Pu anche accadere che lo Stato mantenga in vita imprese economicamente private in sistematica perdita, erogando contributi a fondo perduto o finanziamenti a tasso agevolato e concedendo agevolazioni di carattere fiscale o riduzioni dei costi per alcuni servizi o per lacquisizione di alcuni beni. Queste imprese non pervengono allequilibrio economico in maniera autonoma, ma in grazia di un intervento ad esse esterno che ne permette la sopravvivenza. Lefficienza e lefficacia Lefficienza la condizione che permette alle aziende di pervenire allequilibrio economico senza sprechi di risorse a causa di erronee scelte gestionali e/o organizzative (perseguire e raggiungere lobiettivo con il minor sforzo possibile, senza spreco di risorse). Lefficienza riguarda le relazioni tra risorse utilizzate in una certa attivit e i risultati ottenuti. Uno degli strumenti per misurare lefficienza il rendimento fisico-tecnico o rendimento del fattore produttivo, cio il rapporto tra la quantit di fattore impiegato ed il prodotto ottenuto. Il rendimento fisico-tecnico di un fattore o di un processo produttivo tanto maggiore quanto pi alta la quantit di prodotto ottenuta con limpiego di una data quantit di fattore o di processo, o quanto minore la quantit di fattore o di processo impiegata per ottenere una data quantit di prodotto. I rendimenti fisico-tecnici sono rapporti che evidenziano valori non monetari e relativi, in quanto interpretabili solamente per raffronto con altri rendimenti (ottenuti in passato o standard). anche possibile unanalisi dellefficienza attraverso landamento del costo del prodotto nel tempo. Nellimpostare unanalisi dellefficienza indispensabile mettere a confronto solo configurazioni di costo tra loro omogenee. Lefficacia la capacit del sistema aziendale di pervenire agli obiettivi prefissati (perseguire e raggiungere lobiettivo); misurabile e valutabile dal rapporto tra i risultati attesi ed i risultati ottenuti.

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    Il sistema di impresa organicamente inserito nel mercato e con questo ha un continuo processo di scambi: da un lato, acquisisce fattori produttivi pagando (o impegnandosi a pagare) una certa quantit di moneta (prezzo pagato), dallaltro colloca il risultato della sua produzione riscuotendo (o accettando di riscuotere ad una certa scadenza prestabilita) una certa quantit di moneta (prezzo conseguito). Il costo monetario di un singolo fattore produttivo sar dato da: C = p x. x rappresenta la quantit di fattore acquistata e p il prezzo unitario per ciascuna unit di fattore acquistata. Il ricavo monetario si potr descrivere con: R = p y. y rappresenta la quantit di prodotto ceduta e p il prezzo unitario di ciascuna unit di prodotto ceduta. Il costo di produzione rappresenta quelle configurazioni di costo che le imprese attuano avendo a riferimento una individuata produzione e volendo cogliere o evidenziare particolari obiettivi. Limpresa attua una complessa attivit produttiva che opportunamente organizzata in centri produttivi. Ogni centro produttivo, a sua volta, pu essere suddiviso in tanti sottocentri. Un centro o un sottocentro pu essere identificato come un luogo a cui poter riferire uno o pi costi del ciclo produttivo. Costi speciali (o diretti) e costi comuni Una distinzione dei costi aziendali quella che evidenzia la relazione funzionale tra i costi dei fattori produttivi o gli oggetti di costo a cui debbono essere riferiti. possibile individuare i costi in:

    x costi speciali o diretti: tutti quelli che vengono sostenuti solo per una specifica produzione di un certo prodotto;

    x costi comuni: per poter essere imputati a ciascuna delle produzioni che usufruiscono dellutilit del fattore a cui il costo si riferisce, devono essere ripartiti secondo dei convenzionali parametri di riferimento o basi di imputazione. I costi comuni possono essere tali:

    9 nello spazio: tutti i costi imputabili contemporaneamente a due o pi produzioni o che vengono sostenuti nellinteresse generale del sistema aziendale o di un suo sottosistema (costi generali).;

    9 nel tempo: si riferiscono ai costi pluriennali. Questi ultimi, pur se sostenuti in un certo esercizio, ripercuotono la loro utilit in pi esercizi futuri e, quindi, devono essere temporalmente ripartiti tramite quote di ammortamento e secondo un prestudiato piano negli anni in cui parteciperanno al processo produttivo.

    Se un bene pluriennale a sua volta un fattore produttivo comune a pi produzioni, la sua quota di ammortamento sar un costo comune nello spazio. Si dice che i costi comuni di un certo sistema aziendale vengono ripartiti su base unica se vengono imputati a ciascuna produzione ricorrendo ad una sola base di imputazione; si dir che sono ripartiti su basi multiple se essi vengono raggruppati tra loro e poi ripartiti tra le produzioni secondo differenti basi di imputazione.

    Per poter configurare un costo di prodotto, occorre imputare tutti i costi diretti e parte dei costi comuni. Il costo di produzione e la sua natura astratta Limpresa instaura nello spazio e nel tempo relazioni continue e sistematiche per cui ogni sua singola unit di prodotto non pu essere enucleata dal tutto ed esaminata in modo oggettivo. Se limpresa produce un solo prodotto, esistono comunque relazioni temporali tra lacquisizione dei fattori produttivi che non possibile separare in maniera oggettiva per poterne derivare un risultato incontrovertibile. Non esiste un unico metodo che permetta di imputare a ciascun ciclo produttivo unoggettiva quantit di costi comuni nel tempo tutti con la caratteristica della fecondit ripetuta. Nel caso in cui nella stessa impresa vengano coordinate produzioni differenziate, ogni singola produzione dovr trovare adeguata soluzione non solo per le imputazioni ai singoli cicli produttivi dei costi comuni nel tempo, ma anche per il fenomeno dei costi comuni a pi o a tutte le produzioni attuate. Infatti da ununica produzione si possono ottenere due o pi prodotti. La congiunzione dei costi produttivi non ha la possibilit di essere ripartita fra i vari prodotti ottenuti in maniera oggettiva, ma solo attraverso dei parametri di riferimento. I costi che andranno a costituire il costo di prodotto non sono tutti direttamente imputabili al prodotto stesso, ma alcuni debbono essere ripartiti, e quindi imputati, secondo criteri ragionevoli ma non oggettivi. La realt aziendale permette una pluralit di possibili configurazioni, tutte utili rispetto a particolari ed individuati scopi, comunque tutte astratte. I costi della struttura ed i costi di utilizzo della struttura Unaltra possibile distinzione dei costi dimpresa quella tra costi della struttura produttiva e costi per lo sfruttamento della struttura produttiva. Ogni impresa ha una sua dimensione produttiva. La capacit produttiva di unimpresa il quantum prodotto in un certo periodo di tempo. Questa distinzione trova la sua motivazione nei tempo necessari a ciascun sistema aziendale per poter essere in grado di attivare il proprio ciclo produttivo:

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    Costi proporzionali Costi pi che proporzionali Costi meno che proporzionali

    Cvt

    y CfT y2

    y1

    Qpv

    Cv Cf

    Ct

    v1 v2 Qpv

    Ct

    Cm = = +

    x la predisposizione e lorganizzazione della capacit produttiva (costi fissi): la capacit produttiva funzione sia delle possibilit di utilizzo tecnico dei fattori, sia della convenienza e della possibilit di collocare la produzione nei mercati. lesigenza che ogni impresa ha di un certo apparato tecnico strumentale adeguatamente dimensionato ai propri programmi produttivi. Tale apparato non pu essere ampliato in un breve periodo di tempo e i costi relativi di tale apparato saranno sostenuti dallimpresa, sia che essa non produca, sia che produca al massimo della sua capacit produttiva. Sono sostenuti per dare allimpresa la dimensione produttiva desiderata. Quindi questi costi, entro la programmata capacit produttiva dellimpresa, non mutano. Determinano il rischio generico dellimpresa. Sono costi fissi, che non variano al variare della produzione: y = q. Anche questi costi, per, una volta che i rispettivi fattori produttivi sono totalmente utilizzati, devono, in caso di ulteriore aumento della produzione, essere a loro volta incrementati. Ogni incremento di questi fattori produttivi comporta un nuovo potenziale livello della capacit produttiva. Rappresentano i costi sostenuti dallimpresa per darsi una dimensione produttiva. Essi debbono essere sostenuti per permettere lavvio della produzione, per cui si dice che sono sostenuti anche a produzione zero. Sono indipendenti dalla produzione attuata e/o programmata e sono presenti in tutte le imprese. Essi sono fissi entro ampi intervalli di produzione. Il rischio generico dimpresa cresce se aumentano i costi di struttura. Una volta che i costi della struttura produttiva sono sostenuti, il loro peso resta invariato al variare della produzione ed essi comunque attendono di essere recuperati attraverso i ricavi provenienti dalla vendita dalla produzione stessa. I costi della struttura saranno meglio sfruttati quando la produzione cresce e trovano sempre meno possibilit di essere coperti al diminuire della produzione (graficamente: andamento a scalini).

    x lutilizzo della capacit produttiva predisposta: i costi relativi allutilizzo della capacit produttiva sono sostenuti solo e nella misura in cui la produzione venga attuata. Sono sostenuti solo allinizio della produzione e variano in funzione degli incrementi della produzione stessa. Ladattamento dei costi variabili pu considerarsi automatico nel caso in cui la produzione diminuisca. In caso di crescita, il loro adattamento possibile entro i limiti della capacit produttiva della struttura. Possono variare in misura:

    9 proporzionale: y = h q; 9 pi che proporzionale: y = h q2; 9 meno che proporzionale: y = h q ;

    dove y esprime il costo complessivo del fattore, h il coefficiente di proporzionalit (sempre > 0) e q la quantit di produzione esaminata.

    Tutti i costi delle imprese sono sostanzialmente variabili con andamenti diversi, in rapporto a variazioni progressive delle quantit di produzione. I costi totali e i costi medi possibile definire il costo totale o complessivo come linsieme di tutti quei costi che, direttamente o indirettamente, sono imputabili ad una individuata produzione. Costi totali Ct = costi fissi Cf + costi variabili Cv possibile definire costo medio di un certo livello di produzione, il costo totale per essa sostenuto diviso le quantit prodotte. Ct Cf Cv

    Qmax1 Qmax2 x Qpv

    = costo differenziale o suppletivo, determinato dalla variazione dei costi variabili.

    = v2 v1

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    q q q Con laumentare della produzione:

    x I costi medi totali decrescono per il miglior sfruttamento delle strutture, fino ad un nuovo cambiamento strutturale, dove hanno un aumento per poi iniziare a decrescere;

    x I costi medi fissi decrescono sino ad un incremento strutturale, dove hanno un aumento per poi iniziare a decrescere;

    x I costi medi variabili restano costanti per tutti i livelli produttivi. Principali configurazioni di costo possibile configurare i costi in funzione del fine per cui la configurazione stessa attuata. Ogni configurazione scelta ed attuata per le possibilit informative che pu arrecare ai manager o in fase di scelte direzionali o in fase di controllo.

    x Configurazione di costo rispetto allorigine di riferimento. Alle parti del sistema aziendale sono imputabili particolari costi per limpiego di fattori produttivi. Ogni sistema aziendale pu scomporsi in tre sottosistemi, settore produttivo, amministrativo e commerciale, e ad ognuno possibile attribuire una configurazione di costo; si avranno quindi costi di produzione, amministrativi e commerciali.

    x Configurazioni di costo rispetto al tempo. I costi configurati rispetto ad un oggetto potranno, avendo riferimento al tempo, essere cos individuati:

    9 Costi preventivi: costi configurati prima dellinizio dellattivit settoriale a cui si riferiscono ed hanno la funzione di analizzare quali e quanti costi si preventiva di dover sostenere;

    9 Costi consuntivi: costi determinati al termine di una certa attivit al fine di poter conoscere quanti e quali fattori sono stati in essa utilizzati.

    x Configurazioni di costo rispetto alla natura dei fenomeni aziendali. Ciascun fenomeno aziendale pu essere esaminato come:

    9 Fatto reale: si parler di costi convenzionalmente effettivi, cio costi che si manifestano nella realt di unindividuata e vissuta congiuntura aziendale, anche se nella composizione del costo effettivo partecipano imputazioni dovute ad astrazioni per cui leffettivit del costo risulta essere convenzionale.

    9 Fatto ipoteticamente possibile: costi standard, determinati ex ante in relazione a certi programmi di produzione

    predisposti per limpresa operante in date dimensioni e strutture e con data organizzazione. Il costo standard non deve essere inteso come un costo ottimo in maniera assoluta e sar confrontato ex post con il costo effettivo per analizzare le scelte antecedentemente fatte;

    costi alternativi, costruiti sullipotesi di uno o pi cangiamenti rispetto alla realt che lazienda vive. Sono ex ante e costituiscono dei costi modello per poter effettuare eventuali scelte aziendali.

    x Costi differenziali e costi suppletivi. Il costo differenziale il costo aggiuntivo che si deve sostenere per poter incrementare di una certa quantit la produzione. definibile come costo differenziale la differenza tra un costo effettivo di produzione ed un costo alternativo, oppure tra due costi di produzione alternativi. Quando i costi messi a confronto si differenziano solo per la quantit prodotta e venduta, il costo differenziale viene individuato come costo suppletivo. Costi differenziali e suppletivi possono essere determinati secondo due procedimenti:

    9 Come differenza tra i costi globali di produzione, nellipotesi alternativa di gestione, e o costi globali della produzione definita di base;

    9 Come somma algebrica delle variazioni positive e negative di costo che si manifestano nel passaggio tra lipotesi di base e quella alternativa.

    Si avr convenienza sino a quando il ricavo differenziale sar superiore al costo differenziale. Questa configurazione di costo viene applicata rispetto ad una data capacit produttiva e rispetto alla possibilit di effettuare lincremento produttivo nel breve periodo. A comporre il costo differenziale saranno solo costi variabili, perch si assume che i costi fissi della struttura non variano. Se il costo differenziale contenesse anche una variazione riferibile ai costi fissi della potenza produttiva, esso non si riferirebbe ad una data potenzialit produttiva esistente bens ad una nuova; quindi la scelta pi conveniente riguarderebbe la dimensione produttiva e non la convenienza o meno ad incrementare la produzione. Lanalisi differenziale alla base della politica dei prezzi multipli, accompagnata o meno da un incremento della produzione. Lincremento di produzione, da destinarsi al mercato ad un prezzo differenziato rispetto a quello con cui continuer ad essere collocata la precedente quantit di produzione, la risposta aziendale ad unesigenza di mercato che disposto a recepire quantit aggiuntive di produzione. Nel caso che la differenziazione dei

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    prezzi venga attuata sulla quantit di produzione usuale, si ricerca la convenienza o meno al possibile collocamento del prodotto o del servizio senza compromettere la normale attivit produttiva.

    x Configurazioni successive del costo di prodotto. Si possono avanzare configurazioni di costo successive per pervenire alla configurazione finale (costo totale o complessivo o full cost) o ad una configurazione intermedia (configurazioni parziali di costo del prodotto). Si potr ottenere il:

    9 Costo primo: dato da tutti i costi relativi agli acquisti di materia prima e sussidiaria, nonch dai costi accessori ad esse direttamente imputabili, dalla manodopera diretta e dai servizi diretti.

    9 Costo industriale: formato dal costo primo al quale andranno aggiunte le quote di costi comuni relative alla lavorazione ed alla fabbrica.

    9 Costo complessivo: formato dal costo industriale al quale saranno aggiunti spese di amministrazione, vendita ed oneri finanziari e costi di vendita-distribuzione.

    9 Costo economico-tecnico: ottenuto aggiungendo al costo complessivo gli oneri detraibili dal ricavo di vendita, gli oneri tributari, gli interessi sul capitale proprio ed altre eventuali remunerazioni.

    Gli elementi di costo sono lapprezzamento economico delle utilit che i fattori produttivi hanno ceduto alloggetto nella fase di produzione presa in considerazione. I fattori produttivi possono cedere le loro utilit rispetto ad un solo oggetto di costo, oppure a due o pi oggetti. Il costo primo pu essere confrontato con il prezzo di vendita e la loro differenza d il margine lordo di contribuzione alla copertura dei costi comuni. Confrontando il prezzo di vendita con il costo complessivo, avremo la quota di utile o perdita tramite la quale quel prodotto contribuisce al risultato economico del sistema di impresa.

    La tecnica del Direct Costing La tecnica del Direct Costing una tecnica di programmazione che permette di ricercare quel mix produttivo che meglio sfrutti i costi di struttura. Il costo totale di una produzione pu essere scritto: Costo totale Ct = costi diretti Cd + costi comuni Cc, dove i costi diretti possono essere dati sia da costi variabili che da costi fissi direttamente imputabili alla produzione, mentre i costi comuni coincidono con i costi fissi della struttura di impresa imputabili alla produzione secondo una o pi basi di ripartizione. Quindi: Ct = Cdv + Cdf + Cc, dove Cdv sono i costi diretti variabili e Cdf i costi diretti fissi.

    Impresa monoprodotto Nel caso di unimpresa che produca un solo prodotto, tutti i costi saranno direttamente imputabili alla singola produzione, anche se i costi pluriennali dovranno essere imputati a ciascun esercizio e poi a cia