elementi di economia aziendale

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  • 7/29/2019 Elementi di Economia Aziendale

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    Elementi di economia aziendale!!Capitolo 1!L'azienda!

    !1.Dall'arte contabile, alla ragioneria, all'economia aziendale!Si deve certamente alla costituzione di appositi organismi formati dalla combinazione dipersone e mezzi, nei quali si svolta una attivit economica con il fine di produrre dei benidestinati alle correnti commerciali, il generale sconvolgimento nella situazione dei desideri edelle aspirazioni dei popoli.!!L'uomo si reso conto che impiegando il suo lavoro per l'ottenimento del bene verso ilquale si sentiva maggiormente portato ne avrebbe avuto in esuberanza; ben presto egli haimparato che era pi conveniente cedere ad altri uomini i propri manufatti e ricevere daquesti quelli mancanti e ritenuti necessari.!!La vita economica prende un nuovo ed energico impulso e commerci ed industrie in brevetempo, aiutate dai capitali e dai risparmi, fioriscono e si dilatano, grazie ad un ordinamentoamministrativo vasto e perfettamente collegato, in grado di soddisfare molte esigenzeinformative anche attraverso l'utilizzo di uno scrupoloso controllo di gestione.!!Partendo dalla concezione di patrimonio quale "somma generale e specifica dei diritti edoveri dell'ente per mandato del quale l'amministrazione economica viene condotta", siarriva alla considerazione che i conti sono accessi alle persone (da qui il termine di teoria

    "personalistica") allo scopo di evidenziare i reciproci diritti ed obblighi.!Alla teorica "personalistica" si accompagna, in seguito, quella "materialistica" che trova nellasapiente opera di Fabio Besta la formulazione dei suoi principi.!!Sul piano metodologico, Besta perviene ad una nuova impostazione del metodo contabilesino ad allora seguito, considerando come scopo principale della rilevazione delle scritturela determinazione della consistenza del patrimonio.!!Tale teoria da avvio al sistema patrimoniale con il quale, annotando le variazioni delpatrimonio, si rileva, durante una determinata scansione temporale, anche il reddito.!!Incentrando l'indagine sulla dinamicit delle operazioni di gestione, Zappa da alla luce adun nuovo sistema contabile, il sistema del reddito.!Secondo il suo approccio, diversamente da quello del Besta, il metodo della partita doppiava impostato in modo da considerare quale scopo principale della rilevazione, ladeterminazione del reddito.!!2.L'evoluzione del concetto di azienda!Alla scienza economica appartiene la totalit delle istituzioni del mondo civile mediante lequali e con le quali si svolge l'attivit umana in campo economico, costituita dall'agire e dalcomportarsi dei singoli individui. !Tale attivit caratterizzata dal fatto di essere intesa ad uno scopo finale che si concretizzacon l'appagamento dei bisogni dell'uomo. !

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    Giuseppe Cerboni confonde l'azienda con le persone e con il patrimonio appartenenteall'azienda stessa; Egli pone in risalto il ruolo dell'uomo rispetto ai mezzi, in quanto vivenelle e per le aziende.!!Vincenzo Vianello intende sostenere la tesi secondo la quale la struttura finalisticadell'azienda dipende dalla stessa organizzazione degli elementi che la compongono.!!Fabio Besta considera l'azienda come "la somma dei fenomeni, o negozi, o rapporti daamministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a s, o una personasingola,o una famiglia, o ad una unione qualsivoglia, o anche soltanto una classe distinta diquei fenomeni, negozi o rapporti"!!Per Zappa l'azienda non pi un semplice aggregato di persone e di beni, o una serie difenomeni pur coordinati al conseguimento di un fine, quanto piuttosto una ordinatacombinazione di attivit economiche che deve avere i requisiti endogeni sufficienti agarantirne la sopravvivenza, sia nel momento in cui cambiano gli individui che ne hanno il

    governo, sia quando mutano le condizioni dell'ambiente in cui opera.!!Secondo Aldo Amaduzzi possibile identificare gli elementi distintivi dell'azienda:!

    a)Nell'essere un sistema ove i fatti hanno un carattere economico.!b)Nella considerazione che il sistema non coincide con l'individuo e fa parte di un sistemaeconomico complessivo.!c)Nel carattere probabilistico ed indeterministico dell'attivit economica svolta, soggetta allecontinue variazioni delle condizioni interne ed esterne.!d)Nel carattere dinamico ed evolutivo del sistema.!!Sulla base di quanto appena esposto facile rilevare che, come tutte le manifestazioni

    dell'agire umano, l'attivit economica, e con essa l'azienda, si presentano mutevoli neltempo.!In altri termini, l'azienda non un'entit finta e conclusa, ma una realt aperta in ognidirezione.!!3.Gli elementi caratterizzanti il fenomeno aziendale: l'oggetto, lacomposizione, il finalismo e le condizioni di equilibrio!Innanzitutto tale approccio consente di dare risalto alla composita struttura dell'azienda,intesa come complesso di risorse umane, di fattori e di energie.!Essa si distingue per la compresenza di ulteriori caratteri qualificanti. !!a)Oggetto economico.!E' intuitivo affermare che l'azienda rappresenti l'istituto economico per eccellenza e che ilsuo oggetto costituito dallo svolgimento di attivit economica. Nella diversit di forme chequesta attivit pu assumere sono comunque riconoscibili le funzioni attraverso cui essa siesplica: la produzione, lo scambio, il consumo. !!b)Composizione sistemica, dinamica, aperta.!E' ormai convinzione diffusa che l'azienda si configuri come unit sistemica in cui le forze ei fattori presenti acquistano significato e valore per il fatto di essere interrelate tra loro in

    rapporto di reciproca e continua coordinazione.!

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    Occorre altres rilevare che si tratta di un sistema dinamico, per il fatto di essere in continuodivenire, ed aperto nel senso di non essere concepibile se non in un mutuo rapporto discambio con il contesto di cui parte.!!c)Finalismo consistente nella creazione di ricchezza per il soddisfacimento dei bisogniumani. !Gino Zappa ha individuato nella soddisfazione dei bisogni umani la finalit ultimadell'esistenza e dell'operare del sistema-azienda.!In ogni caso, il fine ultimo in grado di orientare e guidare il composito vettore di variabili-obiettivo resta l'uomo con i suoi bisogni.!!d)Necessario rispetto di tendenziali condizioni di dinamico equilibrio economico efinanziario.!L'equilibrio economico attiene alle dinamiche consumi-reintegri di ricchezza che i processigestionali comportano, mentre l'equilibrio finanziario riguarda le correlazioni tra i flussi dinatura monetaria/finanziaria generati dallo svolgimento dell'attivit.!!4.L'azienda di produzione e l'azienda di erogazione.!Le aziende di produzione sono quelle che realizzano un processo di produzione chepermette, attraverso coordinate attivit di acquisizione, trasformazione e scambio sulmercato, l'ottenimento di un profitto in senso economico.!!Le aziende di erogazione si caratterizzano per l'attuazione di un processo di consumo o, piin generale, di erogazione della ricchezza che viene distribuita per il soddisfacimento deibisogni.!!Le aziende di produzione avrebbero come scopo lo svolgimento di un processo produttivoper il perseguimento di un profitto, mentre le aziende di erogazione la soddisfazione diretta ai bisogni dei destinatari della attivit nel rispetto di equilibrate condizioni dieconomicit.!!Le aziende di produzione, quindi, attuano un incremento della ricchezza attraverso unprocesso di produzione che culmina con lo scambio sul mercato degli output ottenuti, i qualivengono valorizzati secondo le leggi del mercato stesso.!!Le aziende di erogazione svolgono attivit dirette alla soddisfazione dei bisogni dellepersone (a loro interne o esterne) attraverso il procacciamento, la conservazione, il consumo

    e la distribuzione della ricchezza.!!Una significativa distinzione che abitualmente viene posta tra aziende private e aziendepubbliche.!Si parla, dunque, di aziende private di fronte ad unit in cui il soggetto economico siaprivato; si possono cos avere aziende private di produzione (come le imprese commercialiindividuali o collettive) e aziende private di erogazione (famiglie, associazioni, fondazioni,ecc.) !!Qualora invece la veste giuridica del soggetto economico sia di natura pubblica si hannoaziende di produzione o imprese pubbliche (le societ a partecipazione pubblica) e aziendedi erogazione pubbliche (Stato, Regione, Provincia, Comune).!!

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    !Capitolo 2!

    I soggetti aziendali nel governo economico delle diverse formegiuridiche di impresa.!!

    1.Il soggetto giuridico e il soggetto economico.!Il primo individua il soggetto nel nome del quale l'attivit aziendale viene svolta ed al qualevengono riferiti i diritti e gli obblighi inerenti all'esercizio dell'attivit economica stessa.!E' il titolare dell'azienda e pu essere costituito da:!-Una o pi persone fisiche!-Una persona giuridica!Per persona giuridica s'intende un complesso organizzato di persone e beni, che svolgeun'attivit lecita e socialmente rilevante, al quale viene riconosciuta la qualifica di soggettodi diritto.!In merito alla figura di soggetto economico esistono in dottrina due posizioni interpretative.!!a)Soggetto economico inteso quale detentore del comando dell'azienda.!Indirizza le decisioni e le strategie dell'impresa, assume il pieno potere volitivo. !Quindi i requisiti del soggetto economico sono, innanzitutto, la volont di governare l'attivitaziendale.!In secondo luogo, le competenze tecniche che trasformano il comando da sempliceprerogativa teorica ad un concreto agire diretto al mantenimento delle condizioni diequilibrio economico e finanziario del sistema d'impresa.!Infine, il controllo generale e particolare della gestione e delle sue varie e molteplicimanifestazioni.!!b)Soggetto economico inteso quale insieme di persone interessate all'attivit aziendale.!Si pu concepire il soggetto economico come l'insieme di persone a favore delle qualil'impresa istituita e retta.!Trattando del soggetto economico si deve, pur se brevemente, soffermare l'attenzione sultema della governance.!Con il termine anglosassone governance si vuole indicare il governo economico diun'azienda. In ogni realt aziendale individuabile una funzione di comando, che pudiversamente essere strutturata da un punto di vista organizzativo.!Ad essa deputata l'attivit decisionale fondamentale circa gli obiettivi e le azioni daintraprendere per il perseguimento delle finalit.!!2.Le imprese individuali!Le figure di soggetto giuridico ed economico tendono, almeno nella maggioranza dei casi,ad identificarsi nelle unit economiche di pi contenute dimensioni operative, come leimprese individuali.!Giuridicamente, vengono individuate diversi tipi di imprese e di imprenditori. In particolare,in considerazione dell'oggetto si parla di:!!a)Imprenditore agricolo, che colui che esercita una attivit diretta alla coltivazione delfondo, alla silvicoltura, all'allevamento del bestiame ed attivit diretta alla trasformazione o

    all'alienazione dei prodotti agricoli, non soggetto all'iscrizione presso il registro delleimprese e non soggetto alla procedura fallimentare in caso di sua insolvenza.!!

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    b)Imprenditore commerciale, ossia colui che svolge un'attivit industriale diretta allaproduzione di beni e servizi, un'attivit intermediaria nella circolazione dei beni, un'attivitdi trasporto per terra, per acqua e per aria, un'attivit bancaria e assicurativa, un'attivitausiliaria alle precedenti.!!3.Le imprese collettive.!In queste realt, il soggetto giuridico coincide con quello economico solamente quando lepersone, che hanno dato vita all'impresa collettiva, ne hanno anche la rappresentanza neiconfronti dei diversi interlocutori, mentre ci non si verifica quando all'impresa stessa vienericonosciuta la personalit giuridica.!Lo scopo che caratterizza il contratto di societ il perseguimento del lucro, ossia laproduzione di utili, che dopo l'approvazione del rendiconto o del bilancio, vengono ripartititra i vari soci.!!3.1 Le societ di persone.!Si caratterizzano per la prevalenza dell'elemento "personale" rispetto al capitale apportato.

    Da questo discende sia la responsabilit illimitata solidale dei soci per le obbligazioniassunte, sia il potere di amministrazione che inerisce direttamente la qualifica di socioillimitatamente responsabile.!!a)La societ semplice, si caratterizza per l'esercizio esclusivo di attivit non commerciali.!L'amministrazione della societ spetta a ciascun socio disgiuntamente dagli altri, a meno chenell'atto costitutivo non sia prevista una amministrazione congiunta.!Vige il regime di responsabilit illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni assuntenell'esercizio dell'attivit. !!b)La societ in nome collettivo, rispetto alla societ semplice, un obbligo rilevante che gravasugli amministratori riguarda la tenuta dei libri e delle scritture contabili.!Se si verifica una perdita la legge si limita a disporre che gli utili non possano essere ripartitifra i soci fino a che il capitale non sia stato ridotto o reintegrato in misura corrispondente.!!c)La societ in accomandita semplice, si caratterizza per la presenza di due categorie disoci.!Gli accomandanti rispondono delle obbligazioni sociali nei limiti della quota conferita esono esclusi, in linea di principio, dall'amministrazione della societ.!Gli accomandatari detengono il comando e dirigono la gestione della societ, rispondendoillimitatamente e solidalmente nei confronti dei terzi.!!3.2 Le societ di capitali.!Per le obbligazioni sociali risponde la sola societ con il proprio patrimonio giacch godedella personalit giuridica.!!a)La societ per azioni.!Uno degli elementi che contraddistingue una societ per azioni la suddivisione del capitalesociale in titoli cartolari indivisibili di eguale valore.!Gli organi di una societ per azioni sono l'assemblea dei soci, gli amministratori ed i sindaci.!L'assemblea la riunione di tutti i soci, convocata in sede ordinaria o straordinaria, per

    deliberare sulle materie ad essa delegate dalla legge, dall'atto costitutivo, dallo statuto.!Gli amministratori rappresentano l'organo di gestione.!

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    Il collegio sindacale l'organo di controllo interno delle societ di capitali formato da tre ocinque membri, soci o non soci, iscritti nel registro dei revisori contabili. Esso chiamato asvolgere i seguenti compiti.!-Verificare la corretta amministrazione della societ.!-Vigilare sull'osservanza della legge e dell'atto costitutivo.!-Accertare la regolare tenuta della contabilit, la corrispondenza del bilancio alle risultanze

    dei libri e delle scritture contabili.!-L'osservanza delle norme in tema di valutazione del patrimonio sociale.!-Accertare almeno ogni trimestre la consistenza di cassa e l'esistenza dei valori e dei titoli dipropriet sociale o ricevuti dalla societ in pegno, cauzione, custodia.!!b)La societ in accomandita per azioni!La differenza fondamentale risiede nella previsione di due categorie di soci; gliaccomandanti che rispondono delle obbligazioni sociali limitatamente alla quota sottoscrittae gli accomandatari, i quali, allo scopo di godere di alcuni privilegi in termini di gestione edi posizione politica, rinunciano all'immunit patrimoniale divenendo, sempre in relazione

    alle obbligazioni sociali, illimitatamente e solidalmente responsabili.!!c)La societ a responsabilit limitata.!

    La societ deve essere costituita con un capitale sociale almeno pari a 10000.!Sono organi della societ a responsabilit limitata l'assemblea dei soci e gli amministratori,mentre la nomina del collegio sindacale obbligatoria soltanto nell'ipotesi in cui il capitalesociale superi i 100000.!!3.3 Le societ cooperative!Si caratterizza per la presenza dello scopo mutualistico, che consiste nell'obbligo di fornirebeni, servizi e occasioni di lavoro ai propri membri a condizioni pi favorevoli rispetto aquelle di mercato.!La grande rilevanza dell'elemento personale testimoniata dal fatto che la legge impone, aifini della corretta costituzione, la partecipazione di almeno nove soci e, per particolaricategorie di cooperative, di un numero maggiore.!La societ cooperativa pu costituirsi a responsabilit limitata o illimitata.!Nell'assemblea possono esercitare il diritto di voto solo coloro i quali risultano iscritti daalmeno tre mesi nel libro dei soci.!Ogni socio ha un solo voto a prescindere dal valore della quota o del numero delle azionipossedute, tranne nel caso di soci con personalit giuridica ai quali si possono attribuire finoad un massimo di cinque voti.!!3.4 Le linee della riforma delle societ di capitali e delle societ cooperative. !Dopo un lungo iter parlamentare stata approvata la legge 3 ottobre 2001N366, che reca ladelega al governo per la riforma del diritto societario, ispirata a:!a)Perseguire l'obiettivo prioritario di favorire la nascita, la crescita e la competitivit delleimprese.!b)Valorizzare il carattere imprenditoriale delle societ.!c)Semplificare la disciplina delle societ.!d)Ampliare gli ambiti di autonomia statutaria.!e)Adeguare la disciplina dei modelli societari alle esigenze delle imprese.!f)Prevedere due modelli societari riferiti uno alla societ a responsabilit limitata e l'altro allasociet per azioni, ivi compresa la variante della societ in accomandita per azioni.!g)Disciplinare forme partecipative di societ in differenti tipi associativi.!

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    h)Disciplinare i gruppi di societ.!!In merito alle societ per azioni, la riforma punta ad un ampliamento dell'autonomiastatutaria, ad una nuova struttura organizzativa che promuova l'efficienza e la correttezzadella gestione, ad una semplificazione sia della procedura di costituzione, sia dellavalutazione dei conferimenti in natura.!Il capitale minimo per la costituzione viene elevato ad 120000, sul pianodell'amministrazione sono state introdotte significative modifiche, con la previsione di tresistemi di governo:!-Un sistema caratterizzato da un organo di amministrazione e un collegio sindacale.!-Un sistema composto da un consiglio di gestione e da un consiglio di sorveglianza elettodall'assemblea.!-Un sistema con un consiglio di amministrazione, all'interno del quale istituito un comitatopreposto al controllo interno sulla gestione.!!Per quanto riguarda le societ a responsabilit limitata,la riforma mira ad attribuire una

    maggiore rilevanza alla figura del socio e ai rapporti contrattuali fra i soci.!

    Viene prevista una semplificazione del procedimento di costituzione e della disciplina deiconferimenti.!!4.I processi di integrazione aziendale: i gruppi e le aggregazioni.!Forme e gradi di dimensioni possono essere i pi diversi, realizzabili attraverso formuleorganizzative che tengano conto delle tipologie e profondit dei rapporti intrattenuti sulmercato con gli interlocutori istituzionali. Ci giustifica l'esigenza di considerare conattenzione i problemi connessi allo sviluppo di strategie volte a realizzare una crescitadimensionale che possa attuare un rafforzamento delle performance aziendali.!L'attuazione di tali forme di integrazione pongono ovviamente sia problemi di selezionedegli aggregati in cui coesistere che di compatibilit tra gli stessi. In generale, prescindendodalla molteplicit delle forme assumibili da tali accordi, pu sostenersi l'esigenza di unaattenta progettazione e gestione dell'alleanza; dall'iniziale scelta strategica, alla definizionedella configurazione del gruppo di imprese; dall'individuazione del partner, alla suacostituzione.!La capacit di gestione globale del sistema d'impresa impone la presenza di competenzeimprenditoriali e manageriali idonee a fronteggiare le sfide poste dalla concorrenza.!!Il gruppo aziendale quindi una realt economica avente una struttura organizzativacostituita da singole aziende che, pur avendo una loro autonomia giuridica, sono rette da un

    comune soggetto economico, il quale elabora l'indirizzo unitario della gestione.!Se si pone l'accento sul processo di "integrazione strategica", che si viene a generare, si soliti individuare: gruppi economici, che si esplicano in una unit produttiva legata ad ununico disegno strategico; gruppi finanziari, che non sono caratterizzate da un disegnoimprenditoriale strategico unitario.!!Estremamente variegato il mondo delle aggregazioni aziendali, anche se possibileoperare una principale distinzione fra le integrazioni di tipo informale che si costituisconosenza strutture convenzionali e le integrazioni di tipo formale che, invece, si creano inconseguenza di un accordo specifico che lega le imprese nello svolgimento dell'interaattivit di gestione o di alcune operazioni aziendali.!!

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    Nell'ambito delle aggregazioni informali si collocano anche i distretti industriali, checostituiscono sistemi produttivi locali omogenei, caratterizzati da un'elevata concentrazionedi imprese industriali, prevalentemente di piccola e media dimensione e dall'elevataspecializzazione produttiva.!!Fra le aggregazioni di tipo formale un ruolo importante rivestito dai consorzi, che

    costituiscono un contratto di collaborazione fra imprese diretto a dar vita ad unaorganizzazione alla quale affidare il coordinamento delle attivit oppure lo svolgimento dialcune specifiche operazioni nell'interesse comune. Le singole imprese, pur se intimamentecollegate, mantengono la propria individualit giuridica.!L'organo centrale pu limitare la sua azione ad una attivit interna oppure decidere diassumere una rilevanza esterna.!!Nell'ambito della categoria delle aggregazioni di tipo formale rientrano i cartelli, ossiaaccordi con i quali le imprese si impegnano a ridurre o, comunque, a disciplinare laconcorrenza nel comune interesse.!!Anche il franchising una forma di integrazione di tipo formale, ed rappresentato da uncontratto mediante il quale il produttore concede il diritto di vendere il proprio prodottosulla base di precise regole e modelli prestabiliti e uguali per tutti, garantendo in tal modo siala pubblicizzazione comune del prodotto, sia la fidelizzazione del cliente.!!!

    Capitolo 3!Le fonti di finanziamento in relazione agli investimenti per le

    combinazioni e i processi produttivi!!

    1.L'entit del fabbisogno di finanziamento.!I finanziamenti permettono all'azienda di entrare in possesso delle risorse monetarienecessarie ad acquisire i fattori della produzione ed avviare i processi tecnico-operativi.!Le fonti di finanziamento possono essere costituite:!-Dal capitale proprio, si tratta di finanziamenti conferiti a pieno rischio dal proprietario o daisoci, soggetti ad una remunerazione variabile in dipendenza dei risultati conseguiti dellagestione aziendale e non condizionati, di norma, da tempi predefiniti di rimborso.!-Dal capitale di credito, si tratta di finanziamento che provengono da terze economie,

    soggetti ad una remunerazione, sia fissa che variabile, definita contrattualmente e per i qualisono stati stabiliti i tempi di rimborso.!!2.I finanziamenti attinti con il vincolo del capitale proprio. !Il capitale proprio rappresenta la prima ed indispensabile fonte di finanziamento e costituiscela dotazione o, in termini quantitativi, la ricchezza propria dell'azienda, che stata apportatadal titolare, nel caso di una impresa individuale, o dai soci, nell'ipotesi di una impresacollettiva.!La necessit di avere una adeguata consistenza del capitale proprio dipende dal grado disolidit che si intende conferire all'istituto aziendale. Infatti un buon livello quantitativo di

    mezzi propri conferisce alla stessa una maggiore capacit di sopportare eventuali perditeeconomiche di periodo.!

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    La patrimonializzazione dei risultati positivi di gestione rappresenta la forma principale diautofinanziamento, intendendo con tale termine il processo di ritenzione di ricchezzaprodotta e non distribuita ai soggetti titolari.!Esistono due differenti modi di interpretare il processo di autofinanziamento: il primo, comefenomeno economico e patrimoniale, che si identifica nell'accrescimento del capitaleproprio per effetto di una ritenzione degli utili conseguiti; il secondo, come fenomeno

    essenzialmente finanziario, che enfatizza la capacit dell'azienda di soddisfare le nuoveesigenze di investimento senza ricorrere o ricorrendo in misura minore ai prestiti esterni.!!3.I finanziamenti attinti con il ricorso al prestito da terze economie. !L'aumento dei mezzi tecnici utili alla produzione, l'ampliamento del ciclo operativo per cuile risorse finanziarie investite tardano a tornare sotto forma liquida all'impresa che le haerogate e, comunque, la mancanza di convenienza nel finanziare l'intero fabbisognoaziendale con mezzi propri determinano la necessit di ricercare sul mercato nuove fonti diricchezza da destinare ai programmi di gestione.!Di seguito ne sono riportate alcune tra le pi comuni forme di finanziamento da terze

    economie:!!a)Le aperture di credito.!Attraverso le aperture di credito l'impresa ottiene la disponibilit di somme di denaro daparte di un istituto di credito, per un periodo di tempo stabilito o a tempo indeterminato.!!b)Le anticipazioni garantite.!Con l'anticipazione garantita, l'impresa, previa concessione di un pegno su titoli o su merci,ottiene un finanziamento dalla banca, il cui ammontare legato al valore del pegnomedesimo.!!c)I mutui.!Una prima distinzione viene fatta fra mutui chirografari, generalmente assistiti da un creditodi firma (avallo o fideiussione), e mutui ipotecari, caratterizzati dalla concessione da partedell'impresa di una garanzia reale (pegno o ipoteca) sui beni di propriet.!Il valore della rata periodica, a seconda del procedimento seguito, pu essere costante, conuna quota capitale crescente e una quota interessi decrescente, oppure decrescente, con unaquota capitale costante e una quota interessi decrescente.!!d)Il leasing finanziario.!Il leasing finanziario un contratto atipico, attraverso il quale l'impresa riceve il godimento

    di un bene,per un certo periodo di tempo, dietro pagamento di un canone determinato; allascadenza del contratto la stessa pu decidere, in alternativa, di restituire il bene oppure diacquistarlo per una somma residua, inizialmente fissata.!!4.Le tipologie di investimento per lo svolgimento dell'attivit di gestione.!Si di fronte ad un complesso di elementi che va considerato unitariamente, ma che dalpunto di vista qualitativo presenta caratterizzazioni e specificit su cui, seppur brevemente, opportuno soffermarsi.!In proposito significativo richiamare la possibilit di qualificare gli investimenti comesegue:!a)Investimenti di sostituzione, effettuati per far fronte al logorio fisico dei beni, consentendocos la prosecuzione dei processi di produzione senza penalizzazioni in termini di capacit edi efficienza produttiva.!

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    b)Investimenti di razionalizzazione e di ammodernamento, destinati a porre rimedio alsuperamento tecnologico di taluni beni, in maniera da ottenere un incremento dellaproduttivit (cio un maggiore risultato a parit di fattori impiegati o, se si vuole, un minorconsumo di fattori a parit di produzione ottenuta).!!c)Investimenti di espansione, finalizzati ad integrare i fattori gi esistenti o a sostituire quelli

    ritenuti sottodimensionati, permettendo un aumento della capacit produttiva esistente.!!d)Investimenti strategici, volti al futuro sviluppo dell'impresa e di solito legati alla possibilitdi ottenere ed utilizzare innovazioni di processo e/o prodotto (si pensi agli investimenti nelleattivit di ricerca e sviluppo). !!4.1 I fattori produttivi a fecondit semplice.!Fattori aventi la peculiarit di consumarsi in un'unica soluzione, senza possibilit di ripeteresuccessivamente il loro impiego; la corrente di servizi che essi incorporano non frazionabile e si esaurisce al momento del loro utilizzo. !!4.2 I fattori a fecondit ripetuta.!Si tratta di beni idonei ad assicurare le proprie prestazioni nel tempo, ripetendo pi voltel'erogazione delle proprie utilit.!I beni in questione possono distinguersi per il fatto di possedere o meno il requisito dellatangibilit fisica.!!4.3 L'ammortamento.!L'esigenza di ricorrere a questa particolare tecnica nasce proprio dalla considerazionedell'utilit pluriennale delle immobilizzazioni strumentali e dalla necessit di procedere alla

    fine di ogni periodo amministrativo a stimare la perdita di valore che e stesse subiscono pereffetto della gestione.!Da un punto di vista tecnico-contabile, l'ammortamento rappresenta la modalit diripartizione in pi esercizi di un costo pluriennale.!Visto che il costo si riferisce ad un fattore la cui utilit investe pi periodi amministrativi, adogni esercizio ne viene assegnata una quota attinente il periodo considerato.!L'ammortamento pu essere visto anche come strumento di attuazione di politiche diautofinanziamento aziendale.!Si pu comprendere cos la ragione per cui si afferma che l'ammortamento rappresenta lamodalit tecnica con cui nell'economia d'impresa si recupera la liquidit impiegatanell'acquisto di un fattore a fecondit ripetuta, al fine di un successivo rinnovo.!!4.4 Gli impieghi di natura finanziaria.!Una prima forma di impieghi di natura finanziaria rappresentata dai crediti. Essi vengonoconvenzionalmente distinti in crediti di funzionamento o commerciali e crediti difinanziamento o finanziari.!I crediti di funzionamento sorgono nell'ambito dell'attivit commerciale svolta dall'impresa.!Frequentemente nelle vendite si offre all'acquirente la possibilit di regolare l'operazionebeneficiando di dilazioni di pagamento. Si tratta, dunque, di situazioni che scaturiscono dauna transazione commerciale sottostante al rapporto e il credito svolge una funzione disostituzione temporanea del denaro, funzione che si esaurisce al momento dell'effettiva

    riscossione.!

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    I crediti di finanziamento, invece, trovano la loro origine da apposite operazioni dinegoziazione del denaro e costituiscono forme esplicite di prestito che l'impresa concede afavore del soggetto debitore.!!5. La rappresentazione del capitale di funzionamento nella sua comunestruttura.!Nel suo aspetto qualitativo esso indica il complesso dei beni e delle risorse di vario genere dicui l'impresa dispone per lo svolgimento della propria attivit.!Dal lato finanziario l'azienda per svolgere l'attivit deve disporre di adeguati mezzi, chepossono avere diversa provenienza. Si tratta, in primo luogo, degli apporti effettuati dalproprietario o dai soci (capitale conferito) e delle riserve costituite con i risultati economicipositivi prodotti in precedenza dalla gestione e trattenuti nell'economia d'impresa (redditonon distribuito); in entrambi i casi si parla di capitale proprio.!Secondariamente, le risorse vengono reperite mediante apposite negoziazioni con soggettiesterni, originando debiti di finanziamento (capitale di credito); questi, si dividono in basealla loro durata in esigibilit e redimibilit.!Dal lato economico l'impresa necessita di beni strutturali (immobilizzazioni) e di beni datrasformare (circolante).!! !

    Capitolo 4!I profili della gestione del sistema di impresa nelle sue aree

    funzionali!!1.L'impresa come sistema!L'impresa un sistema in cui si istituiscono strette relazioni quantitative e qualitative diinterdipendenza tra i vari elementi che la costituiscono.!Essa un sistema sociale, teleologico, aperto e dinamico.!In quanto fenomeno la cui esistenza non pu prescindere dal contributo dell'uomo, il cuilavoro deve essere appositamente organizzato, l'impresa si configura come sistema sociale.!!Si parla di concezione teleologica dell'impresa nel senso che il fenomeno pu essereinterpretato alla luce della sua strumentalit al perseguimento della suprema finalit delsoddisfacimento dei bisogni umani.!Secondo questa linea di lettura, l'impresa riconducibile al finalismo ultimo che l'uomo, ilquale attraverso l'attivit d'impresa mira a creare ricchezza per soddisfare i propri stati dinecessit.!!L'impresa non pu prescindere dalle relazioni con il contesto in cui opera, relazioni chevanno al di l dell'indispensabile acquisizione dei fattori produttivi e delle cessioni di quantoottenuto dall'espletamento dei processi gestionali. !!In quanto combinazione di mezzi e risorse destinati ad essere impiegati per l'ottenimento diun risultato da cedere sul mercato, in quanto inserita in un sistema di vaste dimensioni

    caratterizzato da instabilit e da cui necessariamente essa dipende, l'impresa un sistemadinamico.!!

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    2.La gestione!E' noto che la gestione inizia con l'approvvigionamento di servizi resi da beni, da persone eda particolari circostanze, necessari ad avviare e condurre il processo produttivo. Se taleprocesso di trasformazione, l'azienda esaurisce e distrugge i servizi acquisiti dando luogo abeni e servizi che costituiscono il risultato della propria produzione. Oppure, se in pisemplificata ipotesi, i servizi approvvigionati sono disposti in modo da meglio soddisfare i

    bisogni umani, l'impresa compie esclusivamente trasformazione nel tempo e nello spazio.!Successivamente, con il processo di scambio, i beni prodotti ed i servizi apprestatinell'ambito aziendale vengono ceduti sul mercato ad altre economie.!La gestione pu intendersi come un unico ciclo produttivo che incessantemente si sviluppadurante l'intera vita aziendale, cos come unico il processo di formazione del reddito.!!Pi chiaramente, l'utilizzazione di un flusso di servizi risulta legata alla prevista dinamicaproduttiva che l'impresa dovr realizzare nella futura gestione e connessa alle futurecoordinazioni aziendali.!Tale previsione pu comunque effettuarsi solo nella considerazione della complessa rete di

    relazioni che si stabiliscono fra impresa ed ambiente nel quale essa opera.!!3.I momenti tipici dell'attivit di gestione. !La gestione d'impresa, pur nella sua unitariet, pu essere analizzata in considerazione dellefasi con cui la stessa si sviluppa.!a)Alla ricerca del capitale monetario.!b)All'acquisizione dei fattori produttivi.!c)Alla trasformazione dei fattori in prodotti o servizi.!d)Alla vendita dei prodotti o alla prestazione dei servizi.!!La prima fase della gestione si concretizza nella ricerca di adeguate, per quantit e durata,risorse monetarie e finanziarie indispensabili per l'inizio di qualsivoglia attivit. Esseprovengono in parte dal proprietario o dai proprietari o dai soci, rappresentando il cosiddettocapitale di rischio, ovvero la dotazione iniziale di ricchezza dell'impresa, ed in altra parte daterzi soggetti, banche ed altri finanziatori, dando luogo al capitale di credito o di prestito.!La sommatoria dei valori rappresenta pertanto il capitale di finanziamento dell'impresaritenuto necessario per l'avvio e lo svolgimento della propria gestione.!!Una volta acquisite le necessarie risorse finanziarie, si ha l'impiego delle stesse nei fattoridella produzione, si tratta di investire i capitali generici in beni e servizi specifici, con i qualipoter svolgere la produzione, formando dapprima la struttura aziendale e quindi, gli elementi

    da utilizzare ciclicamente in brevi periodi di tempo.!I fattori produttivi a fecondit ripetuta costituiscono il capitale fisso, mentre quelli a feconditsemplice originano il capitale circolante dell'azienda.!!Nella terza fase viene compiuta la trasformazione tecnica dei fattori in beni o in servizi, dacollocare sui mercati di sbocco, si tratta di un trasferimento di utilit, in quanto i fattoricedono i loro servizi.!Tale completa cessione determina l'annullamento economico del valore degli elementiimpiegati, in quanto finanziariamente recuperato tramite il flusso di ricavi cui hanno datoorigine.!!

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    Nell'ultima fase si ha la cessione sul mercato dei prodotti, che consente di conseguire utilitdi natura economica e finanziaria. Le risorse finanziarie cos recuperate vengono rimesse nelciclo della gestione, senza soluzioni di continuit.!!4.Le aree funzionali.!Tali aree possono essere raggruppate in tre categorie, in relazione al ruolo strategico ed

    operativo che le stesse rivestono per lo sviluppo e la crescita dell'impresa.!Si parla cos di aree caratteristiche (produzione, ricerca e sviluppo e marketing), di areeintegrative (organizzazione del personale e finanza) e di aree di controllo e di informazione(pianificazione, programmazione e controllo; e sistema informativo).!!a)L'area della pianificazione, programmazione e controllo.!L'attivit imprenditoriale si configura essenzialmente come una attivit di scelte che possonoessere compiute nell'ambito di due distinti orientamenti direzionali: il primo, volto aprodurre le decisioni necessarie soltanto al momento del verificarsi degli eventi; il secondo,teso ad anticipare l'evoluzione futura dell'ambiente per evitare di trovarsi impreparati di

    fronte al manifestarsi di fenomeni che condizionano l'attivit dell'impresa.!In estrema sintesi, all'area in esame sono attribuiti importanti compiti inerenti:!a)Alla fissazione dei risultati da raggiungere nel medio e nel lungo periodo in base agliobiettivi stabiliti sulla scorta di appropriate strategie.!b)Al collegamento coi risultati da ottenere su base annuale inseriti nel contesto dellapianificazione.!c)Al continuo controllo circa la correttezza dei metodi e degli strumenti approntati per ilraggiungimento dei fini stabiliti, alla luce dei mutamenti delle condizioni interne ed esterne.!d)All'analisi delle cause del mancato raggiungimento degli obiettivi.!!La pianificazione costituita da un sistema di piani, riferiti ad un settore oppure all'interagestione aziendale e riguardanti un arco temporale di medio o lungo periodo.!La pianificazione si articola in differenti fasi.!a)L'analisi della situazione di partenza e della sua prevedibile evoluzione futura. Si tratta diidentificare le diverse condizioni di natura economica, sociale, politica e tecnologicadell'ambiente esterno, cercando di individuare quelle che possono incidere in modorilevante sulle dinamiche aziendali.!b)L'individuazione dei punti di forza e di debolezza dell'impresa, che comporta diconseguenza la definizione dei business in cui operare.!c)La definizione degli obiettivi, sia globali che intermedi della gestione. Questi ultimiconsentono poi di pervenire al conseguimento dell'obiettivo principale.!d)La formulazione delle strategie e dei piani aziendali.!e)La redazione, l'approvazione, l'esecuzione e il controllo del piano.!!La pianificazione, dunque, mira a proiettare nel futuro la gestione secondo obiettivirelativamente lontani. Lo scopo , quindi, quello di fronteggiare convenientemente iproblemi connessi all'evolversi del mercato, alle azioni della concorrenza, all'applicazionedi nuovi prodotti che potrebbero presentarsi in relazione alle eventuali variazioni delledimensioni aziendali.!!La programmazione interessa, quindi, un periodo pi breve, di solito l'anno, entro il qualetradurre operativamente le scelte compiute in sede di pianificazione. La sua principalecaratteristica quella di essere di adattamento, in quanto il ristretto arco temporale di

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    riferimento non consente, se non in modo assai limitato, un intervento modificativo suivincoli esterni ed interni.!La meta fissata ragionevolmente dalla programmazione deve essere sopratutto quella diottimizzare le soluzioni compatibili con le finalit di assicurare all'impresa il conseguimentodelle condizioni di equilibrio.!Possono essere assunti come guida della gestione dei parametri che esprimono un tentativo

    di misurazione, con riferimento ad un certo periodo, delle prestazioni economichedell'impresa.!Tra questi indicatori il primo a poter essere preso in considerazione il tasso di redditivitglobale della gestione, denominato anche RETURN ON ASSETS (ROA), il quale risulta dalrapporto tra il risultato economico di esercizio e il totale del capitale investito ed esprimepertanto, il rendimento della ricchezza complessivamente impiegata nella gestione nelperiodo preso in considerazione. Esso , dunque, il parametro di pi ampia portata edinforma sulla generale capacit remunerativa dell'impresa.!!In un secondo momento si pu ricorrere al tasso di redditivit del capitale proprio, chiamato

    anche RETURN ON EQUITY (ROE). Esso, mettendo a rapporto il reddito di periodo con ilcapitale proprio investito, permette di evidenziare la remunerazione offerta dalla gestione aidetentori del capitale di pieno rischio nel periodo considerato. Si tratta, quindi, diun'informazione particolarmente significativa per l'imprenditore o i soci, visti alla stregua diinvestitori.!!Ulteriori elementi conoscitivi possono essere acquisiti attraverso il tasso di redditivit delcapitale investito, indicato anche con RETURN ON INVESTIMENT (ROI), costruito comerapporto tra il reddito operativo e il capitale investito. Essendo il reddito operativo il risultatoeconomico riveniente la gestione caratteristica (cio il complesso di attivit che sonooperativamente connaturate alla propria tipologia aziendale), tale indice evidenzia

    l'attitudine reddituale delle attivit gestionali tipiche dell'impresa. Questo indice offre,quindi, una misura della redditivit da ritenere pi solida e ripetibile nel tempo, in quantomeno legata ad eventi atipici ed occasionali.!!Lo strumento principale cui si avvale l'area della programmazione il budget, cherappresenta un vero e proprio bilancio preventivo (composto da un documento patrimonialee finanziario e da un documento economico) che racchiude i singoli budget relativi allefunzioni operative aziendali (vendite, produzione, approvvigionamenti, lavoro, investimenti,finanza e tesoreria).!Il budget uno strumento operativo che rappresenta gli obiettivi d'impresa, nel suo

    complesso e nelle sue articolazioni pi significative, riferiti ad un determinato periodo.!

    La sua suddivisione si sviluppa per centri di responsabilit, dovendo guidare ed indirizzaresia l'alta direzione, che ha il compito di amministrare nella sua globalit l'impresa, sia isingoli responsabili di ciascuna area funzionale.!!Il sistema di controllo costituisce un meccanismo operativo in grado di orientare losvolgimento del processo verso il raggiungimento degli obiettivi posti.!E' possibile parlare di controllo:!a)Operativo, che rappresenta una prima forma alquanto semplificata di attivit, e si basa suidati rivenienti dalle rilevazioni contabili e su eventuali standard fissati in sede diprogrammazione.!b)Direzionale, nel quale particolarmente evidente il legame con il processo decisionale. Sitratta di un insieme di informazioni sia soggettive che oggettive che necessita di unacontabilit direzionale e di rapporti di gestione.!

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    c)Strategico, che ha compiti di rilevazione delle performance competitive e delle capacit dicrescita dell'azienda.!Il controllo pu essere:!a)Preventivo, volto a valutare la bont delle decisioni e trova sostanza nello stesso processodi programmazione.!b)Concomitante, diretto alla verifica di risultati che si stanno raggiungendo, cercando di

    individuare le cause dei possibili scostamenti rispetto alle previsioni.!c)Susseguente, inteso come complessiva valutazione dell'efficienza e della efficaciadell'attivit aziendale.!!b)L'area dell'organizzazione del personale.!L'area dell'organizzazione si occupa della conduzione del personale, della definizione deiruoli e delle specifiche funzioni ad ognuno assegnate, nonch della promozione di uno stiledi direzione.!Ci sono due teorie:!a)La teoria X o stile autoritario, si esercita mediante il comando ed il controllo e la minaccia

    di sanzioni per i dipendenti inadempienti. Ha come base la concezione dell'uomo-macchina.!b)La teoria Y o stile partecipativo, si ha il coinvolgimento dei dipendenti nei livelli decisionalie l'assunzione da parte di questi di precise responsabilit. Si basa sulla premessa checonsidera il lavoro come fatto naturale dell'uomo, il quale deve essere valorizzato ecoinvolto.!!Il primo momento caratterizzato dalla validit per ogni tipologia di impresa di principigenerali di organizzazione, basati sulla razionalit economica, ovvero sulla necessit direndere pi efficiente ed efficace l'intera organizzazione dell'azienda.!Per il Taylor l'aumento della produttivit del lavoro pu essere conseguito solo

    commisurando il salario all'effettivo rendimento di ciascun lavoratore, il quale pertanto ingrado di produrre fino al limite delle proprie forze fisiche.!Il Fayol, nell'ottica di un miglioramento e di un perfezionamento della condottaamministrativa delle aziende, distingue in ogni impresa alcune fondamentali funzioni, inmodo tale che ciascun lavoratore riceva disposizioni da soggetti diversi (responsabilidell'area funzionale di appartenenza).!!Il secondo momento caratterizzato dall'approccio comportamentistico, in cui sonoriconoscibili:!a)La cosiddetta scuola delle relazioni umane, occorre porre in essere tutte quelle attivit che

    conducono ad un miglioramento dei rapporti fra la direzione e i dipendenti, promuovendouno scambio di opinioni e sostituendo all'obbedienza meccanica la coscienza di interessicomuni.!b)Gli studi sulla motivazione hanno dimostrato , attraverso una analisi empirica, che ilavoratori con un maggior rendimento sono quelli soggetti ad una particolare attenzionedella direzione, sentendosi cos gratificati ed incentivati a migliorare le proprie prestazioni.!!Il terzo momento influenzato da un approccio per sistemi caratterizzato dall'impostazionedi fondo che considera l'azienda come entit in pieno e continuo rapporto con l'ambienteesterno.!!A seconda del modo con cui si organizzano le funzioni e le relazioni si hanno differentimodelli strutturali.!

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    Il primo e pi semplice il modello gerarchico, in cui vige un rapporto di autorit con undiritto di comando ed un obbligo di esecuzione degli ordini senza una analisi critica.!Il secondo il modello funzionale, in cui viene compiuta la suddivisione delle competenzedirezionali in termini di funzioni primarie.!Il terzo il modello divisionale che caratterizzato da una ripartizione dell'organizzazioneper gruppi o famiglie di prodotti.!!c) L'area della finanza!L'area funzionale della finanza ha per oggetto la gestione del fattore capitale nei suoimomenti tipici della ricerca, dell'acquisizione e dell'impiego. Il ruolo primario quello diprocurare i fondi monetari e finanziari necessari per il corretto ed equilibrato svolgimentodell'attivit di gestione alle condizioni pi favorevoli del mercato.!L'obiettivo primario , dunque, il raggiungimento dell'equilibrio fra fonti e impieghi nelbreve, nel medio e nel lungo periodo.!La gestione finanziaria si articola in tre fondamentali fasi, individuabili nellaprogrammazione finanziaria, nella redazione del budget finanziario e nel controllo della

    liquidit.!

    Con la programmazione finanziaria si procede alla quantificazione, in via preventiva, delladinamica delle entrate e delle uscite sia monetarie che, pi in generale, finanziarie dell'interagestione aziendale.!Il budget finanziario considera i riflessi dei fenomeni aziendali in termini di fabbisogno edelle relative coperture. Esso rappresenta lo strumento nel quale trovano la sintesi dei lororisultati sia la programmazione dell'attivit finanziaria che il controllo della stessa e puessere suddiviso nel budget delle fonti e degli impieghi e in quello di cassa.!Il primo effettua una valutazione di tutti i finanziamenti su cui l'impresa potr contare e ditutti gli investimenti che dovr realizzare nel corso di un periodo amministrativo. Inparticolare, le possibili categorie riguardano:!!a)Il ricorso all'autofinanziamento che consiste in una ritenzione della ricchezza generatadalla gestione attraverso accantonamenti ai fondi di ammortamento, ai fondi di provvisioneed alle riserve patrimoniali.!b)L'aumento del capitale sociale che pu assumere la forma dell'apporto di beni oppurequella del versamento in contanti.!c)L'acquisizione di credito da terze economie che pu essere riguardata in funzione delladurata, dell'onerosit e delle garanzie.!d)I disinvestimenti che derivano da riduzioni di capitale al motivo della alienazione delleimmobilizzazioni tecniche o di altri fattori della produzione.!!Il budget di cassa riguarda la previsione delle entrate e delle uscite dei mezzi liquidi.!!Infine tramite il controllo della liquidit possibile prevenire alcune situazioni di difficolt incui pu incorrere l'impresa, sopratutto quando mutano rapidamente sia i volumi di attivitsia i pressi di mercato.!!d) L'area della produzione. !La produzione d'impresa, analizzata nei suoi aspetti tecnici ed operativi, concerne latrasformazione dei servizi, rivenienti dai fattori produttivi acquisiti, in prodotti, beni e servizida collocare sul mercato di sbocco.!L'area della produzione mira, dunque, all'efficiente ed efficace combinazione dei fattoriproduttivi al fine di ottenere prodotti, beni e servizi, che abbiano gli standard quantitativi equalitativi richiesti dal mercato.!

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    La funzione della produzione si pu articolare in molteplici subsistemi, riguardanti:!!a)L'approvvigionamento, che ricerca l'ottimale quantit da acquisire di materie necessarieper il corretto svolgimento della produzione.!b)La fabbricazione, inerente allo svolgimento della attivit produttiva secondo i programmied i processi predisposti.!c)Il magazzino, con il compito di assicurare la regolare alimentazione delle materie ai repartiproduttivi, evitando sia sovradimensionamenti, con evidenti maggiori oneri e rischi perl'impresa, sia sottodimensionamenti, che potrebbero determinare delle sospensioni nei ciclidi lavorazione.!d)La qualit, con il compito di assicurare che il prodotto o servizio finale corrisponda aiparametri di affidabilit e di utilizzabilit richiesti dal mercato.!!In considerazione della natura dei prodotti da fabbricare e del tipo di mercato da servire sipossono individuare due estremi caratterizzati da:!-Produzioni su commessa o concernenti beni di particolare valore, per cui le produzioni

    tendono a differenziarsi sulla base delle indicazioni fornite dal committente.!

    -Produzione di massa,in cui grazie alla omogeneit del mercato che richiede il medesimoprodotto possibile sfruttare al meglio le economie di scala.!!e) L'area del marketing.!L'aumento della concorrenza e della competitivit sui mercati determina la necessit diseguire pi da vicino i bisogni e le attese dei consumatori, essendo ormai convinti cheoccorre produrre ci che si pu vendere.!Per marketing, quindi, si intendono le strategie e politiche aziendali che mirano a ricercare ilmigliore rapporto fra le potenzialit dell'offerta dell'impresa e le esigenze presenti e futuredella domanda.!In particolare, la strategia di marketing comprende le decisioni riguardanti due elementifondamentali:!a)Il target market, inteso come l'insieme di consumatori potenziali dalle caratteristicheomogenee che il bersaglio delle azioni di marketing.!b)Il marketing mix, quale insieme di variabili controllabili con le quali si intende raggiungereil target.!La scelta del mercato da servire e le modalit di penetrazione evidentemente rappresentanoil primo passo nella definizione di una corretta strategia di marketing.!Il marketing mix si fonda su quattro leve, denominate le 4P, cio, prodotto, prezzo,promozione, punti vendita.!Il prodotto ha una sua vita caratterizzata da differenti fasi, cio, introduzione, sviluppo,maturit, saturazione e declino.!!f) L'area della ricerca e sviluppo.!L'area della ricerca e sviluppo riguarda sia il processo di produzione della innovazione (fasedella ricerca) sia quello della sua utilizzazione (fase dello sviluppo).!L'attivit di ricerca concerne, quindi, l'insieme degli studi, delle analisi, delle elaborazionivolto ad incrementare le risorse di conoscenza sia scientifiche che tecniche in possessodell'impresa che possono generare l'invenzione o la conoscenza di processo (know how).!L'attivit di sviluppo, rappresentando la naturale continuazione della ricerca, consente diselezionare le idee innovative attraverso una continua verifica sperimentale e larealizzazione di prototipi fino al piano operativo di fabbricazione sistematica.!L'importanza delle attivit di ricerca e sviluppo nell'ambito della operativit aziendaledipende essenzialmente dal ruolo che l'impresa stessa vuole esercitare nel settore di

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    appartenenza. In altri termini, se vorr avere e mantenere una posizione di leadershipoccorrer sempre essere all'avanguardia in termini di innovazione di prodotto e di processo,altrimenti si potranno adottare politiche imitative che sfruttino, con un certo ritardotemporale, le idee innovative sviluppate ed applicate da altri soggetti concorrenti.!!g) L'area del sistema informativo.!Il sistema informativo da intendere come il complesso degli strumenti, delle competenze,delle tecniche e delle procedure atto a produrre e comunicare flussi di informazioni volti asupportare le decisioni aziendali ed a soddisfare le esigenze conoscitive dei soggetti esterniinteressati, a vario titolo, all'attivit dell'impresa.!Il flusso informativo assume un carattere circolare:!-Dall'informazione si passa alla decisione.!-Dalla decisione, attraverso la comunicazione delle scelte, si passa all'esecuzione.!-Dall'esecuzione, mediante la trasmissione dei risultati, si giunge al controllo.!-Dal controllo, per mezzo delle informazioni cos ottenute, si passa all'assunzione di altredecisioni.!!5.Il profilo strategico della gestione.!L'orientamento strategico di fondo permea tutto lo svolgersi della gestione; esso trova unasua significativa e precisa manifestazione in quella che si pu denominare la formulaimprenditoriale.!Con tale espressione viene indicato il risultato della considerazione dei seguenti aspetti:!a)I mercati ed il sistema competitivo nei quali operare.!b)Le caratteristiche, gli attributi e le condizioni di scambio dei prodotti e dei servizi daoffrire.!c)La proposta progettuale che si vuole rivolgere alle forze sociali ed economiche coinvolte oda coinvolgere.!d)Il sistema degli attori sociali interessati con le loro aspettative ed influenze.!e)La struttura che si intende adottare per presentarsi sul mercato.!!Quanto detto permette di cogliere la differenza tra il concetto di gestione operativa e quellodi gestione strategica. Mentre la prima chiamata a garantire il miglior funzionamento dellaformula imprenditoriale e si preoccupa di perseguire la massimizzazione della produttivitdei fattori utilizzati, la seconda ha il compito di ridisegnare la formula stessa in funzionedelle evoluzioni e delle modificazioni ambientali.!!Riconsiderando ora le variabili coinvolte nella definizione della formula imprenditoriale si

    pu notare come esse si riferiscano a due aspetti della gestione, tra loro differenti anche secorrelati.!In tal senso si pu distinguere:!a)Un profilo competitivo della gestione strategica.!b)Un profilo di tipo sociale.!!a)La strategia competitiva.!Il successo di una azienda strettamente connesso a quello dei suoi prodotti. Il gradimentodel mercato rispetto ai beni offerti riflette la capacit dell'impresa di trovare risposta aibisogni espressi o latenti dei consumatori. Riuscire a soddisfare il mercato ottenendoadeguati margini di profitto non pero condizione sufficiente a garantire il successoeconomico dell'impresa anche nel lungo periodo.!

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    Essa deve fare i conti con la presenza di forze in grado di turbare costantemente gli equilibriraggiunti; si tratta:!-Dell'entrata di nuovi concorrenti.!-Del potere contrattuale dei clienti.!-Dei mutamenti nei gusti dei consumatori.!-Del potere contrattuale dei fornitori.!-Della rivalit tra concorrenti.!!L'azienda che voglia perdurare nel tempo ottenendo adeguati margini di profitto, devemantenere nel tempo una condizione di vantaggio in termini di leadership di costo o didifferenziazione del prodotto.!La leadership di costo consiste nella capacit di produrre al costo unitario medio pi bassonell'ambito del proprio settore industriale.!Tale vantaggio pu essere conseguito:!-Attraverso l'ottenimento di economie di scala nella produzione.!-Attraverso l'esperienza.!-Attraverso la disponibilit esclusiva di tecnologia innovativa.

    !Un produttore leader dal lato dei costi pu essere in grado di fissare un prezzo ad un livellotale da spingere le imprese rivali a cessare la produzione.!Una delle possibilit per conseguire la leadership di costo, o comunque per aumentare imargini di profitto attraverso una razionalizzazione nell'impiego dei fattori produttivi,consiste nel processo di integrazione tra imprese; questo pu attuarsi in diverse forme:!!a)Integrazione verticale a monte, ossia l'integrazione con un'impresa che occupa unaposizione superiore rispetto alla filiera industriale.!b)Integrazione verticale a valle, ossia l'integrazione con un'impresa che occupa unaposizione inferiore nella filiera industriale.!c)Integrazione orizzontale, ossia l'integrazione tra imprese che occupano lo stesso postonella filiera di appartenenza.!!La differenziazione del prodotto, invece, consiste nel produrre e collocare sul mercato unbene o un servizio diverso da quelli gi in commercio.!!b)La strategia sociale.!Ha l'obiettivo di ottenere e mantenere un consenso duraturo dell'impresa presso le variecategorie di soggetti sociali con cui essa in rapporto.!Non di rado il consenso del quale l'impresa crede di disporre risulta essere inferiore al livello

    reale necessario al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il grado di consapevolezza degliorgani di comando rispetto a tale problematica elemento discriminante tra quelle impreseche tendono a soddisfare le attese soltanto di alcune categorie di interlocutori, come gliazionisti o i gruppi di controllo, e quelle che acutamente comprendono l'importanza delpeso relativo di ciascun attore sociale nel perseguire gli obiettivi stabiliti.!!!!!!!!!!

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    Capitolo 5!Le relazioni di reciproco condizionamento tra impresa eambiente ed i comportamenti per la gestione del rischio!!

    1.L'ambiente e i suoi sottosistemi.!Affermare che l'impresa un sistema aperto significa rilevare che la stessa non pu essereconcepita al di fuori dei vitali legami che sussistono e continuamente si formano con ilproprio ambiente operativo.!L'ambiente politico istituzionale definito dalla forma di governo e dall'ordinamentogiuridico-legislativo prevalenti nel territorio considerato. Il ruolo e le scelte di gestionedell'impresa sono evidentemente vincolate dalle leggi vigenti, nonch dagli interventi e daicontrolli della pubblica autorit; la cornice entro la quale pu essere messa a punto lastrategia aziendale definita anche dalle norme fissate dai pubblici poteri.!!Quando si parla di ambiente demografico-sociale si fa innanzitutto riferimento alla strutturadella popolazione ed alle relazioni fra gli individui e i gruppi che la compongono. Laripartizione per classi di et, per genere di occupazione, per condizione socio-economica, lasuddivisione per strato sociale o per titolo di studio permettono di cogliere i tratti salienti delsistema socio-demografico di riferimento dell'impresa.!!Si pu parlare di ambiente culturale con riferimento al contesto entro cui si affermano lemanifestazioni tradizionali della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo.!La cultura, partecipando direttamente ad ogni manifestazione della vita umana, influenza siacoloro che operano all'interno dell'impresa sia i gruppi esterni.!!L'ambiente economico consiste nella sfera dei rapporti che vede l'impresa protagonista, conla sua attivit tipica, nei confronti dell'aggregato politico-sociale.!In particolare ponendo l'attenzione sull'ambito pi immediato in cui l'azienda vive, possibile evidenziare gli attori e le forze che interagiscono nel sistema competitivo.!!a)I concorrenti, con cui l'impresa stessa pu avere rapporti connotati da diverso grado dirivalit o pu intessere relazioni volte alla collaborazione. !b)I fornitori, con cui essa pu promuovere rapporti contrattuali, dipendenti dalla forza delleparti o d'integrazione.!c)I clienti, con cui si possono ricercare intese e collaborazioni.!d)Gli entranti potenziali, cio le imprese suscettibili di un loro ingresso sul mercato, tenutoconto delle barriere all'entrata effettivamente esistenti e del possibile comportamento dellaconcorrenza.!e)Le imprese che offrono prodotti sostitutivi, le quali, proponendosi sul mercato con beni eservizi che possono surrogare quelli dell'azienda di riferimento, rappresentano una formalatente, ma non trascurabile, di concorrenza.!!2.Le diverse aspettative degli stakeholder.!Si pu affermare che dalla stessa concezione di impresa come sistema aperto ne discendeuna visione sulla base della quale essa interpretabile come il centro verso cui convergono i

    compositi interessi di una vasta serie di soggetti, i quali possono trarre conseguenze didiverso tipo dalla gestione aziendale.!

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    A questo proposito si soliti richiamare il concetto di stakeholder. Si tratta di un termine natonell'ambito degli studi di strategia aziendale ed utilizzato per indicare i portatori, idetentori (holder) di una posta in gioco, di un interesse (stake)!Innanzitutto l'attenzione va posta sui proprietari o per meglio dire, nel caso di una impresaorganizzata in forma societaria, sui soci, cio su coloro che apportano, di norma in un'otticadi lungo periodo, i mezzi impiegati nella gestione.!E' chiaro che il capitale viene conferito con un'aspettativa di rimunerazione ritenutaadeguata, tenuto conto della rischiosit dell'attivit economica svolta e del grado diimmobilizzo dell'impiego.!Gli interessi degli azionisti di comando possono presentare maggiori analogie con quelli delmanagement aziendale.!Le attese dei dipendenti sono articolate e di diversa natura. Possono essere di tipoeconomico, come l'aspettativa di un certo livello di rimunerazione, di taluni vantaggiannessi, di possibilit di carriera, di migliorare la propria formazione professionale, distabilit o di mobilit del posto di lavoro; oppure si pu trattare di richieste di carattere extra-economico riguardanti per esempio, l'ambiente di lavoro, le relazioni professionali, le

    condizioni di vita del lavoratore e della sua famiglia.!

    Altri rapporti importanti sono quelli che inevitabilmente si instaurano con la PubblicaAmministrazione. Si tratta di relazioni in cui emergono i caratteri della politica fiscaleapplicata, le scelte effettuate di politica economica e sociale, nonch l'incidenza dei servizipubblici resi alla societ civile.!!3.La responsabilit sociale dell'impresa !Il consenso sociale, cio il fatto di essere accettati e riconosciuti dalla societ civile per ilcontributo apportato con la propria attivit, fattore determinante affinch l'impresa posasvolgere in maniera proficua la gestione.!Quanto detto alla base di quella che definita come responsabilit sociale dell'impresa.L'idea di fondo che essa per vivere deve rispondere, nel contesto sociale in cui opera, delleprestazioni realizzate e degli effetti della attivit svolta.!In maniera schematica, si possono individuare tre distinti livelli di coinvolgimento delleimprese nei confronti dell'assunzione di responsabilit sociale:!-Un atteggiamento che concepisce l'interessamento verso la sfera sociale al massimo comeprotezione verso possibili sviluppi ritenuti negativi e che si sostanzia nel riconoscimento diobbligazioni sociali solo nel senso di rispetto di norme giuridicamente vincolanti.!-Un atteggiamento di tipo adattivo alle dinamiche sociali, che comporta una maggioreflessibilit e disponibilit a tenere conto delle richieste degli interlocutori, onde evitare disubire condizionamenti di tipo coercitivo.!-Un atteggiamento di tipo interattivo, in quanto l'impresa accetta di far interagire i propriobiettivi con le esigenze e le attese della societ esterna, fino ad assumerle, almeno in parte,come propri.!!4.Il rischio generale di impresa.!Allo scopo di mettere in luce i fattori a cui legato il livello di incertezza che l'impresa sitrova ad affrontare, schematicamente si pu affermare che esso dipende:!a)Dalle caratteristiche e dalle capacit dei soggetti che la governano. In tal senso sono dasegnalare sia gli inevitabili limiti legati alla possibilit di conoscenza (ignoranza) sia ipossibili effetti connessi alla incapacit di scegliere correttamente e in tempi adeguati

    (indecisione).!

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    b)Dalla complessit degli eventi, i quali possono essere, anche solo in parte, dipendenti dallavolont dei soggetti aziendali o di altri operatori ovvero presentarsi come fenomeni di"generazione spontanea".!c)Dalla correttezza dei metodi utilizzati per investigare sul futuro manifestarsi degliaccadimenti.!Si soliti a parlare, a tal proposito, di condizione di rischio dell'impresa, riferendosi

    all'ipotetico accadere di andamenti sfavorevoli legati ad avvenimenti futuri.!L'esistenza del rischio pu essere riscontrata sulla base dei seguenti elementi caratteristici:!a)La possibilit del verificarsi di fatti capaci di interessare la vita aziendale.!b)L'impossibilit, o quanto meno la difficolt, di predeterminare con sufficiente grado dicertezza le conseguenze degli stessi sugli andamenti futuri.!c)La prospettiva del danno, cio la possibilit che il verificarsi degli accadimenti in questioneproduca, in qualche modo, una perdita di tipo economico.!!I rischi particolari d'azienda sono molteplici ed anche legati l'uno all'altro, tanto che si puaffermare che dal verificarsi dell'uno pu discendere il manifestarsi dell'altro.!I rischi particolari costituiscono, dunque, un complesso che in continuo e dinamicodivenire e che pu essere unitariamente considerato.!Il rischio generale d'impresa definito come l'eventualit che la stessa non abbia nel tempola capacit di realizzare le condizioni per la sua equilibrata esistenza, pregiudicando lapossibilit di continuare funzionalmente la propria attivit.!Con il rischio finanziario si identifica l'eventualit che l'entit dei flussi monetari generatidalla cessione degli output sia inferiore alle risorse monetarie investite nel ciclo produttivo,dando cos luogo ad una situazione di disequilibrio che pu anche comportare l'incapacitdell'impresa a far fronte ai propri impegni di pagamento.!Con il rischio economico l'attenzione viene posta sulla dinamica dei consumi dei fattoriproduttivi e sulla loro reintegrazione attraverso i ricavi di vendita, prescindendo dalle

    dinamiche dei corrispondenti flussi di tipo monetario. In tal senso il rischio economico sisostanzia nella possibilit che i ricavi realizzati non siano in grado di coprire i costi sostenutie di assicurare margini di profitto ritenuti adeguati, rendendo non conveniente losvolgimento dell'attivit.!Una situazione di squilibrio economico pu essere sopportata nel breve termine, anche senel tempo destinata a coinvolgere l'aspetto monetario/finanziario della gestione.!Viceversa una condizione finanziaria di precariet, seppure no sempre sinonimo di una noncorretta gestione economica, va subito affrontata, pena il pregiudicare la sopravvivenzastessa dell'azienda.!!5.I comportamenti strategici per la ricomposizione dei dissidi fra le condizionidi impresa e di ambiente.!L'impresa chiamata a prendere coscienza del rischio come fattore congenito al propriooperare e a delineare una propria politica di gestione del rischio. Se vero che esso nonpotr essere eliminato opportuno che sia esplicitato un definito e razionale atteggiamentonei suoi confronti.!a)Le azioni di fronteggiamento del rischio.!Una prima linea di condotta che l'impresa pu seguire nei confronti del rischio consistenell'assumere comportamenti che abbiano lo scopo di incidere sulla sua stessa genesi,tentando di ridurne l'entit delle manifestazioni. Si tratta di una posizione attiva che, prima

    di preoccuparsi di contenere possibili conseguenze del rischio, ricerca le modalit perattenuare la possibilit stessa che esso produca effetti. Ci richiede una attenta analisi dellasituazione aziendale e ambientale e la definizione di una precisa condotta strategica.!

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    L'origine del rischio da imputare al diverso modo di manifestarsi delle forze esterne edinterne all'impresa.!Ci sono tre diverse linee d'intervento per il fronteggiamento del rischio.!!1)Azioni dirette a contenere la variabilit ambientale attraverso la ricerca di posizioni didominanza. !Si tratta di comportamenti strategici che mirano ad esercitare un'influenza da partedell'impresa sugli elementi di turbolenza esterna, in maniera da permetterne il governo perridurre l'impatto di eventuali minacce, ne sono un esempio:!-le azioni rivolte a riposizionare l'impresa sui vari mercati mediante le quali l'impresa puacquisire posizioni di forza e di vantaggio.!-le azioni rivolte ad assorbire la concorrenza, attraverso operazioni di acquisizione, la stipuladi accordi di cooperazione o la partecipazione a forme associative interaziendali.!-le azioni rivolte a razionalizzare migliorare i rapporti con i propri stakeholder.!-le azioni rivolte a rendere pi consapevole e attento il rapporto con l'ambiente naturale.!!2)Azioni dirette ad incidere sulla rigidit della struttura aziendale attraverso la ricerca dellaflessibilit. !Si tratta di intervenire, sia sul piano organizzativo sia su quello operativo, allo scopo dirimuovere taluni vincoli e favorire una maggiore capacit di adattamento dell'impresa allemutazioni richieste dall'ambiente. In particolare possono essere adottati interventi capaci diagire sulla rigidit delle strutture organizzative, quali:!-la diffusione di una maggiore sensibilit al cambiamento, attraverso iniziative atte a favorireil diffondersi di una cultura aziendale maggiormente aperta e dinamica.!-il perseguimento di forme di decentramento caratterizzate da una articolazione pi agile emeno formalizzata.!-la razionalizzazione e lo snellimento della struttura dei processi decisionali, cos da

    consentire l'assunzione, in tempi rapidi, di decisioni nei luoghi di responsabilit pi vicino alsorgere dei problemi.!-la realizzazione di un adeguato dimensionamento delle singole unit operative, in modo difrazionare e ridurre la complessit.!Accanto a queste possono essere intraprese azioni aventi per oggetto le strutture di tipooperativo, al fine di ampliare le possibilit di svolgimento dei momenti fondamentali dellagestione d'impresa.!In tal senso si pu trattare di interventi che intendono agire sulla struttura:!-della domanda dell'impresa di fattori della produzione.!-dei processi produttivi.!-dell'offerta dei beni o servizi ottenuti.

    !-dei finanziamenti ottenuti o concessi.!!3)Azioni dirette ad intervenire sulla variabilit della struttura aziendale attraverso la ricercadell'integrazione.!Si tratta di scelte che possono essere rese opportune dal sorgere di problematiche legate asituazioni di particolare complessit, avvertite sopratutto da imprese di grandi dimensioni.!A tale proposito si pu parlare di integrazione orizzontale, allo scopo di accrescere ilcoordinamento tra le decisioni e i comportamenti di differenti unit operative interne oesterne legate tra loro, e di integrazione verticale, nel tentativo di razionalizzare edarmonizzare le decisioni e i comportamenti nell'ambito di ogni singola unit.!La ricerca di maggiori livelli di coordinamento e collaborazione, cos da orientarevirtuosamente i comportamenti aziendali pu avvenire ricorrendo:!

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    -Ad un approccio strategico profondo che sia in grado di concepire e perseguire un disegnounitario.!-A strumenti di pianificazione, programmazione e controllo idonei ad assicurare un supportoefficace alla guida della gestione.!-A strumenti informativi di tipo integrato capaci di assicurare una base informativa adeguataper ottimizzare i processi decisionali.!-Ad uno stile di direzione di tipo partecipativo che promuova il coinvolgimento ai vari livellidei soggetti operanti nell'azienda e contribuisca alla diffusione di una condivisa cultura diappartenenza all'impresa.!!b)Le azioni di contenimento degli effetti del rischio.!Un ulteriore atteggiamento che l'impresa pu assumere nella gestione del rischio puconsistere nel tentativo di controllarne le manifestazioni, in maniera di limitarne le possibiliconseguenze negative.!Evidentemente si di fronte a comportamenti di tipo passivo, meno impegnativo per ilgoverno aziendale. In questi casi la tensione posta, invece che sulle cause generatrici del

    rischio, sulla possibilit di gestirne gli effetti, attenuandone l'impatto sull'economiad'impresa. In tal modo non si opera una riduzione dell'entit con cui il rischio si manifesta,ma si ricercano le condizioni migliori per supportare le conseguenze.!!1)Azioni di trasferimento nello spazio degli effetti del rischio.!Si tratta operazioni che mirano ad attuare una politica di cessione a terze economie delleeventuali perdite future che altrimenti l'impresa dovrebbe supportare. La tecnica tipicamenteutilizzata il ricorso a contratti di assicurazione che permettono la copertura di rischispecifici della gestione, obbligando le compagnie assicuratrici al risarcimento parziale ototale degli eventuali danni. In tal modo l'impresa si accolla un onere certo ed attuale incambio del trasferimento ad un altro soggetto di una perdita possibile e futura.!!2)Azioni di trasferimento nel tempo degli effetti del rischio.!Si tratta di una linea di condotta che si propone di potenziare la struttura patrimoniale efinanziaria dell'impresa, accrescendone la capacit di sopportare eventuali andamentigestionali negativi futuri. anche in questo caso, quindi, piuttosto che intervenire direttamentesui fattori da cui il rischio promana, si perseguono comportamenti finalizzati a metterel'impresa nella condizione di arginarne gli effetti, operando una traslazione temporale deglistessi e, pertanto, una diversa distribuzione nel tempo del loro impatto. Si parla in propositodi politiche di autofinanziamento, inteso come il trattenimento della ricchezza di origineinterna generata dai ricavi delle vendite e delle prestazioni effettuate, in considerazione di

    perdite presunte. Tali politiche possono attuarsi sia attraverso la non distribuzione di utilinetti conseguiti, rinunciando cos a remunerare il capitale di pieno rischio, sia mediantel'anticipazione di costi e perdite future, accantonando in tal modo le risorse per farvi fronteal momento della loro manifestazione.! !!!!!!!!!!

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    Capitolo 6!L'analisi delle condizioni di equilibrio economico e

    finanziario per l'apprezzamento della situazione d'impresa.!!1.Costi e ricavi, entrate e uscite nei momenti tipici della gestione.!In termini contabili il costo va interpretato come l'espressione del fenomeno relativoall'approvvigionamento di energie produttive, anche il ricavo diviene l'equivalenteespressione della cessione dei prodotti e dei servizi.!I fenomeni di scambio della gestione vengono, quindi, interpretati nell'aspetto finanziario,come entrate ed uscite e nell'aspetto economico, come costi e ricavi.!Si pu affermare che per assicurare la funzionalit del processo produttivo occorre che, nelcampo economico, il complesso dei ricavi superi il complesso dei costi nell'estensionedell'intera vita aziendale e, nel campo finanziario, che la corrente delle entrate in ognitempo, sia capace di contenere la corrente delle uscite.!!2.Le nozioni di reddito nelle differenti ipotesi di tempo e di scopo: Il redditolimite e di esercizio; Il reddito almeno normale ed economico.!Il reddito, quale differenza fra ricavi e costi aziendali, un concetto dinamico, di flusso eindica la ricchezza creata (o assorbita) nel fluire del tempo.!Il reddito , dunque, una grandezza economica (valore) che consente di valutare, nella suaestrema sintesi, l'economicit, l'efficacia e l'efficienza dell'azione imprenditoriale, poi che lasua entit positiva la pi chiara e comprensibile espressione della vitalit attuale e delleprospettive future dell'azienda.!Del reddito possibile elaborare diverse nozioni: in base al tempo di rilevazione si distingue

    il reddito limite dal reddito di esercizio, mentre in considerazione dello scopo si parla direddito almeno normale e di reddito economico.!!a)Il reddito limite.!Il reddito limite (o totale) rappresenta la ricchezza che l'azienda genera nell'arco della suaintera esistenza, ovvero dal momento della sua costituzione fino alla sua effettivaliquidazione.!La misura pu essere ottenuta, in prima approssimazione, come differenza fra il capitaleiniziale (Ci) e finale (Cf) dell'azienda.!Il calcolo, tuttavia, deve essere rettificato in considerazione delle eventuali variazione delcapitale non legato direttamente agli effetti della gestione. Si tratta dei possibili nuovi apportiper aumenti della dotazione iniziale, che pur rappresentando un incremento della ricchezzadisponibile tuttavia non sono il risultato dell'attivit economica. Cos, in modo analogo mainverso, le riduzioni reali del capitale iniziale costituiscono una contrazione della ricchezzadisposizione, ma non un effetto della gestione. A ci si devono aggiungere i prelievi sugliutili annualmente conseguiti dell'azienda durante la sua esistenza. Per tanto, il calcolo deveessere rettificato nel modo seguente.!!

    Rl = Cf -Ci + (Pu+Rc-Ac) !!Dove per Rc e Ac stanno e riduzioni e gli aumenti di capitale.!Il reddito limite pu essere determinato anche per via analitica attraverso la sommatoria ditutti i ricavi conseguiti seguito della cessione dei beni e della prestazione dei servizi e di tuttii costi sostenuti per l'acquisizione dei fattori della produzione, ivi compresi i proventi e gli

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    oneri legati ai momenti finanziari, patrimoniali e straordinari della gestione. Per tanto, se iricavi totali superano i costi totali si ha un incremento globale del capitale iniziale, mentre sirileva un decremento dello stesso nell'ipotesi inversa.!Se si considera, infine, che il reddito limite prende in esame l'intera vita aziendale, per cuitutte le operazioni si sono concluse sia da un punto di vista economico che finanziario, ilsuo calcolo pu essere compiuto come differenza fra le entrate e le uscite totali, procedendo

    ad una rettifica che tenga conto delle variazioni monetarie non legate alla gestione, quali gliaumenti ed i rimborsi a pagamento del capitale e la distribuzione degli utili.!Naturalmente, anche per queste ultime due modalit di determinazione del reddito limitenecessita compiere la correzione dei valori a seguito del mutato potere di acquisto dellamoneta, in modo da rendere i dati omogenei e quindi raffrontabili.!!b) Il reddito di esercizio.!In prima approssimazione potremmo definire il reddito di esercizio qual incremento odecremento del capitale a seguito dello svolgimento dell'attivit aziendale nel periodo diriferimento di un anno. In tal senso pu essere considerato come una frazione del reddito

    limite, ovvero una sua anticipazione limitata ad un periodo amministrativo, che pu ottenersisolo mediante stime, congetture e previsioni.!Dunque, il reddito dell'esercizio risulta composto da costi e ricavi le cui corrispondentiuscite ed entrate finanziarie si son verificate in precedenti tronchi di gestione, nel periodoattualmente in chiusura e che si manifesteranno in futuri periodi amministrativi.!Tale complesso procedimento di assegnazione viene compiuto sulla base di valutazioni estime della futura evoluzione della dinamica aziendale, avvalendosi di regole e principi dicarattere generale, ci si intende in particolare riferire ai principi della competenzaeconomica e della prudenza.!In base al primo, i costi si reputano di competenza di un determinato esercizio quando ilservizio, offerto dal fattore produttivo (per la cui acquisizione il costo stato sostenuto), hadato in tale periodo la sua utilit o, comunque, l'ha esaurita. Analogamente, con gliopportuni adattamenti, ci vale per i ricavi che sono riconnessi a fatti di gestionecompletamente espletati ai fini del reddito e pertanto non devono ammortizzare (coprire erigenerare) costi futuri.!Il rispetto del principio della prudenza comporta che i risultati economici di esercizio nonsiano fittizi e che, pertanto, siano contabilizzati esclusivamente utili effettivamenteconsumabili senza pregiudicare l'integrit economica del capitale e, quindi, senzacompromettere la futura redditivit dell'azienda.!La contabilizzazione dei soli proventi effettivamente realizzati e degli oneri anchesemplicemente previsti rappresenta una chiara applicazione del principio in esame.!Infine sempre per il principio della prudenza, occorre considerare i deprezzamenti ed i rischifuturi, anticipandoli all'esercizio in cui si in grado di sopportarli, indipendentemente dallaloro effettiva manifestazione monetaria. Naturalmente tale anticipazione non pu essereminimamente arbitraria ma deve sempre avere come punto di riferimento l'integrit presentee futura del capitale aziendale.!!c)Il reddito almeno normale.!Legato al reddito di esercizio il concetto di reddito almeno normale, in quanto essorappresenta la grandezza economica da raggiungere periodicamente affinch sia assicuratala duratura esistenza dell'azienda. Esso rappresenta, in altri termini, la misura assegnata altronco concluso di gestione che permette di rigenerare il capitale impiegato nell'attivit,senza comprometterne l'integrit futura.!

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    Per reddito almeno normale si intende un reddito idoneo a remunerare il capitale dipropriet impiegato nell'attivit attraverso un saggio di interesse normale ed una quota dirischio normale cui esso esposto nel succedersi della vita dell'azienda nonch adassicurare un profitto normale al soggetto aziendale che ha speso la sua opera di governonella direzione e organizzazione dell'attivit stessa.!Il saggio di interesse, da considerare per la remunerazione del capitale proprio deve

    assicurare la sola remunerazione dei servizi offerti dal capitale in assenza di rischi generali ospeciali, da riternersi assimilabile al tasso dei prestiti a pi lunga scadenza.!Per quanto concerne il fattore rischio, noto come le sue caratteristiche siano insite nellanatura stessa dell'azienda .!E' di tutta evidenza che a seconda del momento, del tipo di attivit e degli investimenticompiuti muta la misura del rischio normale, per cui necessita caso per caso valutarne ledimensioni e l'entit.!Infine, il profitto normale il compenso che spetta al soggetto economico per il rischioassunto nel governo d'azienda di fronte alle continue e mutevoli configurazioni che la realtoperativa richiede.!!d)Il reddito economico. !Il concetto di reddito economico strettamente connesso a quello di capitale economico.Quest'ultimo, almeno in prima approssimazione, rappresenta il valore reale attribuito alcomplesso aziendale avente date capacit reddituali future.!Il valore economico del reddito viene presso in considerazione in specifici momenti dellavita dell'impresa, quali il trasferimento ad altri soggetti, le fasi di ristrutturazione legate aprocessi di fusione o di scissione.!Le difficolt di valutare con chiarezza e correttezza il reddito economico dipendonoessenzialmente dal fatto che viene presa in esame l'azienda quale complesso funzionante,atto a produrre flussi di reddito nel suo futuro divenire.!!3.La struttura del reddito riferito ad un esercizio intermedio della vitadell'impresa.!Il reddito di esercizio la differenza fra i ricavi o, pi precisamente, componenti positivi, e icosti o, meglio, componenti negativi assegnati ad un periodo amministrativo concluso digestione, in osservanza dei principi della competenza economica e della prudenzaestimativa.!!La categoria dei componenti negativi di reddito risulta composta:!a)Dai costi sostenuti finanziariamente in anni precedenti che partecipano alla realizzazione

    delle vendite del periodo o degli anni futuri (Cep).!b)Dai costi sostenuti finanziariamente nell'anno in corso per l'acquisizione dei fattoriproduttivi che partecipano alla realizzazione delle vendite del periodo o degli anni futuri(Cec).!c)Dai costi che verranno sostenuti finanziariamente nei futuri esercizi ma che partecipanoalla formazione dei ricavi di periodo (Cp).!!La categoria dei componenti positivi di reddito , invece, composta:!a)Dai ricavi finanziariamente realizzati in anni precedenti, i cui correlati costi si sostengononel periodo considerato o si sosterranno in quelli futuri (Rep).!b)Dai ricavi finanziariamente manifestati nell'anno in corso,i cui correlati costi si sostengononel periodo considerato o si sosterranno in quelli futuri (Rec).!

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    c)Dai ricavi che si realizzeranno finanziariamente nel futuro i cui correlati costi sono statisostenuti nel periodo in corso (Rp).!!I costi o ricavi che finanziariamente non hanno partecipato alle vendite devono essererinviati al futuro e alimenteranno la voce dei ricavi o costi di differita imputazione. !Se il valore complessivo dei componenti positivi maggiore di quello dei componenti

    negativi viene assegnato un utile, mentre nell'ipotesi inversa viene evidenziata una perdita.!Il risultato di periodo (utile o perdita) viene rappresentato nella sezione di importo inferiore.!!4.I flussi finanziari di capitale circolante netto e liquidit.!Il capitale circolante netto dato dalla differenza fra gli impieghi (attivo circolante) e le fontidi finanziamento a breve termine (esigibilit). Tale grandezza consente di verificare lecondizioni di equilibrio finanziario, misurando la capacit dell'impresa a fronteggiare, neitempi stabiliti e con costi economicamente accettabili, le uscite monetarie legate allosvolgimento corrente della gestione. Il suo valore deve pertanto risultare sempre positivo,poich solo in tal modo si ha una precisa correlazione fra la durata degli impieghi e quella

    delle fonti.!Il flusso di capitale circolante netto pu essere determinato seguendo due distintemetodologie, dovute ad un diverso punto di osservazione: secondo un'ottica finanziaria,vengono evidenziate le risorse incrementali prodotte, a seguito dello svolgimento dell'attivitoperativa, e messe a disposizione per realizzare nuovi impieghi; secondo una impostazioneeconomica, si trasforma il risultato di periodo da flusso economico in finanziario,rettificando i componenti di reddito cui non associata una manifestazione finanziaria,attiva o passiva.!Il concetto di flusso di liquidit assume differenti contenuti:!a)Disponibilit monetarie in senso stretto (cassa, banca, c/c postali).!b)Disponibilit monetarie in senso ampio (cassa, banca, c/c postali, titoli di pronto realizzo).!!Il flusso di liquidit generato (o distrutto) dalla gestione pu essere determinato:!a)Con un metodo diretto, partendo dall'utile (o dalla perdita) di periodo per risalire al cashflow, mediante una correzione progressiva dei componenti positivi o negativi che nonhanno, rispettivamente, generato o assorbito liquidit, nonch includendo gli aumenti o lediminuzioni dei crediti o dei debiti commerciali.!b)Con un metodo indiretto,per aggiustamento del flusso del circolante, per cui allo stessovanno sottratti gli aumenti delle attivit correnti, ad eccezione della cassa e della banca, e lediminuzioni delle passivit a breve, mentre vanno aggiunti i decrementi delle prime e gliaumenti delle seconde.!!5.Lo studio delle condizioni di equilibrio economico e finanziario.!L'impresa in condizioni di equilibrio quando fra i componenti del capitale esistono talirelazioni qualitative e quantitative che possono manifestare la capacit futura di farconseguire una massa di ricavi capace di coprire tutti i costi, garantendo il conseguimento diun reddito almeno normale, nonch di fronteggiare con le risorse finanziarie a disposizionegli impegni assunti.!La situazione economica esprime la condizione che pu formularsi intorno ai futuri ricavi edai futuri costi rivenienti dell'ulteriore gestione.!Per situazione finanziaria si intende, invece, la condizione che pu formularsi intorno alle

    future entrate ed alle presunte uscite rivenienti dall'economia dell'ulteriore gestioned'impresa.!

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    Si pu in concreto affermare che l'equilibrio economico consiste nella capacit dell'aziendadi reintegrare i costi sostenuti per l'acquisizione dei servizi, rivenienti dai singoli fattoriproduttivi, mediante un flusso di ricavi sufficiente a garantire il raggiungimento d