Con l’argilla si forma il vaso.
E’ grazie al vuoto che il vaso è utile
Perciò gli oggetti vengono da ciò che esiste,
ma il loro uso da ciò che non esiste.
Per natura il difficile si sviluppa dal facile
e il grande dal piccolo;
così il saggio, operando nel piccolo,
ottiene grandi cose.
(Lao Tsu “ Tao Te Ching”)
Indice
1. Terza e quarta età
2. Patologie in età geriatrica
3. Patologie in età geriatrica secondo la MTC
4. Medicina occidentale e MTC : un confronto
5. Residenza per anziani
6. Caso Clinico
7. Bibliografia
Capitolo 1
La definizione di anziano tout‐court è vaga ed elastica. Sia in ambito scientifico che nei
rapporti tra individuo e società l'elemento che viene assunto come indicatore
dell'invecchiamento è rappresentato dall'età cronologica. In altri termini si definisce anziano
un individuo che abbia superato una soglia convenzionale di 60‐65 anni. Sempre
convenzionalmente si può definire III età quella che va dai 60‐65 anni ai 75 e IV età quella
che dai 76 anni va oltre.
E' ovvio che null'altro accomuna i soggetti della stessa fascia d'età. Troviamo anziani
giovanili, vispi e autosufficienti di 80 anni e anziani malati e invalidi di appena 60 anni.
Nell'Unione Europea vi sono attualmente più di 70 milioni di ultra sessantenni, il che
corrisponde al 20 per cento della intera popolazione. Nel 2030 in Italia, secondo una
indagine Eurispes, avremo un anziano ogni tre cittadini.
A livello nazionale, su circa 8 milioni di ultra sessantacinquenni, nel nostro Paese si contano
quasi 5 milioni di donne, e dei 3,4 milioni di ultrasettantacinquenni 2,2 milioni sono le
donne. Due quindi i fenomeni che colpiscono di più: il progressivo invecchiamento della
popolazione e la maggiore longevità delle donne che vivono, mediamente, sette anni in più
degli uomini. L’invecchiamento
sostanzialmente dipende :
- Per il 35‐40% da fattori genetici
- Per la percentuale restante da abitudini alimentari, fumo, abuso di alcool e di sostanze
stupefacenti, da scarsa igiene personale e da scarsa attività fisica.
Rispetto al passato, il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie ed i progressi
raggiunti in medicina, hanno prodotto l’allungamento della vita media; se nel corso
dell’ottocento la vita media si aggirava intorno ai 43 anni, oggi è quasi raddoppiata.
Nella relazione del Dipartimento di Scienze
dell'Invecchiamento dell'Università La Sapienza di Roma, si trova una notizia interessante: "
Attraverso gli studi di biogenetica si è giunti a definire per gli uomini un Maximum Life Span
Potential (durata media e potenziale massimo) della vita di 120 anni, praticamente il doppio
di quello dello scimpanzé, che è l'animale più strettamente correlato all'uomo dal punto di
vista genetico". Certo, per molti arrivare
all'età centenaria è qualcosa di simile a un miraggio...ma da una ricerca del 1998 dell'Inrca
(Istituto nazionale cura e ricerca degli anziani) si scopre che in Italia, e più precisamente in
Sardegna vive l'uomo più longevo d'Europa, di 112 anni.
La vecchiaia, però, non è una malattia, tantomeno va considerata come tale. Invecchiare
meglio è possibile, e il ruolo fondamentale in questo processo normale della vita è svolto da
uno stile di vita sano, che prevede esercizi fisici regolari, una dieta con pochi grassi e molto
pesce, frutta e verdura, un consumo di alcool moderato e niente tabacco.
Ognuno dei problemi di salute che la senescenza porta con sé si può prevenire,
ma non si può stare a guardare, lasciare che se ne occupi il medico e sperare per il meglio.
Ognuno è protagonista della propria vita. Pochi fortunati con i geni
giusti non conducono affatto una vita sana eppure vivono a lungo e bene fino alla fine, ma la
maggior parte delle persone deve lavorare sodo per essere sano e longevo perché il
processo di invecchiamento inizia dalla nascita. Conviene prepararsi subito : l’alimentazione
ricevuta da neonati e il tipo di vita condotta da adolescenti, da ventenni e da trentenni
contribuiscono a rendere gli anni più o meno grevi. Lo stile di
vita è l’elemento determinante per una vecchiaia serena, tutto il resto non è che un cerotto
per medicare l’esistenza. Non si vuole negare che sia importante mangiare correttamente,
controllare la pressione alta e seguire le altre regole dettate dal dottore ma, per vivere a
lungo ed in salute, quello che conta davvero sono l’atteggiamento nei confronti della vita, i
piaceri. Le soddisfazioni, la felicità. L’appagamento, la contentezza, cosa ben diversa
dall’accontentarsi, non è questione di avidità, di voler arraffare tutto quello che c’è in tavola.
È soddisfazione, piacere, gratificazione; l’amarezza, l’insoddisfazione, la frustrazione, la
rabbia sorda e costante, l’invidia sono foriere di malattia.
Da millenni le culture e le religioni orientali danno grande valore
all’unità tra corpo e mente alla quale i professionisti della medicina occidentale prestano
attenzione da pochissimo. Ora conosciamo meglio il sistema immunitario e le sue reazioni
negative allo stress, e consideriamo con grande rispetto l’influenza del pensiero e delle
emozioni sul benessere fisico. Una volta i disturbi psicosomatici erano considerati con
disprezzo, fantasie, fisime, roba da psicoanalisi.
Le tecniche che coinvolgono corpo e mente, come la
meditazione, il tai chi e lo yoga, possono essere altrettanto efficaci di lunghe psicoterapie :
possono aiutare a raggiungere l’appagamento di cui ciascuno ha bisogno per vivere bene ed
a lungo. In aggiunta a questo, bisogna imparare a ridere innanzitutto di se stessi; una risata è
il medicinale migliore : è gratis, senza ricetta, senza effetti collaterali e senza rischi quando si
aumenta la dose quotidiana.
Nessuno vive per sempre e nessun medico può dirci quando incontreremo il nostro
Creatore, ma di una cosa possiamo essere certi : viviamo adesso e davvero invecchieremo
dopo.
Capitolo 2
Nessuno può rimanere giovane per sempre, gli ultimi anni sono raramente d’oro e la più
grande gioia dell’età sono i nipotini, se si ha la fortuna di averne. Eppure chiunque
fermerebbe l’orologio; purtroppo non si può. Chi vivrà abbastanza a lungo, soffrirà di certe
infermità e mostrerà almeno alcuni segni dell’età, però potrà fare in modo che accada dopo
invece che prima, potrà ritardare l’arrivo dell’invalidità e delle malattie croniche, potrà
godersi la vita e rimanere autonomo a lungo.
Per molti, però la III e IV età è sinonimo di malattie croniche legate proprio al processo di
invecchiamento: ne soffrono il 68,3 per cento degli ultra sessantacinquenni e l'80 per cento
degli ultraottantenni.
Spesso negli anziani alcune patologie si innescano una sull'altra, quasi come un meccanismo
a catena. Un anziano che si muove poco, mangia male, ha problemi economici o di stile di
vita più disagiato è vittima più di altri di un repentino deperimento.
La sedentarietà è un fattore di rischio per innescare
varie patologie. Diminuisce il tono muscolare, cala la forza fisica, si modifica la postura
dell'anziano, che perde sicurezza e deambula male. Si riacutizzano i dolori articolari, si
abbassa il dispendio energetico, aumentano il peso, i valori della glicemia, del colesterolo.
L'anziano beve meno ed ecco che arrivano le patologie vascolari, ipertensive,
dismetaboliche e così via. Importante quindi muoversi, camminare, fare esercizio e
mantenere il corpo in attività. Rispettando i propri stili di vita. Chi può permetterselo può
andare in bicicletta, o frequentare una palestra, per altri può bastare una camminata
giornaliera, per altri ancora una partita a bocce o qualche pedalata con una cyclette.
Gli anziani non sono tutti uguali e per ciascuno vanno tenute ben presenti stato fisico,
mentale e possibilità economiche. Alla base della senescenza
vi è perciò una lenta e progressiva riduzione del metabolismo cellulare che si manifesta con
una serie di modificazioni involutive dei tessuti e con la conseguente diminuzione delle
funzioni vitali; le modificazioni a livello cellulare e dei tessuti legate all’invecchiamento, si
sommano tra loro ripercuotendosi negativamente sia sull’anatomia che sulle funzioni dei
vari organi e apparati.
L’apparato tegumentario è quello che risente maggiormente del passare degli anni. Nei
soggetti anziani la pelle tende ad atrofizzarsi, compaiono numerose rughe, perde elasticità a
causa della perdita di acqua e della diminuzione delle fibre collagene, si ispessisce ed appare
screpolata. Incidono notevolmente nello sviluppo di questi inestetismi l’eccessiva
esposizione ai raggi solari, il climaterio ed il drastico cambiamento ormonale che lo
caratterizza. Le preoccupazioni, le forti emozioni, l’ansia, la vita disordinata sono cause
comuni di precoce comparsa delle rughe perciò sarebbe opportuno cercare di raggiungere
un certo stato di serenità e di equilibrio interno.
A causa della diminuzione della parte organica e minerale delle trabecole ossee e di una
spinta decalcificazione causata dall’aumentare del numero degli osteoclasti a dispetto degli
osteoblasti, le ossa si atrofizzano, diventano più fragili, diminuiscono le loro capacità
riparative con conseguente ricaduta sull’intero apparato osteoarticolare dell’anziano che
diventa complessivamente più vulnerabile. Un discorso particolare meritano le cartilagini
coinvolte nei processi articolari in quanto il loro invecchiamento causa una ridotta mobilità
delle articolazioni stesse e l’insorgenza di stati infiammatori anche cronici. Tra le più
diffuse patologie dell’apparato osteoarticolare presenti nelle persone in età geriatrica ci
sono : l’artrosi e l’osteoporosi. L’artrosi è una patologia ad andamento
cronico‐degenerativo della cartilagine che colpisce le articolazioni riducendone la
funzionalità, è uno dei tipici sintomi dell’età avanzata sebbene si manifesti con diversi gradi
di gravità e non in tutti i casi raggiunga livelli clinici tali da configurare uno stato morboso
grave. La cartilagine articolare si usura ed il tessuto osseo tende a produrre delle
escrescenze anomale chiamate becchi ossei o osteofiti le quali con la loro sporgenza
riducono la funzione meccanica dell’articolazione e rendono spesso doloroso il movimento
residuo a causa della loro interferenza con le terminazioni nervose. Colpisce in misura
maggiore le donne e le strutture articolari che vengono maggiormente utilizzate, cioè le più
mobili e quelle maggiormente sottoposte al peso corporeo :
Colonna vertebrale, soprattutto il tratto cervicale e lombare
Anche
Articolazione scapolo‐omerale
Articolazioni delle falangi
Ginocchia (Gonartrosi)
Piedi
I principali fattori di rischio della malattia sono :
Sovrappeso e obesità
Attività lavorativa logorante
Difetti cronici della struttura scheletrica ( valgismo, varismo … )
L’osteoporosi è caratterizzata da un aumento della porosità dell’osso e rappresenta la più
comune fra le alterazioni metaboliche del tessuto osseo. E’ caratterizzata dal prevalere di
processi osteoclastici, che determinano erosione delle ossa, su quelli osteopoietici che, al
contrario, generano nuovo osso, in altre parole una maggiore demolizione di osso rispetto
alla ricostruzione. Il tessuto osseo perde progressivamente la sua primitiva compattezza
e acquista una porosità che lo rende fragile e, di conseguenza, esposto al rischio fratture.
L’osteoporosi, per l’alto numero di persone colpite, è stata dichiarata dall’ OMS una
“malattia sociale”; in Italia colpisce circa 5,5 milioni di persone , di cui il 30% sono donne in
post‐menopausa. Per motivi ancora sconosciuti, la malattia è più frequente negli individui di
razza bianca e colpisce un uomo ogni quattro donne. I sali minerali contenuti nel tessuto
osseo si riducono di circa il 10% col passare di ogni 10 anni a partire dai 40‐50 anni, mentre
in età avanzata la diminuzione è pari allo 0,5% per ogni anno in entrambi i sessi. Le zone
ossee più colpite dall’ osteoporosi sono :
Vertebre dorso‐lombari
Epifisi prossimale del femore
Ossa del polso
I principali fattori di rischio della malattia sono :
Età avanzata
Sesso femminile
Sedentarietà
Nella senescenza si assiste ad una riduzione della muscolatura striata che viene sostituita da
un costante aumento di tessuto connettivo e fibre elastiche con fenomeni di infiltrazione
grassa; la stessa cosa non avviene per la muscolatura liscia la quale non sembra subire
modificazioni apprezzabili. La forza muscolare pertanto, risulta notevolmente ridotta : a 60
anni è circa un terzo inferiore rispetto ai valori dell’età di 25‐30 anni.
L’apparato cardiovascolare presenta fenomeni involutivi già a partire dai 45‐50 anni. L’
invecchiamento provoca aumento del volume del cuore, riduzione dell’elasticità delle
valvole cardiache e ispessimento dell’endocardio; le arterie perdono elasticità, si fanno più
rigide e più calcificate provocando un aumento delle resistenze periferiche con conseguente
:
• aumento della pressione arteriosa
• richiesta di maggior lavoro al cuore
• ridotta irrorazione dei tessuti periferici
L’ indurimento delle pareti arteriose diminuisce la capacità dell’organismo di rispondere
rapidamente a cambiamenti di posizione per cui gli anziani si trovano spesso ad affrontare il
fenomeno dell’ ipotensione posturale o ortostatica, ossia la sensazione di stordimento che si
avverte quando si cambia rapidamente posizione.
Durante la senescenza le vene aumentano di dimensioni, si sfiancano e subiscono un
indurimento della parete interna con conseguente diminuzione del tono vascolare; i capillari
subiscono processi degenerativi per prevalenza di tessuto collageno su quello elastico.
Le patologie riguardanti l’apparato cardiovascolare
maggiormente diffuse tra gli anziani sono : l’ ipertensione e l’infarto del miocardio.
Con il termine ipertensione si intende un aumento a carattere stabile della pressione
arteriosa nella circolazione sistemica; si considerano valori pressori normali 140mmHg per la
pressione massima, cioè la pressione sistolica e 70mmHg per la pressione minima, cioè la
pressione diastolica. Si parla di valori limite quando si raggiungono i 160/90mmHg ma per
quanto riguarda la condizione ipertensiva i valori sono ovviamente più alti.
La pressione è data da una forza per una superficie, conseguentemente la pressione
arteriosa è la forza esercitata dal sangue sulla parete dei vasi sanguigni : P.A. = Flusso x
Resistenza dove : P.A. = Pressione arteriosa ;
Flusso = quantità di sangue in circolazione ;
Resistenza = attrito esercitato sulla parete dei vasi sanguigni Analizzando la
formula possiamo notare che un aumento di pressione si può ottenere per un aumento di
flusso, per un aumento di resistenza o per un aumento di entrambi i fattori. Partendo dal
presupposto che il flusso sanguigno è molto spesso un parametro costante, l’aumento di
pressione arteriosa è, nella quasi totalità dei casi, dovuto ad un aumento della resistenza.
L’ aumento di pressione arteriosa legata ad un aumento delle resistenze può avvenire
essenzialmente per due motivi :
aumento di spessore della parete dei vasi sanguigni, ed in questo caso si parla di
arteriosclerosi. Arteriosclerosi significa letteralmente indurimento delle arterie, anche se più
esattamente indica un gruppo di affezioni che hanno in comune l’ispessimento e la perdita di
elasticità delle pareti arteriose. Si distinguono l’aterosclerosi, per formazione di ateromi o
placche aterosclerotiche formate soprattutto da colesterolo e l’arteriosclerosi, per
ispessimento ialinico delle pareti delle piccole arterie o arteriole.
Vasocostrizione, ed in questo caso si parla di stress.
L’ ipertensione protratta nel tempo e non controllata può portare ad una serie di problemi
all’apparato cardiovascolare come :
o scompenso cardiaco, cioè un affaticamento cardiaco che inizia dal ventricolo sinistro, si
propaga all’atrio sinistro con conseguente ristagno di sangue a livello polmonare e poi
coinvolgere anche la parte destra del cuore. Un soggetto in scompenso cardiaco apparirà
con gambe e piedi gonfi, cianotico ed in insufficienza respiratoria.
o rottura di un vaso sanguigno, normalmente di piccole dimensioni ma situato in distretti
corporei molto a rischi di danni gravi come occhio, rene e cervello.
o infarto del miocardio
I principali fattori di rischio della malattia sono :
Età
Predisposizione familiare
Iperlipemia
Tabagismo
L’infarto uccide più di ogni altra malattia in tutti i paesi industrializzati e rappresenta la
principale causa di morte nella terza età; è caratterizzato dalla distruzione di una parte del
miocardio, quasi sempre quello del ventricolo sinistro, a causa della mancata circolazione
sanguigna distrettuale coronarica con conseguente necrosi del tessuto miocardico. Le fibre
muscolari morte vengono sostituite con tessuto cicatriziale che, non avendo la contrattilità
del miocardio, può distendersi formando una sacca o aneurisma, rompersi o ridurre le
prestazioni del cuore.
I principali fattori di rischio sono :
Alti livelli di colesterolo ed altri grassi del sangue
Ipertensione non controllata
Tabagismo
Obesità
Mancanza di attività fisica
Il controllo dei fattori di rischio può ridurre il rischio di infarto ma anche chi non ha nessuno
dei fattori di rischio elencati non è necessariamente immune da questo evento patologico.
Uno stile di vita adeguato resta la chiave di volta della prevenzione.
L’apparato maggiormente colpito dai fenomeni involutivi propri della senescenza è quello
respiratorio. Le pareti alveolari perdono elasticità o si assiste alla confluenza di più alveoli tra
loro per la rottura dei setti inter‐alveolari, questi fenomeni riducono notevolmente le
possibilità di scambi gassosi tra sangue e polmoni portando ad una progressiva insufficienza
respiratoria; inoltre l’appiattimento delle cupole del diaframma e la calcificazione delle
cartilagini costali riducono la profondità degli atti respiratori rendendo ancora più precaria la
funzione. Negli anziani le prove di funzionalità respiratoria rivelano una riduzione della
capacità vitale, dai normali 3500 centimetri cubici a valori molto inferiori a 2000 centimetri
cubici.
Le malattie interessanti l’apparato respiratorio dell’anziano sono quelle croniche bronco‐
ostruttive come bronchite cronica ed enfisema polmonare.
La bronchite cronica è un’ infiammazione alla quale si aggiunge una cronica
broncocostrizione favorita dalla presenza di sostanze irritanti nell’aria come fumo, polvere,
smog e da condizioni ambientali come scarsa igiene casalinga e abitazioni fredde e umide. La
conseguenza è un’ iperproduzione di muco ed una difficoltà dello scambio respiratorio dei
gas oltre alla facilità di contrarre infezioni polmonari che vanno ad aggravare la situazione
respiratoria.
Spesso la bronchite cronica sfocia in enfisema polmonare, un’ alterazione patologica del
tessuto polmonare che consiste in una dilatazione più o meno estesa degli alveoli associata a
distruzione delle loro pareti e confluenza di diversi alveoli a formare cavità più ampie nelle
quali rimane intrappolata una parte dell’aria derivante dalla respirazione. Si viene così a
creare una insufficienza respiratoria in quanto una parte dell’alveolo è già piena d’aria e
quella respirata penetra in quantità inferiore. Nel corso degli anni, nei soggetti affetti da
questa patologia, viene a formarsi il cosiddetto torace a botte a causa di una espansione
della gabbia toracica.
L’ incessante attività dell’apparato digerente determina nel tempo fenomeni involutivi
atrofici a carico delle pareti e delle ghiandole, con conseguente diminuzione della motilità e
della secrezione enzimatica. Pertanto negli anziani si osserva una ridotta produzione di saliva
e dei succhi gastrici ed intestinali. L’ insufficiente produzione di saliva anche se non si
ripercuote direttamente sui processi digestivi, in quanto pur se lentamente questi si
completano nei segmenti distali dell’intestino, favorisce però l’ insorgenza di stomatiti e di
affezioni dentali e gengivali. La ridotta produzione di acido cloridrico o l’assenza di tale acido
nel succo gastrico con conseguente dispepsia, son causa di inappetenza e di insufficienza
digestiva. La colecisti col passare degli anni si riduce di volume e di elasticità. L’ intestino
tenue presenta minore attività secretoria e perdita del tono muscolare con ridotta motilità e
contrattilità.
Con il passare degli anni il sistema nervoso presenta riduzione di peso e volume; secondo
alcune stime un soggetto di 65 anni avrebbe perduto 1 miliardo di neuroni su un patrimonio
iniziale calcolato pari a 14 miliardi. In relazione al sistema nervoso vegetativo, regolatore
delle funzioni autonome, tali fenomeni involutivi provocano una diminuzione del tono e
perciò sono spesso presenti nell’anziano stipsi ostinata o al contrario incontinenza fecale e
urinaria. I fenomeni involutivi del sistema nervoso centrale causano rallentamento ed
indebolimento dei riflessi, lentezza nei movimenti, difficoltà di memorizzazione, difficoltà di
apprendimento, modificazioni della personalità.
Tra le patologie maggiormente invalidanti della terza età che riguardano il sistema nervoso
troviamo le demenze ed il morbo di Parkinson.
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità descrive la demenza come una patologia non
reversibile ad andamento cronico‐progressivo in cui è presente una grave e globale
compromissione delle facoltà intellettive, inclusa la memoria e la capacità di far fronte alle
esigenze della vita quotidiana; la demenza in Italia interessa il 5,3% degli uomini ed il 7,2%
delle donne che hanno superato i 65 anni di età. La probabilità di sviluppare una qualsiasi
forma di demenza aumenta con l’età, passando da una persona su mille con meno di 65
anni a venti su mille nella popolazione di ultrasessantacinquenni e oltre; gli ottantenni o
ultraottantenni hanno una possibilità su cinque di sviluppare la malattia mentre per gli
ottantacinquenni ed oltre il margine si restringe ad uno su tre.
Dal punto di vista clinico le demenze vengono distinte in :
Degenerative primarie, in cui la demenza è il sintomo fondamentale del quadro clinico come
ad esempio demenza senile e morbo di Alzheimer
Degenerative secondarie, in cui tale sintomo fa parte di un quadro clinico più complesso
come ad esempio vascolari (arteriosclerosi), infettive (encefalite, AIDS), morbo di Parkinson
Riguardo le cause delle demenze primarie sono state avanzate numerose ipotesi ma
l’orientamento dei ricercatori è verso una precisa componente genetica, inoltre, rispetto al
passato, si tende a dare rilevanza maggiore all’aspetto neurotrasmettitoriale che non alle
lesioni strutturali dell’encefalo, come causa della malattia.
Le modalità di esordio della demenza sono molto variabili e difficili da diagnosticare; i
sintomi sono al principio così sfumati, lievi e incostanti che le persone che circondano il
malato sono propensi a pensare ad uno stato di stanchezza o di esaurimento. Si notano
infatti perdita della memoria, difetto di concentrazione, disturbi del senso critico … ; solo in
fase avanzata possono emergere :
Disturbi della memoria
Il malato, oltre a non acquisire nuove informazioni dimentica i fatti recenti conservando
frammenti di ricordi passati che spesso rivive come se fossero attuali. La dimenticanza di ciò
che ha appena detto o fatto lo porta a ripetizioni continue. Sperimentalmente è stato
accertato che l’ordine di disapprendimento segue l’ordine di apprendimento, l’anziano
ricorda fatti del passato e dimentica i fatti recenti
Disturbi dell’azione
Il soggetto fatica ad orientarsi nel tempo e nello spazio, smarrisce la familiarità con gli
oggetti con conseguente difficoltà ad impiegarli secondo la loro destinazione.
Disturbi del linguaggio
Si verifica un impoverimento del suo vocabolario, emerge l’ incapacità di esprimere il
pensiero mediante le parola o la scrittura e compaiono manifestazioni parafasiche con
difficoltà di emissione della parola tali da rendere il linguaggio spesso incomprensibile o
ripetitivo
Disturbi dell’attenzione, del giudizio e della previsione
Questo provoca da parte del malato comportamenti inadeguati alla situazione e talvolta
pericolosi perché non riesce a prevedere l’effetto delle proprie azioni.
Una diagnosi di demenza presenta notevoli difficoltà. E’ importante la approfondita
valutazione anamnestica fatta dal medico tramite l’osservazione del paziente nel proprio
ambiente familiare e la valutazione degli accertamenti biologici, inoltre devono essere
determinate le funzioni cognitive tramite la somministrazione di un test neuropsicologico, di
schede di valutazione e questionari. La terapia di questa malattia è, se possibile, ancora più
complicata della diagnosi in quanto non esistono farmaci specifici e validi per la cura delle
demenze e comunque l’intervento farmacologico risulta essere di efficacia piuttosto relativa.
I fattori di rischio di sviluppo della demenza possono essere :
≈ Fattori genetici
E’ stato accertato che la presenza in un familiare di primo grado, di un disturbo demenziale
conferisce un maggior rischio di soffrire della stessa condizione
≈ Lesioni craniche con perdita di conoscenza
≈ Alcol e/o farmaci antipsicotici
E’ stato dimostrata una correlazione tra un forte consumo di alcolici e/o farmaci utilizzati nel
trattamento della depressione per un periodo prolungato e la successiva insorgenza della
malattia
Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa frequente nell’anziano che presenta un
decorso cronico, progressivo ed irreversibile. Interessa prevalentemente una piccola parte
del sistema nervoso centrale chiamata sostanza nera, dove viene prodotta la dopamina, un
neurotrasmettitore essenziale per un controllo efficace e accurato dei movimenti di tutto il
corpo.
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità stima che sia colpito da questa malattia lo 0,5% della
popolazione per un totale di circa un milione di persone. In Italia i malati sono circa
duecentoventimila, con una media di 1200 casi ogni anno con un incidenza maggiore nel
sesso maschile rispetto a quello femminile. L’esordio della malattia è generalmente insidioso
ed aspecifico : dolori in tutto il corpo, faticabilità, irrequietezza, depressione del tono
muscolare. Dal punto di vista clinico, il morbo di Parkinson è caratterizzato da tre sintomi
principali :
La rigidità
E’ caratterizzata dall’aumento del tono muscolare diffuso a tutti i muscoli ed è presente
inizialmente alla muscolatura degli arti, del tronco e del collo. Questo fenomeno è il primo
sintomo importante della malattia e viene accentuato dalle emozioni, dal freddo, dalla fatica
mentre scompare durante il sonno.
Il tremore
Segno caratteristico della malattia, scompare per lo più durante i movimenti volontari
mentre si accentua a riposo, solo nei casi più gravi permane durante il movimento
ostacolandolo. Il tremore è localizzato a livello delle dita della mano : all’inizio solo al pollice
e all’indice, causando un movimento definito come “contare monete”, in seguito anche alle
altre dita; solo successivamente si estende agli arti inferiori.
Bradicinesia
E’ il rallentamento dei movimenti volontari ed involontari. Il movimento volontario è ridotto
ed alterato in tutte le sue fasi di realizzazione, l’avvio dell’andatura è difficoltoso e lento e la
deambulazione avviene a piccoli passi, con i piedi che strisciano per terra e con la testa e il
tronco flessi in avanti.
La durata della malattia varia da caso a caso ma per lo più, complicanze a parte, è superiore
ai 10‐12 anni.
Tutti gli organi di senso durante la senescenza mostrano un decadimento graduale, sia
dell’efficienza che della capacità, ma sono soprattutto la vista e l’udito gli organi
maggiormente colpiti. Si ha una graduale riduzione dell’acutezza visiva, un progressivo
restringimento del campo visivo, progressiva perdita di elasticità del cristallino con difficoltà
nella visione da vicino. Il declino delle funzioni uditive è dovuto ad atrofia delle cellule
nervose dell’orecchio interno e sclerosi arteriolare; la membrana timpanica e gli ossicini ad
essa connessi perdono di elasticità e quindi abilità a trasmettere onde sonore.
Un tipico disturbo visivo legato all’età è sicuramente la cataratta. Si tratta di
un’opacizzazione del cristallino, struttura che si trova dietro la cornea e l’iride e mette a
fuoco sulla retina l’immagine che entra negli occhi. Fatto di acqua e proteine, il cristallino è
trasparentissimo nei primi anni di vita e permette alla luce di arrivare fino in fondo
all’occhio; con il passare del tempo le proteine del cristallino diventano lattescenti, torbide e
verso i 70‐75 anni diventa talmente opaco da impedire una vista normale. La parola
cataratta deriva proprio dal fatto che sembra di vedere il mondo attraverso una cascata. Una
volta che si è formata, non servono né le gocce, né una dieta speciale, né altri cambiamenti
nelle abitudini di vita e neanche un paio di occhiali nuovi : la cataratta va rimossa con la
chirurgia.
La perdita di udito va di pari passo con il passare dell’età e le persone che presentano questo
tipo di problema sono il 30% tra i 65 e i 70 anni e il 40% dopo i 75 anni. La perdita di udito
dovuta all’età impedisce di cogliere le note alte e questa sordità selettiva proviene da un
insieme di degenerazioni in parti diverse dell’orecchio : il timpano è meno elastico, gli
ossicini dell’orecchio medio si muovono meno bene e smettono di svolgere il loro compito di
trasmissione degli impulsi nervosi, i minuscoli peli posti nella coclea. Non esiste una
prevenzione a questo tipo di problema, anche se bisognerebbe sempre evitare i rumori
molesti. In tarda età, non sentire quello che gli altri dicono diventa un fattore di depressione,
di rinuncia e di ripiegamento su se stessi, e spesso crea problemi personali e sociali in casa e
fuori casa.
Il sistema endocrino e le sue ghiandole riducono la loro funzionalità con il passare del tempo;
il pancreas continua a produrre livelli adeguati di insulina ma nell’anziano si instaura il
fenomeno della insulino resistenza, cioè la ridotta capacità di risposta dei tessuti all’azione
ormonale con aumento della glicemia e tutte le conseguenze ad esso associate. In età senile
l’iperglicemia che deriva dall’ impossibilità dell’insulina di svolgere il suo compito viene
definita diabete mellito di 2° tipo.
L’accresciuto numero di persone nel mondo affette da diabete di tipo 2 ha portato l’
Organizzazione Mondiale della Sanità a parlare di vera e propria “epidemia” ; nel 2030 sono
previsti circa 370 milioni di malati di diabete nel mondo con un aumento del 110% rispetto a
30 anni prima, in Italia nel 2030 i malati di diabete saranno circa 6 milioni.
Il diabete mellito è una patologia cronica che può essere diagnosticata misurando al
concentrazione di glucosio nel sangue o glicemia.
In soggetti sani, che hanno una vita regolare e un’alimentazione corretta, generalmente
nell’arco della giornata i valori della glicemia si mantengono tra i 60 e i 130 mg/dl. Valori di
glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl, secondo l’American Diabetes Association, sono da
considerarsi probabili sintomi di diabete. La diagnosi di diabete è certa con un valore di
glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un
carico di glucosio.
Le cause alla base dell’ insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in fattori
ereditari ed ambientali. Attraverso studi approfonditi si è evidenziato che esiste un fattore di
trasmissione ereditario, non ancora ben chiarito, che espone alcune popolazioni o
addirittura alcune famiglie a tale patologia. Alla ereditarietà si affiancano aspetti
caratteristici della persona quali l’obesità: le cellule hanno bisogno di zucchero per vivere,
tanto maggiore è il numero di cellule da alimentare tanto maggiore sarà il fabbisogno di
insulina. La vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori
ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano
il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una
predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano l’insorgenza del disturbo.
Anche l’età gioca il suo ruolo: l’invecchiamento dell’organismo si riflette sulla funzionalità di
tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere
prontamente alla richiesta di insulina ricevuta.
Non bisogna sottovalutare alcuni fattori di rischio che rendono alcune persone più
predisposte di altre a sviluppare il diabete mellito di tipo 2.
I principali fattori di rischio sono:
Sovrappeso
Scarsa attività fisica
Alimentazione scorretta
La persona affetta da diabete di tipo 2 è quindi generalmente una persona della seconda o
terza età, con un peso superiore a quello ideale, spesso con parenti di primo grado diabetici.
Alcuni sintomi del diabete tipo 2 sono :
Sensazione di stanchezza
Frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne
Sete inusuale
Visione offuscata e lenta guarigione delle ferite
I sintomi non sono generalmente evidenti, vengono facilmente ignorati e la scoperta del
diabete può avvenire in modo del tutto casuale. La diagnosi di questa forma di diabete,
pertanto, può essere anche molto tardiva (mesi o anni) e, per questo motivo, è facile
riscontrare al momento della diagnosi la presenza di complicanze in stato avanzato.
Le complicanze del diabete di tipo 2 sono principalmente a carico di: occhi, reni, sistema
cardiovascolare e sistema nervoso . Le persone con diabete mellito corrono il rischio di
sviluppare diversi tipi di malattie degli occhi, fra cui retinopatia, cataratta e glaucoma, tutte
malattie che possono portare alla cecità; questo perché il diabete causa l’ ispessimento delle
pareti delle arterie di piccolo calibro e dei capillari, soprattutto a carico del microcircolo
periferico.
Il diabete può danneggiare i vasi sanguigni renali, rendendo difficile la purificazione del
sangue ed è per questo la causa numero uno delle insufficienze renali. L’iperglicemia può
danneggiare le cellule nervose al punto che il sistema nervoso potrebbe non inviare
correttamente i segnali al corpo. Questo disturbo è chiamato neuropatia diabetica. I disturbi
di tipo nervoso colpiscono principalmente mani e piedi (piede diabetico), ma i danni di tipo
nervoso possono colpire altri organi del corpo come il tratto digerente, la vescica e gli organi
sessuali causando, spesso, casi di disfunzione erettile.
La persona affetta da diabete mellito è va spesso incontro ad infezioni recidivanti a causa di
una riduzione dell’efficienza del sistema immunitario e quindi ad un costante stato di
immunodepressione.
Tra i 50 ed i 75 anni il numero dei nefroni si riduce del 50% e poiché con l’invecchiamento si
riduce la perfusione ematica renale, c’è una riduzione della funzione totale dei reni e della
capacità di produrre urina che comporta un ridotto funzionamento di tutto l’apparato
urinario. Questo fattore associato ad altri fattori tipici della senescenza porta a disturbi della
minzione, sia di tipo ritentivo che di incontinenza, molto frequenti in età senile e che
affliggono milioni di anziani in tutto il mondo.
Si intende per incontinenza urinaria l’ impossibilità a trattenere l’urina nella vescica. Questa
disfunzione può presentarsi in forma totale o parziale, nel senso che, nel primo caso, la
persona non trattiene nemmeno la minima parte di urina, mentre nel secondo caso il difetto
di incontinenza è solo parziale. Nella maggior parte degli anziani a causare la perdita di urina
è la cosiddetta vescica iperattiva, ossia l’ insorgenza di anomali spasmi dei muscoli della
vescica aventi il compito di spingere l’urina; queste incontrollabili contrazioni provocano
all’interno dell’organo un innalzamento della pressione che, ad un certo punto, finisce per
superare quella dello sfintere uretrale con conseguente fuoriuscita di urina.
Gli elementi distintivi di questa condizione cronica sono :
§ Urgenza
Necessità di urinare improvvisa ed impellente
§ Frequenza
Più di otto orinazioni nelle 24 ore e almeno due risvegli durante la notte
§ Incontinenza urinaria da urgenza
Perdita involontaria di urina in seguito ad uno stimolo che non si riesce a sopprimere
Molto spesso questo disturbo ha inizio nella posizione eretta o sotto sforzo o in seguito a
colpi di tosse o starnuti. Le donne sono maggiormente colpite rispetto al sesso maschile
perché le basse vie urinarie nel sesso femminile sono messe a dura prova dal parto e sono
altresì bersaglio delle trasformazioni indotte dalla menopausa.
Chi è afflitto da questo disturbo, pur avendo lo stimolo di urinare, non è in grado di
controllarsi poiché l’impellenza è tale, per cui l’urina viene rilasciata prima che la persona
abbia il tempo di raggiungere il bagno. La quantità di urina persa è abbondante e per i malati
questa è una condizione che genera grave imbarazzo, stati depressivi, induce all’ isolamento
sociale e limita l’autonomia della persona.
Capitolo 3
La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) è l’insieme di tecniche terapeutiche che, a partire da
una concezione della vita e dell’uomo elaborata nei primi secoli a.C., ha permesso ai Cinesi di
studiare e di trattare globalmente le questioni che si sono posti e si pongono sulla salute.
Per la cultura cinese l’uomo ha come prima responsabilità la sua salute, intesa in modo
esaustivo e globale : la salute non è solo assenza di sintomi o di malattia, ma è sviluppo di
tutte le potenzialità della persona. Il compito affidato ad ogni uomo è quello di portare a
termine i giorni assegnati a ciascuno dal destino, con una condotta di vita naturale, in
conformità alla legge del cielo. Mantenersi in salute è quindi prevenire la malattia, ma in
senso lato, cercando prima di tutto il proprio ben‐essere.
La MTC rimedia alle disfunzioni dell’organismo non tanto con la collaborazione del paziente,
ma con la preoccupazione costante che il paziente si prenda lui stesso carico , cioè sia il
responsabile ultimo della sua salute. Solo il paziente è l’artefice vero della sua guarigione,
utilizzando l’aiuto del medico e della medicina intesa in senso esaustivo. Il ruolo del medico
non è di guarire il paziente, ma di curarlo così bene da indurlo a guarire da solo.
La MTC riconosce i fattori patogeni, ma considera l’organismo in grado di contrastare le
aggressioni mediante capacità di reazioni intrinseche che dipendono dalla predisposizione di
ogni individuo a contrarre o meno certe malattie; da qui lo straordinario valore attribuito
dalla MTC alla prevenzione.
Una persona in buona salute è in grado di respingere attacchi di qualsiasi natura, ma se
l’organismo è debilitato si instaurano squilibri che minano le capacità di difesa; una volta
instauratasi la malattia, la MTC cerca in primo luogo di potenziare le capacità di risposta
dell’organismo. Il paziente viene considerato nella sua unicità e nessun aspetto della sua
persona, sia esso fisico, psichico o spirituale, viene trascurato o può essere scisso.
La Medicina Tradizionale Cinese è basata sul fatto che esiste una forza vitale chiamata Qi e
questa energia fluisce negli uomini in modo armonioso ed equilibrato. Questa armonia e
questo equilibrio costituiscono la salute. Se l’energia vitale non scorre bene allora avremo
disarmonia e squilibrio che costituiscono la malattia. I sintomi di malattia dal punto di vista
cinese indicano qualche perturbazione nel flusso del Qi, infatti due persone possono
presentare sintomi uguali o simili ma la diagnosi e la cura possono variare di molto : il
medico di MTC cura la persona non la malattia.
Il medico di MTC ha il compito di ristabilire il fluire naturale e regolare dei Soffi, essendo
convinto che ciò che anima l’organismo visibile è qualcosa di invisibile ma non per questo
meno concreto.
E’ consacrato buon medico colui che preserva la salute e previene le malattie.
Se la medicina occidentale si è sviluppata in modo fenomenico ed al di là di qualsiasi
concezione filosofica per ancorarsi nel dominio della osservazione e della sperimentazione,
la Medicina Tradizionale Cinese è l’applicazione all’uomo di un pensiero filosofico, di uno
stile di vita.
Analizziamo ora alcune delle patologie tipiche dell’età geriatrica viste nel capitolo
precedente, secondo l’ottica della Medicina Tradizionale Cinese.
Le cause scatenanti dell’artrosi secondo la MTC possono essere l’acqua, l’umidità e il freddo
ma anche dall’indurimento dei nostri sentimenti : i nostri pensieri sono diventati freddi e
duri nei confronti di una persona, di una situazione o della vita stessa. Infatti l’artrosi
colpisce in maniera maggiore le articolazioni più sollecitate ed utilizzate del nostro corpo nel
corso della vita quotidiana. Questa patologia limita molto i movimenti e secondo i cinesi il
movimento articolare è legato al Movimento Legno : se il Movimento Legno è in squilibrio
possono sorgere problemi alla colonna vertebrale o ci possono essere difficoltà alle
articolazioni, alla flessibilità del movimento, al radicamento dell’essere umano nel suo
complesso.
L’organo e il viscere collegati al Movimento Legno sono rispettivamente il Fegato e la
Vescicola Biliare e il Qi scorre rispettivamente nel Meridiano Zu Jue Yin (Merdidiano del
Fegato) e nel Meridiano Zu Shao Yang (Meridiano della Vescicola Biliare). Il Fegato è
l’ufficiale ma è sotto il comando della Vescicola Biliare.
Nel nostro caso prenderemo in considerazione il viscere perché secondo la MTC il problema
artrosico è principalmente un problema di Vescicola Biliare.
Infatti analizzando il percorso del Meridiano Zu Shao Yang (inizia di fianco agli occhi, corre
lungo la cima dell’orecchio, poi torna su verso il capo per due volte, scende lungo il collo
verso la parte frontale del corpo, giù verso l’esterno della gamba fino al piede, terminando
sull’angolo ungueale esterno del 4° dito) possiamo comprendere immediatamente come
difficoltà riscontrate a livello di occhi, orecchie, testa, tronco, gambe e piedi possano essere
connessi con uno squilibrio nel Meridiano della Vescicola Biliare.
La vescicola biliare è di natura Yang perché è cava e vuota all’interno, tuttavia non viene a
contatto, come gli altri visceri, con alimenti o scorie perciò possiede caratteristiche yin; per
questo motivo è considerata un viscere meraviglioso.
La Vescicola Biliare ha l’incarico del giusto e dell’esatto, è il giudice che emana
determinazione e decisione; ha la capacità di valutare una data situazione e di emettere un
giudizio, nel senso di decidere il corso di azione più opportuno : è la giusta decisione. La VB
rappresenta la capacità di decidere e di scegliere; da ciò deriva anche l’attribuzione alla VB di
coraggio e capacità di iniziativa. Svolge anche un ruolo di supervisione, in quanto Viscere
Straordinario, su tutti gli altri visceri; la VB comanda gli altri visceri, questi le chiedono
consiglio ed essa corrisponde loro la giusta decisione.
L’artrosi in età geriatrica è molto comune, ci sono persone che hanno questa patologia
diffusa in molte ossa ed articolazioni del corpo e non se ne rendono conto mentre altre che
non riescono a muoversi e sono molto doloranti; secondo la MTC questo dipende dalla VB, in
particolare dalla funzione che essa svolge, ossia dalla capacità di prendere la decisione giusta
nel momento giusto. La capacità decisionale è insita nella VB perciò nella persona bloccata
avremo una VB limitata nel suo compito di emanare la giusta decisione.
La causa più probabile dell’ipertensione secondo la visione della MTC è data dalla fuga dello
Yang di Fegato, che di solito è la conseguenza di un vuoto di Yin di Fegato e di Rene che non
riesce a trattenere lo Yang, il quale è libero di sollevarsi e di seguire in questo modo la sua
natura.
Nel paziente iperteso con fuga dello Yang di Fegato sarà possibile trovare vertigini, acufeni,
cefalea, viso gonfio e arrossato e occhi rossi, ovvero segni e sintomi di un eccesso di Yang in
alto; in altri casi, seguiti da un eccesso di sentimenti il Qi si accumula e si trasforma in Fuoco
esaurendo i liquidi e il sangue, cosi lo Yin non può più controllare lo Yang.
E’ preciso notare che in apparenza la malattia, non sta nell’eccesso dello Yang, ma in realtà
sta nel vuoto di Yin.
Altri quadri in cui è possibile trovare l’ipertensione e nella turba del Riscaldatore Superiore.
Se il TRS è in vuoto non può assolvere la sua funzione di diffondere Qi e Xue (sangue) dal
torace verso il resto del corpo. Il ristagno di Qi e Sangue provoca uno stato di agitazione
interna con angoscia toracica e picchi di ipertensione.
In pratica l’ipertensione è spesso associata ad un vuoto di Yin.
Lo studio delle tipologie secondo la “MTC” può aiutare quanto meno a comprendere il
paziente iperteso; sicuramente una tipologia Legno e una Fuoco, tipologie Yang, saranno
predisposte a stati ipertensivi e nello stesso tempo potranno tollerare valori di pressione
relativamente più alti rispetto ad altre tipologie.
Nella tipologia Terra si dovrà considerare la predisposizione di questi pazienti alle sindromi
dismetaboliche e conseguentemente la possibilità di sviluppare la patologia ipertensiva e si
considererà anche nella tipologia Acqua, un legame tra ipertensione e metabolismo dei
liquidi (origini renali dell’ipertensione). Nella tipologia Metallo si considera la stretta
partecipazione dell’organo Polmone con il Cuore all’interno del TRS e la collaborazione del
Polmone con i Reni (il Polmone abbassa i liquidi ai Reni) e quindi il controllo della pressione
arteriosa.
Possiamo considerare ancora quanto possa essere importante per una tipologia Legno
l’attività fisica, nella tipologia Fuoco il controllo delle emozioni e nella Terra la dieta, per
aiutare questi pazienti a mantenere sotto controllo l’eventuale stato ipertensivo.
Non esiste in MTC un termine equivalente a bronchite, ma la si considera una patologia
interna con sintomi ascritti nelle diverse categorie di tosse. Le cause scatenanti alla base di
questa patologia possono essere : vento‐freddo, in questo caso si ha tosse secca con
espettorato chiaro; vento‐calore, in questo caso si ha tosse con espettorato giallastro e
colloso. La bronchite crea difficoltà respiratorie e secondo i cinesi la respirazione è legata al
Movimento Metallo : se il Movimento Metallo è in squilibrio possono sorgere problemi alla
struttura e alla forza, spasmi della gola e dell’esofago, tosse, difficoltà respiratorie, malattie
debilitanti, mancanza di forza emotiva, problemi del linguaggio e della pelle.
Occorre ricordare inoltre che sulla superficie cutanea e delle mucose circola l’energia
difensiva che ha il compito di proteggere il corpo dalle aggressioni reali o immaginarie,
fisiche o psichiche. Vi sono due modi di reagire alle aggressioni : proiettare tutte le energie in
superficie oppure, al contrario, bloccarle all’interno per proteggere l’interiore di se stessi.
Sotto il profilo psicologico questi individui reagiscono in modo diverso in caso di aggressione
: nel primo caso avremo soggetti irritabili, che esplodono con facilità, con gola serrata alle
emozioni, perdita di controllo, che rifiutano di essere guardati, toccati o consolati; nel
secondo caso avremo individui che si chiudono in se stessi e diventano tristi e melanconici.
L’organo e il viscere collegati al Movimento Metallo sono il Polmone e l’Intestino Crasso.
Il Polmone ha la carica di ministro e cancelliere ed emana la regolazione delle trasmissioni; è
la radice del Qi e il suo splendore si vede nei peli e la sua prodigalità nella pelle. Al Polmone è
legata l’attività respiratoria : respirare, benché sia un’attività indipendente dalla nostra
volontà, è uno degli atti più importanti con cui ricostruiamo la nostra energia e aiutiamo le
funzioni organiche ad operare al nostro interno. La funzione del Polmone è quella di ricevere
l’energia, prendendola da fuori e portandola all’interno ed è una funzione che agisce ad ogni
livello; noi respiriamo sia fisicamente che emotivamente, infatti sono di uso comune
espressioni come : rimanere senza fiato per l’emozione oppure lasciami prendere fiato.
La pelle è il secondo Polmone e respira sicuramente e necessariamente come il Polmone
stesso; la pelle riflette la condizione del Polmone e la capacità di respirare. Molti problemi
legati alla pelle come eczema, psoriasi ed eruzioni cutanee riflettono uno squilibrio nel corpo
direttamente collegato con il Polmone; per esempio non è insolito trovare asma
accompagnata, preceduta o seguita da alcuni tipi di eczema.
L’intestino Crasso ha l’incarico dei transiti e dell’eliminazione dei residui delle trasformazioni
che si sono compiute nell’organismo a partire dal cibo e liquidi ingeriti. Per provvedere
correttamente all’evacuazione, l’Intestino Crasso ha bisogno del Qi che arriva dal Polmone e,
d’altro canto, la stipsi cronica può portare ad una stasi di Qi del Polmone con, ad esempio,
difficoltà respiratorie; tutto questo in base al rapporto che li lega uno all’altro all’interno del
Movimento Metallo.
A conferma del legame tra Polmone e Intestino Crasso, ricordiamo come i nostri nonni, pur
non essendo esperti di MTC, per permettere ai bambini di espellere il catarro e respirare
meglio effettuassero loro dei piccoli clisteri.
In Medicina Tradizionale Cinese le demenze senili si possono legare a turbe del Jing di Rene,
accumulo di Flegma o Stasi del Sangue. In particolare, le forme di demenza con netta
riduzione del volume cerebrale dimostrabili con TAC o RMN, gravi turbe mnemoniche e
forme maniacali sono ascrivibili a Vuoto di Jing; le forme di demenza con depressione e
associate a turbe metaboliche sono ascrivibili a flegma; le forme di demenza con note di
interessamento vascolare, turbe bipolari, ansia e forte insonnia sono ascrivibili a Stasi del
Sangue.
Inoltre possiamo ricordare come nel corso della demenza senile si possono osservare tre
quadri clinici particolari :
Sindrome presbiofrenica : riconducibile ad un vuoto di Jing
Forma Melanconica : riconducibile a Flegma
Forma Delirante : riconducibile ad eccesso di yang o turbe del Sangue
Nel vuoto di Jing avremo forme di demenza con turbe progressive della memoria,
soprattutto recente, con insonnia notturna ed attacchi diurni di sonno e tremori a riposo per
esaurimento del cervello; in MTC il cervello è definito Mare dei Midolli ed è connesso con il
Jing di Rene di cui è diretta emanazione. Nel Rene abita lo spirito Zhi che rappresenta la
forza profonda e più vera di ogni essere, una sorta di voler vivere che è la vera solidità fisica
e psichica individuale; una turba di Zhi, che nell’anziano equivale alla perdita della voglia di
vivere, crea le premesse yin o yang per la comparsa delle follie calme o agitate.
La demenza dovuta a Flegma è tipica di soggetti di costituzione Terra, sovrappeso, con
alimentazione irregolare ed acuita da preoccupazioni e vita in climi umidi avente come base
un vuoto di Yang di Milza. E’ caratterizzata da turbe cognitive severe associate ad
involuzione degli organi di senso, turbe digestive e stati depressivi.
La demenza causata da Stasi del Sangue colpisce individui con ipertensione, si associa a
cardiopatie coronariche, è di tipo vascolare e predispone all’ictus. E’ accompagnata da
patologie con alla base turbe circolatorie che vengono acuite dal freddo.
Le cause della cataratta possono essere diverse, in particolare questa patologia può derivare
da :
Radiazioni o patologie infiammatorie del bulbo oculare
Glaucoma o aumento della pressione oculare
Senilità
Patologie dismetaboliche o post‐ traumatiche
Nel primo caso, la Medicina Tradizionale Cinese fa riferimento a cause di tipo Vento‐Calore,
cioè soggetti che non sopportano il vento, sono agitati e debolezza di WeiQi; oppure Calore‐
Tossico, cioè soggetti con facile infiammazione del bulbo oculare e del corpo ciliare.
Nel secondo caso fa riferimento a cause di tipo Fuoco di fegato, cioè soggetti collerici,
irritabili, sofferenti di cefalea e con aumento della pressione oculare.
Il terzo caso riguarda il Vuoto di Rene, cioè persone anziane e soggetti con astenia più
psichica che fisica.
L’ultimo caso è dovuto a Flegma, cioè soggetti diabetici o con strascichi da trauma.
La malattia diabetica in Medicina Tradizionale Cinese viene inserita tra le affezioni dei liquidi
organici e legata sia a cause costituzionali che acquisite; il diabete viene quindi considerato
un esaurimento dei liquidi organici con sviluppo di calore e secchezza‐calore.
Tra le cause costituzionali, quella principale è il vuoto del Jing di Rene mentre le cause
acquisite sono essenzialmente le intemperanze alimentari che ledono la coppia stomaco‐
milza con aggravamento di calore e secchezza ed esaurimento dei liquidi e le turbe psichiche
protratte nel tempo che causano dapprima compressione del Qi di Fegato, poi sviluppo di
calore e di fuoco interni che colpiscono il sangue e i liquidi organici.
Le cause congenite ed acquisite, congiuntamente, generano calore o calore‐secchezza che
invadono il Triplice Riscaldatore causando i segni clinici della malattia; in effetti il Triplice
Riscaldatore è molto sensibile alla patologia da calore ed essendo la via delle acque risente
di tutte le perturbazioni dei liquidi organici. Benché non vi sia nessun organo anatomico
corrispondente al Triplice Riscaldatore, i Cinesi ritengono che tutti gli organi del corpo siano
controllati da questo e che il calore sia controllato dalla sua funzione. Il TR mantiene
temperatura e calore in condizioni ottimali affinché l’intero sistema porti avanti le fatiche
quotidiane in modo confortevole, armonioso ed equilibrato; se questa funzione fosse fuori
equilibrio, tutto il calore del corpo potrebbe essere compromesso causando eccessi di caldo
e freddo a livello emotivo e fisico, come una specie di yoyo all’interno del sistema.
Il Triplice Riscaldatore è diviso in tre parti a cui corrispondono determinati organi interni :
♣ Al Triplice Riscaldatore Superiore corrispondono Cuore e Polmone
♣ Al Triplice Riscaldatore Medio corrispondono Stomaco, Milza, Stomaco, Vescicola Biliare,
Fegato e Intestino Tenue
♣ Al Triplice Riscaldatore Inferiore corrispondono Rene, Vescica e Intestino Crasso
Da queste corrispondenze appena elencate è possibile notare la connessione del TR con la
respirazione, la digestione e l’eliminazione.
Il Triplice Riscaldatore è, in sostanza, il grande attivatore di tutti i processi di movimento e
trasformazione di cui diviene il trasmettitore e motore, sotto la spinta del Jing di Rene da cui
origina; questo fa si che il suo campo di azione si estenda ai liquidi come via delle acque, ai
solidi come vasca di macerazione e attivatore di tutte le purificazioni organiche, al Qi come
al Sangue e vada a coinvolgere i metabolismi di tutti gli altri organi.
Abbiamo perciò che le forme cliniche del diabete sono essenzialmente tre :
♠ Calore al Polmone ed al Triplice Riscaldatore Superiore o consunzione superiore da calore‐
secchezza con deficit dei liquidi e dello yin di Polmone
♠ Calore allo Stomaco ed al Triplice Riscaldatore Medio o consunzione da calore‐fuoco allo
Stomaco con lesione dei liquidi e dello yin
♠ Calore al Rene ed al Triplice Riscaldatore Inferiore o consunzione da deficit di Qi del Rene
con possibile compromissione dello yin
In Medicina Tradizionale Cinese la perdita del controllo della minzione appartiene alle
sindromi legate ad una condizione di vuoto, in particolare al vuoto di Rene. Le sindromi di
deficit o di vuoto di Rene riguardano le energie originarie e generatrici, il Jing, il Qi, lo yin e lo
yang.
La Vescica urinaria deve assicurare l’immagazzinamento e l’espulsione diretta delle urine,
ma anche assicurare la trasformazione dei liquidi da eliminare ed è attivata dallo yang di
Rene.
In dettaglio potrebbero presentarsi i seguenti casi :
ϑ Deficit di yang di Rene : si caratterizza con una carenza del fuoco organico, con carenza del
calore necessario agli altri zang‐fu per esercitare le loro funzioni. Semplificando è come se la
fiamma che brucia, essendo troppo fioca, non fornisse la necessaria energia al Rene, in
questo caso si avranno estremità fredde, minzione frequente e notturna, sensazione di
freddo alla zona lombare e alle ginocchia. Lo yang e lo yin sono sempre in relazione, per cui il
deficit di yang di Rene non mobilizza lo yin e lo blocca complicando il quadro clinico
presentandosi con sindromi che coinvolgono Milza, Cuore e Polmone. Tonificare lo yang di
Rene permette di intervenire sull’apparato riproduttivo, sui sintomi di invecchiamento
precoce, sull’incontinenza, sulla diuresi e la gestione dei liquidi corporei.
ϑ Deficit di yin di Rene : è la carenza probabilmente più diffusa causata dallo stile di vita
stressante nelle moderne società, sovraffaticamento, mancato riposo, collera e
risentimento, scarsa o scorretta alimentazione, tutto ciò porta a scompensi nei liquidi del
corpo, una loro eccessiva dispersione, ristagni e blocchi nella loro circolazione. Questo
quadro sintomatico se prolungato nel tempo provocherà un indebolimento del sistema
immunitario che evolverà in un deficit di yin e yang con patologie più gravi. Il deficit di yin di
Rene si accompagna sempre a sindromi di Fegato, di Cuore e di Polmone.
ϑ Deficit di Qi di Rene : si riferisce alla difficoltà nel controllare la fuoriuscita delle urine, più
frequentemente nelle persone anziane. In questo caso saranno presenti segni generali di
debolezza fisica e psichica in tutte le articolazioni. Il deficit di Qi di rene coinvolgerà la Milza
nella sua funzione di far risalire il Qi.
ϑ Deficit di Jing di Rene : avendo a che fare con lo sviluppo fisico, la riproduzione ed il sistema
osseo, riguarda principalmente le patologie ereditarie.
Occorre essere parsimoniosi nel consumo delle energie di Rene, un loro mantenimento e
tonificazione è sempre una condizione per migliorare la salute. Con l’avanzamento dell’età è
sempre indispensabile intervenire sulle energie di Rene.
Capitolo 4
Certamente non è impresa semplice mettere a confronto due sistemi terapeutici che
affondano radici in culture ed epoche diverse e la cui rispettiva evoluzione ha seguito
percorsi differenti, il cui unico punto di contatto sembra essere la cura del malato ed il
ripristino, laddove sia possibile, dello stato di salute.
In settemila anni di storia i cinesi hanno dedicato gran parte del loro sforzo intellettuale a
comprendere il significato dell’esistenza ed al tempo stesso ad utilizzare diverse tecniche per
sfuggire alla trappola della malattia. Molti ricercatori, studiosi e medici si sono impegnati per
portare la comprensione del Qi a livelli molto profondi elaborando diversi metodi per
conservare la salute e curare le malattie.
Anche le origini della medicina occidentale affondano le proprie radici nelle discipline
teologico‐filosofiche del passato, ma l’introduzione della ricerca sistematica sul modello
animale, l’avvento di innovazioni diagnostiche e terapeutiche e lo sviluppo di biotecnologie
avanzate hanno portato ad una suddivisione sempre più marcata di competenze
specialistiche con la conseguente sempre più netta divisione tra psiche e corpo.
E’ possibile perciò pensare che sia la medicina tradizionale cinese che quella occidentale
potrebbero avere avuto un origine comune, pur avendo sviluppato nei secoli percorsi che le
hanno divise e allontanate. Se da un lato, infatti, la scienza medica occidentale considera i
principi teorici su cui fa riferimento la medicina tradizionale cinese, troppo filosofici e astratti
per essere ritenuti realmente scientifici, dall’altro il sistema terapeutico orientale sembra
prendere le distanze da una medicina che pretende di sezionare il corpo umano in parti
quasi sconnesse da un tutto e che mette sullo sfondo la persona.
Solo da qualche decennio a questa parte la medicina scientifica ha assunto valori
nettamente diversi da quelli dei modelli tradizionali. La nascita del metodo statistico e quindi
del concetto di normalità, ha prodotto un ampio scollamento tra biomedicina e medicine
tradizionali nella definizione stessa di salute e di malattia. Per quanto i concetti di salute e di
malattia possano sembrare intuitivi a molti, l’analisi storica dei loro significati e contenuti,
dimostra che una definizione scientificamente valida o soddisfacente non è per nulla
semplice. Secondo l’ormai diffuso modo di vedere l’idea di malattia, questa deriva da uno
spostamento di un carattere da un valore di normalità individuato statisticamente; pertanto
il problema preminente della moderna medicina sembra essere quello della corretta
identificazione dei valori normali di riferimento. Conseguentemente si può facilmente
dedurre che l’attuale medicina giudica salute e malattia in termini numerici e statistici e,
dimenticando il problema dell’individualità, non giudica più l’adattamento dinamico tra
uomo e ambiente ma semplicemente di quanto un valore si discosti dal suo indice ideale
nella popolazione generale.
Diverso è stato, invece, l’iter storico delle medicine tradizionali o sacre. L’aggettivo sacro
utilizzato per definire le medicine tradizionali non si riferisce a contenuti di natura religiosa,
ma una costante ricerca di armonia tra microcosmo e macrocosmo, interiorità ed esteriorità,
tra individuale e
collettivo : sacer in latino indica il grado di equilibrio raggiunto tra gli opposti.
Nella pratica, pertanto, la moderna medicina sembra essere distante dal concetto di salute
espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità : stato di completo benessere fisico,
psichico e sociale e non soltanto assenza di malattia o infermità. Oggi la contrapposizione tra
salute e malattia non sembra più essere giocata sulla percezione individuale, ma valutata in
ragione di dati strumentali ed ematochimici che non tengono nessun conto delle
psicodinamiche individuali. E’ importante ricordare il concetto di unicità insito nella
concezione cinese dell’essere umano : il fatto che due persone possano manifestare lo
stesso sintomo non significa che la diagnosi e la cura debbano essere identiche. Questo è il
motivo per cui la Medicina Tradizionale Cinese non diagnostica tramite i sintomi; la medicina
sintomatica corre il rischio di sbagliare diagnosi non prendendo in considerazione la persona
nella sua integrità e perdendo così di vista la distinta, unica richiesta di aiuto.
C’è un’arroganza di fondo nella scienza medica attuale che crede di aver scoperto verità
universali, omogenee e definitive, mentre bisognerebbe ritornare ad una centralità
dell’uomo che sembra piuttosto dimenticata.
La Medicina Tradizionale Cinese può restituire spessore umanistico ad una medicina
tecnocratica e forse troppo distante dai reali e primari bisogni dell’uomo; riscoprire e
difendere antiche culture non significa ancorarsi al passato ma percepire il presente con
occhi e sensibilità più ampie, più profonde e diverse.
La crescente tecnicizzazione della medicina ha portato anche, come inevitabile conseguenza,
una crescente insoddisfazione : l’uomo malato si sente spesso mal compreso nella sua
sofferenza fisica e nel suo travaglio interiore proprio da chi dovrebbe aiutarlo a riconquistare
la salute perduta. Si rivela quindi necessaria una integrazione tra medicina supertecnologica
moderna e quella profonda umanità di cui erano intrise le medicine tradizionali del passato.
La medicina è sempre stata considerata un’arte proprio perché non riconducibile a scienza
esatta come invece vuole apparire la medicina moderna. Ogni tipo di intervento ha un suo
momento terapeutico che va rispettato e che rende ottimale la risposta; infatti un tipo di
intervento terapeutico somministrato al momento non adatto, rischia non solo di risultare
inefficace, ma di indurre una reazione di sfiducia che genera successiva resistenza ad
ulteriori tentativi terapeutici. Occorre conoscere le varie prospettive ed i mezzi per
perseguire gli scopi terapeutici che da esse scaturiscono, poi operare una scelta operativa di
priorità e non perseguire mai più obiettivi contemporaneamente.
Per i motivi descritti sopra, negli ultimi anni sta crescendo vertiginosamente l’interesse per
le medicine complementari o non convenzionali alle quali si affidano un numero sempre
maggiore di persone nella speranza di venire a contatto con soggetti in grado di mettere in
pratica la prima caratteristica dell’arte medica : la capacità di ascoltare, accogliere, farsi
carico dei problemi del malato senza però essere invasi o schiacciati da coloro che si
accolgono.
Capitolo 5
Il lavoro svolto negli ultimi anni mi ha permesso di incontrare e conoscere numerose
persone nel campo sanitario e assistenziale, figure comprendenti medici, infermieri,
fisioterapisti, operatori sanitari o semplici assistenti familiari operanti a domicilio. Con
alcune di esse più aperte e disponibili è stato possibile instaurare un rapporto professionale
e umano molto proficuo sotto numerosi punti di vista ed intraprendere progetti di
collaborazione che sono andati ben oltre la mera assistenza portata a persone bisognose di
aiuto.
In particolare, grazie alla sensibilità di una dottoressa specializzata in geriatria e operante in
una casa di riposo è stato possibile far entrare nella struttura assistenziale la Reflessologia Zu
: due pomeriggi a settimana mi sarei potuto recare all’interno della struttura per
massaggiare gli ospiti.
La casa di riposo è piuttosto piccola ed il numero degli ospiti autosufficienti o semi‐
autosufficienti abbastanza ristretto perciò una persona sarebbe riuscita a ricevere un
trattamento ogni tre settimane circa salvo diversa disposizione della dottoressa stessa,
infatti nel progetto è previsto un monitoraggio delle condizioni delle persone massaggiate e,
in caso di necessità, si sarebbe deciso di trattare una persona piuttosto che un’altra.
Quando si opera nel sociale la Reflessologia Zu diventa quasi un pretesto per dare quello di
cui le persone anziane della struttura hanno più bisogno : cura, attenzione, comprensione e
affetto; in questo modo si crea quell’osmosi magica per cui si dà e si riceve.
Sono emerse tante possibilità per verificare con Operatori sanitari o di sostegno sociale
come la Reflessologia Zu possa offrire reali occasioni di potenziamento del benessere e di
movimento delle condizioni vitali di tutte le persone coinvolte; si sono subito riscontrati
positività, buon umore ed entusiasmo, perché nella maggior parte dei casi l’anziano ama che
qualcuno si prenda cura di lui con delicatezza, gentilezza ed armonia.
C’è chi ha vissuto il periodo del trattamento come pura terapia fisica, sentendo così più
leggero il peso dell’età; c’è chi invece, oltre a questi benefici, riconosce di aver migliorato
anche la capacità di relazionarsi con gli altri. Poco abituati al contatto con persone non
familiari, seduta dopo seduta si sono lasciati andare respirando una situazione di benessere,
calma e serenità che ha permesso loro di vivere meglio il rapporto con gli altri ospiti, con il
personale della struttura e con se stessi.
Ogni incontro, inoltre è stato per gli ospiti un punto di riferimento, un valore di
orientamento temporale.
Settimana dopo settimana si instaura un rapporto di reciproca fiducia ed i trattamenti
proseguono come sono iniziati : gli occhi socchiusi e le mani iniziano a muoversi seguendo
l’istinto, nulla di programmato, nulla di prestabilito, nessun protocollo e, come spesso
accade, le mani diventano estensione del cuore o, meglio dire, estensioni dell’anima.
Questa iniziativa completamente gratuita ha permesso alle donne ed agli uomini ricoverati di
trarre un beneficio fisico e psicologico dai trattamenti ricevuti ed a me di poter verificare sul
campo tutto quello studiato in questi anni di scuola.
I risultati del progetto sono stati così positivi che, dopo aver sospeso l’attività per le vacanze
estive, è stata richiesto il proseguo dei trattamenti ed ancora oggi il martedì pomeriggio
nella casa di riposo “Il Sorriso” è il pomeriggio della Reflessologia Zu
La cosa che è emersa immediatamente, prima ancora della morfologia dei vari piedi, è stata
la mancanza di odore dei piedi delle persone da trattare o meglio tutti i piedi avevano lo
stesso odore di disinfettante; per le volte successive è stato chiesto di evitare il lavaggio dei
piedi degli ospiti prima del massaggio perché ogni persona ha un suo particolare odore che
la contraddistingue e questo poteva essere un elemento aggiuntivo alla diagnosi
reflessologica, ma la risposta è stata negativa in quanto non sarebbe stato possibile far
incontrare gli ospiti ad estranei senza prima averli completamente lavati. Il senso dell’olfatto
in questo caso non avrebbe fornito nessuna informazione, l’odore di putrido caratteristico
delle persone anziane non è emerso ma questa caratteristica relativa al Movimento Acqua e
tipica di vuoto renale è stato possibile intuirla dalle unghie spesse, scure e molte volte
deformi.
Passando ad un’analisi del piede si prenderanno in considerazione le alterazioni
morfologiche analizzando le I.A.R.S., ossia Identificazione Aree Riflesse Sensibili e si andrà ad
evidenziare cosa è o non è presente su un piede rispetto ad un piede ideale; infatti nei piedi
si somatizza quello che non si riesce ad esprimere e perciò tutto quello che c’è in più o in
meno nel piede rispetto ad un piede ideale , c’è in più o in meno nel corpo.
In particolare, si osserveranno le manifestazioni morfologiche di origine organica sulla pianta
del piede soprattutto tramite calli e callosità, di origine psicosomatica sulle dita e di origine
energetica sul dorso del piede. Questa distinzione permette di effettuare una diagnosi e
conseguentemente un trattamento a 360° ed aiutare le persone a stimolare la capacità di
autoguarigione del corpo sotto tutti i punti di vista.
Nonostante l’ambiente fosse conosciuto molto bene da tutti gli ospiti, il massaggio ai piedi è
stato per tutti una grossissima novità perciò la prima volta in cui si sono sdraiati sul lettino
presentavano il classico atteggiamento di incrocio dei piedi in segno di difesa. I piedi in clinch
dimostrano l’atteggiamento di chiusura delle persone nell’affrontare situazioni nuove,
rappresentano il cercare di proteggersi di fronte a ciò che non si conosce. Questa situazione,
abbastanza facile da prevedere tenuto conto dell’età e del tipo di persone con cui ci si
rapportava, si è evoluta in meglio con l’aumentare del numero di incontri e della fiducia
reciproca instauratasi con il passare del tempo.
La callosità nell’area mediale dell’alluce, callosità padre, e la callosità nell’area mediale del
calcagno, callosità madre, permettono di capire se le problematiche della persona sdraiata
sul lettino sono nella parte alta o bassa del corpo; a livello psicosomatico rappresentano il
vissuto di disagio della persona rispetto all’archetipo della figura del padre e della madre e
l’interpretazione risulta differente a seconda se la callosità è presente sul piede destro o sul
piede sinistro. Infatti il piede sinistro rappresenta il passato mentre il piede destro
rappresenta il presente.
Nel caso dei nostri ospiti, quasi tutti presentano una evidente callosità calcaneare ad
indicare problemi nella parte bassa del corpo; l’eccezione è la sig.ra Giovanna che evidenzia
una enorme callosità sull’alluce destro. Dalla sua storia sono emersi problemi con il padre
scoppiati in età adulta, ancora non risolti e che si sono trasferiti anche nella vita quotidiana
verso qualsiasi principio di autorità sia esso il capufficio o il marito stesso.
Osservando i piedi del sig. Franco, salta subito all’occhio la sovrapposizione del secondo dito
rispetto all’alluce. Abbiamo che i punti jing del meridiano Zu Yangming o Meridiano dello
Stomaco, situato sull’angolo ungueale esterno del secondo dito, e del meridiano Zu TaiYin o
Meridiano della Milza/Pancreas, situato sull’angolo ungueale mediale dell’alluce vengono a
trovarsi più in alto rispetto al punto jing del meridiano Zu Jueyin o Meridiano del Fegato;
analizzando questa situazione alla luce dei cinque movimenti avremo che il Fegato si
troverebbe in una condizione di sottomissione rispetto a Stomaco e Milza/Pancreas e perciò
anziché essere il Legno a controllare la Terra come stabilisce il ciclo Ke di controllo, è la Terra
che sfugge al controllo del Legno.
A livello fisiologico avremo che l’acidità dello Stomaco prende il sopravvento sull’alcalinità
del Fegato con conseguente iperacidità gastrica.
Chiedendo al personale della struttura ed al sig. Franco notizie riguardo la situazione del suo
apparato gastro‐intestinale, si è avuta la conferma di quanto osservato attraverso i piedi : da
moltissimi anni è obbligato ad una terapia farmacologica basata su antiacidi e procinetici per
tentare di alleviare i suoi bruciori di stomaco e tamponare i disturbi del reflusso
gastroesofageo provocato da un’ernia iatale.
Molti piedi delle persone anziane ricoverate nella struttura presentano valgismo dell’alluce;
c’è chi ha un solo valgismo a destra e chi lo presenta su entrambi i piedi con apparizione
primaria sul piede sinistro. L’area riflessa dell’alluce valgo corrisponde alla proiezione della
settima vertebra cervicale perciò rappresenta è la manifestazione somatizzata di vissuti
relativi a sovraccarichi di responsabilità. L’alluce valgo sinistro è la manifestazione di
responsabilità a livello affettivo, emozioni elaborate dall’emisfero cerebrale destro;
successivamente questa alterazione tenderà ad apparire anche sul piede destro in quanto le
problematiche emozionali difficilmente riescono ad essere controllate totalmente dalla
razionalità. L’alluce valgo destro è la manifestazione di sovraccarichi di responsabilità a
livello razionale, emozioni elaborate dall’emisfero cerebrale sinistro; in questo caso le
persone riescono a non coinvolgere la sfera affettiva nelle loro responsabilità lavorative
giornaliere.
Nel caso di alluce valgo monolaterale, il sig. Piero rappresenta l’eccezione che conferma la
regola : il suo alluce valgo è solo sul piede sinistro, oltretutto con una evidente cipolla. La
spiegazione di questo fatto può essere ricercata nella sua capacità, sicuramente molto rara,
di essere riuscito a tenere ben separate le responsabilità a livello emozionale da quelle a
livello razionale; sarà per questo motivo che non si è mai sposato?
Nel caso di alluce valgo bilaterale, non potendo contare su una risposta precisa da parte
dell’anziano su quale sia apparso per primo, ci si è dovuti basare sul tatto; una delicata
palpazione ci ha permesso di determinare quale sia la più recente e quale quella più vecchia.
A conferma di quanto espresso precedentemente, è risultato che le sporgenze più spigolose,
più yang e quindi più acute sono sui piedi destri mentre le sporgenze più tondeggianti, più
yin e quindi più croniche son sui piedi sinistri.
Pondulo, il quarto dito del piede, è raggiunto dal meridiano Zu Shaoyang, Vescicola Biliare;
alterazioni di questo dito danno informazioni sulla condizione dell’organo corrispondente,
cioè la cistifellea. La sig.ra Rosa presenta un quarto dito molto più grosso rispetto alle altre
dita e questo significa che ci troviamo di fronte una persona che ha la tendenza a trattenere
e controllare, controllo emozionale e fisico. Il piede in questione è il destro, a testimoniare
una difficoltà a manifestare le proprie emozioni nel quotidiano e, come confermato dal
personale di servizio, la presenza di calcoli alla cistifellea non operati a causa dell’avanzata
età del soggetto. Tutto questo confermato dalla presenza di una callosità sull’epifisi distale
del quarto metatarso in corrispondenza dell’area riflessa della vescicola biliare.
Il sig. Giuseppe ha una callosità ovale nell’area delle epifisi distali del secondo e terzo
metatarso di entrambi i piedi; nella mappa reflessologica Zu questa zona corrisponde all’area
riflessa dei Polmoni e sta ad indicare una iperproduzione di catarro. Il suo spessore fa
presupporre un problema di vecchia data ormai cronicizzato e il fatto che il sig. Giuseppe sia
un accanito fumatore non fa altro che avvalorare la nostra ipotesi.
La zona del piede della sig.ra Maria che maggiormente si discosta da un piede ideale è la
cavità determinata dal calcagno e dalle ossa tarsali che, reflessologicamente corrisponde
all’area riflessa della vescica. Nel suo caso appare molto grande e tesa, indicando un
prolassamento patologico di tale organo dovuto probabilmente alla sua avversità all’utilizzo
dei bagni pubblici associata ad un lavoro che la obbligava ad essere spesso in giro. Questo ha
comportato nel tempo l’incapacità della vescica a svuotarsi completamente provocando un
ristagno indesiderato di urina e conseguente predisposizione al rischio di infezioni. Il
personale della casa di riposo ha confermato che la signora riesce a passare molte ore senza
chiedere di essere accompagnata in bagno e il medico ha dovuto prescriverle più volte
farmaci per infezioni delle vie urinarie di varia gravità.
Le situazioni sopra descritte rappresentano alcuni tra i casi più evidenti che si sono
presentati durante i trattamenti effettuati e statisticamente vanno ad aumentare le
conferme riguardo le interpretazioni morfologiche dei piedi secondo la Reflessologia Zu
Capitolo 6
La signora Tina di 89 anni ha iniziato il suo percorso di trattamenti reflessologici su
suggerimento della figlia, preoccupata per lo stato di salute della madre soprattutto a livello
psicologico, dopo la morte del marito.
E’ sempre stata una donna forte e decisa ma, dopo aver assistito il marito malato per diversi
anni si è ritrovata sola in casa, senza punti di riferimento e soprattutto senza lo scopo che
ogni mattina la faceva alzare dal letto ed affrontare con decisione la giornata.
Tenendo conto della sua età anagrafica, la signora Tina si presenta in condizioni fisiche e
mentali molto buone; le sue lamentele riguardo il suo stato di salute riguardano un
fastidioso ronzio alle orecchie con conseguente sensazione di giramenti di testa e perdita di
equilibrio, la poca voglia di alzarsi dal letto per affrontare la giornata ed uno stato ansioso
che la assale senza preavviso durante il giorno e le impedisce di dormire bene la notte.
Stesa sul lettino la signora presenta in visione plantare, cioè nella parte del piede in cui
vengono somatizzate le manifestazioni morfologiche di natura organica, la quasi totale
assenza di callosità fatta eccezione una callosità posteriore calcaneare alla quale daremo un
significato di ansietà.
Il problema più grave a livello organico subito dalla signora è un piccolo infarto cardiaco
avvenuto 15 anni or sono che no ha lasciato strascichi ed è stato superato molto bene; l’area
riflessa del cuore situata sull’epifisi distale del quarto metatarso del piede sinistro non
presenta alcuna anomalia e non è neanche dolorante al tatto. Il cuore non è quasi mai
identificabile attraverso il piede perché appartiene ad un Meridiano Shou, dell’arto
superiore e non ad un Meridiano Zu, dell’arto inferiore.
La parte dorsale del piede, in relazione alle manifestazioni morfologiche di natura
energetica, si discosta da un piede ideale : contrazione evidente dei tendini estensori delle
dita. Questa situazione indirizza la diagnosi reflessologica verso un’origine energetica dei
problemi della signora Tina.
Analizzando le dita che rappresentano la somatizzazione di manifestazioni morfologiche di
natura psico‐somatica, si nota un mellino molto ingrossato tipico delle persone ansiose; in
particolare in questo caso è il dito sinistro ad essere ingrossato e questo fatto verrà
interpretato come ansia immotivata. Sull’angolo ungueale esterno del V dito del piede
termina il Meridiano Zutaiyang; tai significa grande, espanso e rappresenta la frontiera tra il
mondo esterno e quello interno, è in rapporto con l’energia cosmica freddo ed associato al
sentimento della paura, dell’ansia.
Altra situazione che si discosta da un piede ideale è il dito pondulo di entrambi i piedi; esso si
presenta corto, magro e flesso. La spiegazione di questa cosa è da ricercare nel carattere
schietto, sincero e diretto della signora Tina.
Sull’angolo ungueale esterno del IV dito del piede termina il Meridiano Zushaoyang; è il
perno tra gli yin e gli yang ed è pervaso dall’energia dei primi caldi di primavera : questa
energia di natura yang attacca la parte alta del corpo e l’organo che ne risente
maggiormente è il cuore.
Tenuto conto dell’analisi precedente, il trattamento sarà affrontato principalmente
sull’aspetto energetico ed anche sull’aspetto organico che andranno poi a lavorare su quello
psico‐somatico.
Si decide di trattare tutte le zone del piede appartenenti al Movimento Acqua; specialmente
l’area riflessa del rene situata sotto l’epifisi distale del terzo metatarso con un massaggio
lento e profondo in tonificazione, l’area riflessa dell’orecchio medio situata in visione
plantare sull’articolazione tra II e III falange e l’area riflessa dell’orecchio interno situata
dorsalmente tra il IV e il V metatarso, l’area riflessa dei seni frontali posizionata
plantarmente nella piccola cavità della parte alta centrale della II falange dell’alluce con un
massaggio leggero e veloce in dispersione.
Tutto il sistema nervoso è sotto il controllo dell’Acqua perciò in questo modo riusciamo ad
agire sia sulle parti anatomiche corrispondenti al fastidio evidenziato, sia sul sistema nervoso
per iniziare a risolvere il problema ansiogeno. Oltretutto l’emozione legata al Movimento
Acqua è la paura e l’organo di senso le orecchie.
Durante il primo trattamento lo stato ansioso della signora Tina è emerso in maniera
evidente con una sudorazione localizzata solo sulla pianta del piede : questo tipo di
sudorazione è indicativo di una vasocostrizione a livello periferico, determinata da una
scarica di adrenalina.
Per alleviare i disturbi dell’ansia si decide di lavorare il punto V67 zhiyin arrivo dello yin,
punto di tonificazione del Meridiano Zutaiyang che cura il vertice della testa e situato
sull’angolo ungueale esterno del V dito del piede questo abbiniamo il punto V66 zutonggu
fondo della valle punto di equlibrio e posizionato sull’epifisi prossimale della prima falange
del V dito del piede che rafforza la tonificazione. Viene massaggiato anche il punto V60
kunlun montagna del kunlun al centro della depressione che si trova dietro al malleolo
peroneale detto punto aspirina per le molteplici indicazioni antidolorifiche.
Il cuore è l’organo più coinvolto in caso di stati ansiosi perciò viene trattato il suo meridiano
corrispondente Shushaoyin che è anche l’accoppiato del Meridiano Taiyang. Il massaggio
riguarderà il punto C9 shaochong piccolo assalto punto di tonificazione e situato sull'angolo
ungueale mediale del mignolo della mano, il punto C8 shaofu giovane viscere punto di
equilibrio situato sul palmo della mano nello spazio infraosseo tra quarto e quinto
metacarpo epifisi prossimale, che rafforza la tonificazione.
Pensando alle manifestazioni morfologiche del dito pondulo ed ai problemi alle orecchie
della signora Tina, tratteremo anche i punti del Meridiano Zushaoyang; il percorso
anatomico dei questo meridiano inizia all’angolo esterno della cavità orbitaria, prosegue
davanti al trago nella depressione che si genera quando si apre la bocca, gira intorno
all’orecchio, prosegue sulla zona temporale per poi scendere lateralmente al cranio e
proseguire sempre lateralmente lungo tutto il corpo e terminare sull’angolo ungueale
esterno del IV dito del piede. Tratteremo il punto 44VB zuquiaoyin cavità dello yin, punto
terminale del meridiano e il punto 43VB xiaxi a lato del ruscello, individuabile nella porzione
prossimale tra il IV e il V dito del piede; la parte riflessa dei punti del Merdiano Zushaoyang è
identificabile lateralmente ed esternamente al IV dito del piede in spazi molto limitati, perciò
per la loro stimolazione viene usato lo stilomass : i punti che danno una risposta più dolorosa
sono solitamente quelli con maggior efficacia terapeutica. Tratteremo in particolare il punto
20VB fengchi stagno del vento, posizionato sotto la sporgenza distale della prima falange del
IV dito, il punto 2VB situato sotto la sporgenza dell’articolazione II‐III falange, il punto 8VB
identificabile lateralmente al centro della terza falange e il punto 12VB sulla sporgenza
prossimale della seconda falange del IV dito, data la loro posizione intorno all’orecchio sul
percorso del meridiano anatomico.
Il Meridiano accoppiato di Shaoyang è Jueyin, del quale andremo a trattare alcuni punti del
Meridiano Shoujueyin. I punti presi in considerazione sono 9MC zhongchong mezzo d’assalto
situato all’estremità centrale della punta del dito medio della mano e il punto 8MC situato al
centro del palmo della mano, nello spazio infraosseo tra III e IV metatarso.
Le sindromi ansiose fanno perdere alle persone la voglia di vivere, fanno crescere in loro la
paura e l’apprensione, non permettono di rimanere in contatto con il proprio centro; per
questi motivi si è deciso di trattare il Meridiano Renmai. Renmai è ciò che determina e
facilita nell’uomo l’accoglienza, sia sul piano materiale sia immateriale, la capacità di
inglobare, assimilare e metabolizzare ciò che è diverso. Per la sua centralità è considerato il
muro maestro, il mare dei meridiani yin : amministra la capacità di affrontare la vita.
La proiezione riflessa sul piede del Meridiano Renmai è identificata medialmente tra il
percorso dello Zutaiyin e quello della colonna vertebrale riflessa. Viene massaggiato a
lombrico tutto il percorso del meridiano e così facendo si agisce in via riflessa anche sulla
colonna vertebrale, in particolare ci si sofferma sul tratto compreso tra VC12 zhongwan
centro dell’addome e
VC 21 xuanji gioiello del cielo, corrispondente alla parte mediale del primo metatarso : il
trattamento di questi punti permette di agire sul plesso solare, sui problemi respiratori e
sull’ansia.
Per concludere il trattamento viene massaggiato il punto 3F taichong grande assalto del
Meridiano Zujueyin identificabile nello spazio infraosseo terzo prossimale tra il secondo e
terzo metatarso : è uno dei punti ad alta energia che curano le cento malattie.
Quanto appena descritto non ha riguardato un solo trattamento ma è stato suddiviso in più
volte tenendo conto del feed‐back riportato dalla signora dopo ogni seduta.
I riscontri ottenuti sono stati molto positivi e con la signora Tina si è instaurato un rapporto
davvero speciale; l’affetto, la considerazione e la stima che nutre nei miei confronti mi
rendono orgoglioso ma nel contempo anche un po’ preoccupato per la responsabilità che
grava sulle mie spalle.
A quasi due anni di distanza dal nostro primo incontro e senza motivi particolari in quanto la
sua situazione si è risolta da tempo, mi reco ancora oggi una volta alla settimana dalla
signora Tina; durante il massaggio chiacchieriamo di cose serie e di cose frivole, della sua
gioventù, di suo marito e di qualsiasi cosa ci passi per la testa.
Probabilmente stava solo cercando una persona che l’ascoltassee si occupasse di lei.
N.B. Per una questione di privacy i nomi utilizzati in questo scritto sono di pura fantasia
Quello che mi sorprende degli uomini
è che perdono la salute per fare i soldi
e poi perdono i soldi per recuperare la salute
(Dalai Lama)
Capitolo 7
Bibliografia
Riccardo Tortora Competenze di Cultura Medico sanitaria Edizioni Clitt
C.Larre, F.Berera Filosofia della Medicina Tradizionale Cinese Jaka Book
F.Bottalo, R.Brotzu Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese Xenia Ed.
D.M. Connelly, PH.D Agopuntura tradizionale –
La legge dei cinque elementi Edizioni Il Castello
G. Artioli Manuale di Riflessologia Plantare Xenia Edizioni
AMSA Fogli elettronici di Medicina Tradizionale e non Convenzionale
Alfredo Esposito Baldassarre Reflessologia Zu vol.I,II,III Edizioni Zu Center
Aurelio Pisoni Jingluo dispensa Scuola Superiore Reflessologia Zu
Appunti delle lezioni Scuola Superiore Reflessologia Zu