Transcript
  • Il libro

    SONO UN ESPERTO SCHERMITORE. ESONO ABILE IN MATERIA DI MORTE. NONTRAGGO PIACERE DAL mio talento.Sono bravo, questo tutto.

    1735, LONDRA. HAYTHAM KENWAY STATO ISTRUITO A USARE LA SPADA FINDALLET IN CUI HA POTUTOIMPUGNARNE UNA. QUANDO LA CASADELLA SUA FAMIGLIA VIENEATTACCATA, SUO PADRE ASSASSINATO ESUA SORELLA RAPITA DA UOMINIARMATI, HAYTHAM SI DIFENDENELLUNICO MODO CHE conosce:uccidendo.

    SOLO AL MONDO, VIENE ACCOLTO DA

  • UN MISTERIOSO TUTORE CHE LOADDESTRA A DIVENTARE UN ASSASSINOIMPLACABILE. CONSUMATO DALLA SETEDI VENDETTA, HAYTHAM INIZIA UNVIAGGIO ALLA RICERCA DEI COLPEVOLI,UN VIAGGIO DURANTE IL QUALE COSTRETTO A DIFFIDARE DI TUTTI E AMETTERE IN DUBBIO ogni certezza.

    SEMPRE CIRCONDATO DA TRADITORIE NEMICI PRONTI A COMPLOTTARECONTRO DI LUI, HAYTHAM VIENETRASCINATO NELLA secolare battagliatra Assassini e Templari.

  • OLIVER BOWDEN

    ASSASSINSCREED

    FORSAKEN

  • Prologo

    NON lho mai conosciuto. Lo

    credevo, ma fu solo nel leggere il suodiario che mi resi conto di non averlomai conosciuto. Ora troppo tardi. troppo tardi per dirgli che mi ero fattounidea sbagliata di lui. Troppo tardi perdirgli che mi dispiace.

  • PARTE PRIMA

    Dal diariodi Haytham E. Kenway

  • 6 dicembre 1735

  • 1DUE giorni fa avrei dovutofesteggiare il mio decimo compleanno,invece quel giorno passatoinosservato; niente festeggiamenti, solofunerali e la nostra casa, distrutta dalfuoco, sembra un dente annerito emarcio tra gli alti e signorili edifici inmattoni bianchi della piazza dedicataalla Regina Anna.

    Per il momento viviamo in una dellepropriet di mio padre a Bloomsbury. una bella casa e, sebbene la famiglia siadevastata e le nostre esistenzelacerate, siamo grati di averla.Rimarremo qui, sconvolti, come in unlimbo, come fantasmi, finch verr

  • deciso il nostro futuro.Lincendio ha divorato i miei diari,

    cos che iniziare questo comericominciare da capo. giusto quindiche parta con il mio nome, Haytham, unnome arabo per un ragazzo inglese chevive a Londra e che dalla nascita fino adue giorni fa aveva vissuto unesistenzaidilliaca, protetta dalla immanesporcizia che invade la citt. Da casanostra vedevamo il fumo e la nebbiasospesi sul fiume e, come tutti gli altri,eravamo infastiditi dalla puzza cheposso descrivere soltanto come quelladi pelo di animale bagnato; nondovevamo, tuttavia, camminareattraverso i maleodoranti rifiuti diconcerie, macellerie ed escrementi di

  • animali e persone. Gli effluvi cheaccelerano la diffusione di malattie:dissenteria, colera, poliomielite

    Dovete coprirvi bene, signorinoHaytham, se non volete esserecontagiato.

    Attraversando i campi perraggiungere Hampstead, le balie mitenevano alla larga dai poveraccisquassati dalla tosse e mi coprivano gliocchi, affinch non vedessi bambinideformi. Ci che pi temevano era lamalattia, immagino perch con lei nonsi pu discutere: non la si pu ricattaren combattere con le armi e nonrispetta n ricchezza n posizionesociale. una nemica implacabile.

    Naturalmente aggredisce senza

  • preavviso. E cos ogni sera micontrollavano per vedere se avevoqualche segno di morbillo o varicella,poi riferivano a mia madre che stavobene, allora lei veniva a darmi il baciodella buona notte. Io ero uno deifortunati, con dei genitori che volevanobene a me e alla mia sorellastra Jenny,che mi parlavano di povert e ricchezza,mi inculcavano lidea di quanto fossifortunato e mi spingevano a pensareagli altri; erano loro che assumevanobalie e istruttori per occuparsi di me edella mia istruzione, cos che potessicrescere e diventare un uomo con altivalori morali e di grande merito. Unprivilegiato, non come i bambini chedevono lavorare nei campi, nelle

  • fabbriche e inerpicarsi su per i camini.A volte, tuttavia, mi chiedevo se

    quei bambini avessero amici. E se neavevano, pur non invidiando le loro vite,sapendo che la mia era molto piconfortevole, invidiavo loro gli amici. Ionon ne avevo, non avevo neppurefratelli o sorelle della mia et e cos,ecco, ero timido. Cera inoltre un altroproblema, sorto quando avevo appenacinque anni.

    Era successo un pomeriggio. Leabitazioni signorili della nostra piazzaerano costruite luna accanto allaltra,e ci capitava di vedere i nostri vicini onella piazza o nei loro giardini sul retro.Nella casa accanto alla nostra vivevauna famiglia con quattro figlie, due

  • delle quali avevano pressappoco la miaet. Le bambine passavano ore e ore asaltellare o a giocare a moscacieca nelgiardino e io le sentivo mentre studiavosotto gli occhi vigili del mio precettore,il vecchio signor Fayling, dalle folte egrigie sopracciglia e labitudine ditoccarsi il naso e di studiareattentamente ci che aveva tirato fuoridei recessi delle sue narici, per poimangiarselo furtivamente.

    Quel particolare pomeriggio ilvecchio signor Fayling era uscito dallastanza e io avevo atteso di non sentirepi i suoi passi prima di abbandonarelaritmetica, alzarmi, andare allafinestra e sbirciare nel giardino dellacasa dei Dawson.

  • Mio padre, celando a malapena ilfastidio, mi aveva detto che il signorDawson era un deputato. Il loro giardinoera circondato da un alto muro, per,malgrado gli alberi, i cespugli e ilfogliame verdeggiante, dalla finestradella stanza dello studio scorgevo partidel giardino e le figlie di Dawson che,quel giorno, stavano giocando acampana. Avevano sistemato dellemazze da pallamaglio per creare unpercorso improvvisato, anche se non mipareva prendessero il gioco molto sulserio; forse le due sorelle maggioristavano cercando di insegnare le regolealle minori. In una confusione di treccee vestiti rosa pieghettati, sichiamavano a vicenda e ridevano e di

  • tanto in tanto sentivo il suono di unavoce adulta, con ogni probabilit quelladi una bambinaia nascosta alla mia vistadal fogliame degli alberi.

    Trascurata per un attimolaritmetica, le avevo guardate giocare,quando, allimprovviso, come se avessecapito che la stavo osservando, unadelle due pi piccole, di un anno circapi piccola di me, aveva alzato gli occhie mi aveva visto alla finestra e i nostrisguardi si erano incrociati.

    Avevo deglutito e, esitante, avevoalzato una mano per salutarla. Con miagrande sorpresa, lei mi aveva sorriso.Aveva poi chiamato le sorelle, che sierano raccolte attorno a lei, tutte equattro, i colli allungati e, riparandosi

  • gli occhi dal sole, avevano fissato la miafinestra dove me ne stavo come unoggetto da museo, un oggetto cheagitava la mano e che era leggermentearrossito per limbarazzo, sentendocomunque la dolce e calda sensazione diqualcosa che avrebbe potuto essereamicizia.

    Una sensazione di calore che erasvanita appena la bambinaia eraapparsa da sotto gli alberi, avevalanciato unocchiata tanto irata allafinestra da farmi subito capire che miaveva considerato un ficcanaso opeggio. Aveva quindi allontanato lebambine dalla mia vista.

    Avevo gi notato quel genere diocchiata e lavrei rivista, nella piazza o

  • nei campi dietro la nostra casa.Ricordate come le mie bambinaie miallontanavano dagli straccioni? Altrebambinaie tenevano allo stesso modo iloro pupilli lontani da me. Non mi eromai chiesto il perch immagino,perch non cera ragione per indagare.

  • 2Un giorno, quando avevo sei anni,Edith arriv con un pacco di abiti benstirati e un paio di scarpe con la fibbiaargentata.

    Io uscii da dietro il paraventoindossando le mie nuove scarpe lucide,un gilet e una giacchetta e Edith chiamuna delle cameriere. Lei disse che ero ilritratto di mio padre, che eraesattamente la loro intenzione.

    Pi tardi erano venuti a vedermi imiei genitori e io avevo visto gli occhidi mio padre inumidirsi, mentre miamadre non aveva finto ed era scoppiatain lacrime, agitando la mano, finchEdith le aveva passato un fazzoletto.

  • Mi ero sentito grande e istruito, puravvertendo di nuovo la sensazione dicalore sulle guance. Mi ritrovai achiedermi se le Dawson mi avrebberoconsiderato elegante nel mio abitonuovo, un vero gentiluomo. Avevopensato spesso a loro. A volte lescorgevo dalla finestra, mentrecorrevano nel giardino o venivanocondotte nelle carrozze davanti allecase. Una volta avevo immaginato cheuna di loro mi avesse lanciatounocchiata furtiva, ma, anche se miavesse visto, quella volta non mi avevarivolto n un sorriso n un saluto con lamano, solo lombra dellocchiata ostiledella bambinaia, come se ildisapprovarmi venisse tramandato al

  • pari una scienza antica.Cos avevamo i Dawson da un lato,

    con quelle misteriose, saltellantibambine, mentre dallaltra partecerano i Barrett, una famiglia con ottofigli tra femmine e maschi. Come con leDawson, li intravedevo soltanto quandosalivano sulle carrozze e da lontano nelgiardino. Poi un giorno, prima del mioottavo compleanno, mentre passeggiavolungo il perimetro del mio giardinotrascinando un bastone sui rossimattoni dellalto muro e fermandomi ditanto in tanto per rovesciare dei sassied esaminare qualsiasi insettoscappasse via da sotto, ero arrivato allaporta che dava in un passaggio tra lanostra casa e quella dei Barrett.

  • La pesante porta era chiusa con unenorme e arrugginito pezzo di metalloche pareva non fosse stato aperto daanni e io lo fissai per un po,soppesando il chiavistello nel palmo,quando udii una voce fanciullesca,sussurrante e insistente.

    Ehi, tu, vero ci che dicono di tuopadre?

    Arrivava dallaltra parte della porta,sebbene ci avessi messo un po perindividuarla, un attimo in cui erorimasto scosso, irrigidito dalla paura.Sbalordito, avevo visto attraverso unforo nelluscio un occhio impassibile chemi fissava, poi risentii la domanda.

    Su, mi chiameranno a momenti. vero ci che dicono di tuo padre?

  • Mi ero chinato per portare locchio alivello del buco nella porta. Chi ?avevo chiesto.

    Sono io, Tom, della casa accanto.Sapevo che era il pi piccolo e aveva

    circa la mia et. Avevo sentitochiamare il suo nome.

    Tu chi sei? mi aveva domandato.Voglio dire, come ti chiami?

    Haytham, avevo risposto,chiedendomi se Tom sarebbe stato ilmio nuovo amico. Il suo bulbo ocularealmeno era amichevole.

    Che strano nome! arabo. Vuole dire giovane aquila.Ah, ecco, questo ha senso.Cosa intendi dire con ha senso?Oh, non saprei, ma in qualche modo

  • ce lha. Ci sei solo tu l, vero?Io e mia sorella, avevo replicato.

    E mia madre e mio padre.Una famiglia piccolina.Avevo annuito.Senti, aveva insistito lui. vero

    o no? Tuo padre ci che dicono? E nonmentirmi, ti vedo gli occhi, sai. Capirse stai mentendo.

    In quel momento avevo provato unasensazione strana ma per nullapiacevole: la percezione che da qualcheparte esistesse lidea di ci che eranormale e che noi, i Kenway, non nefacessimo parte.

    Forse il proprietario dellocchioaveva sentito qualcosa nel tono dellamia voce, perch si era affrettato ad

  • aggiungere: Mi dispiace, mi dispiace seho detto qualcosa di sbagliato. Ero solointeressato, tutto qui. Vedi, gira unavoce e sarebbe molto emozionante sefosse vero

    Quale voce?Penserai che una cosa sciocca.Sentendomi coraggioso, mi ero

    avvicinato al buco e lavevo guardato,bulbo oculare contro bulbo oculare,chiedendo: Che vuoi dire? Cosa dice lagente di mio padre?

    Lui aveva battuto le palpebre.Dicono che era un

    Allimprovviso cera stato un rumorealle sue spalle e avevo sentito una vocemaschile adirata gridare il suo nome:Thomas!

  • Lo spavento lo aveva fattoindietreggiare. Oh, fratello, avevasussurrato. Devo andarmene. Michiamano. Ci rivediamo, spero.

    Ed era scomparso e io ero rimasto la chiedermi cosa avesse inteso dire.Quale voce? Cosa diceva la gente di noi,della nostra piccola famiglia?

    Nello stesso tempo mi era venuto inmente che pure io avrei fatto meglio adallontanarmi. Era quasi mezzogiorno,lora del mio addestramento con learmi.

  • 7 dicembre 1735

  • 1MI sento invisibile, come se fossibloccato in un limbo tra passato efuturo. Attorno a me gli adultiintrattengono colloqui carichi ditensione. I loro volti sono tirati e lesignore piangono. I caminetti vengonotenuti accesi, naturalmente, ma la casa vuota a parte noi, che siamo pochi, egli scarsi beni salvati dalla casabruciata, e pare faccia sempre freddo.Fuori iniziato a nevicare, mentredentro il dolore che gela le ossa.

    Con nullaltro da fare che scriverenel mio diario, avevo sperato diaggiornarlo con la storia della mia vitafino a questo momento, ma mi pare che

  • ci sia pi da raccontare di quanto avessipensato e naturalmente ci sono altrefaccende importanti cui dedicarsi. Ifunerali. Oggi quello di Edith.

    Ne siete sicuro, signorinoHaytham? mi aveva chiesto Bettyaccigliata, gli occhi stanchi. Per anni, daquanto posso ricordare, aveva aiutatoEdith. Ora era in lutto come me.

    S, avevo risposto, con indosso ilmio abito e, per oggi, una cravattanera. Edith era sola al mondo, cossoltanto i Kenway e i dipendentisopravvissuti si erano radunati per ilrinfresco dopo il funerale, prosciutto,birra e una torta. Alla fine gli uominidellimpresa funebre, gi piuttostoalticci, avevano caricato il corpo sul

  • carro per portarlo nella cappella, connoi che li seguivamo in altre carrozze ene erano bastate due. Al termine dellafunzione mi ero ritirato nella miastanza, per continuare la mia storia.

  • 2Un paio di giorni dopo avere parlatocon il bulbo oculare di Tom Barrett, lesue parole si agitavano ancora nella miamente, cos un mattino, mentre Jenny eio eravamo soli in salotto, mi ero decisoa chiederlo a lei.

    Jenny. Io avevo quasi otto anni e leiventuno e avevamo tanto in comunequanto io e luomo che ci consegnava ilcarbone. Forse anche meno, a benpensarci, perch almeno alluomo delcarbone e a me piaceva ridere, mentreio avevo visto raramente Jennysorridere, per non parlare di ridere.

    Lei ha lucidi capelli neri e occhiscuri, direi assonnati, li ho sentiti per

  • descrivere come meditabondi e almenoun ammiratore si era spinto a dire cheaveva uno sguardo fumoso, qualsiasicosa voglia dire. Laspetto di Jenny eraun altro argomento di conversazione. una vera bellezza, o cos mi vieneripetuto spesso.

    Io comunque non la vedevo in quelmodo. Per me era semplicemente Jennyche si era rifiutata di giocare con metanto spesso che avevo smesso dichiederglielo; sempre seduta su unasedia dallalto schienale, la testa chinasul cucito o sul ricamo, qualunque cosafosse ci che faceva con ago e filo. Esempre accigliata. Quello sguardofumoso di cui parlavano i suoiammiratori io lo chiamavo cipiglio.

  • Il fatto era che, bench fossimo pocopi che ospiti nellesistenza lunodellaltra, come navi che veleggiavanonello stesso piccolo porto, passandociaccanto senza mai entrare in contatto,avevamo lo stesso padre. E Jenny, didodici anni pi vecchia di me, ne sapevasu di lui molto pi di me. Cos, sebbeneper molto tempo non avesse fatto altroche dirmi che ero troppo stupido otroppo giovane per comprendere, otroppo stupido e troppo giovane e unavolta addirittura che ero troppo bassoper capire, qualsiasi cosa avesse volutodire, io cercavo sempre di attaccarediscorso con lei. Non so per qualemotivo, perch, come ho detto, alla finene sapevo quanto prima. Forse solo per

  • darle fastidio. In quelloccasione,tuttavia, un paio di giorni dopo la miaconversazione con locchio di Tom, fuperch ero sinceramente curioso discoprire cosa avesse voluto dire Tom.

    Per questo le chiesi: Cosa dice lagente di noi?

    Lei sospir con fare melodrammaticoe alz gli occhi dal cucito.

    Cosa vuoi dire, moccioso?Solo questo, cosa dice la gente di

    noi?Parli di pettegolezzi?Se lo desideri.E perch ti dovrebbero interessare i

    pettegolezzi? Non sei un po troppoMinteressano, la interruppi prima

    che cominciasse la solita litania che ero

  • troppo giovane o troppo stupido otroppo basso.

    Davvero? Come mai?Qualcuno ha detto qualcosa, tutto

    qui.Lei depose il cucito sul cuscino

    accanto a s. Chi? Chi ha detto checosa?

    Un ragazzo alla porta in giardino.Ha detto che la nostra famiglia erastrana e che nostro padre era un

    Cosa?Non lho mai saputo.Lei sorrise e riprese il cucito. E

    questo ti ha indotto a riflettere, non vero?

    Non lavresti fatto anche tu?Io so gi tutto ci che ho bisogno di

  • sapere, ribatt altezzosa. Ma ti dicoquesto, non mimporta un fico secco ciche dicono di noi nella casa accanto.

    Allora dimmelo, insistetti. Cosafaceva nostro padre prima della mianascita?

    Jenny a volte sorrideva. Sorridevaquando aveva il sopravvento, quandopoteva esercitare un po di potere suqualcuno, specialmente se quel qualcunoero io.

    Lo scoprirai, rispose.Quando?Al momento opportuno. Dopotutto,

    tu sei il suo erede maschio.Dopo un lungo silenzio le chiesi: Che

    vuol dire erede maschio? Che differenzac tra questo e ci che sei tu?

  • Sospir. Al momento non molta, matu vieni addestrato alle armi e io no.

    Tu no? le domandai, anche se,riflettendoci, gi lo sapevo e immaginodi essermi chiesto per quale motivo iomi dedicavo alla scherma e lei al cucito.

    No, Haytham, io non vengopreparata a usare le armi, credo che anessun bambino venga offerto questoaddestramento, Haytham, almeno non aBloomsbury e forse nemmeno in tuttaLondra. Solo tu. Non te lo hanno maidetto?

    Detto cosa?Di non farne parola.S, maE non ti sei mai chiesto perch,

    perch non devi dire niente?

  • Forse me lo ero chiesto, forselavevo sempre saputo e non avevo maidetto nulla.

    Scoprirai presto cosa ti aspetta,dichiar. Le nostre vite sono state gitracciate, non preoccuparti di questo.

    Allora, che cosa c in serbo perte?

    Lei sbuff con fare derisorio. Cosac in serbo per me la domandasbagliata. Sarebbe pi appropriatochiedermi Chi? Nella sua voce cera unatraccia di qualcosa che avrei compresosolo molto pi tardi e cos la fissai,sapendo che era meglio non indagareoltre, rischiando di sentire la puntura diquellago. Ma quando infine chiusi illibro che stavo leggendo e uscii dal

  • salotto, lo feci sapendo che, pur nonavendo avuto alcuna informazione sumio padre o la nostra famiglia, avevoappreso qualcosa su Jenny: il motivo percui non sorrideva mai, perch mimostrava sempre tanto antagonismo.

    Era perch lei aveva visto il futuro.Laveva visto e sapeva che era pivantaggioso per me soltanto perch eronato maschio.

    Avrei dovuto dispiacermi per lei eforse mi sarebbe rincresciuto, se nonfosse stata una tale musona.

    Sapendo ci che ora sapevo, iltirocinio alle armi del giorno seguentemi diede un brivido diverso. Nessuno,oltre a me, veniva addestrato. Di colpoprovai la sensazione di assaggiare un

  • frutto proibito e il fatto che mio padrefosse il mio maestro lo rendeva ancorapi succulento. Se Jenny avesse avutoragione e ci fosse stato un mestiere peril quale venivo preparato, come altribambini venivano indottrinati alsacerdozio o a diventare maniscalchi omacellai o falegnami, bene, la cosa miaggradava. Non cera nessuno al mondoche ammiravo pi di mio padre. Lideache mi stesse trasmettendo la suaconoscenza era sia confortante siaeccitante.

    E, naturalmente, implicava le spade.Cosa poteva desiderare di pi unragazzo? Ripensandoci, so che da quelgiorno fui un pupillo pi entusiasta evolenteroso. Ogni giorno, o a

  • mezzogiorno o dopo cena, a seconda delprogramma di lavoro di mio padre, ciriunivamo in quella che chiamavamo lastanza delladdestramento, ma che erasemplicemente la stanza dei giochi. E ful che la mia abilit con la spada inizi amigliorare.

    Non mi sono pi allenato da quandosiamo stati assaliti. Non ho pi avutovoglia di prendere in mano una qualsiasispada, ma so che, quando lo far,immaginer quella stanza, con le suepareti a pannelli di scuro legno diquercia, gli scaffali per i libri e il tavoloda biliardo coperto che veniva spostatodi lato per fare spazio. E in quella salamio padre, gli occhi lucidi, vispi magentili, sempre sorridente, sempre

  • pronto a incoraggiarmi: parata,copertura, gioco di gambe, equilibrio,affondo. Ripeteva quelle parole come unmantra, a volte era tutto ci che dicevaper lintera lezione, urlando i comandi,annuendo quando li eseguivo bene,scuotendo la testa quando sbagliavo,fermandosi di quando in quando perscostarsi i capelli dal viso e posizionarsidietro di me per sistemarmi gambe ebraccia.

    Per me quelli sono, o erano, i suoni egli oggetti delladdestramento allearmi: gli scaffali per i libri, il tavolo dabiliardo, i mantra di mio padre e ilsuono del Legno.

    S, legno.Con mio grande dispiacere ci

  • esercitavamo con spade in legno.Lacciaio lavremmo usato in seguito,diceva ogni volta che mi lamentavo.

  • 3Il mattino del mio compleanno, Edithfu pi che gentile con me e mia madre siassicur che mi venisse preparata unadelle mie colazioni preferite: sardinecon senape, pane fresco con marmellatadelle ciliegie degli alberi che crescevanonel nostro giardino. Sorpresi Jennylanciarmi unocchiata beffarda mentremi gettavo sul cibo, ma non ci feci caso.Dalla nostra conversazione nel salotto,qualsiasi potere avesse avuto su di me,per quanto piccolo, era stato ancora piridotto. Prima me la sarei presa, forsequella colazione mi avrebbe fattosentire sciocco e imbarazzato, ma nonquel giorno. Ripensandoci, mi domando

  • se il mio ottavo compleanno non avessesegnato il giorno in cui avevo iniziato atrasformarmi da ragazzo in uomo.

    Avevo occhi solo per mia madre emio padre che avevano occhi solo perme. Capivo dal linguaggio dei loro corpi,minuscoli codici che avevo colto nelcorso degli anni, che stava per arrivarequalcosaltro; che ci sarebbero statealtre gioie per me. E cos fu. Terminatala colazione, mio padre annunci chequella sera saremmo andati alla Casadel Cioccolato di White in ChesterfieldStreet, dove la cioccolata calda venivapreparata con solidi pezzi di cacaoimportati dalla Spagna.

    Pi tardi quel giorno Edith e Betty miaiutarono a indossare il mio abito pi

  • elegante. Poi tutti e quattro salimmosulla carrozza in attesa fuori casa e iolanciai unocchiata furtiva alle finestredei nostri vicini chiedendomi se i voltidelle bambine Dawson o quelli di Tom ei suoi fratelli fossero premuti contro ilvetro. Lo speravo, speravo che mivedessero ora. Che ci vedessero tutti epensassero: Ecco la famiglia Kenway cheesce per passare una bella serataproprio come una famiglia normale.

  • 4La zona attorno a Chesterfield Streetera trafficata, ma riuscimmo aposteggiare proprio di fronte a Whites,lo sportello ci venne aperto e,attraversata rapidamente laffollatavia, entrammo.

    Eppure, durante il breve tragittodalla carrozza al rifugio dellacioccolateria, mi guardai a destra e asinistra e vidi qualcosa del mondoviolento di Londra: la carcassa di uncane in un canale di scolo, un vagabondoche vomitava contro una grata,venditrici di fiori, mendicanti,ubriaconi, monelli in un fiume di fangoche pareva ribollire nella strada.

  • Poi fummo allinterno, accolti dalpungente aroma di fumo, birra, profumoe naturalmente cioccolata, come puredal frastuono di un piano e di grida. Lepersone urlavano appoggiate a tavoli dagioco. Gli uomini bevevano da enormiboccali di birra, e pure le donne. Alcunisorseggiavano cioccolata calda emangiavano dolci. Tutti, o cos miparve, erano in uno stato di forteeccitazione.

    Guardai mio padre, che si erabloccato, e intuii il suo disagio. Per unattimo, prima di scorgere un gentiluomoche teneva sollevato un bastone dapasseggio, temetti che si sarebbe giratoe sarebbe uscito. Pi giovane di lui, conun sorriso disinvolto e uno scintillio che

  • si notava fin dallaltra parte della sala,stava agitando il bastone verso di noi.Mio padre lo salut e ci guid aincontrarlo, infilandosi fra i tavoli,scavalcando cani e addirittura uno o duebambini che si agitavano ai piedi deigiocatori, in attesa di qualsiasi cosafosse caduta dai tavoli da gioco:pezzetti di torta, forse monete.

    Raggiungemmo il signore con ilbastone da passeggio. A differenza dimio padre che portava i capellidisordinatamente legati sulla nuca conun nastro, lui indossava una parruccaincipriata di bianco e trattenuta dietroin un sacchetto di seta nero. Aveva unaredingote dun intenso color rosso.Salut mio padre con un cenno del capo,

  • quindi rivolse lattenzione su di me e mifece un inchino esagerato. Buonasera,signor Haytham, cento di questi giorni!Mi ricordate per favore la vostra et?Capisco dal vostro contegno che sieteun bambino di grande maturit. Undici?Dodici, forse?

    Nel pronunciare quelle parole guardoltre la mia spalla con uno sfavillantesorriso e i miei genitori ridacchiaronosoddisfatti.

    Ho otto anni, signore, risposi,gonfiandomi dorgoglio, mentre miopadre completava le presentazioni. Ilgentiluomo era Reginald Birch, uno degliamministratori delle sue propriet, e ilsignor Birch disse di essere felice difare la mia conoscenza, poi salut mia

  • madre con un lungo inchino, baciandolela mano.

    Rivolse poi lattenzione a Jenny,chin la testa, le prese la mano e vipremette sopra le labbra. Ne sapevoabbastanza da rendermi conto che ciche stava facendo era corteggiarla,perci lanciai unocchiata a mio padre,aspettandomi che sintromettesse.

    Vidi invece che sia lui sia mia madreparevano entusiasti, mentre Jennyaveva assunto unespressione dura elaveva mantenuta mentre venivamocondotti in una saletta privata sul retroe fatti accomodare, lei e il signor Birchluno accanto allaltra, mentre ilpersonale di Whites iniziava a darsi dafare attorno a noi.

  • Sarei potuto restare l tutta la notte,con grandi porzioni di torta e cioccolatacalda, mentre i miei genitori parevanoapprezzare la birra. Alla fine fu miamadre a insistere per andare via, primache io o loro stessimo male, e cosuscimmo nella notte che nel frattempoera diventata, se possibile, ancora piaffollata.

    Per un attimo il rumore e lodoredella strada mi disorientarono. Jennyfece una smorfia e io notai un guizzo dipreoccupazione attraversare il volto dimia madre. Istintivamente, mio padre siavvicin a noi, come per tentare diallontanare il clamore.

    Una mano sudicia si tese verso il miovolto e io vidi un mendicante

  • elemosinare in silenzio, gli occhi larghie imploranti, di un bianco luminoso incontrasto con lo sporco dei capelli edella faccia; una venditrice di fiori tentdi infilarsi tra mio padre e Jenny ecacci un grido indignato quando ilsignor Birch us il bastone per fermarla.Io mi sentii spingere e vidi due monelliche cercavano di toccarci.

    Allimprovviso mia madre strill: unuomo era balzato fuori dalla folla, gliabiti sporchi e laceri, i denti scoperti ela mano tesa, pronto a strapparle lacollana.

    Un secondo dopo, nel vedere unalama spuntare dallinterno del bastoneda passeggio di mio padre, compresi ilmotivo dello strano rumore che faceva.

  • In un battibaleno mio padre super ladistanza, ma prima di togliere il fodero,cambi idea, forse perch aveva vistoche il ladro era disarmato, fecerientrare con un colpo la lama nelbastone che riprese la sua formanormale, e lo us per spostare la manodel ladro.

    Luomo url di dolore e sorpresa eindietreggi direttamente contro ilsignor Birch che lo sbatt in strada e glisalt addosso premendogli le ginocchiasul petto e puntandogli un pugnale allagola. Io trattenni il fiato.

    Mia madre spalanc gli occhi.Reginald! grid mio padre. Basta

    cos.Ha cercato di derubarvi, Edward,

  • replic Reginald senza voltarsi. Il ladropiagnucol. I tendini delle mani chestringevano il pugnale del signor Birchsporgevano e le nocche erano bianche.

    No, Reginald, non questo ilmodo, ribatt con calma mio padre,abbracciando mia madre che avevaaffondato il viso nel suo petto e stavasinghiozzando sottovoce, mentre Jennye io eravamo al loro fianco. Attorno anoi si era radunata una folla, mentre ivagabondi e i mendicanti che ci avevanoinfastiditi prima si tenevano arispettosa distanza. Una rispettosa eimpaurita distanza.

    Ascoltatemi, Reginald. Mettete viail pugnale e lasciatelo andare.

    Non fatemi apparire ridicolo,

  • Edward! lammon Birch. Non difronte a persone come queste, perfavore. Sappiamo entrambi chequestuomo deve pagare, se non con lavita, almeno con un dito o due.

    Io trattenni il fiato.No! ordin mio padre. Non ci sar

    spargimento di sangue, Reginald.Qualsiasi rapporto ci sia tra noi,terminer qui, se non fate ci che vidico in questo istante. Cal il silenzio.Sentivo il ladro farfugliare di continuo:Per favore, signore, per favore,signore Giaceva intrappolato, con lebraccia bloccate lungo il corpo, e con legambe scalciava e grattava inutilmentei ciottoli ricoperti di sporcizia.

    Infine il signor Birch parve aver

  • preso una decisione, ritir il pugnale,lasciando solo una piccola scalfitturasanguinante. Alzandosi, tir un calcioalluomo che non ebbe bisogno di altroincitamento per rimettersi gattoni eallontanarsi in Chesterfield Street,contento di essersela cavata.

    Il cocchiere si era ripreso e, accantoallo sportello, ci stava invitando adaffrettarci a metterci al sicuro nellacarrozza.

    Mio padre e il signor Birch sifissavano, immobili luno di fronteallaltro. Mentre mia madre mi spingevaoltre, vidi lo sguardo truce del signorBirch. Mio padre lo guardava allo stessomodo, poi gli tese la mano, dicendo:Grazie, Reginald. A nome di tutti noi,

  • grazie per avere reagito tantoprontamente.

    Sentii la mano di mia madre sulfondoschiena, che mi esortava a entrarenella carrozza, ma io allungai il colloper vedere mio padre, la mano tesaverso il signor Birch che continuava afissarlo di traverso, rifiutando loffertadi pace.

    Poi, proprio mentre venivo spintonella carrozza, vidi il signor Birchafferrare la mano di mio padre e il suocipiglio trasformarsi in un sorriso, unsorriso leggermente imbarazzato,timido, come se fosse tornato in s. Idue si strinsero le mani e mio padrerivolse al signor Birch quel cenno checonoscevo tanto bene e che voleva dire

  • che era tutto a posto, che non occorrevapi parlare della faccenda.

  • 5Tornammo alla nostra vera casa,dove chiudemmo a chiave la porta ecacciammo via lodore di fumo e letamee cavalli e io dissi a mia madre e a miopadre che la serata mi era piaciutamolto, li ringraziai profusamente e liassicurai che il trambusto nella stradanon aveva affatto rovinato la miaserata, anche se dentro di me pensavoche era stato il momento saliente.

    Eppure salt fuori che la serata nonera ancora terminata, perch quando miavviai verso le scale, mio padre mi fecesegno di seguirlo, mi fece strada finnella stanza dei giochi, dove accese unalampada a olio di paraffina.

  • Ti piaciuta la serata, vero,Haytham? mi chiese.

    Moltissimo signore.Che impressione ti ha fatto il signor

    Birch?Mi piaciuto molto, signore.Mio padre ridacchi. Reginald un

    uomo che d grande importanza alleapparenze, alle buone maniere,alletichetta e allordine. Non comealcune persone che indossano etichettae protocollo come un distintivo soloquando fa loro comodo. un uomodonore.

    Sissignore, concordai, ma il miotono doveva essere stato dubbioso comemi sentivo, perch mi fiss aspramente.

    Ah, esclam, stai pensando a ci

  • che successo dopo?Sissignore.Allora, cosa ne pensi?Mi fece cenno di avvicinarmi a una

    delle librerie. Sembrava mi volesse pivicino alla luce e ai suoi occhi perguardarmi in faccia. La luce dellalampada giocherell sui suoi lineamentie i suoi capelli scuri luccicarono. Gliocchi erano sempre gentili, ma a voltepotevano essere intensi, come lo eranoora. Notai una delle sue cicatrici, chepareva brillare alla luce.

    Ecco, stato molto eccitante,signore, risposi, aggiungendo subito:Anche se ero pi che altro preoccupatoper mia madre. La vostra velocit nelsalvarla, non avevo mai visto nessuno

  • muoversi tanto in fretta.Rise. Lamore pu fare questo a un

    uomo. Un giorno lo scoprirai di persona.Ma cosa mi dici della reazione del signorBirch? Lhai compresa, Haytham?

    Prego?Il signor Birch sembrava sul punto

    di amministrare una dura punizione aquel furfante, Haytham. Hai pensato chese la meritasse?

    Riflettei un attimo prima dirispondere. Avevo capitodallespressione di mio padre, acuta eattenta, che la mia risposta eraimportante.

    Nel fervore del momento immaginodi avere pensato che il ladro simeritasse unaspra reazione. Cera

  • stato un attimo, per quanto breve, incui una rabbia primitiva gli avevaaugurato il male per avere aggreditomia madre. Adesso, tuttavia, nelsoffuso bagliore della lampada, con miopadre che mi fissava con dolcezza,provai un sentimento diverso.

    Dimmelo sinceramente, Haytham,mi stimol mio padre, come se miavesse letto nel pensiero. Reginaldpossiede un acuto senso di giustizia o dici che lui descrive come giustizia. qualcosa di biblico! Ma tu coshaipensato?

    Allinizio avevo provato un fortedesiderio di vendetta, signore. Ma erapassato rapidamente ed ero statocontento che a quelluomo fosse stata

  • concessa clemenza.Mio padre sorrise e annu, quindi si

    gir verso lo scaffale. Con uno scattodel polso azion un interruttore,facendo muovere una parte delloscaffale e svelando uno scompartosegreto. Il mio cuore perse un colpomentre lui tirava fuori qualcosa: unascatola che mi porse e che, con uncenno, mi invit ad aprire.

    Un regalo di compleanno,Haytham, disse.

    Mi inginocchiai, misi la scatola sulpavimento, laprii e dentro cera unacintura in cuoio che tolsi rapidamente,ben sapendo che sotto ci sarebbe statauna spada, non una spada giocattolo inlegno, ma una lucente spada in acciaio

  • con impugnatura intarsiata. La tolsidalla scatola e la tenni tra le mani. Eracorta e, sebbene con mia sommavergogna avessi provato una punta didelusione, capii immediatamente cheera splendida e che era la mia spadacorta. Decisi che non avrebbe mailasciato il mio fianco e stavo gi perprendere la cintura, quando mio padremi ferm.

    No, Haytham, la spada resta qui enon la potrai prendere n usare senza ilmio permesso. Hai capito? Lavevaripresa, laveva rimessa nella scatolainsieme con la cintura e lavevarichiusa.

    Presto inizierai ad addestrarti conquesta spada, continu. Hai ancora

  • molto da imparare, Haytham, non soloriguardo lacciaio che hai tenuto inmano, ma anche sullacciaio nel tuocuore.

    S, padre, dissi, cercando di nonapparire confuso e deluso come misentivo. Lo guardai voltarsi e rimetterela scatola nello scomparto segreto e, seavesse tentato di impedirmi di vederequale libro apriva lo scomparto, ecco,non ci era riuscito. Era la Bibbia.

  • 8 dicembre 1735

  • 1OGGI ci sono stati altri due funerali,quelli dei due soldati che erano statipiazzati nel giardino. Per quanto ne so,il maggiordomo personale di mio padre,il signor Digweed, aveva presenziato alfunerale del capitano di cui non ho maisaputo il nome, ma nessuno della nostracasa era stato al funerale del secondouomo. In questo momento siamocircondati da troppo dolore e lutto, come se non ci fosse pi spazio peraltri, per quanto insensibile ci appaia.

  • 2Dopo il mio ottavo compleanno, ilsignor Birch venne a trovarciregolarmente e, quando non faceva dacavaliere a Jenny passeggiando nelgiardino o accompagnandola in cittnella sua carrozza o sedendosi in salottoa bere t o sherry e a intrattenere ledonne con racconti della sua vitamilitare, discuteva con mio padre. Erachiaro a tutti che si proponeva disposare Jenny e che quellunione avevala benedizione di nostro padre, ma sivociferava anche che il signor Birchavesse chiesto di rimandare ilmatrimonio, perch voleva diventarericco cos che Jenny avrebbe avuto il

  • marito che si meritava e lui aveva postogli occhi su una casa signorile aSouthwark per poterle permettere divivere come era abituata.

    I miei genitori ne erano entusiasti,Jenny molto meno. Lavevo vista ditanto in tanto con gli occhi rossi eaveva sviluppato labitudine di correrefuori delle stanze in preda a una collerarabbiosa o con la mano sulla boccacercando di reprimere le lacrime. Pi diuna volta avevo sentito mio padre dire:Ci si abituer, e una volta mi avevalanciato unocchiata di traverso.

    Proprio mentre lei pareva appassiresotto il peso del suo futuro, io fiorivoaspettando il mio. Lamore che provavoper mio padre minacciava di continuo di

  • sommergermi con la sua meragrandezza: pi che amarlo lo idolatravo.A volte era come se noi duecondividessimo una conoscenza segretaal resto del mondo. Per esempio, volevasapere spesso che cosa mi stavanoinsegnando i miei precettori, poiascoltava attento, quindi chiedeva:Perch? Ogni qualvolta mi domandavaqualcosa, che fosse sulla religione o lamoralit, capiva se davo una rispostameccanica o se ripetevo ci che miavevano insegnato alla stregua di unpappagallo e osservava: Ecco, mi haiappena detto ci che pensa il vecchiosignor Fayling, oppure: Sappiamo cosascrive uno scrittore di secoli fa, macosa ti dice qui, Haytham? e si portava

  • una mano sul petto.Comprendo ora cosa stava facendo.

    Il signor Fayling mi insegnava fatti everit assolute, mio padre mi istigava ametterli in discussione. La conoscenzache mi impartiva il vecchio signorFayling da dove era originata? Chi avevatenuto in mano la penna e perchdovevo fidarmi di quelluomo?

    Mio padre era solito dire: Pervedere in modo differente, bisognaprima pensare in modo differente, eci potrebbe suonare stupido o io potreiripensarci anni dopo e ridere, ma avolte era come se sentissi il miocervello espandersi per guardare ilmondo con gli occhi di mio padre. Luiaveva un modo che nessun altro aveva o

  • cos mi pareva; un modo che sfidavalidea della verit.

    Naturalmente, io mettevo in dubbioil vecchio signor Fayling. Una volta,durante una lezione sulle Scritture, losfidai e mi guadagnai un colpo sullenocche con il suo bastone, insieme conla promessa che avrebbe informato miopadre, cosa che fece. Mio padre michiam nel suo studio e, dopo averechiuso la porta, sorrise. Haytham,spesso meglio tenere per s le proprieidee. Nascoste in piena vista.

    E cos feci. E mi scoprii a osservarele persone attorno a me cercando diguardare dentro di loro come se potessiindovinare come vedevano il mondo,come il vecchio signor Fayling o come

  • mio padre.Nello scriverne adesso, capisco che

    mi stavo montando la testa; mi sentivomolto pi grande della mia et, il che tanto poco piacevole adesso come lo erastato a otto e poi nove anni. Con ogniprobabilit ero arrogante in modoinsopportabile, mi sentivo lometto dicasa. Quando compii nove anni, miopadre mi regal un arco con frecce e,mentre mi allenavo in giardino, speravoche le ragazze Dawson o i ragazziBarrett mi spiassero dalle finestre.

    Era passato pi di un anno da quandoavevo parlato con Tom, ma a volteindugiavo a quella porta con la speranzadi incontrarlo di nuovo. Mio padre eraaperto su tutto, tranne che sul suo

  • passato. Non parlava mai della sua vitaprima di Londra, n della madre diJenny, perci ancora speravo chequalsiasi cosa avesse voluto riferirmiTom mi avrebbe chiarito il mistero. Aparte ci, desideravo un amico. Non ungenitore o una bambinaia o unprecettore o un mentore, di questi neavevo a sufficienza. Semplicemente unamico. E speravo che sarebbe statoTom.

    Naturalmente non accadr mai.Lo seppelliranno domani.

  • 9 dicembre 1735

  • 1IL signor Digweed venuto da mequesta mattina. Ha bussato, ha attesola mia risposta, poi ha dovuto abbassarela testa per entrare, perch, oltre aessere quasi calvo, con gli occhileggermente sporgenti, alto e magro ele porte nella nostra casa provvisoriasono molto pi basse di quelle dellavecchia. Il modo in cui doveva curvarsiper muoversi accresceva la sua ariasconcertata, il senso di essere un pescefuor dacqua. Era stato il maggiordomodi mio padre da prima della mia nascita,almeno da quando i Kenway si eranostabiliti a Londra e, come tutti noi,forse ancor pi di noi, apparteneva alla

  • nostra vera casa. Ci che rendeva il suodolore ancora pi acuto era il senso dicolpa, per essere stato lontano la nottedellaggressione, per essersi occupatodi faccende famigliari nelloHerefordshire: lui e il nostro cocchiereerano tornati il mattino successivoallattacco.

    Spero possiate perdonarmi,signorino Haytham, mi aveva ripetutonei giorni seguenti, il volto pallido etirato.

    Naturalmente, Digweed,rispondevo senza sapere cosaltroaggiungere. Non mi ero mai sentito amio agio a rivolgermi a lui chiamandolocon il cognome, non mi era mai parsauna cosa giusta. E cos tutto ci che

  • riuscivo ad aggiungere era: Grazie.Questa mattina il suo viso

    cadaverico presentava la stessaespressione e io compresi che,qualunque fosse la notizia, era brutta.

    Signorino Haytham, esord, in piedidi fronte a me.

    S Digweed?Mi dispiace terribilmente, signorino

    Haytham, ma arrivato un messaggioda parte dei Barrett. Desiderano chenessuno di casa Kenway partecipi alfunerale del giovane Thomas. Chiedonorispettosamente che non ci sia alcuntipo di contatto.

    Grazie, Digweed, risposi e loosservai fare un breve e triste inchinoprima di andarsene, abbassando la testa

  • per evitare la trave delluscio.Rimasi immobile per un po, lo

    sguardo vacuo sullo spazio che avevaoccupato, fin quando Betty torn peraiutarmi a togliermi labito per ilfunerale e indossare quello di tutti igiorni.

  • 2Un pomeriggio di alcune settimane fastavo giocando nel breve corridoio sottole scale che portava dallentrata dellaservit alla porta sbarrata della saladellargenteria. Era l che eranoconservate le cose di valore dellafamiglia: vasellame dargento chevedeva la luce del giorno solo nelle rareoccasioni in cui mia madre e mio padreavevano ospiti; cimeli di famiglia, igioielli di mia madre o i libri che miopadre riteneva di grande valore, libriche non si potevano sostituire. Tenevasempre con s la chiave di quellastanza, in un anello alla cintura, e iolavevo visto affidarla solo al signor

  • Digweed e solo per brevi momenti.Mi piaceva giocare nel corridoio l

    vicino, perch non ci passava quasi mainessuno, e ci voleva dire che nonvenivo mai disturbato dalle bambinaie,che mi avrebbero detto di alzarmi dalpavimento sporco prima che si formasseun buco nei calzoni, o da altri dipendentiche si sarebbero intrattenuti con meobbligandomi a rispondere a domandesulla mia istruzione o su amiciinesistenti, o forse addirittura da miamadre o mio padre che mi avrebberoingiunto di alzarmi prima che siformasse un buco nei calzoni e poi miavrebbero costretto a rispondere adomande sulla mia istruzione o su amiciinesistenti. O, peggio ancora, da Jenny

  • che avrebbe deriso qualsiasi giocostessi facendo e che, si fosse trattato disoldatini di latta, avrebbe fatto di tuttoper rovesciarli.

    No, il passaggio tra la stanza dellaservit e la sala dellargenteria era unodei pochi posti nella nostra casa dovepotevo sperare di evitare queste cose,perci mi rifugiavo l quando non volevoessere disturbato.

    Ma il volto del signor Birch apparvenel corridoio proprio mentre stavo perallineare le mie truppe. Avevosistemato sul pavimento una lanterna ela fiammella guizz nello spifferoquando la porta si apr. Dalla miaposizione sul pavimento, scorsi lorlodella sua redingote e la punta del

  • bastone da passeggio, quindi vidi che miguardava dallalto in basso e mi chiesise anche nel suo bastone ci fosse unaspada nascosta e se avrebbe tintinnatocome quella di mio padre.

    Signorino Haytham, speravo ditrovarla qui, esord con un sorriso. Mistavo chiedendo se foste occupato.

    Mi alzai. Stavo solo giocando,signore, risposi. Qualcosa non va?

    Oh, no, rispose ridendo. Di fatto,lultima cosa che vorrei disturbarvinellora della ricreazione, anche se cqualcosa di cui vorrei parlare con voi.

    Naturalmente, dissi, ma erorattristato allidea di unaltra serie didomande sulla mia bravura inaritmetica. S, i calcoli mi piacevano. S,

  • mi piaceva molto scrivere. S, speravodi diventare un giorno intelligente comemio padre. S speravo di subentrargli ungiorno negli affari di famiglia.

    Con un gesto della mano il signorBirch mi invit invece a riprendere agiocare e addirittura mise da parte ilbastone e si arrotol i calzoni peraccovacciarsi accanto a me.

    Che cosa abbiamo qui? chieseindicando i soldatini di latta.

    solo un gioco, signore, replicai.Sono i vostri soldati, non vero?

    sinform. E qual il comandante?Non c un comandante, signore.Lui emise una secca risata. I vostri

    uomini hanno bisogno di un capo,Haytham. In che altro modo sapranno

  • qual il miglior piano dazione? In chealtro modo verrebbe loro instillato ilsenso di disciplina?

    Non lo so, signore.Ecco, riprese lui, togliendo uno dei

    soldatini dal gruppo, pulendolo sullamanica e mettendolo da parte. Forsedovremmo nominare capo questosignore, che ne dite?

    Se cos desiderate, signore.Signorino Haytham, prosegu

    sorridendo, questo il vostro gioco. Iosono soltanto un intruso, qualcuno chespera che voi minsegnate comegiocare.

    Sissignore, un capo andrebbe benein questo caso.

    Allimprovviso la porta del passaggio

  • si apr di nuovo ed entr il signorDigweed. Nella guizzante luce dellalampada lo vidi scambiare unocchiatacon il signor Birch.

    I vostri affari possono aspettare,Digweed? chiese Birch in tono aspro.

    Certamente, signore, risposeDigweed, inchinandosi, indietreggiandoe chiudendo la porta alle sue spalle.

    Benissimo, continu Birch,riportando la sua attenzione sul gioco.Allora spostiamo qui questo soldatinoche, come capo dellunit, potrincoraggiare i suoi uomini a grandigesta, guidarli con lesempio einsegnare loro i valori dellordine, delladisciplina e della lealt. Che ne pensate,signorino Haytham?

  • Sissignore, risposi obbediente.E ora unaltra cosa, signorino

    Haytham, aggiunse, prendendo tra ipiedi un altro soldatino e sistemandoloaccanto al comandante. Un capo habisogno di luogotenenti fidati, non vero?

    Sissignore, concordai. Segu unlungo silenzio, durante il quale osservaiBirch sistemare con cura altri dueluogotenenti accanto al comandante, unsilenzio che mi mise sempre pi adisagio, fin quando chiesi, pi perrompere quello strano silenzio che perdiscutere linevitabile: Signore,desiderate parlare con me di miasorella?

    Che diamine, voi sapete leggere

  • dentro di me, signorino Haytham, riseBirch. Vostro padre un ottimoinsegnante. Vedo che vi ha insegnatolastuzia e la furbizia, tra le altrecose.

    Non avendo ben capito cosa avesseinteso, rimasi in silenzio.

    Come va laddestramento alle armi,se posso chiederlo?

    Molto bene, signore. Miglioro digiorno in giorno, o cos sostiene miopadre.

    Ottimo, ottimo. E vostro padre viha mai rivelato lo scopo del vostroaddestramento?

    Mio padre dice che il veroaddestramento inizier il giorno del miodecimo compleanno.

  • Ecco, mi chiedo cosa avr da dirvi,disse, accigliato. Davvero non ne aveteidea? Neppure un sospetto?

    Nossignore. So solo che mi fornirun cammino da seguire. Un credo.

    Capisco. Molto eccitante. E non viha mai fornito un indizio su cosapotrebbe essere questo credo?

    Nossignore.Affascinante. Scommetto che non

    vedete lora. Nel frattempo, vostropadre vi ha dato una spada da uomo concui apprendere larte o vi state ancoraallenando con una di legno?

    Alzai il capo orgoglioso. Ho la miaspada, signore.

    Mi piacerebbe molto vederla.La tiene nella stanza dei giochi,

  • signore, in un posto sicuro cui solo miopadre e io abbiamo accesso.

    Soltanto vostro padre e voi? Voletedire che ne avete accesso anche voi?

    Arrossii, grato che la fioca luce gliimpedisse di notare limbarazzo sul miovolto. Ci che intendo dire che sodove tiene la mia spada, signore, nonche io vi abbia accesso, chiarii.

    Capisco. Un luogo segreto, giusto?Una cavit nascosta nella libreria?

    La mia espressione deve averesvelato ogni cosa. Lui scoppi a ridere.

    Non preoccupatevi, signorinoHaytham, il vostro segreto al sicurocon me.

    Grazie, signore.Non c di che.

  • Si alz, raccolse il bastone dapasseggio, si spazzol via dello sporco,reale o immaginario che fosse, daicalzoni e si diresse verso la porta.

    Mia sorella, signore? domandai.Non mi avete chiesto nulla di lei.

    Lui si ferm, ridacchi sottovoce emi arruff i capelli. Un gesto che mipiacque. Forse perch lo faceva anchemio padre.

    Ah, non necessario. Mi aveterivelato tutto ci che avevo bisogno disapere, signorino Haytham. Voi nesapete poco quanto me sulla bellaJennifer e forse cos che deve essere.Le donne dovrebbero essere per noi unmistero, non vero, signorinoHaytham?

  • Non sapevo di cosa stesse parlando,ma gli sorrisi e trassi un sospiro disollievo quando riebbi il corridoio dellasala dellargenteria tutto per me.

  • 3Non molto dopo quel colloquio con ilsignor Birch, mi trovavo in unaltraparte della casa e mi stavo dirigendoverso la mia camera da letto quando,nel passare davanti allo studio di miopadre, sentii delle grida: mio padre e ilsignor Birch.

    Il guaio di un buon nascondiglio chevoleva dire stare tanto lontano da nonpoter sentire cosa veniva detto, ma fuicontento di avere mantenuto ladistanza, perch un attimo dopo laporta dello studio si spalanc e il signorBirch si precipit fuori. Era infuriato,ma appena mi vide si ferm di colpo,pur rimanendo agitato.

  • Ci ho provato, signorino Haytham,disse, mentre si riprendeva e iniziavaad abbottonarsi il mantello. Ho tentatodi avvertirlo.

    Si calz il tricorno in testa e usc agrandi passi. Sulla soglia, mio padrefiss torvo il signor Birch e, sebbenefosse stato chiaramente un incontrospiacevole, erano faccende da adulti enon me ne preoccupai.

    Cerano altre cose su cui riflettere.Poi, soltanto un giorno o due dopo, ci fulattacco.

  • 4Accadde la notte prima del miocompleanno. Lattacco, intendo. Erosveglio, forse perch troppo eccitatoper il giorno seguente, ma anche perchavevo preso labitudine di alzarmi dopoche Edith era uscita dalla camera e diandare a sedermi sul davanzale eguardare fuori della finestra. Da quellaposizione vedevo gatti e cani eaddirittura volpi attraversare il pratorischiarato dalla luna. Oppure, quandonon cercavo di individuare animaliselvatici, mi bastava osservare lanotte, guardare la luna, il grigio pallidoche dava allerba e agli alberi. Dapprimapensai che ci che vedevo in lontananza

  • erano lucciole. Ne avevo sentitoparlare, ma non le avevo mai viste.Tutto ci che sapevo era che siriunivano in sciami ed emettevano unfioco bagliore. In ogni caso, presto miresi conto che non era uno scintillio, mauna luce che si accendeva, per poispegnersi e riaccendersi di nuovo. Eraun segnale.

    Mi si mozz il fiato. La lucelampeggiante pareva provenire davicino alla vecchia porta in legno nelmuro, quella dove avevo visto Tom, e ilmio primo pensiero fu che lui stessetentando di contattarmi. Ora parestrano, ma neppure per un secondosupposi che quel segnale non fosse perme. Ero troppo impegnato a tirarmi su

  • un paio di calzoni, a infilarci dentro lacamicia da notte e ad agganciare lebretelle. Non persi tempo con la giacca.Tutto ci cui riuscivo a pensare eralavventura che stavo per vivere.

    Riflettendoci ora, mi rendo conto chenella casa accanto Tom doveva esserestato un altro cui piaceva sedersi suldavanzale e osservare la vita notturnanel giardino di casa sua. E, come me,anche lui doveva avere notato il segnalee forse aveva avuto la mia stessa idea,invertita: che fossi io a inviarglisegnali. E aveva avuto la mia stessareazione; era sceso dal suo posatoio e siera infilato dei vestiti per andare ainvestigare

    Nella casa erano arrivate due nuove

  • persone, una coppia di ex soldati dalvolto duro assunti da mio padre, che ciaveva spiegato che avevamo bisogno diloro perch aveva ricevuto delleinformazioni.

    Solo questo. Aveva parlato solo diinformazioni. E allora come ora mi erochiesto cosa avesse inteso e se avesseavuto qualcosa a che fare con laccesadiscussione tra lui e il signor Birch. Inogni caso, avevo incontrato raramente idue soldati. Ci che sapevo era che unoera piazzato nel salotto sul davantidella casa, mentre laltro rimanevaaccanto al caminetto nella stanza dellaservit. Mi era stato facile evitarlientrambi mentre sgattaiolavo gi per lescale e nella cucina silenziosa che non

  • avevo mai visto tanto scura e vuota.E fredda. Vidi il mio fiato e

    rabbrividii, tremendamente consapevoledi quanto facesse freddo rispetto almisero tepore della mia camera daletto.

    Vicino alla porta cera una candela,che accesi e, riparando la fiamma con lemani, illuminai il percorso verso ilcortile delle scuderie. E se avevopensato che in cucina faceva freddo,allora, be, fuori cera quel genere digelo che dava limpressione che ilmondo fosse fragile e sul punto dirompersi; abbastanza freddo datogliermi il fiato, da spingermi acambiare idea, da chiedermi se sareiriuscito a proseguire.

  • Uno dei cavalli nitr e batt le zampee, per qualche motivo, quel rumore mifece decidere, facendomi superare inpunta di piedi le gabbie dei cani fino aun muro laterale e attraversare unagrande porta ad arco che immetteva nelfrutteto. Camminai tra i meli affusolatifino a ritrovarmi allaperto, consciodella casa alla mia destra, doveimmaginai volti a ogni finestra: Edith,Betty, mia madre e mio padre che mivedevano correre come un pazzo nelprato. Non che stessi davvero correndocome un matto, naturalmente, ma questo ci che avrebbero detto: ci cheEdith avrebbe detto rimproverandomi eci che mio padre avrebbe detto,mentre mi puniva colpendomi con il

  • bastone da passeggio.Ma se maspettavo un urlo da casa,

    non arriv. Lungo il muro di cinta corsiverso la porta. Stavo ancora tremando,ma, mentre cresceva la mia eccitazione,cominciai a chiedermi se Tom avrebbeportato del cibo per un banchetto dimezzanotte: formaggio, una torta e deidolcetti. Oh, e un grog caldo sarebbestato pi che gradito

    Un cane cominci a latrare. Thatch,il bracco irlandese di mio padre, dallasua gabbia nel cortile delle scuderie. Ilsuono mi ferm e mi acquattai sotto irami bassi e spogli di un salice, finchsmise di colpo come era iniziato. Inseguito compresi perch si fosseazzittito tanto bruscamente. In quel

  • momento comunque non vi riflettei su,perch non avevo motivo di sospettareche un intruso avesse tagliato la gola aThatch. Ora riteniamo che fossero statiin cinque a procedere lentamente versodi noi con coltelli e spade. Cinqueuomini che si facevano strada verso lacasa, e io nel giardino, ignaro di tutto.

    Ma come potevo saperlo? Ero unragazzino sciocco con la voglia diavventura e temerariet nella testa,per non parlare del prosciutto e dellatorta e cos continuai a camminarelungo il muro di cinta fino alla porta.

    Che era aperta.Cosa mi ero aspettato? Forse di

    trovarla chiusa e che dallaltra parte cifosse Tom. Forse uno di noi si sarebbe

  • arrampicato sul muro. Forse ci saremmoscambiati pettegolezzi con la porta tranoi. Tutto ci che sapevo era che luscioera aperto e che cominciavo a provarela sensazione che ci fosse qualcosa disbagliato e infine mi venne in mente chei segnali che avevo visto dalla finestradella mia camera non fossero per me.

    Tom? sussurrai.Nessun suono. La notte era silente:

    non un uccello, non un animale, nulla.Agitato, stavo per voltarmi e tornare acasa, alla sicurezza del mio letto caldo,quando intravidi qualcosa. Un piede. Miallontanai ancor pi dalla porta dove ilpassaggio era immerso in una lucelunare di un bianco sporco che dava aogni cosa un bagliore fioco e sudicio,

  • incluso il corpo di un ragazzo distesoscompostamente sul terreno.

    Era per met sdraiato, per metseduto, appoggiato al muro di fronte,abbigliato quasi come me, con un paio dicalzoni e una camicia da notte, solo chelui non si era preso la briga di infilarlanei pantaloni e ora era attorcigliataattorno alle gambe storte in modoinnaturale sul duro fango del vialetto.

    Naturalmente era Tom. Tom, i cuiocchi morti mi fissavano senza vedermida sotto la tesa del cappello sghembosulla testa. Tom con la luce della lunache splendeva sul sangue sgorgato dauno squarcio alla gola.

    Cominciai a tremare. Sentii unlamento e mi resi conto che ero io a

  • gemere. Una ridda di pensierispaventosi mi attraversano la mente.

    Poi mille cose accaddero in modotanto rapido che non ricordo neppurelesatto ordine in cui avvennero,sebbene credo che fossero iniziate con ilrumore di un vetro rotto e un gridoproveniente dalla casa.

    Scappa.Mi vergogno ad ammettere che le

    voci, i pensieri che mi sballottavano intesta, tutti insieme avevano urlatoquellunica parola.

    Scappa.E io obbedii. Mi misi a correre, ma

    non nella direzione che avevano voluto.Mi stavo comportando come mio padremi aveva istruito a fare, ascoltando il

  • mio istinto o ignorandolo? Non losapevo. Tutto ci che sapevo era che,sebbene ogni fibra del mio corpoparesse volere che io fuggissi da ci chesapevo essere il pi tremendo pericolo,di fatto corsi verso di esso.

    Attraversai il cortile delle scuderie emi precipitai nella cucina, senzaneppure accorgermi che la porta erastata scardinata. Da qualche parte nelsalone udii altri schiamazzi, vidi delsangue sul pavimento della cucina ecorsi su per le scale, solo per trovare unaltro corpo. Era quello di uno dei duesoldati che si stringeva lo stomaco, unastriscia di sangue che gli gocciolavadalla bocca mentre moriva sulpavimento del corridoio.

  • Lo scavalcai e corsi verso le scalepensando solo a raggiungere i mieigenitori. Latrio era buio, ma colmo digrida e piedi che correvano e dei primiriccioli di fumo. Tentai di orientarmi. Dasopra giunse un altro strillo e vidi delleombre danzanti sul balcone e,brevemente, il balenio dellacciaio nellemani di uno dei nostri assalitori. Stavacombattendo con uno dei camerieripersonali di mio padre, ma la lucesvolazzante mi imped di vedere ildestino di quel povero ragazzo. Udiiinvece il sordo tonfo del suo corpoquando cadde dal balcone sul pavimentoin legno, non molto distante da me. Ilsuo assassino lanci un urlo di trionfo eio lo sentii correre verso le camere da

  • letto.Madre! chiamai, lanciandomi su

    per la scala nello stesso momento in cuividi la porta della camera dei mieigenitori spalancarsi e mio padre uscireper affrontare lintruso. Indossava icalzoni e aveva tirato le bretelle sullespalle nude, i capelli erano spettinati esciolti. In una mano teneva la lanterna,nellaltra la spada.

    Haytham! grid appena arrivai incima alla scala. Lintruso, che era sulpianerottolo tra noi, si ferm, si volt emi guard e, alla luce della lanterna dimio padre, lo vidi distintamente per laprima volta. Indossava calzoni e unpanciotto nero in pelle; una piccolamaschera, come quelle che si portano

  • nei balli in costume, gli copriva metfaccia. E stava cambiando direzione.Invece di lanciarsi contro mio padre, siera diretto verso di me, sogghignando.

    Haytham! tuon nuovamente miopadre, staccandosi da mia madre einseguendo lintruso lungo ilpianerottolo. Di colpo la distanza traloro si accorci, ma non sarebbe statasufficiente, quindi mi voltai per fuggire,solo per vedere un secondo uomo aipiedi della scala, la spada sguainata,che mi bloccava la strada. Eraabbigliato come il primo, anche se notaiuna differenza: le orecchie. Erano apunta, e con la maschera lo facevanoassomigliare a un deforme e orrendoessere. Raggelai per un attimo, poi mi

  • girai e vidi che luomo ghignante dietrodi me si era voltato per affrontare miopadre e che le loro spade stavanocozzando luna contro laltra. Mio padreaveva abbandonato la lanterna, dunqueora stavano combattendo nellasemioscurit. Una battaglia breve ebrutale punteggiata da grugniti e daltintinnio dellacciaio. Anche nella foga enel pericolo del momento, avrei volutoavere pi luce per poterlo vederecombattere.

    Poi tutto fin e lassassino ghignantenon sogghignava pi, lasciava cadere laspada e, precipitando dalla balaustra, sischiantava sul pavimento. Lintrusodalle orecchie appuntite, che si trovavaa met scala, ci ripens e fugg verso

  • latrio.Dal basso si ud una voce. Oltre la

    balaustra vidi un terzo uomo, anche luicon la mezza maschera, che chiamava losgherro dalle orecchie appuntite per poisvanire entrambi sotto il pianerottolo.Lanciai unocchiata verso lalto e nellafioca luce notai una strana espressionesul viso di mio padre.

    La stanza dei giochi, disse.Un attimo dopo, prima che mia

    madre o io riuscissimo a fermarlo, erabalzato oltre la balaustra, nellatrio.Mentre saltava, mia madre strill:Edward! e langoscia nella sua voceriecheggi i miei pensieri. No. Il miounico e solo pensiero: Ci staabbandonando.

  • Perch ci abbandona?La camicia da notte di mia madre era

    in disordine mentre correva lungo ilpianerottolo verso di me, fermo in cimaalle scale; il suo volto era una mascheradi terrore. Dietro di lei arrivava un altroassalitore, comparso dalla scala infondo al pianerottolo, che la raggiunsenel medesimo istante in cui leiraggiungeva me. Lafferr da dietro conuna mano, mentre la mano della spadavolava in avanti, per trafiggerle la gola.

    Non mi soffermai a riflettere. Non cipensai pi se non molto dopo. Ma con unsolo movimento feci un passo avanti,raccolsi la spada dellassalitore mortodalla scala, la sollevai sopra la testa econ due mani gliela infilai nella faccia

  • prima che lui avesse il tempo ditagliarle la gola.

    La mira fu perfetta e la puntaattravers lapertura per locchio dellamaschera e penetr nellorbita. Il suourlo lacer la notte e lui si stacc damia madre con la spada ancora infilzatanellocchio. La spada cadde mentre luisi accasciava contro la balaustra,vacillava un attimo, crollava sulleginocchia e poi cadeva in avanti, mortoprima che la testa colpisse ilpavimento.

    Mia madre corse tra le mie braccia esprofond la testa nella mia spalla,mentre io raccoglievo la spada e leprendevo la mano per condurla gi perle scale. Quante volte mio padre,

  • andando al lavoro, mi aveva ripetuto:Oggi hai tu la responsabilit dioccuparti di tua madre al posto mio.Ora lavevo realmente avuta.

    Arrivammo in fondo ai gradini, doveuna strana quiete era scesa sulla casa.Latrio era deserto, ma ancora buio,sebbene illuminato da un bagliorearancione guizzante. Laria cominciavaa essere satura di fumo, ma attraversola nebbia notai dei corpi: lassassino, ilvalletto che era stato uccisoprecedentemente e Edith che giacevacon la gola squarciata in una pozza disangue.

    Quando mia madre la vide, gemettee cerc di trascinarmi verso lingressoprincipale, ma la porta della stanza dei

  • giochi era per met aperta edallinterno sentii il rumore di uncombattimento con le spade. Treuomini, e uno era mio padre. Mio padreha bisogno di me, dichiarai, tentandodi liberarmi dalla stretta di mia madreche cap ci che stavo per fare e mistratton con maggiore forza, finchriuscii a liberare la mano tantoviolentemente che lei cadde a terra.

    Per un momento mi ritrovai laceratotra il desiderio di aiutare mia madre adalzarsi e quello di scusarmi. Vederla aterra per colpa mia era spaventoso. Mapoi sentii un grido provenire dallinternodella stanza dei giochi e ci bast perfarmi oltrepassare la porta.

    La prima cosa che vidi fu che lo

  • scomparto nella libreria era aperto eche dentro cera la scatola con la miaspada. Per il resto la stanza era comesempre, come lavevamo lasciata dopoil mio ultimo allenamento, con il tavoloda biliardo coperto e spostato percreare lo spazio per addestrarmi, doveprecedentemente quel giorno ero statoistruito e rimproverato da mio padre.

    Dove ora mio padre erainginocchiato, morente.

    In piedi davanti a lui cera un uomocon una spada infilata fino allelsa nelpetto di mio padre, con la lama chesporgeva dalla schiena da cui gocciolavasangue. Non molto distante ceraluomo dalle orecchie appuntite, unagrossa ferita in faccia. Ce nerano voluti

  • due per sconfiggere mio padre, e soloper poco.

    Mi lanciai contro lomicida che, coltodi sorpresa, non ebbe il tempo diestrarre la spada dal corpo di miopadre. Fece invece un bruscomovimento per evitare la mia lama,mollando la sua spada nello stessoistante in cui mio padre cadeva a terra.

    Continuando come un pazzo ainseguire lassassino, mi dimenticai diproteggermi il fianco e un attimo dopocon la coda dellocchio notai unimprovviso movimento mentre luomodalle orecchie appuntite scattava inavanti. Che lo volesse o avesse mancatoil colpo, non ne sono sicuro, ma invecedi colpirmi con la spada mi picchi con il

  • pomo e non vidi pi niente; la mia testaentr in contatto con qualcosa che cimisi un secondo per riconoscere come lagamba del tavolo da biliardo e miritrovai a terra, stordito, disteso difronte a mio padre che giaceva sulfianco con la spada infilzata nel petto.Nei suoi occhi cera ancora vita e lepalpebre batterono per un attimo, comese cercasse di mettermi a fuoco. Per unmomento giacemmo cos, luno di fronteallaltro, due uomini feriti. Le suelabbra si stavano muovendo. Attraversouna scura nuvola di dolore e angosciavidi la sua mano tendersi verso di me.

    Padre dissi, ma in quellistantelassassino si avvicin a noi e senzafermarsi si chin ed estrasse la spada

  • dal corpo di mio padre che sobbalz,sinarc in un ultimo spasimo di dolore,mentre moriva.

    Sentii uno stivale contro il fiancorovesciarmi sulla schiena e alzai losguardo sugli occhi dellassassino di miopadre, ora il mio assassino che con unghigno sollev la spada con due mani,pronto a trapassarmi.

    Se solo pochi attimi prima mi erovergognato nel riferire che le mie vociinteriori mi avevano ordinato di fuggire,ora sono orgoglioso di dire che si eranozittite; che avevo affrontato la mortecon dignit sapendo di avere fatto il miomeglio per la mia famiglia, grato delfatto che mi sarei presto riunito a miopadre.

  • Naturalmente le cose non andaronocos. Non un fantasma che scrivequeste parole. Qualcosa attir la miaattenzione, la punta di una spada cheapparve tra le gambe del sicario e chenello stesso istante venne spinta versolalto, aprendogli il busto dallinguine insu. Ho compreso fin da allora che ladirezione del colpo aveva meno a chefare con latrocit e pi con la necessitdi allontanare da me lassassino. Fucomunque atroce e luomo ulul,schizzando sangue, mentre veniva fattoa pezzi e le sue viscere caddero sulpavimento, seguite dal suo cadavere.

    Dietro di lui cera il signor Birch.State bene, signorino Haytham?domand.

  • Sissignore, ansimai.Bello spettacolo, comment, poi

    alz la spada per intercettare luomodalle orecchie appuntite che si eralanciato contro di lui.

    Mi misi in ginocchio, afferrai laspada caduta e balzai in piedi, pronto aunirmi al mio salvatore che avevaspinto luomo fino alla porta dellastanza, quando allimprovvisolassalitore vide qualcosa nascostodietro la porta, e si spost di lato. Unattimo dopo il signor Birch indietreggie allung una mano per impedirmi diavanzare, mentre luomo dalle orecchieappuntite era ricomparso alla porta.Solo che questa volta aveva unostaggio. Non mia madre, come avevo

  • temuto, ma Jenny.Indietro! sbrait Orecchie

    Appuntite. Jenny piagnucol, in preda alterrore mentre le veniva premuta lalama alla gola.

    Posso ammettere, posso veramenteammettere che in quel momento ero piinteressato a vendicare la morte di miopadre che a proteggere Jenny?

    Non muovetevi! ripet OrecchieAppuntite, strattonando Jenny. Lorlodella camicia da notte le si eraattorcigliato attorno alle caviglie etrascinava i calcagni sul pavimento. Unaltro uomo mascherato comparvebrandendo una torcia. Latrio era ormaiquasi pieno di fumo. Vedevo le fiammearrivare da unaltra parte della casa,

  • lambendo le porte che davano nelsalotto. Luomo con la torcia corse aitendaggi, li incendi e attorno a noi lacasa cominci a bruciare; n il signorBirch n io potevamo fare qualcosa perfermare lincendio.

    Con la coda dellocchio vidi che miamadre stava bene e ringraziai Dio.Jenny invece era unaltra faccenda.Mentre la trascinavano verso lingresso,lei fissava me e il signor Birch come sefossimo la sua ultima speranza.Laggressore che reggeva la torciaspalanc la porta e si precipit in stradaverso una carrozza.

    Per un attimo pensai che avrebberolasciato andare Jenny, ma non lo fecero.Lei inizi a strillare mentre veniva

  • gettata dentro la carrozza e stavaancora urlando quando un terzo uomomascherato seduto sul posto delcocchiere scosse le redini e la carrozzapart rumorosamente nella notte,mentre noi fuggivamo dalla casa infiamme e trascinavamo i nostri mortilontano dalle grinfie delle fiamme.

  • 10 dicembre 1735

  • 1PUR avendo sepolto oggi mio padre,la prima cosa cui pensai quando misvegliai questa mattina non riguardavalui n il funerale ma la saladellargenteria nella nostra casa.

    Non avevano tentato di entrare. Miopadre aveva assunto i due soldatiperch temeva un furto, ma i nostriaggressori si erano diretti ai pianisuperiori senza prendersi la briga disaccheggiare quella stanza.

    Perch ci che volevano era Jenny,ecco perch. E luccisione di mio padrefaceva forse parte del loro piano?

    Questo fu tutto ci cui riuscii apensare quando mi svegliai in una

  • camera gelida, cosa non insolita. Inverit succedeva ogni giorno, solo cheoggi la stanza era particolarmentefredda. Il genere di freddo che fabattere i denti, che penetra fin nelleossa. Lanciai unocchiata al caminetto,chiedendomi perch il fuoco nonriscaldasse di pi, solo per vedere cheera spento e che la graticola eraricoperta di grigia cenere.

    Scesi dal letto e andai alla finestrache era ricoperta allinterno da unospesso strato di ghiaccio che mi impeddi guardare fuori. Ansimando per il gelo,mi vestii, uscii dalla camera e fuicolpito dal silenzio che avvolgeva lacasa. Scesi al pianterreno, trovai lastanza di Betty, bussai delicatamente,

  • poi un po pi forte. Poich non rispose,mi chiesi cosa fare, preoccupato per lei.Non ricevendo risposta, mi inginocchiaiper sbirciare attraverso il buco dellaserratura, pregando di non vederequalcosa che non avrei dovuto vedere.

    Giaceva addormentata in uno dei dueletti. Laltro era vuoto e rifatto, ma aisuoi piedi cera un paio di quelli che miparvero stivali maschili, con unastriscia dargento sul tacco. Riportai losguardo su Betty e per un po osservaila coperta alzarsi e abbassarsi, poidecisi di lasciarla dormire e mi rialzai.

    Mi diressi lentamente in cucina, dovela signora Searle sobbalz nel vedermi,mi squadr dal basso in alto con aria didisapprovazione, quindi riprese ci che

  • stava facendo al tagliere. Non che lasignora Searle e io avessimo litigato,solo che lei guardava tutti con sospetto,ancor pi dopo lassalto.

    Non la persona pi indulgente almondo, mi aveva detto un pomeriggioBetty. Quella era unaltra cosa che eracambiata dallaggressione: Betty eradiventata molto pi schietta e di quandoin quando lasciava cadere delle allusionisu come realmente vedeva il mondo.Non mi ero mai reso conto che lei e lasignora Searle non andassero daccordo,per esempio, n avevo mai pensato cheBetty guardasse il signor Birch consospetto. Ma era ci che faceva. Nonso perch stia prendendo decisioni anome dei Kenway, aveva borbottato

  • ieri. Non un membro della famiglia edubito che mai lo diventer.

    In qualche modo, sapere che Bettynon aveva una grande opinione dellasignora Searle aveva reso la governantemeno minacciosa ai miei occhi e, se nelpassato ci avrei pensato due volteprima di entrare in cucinaallimprovviso chiedendo qualcosa damangiare, ora non avevo pi similiscrupoli.

    Buon giorno, signora Searle, lasalutai.

    Lei mi fece una piccola riverenza.Nella fredda cucina cera solo lei. Nellanostra casa precedente, la signoraSearle aveva almeno tre assistenti, pernon parlare di vari altri dipendenti che

  • entravano e uscivano dalle grandi portea due ante della cucina. Ma ci avvenivaprima dellassalto, quando avevamo unpersonale completo e non c nulla comeuninvasione di uomini mascherati earmati di spada per far fuggire laservit. La maggior parte di loro nonera neppure tornata.

    Ora cerano soltanto la signoraSearle, Betty, il signor Digweed, unacameriera di nome Emily e la signorinaDavy, la cameriera personale di miamadre. Erano gli unici che si occupavanodei Kenway. O dei Kenway rimasti,dovrei dire. Ceravamo solo io e miamadre.

    Quando uscii dalla cucina con unpezzo di torta avvolto in un telo datomi

  • con unaspra occhiata dalla signoraSearle che di certo disapprovava il fattoche vagassi per casa a quellora delmattino, cercando cibo prima dellacolazione che stava preparando. Lasignora Searle mi piace e, dal momentoche una delle poche rimaste con noidopo quella terribile notte, mi piaceancora di pi. Ma ora ci sono altre cosedi cui preoccuparsi: il funerale di miopadre e, naturalmente, mia madre.

    Mi ritrovai poi nellatrio a fissare laparte interna della porta e, senzarendermene conto, laprii e, senzapensarci troppo, uscii sui gradini in unmondo avvolto nel gelo.

  • 2Che diavolo progettate di fare inuna mattinata tanto fredda, signorinoHaytham?

    Una carrozza aveva appenaaccostato fuori casa e al finestrino cerail signor Birch. Portava un cappello pipesante del solito e una sciarpa tiratasul naso che, a prima vista, lo facevasembrare un brigante.

    Sto solo guardando, signore,risposi dal gradino.

    Lui abbass la sciarpa, tentando disorridere. Prima, quando sorrideva,anche i suoi occhi brillavano, orasembravano le ceneri del fuoco che sistavano raffreddando, incapaci di

  • generare un qualche calore, tese estanche come la sua voce quando disse:Penso di sapere che cosa statecercando, signorino Haytham.

    Che cosa, signore?La strada di casa.Riflettei sulla sua risposta e mi resi

    conto che aveva ragione. Il problemaera che avevo vissuto i primi dieci annidella mia vita guidato dai miei genitorie dalle bambinaie. Sebbene sapessi chela piazza dedicata alla Regina Anna erapoco distante, non sapevo comearrivarci.

    E avevate intenzione di andarci?domand.

    Alzai le spalle, ma in verit eraproprio ci che avrei voluto fare. Mi ero

  • immaginato nella carcassa della miavecchia casa, nella stanza dei giochiintento a prendere

    La vostra spada?Annuii. troppo pericoloso entrare in

    quella casa, temo. Vi piacerebbe andarciugualmente? Almeno la potreste vedere.Entrate, qua fuori fa freddo come lenarici di un levriero.

    Non vidi motivo per rifiutare,specialmente quando mi porse uncappello e un mantello dallinterno dellacarrozza.

    Quando, poco dopo, accostammo, lacasa non aveva per nulla laspetto chemi ero immaginato. No, era molto,molto peggio, come se un gigantesco

  • pugno lavesse colpita dallalto,fracassando il tetto e i pavimenti,scavando unenorme e frastagliatavoragine. Ora non era pi tanto unacasa quanto uno spaccato di casa.

    Attraverso le finestre infrantevedevamo latrio e attraverso leaperture nei pavimenti il corridoio delterzo piano, il tutto annerito difuliggine. Vidi mobili che riconobbi,scuri e carbonizzati, ritratti bruciatiappesi storti alle pareti.

    Mi dispiace, veramente troppopericoloso entrare, signorino Haytham,ripet il signor Birch.

    Poco dopo mi fece risalire nellacarrozza, batt due volte con il bastonesul soffitto, quindi partimmo.

  • In ogni caso, aggiunse, ieri misono preso la libert di recuperare lavostra spada, e da sotto il sedile tirfuori la scatola. Era anchessa sporca difuliggine, ma quando se la mise sulleginocchia e sollev il coperchio, dentrovidi la spada, splendente come il giornoin cui me laveva data mio padre.

    Vi ringrazio, signor Birch, fu tuttoci che riuscii a dire, mentre richiudevail coperchio e la sistemava sul sedile tradi noi.

    una bella spada, Haytham. Sonocerto che la terrete molto cara.

    Lo far, signore.E quando, mi chiedo, sentir il

    sapore del sangue?Non lo so, signore.

  • Cadde il silenzio e il signor Birchstrinse il bastone da passeggio tra leginocchia.

    La notte dellassalto, avete uccisoun uomo, riprese poi, girando la testaper guardare fuori dal finestrino.Superammo delle case che erano appenavisibili, galleggianti tra una nebbia difumo e aria gelida. Era ancora presto.Le strade erano silenziose. Che cosaavete provato, Haytham?

    Stavo proteggendo mia madre,signore.

    Quella era la vostra unica opzione,Haytham, concord, e avete fatto lacosa giusta. Non pensate neppure per unattimo di avere sbagliato. Ma lesserestata la vostra unica opzione non

  • cambia il fatto che non una faccendada poco uccidere un uomo. Per nessuno.Non per vostro padre. Non per me. Masoprattutto non per un ragazzino tantogiovane.

    Non avevo provato alcuna tristezzanel farlo. Avevo solo agito.

    E non ci avete pi pensato?Nossignore. Ho pensato solo a mio

    padre e a mia madre.E a Jenny?Oh, sissignore.Segu un altro silenzio, e quando

    parl di nuovo, la sua voce era piatta esolenne. Dobbiamo trovarla,Haytham.

    Rimasi in silenzio.Ho intenzione di partire per il

  • Continente, dove credo la stianotenendo.

    Come fate a sapere che l,signore?

    Haytham, io faccio parte diunimportante e influenteorganizzazione. Una specie di club o disociet. Uno dei numerosi vantaggi delfarvi parte che abbiamo occhi eorecchie ovunque.

    Come chiamata, signore?I Templari, signorino Haytham. Io

    sono un Cavaliere Templare.Un cavaliere? chiesi, fissandolo.Lui fece una risatina. Forse non il

    genere di cavaliere cui state pensando,Haytham, un cimelio del Medio Evo, ma inostri ideali sono gli stessi. Proprio

  • come i nostri antenati avevano deciso didiffondere la pace nella Terra Santasecoli fa, cos noi siamo il potereocculto che aiuta a mantenere la pace elordine ai giorni nostri. Indic con lamano il finestrino e le strade ora piaffollate. Tutto questo, Haytham,richiede struttura e disciplina estruttura e disciplina richiedono unesempio da seguire. I Cavalieri Templarisono quellesempio.

    Mi girava la testa. E dove viincontrate? Che cosa fate? Aveteunarmatura?

    Pi tardi, Haytham. In seguito vidir di pi.

    Mio padre ne era membro? Era uncavaliere? Il cuore mi balz in petto.

  • Mi stava addestrando perchdiventassi anchio uno di voi?

    No, signorino Haytham, lui non loera e temo che, per quanto ne so, vistesse addestrando alla scherma,affinch ecco, il fatto che vostramadre sia viva dimostra il valore dellelezioni. No, il mio rapporto con vostropadre non dipendeva dalla miaappartenenza allOrdine. Ma fa piaceredire che mi aveva assunto per le miecapacit nella gestione di patrimoniimmobiliari e non per qualche rapportosegreto. Ciononostante, sapeva che eroun cavaliere. Dopotutto i Templarihanno legami potenti che a voltepossono rivelarsi utili nella nostraattivit. Vostro padre non sar stato un

  • membro, ma era tanto astuto dacomprendere il valore delle relazioni:una parola amichevole, il passaggio diuninformazione utile, trasse unprofondo respiro, una delle quali erastata la soffiata riguardante lassalto.Glielo avevo riferito, naturalmente. Gliavevo chiesto se conosceva il motivoper cui era stato preso di mira, ma lui siera fatto beffe di quellidea, forse inmalafede. Abbiamo discusso, Haytham.Abbiamo alzato la voce, ma ora vorreisoltanto essere stato pi insistente.

    Era quella la discussione che avevosentito? domandai.

    Mi lanci unocchiata di traverso.Allora ci avevate sentiti, eh? Spero nonsteste origliando.

  • No, signor Birch, ho solo sentitodelle grida, risposi, contento di nonavere origliato.

    Mi lanci una dura occhiata, ma capche stavo dicendo la verit. Guardandoin avanti, comment: Vostro padre eratanto caparbio quanto imperscrutabile.

    Ma non aveva ignorato il vostroavvertimento, signore. Dopotutto,aveva assunto i soldati.

    Il signor Birch sospir. Vostro padrenon aveva preso sul serio la minaccia enon avrebbe fatto niente. Nel vedereche non mi prestava ascolto, avevoinformato vostra madre. Era stato susua insistenza che aveva assunto i duesoldati. Ora vorrei avere sostituito queidue con uomini delle nostre fila. Non

  • sarebbero stati sopraffatti tantofacilmente. Tutto ci che posso fare ora trovare sua figlia per lui e punire iresponsabili. Per poterlo fare, devosapere perch, qual era lo scopodellassalto. Ditemi, che sapete dellasua vita prima di Londra, Haytham.

    Nulla, signore.Bene, e cos siamo in due. In verit,

    pi di due. Neppure vostra madre saqualcosa.

    E Jenny, signore?Ah, laltrettanto imperscrutabile

    Jenny. Frustrante quanto era bella,imperscrutabile quanto era adorabile.

    Era, signore?Un giro di frase, signorino

    Haytham, almeno lo spero con tutto il

  • cuore. Continuo a sperare che Jenny siaal sicuro nelle mani di coloro chelhanno catturata, che sia loro utile soloda viva.

    Pensate che labbiano rapita perottenere un riscatto?

    Vostro padre era molto ricco. Lavostra famiglia potrebbe essere statapresa di mira per la ricchezza e la mortedi vostro padre accidentale. possibile.Abbiamo uomini che in questo momentostanno indagando su questa possibilit.Nello stesso tempo, potrebbero avereprogrammato di uccidere vostro padre eho altri uomini che stanno esaminandoanche questa eventualit, ecco, lo stofacendo io, perch lo conoscevo bene esaprei se aveva dei nemici: nemici con i

  • mezzi per effettuare un simile attacco,intendo dire, pi che locatari scontenti,ma non ho scovato una sola possibilit,il che mi induce a credere che lo scopofosse stato quello di risolvere unrancore, qualcosa collegato alla sua vitaprima di Londra. Jenny, essendo lunicache lo conosceva da prima, avrebbepotuto avere le risposte, ma, qualsiasifossero, le ha messe nelle mani di chilha catturata. In entrambi i casi,Haytham, noi dobbiamo trovarla.

    Cera qualcosa nel modo in cui dissenoi.

    Come ho detto, si ritiene che siastata portata da qualche parte sulContinente, cos che sar l che noi lacercheremo. E con noi intendo me e voi,

  • Haytham.Sobbalzai. Signore? chiesi, quasi

    incapace di credere alle mie orecchie.Proprio cos. Verrete con me.Mia madre ha bisogno di me. Non

    posso lasciarla.Il signor Birch mi guard di nuovo e

    nei suoi occhi non cera malizia ngentilezza. Haytham, temo che nontocchi a voi prendere questa decisione.

    La deve prendere mia madre,insistetti.

    Esattamente.Che intendete dire, signore?Avete pi parlato con vostra madre

    da quella notte?Stava troppo male per vedere altri

    che non fossero la signorina Davy o

  • Emily. rimasta in camera sua e lasignorina Davy dice che verr convocatoappena potr vedermi.

    Quando la vedrete, la troveretecambiata.

    Signore?La notte dellaggressione, Tessa ha

    visto suo marito morire e suo figliouccidere un uomo. Queste cose avrannoavuto un profondo effetto su di lei,Haytham, potrebbe non essere pi lapersona che conoscevate.

    Motivo in pi perch abbia bisognodi me.

    Forse ci di cui ha bisogno guarire, Haytham, possibilmente senzaessere attorniata dai ricordi di quellatremenda notte.

  • Capisco, signore.Mi dispiace che ci vi abbia

    sconvolto, Haytham. Corrug la fronte.E potrei sbagliarmi, naturalmente, mami sono occupato degli affari di vostropadre dalla sua morte e abbiamosistemato le cose con vostra madre. Hoavuto lopportunit di vederla dipersona e non credo di sbagliare. Nonquesta volta.

  • 3Mi madre mi convoc poco prima delfunerale.

    Quando Betty, che si era scusataprofusamente e con imbarazzo peressere rimasta a letto pi del solito, michiam, pensai che mia madre avessecambiato idea sulla mia partenza con ilsignor Birch, ma sbagliavo. Mi precipitaialla sua porta, bussai e a malapena lasentii dirmi di entrare, la voce tantodebole e sottile, molto diversa da quellacui ero abituato, dolce ma autoritaria.La trovai seduta alla finestra con lasignorina Davy che si stava dando dafare con le tende; sebbene fosse giorno,la giornata non era luminosa, eppure

  • mia madre agitava la mano di fronte as, come se fosse infastidita da unuccello iroso e non da qualche grigioraggio di sole invernale. Quando lasignorina Davy termin di spostare letende come voleva mia madre, mi invitcon un debole sorriso a sedermi.

    Mia madre volt il capo verso di me,molto lentamente, mi guard e mirivolse un sorriso forzato. Lassalto leera costato in modo terribile. Era comese tutta la sua vitalit fosse svanita,come se avesse perduto la luce cheaveva sempre avuto, sia quandosorrideva sia quando era arrabbiata o,come diceva sempre mio padre, quandoparlava con il cuore in mano. Ora ilsorriso le scivol via dalle labbra: non

  • aveva pi la forza di fingere.Sai che non andr al funerale, vero,

    Haytham? chiese in tono assente.S, madre.Mi dispiace, mi dispiace veramente,

    Haytham, ma non sono abbastanzaforte.

    Di solito non mi chiamava maiHaytham, solo tesoro.

    S, madre, ripetei, sapendo che loera, che era sufficientemente forte. Tuamadre ha pi coraggio di qualsiasi uomoabbia conosciuto, Haytham, era solitodirmi mio padre.

    Si erano conosciuti poco dopo essersitrasferiti a Londra e lei gli aveva datola caccia, come una leonessa cheinsegue la sua preda, aveva scherzato

  • mio padre, uno spettacolo siaraccapricciante sia solenne, e si eraguadagnato uno schiaffo per quellaparticolare battuta, il genere di battutache con ogni probabilit conteneva unaparte di verit.

    Non le piaceva parlare della suafamiglia. Tutto ci che sapevo cheerano benestanti. Una volta Jennyaveva accennato al fatto che lavevanodiseredata a causa della sua relazionecon nostro padre. Naturalmente nonavevo mai scoperto il motivo. In quellerare volte in cui avevo tormentato miamadre sulla vita di mio padre prima diLondra, lei aveva sorriso in modomisterioso. Me ne avrebbe parlato luistesso al momento opportuno. Seduto

  • nella sua camera da letto, mi resi contoche almeno parte del dolore che provavodipendeva dal fatto che non avrei maisaputo cosa mio padre aveva avutointenzione di dirmi il giorno del miocompleanno. Una piccola parte, unaparte insignificante del dolore per avereperso mio padre e del dolore cheprovavo nel vedere mia madre in questecondizioni. Tanto ridotta. Tanto privadi quel coraggio di cui parlava miopadre.

    Forse la fonte della sua forza erastato lui. Forse non era riuscita asopportare la strage di quella tremendasera. Dicono che succeda ai soldati. Siprendono un cuore da soldato ediventano le ombre di loro stessi. In

  • qualche modo il massacro li cambia. Eraquesto il caso con mia madre, midomandai.

    Mi dispiace, Haytham, ripet.Va tutto bene, madre.No, voglio dire, devi andare con il

    signor Birch.Ma voi avete bisogno di me qui.

    Devo occuparmi di voi.Lei emise una risata eterea. Il

    soldatino di mamma, eh? e mi fiss conuno strano sguardo scrutatore. Capii alvolo dove era diretta la sua mente. Aci che era accaduto sulle scale: mistava vedendo infilzare una spadanellorbita oculare dellassalitoremascherato.

    Poi distolse gli occhi, e laccesa

  • emozione del suo sguardo mi lasciquasi senza fiato.

    Ci sono la signorina Davy ed Emilyche si occupano di me, Haytham.Quando la nostra casa verr sistemata,torneremo l e potr assumere altropersonale. No, dovrei essere io aoccuparmi di te e ho nominato il signorBirch amministratore dellimpresa difamiglia e tuo tutore, affinch ci sioccupi di te in modo adeguato. ci cheavrebbe voluto tuo padre.

    Guard poi le tende con ariainterrogativa, come se stesse tentandodi ricordare perch erano state tirate.Credo che il signor Birch volesseparlarti subito della vostra partenza.

    Lo ha fatto, s, ma

  • Bene. Mi fiss e di nuovo nel suosguardo cera qualcosa di sconcertante:mi resi conto che non era pi la madreche conoscevo. O ero io a non essere piil figlio che lei conosceva?

    per il tuo meglio, Haytham.Ma, madreLei mi guard, poi distolse

    rapidamente lo sguardo.Partirai e questo tutto, disse con

    fermezza, riportando nuovamente losguardo sulle tende. Io alzai gli occhisulla signorina Davy come per cercareaiuto, senza trovarlo. Mi rivolsesoltanto un sorriso comprensivo, comeper dire: Mi dispiace, Haytham, nonposso fare nulla, ha deciso cos. Nellastanza cal il silenzio, nessun rumore a

  • parte lo scalpiccio di zoccoli di cavalliallesterno, in un mondo checontinuava, ignaro del fatto che il mioera stato distrutto.

    Puoi andare, Haytham, mi congedmia madre, agitando la mano.

    Prima, prima dellassalto intendodire, non mi aveva mai convocato, n miaveva mai congedato. Prima non miaveva mai lasciato andare


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