comunicazione è il processo interpersonale e sociale che consente a individui e gruppi di scambiare...
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Comunicazione
è il processo interpersonale e sociale che consente a individui e gruppi di scambiare informazioni
TRE MODELLI DI BASE:
1. Approccio matematico
2. Approccio semiotico
3. Approccio pragmatico
Il modello matematico di Shannon-Weaver (1949)
trasmettitore
codifica
fonte
rumore
ricevitore
segnale
decodifica
destinatario
CanaLe
feedback
Il modello matematico di Shannon-Weaver: i limiti
il modello implica che per comunicare è sufficiente avere un codice in comune
inferenza?
intenzionalità?
contesto?approccio semiotico
APPROCCIO MATEMATICO
L’approccio semiotico: significato, intenzionalità e contesto
1. Comunicare è creare SIGNIFICATO: processo di significazione
2. La comunicazione avviene grazie alla reciprocità intenzionale
3. Il significato viene COSTRUITO nel contesto della relazione
APPROCCIO SEMIOTICO
1. TRIANGOLO SEMIOTICO diagramma di rappresentazione di Ogden e Richards (1923)
SIMBOLOesempio: la parola
REFERENZARappresentazione mentale
REFERENTEL’oggetto
Fallacia referenziale (Eco, 75)
APPROCCIO SEMIOTICO
Intenzionalità (Grice, 1975)
informativa: volontà di comunicare un certo contenuto ed aumentare la conoscenza del destinatario
comunicativa: volontà di coinvolgere il destinatario e condividere il messaggio
INFORMAZIONE versus COMUNICAZIONE
Scambio volontario e consapevole di un messaggio
Trasmissione involontaria di un segnale (es. gaffe, lapsus, sms mandato alla persona sbagliata
etc)
APPROCCIO SEMIOTICO
Contesto
A seconda del contesto uno stesso messaggio può assumere significati diversi, e quindi nel processo di INTERPRETAZIONE chi comunica usa le informazioni fornite dal contesto per ridurre le ambiguità.
DEISSI
IMPLICATURA CONVERSAZIONALE
PRESUPPOSIZIONE
APPROCCIO SEMIOTICO
La deissi consiste nei riferimenti ad un dato contesto che sono presenti all’interno del messaggio
D. spaziale: qui, là
D. Temporale: ora, domani
D. di persona: tu, lei
APPROCCIO SEMIOTICO
IMPLICATURA CONVERSAZIONALE
• l’impegno reciproco ad integrare il significato letterale
• le implicature conversazionali sono negoziate, e dipendono dal contesto
What is said vs. what is meant
Enrico è un MOSTRO
Enrico è una persona spregevole
Enrico è bravissimo a fare qualche cosa
ENUNCIATO IMPLICATURE
APPROCCIO SEMIOTICO
PRESUPPOSIZIONE
• Insieme delle condizioni implicate da un enunciato
Piove ANCHE oggi Pioveva anche ieriSono giorni che pioveSono stanca di pioggia
….
ENUNCIATO PRESUPPOSIZIONE
APPROCCIO SEMIOTICO
L’approccio pragmaticola comunicazione come interazione tra linguaggio e contesto
Morris, 1978
• Semantica: lo studio del significato dei segni
• Sintassi: lo studio delle relazioni formali tra i segni
• Pragmatica: lo studio dell’ uso dei significati
Importanza della relazione tra linguaggio e contestoe dei processi impliciti della comunicazione
APPROCCIO PRAGMATICO
Le regole della comunicazione di Grice 1975
• Principio di cooperazione: accordo di base tra i partecipanti per dare il proprio contributo allo scambio comunicativo
“Dai il tuo contributo al momento opportuno, così com’è richiesto dagli scopi e dall’orientamento della
conversazione in cui sei impegnato”
APPROCCIO PRAGMATICO
Le quattro massime conversazionali di Grice
1. QUANTITA’: dare le informazioni necessarie per comprendere il messaggio
- Dai un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi della conversazione
- Non fornire un contributo più informativo del necessario
APPROCCIO PRAGMATICO
Le quattro massime conversazionali di Grice
• 2. QUALITA’: il contenuto del messaggio deve essere attendibile
Cerca di fornire un contributo vero:
- non dire ciò che credi falso
- non dire ciò per cui non hai prove adeguate
APPROCCIO PRAGMATICO
Le quattro massime conversazionali di Grice
• 3. RELAZIONE: i partecipanti devono fornire informazioni che siano pertinenti con la situazione
Sii pertinente
APPROCCIO PRAGMATICO
Le quattro massime conversazionali di Grice
• 4. MODO: cercare di essere chiari
- evita espressioni oscure
- evità le ambiguuità
- sii breve
- sii ordinato nell’esposizione
APPROCCIO PRAGMATICO
La teoria degli atti linguistici Austin, 1962
comunicare = agire
dire qualcosa equivale a fare qualcosa
• Dire qualche cosa equivale a fare qualche cosa
• Tre tipi di atti linguistici:
1. Atti locutori: ciò che il parlante dice
2. Atti illocutori: le intenzioni comunicative del parlante
3. Atti perlocutori: effetti del parlante sull’interlocutore
APPROCCIO PRAGMATICO
Atti linguistici locutorisignificato letterale
• Atti DI dire qualche cosa
consistono in ciò che un parlante dice
azioni che si compiono per il solo fatto di parlare
• esempi:
• ti chiedo perdono;
• ti dichiaro colpevole
• corri che c’è un incendio
APPROCCIO PRAGMATICO
Atti linguistici illocutoriintenzioni
• Atti NEL dire qualche cosa
coincidono con le intenzioni del parlante
• esempi:
• ammettere la propria colpa e voler fare pace,
• disapprovare l’altro,
• incitare ad evitare il pericolo
APPROCCIO PRAGMATICO
Atti linguistici perlocutori
• Atti CON il dire qualche cosa
coincidono con gli effetti che la comunicazione produce sull’interlocutore
• esempi:
• ottenere il perdono dell’altro,
• ottenere che l’altro si scusi o ripari il suo torto,
• fare in modo che l’altro si metta in salvo
APPROCCIO PRAGMATICO
Atti linguistici
Atti locutori: ciò che si dice
non ho strappato io il foglio
Atti illocutori: ciò che si fa nel dire
dichiaro la mia estraneità
Atti perlocutori: l’effetto che si ottiene
devi credere alla mia innocenza
Uno stesso enunciato può essere letto ai tre livelli
APPROCCIO PRAGMATICO
Forza degli atti linguistici
Ogni atto linguistico può essere modulato sul piano pragmatico con più o meno forza
1. Atti locutori: ciò che si dice può essere rinforzato con il tono
2. Atti illocutori: ciò che si fa nel dire può essere modulato con la scelta delle parole (mi dispiace vs. sono desolato; devi farlo vs. potresti farlo)
3. Atti perlocutori: l’effetto che si ottiene (l’effetto sull’interlocutore varia a seconda del contesto, delle credenze, dello stato d’animo di entrambi, delle motivazioni ecc…)
APPROCCIO PRAGMATICO
I CINQUE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
Pragmatica della comunicazione della Scuola di Palo Alto
Mental Research Institute
Pragmatica della comunicazione umana (Watzlawick, et al., 1967)
concetto base il linguaggio ha conseguenze sul piano del comportamento e delle relazioni
teoria generale dell’interazione nella comunicazione interpersonale basata su
cinque assiomi
APPROCCIO PRAGMATICO
1) Non si può non comunicare
Questa non è una comunicazione
Qualunque comportamento manifestato da una persona in presenza di una o più persone, indipendentemente dalla consapevolezza e intenzionalità comunicativa
E’ UNA COMUNICAZIONE
MA NON E’ POSSIBILE
NON COMUNICARE QUALCOSA
è possibile
• non rispondere (passività, fuga)• rifiutarsi di rispondere• rispondere senza rispondere• trovare motivi per non rispondere
APPROCCIO PRAGMATICO
2) Ogni comunicazione ha un aspetto di CONTENUTO ed uno di RELAZIONE
e il secondo fornisce una chiave di lettura del primo
Ci sarebbe da fare quel
lavoro!Fai quellavoro!
CONFLITTO DI CONTENUTO
CONFLITTO RELAZIONALE
si discute sui contenuti ma il problema è nella relazione
nasconde
magari più tardise mi resta tempo
non ho tempo
3) La natura di una relazione dipende dalla PUNTEGGIATURA delle sequenze di comunicazione tra comunicanti
I° interlocutore 2° interlocutore
1. Non parla, si chiude in se stesso 2. Brontola3. Non parla, si chiude in se stesso 4. Brontola5. Non parla, si chiude in se stesso 6. Brontola7. Non parla, si chiude in se stesso 8. Brontola
La stessa realtà comunicativa può essere letta in modi diversi a seconda della punteggiatura
(interpretazione della realtà) adottata
Si crea un conflitto dovuto alla diversa attribuzione di quale sia la causa e quale
l’effetto dello scambio comunicativo
4) Gli esseri umani comunicano sia con il modulo ANALOGICO che con quello DIGITALE
MODULO DIGITALEAttraverso la combinazione di suoni (e quindi di parole) si possono esprimere un numero INFINITO di cose in modo DETTAGLIATO e PRECISO. (canale verbale: veicola gli aspetti di contenuto)
“sono felice”“mi sei simpatico”“mi fai ridere”
MODULO ANALOGICOAttraverso l’espressione e i movimenti del corpo possono esprimere in modo IMMEDIATO alcune emozioni e sensazioni non altrimenti comunicabili (canale non verbale: veicola gli aspetti di relazione)
5) Gli scambi di comunicazione sono SIMMETRICI o COMPLEMENTARI a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza
Alcuni tipi di relazione sono stabiliti dal contesto sociale- culturale I due tipi di relazione non sono positivi o negativi di per sé Entrambe sono positive o negative a seconda delle situazioni
nelle relazioni simmetriche si ha un rapporto paritario tra i due poli della comunicazione, in quanto nessuno dei due attori accetta un ruolo di dipendenza
nelle relazioni complementariuno dei due interlocutori in un momento specifico dell’interazione riconosce la posizione e l’interdipendenza dell’altro
A cosa serve la comunicazione?
Funzione
Ogni evento comunicativo può assolvere a più di una funzione
Referenziale
Relazionale
di Controllo
di Contatto Sociale
di Regolazione Comunicativa
di Metacomunicazione
LE FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE
(Fraser, 1978; Scherer, 1980)
Scambio di informazioni in relazione ad oggetti e eventi
bla.. bla..bla..
bla.. bla
REFERENZIALE
hfgtne,lsk ?????sgdtrmmmmn0987
sdefjrjvnj
E’ la funzione della comunicazione più prototipica, più frequentemente presa in considerazione, ovvero lo scambio di informazioni su oggetti e argomenti
ciò che costituisce l’oggetto della comunicazione è il referente
Da un punto di vista linguistico, questa è stata a lungo considerata come l’unica funzione della comunicazione.
Scambio comunicativo efficace:
condivisione della stessa struttura semantica (singole parole, modi di dire, commenti ironici)
REFERENZIALE
Un bracciale klingoniano è stato trovato da un bejoriano nell'alloggio di un giovane cardassiano
REFERENZIALE
Mi fa piacere vederti
Scambio di informazioni in relazione ai partecipanti all’interazione comunicativa
RELAZIONALE
le informazioni non si riferiscono ai contenuti della comunicazione ma ai partecipanti e alla relazione che c’è tra di loro
Stati Emotivi e Atteggiamenti: (essere felici, arrabbiati, amichevoli, superiori)
Relazioni Sociali:Forme linguistiche adeguate a differenti tipi di relazione
Identità Sociale e Identità Personale: (età, occupazione, istruzione, provenienza, carattere, estroversione)
RELAZIONALE
Regolazione del proprio comportamento o del comportamento altrui
(strumentale)
CONTROLLO
acqua
portami dell’acqua
voglio dell’acqua
Il controllo del comportamento degli altri si attua a vari livelli, dal più semplice, quando si chiede qualcosa con un gesto, fino a quello più complesso della persuasione o della manipolazione delle informazioni.
In tutti i casi, si cerca, attraverso i propri atti comunicativi, di influenzare il comportamento, i pensieri, gli stati emotivi, gli atteggiamenti degli altri.
CONTROLLO
Gradi diversi di controllo volontario:
Il controllo del tono di voce e del volto è più difficile da raggiungere che non il controllo del contenuto verbale.
Il controllo del comportamento degli altri
forme dirette: espresse come comandi e ordini
livello linguistico:
livello paralinguistico: tono di voce, enfasi
forme indirette: uso di verbi modali associati a verbi di azione(bisognerebbe, è necessario, sarebbe bene...)
livello non verbale: gesti, sguardi
L'autoregolazione del proprio comportamento
Stabilire rapporti interpersonali
CONTATTO
Comunicazioni (verbali e non-verbali) che hanno come unico scopo quello di regolare il flusso del dialogo tra le persone (turn taking)
REGOLAZIONE COMUNICATIVA
L'alternarsi di ruoli richiede che ogni partecipante emetta dei segnali:
elementi non verbali
desiderio di iniziare conversazionecontatto visivo reciproco
Il parlante:
all'inizio di frasi lunghe distoglie lo sguardo
alla fine del discorso fissa l'ascoltatore
se volge lo sguardo altrove durante una pausa segnala l'intenzione di proseguire
L'ascoltatore:
il capo, gli arti a volte tutto il corpo assumono una nuova posizione se vuole assumere il turno di parlante
Atti comunicativi che hanno come oggetto altri atti comunicativi
METACOMUNICAZIONE
La capacità di metacomunicare è essenziale per comunicare in modo efficace
una comunicazione sulla comunicazione
Non ho più voglia di vederti
sto scherzando
rendersi conto che il proprio sistema di codifica può essere diverso da quello degli altri
azione di riflessione sul linguaggio usato
METACOMUNICAZIONE
“Fa caldo oggi….”
Non si conosce la temperatura esterna e
se ne chiede informazione
Per sottintendere il proprio disagio
Per far sì che qualcuno apra una finestra o ci
offra da bere
La tipica situazione dell’ascensore con uno
sconosciuto
Per segnalare la propria intenzione di cambiare
argomento
Pronunciata a seguito di una qualche affermazione non del tutto sensata con l’allusione che la causa dell’insensatezza potrebbe essere dovuta al caldo eccessivo