broadcast & production - numero 1/2012

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EDIZIONE ITALIANA DI RADIO WORLD & TV TECHNOLOGY Anno XIV - Numero 1 - Febbraio/Marzo 2012 Sommario AL VIA “LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI” Arrivano i Wavebusters NEWS pag. 3 LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI pag. 18 FILMMAKERS pag. 23 WEBTV pag. 26 WEBRADIO pag. 30 RADIO WORLD ITALIA pag. 33 OSSERVATORIO SWITCH-OFF pag. 38 REPORT pag. 44 CES2012 GUIDA TV pag. 48 Mixer & Switcher GUIDA RADIO pag. 64 Mixer Audio Contiene 5 nuove rubriche originali!

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Edizione completa e sfogliabile del numero 1/2012 di Broadcast & Production

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Page 1: Broadcast & Production - Numero 1/2012

EDIZ IONE ITAL IANA DI RADIO WORLD & TV TECHNOLOGY

Anno XIV - Numero 1 - Febbraio/Marzo 2012

SommarioAL VIA “LE TELEVISIONI IMPOSSIBILI”

Arrivano i Wavebusters NEWS pag. 3LE TELEVISIONIIMPOSSIBILI pag. 18FILMMAKERS pag. 23

WEBTV pag. 26WEBRADIO pag. 30RADIO WORLDITALIA pag. 33OSSERVATORIOSWITCH-OFF pag. 38REPORT pag. 44CES2012

GUIDA TV pag. 48Mixer & Switcher

GUIDA RADIO pag. 64Mixer Audio

Contiene5

nuove rub

riche

originali!

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Ipsos MediaCT, divisione media di Ipsos hapresentato a Milano, nello scorso mese diGennaio, la disponibilità di MediaCell ancheper l’Italia. MediaCell non è – ad oggi – unaricerca d’ascolto, ma il sistema tecnologicoche utilizza gli smartphone del pubblico permisurare gli ascolti radiofonici in modo natu-rale. «Il mondo delle radio ha subito un gran-de cambiamento negli ultimi anni, grazie alletecnologie. È quindi diventato un mezzo dicomunicazione sempre più dinamico, evolutoe il cui valore è impossibile da sottovalutare»,ha affermato Nando Pagnoncelli, CountryManager Ipsos Italia. «È un mezzo ancoraprofondamente innovativo, che secondo noiva misurato in modo altrettanto innovativo.Ipsos considera la misurazione elettronica ilfuturo della radio e oggi è necessario più chemai offrire al mercato di riferimento un ser-vizio preciso e completo come lo èMediaCell».

Come funzionaIn fase di lancio internazionale e attualmentein sperimentazione nel Regno Unito,MediaCell è “un meter… senza meter”. Alposto di un hardware dedicato, infatti,MediaCell si basa su un software che vieneinstallato negli smartphone del pubblico, ingrado di captare un segnale del tutto imper-cettibile, una sorta di eco artificialmentemodificato, presente nella banda di frequenzeudibili (anche perché i microfoni degli smart-phone hanno spesso una banda passante limi-tata alle necessità della comunicazione voca-le), ma ignorato dal cervello umano quandoelabora l’informazione sonora. Questa “eco”differisce dall’eco naturale degli ambienti,comunque ridondante per la percezione delmessaggio da parte delle persone. Tramiteuna tecnica di codifica proprietaria, il segnaleviene dunque inserito nel normale flusso ditrasmissione delle stazioni radio, installandol’apposito codificatore come anello della cate-na di trasmissione. La struttura del codice diMediaCell consente di identificare in temporeale la stazione ascoltata, la piattaforma diascolto (cioè se il segnale captato provenga dauna radio tradizionale, da un sito web, da un

podcast, ...) e se l’ascolto avviene in diretta oin un momento successivo alla prima messain onda (informazione molto difficile da rica-vare con altri sistemi di rilevazione). Poiché ilsoftware è intermo allo smartphone, è statochiarito in conferenza – su apposita sollecita-zione – che sarà possibile riconoscere anchel’ascolto effettuato dall’utente con gli aurico-lari, ovviamente diverso dal suono dell’am-biente in cui egli si trova, captato dal micro-fono. Tutto avviene senza che l’utente debbamodificare le proprie abitudini o portare consé appositi strumenti, perché si basa sul tele-fono cellulare che abitualmente tiene con sé,né richiede investimenti aggiuntivi per laproduzione di hardware dedicati o la manu-tenzione di enormi database.

Internazionale«Ipsos sta procedendo con il lancio diMediaCell in 11 paesi e siamo soddisfatti del-l’ottima accoglienza che ci stanno riservandotutti i nostri interlocutori non solo nel RegnoUnito, ma anche in numerosi altri paesi,come ad esempio la Francia. Siamo moltointeressati al mercato italiano e convinti cheil passaggio alla rilevazione elettronica, conun sistema evoluto ed affidabile come

MediaCell, possa costituire un ele-mento chiave nello sviluppo di que-sto settore», ha specificato JimFord, Development Director diGlobal Ipsos MediaCT. Nel RegnoUnito, MediaCell è attualmente infase di sperimentazione grazie adun panel di 375 utenti che hannoacconsentito ad installare il softwaredi MediaCell sul proprio cellulare e

che permetteranno una rilevazione quotidia-na sotto l’occhio attento di RAJAR (RadioJoint Audience Research, organo ufficiale dimisurazione dell’ascolto radiofonico nelRegno Unito). Inoltre, sempre oltremanica,MediaCell ha brillantemente passato il“Golden ears test’”, test tecnico cui è statosottoposto dagli ingegneri della BBC.Presentato Media Cell in Italia, Ipsos è oraalla ricerca di partner per implementare unaricerca d’ascolto di portata nazionale e ha giàil sostegno di RAI, Mondadori (R101) e delgruppo Sole 24 Ore (Radio 24). La strutturatecnologica flessibile e il dettaglio con cui sipossono raccogliere e organizzare i dati, per-mette di sviluppare le ricerche d’ascolto e lemodalità di esposizione dei relativi dati aseconda delle necessità dei diversi Paesi. Fattosalvo il principio secondo cui MediaCell rile-va le emittenti diffuse dove si trovano gliutenti e non quelle che essi ricordano diavere ascoltato, questa tecnologia è ora a dis-posizione del mercato Italiano. Potrebbe darluogo ad un’indagine d’ascolto innovativa,innalzando il livello della competizione anchetra le stesse società di ricerca, considerato chealcune di esse hanno già messo in campo lapropria qualificata offerta. «Siamo fiduciosiche la sperimentazione italiana porterà risul-tati molto interessanti per tutti i protagonistidel settore e che questo sistema davvero inno-vativo diventerà una risorsa inequivocabile»,ha affermato Pagnoncelli di Ipsos.Approfondiremo in modo minuzioso MediaCell e gli altri sistemi di rilevazione in uso inItalia nella rubrica Radio World Italia, suiprossimi numeri di Broadcast&Production.

(Piero Rigolone)

E alla fine arriva IPSOS... con MediaCell

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Si avvicina anche quest’anno l’edizione diRadioTv Forum di Aeranti-Corallo, giuntoal suo settimo appuntamento. Questo è ilmeeting degli operatori del settore radio-tele-visivo e si terrà, come tradizione, nellaCapitale presso l’Hotel Melià Roma AureliaAntica (in via degli Aldobrandeschi, 228).Quest’anno le date da segnare in agenda sonomartedì 22 e mercoledì 22 maggio. Comeconsuetudine, l’organizzazione ferve in questesettimane e, addirittura, ad oggi già quasi il90% degli spazi espositivi sono stati prenota-ti dalle aziende che hanno confermato la pro-pria partecipazione: l’elenco costantementeaggiornato lo potete trovare nel sito webwww.radiotvforum.it. Possiamo sottolineareche quest’anno spiccherà in veste diPlatinum sponsor la M-Three Satcom,mentre SES (già Astra) si è confermata nelruolo di Gold Sponsor.

Esserci è di rigoreCon quanto sta succedendo nel settore radio-televisivo italiano, oltre che più in generalenel nostro Paese, l’edizione in arrivo sarà

straordinaria-mente riccadi ottimimotivi pernon mancare.

L’anno scorso il driver erastato quello della grande tra-sformazione della Tv italianadall’analogico al digitale, maora al centro del dibattito cisaranno essenzialmente i tan-tissimi problemi correlati aquesta transizione e daglieffetti dirompenti: dai finan-ziamenti a sostegno dellatransizione, alla gravissimasituazione di penuria dellerisorse in generale e, in parti-colare, il riferimento al com-parto locale. Saranno oggetto di dibattito e diapprofondimento, anche (come sempre) coni numerosi rappresentanti istituzionali, i temirelativi alla gestione dei canali di trasmissio-ne, la regolamentazione del LCN, proprioora nuovamente sconvolta dalle decisioni delTAR, i rapporti con gli operatori di telefoniamobile e tutte le questioni relativi al dividen-do digitale. Non mancherà spazio per laradiofonia, l’editoria e il mercato pubblicita-rio. Si tornerà a parlare inevitabilmente dellarilevazione dell’audience e su questo tema,appunto, si potrà verosimilmente discuteredella recentissima (al momento del RTVF)pubblicazione dei nuovi dati d’ascolto dellaradiofonia italiana.

Anche nel 2012 il RadioTv Forum si confer-ma come momento essenziale per qualsiasiproprietario o dirigente di impresa radiotele-visiva (e industria collegata) per fare il puntodella situazione.

In 3.000 nell’Area ExpoIl RadioTv Forum non ha certo bisogno diulteriori conferme: esso rappresenta ormai inItalia l’unico vero momento annuale diaggregazione ed incontro tra le principaliaziende fornitrici di soluzioni tecnologicheper il broadcast e quasi tutti i loro potenzialiclienti, nazionali e locali, radiofonici e televi-sivi. Anche stavolta oltre 60 aziende, in rap-presentanza di ben più di 200 marchi, tuttidedicati esclusivamente a prodotti e serviziper il mondo radiotelevisivo e per la produ-zione e post-produzione che ad esso si riferi-sce, aspettano di incontrare i circa 3mila qua-lificati visitatori che non faranno mancare laloro presenza.

Pre-registratevi adessoOccorre ricordare che, per ragioni organizza-tive, è gradita la pre-registrazione dei parteci-panti visitatori all’evento. La stessa potràavvenire attraverso www.radiotvforum.it, ilsito web della manifestazione. Altro nonaggiungiamo se non: non perdete questaoccasione unica, che sarà di aggiornamentoprofessionale, ma anche di piacevole incontrotra “addetti ai lavori”. Inoltre, se siete un’a-zienda fornitrice e intendete parteciparecome espositore, non possiamo che suggerir-vi di affrettarvi. Gli spazi sono ormai aglisgoccioli: al momento di chiudere questoarticolo, erano ancora disponibili 6 stand.

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RadioTv Forum di Aeranti-Corallo 2012: sintomi di successo anche per la settima edizioneLa manifestazione di Aeranti-Corallo che vede la nostra rivista Broadcast&Production partner esclusivo per l’expo si annuncia quest’anno più che mai ricca di motivi di visita

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C’è una regola, in Canada: le emittenti diculto non possono restare in onda se si foca-lizzano su un’unica religione, anziché su piùreligioni. Un’emittente come la cattolicaWorld Family of Radio Maria, che ha sta-zioni in tutto il mondo, è rimasta effettiva-mente fuori dall’etere del Canada a causa diquesto limite. Tuttavia, Radio Maria ha tro-vato un modo legale per raggiungere il pub-blico: via Web e, in modo limitato, via etere.Le versioni italo-francese e quella inglese diRadio Maria Canada fanno base in un picco-lo edificio di pietra scura poco distante dalcentro di Toronto. Entrambe sono organizza-zioni senza fine di lucro, riconosciute dalgoverno. Radio Maria Canada – l’emittenteitalo-francese – ha iniziato l’attività nel 1995.Holy Mother World Networks (HMWN)Radio Maria – la versione inglese – è partitadieci anni dopo, nel 2005.Le stazioni trasmettono una programmazionecattolica lungo tutta la giornata, utilizzandomateriali registrati oppure in diretta. I palin-sesti comprendono studi sulla Bibbia, musicaspirituale, interviste e le notizie di RadioVaticana da Roma. Radio Maria Canada eHMWN Radio Maria sono entrambe con-dotte da volontari coinvolti tra il clero e ilaici che, insieme, si prendono cura della pro-grammazione, della gestione degli studi e del-l’ufficio. Quest’utima funzione è di particola-re importanza, dato che entrambe le stazionisono completamente finanziate dalle dona-zioni degli ascoltatori.

Nessuna licenzaDunque, come fanno Radio Maria Canada eHMWN Radio Maria a raggiungere gli ascol-tatori, se a nessuna delle due è consentitoavere una licenza per trasmettere in AM o inModulazione di Frequenza?

Nel caso di Radio Maria Canada, la soluzio-ne è stata quella di trasmettere nelle sottopor-tanti delle stazioni radio FM che posseggonola licenza. Questi canali sono noti comeSCMO (Subsidiary CommunicationsMiltiplex Operation). Le stazioni li usanosovente per i collegamenti tra studio e tra-smettitore, per supportare dei servizi locali dimessaggi di testo, oppure li affittano a terzeparti che non hanno proprie strutture di tra-smissione via etere.I canali SCMO si possono ricevere solo conspeciali ricevitori di tipo domestico, non leconvenzionali radio AM/FM.Nel concedere il permesso per trasmissioniSCMO a Radio Maria Canada nel 1995, laCanadian Radio-television andTelecommunication Commission (CRTC) haconcordato che “il detentore della licenzanon solleciterà né accetterà mai pubblicità,pagata o non pagata, come parte del servizioreligioso italiano in SCMO. In questo caso,

per “pubblicità” si inten-dono “messaggi com-merciali”, come definitinelle normative canadesivigenti”.Da qui, l’importanzadelle donazioni perRadio Maria Canada: èil solo modo che essa eHMWN Radio Mariahanno per finanziare lapropria attività.Da Aprile 1995, la sta-zione si ascolta aToronto su una sotto-portante a 67 kHz diCHIN 100.7 FM, hadetto il presidente della

stazione, professor Luigi Pautasso. Alla finedel 1996, è stato aggiunto il servizio in lin-gua italiana per Montréal su una sottoportan-te di CIRA 91.3 FM.Al suo lancio nel 2005, HMWN RadioMaria utilizzava anch’essa il sistema SCMOper mandare i suoi messaggi via radio. Ma adOttobre 2010 il suo accordo con CFNY102.1 FM è terminato ed è uscita dall’eterecanadese.Ma la stazione non è “sparita”: è passata instreaming su Web all’indirizzo Internetwww.hmwn.net, dove ancora si trova.

Il canale via USBSapendo che l’audio su computer può crearedelle difficoltà agli ascoltatori tradizionalidella radio, HMWN ha iniziato a vendereagli ascoltatori dei trasmettitori FM da inseri-re nella presa USB dei computer.“Semplicemente collegando il trasmettitoreUSB nel computer, tutto l’audio del compu-ter sarà trasferito su frequenze FM (da una acinque, e precisamente 88.1, 88.3, 88.5, 88.7o 88.9)”, secondo il sito di HMWN. “Potretequindi ascoltare HMWN Radio Maria chia-ramente attraverso la vostra radio o il vostroimpianto stereo di casa”.Secondo Pautasso, il servizio USB «non èancora molto diffuso». Ma ha forti speranzeper questo sistema, in particolar modo perchépermette a HMWN Radio Maria di trasmet-tere virtualmente senza costi, via Web.Allo stesso tempo, il CRTC ha anche datoalla stazione il permesso di trasmettere il suosegnale attraverso le reti televisive via cavo delCanada, con un ascolto potenziale di milionidi ascoltatori.

(James Careless)

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La strategia di Radio Maria in Canada

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Se non avete già fatto il passaggio all’HD, èprobabile che lo facciate nel prossimo futuro.Come nel cuore di un piccolo studio televisi-vo o in applicazioni di playout e per OB, ilmixer digitale JVC KM-H3000 offre flessibi-lità, affidabilità ed economicità con l'ulteriorevantaggio di essere in grado di gestire siasegnali video SD che HD. Il KM-H3000 èun potente mixer 12-ingressi SD/HD-SDIcon 3 ingressi di chiave, contenuto in un sin-golo pezzo e costruito in solido metallo, èadatto sia per applicazioni desktop chedesk/rack-mount tramite appositi supporti.L’alta qualità dei pulsanti e la robusta barra aT sono progettati per gestire le sfide fisichedei mezzi mobili e l’utilizzo nei flight-case.Il mixer video digitale è caratterizzato da untradizionale pannello con un intuitivo layoute da una struttura dei menu semplice, è moltofacile sia da installare che da utilizzare. Laluminosità e il colore dei pulsanti sono regola-bili dall'utente per una facile lettura inambienti oscurati, consentendo quindi di per-sonalizzare completamente l'aspetto della pro-pria unità. Il chroma keying di alta qualità ele sofisticate funzionalità di animazione dualplayout permettono al KM-H3000 di soddi-sfare le applicazioni più esigenti.In un ambiente competitivo in continuo cam-biamento ed evoluzione i clienti hanno biso-gno di produrre contenuti sempre più econo-mici ed efficienti. Solo i prodotti software dibase hanno la capacità di seguire questi cam-biamenti e di evolversi come richiesto daimercati in continuo movimento. Quando ilmixer KM-H3000 è stato progettato, è statoreso flessibile inserendo tutte le funzioni prin-cipali nel suo firmware. Molte nuove funzionisono state aggiunte negli ultimi mesi, miglio-randolo e rendendolo quindi un prodottopotente e versatile per gli studi di produzione;queste nuove funzioni sono state tutte fornitegratuitamente proteggendo così l'investimen-to dei clienti.

L'ultima evoluzione del KM-H3000 è la fles-sibilità interna data dai 10 ingressi multivie-wer di alta qualità, con la sue uscite HD-SDIassegnabili come Preview o PGM-2 .Caratterizzato da 2 riquadri con immagini digrandi dimensioni nella parte superiore e ottoriquadri più piccoli nella zona inferiore delloschermo. Ciascuno dei dodici ingressi o ani-mazioni in memoria, program o preview pos-sono essere assegnati ad ognuno dei 10 riqua-dri. Questo permette agli utenti di ottimizzarelo spazio riservato ai monitor risparmiandosenza rinunciare alle altre caratteristiche delKM-H3000.

Viva la differenza!A differenza di altri mixer forniti con solo lefunzionalità di base, il mixer multiformatoKM-H3000 è completamente attrezzato con10 ingressi di alta qualità con multiviewer, ditutti gli ingressi, chroma key, animazionimemorizzabili e di ingressi con tbc assegnabi-li, senza necessità di un ulteriore acquisto dicomponenti opzionali per godere della piena

funzionali-tà. Si adattaperfetta-mente conla filosofiadi JVC peroffrire unpercorso diaggiorna-mentoconvenien-te per laproduzionein alta

definizione, ed è il compagno ideale per siste-mi che incorporano le telecamere JVC da stu-dio/ENG GY-HM790, le prime sul mercato aregistrare i file nativi MOV (QuickTime perFinal Cut Pro di Apple) direttamente sumemory card SDHC economiche ed affidabi-li ad una velocità di 35Mbps, eliminando cosìil problema di dover codificare prima dell’edi-ting, ed i monitor HD della serie DT-V,ideali per applicazioni OB e studio, e ampia-mente utilizzati dalla post-produzione albroadcast e si contraddistinguono per le lorofunzionalità, waveform monitor in sovrim-pressione, latenza ottimizzata a meno di unframe, ingresso HD-SDI 3G e dual-link.

Caratteristiche delKM-H3000Riepiloghiamo sul finire le caratteristicheprincipali di questa nuova soluzione JVC: 12ingressi SD/HD-SDI 480i, 576i, 720p, 1080i50/60Hz; tre chiavi; quattro ingressi con tbcassegnabili; quattro convertitori con modalitàup/down; multiview con uscite assegnabili alprogram e/o al preview; due DVE 2D confunzione contorno e ridimensionamento; duefonti interne di memorizzazione con canalealfa per immagini fisse e animazioni; un gene-ratore di pattern (cerchio e rotazione), ungeneratore di effetto wash; chroma keyer dialta qualità; sei uscite SD/HD-SDI: 2 pro-gram, preview Aux 1, Aux 2 e Aux 3; effettiprofessionali di transizione con anteprima delsuccessivo; ingressi e bus sincronizzabili conconversione up/down; generatore B.B.o Tri-Level sync con tre di uscite indipendenti;controllo remoto tramite RS422 e 24 porteGPI / GPO; accessori opzionali, rack-mounte alimentatore ridondante.

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KM-H3000 è il mixer video digitale multi-formato di JVC

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Via Cosimo Tornabuoni, 21 | 00166 | Roma T: +39 066129641 | F: +39 0661296499

Via dei Missaglia, 97 | 20142 | Milano T: +39 0289305809 | F: +39 0289300138

Viale Suzzani, 13 | 20162 | Milano T: +39 0289050091 | F: +39 0289050795

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For Mac OS® X

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Le richieste fatte dal cliente Studio 8 adAcusticarte erano state poche e chiare. Conquella figura geometrica particolare, non sim-metrica, con l'utilizzo della sala non esclusi-vamente dedicata al missaggio, si chiedeva diavere un ascolto omogeneo nei vari puntidella sala. Per riuscire ad accontentare lerichieste del cliente sono stati fissati comepunti fondamentali la misurazione acustica,la costruzione di strutture fonoassorbentidisegnate ad hoc e la verifica finale con l'in-dividuazione del corretto posizionamento delsub woofer. Questo avrebbe permesso diaccordare la sala esattamente come un musi-cista accorda il proprio strumento prima diogni esibizione.

Diario di LavoroLo spazio é stato progettato come studio dimastering. Successivamente sono state aggiunte2 postazioni per la produzione musicale sullaparete destra. I monitor audio principali sceltidal cliente per effettuare il mastering sono sati iFocal Twin6 Be e Sub 6, integrati da una cop-pia di B&W CM7 per il secondo ascolto.Nella zona di produzione sono stati utilizzatiascolti Genelec 8040a, e Yamaha NS10mPRO. La geometria dello spazio scelto dalcliente è irregolare con pianta di 23m2. Il pavi-mento flottante (già esistente) è in legno ecopre il 100% della superficie calpestabile. Ciòaiuta a ridurre le risonanze a basse frequenze.La parete destra è in cemento armato e nellaparte alta é situata una vetrata apribile. Laparete sinistra invece è costituita da un sand-wich con mattoni, camera d'aria, e due strati in

cartongesso tra iquali é stato inseritomateriale bitumino-so. Da questa situa-zione strutturale,sicuramente nonottimale, i tecnicihanno impostato lefasi di progettazio-ne.

Prima faseRilevamento acu-stico della sala suun totale di 6punti (3 misurazio-ni per punto) con lasorgente sonora in 2posizioni diverse. La media di queste misurazioni è stata analizza-ta con lo scopo di conoscere il comportamentoacustico della sala e fissare gli obbiettivi dell'in-tervento. Sono state successivamente realizzatemisurazioni acustiche nei punti di ascolto inmodo da poter studiare le prime riflessioni.Durante la progettazione sono stati consideratil'assorbimento acustico dell'operatore, il diva-no, le librerie, ulteriore apparecchiatura e stru-mentazione,perché qualsiasi elemento presentenell'ambiente contribuisce a suo modo a crearediffusione acustica e assorbimento.

Seconda fase Analisi dei dati acquisiti. I tempi medi diriverbero (decadimento) scaturiti sono stati:EDT: 0.69s, T20: 0.74s. La risposta in fre-quenza nel punto di ascolto mostra risonanzemodali esagerate a 70 Hz e 110 Hz e "buchi"con differenze di oltre 20dB nella zona intor-no ai 125Hz.

Terza fase Simulazione di una proposta di correzioneacustica. La proposta Acusticarte aveva loscopo di ridurre i tempi di riverbero emigliorare la risposta nelle basse frequenzecon particolare attenzione nel punto di ascol-to principale. Tramite la progettazione di due

strutture risonanti realizzate negli angoli die-tro i monitor audio si è riusciti a ridurre illivello di energia delle prime riflessioni latera-li indirizzando l'energia in esubero verso laparete posteriore. La parete frontale è stata trattata a sua voltacon pannelli fonoassorbenti costruiti ad hoc,così come le strutture appese al soffitto,riuscendo a rispettare l'obbiettivo della ridu-zione del livello delle prime riflessioni verti-cali, abbassando di conseguenza il valore deltempo di riverbero sui valori precedentemen-te fissati come obiettivo.

Quarta faseInstallazione del sistema di correzione acu-stica progettato da Acusticarte. Vedi le foto.

Quinta fase Verifica acustica, individuazione del puntodi ascolto e posizionamento subwoofer.Questa ulteriore misurazione ha confermatoil raggiungimento dell'obiettivo di riduzionedel tempo di riverbero (0,34). Il livello ener-getico delle prime riflessioni è diminuito dicirca 10dB e la risposta in frequenza dellebasse frequenze é notevolmente migliorataanche grazie al corretto posizionamento delsubwoofer. (Valerio Stecca)

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Lo studio asimmetrico ora suona bene con la soluzione Acusticarte

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A partire da inizio febbraio 2012 PanasonicItalia spa è diventata un branch office diPanasonic Europe, assumendo la nuova ragionesociale di Panasonic Italia - Branch Office ofPanasonic Marketing Europe GmbH. Il rias-setto ha coinvolto tutte le filiali Panasonic atti-ve in Europa e non ancora trasformatesi inBranch di PME. Stando a quanto dichiaratodalla stessa azienda: “La trasformazione societa-ria di Panasonic è orientata al mantenimentodi un’organizzazione che abbia la capacità digestire con accuratezza il mercato locale senzatrascurare l’integrazione internazionale”. Anchedal punto di vista dello staff si sono registratedelle riorganizzazioni e dei cambi di ruolo, chehanno interessato le circa 500 persone che sioccupano a livello europeo delle varie divisionidi prodotto: Visual System Communication(plasma, proiettori,…), CommunicationProducts (stampanti, scanner, videoconferen-ze,…), Pro Camera System (broadcast, sicurez-za e medicale), Computer&Pc (che include

anche le perifieriche), MobileCommunication (cellulari e smartpho-ne) e l’area Cordless/Dect/Fax.

New TeamIn Italia il nuovo Country manager èSalvatore Palillo, a noi già ben notoper la sua storica militanza nel settorebroadcast. Per la parte che più ciriguarda, come rivista, diamo il benve-nuto a Danilo Contini, ora team lea-der dell’area Audiovideo ed IP, e adAntonella Sciortino, che segue da ora il mar-keting e il supporto vendite, subentrando aStefano Tura, che resta in azienda, ma passa adoccupare il ruolo di marketing manager per l’a-rea del Visual System. “L’organizzazione cambia – ha dichiaratoSalvatore Palillo – per presentarsi sul mercatoin una logica di soluzioni globali e non di pro-dotti specifici. Panasonic ha tante risposte adomande diverse. Pensiamo ad un grande

broadcaster che già lavora con noi, conosce estima il nostro brand. Da sempre acquisice lenostre telecamere e prodotti per la produzionevideo, ma da oggi potrà considerarci anche suaspetti collaterali del suo business: la sicurezza,per esempio, o la videoconferenza, o le periferi-che per le proprie reti ITC”. Il progetto di rior-ganizzazione prevede anche un upgrade dellarete commerciale di Panasonic in Italia, che èattualmente in fase di recruiting.

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Panasonic Italia e la “nouvelle vague” europea

Annunciato il quinto incontro delle microweb tv italiane e dei media indipendenti. Sisvolgerà a Bologna il 19 e 20 aprile 2012.Le web tv e i media locali, espressione delle“Italie digitali”, si confronteranno tra di loro(Barcamp), miglioreranno la conoscenza deglistrumenti digitali e di business (Laboratorio),dialogheranno con i professionisti dell'infor-mazione e del digitale avviando un dibattitotra esperienze differenti in aula plenaria, rac-coglieranno stimoli e intuizioni dai “guru”italiani ed esteri (Lectio Magistralis e LibroAperitivo), parteciperanno alle presentazionidi documentari e reportage. Il ricchissimo

programma, ancora provviso-rio, prevede interventi dipersonaggi e testimonialquali Carmen Lasorella (SanMarino Tv), Piero Gaffuri(RAI), Carlo AlbertoMorosetti (TG2-RAI), LucaDe Biase (Sole24Ore),Flavio Tranquillo (Sky),Alberto Nerazzini (Report-Rai3). Come sempre, deus exmachina dell’iniziativa è GiampaoloColletti, fondatore di Altratv.tv, organizza-trice dell’evento, con il sopporto di Google.

Il programma completo e aggiornato intempo reale potrete trovarlo nel sitowww.meetingpuntoit.it

Meeting Puntoit a Bologna

SES ha annun-ciato con uncomunicatostampa la nomi-na di Giorgia

Toti a Sales Manager di SES Italia, conresponsabilità per le vendite sul mercato ita-liano e greco. Laureata in ingegneria con suc-cessivi master di specializzazione inTelecomunicazioni, Marketing ed

Economics, Giorgia Toti vanta una approfon-dita conoscenza dei settori telco e media sia alivello nazionale che internazionale, graziealle diverse esperienze maturate in ambitotelecomunicazioni, internet e televisione.

Giorgia Toti in SES Italia

Beauty contest, assegnazione frequenze, risor-se per radio e tv,… In queste settimane si acca-vallano notizie e commenti relativi alle tante egravi questioni aperte del settore e a propositodelle quali le parti imprenditoriali, nazionali e

locali, avanzano suggerimenti, richieste erivendicazioni al Governo. Impossibile parlar-ne sul nostro bimestrale senza rischiare di esse-re già “vecchi e sorpassati” al momento dellapubblicazione. Per questo motivo, tutto ciò è

materia che trovate nel nostro sito webwww.broadcast.it, che vi invitiamo a visitarefrequentemente, e nella nostra eNewsletterquindicinale (oltre ad uscite straordinarie incaso di news urgenti e importanti).

ATTENZIONE! LE NOTIZIE “FRESCHE” SONO SU WWW.BROADCAST.IT

Da sin. Sciortino, Tura, Palillo e Contini

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N E W S

Le notizie le trovi anche in www.broadcast.it

Il lancio del proprio Final Cut Pro X, effet-tuato la scorsa estate, ha avuto l’effetto diuno sparo nella notte. I professionisti delvideo si sono subito accorti che qualcosa,davvero, non andava. Jay Ankeney su TVTechnology (nostra rivista consorella inNewBay Media) ci ha spiegato cosa fossesuccesso. L’articolo originale è inwww.tvtechnology.com.

Cambio di registroFinal Cut Pro X è stato rilasciato il 21 giugno 2011 per il download dal MacApp Store per soli 299 dollari, insieme allenuove versioni di Motion 5 e Compressor4 venduti a 49,99 dollari ciascuno.Quattrocento dollari ed è fatta, diciamo. Il confronto con l’ultima release della suiteFinal Cut Studio, uscito nel 2005 ma checon l’ultimo aggiornamento del 2009, èstridente: il bundle composto da Final CutPro 7, Motion 4, DVD Studio 5, eSoundtrack Pro 3 (oltre a Color 1.5 eCompressor 3.5) era offerto a 1.000 dollari.Ma il vero problema è che con il rilascio diFinal Cut Pro X, Apple ha interrotto il sup-porto di Final Cut Studio 3. Significa che iprogetti creati con Final Cut pro 7 nonpossono essere importati o comunque“aperti” con Final Cut Pro X. I primi 1.300 clienti che hanno scaricato ilsoftware dal Mac App Store hanno attribui-to un giudizio medio che suona come unacondanna senza appello: solo 2 stelle emezza, e forse anche per questa ragione si èsparsa la voce che Apple aveva iniziato arimborsare i primi acquirenti. Apple permesi non ha risposto alle telefonate volte adapprofondire questo argomento. I professionisti che pensavano a Final CutPro X come al successore “professionale” diFCP 7 hanno iniziato a grattarsi la testa.Una delle prime cose che si nota è che nonè possibile importare i progetti che eranostati avviati in Final Cut Pro 7. Final CutPro X, inoltre, non può ingestare materialeoriginale da nastro o esportare il prodottofinito su nastro per la consegna. A differen-za di FCP 7 manca la capacità di editingmulticamera, i noti e sofisticati strumentidi authoring DVD e non è possibile scam-biare progetti con altri sistemi tramite fileEDL o XML. Anche l’esportazione OMF non è diretta-mente supportata, ma richiede il plug-inPro Export FCP 5,0 di Automatic Duck,offerto a “soli” 495 dollari: quasi due volteil costo di FCP X!

Opinioni professionaliL’interfaccia grafica completamente ridise-gnata di Final Cut Pro X è una grandepreoccupazione per Misha Tenenbaum, edi-tor video e trainer certificato Final Cut Pro:"Anche per me, che pure sono un istruttore,il nuovo programma ha comportato una fati-ca di apprendimento enorme, e purtroppomi viene da dire che passare da FCP 7 aFCP X è più difficile che passare da FCP 7 aAvid o da FCP 7 a Premiere Pro". GaryAdcock, un filmmaker fondatore del FinalCut User Group di Chicago, crede che ilnuovo Final Cut Pro X sia “una fantasticaapplicazione" a causa della sua capacità digestire metadati avanzati. Tuttavia, per ilbroadcast professionale e per i tipici progettisu opere cinematografiche, l’incapacità diinteragire con altri sistemi, è un grave incon-veniente. "Final Cut Pro X non può gestireuno qualsiasi dei file nativi R3D delle teleca-mere Red Digital Cinema", ha dettoAdcock. "Per quanto mi riguarda, utilizzeròFinal Cut Pro X solo per progetti non broad-cast, in attesa di eventuali sviluppi". ScottSimmons, un professionista dell’editing tele-visivo che ha usato FCP 7 presso la casa dipost produzione Filmworkers, ha condottouno dei primi test di Final Cut Pro X. “Unadelle cose più sconcertanti per me è il fattoche non è possibile collegare un monitorprofessionale broadcast a Final Cut Pro X.Mi sembra normale la richiesta di avere duemonitor separati per il materiale originale ela record canvas. Con Final Cut Pro X invecec'è solo un unico display che commuta da

un contesto all’altro." L’editor freelanceAndy Neil:"Se Apple risponderà alle reazionirabbiose che stanno arrivando dal mercatoentro i prossimi 6 mesi, la migrazione dimassa verso i sistemi di editing non-lineareverrà arrestata. Diversamente, la vedo male."Nonostante tutto il frastuono che si è solle-vato intorno a Final Cut Pro X, anche esoprattutto da parte dei più affezionati soste-nitori del marchio e del prodotto Final Cut,Apple come al solito ostenta la tranquillitàdella luna che non si accorge del ragliare del-l’asino. Dopo tutto, Apple è Apple, e di soli-to sa cosa sta facendo. Ora la domanda è: maqualche volta potrebbero anche imparare adascoltare? O nel mondo etereo dei fantasti-liardi ne si è dispensati?

Promises, promises...Proprio in chiusura di questo numero diB&P ecco però arrivare, il 30 gennaio, uncomunicato stampa Apple che promettesostanzialmente la “correzione” di tutti que-sti problemi e molto altro ancora (vediwww.apple.com/it/pr/). Recuperato l’editingmulticam, evolve il chroma key, si annuncia-no svariate integrazioni e si va testando (infase beta) la possibilità di monitoring broad-cast. Il Final Cut Pro X v10.0.3 è dato perdisponibile sul Mac App Store a Euro239.99 per i nuovi utenti, oppure comeaggiornamento gratuito per gli attuali utentidi Final Cut Pro X. Bene la reazione, perquanto tardiva. Sentiremo nuovamente uten-ti qualificati per verificare se tali promesserisulteranno mantenute alla prova dei fatti.

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Apple via dal mercato pro? Anche se ora pare che…

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Prima o poi ci saremmo arrivati. Anche sefino a oggi sembrava solo una chiacchieraastratta. Grazie ai nostri colleghi di DVDigital Video (rivista consorella diBroadcast&Production) vi presentiamo ilprimo film interamente girato con unosmartphone. Diciamo subito che l’ottica uti-lizzata è un’ottica “vera”, sapientemente adat-tata. Ma, in ogni caso, il risultato vi sorpren-derà. Hooman Khalili, un filmmaker ameri-

cano di origini iraniane, ha realizzato ilprimo lungometraggio ripreso intera-mente con uno smartphone: un telefoni-no Nokia N8, montato su un treppiede,con un obiettivo “serio” (vedi foto). Ilcast annovera una celebrità come l'attriceGena Rowlands, vincitrice in passato diun Golden Globe. Da questo mix diesperienza e innovazione è nato Olive, ilfilm, la cui trama racconta, nelle parole

del regista, di“una bambina chetrasforma la vita ditre persone senzapronunciare unasola parola”. “Latecnologia si stamuovendo ad unavelocità pazzesca, egli smartphoneerano ormai prontiad una sfida delgenere: prima o poidiventeranno unoggetto in grado di

fare davvero tutto. Mi è venuta l'idea nelgennaio 2010, all'epoca non c'era ancora ingiro niente del genere – ha raccontato Khalilial Telegraph, ripreso da DV Digital Video –Mi sono detto: prima o poi qualcuno lo farà,e ho pensato di essere io il primo. C'è semprequalcosa di speciale nell'essere il primo”.Nella sua corsa al primato, Khalili potrebbeanche aver battuto il record di velocità diproduzione: il film è stato girato in cinquegiorni, e montato in altri nove, con lo scopodi poter essere presentato al SundanceFestival. I primi cinque minuti di Olive sonovisibili online su YouTube.

Un film “vero” su smartphone ora è realtà

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Attenzione! UK Radioplayer Ltd. sta cer-cando partner internazionali per licenziaree distribuire la sua piattaformaRadioplayer in tutto il mondo.Ma perché qualcuno dovrebbe licenziare edistribuire Radioplayer? Considerate ifatti: Radioplayer è una piattaforma onlineche attualmente fornisce l’accesso a 280stazioni radio inglesi, pubbliche e private.

Tanti utenti uniciA partire dal suo lancio nel Marzo 2011 –attraverso Radioplayer Ltd., una societàsenza fine di lucro controllata da BBC,Global Radio, Absolute Radio e del RadioCentre – Radioplayer ha raggiunto untotale di 6,7 milioni di utenti unici almese.«Al momento», ha detto ad Agosto scorsoMichael Hill, Managing Director di UKRadioplayer, «mi aspetto che quel numerosia stato anche superato».Effettivamente, le stazioni radio hannomolte opzioni, sia standard, sia personaliz-zate, per lo streaming online. Esse possonoessere semplici, come un player senza mar-chio basato su Flash o Windows Media,fino a un player più elaborato graficamen-te che comprende il supporto per le inser-zioni pubblicitarie e molteplici flussiaudio.Allora, perché BBC e i suoi partner com-

merciali hanno deciso di creareRadioplayer?«La risposta è che, prima che iniziassimo,solo il 2,5% di tutte le abitazioni inglesi sisintonizzavano sulla radio mediante i PC ei Mac, nonostante il fatto che l’80% delleabitazioni del Regno Unito sia servitodalla banda larga», ha detto Hill.«Chiaramente, c’era una ragione per cuiqueste persone non stessero effettuandol’ascolto della radio online, e immaginate-vi quale potesse essere…».Hill ha detto che la critica più frequenteera che ci fosse confusione, negli ascolta-tori. Uno stuolo di player software, com-binati con la mancanza di funzioni stan-dardizzate, scoraggiava la maggiore partedegli utenti ad abituarsi all’ascolto online.Immaginate se ogni marca di radio ricevi-tori AM e FM avesse un diverso tipo dibottoni per controllarne le funzioni, piut-tosto che le classiche manopole per la sin-tonia e il volume e l’interruttore di accen-sione. Questo è il problema che tenevalontano l’ascolto online.Per rimediare a questo, BBC e le emittenticommerciali si sono unite per sviluppareuna piattaforma comune di riproduzioneradio sui computer, che offre un accessosemplificato a tutte le stazioni affiliate:pubbliche, private e comunitarie… AM,FM, DAB o solo online.«Questo approccio serve a lavorare insiemesul player e per competere sul contenuto»,ha detto Hill. «Il risultato è ilRadioplayer, con i suoi bottoni chiara-mente definiti, la possibilità di ricercare lestazioni per genere e località, e la sua pos-sibilità di memorizzare i “preferiti”, pro-prio come su una comune autoradio».Radioplayer è, al momento, disponibileper computer desktop e laptop. «Abbiamoanche rilasciato da poco una versione perFacebook e stiamo sviluppandoRadioplayer che funzioneranno sui dispo-sitivi mobili, gli iPad e i tablet», ha dettoHill. «Il nostro obiettivo è avere una piat-taforma comune che consenta l’accesso atutte le stazioni radio inglesi su tutti i dis-positivi, con un aspetto semplice e grade-vole».Dato che è stata fondata in GranBretagna, Radioplayer non ha mandatoper aggiungere stazioni non inglesi al suoelenco. Tuttavia, la sua funzionalità, chel’ha resa un successo nella sua terra di ori-gine, si potrebbe facilmente estendere allealtre parti del globo.

«Abbiamo fatto il lavoro e abbiamo svilup-pato un prodotto che potrebbe essere utilealle emittenti, ovunque», ha detto Hill.«Allo stesso tempo, il fatto che ilRadioplayer sia così personalizzabile, signi-fica che si può distribuirlo altrove con unaspetto anche completamente diverso, macon la stessa funzionalità di base che l’ha

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Radioplayer cerca partner internazionali

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reso tanto semplice da usare».Detto quanto sopra, ha aggiunto che hasenso pensare a terze parti che ne licenzinoil software e lo vendano su scala globale.«Il costo per le stazioni radio non deveessere elevato», ha detto Hill. «Per esem-pio, in Gran Bretagna utilizziamo tariffeproporzionate alla quantità di ascoltatori.Ciò significa, ad esempio, che una stazioneradio gestita da studenti può avere ilRadioplayer per sole 90 sterline l’anno».

Aperti ai suggerimentiLa proposta per i partner di Radioplayer si

può trovare all’indirizzowww.radioplayer.co.uk. La domanda èpoco formale, con molti margini per nego-ziare l’accordo.«In sostanza, ci serve un partner per dise-gnare la struttura, negoziare le licenze inciascun territorio, assistere il lancio sulpiano tecnico e salvaguardare il marchioRadioplayer in tutto il mondo», secondoquanto dice il sito Web. «Ma molto altrolo potete aggiungere voi… Come approc-cereste il pacchetto del nostro codice e lariproposizione del Radioplayer nel vostromercato…. Dove concentrereste i vostrisforzi per rilasciare licenze… dobbiamopensare a un canone annuale o a un costouna tantum? Che modello di remunerazio-ne vorreste stabilire per i vostri servizi»?«Siamo aperti a idee e proposte innovati-ve», ha detto Hill. «Ecco perché abbiamopubblicato una simile richiesta di manife-stazioni di interesse. Ma una cosa è certa:il nostro Radioplayer ha un valore realeche può essere esportato in tutto ilmondo»Non c’è bisogno che le emittenti radioreinventino la ruota con una piattaformadi riproduzione personalizzata, ha dettoHill. «Ne abbiamo una che funziona chia-

ramente e che è supportata e aggiornataregolarmente da UK Radioplayer Ltd.».

(James Careless)Michael Hill

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Le Televisioni Impossibili1a puntata

Forse è capitato anche a voi. Ci avete fatto caso? Quando fuori fa freddo, il buio sembra ancorapiù scuro. La notte è notte, d’accordo, ma in una notte sottozero è come se il buio ti si stringesseaddosso. È pure luna nuova, l’ha fatta tre giorni fa. Del resto, non c’è molta scelta: abbiamodavanti quasi trecento chilometri di strada, e poi comincerà il bello.

L E T E L E V I S I O N I I M P O S S I B I L I

a cura dell’Ing. Davide Moro*

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È il 27 dicembre 2011. Sono due settimane che ci proviamo. Due set-timane passate a guardare il meteo, i bollettini, a telefonare alle sta-zioni in quota. Niente: in due settimane collezioniamo nevicate solen-ni, nuvoloni che non si vedrebbe oltre la punta del naso, e vento,tanto vento, che fa fermare le funivie. Ma oggi, forse, è la voltabuona. Appena la macchina mette il muso fuori dalla rampa dell’au-torimessa si nota subito che la giornata è speciale. È buio pesto, mal’aria è limpida, eccezionalmente limpida: bastaguardare le luci della città per capirlo. L’autostradaè già animata, nonostante le feste; passiamo a rac-cogliere l’equipaggio, e poco alla volta si forma lapiccola comitiva. Siamo in tre. Ma dove stiamoandando? A fare cosa? E, soprattutto, perché?

Un’idea che diventa veraL’idea è nata qualche mese fa. Gli analizzatori disegnali televisivi hanno conosciuto negli ultimianni una evoluzione fenomenale. All’ultimo IBCabbiamo visto come anche i costruttori più presti-giosi credano molto negli strumenti compatti abatteria che, se ben progettati e realizzati, sonomacchine utilizzabili sia dall’antennista evoluto chedai broadcasters, come strumento di prima linea.Sono sempre più completi, con display sempre piùgrandi e leggibili, permettono misure fino a poco

tempo fa impensabili fuori da un laboratorio (si pensial MER per portante), demodulano tutto senza richie-dere componenti aggiuntivi. Ma sono sempre più pic-coli e leggeri. Talmente piccoli da poter essere tra-sportati facilmente in uno zaino. Già, uno zaino. Poi, la televisione. Il caro analogico ci sta salutando;ma purtroppo grazie alla scelta miope (ed impostadall’alto) dell’SFN, il digitale non ha portato allenostre case una televisione “migliore”: ha portato unsacco di problemi, con canali che sparivano e altri cheandavano a singhiozzo. Se dovessimo giudicare daifatti, saremmo portati a pensare che la televisionedigitale si riceve “peggio” di quella analogica, specienelle zone “difficili”. Questo è l’esatto contrario non solo della realtà, maanche del messaggio che era necessario veicolare. Siparla di “agenda digitale” come di un percorso dimodernizzazione che costituisca un fattore di crescitaper la società e per l’economia: purtroppo in quasitutte le regioni il digitale è stato percepito dalle perso-ne come un incremento dei problemi ed una puracomplicazione di cose che in precedenza erano più

semplici. Gli specialisti sanno bene che il segnale digitale terrestre hadelle potenzialità di ricezione fenomenali, al di là di qualunque segna-le analogico. Tant’è che può essere facilmente ricevuto anche in posti“impossibili”, per i quali nessuno si sognerebbe mai di progettare unacopertura di segnale. E allora, l’idea ha preso forma. I lettori dellanewsletter di Broadcast&Production conoscono anche dove e comeè scoccata la scintilla che ha dato il via a tutto.

Piste sci di fondo

Mt BERRIO BLANC3252 m

Arp Vieille

Col D’arp2570 m

Cresta D’Arp2755 m

Cresta Youla2624 m

Mont chetif2343 m

Courmayeur1224 M

Entreves1306 M

Dolonne

TUNNEL DELMONTE BIANCO

Zerotta1525M

Val Veny

PeindeintPra Neyron

Le Greye

Checrouit

Arp

Courmayeur

Maison Vieille

Plan de la Gabba

Aretù

Val Veny

Chiecco

Mt BIANCO4810 m

Youla

Tzaly

Dolonne

Zerotta

Bertolini

Col Checrouit2256 M

PS

Dzeleuna

Plan Checrouit1704 M

Pavillon2173 M

Torino3375 M

Punta Helbronner3462 M

Funivie Monte Bianco

La palud1370 M

Val Ferret

Internazionale

Gigante

Pre de Pascal1912 M

Val Veny

Val Veny

Val Veny

Chetif

Prato

Pista Dell’Orso 18/2

2 A

Comba MorettaLazey

Gabba

Courba

Rocce Bianche

Des Eves

Diretta

Dzeleuna

Youla

Le Greye Lavenchon

Checrouit

Aretù

Checrouit

Stadio Slalom

Del ColleTzaly

Chiecco

Pra Neyron

6 A6 C

Dolonne

2 B

PS

ParcheggioParkingParking

Cable carTéléphérique

GondolaTélécabine

Ski liftTéléski

Chair liftTélésiège

Easy runPiste facile

Medium runPiste moyenne

Difficult runPiste difficile

Off-pistes itineraryItinéraire hors-pistes

Cash deskCaisse

Police

RescueSecours

PlaygroundAire de jeux

ToiletsToilettes

Cassa

Polizia di Stato

Soccorso

Cabinovia

Sciovia

ARVA contrôleARVA checkpoint

ARVA park

Seggiovia

Funivia

innevamento artificiale snow making neige de culture

Itinerario fuori piste

Pista facile

Pista media

Pista difficile

Parco giochi

Toilette

70%

La Squadra dei Wavebusters. Da sinistra: Paolo Merlet (Rai Way Aosta, cheringraziamo per il supporto logistico), Vincenzo Potertì (DeloInstruments), Paolo Teoldi (Aldena) e Davide Moro (B&P)

Fig. 1

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sciabolate che vedevamo disegnate sulla neve fresca sotto di noi ladicevano lunga. Arriviamo a 2.755 metri. Sono le undici passate, e iltermometro segna zero gradi. Caldo, per la stagione. L’addetto allefunivie che ci vede sbarcare con tutta la nostra dotazione sembraquasi divertito. Cerchiamo un posto per mettere in sicurezza il trep-piede, il terrazzo soprastante è perfetto (Fig. 3). Nessuna fotopotrebbe rendere l’idea di quello che vediamo. Il cielo è ancora piùlimpido di prima, anche se non c’è un filo di vento. Intorno a noineve, montagne, sole. E silenzio. Era davvero la giornata giusta.Abbiamo girato diversi video, ma quello che meglio racconta cosaabbiamo visto lo trovate qua: http://youtu.be/-j2ECYME5J8

A caccia di guaiMettere in uno zaino un completissimo analizzatore TV e una antennadi misura, arrivare in cima al posto sulla terraferma più disabitato cui sipotrebbe pensare (la cima di una montagna), e vedere cosa si trova. Sitrattava solo di farlo. D’estate proveremo la portabilità dello strumento,messa alla prova da diverse ore di arrampicata sui sentieri. D’inverno,proveremo la sua funzionalità, la sua usabilità e la durata della batteriain condizioni di temperatura estreme (sotto lo zero). In tutte le circo-stanze, metteremo alla prova il segnale digitale, e vedremo di cosa ècapace. A qualunque temperatura. Dicembre; a meno di dotarsi di cia-spole (ed essere degli specialisti), non è realistico pensare di raggiunge-re la cima di una montagna a piedi. E allora per la prima uscita abbiamocercato una cima che fosse raggiungibile in funivia. Abbiamo volutorendere omaggio alla regione che ha fatto da apripista per la televisionedigitale terrestre italiana, la Valle d’Aosta, e in particolare alla montagnache di questa Regione è uno dei simboli indiscussi: il Monte Bianco. Sitrattava solo di trovare la cima giusta. È meno facile di quello che sipotrebbe pensare. Non perché manchino le montagne (o le funivie):ma perché i trasmettitori, di solito, sono messi proprio in cima allemontagne. Andare a fare misure sotto ad una antenna trasmittente nonaveva molto senso, tanto vale attaccarsi alla monitoria. Per cui doveva-mo stare alla larga da ogni impianto trasmittente. Solo che, se dovestescegliere dove installarne uno, qual è il primo posto che vi verrebbe inmente? Ovvio: di fianco all’arrivo di una funivia, ché di elicotteri e dorsidi mulo ne facciamo volentieri a meno tutti. Per cui, non si poteva sce-gliere un posto a caso. Due, tre, quattro telefonate ad esperti del luogo, e ci costruiamo lamappa dei trasmettitori della zona. Poi, ci ha guidato la passione. Fra imolti impianti di risalita del comprensorio sciistico Courmayeur-MontBlanc (www.cmbf.it, vedi Fig.1), abbiamo scelto quello che porta alpunto più alto di tutti: i 2.755 metri di Cresta D’Arp, esattamente difronte al Monte Bianco. Solo a guardare la cartina, veniva la pelle d’oca. Arriviamo a Courmayeur verso le dieci di mattina. La cittadina si sta ani-mando, e lungo i marciapiedi si assiste ad una curiosa processione dipersone con gli sci sulle spalle. Fra tutti, i più curiosi però siamo noi.Non abbiamo scarponi da discesa ma da trekking, non abbiamo sci matreppiedi, antenne, computer e macchine fotografiche. In mezzo atutto questo, il nostro nuovissimo strumento Sefram 7865HD-T2;ma si notava soprattutto il resto, e la gente ci guardava con aria interro-gativa. Per arrivare da Courmayeur a Cresta D’Arp bisogna prenderequattro funivie, una dopo l’altra. La prima, chiamata “La Gigante” (sicapisce il motivo dalla Fig.2) ci lascia a Plan Checrouit, e lo spettaco-lo è fantastico. Sole brillante, non c’è una nuvola, il cielo è di unazzurro che è difficile raccontare a parole. Ma siamo solo a 1.700metri. Altra funivia, piccolina, fino a Col Checrouit, 2.255 metri, inmezzo ad una nuvola di giovanissimi con lo snowboard. Terza cabina,fino a Cresta Youla, oltre 2.600 metri, e l’aria inizia a cambiare.L’ultimo impianto, fino a Cresta D’Arp, lo prendono in pochi. Unacampata unica, una fune tesa fra le due stazioni. Lo prendono inpochi perché da Cresta D’Arp non ci sono piste battute per scendere.Appositi cartelli (in cinque lingue, fra cui il russo) avvisano gli incauti

che da quel punto inpoi saranno stati tuttie solo problemi loro.Siamo nel regnodello sci-alpinismo,per il quale CrestaD’Arp è un’ottimabase di partenza, ocome minimo delfuori pista “duro”: le

GLI AMICI DELLE TELEVISIONI IMPOSSIBILIA questo punto qualcuno potrebbechiedersi: perché Sefram? PerchéAldena? Certamente perché sonoaziende che propongono prodottieccellenti, e poi perché queste duesocietà hanno aderito con il giusto enecessario entusiasmo al nostroprogetto. Una iniziativa comequesta, con levatacce all’alba,freddo a volontà, e una buona dosedi fatica può riuscire bene solo se lafai con persone che ci credono, chehanno la tua stessa (tanta) voglia difarle, la stessa passione per lamontagna, per la televisione e(anche) per rendere possibili le sfide“impossibili” che ci aspettano.

AntennaAldenaALP1847710collegata allostrumentoSefram7865HD-T2

Fig. 2

Fig. 3

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L E T E L E V I S I O N I I M P O S S I B I L I

se si ripetono, di solito sono hanno andamento regolare in fre-quenza. Tipicamente sono riflessioni che provengono da ostacolinaturali, vicini al punto di ricezione. La prima cosa da fare è guar-dare la risposta ad impulso. Ad una prima analisi (Fig. C2) sembraperò che non vi siano echi significativi accanto al segnale principa-le: il primo eco è a -30 dB, e non è certo in grado di generare unospettro così frastagliato. In questi casi, attenzione alle scale. È suffi-ciente zoomare l’asse dei tempi per vedere che, in realtà, gli echivicini ci sono, eccome (Fig. C3): accanto al segnale principale si

20 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N • F E B R A I O / M A R Z O 2 0 1 220 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N • F E B B R A I O / M A R Z O 2 0 1 2

Prima di fissare il treppiede ed alzare ilpalo, con il nastro bianco/rosso da can-tiere ci riserviamo una piccola porzionedel terrazzo: siamo stati l’attrazione delgiorno per i pochi visitatori (fra cui unagiapponese molto incuriosita), e nonera il caso di rischiare che qualcunoinciampasse. Palo metallico, ma ultimasezione (circa un metro - Fig. 4) in die-lettrico: le misure di copertura si fannocosì. Colleghiamo l’antenna Aldena(ultimissimo modello, fresco di proget-to e produzione) allo strumento, e l’u-scita ASI del Sefram ad una DektecDTU245, a sua volta collegata via USBad un computer, e un hotspot wifi por-tatile ci collegava alla rete. A proposito:la connettività 3G arrivava fin lassù (allafaccia dell’LTE). Di fronte a noi, ilMonte Bianco. Non ci era mai capitatodi fare misure in un posto così.

Curiosity killed the catEravamo curiosi: cosa avrebbe trovato lo strumento? Come previ-sto: tanta, tanta roba. Diciannove canali, tutti perfettamente ricevi-bili. Solo quattro erano in condizioni critiche, ma effettuando unpuntamento fine la situazione poteva sicuramente migliorare. E disicuro nessuno ha pensato a prevedere la copertura di una cima aquasi tremila metri dove, oltretutto, non vive proprio nessuno.Vediamo qualche caso curioso che vale la pena di approfondire. Lo spettro che appare in Fig. C1 è il tipico caso di interferenza dariflessioni vicine: lo spettro si presenta con diversi intagli netti che,

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Fig. C1 Fig. C3

Fig. C2 Fig. C4

Fig. 4

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vedono distintamente diversi echi a -15 dB che causano le distor-sioni dello spettro che abbiamo notato. L’analisi del MER per por-tante (Fig. C4) conferma quanto ci suggerisce l’analisi dello spet-tro. In questi casi se l’impianto di ricezione prevede di miscelare ilsegnale proveniente da diverse antenne è opportuno verificare seisolando una o più antenne (anche se nominalmente dedicate allaricezione di altre bande di frequenza) la situazione migliora. Sel’impianto è a singola antenna conviene procedere al puntamentofine tenendo lo strumento sulla schermata della risposta ad impul-so, cercando di attenuare al massimo gli echi vicini, e verificandopoi la regolarità dello spettro. Per un lavoro a regola d’arte, nonbasta verificare che il valore di BER sia nei limiti: le riflessioni vicinetipicamente arrivano da ostacoli naturali, e al variare delle condi-zioni atmosferiche (da sole a pioggia, da freddo a caldo) la capacitàdell’ostacolo di riflettere i segnali potrebbe cambiare di molto, ren-dendo impossibile la ricezione. Nel passaggio alla televisione digitale, un modo sicuro per otteneredal medesimo impianto una copertura ben più estesa rispetto alletrasmissioni analogiche è utilizzare una modulazione 16QAM alposto della onnipresente 64QAM. Si perde capacità utile, ovvia-mente, ma se l’operatore non ha a disposizione tutti i contenutiche servono a “riempire” il bouquet, la capacità inutilizzata va adiscapito della qualità del servizio. Lo ha ben capito l’emittente dicui vedete la costellazione in Fig.D1: non solo la modulazione è16QAM, ma l’intervallo di guardia è impostato ad ¼, valore tipicodi chi vuole proteggersi al massimo dagli effetti nocivi dell’SFN (edalle riflessioni in genere), ed il code rate è ben 2/3, valore cherivela la volontà di rendere il segnale molto robusto. Rispetto adun pur cautelativo set a 64QAM (con GI ¼ e code rate ¾) con iparametri di cui sopra la capacità utile scende da 22,4 Mb/s a 13,3Mb/s, ma guardate i valori di misura (sempre Fig. D1): il MER èpari a 23,1 dB, non certo un valore ottimale, ma il BER pre-Viterbiviaggia sul 10 -8, a prova di bomba! Con una scelta di questo tiponon si ottiene solo una copertura molto estesa (sarebbe teorica-mente possibile spegnere alcuni impianti a parità di utenza servi-ta), ma la ricezione è più protetta anche nelle zone “tipiche” deltrasmettitore considerato: in questo modo anche chi non haun’antenna a regola d’arte, o usa una antenna indoor, potrebbericevere perfettamente.

Curiosando per lo spettro, ad un certo punto abbiamo notato unacosa singolare. È indicata con la freccia rossa in Fig. E1. Notate quellacrestina che spunta? A prima vista, è il classico profilo di un interfe-rente analogico: il “picco” è posizionato apparentemente in corri-spondenza della portante video di un segnale TV analogico. Ma l’ana-logico non dovrebbe essere tutto spento? Anzi, vietato? Abbiamocercato di scoprirne di più. Ruotando l’antenna a 360° abbiamo capi-to da dove arrivasse il segnale “strano”. Ma lo strumento non nevoleva sapere di riconoscerlo come un segnale televisivo, pure seampiamente interferito. Impostando allora lo span al valore minimo

Fig. D1

Fig. E1

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Finisce così…Riprendiamo la macchina e dirigiamo verso casa. Però la curiosità delT2 ci è rimasta. Eh, si. Ci fermiamo ad Aosta. È già buio, ma non fanulla. In un parcheggio sistemiamo veloci treppiede, palo, antenna estrumento. Eccolo: 32.000 portanti e modulazione 256QAM (Fig.F1). Non potrebbe essere che un T2. In questo momento stanno tra-smettendosolo due pro-grammi, ma inogni caso regi-striamo ancheun po’ dell’ASI,per studiarcelocon calma.Adesso possia-mo davverotornare a casa.

L E T E L E V I S I O N I I M P O S S I B I L I

consentito dallo strumento, abbiamo notato che la crestina non era“ferma”, ma sembrava modulata in frequenza. Un’occhiata al numerodel canale che stavamo ricevendo ci ha fatto venire il dubbio di esserein presenza di una (forte) prima armonica di un trasmettitore FM: lafrequenza ci sta tutta. Altra curiosità: nelle zone alte della banda V abbiamo notato, perfet-tamente centrata sullo spartiacque fra due canali, un’altra crestinasospetta, anch’essa modulata in frequenza. Eravamo troppo lontanidalla banda FM perché si trattasse di un’altra armonica: più probabil-mente si trattava di un “transito” analogico “in mezzo” a due canali.Un sistema di antica memoria ma che, teoricamente, non avremmodovuto trovare. Abbiamo anche tentato una cosa davvero “impossi-bile”: ricevere da Cresta D’Arp il segnale sperimentale DVB-T2 cheRAI sta trasmettendo dall’impianto di Gerdaz, sopra Aosta (ne abbia-mo parlato a pag. 68 dello scorso numero di Broadcast&Production,in un servizio dal Centro Ricerche RAI di Torino). Da Gerdaz, il segna-le dovrebbe farsi largo in un labirinto di montagne per riuscire adarrivare fino qui. E difatti non ci riesce. Ci proviamo in tutti i modi,ma niente da fare. È davvero troppo. Fotografie di rito e ci preparia-mo a scendere. Siamo rimasti qui quasi due ore, e la batteria delSefram è ancora a tre quarti. A zero gradi è un ottimo risultato, ancheconsiderando che abbiamo usato poco il decoder video, ma in tuttoquesto tempo lo strumento è rimasto sempre acceso.Scendiamo. Da Cresta Youla in giù la gente scia serena sotto la nostracabina. Un po’ di vento inizia a fischiare dai finestrini. Notiamo ungruppetto di bimbi sugli sci che scende seguendo diligentemente ilmaestro. Avranno tre o quattro anni al massimo. Sembrano i paperot-ti che seguono mamma anatra.

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*“Le Televisioni impossibili" è un pro-getto dell’Ing. Davide Moro, realizzatoin collaborazione con DeloInstruments/Sefram e AldenaTelecomunicazioni. Si ringrazia laFunivie Courmayeur Mont Blanc S.p.A.(www.courmayeur-montblanc.com) perla preziosa collaborazione in occasionedi questa prima uscita.

Fig. F1

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Classe 1980, Aldo Iuliano è un regista molto creativo, con grandegusto dell’immagine, anche grazie al suo background da disegnatoredi fumetti. Pur essendo molto giovane ha già all’attivo un lungome-traggio indipendente dal titolo Il Re di Bastoni, con RobertoVecchioni, attualmente in fase di post-produzione. Al 48 ore, al comando del team Freack Factory, si è fatto notare per unpaio di produzioni molto interessanti: Eject nel 2010 (nomination perla miglior sceneggiatura) e Natalino nel 2011 (miglior montaggio epremio speciale per la qualità tecnica). Aldo lavora spesso in coppiacon suo fratello Severino, scrittore e sceneggiatore, con cui ha curatodiverse produzioni, tra cui l’ultimo, riuscitissimo cortometraggio daltitolo Fulgenzio, una commedia grottesca in cui il regista ha utilizzatouna scansione dei piani molto curata, a voler omaggiare i grandi mae-stri del genere western. La storia non è originalissima, ma è ben scrittae molto divertente. Così come fece Oscar Wilde ne L’importanza dichiamarsi Ernesto, gli sceneggiatori, Severino Iuliano e EnriqueCherta Ferreres, hanno voluto sottolineare quanto l'apparenzaspesso divori il vero significato delle cose. Una giovane sposa è inten-zionata a mandare all’aria il matrimonio dopo essere venuta a cono-scenza, ormai sull’altare, del secondo nome, Fulgenzio appunto, delsuo futuro marito. Un piccolo capolavoro di genere, che ha visto lapartecipazione di attori molto bravi come Andrea De Rosa (Notteprima degli esami), Pietro De Silva (La vita è bella), Alberto Di Stasio(Boris) e Mario Donatone (Il padrino parte III), senza escludere lasorprendente Andrette Lo Conte, all’esordio davanti alla macchina dapresa. Fondamentale l'apporto tecnico della giovane casa di produ-zione Redigital di Roma, oltre che del talentuoso direttore dellafotografia Davide Manca, che ha già all'attivo una menzione specia-le ai Nastri d'Argento 2011.L’obiettivo dichiarato (per nulla ambizioso!) di Fulgenzio era quello diavvicinarsi alla fotografia di un grande film d’autore, avendo comeriferimento l’immaginario visivo dei fratelli Cohen. Gli unici strumentia disposizione: una RED, un ottimo DIT (Digital Imaging Technician) e5 proiettori ARRI Daylight. Davide, oltre a studiare con Aldo inmaniera certosina l’atmosfera descritta in sceneggiatura, dopo diversisopralluoghi ha scelto di utilizzare le ottiche RED diaframma 1.8, chelavorano alla perfezione con il sensore della Rossa. È stato scelto l’uti-lizzo della RED per le ottime possibilità di lavoro in post-produzione,dove i filtri nativi RAW sono stati trattati con il software Apple

Color. Il vero valore aggiunto è stata la possibilità di avere sul set ilDigital Imaging Technician. Si tratta di una soluzione sempre più adotta-ta nelle produzioni cinematografiche in cui si utilizzano cinecameredigitali ad alta risoluzione, tanto che la figura del DIT è sempre piùricercata e sempre più numerosi sono i corsi che mirano a formareprofessionisti dell’immagine con il compito di coadiuvare il lavoro deldirettore della fotografia prima, sul set, e del colorist poi, in post. Il

Low budget or... no budget?A caccia dei fondi Mibac

F I L M M A K E R S

a cura di Enrico Ventrice*

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Aldo Iuliano

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DIT è dunque una vera e propria figura di collegamento tra le variefasi della produzione. Tutto il film si svolge all’interno di una chiesaromana di 400 mq. Ottima la cura dei volti dei personaggi. I DaylightARRI HMI hanno permesso di lavorare con la luce solare che filtravadai larghi finestroni invece di combatterla “capannando” tutto eimpiegando molto del poco tempo a disposizione: low-budget vuoldire anche girare solo nelle ore in cui la location gratuita è disponibile.Investimento ridotto all’osso: duemila euro in tutto, ovviamente gra-zie alle molte collaborazioni amichevoli. Siamo in presenza di un veroe proprio esempio di no-budget, espressione che le nuove generazionidi filmmaker e produttori indipendenti conoscono bene.Fortunatamente le cose stanno cambiando, almeno sembra, ancheper quanto riguarda i contributi e le agevolazioni degli enti pubblici, ein particolare del Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali)che, se fino a qualche tempo fa costituiva una fonte di finanziamentosu cui potevano contare i soli grandi produttori cinematografici, orasembra essersi aperto anche alle giovani società di produzione.

Intervista con Martha CapelloDi finanziamenti abbiamo allora parlato con Martha Capello,giovane e intraprendente presidentessa dell’AGPC (Associazione

GiovaniProduttoriCinematografici).D: Martha,innanzitutto,che cos’èl’AGPC?R: È un’associa-zione nata daalcuni giovaniproduttori chehanno deciso difare gruppo per-ché la situazioneitaliana è troppocomplicata peraffrontarla da soli.Siamo quasi 70società di produ-zione, tutte caratterizzate dall’essere micro o piccole imprese cheportano avanti progetti a budget ridotto, prevedendo l’utilizzo didiversi canali di finanziamento, anche internazionali.D: Quali sono attualmente le possibilità per le piccolesocietà di accedere ai finanziamenti pubblici?R: In Italia i fondi a cui si può accedere sono principalmente quellidel Mibac, quelli regionali e, per alcune categorie, quelli europei.Per quanto riguarda il Mibac sono cambiate un po’ di cose, anche acausa della crisi economica. Prima i finanziamenti alle opere prime eseconde erano molto più consistenti, nell’ordine di quasi un milionedi euro a film,quindi eranopoche le socie-tà ammesse,più che altroquelle cono-sciute e benstrutturate.Adesso le cosesono cambiatee il Ministeroha preso unanuova strada,decidendo difinanziaremolte piùopere, anche disocietà giovani,concedendomolti meno

Martha Capello

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soldi per singolo film. Questo, da una parte, agevola il piccolo pro-duttore che ha un modus operandi molto più dinamico ed è abituatoa cercare soluzioni anche all’estero, riuscendo, di fronte a un contri-buto inferiore, a sviluppare un piano finanziario composto da diversevoci (sponsor, product placement, tax credit, fondi regionali o darecuperare sul territorio, valorizzandolo), quindi molto più sano,dove anche la sua partecipazione diretta ai costi di produzione havalore.Dall’altra parte, molti produttori della vecchia guardia non sonoabituati a queste nuove modalità, tanto che, di fronte a finanzia-menti così bassi, si trovano a non riuscire a chiudere il piano finan-ziario, con la conseguenza che investono meno in opere prime eseconde. Ci sono stati addirittura diversi casi di rinuncia al finanzia-mento. A mio avviso questo cambia-mento crea quella dinamicità che man-cava al nostro settore.

Un nuovo modo di fare cinemaL’esperienza del 48 ore ci ha insegnatoche si possono fare grandi cose anchecon pochi soldi. È sorprendente vedereall’opera i ragazzi di una produzioneindipendente, in cui viene richiesta unasempre maggiore capacità di multita-sking e le differenze tra le varie figureprofessionali sono sempre meno mar-cate. È indubbio che il modo di farecinema stia subendo modificazioniimportanti, così come è indubbio chemolti addetti ai lavori si pongono inuna posizione del tutto critica nei con-fronti di questo processo di trasforma-zione. Tempo fa un grande regista ita-liano, rilasciando un’intervista allenostre telecamere nel corso di unavecchia edizione del 48 ore, disse chequello che si produce in questo con-corso non è cinema, ma qualcosa didiverso, perché è impensabile realizza-re un film in 48 ore. Ha ragione Maestro, è impensabileprodurre un film in 48 ore, se nonaltro un film come siamo stati abituatia intenderlo e, soprattutto, com’è abi-tuata a intenderlo la vecchia industriacinematografica. Ma la Fédération InternationaleDes Archives du Film (FIAF), nel suostatuto dà la seguente definizione:“per film occorre intendere ogni regi-strazione di immagini in movimento,eventualmente accompagnate dasuoni, su qualsiasi supporto esistente oda inventare”. A mio avviso, se ci sono delle buoneidee, non serve molto altro.

Mi piacerebbe tornare sull’argo-mento su uno dei prossimi nume-ri, quindi vi invito a scrivermi e afarmi sapere cosa ne pensate.

* Dal 2007 ad oggi ha curato le edizioniitaliane di “The 48 Hour Film Project”,ai più conosciuto semplicemente come“48 ore”, una competizione internazio-nale di filmmaking che gli ha dato lapossibilità di scoprire e ammirare il talen-to di centinaia di giovani professionistidella macchina da presa. Per contatti: [email protected]

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a cura di Altratv.tv*

Che siamo protagonisti di una vera e propria rivoluzione lodicono i numeri: la percentuale di italiani per i quali la tele-visione rappresenta l’unica fonte di informazione si è ridot-ta dal 46,6 al 26,4 % (Fonte: Open Society Foundation,dicembre 2011). E oggi, secondo Cisco, 14 milioni di inter-nauti guardano video in Rete, il 367% in più rispetto a cin-que anni fa. Inoltre si stima che nel 2014 più del 90% deltraffico IP sarà rappresentato dal video. Una rivoluzioneche coinvolge anche la Rete italiana, non ancora matura maprotagonista di scosse di magnitudo sempre più forte.Questi epicentri sismici non sono necessariamanete geolo-calizzati nei grandi centri urbani: oggi più che nel passato lavia del digitale in Italia passa attraverso centinaia di espe-rienze di videocomunicazione “dal basso”, realizzate daiNetizen, ovvero dagli Internet Citizen, i cittadini videoma-ker. E proprio Netizen si chiama la ricerca che da 7 annifotografa lo stato della Rete videopartecipata e “dal basso”.

Popolo che cresceStando al nuovo rapporto annuale, con il 2012 l'esercitodei videomaker italiani creatori di Web Tv ingrossa le suefila, raggiungendo quota 590 “antenne” distribuite inmodo piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale, con una den-sità maggiore nel Lazio (102), in Lombardia (85), in Puglia (63) e inEmilia-Romagna (53). Le micro Web Tv sono aumentate in manieraminore rispetto allo scorso anno, registrando una crescita più lieve,intorno al +11% (nel 2011 se ne contavano 533 con un aumento del+52% sull'anno precedente). Ma l'aspetto positivo è che oggi sono deci-samente più strutturate e con obiettivi più chiari.

Piccole imprese, cresconoQueste web tv italiane iniziano a diventare vere e proprie start up: così

questi canalisvolgono unruolo di presi-dio territorialesempre piùpermanente,sostituendo ointegrando inmodo sinergi-co l'informa-zione localefino a qualchetempo fa astretto appan-naggio delle

Tv locali: informano sulla cronaca e sugli eventi del territorio (lo fa il33% delle Web Tv), denunciano ciò che non va (il 15% si occupa inmodo sistematico di inchieste), creano un filo diretto tra cittadini e isti-tuzioni (il 7% delle Web Tv ha rubriche specifiche, spesso realizzateinsieme all'amministrazione locale). E se i finanziamenti legati allaPubblica Amministrazione diminuiscono, complice una crisi economica edi sistema, migliorano i rapporti: ad oggi il 12% delle Web Tv ricevefinanziamenti dalla PA, ma per il 61% c'è riconoscenza e collaborazionetra Web Tv e PA (nello scorso anno il dato era fermo al 34%). Cresceperò la parte di business legata alle imprese del territorio, a quel riccopatrimonio rappresentato dalle piccole e medie imprese: si incrementa-no in modo considerevole i rapporti commerciali e oggi l'80% delleWeb Tv intrattiene business realizzando video su commessa (24%) oproducendo pubblicità con pre-roll o banner (32%). Diminuiscono le Web Tv che si basano su donazioni o su risorse degliideatori (il dato aggregato registra il 56% del totale).

Staff essenzialiPiù business, con squadre più numerose (il 19% ha una squadra compo-sta da 6 a 10 collaboratori) e mature (oltre la metà, il 53%, ha un'etàcompresa tra i 31 e i 40 anni, solo il 5% sono net-nativi). L’informazionepredilige il territorio, comunicando ciò che accade (33%) e valorizzan-dolo (25%). Si potrebbe proprio dire “piccole Web Tv crescono”: così leantenne nate per caso o per passione si stanno trasformando in vere eproprie realtà imprenditoriali.

Piccole Web Tv crescono:è online il nuovo “Netizen 2012”

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Il Team di Europocket Tv

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10) e dalla integrazione con le piattaforme di videosharing: tra questeultime eccelle YouTube, adottata come business partner per il 72%(nell'anno precedente era fermo al 60%) e si segnala Vimeo perl'11% delle Web Tv. L'82% delle antenne è su Facebook, il 46% suTwitter e il 37% ha attivato un account su Foursquare e lo utilizzaper fare marketing territoriale Bassa però la misurazione dell'efficaciadei social network: solo il 16% adotta monitoraggi qualitativi dellaconversazione in Rete. Emerge poi la crescita esponenziale della dis-tribuzione multipiattaforma, che oggi predilige i devices mobili. Per il14% delle Web Tv i download superano le mille unità, ma addiritturail 63% non effettua una loro tracciabilità.

* Giampaolo Colletti è il fondatore di Altratv.tv.Collabora anche con Nova24,l’inserto tecnologico del quotidiano economico Il Sole 24 Ore.Per contatti: [email protected]

LA STORIA

A Pordenone la prima "Restaurant Tv"L'idea gli venne nel 2006. Due anni dopo andò online il primo ser-vizio nella prima Web Tv della città. Nacque così Pnbox, dapprimamicro web tv cittadina e oggi anche la prima “Restaurant Tv” almondo.Siamo a Pordenone, e la creatività la fa da padrona. La storia diFrancesco Vanin, d'altronde, è tutta incentrata sulle nuove tecno-logie e sulla creatività. Il digitale come bene per la collettività: neglistudios della sua web tv cittadina ha realizzato un vero e proprioristorante con prodotti a chilometro zero e con annessa Web Tv.Alle pareti del locale gli schermi irradiano il palinsesto della Web Tv,raccontando la città di Pordenone. Poi c’è un palco per le presenta-zioni dei libri e in cucina tutti giovani chef provenienti dalla scuolaalberghiera.� La struttura gli è stata data in concessione dietro unpagamento d’affitto direttamente dal comune di Pordenone, trami-te la vittoria di un bando pubblico. «Sono orgoglioso della mia crea-tura. Nella mia restaurant tv acqua, pane e Internet sono gratuiti.

L’INTERVISTA

Incompiuti d'ItaliaSul web si moltiplicano le storie di malaffare, di abuso, spesso recen-site e geolocalizzate. È il caso di Alterazioni Video, un collettivo dicinque artisti che ha messo in rete Incompiutosiciliano.org, unamappa delle opere mai terminate made in Italy. «Recuperare gli eco-mostri lasciati a metà e trasformarli in opere d'arte, questa è la filoso-fia del collettivo», precisa il fondatore Andrea Masu. Da nord a sudil progetto ha contato più di 500 tra edifici-scheletri, cantieri nonultimati e viadotti sospesi. D. Come nasce il progetto Incompiuto Siciliano?R. Insieme a Claudia D'Aita ed Enrico Sgarbi abbiamo iniziatocirca cinque anni fa la ricerca sul campo in Sicilia. Ci siamo imbattutinelle prime opere incompiute a Giarre, in provincia di Catania. Allafine del giro, in una sola giornata, ne abbiamo contate 9, tutte nel ter-ritorio di in un solo comune con poco più di 26.000 abitanti. Il data-base è online su www.incompiutosiciliano.org, il primo osservatoriosul fenomeno dell'incompiuto in Italia. Oggi è possibile per chiunquepubblicare la propria segnalazioni, creando una scheda nuova perogni opera. Un'archivio partecipato unico nel suo genere che restitui-sce in tempo reale uno spaccato sulla storia recente di questo Paese.D. L'incompiuto più scandaloso?R. Sicuramente la diga di Blufi in provincia di Palermo è quella che ciha lasciato più sbigottiti. Uno degli invasi più grandi d'Europa si pre-senta come una surreale pista in cemento pronta per l'atterraggio di

astronavi spaziali; li dove era prevista l'acqua da utilizzare come riser-va per l'acquedotto palermitano, fanno capolino pecore e capre alpascolo.

Per me sono in fondo i beni primari, ed eccco perchè ai miei clientinon faccio pagare questi servizi», ha dichiarato Francesco.

Standard tecnici che miglioranoRealtà sempre più strutturate con apparecchiature tecniche professiona-li (69%), portali aggiornati quotidianamente (53%, erano soltanto39% nel 2010) e accessi in crescita, in un ecosistema sempre più digi-tale: aumentano le Web Tv con accessi in una forbice compresa tra i7.000 e i 10.000 contatti unici mensili (30%, erano soltanto il 20%nell'anno precedente) e con oltre 10.000 (28%). E c'è anche chi iniziatimidamente a sperimentare una serialità grazie a Web series (8%).Crescono, inoltre, i canali verticali (oltre un terzo, precisamente il36%, nello scorso monitoraggio erano il 26%). Gli elementi di novitàsono rappresentati dall'adozione dei social network (per 8 canali su

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a cura di RadUni - Ustation*

Unica Radio, la web radio degli studenti universitari di Cagliari,nasce l’8 ottobre 2007 dall’idea di Domenico Sanna (stu-dente di Filosofia dell’Ateneo cagliaritano), di Roberto Ibba(rappresentante degli studenti universitari) e di Carlo Pahler(studente di ingegneria), con l’intento di creare un mezzo dicomunicazione che potesse dare voce agli studenti, dando lorola possibilità di confrontarsi, conoscersi e sperimentare, rical-cando il filone delle prime radio libere.Abbiamo allora incontrato Carlo Pahler, coordinatore stationmanager di Unica e con lui abbiamo scambiato alcune battutesulla loro esperienza di organizzazione e gestione.

D. Ci racconti i passaggi salienti della vostra storia?R. Nei primi anni di vita la radio viene ospitata presso gli ufficidi un nostro amico dal momento che l’ateneo non aveva sedilibere. All’interno di una piccola stanza iniziamo a trasmetterevia Internet. Nel 2008 abbiamo deciso di costituirci in associa-zione e grazie alla partnership con la Facoltà di Lingue eLetterature Straniere, abbiamo avuto una nuova sede, piùgrande. Non ci fermiamo solo alla radio: in questi anni abbia-mo deciso di creare una Web Tv. Infatti, abbiamo iniziato adacquistare la strumentazione necessaria, tra cui due telecame-re professionali Sony FX1 e Z1, microfoni panoramici e TricasterStudio della NewTek. I lavori sono ancora in progress ma a brevecontiamo di acquistare altra strumentazione per poter dare vita anchea questo progetto. Il nostro lavoro è stato anche premiato: nel 2010abbiamo trionfato nella categoria “No profit Italia” nel concorsoEuropean Podcast Award.

D. La vostra mission?R. Unica Radio è una radio per gli studenti fatta dagli studenti, che hatra i suoi intenti quello di creare uno spazio comunicativo, in mododa consentire agli stessi di informarsi, esprimersi, confrontarsi e riflet-

tere su temi di interesse comune, e allo stesso tempo stimolare lasocializzazione e la partecipazione attiva alla vita dell’ateneo, raffor-zando il senso di appartenenza a una più vivace comunità universita-ria.

D. Qual è la vostra dotazione tecnica?R. Da un punto di vista tecnico abbiamo deciso di duplicare la posta-zione di editing in modo tale da avere la medesima strumentazionepresente in diretta così da poter far esercitare gli studenti e, qualora sidovessero realizzare delle produzioni registrate avere le stesse carat-teristiche audio, timbro e qualitative della diretta.

Unica Radio: dallaSardegna con passionee innovazione

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Carlo Pahler

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DIGITAL MIXING CONSOLE

A lot more broadcasting for a lot less money

Progettato come soluzione flessibile per la radiodiffusione e la produzione, OnAir 1500 combina una superficie di controllointuitiva con I/O adattabili ad ogni esigenza, fornendo una consoledigitale con il massimo rapporto qualità prezzo.

NANO SCORE Flessibilità CompattaIl core dell’OnAir 1500 racchiude sia il motore audio che il sistema di controllo, il tutto contenuto in una struttura dalle dimensionicontenute. È in grado di ospitare tutte gli I/O analogici e digitali,unitamente a 2 slot opzionali per le schede I/O dello standard D21m,rendendo superflui ulteriori pannelli di breakout.

Disponibile nelle versioni da 6 e 12 fader, OnAir 1500 è caratterizzato dalla tecnologia Studer e da un’interfaccia utente basata su anni di esperienza, dotata di display OLED e funzionalità USB.

Leading Technologies s.r.l.Via Solferino, 54 - 20900 Monza (MB)Tel. +39 039 94.15.200 - Fax +39 039 [email protected] - www.leadingtech.itLeading Technologies Website

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W E B R A D I O

Come software regia abbiamo sceltoMbstudio Pro dopo vari test su altriprogrammi gratuiti o a basso costo tracui Zara Radio, DjSelector e SAMBroadcasting. Si è deciso di usareMbstudio Pro per un ottimo rapportoqualità-prezzo/prestazioni. È una regiache gestisce un gran numero di auto-matismi dall'encoder audio per lo strea-ming, alla pubblicazione su internet,mail, sms, richieste musicali, podcast, inmodo preciso. Una regia affidabile estabile è necessaria per un’emittente.

D. Dicci dell’organizzazione.R. Settoriale: ogni partecipante ricopreun ruolo ben preciso e utile al raggiun-gimento dello scopo comune. Lo staff ècomposto da una decina di personeche collaborano in modo continuativoe dai ragazzi che trascorrono il loro periodo di tirocinio. Abbiamo unaredazione giornalistica, l'area musica e programmi e una validissimaarea tecnica che contribuisce a farci considerare una delle web radiostudentesche più tecnologiche e all’avanguardia.

D. Sviluppi futuri?R. In breve tempo faremo una app anche per Iphone. Attualmentesul market Android è presente solo l’app di Unica Radio per questosistema operativo open source. La nostra qualità audio varia dai 64AAC+ a 192K in mp3. Vorremo sperimentare il formato OGG e met-tere in piedi sul nostro server di streaming audio, presente all’internodella radio, un transcoder audio-video multi formato.

Abbiamo di recente concordato con l’ateneo e il nostro ente per ildiritto allo studio, la possibilità di trasmettere in modo continuativo ecostante la radio all’interno dei locali e della mensa. Pubblicheremosul nostro sito la possibilità di poter vedere i nostri studi via streamingvideo in tempo reale. Qui la pagina test dove ogni fotogramma vieneaggiornato ogni 5 secondi: www.unicaradio.it/webcam

D. Il futuro delle radio universitarie in Italia?R. Credo che sia lo stesso di tutte le radio ovvero quello di evolversisu altri mezzi che non saranno di certo quelli dell’FM per natura limi-tata ed elitaria.

(Intervista curata da Tiziana Cavallo)

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M2USu M2O la radio giovane del gruppo L'Espresso ogni mattinadalle 7 alle 8 va in onda M2U - M2O University un program-ma a cura delle radio associate a RadUni per raccontare le pro-prie universita' e la vita studentesca.Per ascoltare i podcast: www.m2o.it sezione reloaded

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Al lavoro in redazione

Lo studio di Unica Radio

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Nella storia dei mass media avviene una sorta di selezione naturale cheraramente li estingue, ma spesso ne trasforma le modalità di produzione,fruizione e i modelli di business. La radio è il mezzo che ha mostrato lamaggiore capacità di adattamento ai contesti e alle tecnologie che li hannodeterminati o supportati. Considerati, poi, la flessibilità e l’economia dellasua offerta di servizi pubblicitari, potremmo affermare che la radio si èsempre adattata agevolmente anche ai mercati in cui ha operato.D’altronde, mercati, fruitori e tecnologie sono strettamente connessi.Alla base della radio c’è la trasmissione di un messaggio sonoro “da uno amolti”, contemporaneamente. La fruizione della radio non richiede tempoesclusivo e questa è la caratteristica che resta immutata e la mette al riparodai mezzi concorrenti.Ai principi di cui sopra, e all’uso tradizionale della radio, si possono aggiun-gere molteplici servizi ausiliari, che arrivino a comprendere la comunica-zione “da uno a uno”, l’ascolto dei contenuti sonori in differita, l’interazio-ne. È interessante notare, comunque, che tutti questi servizi ausiliari nonsono indispensabili per fruire il servizio principale della radio, e che termi-nali di ascolto sono, potenzialmente, tutti i dispositivi elettronici connessi a

una rete dati.Quanto sopra dimo-stra che è impruden-te fare previsioni sullapossibile estinzionedel mezzo radio, cer-cando similitudini conmezzi analogici delpassato come i dischiin vinile, o con sistemioggi rivoluzionati,come la filiera dellaproduzione e distri-buzione delle operemusicali. Ad esempio,non ci sono più i dischi e le case discografiche funzionano diversamente,ma nuovi musicisti continuano ad emergere e noi continuiamo a fruire deiloro messaggi, se li riteniamo validi. Così, potranno anche scomparire le

On Air, On Line... ...purché On!

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a cura di Piero Rigolone*

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autoradio analogiche dalle automobili, ma se un’emittente è valida, se ilsuo servizio è utile all’ascoltatore, egli la cercherà in mezzo ad una piùestesa offerta di canali digitali.

Radio che cambiaA tracciare un quadro sulla radio di oggi e su alcune tecnologie già utilizza-bili, ha provveduto, sul finire del 2011, il bel convegno “La Radio checambia”, nell’ambito del Prix Italia. Ci si è, paradossalmente, ritrovati nelsalone che ospita il Museo della Radio di Torino, tra le teche ricche di val-vole e antichi ricevitori, a parlare di tecnologie per il presente e il futurodigitale del mezzo.Alcuni aspetti hanno differenziato questo convegno da quelli che, neglianni, si sono proposti di fare il punto sulla trasmissione DAB, i suoi proble-mi di attuazione e le sue opportunità.Nel convegno “La Radio che cambia”, innanzitutto, si è parlato di radiodigitale in senso lato, a partire da quella veicolata su Internet e, più ingenerale, su reti IP, indipendentemente dal supporto fisico. Sono statetrattate anche le tecnologie “ibride”, come quella di Radio DNS, che giàoggi è in grado di aggiungere valore al programma analogico lineare, colle-gando ad esso dei contenuti multimediali attinti dal Web.Notevoli, poi, sono stati il profilo e l’apertura internazionale dell’evento,cui hanno preso parte anche i rappresentanti di alcune emittenti estereche si stanno confrontando con un quadro della radiofonia digitale diversoda quello italiano e differente di Paese in Paese.Il convegno è stato aperto dai saluti di Giovanna Milella, SegretarioGenerale Prix Italia e di Eva Hamilton, Presidente Prix Italia.Bruno Socillo, direttore di Radio Rai, è partito dalla considerazione che laradio è scissa dal mezzo fisico, a differenza della TV e altri mezzi tradiziona-li. Radio Rai ha affrontato le nuove sfide prendendo atto che realtà comepodcast, streaming e smartphone sono oggi la norma per un numero signi-ficativo di utenti. In particolare, i programmi radiofonici trasmessi in FM epoi resi disponibili in podcast, hanno dato luogo a 20 milioni di downloadnel primo trimestre 2011, con Radio2 che ha i migliori riscontri sul podcast.Radio1 ha avuto oltre due milioni di download e Radio3 un milione circa. LeWebradio Rai, canali “Web-only” affiancati a quelli che effettuano il simul-cast dell’FM e della Filodiffusione, contano su oltre 200.000 contatti al gior-no. Pur rappresentando una cifra limitata rispetto all’ascolto FM, i dati sonointeressanti per le caratteristiche del target servito.

WebradioLe Webradio, che attualmente sono una novità, in prospettiva potrebberodiventare utili per veicolare contenuti di servizio pubblico, che attualmentesi incastrano con difficoltà nel normale flusso di intrattenimento delle retigeneraliste. Le Webradio Rai possono anche essere considerate l’embrionedi eventuali canali audio prossimamente diffusi in DAB, in aggiunta a quelliattualmente presenti in FM. Secondo Socillo, però, il mercato pubblicitariopare non avere ancora compreso il valore di questi mezzi, che peraltro sonoa target, e un’altra difficoltà sarebbe rappresentata dalla miopia del mondopolitico, in ritardo storico nel sostenere lo sviluppo della banda larga e delWi-Fi in Italia, sistemi di comunicazione che avrebbero come conseguenzauno sviluppo economico e culturale.

On airStefano Ciccotti di Rai Way ha riepilogato i passaggi, già noti agli opera-tori italiani, attraversati dalla tecnologia DAB e dalle sue evoluzioni DAB+ eDMB, sin dal periodo delle freddezza e della frammentazione da parte deglieditori. Negli ultimi quattro anni si è assistito a un maggiore impegno e unaiuto è arrivato anche dalla tecnologia, dunque il percorso per la radio digi-tale è ormai avviato e riscuote interesse da parte di tutti i soggetti coinvolti,grazie all’ARD –Associazione per la Radio Digitale. In essa, Aeranti Corallo,che rappresenta la maggioranza delle emittenti locali, ha giocato un ruolochiave.

Ora, gli oltre 1000 soggettiche hanno i requisiti per tra-smettere via DAB+ o DMB,hanno ancora due ostacolida superare: la disponibilitàdi frequenze, “contese”dalle emittenti TV e divenu-te di crescente interesseanche per le compagnietelefoniche, e la concorren-za delle compagnie telefoni-che stesse. Infatti, quando lacapacità di trasporto IP dellecompagnie telefonicheaumentasse ulteriormente,esse potrebbero prestarsiper veicolare programmiradio a condizioni più convenienti delle attuali, per gli ascoltatori. La diffe-renza sostanziale – spunto interessante – è che il servizio pubblico deveessere gratuito, mentre quello offerto dalle compagnie telefoniche è, gio-coforza, condizionato. La radio su Internet (o, meglio, su IP), dunque, com-pleta ma non sostituisce quella FM (e, in prospettiva, DAB). L’impegno di RaiWay è garantire la fruibilità comunque non condizionata.

Banda largaAlbino Pedroia e Augusto Preta, di IT Media Consulting, hanno spie-gato che la banda larga è cruciale anche e soprattutto per il mercato musi-cale in mobilità, accennando al fatto che gli investimenti pubblicitari sullaTV generalista sono calati e si stanno spostando sulla TV digitale (inten-dendo probabilmente, con ciò, la TV tematica o “multicanale” n.d.r.).Quando la radio cresceva in modo fisiologico, cresceva come il Web, manon sentiva la necessità di cambiare. Ora, potrebbe accadere che gli inve-stimenti pubblicitari sulla radio si riducano come è avvenuto per la Tv, edecco che diventa utile parlare di radio digitale.

Non solo broadcasterUna nota riguarda gli aggregatori di contenuti che, nell’opinione dei rela-tori, potrebbero sostituire i broadcaster. Un flusso radio, tuttavia, ha carat-teristiche di coerenza interna e coinvolgimento emotivo dell’utente, suiprogrammi in diretta soprattutto, che difficilmente possono essere ricreatidall’aggregazione di contenuti prodotti in modo distinto da soggetti diver-si. L’Italia non è però ultima, sul fronte della radio digitale. La Francia nonha fatto ancora nulla. La Gran Bretagna, più avanti in generale, non hacurato l’ascolto in auto e una minima parte delle autoradio può ricevere ilDAB, mentre la Germania è stata più accorta. Negli Stati Uniti, Sirius XMoffre, per 13 dollari al mese, l’abbonamento a quasi tutti i programmi, chesono originali e prodotti dall’operatore stesso. A fine Giugno 2011, gliabbonati erano 21 milioni. Tim Davie, direttore Audio e Musica BBC, haribadito la necessità che la trasmissione non sia ad accesso condizionato.Le auto sono il punto critico: se non si raggiungono quelle, la radio digitalenon ha senso. I perni del successo per la radio digitale sono: forte copertu-ra e contenuto esclusivo. Altrimenti, perché l’ascoltatore dovrebbe cercaresulla radio digitale quel che trova già sui canali tradizionali?L’interattività, collegata alla fruizione del programma lineare, può essereinteressante svilupparla per i programmi a cui gli ascoltatori si affezionano(un sito con slide che scorrono orizzontalmente, ad esempio, offre la per-cezione di navigare in un flusso). È opportuno non visualizzare del conte-nuto addizionale per tutto quel che viene programmato in radio, ma soloper quel che merita. Ad esempio, no alla webcam che riprende 24 ore su24 lo studio, sì alla ripresa del dj che sta facendo una maratona in direttaper una raccolta di fondi da dare in beneficenza.Altro spunto interessante di Tim Davie è stata la richiesta di mettere ordi-

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ne nel marketing delle radio riceventi, e avere un player (anche quellosoftware, che si apre nei siti Web) disegnato in modo uguale per tutte leradio. Esso, può anche integrarsi in modo standard negli smartphone.

Radio DNS... and moreAbbiamo già accennato a Radio DNS, che sfrutta i codici identificativiinviati nella sottoportante RDS delle trasmissioni FM analogiche per crea-re, mediante il software del ricevitore, il collegamento a contenuti multi-mediali che permettano l’interazione, senza perdere di vista la fruizionesincrona e il relativo coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore, tipici delflusso radio. James Cridland, Segretario di Radio DNS nel Regno Unito,ha parlato di questo progetto come di un modo per non “disperdere laradio” nel mare delle comunicazioni Web.Giuseppe Braccini, Responsabile Progetto Radio Digitale di Rai Way, haaggiunto che oltre ad offrire un accesso incondizionato ai programmiradio digitali, considerata l’impossibilità di veicolare ulteriori flussi audio, siintende arricchire quelli esistenti con contenuti visuali e interattivi: DigitalSlide Show, dati di pubblica utilità, come l’infomobilità, interattività localesul ricevitore (l’applicazione più semplice è il trasporto del servizioTelevideo). L’interattività della radio è limitata, non paragonabile a quellache già attualmente hanno gli smartphone ma, siccome i terminali digitaliper radio e Web coincidono, i dati associati al programma radio possonocreare un link con i contenuti Web “puri”, attraverso il software stessodello smartphone (evoluzione del principio spiegato per Radio DNS).Candido Peterlini, direttore del Product Concept Infotainment di FiatGroup, ha parlato di infotainment a bordo dell’auto: radio, contenuto “timeshifted”, audio e applicazioni collegate agli smartphone. La radio locale puòessere di aiuto agli automobilisti nel contesto cittadino, ad esempio offren-do informazioni dettagliate sui parcheggi, e i social network si possono inte-grare con l’auto per comunicare ai passeggeri, durante il viaggio, dove sianole persone che loro conoscono.Se è vero che il sintonizzatore digitale per auto, al momento, costa 10 voltetanto quello analogico, e solo il 5% delle auto ne è dotato, si dovrebbe arri-vare al 30% nel 2015 e, comunque, dal 2012 verranno installate le primeradio DAB nelle auto Fiat, come optional. Se c’è domanda, diventeranno diserie al momento opportuno.Alti relatori hanno illustrato, nei loro interventi, i punti di vista e le esperien-ze di Radio France Internationale (dati associati ai programmi), EBU –Unione Europea di Radiodiffusione (l’analisi e le proposte), Pure (produtto-re di ricevitori radio digitali, recentemente apparsi anche sul mercato italia-no dell’elettronica di consumo), CRA – Commercial Radio Australia. È statoanche presentato il rapporto sulla Radio Digitale Terrestre in Francia, realiz-zato su incarico del Primo Ministro francese.

Memoria onlineAndrea Borgnino, Responsabile Progetto Archivi Audioteca Rai eWebradio (già Project Manager di EBU New Radio) ha moderato la partedi convegno dedicata alle esperienze ed Enrico Pagliarini, Giornalista econduttore del Programma “2024” di Radio 24, ha moderato la tavolarotonda sulle prospettive della radio digitale. In sostanza, vengono ribaditela vitalità, la flessibilità, la capacità evocativa del mezzo radio. Le caratteri-stiche tipiche del mezzo radio, dunque, possono essere trasposte sui con-tenuti associati al flusso sonoro e sulla relativa possibilità di fruizione.

Anche la semplicità del mezzo radio viene in parte conservata quando siparla di applicazioni con interattività “di base”. Nel dominio digitale, ancorpiù che in quello analogico, poi, conta il fatto che il mezzo è a target. Aparte i limiti oggettivi ancora presenti per la diffusione della tecnologiaDAB e il “rischio” che i collegamenti IP su reti telefoniche mobili completi-no la copertura prima che siano pronte le reti DAB, restano ancora daesplorare i modelli di business e il reale interesse all’interazione da parte diun ascoltatore di radio.

Suoni e soldiResta anche da valutare la sostenibilità e profittabilità economica deinumerosi canali su cui si “polverizzerebbero” ascolto e investimenti pub-blicitari. Ci si trova, infatti, davanti a una moltiplicazione dei canali o, alme-no, a un aggravio di impegno per la produzione dei contenuti associatiall’audio, che richiedono ulteriori risorse a parità di “torta complessiva”degli investimenti pubblicitari e di TSL degli ascoltatori. Il modello “pay”pare funzionare in USA, ma in Europa non è ancora stato sviluppato, perla radio. Né l’automazione dei processi, utile a contenere i costi, può gio-vare, in particolare per i contenuti sonori, in quanto essi devono avere ilvalore aggiunto “umano” e/o quello della diretta, per battere con sicurez-za le forme di ascolto di contenuti auto-selezionati (vedi Pandora, Last.fmecc.). Fatto salvo che il principio della radio, che occupa il solo senso dell’u-dito, è intramontabile, la soluzione sembrerebbe, al momento, quella dimantenere per la radio un modello broadcast “da uno a molti”, con unnumero relativamente limitato di canali e una interazione di base cheoccupi poco l’ascoltatore. Egli ha comunque, sempre, la facoltà di staccarsidall’attività che sta svolgendo mentre ascolta la radio digitale e, sfruttandoa questo punto la piattaforma IP disponibile nel suo ricevitore, avviare una“navigazione” e una interazione che sono esperienze tipiche del Web e deisocial network, macon un punto dipartenza collegatoal segmento sonorotrasmesso in radio.Un palinsesto radio-fonico che diventauna sorta di motoredi ricerca “propositi-vo”. L’anello crucialesarebbe, dunque, ilcollegamento sin-crono dei contenuti “extra” al flusso radio, come il flusso radio è, in fondo,collegato in modo sincrono allo scorrere del tempo e degli eventi nelmondo reale. Principi come quello di Radio DNS, pertanto, rappresentanouna chiave importante anche nella transizione verso la radio “totalmente”digitale e permettono già oggi, agli editori di radio “analogiche”, di aggiun-gere contenuti alla loro traccia sonora, e incominciare a confrontarsi con lereazioni degli ascoltatori e degli inserzionisti pubblicitari.Nelle prossime puntate della rubrica Radio Word Italia proveremo a son-dare, tra l’altro, le azioni che le emittenti radio italiane hanno già intrapresonello scenario sopra descritto, e i riscontri sin qui ottenuti.

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*Piero Rigolone da fine anni ’80 operanel settore della comunicazione, in par-ticolare quella radiofonica, ed è docentein master e corsi universitari sui media.Ha fondato Bitradio, società di serviziper la radiofonia. Contatti: [email protected]

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a cura dell’Ing. Davide Moro*

Il primo televisore dotato diTelevideo fece il suo ingresso acasa mia quasi trent’anni fa.Erano gli anni del Commodore64, e quasi tutti i computer sidovevano collegare al televisoredi casa. Quando dal tubo catodi-co sparivano le immagini, elasciavano posto alla pagina 100con le letterine di tutti i colori,sembrava che il televisore fossea un passo dal fare a meno delcomputer. Una delle pagine più affascinan-ti, che provai subito dopo la 101(Ultim’ora) e la 504 (Stasera inonda), era la pagina 777. Nesentivo parlare da un po’, leannunciatrici informavano com-pìte che quel dato programmapoteva condurre in una dimen-sione percettiva nuova, per certiaspetti rivoluzionaria. L’analogico stava aprendo un tenue spiraglio aqualcosa di digitale, e lo faceva portando in dote uno strumento pre-zioso per avvicinare molte persone ad una migliore comprensione diquanto proponeva il teleschermo. Non mi riferisco solamente ai sordi(v. nota 1), che sicuramente erano i primi destinatari del progetto deisottotitoli. Anche le persone con difficoltà cognitive, o semplicemen-te un po’ avanti negli anni, o comunque con i riflessi un po’ rallentati,trovarono utile quella forma di stenografia in diretta che ripeteva eriassumeva il succo di quanto stava accadendo. Vennero poi le audio-descrizioni di quanto si stava svolgendo sullo schermo, trasmesse viaradio e pensate soprattutto per consentire ai ciechi di seguire il per-corso narrativo.La televisione analogica, imbrigliata nei propri standard, stava collabo-rando al massimo delle proprie possibilità (v. nota 2), ed era difficileottenere di più. Ma il digitale poteva aprire possibilità completamente nuove. Con la modalità di trasmissione digitale vengono trasmessi solamentedati. Le immagini, i suoni, i colori, e anche i sottotitoli, sono convertitiin dati e vengono trasportati nel medesimo flusso di informazioni.Non solo: per mostrarci il contenuto di nostro interesse, il ricevitoreidentifica tutti gli elementi video, audio e dati contenuti nel flussosintonizzato, e ci mostra (o ci fa ascoltare) solo quello che abbiamo

selezionato. In sostanza, riceve tutto e applica un filtro per eliminarequello che non ci interessa. Se ampliamo il filtro, è tutto già disponibi-le e pronto per essere utilizzato. Sounds good.

SottotitoliIniziamo con qualche domanda. La sottotitolatura di un contenuto, odi una percentuale dei contenuti trasmessi, è un obbligo di legge ouna scelta volontaria? È vero che ce lo impone una legge europea? Echi sarebbero i soggetti tenuti ad adeguarsi? Andiamo con ordine. In Italia la sottotitolatura non è obbligatoria. Vaperò segnalato che l’art. 7 della Direttiva 2010/13/UE delParlamento europeo del 10 marzo 2010 – “Direttiva sui servizi dimedia audiovisivi”, sostiene che la sottotitolatura dei programmi tele-visivi è “incoraggiata” dalla Comunità Europea, per tramite degli Statimembri, per garantire che i servizi di media “diventino gradualmenteaccessibili per le persone con disabilità visiva o uditiva”. In particolare,nel Regno Unito ed in altri Paesi del Nord Europa, storicamentecaratterizzati da una sensibilità all’avanguardia per le persone in diffi-coltà, sono già attive leggi che rendono obbligatoria la pubblicazionedei sottotitoli nelle principali reti televisive. Il report forse più comple-to sullo stato della sottotitolatura nei diversi Paesi dell’UnioneEuropea può essere ottenuto dal sito dell’EFHOH (European

Diversamente migliore.Digitalmente miglioreUno dei passi avanti che può consentire la tecnologia è aiutare a superare le difficoltà di accesso chealcune persone possono trovarsi a sperimentare. “Includere” - è questa la parola magica. Il veroprogresso, quando c'è, è per tutti. Nessuno escluso. Vi accompagniamo in un viaggio lungo le frontieredelle più recenti tecnologie per darvi un’idea di cosa potrebbe facilmente consentire la televisione digitale.E come invece alcuni si stiano occupando d’altro.

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Una Tv per “segnanti”...

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Federation of Hard of Hearing People), da cercare all’indirizzowww.efhoh.org. Apparentemente l’Italia, con il suo 60 per cento di pro-grammi sottotitolati sulle reti pubbliche (con obiettivo 70 per centoper il 2011), pur lontanissima dal 99,25 di BBC 1 e 2, per una voltanon occupa le ultime posizioni nelle classifiche di merito dell’Unione.Peccato che il dato citato nel report non sia frutto di rilievi sulla pro-grammazione effettiva. Come la cifra troppo rotonda (virgola zerozero) suggerisce, il valore del 60 o del 70 per cento corrisponde inve-ce ad un obiettivo stabilito in sede regolamentare, precisamente nelContratto di Servizio Rai/Stato. Per altri paesi sono invece riportate lepercentuali reali, con due decimali. In ogni caso: l’obiettivo è stato raggiunto? Un articolo di Enrico Paoli apparso il 30 dicembre 2011 su “Libero”(v. nota 3), con toni un po’ coloriti raffredda i possibili entusiasmi. Vi silegge, fra l’altro: “La Rai, in realtà, (….) negli ultimi anni ha sottotitola-to solo il 30% dei programmi, a fronte di un obbligo del 60% chedeve andare a salire. Un’asticella, quella del 60%, «estremamente dif-ficile da applicare», come aveva sottolineato l’allora direttore generaledella Rai, Mauro Masi, in occasione dell’audizione in commissione divigilanza del 10 marzo dell’anno scorso”. Se ciò fosse confermato,dovremmo amaramente constatare come il settore pubblico stia con-traddicendo gli impegni che ha preso con se stesso.

Ma è così difficile “fare” i sottotitoli? In realtà la difficoltà ci sfugge. Nell’era in cui tutto, anche le produzio-ni, vengono interamente realizzate in digitale, per i programmi regi-strati i sottotitoli potrebbero essere agevolmente inseriti come meta-dati nel file del contenuto stesso, e conservati per sempre senza alcu-na fatica. Secondo alcune fonti, la sottotitolatura comporterebbe unimpegno aggiuntivo inferiore all’1% del costo complessivo di produ-zione, ma a nostro parere le tecnologie più attuali consentono dioperare con costi molto inferiori. Con il vantaggio che i sottotitoliavrebbero la medesima vita utile del contenuto, essendo inglobatinello stesso. Per le produzioni dal vivo, fra cui i telegiornali, la tecnica più frequen-temente utilizzata prevede il cosiddetto “respeaking”: un operatorealtamente professionalizzato si pone davanti al video, osserva lo svol-gimento del programma e ascolta i dialoghi ed i rumori di scena.Davanti a se ha un microfono, nel quale detta in tempo reale ad uncomputer il contenuto dei sottotitoli. Detta così è semplicissima, maprovate a condensare in cinque parole una frase di venti e pronun-ciarla intanto che ascoltate la frase successiva. Che dovrete poi con-

densare, ovviamente, “dettando”inoltre le punteggiature. Un altrooperatore in una cabina accantoverificherà ortografia e punteggia-tura, e rilascerà i sottotitoli per lamessa in onda. Capite bene come,per quanto questi operatori sianobravi e veloci, lo stesso processodi creazione ed inserimento deisottotitoli comporta un ritardo dialcuni secondi fra l’istante in cuiviene terminata la pronuncia diuna frase nel contenuto originalee l’istante in cui il corrispondentesottotitolo appare. Se poi pensatead un qualsiasi talk-show politicocon il consueto accapigliamentoverbale dei presenti, potete com-prendere come fare il “respeaker”non sia un lavoro alla portata di

tutti. Esistono però sistemi che consentono di fare a meno di questafigura. Siamo alle frontiere più avanzate della tecnologia di riconosci-mento vocale, e per fortuna rimaniamo in Italia. Esistono sistemibasati su complessi algoritmi di riconoscimento del parlato che, indi-pendentemente dalla voce, dal tono e dalle inflessioni di chi parla,sono in grado di trascrivere quanto è stato appena pronunciato.L’accuratezza supera di slancio il 90%, ma grazie al successivo opera-tore che rivede la trascrizione l’accuratezza complessiva può arrivareal 100%, con latenze paragonabili o inferiori al respeaking. Si potrebbe però fare anche di meglio. Le latenze introdotte dal sistema di sottotitolatura “live” sono dell’or-dine di alcuni secondi. Da tre a sei, potremmo dire. I contenuti regi-strati, se processati prima della messsa in onda, possono invece essereperfettamente sincronizzati. Sarebbe così impensabile collocare ilsistema di inserimento dei sottotitoli accanto allo studio dove vieneprodotto il contenuto “live” e ritardare la messa in onda di un talkshow di cinque secondi? Il sistema di sottotitolatura avrebbe tutto iltempo di assolvere egregiamente al proprio compito, e i sottotitoliverrebbero quindi inseriti dalla messa in onda nel contenuto da tra-smettere, in perfetto sincronismo con il video che li ha “aspettati” perben cinque secondi. Non è applicabile ad eventi sportivi in diretta (a meno di non conce-dere cinque secondi di vantaggio sul goal ai nostri concorrenti...), mapraticamente a tutto il resto della programmazione lo è. Per la sottotitolatura di contenuti in archivio, si stanno affacciando almercato soluzioni di workflow management che permettono di crea-re automaticamente ed inserire nei contenuti stessi i sottotitoli delcaso, conservandoli in modo duraturo. Con queste nuove frontiere, èragionevole pensare che il costo complessivo della sottotitolatura(inclusi gli oneri per l’organizzazione del servizio) scenda a livelli talida non poter essere più utilizzato come giustificazione per la scarsadiffusione degli stessi. Basterebbe davvero poco per fare un salto diqualità enorme. E attenzione: i sottotitoli non servono necessaria-mente solo alle persone con specifiche difficoltà: ulteriori beneficisono il miglioramento della comprensione per le persone anziane, ilsupporto alla comprensione della seconda lingua (straniera per italianie italiana per stranieri: con il digitale i sottotitoli possono essere invarie lingue, come pure le colonne sonore, esattamente come neiDVD), il miglioramento delle capacità di lettura dei bambini normo-dotati, la possibilità di comprendere ciò che viene detto guardandoprogrammi televisivi in posti pubblici come sale d’attesa, aeroporti,bar e palestre.

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... o una Tv per “oralisti”?

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O S S E R V A T O R I O S W I T C H O F F

A velocità ridottaLa televisione di oggi è fatta di ritmi veloci, frenetici, coinvolgenti. Avolte fin troppo. Può capitare che le persone più anziane o con diffi-coltà cognitive possano far fatica a seguire lo svolgimento delle azio-ni. Anche i dialoghi possono essere a volte troppo veloci per i nonmadrelingua, e a causa del ritmo incalzante, anche il tempo per cuiappaiono i sottotitoli può essere troppo ridotto. La velocità dei sotto-titoli può costituire un problema anche per le persone colpite da dis-lessia. Questi gruppi di ascoltatori potrebbero trarre beneficio da unpiccolo “trucco” che con la televisione analogica non sarebbe statonemmeno pensabile, ma che con il digitale è un piccolo uovo diColombo. Universitat Autonoma de Barcelona, Institut fuerRundfunktechnik e TV Catalunya hanno studiato la possibilità diridurre la velocità di riproduzione dei contenuti allo scopo di miglio-rare la comprensibilità dei programmi televisivi. Secondo questa tec-nica, la riproduzione del video viene rallentata in modo uniformelungo l’intera durata dello stesso, e la colonna sonora viene processa-ta nel tempo per rimanere in sincrono, e in frequenza per conservareun suono naturale e realistico, eliminando l’effetto “disco a 45 girisuonato a 33 giri”. Questi interventi comportano che la durata com-plessiva di riproduzione venga incrementata di un fattore corrispon-dente alla riduzione di velocità applicata. Entro limiti ragionevoli imovimenti appaiono naturali, e grazie alla correzione in frequenza, idialoghi, i brani musicali ed i rumori di fondo conservano la propriaimpronta originale. I risultati dei diversi test condotti dai vari organi-smi di ricerca hanno mostrato in modo evidente come la riduzionedella velocità di riproduzione possa avere un effetto positivo sia sullapercezione visuale delle scene, sia sulla comprensione delle stesse. Perquesti test sono stati selezionati contenuti che tipicamente presenta-no difficoltà per le persone con difficoltà cognitive, come ad esempiotalk show, programmi sportivi e programmi di divulgazione scientifica.I risultati dei vari test hanno anche evidenziato che un’eccessiva ridu-zione della velocità di riproduzione produce un senso di fastidio inuna quantità di persone molto superiore a quelle che possono trarrebeneficio da una riduzione di velocità così marcata. I migliori risultatisi sono ottenuti con velocità di riduzione comprese tra l’80% ed il90% dell’originale. Durante i test condotti, un sistema automatico rilevava il movimentodelle pupille delle persone che osservavano le scene sul teleschermo.Ricostruendo la successione dei punti su cui si soffermava l’attenzionedegli ascoltatori (vedi grafica in alto), è stato possibile riscontrareoggettivamente la maggiore capacità di seguire lo sviluppo delle azio-

ni e la corrispondenza tra l’istante in cui i sottotitoli venivano letti el’azione corrispondente che si svolgeva sullo schermo. Ridurre la velocità di riproduzione di un contenuto trasmesso informa digitale è molto semplice: non si fa assolutamente nulla latotrasmettitore, la catena di messa in onda non viene minimamentecoinvolta. È sufficiente implementare questa funzione in un normaledecoder, aggiungendo un po’ di memoria per consentire l’accumulodei dati che verrebbero così riprodotti ad una velocità minore di quel-la con cui vengono ricevuti. Dieci euro a decoder, e sarebbe fatta.

Enhanced Audio DescriptionLe audio descrizioni sono tracce audio addizionali composte dallanarrazione di quanto avviene sulla scena, pensate per le persone condifficoltà visive. Il sistema di Enhanced Audio Description è unodei risultati più incisivi a cui è pervenuto il consorzio DTV4All (Nota:il copyright DTV4All Project è della Universitat Autonoma de Barcelona)composto da diverse università e broadcasters europei. Il consorzio ha focalizzato i propri studi su tre possibili modalità per leaudio descrizioni. Il modello Live Streaming Internet TV ed il modello Podcastsfruttano integralmente la rete internet per veicolare i contenuti all’a-scoltatore attraverso tecniche di web streaming e si differenzianoprincipalmente per la modalità lineare (live streaming) oppure non-lineare (podcast). Il modello più interessante dal nostro punto di vistaè però il terzo, che prevede la trasmissione simultanea dei contenutistandard e dei contenuti di audio descrizione attraverso la medesimacatena di broadcasting. È una modalità estremamente flessibile ed èstata pensata per le famiglie o per le piccole comunità, al cui internouna o più persone possono avere benefici dall’audio descrizione,mentre le altre potrebbero preferire un modello di fruizione conven-zionale. Rispetto al modello comunemente utilizzato di audio descri-zione, che prevede di veicolare le informazioni aggiuntive attraversoun canale su un dispositivo separato (tipicamente radiofonico), que-sto sistema non richiede di utilizzare veicoli di radiodiffusione diversidalla televisione digitale. Il contenuto con l’audio standard vieneriprodotto sullo schermo televisivo a beneficio degli spettatori chenon richiedono l’audio descrizione; una uscita separata del decoderpermette (ai soli spettatori interessati) di ascoltare la traccia di audiodescrizione, ad esempio attraverso cuffie. Il decoder è il medesimo, equesto garantisce che la traccia di audio descrizione sia perfettamentesincronizzata con il contenuto video sullo schermo e con le informa-zioni audio standard. Questa modalità di fruizione consente un ascolto familiare assicuran-do a tutte le persone esattamente il tipo di visualizzazione preferita orichiesta.

Quello che non avremmo voluto scoprireAbbiamo iniziato questo viaggio alla ricerca di una televisione chevorremmo rispettosa dei diritti e delle opportunità di ciascuno di noicon l’idea che le cose utili non hanno colore o fazione: se sono utili,vanno promosse con lo scopo principale di concretizzarne al megliole potenzialità positive. Meno c’è di “altro” in questa attività di promozione e meglio è pertutti, anche per l’efficacia dell’azione virtuosa. Per la predisposizione di questo articolo abbiamo cercato, esaminatoed approfondito una quantità considerevole di materiale e di infor-mazioni, provenienti dai più diversi canali. Intendiamoci: tutto quelloche abbiamo trovato, a prima vista sembrava avere l’unico intento del“fin di bene”. Ma appena ci siamo messi a grattare la vernice, abbia-mo scoperto molte cose che ci hanno turbato. Passi per la documen-tazione ipertrofica prodotta dal consorzio DTV4All (ci riferiamo alnumero di pagine totali, potete farvene un’idea dalla loro home page:

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Grafico della sequenza di visione a velocità� rallentata.Immagine per gentile concessione dell’Universitat Autonoma de Barcelona

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www.psp-dtv4all.org). Tutto insieme dà l’impressione diun lavoro immane, anche se forse, vista la quantità ela qualità delle energie utilizzate, sarebbe stato lecitoattendersi esiti più incisivi, ad esempio lo sviluppo el’industrializzazione di prodotti in grado di tradurrenella realtà quotidiana il frutto di tanto studio, cheinvece ha dato luogo ad un rilevante archivio di pre-sentazioni e documenti dal contenuto forse un po’diluito, e forse un po’ troppo simili fra loro. Ma sono altri gli aspetti che ci hanno maggiormentecolpito. Sull’ultimo numero di Elettronica eTelecomunicazioni, la rivista online pubblicata dalCentro Ricerche RAI di Torino, appare un articolo sulprogetto Atlas, un progetto di ricerca promosso eco-finanziato dalla Regione Piemonte e finalizzatoallo sviluppo di un sistema che realizzi la traduzioneautomatica dall’italiano alla lingua dei segni italianatramite un attore virtuale che appare sullo schermo,animato in grafica 3D.

Segnanti e oralistiDetta così è meravigliosa. Poco dopo l’inizio, però, l’articolo riporta:“La lingua dei segni italiana rappresenta la madrelingua per le personesorde, in particolare per i sordi segnanti”. Non ci tornava. Con il massimo rispetto per il CRIT, abbiamo approfondito. Premessa: i sordi si dividono in “segnanti” e “oralisti”. I primi utilizza-no la lingua dei segni (LIS) come principale strumento di comunica-zione, e sono i cosiddetti “sordomuti”: non sentono e non hanno

imparato a parlare. I secondi, investendo una quantità enorme diimpegno personale e risorse anche economiche, ricorrono in modointensivo alla logopedia (la disciplina che insegna ad articolare lecorde vocali per ottenerne suoni specifici) e agli ausili elettronici,principalmente impianti cocleari. Riconoscono il labiale e parlano cor-rentemente, pure con qualche difficoltà di dizione. Per cui affermareche la lingua dei segni, strumento preziosissimo per carità, sia “lamadrelingua per le persone sorde” è quantomeno fuorviante.L’articolo aggiunge “in particolare per i sordi segnanti”: peggio anco-ra, in quanto i sordi segnanti sembrano essere una minoranza rispettoai sordi oralisti.

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O S S E R V A T O R I O S W I T C H O F F

Non ci tornava. Ci siamo allora registrati su un forum dedicato alle per-sone sorde (www.sorditaonline.it, frequentato in prevalen-za da sordi oralisti), ci siamo presentati come giornalisti eabbiamo fatto alcune domande. Le risposte che gentil-mente ci sono arrivate ci hanno aiutato a scoprire comeil mondo dei sordi italiani sia profondamente diviso fra ledue realtà di cui sopra. Forse anche per ragioni storiche,le associazioni che sostengono la lingua dei segni riesco-no ad ottenere una visibilità politica e mediatica moltosuperiore a quella che riescono ad ottenere i sordi orali-sti. I motori di ricerca sul web ve lo potranno conferma-re: se già non lo sapevate, farete fatica a scoprire che isordi possono capire e parlare anche senza utilizzare lalingua dei segni. Una recente proposta di legge era fina-lizzata a riconoscere la lingua dei segni come una vera epropria lingua di una minoranza etnica, al pari del ladino,del francese o del tedesco. Su questa proposta di legge sistanno avventando le opposte fazioni, in una battagliache poco porterà alla causa dei sordi e molto agli interessi particola-ri (economici) di chi le due opposte fazioni sostiene. Le rendite diposizione dell’associazionismo storico e degli interpreti, da unaparte, e le multinazionali della biomedica dall’altra (per gli impianticocleari). La più bella testimonianza di quanto la tecnologia possa fare peruna persona sorda l’abbiamo trovata in un cortometraggio (e potre-te cercarlo anche voi) su Youtube che si chiama “Io, straniera?”.La nostra opinione è che la tecnologia “vera”, quella che porta svi-luppo e benessere, sia sempre “inclusiva”. Tale cioè da costituire unoggettivo passo avanti rispetto ad una situazione di partenza, maanche e soprattutto orientata a rendere possibile e favorire lo stes-so passo avanti a tutti coloro che lo desiderano. Uno smartphoneda 5.000 Euro è “esclusivo”: esclude cioè dai propri potenziali bene-

fici buona parte delle persone. Un cellulare semplice, ma funzionaleda 20 Euro è “inclusivo”, include cioè una vasta parte delle personefra i beneficiari attivi della tecnologia radiomobile. Siamo ovviamente lieti che il progetto Atlas stia portando a risultatipositivi, ottenuti anche grazie a fondi pubblici. Ma, in quest’epocadi ristrettezze, ci viene da pensare che, forse, al momento di decide-re una priorità da seguire, uno dei criteri potrebbe essere valutareanche le caratteristiche “inclusive” di una tecnologia. La lingua dei segni esclude i sordi dalla comunicazione con chi la lin-gua dei segni non la conosce (fra cui, a quanto pare, la maggioranzadei sordi stessi). È esclusiva. Insegnare ai sordi la lettura labiale e adarticolare le corde vocali, ricorrendo anche ad ausili elettronici(impianti cocleari) consente ai sordi di comunicare con chiunque. È inclusiva, come piace a noi.

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NOTE ALL’ARTICOLO

Nota 1: le persone che vivono questa realtà tipicamente preferi-scono la definizione “sordo” a “non udente”, in quanto il “non”pare sottolineare un aspetto di “negazione”, di “mancanza”, men-tre invece l’attributo “sordo” identifica la “presenza” di una carat-teristica. Nota 2: Il Televideo è un segnale digitale trasmesso sfruttando itempi morti del segnale televisivo. Infatti, ogni immagine vienevisualizzata proiettando sullo schermo un fascio di elettroni che simuove da un lato all’altro, scendendo gradualmente verso il basso.Giunto in fondo, il fascio impiega un certo tempo per ripartire dal-l’alto. Durante questa frazione di tempo, che non può essere utiliz-zata per le normali immagini, viene trasmesso il segnale Televideo.Il meccanismo consente di trasmettere 25 pagine al secondo. Tuttele pagine si susseguono ciclicamente. Alcune però, utilizzate piùspesso (come l’indice o l’Ultim’ora), vengono trasmesse più volte inuno stesso ciclo. Altre invece, dette “rolling”, sono suddivise in piùsottopagine, che si alternano a ogni ciclo. Quando si richiede unapagina con il telecomando, il decodificatore presente nell’apparec-chio attende il suo passaggio, la riconosce grazie al codice identifi-cativo posto in testa alla pagina stessa e la memorizza, visualizzan-dola poi sullo schermo in formato televideo. Nato in Inghilterra, ilTelevideo è stato introdotto in Italia nel 1984 dalla Rai. Nota 3: http://www.liberoquotidiano.it/news/902013/La-Rai-spegne-i-sordomuti-ma-non-%C3%A8-servizio-pubblico.html)

* Attivo nell'ambito delle telecomunicazioni e della grandeimpiantistica, Davide Moro si occupa tipicamente della gestionedi grandi progetti operativi o strategici (comunicazione, metodi estrumenti per la gestione e l'ottimizzazione di processi aziendali, ela gestione del cambiamento). Ha lavorato per AGIP, FosterWheeler, TIM - Telecom Italia Mobile, e Rai Way. Attualmenteesercita la libera professione come consulente nel mondodel Broadcasting. Per contatti: [email protected]

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R E P O R T F I E R E

CES 2012

Iniziare a raccontare di una fiera parlando di numeri invece che diprodotti o tendenze può sembrare uno scontato trionfalismo astelle e strisce. Ma dato il clima che si respira dalle nostre parti, enon parliamo solo del mondo del broadcasting, il messaggio con-tenuto nelle statistiche che arrivano da Las Vegas è forse la notiziapiù forte che ci manda il Consumer Electronic Show. Come ilnome stesso suggerisce, questa fiera è un evento per gli addetti ailavori che vive anche e soprattutto di prodotti destinati al grandepubblico. Quello che fa la spesa tutti i giorni, quello che si lasciainfiammare da un dettaglio, quello che quando serve tira la cin-ghia, quello che (lo ricordiamo) in ultima analisi paga lo stipendioa tutti noi che ci occupiamo del settore professionale. Per cui, sel'edizione 2012 del CES è stata la più “grande” dei 44 anni di sto-ria di questa manifestazione, con oltre 3.100 espositori su1.861.000 metri quadrati netti di spazio espositivo, oltre 153.000visitatori (più di 34.000 dall'estero), vorrà dire qualcosa. Comepure il fatto che il record precedente per lo spazio espositivo (il ter-mometro della salute e delle aspettative dell'industria che espone)non è datato 2011, come in un “qualsiasi” trend in crescita, ma è

stato registrato nelgennaio 2008, l'edi-zione che si è svoltapoco prima che lacrisi di cui soprafosse percepita nelpieno della propriagravità e della pro-pria portata.

Be “Smart”Visitando in lungoed in largo questaedizione del CES eranormale che ognivisitatore potesseavvertire un com-plesso di inferioritàpensando al propriotelevisore di casa edai relativi gadget di

intrattenimento. La liberalità con la quale i giganti dell’elettronicaammannivano la definizione “Smart” era tale da indurre chiunquea domandarsi se almeno uno dei giocattoli che lo attendevano acasa, e dei quali fino a poco prima era tanto orgoglioso, potesseavere un quoziente intellettivo sufficiente per essere ammesso nel-l’olimpo della modernità elettronica. Alcuni giornali americanil’hanno ribattezzato “S-world”, e sembrava che non ci fosse scam-po: Panasonicmagnificava i nuovi televisori chiamandoli SmartViera, Samsung prometteva "Il futuro della Smart TV, adesso"(ma perché, nel presente ci eravamo già entrati?). La cineseHisense aveva gioco facile nell’avocare a se "La prima Smart TVmobile", e l’altro colosso coreano LG Electronics chiedeva distrat-tamente ai visitatori: “Quanto Smart è il tuo 3D?". Ma anche coni prodotti che, almeno in teoria, dovrebbero limitarsi ad eseguirepochi, precisi, compiti, la musica non cambiava: lavatrici, asciuga-trici, frigoriferi, machine fotografiche, attrezzature per fitness, esi-bivano una qualche forma di intelligenza di cui andare orgogliosi.Per non parlare poi di smartphone e tablet PC.C’era indubbiamente la voglia di comunicare al pubblico qualcosadi nuovo, di diverso. E anche questo è un segnale che confermaquanto detto poco sopra riguardo alla voglia di innestare le ridotte,dare gas e mollare la frizione. A proposito: pure i costruttori diautomobili avevano qualcosa da proporre sul tema.L’amministratore delegato di Ford Alan Mulally promette autoche si guideranno “con le mani sul volante, gli occhi sulla strada, etutto il resto a comando vocale”. Anche i freni? "Siamo qui perchévogliamo lavorare insieme a tutti quelli che hanno idee da portareavanti. Le idee che stiamo vedendo qui sono assolutamente fanta-stiche” ha detto alla stampa. In ogni caso, molti si domandanoquanti saranno i consumatori che verranno convinti all’acquistodall’attributo “Smart” dei diversi prodotti. La discussione è ovvia-mente aperta, ma sul fronte dell’ottimismo si è schierato aperta-mente Gary Shapiro, presidente della Consumer ElectronicsAssociation che fra l’altro organizza il CES. Shapiro prevede che ilfatturato delle sole aziende statunitensi che operano nell’elettronicadi consumo vedrà un incremento del 3,7 per cento nel corso del2012, superando quota 202 miliardi di dollari, e l’intero mercatodell’elettronica di consumo registrerà vendite superiori a 1.000miliardi di dollari. Shapiro ritiene che il fattore chiave di questirisultati sia la costante innovazione dei prodotti e delle tecnologie:

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L’elettronica lancia il guanto di sfida alla crisi Da questa parte dell'oceano non abbiamo una percezione così ottimista su come potrà svilupparsiil 2012, ma osservando i numeri del Consumer Electronics Show, il consueto appuntamento conla tecnologia di frontiera che tutti gli anni si tiene a Las Vegas agli inizi di gennaio, verrebbe dapensare che almeno una parte del mondo si sta già preparando ad ingranare “le ridotte”. Lo fa per trascinarsi fuori con le cattive dalle sabbie mobili, più o meno latenti, nelle quali ci stainchiodando da troppo tempo una delle peggiori crisi che si siano mai viste

Gary Shapiro (CEA) eJulius Genachowski (FCC)

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"La ragione principale per spingere con convinzione verso unaforte innovazione è, paradossalmente, lo stato di salute dell’econo-mia globale. Il dato di fatto è che sempre più Paesi dovranno fare iconti con i gravi problemi causati da una spesa pubblica eccessiva.Questi Paesi dovranno scegliere fra tre opzioni per cercare dirimettere in sesto le proprie finanze: aumentare le tasse, tagliare laspesa, o spronare la crescita dell’economia. Di queste tre possibiliscelte, credo che puntare sulla crescita sia la più virtuosa. Crescereè il must di tutti noi, e non c’è crescita senza innovazione.”A proposito di Shapiro: in tanti ricordavamo le “amabili” parolecon cui, al discorso di apertura dell’edizione 2011, il presidentedella CEA aveva approcciato il tema sempre caldo della disponibi-lità delle risorse frequenziali. “I broadcasters con il loro chiasso(sic!) stanno bloccando lo sviluppo del nostro futuro a bandalarga", e "lo spettro destinato alla diffusione televisiva deve necessa-riamente essere ridotto, e la banda così liberata deve essere utilizza-ta per altri scopi". Così, giusto perché nessuno potesse dire di nonavere capito che aria tirasse. Ne seguì un botta e risposta di tonoadeguato con il presidente della National Association ofBroadcasters, Gordon Smith. Quest’anno Shapiro avrà usato maggiore creanza? Vediamo...In effetti le cronache dell’edizione 2012 non riportano episodiparagonabili, anche se sul tema dello spettro pare che un anno siapassato invano: siamo punto e a capo, con Shapiro a rinnovare lerichieste di assegnare porzioni dell’attuale banda broadcast per usinon televisivi, e il presidente della FCC Julius Genachowski adifendere l’operato della propria Commissione, focalizzato sul riac-quisto delle frequenze degli operatori broadcast da parte delloStato, e sulla successiva riassegnazione attraverso un’asta competiti-va. Niente di diverso da quanto detto lo scorso anno, anche se variconosciuto che l’approccio della FCC è su un altro pianetarispetto al modo con cui è stato gestito il nostro “dividendo ester-no”. Per farvi un esempio, Genachowski ha ricordato che nellacittà di New York si ricevono 28 canali via etere. “Probabilmentenessuno è in grado di dimostrare che 28 è esattamente il numerodi canali che servono a New York. Qual è allora il numero giusto?Con la procedura che abbiamo adottato, la restituzione delle fre-quenze è su base volontaria, a fronte di un corrispettivo economi-co da parte dello Stato: per cui sarà il mercato a decidere quale saràil numero giusto di canali.” Ma forse, a casa nostra hanno pensatoche questo ragionamento fosse troppo semplice, troppo lineare.

Per una volta, tutti d’accordo.Nelle scorse edizioni del CES ci si domandava puntualmentequale sarebbe stato il dispositivo mobile che avrebbe fatto breccianel futuro, e la discussione si arricchiva ogni anno di una nuovacategoria di protagonisti: prima gli smartphone, poi i tablet, poi gli“ultrabook”… Quest’anno sembrava che l’argomento attirasseminori attenzioni. Attenzioni che erano invece concordementefocalizzate sui dispositivi che indubbiamente si sono guadagnati ilgradino più alto del podio dell’interesse di visitatori e degli addettiai lavori: gli schermi OLED. Nati per schermi di ridotte dimen-sioni, con il passare del tempo e l’affinarsi delle tecnologie di pro-duzione anche questi display stanno conquistando dimensioniimpressionanti. Rispetto ai conosciuti pannelli LCD, i pannelliOLED non richiedono alcuna retroilluminazione: ognuno dei treled asserviti ad un singolo pixel è in grado di emettere autonoma-mente la quantità di luce colorata sufficiente ad assicurare la visio-ne. Oltre ad una eccezionale velocità di risposta, questo consentedei livelli di nero sconosciuti a qualsiasi altra tecnologia a schermopiatto, e non solo: all’ultimo IBC Sony ha dimostrato che con

pannelli OLED per impieghi professionali anche i CRT, ormai,hanno perso anche l’ultima carta che avevano da giocare; messifianco a fianco con un OLED da colorimetria, anche i miticimonitor a tubo cedevano (con dignità) le armi. Da Samsung ed LG le proposte OLED più impressionanti: i dis-play hanno infranto di getto il muro dei 50 pollici e stanno pun-tando a dimensioni in grado di impensierire più di una paretedomestica: il limite ormai sembra proprio quello, la tendenza èpuntare verso schermi in grado di consentire un coinvolgimentototale dello spettatore all’interno della scena.

Be realA proposito di coinvolgimento e realismo: si parlava ancora di 3D?Si, certo, anche se l’impressione era che le aziende esponessero pro-dotti 3D non perché ci credessero più di tanto, ma perché in findei conti il 3D i concorrenti ce l’hanno, e vuoi mica fare la figuradi quelli che sono indietro? In effetti i timori del passato si sonoconcretizzati: gli occhialini attivi sono scomodi, costosi e nonintercambiabili fra una marca di televisori e un’altra. Gli schermiautostereoscopici hanno ancora troppi limiti, e gli occhiali passiviimpongono eccessivi compromessi in termini di perdita di risolu-zione. Cioè, imponevano. LG ha annunciato uno schermo 4kdotato di tecnologia stereoscopica passiva. Significa che ogni lineaorizzontale viene emessa con una polarizzazione non compatibilecon quella della riga precedente: è sufficiente un paio di occhialinipassivi (due economicissimi polarizzatori al posto delle lenti) e lamagia del 3D non conosce limiti ed ostacoli: si può girare il capo,muoversi per la stanza, allungarsi sul divano, e l’effetto tridimen-sionale prosegue indisturbato. Svantaggi: gli schermi con tecnolo-gia “passiva” erano sino a poco fa estremamente costosi. Masoprattutto si perdeva metà della risoluzione verticale dello scher-mo, e se già la tecnologia trasmissiva scelta aveva imposto di perde-re metà della risoluzione orizzontale, si torna in pieno nel eradell’SD. La tecnologia 4k, invece, permette un deciso passo avanti,permettendo di offrire una visione full HD anche con display“passivi”. Potrebbe essere la svolta che il mercato aspettava? Se ivari termini vi stanno disorientando, ricordiamo che la sigla 1080pidentifica schermi con una risoluzione pari a 1.920 x 1.080 pixel,pari a circa 2 milioni di pixel. Il nuovo standard 4k si riferisceinvece a schermi capaci di una risoluzione tipica di 4.096 x 2.160pixel, pari a circa 8 milioni di pixel. Per cui, pur perdendo metàdella risoluzione verticale (inevitabile con il 3D “passivo”), leimmagini che appariranno sullo schermo saranno sempre ecomunque full HD (se la tecnologia di distribuzione riuscirà final-mente a trovare uno standard che lasci inalterata la risoluzione ori-ginale lungo il percorso del segnale).

Tutti al CES

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R E P O R T F I E R E

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CES 2012

Size mattersNella patria dei big foot e dellelimousine, è d’obbligo un piccolospazio classifiche. Sharp ha presen-tato uno schermo appeso sopra…una Smart. La vetturetta servivaunicamente per dare un’idea delledimensioni dello schermo: eraappena più corto della simpaticabiposto, con i suoi 80 pollici. Glialtri però rispondevano a tono:l’ammiraglia di LG Electronicsmisurava 84 pollici, e MitsubishiElectric arrivava a 92. Bazzecole, per Panasonic: 152 pollici alplasma, più o meno le dimensioni di una piccola piscina, propostoal prezzo di lancio di 500.000 dollari (opere murarie escluse). Perla stanza degli ospiti Panasonic propone un modello 3D da 103pollici, con un rapporto qualità/prezzo più favorevole: 65.000 dol-lari. Per gli inguaribili amanti dell’understatement, invece, un più dis-creto modello da “soli” 65 pollici... Ma non ditelo in giro.

The cable-cutting dilemmaPura terminologia yankee per un fenomeno curioso, difficile daprevedere e da imbrigliare in definizioni che, semplicemente, ogginon ci sono. In una nazione che è il regno della televisione viacavo, si sta assistendo al diffondersi di una tendenza che prevede ladisdetta degli abbonamenti agli operatori di cable tv. Tagliare ilcavo, appunto. I consumatori sono attratti dalle proposte semprepiù stimolanti che arrivano dal web, ma anche (in minoranza)dalla rinnovata offerta via etere grazie al passaggio (si, anche negliUSA) alla televisione digitale terrestre. In ogni caso, mentre ci siinterroga sulla portata prospettica e potenziale del fenomeno, gliesperti di programmazione si sono convinti che definire un palin-sesto su offerte web equivale a disegnare un campo minato: biso-gna poi riuscire ad uscirne, possibilmente interi. Anche le sceltedella tecnologia non sono univoche e, anzi, si stanno rivelandomolto fluide: hardware generici, hardware proprietari, dispositiviche si inseriscono in strumenti esistenti e dispositivi del tuttonuovi ed aggiuntivi a quanto già si trova nelle nostre case.Diciamo che stanno sperimentando un po’ di tutto, e non fannonulla per nasconderlo. L’oscar per l’elemento più dirompente va auna piccola società, Syncbak. Il suo fondatore, Jack Perry, cono-sce bene i meccanismi e le potenzialità della Web Tv: lo ricordia-mo per avere lanciato al CES 2000 il portale TitanTV.com. Perrydice che i grandi guru stanno seguendo la strada sbagliata: il temacaldo del video sul web non è come trovare i programmi che ciinteressano: piuttosto è come nuovi programmi possono trovarenuovi telespettatori. "Siamo in grado di mettere on air i program-mi di qualsiasi operatore in meno di cinque minuti, a zero spese,grazie allo streaming web - dice Perry, aggiungendo che - nelloscorso anno 50 emittenti televisive hanno avuto un assaggio dicosa consentisse loro questa tecnologia, riuscendo a raggiungere 22milioni di famiglie. E la prossima frontiera sono le app per la visio-ne dei contenuti su dispositivi mobili e tablet”.

C’era una volta la macchina fotograficaGli smartphone hanno semplicemente distrutto il mercato dellefotocamere digitali. Molti consumatori stanno abbandonando lapropria fotocamera, magari seminuova, per passare ad utilizzare ilproprio smartphone. Magari i risultati non saranno esattamente glistessi, ma a quanto pare sono considerati adeguati alle necessità

più frequenti, e anche alcune voci fuori dalcoro hanno rincarato la dose. Ormai anchediversi celebri fotografi si sono schieratidalla parte degli smartphone: AnnieLeibovitz ha recentemente dichiarato che lafotocamera dell’iPhone 4S è un buonapparato per le foto di tutti i giorni. Nellaconvinzione che la migliore fotocamera èquella che si ha già con sé, non solo i con-sumatori, ma anche i professionisti in alcu-ne occasioni preferiscono scattare fotografiecon il proprio telefono piuttosto che porta-

re con se un aggeggio a parte. Nel nostro piccolo,confermiamo questa tesi: ad esempio la fotografia che accompa-gnava il lancio della rubrica “Televisioni Impossibili” è stata scatta-ta con la camera a 5 Megapixel di uno smartphone Android,impostata sul controllo manuale di esposizione e fuoco. I costrut-tori di fotocamere stanno reagendo lanciando nuovi modelli sem-pre più “Smart” (ancora!), tipicamente caratterizzati da una con-nessione dati che permette di condividere immediatamente le fotosui social network (funzione incredibilmente popolare) o di salvar-le sul proprio PC o nel cloud. Cosa dovrebbe cogliere il mondodel broadcast da questa tendenza? Certo, noi non ci occupiamo difotocamere, ma proviamo a chiederci quale sarà il prossimo effettocollaterale dell’invasione di smartphone e tablet. È facile immagi-narne almeno due: i microfoni per i collegamenti ENG e i contri-buti video per le breaking news. Quanto resisteranno i prodottiprofessionali di fascia entry level?Nessuno pensava che un vetrino grandecome due capocchie di spillo potesseprodurre fotografie pubblicabili su ungiornale. Gli smartphone di fasciamedio-alta sono già dotati della potenzadi calcolo per “far girare” codec piutto-sto sofisticati, permettendo riprese audiostereofoniche a 15 kHz di banda o più.Prima o poi qualcuno se ne accorgerà. Icontributi video per le breaking newssono invece strettamente dipendenti dal-l’ampiezza di banda disponibile per l’u-pload. Ma anche qui è prevedibile che infuturo ci saranno passi da gigante.

Grandi idee per aziende in crescitaPer concludere, due interessanti citazioni. Tobii, una piccola esemi-sconosciuta azienda svedese, presentava la propria tecnolo-gia Gaze. È un sistema di rilevamento dei movimenti dell’occhioumano che consente di controllare un PC senza mouse o altridispositivi, ma semplicemente guardando lo schermo e muoven-do gli occhi. Dovunque volgerete lo sguardo, vi troverete il pun-tatore del mouse. Era una tecnologia esclusiva, sviluppata per ilprossimo Windows 8, ed era veramente entusiasmante.L’italiana Sisvel, invece, era presente al CES con un propriostand per presentare lo standard di trasmissione retrocompatibile3D Tile format. Una apposita dark room permetteva di eviden-ziare la praticità ed i vantaggi qualitativi di questa tecnologiatutta italiana, impiegando il proiettore Lumis 3D-S, sviluppatoda Sim2, azienda partner di Sisvel. Non possiamo che apprezzare la passione e l’energia che Sisveldedica non solo alla ricerca ed allo sviluppo di tecnologie innova-tive, ma anche alla promozione dei propri prodotti nelle sedi inassoluto più competenti e più qualificate.

Voglio uno schermo esagerato

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Blackmagic Designs............................pag. 48Ensemble Designs...............................pag. 62Eyeheight ................................................pag. 63For-A..........................................................pag. 60Grass Valley............................................pag. 58Harris ........................................................pag. 56IHSE ...........................................................pag. 60

JVC ..............................................................pag. 8Link Electronics ....................................pag. 58Miranda ..................................................pag. 62Multidyne ...............................................pag. 56Pesa............................................................pag. 54Ross Video..............................................pag. 52Sierra Video ...........................................pag. 60

Sigma Electronics ................................pag. 63Snell ...........................................................pag. 50Sony...........................................................pag. 60Tv-One .....................................................pag. 58Utah Scientific ......................................pag. 62

In questa guida parliamo di:

Queste pagine sono

realizzate

in collaborazione

con la redazione di

TV Technology

www.tvtechnology.com

L’elettronica di qualità risponde con grande efficacia alle esigenze di complessità dei broadcaster.

Pur registrando un costante incremento del livello di aspettativa, le soluzioni adeguate competono sul fronte dei costi, a tutto vantaggio del mercato

Ambizioni alte, prezzi bassi

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Mixer & SwitcherGUIDA TV

Blackmagic Design ha annunciato cheil Mixer di Produzione ATEM 1 M/E èstato usato dalla società di produzioneitaliana Exformat Comunicazione, perla realizzazione della nuova serie perragazzi dal titolo ‘Facciamo che io eroil principe.’ Realizzato in Trentino AltoAdige, Exformat Comunicazione stafilmando e producendo ‘Facciamo cheio ero il principe’ usando attori reali esfondi grafici animati come ambienta-zione per raccontare questa suggestivafiaba. La serie è alla sua prima stagioneed è programmata su una delle retitelevisive del circuito Sky dall’inizio del2012. La produzione è realizzata neglistudi di Exformat Comunicazione infull HD 16:9 utilizzando telecamereSony F3 e Panasonic 371 e il Mixer diProduzione Blackmagic ATEM 1 M/Esfruttato per gli ingressi e le uscite

“Facciamo che io ero il principe” prende vita conExformat e ATEM di Blackmagic DesignUna storia tutta italiana che vede protagonista la prestigiosa azienda australiana che ha fatto delrapporto qualità/prezzo la sua bandiera e una delle ragioni del suo successo

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HD, SDI e HDMI e per l’ottimochroma key e motion tracking.Exformat Comunicazione sta inoltreutilizzando le schede di acquisizioneBlackmagic DeckLink HD Extreme3D e l’UltraScope waveform monitorper il controllo qualità. CorradoMeasso, direttore di Exformat hadetto: “Ho deciso di realizzare questomeraviglioso progetto perché ci credopersonalmente e volevo farne parte. Èun progetto particolare con un metodoproduttivo economico ma di grandelivello artistico. Sono convinto che latelevisione abbia bisogno di nuove pro-duzioni per ragazzi fresche e con con-tenuti di buon livello culturale comequesta”. Corrado afferma inoltre chehanno recentemente comprato l’ATEM1 M/E per realizzare il programma‘Facciamo che io ero il principe’ e ilmixer ha funzionato a meraviglia: “Il chroma key si è rivelato eccellentecome anche l’elevato numero di ingres-si e uscite. È stato molto facile impa-rare ad usarlo tanto che dopo dieciminuti ero già in grado di utilizzarlocome un professionista. Il rapportoqualità/prezzo è ottimo e sono moltocontento di questo prodotto.”

Universal Videohub RouterCon l’occasione segnaliamo anche lapiattaforma per il routing UniversalVideohub: è estremamente flessibile econsente agli utilizzatori di configurarecompletamente il sistema secondo leproprie esigenze. Sono due le configura-zioni base di questo router, con matrici

di dimensione rispet-tivamente di 72x72 e288x288. Non cisono limiti al nume-ro di card che posso-no essere inserite neitelai di questo router,poche o tante chesiano; l’utente puòinoltre scegliere diavere le interfacceBNC SDI oppurefibra ottica per loswitching, come purela porta di controlloper switching instandard RS-422. Lascheda madre nonospita componentielettroniche, e si puòeffettuare l’hot swapdi tutte le cardinstallate (se necces-sario). L’affidabilitàdi questo router èsuperlativa. La versioneUniversal Videohub288 può ospitarecross-point e alimen-tatori elettrici ridon-danti in grado dieffettuare un chan-ge-over automaticoin caso di mancanzadi alimentazioneelettrica.Per informazioni:www.blackmagic.com

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Connettori coax+ triassiali a 50 e 75 OhmI connettori originalibroadcasting push-pullConvertitore integrato da triax a fibra otticaSezionamenti e patch panels

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L’obiettivo è rendere tutto più semplicecon un solo apparato. Si può dire che ilpassaggio di MNN da analogico a digitaleè diventato un case-study per molti altrinetwork di pubblico accesso. MNN ha sta-bilito lo standard, per quanto riguarda leoperazioni in formato digitale, tra i net-work di pubblico accesso. Il percorso diMNN è diventato un esempio ed unmodello da seguire per tutta una serie diaspetti, quali l’avanguardia delle tecnologieutilizzate, l’efficienza nella gestione, l’affi-dabilità durante le operazioni ed il rappor-to prestazioni-costo totale di installazione. I router Snell non sono solo caratterizzatida una facilità di uso superlativa e daun’impostazione fortemente user-friendly,ma si potevano integrare perfettamentecon i sistemi già installati presso la struttu-ra di MNN senza aver bisogno di interfac-ce software (cosa che rappresentava unconsiderevole vantaggio rispetto ad appara-ti di altre case costruttrici). I vantaggi per leemittenti? Un minor numero di macchineinstallate, e, conseguentemente, un minorcosto di installazione.La scelta dei sistemi Snell è stata la cosa piùnaturale da farsi: avevo già avuto modo ditoccare con mano la facilità di uso dei rou-ter Snell (nel caso specifico, il sistemaProBel) nella mia precedente esperienzapresso Oxygen Media: utenti con minimao nessuna esperienza dell’ambiente digitaleerano stati in grado di operare con questisistemi e di portarli in pochissimo tempoalla loro massima efficienza. Così, almomento di aggiornare i sistemi di MNN,e ben sapendo che i router dei segnalisarebbero stati il centro nevralgico dellanuova struttura di controllo, Snell non hatrovato rivali.La transizione da analogico a digitale si èsvolta molto gradualmente: in un primomomento si è installato un router SnellFreeway 32x32 per gestire tutta la parteanalogica esistente dei segnali, mentre siprocedeva nella costruzione della partedigitale del network. Il passo finale di que-sta transizione sarà l’installazione del routerSirius 800 per i segnali HD, un router chesarà in grado di gestire semplicemente tuttele tipologie di segnale utilizzate da MNN(per i dettagli si vedano le note di chiusu-

ra). Al termine di questo processo,Manhattan Neighborhood Network saràin grado di gestire tre tipi di segnale, ana-logico, digitale SD e digitale HD, e, inquesto modo, potrà facilmente scambiare isuoi contenuti con altre stazioni statuni-tensi, senza preoccuparsi del tipo di segna-le gestito da queste ultime, sia esso digitaleHD, SD o ancora analogico.A mio parere i router Snell sono caratteriz-zati da una facilità di uso impressionante,sono facili da configurare, e si interfaccia-no con tutti gli altri sistemi di MNN conestrema semplicità ed efficacia. Lo staff disupporto tecnico di Snell è sempre prontoad assistere i clienti, quasi come se gliobiettivi dei clienti diventassero i propri, enon solo per onorare un contratto. Pertutti questi motivi, non mi stancherò maidi raccomandare i router Snell.

Il contesto dello studioNew York conta su un certo numero dinetworks premium di pubblico accesso,reti che mettono a disposizione di personecomuni le proprie attrezzature ed espe-rienza, consentendo la produzione e la tra-smissione di programmi, inchieste, talk-show indipendenti. Il Manhattan Neighborhood Network(MNN) è il network di pubblico accessodestinato agli abitanti del quartiere diManhattan: grazie a MNN, i residentidella zona possono fare sentire la loro vocein maniera democratica, libera e priva dicensura, utilizzando i canali della tv viacavo. In particolare, MNN gestisce quat-tro canali aperti alla comunità, con unpubblico di oltre 620.000 abbonati, glistessi abbonati dei network via cavo RCN,Time Warner Cable eVerizon FiOS. MNNcomunque non si limita aquesto: offre infatti corsigratuiti, con il consegui-mento di un diplomafinale, sulle tematiche divideo production editing ebroadcasting, e mette inol-tre a disposizione i propristudi di registrazione, atitolo gratuito, ai residentidella zona.

Nel pano-rama delletelevisioninazionalidi pubbli-co accesso,MNN hafatto del-l’avan-guardiatecnologi-ca dellesue attrez-zature unvero punto di forza, ed ha costruito la suasolida (e ben meritata) reputazione propriosu questa caratteristica. Per questo, quandoè arrivato il momento di cambiare dai tra-dizionali sistemi analogici agli attuali siste-mi digitali, MNN si è affidata a Snell, unmarchio di eccellenza nel panorama broad-casting, ed in particolare ha scelto il siste-ma Snell Sirius 128x128, un router d’a-vanguardia, come cuore del suo nuovocentro di controllo digitale. MNN non sifermerà qui: il prossimo passaggio infattisarà la conversione da SD a HD, e, perquesta conversione, ha già programmatol’acquisto di un router Snell Sirius serie800, 576x576.Tyrone Stith è direttore degli access ser-vices e direttore del reparto tecnico diMNN, dove supervisiona tutte le opera-zioni di ingegneria. È la persona che hagestito la transizione di MNN da analo-gico a digitale, e che ha mantenuto l’ec-cellenza di MNN anche in un ambientetotalmente nuovo. Può essere contattatovia mail: [email protected] informazioni: www.snellgroup.com

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Semplifica la transizione da analogico a digitale coi router SnellCase Study di Tyrone Stith, Direttore dei servizi di accesso e Direttore di ingegneria presso MNN, ovvero il Manhattan Neighborhood Network di New York

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in poche ore siamo stati in grado di smon-tare il vecchio router, installare il nuovoRoss e riprendere il nostro lavoro come seniente fosse.Il Ross NK-3G144 3G/HD/SD 144x144che il Broadcast Operation Center ha scel-to è un routing switcher estremamenteadatto alle piccole realtà: semplice dainstallare, flessibile, espandibile e facile dausare. Ross inoltre garantisce un adeguatosupporto tecnico. Come primo passo, èsicuramente stato un ottimo passo. Ma lastrada verso la conversione completa adalta definizione è ancora lunga, e sonosicuro che la collaborazione con Ross saràmolto proficua.

Chi è il protagonistaIl National Press Club BroadcastOperations Center fa parte di una societànon-profit di giornalisti, il National PressClub, per l’appunto, che ha alle spalle unastoria di più di cento anni. È una società di produzioni video che nonsolo offre i suoi servizi alla “casa madre”, ilNational Press Club (NPC), ma che lavoraanche come una vera e propria societàcommerciale.Il centro di controllo principale delBroadcast Operation Center si trova alquarto piano della sede dell’NPC, vicinoagli studi di produzione. Il centro puòcontare su due studi di produzione, duesale di controllo ed una struttura completaper il montaggio video e può occuparsi di

tutti gli aspetti della produzione video. Lesue infrastrutture sono completamenteinterconnesse, sia per quanto riguarda isegnali audio, sia per quanto riguarda isegnali video.Il National Press Club viene spesso sceltocome sede di eventi speciali: leader politicimondiali, direttori di grandi corporation, ecelebrità di spicco scelgono spesso questoClub, ed in particolare la sua sala banchettial tredicesimo piano, per le loro apparizio-ni pubbliche. Eventi pubblici di una certarisonanza sono tutt’altro che infrequenti,in questo salone dei banchetti, e per que-sto motivo, il Press Club ospita regolar-mente, a rotazione, troupe televisive dellemaggiori agenzie di stampa e quindil’Operation Center ha deciso di dotarsi diun routing switcher dedicato per garantirea tutte queste troupe la possibilità di tra-smettere in diretta gli eventi più significati-vi che si tengono nel salone dei banchetti.Malgrado la fama del National Press Club,e la sua presenza nel panorama mondano,il Broadcast Operation Center di NPC èin effetti una piccola realtà nel panoramadella produzione video; dato il contesto, ilcambio di un routing switcher è pertantoun investimento molto importante. Dan Schrader, nel campo del broadca-sting da 29 anni, è attualmente inge-gnere capo al National Press ClubOperations Center. Può essere raggiuntoalla mail: [email protected] informazioni: www.rossvideo.com

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Il National Press Club BroadcastOperation Center di Washington è natocome struttura di produzione in formatoSD, e mantiene tuttora una buona parte diapparecchiature “d’epoca”, risalenti proprioal momento della sua fondazione, dedicatealle trasmissioni analogiche. Il mondobroadcast si sta però muovendo, e a veloci-tà sempre crescente, verso il regno deivideo in alta definizione e quindi, permantenere un profilo di avanguardia,anche il Broadcast Operation Center hadeciso di avventurarsi nella giungla dellaproduzione HD. Come primo passo ilrouting switcher installato è stato sostituitocon un router Ross, modello NK-3G1443G/HD/SD 144x144, inizialmente attrez-zato in configurazione 32x32 e controllatoda un controller RCP-NKQ. Su questo stesso router verranno in unfuturo collegate tutte le linee analogichedell’Operations Center.

Una sola taglia non bastaLa scelta del router non è stata semplice, e,prima di giungere a Ross, sono state vaglia-ti diversi altri prodotti: sul mercato infattiesiste un grandissimo numero di router,ciascuno con i suoi pregi ed i suoi difetti.Giunti al punto, però, ci siamo accorti chela maggior parte di questi apparecchi eradecisamente sovradimensionata per lenostre esigenze, e questo si rifletteva ovvia-mente sui prezzi delle macchine. Rossaveva esattamente quello che ci serviva: unrouting switcher semplice da installare efacile da usare, affidabile, di buone caratte-ristiche di base ad un prezzo competitivo.Un vantaggio non da poco, inoltre, la pos-sibilità di effettuare le ulteriori espansionisolo al momento opportuno, il che signifi-ca un ulteriore risparmio negli investimentie la possibilità di gestire dettagliatamenteogni cambio.Al momento della sostituzione del nostrovecchio router con questo nuovo apparato,per evitare i soliti problemi che si verifica-no durante l’installazione e la messa in pro-duzione di un’apparecchiatura nuova,avevo già concordato con Ross, attraverso illoro canale commerciale, un servizio disupporto continuo. In realtà ci siamoaccorti che tutto questo non era necessario:

Il BCO del National Press Club si affida a Ross per il passaggio all’alta definizioneUn’esperienza raccontata da David Schrader Ingegnere Capo presso il Broadcasting Operations Centerdel prestigioso National Press Club

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Gli studi Chelsea di New York si sonoimpegnati a fondo per massimizzare l’effi-cienza operativa e per introdurre degli ele-menti di ridondanza nel sistema. Per que-sto motivo, le sale di controllo di entrambigli studi di registrazione sono state dotatedi apparecchiature molto avanzate: nuoviswitchers HD, modernissime console perle registrazioni audio digitali, e tutta unaserie di apparecchiature di eccellenti pre-stazioni. Però, il cuore di tutte questemodifiche è stato il router Pesa Cheetah256x256, usato per veicolare i segnali dauno studio all’altro.

Ottimo curriculumAbbiamo avuto una lunga e proficua espe-rienza con i router Pesa installati sulla flot-ta dei mezzi mobili di AMV (All MobileVideo), la compagnia di produzione videodi cui Chelsea Television Studio fa parte.AMV registra in studio o in esterni, e sicaratterizza per i sistemi di registrazione eproduzione sempre aggiornati. Anche ilteleporto AMV Gateway, il nostro centrointernazionale di trasmissioni in NewJersey si basa su un router Pesa. La nostraesperienza con Pesa, sempre positiva, ci hafatto subito orientare verso il loro routerCheetah anche per i Chelsea TelevisionStudios. In campo, questo nuovo routerHD Pesa Cheetah è collegato ad un secon-do router Pesa, quest’ultimo usato sia pergestire e distribuire i segnali nei processi diediting, sia per inviare i segnali via fibraottica al teleporto AMV Gateway.Al momento di aggiornare gli studi, abbia-mo deciso di spendere qualcosa in più perdotarci di router Pesa Cheetah, in partico-lare la serie DRS, che impiega la tecnolo-gia multiplexing per la distribuzioni deisegnali audio. Possiamo quindi prenderel’audio embedded dalle nostre telecameree convertirlo direttamente (senza ricorrerequindi ad apparecchiature esterne) in unsegnale in standard AES oppure in forma-to analogico per trasmetterlo a qualsiasialtra destinazione. Grazie a questa appa-recchiatura abbiamo evitato la difficoltà dicollegare ogni singola sorgente audio a unamatrice crosspoint centralizzata. Da noi, lesorgenti sono cablate solo localmente, epoi distribuite a tutti i punti di interesseutilizzando cavi di tipo CAT-5.

Un meraviglioso supportoai clientiAl momento dell’installazione, Pesaha garantito la presenza di un suotecnico: in questo modo Chelseanon ha dovuto preoccuparsi inprima persona del corretto routingdei vari segnali. Il tecnico si è fattoprincipalmente carico della configu-razione iniziale del router, dellenecessarie verifiche di funzionamen-to e dello start-up. Ha inoltre con-trollato che fossero disponibili ecorrettamente installati tutti gliaccessori e controlli necessari. I nostri maggiori dubbi riguardava-no il mux/demux sui collegamenti tra ilrouter Cheetah e le nostre videocamerecompatte Sony XDCAM HD. Non cisono stati problemi né durante l’installa-zione e le prime verifiche, né in seguito,durante le operazioni di routine. Pesa hamodificato in maniera rapida, sempliceed efficiente i protocolli di comunicazio-ne del router per poter gestire anche que-sti segnali. Siamo sicuri che, grazie all’im-piego dei router Pesa, saremo in grado digestire qualunque situazione si possa pre-sentare durante la produzione dei nostrishow. Tanto per dare un esempio recente,durante la cerimonia di premiazione deiTony Awards abbiamo ospitato l’orche-stra di supporto nel nostro studio B, egrazie al router Cheetah, abbiamo potutotrasmettere l’audio (in modalità bi-dire-zionale) senza alcun problema per tutte letre ore di diretta della trasmissione.Abbiamo usato il router per fare l’embed-ding ed il de-embedding dell’audiosecondo lo standard AES per poter invia-re i segnali ad un mezzo mobile, e, allostesso tempo, abbiamo potuto sia inviare,sia ricevere cinque canali di intercomanalogici (quattro fili) su fibra non com-pressa a 1,5 Gb/s dal teatro fino al nostrostudio. Il router era completamente tra-sparente per ciascuno di questi collega-menti, e questo ha consentito alla troupedi concentrarsi esclusivamente sulla pro-duzione dell’evento. Un grande passoavanti rispetto al passato è l’eliminazionedel processing esterno, e la riduzione delnumero di apparecchiature dedicate allaconversione dei segnali.

Chelsea, chi?Chelsea Television Studios ha un’esperien-za consolidata nella produzione di talk ereality show, con programmi quali il “TheTyra Banks Show”(un talk show pluripre-miato di attualità e inchieste sul mondofemminile giovanile, condotto dallamodella Tyra Banks) e l’ultimo nato, ilrecente reality “The Marriage Ref” (doveun gruppo di giurati famosi dirimono lecontroversie di una coppia), trasmesso inprima serata sul network NBC.Anche il “Martha Stewart Show” (unoshow a metà tra “La prova del cuoco” e “Imenù di Benedetta” - NdT), è stato pro-dotto dagli studi Chelsea per più di seianni e lo è tuttora. La scorsa estate è statacaratterizzata per gli studios da due eventi,tra loro diversissimi: il “Martha StewartShow” è approdato su Hallmark Channel,e gli studi hanno preso la decisione diaggiornare le loro strutture e convertiretutte le apparecchiature alle produzioni inalta definizione.I due studi di registrazione di ChelseaStudios Television sono strutturati peravere il pubblico durante le registrazionidei programmi e sono progettati per poterlavorare con un massimo di dieci teleca-mere. Steve Bickman è il direttore genera-le delle operazioni degli studi di produzio-ne Chelsea Television Studios. Ha un’e-sperieza ventennale nel campo televisivo, eha speso gli ultimi 16 anni lavorando conChelsea. Può essere contattato via mail:[email protected] informazioni: www.pesa.com

Chelsea si affida all’esperienza Pesa per entrarenel mondo dell’alta definizioneSteve Bickman è il General Manager dei Chelsea Television Studios e ci racconta come è andata

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Non è per niente comune che un tecnicovideo intorno ai trent’anni debba gestireuna flotta di mezzi per le riprese mobili inalta definizione. Ma questa è proprio lasituazione in cui Nic Dugger, presidente eproprietario di TNDV si è trovato, doposoli sette anni dalla fondazione della suacompagnia. Nic Dugger non ha aspettatoche le riprese SD diventassero fuori modaper iniziare l’avventura dell’alta definizione:il suo primo mezzo mobile con capacitàSD ha ancora un grande carico di lavoro,ma questo non gli ha impedito di attrezza-re per le riprese HD “Aspiration”, unnuovo mezzo mobile da 12 metri con cabi-na di lavoro espandibile. Il modo di lavora-re di TNDV è particolare: non conta sucontratti a lungo termine, come fannoinvece la maggior parte delle altre impresedel settore. TNDV si concentra piuttostosu eventi speciali, dalle caratteristiche uni-che per budget, per capacità di personale oper location. Quello che ha consentito aTNDV di costruire il suo successo, e chetuttora costituisce la base del suo modo dilavorare, è stata fondamentalmente la flessi-bilità. “Aspiration” è un mezzo mobile dicaratteristiche superiori e uniche, dotato di12 telecamere di ripresa: con questa dota-zione, il punto nevralgico dell’architetturadell’intero sistema sarebbe stato sicuramen-te il router. Per poter funzionare e far fun-zionare adeguatamente tutto l’equipaggia-mento di “Aspiration” il router avrebbedovuto essere una base affidabile per l’inte-ro sistema video e consentire il multivie-wing. Il Router Harris Platinum con leopzioni HView e SX Hybrid per il multi-viewing aveva tutte le caratteristiche chestavo cercando. Dice Nic: “Sono rimastoimpressionato in particolare dalla modula-bilità dell’apparecchio, e dalle capacità di

image-processing, veramente sopra lanorma. Una peculiare caratteristica diquesto router è la varietà di configura-zioni che si possono applicare al pan-nello di controllo utente. Io sono l’in-gegnere responsabile della produzione,quindi è importante per me riusciread avere il massimo controllo su tuttigli aspetti delle riprese; il pannello dicontrollo utenti che mi presenta ilnumero maggiore di funzioni si èquindi rivelato perfetto: permette dicontrollare contemporaneamente diverseapplicazioni, di configurare facilmente lefunzioni GPI ed i cambi del sistema. Cisono invece dei casi in cui tutto questonon è necessario: posso avere anche unsolo output da questo router, ed in questocaso ho il vantaggio di poter addestrareefficacemente i miei tecnici, che ci devonomettere le mani, in tempi molto brevi.”Quando il router Harris Platinum vienecontrollato da un interfaccia seriale isegnali tally possono essere inviati alloswitcher senza nessuna complicazione.Inoltre, questo router consente il monito-ring dell’audio direttamente sullo schermoe dispone di una serie di strumenti dimisura e di test diagnostici integrati, sicu-ramente due opzioni di grande aiuto.“Recentemente - aggiunge Dugger - misono occupato di un evento per cui eranonecessarie diverse telecamere, che doveva-no essere visualizzate con un multiviewer.Con l’apparecchio di Harris sono stato ingrado di controllare tutti gli switcher diingresso e uscita per le riprese e la trasmis-sione dell’evento, e, grazie al moduloHView integrato, sono stato anche ingrado di costruire output multiview per ildirettore tecnico, per i manager di produ-zione locali e per il tecnico di registrazione.

Avevo preparato anche dei triggers GPIche mi permettevano di cambiare il forma-to di quello che stavo registrando a secon-da di cosa stavo registrando. Sono riuscitoad aggiungere degli ingressi semplicementeposizionando opportune schede in puntipre-cablati, e, grazie alle funzioni di con-trollo presentate direttamente sullo scher-mo, il mio tecnico di produzione potevadisporre le immagini semplicemente conun click del mouse.” Grazie a tutte questecaratteristiche, tra cui la facilità di uso, lepossibilità di espansione, ed un progettod’avanguardia che pensa al futuro delletecnologie broadcast, il router HarrisPlatinum è diventato la spina dorsale di“Aspiration”, il mezzo per riprese mobilipiù raffinato e moderno di TNDV, e hafatto maturare in Nic Dugger la convin-zione che sarà imprescindibile utilizzare irouter Harris per aggiornare gli altri mezzimobili destinati alle riprese HD. C’è soloda decidere quale sarà il modo più efficien-te per farlo. Decisamente Harris Platinumsi è rivelato la scelta giusta per un investi-mento così delicato e importante. Nic Dugger è il presidente ed il proprie-tario di TNDV e può essere contattatovie e-mail all’indirizzo [email protected] informazioni: www.broadcast.harris.com

Harris Platinum equipaggia l’ammiraglia “country”Nic Dugger è il presidente e proprietario di TNDV a Nashville

La serie di switcher elettro-ottici EOS-4000 consente di effettuare il routinganche sui segnali trasportati da fibra ottica.Sono disponibili diverse configurazioni peri modelli di questa serie, dalla piccola16x16 fino alla 288x288.Questi router possono gestire i più diversiformati di segnale video digitale: DVI, sin-gle oppure dual link, HDMI, RGB-HV,oltre ai classici SD, HD e 3G. La serieEOS-4000 è ampiamente espandibile e

orientata al futuro: è progettata per sup-portare operazioni a 10 Mbps e consentedi attivare nuove porte di I/O praticamen-te in qualsiasi momento.Si può eseguire l’hot-swapping su unoqualsiasi dei moduli presenti, dai modulidi alimantazione ai moduli per la gestionedel network, oppure i moduli ricetran-smittenti SFP e XFP. In aggiunta, il routerè compatibile con i controlli AMX eCreston sia su porta seriale RS-232, sia

con protocollo Ethernet, via IP.Per informazioni: www.multidyne.com

Router elettro-ottico Multidyne EOS-4000

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Mixer & Switcher

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Nel 2009 WMTJ ha deciso di convertirsiintegralmente al digitale, affidandosi aiprodotti Grass Valley per quanto riguardala produzione e distribuzione dei segnali edil channel branding. In dettaglio, GrassValley ha fornito un sistema per il mastercontrol ed il branding, diversi media ser-vers K2 ed un video router digitaleConcerto. Il sistema master di controllogestisce attualmente tre canali SD e uncanale in alta definizione. Il master controlsi affida al sistema Maestro multicanale,che a sua volta si basa sui router della serieConcerto, configurati per lavorare sia inSD, sia in HD. Sul principale canale SD,come pure sul canale HD, è stata imple-mentata la possibilità di inserire effetti gra-fici oppure loghi pubblicitari, e questo gra-zie alle caratteristiche di branding e editingdegli effetti video proprie delle macchineGrass Valley. Il sistema è collegato diretta-mente a un network K2 per l’archiviazionedati, network capace di gestire otto canalibi-direzionali SD, due canali dedicatiall’ingest in formato HD e sei canali per latrasmissione, anche questi in alta definizio-ne. Grass Valley è conosciuta, tra le altrecose, per la grande affidabilità dei suoi pro-dotti, e, dopo tre anni di utilizzo, nonposso che confermare questa fama: in tuttoquesto tempo il sistema non ci ha mailasciato a piedi. In aggiunta, devo dire che

il passaggio a digitale è stato molto sempli-ce e si è svolto senza intoppi. La nostrasensazione è che in tre anni il sistema diGrass Valley si sia ampiamente ripagato;questo è veramente un’ottimo sistema. Disicuro, la relazione professionale che si èstabilita tra WMTJ e Grass Valley, ed inparticolare il supporto post-vendita ricevu-to dai rappresentanti locali di Grass Valley,è stata una dei fattori chiave che ha con-sentito di non avere problemi durante ilpassaggio a digitale. Le apparecchiatureGrass Valley hanno anche l’apprezzabilevantaggio di essere molto intuitive: impa-rare ad usarle, ed insegnare ad altri adusarle, è qualcosa di estremamente sempli-ce. Praticamente tutto il nostro staff è statoin grado di imparare ad utilizzare l’interosistema in meno di una settimana. Seripercorro tutta la mia vita lavorativa, devodire che mai il periodo di apprendimento(su una qualsiasi macchina di un qualsiasiproduttore) è stato così breve.Un’emittente deve essere in grado di lavo-rare il più semplicemente ed efficacementepossibile: con le macchine Grass Valley,WMTJ è riuscita ad automatizzare la mag-gior parte dei processi di gestione dei con-tenuti, semplificando al massimo il flussodei programmi e, al contempo, incremen-tando in maniera significativa la produtti-vità. Il supporto che abbiamo ricevuto dal

personale diGrass Valley, unsupporto che sappia-mo continuerà negli annie che ci aiuterà quando dovremmo farefronte ad eventuali problemi delle apparec-chiature e/o del sistema, ha dato un contri-buto fondamentale al processo di conver-sione e modernizzazione delle nostre infra-strutture.

Alla scoperta di WMTJWMTJ è un’emittente che lavora all’inter-no della Ana G.Mendez University di SanJuan, Portorico, ed è affiliata al PBS(Public Broadcasting System, la televisionepubblica statunitense. Il suo palinsesto ècomposto sia di programmi statunitensi,sia da programmi locali, e comprendenotiziari, programmi sportivi e varietà.WMTJ può contare su due studi di pro-duzione che registrano su server stand-alone che gestiscono entrambe i formatiSD e HD, e che sono serviti dal sistemaprincipale di routing switcher della serieConcerto. Ariel Diaz Osorio lavora con WMTJ da25 anni, nella posizione di direttore diIngegneria. Può essere contattato viamail: [email protected] informazioni: www.grassvalley.com

San Juan migra al digitale con Grass Valley Ariel Diaz Osorio è Ingegnere Capo dell’emittente portoricana e ci racconta la sua esperienza di transizione al digitale televisivo

Il router S2-108HD è un routing switcher8x2 per segnali video digitali in definizioneHD o SD. Questo apparato rispettaentrambe gli standard SMPTE 292M e259M, e si caratterizza specificamente peril relocking dei segnali e l’equalizzazioneautomatica. Il router può essere controllato

con diverse modalità: attraverso il pannellofrontale di controllo, attraverso un teleco-mando a infrarossi oppure attraverso laporta seriale RS-232. Può funzionare sia inmodalità stand-alone, sia come modulo diespansione da abbinare agli altri switcherscalari della serie C2-2000. Il router S2-

108HD è montato di serie in un cabinet,stile desktop, e può essere dotato, opzional-mente, di un kit di montaggio su rack. È alimentato a 12 Volt DC attraverso unalimentatore esterno fornito di serie.Per informazioni: www.tvone.com

Routing switcher S2-108HD della TV One

Le caratteristiche salienti del routing swit-cher 762-XLHD3232L3 sono essenzial-mente una matrice 32x32 e la capacità digestire segnali video digitali SD oppureHD con una capacità massima di 1.485Gb/s. Il router occupa uno spazio di soli2RU ed è equipaggiato di serie con un ali-mentatore frontale singolo, ma mette

comunque a disposizione un secondo ali-mentatore opzionale, per ragioni di ridon-danza; è di costruzione modulare, in mododa consentire agli utilizzatori di effettuareespansioni ed aggiornamenti della macchi-na direttamente sul sito di lavoro.Il pannello frontale di controllo è di ottimaqualità costruttiva; il router può comunque

essere controllato anche attraverso un pro-tocollo Ethernet (con una porta RJ-45)oppure con controllo seriale attraverso unaporta RS-232. Tra le possibilità di swit-ching, questo router può effettuare unaudio-follow-video switching secondo lostandard AES.Per informazioni: www.linkelectronics.com

Router video Link 762-XLHD3232L3

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Ericsson E2E TV™Distributore ufficiale per l’Italia

Introducing Ericsson E2E TV™.

Individual TV Experience is desired by people,

See more at ericsson.com/televisionary.

E2E TV – that’s televisionary

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Mixer & Switcher

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Router video DracoTera HD KVM di IHSE

Routing switcher MFR della For-A

IHSE ha presentato il nuovo modelloDracoTera, un router DVI pensato pergestire grandi volumi di informazioni; puòeffettuare lo switching senza introdurreritardi e mettere a disposizione fino a 288porte di ingresso/uscita per i segnali. Faaffidamento su una tecnologia non-bloc-king switching e può gestire risoluzionifino a 2560x1600 a 60 Hz. Per lo scambio dei dati, questo switcherpuò contare su porte USB oppure suporta seriale RS-232, a scelta, e può essere

equipaggiato anche con porte SRC audio,analogico o digitale. A seconda del numerodi ingressi/uscite installate, questo switcherpuò occupare da un minimo di 9RU (nellaconfigurazione a 160 porte) fino a 13RU(nella configurazione a 288 porte). Grazie alla tecnologia FlexPort, tecnologiaproprietaria di IHSE, non esiste distinzio-ne tra porte di ingresso o porte di uscita:tutte le porte possono esserre configuratedinamicamente in input o output secondole necessità. Lo switcher può anche contare

su svariate possi-bilità di interfac-ciamento: adesempio puògestire diretta-mente connessio-ni CATx e con-nessioni per lafibra ottica, multio single mode, senza aver bisogno di altriapparati.Per informazioni: www.ihseusa.com

In un solo apparecchio, il router IXS6600 può combinare segnali video SD e HDSDI, segnali audio analogici edigitali, timecode e segnali datiRS-422A/RS-485.Gli ingressi e le uscite possonoessere assegnate fino a 16 livelli,utilizzando sia il protocolloEthernet, sia il controllo S-BUS.

Questo router è estremamente affidabileed è inoltre di facile manutenzione. Sonodisponibili diverse card opzionali che con-sentono di configurare l’apparecchiosecondo le esigenze specifiche dei variutenti.Per informazioni: www.sony.com/professional

Sistema di routing integrato Sony IXS6600

Router video Ponderosa 6464HD3G di SierraIl routing switcher 6464HD3GPonderosa di Sierra Video Systems èstato progettato per gestire segnali videoSD, HD e 3G SDI. E’ compatibile congli ingressi SMPTE310M,

SMPTE259M, SMPTE344M e DVB-ASI, fino a 540 Mbps. Può gestire anchesegnali secondo gli standardSMPTE292M e SMPTE424 3G. Lohot-swapping è una caratteristica fonda-mentale di questo routing switcher: sche-de di ingresso e uscita, CPU, schede dicontrollo del sistema e gli alimentattoripossono essere tranquillamente sostituitiin modalità hot-swapping. Il router, diserie, dispone di una porta TCP/IP per

consentire il controllo tramite IP da unMAC o da un PC, e anche di una portaseriale RS-232/422, in modo da esserecompatibile con la maggior parte deisistemi di controllo disponibili sul merca-to. Il routing switcher 6464HD3G diPonderosa, come optional, può esseredotato di alimentatori ridondati opporedi una morsettiera I/O per la fibra ottica.Per informazioni: www.sierravideo.com

I nuovi apparecchi della serie di routingswitchers MFR di piccole e mediedimensioni consentono di supportareuna vasta serie di formati per segnaliSD, HD, 3G e ASI. I nuovi modellicomprendono MFR-3232, che disponedi 32 ingressi e altrettante uscite, MFR-3216 (32 ingressi/16 uscite), e MFR16/16 (con 16 ingressi e 16 uscite).Tutti i modelli riconoscono automatica-mente lo standard utilizzato dai segnaliin ingresso e tutti i modelli possono

essere dotati (opzionalmente) di unasorgente ridondante di alimentazione.Questi nuovi router presentano comun-que molte delle caratteristiche disponi-bili nei router For-A di gamma superio-re, modello MFR-5000: connessionitally, il tracking automatico del nomedelle sorgenti dei segnali e capacità diinterfaccia per la connessione di piùrouting switchers. I nuovi router MFRhanno anche a disposizione connessioniethernet per potersi collegare ai router

MFR-5000 esistenti.Per informazioni: www.for-a.com

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GU IDA TV

Mixer & Switcher

Il router Avenue Flexible Matrixvisualizza le immagini thumbnail deisegnali video che sta gestendo, e per-mette inoltre di visualizzare le infor-

mazioni relative allesorgenti e alle uscite deisegnali. La dimensionedella matrice diinput/output non è pre-definita, e questo con-sente la massima libertàda parte degli utenti neldimensionamento delrouter per una specificaapplicazione. Questo router ha impo-stato di default una

matrice 8x2, ma le configurazioni12x5 oppure 28x2 sono immediata-mente disponibili. La massimadimensione di matrice è comunque

15x15.Il router Avenue Flexible Matrixmette a disposizione la sincronizza-zione a schermo intero dei segnali iningresso; inoltre, per assicurare unoswitching preciso tra sorgenti nonsincronizzate, ogni segnale viene sin-cronizzato con un riferimento inter-no. Uno switcher di questo genere èideale per un gran numero di appli-cazioni comuni nella pratica televisi-va, come ad esempio il bypass MC, ilcontrollo di qualità e l’allestimentodi studi di produzione mobili, ancheper i notiziari.Per informazioni: www.ensembledesigns.com

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Utah Scientific propone MCP-4000 e MC-4000Il sistema composto dalle due unitàmaster control digitale MC-4000 edal pannello di controllo MCP-4000è decisamente un sistema di avan-guardia per la gestione delle situazio-ni più complicate che si possonoverificare durante le trasmissioni livein uno studio televisivo.Il pannello di controllo MCP-4000 èl’ultimo nato della sua gamma incasa Utah: si interfaccia sia con imaster control MC-4000 che con

quelli delle serie precedenti, ed è ingrado di gestirne tutte le funzionali-tà, comprese la possibilità di averediversi tipi di modulazione segnale,di offrire un supporto multicanale, ecosì via.Dal canto suo il MC-4000 offre unelaborazione dual-channel, con lapossibilità di operare in SD/HD perogni canale. Rende disponibili fino aquattro diverse modulazioni; consen-te di effettuare elaborazioni audio

discrete, embedded oppure mixate;mette a disposizione la funzionesqueeze-back, oltre alla possibilità diarchiviare clip; può inoltre crearemessaggi audio/testo EAS (allarmi dirilevanza locale o nazionale, comeallarmi per eventi meteo od atmosfe-rici) in scroll sul video principale. Ècompatibile anche con il sistema dichannel branding MC-400, sempredi Utah.Per informazioni:www.utahscientific.com

Router Avenue Flexible Matrix di Ensemble Designs

I router ibridi della serie Nvision8500 sono disponibili in quattrodiverse taglie, con capacità che varia-no da una matrice 144x144 fino allamatrice 1152x1152. Tutti i modellioffrono di serie un sistema di proces-samento audio a 16 canali che per-mette all’utilizzatore di effettuareoperazioni di de-embedding, shuf-fling sui canali, breakaway, e re-embedding, il tutto all’interno delrouter. Grazie a questo sistema, i pro-blemi di ritardo tra i flussi audio equelli video, spesso dovuti a opera-zioni di de-embedding e re-embed-ding effettuate in un apparecchiaturaesterna, si riducono sensibilimente.I routers della serie 8500 inoltre uti-

lizzano connettori coassiali ad altadensità e dispongono anche di con-nettori per fibra ottica: in questomodo la gestione dei cavi di ingres-so/uscita viene molto semplificata.Sono sistemi estremamanete affidabi-li, e permettono lo hot-swappingpraticamente di tutti i componenti:unità di alimentazione, entrate, usci-te, crosspoints e schede di controllo.Da ultimo, questi router sono com-patibili con un gran numero di pan-nelli di controllo, e questo consenteuna grande flessibilità nella gestionedell’apparecchio stesso.

Per informazioni: www.miranda.com

Router ibrido Miranda Nvision 8500

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Lo switcher NS-41 è un apparato sem-plice ed essenziale, progettato per lavo-rare con segnali video SDI in definizio-ne SD. Questo router 4x1 è compatibi-le con gli standard video 525/60 e625/50 e permette di effettuare switchin modo non sincronizzato, così danon avere bisogno di un riferimento

esterno. Un relè meccanico consente dibypassare l’ingresso numero uno diquesto router; inoltre, il router si puòcollegare direttamente allo chassisdell’Etherbox FB-9E-1RU, sempre diEyeheight. L’etherbox ha a disposizionesei slot in grado ciascuno di ospitareun modulo NS-41. In questo modo, in

uno spazio 1RU possono essere allog-giati fino a sei router 4x1.Per controllare il router NS-41 posso-no essere utilizzati i pannelli di con-trollo remoti FP-9 o FP-10 diEyeheight.Per informazioni: www.eyeheight.com

Routing switcher Eyeheight NS-41

Il Routing Switcher HDVS3232Dagger di Sigma Electronics è essen-zialmente un router digitale 32x32 chericonosce automaticamente i segnali indefinizione SD o HD. Si può installa-re come unità 2RU e può essere con-trollato sia localmente con il pannellodi controllo in dotazione, sia attraver-so una porta seriale RS232/422 da

collegarsi al controller di sistema.Questo router si caratterizza precipua-mente per l’equalizzazione automaticadei segnali in ingresso ed il re-lockingdi tutte le uscite. Può funzionarecome un sistema stand-alone oppurepuò essere integrato in un sistemaSigma Electronics per il routing deisegnali.

Il pannello di controllodell’HDVS3232 visualizza lo stato e leinformazioni di controllo per ciascuncanale. È inoltre possibile, grazie a unmodulo opzionale che riconosce lostandard AES/EBU, effettuare lo swit-ching anche sui segnali audio digitali.Per informazioni: www.sigmaelectronics.com

Router HDVS3232 Dagger di Sigma Electronics

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l mixer digitale Forum di AEQ è unasoluzione integrata e modulare progettatae realizzata per far fronte alle esigenzedelle moderne emittenti radiofoniche etelevisive, per la messa in onda dei loroprogrammi. La flessibilità è forse la carat-teristica più immediata di questa console,che la rende idonea a qualsiasi applicazio-ne on-air. Forum include tutte le caratte-ristiche necessarie all’operatività inambienti radiofonici: esclusione automa-tica dei diffusori monitor, muting, segna-lazioni per controlli, segnalazioni per leinterfacce di automazione o per apparec-chi esterni, gestione delle comunicazioniesterne, intercom, ecc.Grazie alla disposizione ergonomica ditutti i moduli, al concetto modulare “allin one” ed alle dimensioni contenute,Forum si adatta agevolmente ad ogniambiente di lavoro.Applicazioni tipiche sono la messa in ondaautomatizzata, la regia audio, la produzio-ne televisiva, in configurazioni semplici,

miste o anche come integrazione in gran-di ambienti di rete. La configurazione del sistema ed il con-trollo totale della console è possibile effet-tuarlo da remoto, via Ethernet, rendendole operazioni di gestione estremamenteagevoli attraverso software dedicati.Il router interno ha una capacità per unacombinazione massima di 64x64 In/Outed altrettanti canali possono essereaggiunti tramite il link MADI, opzionale.La semplicità e la potenza operativa siintegrano in Forum per garantire la massi-ma sicurezza di funzionamento, sia insituazioni semplici che in ambienti opera-tivi sofisticati. La superficie di controllopuò essere configurata con un minimo di4 fader per poter essere espansa ad 8 oanche 12 canali. Ogni funzione base dellaForum, come il setup, la regolazione deilivelli ed il routing dei segnali hanno, perogni singolo canale, un loro specifico con-trollo, mentre i settaggi di minor utilizzosono raggruppati in controlli contestuali,comuni per tutti i canali, che sono acces-sibili in pochi semplici passaggi: semplici-tà e facilità d’utilizzo per un controllomolto dinamico della console senzapossibilità di errore. Display Oled e 4led indicano l’esatto stato di ogni sin-

golo canale. La possibilità di memorizzareogni tipo di settaggio nella console con-

sente di poterla facilmente adattare allediverse esigenze dei programmi ed allenecessità dei fonici. 14 sono gli slot dispo-nibili per le schede In/Out a scelta tra levarie soluzioni analogiche e digitali, microo linea ed anche ibrido digitale.Disponibili nella sezione monitoria 15tasti programmabili per l’accesso direttoad apparecchiature o funzioni specifiche.La sezione comprende due Vu-Meter adalta precisione ognuno dei quali può esse-re assegnato alla visualizzazione sia dell’u-scita Master che alla secondaria o PFL.Forum ha due sezioni distinte per lamonitoria della regia e dello studio. Livelliseparati per il controllo delle cuffie, deglialtoparlanti e degli speaker integrati per ilcue. Ogni selezione è monitorata sui dis-play Oled dedicati disponibili. Una lineaintercom dedicata facilita la comunicazio-ne tra il tecnico e gli speakers ma ancheeventualmente con le linee esterne. Ilmicrofono talk-back può essere ancheassegnato ed utilizzato come auto-control.Un ampio display Oled multifunzioneconsente di monitorare i settaggi e le con-figurazioni. Il menù grafico è di facilenavigazione grazie agli encoder rotativi.Diversi livelli di accesso sono consentitiper la funzionalità generale, regolazione edattivazione dei vari parametri.Per informazioni: www.aeq.eu

GUIDA RAD IO

Mixer Audio

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L’evoluzione del “caro, buon, vecchio mixer audio” verso quelle che sono diventate le interfacce digitali è ormai compiuto.

L’audio fattosi bit viene gestito con strumenti compatti nelle misure,ma potentissimi per capacità di management e qualità dei risultati.

Tuttavia resistono ancora soluzioni a base analogica, degne di tutto il rispetto

Superficisenza limiti

Queste pagine sono

realizzate

in collaborazione

con la redazione di

Radio World

AEQ ...........................................................pag. 64Allen&Heath .......................................pag. 68Arrakis .....................................................pag. 66Axel Technology ..................................pag. 70Axia Audio ..............................................pag. 68

Henry Engineering ............................pag. 70Lawo..........................................................pag. 70Logitek......................................................pag. 72Radio Systems ......................................pag. 72Sonifex ....................................................pag. 69

Soundcraft .............................................pag. 66Stagetec ..................................................pag. 72Wheatstone ...........................................pag. 66

In questa guida parliamo di:

AEQ Forum è semplicemente digitale

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GU IDA RAD IO

Mixer Audio

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Arrakis ARC-8 punta anche sul costo bassoCon un singolo bus di missaggio,l’ARC-8 di Arrakis Systems può gesti-re trasmissioni in diretta con ritmiincalzanti, produzione e applicazioniremote.Due microfoni supportano i formatitalk con un conduttore e un ospite. Il bus mix-minus (per ibrido esterno)supporta i formati talk che prevedonoconversazioni telefoniche. Il bottone “Talk” sul canale delmicrofono 1 manda l’audio del micro-fono all’altoparlante del telefonoremoto e la voce proveniente dal tele-fono sul sistema di preascolto della

console.L’ARC-8 contiene anche una sche-da audio sul canale 8B per ripro-durre l’audio digitale direttamentedai software per PC. Il programma in uscita dalla conso-le si può registrare in digitale median-te connessione USB, direttamente nelsoftware di registrazione del PersonalComputer. Arrakis fornisce il software Digital-Xtreme con il sistema, per permettereagli utenti di andare in onda e fareproduzione immediatamente.L’apparecchiatura è di semplice instal-

lazione,dotata di connettori jack bilanciati professionali e non bilanciati di tipodomestico.Per informazioni: www.arrakis-systems.com

In quel di Seattle Sandusky ha optato per WheatNet

Rob Pudry, tecnico di studio, ci spiegail processo di aggiornamento degliimpianti presso Sandusky Broadcasting. Per noi, l’affidabilità è la chiave. La possibilità di costruire una rete di pic-coli blocchi intelligenti utilizzando cavi ecomponenti per la commutazione nontradizionali – in altre parole, un’infrastrut-tura IP aperta – significava che potevamoprogettare un sistema senza, essenzialmen-te, alcun punto critico che potesse gua-starsi. Dopo avere valutato le varie tecno-logie di rete e trovato che il WheatNet-IPdi Wheatstone soddisfaceva al meglio inostri bisogni. Ciascuna di queste consoleè stata dotata di un motore di missaggioBlade e due IP-88ad Blade, per un totaledi 16 ingressi e uscite analogici e 16 digi-tali AES. Per i nostri studi ausiliari, abbia-

mo scelto le console Evolution-1 a 12 fader: queste unità com-patte contengono i loro stru-menti di misura e i display peril controllo e ci danno un insie-me di funzioni completo, inpoco spazio. Nelle sale di pro-

duzione, abbiamo fatto un altro cambia-mento “pesante”: non ci sono console! Alloro posto, stiamo usando le console vir-tuali Glass-E di Wheatstone, che emulanouna superficie di controllo completa dellaserie E mediante software. Ciascuno deinostri studi – emissione, ausiliari e produ-zione – è dotato di un suo switch Cisco2960G. Questa disposizione permette aogni sala di funzionare in modo indipen-dente anche in caso di guasto sulla rete.

InterfacciamentoAbbiamo anche scelto di utilizzare il dri-ver WheatNet-IP sulle nostre macchineAudioVault di Broadcast Electronics, pereliminare le schede audio, e siamo stati ingrado di interfacciare il controllodell’AudioVault con il sistema WheatNet-

IP mediante Ethernet. Dato che stavamoristrutturando i locali esistenti anziché tra-sferirci in una nuova sede, c’è voluto unpo’ di tempo per pianificare e implemen-tare con cura questa ricostruzione, attra-verso fasi successive. Una delle nostre sta-zioni, KKNW (AM), è stata trasferita dauno studio all’altro nel mezzo di due tra-smissioni consecutive, da remoto.Abbiamo iniziato e sostanzialmente finitoil lavoro in meno di 4 mesi. Transizionicome questa non sono mai facili per ilpersonale, ma questa è stata più soft dellealtre. Dopo il cambiamento, i nostri col-laboratori sembrano felici. I nostri pro-duttori apprezzano particolarmente ilmodo un cui le interfacce del mixer vir-tuale Glass-E concedono loro più spazioper lavorare, perché non devono tenersidavanti un’ingombrante console che sot-trae spazio al piano di lavoro. Quanto ame, la mia tranquillità deriva dal fatto chela nostra struttura si basa ora su una infra-struttura IT indipendente ed è pronta alfuturo, comunque esso sia.Per informazioni: www.wheatstone.com

Soundcraft ha introdotto "TheSoundcraft Guide to Mixing" App creataappositamente per iPad. Disponibile suitunes.apple.com al costo di USD 2.99. Una versione gratuita, ma ridotta, èaltresì disponibile. Questo il commento

di Keith Watson, Marketing Director:"'The Soundcraft Guide to Mixing' èuno strumento didattico fondamentaleper studenti, musicisti e per persone chesi stanno affacciando al mondo dell'au-dio professionale. L'iPad è un ottimo

strumentoportatile edinterattivo,adatto alla Guida".Per informazioni: www.soundcraft.com

La guida al “mix” di Soundcraft su iPad

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GU IDA RAD IO

Mixer Audio

QRock è una stazione in onda a tempopieno esclusivamente su Web, creata cometributo alla vecchia “Rock 102” di MyrtleBeach. Con John Van Pelt, direttore deiprogrammi e tecnico, conosciamo megliola struttura. A QRock(www.qrockradio.com) c’è sempre il sole eci si sente sempre in spiaggia. Il motto è “vifacciamo rivivere la migliore estate dellavostra vita”, con un mix eclettico di musicadagli anni ’60 agli ’80. Abbiamo individua-to gli XB-14 appena sono stati rilasciati,avendo saputo con piacere che Allen &Heath stava entrando nel mercato deimixer broadcast. Stavamo cercando unbuon compromesso tra dimensioni conte-nute, funzionalità e prezzo. L’XB-14 soddi-sfaceva tutti e tre i requisiti. L’installazioneè stata facile e l’lXB-14 ha il giusto numerodi ingressi e uscite di cui avevamo bisogno.Le funzioni a noi utili comprendono l’ali-mentazione separata per le cuffie del con-duttore e dell’ospite (con la possibilità dicomunicazione tra i due e il preascoltoanche per l’ospite), canali microfonici che,all’apertura, escludono gli altoparlanti,ingressi doppi sui canali stereofonici,ingresso per monitoraggio esterno (per

monitorare il segnale via etere),ingressi/uscite audio USB e altre funzioniaggiuntive come attenuazione degli alto-parlanti, chiusure di contatti per controlla-re apparecchiature esterne, uscite per illu-minare i cartelli “in onda” ecc.

CollegamentiApprezziamo gli inter-ruttori “On” suciascun canale. Iled che indicano illivello e il preascoltosu ciascun canale tolgo-no molti dubbi su quantostia succedendo. Ciascun canaleha una mandata ausiliaria (utiliz-ziamo il riverbero sui microfoni) e unequalizzatore a tre bande, che utilizziamoquotidianamente per ripulire le fonti ester-ne di bassa qualità e per gli effetti.Con connettori XLR, da ¼ di pollice eRCA, questi mixer si installano veloce-mente e sono adatti a studi radiofonici dipiccole dimensioni e per le trasmissioni daremoto. È facile collegare un iPod o altriapparecchi di uso comune: i connettorisono sulla faccia superiore. L’audio USB è

una gran cosa per registrare le telefonate ealtri contributi fuori onda. L’audio USB ècome avere un’ulteriore scheda audio percomputer, a disposizione per un’altra sor-gente sonora. I canali telefonici sono unmodo semplice per interagire, oltre checon chi è al telefono, anche tra persone neidiversi studi. Abbiamo studi a

Minneapolis, Raleigh e a MyrtleBeach e siamo in grado di

passare la linea da unconduttore all’altro,da uno studioall’altro, come se

fossimo tutti nelmedesimo posto.

Utilizziamo anche i canali tele-fonici e Skype per consentire ai con-

duttori di uno studio di partecipare alleinterviste con ospiti in un altro studio,lontano migliaia di chilometri.Pensiamo che Allen & Heath abbia realiz-zato un prodotto vincente, soprattutto perle stazioni radio Internet, quelle studente-sche, le Low Power FM ecc., che sono incerca di un mixer valido, ma piccolo e aprezzo molto conveniente.Per informazioni: www.allen-heath.com

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Allen & Heath XB-14 suona rock

Element di Axia Audio prende il comandoQualche anno fa WSUM, la stazione FMdegli studenti dell’Università delWisconsin, ha finalmente ottenuto unasede fissa presso il campus, dopo circa diecianni di trasmissioni da uno studio esterno.La tradizione vuole che, presso le emittentiradio, ci siano molti fili elettrici nelle pareti.In una struttura multi-studio, poi, occorreche tutte le sorgenti audio siano disponibiliindipendentemente dalla stanza in cui sitrovano, quindi dovrebbero esserci “più filielettrici”, giusto? Non con la tecnologiaLivewire di Axia, per l’audio in rete.

Audio su IPAxia Audio ha una linea di console chiama-

ta Element che trasportano il segnale audiomediante la tecnologia IP Livewire. Il con-cetto è semplice: convertire l’audio in unostream IP multicast e inserirlo o estrarlodalla rete quando viene creato o richiesto.La tecnologia IP Livewire di Axia crea unapiattaforma audio che consente economiedi scala, grazie all’impiego di switch di reteforniti e gestiti 24 ore al giorno, 7 giorni asettimana, dal Dipartimento ITdell’Università.La combinazione di switch di rete aggiunti-vi, una VLAN privata esclusivamente usataper gli stream audio, e del cavo Cat-6installato appositamente (che ha reso piùfelici gli architetti, perché non sono occorsi

fori nelle pareti), ha avuto comerisultato una struttura diversa edespandibile, per gli studentidell’Università.Una rete Livewire correttamenteconfigurata può codificare, dis-tribuire e decodificare l’audiopiù velocemente di quanto leonde si propaghino meccanica-mente nell’aria. Questo, rende

disponibile tutto l’audio in ogni luogo e,dato che il flusso è multicast, non occorre-ranno mai amplificatori di distribuzione.Gli switch di rete inviano semplicementel’informazione a tutti i dispositivi a cuil’audio viene assegnato. Questo ha un altroeffetto collaterale positivo, perché alle con-sole non occorrono DSP interni, ma essefanno riferimento a un DSP alloggiatoaltrove, lasciando lo studio in ordine e,soprattutto, in silenzio.La nuova sede di WSUM ha una consoleAxia Element nello studio principale, cheserve l’FM e lo stream Web.Lo studio principale si trova lungo i corri-doi del campus Est dell’univeristà e haquattro postazioni per gli ospiti, ciascunadotata di pannello di controllo, una posta-zione per il conduttore e una stazione dilavoro per dj con giradischi e mixer digitaleRane TTM57 per il crossfade. Il condutto-re ha accesso a una coppia di lettori CD daproduzione, una coppia di lettori CD dadj, MiniDisc, cassette, registratore sumemoria flash compatta, due giradischiautomatici a trazione diretta e un pannello

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personalizzato con ingressi e uscite XLR,RCA, da1/8 di pollice, AES 75 ohm, AES110 ohm e un’interfaccia USB per compu-ter o dispositivi come i registratori portatili.Il pannello personalizzato per ingressi euscite, grande una unità rack, contieneanche una connessione USB al computer adoppio monitor del conduttore, con il soft-ware IP-Audio Driver di Axia, che mandal’audio alla rete attraverso Ethernet, rim-piazzando le schede audio per PC.Fa parte della sede di WSUM anche unostudio per i notiziari (con vista sullo studioprincipale) equipaggiato con un’altra conso-le Axia Element. Uno studio di produzionecon la stessa capacità dello studio principale

viene guidato anch’esso da una consoleElement. La struttura ha anche tre sale dilavoro attrezzate con console Radio SystemMillenium dotate di connettività Livewire.Infine, uno studio di produzione audio dalvivo contiene una console M7-CL48.Questa ha una scheda di ingresso/uscitaAES da 16 canali collegata direttamente aun Digital Audio Node AES/EBU di Axiaper l’ingresso e l’uscita sulla rete. Il compu-ter dello studio ha anche il driver audiomulti-canale di Axia, che trasporta molte-plici coppie di ingressi/uscite Livewire a undriver ASIO in Windows 7. A WSUM, lascelta è di usare l’audio su IP ha avuto unimpatto significativo sulla funzionalità e la

versatilità degli studi. In quanto sede pro-gettata per essere un laboratorio didatticocosì come uno studio di trasmissione, l’ac-cesso a “tutto l’audio, ovunque”, è essenzia-le. In soli due anni, questa organizzazionestudentesca è cresciuta per servire media-mente circa 200 studenti e i membri dellacomunità che partecipano alla trasmissioneo alle produzioni. E tutto questo è stato fatto senza praticareneanche... un foro nei muri!L’esperienza qui raccontata è stata ripor-tata da Matt Rockwell, Capo Tecnico diWSUM (FM) a Madison, inWinsconsin.Per informazioni:www.axiaaudio.com

Sonifex S1 promette: nessun compromesso

Sonifexdescrive il suomixer broadcast S1come una console di missaggio di for-mato fisso dall’elevato rendimento,compatta e a basso costo, senza alcuncompromesso sulla qualità. Punta aportare le sue funzionalità alla stazioniradio commerciali di piccola dimensio-ne, alle comunitarie, alle radio studen-tesche e a quelle con fini didattici. Haingressi e uscite sia analogici, sia digita-li, con possibilità di trasmettere simul-taneamente in locale e su Web. L’S1 haingressi per quattro microfoni, quattrolinee analogiche monofoniche e 10 ste-reofoniche, linee digitali stereofoniche,una per telefono e un ingresso stereoclean-feed, tra cui gli utenti possonoscegliere.Le uscite consistono in: programmaaudio stereo analogico su XLR bilan-ciati, programma stereo digitaleAES/EBU o phono S/PDIF, due usciteausiliarie analogiche stereo bilanciate

su uno zoccolo D-sub a nove pin, un’u-scita analogicamonofonica clean-feed su XLR bilan-ciato (per l’uso conun ibrido telefoni-co), un’uscita analo-gica stereo clean-feed su XLR bilan-ciati (per l’uso conun codec ISDN/IP)e uscite monitor perle cuffie del condut-tore, dell’ospite e glialtoparlanti.Sono disponibiliuscite aggiuntiveper talkback su con-nettore D-sub anove pin e per lamisurazione deilivevlli, utilizzando

uno zoccolo D-sub a 15 pin. Leuscite digitali possono trovare rife-rimento in un clock interno tra 32e 96 kHz oppure si possono colle-gare sorgenti di sincronismo ester-ne mediante S/PDIF, AES/EBU oBNC word clock. Il LED DigitalSynk si illumina quando l’uscitadigitale è agganciata a un clockesterno o interno. L’S1 è una con-sole di formato fisso, autonoma,con dimensioni complessive dicirca 45 x 40 x 15 cm. Si puòappoggiare su un banco o montarea rack con le staffe da 9 unità. Sipuò anche controllare da remotomediante il software gratuitoSonifex SCi.Per informazioni: www.sonifex.co.uk

VETRINA COMMERCIALE

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GU IDA RAD IO

Mixer Audio

Tra le ultime novità di Axel Technologynella sua linea di mixer c’è l’Oxygen 4Digital, una console di missaggio digitaleindipendente, alimentata dai processoriDSP di Texas Intstruments. Ha 18 ingressianalogici e digitali, un crosspoint router, ilprocessamento a 32 bit, frequenze di cam-pionamento fino a 96 kHz, convertitoridella frequenza di campionamento sugliingressi digitali e controlli dell’equalizza-

zione e della dinamica su ciascun canale.Questi strumenti sono accessibili median-te la superficie di controllo o un PC colle-gato al mixer attraverso una rete IP. Lavariante dell’Oxygen 4 Digital è progetta-ta come un “motore digitale” da montarea rack, con una superficie di controlloseparata dotata di otto fader. L’unità“motore” da 2 unità rack gestisce il pro-cessamento audio e il suo instradamento.Ha quattro ingressi microfonici, dueingressi monofonici e cinque stereofonici,sette ingressi e uscite digitali stereofonicicon un convertitore di frequenza di cam-pionamento. Le uscite analogiche sonodedicate a: programma principale, sub-mix, aux, monitor e cuffie. Il DSP inter-no a 32 bit utilizza calcoli a virgola mobi-le. I segnali conservano la loro risoluzionea 24 bit sin dalla conversione in ingresso.

I percorsi audio dell’Oxygen 4 Digitalsono programmabili grazie alla presenza diun router di ingresso. Questo elimina lanecessità di una matrice di collegamentoesterna. Con la connessione Ethernet gliutenti possono controllare qualsiasiOxygen 4 Digital da ovunque ci sia uncomputer connesso via IP. Tutte le funzio-ni si possono gestire via software. C’èanche uno slot per schede di memoria incui gli utenti possono salvare le proprieconfigurazioni per richiamare le imposta-zioni personalizzate. Axel Technology èstata fondata nel 1996 a Bologna. La sualinea di prodotti comprende processoriaudio broadcast, codificatori RDS/RBDS,ibridi telefonici, segnali luminosi per studidi trasmissione e sistemi di programma-zione e fatturazione pubblicitaria.Per informazioni: www.axeltechnology.com

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Axel Tecnology aggiunge l’Oxygen 4 Digital

Aggiornamento dello StereoSwitch di HenryLo StereoSwitch di Henry Engineering èun commutatore/router audio moltopopolare. La versione più recente si chia-ma StereoSwitch II. È uncommutatore/router a tre ingressi audiostereofonici per commutare sorgenti audiobilanciate. Usa commutatori a relay passi-vi, in modo che l’audio della sorgente nonvenga degradato. Dato che la commuta-zione è passiva, lo si può anche utilizzare“al contrario” come router, per mandareuna singola sorgente audio a tre diversedestinazioni. Lo StereoSwitch II si puòcontrollare da remoto con qualsiasi inter-faccia GPI, come una chiusura di contattoesterna, segnale logico o corrente conti-

nua. Il segnale di controllo in ingressopuò essere momentaneo o continuo. Lanuova versione comprende anche dei bot-toni sul pannello frontale dell’apparec-chiatura, così da potere attivare localmen-te la selezione della fonte. L’unità disponeanche di programmazione del comporta-mento all’accensione, così da potereimpostare quale fonte/destinazione deveessere selezionata quando si attiva l’ali-mentazione elettrica. Un’altra nuova fun-zione è la modalità “auto return”, che sipuò usare per forzare l’unità a preselezio-nare l’ingresso “A” come default se nonviene selezionato alcun altro ingresso.Lo StereoSwitch II ha un alimentatore di

rete incorporato ed è largo 1/3 di unitàrack. Si possono montare fino a tre unitàaffiancate nello spazio di una unità rack eper questo è disponibile un’apposita staffa.Per informazioni: www.henryeng.com

Sapphire di Lawo fa scintille in radioIl Sapphire è l’ultima offerta di Lawo tra leconsole di trasmissione. Disponibile in con-figurazioni da 4 a 60 fader motorizzati,questo sistema modulare permette di realiz-zare console in un’ampia varietà di dimen-sioni con controlli rotativi, schermi e tastiaggiuntivi. Ciò è particolarmente utilequando il Sapphire viene utilizzato comeconsole di produzione o nelle redazionitelevisive dove è richiesto un flusso di lavo-ro maggiormente orientato all’uso di piùcanali. Il Sapphire si basa sul sistema dimoduli di ingresso/uscita Dallis I/O di

Lawo. Con ben 128 ingressi disponibili, ilsistema può miscelare fino a 80 segnali.Con l’opzione MADI, sono disponibili piùfonti, che si possono instradare mediante lamatrice 384 x 384, inclusa. Lo Sapphire hafunzioni di rete che permettono la connetti-vità in studio e l’amministrazione. Gli statilogici possono essere scambiati mediante larete, le sorgenti possono essere condivise eun sistema intercomunicante è compresonel sistema. La console si può monitorareda remoto e, sempre da remoto, se ne pos-sono gestire i servizi. Così, più studi posso-

no essere amministrati da un solo tecnico,anche attraverso collegamenti WAN. È dis-ponibile una versione dello Sapphire pre-configurata da tavolo, a 12 fader, con 40canali di ingresso/uscita, GPI e quattroporte MADI. Combinato con il softwareper schermo tattile VisTool e il Nova29come router centrale, la società dice cheSapphire rappresenta una soluzione com-pleta per le trasmissioni in diretta, i mezzimobili remoti o le strutture di produzionetelevisiva e editoriale.Per informazioni: www.lawo.de

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GU IDA RAD IO

Mixer Audio

Il Platform è una nuova console di RadioSystems. La società lo descrive come“meraviglioso da vedersi” e come ingrado di offrire “un nuovo approccio almissaggio in diretta e per la produzione”.La superficie di controllo si collega a unmotore mediante cavo Ethernet Cat5,che fornisce anche l’alimentazione. Sipossono collegare fino a quattro superfici(da quattro a 24 canali) a un singolomotore, mediante uno switch Ethernetstandard, abbattendo il costo che avrebbeun simile sistema, con componenti tradi-zionali. Uno schermo tattile di controlloda 7 pollici presenta all’operatore leapplicazioni attive e quelle che si possonopreparare, comprese le impostazioni delloscenario di lavoro, quelle dei bus ausiliari,il processamento del suono e il controlloremoto. Solidi schermi di configurazionepermettono al tecnico della struttura di

definire le impostazioni del sistema e lacompleta funzionalità delle sorgenti inentrata.Per il Platform è uno standard l’“EventController”, un sistema di controlloremoto che permette a ciascuna funzionedella console di essere controllata daremoto o di pianificare un’azione attra-verso qualsiasi tipo di filtro, come adesempio l’ora del giorno, mediante i col-legamenti esterni GPIO.Sotto l’involucro, la tecnologia DSPSharc fornisce “cavalli di potenza”, com-presa una matrice da 128 x 128 commu-tazioni e dozzine di bus mix-minus e vir-tuali. Nel 2011 è stato presentato ilnuovo “pacchetto” più piccolo, con unmotore da 3 unità rack per installazionipiù economiche che richiedono menoingressi e uscite. Dato che il Platform èun’apparecchiatura di Radio Systems, la

connettività può avvenire mediante leperiferiche attive StudioHub+. Nella tra-dizione dello StudioHub+, il Platformutilizza molteplici standard industrialicompreso Ethernet, CopperLan e POI,che aggiungono alla console un alto ren-dimento e molta flessibilità, aumentan-done allo stesso tempo la compatibilità eabbassando i costi. Il Platform compren-de un software che permette agli utentidi far funzionare versioni virtuali dellaconsole su schermi situati negli studi diproduzione e editing adiacenti, e ovun-que ci sia una connessione Internet.Per informazioni: www.radiosystems.com

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Nuovo “motore” per il Platform di Radio Systems

Logitek rilancia il suo marchio ROC

Stagetec: On Air 24 è modulare e scalabile

Logitek ha reintrodotto il nome della con-sole ROC nella sua linea di prodotti, suuna serie riprogettata che offre funzioniaudio su IP per un’ampia varietà di usi inradio e Tv. È progettata per operare con la piattafor-ma di audio su IP in rete JetStream Mini.La nuova serie ROC è disponibile in con-figurazioni da 6, 12, 18 o 24 fader, conschermi OLED e descrizioni stampate inrilevo che rappresentano una finituraattraente proteggendo, al contempo, lasuperficie. Gli utenti possono anche avva-lersi di un sistema di segnalazione lumino-sa in RGB per accendere/spegnere cartelli

luminosi personalizzati, a colori. Un rou-ter opzionale compreso nel pannello dicontrollo offre una semplice selezione dellesorgenti e delle destinazioni per cinquedirezioni. Sono disponibili dei pannelliopzionali con bottoni assegnabili a specifi-che funzioni, secondo definizioni persona-li. Ci sono anche 12 GPIO nell’unità dialimentazione, che si può montare a muroo a rack. Il JetStream Mini è il cuore deisistemi da console di Logitek. È un nodoaudio configurabile che gestisce funzionidella console, così come l’audio in rete suIP. Il missaggio audio, l’instradamento e ilprocessamento vengono svolti all’interno

di un involucro da due unità rack, raffred-dato per convezione e senza ventole. Gliutenti possono mescolare e far “dialogare”schede per ingressi/uscite audio analogichee digitali per creare la migliore combina-zione di fonti e destinazioni, compresimicrofoni, lettori CD, monitor da studioe altro ancora.Incorporando il “condotto” di rete JetNEtdi Logitek, il JetStream permette di trasfe-rire direttamente l’audio in rete dai sistemidi riproduzione basati su hard disk di altripartner di Logitek JetNet, senza l’uso dischede audio.Per informazioni: www.logitekaudio.com

L’On Air 24 è un sistema di missaggiodigitale di Stagetec che punta al mercatobroadcast. È un sistema modulare, flessibilee scalabile con superfici di controllo impo-state per le specifiche d’uso come combo,studio o attività di editing. La superficie dilavoro consiste in moduli fader ciascunonel suo contenitore (quattro fader per cia-scun modulo e fino a 24 per sistema) emodulo monitor. Queti moduli si possonomontare in modo fluttuante nei mobili esi-stenti in studio. Il software GUI gira su unPC collegato via Ethernet all’unità di con-trollo, montata in un frame di sistema.

Una volta impostato e in funzione, il GUIsimula gli elementi di controllo, cosicchégli operatori remoti possano accedere adogni controllo si trovi sulla superficie fisica,compresi gli indicatori, i fader e i codifica-tori. Così, una configurazione fisica mini-ma di un solo modulo da quattro canali,due codificatori e qualche bottone puòavere la stessa potenza della console On Air24 completa che c’è in backgound! Il livel-lo di complessità delle operazioni che sipossono svolgere sul sistema, si può impo-stare in base a ogni singolo utente e il con-trollo logico può essere configurato per

varie funzioni come fader start, mic mute ecommutazione automatica sul punto diincrocio. Il sistema consente anche il con-trollo remoto dell’attività medianteEthernet. Secondo Stagetec, l’On Air 24beneficia della flessibilità e della resilienzadel sistema di routing digitale Nexusoffrendo significative possibilità di interfac-ciamento in ingresso/uscita. Il Nexus rendeanche semplice integrare l’On Air 24 insingoli studi o in più grandi strutture ditrasmissione dove si possono mettere inrete molteplici sistemi.Per informazioni: www.stagetec.com

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I N D I C E I N S E R Z I O N I S T I

Azienda pag. Azienda pag.

�Broadcast & Production - Febbraio/Marzo 2012

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Diem Technologies pag. 59

DMG Communication pag. 41

DVB World pag. 29

Elber pag. 55

Elettrica 2000 pag. 33

Elle Erre Elettronica pag. 69

Eurotek pag. 61

Exhibo pag. 35

Gestitel pag. 73

IRTE pag. 57

Italtelec pag. 51

JVC pag. 23

Leading Technologies pag. 31

Lemo pag. 49

Litepanels pag. 25

Lupo Light pag. 17

Movie People pag. 63

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M-Three Satcom pag. 65

NewTek pag. 11

Panatronics pag. 24

Rohde&Schwarz pag. 53

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Sira pag. 67

Sisvel pag. 47

Sitel pag. 21

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