brescia solidarietÀ numero 6

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Brescia Numero 6 Dicembre 2015 Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999. Spedizione in abb post. 45% comma 2 art. 20b legge 662/96 Filiale di Milano - Euro 2,00 Direttore responsabile Erica Ardenti www.spicgillombardia.it SPECIALE Riforma sanitaria lombarda Da pag.5 a pag.8 Pensioni e legge di stabilità: i nostri obiettivi sono realizzabili A pagina 9 Pensioni: sollecitiamo il governo A pagina 11 La negoziazione sociale per il Coordinamento donne A pagina 11 Sfogliando le carte A pagina 11 Proposte per il benessere A pagina 12 Notizie dalla leghe A pagina 12 240 milioni i migranti nel mondo Inevitabile lavorare per favorire la convivenza Eravamo in oltre duemila, a Brescia, lo scorso 31 ottobre alla Marcia per l’accoglien- za In cammino verso l’altro, promossa dal Coordinamen- to provinciale Asilo del Fo- rum Terzo Settore e dalla Consulta per la Pace del Co- mune di Brescia cui hanno aderito associazioni di vo- lontariato, sindacati e nu- merose realtà bresciane. Pre- senti anche noi dello Spi per dire sì all’accoglienza, con- tribuire a dare voce alla Bre- scia aperta e solidale. È solo uno degli appunta- menti che ci hanno coinvol- ti, in questi mesi, sul tema immigrazione. Lo Spi sta, infatti, sostenendo sull’ar- gomento un lavoro diffuso e articolato. Lo scorso 28 ottobre abbia- mo promosso, al Salone Buozzi della Camera del la- voro di Brescia, l’incontro Mobilità umana. Esodi di massa, perché e per dove?: un momento formativo con carica. Sono molti i pensio- nati interessati a capire le di- namiche del presente e, come Spi, riteniamo di dover contribuire a fornire stru- menti per farlo. Siamo un sindacato: il nostro compito è tutelare lavorato- ri e pensionati e dobbiamo farlo a partire dal contesto dato. Sappiamo che, quan- do povertà e sfruttamento si diffondono tra alcuni grup- pi, le condizioni peggiorano per tutti, a partire dalle fa- sce più deboli. Noi tuteliamo italiani e stranieri, cerchia- mo di rappresentare chi ha bisogno, prima di ogni altra distinzione. Respingiamo l’accusa, che qualcuno muove a chi vuole ragionare seria- mente e pacatamente di immigrazione, di essere ‘fuori dal mondo’ e non sa- pere che i cittadini italia- ni si sentono insicuri e hanno paura a vivere i paesi e le città, anche per colpa dell’immigrazione. Gli attivisti dello Spi vedono cen- tinaia di persone, nelle loro sedi, di tutta la provincia; sono vicini ai problemi dei cittadini, spesso anziani, sen- tono raccontare delle loro paure. Sappiamo che sicu- rezza e legalità sono tra i bi- sogni di questo paese e siamo impegnati per chiedere mi- sure che le garantiscono. Sappiamo anche, però, che il rispetto delle regole si ot- tiene perseguendo i com- portamenti criminali e non criminalizzando le etnie, si ottiene evitando il diffon- dersi di povertà ed emargi- nazione, promuovendo un tessuto sociale vivo ed in- cludente e la reciproca co- noscenza tra culture. Per questo siamo impegnati perché prevalgano la tutela delle persone, l’attenzione ai bisogni e il rispetto di re- gole che garantiscano una convivenza armoniosa. Sen- za distinzioni. Franco Valenti, esperto di immigrazione, che da anni la- vora sul tema dell’acco- glienza (vedi pag. 2). Un’ana- lisi complessa, quella pro- posta da Valenti, per capire le cause che inducono mi- gliaia di persone a emigrare, che stiamo ripresentando at- traverso incontri organizza- ti in provincia. Perché facciamo tutto que- sto? Perché il fenomeno mi- gratorio è caratterizzante della nostra epoca, struttu- rale come dimostra il fatto che gli arrivi continuino da anni, indipendentemente dal colore politico dei governi in Buon Natale e sereno 2016 dalla redazione di Spi Insieme e dallo Spi La grandezza di una civiltà è data dalla sua capacità di far convivere, anche nei momenti più difficili, identità e dialogo. Difendere la civiltà democratica. Parigi oggi è la vera capitale dell’Europa e ci impone di riflettere sull’impotenze di scelte politiche che, se anche questa volta non riuscissero a far prevalere il bene comune, darebbero la stura ai tanti sciacalli che popolano la scena del nostro paese e dell’Europa Landini a pagina 3 SOLIDARIETÀ Contro la paura

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Brescia

Numero 6 Dicembre 2015

Registrazione Tribunale di Milanon. 75 del 27/01/1999.

Spedizione in abb post. 45%comma 2 art. 20b legge 662/96

Filiale di Milano - Euro 2,00

Direttore responsabile Erica Ardenti

www.spicgillombardia.it

SPECIALERiforma sanitarialombarda

Da pag.5 a pag.8

Pensioni e legge di stabilità: i nostriobiettivi sono realizzabili

A pagina 9

Pensioni:sollecitiamo il governo

A pagina 11

La negoziazionesociale per il Coordinamentodonne

A pagina 11

Sfogliando le carteA pagina 11

Proposte per il benessere

A pagina 12

Notizie dalla legheA pagina 12

240 milioni i migranti nel mondoInevitabile lavorare per favorire la convivenza

Eravamo in oltre duemila, aBrescia, lo scorso 31 ottobrealla Marcia per l’accoglien-

za In cammino verso l’altro,promossa dal Coordinamen-to provinciale Asilo del Fo-rum Terzo Settore e dallaConsulta per la Pace del Co-mune di Brescia cui hannoaderito associazioni di vo-lontariato, sindacati e nu-merose realtà bresciane. Pre-senti anche noi dello Spi perdire sì all’accoglienza, con-tribuire a dare voce alla Bre-scia aperta e solidale.È solo uno degli appunta-menti che ci hanno coinvol-ti, in questi mesi, sul temaimmigrazione. Lo Spi sta,infatti, sostenendo sull’ar-gomento un lavoro diffuso earticolato.Lo scorso 28 ottobre abbia-mo promosso, al SaloneBuozzi della Camera del la-voro di Brescia, l’incontroMobilità umana. Esodi di

massa, perché e per dove?:un momento formativo con

carica. Sono molti i pensio-nati interessati a capire le di-namiche del presente e,come Spi, riteniamo di dovercontribuire a fornire stru-menti per farlo.Siamo un sindacato: il nostrocompito è tutelare lavorato-ri e pensionati e dobbiamofarlo a partire dal contestodato. Sappiamo che, quan-do povertà e sfruttamento sidiffondono tra alcuni grup-pi, le condizioni peggioranoper tutti, a partire dalle fa-sce più deboli. Noi tuteliamoitaliani e stranieri, cerchia-mo di rappresentare chi habisogno, prima di ogni altra

distinzione.Respingiamo l’accusa, chequalcuno muove a chivuole ragionare seria-mente e pacatamente diimmigrazione, di essere‘fuori dal mondo’ e non sa-pere che i cittadini italia-ni si sentono insicuri ehanno paura a vivere ipaesi e le città, anche per

colpa dell’immigrazione. Gliattivisti dello Spi vedono cen-tinaia di persone, nelle lorosedi, di tutta la provincia;sono vicini ai problemi deicittadini, spesso anziani, sen-tono raccontare delle loropaure. Sappiamo che sicu-rezza e legalità sono tra i bi-sogni di questo paese e siamoimpegnati per chiedere mi-sure che le garantiscono.Sappiamo anche, però, che ilrispetto delle regole si ot-tiene perseguendo i com-portamenti criminali e noncriminalizzando le etnie, siottiene evitando il diffon-dersi di povertà ed emargi-nazione, promuovendo untessuto sociale vivo ed in-cludente e la reciproca co-noscenza tra culture.Per questo siamo impegnatiperché prevalgano la tuteladelle persone, l’attenzioneai bisogni e il rispetto di re-gole che garantiscano unaconvivenza armoniosa. Sen-za distinzioni. ■

Franco Valenti, esperto diimmigrazione, che da anni la-vora sul tema dell’acco-glienza (vedi pag. 2). Un’ana-lisi complessa, quella pro-posta da Valenti, per capirele cause che inducono mi-gliaia di persone a emigrare,che stiamo ripresentando at-traverso incontri organizza-ti in provincia.Perché facciamo tutto que-sto? Perché il fenomeno mi-gratorio è caratterizzantedella nostra epoca, struttu-rale come dimostra il fattoche gli arrivi continuino daanni, indipendentemente dalcolore politico dei governi in

Buon Natalee sereno 2016dalla redazionedi Spi Insiemee dallo Spi

La grandezza di una civiltà è data dalla sua capacità di far convivere, anche nei momentipiù difficili, identità e dialogo. Difendere la civiltà democratica. Parigi oggi è la vera

capitale dell’Europa e ci impone di riflettere sull’impotenze di scelte politiche che, se anchequesta volta non riuscissero a far prevalere il bene comune, darebbero la stura ai tanti

sciacalli che popolano la scena del nostro paese e dell’EuropaLandini a pagina 3

SOLIDARIETÀ

Contro la paura

SpiInsieme06.2015 Brescia 11-17-15:Layout 1 17-11-2015 18:05 Pagina 3

2Brescia

Un mondo in movimentoEsodi di massa, perché e per dove?

Un mondo in movimento: èquello rappresentato dallacartina tematica qui a fianco.Le migrazioni sono un feno-meno strutturale del nostrotempo che coinvolge tutto ilpianeta.Ci sono Stati più interessatidall’immigrazione, in cui ar-rivano persone da altre par-ti del mondo e quelli più in-teressati dall’emigrazione,dato che i loro cittadini simuovono verso altri Paesi.Le frecce indicano gli spo-stamenti più significativi chepercorrono il globo. Come sivede, l’Italia insieme a tuttal’Europa occidentale e agliStati Uniti è dipinta in verdee quindi classificata comePolo di immigrazione: si trat-ta delle aree più ricche e consistemi giuridici più tutelanti,raggiunte dagli emigrati chesi spostano, prevalentemen-te, dalle zone indicate con ilcolore lilla (Regioni a forteemigrazione economica), eda quelle di colore arancio(Regioni di emigrazione eco-nomica dopo il 1990).In cifre: nel 2014 i migrantinel mondo (232 milioni nel2013 secondo l’Onu) sonogiunti probabilmente a sfio-rare i 240 milioni, con un’in-cidenza superiore al 3% del-la popolazione mondiale.

Le ragioni dei flussiMovimenti migratori comequelli di questi anni impon-gono di soffermarsi sullecause che li originano.Questo semplice schema lesintetizza riportando sia leragioni che inducono le mi-grazioni dettate da motiva-zioni economiche, che quelleche determinano la richiestadi asilo o protezione: si trat-ta di fenomeni diversi.

chieste d’asilo.L’Italia, essendo un Paese diconfine del continente è par-ticolarmente interessata al fe-nomeno, ma non è certo l’uni-co Stato ad esserne coinvolto.In cifre: Nel 2014 tra i 627.790richiedenti asilo in Unione

Europea si segnalano: comepaesi d’origine, Siria (la granparte), Afghanistan, Kosovo,Eritrea e Serbia. Come Paesidi accoglienza: Germania(202.815), Svezia (81.325), Ita-lia (64.625), Francia (64.310)e Ungheria (42.775).In Italia, nel 2014, sono sbar-cate oltre 170.000 persone trarichiedenti asilo e migrantieconomici. Le richieste d'asi-lo giungono prevalentementeda cittadini provenienti dal-l’Africa subsahariana (Nige-ria, Mali, Gambia, Senegal),ma anche dall’Asia (Pakistan,Bangladesh e Afghanistan) e,per quanto riguarda l’Euro-pa, dall’Ucraina.Si è molto discusso dei costidei rifugiati: il costo medioper l’accoglienza di un richie-dente asilo o un rifugiato è di35 euro al giorno (solo 2,5vanno direttamente al rifu-

In cifre: Sono 1,2 miliardi, nelmondo, le persone che hannoa disposizione un reddito in-feriore ad un dollaro giorna-liero. Il 48% della ricchezza

globale è concentrato nel-

le mani dell’1% più ricco

della popolazione mondia-

le, il 46,5% è detenuto da unquinto di essa, mentre il re-stante 80% vive con il 5,5%della ricchezza globale.Questi dati spiegano, evi-dentemente, la continua cre-scita di emigrazione alla ri-cerca di migliori prospettiveeconomiche. A ciò va ag-giunta la presenza di richie-denti asilo e rifugiati.Nel mondo sono cresciute lecrisi politiche, militari e am-bientali che danno luogo a fu-ga dai paesi di origine e alla ri-

chiesta di asilo in quelli ospi-tanti. Si stima che i conflit-

ti armati siano oltre 380.Nel 2014, per la prima volta, ilnumero mondiale di migrantiforzati ha sfiorato i 60 milioni,con un aumento annuo di 8milioni. Un terzo di questi ècostituito da richiedenti asiloe rifugiati. Nel 2015 la Siria èdivenuta il principale Paesed’origine di questi ultimi (3,9milioni oltre ai 7,6 milioni disfollati interni), superandol’Afghanistan e la Somalia.

Unione Europeae ItaliaGli Stati dell’Unione Euro-pea sono, prevalentemente,territorio di immigrazione.Dal 2011 sono interessati dacontinui flussi migratori e ri-

giato) dei quali il 70% arrivadall’Unione Europea. Conquesta cifra vanno garantitetutte le necessità come vitto,alloggio, assistenza, corsi diitaliano, servizi di mediazio-ne culturale.Complessivamente, sulla

base di dati Istat, gli stra-

nieri residenti in Italia,

nel 2015, sono 5 milioni e

73 mila (l’8,3% della po-

polazione totale). I gruppipiù presenti sono romeni, al-banesi e marocchini e le re-gioni dove vivono più immi-grati sono Lombardia, Lazio,Emilia Romagna e Veneto. Inprovincia di Brescia i resi-denti stranieri nel 2015 risul-tano 166.642, costituendo il13,2% dei totali.

Dietro i numeri,le storieI dati servono dare un’ideadelle enormi dimensioni edella complessità del feno-meno migratorio.

Dietro i numeri, poi, ci sonole storie. Quelle di chi fuggedalla fame, dalla guerra e dal-le persecuzioni, di chi arrivain un Paese straniero di cuinon conosce nulla, di chi inquel Paese non arriverà mai,morendo nella traversata deldeserto o in mare.Ci sono, poi, le difficoltà del-la popolazione dei Paesi ospi-tanti e i problemi sociali chetoccano italiani e stranieri.Le migrazioni, come ogni da-to mostra, sono un elementocaratterizzante del presentedi cui le politiche devono te-nere conto. Servono allora,nei Paesi occidentali, inter-venti pensati sui bisogni, ca-paci di favorire l’incontro egarantire i diritti di tutti. Ser-ve, soprattutto, una politicainternazionale diversa, fon-data sulla pace e sul diritto diciascuno a vivere nella pro-pria terra. ■

* dati tratti da: Dossier sta-

tistico immigrazione 2015,

a cura di Idos; Istat e dalla

ricerca di Franco Valenti

“Esodi di massa, perché e per

dove”.

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3Lombardia

Allons enfants!di Stefano Landini – Segretario generale Spi Lombardia

È passato qualche giornodalla strage di Parigi, oggi laconta dei morti, che è desti-nata ad ampliarsi visti i 99 fe-riti molto gravi, raggiungequota129.Ieri il sottile filo di speranzache tra i feriti ci fosse ancheValeria Solesin si è rotto.Valeria una ragazza di ven-totto anni che studiava allaSorbona, che insieme a tan-ti ragazzi e ragazze era usci-ta di casa per andare adascoltare musica, è una del-le vittime della sala concer-ti del Bataclan.I professionisti del terrore, iboia dello jihadismo hannospezzato anche il sorriso del-la ragazza di Venezia che aiu-tava gli altri, faceva la vo-lontaria con Emergency e dinotte assisteva i clochard.Un motivo in più per pian-gere una persona che ha fat-to del senso civico uno deivalori fondanti della sua vita.Di fronte a tutto questo glispeculatori che cercano qual-che voto in più hanno fatto agara a “chi la spara più gros-sa”, continuando a fian-cheggiare, consapevolmenteo meno, gli specialisti dellapaura, fomentando quel cli-ma da tutti contro tutti, laloro miope politica. Farvalere la ragione anzichéla pancia è difficile, mastiamo vivendo uno deimomenti più difficilidal 1945 a oggi.Un auspicio cullatoper tanti anni, la finedella divisione delmondo in blocchi, hagenerato un nuovo(dis)ordine internazio-nale. Il terrorismo inter-nazionale ha scelto di col-pire non solo l’Occidente,ma chiunque cerchi di fre-nare le mire espansionistichedi un estremismo integralistache si è fatto potenza mili-tare, con ingenti finanzia-menti, trafficando su tutto,con l’obiettivo di crea-re il caos.La grandezza di unaciviltà è data dalla suacapacità di far convi-vere, anche nei mo-menti più difficili, iden-tità e dialogo.Ma per fare questonon sono ammessedebolezze.Rifiutare il muro con-tro muro, mettendopaletti ben precisi, glistessi che abbiamoconquistato a faticadopo i bombardamen-ti, i lager e i gulag.Il valore della libertà.Che è, certo, rispetto etolleranza ma anche

lotta alla prevaricazione. Ilterrorismo va combattutopersino con strumenti re-pressivi adeguati, senza ti-more di usare la forza seessa è parte di un disegnostrategico d’insieme.È la normalità della vita, ilvero nemico del terrorismo.Vogliono impedirci di in-contrarci in un bar, di anda-re al cinema, di ascoltaremusica.La vita contro la morte. Que-sto è il conflitto!Quei proiettili che hanno uc-ciso tutte quelle persone ècome se fossero stati spara-

ti contro tutti noi. Hannosparato alla normalità dellenostre vite.Oggi la politica ha il compi-to di riuscire a creare quel

clima unitario e di compat-tezza che, in passato, ha per-messo la sconfitta del terro-rismo interno e ha combat-tuto le trame mafiose.La Cgil, il sindacato e noidello Spi, che abbiamopercorso un pezzo impor-tante della nostra vita, sap-piamo che c’è un a pre-

scindere, che è la libertàsenza la quale non ci sono di-ritti per nessuno.Difendere la civiltà demo-cratica. Parigi, per questeragioni, oggi è la vera capi-tale dell’Europa e ci imponedi riflettere sull’impotenzadelle scelte politiche che, seanche questa volta non riu-scissero a far prevalere il

bene comune, si macchie-rebbero di colpe pesanti edarebbero ancor più la sturaai tanti sciacalli che popola-no la scena del nostro Paesee dell’Europa.Le tante iniziative di questigiorni – presidi, raduni, in-contri – sono state un modosemplice per esprimere ungesto di solidarietà.Ci sono momenti in cui lo sideve fare unendo le bandie-re oppure senza sigle e sen-za bandiere nel nome di ciòche dovrebbe unire nella sfi-da di altri a voler dividere,impaurire, uccidere. ■

Un secolo, una lunga vita da militante, da dirigente, un gran-de vecchio della sinistra italiana. Una vita di battaglie dure e difficili. Il mondo che sogna-va non è mai arrivato. Ma nonostante ciò, come ha ricor-dato Alfredo Reichlin: “lasua grande passione fuimmergersi nell’Italia vera,aderire a tutte le pieghedella societa”.In un film di Ettore Scolasi vede una piazza SanGiovanni gremita di folla epunteggiata di bandiererosse con il protagonista,un popolano interpretatoda Marcello Mastroianni,che dice al suo vicino, unfruttarolo, “ma stà un po’zitto, che voglio sentì quel-lo che dice Pietro!”.Ciao Pietro! ■

Pietro Ingrao.Il comunista che

voleva la luna

SpiInsieme06.2015 Lombardia 11-17-15:Layout 1 17-11-2015 19:01 Pagina 1

4Lombardia

Lo scorso 27 ottobre si èsvolto un incontro con la di-rezione generale del nuovoassessorato al Reddito di au-tonomia e all’inclusione so-ciale ed è stato sottoscrittoun verbale di accordo sul-l’attuazione del programmaoperativo del Fondo nazio-nale per la non autosuffi-cienza 2015.Il direttore generale Daverioha comunicato che c’è statoun incremento delle risorsedestinate al Fondo 2015 de-rivante dallo stanziamentoda parte del governo nazio-nale di circa dieci milioni dieuro in più rispetto l’annoprecedente: dai 51.714.000di euro del 2014 ai 60.645.000del 2015. Ha inoltre confer-mato la disponibilità dellaquota ancora non utilizzatadelle risorse che RegioneLombardia aveva stanziatonel 2014 che ammontavano adieci milioni di euro.Per il 2015 sono state con-fermate le modalità di uti-lizzo dello scorso anno at-traverso la misura B1 de-stinata alla dipendenza vita-le che vede le risorse passa-re da 23.271.300 del 2014 a30.322.500 del 2015 e la mi-

sura B2 passare 28.442.700del 2014 a 30.322.500 del2015.In Lombardia è stata rico-

nosciuta la condizione digravissima disabilità e di-pendenza vitale a circa 2700persone che rappresentanola quasi totalità degli aventidiritto, mentre è stato moltopiù complesso stabilire ilnumero delle persone con di-sabilità gravi concentrate so-prattutto fra i minori e gli ul-tra settantenni.Elemento importante emer-so dal confronto è il manca-to utilizzo di tutti i fondi di-sponibili; come Spi inten-diamo intraprendere a livel-lo territoriale iniziative inaccordo con Cgil e le altre or-ganizzazioni sindacali deipensionati di Cisl e Uil ini-ziative per ridurre il più pos-sibile il fenomeno.

La misura B1Ricordiamo che la misura

B1 è a favore delle perso-

ne con disabilità gravissi-

me.

Cosa prevedeUn buono di 1.000 euro,

indipendentemente dal

reddito, finalizzato a soste-nere l’assistenza prestata dalfamiliare da un assistentefamiliare e due tipologie divoucher:• un voucher fino a un

massimo di 500 euro per

minori con vita di relazionefortemente inibita per poter

sostenere progetti educativie/o socializzanti realizzatida servizi sociosanitari ac-creditati o già autorizzati,anche sperimentalmente, daComuni, Asl, Regione.• un voucher fino a un

massimo di 360 euro per

adulti e anziani per il mo-nitoraggio delle condizioni disalute della persona da par-te di personale sanitario e so-ciosanitario dell’Adi (Assi-stenza domiciliare integrata)ed eventuali altre prestazio-ni di mantenimento dellafunzionalità previste dal pro-getto individuale di assi-stenza ed erogate da servizisocio sanitari accreditati e acontratto;Come si accedePer usufruire del buono men-sile di 1.000 euro, la personae/o il soggetto che ne eser-cita la tutela deve presenta-re richiesta all’Asl di un ap-puntamento per la valuta-zione multidimensionale.

La misura B2RiguardaPersone di qualsiasi età, cheevidenziano gravi limitazio-ni della loro capacità fun-zionale che comprometto-no significativamente la loroautosufficienza.Cosa prevede• Un buono mensile fino a

un massimo di 800 euro fi-nalizzato a compensare leprestazioni di assistenza as-sicurate dal caregiver fami-liare e/o prestazioni di assi-stenza personale prestate daun assistente personale im-piegato con contratto rego-lare.• Un buono sociale men-

sile fino a un massimo di

800 euro per sostenere pro-getti di vita indipendente dipersone con disabilità fisico-motoria grave o gravissima,con capacità di esprimere lapropria volontà, di età com-

presa tra i 18 e i 64 anni,che intendono realizzare ilproprio progetto con l’ausi-lio di un assistente persona-le, autonomamente scelto econ regolare contratto.• Contributi sociali per

periodi di sollievo dellafamiglia, trascorsi dalla per-sona fragile presso struttureresidenziali sociosanitarie osociali.• Voucher sociali per l’ac-quisto degli interventi com-plementari e/o integrativi alsostegno della domiciliarità.Il trasporto da sostenere èquello di persone che ne-cessitano di accompagna-mento protetto presso strut-ture sanitarie e sociosanita-rie oppure da e verso altriluoghi (es. da e per il domi-

Fondo non autosufficienza 2015:maggiori risorse

Gli stereotipi “nutrono” lenostre percezioni del mondoe di chi ci circonda, un as-sunto che si è pienamentemostrato nella sua più bana-le realtà quando, dopo unamattina di intenso dibattito,il gruppo teatrale dei Pla-

teali ha coinvolto il pubblicoin uno spettacolo di improv-visazione che ha messo inluce quanto siamo prigionie-ri dei nostri stereotipi.Il Coordinamento donne SpiLombardia ha aperto le ma-nifestazioni in occasione del-la Giornata internazionalecontro la violenza sulle don-ne (25 novembre, ndr) con unconvegno su Il danno socia-le degli stereotipi, tenutosi aMilano nella preziosa corni-ce del Salone degli Affreschidella Società Umanitaria, loscorso 10 novembre.L’obiettivo lo ha specificatoCarolina Perfetti, responsa-bile del Coordinamento, nel-

la sua introduzione ai lavori:“offrire a tutte le donne del-lo Spi lombardo l’opportuni-tà di condividere un momen-to di approfondimento inter-disciplinare su un tema digrande impatto sociale conuno specifico riferimento allegravi ripercussioni sociali de-rivanti dagli stereotipi di ge-nere”. Per far ciò sono inter-

Il danno sociale degli stereotipiAll’Umanitaria il convegno del Coordinamento donne Spi Lombardia

venute Cristina Cabras, cri-minologa dell’Università diCagliari, Claudia Calabi, pub-blicitaria di TPlan Studio,Marita Rampazi, sociologa,Assunta Zanetti, psicologa,e Luisa Rosti, economista,tutte e tre dell’Università diPavia. Prima delle conclu-sioni del segretario generaledello Spi, Stefano Landini,

nel pomeriggio c’è stata la ci-tata improvvisazione teatralefatta con l’associazione cul-turale Plateali.Cabras, dopo aver parlatobrevemente anche della fun-zione positiva degli stereoti-pi come strumento a cui ri-corriamo per avere informa-zioni veloci rispetto situa-zioni nuove di fronte allequali ci troviamo (es. quandocompiamo un viaggio al-l’estero) oppure perché ade-guandoci aumentano le no-stre possibilità di essere ac-cettati all’interno di un grup-po, si è soffermata maggior-mente sui lati negativi so-prattutto parlando di comequesti servano a mantenererapporti di potere ben definitie di come l’oggettivazionesessuale dei corpi delle don-ne nei film come nelle pub-blicità o nei testi delle can-zoni, abbia concorso a ri-durre la sensibilità verso la

violenza di genere. Un aspet-to questo che alcune dellepubblicità mostrate da Cala-bi hanno ben sottolineato edesplicitato. La pubblicitàsemplifica il messaggio per-ché lavora sui tempi brevi delmessaggio, quindi ‘deve’ usa-re gli stereotipi per arrivareal pubblico e vendere il pro-dotto, ha spiegato Calabi, e inquesto senso radica e legitti-ma certi comportamenti.Come combattere gli stereo-tipi, dunque? Una per tutte larisposta di Assunta Zanetti:valorizzare una cultura delledifferenze per promuoverel’uguaglianza, programmieducativi che valorizzino l’in-telligenza emotiva.Nel numero di marzo di Nuo-

vi Argomenti pubblichere-mo gli atti del convegno, di cuiqui abbiamo potuto parlaresolo molto brevemente. Chi èinteressato può rivolgersi aSpi Lombardia 02.2885831. ■

cilio e/o strutture di riabili-tazione).• Voucher sociali per so-stenere la vita di relazione diminori con disabilità con ap-positi progetti di natura edu-cativa/socializzante.• Potenziamento degli in-

terventi di tutela domici-

liari a persone già in caricoal Sad (Servizio di assisten-za domiciliare).Le persone con disabilità

gravissime in dipenden-

za vitale, beneficiari del

buono erogato dall’Asl

possono beneficiare an-

che del Buono sopra indi-

cato previsto a sostegno

di progetti per la vita in-

dipendente.

Come si accedeIl riferimento per questo tipodi interventi è il Comune diresidenza o il servizio di Am-bito del Piano di zona, chedeve redigere il Progetto in-dividuale di assistenza chedeve essere sottoscritto dal-la persona o dalla famiglia,da rappresentanti del Co-mune/Ambito e dal respon-sabile del caso. La valutazione tiene contodell’Isee. Per le altre misure e permaggiori informazioni vi po-tete rivolgere alle sedi delleleghe Spi e agli Sportelli so-ciali dello Spi. ■

SpiInsieme06.2015 Lombardia 11-17-15:Layout 1 17-11-2015 19:01 Pagina 2

“Come Spi esprimiamo un giudizio articolato su questa riforma.Non è la nostra legge, è una legge connotata politicamente, mafatta da una maggioranza che hanno votato i cittadini lombar-

di e, di questo, bisogna prenderne atto”. Questo il commento di ClaudioDossi, segretario Spi Lombardia, sulla legge di riforma sanitaria appro-vata dalla Regione Lombardia nei mesi scorsi.“Con questa maggioranza – continua Dossi – il sindacato su alcuni pun-ti essenziali ha negoziato e alcuni di questi punti sono poi entrati nella leg-ge. Ciò porta alcune speranze, ma la legge è piena di luci e ombre. In que-sto caso però l’atteggiamento che consigliamo è quello di vedere il bic-

chiere mezzo pieno. È cambiata negli anni la demografia della nostra re-gione, in Lombardia quasi 2,2 milioni di persone hanno più di 65 anni, gliultra 85enni aumenteranno del 50% fra dieci anni, coloro che hanno limitifunzionali sono 400 mila, insomma un dato che ci fa dire che serve un cam-bio di paradigma nella sanità, più attenzione verso la cronicità, la pre-venzione e l’integrazione tra sanità, sociosanitario e sociale. Questa è lastrada che noi invochiamo da molto tempo. La legge di riforma sembraintraprenderla dunque per adesso questo basta.Quali sono i principali elementi di positività?Certamente la presa in carico della persona. Quello che accade ora è chequando una persona viene dimessa dalla fase acuta, spesso rimane sola,pochi sono i territori che fanno le cosiddette dimissioni protette. Vi è ungrande vuoto da colmare, una frammentazione delle unità di offerta cheva ricomposta in fretta. Un altro importante punto è l’integrazione, di-chiarata in più parti della legge, che serve a garantire la continuità tra curae assistenza favorendo processi di integrazione tra sanitario, sociosani-tario e sociale. Il terzo punto è la prevenzione, serve sviluppare una me-dicina preventiva, che favorisca nuovi stili di vita. Tutte queste novità au-spicabili non ci fanno dimenticare che sono ancora molte le lacune delsistema tradizionale, quali le lunga liste di attesa e le cure inappropriateche continuano a essere applicate, con il trascinamento degli sprechi etalune volte del malaffare, malaffare che va sradicato.Quali sono i risultati ottenuti a cui pensate di aver contributo comesindacato?

La scelta che da alcuni anni abbiamo compiuto è quella di comprendereche serviva consolidare i rapporti con la Regione Lombardia, in quantoistituzione che legifera e cambia. Questo non significa condividere ne-cessariamente i suoi progetti politici, anzi, però se si vuole contribuire acambiare in meglio le situazioni, occorre essere presenti e trattare là dovele decisioni vengono assunte. Per noi quel luogo sono i tavoli di confronto.A questi tavoli abbiamo contribuito, durante la discussione della legge, nonsolo a produrre un’intesa sull’assessorato unico, ma anche sull’integrazionesociosanitaria, sul ruolo dei distretti, sulla salvaguardia dei piani di zona,sulla presa in carico delle persone e sul rafforzamento della prevenzione.Insomma un parziale ma non secondario contributo. E infine abbiamo ot-tenuto che lo stesso presidente Maroni si è impegnasse per la riduzionedelle rette delle Rsa, come per l’abolizione totale dei superticket e gradualedei ticket sanitari. Su questi temi vediamo nel presidente un atteggiamentoancora troppo prudente, ma il sindacato non allenterà la presa: i cittadi-ni lombardi non possono più attendere.Quali i principali elementi di rischio su cui pensate sarà opportunovigilare?Ovviamente vigileremo su tutta la riforma e la sua applicazione, infatti unaparte dell’accordo fatto con il presidente e da lui sottoscritto, prevede in-contri specifici e continui sul proseguo dell’iter della legge. Si tratterà dicapire se siamo di fronte a un cambio di sistema vero o apparente. Devodire che gli aspetti burocratici introdotti nella legge non facilitano il cam-mino e questo è un rischio di non poco conto. Bisognerà vedere come siassesteranno concretamente le Ats e le Asst, per cui importante sarà an-che il ruolo che giocheranno i comuni nell’integrazione del sistema. Su que-sto aspetto consiglierei poche battaglie di trincea e più dialogo, ciò favo-rirebbe certamente il percorso. Terzo il ruolo dei medici di medicina ge-nerale, penso che dovranno essere protagonisti nel percorso. La valutazionemultidimensionale per la presa in carico delle persone ha bisogno di loro,ma a nessuno deve essere permesso di giocare fuori campo. Questa è unasfida che pur piena di insidie deve essere percorsa da tutti: Regione, for-ze di opposizione in consiglio regionale, parti sociali, burocrazie e professioni.L’interesse collettivo penso debba prevalere sulle diverse parzialità. ■

Luci e ombre della riforma sanitaria

La nuova riforma del sistema socio sani-tario lombardo porta in sé una profondatrasformazione del sistema di cura delle

malattie croniche, una vera e propria rivolu-zione copernicana.Mentre da alcune decine d’anni in tutta Euro-pa e nelle altre Regioni italiane, non tutte perla verità, la vera scommessa è stata come con-trastare l’avanzata della cronicità, per anni inLombardia il sistema di cura si è incentrato sul-l’ospedalizzazione del malato in fase acuta.La cronicità veniva e viene trattata, nelle altrefasi e soprattutto nella fase post-acuta, de-mandando ai medici di base, alle famiglie e adalcune iniziative, che sorgono sul territorio,come per esempio la creazione dei centri dia-betici. Tutto questo, però, senza che vi fosse una vera strategia complessiva.Ora l’intero sistema lombardo sembra voler porre al centro il prendersi

cura di queste patologie altamente invalidanti, che da sole rappresenta-no il 70 per cento dell’intero bilancio della sanità lombarda.Ancora una volta però il modello lombardo finirà per differenziarsi daquello nazionale e da quelli che, anche a livello internazionale, si stan-no imponendo.L’equilibrio economico viene inserito come una delle determinanti so-stanziali del sistema: la cura della cronicità, quindi, partirà da risorse de-finite, che verranno assegnate a strutture pubbliche e private deputate allapresa in carico e alla gestione del paziente almeno nella fase meno com-plessa della malattia. A nostro avviso i percorsi di cura dovranno essere attuati nel rispetto del-le linee guida internazionali e l’intero processo di cura dovrà essere in-serito nella costituenda rete delle cure intermedie a supporto della cro-nicità nelle fasi acute e post acute.Un vero cambiamento di sistema che lascia aperte due questioni fonda-mentali: la prima è la prevenzione della malattia e di chi assumerà il ruo-lo di attore delle politiche di prevenzione, non potendo essere la sola Re-gione a svolgere tale compito in maniera compiuta.La seconda questione riguarda il coinvolgimento del malato che, a nostro

avviso, deve partecipare in maniera attiva allapropria cura.Nel primo caso sicuramente un ruolo strategicopotrà essere esercitato dall’Ats (Agenzia perla tutela della salute) con il coinvolgimento del-le realtà locali se insieme sapranno attivare sulproprio territorio una vera politica di contra-sto alle malattie croniche, partendo dal coin-volgimento dei cittadini nell’adozione di cor-retti stili di vita.Il secondo valore strategico e fondamentaleper la cura della malattia è il coinvolgimentodel malato, che deve diventare protagonistadella propria cura, potendo trovare luoghi emomenti di confronto con gli specialisti e po-tendo avere figure di supporto che, per esem-

pio, programmino per tempo visite ed esami, senza le attuali estenuantiliste di attesa.Questo nuovo modello avrà sicuramente un periodo probabilmente anchelungo di implementazione, ci preoccupa che a oggi non siano ancora di-sponibili le risorse, a nostro avviso, necessarie soprattutto nella fase diavvio per creare, per esempio, i luoghi fisici dove vi sia la presa in cari-co. Il rischio è di attivare un sistema che nella realtà delle cose rischia dinon funzionare nel dare risposta ai bisogni dei cittadini con patologie cro-niche, patologie che, ricordiamo, sono in forte aumento collegate comesono all’invecchiamento. Per questo è necessario che vi sia, nel breve periodo, una vera presa incarico del paziente cronico, che la struttura pubblica – meglio se distrettuale– se ne faccia carico, per esempio attraverso la figura dell’infermiere difamiglia. A livello territoriale devono essere creati quei luoghi, che con-tinuiamo a chiamare case della salute, dove sia possibile prendersi curadei pazienti all’interno di equipe multidisciplinari. È all’interno di questiluoghi che si dovrebbero poter creare politiche vere di prevenzione in col-laborazione tra le articolazioni regionali Ats e Asst (Aziende socio sani-tarie territoriali) con i comuni e gli ambiti, perché la cronicità è sì un pro-blema sanitario, la cui soluzione però non può prescindere dalle scelte chela politica saprà fare in quei luoghi, nei prossimi anni. ■

5Speciale RIFORMA SANITARIA

Un vero cambio di sistema per la cura della cronicità

A cura di Claudio Dossi e Giuseppe Gambarelli

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Lo scorso 11 agosto la Regione Lombardia ha promulgato la nuovalegge di riforma del servizio socio-sanitario della Lombardia, leg-ge 23. Una legge che da più parti si è ritenuta necessaria in quan-

to la realtà stessa della demografia lombarda e delle patologie correla-te in questi anni si è profondamente modificata e, ancor più, lo sarà ne-gli anni a venire.Un vero cambiamento di paradigma si impone a fronte dell’aumento del-la popolazione anziana, che ormai rappresenta oltre il 20 per cento deicittadini lombardi, e dell’aumento della cronicità quale vero elemento didrammaticità del sistema sanitario lombardo: Quest’ultima da sola rap-presenta più del 70 per cento del bilancio regionale della sanità in un qua-dro di risorse economiche contenute e in presenza di una crisi economicanon ancora superata. Si è verificato, infatti, che solo gli anni tra i 65 e i75 corrispondono a una buona qualità della vita, mentre gli ulteriori die-ci anni di aspettativa di vita – quelli cioè tra i 75 e gli 85 – sono nella granparte delle persone segnate da malattie invalidanti.Ancor più questo cambiamento di impostazione si è reso necessario nel-la sanità lombarda costruita, a partire dalla legge di riforma del 1974, su unmodello dedicato prevalentemente alle cure dell’acuzie dove centrale eral’ospedale, mentre alla medicina territoriale era lasciata solo una funzio-ne del tutto subalterna che per lo più la slegava dalla realtà sociale.La legge di riforma, voluta fortemente dal governatore Maroni che già nel-l’accordo sindacale del settembre 2014 ne aveva definito alcuni punti cardine,arriva al traguardo purtroppo fortemente modificata dalle lobby che operanoin questa Regione e che per anni ne hanno condizionato il governo.

Quattro sono gli aspetti fondamentali che compaiono nel nuovo testo.

1. Viene rimarcata la libertà di scelta del cittadino, che deve però avereuna piena consapevolezza e responsabilità nell’accesso alle cure; vi è, poi,la centralizzazione da parte della Regione nella programmazione che siaccompagna a una forte separazione dei ruoli, per l’appunto, tra chi pro-gramma e chi gestisce il sistema.

2. Viene promossa una nuova organizzazione dei servizi socio sanitari chepassa attraverso la presa in carico del paziente, passaggio necessario vi-sta la frammentazione dei servizi.

3. Viene di nuovo confermata la competitività tra pubblico e privato, ilprincipio della sussidiarietà orizzontale, viene prevista parità di dirittie doveri (determinati dai criteri dell’accreditamento) tra soggetti pubblicie privati erogatori.

4. Viene introdotto un meccanismo terzo di controllo e vi è la centraliz-zazione degli acquisti per combattere il malaffare che ha inquinato pe-santemente la sanità lombarda.

Vi sono poi alcuni elementi di novità, in particolare negli articoli 6 e 7 cheattengono all’organizzazione territoriale di programmazione e gestionedel servizio socio sanitario regionale integrato.

Sono previste le nuove Agenzie per la tutela della salute (Ats). Que-ste sono di fatto articolazioni amministrative della Regione, anche se man-tengono alcune prerogative funzionali, sostituiscono le Asl e sono in nu-mero inferiore a queste. Le Ats saranno otto rispetto le quattordici Asl esi-stenti, in alcuni casi vanno a conglobare territori molto ampi come, peresempio, per la Ats di Crema, Cremona e Mantova.Le Ats svolgono per la Regione funzioni di programmazione del territorioe controllo nel rispetto delle linee di indirizzo definite a livello regionale nelPsl (Piano sociosanitario integrato) che contiene il quadro dei bisogni del-

la popolazione, gli indicatori per definizione dei volumi di attività a livellodi singola Ats, gli indicatori di risultato per la valutazione e il controllo, i pro-getti e le azioni per rispondere a bisogni emergenti, i modelli per una cor-retta presa in carico e per la garanzia della continuità di cura. Le Ats tra-ducono queste linee guida in un piano operativo territoriale confrontandosicon le realtà locali nel rispetto anche del Piano regionale della prevenzio-ne, istituito anche per richiesta sindacale, con il compito di migliorare lostato di salute fisico, mentale e sociale della popolazione, ridurre le dise-guaglianze ed eliminare i fattori di rischio. Qui viene indicata la necessitàdi operare in un sistema di servizi integrato.Per una corretta funzionalità le Ats al loro interno si articoleranno in Asst

(Aziende socio-sanitarie territoriali, di natura pubblica) cheavranno come unità dimensionale quella di rappresentare un territorio dicirca 600mila abitanti.In ogni Azienda socio sanitaria territoriale è prevista la costituzione di unpolo ospedaliero e uno territoriale.A sua volta il polo territoriale vedrà la nascita di presidi ospedalieri ter-

ritoriali detti Pot per la cura delle persone croniche anche in regime di ri-covero; unità di dieci, venti posti letto dove ricevere quelle cure che a do-micilio sarebbero troppo difficoltose da dare.Vedranno la luce anche i PreSST (presidi socio sanitari territoriali) verie propri poli ambulatori a cui rivolgersi per avere una diagnosi più com-pleta, le due strutture potranno essere gestite anche da soggetti privati inprimis attraverso la costituzione di associazioni tra i medici di base, le Uccp(unità complesse di cure primarie).Avranno una sede unica che dovrà essere ben identificabile dal cittadino,noi auspichiamo anche la presenza in modo continuativo di almeno un me-dico di base per 12-16 ore al giorno compresi i sabati e le domeniche, inmodo da creare sul territorio un vero polo di cura anche in alternativa alpronto soccorso.Tra le novità vi è anche la costituzione del consorzio lombardo dei farmacie delle protesi e verrà istituita anche un’agenzia regionale per la promozio-ne del sistema socio sanitario regionale in ambito nazionale e internazionale.Viene confermato il principio della libera scelta che dovrà però essere co-niugato con un sistema di valutazione multidimensionale del bisogno (os-sia una lettura multi-specialistica dello stesso inglobando anche la com-ponente delle criticità sociali spesso aggravanti dello stato di malattia, sipensi a un malato solo allettato).Questo è fatto nell’ottica dell’ottimizzazione dell’intervento, anche per evi-tare sprechi e, soprattutto, per cercare di dare continuità alla cura.A tal fine la legge prevede la definizione di percorsi di presa in carico ecura personalizzati all’interno di un processo di integrazione tra le attivitàsanitarie, sociosanitarie e sociali. Viene per ultimo istituito un assessorato unico del Welfare e del socio-sanitario,che dovrà governare sia le politiche sanitarie che socio sanitarie regionali.È stato per altro previsto un nuovo assessorato deputato alla nascita e de-finizione delle politiche legate al reddito di autonomia e di inclusione so-ciale. L’assessorato al Welfare è stato avocato a sé dal presidente Maro-ni per la piena attuazione della legge.Riteniamo tale scelta poco opportuna anche perché si tratta di un compi-to gravoso e complesso da gestire, così come poco opportuna ci sembra ladecisone di affiancare un assessorato al Reddito di autonomia ancora piùpovero di risorse di quello precedente dedicato alla Famiglia.Rischia di uscire penalizzato dalla legge di riforma il ruolo di program-mazione che i sindaci esercitano nelle Ats e ancor di più nelle Asst.Questo ruolo è riconosciuto ai sindaci dalle assemblee di distretto e daquelle degli ambiti territoriali, grazie alla nuova legge gli stessi sindaci do-vranno confrontarsi con realtà territoriali ancor più complesse dovute al-l’accorpamento nelle nascenti Ats e avranno la necessità di concordare

Gli aspetti fondamentali

6 Speciale RIFORMA SANITARIA

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politiche uniformi e condivise sul territorio lombardo di appartenenza.Per questo un ruolo fondamentale si giocherà nella ridefinizione dei di-stretti (almeno uno per ogni Asst), con la definizione dei compiti loro at-tribuiti, e nelle politiche di integrazione che lì verranno attuate tra ciò cheè sanitario e socio-sanitario e ciò che è sociale.I distretti avranno di norma 80mila abitanti, elevabili a 100mila nelle areeurbane e riconducibili a 20mila in quelle montane.Sarà compito dei sindaci riguadagnare il terreno perduto anche superandole tante, troppe frammentazioni interne sia politiche che territoriali. Or-mai il concetto di piccolo e bello non funziona più, soprattutto, per queicomuni che sono così piccoli da dover utilizzare quasi il 60 per cento del-le proprie entrate solo per mantenere attive le funzionalità dovute isti-tuzionalmente. Uno dei meriti della legge è stato quello di aver riconosciuto al sindaca-to un ruolo importante nella fase di definizione delle politiche di salutee di welfare.Riteniamo che questo ruolo vada esercitato anche in tutte le articola-zioni territoriali a partire dalle Ats, passando alle Asst e arrivando finoalla singola Uccp.A noi rimane il compito – come rappresentati dei cittadini e dei lavora-tori – di sostenere le giuste richieste che dal territorio nasceranno e dicui, attraverso le nostre strutture, ci faremo interpreti e portatori , già nel-la fase di programmazione delle linee guida del Psl, avendo titolo per ope-rare all’interno dell’Osservatorio regionale per la programmazione, perevitare che il contenimento della spesa e il miglior utilizzo delle risorsesi traducano in meno servizi per l’utenza fragile a partire da quella anziana.Un ruolo strategico viene anche sancito per il Volontariato, settore alquale la legge dedica un intero articolo, compito del volontariato saràdi svolgere una funzione complementare e ausiliaria al servizio sociosanitario regionale per il raggiungimento della qualità dell’efficienza inun’ottica sussidiaria.

Dovremo, inoltre, affrontare un problema legato ai costi delle prestazioni,da qui la richiesta sindacale di ridurre ticket e rette. Spesso le persone nonusufruiscono dei servizi sanitari per i costi troppo alti, ben più del 18 per cen-to delle prestazioni oggi si fa con pagamento diretto da parte dei cittadini.Non nascondiamo che ciò avviene anche per le tante e troppe inefficien-ze a cui il sistema sanitario non ha voluto o potuto mettere mano per tem-po, correggendole a partire dalla riduzione delle liste di attesa.Anche le strutture ospedaliere verranno sottoposte a profonde modifiche,con un processo che si rivelerà lungo. Si andrà, infatti, verso la costitu-zione di presidi per intensità di cura, modificando quindi l’attuale orga-nizzazione per reparti e specialità.Un ruolo strategico viene anche rimandato alle Aziende ospedaliere cheeserciteranno insieme agli Ircs, il vero centro dell’alta specializzazione del-la medicina e chirurgia, saranno in numero limitato e con una possibilecentralizzazione nell’area milanese.

In sintesi possiamo concludere che la legge si caratterizza per una fortecentralizzazione della programmazione a livello regionale, che verrà eser-citata nelle sue articolazioni amministrative (Ats) e nelle sue articolazionioperative (Asst).La gestione dei servizi sarà privata e pubblica e un ruolo a livello territo-riale verrà svolto dal volontariato.Le associazioni dei medici di base avranno un forte ruolo nella gestione del-le patologie croniche. Un ruolo attivo potrà essere esercitato dalle realtà lo-cali se lo vorranno e se sapranno superare le proprie divisioni, un ruolo im-portante spetterà anche a tutti quegli organismi che lavorano nella societàcivile e che la rappresentano, e che, a partire dalle organizzazioni sindaca-li, potranno esercitare tale ruolo attraverso le proprie articolazioni territo-riali. Nostro compito sarà aiutare i cittadini nell’individuare le risposte piùadatte al proprio bisogno, partendo dalla ricomposizione della risposta cheper noi continua a dover essere, per i più fragili, gratuita e universale. ■

7Speciale RIFORMA SANITARIA

Ats: i nuovi accorpamentiATS IRCCS che ne fanno parte ASST che ne fanno parteATS della città Metropolitana IRCCS ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI ASST GRANDE OSPEDALE METROPOLITANO NIGUARDA

di Milano IRCCS ISTITUTO NEUROLOGICO comprende il territorio e le relative strutture sanitarie CARLO BESTA e socio sanitarie ex Distretto 2 della zona 9 di Milano

e l’ospedale NiguardaIRCCS OSPEDALE POLICLINICO DI MILANO ASST SANTI PAOLO E CARLO

comprende il territorio e le relative strutture sanitarie e socio sanitarie ex Distretti 4 e 5 delle Zone di Milano 5,6,7 e gli ospedali San Carlo Borromeo e San PaoloASST FATEBENEFRATELLI SACCO

comprende il territorio e le relative strutture sanitarie e socio sanitarie ex Distretti 1,2,3,4 DELLE ZONE 1, 2, 3,4 e 8 di Milano e i poli ospedalieri Ospedale Luigi sacco, Ospedale Fatebenefratelli, Ospedale dei bambini Vittore Buzzi, Clinica Macedonio MelloniASST CENTRO SPECIALISTICO

ORTOPEDICOTRAUMATOLOGICO GAETANO PINI/CTO

comprende gli ospedali Gaetano Pini e (Centro Ortopeico Traumatologico) e la rete ambulatoriale specialistica ortopedica e traumatologica ASST OVEST MILANO

comprende il territorio e le relative strutture sanitarie e socio sanitarie ex Distretti ASL DI LEGNANO, MAGENTA, CASTANO PRIMO, ABBIATEGRASSOASST RHODENSE

comprende il territorio e le relative strutture sanitarie e socio sanitarie ex Distretti ASL DI RHO, GARBAGNATE, CORSICOASST NORD MILANO

comprende il territorio e le relative strutture sanitarie e socio sanitarie ex Distretti ASL 6 E 7 DI CINISELLO BALSAMO E SESTO SAN GIOVANNI e gli ospedali Bassini di Cinisello Balsamo e l’ospedale Città di Sesto San Giovanni e ipoliambulatori dell’ex AO ICPASST MELEGNANO E DELLA MARTESANA

comprende il territorio e i relativi poli ospedalieri afferenti all’ex ASL Milano 2 ASST DI LODI

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di Lodi

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ATS IRCCS che ne fanno parte ASST che ne fanno parteATS DELL’INSUBRIA ASST DEI SETTE LAGHI

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie (ad esclusione dell’Ospedale di Angera, che in fase di prima attuazione rimane funzionalmente collegato all’Ospedale di Gallarate, nell’ambito dell’ASST della Valle Olona) degli ex Distretti ASL di: Varese, Arcisate, Azzate, Laveno, Luino, Sesto Calende, TradateASST DELLA VALLE OLONA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie esociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Busto Arsizio, Castellanza, Gallarate, Somma Lombardo, SaronnoASST LARIANA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di Como, ad eccezione dell’ex Distretto ASL Medio Alto Lario

ATS DELLA BRIANZA ASST DI LECCO

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di Lecco ASST DI MONZA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Monza, DesioASST DI VIMERCATE

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitariedegli ex Distretti ASL di: Carate Brianza, Seregno, Vimercate

ATS DI BERGAMO ASST PAPA GIOVANNI XXII

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Bergamo, alle Brembana / Valle Imagna ASST DI BERGAMO OVEST

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Dalmine, Bassa Bergamasca, Isola BergamascaASST DI BERGAMO EST

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie esociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Est Provincia, Valle Seriana / Valle di Scalve

ATS DI BRESCIA ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Brescia, Brescia Est, Brescia Ovest, Val TrompiaASST DELLA FRANCIACORTA comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di: Sebino, Monte Orfano, Oglio Ovest, Bassa Bresciana OccidentaleASST DEL GARDA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie (ad esclusione dell’Ospedale di Montichiari, che rimane funzionalmente collegato agli Spedali Civili di Brescia, nell’ambito dell’ASST degli Spedali Civili di Brescia) degli ex Distretti ASL di: Garda/Salò, Valle Sabbia, Bassa Bresciana Orientale, Bassa Bresciana Centrale

ATS DI PAVIA IRCCS POLICLINICO SAN MATTEO ASST DI PAVIA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di Pavia

ATS DELLA VALLE PADANA ASST DI CREMONA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di Cremona, ad esclusione dell’ex Distretto ASL di Crema ASST DI MANTOVA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie della provincia di MantovaASST DI CREMA

comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie dell’ex Distretto ASL di Crema

ATS DELLA MONTAGNA ASST DELLA VALTELLINA E DELL’ALTO LARIO

che mantiene la propria autonomia e le proprie sedi, ospitando altresì le sedi operative dell’ ATS e comprendente il territorio e le relative strutture sanitarie e sociosanitarie:della provincia di Sondrio, del Distretto Medio Alto Lario dell’ASL di ComoASST DELLA VALCAMONICA

che mantiene la propria autonomia e le proprie sedi, ospitando altresì le sedi operative dell’ATS e comprendente il territorio e lerelative strutture sanitarie e sociosanitarie dell’ASL della Valle Camonica/Sebino

8 Speciale RIFORMA SANITARIA

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9Lombardia

Pensioni e legge di stabilità:i nostri obiettivi sono realizzabili

di Merida Madeo – Segreteria Spi Lombardia

L’abbiamo rivista in televi-sione qualche settimana fa: ladottoressa Fornero ancoracercava di spiegare la bontàdella sua riforma. Lei piansein tv, e i pensionati e i lavo-ratori piansero davanti ailoro televisori o alle paginedei quotidiani: fu chiaro dasubito che quella legge sa-rebbe stata un disastro, un di-sastro che stiamo pagandopesantemente. Lo stanno pa-gando coloro che stavanoper raggiungere i requisitiper uscire dal lavoro e sonorimasti bloccati, i giovaniche hanno visto diminuire lapossibilità di entrarci.È stata, inoltre, messa inmoto una scomposta e de-magogica campagna media-tica per presentare i pensio-nati come persone egoisteche rubano il futuro alle gio-vani generazioni. La manomissione del sistemapensionistico ha una storialunga che è bene non di-menticare. A partire da Ama-to nel ‘92, a Dini nel ‘95, a Ma-roni nel 2004, che elevò l’etàanagrafica per il pensiona-mento e ridotto le finestre (a

Salvini occorrerebbe fare uncorso di recupero). Nel 2007,il governo intervenne con lalegge 247, alzando i requisitiper la pensione di anzianità.Ma torniamo alla Fornero: inquell’occasione anche il sin-dacato fu coinvolto dal climadi possibile default del nostroPaese. Furono fatte tre ore disciopero. Ora facciamo au-tocritica, ma la questione èesplosa in tutta la sua gravità.Cgil, Cisl e Uil diversi mesi fa,insieme ai sindacati dei pen-sionati, elaborarono una piat-taforma unitaria sul temaprevidenziale, che purtropponon è mai decollata.Abbiamo un quadro com-plessivo sconfortante:ridu-zione del numero di pensio-ni dello 0,6% rispetto al 2014;crescita contenuta del valoredelle pensioni che si attesta inmedia a 825.06 contro i 780.14del 2014. Le pensioni in pa-gamento sono 18.044.221, dicui solo 14.350.000 derivantida contributi da lavoro. Nel-la fascia di pensioni sotto i1.000 euro lordi, così nume-rosa, troviamo donne dallavita lavorativa discontinua,

precari, lavoratori/trici chehanno avuto salari ridotti ovuoti contributivi.Intanto è uscita la sentenza n.70 della Corte Costituzionaleche ha definito illegittimo ilblocco per il 2012-2013 dellaperequazione delle pensioni.Ne è seguito il decreto n.65del governo che, seppure tem-pestivo, ha lasciato moltoamaro in bocca. La soluzioneè parziale e non sufficiente,come hanno affermato i sin-dacati dei pensionati: non ri-solve il problema del mal tol-to dal governo Monti, lascia ir-risolto il problema delle pen-sioni superiori a tre volte il mi-nimo, e, soprattutto, la som-ma che va a incrementare labase pensionistica per le pe-requazioni successive al 2013è assolutamente insufficiente.In questo modo si va ver-

so un continuo e inarre-

stabile impoverimento per

milioni di anziani.

I sindacati dei pensionati Spi,Fnp e Uilp hanno promossopresidi a Roma in occasionedella discussione in Parla-mento per la conversione inlegge del decreto 65, diven-

tata legge a luglio di que-st’anno. Ma nulla è cambiatonella legge. In occasione deipresidi abbiamo chiesto ed

ottenuto un tavolo di con-

fronto col governo che è

un risultato di grande im-

portanza.

Al governo chiediamo: ridu-zione della pressione fiscale;equiparazione della no taxarea (aumento detrazione)per allargare ai pensionatiquella prevista per i lavora-tori; estensione della 14a men-silità per sostenere le pensionipiù basse; maggiori finanzia-menti per la non autosuffi-cienza; recupero nel mon-tante base della pensione del2016 i mancati aumenti de-terminati dal blocco dellaFornero, per impedire il tra-scinamento della perdita.Inoltre, nel 2017 cesserannogli effetti della legge Lettache stabilisce le modalità equantità della perequazione.Occorrerà una nuova disci-plina per la rivalutazione che,noi chiediamo, sia al 100%per le pensioni fino a sette vol-te il minimo. Non condividia-mo quindi ciò che è trapelato

in questi giorni di spostare ladurata delle Letta al 2018.È vero che la legge di stabili-tà contiene alcune norme suargomenti da noi sollevati or-mai da molto tempo, a parti-re dall’intervento sulla no

tax area e la non autosuf-

ficienza. Queste misure sonoperò ancora insufficienti. Perle cifre e per le decorrenze. Ilsindacato chiede che la no taxarea entri in vigore dal 2016,per alleggerire il carico fisca-le sulle pensioni che, ricor-diamo, è superiore a quello suiredditi da lavoro dipendente.Sono alcuni nostri obiettiviper i quali ci siamo battuti inquesti anni. Continueremo altavolo col governo a soste-nere le nostre ragioni.Dobbiamo seguire con at-

tenzione l’iter della legge

nei passaggi parlamentari,

fare pressione sul Parla-

mento perché si possano

migliorare questi aspet-

ti. Nel frattempo occorre

fare assemblee e presidi,

coinvolgere lavoratori e

pensionati, costruire mo-

menti di mobilitazione vi-

sibili e importanti. ■

Campagna RED 2015Nel mese di Ottobre è parti-ta la campagna Red/Dichia-razioni di Responsabilità2015.Sono interessati dalla ri-

chiesta Red i pensionati ti-

tolari di:

• pensione di reversibilità,

• pensione integrata al

minimo,

• assegno al nucleo fami-

liare (assegni familiari).

Sono soggetti a verifica, at-traverso le “dichiarazioni diresponsabilità”, anche i tito-lari di:• assegno di accompagna-

mento, indennità di fre-

quenza (Mod. Icric)

• invalidi civili parziali ti-

tolari di assegno di inva-

lidità (Mod. Iclav)

• i titolari di pensione so-

ciale/assegno sociale

(Mod. Accas-Ps)

Invitiamo quindi, tutti i pen-sionati che siano stati con-tattati per telefono, mail,sms, lettera dello Spi/Caaf, oabbiano ricevuto una comu-nicazione dall’Inps ,a ri-spondere al più presto allesuddette richieste, recando-si presso la sede Cgil/Spi piùvicina.

Isee: il 15 gennaiola scadenzaIl 15 gennaio 2016 scadel’Isee richiesta nel 2015, in-dipendentemente dalla datadi rilascio dell’attestazione daparte dell’Inps, per tutti co-loro che hanno necessità dal-l’attestazione Isee per acce-dere a servizi con tariffe le-gate a questo valore.Tutti i cittadini possono chie-dere al Caaf Cgil di essere as-sistiti nella compilazione del-la DSU è quindi necessariocontattare la sede del Caafconsueta per ottenere l’ap-puntamento e usufruire diquesto servizio.In fase di appuntamento ver-ranno fornite tutte le infor-mazioni utili per la correttaindicazione dei redditi o delpatrimonio (mobiliare e/oimmobiliare), per agevolaresi riassumono le principalifasi e alcuni adempimenti:• il Caaf non rilascia il calcolodel valore Isee. Il valore Iseeviene determinato dall’Inpsentro 10 giorni dalla ricezio-ne della DSU inviata telema-ticamente dal Caaf; • il cittadino deve sottoscri-vere la delega al Caaf per il ri-tiro dell’attestazione Isee

presso la sede in cui è statoofferto il servizio;• il cittadino deve ritirarepresso la sede a cui ha chie-sto assistenza anche la copiadella DSU elaborata dall’Inps;• il cittadino deve autocer-tificare solo alcuni redditi,quelli conosciuti dall’Agen-zia delle entrate non devonoessere autodichiarati, sa-ranno prelevati direttamen-te dall’ente preposto al cal-colo del valore Isee dalle va-rie banche dati;• dovranno essere dichiaratitutti i rapporti intrattenuticon banche o posta (contocorrente, depositi, libretti dirisparmio ecc.);• dovrà essere indicata la gia-cenza media dei conti corren-ti, questa informazione deveessere fornita dal dichiaranterichiedendola all’istituto ban-cario (o postale) dove è aper-to il conto corrente;• dovranno essere dichiaratele autovetture e i motocicli dicilindrata superiore a 500 cc;• la dichiarazione Isee ha va-lidità solo fino al 15 gennaiodi ciascun anno, indipen-dentemente dal momento incui viene presentata. Nonesiste più, quindi, il concetto

di validità annuale della DSU.Per i singoli componenti ilnucleo si possono sottrarre:• gli importi degli assegni pe-riodici effettivamente corri-sposti al coniuge (anche se re-sidente all’estero) comprensividegli importi versati per ilmantenimento dei figli.• Le spese sanitarie per disa-bili purché indicate in di-chiarazione dei redditi. Per quanto concerne la DSUrilasciata dall’Inps e la con-seguente attestazione, è op-portuno sottolineare che po-trebbe evidenziare difformi-tà tra quanto autocertificatodal dichiarante e quanto pre-sente nelle diverse banchedati, questa difformità può es-sere sanata dal cittadino, re-sta comunque il fatto chel’autocertificazione presen-tata è falsa e quindi penal-mente perseguibile.

Delega per acquisizionemodello 730/2016precompilatoAnche nel 2016 per i contri-buenti che hanno presentatoil modello 730 nel 2015l’Agenzia delle entrate mettea disposizione sul propriosito il modello 730 precom-

pilato. Per accedere a questadichiarazione il cittadino puòdelegare il Caaf Cgil Lom-bardia al prelievo della di-chiarazione precompilata,sottoscrivendo un appositomodulo e presentandolo allasede Caaf di riferimento. IlCaaf comunica all’Agenziadelle entrate i nominativi deisoggetti dai quali ha ricevutola delega, e riceve dall’Agen-zia le dichiarazioni precom-pilate. Nel caso non fosse giàstata sottoscritta la delega inquestione nel momento incui è stato erogato il serviziodi elaborazione del modello730/2015, è opportuno rivol-gersi alla sede abituale echiederne copia per sotto-scriverla.

Imu e Tasi:scadenza in vistaIl 16 dicembre scade il ter-mine per il pagamento delsaldo Imu e Tasi.Coloro che hanno chiesto ilservizio in questione al CaafCgil Lombardia possono ri-volgersi alla sede consuetaper ottenere informazioni suitempi di consegna del mo-dello F24 per ottemperare aquesto obbligo. ■

È utile sapere

SpiInsieme06.2015 Lombardia 11-17-15:Layout 1 17-11-2015 19:01 Pagina 3

10Lombardia

Redazioni locali:Romano Bonifacci, Silvia Cerri,Fausta Clerici, Simona Cremonini,Alessandra Del Barba,Lilia Domenighini, Gianfranco Dragoni,Lorenzo Gaini, Marina Marzoli, Ernesto Messere, Angela Zanardi,Pierluigi Zenoni.

Direttore responsabile

Erica Ardenti

Editore:Mimosa srl uninominalePresidente Italo FormigoniVia Palmanova, 24 - 20132 Milano

Registrazione Tribunale di Milanon. 75 del 27/01/1999.

Sped. in abb. post. 45%comma 2 art. 20b legge 662/96Filiale di Milano

Euro 2,00Abbonamento annuale euro 10,32Abbonamenti tel. 022885831

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Prestampa digitale, stampa, confezione:

RDS WEBPRINTING S.r.l.Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB)

*Le quote indicate sono individuali e in camera doppia.

È complicato fare il sin-

dacalista oggi – Gene-

razioni a confronto nel-

la storia della Cgil Val-

le Camonica-Sebino: iltitolo riassume in sé lo spi-rito di questo Libro dellaMemoria 2015, a cui si è la-vorato insieme allo Spi ca-muno e che verrà presen-tato il 5 febbraio presso ilristorante Due magnolie,a Pianborno.Ad animare la presentazio-ne sarà una tavola rotondamoderata da Massimo Te-

deschi, responsabile dellaredazione bresciana delCorriere della Sera, a cuiparteciperanno Gabriele

Calzaferri, segretario ge-nerale della Camera del la-voro Valle Camonica-Sebi-no, Stefano Landini, se-gretario generale Spi Lom-bardia, e i segretari generalidi Fiom, Filcams, Filtcem eFillea camune Barbara Di-

È complicatofare il sindacalista oggi

In Valle Camonica la presentazione del Libro della Memoria 2015

staso, Paola Zanardini,Cristian Meloni, Donato

Bianchi, insieme a Fede-

rico Pedretti, della segre-teria Fiom. I lavori saranno,invece, aperti da Domeni-

co Ghirardi, segretario ge-nerale Spi valle Camonica-Sebino.Si tratta di un testo che sipuò guardare da diverseangolature: il confronto ge-nerazionale, il crescenteinsediamento nel territo-rio della Cgil, i cambia-menti avvenuti nella strut-tura economica e quindisociale della Valle, elementiche portano tutti a doveraffrontare diversamente leproblematiche che sorgonoall’interno del mondo dellavoro. Di questi temi sioccupa più specificata-mente la seconda parte dellibro che è un intreccio tratestimonianze di vita equello che è l’impegno oggi

sul territorio per quanto ri-guarda la parte relativa aiservizi, allo Spi – al suo for-te insediamento che si tra-duce in maggiore presenzadella stessa Cgil, anche gra-zie all’attività svolta pro-prio dai volontari Spi – e al-l’impegno nel sociale, oltread aprire una finestra su

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quella che è la realtà dei la-voratori immigrati.La prima parte del libropunta molto di più sul con-fronto tra le diverse espe-rienze fatte da chi costruì ilsindacato in Valle Camoni-ca ed è sui temi dell’ap-proccio al mondo del sin-dacato, della formazionedel sindacalista del rap-porto con i lavoratori che siconfrontano le diverse ge-nerazioni. Un confrontoreso possibile anche dal-l’opera di rinnovamento delgruppo dirigente che in que-sto territorio è stato corag-giosamente e, direi, sag-giamente intrapreso negliultimi anni. Un rinnova-mento che ha portato anchea una maggiore presenzadelle donne fra i dirigentitanto che oggi due catego-rie importanti come la Fiome la Filcams sono guidateproprio da donne. ■

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Tanta buona musica inregalo per voi, anche que-st’anno con la stagione diconcerti di Atelier Mu-sicale, organizzati dal-l’associazione culturaleSecondo Maggio.Dopo i primi concertiche si sono tenuti tra ot-tobre e dicembre, si ri-prende il 16 gennaio, conRoberto Ottaviano, Car-lo Morena e Gianna Mon-tecalvo in Il mondo di

Alec Wilder.I concerti si tengono il sa-bato pomeriggio alle17.30, presso l’Audito-rium Di Vittorio in C.so diporta Vittoria 43 a Milano.Lo Spi Lombardia e l’As-sociazione culturale Se-condo Maggio mettonoa disposizione dei lettoridi Spi Insieme degli ab-bonamenti gratuiti.Come fare per averli?Chiamate Spi Lombardia02.2885831. ■

Musicaper voi

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11Brescia

È ormai delineata, nel mo-mento in cui andiamo instampa, la legge di stabilità2016.Una misura che, a fianco dialcuni provvedimenti ap-prezzabili, in particolare perquanto attiene a povertà,non autosufficienza e no taxarea, contiene numerosi pun-ti controversi, su cui, comeSpi, abbiamo espresso fortepreoccupazione.Per cominciare, le scelte inmateria di pensioni. Centrale rimane la questionedel meccanismo di perequa-zione, ovvero la modalità pertutelare il potere d’acquistodegli assegni. La scelta del-l’esecutivo è quella di pro-lungare l’attuale sistema, in-trodotto dal governo Letta, an-che per il biennio 2017-2018.Una scelta sbagliata e affret-tata. Sbagliata perché, anco-

Ci ha lasciati Pietro In-grao. Figura di spicco nel-la storia della sinistra ita-liana. Lo ricordiamo conun’immagine d’archivio delmanifesto di quando, il 28maggio 1979, venne a Bre-scia a commemorare lastrage di Piazza Loggia av-venuta cinque anni prima.Una manifestazione chericordò anche nel 2012, inun messaggio inviato allaCamera del Lavoro di Bre-scia in occasione del 120°anniversario dalla sua fon-dazione: “Ricordo ancoraoggi – scrive Ingrao – con grande emozione quando venni pro-prio in Piazza della Loggia, a riflettere con voi su quella tragi-ca vicenda, nel 1979. Sapevate allora e sapete ancor oggi checosa volevano colpire i fascisti che hanno messo la bomba: lavostra capacità di unire i lavoratori, con le loro storie ed espe-rienze diverse, di ascoltare e di imparare dalle esperienze di al-tri, di costruire una scuola aperta alle ragioni del lavoro e deilavoratori, ricordare ai giovani e di creare anche con loro le ra-gioni di un futuro per tutti. Sapevate allora e sapete ancora oggiche proprio in questo stavano e stanno le ragioni di quell’odioche ha guidato le mani degli autori della strage: volevano col-pire chi è capace di costruire esperienze di azione collettiva, spa-ventare le donne e gli uomini che hanno lottato e lottano assieme,costringerli a rinchiudersi nelle loro case. Colpire questa Ita-lia diversa che, ancora oggi, malgrado gli insuccessi, vuole cam-biare e sa di potercela fare perché si muove con la testa e i cuo-ri delle sue donne e dei suoi uomini, per costruire il futuro e in-sieme tenere vivo il ricordo e la coscienza di questi avvenimenti.Non solo per Brescia, ma per tutto il Paese”. ■

ra, non vengono inseriti mi-glioramenti per i redditi deipensionati. Affrettata perchéla legge Letta andrebbe aesaurimento alla fine del 2016e, quindi, ci sarebbe statotutto il tempo necessario perrivedere il meccanismo dicalcolo della rivalutazionedelle pensioni, come più vol-te abbiamo chiesto, dando aipensionati un sistema piùcorrispondente al reale costodella vita.La legge di stabilità ha poiesteso la no tax area (limitedi reddito sotto il quale nonsi pagano le tasse) per i pen-sionati a partire dal 2017. Sitratta certo di un passo inavanti, per l’avvicinamentodel trattamento fiscale trapensionati e lavoratori di-pendenti. Un obiettivo cuipuntavamo da anni, che è ne-cessario realizzare in antici-

La negoziazione sociale per il Coordinamento donnedi Antonella Gallazzi – Responsabile Coordinamento donne Spi Brescia

po rispetto a quanto previstodal governo, facendo partirela misura già dal 2016.Aspetti che vanno necessa-riamente visti insieme aduna ridiscussione dell'interamateria previdenziale, a par-tire da una sostanziale mo-difica della Legge Fornero,che preveda anzitutto la fles-sibilità in uscita. Richiesteprofondamente sentite nelmondo del lavoro e sullequali si è di recente realizzatauna mobilitazione nazionaledi Cgil, Cisl e Uil in tutta Ita-lia che ha coinvolto ancheBrescia, dove si è svolto unpresidio lo scorso 14 ottobre.Eravamo presenti anche noidello Spi per sottolineare lasolidarietà ai lavoratori echiedere interventi a favoredelle pensioni in essere.Il governo ha confermato lostanziamento finanziario di

400 milioni alla non au-tosufficienza ed incre-menta il fondo di inter-vento sulle povertà. Sitratta di segnali che, sep-pur timidi in relazionealla gravità dei problemisociali del paese, sonopositivi e vanno nella giu-sta direzione.Molti, dunque, i punti con-tenuti nella manovra. Sualcuni di questi punti noidello Spi Cgil, insieme aFnp Cisl e Uilp Uil, in-tendiamo fare sentire lanostra voce critica, anzi-tutto in sede di confrontocon il governo e nonescludendo iniziative dimobilitazione. ■

Il Coordinamento donne Spidi Brescia ha riservato unagiornata seminariale alla ne-goziazione sociale e ha riflet-tuto sulle grandi potenzialità,anche solidali, che tale te-matica può offrire a pensio-nati e anziani, e non solo,data la rete capillare di pre-senza dello Spi sul territorio.Le politiche sociali dei co-muni dovrebbero nascere suibisogni dei cittadini, quindi ènecessario mettere al centrola persona, per arrivare atrasformare i bisogni dellagente in diritti. Per ottenererisultati bisogna mettere incampo: le proprie esperienzee conoscenze, i saperi ac-quisiti in una vita, la sensibi-lità del proprio vissuto, le ca-

pacità relazionali e di ascol-to, il ruolo sociale stesso del-lo Spi.La negoziazione sociale èl’asse portante dell’azionedel sindacato dei pensionatisul territorio; racchiude l’im-pegno per la tenuta del si-stema di protezione sociale el’allargamento dello stesso.Ma non ci sono solo temi so-ciali; a nome di un agire an-che confederale ci occupia-mo di tasse e tributi locali, dilavoro, di tutela del reddito,di sviluppo locale, di am-biente, … è la continua ri-cerca di concreti interventi diaiuto, di sostegno, di orien-tamento, di accompagna-mento per migliorare le con-dizioni di vita.

I bisogni sono tanti, incenti-vati da questi anni di crisi. Ilbisogno nasce quando serveun bene, un servizio, un con-tributo economico, una pre-stazione, quali mezzi fonda-mentali per soddisfare le ne-cessità quotidiane e la rea-lizzazione del benessere. Cer-to, bisogna avere la certezzache il bisogno rilevato coin-cida con la domanda che vie-ne dal territorio (e non dal-l’offerta di servizi).Il benessere della personanon può dipendere solo dafattori personali, ma servo-no una visione e interventipiù ampi, ancor più oggi chele pensioni perdono potered’acquisto, il lavoro non èpiù garantito, il rischio po-

vertà è più alto e la popola-zione è sempre più vecchiae bisognosa di cure. Quandola vulnerabilità aumenta èproprio il momento di am-pliare i diritti sociali e ridi-stribuire risorse.Le donne dello Spi intendonopromuovere anche politichedi genere e hanno ragionatosul concetto di pari opportu-nità. Invero il concetto si èsempre più allargato e spaziadal contesto lavorativo, aquello sociale, familiare. L’in-tento è quello di rilanciare iprogetti già esistenti e pro-muovere nuove esperienze.Politiche di genere sono sen-sibilizzare e contrastare laviolenza e lo stalking sulledonne; riconoscere la fragilità

delle donne, sempre più an-ziane, più sole, con pensionibasse, con bisogno di assi-stenza; promuovere azioniche rendano semplice la ge-stione del servizio di curafamiliare (essendo il carico dicura prevalentemente sulladonna); integrare le politi-che sociali, sanitarie, dei ser-vizi. Politiche di genere è lot-ta alle discriminazioni. È stato soprattutto ribaditocome le politiche sociali,assistenziali, sanitarie si ri-volgano generalmente a ‘cit-tadini’; in realtà donne euomini hanno necessità e bi-sogni diversi (vedesi medi-cina di genere) che diversa-mente dovrebbero trovarerisposta. ■

25 novembreIn occasione della Giornata mondiale contro la violenzasulle donne, molte le iniziative in città e provincia a cuiil Coordinamento donne Spi ha voluto contribuire. Tra que-ste Viva Vittoria: la realizzazione di un’opera collettiva, unagrande tela costruita da moduli a uncinetto realizzati dacentinaia di cittadine e cittadini, con cui coprire PiazzaVittoria lasciando, poi, le firme di quante e quanti hannocontribuito a realizzarla. Una lista di persone vive in con-trapposizione alla lista delle donne vittime di violenza. Unadichiarazione collettiva di non violenza. ■

Pensioni: sollecitiamoil governo

Sfogliando le carte

SpiInsieme06.2015 Brescia 11-17-15:Layout 1 17-11-2015 18:05 Pagina 5

12Brescia

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Area Benessere-stili di vi-ta dello Spi si muove nelcampo della coesione so-ciale, organizzando pro-getti in condivisione, pun-ta a realizzare socializza-zione per vivere la terzaetà in maniera attiva e sipone l’obiettivo di mi-gliorare gli stili di vita dianziane ed anziani.Occhio di riguardo vienedato alla sfera della sa-lute e alla corretta ali-mentazione, cercando disensibilizzare anche sul-la tematica dello sprecoalimentare e introdu-cendo nella vita quoti-diani concetti quali lacucina del giorno dopo edel risparmio.Vi è attenzione anche al-lo scambio intergenera-zionale e nei prossimi mesisarebbe interessante incro-ciare le esperienze di ragaz-ze e ragazzi che frequenta-no istituti alberghieri in me-rito alla possibilità di con-ciliare comportamenti so-stenibili e stili di vita piùequi in cucina.I giovani infatti sprigionanorinnovamento, mentre chi èin età più matura può veico-lare conoscenze.Anche la ricerca di collabo-razione con medici spe-

cialistici rientra nel lavoroche Area benessere Spi Bre-scia ha intrapreso affrontan-do problematiche quali l’al-cool, legato alla solitudine, eil disagio mentale.Forte è la sensibilità versol’attività fisica e motoriae l’intento è quello di orga-nizzare corsi di yoga e pas-seggiate non competitiveabbinate a momenti di cul-tura con visite a monumen-ti storici.Non ultima in termini d’im-portanza la sfera legata ai

viaggi, che vogliono com-prendere sia soggiorni di va-canza e sia gite giornaliere. Le nostre proposte sono ri-volte a persone iscritte al no-stro sindacato – per le qualiè riconosciuto uno scontosulla quota di partecipazione– ma si rivolgono anche apersone non iscritte.Per informazioni e chiari-menti ci si può rivolgere aBeppe Castrezzati, re-sponsabile Area benessereSpi - Via F.lli Folonari 20, tel:030/3729374. ■

Una serata per dire grazie a compagni e compagne del tantolavoro svolto. L’ha organizzata, a Orzinuovi, lo Spi della ZonaBassa Occidentale lo scorso 17 luglio quando, al termine di unmomento conviviale, si è voluto esprimere un ringraziamento,consegnando delle pergamene, a Rosa Legori, Giuseppe Savoldie Agnese Bertolotti. Tre persone attive nello Spi e nel socialeper lungo tempo che, ora, hanno deciso di diminuire l’impegnoper godersi il meritato riposo e gli affetti.Il 30 settembre a Palazzolo, lo Spi Fiume Oglio ha voluto espri-mere il riconoscimento al compagno Roberto Viola: una vitanella Cgil, seguendo l’attività sindacale e dei servizi con gran-de competenza e generosità. Anche lui diminuisce l’attivitàdiretta, senza perdere la passione per la tutela dei lavorato-ri e dei pensionati. ■

Notizie dalle leghe Spi

In Valle SabbiaSi è svolto lo scorso 8 novembre il tradizionale incontro deicompagni dello Spi della Zona Valle Sabbia. Un momento didivertimento e socialità tra persone che, nel corso di tuttol’anno, condividono l’attività sindacale nello Spi e mettonotutto il loro impegno a favore delle esigenze di pensionatee pensionati. ■

Area Benessere

Proposte per il benessere

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