famiglie e solidarietà

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Documentazione del progetto "Famiglie e solidarietà - in cammino verso una comunità accogliente", anni 2006-2009. Distretto di Vignola La presente pubblicazione vuole essere il racconto di un progetto, "Famiglie e Solidarietà", che fin dal suo esordio nel 2004 è stato uno dei primi esempi concreti sul territorio dell'Unione Terre di Castelli di quella che viene definita la progettazione partecipata di rete. La collaborazione fattiva di enti pubblici, servizi e associazioni del territorio, descritta nelle prossime pagine, ha permesso di costruire nel tempo un gruppo eterogeneo ma coeso che ha deciso di lavorare per promuovere e costruire una comunità accogliente . Questo significa porsi in un'ottica nuova partendo non dai bisogni espressi da un territorio, ma dalle risorse e dalle potenzialità che il territorio esprime per andare a prevenire possibili situazioni che sfocerebbero in criticità evidenti.

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Page 1: Famiglie e solidarietà
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PROGETTOFAMIGLIE E SOLIDARIETA’

in cammino verso una comunità accogliente

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Page 5: Famiglie e solidarietà

Ringraziamenti:Un ringraziamento va a tutte le associazioni che hannointensamente sostenuto il progetto con la passione e l'entu-siasmo che li caratterizzano.

Un grazie anche agli amministratori che si sono resi dispo-nibili nella sperimentazione su Savignano sul Panaro.

Così come riconoscenza va data all'impegno dei funzionaridell'anagrafe di Savignano che ci hanno, nel rispetto dellaprivacy, fornito i dati dei neoresidenti; alla cura che glioperatori del centro stranieri hanno messo nell'individuazio-ne dei cittadini stranieri che si sono resi disponibili alleinterviste; all' impegno delle tirocinanti del centro dellafamiglia di Vignola che si sono adoperate con efficienza eprofessionalità nella lettura dei dati del questionario.

Un grazie sentito anche ai consulenti tecnici che hannoofferto efficaci suggerimenti per l'analisi quantitativa deidati raccolti.

Un ringraziamento, infine, va al pittore bulgaro KirilCholakov, per la concessione dell'utilizzo dell'immaginedella sua opera "Alhambra" (2006) per la realizzazionedella copertina della presente pubblicazione.

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Page 6: Famiglie e solidarietà
Page 7: Famiglie e solidarietà

IndiceRingraziamenti 5

Prefazione 8

Introduzione 12

Parte prima: nascita e sviluppi di un percorso 151. Perchè questo progetto... L’ideazione e il contesto

a cui ci riferiamo 16

2. Modalità di lavoro di rete e approccio partecipativo 22

3. Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà 283.1 Prima fase di lavoro luglio 2004 - giugno 2006 303.2 Seconda fase di lavoro settembre 2006 - giugno 2009 35

Parte seconda: la ricerca “Aggiungi un posto a tavola...” 41

1. La storia di un percorso 421.1 Le fasi della ricerca-azione 451.2 Uno sguardo al contesto della ricerca: il Comune

di Savignano sul Panaro 53

2. Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata 622.1 L’analisi socio-anagrafica: il “profilo” dei genitori intervistati 642.2 Il tema dell’integrazione: i legami all’interno della comunità 762.3 Il tema dell’accoglienza: il percorso di inserimento

dei “nuovi” cittadini 95

3. Verso una comunità accogliente:bisogni e proposte delle famiglie 1163.1 Conoscersi e farsi conoscere: spunti di riflessione dai

focus-group 1173.2 Le famigli straniere: tra esigenze di integrazione

“vecchie e nuove” 1223.3 Quali bisogni? Quali proposte? La “voce” dei genitori 127

“Riflessioni in corso...” 131

Strada facendo... Sviluppi, prospettive e ricadute del progetto 135

Page 8: Famiglie e solidarietà

Prefazione

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Lo sviluppo di un forte rapporto tra ente pubblico e associa-zioni del privato sociale, cioè associazioni sensibili alle azionidi solidarietà e sostegno delle famiglie e dei singoli individui,è stato, ed auspichiamo sarà ancora, uno degli obbiettivi fon-damentali dell’azione di governo del territorio, sia comecomune di Savignano, sia come Unione Terre di Castelli. Inquesto ambito si colloca la proficua collaborazione tra ilCentro per le Famiglie dell’Unione, i servizi territoriali alla per-sona (ASP, AUSL) il Centro Servizi per il Volontariato diModena e le associazioni di volontariato operanti sul territorio.

Il progetto “Famiglie e Solidarietà” rappresenta un concretoesempio di collaborazione attiva tra i soggetti di cui sopra,dove tutti operano su un piano di sostanziale parità e pos-sono esplicare tutte le loro potenzialità, mettendo insiemerisorse ed esperienza. Il progetto tende ad instaurare rap-porti positivi tra le famiglie, per incentivare forme di mutuoaiuto ed auto aiuto e creare reti di solidarietà a sostegnodelle famiglie stesse.

Un suo importante sviluppo è rappresentato dal ProgettoAccoglienza, per rinforzare ed allargare la comunità attraver-so forme di accoglienza rivolte alle famiglie neo – residenti.

Si tratta di una iniziativa che vuole affrontare in modoinnovativo temi di grande rilievo e attualità, come quellidell’integrazione e della sicurezza, non soltanto come pro-blemi di ordine pubblico, ma come questioni culturali difondo, di rispetto dei diritti e conoscenza dei doveri, dilegalità e di accoglienza, di conoscenza e solidarietà.L’argomento quindi e quello dell'accoglienza ad ogni livello,l'accoglienza della persona in quanto tale, con la sua indivi-dualità e specificità, le sue problematiche e le sue potenzia-lità di contribuire allo sviluppo equilibrato della comunità.

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Il progetto ha come destinatarie le famiglie, italiane e stra-niere, neoresidenti sul territorio dei comuni dell’Unione, ecome obbiettivi specifici:

- Capire chi sono i neo residenti (statisticamente e dalpunto di vista delle aspettative).

- Attuare delle strategie di coinvolgimento.- Attraverso il contatto migliorare la conoscenza reciproca

e del contesto in cui vivono.- Analizzare i bisogni.- Individuare azioni successive tendenti alla migliore inte-

grazione.

Si tratta cioè di proporre ai neo - arrivati le informazioni suiservizi erogati da Comune e Unione ed i percorsi per acce-dervi, e di inserirli attivamente nella rete di opportunità sulterritorio, fornite da associazioni di volontariato, associazionidi categoria, parrocchie, associazioni culturali, politiche, ecc.,allo scopo di accogliere la nuova famiglia e farla sentire parteintegrante della comunità non appena “vi mette piede”.

Il comune di Savignano, in seguito a valutazioni sul suo tes-suto sociale (rappresentato in particolare dal mondo dell’as-sociazionismo), la conformazione geografica, i flussi migratorie l’interesse dell’amministrazione, è stato scelto come comu-nità campione e sede della fase di avvio del progetto. Questafase si è sviluppata attraverso vari incontri con la modalitàdel Focus Group, che hanno viste coinvolte alcune decine difamiglie residenti nel comune da meno di due anni, operatoridel Centro per le Famiglie, del Centro Servizi di Volontariatodi Modena e degli altri enti e servizi del territorio, insiemealle associazioni di volontariato locali coordinate dallaConsulta del Volontariato Savignanese.

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Siamo profondamente grati a tutti gli attori coinvolti per l’ot-timo lavoro svolto. Possiamo dire che questo approccio si èrivelato assai efficace come strumento di coinvolgimento econoscenza delle famiglie, e che il materiale prodotto è digrande qualità, così come il bagaglio di conoscenza acquisito.

Questa pubblicazione coincide temporalmente con la chiu-sura del nostro impegno amministrativo. Desideriamo quin-di esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che inquesti anni hanno voluto qualificare il lavoro del volontaria-to e dell’associazionismo in modo impegnativo, appassiona-to e costante, per dare sostanza a quel concetto di sussi-diarietà nel quale abbiamo sempre creduto e che abbiamocercato di rendere concreto. Siamo convinti che, prose-guendo su questa strada, le nostre comunità ed il nostroterritorio ci guadagneranno oltremisura in termini di pace,sicurezza e qualità della vita.

Grazie di cuore!

Mara Boni e Maurizio Piccinini

Mara BoniAssessore alla Pubblica Istruzione ed al Volontariato del Comunedi Savignano sul Panaro.

Maurizio PiccininiAssessore ai Servizi Sociali del Comune di Savignano sul PanaroPresidente del Consiglio dell’Unione Terre di CastelliLegislatura 2004 – 2009

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Page 12: Famiglie e solidarietà

Introduzione

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La presente pubblicazione vuole essere il racconto di unprogetto, "Famiglie e Solidarietà", che fin dal suo esordionel 2004 è stato uno dei primi esempi concreti sul territoriodell'Unione Terre di Castelli di quella che viene definita laprogettazione partecipata di rete.La collaborazione fattiva di enti pubblici, servizi e associa-zioni del territorio, descritta nelle prossime pagine, ha per-messo di costruire nel tempo un gruppo eterogeneo macoeso che ha deciso di lavorare per promuovere e costruireuna comunità accogliente .Questo significa porsi in un'ottica nuova partendo non daibisogni espressi da un territorio, ma dalle risorse e dallepotenzialità che il territorio esprime per andare a prevenirepossibili situazioni che sfocerebbero in criticità evidenti. A cinque anni dall'inizio del nostro percorso abbiamo decisodi documentare il progetto da un lato per riflettere sulnostro operato, permettendoci così di continuare a sviluppa-re sinergie significative sul territorio, dall'altro per renderetestimonianza di una pratica di lavoro che potrebbe esserepresa come spunto da altri per nuovi progetti di comunità.La pubblicazione si articola in due parti. Nella prima è statoraccontato il percorso che ha portato allo sviluppo dellasperimentazione sul Comune di Savignano sul Panaro, evi-denziando il contesto territoriale, il metodo utilizzato e leazioni realizzate; nella seconda parte si espone tutto il per-corso di ricerca e di sperimentazione fatto su Savignanofino ad aprire su quelli che potrebbero essere le ulterioriprospettive di sviluppo del progetto.

Silvia Prampolini1

1 Responsabile territoriale di Vignola e coordinatrice del progetto “famiglie e soli-darietà” per il Centro di Servizio per il Volontariato di Modena

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PARTE PRIMA

Nascita e sviluppi di un percorso

a cura di Silvia Prampolini,Anna Rita Borghi e Cristina Marchesini

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1. Perchè questo progetto...L’ideazione ed il contesto a cuici riferiamo a cura di Anna Rita Borghi2

2 Figura di sistema dell’ufficio di piano del Distretto di Vignola

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Page 17: Famiglie e solidarietà

Perchè questo progetto... L’ideazione ed il contesto a cui ci riferiamo

Il percorso, che verrà descritto nelle pagine seguenti, si èsviluppato nel territorio dell'Unione Terre di Castelli, istitu-zione nata nel 2001 per volontà dei consigli comunali diCastelnuovo R., Castelvetro, Savignano s/P., Spilamberto eVignola che hanno deciso di associare una pluralità di fun-zioni e servizi: Istruzione, Servizi sociali, gestione del per-sonale, Polizia locale, sistemi informativi, pianificazione delterritorio (PSC), ecc. La filosofia di fondo, sin dalla suacostituzione, è stata quella di poter rappresentare un livelloistituzionale di governo importante per realizzare obiettividi miglioramento e ampliamento della produzione e eroga-zione dei servizi, di razionalizzazione delle risorse economi-che, strumentali e umane, e in generale di migliorare ilposizionamento delle comunità locali nella valorizzazionecompetitiva del territorio e delle proprie risorse.

Nel corso del 2003, l'Unione Terre di Castelli istituisce ilCentro per le Famiglie, servizio che ha l'obiettivo di contri-buire al benessere delle famiglie, attraverso il loro sostegnodi fronte alle piccole, grandi complessità della vita quotidia-na e di favorire l'incontro tra famiglie, la loro partecipazioneattiva a riflessioni o discussioni per contribuire alla pro-grammazione di iniziative specifiche.

Nel territorio dell'Unione Terre di Castelli alla data del 31dicembre 2003, periodo in cui si è avviato il percorso, lapopolazione residente era di 64.403, pari all'80% dellapopolazione residente nel Distretto sanitario di Vignola, lefamiglie erano n. 26.195 con una dimensione media di 2,45componenti per nucleo e i cittadini stranieri residenti eranon. 4.204, pari al 6,5 % della popolazione. Nello stesso periodo il Consorzio Intercomunale Servizi

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parte prima

Sociali (Co.I.SS)3 aveva in carico n. 586 nuclei familiaricon minori residenti nel territorio dell'Unione Terre diCastelli, di cui n. 326 di nazionalità italiana e n. 260 di ori-gine straniera.

All'interno di questo contesto territoriale, dove sono statefatte scelte istituzionali importanti, quali la costituzionedell'Unione e la nascita del Centro per le Famiglie, inizia amaturare una modalità nuova di progettazione favorita estimolata anche da leggi nazionali e regionali, quali laLegge 285/97 " Disposizioni per la promozione di diritti e diopportunità per l'infanzia e l'adolescenza" , la Legge328/2000 " Legge quadro per la realizzazione del sistemaintegrato di interventi e servizi sociali" e la Legge Regionale2/2003 " Norme per la promozione della cittadinanza socia-le e per la realizzazione del sistema integrato di interventi eservizi sociali".

COMUNIPOPOLAZIONERESIDENTE AL31/12/2003

STRANIERIRESIDENTI

AL31.12.2003

Castelnuovo Rangone 12.533 733Castelvetro 10.027 624Savignano sul Panaro 8.521 524Spilamberto 11.228 839Vignola 22.094 1.484Totale UTC 64.403 4.204

3 Il Consorzio Intercomunale Servizi Sociali (Co.I.S.S.) istituito il 01.04. 1997,operava sul territorio dei nove comuni del Distretto di Vignola: Castelnuovo,Castelvetro, Guiglia, Marano s/P, Montese , Savignano s/P, Spilamberto, Vignola,Zocca e fra le sue funzioni vi era l'assistenza sociale alla maternità, infanzia, etàevolutiva. Il Co.I.S.S. ha cessato la sua attività il 31.12.2006, in seguito allacostituzione dell'ASP "G. Gasparini".

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Perchè questo progetto... L’ideazione ed il contesto a cui ci riferiamo

L'esperienza maturata dalla progettazione condivisa trasoggetti pubblici e privati prevista dalla L.285/97 nel corsodel primo triennio (1998/2000) ed intensificatasi nel secon-do triennio (2001/2003) e successivamente la realizzazio-ne dei Piani di Zona, favoriscono sul territorio la creazionedi sinergie che permettono di lavorare proficuamente perla costruzione di una rete sociale a favore dei minori.

Un esempio ne è la costituzione, nel corso del 2002, di ungruppo di lavoro composto da operatori appartenenti sia asoggetti pubblici che privati: Area minori del Co.I.S.S.,Coordinamento progetti Legge 285/97 dell'Unione Terre diCastelli, Informagiovani e Progetto Giovani ComunitàMontana, Associazione Overseas, Libera Associazione Genitori.

Negli anni il gruppo ha sperimentato l'efficacia del lavorocongiunto, iniziato da una conoscenza reciproca, da unoscambio d'informazioni, dal confronto, dal coordinamentodi azioni in merito ai temi dell'infanzia e della adolescenza.Da questa esperienza, il gruppo di lavoro si è reso contoche era necessario che le azioni realizzate a favore deiminori fossero sostenute da azioni di sostegno e supporto afavore della famiglia, risorsa fondamentale.

La possibilità di ampliare la progettazione a favore dellafamiglia è sicuramente stata favorita dall'apertura delCentro per le Famiglie dell'Unione Terre di Castelli.

Il gruppo di lavoro originario si è quindi ampliato includen-do il responsabile del Centro per le famiglie e avviando unprimo lavoro sommario di ricognizione dal quale è emersocome diverse organizzazioni, sia pubbliche che private si

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rivolgessero alla famiglia, con azioni e proposte frammenta-rie e non coordinate fra loro, si è quindi sentita la necessitàdi dare una definizione di Famiglia e di avviare un lavoroche permettesse di mettere in rete le diverse espe-rienze già presenti sul territorio.

Il gruppo di lavoro ha da subito considerato fondamentaleanche il coinvolgimento del responsabile territoriale diVignola del Centro Servizi Volontariato di Modena, per ilruolo specifico di supporto e interlocutore principale delleAssociazioni e organizzazioni di volontariato del territorio.Si è, quindi, ritenuto indispensabile costituire un GruppoTecnico, con ruolo di coordinamento, composto dai refe-renti dei soggetti promotori4 .

Il Gruppo Tecnico ha deciso che fosse indispensabile coin-volgere le associazioni e organizzazioni del terzo settoreche si rivolgono a minori o famiglie con minori nella fase dicostruzione del progetto, non fornendo un lavoro già prede-finito, ma partendo dalla condivisione di un tema quale"Famiglia e solidarietà" e da qui giungere ad un unico pro-getto condiviso.

Si è, quindi, proceduto ad individuare le Associazioni divolontariato che si occupano di minori e famiglie con mino-ri e si sono invitate a partecipare al primo incontro, duran-te il quale dopo una presentazione si è esposto l'obiettivodel Gruppo Tecnico promotore dell'iniziativa: "Famiglie esolidarietà" tema sul quale costruire un percorso insieme e

4 Il Gruppo Tecnico era composto inizialmente da: coordinatore del Centro per le Famiglie,responsabile Area Minori del COISS, responsabile territoriale di Vignola del CSV di Modena,responsabile dell'Area Formazione del CSV di Modena, responsabile dell'Area Progettazionedel CSV di Modena, responsabile dell'Informagiovani della Comunità Montana, referentedell'Associazione Overseas, referente della LAG; invece attualmente è composto da: coordi-natore del Centro per le Famiglie, referente del Centro Servizi cittadini stranieri dell’UTC,

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Perchè questo progetto... L’ideazione ed il contesto a cui ci riferiamo

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responsabile territoriale di Vignola del CSV di Modena, Figura di Sistema dell’Ufficio di Pianodel Distretto di Vignola e referente dell’Associazione LAG.

condiviso per arrivare a definire degli argomenti d'interes-se specifico, azioni prioritarie con cui concretizzare il per-corso di collaborazione.

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2. Modalità di lavoro di rete edapproccio partecipativoa cura di Cristina Marchesini5

5 Coordinatrice del Centro per le Famiglie dell’Unione Terre di Castelli

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Page 23: Famiglie e solidarietà

Modalità di lavoro di rete ed approccio partecipativo

Il lavoro di rete è un processo che deve essere alimentatoe curato per evolvere, per non spegnersi. Esso implica lacapacità ma anche l'impegno costante di dialogo con altrisoggetti per confrontare punti di vista, metodologie edanche ambiti di competenza, per costruire canali di comuni-cazione, condividere obiettivi, co-progettare interventi eprocedure. In breve, la rete richiede un impegno costanteper essere costruita, consolidata, ampliata, e perché possadare buoni risultati in termini di efficacia degli interventi e diadeguatezza delle risposte ai bisogni complessi del territorio.

La progettazione di rete per essere reale e portare ad esiticoncreti deve però prevedere fin dall'inizio una progettazio-ne partecipata tra tutti i soggetti coinvolti. Questo compor-ta nella pratica un lavoro più lungo e complesso che portaperò nel tempo alla realizzazione di azioni che hanno mag-giori esiti di efficacia.Applicare questo metodo all'interno del progetto "famiglie esolidarietà" ha significato richiedere a tutti i partecipanti unconfronto aperto e condivisione delle decisioni del gruppotecnico che ha avuto un ruolo di coordinamento del percorso.

Tale aspetto metodologico relativo agli incontri di progetta-zione si è rivelato fondamentale per analizzare e portareavanti in modo armonico e convincente una proposta dilavoro che presentava livelli di complessità elevati, per ete-rogeneità e numerosità dei soggetti partecipanti, e poten-zialità di apertura verso diverse direzioni del progetto.Evidenziamo in questo aspetto uno degli elementi principalidi efficacia dell'iniziativa.

Il metodo utilizzato è servito a facilitare la collaborazione

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Page 24: Famiglie e solidarietà

parte prima

tra servizi, operatori, organizzazioni del territorio impegna-te nell'inclusione sociale delle famiglie con minori nellaprima parte del progetto e delle famiglie, intese in sensopiù ampio, nuove residenti attraverso la sperimentazionesu Savignano.

Tale collaborazione si è sviluppata a diversi livelli:- informativo, volto a facilitare lo scambio e l'elaborazione

delle conoscenze e competenze dei soggetti coinvolti,ambiti di competenza e metodi di lavoro;

- interattivo, volto a facilitare la conoscenza reciproca e lacollaborazione su situazioni specifiche, l'adattamentoreciproco, il rafforzamento delle relazioni orizzontali;

- trasformativo, con una particolare attenzione agli scambie le forme di collaborazione che producono il cambiamento.

Il progetto fino ad ora ha riscontrato la propria coerenza eidentità anche attraverso il metodo di lavoro che ha comeelementi sostanziali ed indispensabili:- La costituzione del Gruppo Tecnico formato da referenti

del Centro Famiglie e Centro Servizi Cittadini Stranieridell'Unione Terre di Castelli, Centro Servizi Volontariato,Figura di Sistema - area minori del Distretto, e LiberaAssociazione Genitori, con un ruolo di coordinamento, pro-pulsivo e riflessivo rispetto all'avanzamento del progetto.

Tale ruolo è stato riconosciuto e legittimato da tutte leassociazioni partecipanti. Il gruppo tecnico si riunisce circauna volta al mese recependo e rielaborando le riflessionidel gruppo, prevedendo le risorse e necessarie così come ilcoinvolgimento dei soggetti necessari: collaborazione altriservizi o associazioni, supervisione esterna, dialogo con

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Page 25: Famiglie e solidarietà

Modalità di lavoro di rete ed approccio partecipativo

amministratori, ecc. Il gruppo tecnico inoltre convoca e pre-para gli incontri del gruppo allargato.

- L'attivazione del Gruppo di lavoro allargato, comprenden-te tutte le organizzazioni di volontariato partecipanti. Ilgruppo dei partecipanti, nucleo fondamentale del progetto,è stato riconosciuto fin dall'inizio come l'unità entro cuinascono, si discutono e condividono tutte le scelte attinential progetto, a partire dalla finalità e obiettivi principali, allesingole azioni, modalità di realizzazione delle azioni, tempie impegno di ogni membro.

A nostro avviso tale partecipazione, coinvolgimento e corre-sponsabilità costituiscono elemento di forza peculiare delprogetto.Il gruppo allargato si riunisce circa una volta ogni due mesi,in orario serale per favorire la partecipazione dei volontari. La collaborazione del gruppo di volontari, proprio per ilruolo chiave e crescente presentato nel portare avanti leazioni di ricerca sui bisogni delle famiglie nuove residenti, èstato anche formalizzato attraverso la sottoscrizione di unprotocollo d'intesa, passaggio importante che ha permessodi sancire il rapporto fra i servizi e ogni organizzazione divolontariato coinvolta.

- La scelta di cofinanziamento del progetto da parte deidue Enti coinvolti: Unione Terre di Castelli e Centro diServizio per il Volontariato di Modena. Linea coerente con ipresupposti di partecipazione del progetto, ha permesso diportare avanti anche a questo livello una reale collaborazio-ne interistituzionale portando un esempio di buona prassid'integrazione e lavoro di rete fra servizi del territorio.

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Page 26: Famiglie e solidarietà

parte prima

- L'inserimento del progetto nell'ambito del Piano di zonaper la salute e il benessere sociale, sancisce e riconosceanche a livello istituzionale il ruolo del progetto nelle politi-che del territorio per lo sviluppo di comunità e crea le con-dizioni per procedere nella sperimentazione del progetto,implementazione di nuove azioni e ampliamenti territoriali.

- Ulteriore scelta metodologica del gruppo è stata quella dirichiedere un accompagnamento da parte di un consulenteesperto per portare avanti la fase di analisi dei bisogni deineo-residenti. Condiviso il parere che ci si stava approc-ciando ad un compito delicato e complesso, in cui eranecessario ottimizzare le risorse esistenti per perseguirel'efficacia del risultato, l'affiancamento di una esperta che siè posta come risorsa aggiuntiva per il gruppo ha permessoal gruppo tecnico di valutare la pertinenza e la fattibilitàdelle azioni con maggiore sicurezza, a tutti i componenti diformarsi e accrescere le proprie competenze, costituendoparte attiva del processo di lavoro della ricerca e facendosicarico di compiti specifici.

- La metodologia di valutazione adottata è partecipata, cosìcome la progettazione, con il contributo attivo di tutti i par-tecipanti, e viene realizzata periodicamente come autovalu-tazione in itinere:- verifica della pertinenza degli obiettivi rispetto al piano

iniziale- coerenza metodi e obiettivi- costi / benefici - adeguatezza risorse- adeguatezza dell'organizzazione e del lavoro di rete

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Page 27: Famiglie e solidarietà

Modalità di lavoro di rete ed approccio partecipativo

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Page 28: Famiglie e solidarietà

3. Dalla famiglia ad una comunitàaccogliente che si fonda sullasolidarietà a cura di Silvia Prampolini6

6 Responsabile territoriale di Vignola e coordinatrice del progetto “famiglie e soli-darietà” per il Centro di Servizio per il Volontariato di Modena

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Page 29: Famiglie e solidarietà

Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

L'apertura del Centro per le Famiglie dell'Unione Terre diCastelli nel 2003, come già spiegato nel primo capitolo, èstata l'occasione per avviare sul territorio un lavoro chepermettesse di mettere in rete le diverse esperienze,sia pubbliche che private, che si rivolgevano alla famigliacon minori.Al gruppo di lavoro, costituitosi nel corso del 20027 , si èaggiunto il Centro Servizi del Volontariato di Modena, per ilsuo ruolo specifico di supporto e interlocutore verso leAssociazioni di volontariato del territorio. Il Centro Servizidel Volontariato di Modena ha accettato di partecipare atti-vamente al progetto ed è entrato a far parte del gruppo deisoggetti promotori, che hanno quindi costituito un GruppoTecnico, con ruolo di coordinamento, per la costruzione diun progetto che coinvolgesse tutte le organizzazioni delterzo settore che si rivolgono a minori o famiglie con minori.

L'idea di fondo era quella di arrivare ad un unico progettocondiviso non fornendo un lavoro già predefinito, ma par-tendo dalla condivisione del tema proposto "famiglia e soli-darietà" ed utilizzando il metodo della progettazione parte-cipata (cfr. cap 2), si voleva concretizzare delle azionicomuni rivolte alle famiglie con minori.

Individuate le Associazioni di volontariato e promozionesociale, e altri soggetti che sul territorio si occupavano diminori e famiglie con minori si è intrapreso un percorsocondiviso per arrivare a definire degli argomenti d'interessespecifico, azioni prioritarie con cui concretizzare il percorsodi collaborazione tra i vari partecipanti al progetto.

7 Crf. Capitolo 1 della prima parte

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Page 30: Famiglie e solidarietà

parte prima

3.1 Prima fase di lavoro luglio 2004 - giugno 2006

Dopo l'individuazione dei soggetti interessati a partecipareal progetto8, la prima fase di lavoro è stata caratterizzatadal bisogno di conoscersi fra servizi e associazioni; eranecessario che ognuno portasse il proprio contributo perarrivare a condividere linguaggi e definizioni che descri-vessero la situazione delle famiglie con minori sui nostriterritori.Si è dato così vita ad un percorso di auto - formazione con-giunto sulle "fotografie delle famiglie" che ci ha permesso diintegrare i punti di vista che associazioni ed enti avevanosviluppato attraverso esperienze dirette e di leggere i cam-biamenti sociali e strutturali delle famiglie della comunità.Questo percorso avrebbe consentito di arrivare a condivi-dere una visione unitaria del contesto, individuando bisognicongiuntamente percepiti, sui quali elaborare una comples-siva proposta progettuale.Nella realizzazione del percorso si è deciso di non avvalersidi esperti che illustrassero in modo generale e astratto leteorie e le caratteristiche della famiglia, perché ciò cheinteressava è comprendere le realtà vissute dalle famiglie,quali destinatari diretti e indiretti, incontrati dalle associa-zioni e dai servizi sociali nella loro attività quotidiana.A partire da indicatori9 comuni, le associazioni hanno realiz-zato un'osservazione delle famiglie individuando le caratte-ristiche salienti delle famiglie sul territorio dell'Unione Terredi Castelli10. Ciò che emergeva era un "puzzle" variegatoche raggruppava al suo interno diverse tipologie di famigliecon una molteplicità di risorse e criticità specifiche.

8 Oltre alle associazioni Lag ed Overseas che erano coinvolte nel gruppo tecnico glialtri soggetti aderenti erano: Parrocchia di Brodano, Associazione Noè, RanuncoloBlu, La strada non è una pista, Parrocchia di Mulino, GIN, il Faro, Momo, Insiemea noi tutti, Gruppo Il cammino CESAV, Banca del Tempo di Vignola, Banca deltempo di Spilamberto, Agesci Castelnuovo, Abito di Salomone, Agesci Vignola,Comitato Chernobyl Vignola, Ai.bi referente di Vignola.

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Page 31: Famiglie e solidarietà

Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

Per affrontare, con strumenti adeguati tale complessità, si èchiesto l'aiuto di un facilitatore che aiutasse il gruppo nellacostruzione di un linguaggio condiviso e nell'individuazionedi strumenti operativi che consentissero di sviluppare azio-ni sempre più mirate ed efficaci a sostegno delle famiglie.

Vale la pena soffermarsi su alcuni elementi emersi in modochiaro, dal percorso di confronto che ha impegnato i parte-cipanti al progetto dalla fine del 2004 all'autunno del 2005,e che hanno poi influenzato l'evolversi del progetto neltempo.

Il primo elemento di riflessione è stato quello dell'eteroge-neità del gruppo di progetto e dell'oggetto del progetto;eterogeneità che caratterizzava, e caratterizza tuttora, ilterritorio dell'Unione Terre di Castelli principalmente duelivelli rispetto al percorso che si era intrapreso.

Il primo livello era quello dei partecipanti al progetto: leassociazioni/enti che hanno aderito al percorso di confrontoerano tra loro molto diversi, sia per gli interventi messi incampo sia per i destinatari di questi interventi. Questo daun lato ha reso più difficile il confronto all'interno del grup-po, ma ha permesso un arricchimento sia sul piano delleconoscenze teoriche, sia sul piano delle conoscenze inter-personali.9 Gli indicatori utilizzati su cui costruire la fotografia della famiglia rispetto all'atti-vità fatta dall'ente/associazione erano: - motivi per cui le famiglie si rivolgono all'ente/associazione;- tipologia dei nuclei famigliari e loro caratteristiche ( es. famiglie allargate, rico-

stituite, monoparentali, ecc.);- scolarità dei membri della famiglia; - cittadinanza dei membri delle famiglie- età dei componenti della famiglia;- attività lavorativa dei membri della famiglia;- criticità e risorse rispetto alle famiglie.

10 Nel 2004 l'Unione Terre di Castelli si costituiva dei comuni di Vignola,Savignano, Spilamberto, Castelnuovo e Castelvetro.

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Page 32: Famiglie e solidarietà

parte prima

Alcuni volontari raccontano:"....Per quanto mi riguarda posso fare queste considerazio-ni: l'esperienza è stata positiva perché ha messo insiemediverse realtà di volontariato che hanno cominciato a cono-scersi e hanno condiviso un progetto comune, nonostantele diversità. E questo è positivo, perché si è dimostrato checon obiettivi comuni si riesce a lavorare insieme...."

"....Associazioni di volontari con esperienze, ruoli e finalitàdiverse che si confrontano, anche con spirito critico, eseguono un percorso di crescita comune supportato daesperti e addetti ai lavori.E' stata una esperienza importante di comunicazione e diascolto che ogni rappresentante porta nella propria associa-zione per condividerla con gli altri collaboratori...."

Il secondo livello di eterogeneità era legato all'oggetto delprogetto ossia le famiglie. Dall'analisi fatta da ogni soggettopartecipante, emergeva in modo sempre più chiaro come ilsoggetto famiglia, così inteso nella sua accezione classica11,era, ed è tuttora, investita da un forte cambiamento, legatoai mutamenti sociali che in Italia, così come sul territoriodell'Unione Terre di Castelli, erano e sono in atto. Il cam-biamento dei valori di riferimento, la società sempre mag-giormente spostata verso un individualismo esasperato, lascomparsa delle famiglie allargate, l'assenza delle retiparentali, la multiculturalità che a fronte di un innalzamen-to dell'immigrazione caratterizza le nostre comunità locali

11 Dall''articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo afferma:1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una fami-

glia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hannoeguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suoscioglimento.

2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso deifuturi coniugi.

3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto adessere protetta dalla società e dallo Stato

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Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

sono sicuramente alcuni dei fattori che hanno fatto si che cisi trovasse di fronte a diverse e nuove tipologie di famiglie(monogenitoriali, ricomposte, affidatarie, conviventi, ecc.)

L'altro elemento di riflessione su cui porre l'attenzione èstata la necessità di iniziare a lavorare realmente in rete. Illavoro di confronto realizzato dalle associazioni ha posto inluce come associazioni/enti diversi, che operavano, su terri-tori vicini, per il raggiungimento di obiettivi comuni in real-tà non erano a conoscenza gli uni del lavoro degli altri.Questo ha fatto emergere in modo chiaro il bisogno disocializzazione tra associazioni, enti del territorio e destina-tari degli interventi, nel nostro caso le famiglie, per evitarela dispersione di forze e risorse e riuscire a realizzare pro-getti efficaci.

Da questo primo percorso di conoscenza e auto formazionedei partecipanti è poi emerso in modo chiaro un macroobiettivo che è diventato poi la finalità ultima del progetto.Da tutte le fotografie e da parte di tutti gli aderenti al pro-getto è emersa la volontà di riuscire a dare vita sul territoriodell'Unione Terre di Castelli ad una comunità accoglientecioè ad una realtà che, componendosi di associazioni divolontariato, promozione sociale e di enti pubblici che colla-borano tra loro, riesca a dare risposte concrete ai bisogniespressi dai cittadini, attraverso la realizzazione di progetticondivisi. Per contribuire a costruire la comunità accoglienteil gruppo si è posto in una prospettiva nuova, ma semprepiù necessaria, promuovere il benessere delle persone par-tendo dalle risorse presenti nel territorio.Questo cambia notevolmente il modo di lavorare perché haspostato l'asse di lavoro dal binomio bisogno espresso/rispo-

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parte prima

sta, al binomio promozione del benessere/prevenzione delbisogno.

Il gruppo di progetto ha così deciso di continuare a lavorareinsieme dandosi come obiettivi la costruzione di una foto-grafia delle famiglie del territorio, attraverso la valorizza-zione delle conoscenze e le esperienze dei partecipanti. Inquesto modo si andava incontro al bisogno espresso datutti i partecipanti al progetto di favorire la conoscenza e ilconfronto fra le istituzioni e il volontariato al fine di attiva-re scambi e collaborazioni significative e durature neltempo, atti a porre delle basi per costruire la comunitàaccogliente. Per il tema trattato dal progetto il Centro perle Famiglie dell'Unione Terre di Castelli è stato individuatocome punto di congiunzione tra le associazioni che si rivol-gono direttamente o indirettamente alla famiglia e gli altriservizi del territorio.

A partire dall'autunno 2005 il gruppo ha deciso di incon-trarsi periodicamente per riuscire ad avere un confrontocostruttivo sui reali bisogni del territorio e ha chiesto diessere formato per poter acquisire strumenti che gli con-sentano di leggere i bisogni del territorio individuando ipunti di forza e le criticità del proprio agire-intervento . Il percorso di condivisione e formazione è approdato nel giu-gno del 2006 ad un evento pubblico, rivolto alle famiglie,che ha voluto essere il primo esempio di comunità acco-gliente. L'evento, infatti, si era posto come obiettivo quellodi far conoscere alle famiglie che sul territorio era presenteun gruppo di associazioni/enti attivi proprio sui temi legatialla famiglia. L'evento è stato pensato per la comunità, met-tendo al centro l'animazione per le famiglie con bambini.

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Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

3.2 Seconda fase di lavoro settembre 2006 - giugno2009

La volontà espressa dal gruppo di lavoro, a settembre2006, è stata quella di continuare a lavorare insieme, permettere in campo azioni concrete per cercare di svilupparequella "comunità accogliente", individuata come bisognocomplesso ed emergente della nostra comunità.Per perseguire questo obiettivo il gruppo di lavoro si èinterrogato su quali potessero essere azioni concrete perpromuovere forme di cittadinanza attiva che potessero con-durre allo sviluppo di nuove forme di solidarietà. Le associa-zioni/ enti hanno deciso di dedicarsi all'accoglienza dellenuove famiglie che si insediano sul territorio dell'Unione Terredi Castelli.L'individuazione di questo progetto ha portato ad una ridefi-nizione:- dei destinatari delle azioni, spostando l'attenzione dalle

famiglie con minori alla famiglia in generale;- del gruppo allargato del progetto12 , alcune associazioni

che avevano aderito alla prima parte del percorso hannodeciso di non partecipare a questa seconda parte. Questadecisione in alcuni casi è stata dettata da motivazioniinterne all'associazione (…"Si è evidenziato in questo per-corso un nostro problema interno, cioè la carenza divolontari disponibili a iniziative come queste che escanodalla quotidianità delle attività dell'associazione "…), inaltri è stata determinata dalla ridefinizione dei destinatari;

- dell'ambito di competenza territoriale delle azioni del pro-getto. Andando, infatti, a sperimentare progetti di acco-

12 Le associazioni che hanno aderito a questa seconda parte del progetto, anche afasi alterne, sono state: Parrocchia di Brodano, Associazione Noè, Parrocchia diMulino, GIN, il Faro, Momo , Insieme a noi tutti, Gruppo Il cammino CESAV,Banca del Tempo di Vignola, Banca del tempo di Spilamberto, AgesciCastelnuovo, Abito di Salomone.

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parte prima

glienza per i neoresidenti si è deciso di lavorare con i sin-goli comuni dell'Unione Terre di Castelli. Perché il comunedi residenza diventi effettivamente Comunità accoglienteè necessario che il progetto venga sposato sia dall'ammi-nistrazione comunale che dalle realtà locali del terzo set-tore, che avrebbero rappresentato in prospettiva punti diriferimento con i quali le nuove famiglie avrebbero potutorapportarsi al bisogno.

Alcune delle riflessione dei volontari:".…Nel secondo round l'attenzione del gruppo, che allaripresa si era alquanto ridimensionato, si è spostato daldisagio interno alla famiglia, al suo disagio esterno, riguar-dante cioè il contesto e l'inserimento della famiglia nellasocietà locale: si parla di accoglienza e solidarietà verso unnucleo familiare che si sposta in un altro luogo.…"

"….Si vivono tempi difficili, ove la crisi del con-vivere e deldialogo sociale non colpisce solo le grandi metropoli, ma haraggiunto anche i nostri Comuni, apparentemente tranquil-li. Si è diffusa l'insicurezza, paura , ambiguità,, e questisentimenti negativi bloccano quelle aperture necessarieper la reciproca conoscenza, si tende a diffidare del diver-so, si tende all'esclusione. Accogliere significa dare aciascuno un posto, uno spazio…."

"....Facciamo tutti parte di una comunità, a tutti piace starebene, e siamo contenti se chi c'è intorno ci accoglie col sor-riso e magari all'occorrenza dimostra un briciolo di solida-rietà...."

La realizzazione di un progetto di questo tipo ha significato

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Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

costruire una sperimentazione su un Comune pilota chepermettesse di arrivare alla definizione di buone prassi chefossero poi esportabili anche sugli altri comuni dell'UnioneTerre di Castelli.Per la stesura e successiva concretizzazione del progettosperimentale il gruppo di progetto ha ritenuto fondamentalefarsi supportare da un facilitatore - ricercatore.Attraverso una serie di indicatori13 della ricerca si è proce-duto all'individuazione del comune pilota che è risultatoessere Savignano sul Panaro. Individuato il comune, si è iniziato il coinvolgimento dellarealtà locale attraverso un incontro tra i referenti istituzio-nali del progetto (Csv, Centro per le Famiglie, ASP) e gliassessori di riferimento del Comune di Savignano, e conle associazioni locali inserendoci all'interno di una riunionedella consulta del volontariato savignanese. Attraverso queste momenti si è cercato di trasmettere ilsenso del progetto "famiglie e solidarietà" e l'obiettivo dellacomunità accogliente, sottolineando l'importanza del coin-volgimento territoriale affinché le azioni di accoglienza chesi sarebbero costruite in via sperimentale non diventasserosolo un intervento sporadico, ma patrimonio e prassi per ilComune.

Si è poi passati alla fase di ricerca e di coinvolgimento deineoresidenti per capire quali fossero i bisogni che si trova-no a vivere nel momento in cui si trasferiscono su un nuovoterritorio.Per effettuare l'analisi dei bisogni si è quindi deciso di rea-lizzare: - focus-group con le persone italiane che nel 2006 sono

state neoresidenti;

13 Gli indicatori sono riportati nel capitolo 1 della seconda parte

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parte prima

- interviste semi strutturate con le persone straniere chesono arrivate a Savignano nel 2003;

- questionari distribuiti all'interno dell'istituto comprensivodi Savignano.

Tutti gli aderenti al gruppo di progetto hanno partecipato allafase di ricerca; dopo essersi formati rispetto allo strumentodei focus-group, i volontari si sono distribuiti i compiti.In particolare i volontari hanno:- svolto il ruolo di osservatori all'interno dei focus; - contattato personalmente le persone invitate ai focus;- realizzato un segno di ringraziamento da lasciare alle per-

sone incontrate durante la fase di ricerca;- lavorato con le associazioni di Savignano nella individua-

zione di prime azioni da realizzare sul Comune.I referenti del gruppo tecnico hanno avuto rispetto ai focusil ruolo di conduttori, rispetto alle interviste quello di inter-vistatori e hanno proceduto insieme al ricercatore alla defi-nizione delle tracce per focus, interviste e questionari.La cura con cui si sono realizzate le fasi della ricerca hafatto si che i neoresidenti recepissero già come primomomento di accoglienza i focus e le interviste.

Dalla fase di ricerca sono emersi dati significativi che sonostati riportati agli amministratori e alle associazioni diSavignano. Questa prima analisi è servita soprattutto aivolontari, supportati dall'amministrazione, per iniziare alavorare sulle prime azioni di accoglienza dei neoresidenti. Un esempio concreto di prima azione di accoglienza, chediscende dal rapporto di ricerca, è stata la realizzazione diuna "mappa" di Savignano per neoresidenti dove sono statiinseriti i punti significativi del paese come ambulatori medi-

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Dalla famiglia ad una comunità accogliente che si fonda sulla solidarietà

ci, associazioni, servizi, scuole, ecc. Questo oggetto viene consegnato, insieme ad un elencodelle iniziative realizzate dalle associazioni locali, come ben-venuto nel momento in cui il cittadino fa richiesta dellaresidenza.Dopo la ricerca e la sperimentazione realizzata sul comunecampione, il gruppo ha deciso di documentare e pubbliciz-zare il progetto per poter esportare anche altrove le "buoneprassi" per l'accoglienza dei neoresidenti che sono stateindividuate durante la esperienza di Savignano.

Alcuni numeri:

associa-zioni

coinvolte

N° diincontri

del gruppotecnico

N° diincontrigruppo

allargato

N°percorsiformativirealizzati

Numerodi ore di

formazio-ne

Da luglio2004 a giugno2006

19 38 20 1 8

Da settembre2006 a giugno2009

11 45 23 2 24

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Page 41: Famiglie e solidarietà

PARTE SECONDAa cura di Fiorella Claudia Rodella14

La ricerca: “Aggiungi un posto a tavola...”

L’accoglienza e l’inserimento delle famiglie neoresidenti nel Comune di

Savignano sul Panaro

14 Psicoterapeuta, formatrice

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Page 42: Famiglie e solidarietà

1. La storia di un percorso

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La storia di un percorso

La ricerca qui presentata s'inserisce nell'ambito del proget-to "famiglia e solidarietà" e rappresenta lo sviluppo di unpercorso rivolto inizialmente alle famiglie con minori che siè poi orientato al tema dell'accoglienza delle nuove famiglieche s'insediano sul territorio dell'Unione di Comuni "Terre diCastelli".L'obiettivo generale del lavoro è di qualificare questa realtàcome comunità accogliente rinsaldando e ampliando il terri-torio attraverso la sviluppo di nuove forme di accoglienzarivolte ai neoresidenti al fine di incoraggiare un loro atteg-giamento positivo verso il nuovo contesto ambientale e ren-dere migliore la percezione degli abitanti verso i nuovi resi-denti.Per orientare le azioni di accoglienza si è effettuato un per-corso che ha visto il coinvolgimento diretto delle famiglieitaliane e straniere neoresidenti in un comune dell'Unione diComuni "Terre di Castelli" al fine di sostenere l'accoglienzadi chi si trasferisce e s'inserisce in un territorio che nonconosce. Per raggiungere quest'obiettivo si è pensato utileavvalersi come modalità d'indagine della ricerca-azione, inquanto questa permette di rinforzare i processi partecipativinella comunità potenziando i "saperi" espressi dagli attoripresenti nel contesto locale. Tramite le metodologie proprie della ricerca sociale sonostate registrate alcune delle rappresentazioni, idee, propo-ste sulla tematica dell'accoglienza da parte dei cittadini diSavignano, territorio scelto, sulla base di alcuni indicatori,come comune "campione". La ricerca-azione ha favoritonella comunità locale la riflessione e la formulazione dieventuali proposte di lavoro inerenti i temi oggetto d'inda-gine.L'obiettivo, infine, sarà quello di aprirsi ad altri comuni ed

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parte seconda

esportare in altre realtà l'esperienza sostenuta e le buoneprassi costruite attraverso la sperimentazione sul primocomune "campione". La ricerca è stata condotta e seguita dal gruppo tecnico15

già formatosi nel progetto allargato "famiglie e solidarie-tà".Tra le prime azioni vi è stato l'avvalersi di un espertoche supportasse e orientasse il percorso progettuale. Inquesta fase obiettivo del gruppo, riunitosi all'incirca concadenza quindicinale, è stato quello di riflettere sulle infor-mazioni via via raccolte, di facilitare lo svolgimento delleazioni previste nelle diverse fasi, di sostenere l'implementa-zione delle singole azioni e soprattutto di coinvolgere etenere in rete tutti gli attori coinvolti nel progetto.

Il progetto è sostenuto finanziariamente dall'Unione Comuni"Terre di Castelli" e dal Centro di Servizio per il Volontariatodi Modena.L'intero percorso è stato possibile grazie al continuo scam-bio e feedback avvenuto con il gruppo delle associazioni divolontariato e di promozione sociale del territorio, con ireferenti politici, con la consulta del Volontariato diSavignano il cui presidente è Mauro Rinaldi. Determinante èstato il coinvolgimento dei referenti politici in particolare diMaurizio Piccinini, vicesindaco di Savignano e assessore alCentro per le Famiglie dell'Unione Terre di Castelli e di MaraBoni assessore alla pubblica istruzione e ai servizi sociali diSavignano;

Ogni fase della ricerca ha visto la partecipazione attiva delgruppo delle organizzazioni del terzo settore che si rivolgonoa minori o famiglie con minori definito "Gruppo allargato"16.

15 Il Gruppo Tecnico è composto da: coordinatore e operatore del Centro per leFamiglie, referente del Centro Servizi cittadini stranieri dell’UTC, responsabile ter-ritoriale di Vignola del CSV di Modena, Figura di Sistema dell’Ufficio di Piano delDistretto di Vignola e referente dell’Associazione LAG.

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La storia di un percorso

Il lavoro integrato e condiviso ha rappresentato una risorsafondamentale per lo sviluppo del progetto e allo stessotempo si è rilevato una "buona prassi" da mantenere nelprosieguo del progetto stesso. Per il gruppo tecnico con-frontarsi con i differenti punti di vista di chi "vive" diretta-mente o indirettamente il territorio, ha rappresentatoun'importante opportunità per implementare un percorsovicino ai cittadini nella consapevolezza che l'individuazionee la costruzione di possibili spazi di accoglienza, necessita,innanzitutto, di ascolto e di un lavoro congiunto, nell'otticadi una progettazione partecipata.L'intero percorso di ricerca-azione, intrapreso nella prima-vera del 2007, si è articolato in tre fasi, ciascuna dellequali con obiettivi e azioni specifici.

1.1 Le fasi della ricerca-azione

1a fase - Esplorativa, ricerca di sfondo

In una prima fase, una volta definiti e condivisi gli obiettivitra gruppo tecnico e "gruppo allargato", si è proceduto conla raccolta e l'analisi del materiale e dei dati socio-demo-grafici relativi a tutti i comuni dell'Unione di Comuni "Terredi Castelli". Attraverso l'analisi di alcuni indicatori è statoindividuato il comune campione su cui sperimentare laricerca, adottando alcuni criteri di valutazione di seguitoesposti.- Flusso migratorio (dati anagrafici pervenuti sui nuovi

iscritti 2006 italiani e stranieri, sul movimento popolazio-ne residente in un anno, sul movimento popolazione stra-niera in un anno)

16 Il "gruppo allargato" è costituito da associazioni di volontariato, di promozionesociale: Faro, GIN, l'abito di Salomone, Scout di Castelnuovo , Momo ," Il cammi-no "Cesav", LAG, Overseas, la banca del tempo di Vignola, Insieme a noi tutti,associazione Noè , parrocchia di Brodano, parrocchia di Mulino, banca del tempodi Spilamberto

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Page 46: Famiglie e solidarietà

parte seconda

- Iniziative di accoglienza rivolte ai neoresidenti realizzatedalle Istituzioni

- Iniziative di accoglienza realizzate da altri soggetti- Associazioni aderenti al progetto presenti sul Comune- Tessuto sociale - associazioni complessive presenti sul

comune (tipologia e numero)- Disponibilità - interesse delle amministrazioni.

In seguito all'analisi dei dati, la scelta del comune campionesi è orientata su Savignano sul Panaro, soprattutto in fun-zione di diversi fattori: la morfologia territoriale (il comune,che si estende lungo la via Claudia appare assai frammenta-to), poche iniziative di accoglienza rivolte ai neoresidenti,l'elevato flusso migratorio sia d'italiani che di stranieri, lapresenza di diverse associazioni aderenti al progetto presen-ti sul comune. Si è deciso, quindi, di sperimentare il percor-so in un comune che necessita di azioni di promozione d'ac-coglienza proprio per le variabili sopra esposte.

2a fase - Coinvolgimento della comunità locale

Una volta definito il comune campione si è passati alla fasedi scelta e costruzione degli strumenti d'indagine. Per regi-strare le percezioni e i bisogni della popolazione italiana estraniera neoresidente a Savignano17 ci si è orientati meto-dologicamente verso l'adozione di diversi strumenti:� focus-group� intervista di gruppo semi-strutturata� questionario

Tenendo conto delle difficoltà legate alla lingua e alle dina-miche di gruppo, si è ritenuto più funzionale rivolgere leinterviste di gruppo alla popolazione straniera, mentre si è

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17 I dati dei neo residenti sono stati forniti dall’anagrafe di Savignano e dal Centrostranieri di Vignola.

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La storia di un percorso

deciso di utilizzare i focus-group con i neoresidenti di nazio-nalità italiana. Infine, per arricchire il bacino dei dati, fon-damentali per lo sviluppo del progetto, si è somministratoun questionario rivolto alle famiglie con bambini che fre-quentano l'Istituto Comprensivo di Savignano I questionarisono stati somministrati presso le Scuole dell'Infanzia "V.Bellini" di Savignano, "Don P. Puglisi" di Mulino, "G. Verdi" -di Garofano, nelle Scuole Primarie"C. Crespellani" diSavignano, "A. Frank" di Formica e nella Scuola Secondariadi 1° grado "G. Graziosi" - Savignano s/P .Questi strumenti metodologici si sono configurati sia comeottime strategie di raccolta d'informazioni che come buoneprassi per un intervento di accoglimento e di conoscenzainiziale. Al gruppo tecnico e "allargato" è stato rivolto un percorsoformativo per affinare la conoscenza su questi strumentianche in vista della realizzazione e della conduzione dialcuni di questi. E' stata, quindi, realizzata la formazionesulla tecnica del focus-group, sull'organizzazione e sullaconduzione dei gruppi, sulla costruzione e conduzione delleinterviste di gruppo.

I focus-group

I focus-group combinano elementi dell'intervista individualee dell'osservazione partecipante collocandosi come tecnicatra le categorie delle interviste di gruppo; pur con una pro-pria specificità si caratterizzano, infatti, per l'esplicito usodell'interazione di gruppo quale strumento per la produzio-ne e la rilevazione d'informazioni riguardanti l'orientamentodegli individui coinvolti su specifiche tematiche, strutturatein uno schema che funge da traccia per la discussione.

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parte seconda

Rappresentano, pertanto, un metodo per la raccolta di daticollettivi prodotti durante un confronto di gruppo focalizzatointorno ad alcuni temi predeterminati dal ricercatore suiquali si vuole far emergere le motivazioni, le credenze, lepercezioni degli intervistati. Le potenzialità della tecnica derivano, quindi, dalle capacitàesplorative insite nella comunicazione interattiva, verbale enon dei piccoli gruppi. L'obiettivo perseguibile non è portareil gruppo verso l'assunzione di decisioni, né ricercarne ilconsenso su un argomento. I focus-group enfatizzano l'o-biettivo di tirare fuori al massimo da ciascun partecipantegli atteggiamenti e le opinioni su un argomento specifico,attraverso un confronto costruttivo.Nel nostro caso un conduttore (facente parte del gruppotecnico del progetto) ha stimolato la discussione in mododa fare emergere le diverse interpretazioni, reazioni emoti-ve, valutazioni critiche rispetto all'esperienza comune divivere da meno di due anni nel comune di Savignano. Ildibattito si è focalizzato su un evento preciso: il trasferi-mento, l'inserimento a Savignano e l'accoglienza percepita.

Ad accompagnare il conduttore vi è stata un'altra figura(del gruppo "allargato") che è quella dell'osservatore il cuiruolo è di annotare "a caldo" atteggiamenti e/o espressioniletterali ritenuti di particolare interesse che possono essereutili ai fini dell'analisi conclusiva dei dati raccolti.Lo strumento è stato costruito secondo criteri rispondentialle esigenze di una conduzione non direttiva del focus-group, atta a promuovere un'interazione libera e vivace tragli intervenuti, per ottenere il massimo dell'informazione. Ilfocus presenta una modalità molto bassa di strutturazionedelle domande, che quindi lascia ampi spazi di libertà d'in-

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Page 49: Famiglie e solidarietà

La storia di un percorso

tervento ai partecipanti.La traccia del focus è stata predisposta secondo uno sche-ma a imbuto: una domanda introduttiva, di carattere moltogenerale sul tema del trasferimento, cui tutti i partecipantisono invitati a rispondere per effettuare un primo giro diopinioni, una panoramica di apertura sul tema proposto;domande legate agli aspetti più significativi dell'inserimentoe dell'accoglienza nel territorio di Savignano:

� Tema del trasferimento� Tema dell'inserimento� Suggerimenti e proposte di miglioramento per una

comunità accogliente

L'organizzazione e la gestione dei focus-group si sono rea-lizzate nel corso di diverse fasi e hanno visto il pieno coin-volgimento del gruppo "allargato".Sono stati organizzati e condotti tre focus-group indirizzatia nuclei familiari italiani residenti a Savignano da non oltredue anni. La realizzazione degli incontri è avvenuta pressola Biblioteca e presso la sede della consulta del Volontariatodi Savignano e si è svolta attraverso diversi momenti.

Si è deciso di indirizzare i focus a nuclei familiari italianiincludendo anche famiglie "atipiche", quindi coppie nonsposate che convivono, famiglie monogenitoriali, famigliesenza figli. Un altro elemento di cui si è tenuto conto per lacomposizione dei gruppi è la variabile territoriale, ossia si èvoluto individuare un gruppo di famiglie che vive nelle areepiù periferiche del comune di Savignano, per verificare seanche la dislocazione territoriale può giocare un ruolo neiprocessi di accoglienza nella comunità.

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Page 50: Famiglie e solidarietà

parte seconda

I tre focus-group realizzati sono stati rivolti ai seguentigruppi:

� Famiglie italiane con figli� Famiglie italiane senza figli� Famiglie italiane (con e/o senza figli) ubicate nelle diver-

se frazioni di Savignano (Mulino, Magazzino, Doccia,Castello, Garofano, Formica)

Una volta individuato il target di riferimento vi è stata l'im-pegnativa fase di reclutamento dei partecipanti. Attraverso idati forniti dall'anagrafe di Savignano sono stati individuatiindirizzi e numeri telefonici delle famiglie da coinvolgere nelfocus. Dopo l'invio di una lettera di presentazione del pro-getto e d'invito a partecipare al focus, alcuni referenti delgruppo "allargato" si sono spartiti il compito di contattaretelefonicamente le famiglie individuate. Sono state contat-tate un centinaio di persone ed hanno partecipato ai trefocus complessivamente in venti. I focus si sono aperti conun buffet di benvenuto organizzato dalle diverse associazio-ni che si sono adoperate anche per la creazione di un gad-get offerto a tutti i partecipanti (un alberello in rame con ilbenvenuto delle associazioni inserito dentro una piantinaaromatica).Infine è stato realizzato un incontro di restituzione, rivoltoa tutti i componenti dei tre gruppi, che si è rilevato un pre-zioso momento dove riflettere sull'esperienza avvenuta edove mettere in circolo pensieri ed elaborazioni a distanzadi un mese. In quest'occasione sono stati riportati gli ele-menti più significativi scaturiti nei diversi focus e i parteci-panti hanno avuto un ulteriore spazio per riferire le proprie

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La storia di un percorso

considerazioni e in alcuni casi anche proposte operative perattuare processi di cambiamento inerenti i temi affrontatinel gruppo del focus.

Le interviste semi-strutturate di gruppo e i questionari

Per coinvolgere anche la popolazione straniera neoresidentenel territorio di Savignano si è ritenuto opportuno utilizzarelo strumento delle interviste di gruppo. Anche in questocaso, come nei focus, si è deciso di rivolgersi alle famigliein senso allargato (coppie conviventi non sposate, con esenza figlie, monogenitoriali). Se per il gruppo delle fami-glie italiane si è utilizzato il criterio di scegliere famiglieresidenti a Savignano da non oltre due anni, per le famigliestraniere si è ritenuto opportuno rivolgersi a nuclei chevivono a Savignano da almeno cinque anni.

Questo perché spesso le famiglie straniere per diversi fatto-ri (tempi lunghi nei ricongiungimenti familiari, faticosaricerca del lavoro, diversi spostamenti ecc) necessitano dipiù tempo per stabilizzarsi in modo definitivo in un territo-rio. La realizzazione delle interviste è stata preceduta dauna lunga fase di analisi e raccolta dei nominativi finalizza-ta alla formazione dei diversi gruppi da intervistare. Il coin-volgimento delle famiglie straniere è stato possibile grazieall'attiva partecipazione del centro stranieri di Vignola.Si è ritenuto idoneo realizzare le interviste nel corso dellafesta organizzata per la ricorrenza di un anno dalla costitu-zione del Forum dei cittadini stranieri.Sono state condotte due interviste rivolte a due gruppicomposti da soggetti provenienti dal Ghana, dalla Nigeria,

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parte seconda

dall'Albania e dal Marocco. Hanno complessivamente parte-cipato quindici persone.

Infine, si è pensato che sarebbe stato utile orientarsi ancheverso i genitori dei bambini che frequentano le scuole diSavignano. E' stato, per questo, somministrato un questio-nario ai genitori delle scuole dell'Istituto Comprensivo diSavignano. Anche il questionario è orientato a indagare latematica dell'accoglienza e dell'inserimento. Tenendo contodella presenza di molti genitori stranieri il questionario èstato tradotto in tre lingue: inglese, arabo, albanese.Grazie alla proficua collaborazione del dirigente scolastico edelle insegnanti dell'Istituto Comprensivo di Savignanosono stati somministrati 900 questionari e ne sono statiraccolti compilati 409 questionari. L'elaborazione è avvenu-ta attraverso l'analisi SPSS.

3a fase - Diffusione dei risultati verso l'intera comuni-tà locale

L'ultima fase, di cui la stesura del presente lavoro è unrisultato, prevede di diffondere e condividere le riflessioni ele proposte emerse dal progetto attraverso la realizzazionedi un convegno che si svolgerà nell'ottobre del 2009 e chevedrà coinvolti tutti gli attori che hanno partecipato al lavo-ro, oltre che la presenza di relatori esperti, anche di rile-vanza nazionale, in tematiche di sviluppo di comunità epolitiche del welfare.

Infine, obiettivo del progetto stesso è quello di implementa-re e diffondere le "buone prassi" costruite e realizzateattraverso la sperimentazione sul comune di Savignano

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Page 53: Famiglie e solidarietà

La storia di un percorso

anche ad altre realtà territoriali dell'Unione di Comuni"Terre di castelli".

Per concludere, si evidenziano alcune criticità, che sul pianometodologico si sono riscontrate e che possono essere frut-to di riflessione per una loro revisione al fine di migliorare eimplementare prassi che si rinforzano proprio grazie allasperimentazione. Una criticità ha riguardato lo strumentodelle interviste di gruppo agli stranieri.

Questo strumento, che prevedeva una schematizzazionedelle domande, in realtà ha portato a semplificare in modoeccessivo i contenuti emersi e non sempre ha permesso distimolare la discussione tra i partecipanti. Per ovviare aquesto limite si potrebbe ipotizzare di adottare lo strumen-to del focus-group anche con la popolazione straniera.Un'altra difficoltà ha riguardato la fase di reclutamento deipartecipanti al focus, quindi la selezione dei nominativi e laricerca dei numeri telefonici e degli indirizzi. Tale proceduradovrebbe essere semplificata, attraverso strategie che por-tino ad abbreviare i tempi grazie ad un lavoro maggiormen-te integrato e congiunto fra Istituzioni e attori coinvoltinella ricerca.

1.2 Uno sguardo al contesto della ricerca: ilComune di Savignano sul Panaro

Un territorio antico, una popolazione che cambia

Il territorio comunale di Savignano, attraversato e collegatodall'antica via Claudia, è posto tra la collina e l'Appenninoemiliano e si sviluppa lungo il fiume Panaro. Si trova nella

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parte seconda

Provincia di Modena e conta circa 9.300 abitanti18, che sisuddividono tra il capoluogo e le frazioni di Garofano,Formica, Mulino, Magazzino, Doccia, Castello. Comprende anche un borgo medievale, che si trova amonte del capoluogo ed è stato recentemente ristrutturatoe riqualificato.

La popolazione residente nel Comune di Savignano apparein continua crescita, in particolare grazie all'apporto dei cit-tadini stranieri che compensano il diffuso calo delle nascitecaratterizzante l'andamento demografico italiano, sostenen-do l'economia del territorio e arricchendone la cultura connuove prospettive, lingue, esperienze che provengono daPaesi comunitari e non.Certamente, la presenza dei cittadini stranieri richiede unosforzo al territorio e alla sua amministrazione, in termini diservizi per la loro accoglienza e integrazione, ma contribui-sce, con una popolazione particolarmente giovane, al soste-gno dei costi del welfare, e dei servizi (si pensi al diffusofenomeno delle assistenti famigliari, le cosiddette 'badanti')messo alla prova da una popolazione sempre più bisognosadi intervento (a causa della forte incidenza di persone dietà sempre più avanzata, della crescente domanda di servi-zi per l'infanzia, della destrutturazione dei percorsi biografi-ci e lavorativi, ecc.19).

L'incidenza della popolazione straniera si attesta aSavignano, nel 2006, a poco meno del 10%, ed è cresciuta(secondo i dati forniti dal Centro stranieri), negli ultimi 3anni, di circa 3 punti percentuali rispetto al totale dellapopolazione residente. Di questi cittadini, circa un terzo è

18 Dal sito del Comune di Savignano www.savignano.it, per la precisione si tratta di 9.334 abi-tanti al 31 luglio 2008.19 Cfr., ad esempio, Beltotto G. e Giojelli G., 2007, I nuovi poveri. Storie di ordinaria emargina-zione nell'Italia di oggi, Piemme, Casale Monferrato (AL); Bifulco L. (a cura di), 2005, Le politi-che sociali. Temi e prospettive emergenti, Carocci, Roma.

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costituito da minori, a indicare che si tratta di un'immigra-zione composta in parte significativa da famiglie. Appareimportante sottolineare tale caratterizzazione del fenomenomigratorio che interessa Savignano, in quanto ciò incidenon solo sulla percezione della popolazione locale, che puòsentirsi più "'sicura" in presenza di nuclei famigliari conbambini (piuttosto che, ad esempio, di un'immigrazioneprevalentemente maschile), ma anche sulla creazione di unlegame più stabile e sereno dei cittadini stranieri stessi conil territorio, con il lavoro, con i servizi.

Le nazionalità di provenienza più rilevanti nel Comune sonoquella Marocchina, quella Albanese e Ghanese.Tuttavia, non solo gli stranieri scelgono Savignano comepropria residenza: cittadini provenienti da altre Regionid'Italia, ma anche da altre città dell'Emilia stessa, optanoper questo Comune in quanto parte di un distretto produtti-vo che offre opportunità lavorative rilevanti, servito dabuoni collegamenti con centri abitati più ampi, con un costoper l'abitazione più contenuto rispetto ad altri Comuni deidintorni e, non in ultimo, immerso nel verde.

Un'economia di … sapori "d'eccellenza"

La posizione collinare e la presenza del fiume, hanno con-sentito lo sviluppo di una fiorente economia agricola e ditrasformazione dei suoi prodotti.Dai vigneti coltivati nella zona si ricavano ben 11 vini doce l'aceto balsamico, tipico del modenese, mentre i fruttetioffrono susine, albicocche, ciliegie, pere, mele. Inoltre, il territorio fa parte della zona d'origine delParmigiano-Reggiano, che ospita l'allevamento di bovini

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e caseifici aderenti al prestigioso Consorzio, ed aderisce aiConsorzi del Prosciutto di Modena e della Ciliegia edella Susina tipica di Vignola.Un ruolo non secondario per l'economia del contesto è svol-to dalla piccola industria e dall'artigianato;da segnalareanche la presenza di un settore terziario in via di sviluppo.

La particolare posizione geografica, posta tra Modena eBologna, tra la pianura e la montagna, e lo sviluppo di unaimportante economia agricola, hanno consentito al Comunedi Savignano di far parte della Strada dei Vini e deiSapori Città Castelli Ciliegi, il primo itinerario enogastro-nomico dell'Emilia Romagna che offre un viaggio alla sco-perta di luoghi e prodotti tipici ed antichi.

Il Comune di Savignano ospita anche il mercato cittadino,che si tiene il venerdì mattina presso la piazza Falcone edove confluiscono i vari prodotti dell'agricoltura locale e nonsolo, e che costituisce un'occasione d'incontro e socializza-zione, in particolare per le donne e la popolazione piùanziana.

I Comuni di Modena e Vignola, che distano poche decinedi chilometri, rappresentano centri di attrazione significativiper gli abitanti di Savignano, sia dal punto di vista lavorati-vo, per la presenza di una rilevante economia industriale edi terziario, che per la popolazione giovane, la quale vi sireca per accedere agli istituti scolastici superiori, ma anchealla ricerca di luoghi di svago, shopping e divertimento.

In tal senso, un ruolo chiave è svolto dalla linea ferroviariaBologna-Vignola che collega i tre Centri tra loro e il

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Capoluogo di Provincia e dalla via Claudia, che consenterapidi spostamenti con mezzi pubblici e privati.Cosa offre il territorio alle famiglie: servizi, iniziative, luoghid'incontro e … nuovi progetti!

Visti gli obiettivi della ricerca, si propone di seguito unadescrizione, sintetica e senza pretesa di esaustività, delleprincipali opportunità offerte dal territorio e dei luoghi chefavoriscono l'integrazione e la socializzazione della popola-zione locale e in particolare delle famiglie, oggetto specificodella presente ricerca.

Il Municipio di Savignano si trova sulla via Claudia, alcentro del Capoluogo, un'area in cui sono in atto significati-vi lavori di risistemazione che prevedono anche la realizza-zione di una nuova piazza e un'area verde, arredate per lasocializzazione dei cittadini e delle famiglie, uno spazio per ipiù piccoli, dotato di giochi e protetto dal traffico, nuoviparcheggi e accorgimenti strutturali per agevolare l'accessoal centro e ai servizi comunali qui situati (l'Anagrafe,l'Ufficio scuola, ecc.).

Nel territorio comunale si trovano un nido per l'infanziacomunale che ha sede nella frazione di Doccia e l'IstitutoComprensivo che include però anche le scuole extracomu-nali di Marano.L'Istituto comprende quattro scuole dell'infanzia, di cui tresono situate a Savignano, Mulino e Garofano e una aMarano, tre Scuole Primarie a Savignano, Formica e Maranoe due Scuole Secondarie di 1° grado ubicate a Savignano ea Marano.Per l'istruzione di grado superiore, grazie ai collegamenti

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ferroviari e stradali e ai servizi di trasporto pubblico, iragazzi e i giovani possono far riferimento alle strutture diVignola, Modena e Bologna.

Il territorio offre attività ludico/formative rivolte ai bambinie ai giovani. L'associazione di volontariato il Faro svolgeattività di doposcuola formativa e ludico, rivolta a minoriche frequentano la scuola elementare, mentre le diverseparrocchie del Comune organizzano campeggi estivi perragazzi.

Tra i servizi offerti dal Comune, particolarmente rilevantisono quelli culturali, i musei, la biblioteca e il teatro, chedanno ai cittadini la possibilità di partecipare a mostre edeventi organizzati dal Comune stesso o da associazioni cul-turali locali. La nuova sede della scuola materna di Mulinoospita una sala civica, dove si tengono incontri e seminariculturali.

La Biblioteca, che fa parte del sistema interbibliotecarioche la collega alle omologhe strutture dei Comuni limitrofi,offre, oltre al servizio di consultazione e prestito di libri peradulti e ragazzi, il servizio di emeroteca e postazioni infor-matiche con possibilità di accesso al web. Inoltre, è unospazio che ospita incontri culturali, laboratori e conferenze. È in progetto la realizzazione di una nuova struttura cheospiti la biblioteca in locali nuovi e più spaziosi, che con-sentano una migliore fruibilità e l'ampliamento dei serviziofferti.

Il Teatro comunale La Venere propone spettacoli teatrali,musicali, cinematografici ed eventi culturali di vario genere,

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come il concerto di Capodanno e la manifestazioneCinefestival.doc, alla sua seconda edizione, che si svolge aSavignano e nei comuni limitrofi prevedendo mostre atema, proiezioni, appuntamenti con artisti.

Un evento molto sentito dalla popolazione di Savignano è lafesta della "Lotta per la Spada dei Contrari".L'Associazione Borgo Castello, con il Patrocinio del Comunedi Savignano, organizza la tradizionale festa savignaneseogni terza domenica di Settembre. Tale evento, che rievocaun fatto realmente accaduto nell'anno 1409, coinvolge atti-vamente tutte le frazioni e ha una forte risonanza nel con-testo locale.

Il Comune dispone anche di strutture sportive, dove ven-gono realizzate varie attività dalle associazioni sportivelocali e che possono essere utilizzate, con un modesto con-tributo, individualmente o da gruppi che ne fanno richiesta.Si tratta di una piccola palestra situata presso la Scuolaelementare di Doccia, la palestra di Formica, di maggioridimensioni, una pista di pattinaggio, un centro sportivo condue campi di calcio.Un ampio centro sportivo con campi di calcio, la piscina e unampio parco attrezzato è in progetto nella frazione Doccia.

Significativa la presenza di piste ciclabili che attraversanoil territorio comunale per tutta la sua lunghezza, collegandole frazioni e il capoluogo, e che consentono un attraversa-mento agevole e sicuro, a piedi o in bicicletta. La costruzio-ne di queste infrastrutture ha anche incrementato le possi-bilità di accesso degli abitanti delle frazioni ai servizi ed alleopportunità situate nel capoluogo e viceversa.

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Tra le proposte del Comune per la trasformazione del terri-torio, di particolare interesse appare l'iniziativa, recente-mente avviata, per la realizzazione di un percorso di pro-gettazione partecipata per la riqualificazione delfiume Panaro. Obiettivo di questa iniziativa è, infatti,quello di coinvolgere la cittadinanza nello sviluppo e nellacura del contesto locale, con un intervento di rinnovoambientale più adeguato alle necessità locali e coerente conl'idea del territorio che ne hanno i suoi stessi abitanti.

Gli stranieri che vivono a Savignano fanno riferimento alCentro stranieri di Vignola per una serie d'iniziative e servi-zi che puntano a sostenere i percorsi d'integrazione socialedi questi nuovi abitanti, valorizzandoli in quanto risorsa perl'economia e la cultura del territorio.

"Savignano", il periodico d'informazionedell'Amministrazione comunale, giunto al suo ventesimoanno di pubblicazione, appare un mezzo utile ad informaree coinvolgere le famiglie nelle iniziative che si svolgono sulterritorio, mentre il sito www.savignano.it, benché chiaro efunzionale, appare in via di allestimento, alcune "voci",infatti, sono prive di contenuti o non aggiornate.

Diverse sono anche le parrocchie ubicate nelle frazioni delComune che svolgono varie attività. Vengono organizzatefeste di parrocchia come la festa della Beata VergineAssunta a Castello nel Borgo vecchio, la festa della parroc-chia di Sant'Antonio a Mulino, la festa della parrocchia diFormica.

La consulta del Volontariato ha sede a Savignano presso il

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centro Polivalente di Savignano centro. Il centroPolivalente, che si trova adiacente alla piazza Falcone, è unluogo di ritrovo molto frequentato soprattutto fra i giovani.

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2. Il questionario: uno strumentodella ricerca partecipata

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Come riportato nel paragrafo metodologico, il questionarioha avuto come destinatari i genitori dei bambini frequen-tanti le scuole d'infanzia, la scuola primaria e secondaria diprimo grado site nel Comune di Savignano. Lo strumento dirilevazione è stato pensato e costruito in modo partecipatodal "gruppo di lavoro'"condotto da un esperto. Tale gruppo ha avuto, nell'elaborazione dell'intervista, dueobiettivi:- in primo luogo, quello di conoscere il punto di vista dellapopolazione locale su alcuni temi quali l'integrazione sociale,l'intensità dei legami tra i cittadini sul territorio e col territo-rio, l'accoglienza dei nuovi abitanti nel Comune, il ruolo deivari soggetti, pubblici e privati, che possono intervenire afacilitare e potenziare relazioni formali ed informali;- in secondo luogo, quello di raccogliere proposte e suggeri-menti che possono essere attuati per migliorare la coesionesociale tra le persone e le famiglie che vivono in questi luo-ghi, in particolare, e coerentemente col progetto complessi-vo all'interno del quale si inserisce l'azione di ricerca, quellecon figli in età scolare. Da qui la scelta di intervistare igenitori con figli 3-14 anni.

Il questionario è stato strutturato come segue:- una prima parte ha raccolto dati socio-anagrafici sullacomposizione delle famiglie, sull'occupazione dei genitori,sul loro titolo di studio, ecc., così da tracciare un"ritratto"degli intervistati;- una seconda parte comprendeva una serie di domande chemiravano ad esplorare il tema dell'integrazione sociale tra icittadini del territorio, chiedendo loro di indicare le propriefrequentazioni, abitudini, luoghi di socializzazione, ecc.;- una terza parte ha riguardato l'accoglienza dei nuovi abi-tanti, italiani e stranieri, che si sono trasferiti nel Comune,

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puntando a ricostruire il loro percorso tra i servizi, i rappor-ti con gli altri cittadini di Savignano, i luoghi che frequenta-no, ecc.; questa sezione del questionario è stata sommini-strata esclusivamente alle persone che hanno dichiarato diprovenire da altri contesti abitativi;- infine, si sono raccolti i suggerimenti dei cittadini permigliorare e potenziare l'integrazione e la capacità di acco-glienza del territorio.

Sono stati consegnati ai ragazzi delle scuole site nelComune di Savignano 900 questionari, di questi ne sonostati compilati e riconsegnati 409, con una percentuale direstituzione del 45,4%. Al fine di coinvolgere nell'indagineanche le famiglie immigrate dall'estero, l'intervista è statatradotta nelle principali lingue straniere diffuse sul territo-rio: arabo, inglese e albanese.

2.1. L'analisi socio-anagrafica: il "profilo" deigenitori intervistati

I dati raccolti attraverso i questionari consentono innanzi-tutto di tracciare un "ritratto" degli intervistati.Chi li ha compilati sono state in gran parte le madri, cherappresentano il 70% dei rispondenti, mentre il 30% circa èstato compilato dai padri dei bambini frequentanti le scuoleper l'infanzia, la scuola primaria e secondaria di primogrado di Savignano.

La ricerca, concentrandosi sui temi dell'integrazione e del-l'accoglienza, ha cercato di coinvolgere in modo significati-vo anche i cittadini stranieri per raccogliere il loro punto divista in proposito, riuscendo a raggiungerne una percentua-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

le significativa, anche grazie alla traduzione del questiona-rio in alcune delle lingue straniere diffuse sul territorio. Rispetto allo Stato di provenienza, oltre il 17% degli intervi-stati dichiara di essere nato all'estero, dato che mostra unabuona partecipazione di questi cittadini all'indagine. Questapercentuale è, infatti, più alta del più complessivo tasso diincidenza della popolazione immigrata straniera sul territoriocomunale (che si attesta intorno al 10%), anche perché icittadini stranieri appartengono tendenzialmente alle classid'età più giovani che hanno in gran parte figli in età scolare(si ricorda, infatti, che i minori stranieri rappresentano circaun terzo dei cittadini immigrati in questo contesto).

Dei 409 questionari ricevuti indietro, 330 sono stati compi-lati da genitori di provenienza italiana, 79 da cittadini diorigine straniera (di cui 62 nella lingua madre e 17 inItaliano). La maggior parte di essi proviene da paesi noncomunitari, europei o africani e le nazionalità più rappre-sentate sono quella marocchina (26 genitori), albanese (25genitori), ghanese (12 genitori); i cittadini comunitari sono7, in prevalenza romeni.

Tra le famiglie italiane è stata più spesso la madre a compi-lare il questionario, in quasi quattro casi su 5, mentre traquelle straniere prevale la figura del padre, che si è occu-pato del questionario in 3 casi su 5.

Com'era facile prevedere, considerando che si tratta digenitori con figli in età scolare, gli intervistati appartengonoad una fascia di popolazione relativamente giovane: lafascia più ampia, oltre il 60% degli intervistati, ha un'etàcompresa tra i 34 e i 43 anni; quasi il 27% ha tra i 44 e i

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54 anni; mentre la fascia più giovane, tra i 24 e i 33 anni,è quella più ristretta: è rappresentata, infatti, da circal'11% dei rispondenti. Si conferma, anche per Savignano,la tendenza ad avere dei figli in età non troppo giovane.

A tal proposito, i dati evidenziano una significativa differenzatra le famiglie italiane e quelle straniere: tra i genitori italianiche hanno compilato il questionario, circa uno su quattro(25,6%) ha un età compresa tra 45 e 54 anni, i 2/3 di essiha tra i 34 e 43 anni (66,3%) e meno di uno su 10 (l'8,1%)ha tra i 24 e i 33 anni; tra i genitori stranieri, invece, la fasciad'età più giovane comprende ben oltre un quarto di essi(28,1%), quella mediana raggiunge quasi la metà (48,5%),quella più matura non arriva ad un quarto (23,4%).L'analisi mostra che l'aggregato presenta caratteristichesimili a quelle emergenti in altri studi: le coppie di originestraniera probabilmente tendono ad avere figli in più giova-ne età rispetto agli italiani.Il grafico sottostante mostra la distribuzione dei genitoriincrociando l'età ed il luogo di nascita.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Si è, inoltre, chiesto ai genitori di indicare il numero dei proprifigli: emerge che la maggioranza delle famiglie, circa la metà,ha due figli (50,7%), il 22% ha tre o più figli ed il restante27% circa dei nuclei, oltre un quarto, ha un unico figlio.I nuclei con un unico figlio sono in larga parte italiani: 90,4%. Tra le famiglie italiane, infatti, più di tre coppie su dieci(31,3%) hanno un solo figlio, oltre la metà di esse (53,2%)ha due figli e circa una su sei (15,6%) ha tre o più figli. Trale famiglie straniere, la situazione è piuttosto differente: inuclei con un unico figlio sono poco più di uno su sei(15,9%), più di 4 su dieci di essi (44,4%) ne hanno due equasi quattro su dieci (39,7%) ne hanno tre o più. Il seguente istogramma aiuta a visualizzare tale distribuzione.

I dati finora rilevati rispetto alle famiglie straniere induconoad osservare che, come da più parti evidenziato, in un

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Paese in cui la speranza di vita continua a crescere e lefasce d'età più anziane sono sempre più ampie rispetto aquelle più giovani20, se si vuole conservare l'attuale livello diprotezione sociale assicurato dal sistema di welfare state(sistema pensionistico, scolastico, servizi sociali e sanitari),la presenza delle famiglie straniere rappresenti un irrinun-ciabile risorsa per il presente e per il futuro. Infatti, inprimo luogo, si tratta di persone tendenzialmente giovani,in età da lavoro, che quindi contribuiscono attualmente acreare le risorse necessarie alla realizzazione dei servizi; insecondo luogo, hanno generalmente figli in giovane età edin numero significativo, e ciò ricondurrà in futuro ad unmiglior equilibrio demografico tra la popolazione attiva equella delle due fasce d'età non produttive e maggiormentebisognose di cure ed assistenza, i bambini e, soprattutto, inumerosi anziani.

I cittadini stranieri, tuttavia, rappresentano una minoranzadelle persone che si sono trasferite a Savignano. Complessivamente, tra gli intervistati meno di un terzo, il30%, è nato in questo Comune. Il 70% circa l'ha sceltocome propria "dimora" e questi "nuovi" cittadini sono ingran parte italiani provenienti da altri Comuni, come si èvisto, infatti, poco più del 17% dei genitori è nato all'estero.In seguito, nella sezione relativa allo specifico tema dell'ac-coglienza, si approfondiranno le ragioni di questa scelta daparte degli intervistati. Tuttavia, si può fin d'ora osservare come, coerentemente colresto della Regione, il contesto mostri un'alta "attrattività"verso l'esterno, che appare connessa a vari fattori: probabil-mente ad un'economia sviluppata e florida che richiedemanodopera, alla vicinanza ed al buon collegamento con

20 ISTAT, 2008, Rapporto Annuale. La situazione del paese nel 2007, Roma.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

centri cittadini di produzione e servizi più ampi - comeVignola, Modena e Bologna -, alla caratterizzazione rurale diun contesto abitativo immerso nel verde e con costi contenu-ti rispetto ad altri Comuni. Si tratta di un luogo che consentedi usufruire al contempo dei benefici della campagna, per lasalute ed uno stile di vita più tranquillo e sano, e le opportu-nità lavorative ed i servizi dei centri di più ampie dimensioni.

Il grafico sottostante evidenzia come l'aggregato analizzatosia composto in parte largamente preponderante da perso-ne provenienti da altri contesti abitativi, indicando anche ilperiodo in cui è avvenuto il loro trasferimento.Una percentuale rilevante degli intervistati, quasi il 30%,dichiara di essersi trasferito nel Comune di Savignano dapiù di 10 anni, il 25%, quindi un quarto, lo ha fatto tra 4 e10 anni fa, e 'solo' il 16% vi è giunto da meno di 4 anni. Sitratta, quindi, di una popolazione in maggioranza ormaistabile sul territorio.

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Per completare il 'profilo' dei genitori intervistati, si è poichiesto loro di indicare il proprio titolo di studio e la propriasituazione lavorativa, per poter meglio, in seguito, com-prenderne le abitudini, le frequentazioni, le esigenze.

Trattandosi di una popolazione complessivamente giovane,non stupisce tanto la rilevante percentuale di laureati e contitoli post-laurea (quasi l'11% dei rispondenti) e dei diplo-mati presso scuole superiori o professionali (oltre un terzo iprimi ed un sesto i secondi, per una percentuale totale pariquasi alla metà degli intervistati), quanto il dato riferito achi non ha completato il percorso della scuola dell'obbligo eche compone il 5% degli intervistati. Questo 5% è compo-sto da 19 persone, in larga maggioranza uomini (il 68%circa) e stranieri (quasi il 73%). Quasi il 32%, infine, hacompletato la scuola dell'obbligo conseguendo il diploma discuola media inferiore, il 3% circa dichiara di possedere unaltro titolo di studio.

Il seguente grafico sintetizza visivamente quanto emersoriguardo al titolo di studio dei richiedenti.

Ancora riguardo al titolo di studio, si rileva subito una con-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

notazione di genere. Le donne appaiono tendenzialmentepiù colte degli uomini: al crescere del titolo di studio,aumenta la percentuale di donne che lo detengono, conuna lieve flessione rispetto ai laureati, per i quali torna acrescere la frequenza degli uomini, pur rimanendo maggio-re il numero delle donne in possesso dei titoli di studio piùelevati. Il grafico sottostante evidenzia tale tendenza, ripor-tando anche i valori percentuali per entrambi i generi.

Le indicazioni raccolte sulla posizione lavorativa degli intervi-stati risente, ovviamente, della composizione prevalentemen-te femminile dei rispondenti: la maggioranza degli intervista-ti, oltre l'80% è occupato, l'8% è disoccupato, più del 7% èuna casalinga, il 4% circa è pensionato, studente o altro.

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Si è poi chiesto agli occupati di indicare il tipo di professionesvolta: le percentuali più rilevanti riguardano gli operai(oltre il 23%) e gli impiegati (26%) che insieme raggiungo-no quasi la metà degli occupati, ad essi si sommano gli altrilavoratori dipendenti, come gli operatori sanitari, gli inse-gnanti, ecc., che rappresentano un altro quarto dei lavorato-ri (25%). I lavoratori autonomi, come commercianti, artigia-ni e liberi professionisti, compongono un quinto circa, il 21%dei rispondenti. Un residuale 5% svolge altre professioni chenon ha ritenuto far rientrare nelle suddette categorie.Il seguente grafico indica la composizione percentuale degliintervistati rispetto alla professione svolta.

Incrociando i dati sulla professione dei genitori con quellisulla provenienza, emergono notevoli differenze all'interno

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

dell'aggregato (l'istogramma più in basso aiuta a visualiz-zarle): lavorano come operai il 16% degli italiani e quasi il62% degli stranieri intervistati; circa un terzo degli italianisvolge professioni impiegatizie, mentre nessuno stranieroindica questa come propria attività; un ulteriore 30% circadegli italiani svolge un altro lavoro da dipendente (inse-gnante, operatore sanitario, ecc.), opzione indicatadall'8,5% dei genitori stranieri; nel lavoro autonomo preval-gono leggermente gli stranieri (23% circa a fronte di un22% tra gli italiani), tuttavia, analizzando più nel dettaglioquesta categoria, si possono osservare notevoli differenzia-zioni al suo interno: nessuno straniero svolge la professionedi dirigente, a fronte di uno 0,4% di italiani; anche i liberiprofessionisti sono in prevalenza italiani (il 7,6%, mentre il2,1% degli stranieri svolge questa attività); lo stesso dicasiper i commercianti: il 3,8% degli italiani e il 2,1% deglistranieri; la situazione si capovolge per gli artigiani, inmaggioranza stranieri: quasi il 20% si occupa di questo tipodi attività, a fronte del 10% degli italiani. Le professioni dalle quali i lavoratori stranieri appaionoancora esclusi sono, in sostanza, quelle di dirigente e diimpiegato, mentre offrono un supporto più che significativonell'ambito dell'industria e in quello dell'artigianato, rilevan-ti settori dell'economia del territorio.

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Per comprendere meglio lo stile di vita delle famiglie ogget-to di indagine, si è poi provato a ricostruire i percorsi quoti-diani dei genitori per raggiungere la propria attività lavora-tiva: emerge a tal proposito che oltre un quarto di essi(26,4%) lavora nella stessa Savignano, una rilevante mag-gioranza (73,6%), quindi, lo fa in un altro Comune.

Gli uomini tendono a spostarsi per lavoro un po' più fre-quentemente delle donne: il 16,5% di essi lavora nel pro-prio Comune di residenza, mentre l'83,5% svolge la propriaattività lavorativa in un altro luogo. Le percentuali riferitealle donne non sono troppo dissimili: il 30,5% di esse lavo-ra a Savignano, il restante 69,5% lavora fuori.Inoltre, sono più spesso gli stranieri a spostarsi per lavoroin un altro Comune: oltre l'82% di essi lo fa, a fronte di un72% circa degli italiani. La differenza è di 10 punti percen-tuali, quindi non trascurabile.Si evince che, probabilmente, è l'intera popolazione diSavignano ad essere molto mobile, essendo le fasce d'etàindagate quelle in età lavorativa e quindi tendenzialmentepiù inclini a spostarsi.

Si è quindi chiesto ai genitori quale sia il mezzo principalecon il quale sono soliti raggiungere il proprio luogo di lavoro. Ciò che si evidenzia in modo consistente è la prevalenzaassoluta dell'utilizzo di mezzi di trasporto privati, come l'au-tomobile ed il motorino, indicati dall'85% circa degli intervi-stati; poco più del 5% dichiara di vivere molto vicino alproprio luogo di lavoro o comunque di raggiungerlo a piedio in bicicletta. Una percentuale ridottissima dei rispondenti,appena più del 2%, utilizza i mezzi pubblici, sebbene il ter-ritorio disponga sia del servizio ferroviario e sia del traspor-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

to pubblico su gomma. L'1% degli intervistati combina piùmezzi di trasporto; infine, il 7% circa indica 'altre' modalitàdi spostamento (utilizzo di mezzi aziendali, svolgimento diattività a domicilio, ecc.).

Non emergono differenze di genere rilevanti nel mezzo dispostamento scelto per andare al lavoro.

Confrontando le scelte di italiani e stranieri si osserva come:i primi si spostino leggermente più spesso in macchina (ivalori registrati sono rispettivamente 85,5% e 79,6%), apiedi o in bicicletta (5,9% per gli italiani e 4,5% per gli stra-nieri), i secondi col trasporto pubblico (1,6% per gli italianie 4,5% per gli stranieri) o utilizzando più modalità (0,8%per gli italiani e 2,3% per gli stranieri). Indicano altre possi-bili soluzioni il 6,2% degli italiani ed il 9,1% degli stranieri.

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Tra chi lavora in un Comune diverso da Savignano prevale digran lunga la scelta del mezzo di trasporto privato: più di 9genitori su 10 (il 93,7%) utilizzano la macchina o il motori-no, 3 su 100 (2,9%) prendono i mezzi, infine, 1 su 100 uti-lizza più modalità e due su 100 (il 2,4%) rispondono 'altro'.

Anche tra chi lavora nello stesso Comune di residenza lamaggioranza si sposta con messi privati: due su tre terzi (il66,6%) si recano al lavoro in macchina o motorino, due sudieci (il 20%) lo fanno a piedi o in bicicletta (si ricorda chele frazioni sono collegate da una pista ciclabile), circa unosu 10 (13,4%) indica 'altro' (lavoro a domicilio, ecc.).

Probabilmente occorrerebbe comprendere le ragioni di unricorso tanto ampio al mezzo di trasporto privato, se sivuole incentivare uno stile di vita maggiormente orientatoal rispetto dell'ambiente.

2.2 Il tema dell'integrazione: i legami all'internodella comunità

Come già segnalato, la seconda parte del questionario com-prendeva una serie di domande orientate ad esplorare iltema dell'integrazione sociale: si è cercato di ricostruirequali siano le relazioni tra i cittadini del territorio, chieden-do loro di indicare le proprie frequentazioni, abitudini, luo-ghi di socializzazione e soddisfazione per essi.

Si chiedeva innanzitutto ai genitori di indicare se frequen-tassero luoghi di socializzazione situati nel proprio Comune:sono poco più di due su 5 (il 41,3%) a rispondere afferma-tivamente, quasi tre su quattro (il 58,7%), quindi, dichiara-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

no di non frequentarli. Subito appare evidente la connota-zione di genere delle abitudini in tal senso, in questo caso afavore delle donne: tra gli uomini, infatti, è il 38% circa arispondere positivamente, a fronte del 43% delle donne.

Più interessante appare la lettura delle risposte a questadomanda incrociata con l'età dei genitori. In questo caso, siosserva, in modo piuttosto evidente tanto quanto forse sor-prendente, come al crescere dell'età aumenti la frequenta-zione di luoghi di aggregazione nel Comune.

Probabilmente si immagina che le fasce d'età più giovanitendano ad avere una vita fuori casa maggiormente attiva, inrealtà i dati mostrano che i genitori con un'età tra 24 e 33anni solo nel 35% dei casi rispondono affermativamente, afronte del 41,2% dei 34-43enni e del 48,4% dei 44-54enni.Purtroppo le informazioni raccolte con il questionario non ciconsentono di approfondire le relazioni significative con luo-ghi e persone specificamente per questa fascia d'età. Ècomunque lecito ed opportuno porsi un interrogativo inte-ressante rispetto agli obiettivi della ricerca: Savignanodovrebbe potenziare i servizi e le iniziative rivolte a questafascia d'età, così da stimolare i più giovani a svilupparerelazioni e legami più solidi con il territorio ed i suoi abitanti?

Ovviamente si tratta solo di uno spunto di riflessione, cherimane qui senza risposta e che si propone ad uso di chi hala preoccupazione del futuro 'capitale sociale' di questocontesto.Il seguente grafico visualizza l'andamento percentuale deifrequentanti21 i luoghi di socializzazione di Savignano inbase all'età.

21 Sono riportati nel grafico solo le percentuali relative ai rispondenti affermativa-mente alla domanda: Nel suo tempo libero frequenta luoghi di aggregazionepresenti nel suo comune di residenza?

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parte seconda

Qualche differenza emerge, come era prevedibile, anche traitaliani e stranieri: a rispondere affermativamente allarichiesta sulla frequentazione di luoghi di socializzazionesono il 45,7% di chi dichiara di essere nato in Italia ed il31,2% delle persone nate all'estero.

Particolarmente interessante sembra l'incrocio tra le per-centuali relative ai frequentanti i luoghi di socializzazione eil periodo di trasferimento nel Comune: si osserva infatticome al crescere del periodo di permanenza a Savignano,aumenti il numero delle persone che frequentano i luoghi disocializzazione qui situati.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Se tra chi risiede sul territorio da meno di 4 anni, poco più diun genitore su quattro (28,3%) frequenta i luoghi di aggre-gazione e socializzazione sul territorio, si arriva a uno su tre(33,3%) tra chi vi si è trasferito da più di 4 anni; la percen-tuale cresce a due persone su cinque (41,1%) tra chi vi sitrova da più di 10 anni ed arriva alla maggioranza assoluta,quasi tre rispondenti su cinque (57,1%) tra chi vi è nato.Appare quindi piuttosto evidente come il processo di inte-grazione richieda tempo ed avvenga con gradualità: colpassare degli anni chi risiede nel Comune comincia a cono-scere meglio il territorio e le opportunità che esso offre eda rafforzare le proprie 'radici', partecipando più intensa-mente alla vita della comunità. Il seguente grafico22 mostra tale evidenza.

22 Come sopra, occorre precisare che sono riportati nel grafico solo le percentualirelative ai rispondenti affermativamente alla domanda: Nel suo tempo libero fre-quenta luoghi di aggregazione presenti nel suo comune di residenza?

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parte seconda

L'aggregato dei frequentanti luoghi di socializzazione nelComune di residenza appare connessa, anche se non inmaniera totalmente lineare, al titolo di studio posseduto:sembrano trovare più difficoltà a frequentare tali sedi lepersone con titolo di studio elementare o senza titolo cherispondono positivamente in appena il 15,0% dei casi afronte del 73,8% dei laureati o con titoli post-laurea. Tra idiplomati di scuole professionali e superiori le risposte posi-tive si aggirano approssimativamente intorno al 40%; men-tre tra chi ha un 'altro' titolo risponde affermativamente il55% circa dei casi. Probabilmente tale risultato è anche connesso alla presenzadegli stranieri, che hanno oggettivamente maggiori difficol-tà a partecipare alla vita della comunità, per ragioni legatealla lingua, alle abitudini, ecc., e che più spesso, come si èpotuto osservare in precedenza, possiedono titoli di studiomeno elevati.Il seguente istogramma mostra l'andamento delle percen-tuali delle risposte affermative23 sulla frequentazione deiluoghi di aggregazione del territorio rispetto al titolo di stu-dio posseduto.

23 Anche in questo caso è valida la precedente considerazione.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Rispetto alla professione svolta, è difficile trovare connes-sioni riguardo alla possibilità di frequentare luoghi di aggre-gazione: spiccano tra i più partecipativi gli insegnanti(82,4% risponde positivamente in tal senso) ed i liberi pro-fessionisti (63,2% di risposte positive), tra i meno possibili-tati i dirigenti, tra i quali nessuno dichiara di frequentare iluoghi di aggregazione nel Comune. Sembra, invece, comprensibilmente incidere sulla possibilitàdi usufruire dei luoghi di socializzazione di Savignano, lalocalizzazione della sede di lavoro: tra chi vive e svolge lapropria attività nel Comune i rispondenti positivamentesono oltre la metà (51,4%), a fronte del 44,1% di chi lavo-ra in un altro territorio.

In sintesi, si può tracciare una sorta di 'ritratto' di chi piùfaticosamente prende parte alla vita della comunità savigna-nese: si tratta prevalentemente degli uomini, dei genitoripiù giovani, con un'età compresa tra i 24 ed i 33 anni, deicittadini stranieri, delle persone con titoli di studio menoelevati e di chi si è trasferito nel Comune da meno tempo.Se, quindi, si volesse incidere in tal senso, si dovrebbe pun-tare al coinvolgimento di questi 'target', che appaiono datale punto di vista meno inclini a partecipare, organizzandoiniziative e sedi di ritrovo che li interessino maggiormente.

Si è anche chiesto ai genitori quali fossero i luoghi diaggregazione frequentati. Occorre prima di tutto precisare che, tenendo conto checiascuno di essi aveva la possibilità di indicare più di unarisposta, si sono ricondotte le informazioni raccolte ad untotale di 100, così da ottenere, come mostra anche ilseguente grafico, frequenze su base percentuale.

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parte seconda

La parrocchia, indicata nel 21% dei casi, mostra di essere ilprimo luogo di socializzazione indicato dai genitori. Se sisomma a questa percentuale quella relativa agli altri luoghidi culto, che presenta un valore del 4,3%, si arriva ad unquarto circa delle risposte: ciò dà l'idea di come l'esperien-za religiosa rimanga per le famiglie un'esperienza significa-tiva ed un 'tramite' rilevante con la comunità più complessi-va di appartenenza.Seguono, per importanza, i luoghi di intrattenimento, sporte fruizione della cultura: il cinema è indicato in un quintodelle risposte, il teatro nel 17,6% di esse, le strutture eassociazioni sportive nel 14,5%. In più di una risposta su 10, il bar è il luogo di socializza-zione prescelto, mentre meno del 6% delle risposte hannoindicato come punto di riferimento per l'aggregazione unarealtà associativa culturale o sociale.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Senza addentrarsi in un'analisi dettagliata di ciascuno deiluoghi indicati, per non dilungarsi troppo, ci si limiterà adindicare le principali evidenze emerse: - la Parrocchia è indicata più spesso come luogo frequenta-to dalle donne: tre donne su cinque (59%) la frequentano,mentre la percentuale quasi si dimezza nel caso degli uomi-ni (32%); le fasce d'età più giovani meno spesso indicanoquesto luogo tra quelli frequentati (50% circa dei 24-43enni, a fronte di un 53% ed oltre dei 44-54enni;- al contrario, gli altri luoghi di culto religioso sono indicatipiù spesso dagli uomini: 14% di essi li indicano e l'8,2%delle donne; anche in questo caso, tuttavia i 24-33 enni nesono meno interessati: nessuno di essi, infatti, dichiara difrequentarli;- il bar è un luogo di ritrovo principalmente maschile: 42%di essi lo indica in tal senso, a fronte di un 19% delledonne; sono, inoltre, più spesso gli stranieri a frequentarequesti luoghi: 42% circa di essi rispetto al 25,4% degli ita-liani;- il cinema, il teatro, le associazioni sportive invece, sonopiù spesso indicati dalle donne: rispettivamente dal 50,8%,47,5% e 36,9% di esse, mentre gli uomini li indicano nel42%, 30% e 32% dei casi; la partecipazione a spettacoliteatrali e cinematografici cresce al crescere dell'età eriguarda, prevedibilimente, soprattutto gli italiani; tra gliitaliani, i frequentanti delle associazioni sportive (38,4%)sono circa il doppio degli stranieri (19,4%); - le associazioni culturali e sociali, infine, sono più spessoappannaggio degli uomini: qui la percentuale dei frequen-tanti è del 22% a fronte di un 10,7% di donne; sono, inol-tre, più spesso gli stranieri (16% di essi le indica) a farneparte, rispetto agli italiani (13%).Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, il titolo

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parte seconda

di studio non sembra influire in modo lineare, o comunquerilevante, sulla tipologia di luogo di socializzazione frequen-tato; la medesima considerazione vale per il periodo di resi-denza nel Comune.

Si è successivamente domandato ai genitori quale fosse illoro grado di soddisfazione rispetto ai luoghi dedicati altempo libero ed alla socializzazione presenti nel Comune. Lerisposte sono state per la gran parte positive: quasi un terzodegli intervistati (il 32,6%) ha risposto di esserne abbastan-za soddisfatto, oltre un quarto (il 27,8%) ha dichiarato diessere molto soddisfatto, mentre poco meno di uno su 10(l'8,9%) ha espresso una completa soddisfazione.Come mostra il grafico sottostante, le persone poco o pernulla soddisfatte superano il 30%, sono, quindi, quasi tresu dieci. Appare opportuno capire chi siano questi genitorie di quali esigenze specifiche siano portatori, per provare acomprendere, con qualche informazione in più, le ragionidell'insoddisfazione.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Se si accorpano i valori che indicano poca e nessuna soddi-sfazione e li si incrocia con il genere, si evidenzia subitocome non esistano sostanziali differenze tra uomini e donnerispetto a ciò: è il 31,7% dei primi e ed il 30,8% delledonne ad esprimere questa opinione. Tra gli uomini tendo-no a prevalere le opinioni più estreme rispetto alle donne.

Sono in particolare i genitori più giovani (24-33 anni) adessere meno contenti dei luoghi di socializzazione presentia Savignano: tra di essi uno su tre è poco o per nulla sod-disfatto, seguiti dai più adulti (44-54 anni), tra i quali circatre su dieci si dichiarano tali, e da una percentuale del28,9% degli appartenenti alla fascia di mezzo (34-43 anni).

Come evidenziato dal grafico seguente, al crescere dell'etàaumenta il grado di massima soddisfazione dei genitori.

Incrociando la soddisfazione dei genitori con la loro prove-nienza, come mostra il grafico sottostante, emerge che tra

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parte seconda

gli stranieri quasi il 32% è insoddisfatto a fronte del 29,6%degli italiani. Questi ultimi si concentrano nelle fasce disoddisfazione centrali, mentre i primi tendono a distribuirsiin maniera un po' di più polarizzata tra quelle più estreme.Infatti, tra gli stranieri, i genitori molto o completamentesoddisfatti superano il 40%, a fronte di circa il 36% degliitaliani.

Riguardo alla connessione tra la soddisfazione per i luoghidi socializzazione di Savignano ed il periodo di permanenzanel Comune, forse sorprendentemente, emerge che al cre-scere di quest'ultima aumenta la percentuale dei molto ocompletamente soddisfatti a fronte dei per nulla, poco edabbastanza soddisfatti. Più precisamente, come si può visualizzare attraverso ilgrafico sottostante, tra chi risiede a Savignano da meno di4 anni e chi vi è nato vi sono 10 punti percentuali esatti di

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

differenza riguardo alla soddisfazione.

Si è, inoltre, provato a capire se il titolo di studio può inci-dere rispetto al grado di soddisfazione espresso dai genitoriper i luoghi di socializzazione di Savignano.

La connessione tra le due variabili non appare lineare,tuttavia si può evidenziare che il massimo grado di soddi-sfazione è espresso più spesso dai laureati (53,8%),mentre tra le persone senza titolo di studio con titolo ele-mentare, tre su cinque si dichiarano poco o per nulla con-tenti (60%).

Non appaiono significative connessioni tra la professionesvolta ed il grado di soddisfazione per i luoghi di socializza-zione, per cui, per non 'appesantire' l'analisi, si è preferitotralasciare il complesso incrocio tra queste due variabili.

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parte seconda

Si è, invece, provato a comprendere quale connessione visia tra la frequentazione effettiva dei luoghi di aggregazionedi Savignano ed il grado di soddisfazione per essi.Come mostra il grafico e come era lecito attendersi, qui laconnessione è evidente: chi frequenta tali luoghi ne è piùsoddisfatto di chi non lo fa. Tuttavia, si osserva che tra i genitori che affermano di tra-scorrere il proprio tempo libero a Savignano, quasi due sudieci sono poco o per nulla soddisfatti; mentre tra quelliche non li frequentano, sono più del doppio a dichiararsitali.Una rilevante percentuale di chi non li frequenta, però,mostra un grado di apprezzamento sufficiente o elevato pertali luoghi, si può quindi supporre che le ragioni di questascelta siano legati non tanto ad una preferenza personale,quanto probabilmente all'impossibilità di farlo, forse perimpegni familiari o professionali.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Si è anche provato ad analizzare i legami informali tra lefamiglie.Anche in questo caso, si considereranno i valori percentualirispetto alle risposte raccolte, non dei rispondenti, poichéciascuno poteva esprimere più preferenze. Alla domanda 'chi sono le persone che frequenta' la rispostapiù frequentemente selezionata dai genitori indica la fre-quentazione di amici (35,8% delle risposte), immediatamen-te seguita dalla voce 'parenti' (oltre il 30% delle risposte).Percentuali inferiori riguardano i vicini di casa (16,7% dellerisposte) ed i colleghi di lavoro (14,2%). Una percentualeminima delle risposte riguarda 'altre' frequentazioni (1,5%). Il grafico seguente visualizza la distribuzione delle risposte

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parte seconda

rispetto alle frequentazioni delle famiglie.

Infine, l'1,4% delle risposte riferiscono di persone che nonfrequentano nessuno: si tratta, però, di soli 11 genitori chesembrano vivere in una condizione di isolamento che occor-rere, per quanto possibile, approfondire.Si tratta in gran parte di donne (9 su 11), di italiani (7casi), circa metà di essi ha tra i 34 ed i 43 anni, la maggiorparte risiede a Savignano da lungo tempo - da più di 4 annio da sempre (9 casi) -, hanno più spesso livelli di istruzioneinferiori - di scuola media, elementare o nessun titolo (6casi a fronte di un solo laureato e di 4 diplomati), per lo piùsono lavoratori dipendenti.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

È stato chiesto ai genitori anche di descrivere l'intensitàdelle proprie frequentazioni con il vicinato, consideratecome un indicatore della coesione del territorio. Una larga maggioranza degli intervistati dichiara avererapporti significativi con i vicini di casa: oltre 8 rispon-denti su 10 li frequentano abbastanza spesso (23,6%),spesso (31,6%) o molto spesso (26,4%); meno di 2 su10 li frequentano poco (8,2%) o per nulla (10,2%). Il seguente grafico mostra la distribuzione delle rispostedegli intervistati alla domanda 'ha contatti con il vicinato?'.

Sono soprattutto le donne ad intrattenere rapporti intensicon il vicinato: tra di esse, il 59,6% frequenta i vicinispesso o molto spesso, il 23,9% li frequenta abbastanzaspesso, il 16,5% li frequenta poco o per nulla. Tra gliuomini, le percentuali sono solo lievemente più basse:

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parte seconda

più della metà di essi, il 52,5% li frequenta spesso o moltospesso, il 23,3% lo fa abbastanza, il 24,3% indica di fre-quentarli poco o per nulla.Come evidenziato dal seguente grafico, sono soprattutto lefasce d'età più giovani ad avere meno contatti con i vicini:tra di essi, poco più del 55% li frequenta spesso o moltospesso, a fronte di quasi il 57% dei 34-43enni e del65%circa dei 44-54enni. Al crescere dell'età, quindi,aumenta l'intensità dei rapporti con il vicinato: tra la fasciad'età più giovane e quella più matura ci sono esattamente10 punti percentuali di differenza e quasi il 33% dei piùgiovani, un terzo di essi, dichiara di non frequentare i vicinio di farlo poco.

Provando ad incrociare le risposte sui rapporti con il vicinatoe quelle sulla provenienza degli intervistati, si evince chesono le persone provenienti dall'estero ad intessere più diffi-cilmente relazioni di questo tipo: tra gli italiani, uno su sei(15,3%) dichiara di avere nessuno o scarsi contatti con i vici-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

ni, mentre tra gli stranieri circa un quarto (24,6%) da questarisposta. Comunque, intrattengono rapporti più intensi colvicinato quasi il 60% degli italiani (59,5%) e circa il 57%(57,4%) degli stranieri, così come mostrato dal grafico.

Chi risiede da più tempo nel territorio, come era prevedibi-le, tende a frequentare più spesso i vicini di casa: tra viabita da sempre è il 71% circa ad avere più frequenti con-tatti, percentuale che scende al 59% di chi vi si è trasferitopiù di 10 anni fa, al 57% di chi l'ha fatto tra 4 e 10 anni faed a meno di un terzo di chi l'ha fatto da meno tempo.

Pressochè speculari sono i risultati di chi non ha contatticon i vicini o ne ha pochi: rispondono in tal senso più di unterzo (34,5%) dei nuovi arrivati, circa un quinto (20,4%) dichi si è trasferito tra 4 e 10 anni fa, il 17% di chi risiede aSavignano da più di 10 anni e meno del 10% (9,7%) di chivi è nato.

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Non pare vi siano rilevanti connessioni tra il titolo di studioposseduto o la professione svolta e la frequentazione delvicinato, si è perciò deciso di non inserire le analisi degliincroci con queste due variabili, anche per non appesantireeccessivamente il discorso.

Infine, incrociando i dati su chi frequenta i luoghi di socia-lizzazione di Savignano e chi frequenta i vicini di casa,emerge che chi più spesso ha contatti con i primi ne haanche con i secondi: risponde in tal senso quasi il 70%(69,1%) degli intervistati; e viceversa, come mostra ilseguente grafico, chi non frequenta i luoghi di socializzazio-ne ha anche meno contatti con i vicini.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

In sintesi, tra i Savignanesi, sembrano avere più difficoltà arapportarsi con il vicinato: gli uomini, gli stranieri, chi si ètrasferito nel Comune da meno tempo.Occorre, infine, sottolineare che chi ha maggiori difficoltànell'intrattenere rapporti con i vicini di casa, ne ha anchenel frequentare i luoghi di socializzazione più formalizzati,tende quindi probabilmente ad essere compelssivamente unpo' più isolato dalla comunità.

2.3 Il tema dell'accoglienza: il percorso di inserimento dei "nuovi" cittadini

La seconda area di interesse della ricerca è quelladell''accoglienza da parte della comunità locale di chi si tra-sferisce a Savignano provenendo da altri contesti. Il tentativo dell'indagine è quello di capire, attraverso il

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parte seconda

questionario somministrato ai genitori, quindi tramite leloro percezioni ed esperienze, le motivazioni che li hannocondotti a scegliere questo Comune come proprio luogo diresidenza e di ricostruire le 'reti' che ne hanno supportatol'arrivo ed il percorso di inserimento nella comunità, cosìcome eventuali ostacoli che l'hanno reso difficoltoso.Occorre precisare che la sezione del questionario volta adindagare il tema dell'accoglienza è stata somministrataesclusivamente a chi si è effettivamente trasferito in questoluogo in qualche momento della sua vita, e non, quindi, achi vi è nato.

In primo luogo, si è chiesto ai genitori il motivo per cui si èdeciso di trasferirsi nella comunità, così da rilevare i puntidi forza del contesto che attraggono cittadini da altri luoghid'Italia e dall'estero. La motivazione principale per la quale trasferirsi aSavignano è stata, secondo poco meno del 30% delledichiarazioni raccolte, il lavoro: come si è detto, infatti, lazona offre molte possibilità di occupazione, sia in loco chein Comuni vicini. Segue, come seconda motivazione, il desi-derio di abitare accanto a parenti ed amici, che raccoglieoltre un quinto delle preferenze, e quasi alla stessa percen-tuale arrivano le risposte di chi ha cercato un contesto incui le case avessero prezzi più contenuti. Il 6% circa dellemotivazioni ha riguardato il buon funzionamento dei servizi,mentre le restanti risposte si differenziano e si frammenta-no in percentuali minime.

Si è, inoltre, chiesto ai genitori se sia stato per essi facile,al loro arrivo, inserirsi nella comunità locale. Le rispostesono state in gran parte positive: quasi un quarto dei

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

rispondenti, il 24,3%, ritiene che l'inserimento sia stato'abbastanza' facile, oltre il 36% lo considera 'molto' facile,mentre circa il 18% esprime il massimo grado di soddisfa-zione. Chi ha avuto esperienze meno positive è, quindi, il 20%circa delle famiglie: per l'11% di esse non è stato per nullafacile inserirsi nella comunità locale, mentre per un ulterio-re 10% circa è stato comunque 'poco' facile. Il seguente grafico agevola la visualizzazione della distribu-zione dei rispondenti rispetto alle opzioni di risposta.

Sembra interessante capire quali siano le caratteristichedelle famiglie che hanno avuto le maggiori difficoltà di inse-rimento, così da poter comprendere meglio se esistano peresse particolari ostacoli e ricavare alcune indicazioni per larealizzazione di eventuali iniziative che possano facilitare infuturo l'arrivo di 'nuovi' cittadini a Savignano. Il grafico seguente mostra come inserirsi nella comunitàlocale sia stato evidentemente più difficoltoso per gli uomini

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che per le donne. Tra di essi, infatti, più del 30% dichiarache questo 'passaggio' è stato poco o per nulla facile, afronte di un 15% circa delle donne.

Analizzando l'item rispetto all'età, sembra che l'integrazioneiniziale nel Comune sia stato più complicato per i giovani:tra gli appartenenti alla classe d'età 24-33 anni, coloro chehanno dichiarato che l'inserimento è stato poco o per nullafacile sono poco meno il 34,4%, oltre un terzo; tra quellidella classe d'età mediana, 34-43 anni, ha risposto in talsenso il 16,5%, circa un sesto; mentre tra i più adulti, 44-54 anni, è il 23,5% a dare questa risposta.

Se si considerano le due risposte maggiormente positiveriguardo all'inserimento ('molto' o 'completamente facile'),si conferma la soddisfazione delle classi d'età più adulte:per entrambe, infatti, quasi il 60% dei genitori forniscequesta indicazione, a fronte di poco più del 30% dei piùgiovani.Il seguente grafico visualizza tale distribuzione.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Si è poi proceduto ad incrociare le risposte alla domandasulla facilità di inserimento con quelle riguardati l'originegeografica dei genitori. Come mostra il seguente grafico ecome appare piuttosto lecito attendersi per le differenze dilingue e culture, le maggiori difficoltà sono vissute daglistranieri, sebbene poco meno del 40% di essi si dichiarisoddisfatto o pienamente soddisfatto di questo 'passaggio'.

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Si è anche provato a capire se la distribuzione delle rispo-ste più positive e più negative sull'inserimento siano inqualche modo dipendenti dal periodo di trasferimento aSavignano.Ciò che sembra emergere è che tra chi vi abita da più di 10anni, circa il 13% si dichiara scontento, mentre circa il 65%(poco meno dei due terzi) è molto o completamente soddi-sfatto dell'accoglienza ricevuta; tra chi, invece, si è trasferi-to da meno di quattro anni, il 30% circa è scontento, e nel46% circa non lo è.Sembra quindi che chi vive a Savignano da più tempo siageneralmente più soddisfatto dell'accoglienza ricevutarispetto a chi vi si è trasferito in tempi più recenti; vicever-sa le maggiori difficoltà hanno riguardato chi è arrivato piùtardi. Si potrebbe dedurre che la capacità di accoglienza del terri-torio sia cambiata nel tempo, facendosi più difficoltosa e cisi potrebbe domandare quali siano i cambiamenti interve-nuti nel contesto che hanno diminuito la facilità di inseri-mento dei 'nuovi' cittadini.Tuttavia, occorre precisare che diverse sono le variabili chepossono influenzare i risultati dell'operazione statisticaappena descritta: ad esempio, chi vive da più tempo aSavignano può essere più spesso di origine italiana (l'inten-sità dell'immigrazione tende a crescere di anno in anno) equindi avere vissuto un impatto più agevole con la città perquesta ragione; inoltre, come si è visto, le maggiori difficol-tà in questa fase sono vissute dai più giovani, i quali proba-bilmente si sono trasferiti nel Comune in tempi più recenti,quindi la minore soddisfazione può dipendere dalla giovaneetà dei rispondenti concentrati in questo item.Comunque, il collegamento tra il periodo di trasferimento e

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

la soddisfazione per l'accoglienza ricevuta sembra, almenoin parte, esistere e ciò può costituire un argomento diriflessione per chi è impegnato o desidera impegnarsi perfacilitare l'inserimento dei 'nuovi' cittadini nel Comune.

Non sembra emergere alcun collegamento tra le variabiliindipendenti riguardanti il titolo di studio e l'occupazione ela soddisfazione per il periodo di inserimento nel Comune diSavignano.

Se si volesse tracciare un 'ritratto' di chi ha avuto le mag-giori difficoltà al momento del trasferimento nel Comune,emergerebbe la figura di un uomo di origine straniera e digiovane età, tra i 24 e i 33 anni, che è qui giunto da menodi quattro anni.

Si è, quindi, chiesto agli intervistati se sia stato semplicevenire a conoscenza dei luoghi/spazi/servizi utili ad agevo-lare il periodo di inserimento nel Comune. Anche in questo caso, come mostra il seguente grafico, lalarga maggioranza dei rispondenti si esprime positivamen-te: per quasi il 23% è stato abbastanza semplice indivi-

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duarli, per oltre il 34% è stato molto semplice, mentre peril 18% circa è stato semplicissimo. Sono però quasi unquarto i genitori per i quali è stato poco (12,9%) o pernulla (11,4%) semplice conoscere i supporti all'inserimentopresenti nel Comune.

Si è poi domandato ai genitori di indicare quali siano stati iservizi che hanno principalmente supportato il loro inseri-mento nel Comune. Poteva essere indicata dagli intervistatipiù di un'opzione di risposta e che quindi si è scelto, persemplicità, di costruire le percentuali sul numero totale dirisposte, non sui rispondenti.

Emerge il ruolo preponderante delle istituzioni pubblichenell'agevolare il percorso di inserimento.

Le prime posizioni, in ordine decrescente, sono occupate da:- la scuola, prima agenzia di socializzazione, dove, tramite i

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

bambini, anche gli adulti stringono tra loro legami;- le farmacie e il medico di base, che evidenziano l'impor-tanza dei presidi sanitari territoriali come primi luoghi dicontatto tra i 'nuovi' cittadini ed il Comune;- l'Ufficio dell'anagrafe, passaggio obbligato per chi si tra-sferisce nel Comune, punto di riferimento per le primeinformazioni per orientarsi sul territorio;- gli uffici postali, che si trovano al quinto posto, comeluogo di reperimento di indicazioni.Si rimanda al grafico seguente per un'analisi più completadelle risposte a tale questione.

Si è quindi provato ad misurare quale sia il grado di soddi-sfazione rispetto all'offerta del territorio per l'agevolazionedel trasferimento. A tal proposito, se le risposte dei genitoritendono a concentrarsi sulle opinioni maggiormente positi-ve (le voci 'molto' e 'completamente' soddisfatto raccolgonola maggioranza assoluta delle preferenze: 51,2%), edabbastanza positive (quasi il 27%), appare interessanteconcentrarsi su quel 22% circa di genitori, ben oltre unquinto, che pare avere avuto maggiori difficoltà di approc-cio con i servizi del territorio, per provare a capirne lecaratteristiche e, almeno in parte, le ragioni.

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Il seguente grafico conferma il dato già emerso della mag-giore difficoltà di inserimento degli uomini: l'opinione daessi espressa rispetto all'offerta del territorio al momentodel trasferimento a Savignano riporta poca o nulla soddisfa-zione per poco meno di un terzo dei casi (32,1%, a frontedel 16,3% delle donne); mentre ben oltre un quarto(27,4%) si dichiara abbastanza soddisfatto (la stessa per-centuale riguarda la popolazione femminile) ed uno suquattro (40,5%) circa è molto o completamente soddisfat-to, a fronte di una abbondante maggioranza assoluta(56,4%) delle donne che esprimono la stessa opinione.Il grafico visualizza la distribuzione sopra descritta.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Anche le informazioni che emergono su una maggiore diffi-coltà di inserimento per i genitori di più giovane età (24-33anni) appaiono confermate: poco meno di 3 su 10 (28,6%)si dichiarano poco o per nulla soddisfatti dell'offerta almomento del trasferimento.Tuttavia occorre evidenziare anche la rilevante percentualedi insoddisfatti appartenenti alla fascia d'età più adulta (44-54 anni) che corrisponde a oltre il 30% (anche se poi oltrela metà di essi, 50,8%, si esprime molto positivamente).Le risposte maggiormente positive sono riportate dai genitoriafferenti alla classe d'età intermedia: oltre 4 su 5 (l'83,5%)sono abbastanza, molto o completamente soddisfatti.

Ulteriori informazioni sui dati emersi a tal proposito sonofornite dal grafico seguente.

Riguardo alla maggiore soddisfazione degli italiani rispettoagli stranieri (55,5% dei molto o completamente soddisfattitra i primi rispetto al 36,7% tra i secondi) c'è poco di sor-prendente: chiaramente la lingua costituisce spesso unostacolo e la possibilità per essi di orientarsi sul territorio e

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parte seconda

tra i servizi richiede un periodo di inserimento più lungo efaticoso. Come evidenziato dal seguente grafico, il 40% deigenitori di origine estera è poco o per nulla soddisfatto del-l'offerta al momento del loro arrivo nel Comune: sarebbeutile riflettere sulla possibilità di fare di più per questafascia della popolazione che rappresenta un importantesostegno all'economia, all'equilibrio demografico del Paeseed al sistema stesso di welfare.

Il grafico seguente, che mette in relazione il periodo di tra-sferimento nel Comune e la soddisfazione per l'offerta almomento dell'inserimento, può offrire uno sguardo sucome possono essere cambiati i servizi e la capacità diaccoglienza del territorio nel tempo, anche se occorre pre-cisare che anche le caratteristiche, la composizione, leragioni della popolazione che si stabilisce a Savignano pos-sono essere mutate così da incidere sulla capacità e suitempi dell'adattamento al contesto ed influenzare il giudi-zio. I dati riportano un andamento discontinuo della soddi-sfazione e la fascia che esprime risposte maggiormentepositive è quella che risiede sul territorio da più tempo.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

L'analisi della soddisfazione per l'offerta per l'inserimento inrelazione al titolo di studio mostra come ad avere avutomaggiori difficoltà, quindi a esprimersi meno positivamentein proposito, sono le persone che possiedono la licenza ele-mentare o nessun titolo: il 58,8% di essi (3 su 5) si dichia-ra poco o per nulla soddisfatto, il 17,70% lo è abbastanza,il 23,50% molto o completamente.Mentre i dati riguardanti chi ha terminato la scuola dell'ob-bligo, i diplomati di scuola media superiore ed i laureatisono significativamente meno negativi.Gli ultimi due gruppi rappresentano le fasce che si esprimo-no più positivamente, tuttavia, come mostra il graficoseguente, non pare esistere una correlazione lineare tra lacrescita del titolo di studio e la soddisfazione, ma piuttostoun andamento irregolare.

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parte seconda

Infine, non sembra emergere una particolare relazione trala professione svolta e l'opinione sull'offerta al momentodell'accoglienza sul territorio.Giungendo ad una sintesi rispetto a coloro i quali l'offertadel territorio è riuscita ad incontrare meno le esigenze,emerge la figura di un 'nuovo' cittadino prevalentemente digenere maschile, di età compresa tra i 44 e i 54 anni, chenon ha assolto alla scuola dell'obbligo, di origine straniera egiunto a Savignano tra 4 e 10 anni fa.Ai cittadini con queste caratteristiche dovrebbe essere mag-giormente adattata l'offerta di un territorio che voglia dirsi'accogliente'.Si è quindi cercato di capire quali siano stati i contatti, for-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

mali e informali, maggiormente attivi nel primo inserimen-to, quelli con i quali i 'nuovi arrivati' hanno avuto meno dif-ficoltà ad approcciarsi e li hanno considerati punti di riferi-mento.Anche in questo caso, poteva essere selezionata dagli inter-vistati più di un'opzione e le percentuali riportate dal grafi-co seguente riguardano le risposte, non sui rispondenti.Sebbene i servizi pubblici (Comune, Scuola, ecc.) raccolga-no il 18,8%, poco meno di un quinto, delle preferenze,emerge qui tutta l'importanza delle reti di amicizia e paren-tela e dei contatti informali. Tra i primi quattro posti spicca-no infatti: gli amici per il 18,9% (circa un quinto) delle indi-cazioni raccolte ed i parenti, che raggiungono una percen-tuale molto vicina (17,3%); segue il vicinato con il 13,6%delle risposte. Si evidenzia anche l'importanza dei luoghi diculto, cattolici o meno, che raccolgono in totale quasi unarisposta su 10 (9,4%).Di particolare interesse per gli obiettivi dell'indagine il 10%circa delle risposte di chi non ha ricevuto alcun supporto.Occorre anche in questo caso capire di chi si tratta perpoter offrire un'indicazione utile al miglioramento dell'acco-glienza sul territorio attraverso soluzioni che possano age-volare l'inserimento e coinvolgere in modo più significativole persone con maggiori difficoltà nel tessuto cittadino.

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parte seconda

Si è, infine, chiesto ai genitori come giudicassero comples-sivamente , a distanza di tempo, l'accoglienza e l'inseri-mento nel territorio. Anche in questo caso il maggior nume-ro di risposte propende per la soddisfazione: il 18,7% sidichiara completamente soddisfatto, il 36,2% lo è molto, il26,3 abbastanza. Tuttavia, ancora una volta, a destare l'in-teresse rispetto agli scopi dell'indagine è la percentualecomplessiva del 18,8% che si ritiene poco o per nulla sod-disfatto. Si tratta, anche in questo caso, di una fascia di cit-tadini che si può provare a comprendere più a fondo.

Ciò che emerge incrociando la variabile della soddisfazionecomplessiva con il genere dei rispondenti, è che gli uominitendono a posizionarsi sui valori più estremi della buona ocompleta e poca o nulla soddisfazione: un po' meno di 3 su5 (il 57,7%) di essi afferisono al primo gruppo, mentrecirca uno su quattro (24,4%) si collocano nel secondo. Perle donne, invece, decrescono le percentuali per entrambequeste 'voci': come mostra il grafico, quelle che si esprimo-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

no positivamente sono abbondantemente oltre la metà(53,8%), quelle che hanno opinioni negative sono invececirca una su sei (16,6%).

Si è anche provato a capire se l'età potesse influenzare lasoddisfazione per l'accoglienza e l'inserimento nel constestocittadino. In tal senso si nota anche in questo caso unandamento non lineare: la fascia d'età più matura, 44-54anni, mostra i valori maggiori sia di soddisfazione che diinsoddisfazione: rispettivamente il 60,3% (tre casi su cin-que) e il 23,8% (meno di uno su quattro); per la fasciad'età mediana, 34-43 anni, entrambi questi valori decresco-no (16,9% e 53,4%), e cresce la fascia degli abbastanzasoddisfatti, passando dal 16% circa a quasi il 30%; infine,tra i più giovani diminuisce ulteriormente la fascia degliinsoddisfatti, passando al 14,7%, ma anche, seppur dipoco, quella dei soddisfatti (52,9%), a fronte di chi si collo-ca in una posizione di media soddisfazione (32,4%).

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parte seconda

Incrociando la soddisfazione complessiva per l'accoglienza ela provenienza dei genitori, si conferma la maggiore diffi-coltà degli stranieri al momento dell'arrivo sul territorio:oltre un quarto di essi (26,3%) giudica complessivamentepoco o per nulla soddisfacente lo svolgersi di questo 'pas-saggio', a fronte di un 15% degli italiani; tuttavia, inentrambi i casi, la maggioranza assoluta, con percentualidel tutto simili (rispettivamente il 54,4% e il 55%), è moltoo completamente soddisfatta. A fare la differenza è quindil'equilibrio tra le indicazioni 'poco o per nulla' ed 'abbastan-za'. Quest'ultima è stata scelta da quasi il 30% degli italianie da meno del 20% dei genitori di origine straniera.

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

Sulla soddisfazione complessiva rispetto al periodo di tra-sferimento a Savignano, si conferma la maggiore soddisfa-zione di chi vi risiede da più di 10 anni e da chi vi si trovada meno di 4 anni. La fascia generalmente meno soddisfat-ta è quella intermedia (un quarto di insoddisfatti e menodella metà di soddisfatti), di chi è arrivato tra 4 e 10 annifa. La voce 'abbastanza', infatti, presenta valori di adesionesimili per i tre gradi di giudizio, per cui a mutare è propriola percentuale di persone che si esprime in modo più deci-samente positivo o più decisamente negativo.

Dall'incrocio tra il titolo di studio e la soddisfazione com-plessiva, non emerge una relazione lineare. Il dato più evi-dente è rappresentato dal fatto che tra le persone che nonhanno assolto alla scuola dell'obbligo, vi sia un'alta percen-tuale (rispetto agli altri gruppi), di insoddisfatti: la metàesatta si esprime in tal senso, mentre per gli altri gruppi,gli insoddisfatti si attestano tra il 13,2% dei diplomati di

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parte seconda

scuola media inferiore ed il 29,4% di chi ha invece quello discuola superiore. Parallelamente si evidenzia il loro allonta-narsi dagli altri intervistati rispetto ai dati positivi: essi,infatti, si attestano su un 37,5% di persone soddisfatte,mentre tra gli altri gruppi, le percentuali di soddisfatti sonocomplessivamente alte, oscillando tra il 66,7% dei laureatial 50% dei diplomati.

Come per altre variabili analizzate, anche in questo casonon sembra emergere una relazione significativa tra la sod-disfazione complessiva e la professione svolta. Si è scelto dievitare di inserire i grafici ed il commento per non appesan-tire eccessivamente il discorso.In ultimo, si è provato a capire se il giudizio complessivosul primo periodo di inserimento fosse influenzato dal giudi-

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Il questionario: uno strumento della ricerca partecipata

zio sull'offerta del territorio orientata all'accoglienza. Comemostra la seguente tabella, in effetti, tale connessionesembra esistere: se si confrontano i valori massimi per cia-scuna colonna (le celle in grigio), si vede come all'aumen-tare dei giudizi positivi sull'offerta, cresce anche il numerodi chi si esprime positivamente sull'accoglienza. In breve,ad esempio, chi non è per nulla soddisfatto per l'offerta delterritorio, più spesso si posiziona su valori molto bassi disoddisfazione sull'esperienza dell'inserimento, viceversa chiè soddisfatto per l'offerta, più spesso si esprime positiva-mente su tale esperienza.

Ciò significa che la disponibilità di servizi e 'reti' che age-volino l'inserimento di chi arriva a Savignano può influen-zare in modo significativo la percezione sulla propria espe-rienza di immigrazione e che, investire per rafforzarli emigliorarli, con la collaborazione di tutti (dei servizi pubbli-ci e privati, delle istituzioni e dei cittadini), può incideresignificativamente sull'andamento complessivo del proces-so di integrazione.

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3. Verso una comunità accogliente: bisogni e propostedelle famiglie

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

La ricerca ha permesso di registrare la percezione dei neo-residenti a Savignano rispetto al tema dell'accoglienza.Dall'analisi qualitativa dei dati ottenuti, attraverso l'adozio-ne dei diversi strumenti adottati (focus-group, intervistasemi-strutturata, questionario), emerge un ricco materialecapace di dar contro delle tante riflessioni circa i bisogniche le famiglie registrano e i suggerimenti che offrono perrinforzare il processo di accoglienza e di comunità stessa.Si tratta di un contributo significativo che si è, poi, in alcunicasi concretizzato anche in proposte operative espressedagli stessi cittadini che abitano in un tessuto di relazionisociali, economiche, politiche e che si formano idee, giudizi,immagini del contesto in cui vivono. E' importante sondaree far emergere queste riflessioni come base conoscitivadalla quale partire per tracciare una "mappatura" non solodelle risorse locali e delle criticità ma anche di come vedo-no tutto ciò i cittadini.

3.1 Conoscersi e farsi conoscere: spunti di riflessione dai focus-group

Dall'analisi dei focus-group si possono individuare spunti diriflessione e soprattutto punti di partenza da cui muoversiper lo sviluppo di processi di accoglienza rivolti ai neoresi-denti. Emergono alcuni aspetti significativi legati al temadel trasferimento e dell'inserimento che connotano il gradodi soddisfacimento o meno dell'accoglienza nel territorioabitato. Alcune frasi pronunciate dagli stessi partecipantisignificano in modo efficace questi aspetti (le frasi virgolet-tate sono le trascrizioni fedeli delle parole pronunciate dagliintervistati).

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parte seconda

I° Fase del trasferimento: "Ogni volta che mi trasferiscoperdo una parte di me"

Trasferirsi rappresenta per la maggior parte degli intervista-ti un momento delicato e difficile, un passaggio che implicaun cambiamento a volte carico di fatiche e di timore per lanuova dimensione che si andrà a vivere.

E' problematico lasciare un luogo che dove ci "si è sentiti acasa" per trovarne uno nuovo in cui non si conosce nessunoe bisogna ricominciare da capo a costruire relazioni e rap-porti interpersonali "viver lontano da parenti e amici non èfacile".

La sensazione iniziale può oscillare dall'entusiasmo per unanuova avventura "all'inizio è bellissimo, c'è la novità" alsenso di spaesamento e di disorientamento "vuoi andare acomprare qualcosa e non ricordi dove sia il negozio"," c'e-rano tante case, le case erano tutte uguali all'inizio, per meè stato duro…". Un altro aspetto che può rendere impegna-tivo questo passaggio sembra essere caratterizzato dalladifficoltà a lasciare il luogo in cui si è vissuti prima del tra-sferimento, luogo che a volte viene idealizzato e messo aconfronto con il nuovo territorio abitato "mi capita di faresempre i confronti con il paese in cui vivevo prima, che infondo mi manca, ora il Comune di Savignano faccio fatico asentirlo mio".

Sembra, quindi, necessario un tempo fisiologico per elabo-rare la lontananza dai luoghi "affettivi", dalle piacevoli abi-tudini, dalle rassicuranti consuetudini affinché anche il"nuovo" possa essere finalmente vissuto e abitato.

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

II° Fase dell'inserimento "L'importante è inserirsi mentalmente"

Il passaggio dal trasferimento all'inserimento a volte richie-de anni, nel senso che piantare radici non è un processolegato solo alla quantità di tempo che si trascorre in undeterminato ambiente. C'è chi queste radici, nonostante iltrasferimento a Savignano, continua e continuerà a sentirlenelle terre della propria infanzia dove un giorno probabil-mente tornerà, c'è chi le radici deve ancora piantarle easpetta con ansia di sentire e vivere un luogo "come la pro-pria casa", c'è chi questo luogo familiare e accogliente l'hatrovato proprio a Savignano. Le diverse storie raccontaterappresentano uno spaccato variegato di vite vissute in luo-ghi diversi che a Savignano s'incontrano dando un sensodiverso al vivere di questo territorio, a seconda delle prece-denti esperienze. Alcuni elementi, però, sembrano accumu-nare i vissuti dei neoresidenti. Innanzitutto il desiderio diritrovare o trovare per la prima volta quel senso di comuni-tà che nelle città è difficile respirare e vivere, da qui l'im-portanza, segnalata da alcuni, della presenza di luoghiinformali dove è possibile conoscere gli altri, per esempio ilfornaio o il commerciante di frutta. Sebbene qualcuno troviscomodo non avere un grande ipermercato vicino, molti lotrovano impersonale, e prediligono la possibilità di incon-trarsi e conoscersi proprio in quei luoghi che lasciano spazioalla possibilità di instaurare rapporti "più personalizzati". "E'molto bello avere questo rapporto antico dove si va dalcontadino a prendere le uova, l'insalata, la frutta".L'inserimento è favorito e ostacolato da alcuni elementicomuni. La maggior parte degli intervistati apprezza ilsilenzio e il contatto con la natura, indicativa è l'affermazio-

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parte seconda

ne scherzosa di un partecipante che riferisce" qui non hodormito per il silenzio !". L'aspetto legato al verde e allapiacevole scoperta di paesaggi naturali sembra accomunaremolti "una cosa molto bella che abbiamo scoperto facendoil fondovalle che va verso Sestola Fanano è il Mulino dellePalette, è stata una scoperta emozionante!". Così com'èpercepito favorevolmente anche il fatto di vivere in unpaese piccolo che può facilitare la possibilità di contatti e disocializzazione, per cui grande risalto è dato alle feste dipaese che sono riconosciute come un sostanziale momentoaggregativo. Alcuni di questi elementi però allo stessotempo sono sentiti come limitanti. Molti percepiscono ilpaese anche come realtà molto chiusa e poco disponibilealla possibilità di inserire nuovi membri al suo interno,qualcuno parla di una mentalità paesana che ostacola anzi-ché favorire la possibilità di conoscersi "il brutto diSavignano è che ti conoscono da una vita, sono molto soli-dali l'un con l'altro ma solo se ti conoscono da sempre; hovisto ragazzi giovani che non riescono a inserirsi, si creanodei clan". Da qui la necessità di creare e trovare momentiche facilitino la conoscenza fra le persone che vivono il ter-ritorio, al fine di mitigare quella diffidenza "tipica del paesedove ti senti straniero". Inoltre, accanto al silenzio che viene percepito come unagrande risorsa, viene riportato il forte disagio legato allaviabilità con "i tir che ti passano sotto casa". Anche la zonaabitata è percepita in modo diverso, i quartieri più perifericisono vissuti e avvertiti come maggiormente degradati."Non è solo il centro a dovere fare bella figura!". Savignanoviene esperito come un territorio frammentato la cui posi-zione non aiuta a creare momenti aggregativi, proprio perquesto secondo i partecipanti si dovrebbe intervenire in

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

questo senso. Chi vive nelle frazioni, soprattutto diMagazzino e Garofano, percepisce un maggior senso didisinvestimento da parte delle Istituzioni " che dovrebberopreoccuparsi anche di chi vive in zone più isolate e farcisentire meno soli!"Infine le famiglie con bambini rivendicano che ci sono pochispazi per i giochi dei figli e scarse occasioni di aggregazione(per esempio centro giochi) anche per i più piccini.

III° L'accoglienza "E' il primo trasferimento che faccio in cuic'è un'associazione che ci dà il benvenuto: è una bellainiziativa!"

Le aspettative e i bisogni degli intervistati si concretizzanoperlopiù con richieste semplici mirate a sostenere il passag-gio dell'inserimento di chi arriva a vivere a Savignano. Al dilà della carenza di alcuni servizi e del gravoso problemadella viabilità, sembra che i bisogni principali siano legatialla necessità di essere facilitati a conoscere gli altri, attra-verso la creazione di opportunità d'incontro.La richiesta della maggior parte è, quindi, quella di poteresperimentare sempre più occasioni "informali "di ritrovo,proprio per creare le condizioni necessarie per sentire il"paese più ospitale e accogliente". Da qui alcune propostein questa direzione come quella di organizzare più frequen-temente feste di paese e di attuare iniziative ricreativeserali. Per facilitare il processo di socializzazione viene sug-gerito di programmare passeggiate a cavallo, di progettareattività ricreative per i bambini. Per alcuni partecipanti l'or-ganizzazione d'incontri di urbanistica partecipata potrebberappresentare un'efficace strategia per avvicinare i neoresi-denti al territorio e per permettere di conoscerlo meglio.

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parte seconda

Altre proposte, invece, si legano al bisogno percepito diessere informati e accompagnati alla conoscenza del terri-torio: vi è il suggerimento di inviare a casa dei cittadini unalista informativa circa gli eventi che il territorio organizza, edi attivare un "accompagnamento per le trafile burocrati-che" per aiutare i neoresidenti a orientarsi meglio. Cosìcome per alcuni "sarebbe interessante che qualcuno timostri i posti più belli del territorio".Emerge come, nonostante la "dimensione di paese", i citta-dini faticano a conoscersi e a ri-conoscersi tra di loro esoprattutto faticano a sapere ciò che è presente e attivonella realtà che vivono a livello d'iniziative, di eventi, d'in-formazioni.L'iniziativa stessa dei focus-group viene percepita in modomolto positivo come gesto di prima accoglienza e di ascoltoche permette inoltre "di conoscersi e di farsi conoscere." "E'il primo trasferimento che faccio in cui c'è un'associazioneche ci dà il benvenuto: è una bella iniziativa!".Si può ipotizzare che lo strumento del focus non sia statosolo un'efficace tecnica per mettere in circolo conoscenze eper far emergere alcune proposte, ma che possa ancherappresentare uno spazio partecipativo accogliente che per-mette di soddisfare nel piccolo gruppo quello stesso biso-gno di condivisione e di conoscenza che si registra tra ibisogni principali degli intervistati.

3.2 Le famiglie straniere: tra esigenze di integrazione "vecchie e nuove"

In occasione della festa organizzata per la ricorrenza dellanascita del Forum degli stranieri si è ritenuto opportuno

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

condurre interviste di gruppo a cittadini stranieri residenti aSavignano da almeno 3-5 anni.Le interviste sono state condotte da alcuni membri delgruppo tecnico con il supporto di due mediatrici culturali dilingua araba e albanese.Nel corso dell'intervista, guidata da una scaletta struttura-ta, sono stati indagati i tre temi approfonditi anche nelfocus-group: � Tema del trasferimento� Tema dell'inserimento� Suggerimenti e proposte di miglioramento per una

comunità accogliente

Lo strumento ha permesso di non concentrarsi tanto sulconfronto dei partecipanti quanto di raccogliere informazio-ni utili rispetto ai tre temi rilevabili attraverso domande piùschematiche e più idonee alla tipologia dei partecipantistranieri.

Sono state realizzate due interviste a due gruppi così sud-divisi:� Cittadini neoresidenti a Savignano provenienti dal Ghana(cinque intervistati), dalla Nigeria (un intervistato) edall'Albania (due intervistati). Complessivamente hanno,quindi, partecipato otto cittadini di cui cinque maschi e tredonne.� Cittadine neoresidenti a Savignano provenienti dalMarocco (sei intervistate) e un'albanese. In questo gruppohanno partecipato nell'insieme sette cittadine straniere.

Sono stati coinvolti in queste azioni di ricerca sia uominiche donne provenienti da 4 Paesi: Albania, Ghana,

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parte seconda

Marocco, Nigeria, tra le nazionalità straniere più presentisul territorio. A differenza degli uomini, tutti occupati,molte delle partecipanti sono casalinghe o alla ricerca di unlavoro; diversi vivono in nuclei famigliari numerosi, compo-sti da 5-7 persone; se un numero significativo non ha com-pletato le scuole dell'obbligo, non mancano esempi di lau-reati o diplomati, ed alcuni titoli sono stati conseguiti inItalia. Le professioni svolte sono piuttosto diversificate, spa-ziano infatti dai servizi, all'industria, al settore alimentare.

Dalla lettura dei dati che emergono dalle interviste affiora-no alcuni spunti interessanti da cui partire per una riflessio-ne più accurata circa la percezione che i neoresidenti stra-nieri hanno del territorio di Savignano, quindi i loro bisognie le proposte che potrebbero rispondere in modo adeguatoalle diverse necessità che affiorano. Vi è da registrare undato importante. Gli stranieri rilevano maggiori necessitàlegate a bisogni primari quali la ricerca di un lavoro e diun'abitazione, tali bisogni sono emersi anche dagli intervi-stati italiani (dati rilevati nei focus e nei questionari) maevidenziati con minor forza e frequenza.Chiaramente, la ricerca della casa e del lavoro rappresentaper tutti l'iniziale "contatto" con il nuovo contesto di vita edè qui che si riscontrano i primi ostacoli e le prime difficoltà.Tuttavia, le difficoltà ad ottenere informazioni, ad individua-re ed accedere alle risorse del territorio, sono oggettiva-mente maggiori per gli stranieri. La diversità linguisticalimita la loro possibilità di accostarsi ai canali di comunica-zione informali e a volte anche ai servizi. Inoltre, la com-plessità delle pratiche burocratiche da espletare, oltre cheuna certa diffidenza, possono scoraggiare i proprietari delleabitazioni e i datori di lavoro nel sostenere l'accesso a tali

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

risorse da parte di questi cittadini. In sintesi, le maggioridifficoltà rilevate dai cittadini stranieri possono essere con-siderate non solo frutto di una diversa percezione del terri-torio, ma da motivazioni piuttosto oggettive.

Il trasferimento per gli stranieri rappresenta un lungo viag-gio che costringe, spesso per necessità, lontano dalla pro-pria terra e dalle proprie abitudini, per questo molti sento-no in modo molto profondo nostalgia e senso di solitudine.Per alcuni lo strappo dalle proprie origini e dalla propriaidentità è patito in modo così violento da ritenere che"quando vai via dalla tua casa, un posto vale l'altro, poichénessun posto è tuo veramente".Gli intervistati, per superare la solitudine e per sentirsi sup-portati, socializzano fra connazionali, anche se qualcuno èriuscito a instaurare un buon rapporto anche con i vicini dicasa italiani "ho un legame forte con la vicina di casa che èitaliana, ci teniamo anche i bambini!". Complessivamente leforza aggreganti rimangono la solidarietà e il sostegno daparte dei parenti e degli amici connazionali "abbiamo decisodi abitare vicino a conterranei proprio per poterci aiutare".Risulta fragile la possibilità di inserirsi nel tessuto socialepiù allargato della comunità. I rapporti con i cittadini italianiappaiono, infatti, difficili e complicati dalla diffidenza e daltimore "quando entro nel bar vicino a casa sento che nonsono ben accolto". Vi è la diffusa percezione di una scarsa disponibilità e acco-glienza da parte dei residenti italiani "dieci anni fa gli italia-ni erano più disponibili e siccome eravamo i primi stranierinon c'era la diffidenza che c'è ora. Adesso magari si vieneincolpati di quello che magari fanno altri stranieri e non sicapisce che non siamo tutti uguali".

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Dalle opinioni espresse affiora un'immagine di "solitudini"rispetto alla presenza di mondi diversi presenti fisicamentenel territorio ma che, di fatto, non s'incontrano. Si tratta diuna percezione narrata dagli stessi immigrati che chiedonomaggiori scambi, interazioni, occasioni d'incontro e disocializzazione, spazi di comunicazione e conoscenza"sarebbe importante avere degli spazi dove conoscere glialtri e far capire che gli stranieri non sono tutti uguali".

Complessivamente le famiglie straniere riportano una suffi-ciente soddisfazione circa l'accoglienza e l'inserimento nelterritorio di Savignano per quanto riguarda servizi offerti einformazioni ricevute, sebbene esprimano la necessità dipoter frequentare luoghi maggiormente attrezzati per leesigenze degli stranieri, la biblioteca per esempio è fornitasolo di libri in lingua italiana. Per alcune famiglie sarebberilevante che a Savignano vi fosse una scuola di arabo cuiiscrivere i propri figli, così come la presenza di unamoschea. Alcuni ritengono utile l'organizzazione di corsi diformazione per donne straniere disoccupate, proprio perfacilitare l'inserimento di queste nel tessuto sociale ed eco-nomico del territorio.

L'inserimento sembra essere facilitato delle organizzazionisindacali e dai centri di servizi stranieri, da qui la propostadi attivare un centro stranieri anche a Savignano. Gli stra-nieri, come i neoresidenti italiani, percepiscono la mancan-za di parchi giochi attrezzati per bambini, viene, quindi,suggerito di creare altri spazi verdi anche quale occasionedi conoscenza e di aggregazione "parchi dove i nostri figlipossono giocare insieme agli altri bambini italiani, è unmodo per conoscersi".

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Verso una comunità accogliente: bisogni e proposte delle famiglie

3.3 Quali bisogni? Quali proposte? La "voce" deigenitori

Il questionario, che è stato somministrato alle famiglie i cuifigli frequentano le scuole dell'Istituto Comprensivo diSavignano, prevede alcune domande aperte riguardo aibisogni che i genitori esprimono rispetto all'inserimento eall'accoglienza nel territorio e ai suggerimenti e proposteche possono scaturire per facilitare l'inserimento delle per-sone che si trasferiscono nel nuovo comune di residenza.

Da una prima analisi, delle risposte alle domande aperte,emerge soprattutto la necessità, di creare e di individuarespazi e momenti che facilitino l'aggregazione e la socializza-zione "Savignano è un paese molto dispersivo manca unluogo gradevole di aggregazione, piazza Falcone non è pro-prio una bellezza!".Questo dato è in linea con le riflessioni scaturite anche daifocus-group e dalle interviste di gruppo. Si registra unaforte carenza rispetto alle occasioni di aggregazione soprat-tutto per i giovani che, secondo la percezione di molti inter-vistati, non hanno un luogo di ritrovo né una palestra ecentri sportivi cui rivolgersi, servizi questi che svolgonol'importante funzione di socializzazione tra gli adolescenti.Riemerge, poi, la necessità di usufruire di più spazi verdiattrezzati dove far giocare i propri figli, luoghi "informali"percepiti anche come occasione per conoscere e confrontar-si con gli altri genitori. Alcune famiglie, inoltre, registranouna certa mancanza nei Servizi per l'infanzia e nei Serviziscolastici, denunciando scarsa offerta di attività e iniziativecome il dopo scuola e i centri estivi che possono al contra-rio agevolare significativamente le famiglie che lavorano e

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che, quando questi servizi sono sospesi, si trovano in fortedifficoltà.Dalla lettura emerge, inoltre, un altro dato indicativo: circa1/3 degli intervistati lamenta che il comune risponde mag-giormente ai bisogni dei residenti extracomunitari piuttostoche a quelli degli italiani, e di conseguenza vi è la richiestadi un'attenzione maggiore e di una risposta più adeguataanche a quelle che possono essere le problematiche dei cit-tadini italiani. Si rileva una sensazione di difficoltà e didisagio rispetto alla popolazione straniera: emblematico è,infatti, il ripetersi di frasi che indicano l'insofferenza peralcuni benefici che gli italiani sentono rivolti maggiormenteagli stranieri.Questo disagio, apertamente manifestato da alcuni genitoriitaliani, può derivare in parte dai numerosi cambiamentiche hanno investito la popolazione negli ultimi anni.L'arrivo, infatti, di parecchie persone provenienti da Paesistranieri o di famiglie giovani giunte da altre parti d'Italia,attirate in particolare da prezzi del mercato immobiliare unpo' più accessibili rispetto alla città, hanno, di fatto, modifi-cato i tratti della popolazione, rendendo più fragile il tessu-to comunitario.Sono diversi i suggerimenti che i genitori manifestano perfacilitare l'inserimento dei nuovi residenti nel comune diSavignano. Complessivamente le proposte in tal sensovanno nella direzione di promuovere e valorizzare spazi emomenti che facilitino la possibilità di conoscersi e di soste-nere e rinforzare la comunità, che per i tanti cambiamentisubiti, appare indebolita ma desiderosa di essere coinvoltain processi di conoscenza e partecipazione. Le propostevanno dall'apertura di un circolo per anziani, alla creazionedi "un luogo dove conoscere più mamme", di "un circolo

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dove ritrovarsi ubicato in ogni frazione di Savignano",all'attivazione di più centri sportivi, di più spazi e occasionidi confronto con le famiglie straniere "organizzare feste ecene per coinvolgere stranieri e residenti come avviene conil Forum stranieri", alla realizzazione di un parco attrezzato,e all'organizzazione di più feste e iniziative dove coinvolge-re tutto il territorio.Altrettanto sentita è la necessità di coinvolgere la popola-zione neoresidente attraverso l'informazione e la sviluppo diuna conoscenza più accurata del territorio, da qui la propo-sta di fornire più informazioni sulle iniziative di Savignanoattraverso volantini da offrire ai nuovi residenti, al momen-to della richiesta di residenza, informazioni su chi lavora nelterritorio, sui servizi, sulle strutture e Istituzioni (associa-zioni, consultori, pediatri.) "far recapitare via posta un opu-scolo con il benvenuto che raccolga tutte le informazioniutili su orari di apertura dei Servizi comunali e di tutti que-gli enti che possono servire a una famiglia o al singolo chesi trasferisce in un luogo nuovo e offrire anche un calenda-rio con indicate le iniziative proposte in quel periodo, inizia-tive che sono rivolte a persone di tutte le età".

Alcune proposte vanno nella direzione di promuovere l'ac-coglienza dei neoresidenti attraverso l'attivazione di gruppidi cittadini di Savignano, residenti da molto tempo nel terri-torio, che informino e inneschino un processo di conoscenzadella comunità per alleggerire il senso di spaesamento chepuò provare chi arriva in un luogo che non conosce "ungruppo aperto ai nuovi cittadini per dare indicazioni, perrisolvere anche le cose più semplici ma per chi non è delposto sono aspetti che possono risultare molto complicati".Un gruppo che "bussi alle porte dei nuovi arrivati e che non

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parte seconda

stia ad aspettare che arrivino le persone ma che le vada aprendere perché non tutti sono estroversi ed esuberanti,molte persone sono riservate e timide per cui bisogna aiu-tarle a chiedere".Questi incontri periodici tra la popolazione residente e inuovi arrivati permetterebbero di facilitare la conoscenza edi mitigare quella diffidenza iniziale spesso dovuta al man-cato incontro "Si tratta di ritrovi importanti specie per chiproviene da culture diverse. Aiuterebbe la comprensione daparte dei locali degli usi costumi dei nuovi arrivati".

Viene proposto di organizzare incontri finalizzati alla cono-scenza delle diverse culture che vivono il territorio "sarebbeimportante organizzare incontri con mediatori culturali perconoscere meglio le usanze o le tradizioni di altri paesi cheormai sono molto vicino a noi, per offrirci una conoscenzache ci permette di capire e conoscere anche culture cosìdiverse dalle nostre".

Molte sono anche le proposte orientate a sostenere i giova-ni e le famiglie. Per alcuni genitori sarebbe interessanteorganizzare incontri e seminari sul tema della genitorialità esulle problematiche dell'adolescenza con l'intervento diesperti (psicologi, scrittori, ecc) che possano orientare esupportare le famiglie nel processo educativo.

Così come appare importante riuscire a "avere più contatticon il personale del centro giovani e lavorare insieme peralcuni progetti che possono essere attivati coinvolgendoadulti e ragazzi per avvicinare due mondi che sembranonell'età adolescenziale lontani anni luce".

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“Riflessioni in corso...”

La rilevazione quantitativa ha evidenziato come la difficoltà diinserimento nel contesto savignanese non riguarda tutti i"nuovi arrivati" allo stesso modo: gli uomini, gli stranieri e lefasce d'età più giovani appaiono complessivamente più in diffi-coltà. Sembrano essere queste le persone da sostenere mag-giormente con iniziative ad hoc, pur senza trascurare ledonne, in particolare quelle straniere che, tuttavia, probabil-mente trovano risposte significative presso i servizi del territo-rio (nei consultori o nelle iniziative del Centro stranieri).Avendo l'analisi coinvolto i genitori, si può anche evidenziarecome spesso i bambini possono diventare veicolo di integra-zione: le iniziative che li riguardano, infatti, possono coinvolge-re anche i loro genitori e portarli a comunicare e conoscersi.Forse, attività più mirate a richiamare i papà insieme ai bambi-ni o ragazzi, come quelle sportive, organizzate in giorni edorari compatibili con il lavoro, interverrebbero a contrastare ilmaggiore isolamento espresso in modo significativo da questigenitori, sia italiani che stranieri.Emerge, comunque, una buona tenuta dei rapporti amicali edinformali in generale, con i vicini di casa, ad esempio, che rap-presentano una "rete" importante che incide sulla qualità dellavita delle famiglie e sul loro benessere, anche in momenti didifficoltà. Si tratta di uno dei vantaggi del contesto abitativo dipiccole dimensioni, alimentato anche dalle aspettative di chi visi trasferisce, che rappresenta un "capitale sociale" da nutrireper evitare che si disperda a causa dei mutamenti sociali edemografici in corso. In tal senso, molto possono fare i servizi

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parte seconda

e le istituzioni, e molto in effetti fanno anche con il sostegnodel Terzo Settore, e questa è la richiesta che sembra emerge-re anche dalle azioni di ricerca qualitativa.È interessante notare, infatti, come alcune percezioni siriscontrino pressoché identiche nel gruppo intervistato: emer-ge una convergenza di punti di vista, una sorta di "sentirecomune" trasversale ai temi proposti, in particolare rispetto altema dell'accoglienza e al bisogno di condividere spazi emomenti aggreganti con gli altri cittadini. Si registra in modosignificativo la ricerca dell'incontro con l'altro e il bisogno di rin-saldare la relazione con i cittadini, nel tentativo di conservaree coltivare gelosamente quell'informalità, quel rapporto di vici-nanza che si respira nei piccoli paesi. L'incontro con l'altro appare reso sfibrato dalle reti di unacomunità che risulta ingracilita dai diversi cambiamenti demo-grafici e sociali avvenuti. La percezione di solitudine e isola-mento si registra uniformemente in tutta la popolazione intervi-stata, italiana e straniera, soprattutto in riferimento ai neoresi-denti che si trasferiscono in un luogo "altro" di cui non cono-scono "storia e percorsi". Si fatica a incontrarsi, a stabilire rela-zioni, a conoscersi. I cittadini, rilevano il bisogno di esseremaggiormente sostenuti dall'Amministrazione Comunale e datutti gli attori del territorio che possono contribuire a rinforzare iprocessi comunitari e partecipativi. Manifestano la loro pienadisponibilità a partecipare in modo attivo al rinsaldamentodella rete comunitaria. Alcuni propongono di partecipare all'or-ganizzazione di eventi e di svolgere un ruolo attivo in tuttequelle azioni che possono favorire un avvicinamento e unmaggior dialogo fra i cittadini e soprattutto fra i neoresidenti.

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Un'ulteriore osservazione può essere di stimolo per chi è chia-mato ad intervenire in tal senso, anche se riguarda un temache non è stato approfondito più di tanto nel corso dell'indaginee che meriterebbe in futuro forse più attenzione: in diversi casi,è stato segnalato dai genitori come il territorio non offra suffi-cienti spazi ed opportunità di aggregazione. Tuttavia, nella pic-cola mappatura delle risorse del contesto inserita nel paragrafoiniziale, sono emerse invece interessanti iniziative e luoghi, chesemplicemente andrebbero maggiormente valorizzati e "comu-nicati" meglio alla cittadinanza. Spesso, infatti, in particolare neipiccoli Comuni, si tende a dare per scontato che le informazionicircolino attraverso canali spontanei, ma si può osservare chequesta supposizione rischi da un lato di escludere per lungotempo i "nuovi arrivati", per i quali le relazioni informali sonotutte da costruire, e di perpetuare situazioni di "isolamento" (chiè escluso dai luoghi di socializzazione spontanea finisce peresserlo anche da quelli "formali"), dall'altro di non tenere contodi alcune caratteristiche del territorio, come la frammentazioneterritoriale in piccole frazioni ed il mutamento demografico, cheporta con sé nuove esigenze linguistiche, culturali, ecc. Bisogna investire, quindi, nella costruzione di nuovi spazi diconfronto e di ascolto, nel tessere reti di scambi, relazioni,informazioni che sembrano essersi diradati o in alcuni casiinterrotti, ma di cui si coglie l'importanza e l'urgenza.Il lavoro qui presentato può costituire un interessante passag-gio per procedere nell'attivazione e nell'individuazione di politi-che e azioni partecipate e per sostenere e accompagnare chiarriva nel nuovo territorio a diventare parte integrante di unacomunità accogliente e ospitale

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L'accoglienza, il progetto più importante.Prospettive delle associazioni di Savignanodi Augusta Soli24 e Mauro Rinaldi25

Il lavoro che abbiamo svolto in questi anni ha avuto questefinalità: mettere la persona al centro, conoscerla, conside-rarla per raggiungere a piccoli passi una comunità vera-mente accogliente, dove tutti stiamo meglio insieme.Facciamo tutti parte di una comunità, a tutti piace starebene, e siamo contenti se chi c'è intorno a noi ci accogliecol sorriso e magari all'occorrenza dimostra un briciolo disolidarietà .È in quest'ottica che diventa fondamentale, anche attraver-so l'adesione a progetti sperimentali, studiare il tema del-l'accoglienza. Questo ci permette di prendere coscienza diciò che accade intorno a noi, arrivando, attraverso la condi-visione, ad essere partecipi e attori di un cambiamentodella cultura della convivenza civile. Occorre divulgare l'importanza dell'integrazione fra indivi-dui, promuovendo ogni possibile forma di partecipazionedelle persone, di estrazione sociale e razze diverse.In un momento di forti tensioni sociali, occorre favorire, trale persone, momenti di incontro che permettano ai singolidi conoscersi.Per realizzare queste cose, non basta il lavoro delle asso-ciazioni, ma diventa indispensabile coinvolgere le Istituzioniad ogni livello, per supportare e creare una positiva sensi-bilizzazione generalizzata sul tema di una comunità acco-gliente.Raccogliendo alcuni spunti dal rapporto di ricerca le asso-ciazioni locali hanno già iniziato a lavorare sul tema attra-verso la realizzazione della mappa di Savignano per i neo-

24 Presidente associazione il Faro di Savignano25 Presidente Consulta del Volontariato di Savignano

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residenti e pubblicizzando le iniziative realizzate nelComune26. Altri progetti di accoglienza sono ancora nell'aria …… Crediamo che tutto questo sia indispensabile per creareun futuro alle generazioni prossime e per dare loro la possi-bilità di vedere l'altro come una persona e non come qual-cuno che è diverso.

Riproducibilità dell'esperienzaDi Silvia Prampolini

Il progetto, come ribadito più volte, non è un progetto con-cluso, bensì un progetto in essere. L'obiettivo che ci si eradati, infatti, attraverso la sperimentazione era quello dicostruire "buone prassi" che diventassero da un lato patri-monio per Savignano, e dall'altro possibili pratiche da pro-muovere sugli altri comuni dell'Unione Terre di Castelli, inquanto il contesto di riferimento del progetto è quello sovracomunale. La sfida per il prossimo futuro è quindi quella dipoter proseguire l'esperienza su un nuovo comune vistoche tramite la ricerca abbiamo consolidato una metodologiadi lavoro ben precisa.Uno degli elementi principali di efficacia dell'iniziativa èquello del lavoro di rete attraverso la progettazione parteci-pata27. Applicare questo metodo all'interno del progetto"famiglie e solidarietà" ha significato un confronto aperto econdivisione delle decisioni del gruppo tecnico, con ruolo dicoordinamento, tra tutti i partecipanti.Ovviamente la progettazione partecipata viene utilizzataanche nel momento in cui si devono coinvolgere i singolicomuni tenendo presenti i diversi soggetti con i quali dideve interloquire a livello locale :

26 Crf. Prima parte cap3. Paragrafo 3.227 Crf. parte prima cap.2

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- amministratori e tecnici del comune (assessori diriferimento, tecnici anagrafe, Urp, ecc;);

- associazioni locali;- altri soggetti significativi del territorio (centri giovani,

centro stranieri, scuola, ecc);

Altro elemento estremamente importante, che si può giàconsiderare una prima accoglienza dei neoresidenti, è chie-dere loro quali sono i bisogni che vivono quotidianamente.Alcuni possibili strumenti per farlo, pur considerando alcunecriticità che emergono nel rapporto di ricerca, possonoessere:

- Focus-group;- Incontri con stranieri;- Questionari all'interno delle scuole.

L'esportazione del progetto su un altro comune ci permette-rà di arrivare ad affinare gli strumenti utilizzati suSavignano portandoci magari alla realizzazione di un vade-mecum per l'accoglienza dei neoresidenti o lasciandoci stu-pire ancora una volta "dagli effetti speciali delle nostreassociazioni".

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“I Centri di Servizio ricevono i finanziamenti dalle Fondazioni bancarie. Nella provincia diModena sono presenti: Fondazione Cassa Risparmio di Modena, Fondazione CassaRisparmio di Carpi, Fondazione Cassa Risparmio di Vignola, Fondazione Cassa Risparmiodi Mirandola”

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Centro Servizi per il Volontariato di Modena

Vignola via Bontempelli 375, tel. 059 764548 fax 059 [email protected]

Modena via Cittadella 30, tel. 059 212003 fax 059 [email protected]

Centro per le Famiglie Unione Terre di CastelliVignola piazzetta Ivo Soli 1 tel. 059 769715 fax 059 [email protected]

Azienda Pubblica di Sevizi alla Persona (ASP)G. Gasparini di VignolaVignola via Libertà 799, tel. 059 7705211 fax 059 [email protected]

Area Minori: Vignola via Resistenza 170, tel 059 7705210 fax 0597705255 www.aspvignola.mo.it

Centro servizi cittadini stranieri Unione Terre di Castelli eComunità Montana Modena Est

Vignola, Via Selmi 5 tel.059777720 fax [email protected]

Spilamberto, Via Marconi, 4 c/o ASL , 2°piano, tel e fax [email protected]

Castelnuovo Rangone, P.zza Roma tel. 059 534818 fax [email protected]

Guiglia, P.zza Roma, tel. 059709976 [email protected]

Zocca, Via del Mercato 4 , tel 059985756 fax 059 [email protected]