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iulmbarcamp IL VALORE DELL'INTANGIBILE
Il giornalismo nell'epoca del social networking:sfide per il futuro
8.giugno.2010Università Iulm
Filippo Tramelli, giornalista
|cooperativa giornalistica
Secondo un rapporto del Censis sui consumi mediatici degli italiani, nel
2009, la lettura dei quotidiani tradizionali, almeno una volta la settimana,
si attesta al 54,8% (67% nel 2008).
Per quanto riguarda i periodici, lo scenario non migliora: i settimanali nel
2009 venivano letti dal 26,1% degli italiani (- 14,2%), mentre i mensili dal
18,6% (- 8,1%).
Negli ultimi tempi hanno guadagnato invece molto terreno i social
network, utilizzati da circa 20 milioni di italiani, soprattutto giovani. In
cima alla top five c'è Facebook, usato dal 61,6% degli italiani, seguono
YouTube (60,9%), Messenger (50,5%), Skype (37,6%) e Myspace
(31,8%).
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Conferenze di introduzione al giornalismo - Consiglio di Zona 318.maggio.2010 Iulm barcamp – Università Iulm8.giugno.2010
Filippo Tramelli
Facebook: a cosa si rinuncia
La lettura è la prima tre le attività che si sacrificano a vantaggio di
Facebook, afferma il 42,4% degli iscritti.
Segue la consultazione di altri siti Internet (40%), l’andare al cinema
(11%) o guardare film in dvd (9,1%).
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Filippo Tramelli
Non va trascurato, scrive il
Censis, il 21,7% di utenti che
dichiara di sacrificare lo studio o
il lavoro per connettersi.
Cosa si fa su Facebook?
Tra le attività preferite: guardare cosa c'è nelle bacheche degli amici
(41,2%), inviare messaggi personali (40,5%).
Il 54,6% degli utenti fa parte di gruppi di interesse e il 10% ha
effettivamente partecipato a eventi sociali, manifestazioni politiche,
spettacoli di cui è venuto a conoscenza tramite il social network.
Poco più di un utente su quattro constata che da quando si è iscritto a
Facebook tende a dedicare meno tempo ad altre attività (il 26,8%).
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Filippo Tramelli
In bilico tra digital divide e press divide
Gli italiani che nel 2009 hanno superato la soglia del digital divide sono il
48,7% del totale: molto meglio del 29% del 2006, ma sempre meno della
metà della popolazione complessiva.
Il secondo campanello d’allarme riguarda il ruolo sempre più marginale
dei media cartacei, fenomeno che si può indicare come press divide.
Le persone estranee all’uso dei giornali stampati sono aumentate dal
33,9% del 2006 al 39,3% nel 2009 (+5,4%). Quindi, più della metà della
popolazione italiana si colloca al di sotto della soglia del digital divide, più
di un terzo al di sotto della soglia del press divide, più di un quarto invece
non conosce alternative alla televisione.
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Filippo Tramelli
Il mancato pluralismo delle fonti
Il dominio della televisione tradizionale appare netto e incontrastato
quando si valuta l’efficacia attribuita ai media in relazione al bisogno di
informarsi sull’attualità politica.
Non solo perché il 59,1% degli italiani preferisce affidarsi alla tv, (con
punte che raggiungono il 67,7% tra gli anziani), quanto per il distacco
rispetto agli altri media. Specialmente per quanto riguarda i quotidiani
acquistati in edicola, che si attestano al 30,5% e conquistano la fiducia
solo del 39,5% anche delle persone più acculturate.
I portali Internet non superano invece il 7% (solo tra i giovani
raggiungono il 16,5%).
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Filippo Tramelli
Cosa rimane oltre la tv nella comunicazione politica?
Quando si tratta di scegliere per chi votare, gli italiani si informano
principalmente attraverso i telegiornali (69,3%). Al secondo posto si
collocano i programmi giornalistici televisivi di approfondimento (come
“Porta a porta” o “Matrix”) con il 30,6% delle preferenze. I giovani
risultano meno coinvolti da questo format televisivo (il 22,3% nella classe
d’età 18-29 anni).
Ai quotidiani si rivolge invece il 25,4% degli italiani, quota che arriva al
34% tra i soggetti più scolarizzati e raggiunge il 35% tra i lavoratori
autonomi e i liberi professionisti.
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Filippo Tramelli
Internet e tg
I forum di discussione o i gruppi su Facebook non incidono per più del
2,1% dei casi (tra i giovani il web assume appena un po’ più di rilevanza,
visto che i siti dei partiti arrivano al 6% e i blog al 4,7%).
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Filippo Tramelli
Le chiavi del successo dei social network
Sono 19,8 milioni gli italiani che hanno confidenza con almeno uno dei
tanti social network esistenti. La conoscenza di Facebook e YouTube è
massima tra i giovani di 14-29 anni (il 90,3% e l’89,2% rispettivamente),
risulta elevata tra gli adulti (il 64%) e scende notevolmente solo tra gli
anziani (22,9%), tra i quali è l’uso ad essere praticamente nullo (intorno
all’1,5%).
Più della metà dei giovani, invece, utilizza Facebook (56,8%) e più di due
terzi YouTube (67,8%), e non è trascurabile l’impiego di YouTube anche
tra gli adulti (23,5%).
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Filippo Tramelli
La crisi di vendite affligge i quotidiani da una ventina d'anni. Secondo i
calcoli di Philip Meyer, studioso dell'editoria americana, l'ultima copia
cartacea del "New York Times" sarà acquistata nel 2043.
La pubblicità, vera fonte di sostentamento dei giornali, in Italia rimane in
forte calo, anche se nel 2010 sembrano arrivare timidi segnali di ripresa.
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▪ Scenari per il futuro
Iulm barcamp – Università Iulm8.giugno.2010
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Con la grande crisi del 2009 c'è stato un crollo della vendita di spazi
pubblicitari sui media.
Male la carta stampata nel suo complesso, che ha registrato un calo
dell'advertising del 27,4%, ma anche la televisione ha accusato una
brusca frenata: -16%. Negativa la radio (-27,2%) anche se in ripresa.
Internet invece nel 2009 ha
segnato un aumento: +3,9%
rispetto al gennaio-febbraio
2008, a quota 83 milioni di euro.
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Filippo Tramelli
Giornali e riviste più redditizie su iPad che online
Fin da prima del suo lancio il settore dell'editoria ha riposto nell'iPad
molte delle sue speranze di ripresa. Le aziende sono per ora disposte a
pagare per inserzioni pubblicitarie su giornali e riviste scaricabili su iPad
fino a cinque volte l'ammontare speso per apparire sui tradizionali siti
Internet.
Conferenze di introduzione al giornalismo - Consiglio di Zona 325.maggio.2010
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Iulm barcamp – Università Iulm8.giugno.2010
Filippo Tramelli
Questo non significa che il tablet di Apple sia il salvatore dell'editoria. Le
inserzioni online rappresentano ancora una piccola frazione degli introiti
da pubblicità per i giornali, ma è comunque positivo che l'iPad dimostri di
essere in grado di produrre redditi per il settore. Questo potrebbe inoltre
essere una svolta che darà più potere alle pubblicazioni.
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Filippo Tramelli
La sfida non sarà facile. Le applicazioni dovranno essere in grado di
offrire contenuti di qualità ai lettori, specialmente se vorranno continuare
a chiedere il pagamento di un abbonamento. Le notizie gratuite, anche
sull'iPad, sono infatti rapidamente a disposizione con il browser Internet.
Inoltre, gli iPad dovranno arrivare nelle mani di molti più lettori. L'iPad in
parte replica il modo di operare dei giornali e i lettori per ora trascorrono
più tempo sulle versione Apple che su quelle web.
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Filippo Tramelli
In sintesi:
L’uso di Internet per informarsi è in crescita grazie alla popolazione
giovane, anche se prevale l’utilizzo ludico-aggregativo della rete. La
maggior parte degli italiani (in particolare gli anziani) per informarsi
utilizza sempre più la televisione e sempre meno i giornali cartacei.
I nuovi strumenti come l’Ipad, anche se non sono ancora diffusi
capillarmente, appaiono come l’ultima ancora di salvezza per l’editoria
cartacea.
Per quanto riguarda la pubblicità, anche in periodo di crisi, i siti di
informazione sono riusciti a aumentare gli introiti a differenza degli altri
media.
Conferenze di introduzione al giornalismo - Consiglio di Zona 325.maggio.2010
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Filippo Tramelli
Grazie per l'attenzione
Filippo Tramelli
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