“tenere la classe” · perché “imparare a imparare” è diventato indispensabile nei nuovi...
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“TENERE LA CLASSE”a.s. 2015/2016
ins. CENCIONI Federica
IMPARARE
A
IMPARARARE
La “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre
2006” elenca, tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente,
“Imparare a Imparare”.
Che cosa si intende con questa espressione?
La Raccomandazione definisce Imparare a Imparare come
“l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il
proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del
tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo”.
Si tratta dunque di un’abilità che consente alla persona di
perseguire obiettivi di apprendimento auto-regolato, cioè basato
su scelte e decisioni prese in modo consapevole ed autonomo,
per apprendere, ma soprattutto per continuare ad apprendere,
lungo tutto l’arco della vita (Lifelong Learning) e nella
prospettiva di una conoscenza condivisa e di un apprendimento
come processo socialmente connotato.
In che senso “Imparare a Imparare”
può essere considerato come una competenza?
La competenza è un concetto complesso, che rimanda all’interazione tra:
un saper fare (le abilità di
applicazione delle conoscenze);
un saper essere (le convinzioni, gli atteggiamenti e le
motivazioni sottostanti);
un sapere (le
conoscenze);
all’interno un contesto determinato che richieda
l’impostazione e/o la risoluzione di un problema (problem
solving).
Imparare a imparare comporta in effetti:
- l’acquisizione di conoscenze
(su aree o domini (inter)disciplinari; sulle modalità stesse di imparare; e, non ultimo, su se stessi in quanto persone che imparano);
-lo sviluppo di abilità
(cognitive, cioè di gestione ed elaborazione delle informazioni; meta cognitive, cioè di pianificazione, monitoraggio ed autovalutazione dei propri risultati e degli stessi processi di apprendimento; e socio affettive, cioè di gestione della sfera emotivo-relazionale);
- la maturazione di convinzioni, atteggiamenti e motivazioni adeguate, che facilitino e non ostacolino l’integrazione produttiva di conoscenze e abilità.
Perché “imparare a imparare”
è diventato indispensabile nei nuovi scenari formativi?
E’ ormai generalmente riconosciuto che l’acquisizione di conoscenze inerti, cioè statiche e non
continuamente applicate nella gestione e soluzione di problemi, non è più funzionale a società ed economie
in veloce trasformazione.
La rapidità del cambiamento, e l’imprevedibilità delle direzioni in cui esso si orienta, richiedono profili
formativi centrati sul dinamismo, sulla creatività e sulla flessibilità.
Tutto ciò comporta una ridefinizione sia dei contenuti che dei modi dell’apprendimento: in altre parole,
stanno cambiando sia il che cosa si è chiamati ad apprendere, sia il come si è chiamati a farlo.
A conoscenze statiche
abilità di aggiornare,
ristrutturare e ridefinire
conoscenze in continua
evoluzione.
si sono sostituite
da un apprendimento
passivo, in cui le
informazioni sono
trasmesse in modo
unidirezionale
dall’insegnante
modalità di apprendimento
attive e intenzionali, in cui
la conoscenza si costruisce
nelle menti dei singoli e dei
gruppi attraverso
l’interazione continua tra il
“già noto” e il “nuovo”.
ci si sta muovendo verso
Si tratta di modalità:
collaborative,
basate sul dialogo e la negoziazione continua dei
significati;
Contestualizzate
perché realizzano azioni e prodotti rilevanti nel mondo
reale;
riflessive,
cioè basate sulla continua valutazione critica sia dei prodotti che dei processi
esperiti.
E’ questo cambiamento di parametri che richiede e, nel contempo,
consente, alla persona di sapere come si apprende.
Si può “insegnare a imparare”?
Quale può essere il ruolo dell’insegnante?
Se imparare a imparare
richiede a chi impara di
agire
contemporaneamente su
più fronti, come
abbiamo appena visto, si
apre per l’insegnante
uno scenario di
intervento in parte
assolutamente nuovo.
A chi insegna viene richiesto,
non solo di abbandonare il ruolo
di trasmettitore unilaterale di
conoscenze, ma di occupare una
posizione complessa in un
processo al cui centro sta in ogni
momento chi impara.
Si tratta di un cambiamento di prospettiva di non poco conto, soprattutto per
il delicato equilibrio che è sotteso allo sviluppo dell’autonomia del discente:
persona che deve essere guidata a delineare il proprio personale e unico
profilo di apprendimento, diventando via via sempre più consapevole dei
propri stili e strategie, delle proprie convinzioni, atteggiamenti e motivazioni,
dei propri punti di forza e di criticità
«Ciò che i bambini sanno fare
insieme oggi, domani sapranno farlo
da soli.»
Lev Vygotskj
Il processo di imparare a imparare è così condizionato dalla gamma di differenze
individuali di cui è portatore ogni singola persona. Questo costituisce, per
l’insegnante, un vincolo e, nel contempo, un’opportunità formativa importante: non
si tratterà infatti di predisporre un itinerario di formazione rigido e uniforme, ma di
accettare la sfida di essere facilitatore di percorsi individuali.
Quali approcci possono favorire “l’insegnare a imparare” in un curricolo formativo?
La sempre più evidente eterogeneità dei gruppi-classe sembra scontrarsi con l’esigenza di
facilitare percorsi individuali di formazione al saper apprendere.
Per il singolo insegnante, ma anche per i sistemi formativi nel loro complesso, diventa indispensabile progettare approcci che siano:
- integrati,
nel senso di correlare in modo sistematico il lavoro
sul saper apprendere ai contenuti e ai processi (inter) disciplinari, come obiettivo trasversale di un curricolo;
- esperienziali,
nel senso di procedere “per problemi e per progetti”,
facendo però anche concettualizzare le nuove esperienze attraverso la
pratica del pensiero critico;
- espliciti,
aiutino cioè le persone a far emergere, verbalizzare e socializzare le
riflessioni sui prodotti ottenuti e sui processi
messi in atto:
imparare a imparare” si qualifica allora come percorso
al contempo meta cognitivo e socialmente condiviso.
DedicaAgli studenti che si chiedono perché devono imparare
Agli insegnanti che vogliono aiutarli non solo a imparare,
ma anche a capire perché.
(Boscolo)
Gruppo di lavoro:
I.C. Sutri
I.C. Fabrica di Roma
I.C. Vasanello
I.C. Montefiascone
I.C. Scriattoli Vetralla
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